Pietre da costruzione nella Roma antica
Nelle tecniche edilizie di epoca romana, in particolare nell'opera quadrata, si adoperarono diverse pietre da costruzione per i blocchi della muratura, che sono di seguito elencate.
- Tufo del Palatino: tufo granulare grigio, con inclusi bianchi di analcime, fu utilizzato in blocchi non molto grandi soprattutto in epoca arcaica
- Tufo di Fidene: caratterizzato da inclusioni di scorie nere, proviene da cave nel territorio di Fidene e fu utilizzato probabilmente a Roma a partire dal 426 a.C., data della conquista della città.
- Tufo di Grotta Oscura: tufo semilitoide poroso, giallastro, proviene da cave nel territorio di Veio e fu utilizzato a Roma a partire dal 396 a.C., data della conquista della città.
- Tufo di Monteverde: tufo litoide marrone chiaro, con inclusione di scorie, proviene da cave ai piedi del Gianicolo e fu utilizzato soprattutto a partire dalla metà del II secolo a.C.
- Tufo dell'Aniene: tufo litoide di colore rossastro, proviene da cave situate lungo il corso dell'Aniene (località di Tor Cervara) e fu utilizzato soprattutto a partire dalla seconda metà del II secolo a.C., in particolare a causa della facilità di trasporto lungo il fiume.
- Peperino (lapis albanus): tufo litoide grigiastro, proviene dalle cave nei Colli Albani, presso Marino, tuttora attive, e fu utilizzato soprattutto a partire dalla metà del II secolo a.C.
- Pietra gabina o pietra sperone (lapis gabinus): tufo litoide con numerose scorie, simile al peperino, proviene da cave nel territorio dell'antica Gabii (lungo la via Prenestina) ma anche dal Tuscolo; fu utilizzata soprattutto a partire dal II secolo a.C.[1]
- Travertino (lapis tiburtinus): pietra calcarea sedimentaria, proviene dalle cave, tuttora attive, presso Tivoli (Tibur) e fu utilizzata estensivamente a partire dalla fine del II secolo a.C.
- Marmo: vari tipi di marmo bianco furono utilizzati anche per i blocchi della muratura in edifici di particolare prestigio (oltre che per sculture, ordini architettonici e lastre di rivestimento), soprattutto in epoca imperiale. Le varietà impiegate per i blocchi di muratura sono in particolare:
- marmo lunense: marmo bianco a cristalli piccoli, proveniente dalle cave dell'antica città di Luni (oggi conosciuto come "marmo di Carrara"), utilizzato a partire dalla metà del I secolo a.C.;
- marmo proconnesio: marmo bianco-azzurrastro a cristalli grandi, proveniente dalle cave dell'isola di Proconneso, nel mar di Marmara), utilizzato in modo massiccio a partire dalla metà del II secolo d.C.;
- marmo pentelico: marmo bianco tendente al giallastro a cristalli piccoli e con inclusioni micacee, proveniente dalle cave del monte Pentelos, presso Atene: era il marmo utilizzato nella costruzione del Partenone e fu saltuariamente impiegato in epoca imperiale anche per blocchi di muratura, ma spesso in varietà di non grande qualità.
- Vari tipi di marmi colorati furono utilizzati a partire dal II e I secolo a.C. per fusti di colonne e per rivestimenti parietali e pavimentali.
Note
modifica- ^ Si legge in Faustino Corsi, Trattato delle pietre antiche, 1833, che «Tacito (217) per dimostrare come sia utile e come dura dice che il sasso gabino è impenetrabile dal fuoco, e che gli edificj formati con esso senza bisogno di travi pure sono saldissimi. Di pietra gabina sono il fornice della cloaca massima verso il Tevere, il tabulario del Campidoglio. Della solidità osservata da Tacito sono testimonj gli avanzi di alcune parti del foro di Nerva fra quali è il così detto arco de Pantani»
Bibliografia
modifica- G. Lugli, La tecnica edilizia romana, Roma, Bardi, 1957.