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WikiProgetto Donne in archeologia
Donne archeologhe in Italia
modificaLa principessa Marianna Candidi Dionigi (1756-1826), sembra essere la pioniera assoluta. Studiosa delle antichità romane nel Lazio, fu la prima donna a scrivere un testo che conteneva cenni di archeologia, il Viaggio in alcune città del Lazio che diconsi fondate dal re Saturno (Roma 1812), associate a vedute dipinte da lei stessa.
È passato poi più di un secolo da quando l’americana Harriet Boyd-Hawes, studentessa alla American School of Archaeology di Atene, ha scoperto e diretto il sito minoico di Gournia nell’isola di Creta, durante una campagna di scavi iniziati nel 1900/1901. Le donne italiane sono arrivate sul campo parecchio più tardi.
Nella prima metà del Novecento si forma lentamente un gruppo di donne nate nell'ambiente culturale del secolo precedente (donne nate alla fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento) che si espande poi in diverse branche dell’antichistica. Non sono molte, ma la loro presenza guadagna in qualità, raggiungendo in tempo una dignità scientifica pari a quella dei colleghi uomini – anche se non per tutte il riconoscimento avviene facilmente.
Da allora, molte donne lavorano come archeologhe, dirigendo scavi archeologici, sia in Italia che in varie parti del mondo. Molti corsi di discipline archeologiche nelle università italiane sono tenuti da donne.
Lo scopo del progetto di creare o di migliorare le voci su donne archeologhe, con una particolare attenzione verso quelle che lavorano in Italia.