Manuale Dissesti
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MANUALE
PER I DISSESTI
STATICI:
CEDIMENTI
E SOLUZIONI
TECNICHE
www.novatek.it
Emanuele Massacci
MANUALE
PER I DISSESTI
STATICI:
CEDIMENTI
E SOLUZIONI
TECNICHE
Via dellArtigianato 11 - 37021 BOSCO CHIESANUOVA (VR)
Tel. 045 67 80 224 - Fax 045 67 82 021
[email protected] www.novatek.it
3
Emanuele Massacci
Con affetto ringrazio Roberto Rocchetti, Giuseppe Fornaroli e Renato Canteri che, con la loro profonda
esperienza e le loro preziose informazioni, hanno contribuito alla realizzazione di questo manuale.
Tutti i diritti sono riservati. vietata la riproduzione totale o parziale al di fuori dei termini di legge.
INTRODUZIONE
La nostra azienda avanza ogni giorno nella ricerca nel settore del consolidamento di fondazioni e pavimenti
mantenendo come linea guida lo studio e lo sviluppo di tecnologie a bassa invasivit.
Abbiamo realizzato migliaia dinterventi sia in Italia che allestero, tanto per privati cittadini quanto per Enti
Pubblici, Comuni, Province, Regioni, Aeroporti, Fondazioni, Amministrazioni Ecclesiastiche, Soprintendenze ai
Beni Culturali, Societ Autostrade e Rete Ferroviaria. Le pi importanti realt nazionali si sono servite della nostra
professionalit e dei nostri servizi.
Abbiamo puntato sullinnovazione per offrire soluzioni innovative e sistemi allavanguardia, per garantire un
servizio sempre pi efficiente e fare della tecnologia la nostra migliore alleata.
Oggi Novatek lunica ditta di questo mercato che dispone di molteplici soluzioni specifiche con metodi
diversi per affrontare nel modo pi appropriato i problemi di cedimento di fondazioni dovuti al degrado delle
caratteristiche geotecniche dei terreni.
Il presente lavoro si propone come opera divulgativa per dare un contributo sia alla conoscenza dei dissesti
statici, in particolare dei cedimenti, che alle rispettive soluzioni tecniche specifiche.
Il mio auspicio che questopera possa rappresentare uno strumento dincontro fra una struttura come la nostra
azienda, vocata alla ricerca e alla risoluzione delle problematiche inerenti il consolidamento delle fondazioni, e chi
chiamato in prima istanza a risolverle, al fine di poter indirizzare insieme la nostra azione, nellinteresse di chi
usufruir dei beni su cui interverremo.
Esprimo il mio pi sentito ringraziamento al Dott. Geol. Emanuele Massacci per l'impegno profuso nella stesura
di questo manuale che mi auguro possa essere di utilit per tutti i tecnici di settore.
Renato Canteri
Amministratore di Novatek Srl
sommario
1. ELEMENTI DI GEOTECNICA...................................................................................................................................... 10
FORZE E SFORZI................................................................................................................................................................................................... 10
CERCHIO DI MOHR................................................................................................................................................................................................ 10
DEFORMAZIONE.................................................................................................................................................................................................... 10
RESISTENZA A ROTTURA DELLE ROCCE SCIOLTE................................................................................................................................................. 11
CENNI SULLE PROPRIET REOLOGICHE DEI MATERIALI........................................................................................................................................ 11
MODELLI TEORICI SEMPLICI................................................................................................................................................................................. 11
2. CEDIMENTI............................................................................................................................................................. 12
CALCOLO DEI CEDIMENTI..................................................................................................................................................................................... 12
CEDIMENTI AMMISSIBILI...................................................................................................................................................................................... 13
3. LESIONI.................................................................................................................................................................. 14
DEFORMAZIONI E FESSURAZIONI......................................................................................................................................................................... 14
ORIGINE DELLA ROTTURA..................................................................................................................................................................................... 14
MODALIT OPERATIVE.......................................................................................................................................................................................... 14
8. SCHEDA SOPRALLUOGO.......................................................................................................................................... 32
FORMA IN PIANTA ED IN ELEVAZIONE................................................................................................................................................................... 32
TIPOLOGIE EDILIZIE.............................................................................................................................................................................................. 32
FONDAZIONI.......................................................................................................................................................................................................... 33
VOLUMI SIGNIFICATIVI DA INDAGARE PER VARI TIPI DI OPERE............................................................................................................................. 34
TENSIONI AMMISSIBILI SUI TERRENI PER FONDAZIONI SUPERFICIALI................................................................................................................. 34
PROBABILI FONDAZIONI DIRETTE PRESENTI........................................................................................................................................................ 34
TIPOLOGIE COSTRUTTIVE VERTICALI.................................................................................................................................................................... 34
TIPOLOGIE COSTRUTTIVE DELLE MURATURE PORTANTI NON ARMATE................................................................................................................. 35
MALTE................................................................................................................................................................................................................... 36
PAVIMENTI............................................................................................................................................................................................................ 36
PARTIZIONI INTERNE FISSE.................................................................................................................................................................................. 36
TIPOLOGIE COSTRUTTIVE DEGLI ELEMENTI MURARI............................................................................................................................................ 36
TIPOLOGIE COSTRUTTIVE ORIZZONTALI................................................................................................................................................................ 36
COPERTURE.......................................................................................................................................................................................................... 39
1. ELEMENTI DI GEOTECNICA
FORZE E SFORZI
La forza una grandezza vettoriale che si esplica con la
variazione dello stato di moto di un corpo o con la sua
deformazione.
Le forze che agiscono su un elemento solido possono
essere di due tipi: le forze di massa (o di volume) e forze di
superficie. Le forze di massa (come ad esempio la gravit)
agiscono su ogni punto del corpo e dipendono dalla quantit
di materiale o dal volume del corpo. Le forze di superficie
agiscono attraverso superfici di contatto tra due corpi o tra
superfici virtuali allinterno di uno stesso corpo.
Applicando le forze ad un punto di un corpo si hanno:
1. forze di compressione (+), che tendono a ravvicinare dei
punti;
2. forze di trazione (-), che tendono invece ad allontanare
dei punti.
Per quanto riguarda invece la distribuzione di una forza
allinterno di un sistema si ha che:
3. la forza pu essere distribuita in maniera isotropa =
uguale intensit in tutte le direzioni.
4. la forza pu essere distribuita in maniera uniforme =
uguale intensit in tutti i punti di un piano.
Se la distribuzione uniforme si pu parlare di pressione
perch una forza uniformemente distribuita in un piano
esercita una pressione che il rapporto tra forza e superficie:
P = F/Superficie unitaria.
Se invece la distribuzione non uniforme, allora dovremmo
usare il termine Sforzo () che la forza infinitesima che si
esercita su di unarea infinitesima di quel sistema:
, si esprime come una pressione,
in Kg / cm2 o N / m2 o Pa
La forza come: Kg m / s2 = N
Le forze o gli sforzi sono grandezze vettoriali.
Il termine Sforzo sinonimo di: Sollecitazione, Stess e
Tensione; anche se per alcuni autori il termine Tensione
richiama pi un significato di trazione.
La Forza in un piano inclinato si pu scomporre in due
componenti:
1. una ortogonale al piano _ _ detta o n = sforzo
normale
2. una parallela al piano
I detta = sforzo di taglio o
tangenziale
DEFORMAZIONE
Si definisce deformazione o strain () il cambiamento
di dimensioni e/o di forma di un corpo come risultato
dellazione di un campo di stress.
Le deformazioni possono essere omogenee (o anche dette
uniformi) e disomogenee (non uniformi).
Nelle deformazioni omogenee le superfici piane rimangono
piane.Nelle deformazioni disomogenee le superfici piane
divengono curve.
CERCHIO DI MOHR
Il cerchio di Mohr una rappresentazione grafica dello stato
di sforzo cui soggetto un corpo.
Se si sottopone un campione ad una forza esterna,
allinterno di esso sorge uno stato tensionale (Fig. 1.1.). Tale
stato tensionale pu essere rappresentato oltre che da un
punto di vista analitico, anche da un punto di vista grafico
(Cerchio di Mohr).
Figura 1.3. Esempio
disomogenee.
10
di
deformazioni
omogenee
a- MEZZO ELASTICO
b- MEZZO VISCOSO
c- MEZZO PLASTICO
Figura 1.6.
a) In un mezzo elastico, lapplicazione di una sollecitazione
da luogo ad una deformazione istantanea che si annulla al
momento in cui la sollecitazione rimossa.
b) In un mezzo viscoso (es. fluido), la deformazione
permanente.
c) Il mezzo plastico, si comporta in modo elastico fino a
determinati valori dello sforzo applicato, oltre i quali la
deformazione sar di tipo permanente che si produce a
carico costante ( = cost.).
11
2. CEDIMENTI
Un carico agente su un terreno coesivo saturo dacqua produce su di esso deformazioni cosi distinte:
cedimento immediato (Si), a cui corrisponde minime variazioni di volume;
cedimento di consolidazione primaria (Cp) conseguente
ad una variazione di volume e ad espulsione dellacqua;
cedimento di consolidazione secondaria (Cs) con variazione di volume (figura 2.1. a e b).
12
a) Terre incoerenti:
Per questi tipi di materiali, ghiaie e sabbie, le dimensioni
dei provini edometrici sono poco significative del comportamento globale del materiale in situ e talvolta, impossibili da
realizzare.
quindi preferibile impegnare prove penetrometriche statiche e dinamiche. Da queste otteniamo E, modulo di deformazione drenato con cui possibile calcolare i cedimenti di
Schmertman al centro ed al bordo della fondazione. Con tali
valori possiamo valutare i cedimenti ammissibili.
Migliore sarebbe per questi terreni, ma nella pratica usato
anche per terre coerenti, avere i dati Nspt e calcolare i cedimenti di Burland e Burbidge.
Secondo Smertman, per le fondazioni superficiali, se b la
larghezza i cedimenti avvengono entro H:
- H = 2b per fondazioni circolari o quadrate
- H = 4b per fondazioni nastriformi.
In particolare, il cedimento avviene per i entro H/2 e per il
restante , entro i rimanenti H/2.
b) Terre coerenti:
Dalla prova edometrica si ottiene:
1) E = Eed = modulo di compressione edometrico detto
anche modulo di compressione drenato. Con le prove edometriche otteniamo E per i terreni granulari drenati ed Eu =
modulo di compressione non drenato per i terreni coesivi.
Il valore di E variabile in base allintervallo di tensione
considerato. Per calcolare i cedimenti di una determinata
fondazione conoscendo il peso che questa ha e che deve
supportare, sceglieremo lE = Eed in base a tali valori. Dalle risultanze di laboratorio, in base alla pressione applicata
(Kg/cm2) si ha un preciso valore di E. Quindi, vedi figura
2.2., lE non si calcola solo sul 1 tratto della curva A-B, ma
si pu calcolare anche nel tratto B-C, poich lE dipende
dalla pressione applicata. consigliabile prendere il valore
di E il pi vicino possibile a quello che si avr realmente in
situ, anche se, molti tecnici usano un valore pari a 4 Kg/cm2.
x s.c.
B
log (p)
log (p)
cedimenti
CEDIMENTI AMMISSIBILI
Quando il piano fondale di una struttura si abbassa, conservando la sua angolazione originaria, si ha un cedimento
differenziale uniforme e, anche se non compaiono deformazioni e fessurazioni, questo pu provocare sforzi non analizzati e problemi agli impianti.
Quando invece la fondazione di una struttura si abbassa e
ruota, si ha un cedimento massimo (C>) ed un cedimento
minimo (C<); la loro differenza rappresenta il cedimento differenziale C.
C<
C>
C
C<
C>
C
D
13
DEFORMAZIONI E FESSURAZIONI
Cedimenti
ammissibili
(cm)
Esempio su come utilizzare la tabella precedente: una struttura intelaiata in c.a. con distanza tra pilastri contigui pari a 4
m ammetterebbe un cedimento differenziale pari a
0,5 1 o/oo l
1 2 o/oo l
1 o/oo l
Cedimenti
accettabili
delle
strutture.
2 4 o/oo l
5 o/oo l
C = (24)400/1000= (0,81,6)cm
Nella figura successiva (Fig. 2.7.), Bjerrum, indica i limiti
delle distorsioni angolari (C/D) che sono causa degli effetti riportati.
0,01
0,003
0,002
0,001
C/D
14
3. LESIONI
MODALIT OPERATIVE
opportuno che il tecnico, chiamato a adoperare in unanalisi dei dissesti, svolga la sua opera secondo tale schema:
a. Analisi delle lesioni sia deformative che fessurative, correlandole allarea, al terreno ed alla struttura in esame;
b. Classificazione della natura del dissesto statico;
c. Trovare le cause del dissesto;
NOTE
Figura 4.1.
1: lesioni ad andamento pressoch verticale sugli architravi
daperture;
2: lesioni ad andamento diagonale nelle fasce di piano (parapetti di finestre, architravi);
3: lesioni ad andamento diagonale in elementi verticali (maschi murari);
4: schiacciamento locale della muratura con o senza espulsione di materiale;
5: lesioni ad andamento pressoch orizzontale in testa e/o
al piede di maschi murari;
6: lesioni ad andamento pressoch verticale in corrispondenza di incroci fra muri;
7: come 6 ma passanti;
8: espulsione di materiale in corrispondenza degli appoggi
di travi dovuta a martellamento;
9: formazione di cuneo dislocato in corrispondenza della intersezione fra due pareti ad angolo;
10: rottura di catene o sfilamento dellancoraggio;
11: lesioni ad andamento orizzontale in corrispondenza dei
solai o sottotetto;
12: distacco di uno dei paramenti di un muro a doppio paramento;
13: lesione ad andamento parabolico;
Inoltre, bene ricordare che le lesioni si possono presentare
sia a ramo unico che a ramo multiplo.
Elemento murario
a)
Lesione
Elemento murario
Lesioni
b)
Figura 4.2.
a) lesione a ramo unico; b) lesioni a ramo multiplo.
15
16
Azioni flessionali
Azioni taglianti
Deformazione anticlinalica
Deformazione sinclinalica
17
6. I DISSESTI STATICI
MOVIMENTI DELLA STRUTTURA
MOTI ELEMENTARI
Il movimento risultante di una struttura deriva dallanalisi dei
suoi moti elementari. I moti elementari sono costituti da tre
traslazioni, una verticale (ty) e due orizzontali, e da tre rotazioni intorno agli assi (X, Y, Z).
La forza che provoca la traslazione chiamata forza di trascinamento (tx, ty e tz).
La rotazione provocata dal momento che deriva dalla forza di trascinamento rispetto al baricentro.
Si ricordi che le forze di trascinamento si hanno solo in caso
di moto relativo e sorgono per effetto della continuit del
corpo. Le forze di trascinamento scompaiono nel momento
in cui la frattura interessa tutto il solido.
La traslazione verticale
Dove l la lunghezza del tratto ceduto ed h laltezza della
struttura.
l > h/2
l = h/2
l < h/2
l > 3h/2
l = h/2
l < 3h/2
tx
A) cedimento
terminale
(Anticlinale)
CAUSE DI DISSESTO
Le cause di dissesto sono suddivisibili nei sottelencati casi
elementari:
a) Cedimento delle fondazioni
b) Cedimento delle strutture in elevazione
1.
2.
3.
4.
18
B) cedimento
terminale
(Asimmetrico)
C) cedimento
intermedio
(Sinclinale)
La traslazione orizzontale
Un altro movimento tipico delle fondazioni la traslazione
orizzontale, che pu essere longitudinale, trasversale od
obliqua.
La traslazione orizzontale longitudinale si esplica nella direzione dellelemento murario, quella trasversale nella direzio
ne normale alla prima, quella composta in direzione intermedia alle prime due.
La traslazione inclinata
La traslazione inclinata ha origine franosa.
La rotazione
La rotazione pu apparire, nelle fondazioni, come movimento principale o come movimento secondario della traslazione.
Rotazione principale: dovuta ai moti rotatori del piano
di appoggio del solido murario sul quale giacciono gli
assi di rotazione;
Rotazione secondaria: conseguente allazione dei momenti derivanti dallinsorgere delle forze di trascinamento.
La rototraslazione
La rototraslazione pu apparire, nelle fondazioni, come movimento composto da una rotazione ed una traslazione.
19
1
4P
1
9P
(1)
(2)
Archi e volte
Gli archi e le volte, come in precedenza accennato, inducono in prossimit, rispettivamente, dei loro punti o linee di
appoggio, sia forze verticali che forze orizzontali sulle strutture murarie di sostegno.
Se lorganismo murario non dotato di opportuni elementi
reggispinta (catene metalliche, archi rampanti, altri archi o
volte limitrofi, etc.) le componenti orizzontali agenti sullorganismo murario possono provocare ampi spostamenti
dellelemento murario, nel verso della forza.
Conseguentemente si osservano cedimenti degli archi e
delle volte poggianti su muri i cui appoggi si sono allontanati reciprocamente.
Travi di legno
L
(3)
1
2L
(4)
1
3L
(5)
20
Le travi di legno che sostengono i solai possono subire eccessive deformazioni dovute a vetust, ad errori di progetto (sottodimensionamento), ad errori di posa in opera, ad
assorbimento dumidit con conseguente diminuzione del
modulo elastico del legno, a maggior carico di esercizio rispetto al consentito.
La loro analisi deve essere accurata sia lungo il loro sviluppo, sia in prossimit degli appoggi.
Travi di ferro
Le travi di ferro che sostengono i solai possono subire flessioni dovute ad insufficienza della sezione. Nel calcolare
strutture semplici in ferro si valuta che le tensioni effettive
siano minori di quelle ammissibili per quel tipo dacciaio e
per i futuri carichi di esercizio; spesso per, si commette
lerrore di non valutare con attenzione la freccia indotta dai
futuri carichi di esercizio, il possibile declassamento dei vincoli (da incastro a cerniera) e le coazioni indotte da variazioni di temperature fra le varie parti della struttura.
NOTE
I dissesti, a cui sono soggette le strutture in cemento armato, possono derivare da varie cause.
La pi frequente quella dovuta al cedimento del suolo, o
meglio, alla ridistribuzione delle reazioni terreno-fondazione. Cambiando la quota reciproca degli appoggi si modifica
sensibilmente lo stato tensionale interno per cui si possono
avere parti tese che diventano compresse e viceversa. Ne
consegue linsorgere di lesioni a trazione in parti che dovevano essere compresse e quindi progettate e realizzate con
poca o nulla armatura metallica. Anche le armature a taglio,
se realizzate con sagomati a 45, si possono trovare, a seguito di cedimenti nella direzione opposta al necessario.
Si possono avere, inoltre, armature corrose ed anche errori
di progettazione e/o realizzazione.
In fine, si ricordi leccesso di ritiro dopo il getto e contrazioni eccezionali e particolari dovute a forti variazioni della
temperatura.
Nelle pagine seguenti si riporta labaco dei meccanismi, dovuti al sisma, degli edifici in aggregato e delle
chiese.
21
22
23
24
25
26
Vecchia
costruzione
a) fondazioni profonde
Nuova
costruzione
Vecchia
costruzione
Nuova
costruzione
b) fondazioni superficiali
Se un cubetto di terreno sottoposto ad una tensione verticale v ed una orizzontale h, nel tempo si ha un equilibrio
v= h
h dipende dalla precisa storia pensionale.
In equilibrio: Ko = h/v = Coeff. di tensione
h = 3 laterale in stato
di quiete.
v =
1
Se non c stato un precedente sovraccarico
(erosione,
scavo, ecc.), si ha h < v.
piano campagna
v
h
h
v
h = 3
scavo
v = 1
Per unargilla normal-consolidata
si ha Ko < 1
scavo
h
F
crepe
superficie di
saturazione
frange
capillari
falda
MATERIALE
Ghiaia grossa
Sabbia grossa
Sabbia media
Sabbia fine
Limo
Argilla
Figura 7.3.
27
28
Nei terreni coerenti, labbassamento della falda provoca cedimenti mai compensati integralmente dai rigonfiamenti che
questi materiali argillosi subiscono, quando il livello dellacqua cresce nuovamente.
Costituiscono fonte di lesioni anche inopportuni innalzamenti della falda in costruzioni con fondazioni a platea e piani interrati a causa della notevole spinta di Archimede che
queste strutture subiscono verso lalto. Tali problematiche si
possono verificare nelle zone costiere o nei pressi dei depositi alluvionali lungo i corsi dei fiumi e sono ovviamente pi
pericolosi per le strutture leggere.
Spesso le alluvioni lasciano pavimenti lesionati al centro delle stanze per fenomeni di rigonfiamento che si evidenziano
soprattutto, quando lacqua che aveva invaso i piani terra od
interrati abbandona le abitazioni precedentemente invase.
Mancando la zavorra, direttamente presente sui pavimenti, ma essendo ancora presente nel sottosuolo si crea una
pressione dal basso verso lalto che pu raggiungere spesso
anche carichi superiori ad una tonnellata al metro quadrato.
prova
penetrometrica
piano campagna
h = zona attiva
Limite di
ritiro
Zone aride
Zone umide
Piccola
0 15
0 30
Da piccola a moderata
15 30
30 50
12
> 30
> 50
12
Da moderata a forte
numero
colpi
Indice plastico
12
29
Classificazione
in funzione dei
danni prodotti
3
4
Distanza
Distanza
tra
Massima
minima
distanza edificio
ed albero
Specie
H
Altezza
Quercia
16-23
30
13
1H
Pioppo
25
30
15
1H
Tiglio
16-24
20
0,5 H
Frassino
23
21
10
0,5 H
Platano
25-30
15
7,5
0,5 H
Salice
15
40
11
1H
Olmo
20-25
25
12
0,5 H
Biancospino
10
11
0,5 H
17-24
20
0,5 H
11
1H
9
10
Acero/
sicomoro
Ciliegio/
pruno
11
Faggio
20
15
0,5 H
12
Betulla
12-14
10
0,5 H
13
Sorbo
selvatico
8-12
11
1H
14
Cipresso
18-25
20
3,5
0,5 H
Specie di alberi e loro classificazione (in ordine decrescente) in funzione dei danni provocati alle fondazioni.
1.
2.
3.
4.
30
NOTE
31
8. SCHEDA SOPRALLUOGO
Nella nostra attivit, un momento fondamentale rappresentato dal sopralluogo preliminare che sar eseguito direttamente dal personale tecnico di NOVATEK che permetter
di predisporre una valutazione tecnico economica per la soluzione definitiva del problema.
Come ausilio alle campagne di sopralluoghi si propone una
scheda-guida per il tecnico addetto alle valutazioni in modo
da avere una check list in cui riportare le necessarie informazioni.
Nel presente capitolo si definiscono solo gli aspetti pi significativi presenti nella scheda.
Si tenga ben in mente per che questo capitolo e la scheda,
sono degli strumenti che vanno usati con cautela, poich
alla base deve essere sempre presente una completa conoscenza maturata sia con lo studio che con lesperienza.
Figura 8.1.
Figura 8.3. Irregolarit di forma in elevazione, ovvero macroscopiche variazioni di superficie ( 30%) con laltezza
che creano evidenti sporgenze o rientranze.
Figura 8.4. Disposizione eccentrica rispetto agli assi di simmetria della pianta di nucleo scala e/o blocco ascensore.
32
Figura 8.5. Irregolarit strutturali in pianta, ovvero mancanza di telai in entrambe le direzioni principali in pianta, telai
non simmetrici o mal distribuiti, presenza di angoli rientranti
(con proiezione superiore al 20% della dimensione planimetrica della struttura in quella direzione), distribuzione disu
niforme ed eccentrica del peso proprio e del sovraccarico,
etc.
Irregolarit strutturali in elevazione, ovvero presenza di solette pesanti a fronte di pilastri esili, esistenza di piani con
peso proprio o sovracca
rico superiore al 50% rispetto a
quella del piano superiore o inferiore, ecc.
TIPOLOGIE EDILIZIE
Case unifamiliari
Casa singola unifamiliare isolata: edificio composto da una singola unit edilizia duso residenziale edificato allinterno
di un singolo lotto (alloggio e sue pertinenze ad uno o pi piani).
Casa binata bifamiliare: edificio composto da due unit edilizie duso residenziali (alloggi e loro pertinenze) costruite in
adiacenza allinterno di un singolo lotto o
di due lotti adiacenti inedificati. Ledificio
deve avere accessi e/o corpi scala indipendenti per ciascuna unit edilizia.
Case a schiera: edificio lineare costituito di norma da tre a cinque unit duso
residenziali (alloggi e loro pertinenze)
costruite in adiacenza, e comunque non
sovrapposte, allinterno di un singolo
lotto. Tali tipi di case sono contraddistinte dal fatto di essere accostate le une
alle altre in modo da avere due lati liberi
e due lati comuni con le case contigue.
Ledificio deve avere accessi e/o corpi
scala indipendenti per ciascuna unit edilizia, la quale si sviluppa da terra a cielo.
Lindipendenza di ogni nucleo familiare
garantito dallavere degli spazi allaperto
individuali, delimitati sul fronte e sul retro
dellabitazione.
Villa o villino: edificio costituito da 1 o 2 unit duso residenziali (alloggi), con superficie coperta non superiore al
20%, portici e logge compresi, costruito su uno o pi piani
allinterno di un singolo lotto sistemato a parco. Ledificio
pu avere accessi e/o corpi scala indipendenti per ciascuna unit edilizia.
Case plurifamiliari
Palazzina: edificio generalmente pluripiano costituito da
tre o pi unit duso residenziali (alloggi), anche sovrapposte, di cui almeno una non disposta in linea, costruite
allinterno di un singolo lotto. Ledificio pu avere accessi
e/o corpi scala indipendenti per ciascuna unit edilizia.
N.B. Altri autori, parlano di palazzina quando, invece, si
ha semplicemente, un edificio a tre o quattro piani, con al
massimo una dozzina di alloggi e una discreta quantit di
spazio allaperto a disposizione degli abitanti.
Edificio in linea: edificio ad andamento lineare pluripiano
costituito da diverse unit duso residenziali (alloggi) in
adiacenza e sovrapposte, costruite allinterno di un singolo lotto. Relativamente alla distribuzione orizzontale e
verticale pu distinguersi in: a corridoio centrale, a ballatoio, a sola distribuzione verticale. Ledificio pu avere
accessi e corpi scala indipendenti e svilupparsi con sfalsamenti delle facciate.
FONDAZIONI
Edificio a cortina: uguale a quello in linea ma con una facciata continua sul fronte strada.
33
grossolana per poter in ogni caso indirizzare gli scavi successivi. In definitiva, si possono avere, a parit di carichi, per
tensioni ammissibili sul terreno discrete, i plinti; per valori
bassi delle tensioni ammissibili la platea o, a parit di condizioni del suolo, per valori bassi dei carichi si possono avere
i plinti, mentre per valori elevati dei carichi si pu avere la
platea.
34
f. Prefabbricato
1. Edificazione mediante tecniche industrializzate
(es: Pannelli portanti) - prefabbricato;
A pi dopera;
In stabilimento;
Costruzione nel complesso pi rigida che si avvicina ai vecchi edifici in muratura. Pi sensibili ad eventuali cedimenti
differenziali e alle variazioni termiche;
La parola prefabbricato indica che un elemento costruttivo
realizzato individualmente, a pi dopera o in stabilimento,
e poi montato o assemblato con altri elementi. La prefabbricazione pu avvenire in:
stabilimento di prefabbricazione: in tal caso lelemento
strutturale deve essere realizzato, depositato in un magazzino, trasportato nel cantiere, montato o assemblato.
in cantiere: costruito nei pressi dellopera e depositato
nelle vicinanze, fino al momento del montaggio, poi con
la gru viene correttamente posizionato ed assemblato.
Possiamo affermare che gli elementi metallici, ad esempio
i profilati in acciaio, sono sempre prodotti in stabilimento.
Gli elementi prefabbricati in calcestruzzo armato possono
essere prodotti in entrambi i modi.
Le industrie di prefabbricazione realizzano non solo elementi strutturali, vale a dire plinti, travi, solai, pilastri, pannelli
portanti ma anche elementi non strutturali (come facciate,
tegole, ringhiere, pannelli non portanti, ecc.)
g. Altri tipi di edificazioni:
in legno; non molto diffusa nel passato in Italia ma molto
comune in altre nazioni, sta diffondendosi con una certa velocit anche nel nostro paese, in special modo per
applicazioni particolari, quali aziende agricole e villaggi
turistici.
Strutture miste muratura + c.a.; le tecniche pi diffuse
sono quelle con muri perimetrali portanti e interno con
travi e pilastri, oppure con muri perimetrali portanti ed
aggetti in c.a. per patii o terrazzi.
c. Pareti in c.a.
d. Edifici con ossatura in acciaio
1. Si differenzia dalla precedente, oltre che per il materiale,
per gli schemi strutturali che in questo caso devono assicurare un sufficiente irrigidimento e lassorbimento delle
forze orizzontali indotte (oltre che da forze sismiche, anche dal vento).
e. Edifici misti: acciaio + cemento armato
1. Possono avere, ad esempio, pilastri in acciaio e solai in c.a.;
2. Oppure completamente in acciaio e con irrigidimenti
costituiti da setti in c.a. (in corrispondenza della gabbia
scale o delle testate delledificio).
muratura in elementi
resistenti artificiali pieni cm 12;
muratura in elementi resistenti
artificiali semipieni cm 20;
muratura in elementi resistenti
artificiali forati cm 25;
muratura in pietra squadrata
cm 24;
muratura listata cm 40;
muratura di pietra non
squadrata cm 50;
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MALTE
La qualit della malta deve essere valutata in situ attraverso
un test di scalfittura, al fine di distinguere malte di cattiva
qualit molto friabili, che si sgretolano tra le mani (Mc: calce
o raramente gesso, ancor pi scadente), da malte di buona
qualit pi resistenti (Mb: ad es. malte cementizie).
PAVIMENTI
In genere, quando il supporto della pavimentazione poggia
sul terreno, viene messo un vespaio con ghiaia grossa, o
in alternativa, casseforme modulari in plastica riciclata che
posate ed agganciate tra loro fungono da cassaforma a perdere per la realizzazione del piano orizzontale sovrastante. Segue il massetto costituito da cemento e sabbia, il pi
possibile piano per non far fessurare le piastrelle sopra che
sono fissate con malte speciali incollanti. Questo un pavimento residenziale.
Il pavimento industriale dato da: vespaio pi calcestruzzo
armato, additivato di quarzo e ben lisciato. Larmatura, in
genere, messa anche nel massetto del pavimento residenziale.
36
37
Descrizione: solai in legno a semplice o doppia orditura (travi e travicelli) con tavolato ligneo semplice o elementi laterizi
(mezzane), eventualmente finito con caldana in battuto di
lapillo o materiali di risulta (cretonato). Solai in putrelle e voltine realizzate in mattoni, pietra o conglomerati, In entrambi
i casi se stata realizzato un irrigidimento, mediante tavolato doppio o, meglio ancora, soletta armata ben collegata
alle travi, tali solai potrebbero intendersi rigidi o semirigidi, in
base al livello di collegamento tra gli elementi.
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COPERTURE
In base alla geometria, si individuano i seguenti tipi di
coperture:
1. copertura a falde:
a) tetto a due falde
b) tetto ad una falda
c) tetto a padiglione
2. copertura piana: praticabile o non praticabile.
3. copertura a volta
(In genere usata nei capannoni per avere pi luce)
4. copertura a shed
(forma a ginocchio, per avere pi spazio e luce)
Inoltre dividiamo le coperture in:
1. Spingente pesante
2. Non spingente pesante
3. Spingente leggera
4. Non spingente leggera
Questo perch nella scheda si ritenuto opportuno identificare come parametri fondamentali, il peso ed il carattere
spingente o no della copertura. Di seguito si descrivono sinteticamente le conseguenze di queste due caratteristiche
sul comportamento dellorganismo strutturale:
Spingente pesante: questa indubbiamente la condizione pi gravosa, in quanto la massa elevata causa
la nascita di forze sismiche notevoli, mentre leffetto
spingente favorisce il collasso fuori del piano delle pareti
sottostanti;
Non spingente pesante: in generale la pesantezza
associata alla tipologia di solaio latero-cementizio, che
per, in generale, garantisce una buona resistenza e
rigidezza nel piano e quindi una capacit di ridistribuzione delle forze sismiche sulle pareti pi idonee a sostenerle. Per contro leccessiva pesantezza pu determinare
forze sia statiche sia dinamiche che possono superare
la resistenza delle murature, specie se di scarsa qualit;
Spingente leggera: i pericoli di questa condizione sono
essenzialmente legati allaggravamento delle spinte
orizzontali sulle pareti di appoggio, dovute alle forze sismiche;
Non spingente leggera: questa la condizione pi favorevole, per i bassi valori delle forze sismiche e lassenza
di aggravi per effetto delle spinte; la condizione risulterebbe ancora pi favorevole se la struttura di copertura avesse una sufficiente rigidezza e resistenza nel
suo piano, cos da svolgere anche un ruolo positivo in
termini di miglioramento del comportamento scatolare
dinsieme della muratura.
Tabella riassuntiva
Spingente
Spingente dipendente dai
vincoli (in genere si consideri
non spingente)
Se l/h 20 poco spingente
Non spingente
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9. INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO
DELLE STRUTTURE FONDALI
Gli interventi di consolidamento sviluppati ed applicati da
Novatek sono sempre eseguiti a perfetta regola darte tramite personale specializzato. Lazienda insegue fin dalla
sua nascita loptimum tecnologico attraverso una continua
ricerca. Vengono fornite al cliente ed al tecnico le soluzioni
migliori per risolvere le problematiche inerenti i dissesti fondali con tecniche a bassa invasivit, ovvero senza eseguire
scavi ed asportazioni di terreno.
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(a)
(b)
Il tecnico prima effettua i fori attraverso la fondazione (a) e
successivamente inietta la resina espandente nel terreno
(b).
Ricordiamo ancora una volta che, visto il campo di applicazione, per questo tipo di soluzione opportuno procedere con estrema cura alle indagini preventive sulla fattibilit
esposte in precedenza.
Si tratta di una tecnologia applicabile nei casi in cui lo spessore del terreno cedevole individuato poco al di sotto del
piano fondale ed in corrispondenza del bulbo in cui sono distribuite le pressioni verticali indotte dal peso della struttura
(vedi cap. 2).
Le iniezioni di resina espandente a libera diffusione possono
essere effettuate, secondo i casi, rispettando interassi variabili da 0.6 a 1.2 metri circa. Lintervento mirato al raggiungimento delle seguenti finalit:
- consolidamento ed incremento della portanza del terreno
sottostante le fondazioni;
- riempimento di cavit, fessurazioni e microvuoti eventualmente presenti;
-ripristino della superficie di contatto tra terreno e fondazioni
allo scopo di uniformare la distribuzione dei carichi;
- eventuale sollevamento della struttura soprastante.
Nei terreni saturi si induce un aumento della pressione interstiziale con conseguente espulsione dellacqua dai pori.
Novatek utilizza differenti resine espandenti che si differenziano per la loro densit, variabile da 30 a 800 kg/m3, con
coefficienti in espansione libera da 1,2 a 20 volte il proprio
volume, tempi di reazione variabili da 4 a 40 secondi e resistenze alla compressione da 9 Kg/cm sino a raggiungere
valori maggiori di 500 Kg/cm.
A titolo esemplificativo si riportano le caratteristiche di alcuni
tipi di resine utilizzate da Novatek:
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Questa formulazione lultimo ritrovato dei laboratori di ricerca Novatek e consente di abbinare i vantaggi della lenta
espansione con la necessit di mantenere confinata liniezione.
Tale resina viene utilizzata principalmente nelle iniezioni
in profondit ed ha la pregevole caratteristica di espandere direttamente nel punto in cui viene immessa. La lenta
espansione consente di eseguire brevi iniezioni intervallate
da lunghe pause evitando che la resina espanda nel tubo
di iniezione occludendolo, cosa non possibile con lutilizzo
delle resine tradizionali. Essa, in fase di iniezione nel terreno, passa immediatamente ad una prima fase gelatinosa
- semisolida che non le consente di migrare in zone limitrofe,
confinando la successiva espansione e solidificazione nel
punto di iniezione e provocando il riempimento dei vuoti, la
compressione e la stabilizzazione del sottosuolo oltre al sollevamento, se voluto, della struttura sovrastante..
(a)
(b)
il fiore allocchiello della tecnologia Novatek. Questo sistema applicato nei casi in cui il problema non limitato al
solo bulbo delle pressioni ed quindi necessario trasferire
in profondit una parte o lintero peso della struttura.
una tecnica mista che sfrutta la propriet consolidante delle
resine espandenti a libera diffusione unitamente alla capacit
portante dei micropali MP/60 in acciaio a presso-infissione ed
mirata al raggiungimento delle seguenti finalit:
- consolidamento ed incremento della portanza del terreno sottostante le fondazioni;
- trasferimento in profondit di parte del peso della struttura.
43
44
E sufficiente inserire nellarmatura di fondazione un elemento cilindrico in polistirolo del diametro di circa 70 mm
(fornito da Novatek) per laltezza di tutta la fondazione che
avr lo scopo di preservare un foro nel successivo getto di
calcestruzzo.
Dopo la maturazione del calcestruzzo, allinterno dei fori
occlusi dal cilindro in polistirolo, vengono infissi micropali
MP60 con la tecnica della presso-infissione.
Raggiunta la profondit e la portanza desiderata viene
eseguita la connessione testa micropalo fondazione con
lausilio di una malta cementizia espansiva per ancoraggi di
precisione (Emaco S55 o equivalente), mediante colaggio
della stessa nel cilindro di perforazione con conseguente interposizione tra le pareti di cls e la testa del palo stesso. La
forza di aderenza tra le pareti di cls e la testa del micropalo
pari a circa 6 MPa.
Il tecnico progettista e calcolatore dar le indicazioni circa
lentit del peso da scaricare in profondit, che potr corrispondere al peso dellintero edificio oppure potr essere
calcolato in modo da garantire una omogenea ed equilibrata
distribuzione di carichi.
MICROPALI AUTOPERFORANTI
IN ACCIAIO (AP)
Il micropalo autoperforante costituito da un tubo rullato in
acciaio 34MNB5 (snervamento 500 N/mm2 rottura 780 N/
mm2) diametro 42 mm e spessore 7 mm.
Gli elementi hanno una lunghezza di circa 120 cm e vengono agganciati fra essi mediante un tirante filettato.
Ogni micropalo dotato di punta a perdere che consente
di attraversare anche gli strati pi compatti. Linfissione nel
terreno avviene senza asportazione di terreno avvitando i
micropali in profondit fino al raggiungimento dello strato
compatto o, in ogni caso, sfruttando lo strumento dinfissione fino alla massima potenza.
Grazie alla particolare rullatura con la quale viene lavorata
la superficie laterale dei moduli del micropalo reso possibile anche lattraversamento degli strati di terreno maggiormente compatti senza necessit di praticare precedentemente un foro di invito.
Lavanzamento del palo attraverso il terreno assimilabile a quello della vite. Si produce quindi un effetto di compattazione radiale rispetto allasse dinfissione, dovuta alla
compressione del terreno occupante il volume del palo.
Linfissione del micropalo autoperforante pu essere fatta
con uninclinazione di qualche grado in modo da ottimizzare
la trasmissione dei carichi tra struttura, fondazione superficiale e fondazione profonda.
La fase operativa prevede la preventiva perforazione della
fondazione avente il diametro di circa 70 millimetri. Linfissione del micropalo autoperforante nel terreno avviene mediante un rotoinfissore costituito da un motoriduttore fissato
su un pattino a scorrimento verticale in grado di applicare
45
una coppia di forze alla estremit fuori terra del palo. Tale
strumentazione montata su un cingolatino dalle dimensioni ridotte e facilmente manovrabile anche in spazi angusti.
Il micropalo penetra avvitandosi nel terreno fino al raggiungimento degli strati pi compatti. La resistenza allavanzamento viene monitorata in tempo reale grazie allo strumento
di misura collegato al sistema di infissione.
La profondit raggiunta dal micropalo dovr essere almeno
quella indicata sul progetto avendo cura di verificare che la
forza di infissione finale si attesti attorno alla massima spinta
della macchina (1800 N/m).
Al termine dellinfissione il micropalo viene cementato alla
fondazione mediante colata di speciali malte cementizie per
inghisaggi del tipo Emaco S55.
I micropali autoperforanti sono utilizzati con eccellenti risultati in terreni coesivi come argille e marne mentre la loro
infissione risulta pi laboriosa nei terreni granulari come le
ghiaie (a cui si ovvia utilizzando i MICROPALI MP/60). Luso
di autoperforanti indicato in tutti i casi in cui non possibile realizzare un valido ancoraggio alla fondazione per poter
applicare la presso-infissione.
La portata dei micropali AP arriva a valori pari a circa 12 -15
tonnellate. Resta valida, anche per queste barre AP, la propriet che una volta poste in opera e lasciate riposare per
qualche giorno, aumentano notevolmente la propria aderenza laterale e se sottoposte a prove di carico si hanno notevoli incrementi di portata rispetto a quelli registrati in fase
dinfissione. Inoltre, eventuali prove di carico non pregiudicano la qualit del palo soggetto a verifica in quanto una
volta portato a rottura riprende in pochi giorni di riposo la
sua aderenza iniziale.
Il micropalo autoperforante viene di norma realizzato, salvo
applicazioni particolari, in combinazione con iniezioni di resina espandente HDR200.
Di norma in corrispondenza dellasse di ogni micropalo auto
perforante viene realizzata una iniezione di resina espandente HDR200. Luso della resina espandente consente
di sollevare fino a qualche centimetro ledificio e quindi di
recuperare i cedimenti verificatisi. Tuttavia, nella maggior
parte delle applicazioni, per evitare leventuale insorgere di
problemi strutturali il sollevamento non viene spinto oltre i
3 mm. Luso della resina espandente oltre a consentire il
recupero dei cedimenti ha leffetto di ripristinare la superficie
di contatto tra fondazione e terreno mediante il riempimento
delle cavit esistenti, nonch di migliorare e compattare il
terreno al di sotto delle fondazioni. Inoltre, con lutilizzo della
resina, viene messo in pre-tensionamento ledificio rispetto
allinfissione dei micropali. Questi, una volta infissi e resi solidali con la fondazione avranno modo di assolvere da subito
la funzione strutturale per la quale sono stati progettati.
(a)
(b)
a). Minipali autoperforanti agganciati allarmatura della fondazione; b). Piastra di ancoraggio.
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Dove:
Qlim: capacit portante limite totale
Qb: portata limite della base del palo
Qs: portata limite per attrito laterale
W: peso proprio del palo
Ab: area della superficie di base del palo
As: area della superficie laterale del palo
ql: portata unitaria limite base
l: resistenza unitaria limite laterale
Particolare piastra di ancoraggio dei minipali autoperforanti
Il tecnico progettista e calcolatore dar le indicazioni circa
lentit del peso da scaricare in profondit, che potr corrispondere al peso dellintero edificio oppure potr essere
calcolato in modo da garantire una omogenea ed equilibrata distribuzione di carichi.
Le tecniche che prevedono luso di micropali a presso-infissione (MP/60), minipali autoperforanti (AP) e pali in resina
rinforzati con barre in acciaio (PR), sperimentate in migliaia
di casi in Italia ed allestero, si sono affermate come eccellenti soluzioni per il consolidamento delle fondazioni e dei
pavimenti, inoltre contrastano con efficacia sia il fenomeno
dei cedimenti dovuti allattrito negativo che quello riconducibile agli effetti indotti dal rigonfiamento delle argille.
Per i micropali MP/60 e per i micropali AP ci dovuto allo
sviluppo lineare degli elementi rullati sulla superficie esterna che nella lunghezza lasciata riposare, ossia nei terreni
con contenuto dacqua costante, aumentano notevolmente
la propria aderenza laterale, fornendo un valido ostacolo
agli effetti prodotti, per lo pi negli strati superficiali del terreno, dalle variazioni dumidit responsabili dellinsorgere
dellattrito negativo.
Per i pali in resina rinforzati con barre di acciaio (PR) il contrasto fornito dalle ramificazioni che si sviluppano lungo il
fusto del palo stesso che presentano dilatazioni maggiori in
corrispondenza dei livelli meno consistenti del terreno.
METODO DI CALCOLO
In seguito allanalisi dei risultati e alle prove di carico effettuate, stato osservato che la tecnologia utilizzata per la
posa in opera dei micropali a presso infissione e dei micropali auto-perforanti induce una trasformazione del terreno
circostante il fusto producendo un effetto di compattazione
radiale rispetto allasse dinfissione, dovuta alla compressione del terreno occupante il volume del palo.
Ai fini del calcolo, il carico limite Qlim di questi micropali viene
convenzionalmente suddiviso in due aliquote, la resistenza
alla punta Qb e la resistenza laterale Qs.
Sulla base di prove di carico realizzate con diverse tipologie di terreni Novatek ha verificato laffidabilit dei metodi
proposti in letteratura minimizzando lerrore di calcolo utilizzando diversi valori dei coefficienti , e K. I valori dei
coefficienti , e K adottati per il calcolo di Qlim sono quelli
proposti da Shioi & Fukui (1982), Decour (1982) e Martin
et al. (1987).
In prospettiva si prevede di ottenere ulteriori risultati da prove sperimentali in altri siti campione in modo da affinare
ulteriormente la metodologia di calcolo proposta aumentandone laffidabilit.
PROVE DI CARICO
Novatek ha scelto di verificare il comportamento dei propri
prodotti attraverso lesecuzione di una serie di prove di carico in terreni dalle diverse caratteristiche geotecniche.
Si scelto di effettuare le prove di carico a trazione e a
compressione su dei pali realizzati direttamente sui cantieri.
In questo modo si assicurata la similarit dei pali testati
con quelli effettivamente realizzati per i clienti; i pali di prova
infatti sono stati eseguiti dagli stessi operatori, con gli stessi
mezzi rispetto a quelli realizzati per i clienti.
La caratterizzazione del terreno, nei cantieri dove sono state realizzate le prove di carico, avvenuta tramite lesecuzione di prove penetrometriche dinamiche in prossimit dei
pali testati. Qualora fosse presente uno studio geotecnico
precedente rispetto allintervento Novatek, i dati in esso
contenuti verranno incrociati con quelli delle prove penetrometriche realizzate dalla ditta stessa al fine di aumentarne
laffidabilit.
47
Per eseguire la prova di carico a compressione stato messo a punto un castello adatto per essere ancorato direttamente alla fondazione tramite due barre filettate. Una volta
fissato il castello alle barre e reso solidale con la fondazione,
si provveduto a posizionare, coassialmente rispetto al micropalo, un martinetto ed una cella di carico. In prossimit
della testa del palo sono stati inoltre posizionati 3 comparatori digitali di spostamento ancorati su piastre rigide, fissate
al piano di calpestio, al fine di misurare i cedimenti.
Grazie a questa
struttura stato
possibile caricare in testa il micropalo di prova
secondo la metodologia proposta da Mandolini
(1995) ed in ottemperanza alle
raccomandazioni AGI (1984).
In
particolare,
ad ogni passo
stato
applicato
un
incremento
di carico fisso,
mentre le letture
degli spostamenti
sui comparatori
sono state effettuate ad intervalli
di tempo regolari, dopo 1, 5, 10, 15 e 20 minuti a partire
dallistante in cui ogni carico era stato incrementato.
Un tipico esempio di curva sperimentale ottenuta riportato
nella figura seguente.
Risultati sperimentali relativi alle prove di carico a compressione realizzate nel sito di Senigallia (AN)
Le prove di carico a trazione sono state realizzate seguendo
la stessa procedura descritta per quelle a compressione. In
particolare per lapplicazione del carico ci si serviti della
struttura riportata nella figura seguente.
Le due travi da 150 cm posizionate sopra lasse del palo
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specializzato.
Per temperature desercizio superiori a 60 C, la resina
deve essere opportunamente selezionata tenendo conto delle competenti variazioni delle sue caratteristiche
meccaniche. Al contrario non sussistono, di solito, limiti
significativi per la temperatura minima di esercizio. Il reagente principale costituito da liquidi organici a basso
peso molecolare che contengono un certo numero di
gruppi epossidici, anelli composti da un atomo di ossigeno e da due atomi di carbonio. Il prepolimero epossidico,
solitamente, un fluido viscoso, la cui viscosit dipende
dal grado di polimerizzazione. Alla suddetta miscela, che
in termini di composizione costituisce il reagente principale, aggiunto un agente reticolante (di solito unammina alifatica). La reazione, di tipo radicalico, esotermica
e ha luogo senza la formazione di prodotti secondari.
STRUTTURE IN CALCESTRUZZO
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Iniezione della resina epossidica superfluida a bassa pressione. Al fine di permettere la totale fuoriuscita dellaria
presente allinterno delle fessure, liniezione della resina
epossidica superfluida, deve essere eseguita partendo
dalliniettore posto pi in basso per le pareti verticali ed
allestremit per le superfici orizzontali, fino alla fuoriuscita
del materiale dalliniettore successivo. Dopo la chiusura
del primo iniettore, proseguire liniezione da quelli successivi, fino al completo riempimento della fessura.
Rimozione dei tubetti diniezione.
Sigillatura dei fori con adesivo epossidico bicomponente
tissotropico (uguale al precedente).
2) Riparazione di fessure mediante sigillatura a spatola.
Questo tipo di riparazione si articola nelle seguenti sottofasi
di lavoro:
Depolverizzazione delle fessure con aria compressa dopo
aver eseguito lapertura delle stesse, mediante flessibile
(elettroutensile) o scalpello a mano, al fine di regolarizzare la loro ampiezza.
Sigillatura superficiale delle fessure con adesivo epossidico bicomponente tissotropico.
Tale operazione deve essere eseguita mediante spatola
metallica.
Spolvero di sabbia sulladesivo epossidico bicomponente
tissotropico, ancora fresco.
Loperazione si rende indispensabile nel caso si debba
procedere successivamente allapplicazione di prodotti
cementizi, quali ad esempio, rasature o intonaci.
Rimozione della sabbia non ancorata mediante aspirazione.
3) Riparazione di fessure con resina mediante colaggio.
Questo tipo di riparazione si articola nelle seguenti sottofasi
di lavoro:
Allargamento a V delle fessure per facilitare la successiva colata di resina.
Depolverizzazione delle fessure con aria compressa con
procedure simili al punto precedente.
Sigillatura superficiale delle fessure con resina epossidica
superfluida.
Spolvero, eventuale, con sabbia asciutta della resina
epossidica superfluida fresca, qualora si debba procedere, successivamente, allapplicazione di prodotti cementizi per rasature o intonaci.
Aspirazione della sabbia non ancorata nella resina.
Questultima tecnica si pu adoperare per lesioni orizzontali o ancor meglio, in massetti e superfici orizzontali. In
tal caso (per strutture orizzontali), se lampiezza delle fessure < 1 mm si utilizza una resina epossilica superfluida
o una resina epossilica a bassissima densit, mentre se
lampiezza delle fessure > 1 mm si utilizza un adesivo
epossidico.
Segue sempre successivo spolvero ed aspirazione qualora si debba procedere alla posa, mediante adesivi, di
pavimentazioni o allapplicazione di rasature cementizie.
50
lizzata con un legante esente da cemento a base di ecopozzolana e inerti selezionati. Il legante dovr essere esente da sali idrosolubili.
Il secondo intervento previsto in presenza di intonaco.
Questo tipo di riparazione si articola nelle seguenti sottofasi
di lavoro (fig. 10.1.):
Rimozione dellintonaco fino al suo supporto, per una larghezza di circa 6 cm per lato della fessura.
Lapertura delle fessurazioni.
Pulizia per la rimozione di ogni residuo di lavorazione. Intervento da estendere allintero tratto interessato dallintervento.
PRIMER applicato a pennello, per incrementare ladesione.
Rasatura sottile di malta con sabbia fine.
Incollaggio di un nastro di carta adesiva a cavallo della
lesione con funzione di separarla dal sovrastante materiale
di modo che risulti libera di oscillare (vedi sempre figura 1).
Rasatura con intonaco compatibile con incorporata una
rete di fibra di vetro per intonaci.
Tinteggiatura, una volta indurito lintonaco.
STRUTTURE IN MURATURA
Per quanto riguarda le strutture in muratura, le tecniche dintervento dipendono sia dal tipo di struttura muraria che dalle
dimensioni delle lesioni.
Leventuale impiego di nuovo materiale lapideo e soprattutto
le malte da utilizzare, devono possedere le medesime caratteristiche dei materiali gi in opera.
Quando le lesioni sono di lieve entit, opportuno prediligere i sistemi tradizionali.
Le possibili tecniche dintervento sono le seguenti.
51
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3. Esecuzione delle perforazioni secondo lo schema prescelto con utilizzo di utensile meccanico non battente
( cio necessario selezionare lutensile nella versione
trapano, escludendo la funzione martello). Realizzare i fori del diametro di 32 mm perpendicolarmente alla
superficie o leggermente inclinati.
4. Pulizia dei fori con aria compressa.
5. Sigillatura dei giunti tra i mattoni, pietre, fessure e discontinuit che porterebbero alla fuoriuscita della boiacca iniettata, con malta da risanamento con caratteristiche fisico-meccaniche simili alla preesistente, realizzata
con un legante esente da cemento a base di ecopozzolana e inerti selezionati. Il legante dovr essere esente
da sali idrosolubili.
6. Posizionamento degli ugelli o boccagli di iniezione in
plastica flessibile 20 mm in corrispondenza dei fori
da iniettare, per una profondit di almeno 10-15 cm, sigillandoli con malta di caratteristiche fisico-meccaniche
simili a quanto riportato al punto 5. Tali tubicini andranno
rimossi ad iniezione effettuata.
7. Saturazione della struttura interna della muratura con
acqua, iniettandola tramite i tubi diniezione gi predisposti. Si procede al lavaggio attraverso lintroduzione
di acqua nei perfori in modo da eliminare le polveri e
saturare i materiali originari che tenderebbero a disidratare la miscela di iniezione. In tal modo si pu anche verificare lesistenza di lesioni e/o fratture nascoste grazie
alla fuoriuscita di acqua. Tale operazione deve essere
eseguita almeno 24 ore prima di effettuare le iniezioni di
consolidamento.
8. Preparazione della boiacca di iniezione.
9. Procedendo tassativamente dal basso verso lalto (per
evitare che i vuoti superiori si riempiano solo parzialmente), si inietta la miscela di iniezione (boiacca) a bassa presssione (minore di 2 atm) per evitare la formazione di pressioni allinterno della massa muraria e le
conseguenti coazioni con le cortine murarie esterne.
10. La boiacca sar realizzata con un legante premiscelato
idraulico fillerizzato esente da cemento a base di ecopozzolana e inerti selezionati. Il legante utilizzato per la
miscela da iniezione (boiacca) dovr essere esente da
sali idrosolubili (non deve interagire negativamente con
gli eventuali sali solfatici preesistenti nelle strutture da
consolidare, n deve apportare componenti alcalini - sodio, potassio - capaci di innescare pericolosi fenomeni
espansivi con gli elementi lapidei alcali-reattivi) ed avere
stabilit dimensionale raggiunta in tempi brevi.
La miscela da iniezione (boiacca) dovr essere formulata in
guisa da presentare le seguenti caratteristiche:
elevata fluidit con basso rapporto acqua/legante;
caratteristiche meccaniche, fisiche e chimiche comparabili a quelle della struttura muraria, permettendo un comportamento strutturale omogeneo ed isotropo della muratura
risanata;
basso tenore di sali idrosolubili;
alta traspirabilit;
elevato potere di penetrazione con conseguente saturazione di piccole fessure o cavit;
assenza di segregazione nellimpasto durante liniezione;
compatibilit chimica con i materiali utilizzati negli edifici
storici;
ridotto ritiro idraulico.
Liniezione della boiacca deve essere effettuata con particolari pompe per boiacche, tipo Clivio manuali o automatiche
(pressione minore di 2 atm).
Se loperazione dovesse essere eseguita manualmente,
iniettare il prodotto con siringhe ad ago di adeguato diametro e capienza.
La pressione si deve mantenere costante fino a quando la
miscela non fuoriesce dai fori adiacenti.
Liniezione deve essere eseguita partendo dal tubicino iniettore posto pi in basso.
Figura 10.3.
Applicazione di rete
di rinforzo: vista
prospettica.
53
Figura 10.4. Applicazione di rete di rinforzo: vista in sezione trasversale nel caso di a) lesione non passate; b) lesione passante.
La procedura di applicazione del rinforzo articolata nelle
seguenti sottofasi di lavoro:
1. Preparazione locale della parete in muratura: esecuzione di lavaggio accurato della superficie muraria con
getto di acqua per eliminare polveri ed eventuali detriti,
per una fascia larga circa 100 cm a cavallo della lesione.
La muratura, in corrispondenza della zona di intervento,
deve essere bagnata con supporto portato a saturazione
a superficie asciutta, per evitare la sottrazione del lattice
alla matrice del sistema di rinforzo da parte delle pietre,
pregiudicandone la corretta presa.
2. Preparazione della malta e predisposizione della rete a
maglie quadrate bilanciata (0, 90) in fibra di vetro alcali-resistente tipo AR apprettata: durante la preparazione
della malta, la polvere viene additivata con il lattice che
ne migliora ladesione al supporto. Contemporaneamente vengono tagliate e predisposte a pi dopera, le reti
delle dimensioni opportune.
3. Esecuzione delle fasce di rinforzo: in corrispondenza
della superficie muraria, per una fascia larga circa 70100 cm a cavallo della lesione, viene applicato con spatola metallica piana, un primo strato uniforme di malta
fino a realizzare uno spessore minimo di 4 mm. Se la
superficie muraria di supporto, presenta sensibili irregolarit da pareggiare con un livellamento anche di alcuni
centimetri, applicare la malta in pi strati, ciascuno di
spessore 6 mm, in sequenza a fresco fino al raggiungimento dello spessore richiesto. In alternativa utilizzare
lo stesso tipo di malta con carica di inerti fini formulata
per applicazioni fino a 25 cm per mano. Sullo strato di
malta ancora fresco, viene posizionata la rete, esercitando una leggera pressione con una spatola metallica
piana in modo da farla aderire perfettamente alla malta
applicata.
Applicazione a fresco,
con spatola metallica piana, del secondo
strato uniforme di malta
a completa ricopertura
della rete, fino a realizzare uno spessore di
circa 4 mm.
Successiva lisciatura della superficie fresca con spatola
piana.
Il rinforzo presenta al finito complessivamente lo spessore
di circa 8 e 10 mm.
Per ricoprire la lesione in ogni sua parte dello sviluppo lineare ed adattarsi al relativo andamento, la rete di rinforzo pu
essere applicata in forma di segmenti sequenziali a forma di
spezzata avendo cura di assicurare nelle zone di sovrapposizione dei segmenti contigui, un sormonto 15-20 cm.
Qualora la lesione sia passante per lintero spessore della
parete muraria, la fascia di rinforzo locale in materiale composito sar, in ogni caso, realizzata su entrambe le facce
della parete secondo la procedura applicativa di cui ai precedenti punti 1), 2) e 3).
Nel caso di murature di edifici realizzati in epoca recente,
lintervento pu essere realizzato con le stesse modalit
e fasi realizzative di cui ai precedenti punti, utilizzando in
alternativa una malta cementizia, a reattivit pozzolanica,
bicomponente, ad elevata duttilit, rinforzata con laggiunta
di fibre di vetro.
La procedura applicativa illustrata pu essere utilizzata anche nel caso di sarcitura di lesioni presenti in corrispondenza dellintradosso di elementi murari voltati (volte, archi), in
quanto il sistema di rinforzo prevede lutilizzo di malte tissotropiche.
Nel caso in cui la muratura si presenti poco affidabile anche ai lati della lesione opportuno estendere lapplicazione
della rete ad una zona pi ampia con larghezze variabili a
canne dorgano nella direzione ortogonale a quella della
lesione per evitare di creare nuovi indirizzi di fessurazioni
future ai margini, se troppo netti, della rete stessa.
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(b)
rete elettrosaldata
Sezione A - A
rete elettrosaldata
Figura 10.5. Cucitura della lesione: a) vista prospettica ed in sezione; b) solo vista in sezione trasversale.
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AMBITO CONSERVATIVO
Per non rischiare di sconfinare in trattati sul consolidamento
murario, terminiamo ricordando che le tecniche illustrate, in
ambito conservativo ossia nelle costruzioni antiche o con
particolari opere, prima di essere utilizzate, devono essere
ben ponderate.
Usualmente, per la soluzione di tali problematiche, non abbiamo un unico intervento, ma una sequenza di operazioni
correlate.
Si ben comprende quindi come le tecniche tradizionali risultino di forte impatto in un contesto interessato da speciali
vincoli al contorno e non sempre possono essere realizzate
con efficacia.
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