Nino Oxilia

giornalista, scrittore e poeta italiano

«...io che son sperma e mani e occhi e creta
ma non son poeta,
son triste»

Angelo Oxilia, detto Nino (Torino, 13 novembre 1889Monte Tomba, 18 novembre 1917), è stato un giornalista, scrittore, poeta e regista italiano.

Nino Oxilia nel 1914

Biografia

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Angelo (Nino) Oxilia nasce in Via Garibaldi a Torino il 13 novembre 1889. La sua famiglia era di origine ligure, di Loano[1]. Iniziò la sua carriera come giornalista, lavorando per la Gazzetta di Torino e per il Momento. Fu scrittore e poeta crepuscolare, sceneggiatore e regista di film. Studente dell'Università degli Studi di Torino, fu esponente di spicco della vita goliardica[2] e culturale della città, entrando precocemente in contatto con i movimenti dei Crepuscolari e dei Futuristi.

Lo portò al successo la commedia Addio giovinezza! (1911), scritta in collaborazione con Sandro Camasio[3], dalla quale furono tratte ben quattro pellicole cinematografiche, la prima delle quali girata dallo stesso Camasio. Una precedente collaborazione di Oxilia e Camasio aveva dato alla luce la commedia La zingara (1909). Compose quindi la commedia La Donna e lo specchio, poi, con Sandro Camasio e Nino Berrini, la goliardica rivista teatrale Cose dell'altro mondo[4], di taglio arguto e satirico, anche questa di successo[5].

Fu autore di Il commiato - inno goliardico dei laureandi della facoltà di giurisprudenza dell'Università di Torino (1909). Questa celebre canzone, scritta in collaborazione con Giuseppe Blanc, costituisce l'antenato diretto di Giovinezza: venne appunto in seguito radicalmente riadattata e modificata, in successive versioni, dal regime fascista.

Secondo uno studio del 2013 l'inno, nella versione originale, era stato una risposta di Oxilia a una poesia di mezzo secolo prima del milanese Emilio Praga, poeta "maledetto" appartenente alla Scapigliatura; inoltre esso affonderebbe le radici più remote nell'esaltazione della giovinezza della Rivoluzione francese, rifacendosi a un simbolo contenuto nel celebre dipinto di Eugène Delacroix, La Libertà che guida il popolo, custodito al Louvre di Parigi.[6]

Nel 1909 pubblicò la raccolta poetica Canti brevi, per i tipi dell'editore Spezia di Torino; altre sue poesie, ritrovate manoscritte nello zaino di Oxilia dopo la morte, furono raccolte in un'opera postuma, Gli orti (1918), con prefazione dell'amico Renato Simoni.[7] Partito per il fronte durante la prima guerra mondiale, vi morì falciato da una granata sul Monte Tomba mentre partecipava alla difesa della linea del Monte Grappa. Con D.L.L. 12 giugno 1919 gli fu concessa postuma la medaglia d'argento al valor militare.

È sepolto nel Cimitero monumentale di Torino.

Nel 2014 la Cineteca di Bologna ha pubblicato in DVD la pellicola di Oxilia Sangue blu del 1914, con la diva Francesca Bertini; il DVD comprende anche un docufilm sulla vita e le opere di Nino Oxilia, a cura di Giovanni Lasi.[8]

 
Manifestino pubblicitario della proiezione del film L'Italia s'è desta! del 1916

Opere teatrali

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  • La zingara (1909), con Sandro Camasio
  • Addio giovinezza! (1911), con Sandro Camasio
  • Cose dell'altro mondo (1912), rivista teatrale scritta con Sandro Camasio e Nino Berrini
  • La Donna e lo specchio (1914)

Regie cinematografiche

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Il Focolare domestico (1914)
  • Canti brevi (1909), riedizione del 2014 a cura di Patrizia Deabate (Torino, Neos)
  • Orti (1918, pubblicato postumo)
  • Poesie (1973, pubblicato postumo)

Onorificenze

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«Comandante di sezione, sotto un violento bombardamento, sprezzante del pericolo, accorreva presso uno dei suoi pezzi rimasto interrato per il continuo scoppio delle granate, e, rimessolo in efficienza, riprendeva subito il tiro contro il nemico incalzante, finché, colpito a morte, cadeva gloriosamente sul campo accanto al suo cannone.»
— Monte Tomba, 18 novembre 1917

Riconoscimenti

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  • Con la delibera n. 385 del 18 novembre 1926 il comune di Novara gli ha intitolato una via nel quartiere Santa Rita, traversa di corso Risorgimento, precedentemente nota come strada Rotondi[9].
  1. ^ Baistrocchi e Oxilia, vite parallele di due goliardi, su ilgiornale.it, Il Giornale, 27 dicembre 2007. URL consultato il 12 marzo 2018.
  2. ^ Membro notissimo dell'A.T.U., associazione Torinese Universitaria (poi confluita nella Corda Fratres) e "cardinale" della Gaja Brigata sotto il Pontifex Maximus Goliardorum Leo Torrero, futuro avvocato di spicco del panorama torinese, che raccontò vividamente quegli anni nel libro Via Po. Le novelle della vecchia goliardia (Edizioni Il Verdone, Torino, 1943)
  3. ^ La commedia fu rappresentata per la prima volta al Teatro Manzoni di Milano il 27 marzo 1911 e la regia fu dello stesso Camasio
  4. ^ Nino Berrini (Cuneo, 1880Boves, Cuneo, 1962), fu giornalista e drammaturgo. La sua opera più nota è Il Beffardo, con la quale portò sulla scena la vita di Cecco Angiolieri.
  5. ^ Rappresentata per la prima volta al Teatro Chiarella di Torino l'8 marzo 1912
  6. ^ Patrizia Deabate, Le origini dell'Inno dei Laureandi. Il Commiato, in "Studi Piemontesi", giugno 2013, vol. XLII, fasc. 1
  7. ^ Entrambi i volumi sono stati riuniti in un'unica edizione nel 1973 (Poesie, Napoli, Guida), comprendente altre poesie inedite, a cura di Roberto Tessari.
  8. ^ http://cinestore.cinetecadibologna.it/bookshop/dettaglio/74
  9. ^ Denominazione Vie - Scheda via Oxilia, su Comune di Novara. URL consultato il 27 maggio 2023.

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Collegamenti esterni

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