Vojtech Tuka

Nato nel 1880 a Štiavnické Bane, fino al 1921 professore di diritto e poi espulso dall'insegnamento nelle scuole cecoslovacche. Nello stesso periodo entrò a far parte del Partito Popolare Slovacco rimanendo però, pare, al soldo dei servizi segreti ungheresi. Dal 1922 al 1929 fu capo redattore del giornale di partito "Slovák", fino a quando nel 1928 un suo articolo contro la "dichiarazione di Martin", contrario allo Stato cecoslovacco, gli costò una condanna a 15 anni di reclusione. In seguito a tale fatto per solidarietà il Partito Popolare uscì dal Governo. Parte della pena gli venne condonata in modo che nel 1938 potè tornare in libertà e a fare politica.

Divenne ideologo dell'ala destra radicale e filo-nazista del partito. In colloqui segreti con Hitler riuscì a proporsi quale fedele esecutore della politica dei tedeschi in Slovacchia. Dal marzo all'ottobre 1939 fu ministro senza portafoglio, poi nell'ottobre 1939 fu nominato Presidente del Governo e nel luglio del 1940 anche ministro degli Esteri, per volere di Hitler. Ambì a sostituire Jozef Tiso nel ruolo di Presidente della repubblica ma non riuscì mai a prenderne il posto, né ad avere influenza nel partito o simpatie tra la popolazione. La sua posizione era dovuta unicamente al sostegno della Germania nazista. Fedele alle direttive provenienti da Berlino fece il possibile per introdurre in Slovacchia un regime nazista che fosse la copia di quello tedesco.

Sua è la responsabilità maggiore per la deportazione degli ebrei slovacchi e la dichiarazione di guerra all'Unione sovietica e agli Stati Uniti d'America. Nel settembre 1944 diede le dimissioni, nel 1945 emigrò ma venne subito arrestato dall'esercito Alleato, che lo deportò in Cecoslovacchia, dove venne condannato a morte nel 1946.

Bibliografia

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Anton Manfred, Proces s Vojtechom Tukom zo spravodajstva nemeckého konzulátu v Bratislave [Il processo a Vojtech Tuka con le notizie del consolato tedesco a Bratislava], "Historický časopis" XL, 1992, pp. 609-624.714-730