Un lavatorium (dal latino lavare, "lavare", pl. lavatoria), a volte tradotto in italiano come "lavatoio",[1] è l'area comune di lavaggio in un monastero, particolarmente in un edificio monastico medievale o in una cattedrale con un chiostro.

Lavatorium del XIV secolo presso la cattedrale di Gloucester
Rovine del lavatorium ottagonale nel convento di Wenlock

Tutti gli ordini monastici richiedevano di lavarsi le mani prima dei pasti, perciò il lavatorium era adiacente al refettorio,[2] o contro un muro del chiostro con un lungo bacino in una trincea, o come edificio isolato con un bacino circolare od ottagonale al centro.[3] Un esempio del primo tipo, risalente al XIV secolo, sopravvive presso la cattedrale di Gloucester, ed ha vicino un armadio per gli asciugamani. Presso la cattedrale di Durham, il lavatorium era un edificio quadrato con un bacino circolare che fu sostituito nel 1432-33 con uno di marmo.[4] Presso il convento di Wenlock, il lavatorium ottagonale, ora in rovina, era decorato con pannelli intagliati del tardo XII secolo, incluso uno raffigurante Gesù con gli apostoli presso il Mare di Galilea.[5][6] C'erano a volte rubinetti;[7] nel convento di Wenlock, l'acqua sgorgava da teste di animali montate sul pilastro centrale.[8][9]

L'acqua corrente era fornita attraverso tubi di piombo, e dove c'erano rubinetti erano di bronzo, sebbene nella maggior parte dei casi in questi accessori di metallo siano stati rimossi dopo la dissoluzione dei monasteri.[10] Gli asciugamani dei monaci erano tenuti vicino in armadi chiamati aumbries (derivato dal latino classico armarium o dal latino medievale almarium).[11][12] Il refettorista era responsabile per tenere pulito il lavatorium e assicurare che contenesse sabbia e una cote perché i monaci potessero affilare i loro coltelli, e per cambiare gli asciugamani due volte la settimana.[13]

  1. ^ Pur essendo il corrispondente etimologico di lavatorium, la parola "lavatoio" in italiano ha un significato diverso: "impianto pubblico o d'uso domestico, destinato alla lavatura a mano degli indumenti". V. Giacomo Devoto e Gian Carlo Oli, Il Devoto Oli digitale 2015. Vocabolario della lingua italiana, a cura di Luca Serianni e Maurizio Trifone, Mondadori Education, 2014, ISBN 978-8800500548.
  2. ^ "Lavatorium", John William Mollett, An Illustrated Dictionary of Words Used in Art and Archæology: Explaining Terms Frequently Used in Works on Architecture, Arms, Bronzes, Christian Art, Colour, Costume, Decoration, Devices, Emblems, Heraldry, Lace, Personal Ornaments, Pottery, Painting, Sculpture, &c, with their Derivations, London: Sampson Low, Marston, Searle, and Rivington, 1883, OCLC 4423466, p. 191.
  3. ^ J. Patrick Greene, Medieval Monasteries, Archaeology of medieval Britain, Leicester/New York: Leicester University, 1992, ISBN 9780718512965, repr. Continuum Studies in Medieval Historia, London: Continuum, 2005, ISBN 9780826478856, pp. 8–9, 116.
  4. ^ Greene, p. 116.
  5. ^ Greene, p. 116 e Figura 51, p. 117.
  6. ^ Lucinda Lambton, Temples of Convenience and Chambers of Delight, New York: St. Martin's, 1995, p. 9, plate p. 31.
  7. ^ John E. Crowley, The Invention of Comfort: Sensibilities and Design in Early Modern Britain and Early America, Baltimore: Johns Hopkins University, 2001, ISBN 9780801864377, p. 6.
  8. ^ Lambton, didascalia p. 30.
  9. ^ V. Frederick Herbert Crossley, The English Abbey: Its Life and Work in the Middle Ages, 1935, repr. Huddersfield: Jeremy Mills, 2007, ISBN 9781905217878, p. 51 per altre abbazie inglesi dove vi sono rovine di lavatoria di entrambi i tipi.
  10. ^ Greene, pp. 115–16.
  11. ^ Francis Aidan Gasquet, English Monastic Life, The Antiquary's Books, London: Methuen, 1904, OCLC 4014493, p. 19.
  12. ^ "aumbry", The Catholic Encyclopedia ed. Charles George Herbermann, Edward A. Pace, et al., New York: Encyclopedia Press, 1913, OCLC 1391341, Volume 2 Assize – Brownr, p. 107.
  13. ^ Gasquet, pp. 78–79.

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