The Lamb Lies Down on Broadway
The Lamb Lies Down on Broadway è il sesto album in studio del gruppo musicale britannico Genesis, pubblicato il 22 novembre 1974 dalla Charisma Records.[7][8]
The Lamb Lies Down on Broadway album in studio | |
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Artista | Genesis |
Pubblicazione | 22 novembre 1974 |
Durata | 94:22 |
Dischi | 2 |
Tracce | 23 |
Genere[1] | Rock progressivo Art rock |
Etichetta | Charisma Atlantic |
Produttore | John Burns, Genesis |
Registrazione | agosto–ottobre 1974, Glaspant Manor, Capel Iwan, Carmarthenshire (Regno Unito) |
Formati | LP, MC, CD, download digitale, streaming |
Certificazioni | |
Dischi d'oro | Canada[2] (vendite: 50 000+) Francia[3] (vendite: 100 000+) Regno Unito[4] (vendite: 100 000+) Stati Uniti[5] (vendite: 500 000+) |
Genesis - cronologia | |
Singoli | |
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Recensione | Giudizio |
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AllMusic[1] | |
Ondarock[6] | Pietra miliare |
Si tratta del primo album doppio del gruppo, nonché unica opera rock da loro realizzata. È anche l'ultimo lavoro della band con Peter Gabriel alla voce.
Composizione e registrazione
modificaI Genesis composero e arrangiarono gran parte dell'album nel luglio del 1974 presso la Headley Grange, una villa nell'East Hampshire già nota per aver ospitato le registrazioni di due album dei Led Zeppelin.[9] L'album fu poi registrato in Galles, presso il Glaspant Manor a Capel Iwan, nel Carmarthenshire, tra agosto e ottobre del 1974, utilizzando uno studio mobile.[9]
Durante i missaggi, che si svolsero agli Island Studios di Londra, il gruppo chiese a Brian Eno che stava lavorando al piano di sopra di filtrare alcune tracce di voce e di chitarra attraverso un sintetizzatore EMS VCS3; in cambio del favore, Phil Collins suonò gratuitamente la batteria sul brano Mother Whale Eyeless del secondo album di Eno Taking Tiger Mountain (by Strategy).[9] Il contributo di Eno fu accreditato in copertina con il termine Enossification.[10]
Brani
modificaI diversi brani che compongono l'intero album sono finalizzati a descrivere un racconto ideato e scritto da Peter Gabriel e riportato per intero all'interno della copertina. Gabriel è anche autore di tutti i testi delle canzoni[11] tranne uno: The Light Dies Down on Broadway, scritto invece da Mike Rutherford e Tony Banks.[11]
Il protagonista del racconto è Rael il cui nome deriva dal cognome "Gabriel", oltre a essere l'anagramma di real («reale»).[12] È lo stesso Gabriel, nel prologo al racconto, a suggerire a modo suo ai lettori che sta usando il personaggio come proprio alter ego[13] dietro cui rifugiarsi «[...] se la storia non sta in piedi».[14][15]
Il racconto incomincia a New York nel 1974. Rael, giovane portoricano fuoriuscito dal riformatorio di Pontiac, sbuca da un sottopassaggio pedonale di Manhattan sul cui muro ha appena lasciato la propria tag con la vernice spray, forse l'unico modo che conosce di affermare e fissare nel tempo la propria personalità.[12] Attraversando Broadway, il protagonista si imbatte dapprima in un agnello sdraiato fra i vapori dei riscaldamenti sotterranei, quindi in una densa nebbia che, solidificandosi come un muro di fronte a lui, gli si avvicina fino a travolgerlo: da quel momento, Rael è trasportato in un'altra dimensione spazio-temporale, quasi interamente ambientata sottoterra, nella quale affronterà una serie di avventure e di incontri con i più vari personaggi, che vanno dal mitologico (Lilith, le lamie) al grottesco (gli slippermen), oltre a imbattersi ripetutamente nel fratello John. Proprio per salvare la vita di John, al culmine della storia Rael rinuncerà a tornare nella sua Manhattan, magicamente riapparsa oltre una finestra nella roccia, per gettarsi fra le rapide di un fiume. Subito dopo il salvataggio tuttavia Rael si accorge sgomento che John ha assunto le sue stesse sembianze, rivelandosi di fatto una proiezione del suo io;[13] immediatamente dopo i "due Rael" scompaiono in una misteriosa foschia purpurea assieme a tutta la scena e alla storia stessa.
Come Gabriel ha affermato in ripetute interviste,[16] il racconto non è che un artificio per dar forma a temi che riguardano la sua interiorità, come il rapporto col sesso (Counting Out Time, The Lamia, The Colony of Slippermen), con la paura (In the Cage) o con la morte (Anyway, Here Comes the Supernatural Anaesthetist), il tutto non senza ironia: nel brano conclusivo it, sorta di "morale della favola" il cui testo gioca interamente sull'uso impersonale del pronome neutro inglese, l'autore sembra mettere in guardia l'ascoltatore da interpretazioni troppo serie di tutta la storia: «se pensi [che ciò] sia pretenzioso, sei stato preso in giro» e chiude l'intera opera ripetendo il verso: it's only knock and know-all, but I like it, che storpia il titolo di un celebre brano dei Rolling Stones, It's Only Rock 'n Roll (But I Like It), sostituendo rock and roll con knock and know-all (traducibile pressappoco: «criticare e [fare il] saccente su tutto»).
Coincidenza curiosa fra la trama e la storia dei Genesis, nel brano The Colony of Slippermen l'unico verso dell'intero album in cui l'alter ego di Rael/Gabriel, il fratello John, parla in prima persona (now can't you see / when the raven flies it's jeopardy...) è cantato da Phil Collins, che nel 1976 avrebbe sostituito Gabriel come frontman del gruppo.[17]
Pubblicazione e promozione
modificaLa band aveva originariamente pensato di distribuire il nuovo lavoro in due singoli album pubblicati separatamente con sei mesi di distanza.[18] Gabriel riteneva che questa idea fosse più adatta, poiché gli avrebbe dato più tempo per poter lavorare sui testi.[18] Tuttavia The Lamb Lies Down on Broadway venne alla fine pubblicato come doppio album il 22 novembre 1974, in coincidenza con l'inizio del tour. Dall'album furono estratti due singoli: Counting Out Time e The Carpet Crawlers.[12]
L'album fu eseguito dal vivo per 102 volte, nel corso di una tournée mondiale iniziata il 20 novembre 1974 a Chicago e terminata il 22 maggio 1975 a Besançon, Francia.[19] Il tour aveva un impianto scenico piuttosto complesso per l'epoca: su tre schermi posti dietro al gruppo erano proiettate in sincrono con la musica 1 450 diapositive, contenute in 18 cassette, tramite otto proiettori;[20]
Lo spettacolo si divideva in due parti: nella prima Peter Gabriel si presentava come Rael, nella seconda cominciava ad assumere le stravaganti sembianze dei personaggi di cui cantava (come The Lamia e lo Slipperman).[6][21] In chiusura, prima del brano it, veniva utilizzato un manichino-clone di Gabriel il cui volto era un calco dal vivo del viso del cantante, per creare l'illusione che vi fossero due Gabriel ai due lati opposti del palcoscenico.[6]
Accoglienza
modificaA causa della sua maggiore complessità, l'album ricevette inizialmente un riscontro di critica e pubblico più freddo rispetto al precedente Selling England by the Pound. Il successo delle rappresentazioni live che accompagnarono il disco durante il tour, in cui la teatralità ed i travestimenti di Gabriel toccarono l'apice della propria fama, misero in ombra il resto del gruppo.[6] Ciò accentuò i malumori all'interno dei Genesis, portando all'inevitabile uscita di Gabriel dal gruppo, già preannunciata ai compagni al termine delle registrazioni dell'album.[16] In anni seguenti si parlò di un film ispirato all'album con Gabriel protagonista (se ne interessò fra gli altri il regista surrealista cileno Alejandro Jodorowsky), ma il progetto non fu mai realizzato.[16]
Nella sua recensione retrospettiva per AllMusic, Stephen Thomas Erlewine ha descritto la musica dell'album «un duro e fantasioso lavoro che mette in risalto la formazione originale dei Genesis al proprio culmine [...] e non c'è da meravigliarsi che Peter Gabriel abbia dovuto lasciare la band dopo questo disco: avevano raggiunto il massimo di quello che potevano fare insieme, ed era impossibile replicare il risultato di questo straordinario album.»[1] Il portale Ondarock lo ha invece definito «il lavoro di un gruppo ormai da tempo completamente maturo che con esso pose una tappa fondamentale in quel particolare genere trasversale che è l'opera rock, una pietra miliare soprattutto per quanto riguarda le rappresentazioni live di questo tipo da parte di quella che probabilmente era l’unica band che all'epoca poteva permetterselo, grazie al particolare modo di proporsi in scena.»[6] Nel giugno del 2015 la rivista Rolling Stone ha collocato l'album alla nona posizione dei 50 migliori album progressive di tutti i tempi.[22]
Tracce
modificaTesti di Peter Gabriel eccetto dove indicato, musiche dei Genesis.
- Disco 1
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- Lato A
- The Lamb Lies Down on Broadway – 4:50
- Fly on a Windshield – 2:44
- Broadway Melody of 1974 – 2:13
- Cuckoo Cocoon – 2:12
- In the Cage – 8:13
- The Grand Parade of Lifeless Packaging – 2:45
- Lato B
- Back in N.Y.C. – 5:43
- Hairless Heart (strumentale) – 2:13
- Counting Out Time – 3:40
- The Carpet Crawlers – 5:15
- The Chamber of 32 Doors – 5:41
- Disco 2
-
- Lato C
- Lilywhite Lilith – 2:42
- The Waiting Room (strumentale) – 5:25
- Anyway – 3:08
- Here Comes the Supernatural Anaesthetist – 3:00
- The Lamia – 6:56
- Silent Sorrow in Empty Boats (strumentale) – 3:07
- Lato D
- The Colony of Slippermen (The Arrival / A Visit to the Doktor / The Raven) – 8:14
- Ravine (strumentale) – 2:04
- The Light Dies Down on Broadway – 3:33 (testo: Tony Banks, Mike Rutherford)
- Riding the Scree – 3:56
- In the Rapids – 2:24
- It – 4:17
Formazione
modifica- Gruppo
- Peter Gabriel – voce, flauto
- Steve Hackett – chitarra
- Mike Rutherford – basso, chitarra a 12 corde
- Tony Banks – tastiera
- Phil Collins – batteria, percussioni, vibrafono, seconda voce in The Colony of Slippermen
- Altri musicisti
Classifiche
modificaClassifica (1974/75) | Posizione massima |
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Canada[24] | 15 |
Italia[25] | 14 |
Nuova Zelanda[26] | 34 |
Regno Unito[27] | 10 |
Stati Uniti[28] | 41 |
Note
modifica- ^ a b c (EN) Stephen Thomas Erlewine, The Lamb Lies Down on Broadway, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 14 marzo 2015.
- ^ (EN) The Lamb Lies Down on Broadway – Gold/Platinum, su Music Canada. URL consultato il 13 maggio 2015.
- ^ (FR) Les Certifications depuis 1973, su InfoDisc. URL consultato il 13 maggio 2015. Selezionare "GENESIS" e premere "OK".
- ^ (EN) The Lamb Lies Down on Broadway, su British Phonographic Industry. URL consultato il 13 maggio 2015.
- ^ (EN) Genesis - The Lamb Lies Down on Broadway – Gold & Platinum, su Recording Industry Association of America. URL consultato il 13 maggio 2015.
- ^ a b c d e Genesis - The Lamb Lies Down on Broadway, su Ondarock. URL consultato il 23 marzo 2018.
- ^ (EN) Mic Smith, Get 'Em Out By Friday. Genesis: The Official Release Dates 1968-78 (PDF), su genesis-movement.org, maggio 2017, pp. 57-61. URL consultato il 28 settembre 2023.
- ^ (EN) The Lamb Lies Down on Broadway, su Peter Gabriel, 20 novembre 2024. URL consultato il 20 novembre 2024.
- ^ a b c Genesis 1970-1975 CD/DVD (Virgin, 2008) - Interviste ai Genesis.
- ^ Note di copertina dell'album The Lamb Lies Down on Broadway.
- ^ a b Mario Giammetti, Musical Box - Le canzoni dei Genesis dalla A alla Z, Arcana, Roma 2010, ISBN 978-88-6231-126-7
- ^ a b c Mario Giammetti, Genesis - il fiume del costante cambiamento, Roma, Editori Riuniti, 2004, ISBN 88-359-5507-6.
- ^ a b Peter Gabriel - The Lamb Lies Down on Broadway (1974) racconto riportato nella copertina dell'album.
- ^ Cesare Rizzi, Progressive & Underground, Giunti, 2003, pp. 42.
- ^ Massimo Cotto, We Will Rock You: Segreti e bugie - 709 canzoni come non le avete mai sentite, Bur, 2009, pp. [1].
- ^ a b c Armando Gallo, Genesis - I Know What I Like, D.I.Y. Books, 1979, ISBN 978-0-9604036-0-8
- ^ Giammetti, Mario., Musical box : le canzoni dei Genesis dalla A alla Z, Arcana, 2010, p. 342, ISBN 978-88-6231-126-7, OCLC 955658810. URL consultato il 10 febbraio 2020.
- ^ a b (EN) Kevin Holm-Hudson, Genesis and The Lamb Lies Down on Broadway, Ashgate Publishing, Ltd., 2008, ISBN 978-0-754-66139-9.
- ^ (EN) Tony Banks, Phil Collins, Peter Gabriel, Steve Hackett, Mike Rutherford, Genesis. Chapter and Verse, a cura di Philipp Dodd, Weidenfeld and Nicholson, 2007, ISBN 978-0-297-84434-1.
- ^ (EN) Dave Bowler e Bryan Dray, Genesis - A Biography, Sidgwick & Jackson, 1992, ISBN 978-0-283-06132-5.
- ^ (EN) Robin Platts, Genesis: Inside & Out (1967-2000), Collector's Guide Publishing, 2001, ISBN 978-1-896-52271-5.
- ^ (EN) Jon Dolan, Dan Epstein, Reed Fischer, Richard Gehr, Brandon Geist, Kory Grow, Will Hermes, Ryan Reed e Jon Weiderhorn, 50 Greatest Prog Rock Albums of All Time, su rollingstone.com, Rolling Stone, 17 giugno 2015. URL consultato il 12 ottobre 2015.
- ^ Greg Stone, Intervista a Tony Banks dell'aprile 1978, su YouTube.
- ^ (EN) Top Albums/CDs - Volume 22, No. 25 - Feb 15, 1975, su bac-lac.gc.ca, Library and Archives Canada. URL consultato il 4 marzo 2017.
- ^ Gli album più venduti del 1975, su hitparadeitalia.it, Hit Parade Italia. URL consultato il 4 marzo 2017.
- ^ (EN) Genesis - The Lamb Lies Down on Broadway, su charts.org.nz. URL consultato il 4 marzo 2017.
- ^ (EN) Official Albums Chart Top 50: 01 December 1974 - 07 December 1974, su officialcharts.com, Official Charts Company. URL consultato il 4 marzo 2017.
- ^ (EN) Genesis – Chart history, su Billboard, Penske Media Corporation. URL consultato il 4 marzo 2017. Cliccare sulla freccia all'interno della casella nera per visualizzare la classifica desiderata.
Bibliografia
modifica- Armando Gallo, Genesis - I Know What I Like, D.I.Y. Books, 1979, ISBN 978-0-9604036-0-8
- Philip Dodd (a cura di) e Genesis - Genesis - Revelations, De Agostini, 18/10/2007, ISBN 88-418-4164-8
- Mario Giammetti, Musical Box - Le canzoni dei Genesis dalla A alla Z, Arcana, Roma 2010, ISBN 978-88-6231-126-7
- Mario Giammetti, Genesis - il fiume del costante cambiamento, Editori Riuniti, Roma 2004, ISBN 88-359-5507-6
- Mario Giammetti, Genesis - Gli anni Prog, Firenze, Giunti, 2013, ISBN 978-88-09-77337-0
Collegamenti esterni
modifica- (EN) Stephen Thomas Erlewine, The Lamb Lies Down on Broadway, su AllMusic, All Media Network.
- (EN) The Lamb Lies Down on Broadway, su Discogs, Zink Media.
- (EN) The Lamb Lies Down on Broadway, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.