Flegias

re dei Lapiti nella mitologia greca e traghettatore dell'inferno dantesco
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Flegias (in greco Φλεγύας Phlegýās) è una figura della mitologia greca, citata anche da Dante nel Canto VIII dell'Inferno.

Flegias
Flegias traghetta Dante e Virgilio, vetrata ottocentesca del Museo Poldi Pezzoli, Milano
Nome orig.Φλεγύας
Caratteristiche immaginarie
Speciesemidio
Sessomaschio
Luogo di nascitaTessaglia
Professionere dei Lapiti

«"Or se’ giunta, anima fella!".»

Genealogia

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Flegias è indicato come figlio di Ares e di Crise (figlia di Almo), da Pausania[1], o di Ares e Dotis (altrove sconosciuta) dallo Pseudo Apollodoro[2]. Secondo quest'ultimo autore non ebbe figli[3], mentre altrove è indicato come padre di Coronide, amata da Apollo, e di Issione[4]. Secondo una versione, la sposa di Flegias e madre di Coronide fu Cleofema, a sua volta figlia della musa Erato e del mortale Malo.[5]

Nella mitologia antica

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Flegias fu re dei Lapiti, una popolazione della Tessaglia, ma secondo Pausania successe a Eteocle come re di Orcomeno, in Beozia, e fondò nei paraggi una città a cui diede il suo nome[6].

Per vendicare la morte della figlia Coronide, uccisa da Artemide su ordine di Apollo, Flegias tentò di incendiare il tempio del dio a Delfi, uno dei santuari più importanti della Grecia: per questo affronto Apollo, dopo averlo crivellato di frecce, lo scaraventò nel Tartaro e lo condannò a stare per l'eternità con un enorme masso sempre sul punto di cadergli addosso. La sua storia è narrata nell'Eneide e nella Tebaide di Stazio.

Un altro mito racconta che venne ucciso dai re di Tebe Lico e Nitteo.

Nella Divina Commedia

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Nell'ottavo canto dell'Inferno Dante e Virgilio si trovano davanti alla palude dello Stige, dove sono puniti gli iracondi e gli accidiosi: qui ricevono aiuto da Flegias, le cui sembianze e il cui vero ruolo sono taciuti.

Se sembra improbabile che sia un traghettatore per i peccatori di passaggio ai cerchi inferiori, essendovi le anime spedite direttamente da Minosse dopo il suo giudizio, potrebbe essere colui che getta i peccatori nella palude; in ogni caso Dante si preoccupa solo di citare la sua sovreccitazione, testimoniata dalle sue grida sia all'arrivo che alla discesa dei due poeti sulla sua barca.

Etimologia del nome

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Il nome Flegias indica un avvoltoio dal piumaggio rosso e richiama il termine greco "phlego" e il termine latino "flagro", tradotti entrambi come "incendio": questa derivazione e la storia stessa del personaggio lo rendono appunto emblema di un'ira fulminea e deflagrante.

  1. ^ (EN) Pausania il Periegeta, Periegesi della Grecia IX, 36.1, su theoi.com. URL consultato il 23 maggio 2019.
  2. ^ Pseudo-Apollodoro, Bibliotheca 3. 5. 5
  3. ^ Pseudo-Apollodoro, Bibliotheca 3.5.5
  4. ^ Strabone, Geografia 9, p. 442
  5. ^ Isillo, Inno ad Asclepio 128.37 ff.
  6. ^ Pausania, Graecia Descriptio, 9.36.2.

Bibliografia

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