Partito Autonomista

partito per l'autonomia dalmata all'interno dell'Impero Austroungarico

Il Partito Autonomista fu il partito dominante la scena politica dalmata fino agli anni '70 del XIX secolo, costituito da quel gruppo di politici locali che intendeva mantenere l'autonomia del Regno di Dalmazia all'interno dell'Impero austro-ungarico, rifiutandone l'unificazione col Regno di Croazia e Slavonia. Alla fine del secolo, anche nella città quarnerina di Fiume sorse un Partito Autonomista.

Partito Autonomista
StatoAustria-Ungheria (bandiera) Austria-Ungheria
SedeZara
Fondazione1861
Dissoluzione1919
IdeologiaAutonomismo, poi irredentismo

Gli autonomisti dalmati

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Tradizionalmente legato all'idea di nazione dalmata propugnata da Nicolò Tommaseo nella prima metà del secolo e considerata come punto d'incontro del mondo latino col mondo slavo, inizialmente il partito autonomista attirò le simpatie anche di una parte degli slavo-dalmati, pur mantenendo un'indiscussa apertura verso il mondo culturale italiano.

La nascita del Partito del Popolo detto anche Partito Popolare croato (Narodna stranka - si può anche tradurre con Partito Nazionale), che richiedeva l'unione fra Dalmazia e Croazia, negava l'esistenza stessa di una componente italiana in Dalmazia e invocava l'eliminazione dell'uso dell'italiano nella vita pubblica e la croatizzazione delle scuole, spinse sempre più gli autonomisti ad identificare sé stessi come italiani, fino ad approdare all'irredentismo.

Gli autonomisti - che fino al 1870 governavano quasi tutte le località più importanti della costa e delle isole dalmate ed avevano la maggioranza nella Dieta della Dalmazia - con le modificazioni delle leggi elettorali in senso più democratico videro sempre più erodersi il proprio potere: allo scoppio della prima guerra mondiale solo il comune di Zara era rimasto ancora governato da un autonomista.

 
Alcuni dei capi del Partito Autonomista (1900 ca.). Da sinistra in piedi: Stefano Smerchinich, Luigi Ziliotto, Giovanni Lubin, Roberto Ghiglianovich. Seduti: il conte Marino Bonda, Nicolò Trigari, Ercolano Salvi

Fra i principali esponenti del partito, vanno ricordati (in ordine alfabetico):

Gli autonomisti fiumani

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Uno sviluppo politico analogo, ma indipendente, si verificò a Fiume, ove Michele Maylender, reclamando una maggiore autonomia dal governo centrale ungherese di Dezső Bánffy, fondò nel 1896 un partito autonomista locale, denominato Associazione Autonoma o Partito Autonomo Fiumano. Pur senza riferirsi esplicitamente all'esperienza dalmata, gli autonomisti fiumani (che leggevano ampiamente gli scritti di Tommaseo e Bajamonti) ebbero obiettivi molto simili a quelli degli autonomisti dalmati: difesa della tradizionale autonomia della città e opposizione all'incorporazione diretta di Fiume nel Regno di Croazia e Slavonia. Come a Zara, il Partito Autonomo ebbe posizioni di potere fino allo scoppio della prima guerra mondiale e poi nella breve esperienza dello Stato Libero di Fiume. Entrambe le città - pur se reclamate al tavolo della pace dal neonato Regno dei Serbi, Croati e Sloveni - vennero in seguito assegnate al Regno d'Italia. Tra i principali esponenti degli autonomisti fiumani si ricordano Riccardo Zanella, Mario Blasich, Giuseppe Sincich e Nevio Skull.

Bibliografia

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  • R. de' Vidovich, Albo d'Oro delle Famiglie Nobili Patrizie e Illustri nel Regno di Dalmazia, Fondazione Scientifico Culturale Rustia Traine, Trieste 2004
  • L. Monzali, Italiani di Dalmazia. Dal Risorgimento alla Grande Guerra, Le Lettere, Firenze 2004
  • L. Monzali, Italiani di Dalmazia. 1914-1924, Le Lettere, Firenze 2007

Voci correlate

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