José Mardones (cantante)

cantante lirico spagnolo

José Mardones, nome completo José García de Mardones Ortíz de Pereda (Fontecha, 14 agosto 1868Madrid, 4 maggio 1932), è stato un cantante e basso spagnolo, nato nella comunità autonoma dei Paesi Baschi.

José Mardones

Biografia

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Mardones come Ramfis nell'Aida di Giuseppe Verdi

José Mardones nacque a Fontecha il 14 agosto 1868 e si avvicinò alla musica cantando nei cori locali,[1][2]come quello della chiesa di Briviesca.[3][4]

Alcuni anni dopo si trasferì a Madrid per intraprendere una carriera artistica, ma all'inizio ebbe qualche problema e si mantenne cantando nelle chiese.[3]

Successivamente Mardones approfondì le sue conoscenze frequentando il Conservatorio Reale di Madrid, anche se la sua formazione risultò principalmente da autodidatta.[1][2]

Nel 1891 è apparso per la prima volta al Teatro Colón di Buenos Aires e al Teatro Municipal di Rio de Janeiro.[4] Fino alla fine del secolo ha cantato principalmente nei teatri dell'opera spagnola e nei teatri della zarzuela.[1][2]

Dal 1909 al 1910 e dal 1913 al 1916 Mardones fu ingaggiato dalla Boston Opera House.[3] Nel 1913 fu invitato da Arturo Toscanini a cantare l'assolo di basso nel Requiem di Giuseppe Verdi.[1][2]

Nel 1917 si esibì al Metropolitan Opera House, dove cantò fino al 1926, dimostrandosi uno dei migliori cantanti contemporanei.[1][2][3][4]

Tra i suoi ruoli principali si possono menzionare: Sparafucile, Mefistofele, Raimondo, Pimen, Basilio, Wallace ne La fanciulla del West, Walter Fürst nel Guglielmo Tell di Gioachino Rossini, Silva, Fiesco, Indra in Le Roi de Lahore di Jules Massenet.[1]

Ha cantato ne La Vestale di Gaspare Spontini con il soprano Rosa Ponselle, profondamente impressionata dalla sua voce e che disse di lui:[1]

«Aveva la più grande voce di basso che avessi mai sentito. Nessuno potrebbe nemmeno avvicinarsi a quel suono. Era come il pedale più basso sull'organo a canne di una grande cattedrale - un vero basso profondo. Aveva tutto vocalmente: una voce enorme, una tecnica eccellente e una cima che poteva arrivare fino alla gamma dei baritoni.[1]»

Mardones si distinse più per le sue qualità canore che per la presenza scenica ed interpretativa; la sua risultò una delle più notevoli voci di basso della storia della musica, per volume, estensione e omogeneità.[4]

Nel 1926 Mardones tornò nel suo paese dove fu attivo fino al momento della sua morte, il 4 maggio 1932.[1][2][3]

Repertorio

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  1. ^ a b c d e f g h i (EN) Mardones, José, su cantabile-subito.de. URL consultato il 12 gennaio 2019.
  2. ^ a b c d e f (EN) José Mardones, su findagrave.com. URL consultato il 12 gennaio 2019.
  3. ^ a b c d e (ES) José Mardones, su ecured.cu. URL consultato il 12 gennaio 2019.
  4. ^ a b c d le muse, VII, Novara, De Agostini, 1966, p. 265.

Bibliografia

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  • (EN) Carolyn Abbate e Roger Parker, A History of Opera, New York, W W Norton & Co Inc, 2012.
  • (ES) Venancio Del Val, Alaveses célebres: José Mardones, el mejor bajo-cantante del mundo, Diputación Foral de Álava - Consejo de Cultura, 1972.
  • (EN) Arthur Eaglefield Hull, A Dictionary of Modern Music and Musicians, Londra, Dent, 1924.
  • (ES) Iñaki Egaña, Mil nuevas noticias insólitas del país de los vascos, Editorial Txalaparta, 2009.
  • (FR) Gustav Kobbé, Tout l'opéra, de Monteverdi à nos jours, Robert Laffont, 1999.
  • (a cura di) Aldo Nicastro, Guida al Teatro d'Opera, coll. Le Guide Zecchini 2, Varese, Zecchini Editore, 2011.
  • (ES) Sabin Salaberri, La Música en Álava, Gasteiz, Vital Kutxa Fundazioa, 1997.
  • (EN) M. Scott, The Record of Singing to 1914, Londra, Duckworth, 1977.

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