Gaetano Bichi
Gaetano Bichi Conte di Scorgiano (Pietrasanta, 24 aprile 1810 – 1868) è stato un patriota e politico italiano.
Gaetano Bichi | |
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Deputato del Regno di Sardegna | |
Legislatura | VII |
Collegio | Pietrasanta |
Sito istituzionale | |
Deputato del Regno d'Italia | |
Legislatura | VIII, IX |
Collegio | Pietrasanta |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Titolo di studio | Laurea in lettere, archeologia e giurisprudenza |
Università | Pisa |
Professione | Avvocato |
Biografia
modifica«Per l’importanza di sì rilevante affare il Comando suddetto fece rinforzare i posti militari della costa marittima, e questa forza carabiniera a mia diligenza e, direzione fece un servizio di vigilanza intorno ad una villetta del conte Bichi, posta in marina, dalla quale era già partito un numeroso complotto di persone che poche ore prima si erano colà radunate. Questa riunione si ritenne per sospetta, considerando che il locale ov’ebbe luogo apparteneva al prefato conte Bichi, dimorante attualmente in Parigi ed uno de’ più esaltati in politica.»
Discendente della famiglia dei Bichi di Siena si laurea in lettere, archeologia e giurisprudenza. Nel corso degli studi, appena sedicenne, è nominato membro dell'Accademia dei Tesmofili. L'anno successivo viene nominato maestro di diritto criminale e naturale dall’Archiginnasio romano.
Negli anni dell'Università frequenta circoli di patrioti sostenitori dell'unificazione italiana ma esercita anche la professione di avvocato, patrocinando le cause dei più poveri.
Nel 1830 saluta la seconda rivoluzione francese come foriera del riscatto italiano. Convinto che fosse giunta l'ora di ribellarsi alle monarchie preunitarie lascia la Toscana per propagandare l'accaduto ma esaurita la spinta propagandistica dell'evento rientra a Pietrasanta, dove viene arrestato e condannato a diciotto mesi di reclusione. A pena espiata parte esule per Parigi ma dopo alcuni mesi, vista vana la fatica di indurre la Francia a sostenere i patrioti italiani, si ritira a vita privata, mantenendosi aggiornato tramite la stampa.
Rientra al suo paese nel 1851, dove decide di occuparsi dei propri affari nella tenuta di famiglia. Il governo granducale, tuttavia, lo perseguita con perquisizioni domiciliari diurne e notturne, che si estendono anche alle residenze dei contadini.
Caduto il governo dell'ultimo granduca, Ferdinando IV di Toscana, viene eletto al parlamento del Regno di Sardegna, dove rappresenta gli interessi della regione nel nuovo Regno d'Italia in via di formazione.
Bibliografia
modifica- Aristide Calani, Gaetano Bichi, in Il Parlamento del Regno d'Italia, 1860, p. pp. 423-429.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Gaetano Bichi
Collegamenti esterni
modifica- gaetano Bichi, su storia.camera.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 304911984 · ISNI (EN) 0000 0004 1617 7054 · BAV 495/119409 · LCCN (EN) no2013116567 |
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