Orvinio

comune italiano

Orvinio è un comune italiano di 394 abitanti della provincia di Rieti nel Lazio, che si erge su un colle attorno al suo imponente castello, appartenente ai marchesi Malvezzi Campeggi. È parte del club dei borghi più belli d'Italia.[4]

Orvinio
comune
Orvinio – Stemma
Orvinio – Bandiera
Orvinio – Veduta
Orvinio – Veduta
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Lazio
Provincia Rieti
Amministrazione
SindacoRoberta De Sanctis (lista civica) dal 10-6-2024
Territorio
Coordinate42°08′N 12°56′E
Altitudine840 m s.l.m.
Superficie24,69 km²
Abitanti394[1] (31-1-2022)
Densità15,96 ab./km²
FrazioniLocalità: Pratarelle, Vallebona
Comuni confinantiPercile (RM), Pozzaglia Sabina, Scandriglia, Vallinfreda (RM), Vivaro Romano (RM)
Altre informazioni
Cod. postale02035
Prefisso0765
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT057047
Cod. catastaleB595
TargaRI
Cl. sismicazona 2B (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona E, 2 894 GG[3]
Nome abitantiorviniesi
PatronoSan Nicola di Bari
Giorno festivoultima domenica di agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Orvinio
Orvinio
Orvinio – Mappa
Orvinio – Mappa
Posizione del comune di Orvinio nella provincia di Rieti
Sito istituzionale

Geografia fisica

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Territorio

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Situato a 840 metri s.l.m., sulle propaggini settentrionali dei monti Lucretili, è il più alto centro abitato del Parco dei Monti Lucretili.

Classificazione climatica: zona E, 2894 GR/G

L'origine dell'antica Orvinium è fatta risalire al periodo in cui il suo territorio fu occupato degli Aborigeni, ricordata dagli antichi storici romani per essere un centro di grande fama, dominato da un tempio dedicato alla dea Minerva.[5] [6] Secondo Dionigi di Alicarnasso sorgeva a circa 7 km di distanza da Mefula (Fara in Sabina, loc. Monte San Martino)[7]. Dalle parole di Dionigi si deduce che Orvinium fu il centro più importante degli Aborigeni in epoca protostorica, come confermato dai ritrovamenti archeologici.

L'antica città di Orvinium fu completamente distrutta prima dell'anno mille. Successivamente prese il nome di Canemortem, da cui "Canemorto", nome che conservò fino al 1863. Il borgo medievale, a cui si accede attraverso il grande arco, conserva ancora il suo antico fascino. Per molti secoli rimase sotto il dominio dei monaci benedettini di Santa Maria del Piano.

Nel XVI secolo divenne prima feudo della famiglia Orsini, poi della famiglia ducale dei Muti. Dopo il 1625 passò ai Borghese, che ne divennero duchi. Orvinio fece parte dello Stato Pontificio, fu sede di governo e residenza del governatore. Nel 1600 nacque a Orvinio il pittore Vincenzo Manenti (morto nel 1674).

Nel 1876 Orvinio dette i natali allo scrittore Virgilio Brocchi.

Simboli

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Lo stemma e il gonfalone del comune di Orvinio sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 4 febbraio 1993.[8]. Nello stemma è raffigurato, in campo azzurro, un castello d'argento, merlato alla guelfa, addestrato da un albero, posto sulla pianura di verde; il castello è sormontato da un cane d'argento, in posizione rampante, collarinato di rosso. Sono il castello Malvezzi-Campeggi con il caratteristico maschio cilindrico angolare e le mura merlate, ed uno dei cedri del Libano centenari presenti nel suo intorno. Il gonfalone è un drappo partito di bianco e di verde.

Monumenti e luoghi d'interesse

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Architetture religiose

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Chiesa di San Giacomo

Castello Malvezzi-Campeggi

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Castello Malvezzi-Campeggi

La principale attrazione di Orvinio è il suo castello. Oggi è noto come il castello Malvezzi-Campeggi ed è il risultato di varie modifiche, tra cui quelle volute dagli Orsini, che nel corso del Cinquecento decisero di ampliarlo. Il castello domina il paese dall'anno Mille. Ristrutturato nel XX secolo, restano elementi originali come il maschio cilindrico e le mura di cinta merlate, che mantengono l'imponente aspetto originario e circondano il centro storico. In esse si apre un portale monumentale con decorazioni a bugne, oltre il quale si trova un cortile ove si affaccia una costruzione con la torretta angolare. Le ampie sale superiori ospitano affreschi tardo cinquecenteschi, spesso concesse dagli attuali proprietari per ospitare varie cerimonie.

Santuario di Vallebona

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Il santuario di Vallebona è stato edificato intorno al 1643, col solo contributo di elemosine offerte spontaneamente dagli abitanti di Orvinio. È stato edificato nel vecchio borgo di Vallebona che venne, successivamente, abbandonato dagli abitanti che si trasferirono ad Orvinio. Secondo la leggenda, un giorno, un pastore era al lavoro nei pressi dell'attuale santuario e cercando di tagliare dei rami, colpì un'immagine della Vergine nascosta tra i rovi. La stessa immagine emise un grido e cominciò a sanguinare. A quel punto il pastore corse in paese e raccontò agli altri l'accaduto e insieme decisero di prelevare l'immagine e di ospitarla in una delle chiese di Orvinio. Il giorno successivo, però, si accorsero che l'immagine era sparita e fu ritrovata nel luogo del ritrovamento originale. Si decise quindi di non spostarla più e di costruire in quel punto l'attuale santuario che la ospita. Infatti sull'altare maggiore c'è ancora oggi l'antichissimo affresco della Vergine in atto di porgere il latte al Bambino. Del vecchio paese di Vallebona si conserva quasi tutto il perimetro di cinta e i resti di tre torri di difesa. Il santuario di Vallebona ha una pianta rettangolare e una sola navata con tetto a capriate lignee, con due altari alle pareti laterali. Nel 1727, inoltre, la Madonna di Vallebona fu dichiarata protettrice di Orvinio; infatti è venerata e festeggiata ogni anno con moltissima devozione;

  • Abbazia di Santa Maria del Piano in Sabina (resti).

Architetture militari

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  • Loc. Castello (resti).

Aree naturali

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Società

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Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[9]

Etnie e minoranze straniere

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Secondo i dati ISTAT[10] al 31 dicembre 2015 la popolazione straniera residente era di 45 persone (11,11%). Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:

Lingue e dialetti

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L'idioma ufficiale parlato è la lingua italiana. Il dialetto locale è il dialetto orviniese, un dialetto sabino che rientra nella cerchia dell'italiano centrale, o italiano mediano.

Il poeta e scrittore Natalino Forte (Orvinio 25/12/1926 - Roma 27/12/2011) ha scritto e pubblicato tre libri in cui cerca di far rivivere aneddoti, modi di dire e poesie interamente scritte o tradotte in dialetto orviniese.

  • Addó só natu (2005)
  • Trilussa in dialetto orviniese (2009)
  • L'Inferno dantesco. 15 Canti tradotti in dialetto orviniese (2011)

Amministrazione

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Nel 1923 passa dalla provincia di Perugia in Umbria, alla provincia di Roma nel Lazio, e nel 1927, a seguito del riordino delle circoscrizioni provinciali stabilito dal regio decreto n. 1 del 2 gennaio 1927, per volontà del governo fascista, quando venne istituita la provincia di Rieti, Orvinio passa a quella di Rieti.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
2004 2009 Rino Fusi lista civica Sindaco
2009 2014 Alfredo Simeoni lista civica Sindaco
2014 2019 Alfredo Simeoni lista civica Sindaco
2019 2024 Alfredo Simeoni lista civica Sindaco
2024 in carica Roberta De Sanctis lista civica Sindaco

Altre informazioni amministrative

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  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Orvinio, su I borghi più belli d'Italia. URL consultato il 28 settembre 2016.
  5. ^ Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane, I 9.3
  6. ^ Christian Mauri, La Sabina prima dei Sabini: gli Aborigeni e l’età del Bronzo. I santuari romani in opera poligonale, Aracne editrice 2018, pp. 42-45
  7. ^ Dionigi di Alicarnasso, Storia di Roma arcaica (Le antichità romane), I, 14: “Orvinio, quaranta stadi (7,3 km) da Mefula, città illustre e grande quant’altra mai in questa regione. Si possono ancora vedere le fondamenta delle mura, alcune tombe di stile molto arcaico e i recinti con più sepolture che si estendono su tumuli molto alti. Vi si trova anche un antico tempio di Minerva (Atena), edificato sulla sommità”
  8. ^ Orvinio, decreto 1993-02-04 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato.
  9. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  10. ^ Statistiche demografiche ISTAT, su demo.istat.it. URL consultato il 18 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2016).

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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