Il secolo dei lumi
Il secolo dei Lumi (El Siglo de las Luces) è un romanzo storico di Alejo Carpentier, pubblicato in spagnolo nel 1962.
Il secolo dei Lumi | |
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Titolo originale | El Siglo de las Luces |
Autore | Alejo Carpentier |
1ª ed. originale | 1962 |
Genere | romanzo |
Sottogenere | romanzo storico |
Lingua originale | spagnolo |
Ambientazione | Caribe, 1790 |
Trama
modificaIl racconto inizia nell'Avana della fine del Settecento dove è appena morto il padre dei tre protagonisti adolescenti, un ricco mercante che lascia due figli: Sofia e Carlos e il loro cugino Esteban, nelle mani del suo ambiguo procuratore d'affari. Nella grande casa dove i ragazzi vivono accampati tra casse di mercanzie e mobilio accatastato, irrompe il giovane rivoluzionario e massone francese Victor Hugues. Dopo aver denunciato i traffici illeciti del procuratore viene perseguitato proprio a causa della sua appartenenza alla loggia massonica di Port au Prince. Victor è costretto a fuggire e convince i tre a seguirlo. Ma ad Haiti si è scatenata la rivoluzione e gli schiavi negri si sono ribellati ai proprietari terrieri, mettendo a ferro e fuoco l'isola. Victor ed Esteban lasciano Sofia e Carlos in un porto sicuro e salpano per la Francia. Qui giungono in piena Rivoluzione francese. Victor, grazie alla sua facondia e al magnetismo personale che esprime da ogni tribuna, riesce ad ottenere il comando di una piccola flotta di corsari, con cui fa ritorno ai Caraibi. Con destrezza, fortuna e coraggio riprende Guadalupa e trasforma l'antica colonia francese - strappata alle truppe inglesi che la controllano - in un dominio personale di cui, grazie all'opera assidua della ghigliottina e ai grandi profitti generati dalla guerra di corsa, diventa unico sovrano.
Considerazioni
modificaIl romanzo si presenta come un affresco grandioso del periodo rivoluzionario, alla fine del "Secolo dei Lumi" l'Illuminismo appunto, in Francia e nei Caraibi. Esprime la convinzione dell'autore che la necessità di rinnovare completamente la società sia uguale, sia alla fine del settecento che negli anni sessanta del novecento: "mi è parso di individuare una grande coincidenza tra gli aneliti di quest'epoca e quelli degli uomini del nostro secolo".[1] Contiene molti elementi del cosiddetto "realismo magico" [2] ma anche dell'esistenzialismo e rispecchia la tensione presente in altre opere di Carpentier, diviso tra due culture e due mondi di appartenenza: l'Europa e il Caribe. Infatti Carpentier scrisse, su espresso incarico del poeta e critico letterario André Breton, sulla rivista francese Révolution surréaliste e per molti anni viaggiò in Messico e nel Caribe, approfondendo le ricerche sulle rivolte degli schiavi del secolo XVIII[3].