SCENEGGIATURA

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Wapedia - Wiki: Sceneggiatura

La sceneggiatura è un testo destinato ad essere girato o filmato, e


diventare quindi un film. Costituisce il primo e fondamentale passo
nella
realizzazione di tutte le opere cinematografiche e di fiction
televisiva.
Lo sceneggiatore è l’autore che lo scrive.

Indice:
1. Sceneggiatura e testo teatrale
2. Scrittura della sceneggiatura
3. Layout delle sceneggiature
4. Il formato di sceneggiatura
5. Acronimi e abbreviazioni utilizzati nello script
6. Bibliografia
7. Voci correlate
8. Collegamenti esterni

1. Sceneggiatura e testo teatrale


Ad un primo sguardo, una sceneggiatura non differisce molto da un testo
teatrale. Anche nella sceneggiatura vengono riportati i dialoghi dei
personaggi, con alcune indicazioni sulle loro intenzioni, e vengono
descritte le azioni e gli ambienti in cui si svolgono. Talvolta è
possibile trovare nelle sceneggiature anche alcune indicazioni sui
movimenti che la macchina da presa dovrebbe fare, ad esempio riprendere
l’attore in primo piano (ovvero da vicino, inquadrandone solo il volto) o
in campo lungo (ovvero da lontano). Ma è più facile che queste scelte
vengano lasciate al regista.
Un testo teatrale può conoscere una quantità praticamente illimitata di
rappresentazioni, molto diverse l’una dall’altra: due messe in scena dello
stesso dramma di Shakespeare possono arrivare a sembrare due storie
completamente differenti. Che invece dalla stessa sceneggiatura siano
realizzati due film diversi è un fatto che non si è praticamente mai
verificato. Non è difficile trovare in libreria le sceneggiature di, ad
esempio, Woody Allen, Pedro Almodóvar o Quentin Tarantino, che oltre ad
essere registi sono anche sceneggiatori; ma è difficile riuscire ad
immaginarle realizzate da qualcun altro.
La sceneggiatura è un progetto, e ha il solo valore del progetto, che per
essere sviluppato e compiuto avrà bisogno dell’apporto di altri linguaggi.
Ma come ogni progetto, contiene gli elementi fondamentali che ne
decreteranno il successo o l’insuccesso. La storia è una responsabilità
dello sceneggiatore e senza una buona storia è difficile fare un buon film.

2. Scrittura della sceneggiatura


Le sceneggiature possono nascere da idee originali, oppure possono essere
basate su romanzi, testi teatrali o addirittura su altre sceneggiature. In
ognuno di questi casi, la scrittura della sceneggiatura segue di norma le
seguenti tappe:
Idea
soggetto
trattamento
scaletta
sceneggiatura.
Il soggetto è un’esposizione chiara e piuttosto breve della storia (1-5
pagine). Il trattamento è invece una narrazione più ampia (attorno alle 30
pagine) che può assomigliare ad un racconto letterario, con descrizioni di
luoghi, motivazioni psicologiche dei personaggi e qualche indicazione di
dialogo. La scaletta è la sequenza "tecnica" delle scene, con una
brevissima descrizione di quanto accade in ognuna di esse; serve a mettere
in evidenza il ritmo e la progressione della storia e le eventuali falle
da correggere. Il prodotto finale, ovvero la sceneggiatura completa di un
lungometraggio, supera di norma le 100 pagine.
Quando la sceneggiatura è basata su un romanzo, molto spesso lo riscrive
completamente e in ogni caso deve necessariamente operare una
ristrutturazione della storia. Il romanzo utilizza una modalità di
racconto che non può essere trasposta nella sceneggiatura così com’è, per
via della diversa durata e del diverso meccanismo di fruizione dell'opera.
Nei film viene talvolta realizzato anche uno storyboard, ovvero una serie
di disegni che anticipano alcune inquadrature, così come dovranno apparire
sullo schermo. Lo storyboard in realtà viene realizzato da un disegnatore,
quando lo sceneggiatore ha consegnato il lavoro e sta probabilmente
scrivendo qualcos’altro. È uno strumento pratico che serve al regista e
alla produzione per lavorare meglio sul set, preparando solo quello che
effettivamente verrà inquadrato, specialmente nelle scene molto complesse;
serve a dare un'idea univoca a tutti i componenti della troupe (ovvero il
gruppo di persone presenti sul set) di come dovrà venire la scena.
Una forma particolare di sceneggiatura è quella desunta, che è una
trascrizione integrale del film ad opera normalmente di cinefili o
studiosi. Essa non ha niente a che fare con la produzione del film, ma
solo con una sua possibile analisi critica.

3. Layout delle sceneggiature


Sul piano della formattazione della pagina, esistono tre diversi modelli:
sceneggiatura all'italiana
sceneggiatura all'americana
sceneggiatura alla francese.
Nel primo modello, all'italiana, il testo è diviso in due parti disposte
longitudinalmente: a sinistra c'è la parte descrittiva, ovvero le
didascalie, a destra compaiono i dialoghi dei personaggi; quindi la pagina
è come divisa in due colonne. Inoltre si cambia pagina ad ogni cambio
scena.

Esempio di sceneggiatura all'americana


La sceneggiatura all'americana, invece, dispone sia le didascalie che i
dialoghi nella parte centrale del foglio; le didascalie ne occupano tutta
la larghezza, mentre i dialoghi vengono disposti al centro, incorporati in
un margine ridotto.
Il modello alla francese si sintetizza in una via di mezzo tra gli altri
due (disponendo in alto al centro una parte descrittiva e in basso a
destra la parte coi dialoghi). È comunque il meno usato dei tre.
La sceneggiatura all'italiana è comoda perché cambiando pagina ad ogni
scena rende lo spoglio della sceneggiatura molto semplice: permetteva cioè
di aggregare le varie scene in unità di luogo, in modo da massimizzare le
riprese. Tutte le sceneggiature del cinema italiano degli anni '40 e dei
decenni successivi hanno questa formattazione.
Oggi, però, il layout più utilizzato è proprio quello all'americana, che
offre una migliore leggibilità. Esistono dei programmi appositi per il
layout americano che rendono agevole la videoscrittura, e che sono anche
in grado di calcolare la durata in minuti di ogni singola scena e
dell'intera sceneggiatura. Inoltre il computer è in grado di compiere il
lavoro di spoglio in automatico.
Nel modello americano il font obbligatorio è il Courier corpo 12. I nomi
dei personaggi e le intestazioni delle scene vengono scritti tutti in
maiuscolo. Nell'intestazione bisogna scrivere il luogo nel quale la scena
è ambientata, se si svolge in esterni (all'aria aperta) o in interni (in
un qualunque ambiente chiuso) e alla luce di giorno oppure di notte. Le
didascalie sono tendenzialmente prive di orpelli letterari e tendono a
descrivere ambienti e azioni in modo chiaro e sintetico.
Il layout della sceneggiatura rappresenta, però, un solo aspetto del
"Formato" che ne comprende anche altri. I programmi esistenti per computer
possono, comunque, solo aiutare chi conosce già le scelte di formato che
vanno fatte. (Vedi: Formato di sceneggiatura).
4. Il formato di sceneggiatura
Il formato di una sceneggiatura è un insieme delle convenzioni che aiutano
lo sceneggiatore a trasmettere al produttore ‘l’immagine’ possibilmente
più suggestiva di un film, espressa in parole scritte. Il formato viene
applicato innanzitutto per aumentare la trasparenza e comprensione della
sceneggiatura. Il formato comprende tutti gli elementi che sono
formalizzati nella sceneggiatura, ovvero non appartenenti al soggetto come
tale. La nozione “formato” comprende quindi i tre seguenti argomenti:
(1) La conformità dei caratteri, degli spazi tra le linee e delle
dimensioni della composizione. Da questo risulta la seguente dipendenza:
una pagina del testo scritto corrisponde ad un minuto della proiezione di
un film. A differenza degli standard americani, dove è obbligatorio il
carattere Courier 12 e il formato della carta US-letter, in Europa i fogli
hanno formato A4 ed i caratteri sono diversi.
(2) Lo schema grafico, il cosiddetto layout, ovvero il modo di introdurre
e disporre diversi elementi della sceneggiatura (dialogo, intestazioni
delle scene, parentheticals, transitions, ecc.).
Il layout moderno della sceneggiatura risale ancora all'epoca della
nascita dei primi film sonori. Negli studi cinematografici venivano create
allora le unità separate, dedicate alla elaborazione del dialogo e del
soggetto. Tali unità erano diverse dal punto di vista della
schematizzazione degli elementi introdotti. Fino ad oggi, questo aiutava
agli attori a distinguere tra il parlato e le azioni da fare. Anche dal
punto di vista del layout il sistema europeo non è uniforme (vedi “Layout
delle sceneggiature”: il metodo italiano, il metodo francese).
(3) La grammatica tipica per la sceneggiatura, usata dagli sceneggiatori.
Tale grammatica va vista sotto due aspetti:
(3.1.) Lo stile ‘manifestante’ (‘manifestation oriented style’), ovvero
l'uso delle espressioni limitate in gran parte a presentare in modo chiaro
e sintetico ciò che si potrà ascoltare e vedere sullo schermo. Tuttavia,
questo stile lascia allo sceneggiatore la massima libertà di mostrare
un'ampia gamma di soluzioni cinematografiche.
(3.2.) La codificazione, che si vede nelle modifiche delle convenzioni
comuni della narrazione. Per esempio: senza interrompere la fluidità della
narrazione, si sottolineano gli oggetti o le fonti acustiche importanti
nel corso dell'azione; si fa distinzione tra chi parla fuori campo (in
off) e chi ha il ruolo del narratore, ecc.
Infatti, la grammatica specifica della sceneggiatura si usa da quando
esistono le sceneggiature, ma negli Stati Uniti essa ha preso importanza
quando gli sceneggiatori non avevano più la garanzia di vendere le loro
opere all'interno del sistema degli studi cinematografici. Adesso, per
vendere la sceneggiatura, lo sceneggiatore deve usare lo stile
‘manifestante’, cioè il ‘manifestation oriented style’ - che facilita la
trasmissione della trama e del modo attraente in cui viene narrata.
Date le condizioni differenti del mercato dell'industria del film, in vari
paesi il formato della sceneggiatura ha una priorità diversa a seconda
degli eventuali clienti.

5. Acronimi e abbreviazioni utilizzati nello script


PPPPrimissimo piano
PPPrimo piano
PMPiano medio
PAPiano americano
FIFigura intera
CLCampo lungo
CLLCampo lunghissimo
CRCampo ravvicinato (rispetto al CL o CLL)
FCFuori campo
SOGG.Soggettiva
PANPanoramica
TKTruka: indica l'inserimento di un effetto speciale.
MdPMacchina da presa
DIDADidascalia
POVPunto di vista (cinepresa o telecamera)
CGgrafica computerizzata

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