Legge del punto finale

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La legge 23.492 di estinzione dell'azione penale, detta legge del punto finale (ley 23.492 - Extinción de la acción penal (punto final)), è una legge argentina promulgata il 24 dicembre 1986 durante la presidenza di Raúl Alfonsín, nell'ambito del processo di democratizzazione del paese.

Questa legge stabilì la paralisi dei processi contro gli autori delle detenzioni illegali, le torture e gli assassini che hanno avuto luogo durante la cosiddetta guerra sporca (Processo di riorganizzazione nazionale, 1976-1983).

Letteralmente:

«[...] verranno estinte le azioni penali rivolte contro tutte le persone che abbiano commesso delitti vincolati all'instaurazione di forme violente di azione politica fino al 10 dicembre 1983.»

Rimanevano esclusi dall'applicazione della legge i soli casi di sequestro di neonati, figli di prigioniere politiche destinate a desaparecer (ossia, "scomparire" senza che sia conosciuta la loro sorte da parte dei familiari), e dati in adozione a coppie di militari che cancellavano le loro vere identità.

La legge, decretando di fatto l'impunità dei militari per la sparizione e la tortura di almeno 9.000 persone, fu oggetto di una viva polemica[1]. Insieme alla sua complementare, la legge dell'obbedienza dovuta, fu considerata nulla dal Congresso Nazionale nel 2003, e dichiarata incostituzionale dalla Corte suprema di giustizia il 14 giugno 2005, durante la presidenza di Néstor Kirchner.

  1. ^ Gesine Schwan, Elisa Renau, La idea de punto final. Memoria, olvido y democracia, Pasajes, No. 3 (Mayo / Agosto 2000), pp. 6-13.

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