La Donna
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La Donna
La donna nella storia della civilt sempre stata subordinata alluomo. Le differenze tra i due sessi portano il sesso maschile a prevalere su quello femminile occupando un ruolo privilegiato allinterno della societ. La donna fino dai tempi antichi stata posta in una condizione di inferiorit evolvendosi in una societ essenzialmente misogina. Molti pregiudizi che vivono ancora oggi nellimmaginario collettivo hanno radici molto lontane e sono stati influenzati dal pensiero di molti filosofi, letterati e politici. Gi a partire dagli stessi autori latini troviamo spesso ritratti di donne padrone ed ingannatrici difficili ora da ritenere veritieri . Facendo un salto di un millennio troviamo anche nel Medioevo volti di donne ingannatrici, streghe influenzate e completamente subordinate dalla presenza della Chiesa. Successivamente con il passare dei secoli la figura della donna, nonostante fosse continuamente subordinata a quella delluomo, comincia ad acquistare la sua emancipazione, la sua dignit, il suo valore. Solamente a partire dal Novecento la condizione della donna comincia a cambiare radicalmente e si pu parlare cos di donne in movimento; incominciano a formarsi corporazioni di donne che si uniscono per combattere contro tutte le discriminazioni della societ misogina. Con linizio della guerra le donne sospendono la loro rivendicazione per compiere il loro dovere di mogli, ma con la fine della guerra esse partono alla ribalta creando quei movimenti che porteranno allemancipazione femminile di inizio secolo. Questo accade principalmente in America dove la donna viene liberata da molti lavori che costretta a compiere e, grazie al miglioramento delle tecnologie, potr divenire autonoma lavorando, ma soprattutto andando a scuola. Nel XX secolo lemancipazione femminile raggiunge livelli inauditi. Le lotte femministe per la parit dei sessi crescono con unalta velocit. Nonostante ci le donne continuano ad essere sottovalutate e sfruttate; si scontrano con i pregiudizi dellinferiorit sessuale femminile divenendo spesso donna-oggetto, donnacorpo senza morale o sentimento. Proprio da questo deriva la maschilizzazione di tutte le sfere alte della societ che vede nelluomo intelligenza e perspicacia. Sempre la produzione culturale stata dominata dagli uomini che, a differenza delle donne, potevano liberare la loro forza creatrice. Anche in campo lette-
rario solo il Novecento vedr la progressiva liberazione della donna dalle catene della sua inferiorit con la conquista di mete quasi inaspettate. Ora come ora la condizione della donna nellEuropa occidentale di massima emancipazione ed indipendenza; la donna riuscita ad affermarsi in ogni ambito sociale, conquistando quella dignit che per natura si merita. Solo limmagine di essa, che forse troppo spessa viene sminuita nel campo giornalistico e televisivo, potrebbe far desiderare di nuovo il predominio maschile, ma la forza di donne che hanno lottato e che lottano tuttora per affermarsi non solo come corpo ma soprattutto come intelletto smentisce completamente certe rivendicazioni di predominio. Paola Veschi
LA CONDIZIONE DELLA DONNA IN ATENE In Atene la donna non gode di diritti politici n giuridici. La citt principalmente un mondo di uomini, e la vita del maschio adulto suddivisa tra le due attivit della guerra e della politica. In questa civilt maschilista, la donna tuttavia indispensabile per la procreazione di figli legittimi che assicurino la trasmissione dei beni di famiglia e la continuit della polis. Essa pertanto, seppur in una condizione di minorit trova il suo ambiente ideale all'interno delle pareti domestiche, ove sovrintende da padrona alle faccende svolte dalla servit, tanto pi che il marito passa il suo tempo fuori anche per pi giorni dedito ai lavori agricoli o nella partecipazione alla vita politica e giudiziaria. Rare parentesi di vita fuori casa sono per la donna le occasioni connesse con il culto. Per la vita della donna libera ateniese, dunque, il matrimonio l'evento pi importante, quello che ne fissa definitivamente il ruolo civile, a meno che non intervenga una separazione o un ripudio. Nel primo caso la donna fa ritorno alla tutela della propria famiglia, nel secondo, qualora il ripudio sia dovuto all'adulterio, la donna rovinata perch perde l'unico diritto civile che le riconosciuto, quello di partecipare alle cerimonie pubbliche a lei riservate, rappresentando la famiglia con dignit matronale. Il matrimonio non ha una precisa istituzionalit giuridica, in quanto condivide gli aspetti di consuetudine che sono propri di tutto il diritto greco. Esso si formalizza all'atto della egge, pegno o garanzia, cio di un impegno verbale privato, assunto da due famiglie in presenza di testimoni, mediante il quale il padre consegna la ragazza allo sposo. La giovane diventa una sposa legittima dal giorno in cui inizia la coabitazione: questa pu seguire immediatamente, ma pu anche essere rinviata. E' significativo il caso della sorella di Demostene, che il padre aveva legato con una promessa di matrimonio poco prima di morire, quando la figlia aveva solo cinque anni. Si tratta di un caso estremo, ma utile a capire che il matrimonio era un contratto legato alla successione dei beni di famiglia, certo non era il frutto della libera scelta di due giovani. Questa particolare fisionomia patrimoniale ne determinava la forza e, nel frattempo, la debolezza. Il matrimonio, cos concepito, doveva prevedere poca intimit e poco vero amore tra i coniugi. Ci comportava necessariamente un deterioramento dei rapporti uomo-donna, che diede vita anche in campo letterario a una vasta produzione misogina. A cura di Paola Veschi e Alessia Ratti
Nella antica Grecia la donna vive tutta la vita sottoposta all'autorit di un padrone che normalmente prima il padre e poi il marito: la donna libera non differisce dagli schiavi per quanto riguarda i diritti politici e giuridici. La sfera di influenza di cui gode esclusivamente la casa: la donna sposata che gode della fiducia dello sposo governa la casa con autorit e per gli schiavi essa la padrona. Ma ella priva di diritti, dipende completamente dal marito, e la fiducia di cui gode pu essere rievocata in qualsiasi momento. A Sparta, dove la preoccupazione era di migliorare i geni dei futuri guerrieri, si incoraggiava l'educazione fisica delle ragazze al pari di quella dei ragazzi, per cui si potevano vedere giovani Spartani con vesti corte e cosce nude. Comunque anche se le giovani Spartane erano agili e muscolose, la possibilit di uneducazione intellettuale mancava a loro come alle ragazze di Atene. Venivano loro date solo poche nozioni pratiche sui lavori domestici pi qualche elemento di lettura, di calcolo, talvolta di musica e di danza (famosi sono i cori di giovinette a Sparta). Queste gravi lacune nell'educazione delle ragazze spiegava la mancanza di comunione intellettuale tra moglie e marito, che era generalmente ben istruito. A Sparta almeno giovani e ragazze si conoscevano di vista prima del matrimonio ed erano addirittura al corrente della loro autonomia, mentre ad Atene i futuri sposi potevano non essersi mai visti. In questa concezione di matrimonio le considerazioni economiche dominano ancora le idee morali. Nell'Atene classica, infatti, il padre cede la figlia al futuro sposo con un atto legale, confermato e accompagnato dall'assegnazione della dote, che garantisce la legittimit dell'unione e dei figli che ne saranno frutto. Si riteneva che, per contrarre un matrimonio conveniente, l'uomo dovesse sposare una ragazza del suo stesso ambiente, n inferiore n superiore: ci a cui si dava risalto era la prosperit materiale della famiglia e, ovviamente, la fecondit della donna. Stando cos le cose, difficile immaginare che tra gli sposi ateniesi dell'et classica ci fosse una reale comunanza di spirito e di sentimenti, un affetto coniugale, ed erano scarsi lo scambio intellettuale e il vero amore tra gli sposi: le mogli legittime erano considerate unicamente come madri di famiglia e guardiane del focolare. DONNE A LESBO
Il matrimonio rappresentava l'evento culminante della vita del taso; infatti il principale obiettivo a cui le ragazze si sono preparate grazie all'educazione di Saffo. La cerimonia nuziale aveva luogo di sera, quando apparivano le prime stelle e durante la processione che accompagnava la sposa nella casa del novello sposo veniva cantato un inno nuziale, un imeno, fino al mattino successivo venivano poi eseguiti altri canti.
L'apparizione della stella della sera rappresenta l'inizio della cerimonia e uno dei temi ricorrenti proprio l'invocazione a Espero: Espero, tutto riporti quanto disperse la lucente Aurora: riporti la pecora, riporti la capra, ma non riporti la figlia alla madre. Trad. S.Quasimodo A cura di Paola Veschi e Alessia Ratti
LA CONDIZIONE DELLA DONNA IN GRECIA E A ROMA NELLETA CLASSICA Nell'et antica, in Grecia, la donna era totalmente sottomessa all'uomo. Quando aveva raggiunto l'et per sposarsi una ragazza passava dall'autorit paterna a quella del marito. Un donna ateniese, a differenza di suo marito, trascorreva l'intera giornata in casa, dirigendo i lavori domestici eseguiti dalla servit e organizzando la vita familiare. Essa infatti usciva solo per partecipare alle feste religiose, le uniche attivit che l'avrebbero potuta far uscire dalle mura domestiche venivano svolte dal marito o dalla servit. La donna ateniese era inoltre esclusa dall'educazione, sia intellettuale che fisica (a differenza della donna spartana che si poteva allenare nelle palestre). In epoca romana la donna cominciava invece ad acquisire molti pi diritti e molti pi privilegi, soprattutto grazie al progressivo indebolimento dei valori legati alla patria potestas. La donna aveva infatti ottenuto il rispetto da parte dei figli e soprattutto aveva ottenuto la custodia della prole in caso di cattiva condotta del marito. Dopo l'impero di Adriano se una donna aveva pi di tre figli acquistava il diritto di successione ad essi se il defunto non aveva eredi. La donna romana, sposandosi, passava direttamente dalla casa del padre a quella del marito. Nell'et repubblicana per la donna viveva in condizione di subalternit al marito. Il ruolo della donna nella nuova famiglia era anche chiarito dalla parola matrimonio, che deriva appunto dal vocabolo madre. Un'unione stabile fra l'uomo e la donna era riconosciuta ufficialmente solo per la ragione di perpetuare la propria stirpe mettendo al mondo dei figli. Le caratteristiche fondamentali che una donna doveva avere nell'et repubblicana erano la prolificit, la remissivit, la riservatezza. In et imperiale la donna viveva libera in casa assieme al marito, godendo di grande autonomia e dignit. In questo periodo si siedono sul trono imperiale numerose donne degne del titolo di Augusta, donne che seguivano il loro marito in ogni decisione. Spesso infatti le mogli di uomini politici preferivano morire affianco al marito piuttosto che abbandonarlo. Molti antichi scrittori non esitano infatti ad esaltare il grande eroismo e la grande virt che erano stati raggiunti dalla donna. Durante il periodo imperiale notiamo che il numero di figli per ogni famiglia si era notevolmente ridotto, infatti in quel periodo la donna aveva iniziato anche ad interessarsi a nuove questioni. La donna infatti stava cominciando a partecipare alla vita politica e stava nutrendo un particolare interesse per i processi
giudiziari. Numerose donne si dedicarono alla letteratura e alla grammatica, riuscendo quasi a superare alcuni fra i pi illustri letterati dell'epoca. Molte donne si dedicarono inoltre alla caccia. Purtroppo la donna imit pi i vizi che le virt dell'uomo. Le donne che non praticavano sport iniziarono invece a mangiare in modo sregolato, ingrassando a dismisura. Si cominci a diffondere anche l'adulterio da parte delle donne, nonostante una legge promulgata da Augusto che condannava gli adulteri all'esilio. La donna raggiunse un ulteriore grado di emancipazione infatti divenne punibile anche l'adulterio maschile. Il matrimonio, in epoca romana, era molto instabile. All'inizio era solo il marito ad avere il diritto di ripudiare la moglie, successivamente anche la donna acquis questo diritto, ma poteva esercitarlo solo nel caso in cui essa era rimasta orfana di entrambe i genitori. Con la legislazione di Augusto riguardo il divorzio la donna ottenne il diritto di avere restituita la dote in caso di separazione dal marito. La donna aveva il compito di cerare e di istruire i figli fino all'et di sette anni, poi passavano sotto la tutela del padre. L'istruzione femminile terminava all'et di dodici anni, l'et minima stabilita da Augusto per sposarsi. A dodici anni la donna era ormai in et da marito, quindi l'esperienza della vita domestica avrebbe contribuito al miglioramento di quelle che sarebbero state la qualit fondamentali di una buona moglie. A cura di Acerbi Daniela e Ferrandi Claudia
Nel mondo romano dominava, sul piano teorico, una radicata misoginia, che attingeva le proprie giustificazioni nella medicina e nella filosofia greca. La donna rappresentava una mutazione degenerativa della specie ed era considerata psicologicamente e spiritualmente inferiore all uomo. La donna era vista come un" UOMO IMPERFETTO" , paragonabile al fanciullo, che per aveva il vantaggio di crescere e quindi di sottrarsi a tal stato di soggezione, destinato invece per la donna ad essere permanente. A Roma le donne libere non erano mai titolari di diritti politici e non potevano esercitare autonomamente neppure i propri diritti civili, in quanto dovevano passare sempre attraverso il consenso del PATER FAMILIAS. Un simbolo significativo di questo ruolo passivo della donna nella citt romana rappresentato dal fatto che, a differenza degli uomini, le donne non venivano designate con tre nomi, ma solo con il GENTILIZIO e il COGNOMEN; erano perci prive di PRAENOMEN, o nome individuale, a sottolineare il loro totale assorbimento dalla famiglia, di cui venivano considerate una frazione anonima. Lunica funzione civilmente e politicamente utile rico-
IL MATRIMONIO
Il matrimonio poteva essere celebrato in due modi. Il primo era detto CONVENTIO IN MANUM: il marito poneva la sua "mano" sulla donna, che passava cos dal potere del padre a quello del marito: con tale atto il marito acquistava il diritto di propriet sulla donna e la tutela dei suoi beni patrimoniali. Tale matrimonio veniva definito una COEMPTIO, cio una vera e propria compravendita, nel corso della quale la donna veniva comprata. Esisteva anche un secondo tipo di matrimonio, detto SINE MANU, senza mano. Quando la sposa era ricca si preferiva questo tipo di matrimonio, perch le propriet della donna rimanevano alla famiglia stessa. LA DONNA COME PROPRIETA
Nella societ romana vigeva il principio dell USUS: l uso, per un anno di una cosa mobile, e per due anni di una cosa immobile sanciva il diritto alla propriet della cosa in questione. Anche la donna poteva essere " usata" per un anno, dopo di che diventava propriet del marito. Il TRINOCTIUM per consentiva alla donna di allontanarsi per tre notti dalla casa coniugale prima che l anno scadesse. LA MISOGINIA Con questo frammento, un brano di satira antifemminile che si ricollega ad una lunga tradizione diffamatoria e misogina della poesia giambica, Semonide di Amorfo mira a denigrare ogni tipo di donna paragonandola in tono sprezzante ad un animale o ad un elemento naturale con cui abbia in comune qualche carattere. Questo atteggiamento negativo nei confronti della donna un elemento caratterizzante del pubblico del simposio, al quale il poeta indirizza questi versi: le femmine rappresentavano la parte debole della comunit e questo genere di componimenti tende a ribadirne la naturale e irrevocabile condizione di inferiorit e comunque manifesta una serie di luoghi comuni riguardanti luniverso femminile, cos da ridimensionare almeno in parte la posizione antifemminile del poeta. IL BIASIMO DELLE DONNE Lindole della donna Dio la fece diversa. Una deriva dalla scrofa setosa; la sua casa una lordura, un caos, la roba rotola per terra. Lei non si lava; veste panni sozzi e stravaccata nel letame ingrassa. Unaltra Dio la fece dalla volpe matricolata: quella che sa tutto; non c male n bene che le sfugga. Dice, s, bene al bene e male al male, ma sadegua agli eventi e si trasmuta. Come sua madre quella che deriva dalla cagna: curiosa di sentire e di sapere, vagola, perlustra; anche se non c unanima, si sgola, e non la calmi n con le minacce, n se tarrabbi e le fracassi i denti con un sasso, n a furia di blandizie, neppure stando in casa daltri: insiste
quelleterno latrato senza scopo. Una gli di la fecero di terra e la diedero alluomo: minorata, non ha idea n di bene n di male. Una cosa la sa: mangiare. E basta. Se Dio manda un dannato inverno, bubbola, ma lo sgabello al fuoco non laccosta. Viene dal mare unaltra, e ha due nature opposte: un giorno ride, tutta allegra, s che a vederla in casa uno lammira ("non c al mondo una donna pi simpatica, non c donna migliore"). Un altro giorno non la sopporti neppure a vederla o ad andarle vicino: fa la pazza, e che saccosta, guai! Pare la cagna coi cuccioli, implacabile: scoraggia nemici e amici alla stessa maniera. Come il mare che sta sovente calmo, nellestate, e sovente in un fragore di cavalloni sagita e sinfuria. Tale lumore di una donna simile: anche il mare ha carattere cangiante. Una viene dallasina, paziente alle botte. Costretta e strapazzata, il lavoro lo tollera. Se no mangia, rincantucciata, accanto al fuoco; avanti notte, avanti giorno, mangia. Cos, come si prende per amante chiunque venga per fare lamore. Gena funesta quella della gatta: non ha nulla di bello o di piacevole, non ha nessuna grazia, nessun fascino. Ninfomane furiosa, sta con uno e finisce col dargli il voltastomaco. E rubacchia ai vicini, e spesso ingoia le offerte prima di sacrificarle. Nasce dalla cavalla raffinata, tutta criniera, unaltra. Ed ecco, schiva i lavori servili e la fatica, la macina, lo straccio, limmondizia e la cucina (teme la fuliggine). Anche allamore si piega per obbligo. Si lava tutto il giorno la sporcizia, due, tre volte, si trucca, si profuma. Sempre pettinatissima la chioma fonda, fluente, ombreggiata di fiori. Una simile donna uno spettacolo bello per gli altri: per lo sposo un guaio. A meno che non sia principe o re, che di simili cose si compiaccia. La prole della scimmia: questo il guaio pi grave che da Dio fu dato agli uomini.
Bruttezza oscena: va per la citt una tal donna e fa ridere tutti. E senza collo, si muove a fatica, niente natiche, tutta rinsecchita. povero chi labbraccia, un mostro simile. Ma la sa lunga, ha i modi della scimmia. La gente la deride? Se ne infischia. Certo, bene non fa: non mira ad altro n pensa ad altro tutta la giornata che a far del male, e a farne pi che pu. Una viene dallape: fortunato chi se la prende. E immune da censure lei sola; fonte di prosperit; invecchia col marito in un amore mutuo; madre di figli illustri e belli. E si distingue fra tutte le donne, circonfusa di un fascino divino. Non le piace di stare con le amiche se largomento dei discorsi il sesso. Fra le donne che Dio largisce agli uomini ecco qui le pi sagge, le migliori. trad. F. M. Pontani
LA PROSTITUZIONE IN GRECIA
Si pu pensare che la prostituzione sia sempre stata praticata in Grecia sotto varie forme. Agli inizi del VI secolo a.C. fin il periodo della prostituzione incontrollata, quando il legislatore Solone istitu i primi bordelli di Atene, per facilitare gli adolescenti intraprendenti ed evitare che commettessero adulterio con donne rispettabili. Si dice che Solone, con il denaro incassato da queste prime case chiuse, fece costruire in Attica il tempio dedicato ad Afrodite Pandemo, la dea patrona dell'amore a pagamento (Ataneo, 13,569) In greco la parola "prostituta" prne, e deriva del verbo prnemi (vendere), ossia colei che in
vendita. Inizialmente la parola descriveva soltanto la professione e non aveva il significato dispregiativo che assunse successivamente. Le prostitute erano schiave o ex schiave liberate, ma potava trattarsi anche di meteci, ossia libere, ma straniere immigrate, o bambine abbandonate, oppure di donne ateniesi cadute in rovina. Ad Atene indurre una donna alla prostituzione era assolutamente proibito e punito da una legge istituita da Solone. Sappiamo da Plutarco che: "Se qualcuno funge da lenone, la pena un'ammenda di venti dracme, a meno che non si tratti di quelle donne che manifestamente si danno a quanti le paghino. E comunque, nessuno deve vendere le proprie figlie o sorelle, a meno che non abbia sorpreso una ragazza non sposata a concedersi a un uomo"(Solone 23). I lenoni erano uomini o donne delle pi basse condizioni sociali che sfruttavano una o pi prostitute; il lenocinio, se denunciato e provato, poteva comportare anche la pena di morte: "La legge del IV secolo a.c. sancisce che i lenoni, donne o uomini, debbano essere denunciati, e quelli tra loro trovati colpevoli, essere condannati a morte"(Eschine) Le prostitute entravano in varie categorie, a seconda dei luoghi e dove esercitavano le professione: perci c'erano le chamaitypa, la categoria pi antica, cos chiamate perch lavoravano all'aperto, sdraiate; le peripattikes (passeggiatrici), che trovavano i clienti passeggiando e poi li portavano nelle loro case; le gephyrides, che lavoravano nelle vicinanze dei ponti; altre ancora frequentavano i bagni pubblici, ed infine c'erano quelle che lavoravano negli oikskoi( piccole case, bordelli). A Poco a poco il numero dei postriboli aument e, a quanto ci dice Ateneo, nessuna citt aveva tante prostitute quanto Atene, fatta eccezione di Corinto, dove veniva praticata la "Prostituzione Sacra" La tariffa per una visita a un postribolo nel V secolo era di solito di un obole (sei oboles corrispondevano a una dracma), come ci informa lo storico Ateneo (13, 568-9), ma le ragazze potevano essere pagate anche in natura. Il costo corrispondeva al guadagno giornaliero di un operaio manuale senza alcuna specializzazione. Numerose sono le illustrazioni che rappresentano scene dalle case di piacere, ma la stragrande maggioranza ritrae l'ammissione di clienti, la trattativa con la donna, il pagamento e molto raramente l'atto sessuale in s. Probabilmente le uniche illustrazioni di coito in un postribolo, e che si possono certamente identificare con quello, sono su una copertura di uno specchio del IV secolo a.C. Nella parte interna ed esterna sono raffigurate due coppie che fanno l'amore. Ci che distingue il luogo dove si svolge l'atto sessuale, sono i letti.
CAMBIAMENTO DELLE CONDIZIONI DELLA DONNA DALL'ETA' ROMANA AL CRISTIANESIMO Con la nascita del Cristianesimo non muta il modo di fare selettivo dei Romani. Difatti l'infante poteva essere ripudiato dal padre ed essere "esposto" in pubblico. Questo accadeva spesso alle bambine, poich erano quasi di peso, dato che a Roma leredit era divisa tra i figli , e le figlie erano un ulteriore impoverimento delle parti. I bambini venivano esposti in piazza o fuori dalluscio e chi voleva poteva adottarli, ma con la stessa indifferenza potevano annegarli. Dice infatti Seneca: "Bisogna separare ci che valido da quello che non serve a nulla." Per quanto riguarda l'istruzione se superava questo primo esame la ragazzina veniva affidata ad un pedagogo o nutritor ed una nutrice che spesso erano amati pi dei genitori. Spesso il nutritor e la nutrice erano agli ordini della nonna paterna che decideva gli svaghi ed i doveri del nipote. Questo succedeva tra i patrizi fino al tardo impero, poi non si vide pi la necessit di istruire le donne, queste dovevano solamente saper leggere la Bibbia essendo "la coscienza" del marito, consigliandolo insieme al parroco della famiglia sulle decisioni di tipo etico. Per qunto riguarda la vita matrimoniale sotto la tarda Repubblica le mogli degli uomini pubblici erano state trattate come esseri marginali, che dirigevano la casa, davano ordini ai servi, che poco o nulla contribuivano al carattere pubblico dei mariti. Venivano trattate come "tenere creature", ma in sostanza potevano fare quel che volevano fintanto che questo non venisse ad interferire con la vita pubblica dei mariti. Il divorzio era rapido; ladulterio, anche se talvolta poteva scatenare una terribile vendetta contro la moglie ed il suo amante, non influiva in alcun modo sulla posizione pubblica del marito. Nellet degli Antonini croll questo senso di indifferenza. Un interessante esempio di ci che prima sulle monete la concor-
dia era simboleggiata da due uomini che si stringevano la mano destra, poi apparve una donna: la prima ad apparirvi fu Faustina minore, moglie di Marco Aurelio. Questa intromissione nella vita privata trov il suo culmine nel Cristianesimo, dove qualsiasi infrazione della vita coniugale era fonte di vergogna e di scherno. Difatti ladulterio divenne un reato punibile con la morte. Nella vita in famiglia la matrona romana spesso era la curatrice suprema della casa e di frequente aveva le chiavi della cassaforte. Dava gli ordini agli schiavi e le direttive alle domestiche, era un disonore non essere degne di saper amministrare la domus. Un giorno la cognata di Cicerone fece una scenata: si sentiva estranea poich avevano incaricato una domestica di preparare la colazione. Questo daltronde era lunico modo per ammazzare il tempo per le matrone. Dobbiamo pensare che la matrona non faceva nulla senza un qualche schiavo, nemmeno allacciarsi le scarpe! Queste persone erano cos abituate agli schiavi che non si accorgevano della loro presenza: Orazio dice: " Ho labitudine di passeggiare da solo"; cinque versi dopo veniamo a sapere che lo accompagna uno dei suoi tre schiavi. Cos le matrone per conservare il decoro venivano sempre accompagnate dalle ancelle o comites e da un custos. Vivevano in una specie di prigione ambulante. Ma non era cos terribile la vita delle donne a Roma, loro godevano della parit con gli uomini quanto a diritto successorio. Avevano la propria dote e spesso, essendo pi ricche del marito, ne rifiutavano lautorit. Comunque ladulterio non era un divieto cos netto, non era uno scandalo cos grave se la matrona aveva una relazione con il custos o il marito con unancella, in quanto, ricordiamocelo, spesso questi erano matrimoni di interesse. Anzi, non si cercava di nascondere al pubblico lo scandalo, lo si proclamava e si prendeva come offesa della moglie al marito. Difatti il matrimonio era un dovere del cives romano e ladulterio era unaffermazione dellimpossibilit del marito di compiere questo dovere. Gli stoici dicevano: " Sposarsi un dovere del cittadino" e, "Se si vuole esser un uomo dabbene bisogna fare allamore solo per procreare dei figli, lo stato matrimoniale non serve ai piaceri venerei". La seconda morale sar ripresa dal Cristianesimo in quanto la nuova morale vedeva nellamplesso un peccato carnale. Bibliografia: P. Aris, G. Duby, La vita privata dallImpero allanno mille A cura di Veschi Paola e Ratti Alessia
L'entrata nel mondo di una bambina, anche nel Rinascimento, non suscitava la gioia che accompagnava la nascita di un maschio. Se la conseguenza della nascita di un erede maschio comportava, a volte, anche il condono di debiti, o la concessione della grazia ai prigionieri, il tutto condito da festeggiamenti sfarzosi, una figlia regalava sempre una certa preoccupazione ai genitori. Una femmina non solo non perpetuava il nome della famiglia, ma doveva essere allevata al riparo dalle tentazioni pericolose, e doveva essere accasata, con tutto il peso economico che questo significava. Educazione femminile L'educazione femminile fu una vera e propria innovazione di questo periodo, anche se la maggioranza la riteneva ancora una cosa non necessaria, o addirittura dannosa! Sin dall'infanzia le bimbe venivano sorvegliate, perch non avessero troppi contatti con i servi o gli schiavi, persone poco raccomandabili. Per evitare questo tipo di inconvenienti, erano mandate in convento, dove potevano studiare e stare al riparo dalle cattive compagnie, fino agli undici-dodici anni. Uscite dal convento, le ragazze erano pronte ad imparare i loro doveri di donne, per divenire delle perfette spose, sotto la guida materna. Innanzi tutto dovevano avere una conformazione fisica adatta alla procreazione di numerosi figli, ed essere sane, in modo da dare al marito eredi forti e robusti. Oltre alle caratteristiche fisiche, dovevano anche possedere delle precise qualit morali. La perfetta sposa era pulita negli abiti e nel corpo, discreta, modesta e, soprattutto, onesta. Doveva rispettare ed ubbidire ai suoi parenti, cosa che lasciava supporre che sarebbe stata fedele nel matrimonio; doveva saper filare, cucire e accudire un'abitazione. Le caratteristiche qui elencate non dovevano essere tipiche solo della futura sposa, ma anche di tutte le donne della sua famiglia, poich si riteneva che "quale la famiglia, tale la figlia!". I parenti del futuro marito indagavano, quindi, sugli ascendenti delle giovani pretendenti al matrimonio, inoltravano le ragazze allo sposo, e questi sceglieva la sua consorte, non sulle basi di un presunto amore, bens vagliando i vantaggi di un'alleanza con una famiglia, piuttosto che con un'altra.
Panoramica Panoramica sulle scrittrici italiane Da un paragone con le scrittrici di lingua inglese, il numero e la qualit di quelle italiane risulta decisamente inferiore. Manca in Italia una ricca e solida tradizione di scrittura femminile alla quale rifarsi; mancano le Austen, le Bront, le Eliot e le altre grandi voci di donna da cui trarre forza. Non altrettanto comune la presenza di un gran numero di donne che, fin dal secolo scorso e anche prima, hanno fatto della scrittura una professione. Per rintracciare una tradizione di scrittura femminile bisogna, per l'Italia, risalire pi indietro nel tempo. Nel Medioevo e nel Rinascimento le donne che scrivono sono relativamente abbondanti, anche se limitate a certe categorie privilegiate: le religiose, soprattutto nel Medioevo, e poi, nel Rinascimento, le aristocratiche da un lato e le cortigiane da un altro. Le scrittrici del Rinascimento scrivono per lo pi poesie e lettere, ma anche opere femministe: ne sono un esempio Il merito delle donne di Moderata Fonte e La nobilt et eccellenza delle donne et i difetti e mancamenti degli huomini di Lucrezia Marinelli. Dopo il Rinascimento per le donne c' sempre meno spazio: le ragazze che ricevono un'istruzione, anche nelle classi agiate, sono ancora meno che nei secoli precedenti e, di conseguenza, cala il numero delle opere pubblicate e conservate. Tra i libri di memorie riproposti di recente ci sono, per il 1600, La semplicit ingannata e La tirannia paterna di Arcangela Tarabotti e, per il 1700, le Memorie dal chiostro di Enrichetta Caracciolo. Sempre nel Settecento non mancano poetesse, soprattutto nell'Arcadia; una di esse, Fidalma Partenide (Petronilla
Paolini Massimi), tra le poche a denunciare nelle sue opere la condizione delle donne. A differenza che in Francia, per, l'Illuminismo sembra aver illuminato poco la strada delle scrittrici italiane. Per tutta la prima met dell'Ottocento le donne che scrivono continuano ad appartenere ad una ristretta lite che ha la possibilit d'istruirsi solo grazie agli insegnamenti di padri, fratelli o precettori. Solo dopo l'unificazione d' Italia verranno aperte, a partire dal 1870, scuole pubbliche anche per le bambine e le ragazze che, solo verso la fine del secolo e gli inizi del successivo, iniziano a scrivere per professione. Alle poesie, alle lettere e ai diari che, per quasi tutto l'Ottocento, costituiscono la produzione della maggior parte delle scrittrici, si aggiungono i romanzi e gli articoli di giornale. Il romanzo, genere che per la sua novit e flessibilit stato il pi naturale sbocco per le scrittrici, diventa anche in Italia il settore privilegiato dalle donne che vogliono guadagnarsi da vivere scrivendo. Lo diventa pi tardi anche in Francia e in Inghilterra, ma non con gli stessi risultati e in maniera cos massiccia, non essendoci un altrettanto vasto pubblico di lettrici a cui rivolgersi. Quasi sempre i romanzi scritti a cavallo tra Otto e Novecento sono molto interessanti, anche per come si rapportano al femminismo, che in quegli anni incomincia a organizzarsi in gruppi di tendenza pi o meno radicale e a pubblicare numerosi periodici. Pi tardi, agli inizi del fascismo, le scrittrici e pittrici appartenenti al movimento futurista rappresentarono un gruppo ancora pi contraddittorio di donne che cercarono, in alcuni casi, di conciliare il proprio desiderio di affermazione con l'ideologia misogina del movimento e, in altri, accettarono completamente un ideale di donna vista in funzione dell'uomo. Tra le scrittrici che hanno incominciato a pubblicare i loro romanzi durante o nel primo decennio dopo la guerra compreso il numero forse pi alto in assoluto di narratrici di grande qualit, ciascuna con un suo stile del tutto personale e inconfondibile. Tra queste ricordiamo in particolar modo Ada Negri e Sibille Aleramo. Oltre ad Anna Banti ed Elsa Morante, le altre ottime narratrici di questo gruppo sono Anna Maria Ortese, Fausta Cialente, Gianna Manzini, Natalia Ginzburg, Lalla Romano e Maria Bellonci, ma nessuna di loro pu essere comunque definita femminista. Chi invece, in anticipo sui tempi, ha usato nei suoi romanzi tematiche femministe stata Alba De Cspedes, che per ha scontato questa scelta con un insufficiente riconoscimento, a suo tempo, dalla critica ufficiale e, pi tardi, da quella femminista. Le tantissime scrittrici di romanzi e racconti della generazione seguente, aggiungendosi alle precedenti, hanno gradualmente portato la percentuale di donne nella narrativa italiana a valori sempre pi alti, fino a costituire, in questi ultimi decenni, una presenza massiccia che, se non sembra per ora annoverare maestre della statura di Morante o Banti, comprende un buon numero di valide scrittrici. In particolare gli anni sessanta-settanta hanno visto una vasta produzione femminista. Dacia Maraini tra le pi eclettiche, scrive romanzi, poesie e saggi. Gli anni ottanta e novanta confermano la tendenza ad un aumento del numero di scrittrici che, con sorpresa e sgomento dei pi distratti, ottengono riconoscimenti di critica e di pubblico. Tra le pi note ricordiamo Paola Capriolo, Susanna Tamaro, Isabella Bossi Fedrigotti, Marta Morazzoni, Lidia Ravera. Ma ne andrebbero ricordate molte altre, la cui produzione va dalla narrativa, alla saggistica, agli interessanti esempi di contaminazione linguistica. A cura di Mara Borelli e Sacchi Greta
PETRONILLA PAOLINI MASSIMI Petronilla Paolini Massimi, figlia di Silvia Argoli, nacque a Tagliacozzo nel 1663. Costretta dal marito, il marchese Francesco Massimi, pi vecchio di lei, a ritirarsi in convento, si dedic alla poesia. Di erudizione non comune, merit di essere ascritta nellArcadia con il nome di Fidalma Partenide. Scrisse numerose liriche che furono incluse nelle Rime degli arcadi, ma anche drammi per musica. Basta leggere
alcune delle sue rime melanconiche per renderci conto dellesistenza travagliata della scrittrice; ne fa la prova lultima terzina di un suo sonetto, ritenuto come capolavoro, scritto sullOrologio: "Ah! Di tante che ti escono dal seno, Macchinetta gentile, unora sola segna unora per me felice almeno". Mori a Roma nel 1726 e la sua salma riposa in SantEgidio di Trastevere sotto unonorifica epigrafe. La ragion di stato monacale nel pensiero di Arcangela Tarabotti Arcangela Tarabotti era la prima figlia di una ricca famiglia veneziana. Nacque lievemente zoppa e il convento le fu destinato fin da piccola. La storia molto simile a quella di Gertrude, la monaca di Monza di cui parla Manzoni: e il fenomeno delle monacazioni forzate era ben noto anche alle gerarchie ecclesiastiche, che infatti introdussero con il Concilio di Trento delle contromisure, che restarono per in buona parte sulla carta, poich nei fatti chi conduceva i monasteri era connivente con la famiglia di provenienza, per cui le pressioni morali e materiali esercitate nei confronti delle novizie erano all'ordine del giorno. Il convento ci guadagnava ogni volta una dote che, pur essendo inferiore a quella richiesta per un matrimonio, era sempre comunque consistente; inoltre le novizie si sarebbero mantenute con diversi lavori: ricami, dolci, manufatti vari; insomma per i conventi era un vero affare, al quale difficilmente rinunciava. Mantenere in casa una figlia zitella, se la madre era in vita, sarebbe stato, invece, per la famiglia alquanto indecoroso. Piuttosto che rinunciare ai voti delle novizie, le badesse e i vescovi erano disposti a chiudere un occhio su eventuali scappatelle. Anche Arcangela prese i voti, ma poi la sua insubordinazione si rivel subito nella passione per la lettura di libri "profani", che le erano procurati da suo cognato. Spesso la sua cella fu perquisita e i libri profani trovativi furono dati alle fiamme. Ma l'escamotage di dichiarare di avere avuto una visione, in cui Dio stesso le aveva detto che doveva scrivere, le permise di dar vita alla sua famosa trilogia sulla vita dei conventi. Nei suoi libri Arcangela descrive con accuratezza di particolari l'orrore della vita in convento, gli scherzi pesanti delle monache anziane nei confronti delle novizie (episodi di nonnismo), le rivalit, la totale mancanza di vocazione di quasi tutte le sue sorelle, fattesi monache per i motivi pi disparati. Ma Arcangela va oltre, non si limita alla denuncia delle cose, ma analizza e comprende la ragione politica di quello che succede: l'ordine patriarcale che si esprime nella connivenza fra il padre e il confessore, un ordine di cui la madre la prima garante. Le madri infatti sapevano che le figlie venivano monacate a forza, ma si guardavano bene dall'intervenire. In teoria esisteva la possibilit di un ripensamento: ma una volta uscite, di cosa avrebbero vissuto? La famiglia non le avrebbe mai riprese, non avrebbero saputo come vivere, e per questo probabilmente Arcangela non prov neppure quella strada. I casi di "ripensamento accettato" erano infatti pochissimi: uno di questi avvenne qui a Milano, nel Seicento, protagonista una certa Teresa Pietra, che per aveva alle spalle un inglese che la sostenne nelle spese del processo e la spos quando finalmente riusc a lasciare il monastero. Greta Sacchi e Mara Borelli
Marie, marquise du Deffand (1697-1780) Originaire du Lyonnais, elle fut leve dans un couvent bndictin Paris. En 1718, elle pousa le marquis du Deffand, qu'elle n'estimait gure. tait une femme de lettres dont le salon tait frquent par tout ce que l'Europe comptait de gens lettrs, crivains, artistes, grands seigneurs. Son intelligence et ses dons de conversation exeraient une vritable fascination mme si elle souffrait de ccit. la mort de son mari, elle s'installa au couvent de Saint-Joseph, rue Saint Dominique, dans les appartements jadis occups par Mme de Montespan, o, partir de 1749, elle tint un salon tapiss de moire bouton d'or qui brilla du plus vif clat : philosophes, artistes, crivains et aristocrates cultivs s'y runissaient Parmi ses invits notons le prsident Hnault (son amant qui l'introduisit chez la duchesse du Maine o elle rencontra de nombreuses personnalits du monde des lettres, des sciences et des arts.); Pont de Veille, Turgot, Montesquieu, le duc de Choiseul, le chevalier de Boufflers, dAlembert, Edward Gibbon, Fox, Benjamin Franklin, Horace Walpole, Jean Franois La Harpe, Mademoiselle Clairon, Jean-Jacques Rousseau, Julie de Lespinasse ; si Voltaire et D'Alembert furent ses plus intimes convives, on rencontrait aussi chez elle des crivains aussi illustres que Fontenelle, Marivaux ou Sedaine, des philosophes comme Helvtius, des sculpteurs comme Falconet, des architectes comme Soufflot ou des peintres comme Van Loos ou Vernet. Devenue aveugle en 1752, elle prit pour lectrice Mlle de Lespinasse, qui la quitta avec clat en 1763 pour ouvrir son propre salon. La marquise lie ainsi un commerce pistolaire europen avec ceux auxquels elle rserve les honneurs de son hospitalit. Sa correspondance avec M. de Bernstorff, envoy extraordinaire du roi de Danemark, le baron de Scheffer, envoy de Sude, le Genevois Saladin, Voltaire ou Horace Walpole nous la montre femme savante, spirituelle et sceptique. De ces changes dont Mme du Deffand tient habilement les rnes, il ressort une image contraste de Paris dont ma communication rendra compte : les jugements passionns d'trangers, initis la vie parisienne, compensent la rpulsion qu'prouvent d'autres. L'image de "la statue de Nabuchodonosor, en partie or, en partie fange" dont use Voltaire dans une lettre adresse le 9 Janvier 1739 au Comte de Caylus, pourrait servir de point de dpart une rflexion sur le double caractre de Paris, lieu du raffinement intellectuel, de la civilit mondaine et theatrum mundi, revers sombre toujours prsent dans l'vocation d'un "grand monde", vou l'ennui et l'amour-propre, rsurgence d'un topos cher aux moralistes et aux prdicateurs du XVIIe sicle.
Claudine Alexandrine Gurin, marquise de Tencin, est la fille d'un parlementaire grenoblois. A l'ge de 16 ans, elle est contrainte par sa famille d'entrer en religion ; elle prononce ses vux au monastre des Dominicaines de Montfleury. Avec l'aide de son frre Pierre, futur archevque d'Embrun puis de Lyon, elle russit s'enfuir sans attendre d'tre releve de ses vux, et elle part pour Paris o elle ne tarde pas devenir clbre. Sa renomme vient d'abord de sa vie amoureuse mouvemente ; parmi ses amants, on compte d'Argenson, l'abb Dubois et le chevalier Destouches dont elle aura un fils, le futur d'Alembert. Elle gre un important salon, o elle rassemble les plus grands noms des Lettres et des Arts : Fontenelle, Montesquieu, Prvost, Marivaux Elle publie anonymement des romans qui obtiennent quelque succs : "Mmoires du Comte de Comminges", "le Sige de Calais" ou "les Malheurs de l'amour" reoivent l'attention pour les thmes affronts: le conformisme ambiant et des revendications fminines.
DE MADAME DE LA FAYETTE Marie-Madeleine Pioche de la Vergne est ne d'une famille noble. En 1649 elle perde son pre et sa mre se remarie avec le chavalier de Svigne et puis elle va en Anjou. En 1651 elle devient demoiselle d'honneur de la reine mre Anne d' Autriche.Elle se mairie et a deux fils, mais puis elle se separe de son mari e s'installe Paris; o elle tient un salon frquent par Gilles Mnage, Jean Regnault de Regrais, la Duchesse d'Aiguillon, le prince de Cond, Madame de Coulanges, Madame Scarron, Charles-irne Castel de SaintPierre. Le Cardinal de Retz, Madame de Sabl, la marquise de Svign, et le duc de La Rochefoucault, avec lui ella aura une grande relation d'amiti. Elle compose la "Princesse de Montpensier" en collaboration avec Mnage.Puis en 1669 elle crit "Zaide" avec la Rochefoucault.En 1678 elle publie la "Princesse de Clves", qui est crit la troisieme personne,elle dcrit les progrs d'une passion impossible entre l'heroine ponyme du roman, marie au prince de Clves, et le duc de Nemours. La tradition romananesque au XVII sicle est fonde sur l'analyse du sentiment amoureux. Ses personnages principaux se servent de leur facult d'introspection comme d'une arme puor lutter contre l'appel de la passion.
MADAME DE POMPADOUR
Luigi XV, sal al trono all'et di cinque anni, in un momento molto difficile per il prestigio della sua Casa, ha la sfortuna si succedere al nonno, Luigi XIV, grande sovrano molto amato dal popolo francese.
Costretto a sposare la principessa polacca Maria Leczinski, figlia del re Stanislao, una ragazza fredda, distaccata, senza alcun interesse per la sua nuova patria, perde completamente l'affetto dei propri sudditi. La debolezza d'animo e la sua ingenuit rendono il Sovrano facile strumento della folla dei cortigiani pronti ad assicurarsi titoli e benefici che nulla hanno a che vedere con il bene del paese. Egli si sente ogni giorno pi solo, perci in condizioni di spirito tali da rendere inevitabili nuovi legami con una donna capace di capirlo, amarlo e sostenerlo nei momenti di sconforto e d'indecisione; sogna una donna che sia per lui una moglie-amante, unamica vera che gli assicuri oltre allamore laffetto di cui aveva bisogno. Il sogno non tarda a realizzarsi: nel 1744, infatti, incontra ad un ballo mascherato in onore delle nozze del Delfino, Jeanne-Antoinette Poisson; questa bellissima donna nata a Parigi nel 1721 ed educata come una principessa ricever il titolo di Marchesa di Pompadour e diventer Dama di Onore della regina inoltre sar chiamata ad occupare lappartamento sottostante a quello del Re nel corpo centrale del palazzo di Versailles. La donna conquista prepotentemente il suo posto a corte, dove manca la presenza attiva di una vera regina-moglie che completi la debole figura del Re. Luigi XV ha bisogno di sentirsi protetto da una donna con carattere, che sappia esercitare quelle indispensabili funzioni di guida ed equilibrio, doti che mancano a lui stesso. Glorie, favori, privilegi, vengono amministrati dalla Marchesa in contrasto con lambizione dei cortigiani incuranti delle sorti del paese. Jeanne-Antoinette piena di talento, crede nelle arti e ama circondarsi di artisti infatti, raccoglie collezioni di quadri, libri e oggetti preziosi. Svolge un ruolo molto importante anche nellapparato amministrativo, amministrando le terre e riscuotendone le rendite. Una donna assediata dallinvidia e dalla mediocrit che riesce a dare limpronta della sua personalit nella moda, nellarredamento e nellarchitettura. Ma la stessa, come donna, chi , che cosa ha fatto, perch il suo nome resiste nel tempo? Il caso la fa nascere da una famiglia modesta, al limite della borghesia. La natura ne fa un esemplare di bellezza e di grazia femminile, dotandola di un animo sensibile e buono, d'intelligenza superiore, di forte volont. Conscia delle sue qualit, non si rassegna alla monotona vita senza volto dell'anonimato famigliare, e punta sull'avvenire degno di lei e dei suoi sogni, sorretta dall'ambizione che la spinge verso difficili mete. La Corte il centro di richiamo di ogni giovane donna; lo splendore delle sue feste , la ricchezza ostentata, le posizioni di potere ed il prestigio riservato agli assidui frequentatori incantano ed attraggono. Gioca tutto sulla possibilit di entrare nel giro: sfondare, mettersi in evidenza, farsi notare e preferire, battere le altre temibili concorrenti e conquistare l'invidiato ruolo di seconda donna del Regno. Cos, la Pompadour che partita per essere protetta da un re, si trova nelle braccia la stessa Francia sola e priva di guida, all'inizio di una deriva che pu essere senza rimedio. Nomina generali, riceve ambasciatori, detta la corrispondenza con le corti straniere diventando, l'esempio pi sincero e raffinato del trionfo della femminilit. Borghese di estrazione osserva e giudica, criticando e condannando i difetti e la falsit di chi la circonda. In questo modo, acquista una rilevante funzione di controllo e di equilibrio che non pu esserle negata, in un periodo di grande decadenza e corruzione.
La mala fede del clero che agisce sempre per difendere posizioni d'interesse, sorprende e mortifica la Marchesa, facendole pronunciare parole di fuoco contro l'apparato ecclesiastico, dimentico della sua missione spirituale. Ma s'inchina alla volont e alla grandezza di dio, che vede tradito ogni giorno, ed al quale si rivolge per conservare il coraggio e la fede necessari alla sua battaglia. La mancanza di uomini idonei a servire lo stato la rattrista e la impensierisce, nella vana ricerca di uomini degni delle grandi figure del passato. Costretta ad intervenire continuamente per correggere gli errori di scelta del sovrano, la Favorita cerca di eccitare la volont e l'orgoglio dei chiamati, sperando in risultati ed azioni positive per la nazione. Alle sfortunate campagne di guerra, che provocano sfiducia e miseria, oppone la sua volont di pace che ritiene fonte di benessere e di ricchezza per lo stato. Non vuole che tra i sudditi e il sovrano si venga a creare il solco dell'incomprensione e della critica, da cui pu nascere un qualsiasi moto rivoluzionario. Il punto debole del potenziale bellico la Marina da guerra, e la Pompadour appoggia ogni piano di rinnovamento e di potenziamento della flotta, sapendo che la pace non si pu ottenere affrontando in condizioni d'inferiorit le forze navali inglesi. Usa il suo potere presso il re per alleggerire le punizioni di coloro che mal ricambiano la fiducia del sovrano, ma non vi riesce. Questa impareggiabile donna si trova ogni volta pi delusa e abbandonata fino a pensare di abbandonare il campo, ma continua a lottare per la Francia. Soltanto un'altra donna riesce a reggerne il confronto: Maria Teresa d'Austria che fa sentire il peso della sua figura di imperatrice destinata a prendere il timone dello stato asburgico gi gravemente lesionato. La Pompadour a ventotto anni perde le grazie e continua da sola a guidare lo stato. Nel suo ventennio di regno senza corona passa dalla vittoriosa campagna di Fiandra alla pace di Aix-la-Chapelle che segna l'inizio dello sgretolamento dei domini coloniali francesi da parte dell'Inghilterra. La Marchesa raggiunge al trono di Francia grazie a meriti propri e spazia dall'arte alla diplomazia, alla politica, alla strategia militare, dimostrando le sue qualit di eclettica intellettuale, che la impongono all'ammirazione della mondanit parigina. Riesce a capovolgere la politica estera e ad allearsi con la casa d'Austria, sicch l'imperatrice Maria Teresa le scrive in termini di aperta amicizia, tenta di salvare la monarchia avvicinandola alle nuove idee filosofiche e riesce a sciogliere la "Compagnia" dei Gesuiti liberando cos la Corte dal potere politico che questi "Soldati di Cristo" hanno esercitato sin dall'inizio del secolo. La pace a conclusione della Guerra dei Sette anni, piega la Francia alle umilianti condizioni imposte dagli inglesi. La politica non riesce a raddrizzare le sorti del Paese ormai impoverito e sconfitto. La colpa si fa ricadere in gran parte sulla Pompadour ingiustamente accusata e ritenuta responsabile del disastro. Dopo pochi mesi, con la visione della patria in ginocchio e il presentimento di tragici eventi non lontani, la Marchesa si prepara ad uscire di scena per sempre e con regale discrezione. Rassegnata al corso del suo male incurabile, accetta la morte come liberazione dalle ansie e dalle preoccupazioni; sostenuta dalla fede in Dio non pu che perdonare le offese degli uomini del suo tempo sperando in un pi onesto ed obbiettivo giudizio dei posteri. La Pompadour si spegne il 15 aprile 1764 a Versailles.
IL SETTECENTO SETTECENTO
"La donna nasce libera ed ha gli stessi diritti dell'uomo. L'esercizio dei diritti naturali della donna non ha altri limiti se non la perpetua tirannide che le oppone l'uomo. Questi limiti devono essere infranti dalle leggi della natura e dalla ragione." (dalla "Dichiarazione dei Diritti della Donna e della Cittadina" di Olympie de Gouges )
La Rivoluzione Francese segn la nascita del movimento femminista, preparato dalle idee sostenute e divulgate dagli illuministi; le donne iniziarono ad avere pi voce in capitolo, anche se ancora non erano loro riconosciuti gli stessi diritti degli uomini, tanto che le popolane restavano praticamente escluse dalla vita sociale. Fu proprio durante la Rivoluzione che le donne, non solo le aristocratiche, ma anche le borghesi e le popolane, cominciarono ad agire concretamente, rivendicando la completa equiparazione all'uomo e, soprattutto, dimostrando di esserne degne. Nel 1789 le donne lottarono a fianco degli uomini durante la presa della Bastiglia; una di loro, Flicit Keralio, de Keralio divulg un Quaderno delle rivendicazioni della donna, in cui il problema veniva affrontato in modo teorico e cio: dato che anche le donne erano parte della societ, era logico che ad esse, accanto ai numerosi e pesanti doveri, venissero riconosciuti anche alcuni determinati diritti, a cominciare da quelli politici. E cos la rivoluzione femminista continu di pari passo con quella politica e generale: armate come gli uomini, nel 1792 le Parigine assalirono la reggia di Versailles, quando gi era apparsa, accanto a quella promulgata dall' Assemblea Legislativa, la Dichiarazione dei Diritti della Donna e della Cittadina. Ben presto sorsero numerosi "club" femminili e femministi; la stessa Olympie de Gouges fu da esempio, fondando il Club delle Tricoteuses (in italiano, magliaie) e presentando la sua " Dichiarazione" ai membri della Convenzione, ma con esito vano, poich nemmeno questo parlamento "democratico" riconobbe loro i diritti rivendicati. Non solo... venne loro negato anche il diritto di associazione. Instancabile, la de Gouges continu la sua battaglia chiedendo che alle donne fosse riconosciuto "il diritto di salire sulla tribuna" (cio la facolt di intervenire nelle pubbliche assemblee), "se hanno quello di salire al patibolo!!". Nonostante gli insuccessi, il movimento per l' emancipazione femminile non si arrest di certo; cominci a dilagare in molti altri paesi, a cominciare dalla "liberale" Inghilterra: qui, nel 1792, la scrittrice Mary Donna", Wollstonecraft compil una famosa "Rivendicazione dei diritti della Donna che nei paesi di lingua inRivendicazione glese considerata quasi una "Bibbia" del movimento femminista. Nel periodo Napoleonico, il movimento sub un violento arresto: sarebbe ripreso, con ancor maggiore incisivit e determinazione, ma solo nella seconda met del secolo XIX, quando entrarono in campo le famose "suffragette", che combatterono vivacemente per la conquista del loro diritto di voto.
Nel XVIII secolo, i riti nuziali erano dettati sia dalle convenienze sociali, sia dalle usanze, con predominanza dell'uno o dell'altro a seconda che si trattasse di matrimoni aristocratici o popolari. In genere, le ragazze nobili andavano in sposa all'uscita dal convento, assecondando la scelta, spesso avvenuta da tempo, compiuta dai genitori. A Venezia il giovane, una volta che il matrimonio era stato deciso, passava sempre, ad un'ora convenuta, sotto le finestre della sua promessa, che doveva rispondere con un saluto. Il futuro sposo era inoltre tenuto ad offrirle un diamante, che era chiamato il ricordino. Prima della benedizione nuziale, la madre dello sposo donava alla giovane donna un filo di perle, che la sposa doveva portare sempre, fino alla fine del primo anno di matrimonio. Di solito, le unioni tra due grandi famiglie erano celebrate con una festa in casa, in cui si sfoggiava il pi grande lusso di sete, spade, gioielli, nel salone pi grande del palazzo. Da un testo dell'epoca sappiamo che la sposa appariva vestita con un abito di broccato d'argento, con il petto ricoperto di pizzi e gioielli, dando la mano al maestro di cerimonia, che era vestito di nero, con le spalle coperte da un mantello dal collo ampio. La sposa si inginocchiava su un cuscinetto di velluto per ricevere la benedizione del padre, della madre e dei parenti pi vicini, poi, condotta al centro della sala dal maestro di cerimonia, poggiava la sua mano in quella del suo futuro marito, e il sacerdote dava loro la sua benedizione. Gli sposi si scambiavano un bacio e l'orchestra iniziava a suonare. La sposa apriva le danze, che sarebbero durate fino a tarda notte, ballando da sola. Nel corso del secolo le consuetudini mutarono leggermente. Le dame, invitate alla cerimonia, indossavano un vestito che poi sostituivano per il ricevimento. Il primo era sempre di seta nera ornato di pizzo, il se-
condo invece era colorato. Anche la sposa si cambiava, e rimpiazzava con gioielli gli ornamenti di perle che aveva usato con l'abito bianco. A Venezia gli sposi mettevano a disposizione degli invitati un centinaio di gondole, con i barcaioli vestiti con l'abito da cerimonia; e lo stesso sfarzo dei costumi accompagnava anche i riti funebri, in cui i partecipanti non cessavano di fare sfoggio di eleganza e ricchezza. In Sicilia, terra in cui le tradizioni pagane erano ancora molto radicate, nel Settecento il rituale del fidanzamento e delle nozze contadine ricordava quello dei tempi antichi. Erano solitamente le madri di ragazzi a scegliere le spose tra le giovani del villaggio. La scelta veniva espressa in vari modi, di cui uno era il far cadere una spazzola, all'alba, sulla porta della prescelta. La giovane doveva raccogliere la spazzola ed aspettare, a mezzogiorno, la visita preannunciata. La futura suocera legava quindi i capelli della ragazza con un nastro, simbolo del fidanzamento. Il tutto era accompagnato dalla distribuzione di ceci, mandorle, noci e fave abbrustolite. Il giorno delle nozze, poi, un corteo andava a prendere la fidanzata. Il padre dello sposo entrava quindi da solo, faceva un complimento alla giovane e la portava per mano, vestita in abito cerimoniale, allo sposo che la attendeva sulla porta. Dall'alto sui due venivano sparsi pane e sale, come augurio di fecondit e ricchezza. La suocera della sposa poneva, quindi, un biscotto di pasta fine sull'occhiello dell'abito della ragazza, fissandolo con dei nastrini, in simbolo del nutrimento, che la ragazza avrebbe sempre dovuto ricevere dallo sposo. In chiesa era il prete ad infilare gli anelli agli sposi, d'oro per lui e d'argento per lei, dopo averli scambiati tra loro per tre volte. Anche le corone d'alloro, di olivo, di rosmarino e di fiori, che il sacerdote posizionava sulla testa degli sposi, erano scambiate per tre volte, e poi ricoperte da un velo di garza bianca. Gli sposi si tenevano per il mignolo della stessa mano e reggevano una candela accesa. Il banchetto veniva consumato nella chiesa stessa, ed il sacerdote spezzava il pane, lo inzuppava nel vino e ne dava tre pezzetti agli sposi, poi rompeva il bicchiere, per dimostrare quanto fosse fragile la felicit. Dopodich gli sposi, gli invitati ed il sacerdote, tenendosi per mano, giravano tre volte intorno al tavolo, danzando e poi, cantando in corteo, tutti si dirigevano a casa dello sposo. Alla fine del banchetto, veniva messo in tavola un piatto in cui gli invitati lasciavano i doni per gli sposi.
L ILLUMINISMO
La vita culturale del XVIII secolo fu dominata da un grandioso movimento intellettuale che stato chiamato "Illuminismo". In questo variegato e complesso fenomeno culturale convergono posizioni e orientamenti molto diversi, ma possibile individuare alcune caratteristiche comuni. Tra queste, innanzitutto, il modo di considerare la ragione, strumento che appartiene a tutti gli uomini indistintamente, in grado di vagliare criticamente la realt, con il proposito concreto di assicurare la felicit e il benessere degli uomini. LIlluminismo fu un fenomeno essenzialmente laico che, in un periodo di discriminazioni religiose, esalt la tolleranza cio la possibilit per chiunque di professare liberamente la propria fede. In prima fila in questa battaglia fu il francese Voltaire, la cui idea di tolleranza era un diretto corollario dellidea illuminista di religione naturale contro loscurantismo delle verit rilevate. In politica fu sostenitore dellassolutismo illuminato, al contrario di Montesquieu il quale sosteneva che il potere del monarca dovesse essere limitato da leggi e organismi costituzionali: di qui la fondamentale teoria della divisione dei poteri, ripresa da Locke.
Questultimo ha esposto la sua famosa teoria sulla legge di natura affermando lesistenza dei diritti naturali, quali la vita, la libert e la propriet, considerando lo stato unistituzione umana. In tal modo la sovranit dello stato veniva fondata sulla volont dei cittadini e sul loro consenso, ammettendo come pienamente legittima lopposizione ad un potere che violasse questi diritti, come anche affermava Jefferson. In una posizione a s va collocato Rousseau, per la sua critica alla societ vista come una sopraffazione del forte sul debole, del ricco sul povero, iniziata con listituzione della propriet privata. Tutti i paesi europei parteciparono al movimento illuminista ed un solo tratto accomun intellettuali, riformatori e pubblico colto: la convinzione di essere tutti partecipi di una grande opera di rinnovamento che non conosceva confini nazionali.
LA VITA PUBBLICA
Nel Settecento le donne acquisirono una libert maggiore rispetto alle epoche precedenti. Pur restando fortemente soggette alle leggi paterne, una volta sposate erano libere di esercitare una sorta di dominio in casa. Le occasioni di uscita delle ragazze di buona famiglia erano, inoltre, aumentate rispetto al passato. Se nel Medioevo o nel Rinascimento, le donne potevano essere intraviste quasi esclusivamente durante le funzioni religiose, nel Settecento le dame avevano la possibilit di incontrare il loro futuro marito ai ricevimenti, ai concerti o addirittura, se erano state recluse in convento, durante le commedie messe in scena nei parlatoi dei chiostri. Bisogna sottolineare che non tutte le famiglie erano cos libertarie con le giovani donne, e che, comunque, le usanze e i tempi dell'entrata nel mondo delle giovani variavano da regione a regione. A Venezia, ad esempio, raramente le donne nubili partecipavano ad eventi pubblici, mentre in Sicilia le giovani, dopo essere state educate dalle loro madri, entravano abbastanza presto in societ. Le ragazze provenienti da famiglie borghesi, comunque, restavano pi a lungo in famiglia, sotto stretta sorveglianza, e non lasciavano la casa fino al giorno del matrimonio. La nuova casa diveniva il loro successivo luogo di reclusione. Queste fondamentali differenze tra comportamenti di classe erano dovute, in parte, a quella che viene definita dagli storici come "la corruzione della classe nobiliare"; ossia la decadenza dei costumi che colp le classi alte, in contrasto con la perdurante severit dei semplici e severi costumi borghesi e popolari. Una figura nuova, specifica di questo periodo, comparve al fianco delle donzelle nobili: il cicisbeo, o cavalier servente. Quest'uomo non era mai un amante della dama, ma poteva assistere alla di lei toletta mattutina, quando le cameriere la pettinavano e la vestivano. Il cicisbeo accompagnava la sua dama a passeggio, a tavola, in societ ed a teatro, ma non passava con lei la notte. In origine il cicisbeo era colui che veniva designato dalla famiglia per proteggere la dama sposata dalle insidie dei malintenzionati, e veniva scelto tra parenti ed amici, anche di una certa et. Con la decadenza dei costumi, propria dell'alta societ, questa figura mut, divenendo molto pi frivola. Le dame si accompagnavano quindi con i loro cicisbei, andando a far visita alle amiche, o la sera alle eleganti riunioni della nobilt, in cui la dama poteva trovarsi a giocare con il cicisbeo, ma mai con il marito, occupato a sua volta a corteggiare un'altra dama. Era quindi il cavalier servente a vegliare sulla dama o a gettarle occhiate d'intesa durante la serata. Nel regno di Napoli, invece, le dame erano sempre precedute dai loro lacch e seguite da una cameriera. Gli scudieri potevano anche servire pi dame contemporaneamente, ma in questo modo perdevano il loro ruolo di cicisbei per divenire quasi degli inservienti.
Per quanto riguarda l'abito, nella sua parte inferiore si abbandona il modello verticale con drappeggi e lunghi strascichi tipica del Seicento e si passa prima ad una forma ampia e rotonda, quasi a campana, tipica dello stile reggenza, quindi ad una totalmente orizzontale con fianchi ampi e gonfi, tipici dello stile Rococ . Nasce cos l'esigenza di ampliare i vestiti lateralmente e fa la sua comparsa una struttura da legare sui fianchi, detta "panier". Fanoni di balena, bamb, cerchi metallici, incernierati per permettere alle dame di sedersi, sono tutti materiali nati come sorta di cuscini imbottiti di crine, che via via si trasformano, diventando delle vere e proprie strutture portanti. Queste strutture, dal 1703, divennero protagoniste della moda di tutto il secolo: e proprio in quell'anno, fece la sua prima comparsa un abito che per circa sessant'anni dett le regole della moda,:
"l'Andrienne"
Il nome Andrienne nasce da una commedia di Baron in cui la protagonista entr in scena cos abbigliata, che suscit subito scalpore; in seguito il modello venne adottato da tutta l'aristocrazia femminile. Nonostante le molteplici variazioni, mantenne lo stile iniziale con una scollatura quadrata ed una serie di pieghe cucite sulla sommit delle spalle che scendono piatte sulla schiena fino a terra terminando in un piccolo strascico. La parte anteriore e laterale del busto invece aderente al corsetto sottostante e si apre sul davanti, dalla vita in gi, come un triangolo rovesciato; i laterali vengono drappeggiati con piccole pieghe o arricciate tramite un nastro interno sui fianchi del panier, posto sotto la gonna.
La gonna era solitamente un telo dritto legato in vita tramite un nastro ed aperto dietro (sottanino). I sarti dell'epoca si sbizzarrirono nelle decorazioni di questi abiti creando, pur con lo stesso modello, dei ca-
pi decisamente esclusivi per bellezza e valore: ruches di nastro, pizzi, bordure, passamanerie, pietre preziose e quant'altro si potesse usare in quel periodo, permisero di realizzare modelli aggraziati e frivoli tipici della femminilit del Settecento. Nella seconda met del 700 dall'Inghilterra arrivarono nuovi modelli di abiti femminili che verranno chiamati "Robe a l'Anglaise"; questi presero subito spazio nelle toilette delle nobildonne in tutt'Europa. Il nuovo abbigliamento propone una linea ampia ma pi lineare, senza mantello e con il dorso pi aderente, con pieghe cucite fino in vita che andavano a fondersi con una grande quantit di piegoline in un'ampia gonna che scendeva fino a terra.
L'utilizzo di materiali sempre pi particolari e preziosi fece s che, pur di seguire la moda, molte persone s'indebitassero sino alla rovina, motivando cos la scelta dell'ultimo quarto di secolo dove s'inizi ad usare stoffe e decori meno cari e ricercati e forme pi pratiche e comode, rinunciando perfino agli scomodi paniers , facendo un grosso passo indietro nella moda e tornando cos a slanciare la figura femminile del periodo Neoclassico. Con la rivoluzione francese del 1789 la moda cambia radicalmente: niente pi sfarzi e ostentazioni, si chiude cos un secolo di moda ricca ed eccessiva, che rimarr esclusiva del Settecento.
CRISTINA di BELGIOIOSO
La Principessa Cristina ricorda cos il trascorrere della sua infanzia infelice: "Ero una bambina malinconica, seria, chiusa, quieta... talmente timida che spesso mi capitava di scoppiare in singhiozzi nel salotto di mia madre perch temevo che qualcuno mi guardasse o cercasse di farmi parlare... Mi credevo decisamente brutta... Dopo la nascita di mio fratello fui data a lui: dovevo farlo giocare e senza lamentarmi passavo le mie ore di svago a spingere la sua carrozzina... Non ho mai avuto la compagnia di altre bambine".
Era nata il 28 giugno 1808 da una famiglia dell'alta aristocrazia milanese. A quattro anni aveva perso il padre, e la madre, "dopo un breve anno di vedovanza" si era sposata con il marchese Alessandro Visconti d'Aragona. Il patrigno venne arrestato e imprigionato in seguito alla cospirazione anti-austriaca del '21, cos la piccola Cristina venne subito a conoscenza delle tensioni politiche di quel periodo. Ricevette un'istruzione molto accurata, ma che si rivel in seguito superficiale; le donne, come avrebbe notato in seguito, erano state allontanate, per volont dell'uomo, da ogni studio e dalla partecipazione agli affari della societ rimanendo cos confinate tra le mura delle loro case. separaro Si spos a sedici anni con il Principe Emilio Barbiano di Belgioioso d'Este, ma si separarono dopo soli quattro anni. Lasciato il marito e decisasi ad abbandonare Milano, soggiorn per qualche tempo a Lugano. Qui inoltr la richiesta di divenire cittadina svizzera. Per questa ragione e per non essere rientrata a Milano, nonostante l'intimazione del governo austriaco, fu considerata pericolosa per l'impero. La principessa si rifugi allora a Parigi, dove arriv in condizioni economiche disastrose; per questo non frequentava quasi mai i teatri, ma si recava regolarmente alle sessioni della camera e alle prediche sansimoniane. Poich viveva all'estero senza regolare autorizzazione, il governo austriaco le confisc i beni. Date le difficili condizioni economiche si ingegn al fine di procurarsi qualche guadagno. La possibilit di lavorare presso un giornale parigino, il "Constitutionel", le permise di risolvere i suoi problemi economici e di scoprire le sue vocazioni: il giornalismo e in particolare la pubblicistica politica. Da allora la Belgiojoso apparve una delle dominatrici della scena mondano - intellettuale parigina e la sua casa costitu il polo di attrazione di duplici correnti: da un lato tutto l'ambiente dell'immigrazione italiana, come il vecchio rivoluzionario Filippo Buonarroti, Niccol Tommaseo, Vincenzo Gioberti. Dall'altro l'elite della cultura francese del tempo, come Thierry, rimastole amico per tutta la vita, George Sand, sua cara amica, Alfred de Musset, innamorato sempre respinto, Fauriel, Liszt, Chopin, Heine. Accuse e illazioni non mancarono mai alla Belgiojoso a causa della sua condizione di donna sola e del suo comportamento anticonformista, di donna che si dava arie di superiorit e non sottostava alle regole convenzionali. Persino Balzac, che pure l'ammirava, avendo notato che Liszt si tratteneva in casa sua sino alle undici e mezza di sera, concluse sdegnato: "Cristina non merita pi riguardi: una cortigiana". Di lei ci restano pi testimonianze della sua bellezza inquietante, ideale per l'et romantica, che non documenti del suo itinerario intellettuale in quegli anni. In seguito alla maternit, e al maturare di orientamenti interiori diversi, la principessa decise di chiudere il suo salotto e si limit a tener vivi i legami con gli amici pi stretti Il 4 settembre del 1840 Cristina Trivulzio, ritorna in Italia, dopo dieci anni di vita agitata e varia e dopo aver provato esperienze di ogni tipo. L'intensa vita politica e intellettuale parigina, l'immobilit e il torpore del Lombardo Veneto le procurano un senso di soffocamento e di sconforto. Perci, sebbene ancora giovane e nel fiore della sua bellezza, si ritira a vivere nella vasta casa della prediletta Locate di Triulzi, antico feudo dei Trivulzio. La Principessa durante il suo soggiorno a Locate, passa le giornate giocando a tarocchi col Parroco e col fattore, ricevendo gente umile con quella stessa semplicit con cui a Parigi riceveva uomini politici e letterati. Ma ben presto esce dalla sua nicchia ed intraprende a Locate - dal 1840 al 1847 - un'azione che trasformer il paese nel comune pi progredito d'Italia in fatto di istituzioni per il popolo. In questa sua opera sociale la Principessa desidera concretizzare le idee espresse dal socialismo fourierista. Vuole trasformare il suo castello in una sorta di falansterio, attuando una perfetta organizzazione sociale che combini gli interessi, i lavori, le attitudini dei membri della comunit. Convinta della necessit di migliorare le condizioni morali e materiali dei suoi contadini, pochi mesi dopo il suo arrivo a Locate di Triulzi - il 14 dicembre 1840 -Cristina Trivulzio inizia la sua opera riformatrice senza farsi intimorire dalle critiche fondate sul pregiudizio. Cristina di Belgioioso ebbe molteplici interessi culturali. Alla passione per la lettura accompagn il gusto per la scrittura. La produzione dei suoi scritti varia e abbraccia diversi generi. Si dedic alle traduzioni ma anche alla stesura di saggi, alla attivit giornalistica e alle analisi di costume. Grazie al suo viaggio in Oriente, Cristina riusc a definire il senso della condizione femminile tramite gli incontri con altre donne. La principessa scopr il funzionamento ed i meccanismi interni dell'harem,
poich ne entr in contatto diretto chiamata per dare pareri di carattere medico. Attraverso i tre racconti contenuti in "Scnes de la vie turque", l'autrice volle sottolineare le disparit tra uomo e donna in relazione ad un legame affettivo, le diversit del loro destino determinato dalla condizione sociale. Le donne dell'harem sono vittime sia delle leggi della societ sia di quelle dettate all'interno dell'harem stesso. In uno dei suoi ultimi saggi, Cristina scrisse di ricordare le sofferenze e le umiliazioni subite dalle donne nel corso della storia, poich anch'esse hanno contribuito, anche se solo parzialmente a percorrere la via della felicit. De Musset esalta l' enigmatica bellezza della Belgioioso con queste parole: "Aveva gli occhi terrificanti di una sfinge, cos grandi, cos grandi che dentro di essi mi sono perso e non riesco a trovare la via d'uscita." Il poeta "Henry" invece, annota: "Quel volto mi ossessiona giorno e notte, come un enigma, che mi piacerebbe risolvere." I malevoli ironizzano invece sul suo aspetto "spettrale" e lo stesso De Musset, respinto, pubblica sulla "Revue des deux mondes" una velenosa poesia intitolata "Sur une morte". A conferma di tali giudizi, si riporta l'episodio (citato da Raffaele Barbiera in "Passioni del Risorgimento", ma contestato da Malvezzi), avvenuto durante una perquisizione della polizia austriaca, del presunto ritrovamento del corpo imbalsamato del giovane segretario di Cristina, Gaetano Stelzi, morto di tisi nel 1848, in un armadio della propriet di Locate. La lettera della Belgiojoso ad Augustin Thierry, suo amico fraterno e confidente, riportata nei suoi passi pi significativi qui di seguito, in cui si raccontano le ultime ore di vita dello sfortunato Stelzi e le modalit della sua sepoltura, ci sembra riportare chiarezza su questo presunto mistero. La lettera, semmai, documenta il legame affettivo che legava la Belgiojoso al suo segretario. Riferendosi alle sofferenze patite dal Thierry per le vicende politiche parigine Cristina scrive: " Anch'io ho molto sofferto e in modo tale che lascer in me pi di un segno. Io sono sola; sola con una bambina, che io amo pi di me stessa, ma che non comprende nulla di ci che si agita in me". Si fa poi cenno alle speranze suscitate da un miglioramento delle condizioni di salute di "questo caro malato". Segue un repentino peggioramento."Il 14 giugno egli si sent male tutto il giorno, lamentava una grande stanchezza e una soffocazione alla quale era soggetto sottoforma di attacchi spasmodici che andavano e venivano" . Durante la notte il medico a chiamarla a gran voce perch il malato stava morendo "In cinque secondi ero vicina lui; egli moriva infatti senza dolore, senza conoscenza senza contrazioni () Non sapevo di amarlo a tal punto; non sapevo che la sua vita fosse cos intimamente legata e cos necessaria alla mia. Lo sperimento oggi. L'ho portato qui (a Locate) in una tomba che si trova entro la cinta della mia casa. Poich la putrefazione non ha mai intaccato il corpo il curato di qui non ha preteso che la tomba fosse chiusa di modo che la Signorina Parker ed io abbiamo la triste consolazione di ornarla di fiori e di mantenere questo luogo come una camera piuttosto che come un sepolcro". Le idee politiche di Cristina Belgiojoso vengono riassunte concretamente dal progetto del Falansterio, realizzato a Locate (MI), una sorta di comunit ideale, in cui ogni membro collaborava, adoperandosi nel campo pi congeniale ed esprimendo liberamente la propria personalit, nonostante diritti e doveri venissero equamente divisi. Il suo orientamento era quindi diverso da quello liberale italiano, pi vicino piuttosto a quello dei socialisti utopisti. Nel 1848 appoggi il re Carlo Alberto e l'intervento del Piemonte e l'annessione della Lombardia allo Stato Sabaudo. Cristina sosteneva l'inscindibilit di progresso, libert e giustizia sociale. Era per lei fondamentale l'appoggio del popolo, di cui esaltava l'operato in vari articoli, come, ad esempio, quelli sul 1848 a Milano e a Venezia, nei quali criticava parallelamente l'azione svolta dal governo provvisorio milanese. Dal punto di vista religioso, pur rimanendo sempre una cattolica convinta, mantenne un atteggiamento ironico nei riguardi delle "autorit" e delle "verit di fede", e consider esperienza e concretezza come importanti scuole di vita. Questi elementi risultano fondamentali per comprendere almeno alcune delle numerose vite che la Belgiojoso visse e che la rendono, ai nostri occhi, una figura controversa quanto affascinante e sfuggente. La sua indipendenza e straordinariet emergono anche dai velenosi rapporti che si trov a vivere con Papa Pio IX, che l'accus di sentimenti irreligiosi, formalmente perch aveva accettato l'aiuto di alcune popolane romane dai costumi forse non irreprensibili, come lei stessa ammise, ma preziose nella cura dei feriti giunti agli ospedali militari da lei diretti nella Repubblica Romana, incarico affidatole da Mazzini che per non ne appoggiava gli atteggiamenti rivoluzionari. Scriveva cos a sua madre: "Quella donne m'era un tormento pel continuo litigare che faceva
con i chirurgi, medici e infermieri". Il motivo reale di questa denuncia da parte di Pio IX va probabilmente ricercata nella nobildonna che era stata capace di mostrare apertamente il suo scetticismo circa l'idea di una confederazione di Stati Italiani sotto la guida papale. Questa era Cristina Belgiojoso, una donna capace di trasformarsi da bambola da salotto a temibile rivoluzionaria e figura, per certi versi, ancora incompresa. Nel 1848 appoggi il re Carlo Alberto e l'intervento del Piemonte e l'annessione della Lombardia allo Stato Sabaudo. Cristina sosteneva l'inscindibilit di progresso, libert e giustizia sociale. Era per lei fondamentale l'appoggio del popolo, di cui esaltava l'operato in vari articoli, come, ad esempio, quelli sul 1848 a Milano e a Venezia, nei quali criticava parallelamente l'azione svolta dal governo provvisorio milanese. Dal punto di vista religioso, pur rimanendo sempre una cattolica convinta, mantenne un atteggiamento ironico nei riguardi delle "autorit" e delle "verit di fede", e consider esperienza e concretezza come importanti scuole di vita. Questi elementi risultano fondamentali per comprendere almeno alcune delle numerose vite che la Belgiojoso visse e che la rendono, ai nostri occhi, una figura controversa quanto affascinante e sfuggente. La sua indipendenza e straordinariet emergono anche dai velenosi rapporti che si trov a vivere con Papa Pio IX, che l'accus di sentimenti irreligiosi, formalmente perch aveva accettato l'aiuto di alcune popolane romane dai costumi forse non irreprensibili, come lei stessa ammise, ma preziose nella cura dei feriti giunti agli ospedali militari da lei diretti nella Repubblica Romana, incarico affidatole da Mazzini che per non ne appoggiava gli atteggiamenti rivoluzionari. Scriveva cos a sua madre: "Quella donne m'era un tormento pel continuo litigare che faceva con i chirurgi, medici e infermieri". Il motivo reale di questa denuncia da parte di Pio IX va probabilmente ricercata nella nobildonna che era stata capace di mostrare apertamente il suo scetticismo circa l'idea di una confederazione di Stati Italiani sotto la guida papale. Questa era Cristina Belgiojoso, una donna capace di trasformarsi da bambola da salotto a temibile rivoluzionaria e figura, per certi versi, ancora incompresa. All' et di 30 anni partorisce quella che sar la sua unica figlia, Marie. Dopo una lunga permanenza in Inghilterra, torna in territorio italiano. Prendendo spunto dalle sue idee socialiste utopistiche, trasforma le sue propriet di Locate in centri di istruzione e servizi adibiti ai contadini. Tra il '42 e il '43 viene pubblicata "Essai sur la formation Catholique", sua prima opera; un saggio formato da quattro volumi in cui viene narrata la storia della cristianit dalle origini a quei tempi, la formazione delle eresie e dei dogmi cattolici. Nel '44 scrive "La science par Vico" in cui viene affermato che il punto di arrivo della storia la ricostruzione dell' identit nazionale e l' abolizione dell' ingiustizia sociale. Nel '45 arriva ai vertici della "Gazzetta Italiana" e nel frattempo raccoglie fondi per la causa italiana. Milano insorge contro l'Austria; per questo motivo Cristina Trivulzio organizza un battaglione di volontari con il proposito di aiutare il governo provvisorio. Dopo la firma dell' Armistizio da parte di Carlo Alberto, torna a Parigi per organizzare l' opposizione contro l' Austria. Nel '49 ottiene l' incarico della direzione degli ospedali militari della Repubblica Romana da parte di Mazzini Si reca a Costantinopoli ed, in un secondo tempo, nel distretto di Kastamonov. Nel '52 parte per un pellegrinaggio a Gerusalemmme che la occuper per ben undici besi. Al ritorno vittima di un attentato, dal quale si salva nonstante le ferite fisiche e morali. Torna in Italia dopo essere rimasta per un periodo in Francia. Pubblica una serie di racconti di argomento orientale dal titolo "rcits turques". Nel '58 esce "scnes del la turque" che raccoglie "emina", "un prince turque" e "les deux femmes d' Ismail-Bey". Scrive le ultime opere dopo l' unit d' Italia in cui viene affrontata la situazione politica e sociale del nuovo stato all' interno di un sistema internazionale. Muore a Milano il 5 luglio 1871. Il viaggio in Turchia Nell'ottobre del 1850, passato il Bosforo, la Belgiojoso sbarc sulle coste dell'Asia Minore, con Maria e tre compagni di viaggio. Il suo programma di vita era di vivere in grembo alla natura e lontana da ogni forma di civilt. A Ciaq-Mag-Ogla acquist una grande estensione di terreno e una casa che, date le di-
mensioni, prendeva il nome di capanna; con il passare del tempo fece aggiungere alla casa nuove costruzioni e Ciaq-Mag-Ogla prese l'aspetto di una grande e laboriosa fattoria con la pretesa di grandi risultati produttivi. L scrisse dei racconti di ispirazione orientale e alcuni si soffermavano soprattutto sulla penosa condizione delle donne negli harem. Decise di tornare in Europa perch era stata pugnalata da un suo servitore a anche a causa del fallimento economico della sua impresa in Turchia, ma soprattutto perch l'Austria le aveva sequestrato tutti i suoi beni e lei aveva il pensiero di assicurare un futuro a Maria. Il ritorno in Italia e il ripensamento in politica Nel febbraio del 1856 ricomparve in Lombardia e, grazie a questo atto di sottomissione, le fu possibile riavere tutti i suoi beni. Tutto, dentro di lei, era tornato al suo posto: la religione come scelta primaria, la storia come percorso precario e difficile al quale, per, si doveva pensare con fiducia, e la politica come problema di forze oggettive in cui non c'era spazio per le ideologie sentimentali, puntualmente schiacciate. Nel 1860, dopo la pubblicazione de "L'histoire de la maison de Savoie", la Belgiojoso, che era diventata una convinta sostenitrice della politica di Cavour, continu a collaborare alla milanese "Perseveranza". Nelle "Osservazioni sullo stato attuale dell'Italia e sul suo avvenire", uscite nel 1868, la sua esplicita sconfessione "dei bei discorsi e delle belle imprese del '48", delle "funeste assurdit rivoluzionarie" riceveva una pi argomentata motivazione: occorreva guardare ai problemi concreti, pensare a ferrovie, banche popolari, a eliminare le piaghe come l'analfabetismo e l'omert, a difendere i contadini dagli affittaioli, a combattere "gli intrighi di certi capitalisti" e a tenere a bada tutte le forze che minacciavano l'unit nazionale da poco raggiunta. A tali considerazioni si accompagnavano elogi a Napoleone III ("un amico fedele"), espressioni di postuma gratitudine per Carlo Alberto, critiche alle idee del "contumace Mazzini ,e condanna dell'eversiva indisciplina di Garibaldi negli episodi di Aspromonte e Monterotondo, quasi "indegno di far parte di un consorzio civile". Dall'involuzione delle sue posizioni precedenti si salv la costante attenzione che la Belgiojoso continu a riservare ai problemi sociali, sicuramente un lascito del suo passato sansimoniano. In questa ottica va letto il saggio del 1866 "Della presente condizione delle donne e del loro avvenire", peraltro moderato nei toni rispetto all'impegno che la stessa Belgiojoso aveva espresso nella sua vita. Mai antisocialista, rimase sempre sostanzialmente convinta di quel che nel 1853 aveva scritto a Thierry: "per parte mia, vedo le cose in modo del tutto diverso: non temo nulla per la societ che vecchia quanto il mondo e quanto questo durer; io credo che certi progressi debbano essere compiuti'. Nell'aprile del 1849, la Belgiojoso arriva a Roma, proveniente da Parigi, quando le speranze dei patrioti italiani sono ormai tramontate perch Carlo Alberto, riprese le ostilit contro l'Austria, sospinto dalle manifestazioni di piazza, stato sconfitto a Novara il 23 marzo. Dopo l'abdicazione a favore del figlio Vittorio Emanuele, il re ha scelto l'esilio volontario in Portogallo.
quella idea politica era che, era possibile far crollare il potere austriaco usando la legalit come arma da ritorcere contro il dispotismo. Acerbi Daniela Ferrandi Claudia
CLAUDINE COLETTE Fille du capitaine Jeul Colette et de sa femme Sidonie connue sous le nom de Sido, elle nat SaintSauveur le 23 Janvier 1873. Elle passe dans sa maison familiale une paisible enfance qui sera dcrite plus tard dans ses oeuvres. En 1889 elle reue son brevet lmentaire qui devient un lment essentiel du son premier livre Claudine lcole; quelques annes plus tard Colette pousera son premier mari Willy. En 1895 elle dcide un voyage avec son mari Saint-Sauveur pour se reprendre de la grave dpression nerveuse quelle avait eu lanne prcdente; pendant ce voyage Willy dcouvre lunivers scolaire de Colette et la pousse crire Claudine lcole, qui fera sa parution en 1900 sous la seule signature de son mari, le quel lincitera donner une suite ce livre. En 1906 elle se spare de son mari pour se remarier en 1912 avec un homme politique: Henry de Jouvenel. Pendant les annes suivantes elle crit beaucoup des articles pour diffrents journaux comme Le Figaro et Le Matin. Pendant les premires annes de la guerre elle arrte sa production, pour la reprendre en 1916 avec la publication de La paix chez les btes, livre symbole en ce temps de guerre. Elle consacre de plus en plus de temps au journalisme pour pres devenir directrice littraire du Matin. la fin du 1923 Henry de Jouvenel quitte dfensivement Colette qui va vivre avec un fils de son mari pour entreprendre une relation qui finira en 1924. Sa carrire dcrivain continue avec beaucoup de succs jusquaux dernires annes de sa vie. Elle meurt en 1954 lg de 81 ans. Elle repose au Pre Lchais, Paris. Parmini Francesca, Ferri Diana, Barattini Lucia
(Lyon, 1732 Paris, 1776). Fille illgitime du comte Gaspard de Vichy, frre de la marquise du Deffand, et de la comtesse d'Albon, Julie de Lespinasse est leve par sa mre qui, la vieille de sa mort, la confie au comte et la comtesse de Vichy. En 1754, elle devient la dame de compagnie de Mme du Deffand, qui l'introduit dans le milieu des mondanits parisiennes en faisant d'elle la lectrice de son salon. La jeune fille ne tarde pas gagner l'estime du cercle d'amis de Mme du Deffand o sa vivacit d'esprit et son intelligence brillante sont immdiatement remarques et apprcies. Jalouse du succs de sa protge, Mme du Deffand la tient loin de ses runions avant de la congdier dfinitivement en 1763. Julie de Lespinasse ouvre alors son propre salon qui, bien que plus modeste que le prcdent, attire les philosophes les plus brillants et devient un important foyer du mouvement encyclopdiste. Elle fait la connaissance de d ?Alambert, mais leur amour reste platonique. Entre temps Julie rencontre le Marquis de Mora et ils tombent amoureux, mais leur projet de mariage est empch par la famille du marquis. A cause dune maladie il doit sloigner de Julie qui pour se changer les ides frquente sa maison de campagne o une violente passion avec le comte Guibert nat ; malgr lapparente indiffrence du compte, cet amour durera jusqu sa mort. Certains virent dans son temprament exalt et dans la violence de ses sentiments les signes avant-coureurs des tendances du romantisme. Il ny a quune chose qui rsiste, crivait-elle, cest la passion, et cest Celle de lamour, car toutes les autres resteraient sans rplique [...]. Il ny a que l amour-passion et la bienfaisance qui me paraissent valoir la peine de vivre. Elle meurt le 22 mai 1776, dans sa 44me anne.
JULIE DE LESPINASSE
MADAME DE STAEL
Les origines et les dbuts. Mme de Stal est fille des Necker, Romands devenus des figures marquantes de la socit parisienne, et grandit dans un milieu exceptionnel. Son pre, Jacques Necker, bourgeois de Genve, a construit en quelques annes une fortune considrable grce son gnie des affaires. Fortune faite, il pouse Suzanne Curchod, Vaudoise, fille de pasteur, orpheline et pauvre. Tous deux sont protestants convaincus, d'une haute moralit, larges d'esprit et tolrants. Leur calvinisme n'est ni puritain ni dogmatique. La religion qu'on a enseigne Germaine Necker est conue non seulement comme une religion du cur unie la vertu, une relation de l'homme Dieu, mais aussi comme une institution sociale. Elle a t leve dans un milieu o l'union des Lumires et de la religion est tenue pour ncessaire. Il faut insister sur ces points par lesquels elle appartient vraiment Genve. Autre part de l'hritage familial, le got de la vie sociale telle qu'on la conoit Paris, et l'intrt pour la politique. L'ambition de M. Necker dpasse le monde de la finance. C'est le pouvoir qu'il veut et qu'il atteindra. Sa femme a soutenu sa carrire avec une habilet, une activit sans seconde. Elle a su crer et rgenter un salon rapidement devenu l'un des plus clbres de Paris, salon littraire parce qu'elle a mesur l'influence des crivains sur l'opinion. L'numration des habitus est surprenante. On y rencontre les derniers Encyclopdistes et bien d'autres, Diderot, d'Alembert, Buffon, Grimm et Meister, Mably, Raynal, Bernardin de Saint-Pierre, Mme Geoffrin, Mme Du Deffand, mais aussi les amis suisses moins clbres auxquels les Necker sont rests attachs. En 1776, malgr la double difficult de n'tre ni franais ni catholique, Necker accde la direction des Finances de la France. Germaine a dix ans. Alors se multiplient chez ses parents les familiers des affaires de l'tat, les ministres, les diplomates. Elle les a tous connus, puisqu'elle fut admise encore enfant dans le salon de sa mre. Elle a peine treize ans, moins peut-tre, qu'elle converse avec eux et tient son petit cercle. La clbrit du pre dans toute l'Europe a ouvert la fille le monde de la politique, l'aristocratie et les cours rgnantes. Son importance sociale, accrue par ses succs littraires, est trop souvent inaperue ou mal comprise. Elle n'a rien d'une intrigante qui forcerait les portes ; celles-ci s'ouvrent tout naturellement devant elle. Sa mre lui a dispens une ducation trs soigne, qui dpasse de loin celle qu'on donnait aux jeunes filles de ces milieux. Germaine apprend l'anglais et le latin, la diction, la musique, la danse ; on l'envoie au thtre trs jeune. Elle lit et crit beaucoup ; cela fait partie de sa formation. Sa mre n'a jamais pu se livrer son got pour l'criture, son mari l'en ayant empche. Sur ce point, il sera compltement dbord par sa fille. La combinaison de tous ces traits caractrise sa vie et ses travaux. Son gnie naturel aidant, elle va bien diffrer du type de femme traditionnellement admis par la socit d'alors et dconcerter ainsi ses contemporains, ce qui lui vaudra des joies intellectuelles et des souffrances intimes. En 1814, elle peut crire : La culture des lettres m'a valu plus de jouissances que de chagrins. [...] Il y a dans le dveloppement et le perfectionnement de son esprit une activit continuelle, un espoir toujours renaissant, que ne saurait of-
frir le cours ordinaire de la vie. Tout marche vers le dclin dans la destine des femmes, except la pense, dont la nature immortelle est de s'lever toujours. Son mariage malheureux avec le baron de Stal, ambassadeur du roi de Sude la cour de France, la fait entrer en 1786 dans l'aristocratie. On remarquera qu'elle n'pouse pas un Suisse : c'est que, pour la plupart, ils sont trop loin des milieux que ses parents ambitionnent pour elle. Quant la noblesse franaise, elle compte peu de protestants et les Necker ne veulent pas d'un catholique pour gendre. La jeune baronne de Stal ouvre son tour un salon qui va relayer celui de sa mre. Librale en politique comme son pre, elle y reoit la nouvelle gnration, celle qui a fait la guerre d'Amrique, qui en a rapport des ides neuves et gnreuses qu'elle pouse avec enthousiasme : parmi bien d'autres, La Fayette, Noailles, ClermontTonnerre, Condorcet, et les trois hommes qu'elle aima le plus cette poque : Louis de Narbonne (17551813), sa premire grande passion, Mathieu de Montmorency (1767-1826), l'ami de toute sa vie, Talleyrand, le tratre l'amiti. Elle se livre alors sa passion d'crire : des portraits d'amis de ses parents, presque tous perdus, celui, particulirement remarquable, de son pre ; elle compose des tragdies ; Meister glisse dans la clbre Correspondance de Grimm de petites compositions d'elle. En 1788, un ami de ses parents fait imprimer son insu une vingtaine d'exemplaires de ses Lettres sur J.-J. Rousseau, presque immdiatement rdites et rpandues dans le public. Au bonheur de l'criture, la qualit de l'analyse, on voit bien qu'il ne s'agit pas d'une premire tentative. L'ouvrage ne saurait se rduire l'loge et ne va pas sans critiques, notamment propos des ides du philosophe sur les femmes, leur rle social et leur ducation. L'enthousiasme qui a pouss Germaine a fait natre en elle l'ide d'une critique fonde sur la sympathie. Il ne s'agit plus de juger d'aprs des principes extrieurs l'uvre et qui lui semblent d'ores et dj dpasss, mais de la comprendre de l'intrieur et de trouver en soi les raisons de l'admiration qu'on prouve. Il n'y a plus de code impos du dehors, mais un double mouvement d'identification et de distanciation qui relie le lecteur sa lecture. Cette prise de conscience naissante s'affirmera dans ses grands livres. L'uvre de Mme de Stal est troitement lie aux circonstances politiques et aux circonstances de sa vie. Puisqu'elle ne pouvait jouer un rle public, il lui fallait compenser ce manque par les rares ressources que la socit lui laissait, la recherche d'une influence qui passerait par les hommes c'est alors le cas de toutes les femmes ambitieuses et par les livres, ce qui n'est pas donn tout le monde. On la considrera pour cela comme une intrigante empitant sur les domaines rservs aux hommes. Pendant l'poque rvolutionnaire et jusqu' son exil de 1803, son salon est la premire forme que prend le futur Groupe de Coppet ; il deviendra l'une des crations les plus tonnantes de Mme de Stal. Ce groupe d'amis, la fois trs intime et trs ouvert sur le monde, appartenant des pays divers, se retrouve sur les bords du lac dans ce chteau de Coppet qui lui donnera son nom. La matresse des lieux n'est pas qu'une htesse, une salonnire , elle est un crivain de mtier, qui travaille et incite les autres faire de mme. C'est l'originalit de ce groupe qui ne ressemble aucun autre et dans lequel Mme de Stal compte quelques-uns de ses amis les plus chers, dont des Genevois, comme Sismondi et Mme Necker-de Saussure, et des Almaniques, Bonstetten et Meister. Aucune tude sur Mme de Stal ne saurait se dispenser d'voquer au moins cette part capitale de son activit. Peu satisfaite par son mariage, elle cherche ailleurs un bonheur qu'elle n'a pas. Ainsi apparaissent cette poque dans son entourage des relations amoureuses importantes : le comte de Narbonne et le comte Adolphe de Ribbing (1765-1843). Les lettres qu'elle leur adresse, remarquables sur le double plan psychologique et littraire, dvoilent un personnage profondment attachant, port la souffrance, aspirant au bonheur, difficile parfois, jamais ordinaire, bouillonnant d'ides et d'activits. Aucun de ces hommes ne la vaut, et elle leur devient probablement insupportable par l'intelligence qui la distingue et par l'appel tout jamais insatisfait qu'elle adresse ceux qu'elle aime. C'est ce qu'elle revivra avec un homme d'une bien autre qualit intellectuelle, Benjamin Constant. Un Vaudois : l'homme de sa vie fut en dfinitive des mmes contres qu'elle et, comme elle et ses parents, n'aima vivre qu' Paris. Cette extraordinaire liaison, l'une des plus tonnantes du monde littraire, durera, puis s'ternisera, dans un grand enrichissement intellectuel, sans que chacun puisse vivre avec ou sans l'autre.
Les crits ns de la Rvolution. Mme de Stal avait d'abord donn dans des genres littraires non dnus d'ambition ; elle s'tait essaye la tragdie et en avait crit quatre ou cinq au moins. En 1790-1791, elle avait mme publi en tirages si confidentiels qu'on peut peine parler de publication deux pices de thtre : Sophie ou les sentiments secrets, intime et grave la fois, et Jane Gray, tragdie politique comme celles, encore indites, qui ont subsist. La Rvolution venue elle s'oriente vers la politique, qui n'est jamais absente de ses romans et de ses ouvrages de critique. Rfugie Lausanne et Coppet aprs la chute de la monarchie et les massacres de septembre 1792, elle publie en 1793 les Rflexions sur le procs de la Reine, o l'on voit une femme prenant la dfense d'une autre femme humilie, accuse de fautes qu'elle n'a pas toutes commises. Cet crit porte loin la mditation de Mme de Stal sur les misres de la condition fminine, ft-elle royale, et c'est toutes les femmes qu'elle adresse cet mouvant plaidoyer pour l'une d'entre elles qu'on trane dans la boue avant de l'assassiner. Elle publie plus volontiers qu'autrefois des uvres parfois assez anciennes : Zulma en 1794, en 1795 des nouvelles prcdes d'un Essai sur les fictions que Goethe apprciera au point de le traduire en 1796. Le grand crivain suivra dsormais les travaux de Mme de Stal avec un intrt partag par Schiller et soutenu par Guillaume de Humboldt ; celui-ci deviendra l'un des plus chers amis allemands de Mme de Stal, celui qui pensera ds 1800 qu'elle seule pourrait faire connatre la pense allemande en France. Elle reviendra sur la thorie du roman dans bien d'autres crits, De la littrature, les Rflexions sur le but moral de Delphine , De lAllemagne. Ds 1795, dans l'Essai sur les fictions, elle rejette le merveilleux et l'allgorique, les romans philosophiques et historiques, et leur prfre ceux qui mettraient en scne la varit des caractres et des conditions sociales. La fiction doit peindre les mouvements du cur et du caractre de l'homme au point de rencontre de l'imagination et de la philosophie, celle-ci ayant besoin de la parure de celle-l pour mouvoir et conduire au but sans l'indiquer d'avance . En 1795, elle croit encore la russite esthtique si le contenu obit des fines morales. Trs proccupe comme ses contemporains par les rapports de la morale et du roman qui n'obtient ses lettres de noblesse que s'il est moral, elle abandonnera ce point de vue trop troit. L'uvre d'art n'a pas plus de but moral que la vie elle-mme, mais son rsultat doit tre moral. Du moins, ds le temps de l'Essai, elle saisit le paradoxe du roman, symtrique du paradoxe de l'acteur, o tout est invent et imit, o rien n'est vrai mais o tout est vraisemblable . En 1796, Mme de Stal publie un ouvrage trs ambitieux, De l'influence des passions sur le bonheur des individus et des nations, auquel elle travaille depuis des annes. Dans son introduction, elle rsume sa
pense sur le bonheur des nations li la libert et au bon gouvernement, ide qu'elle dveloppera dans d'autres livres. Son rpublicanisme s'exprime pour la premire fois comme un idal qu'elle cherchera en vain raliser. Elle fait la revue pessimiste des passions bonnes et mauvaises et des malheurs qu'elles engendrent. Dans la mesure o mme les plus belles et les plus pures, comme la recherche de la gloire, font dpendre des autres le bonheur individuel, elles sont nfastes. Ni l'amour, ni les affections familiales, ni l'amiti n'apportent le bonheur, puisqu'on doit compter sur les autres qui se drobent. Pires encore sont le fanatisme, l'orgueil, la vanit, le jeu, et tous les vices de l'humanit. Le sage doit en dfinitive se contenter de ce qui ne dpend que de lui et rechercher la srnit qu'apportent la rflexion, l'tude, le progrs de la pense. Commenc en 1792 quand la Rvolution change de sens, ce livre pessimiste et mlancolique est issu d'une exprience singulirement vaste pour une jeune femme peine ge de trente ans, mais qui a dj beaucoup observ, beaucoup souffert et beaucoup rflchi. Son intrt ne rside pas seulement dans le trait de morale dont il prend la forme, mais dans ses rsonances politiques et autobiographiques. Les annes suivantes, l'crivain s'intresse comme toujours la vie publique, d'o quelques ouvrages qui ne sont pas tous publis, tant les rapides changements politiques leur sont dfavorables. Le plus important, qui aurait pu faire date s'il avait paru en son temps, est un appel la raison crit en 1798, Des circonstances actuelles qui peuvent achever la Rvolution. Il s'agit de sortir la France de l'anarchie, de fonder la Rpublique, d'carter l'esprit terroriste ou royaliste outr, en un mot de ramener la paix publique dont le pays, puis par le malheur, a un intense besoin. On soulignera le fait que Mme de Stal a lar-
gement bnfici de l'exprience de son pre comme ministre, et qu'elle se mfie des thories trop abstraites et inapplicables : tout en estimant Rousseau, elle lui prfre Montesquieu et Necker.
De la littrature.
En 1800, Mme de Stal publie son premier grand livre, De la littrature dans ses rapports avec les institutions, qui est aussi le premier livre important du nouveau sicle. Tributaire de Montesquieu, elle examine l'volution de la littrature et de la pense travers les diffrents types de socits, de gouvernements, de religions. Dans cet hymne la gloire de la littrature, prise au sens le plus large du mot - ce que nous appelons sciences humaines - elle prononce un plaidoyer imposant en faveur du XVIIIe sicle. Puiser des thmes nouveaux dans le pass des peuples, rhabiliter le Moyen Age chrtien, prdire le progrs dans la philosophie, l'histoire, le roman au sein d'institutions libres et galitaires accordes avec les murs, affirmer, comme Voltaire, contre Marmontel ou La Harpe, qu'il n'y a pas de got absolu mais des gots relatifs, opinion qu'on retrouvera dmontre dans De lAllemagne : vaste programme... Certes, dans un ouvrage aussi gnral, il manque l'auteur bien des connaissances et une pense philosophique assez solide (elle y remdiera plus tard) ; mais tel qu'il est, le livre foisonne d'ides neuves : le renouveau de la posie par la rverie, l'approfondissement des sentiments moraux et religieux, la valorisation des littratures du Nord, plus modernes, qui remplaceront les sources antiques puises. La dernire partie du livre est consacre la littrature de l'avenir dj voque dans Des circonstances actuelles : les talents littraires seront unis aux talents politiques, d'o l'importance du thtre sur lequel elle insiste beaucoup pour l'ducation du peuple, et de l'loquence politique, le genre rpublicain par excellence. La thorie de la perfectibilit, qu'elle a adapte sa propre pense, n'a pas que des amis ; le livre est accueilli par certains journaux avec une incroyable violence et avec hostilit par le Premier consul, qui soutient le sicle de Louis XIV, roi absolu, comme facteur de remise en ordre et d'autorit, contre le XVIIIe, accus des dsordres rvolutionnaires. Mme de Stal, convaincue que la Terreur et ses consquences sont un dtournement de l'histoire, ne peut accepter cet effacement des Lumires. Ses ides de libert lui vaudront les perscutions du nouveau pouvoir et lui coteront trs cher jusque dans sa vie intime. Madame de Stal et Napolon. partir de l commence en effet une lutte ouverte entre elle et Napolon, qui va se rpercuter sur sa pense et ses ouvrages. Il n'aime pas les femmes influentes et craint une personne trs loquente tenant un salon frquent par des gens brillants, haut placs dans l'entourage du Premier consul, un salon o l'on professe des ides qu'il rejette. Il croit trouver la trace de Mme de Stal, non sans raison, dans des groupes d'opposants, puis dans des conspirations, ce qui est beaucoup moins sr. Elle cultive trop d'ides ressenties comme subversives par le nouveau rgime pour se faire accepter par un homme qui ne veut d'elle que son silence. La lutte est ingale. Longtemps elle croira que sa clbrit lui vaudra l'apaisement. Elle mettra des annes comprendre qu'elle se heurte sans recours la volont froide de celui pour qui la toutepuissance est le seul but. Les Dix annes d'exil exposent loquemment cette lutte disproportionne entre un individu dsarm et un pouvoir tyrannique. Mme de Stal offre un exemple intressant des combats que se livrent les crivains et le pouvoir absolu sous toutes les latitudes. Pour elle, l'crivain ne cherche que le progrs de l'humanit, en donnant forme ce que les autres portent en eux sans pouvoir l'exprimer. C'est l son utilit, ce qui empche la littrature de tomber dans le frivole. La condition de son travail est la libert. Battue d'avance, Mme de Stal est exile de Paris, puis de la France. Malgr tous ses malheurs, c'est seulement en 1810, quand l'empereur est au fate de sa puissance que la destruction de son grand livre, De lAllemagne, lui fera enfin comprendre que sa situation est sans remde et qu'elle ne peut accepter une relgation passive mme dans un chteau, puisqu'elle est empche de publier, de recevoir qui elle veut, d'tablir ses enfants. C'est alors qu'elle choisira l'vasion et le grand voyage, travers une Europe dchire par les guerres, jusqu'en Russie et en Sude, dans le but d'atteindre l'Angleterre et la libert.
Delphine et Corinne.
Pour tout autre, et depuis le Consulat, ce serait le temps du silence. Constant lui-mme ne publie plus rien, il accumule. Chateaubriand est lui aussi trs prudent. Mme de Stal croit l'tre quand elle publie les
romans qui vont lui valoir une grande clbrit en France et en Europe. Elle y met encore trop de politique, abordant sans crainte dans Delphine (1802), ddie la France silencieuse , les questions politiques et sociales issues de la Rvolution : l'migration, le libralisme politique, l'anglomanie, la supriorit du protestantisme sur le catholicisme, le divorce. Tel quel, Delphine tait fait pour dplaire au pouvoir ; mais il remporta un immense succs. L'auteur mettait en scne, dans un enchanement diabolique de circonstances, la descente aux enfers d'une jeune femme intelligente, droite et bonne, qui perd toutes ses illusions sur les autres et sur elle-mme, et qui voit gcher par la mchancet universelle l'amour qu'elle porte un homme enferm lui-mme dans les prjugs de sa caste. Le point de vue est celui d'une femme qui, connaissant le monde et ses misres, prte une attention particulire aux malheurs des femmes. On peut s'tonner qu'un tel livre n'ait pas retenu davantage l'attention des fministes, quelques exceptions prs. L'analyse de la souffrance des tres, des femmes en particulier, y est faite avec une acuit et une varit de ton remarquables ; la forme pistolaire y trouva un de ses triomphes. Notons que chez Mme de Stal la proccupation de la destine malheureuse des femmes, mme dans des pays de haute civilisation et dans les rangs les plus levs de la socit, est constante. La Rvolution a fait rgresser la condition fminine : voil la ralit qu'elle constate et proclame, soulignant avec effroi le recul juridique, social, politique des femmes, et les malheurs auxquels les condamne leur position subordonne dans la famille et dans la socit. Bien que les cadres sociaux soient diffrents, il existe sur ce plan d'indiscutables ressemblances entre Delphine et Corinne (1807). Dans Delphine, Mme de Stal ne se souciait pas de dcrire Paris un public qui le connaissait parfaitement ; elle se concentrait exotisme d'un nouveau genre sur la socit, les salons, les difficults provoques par la Rvolution ses dbuts. Corinne, femme de gnie, qui incarne l'avenir de l'Italie (question politique dangereuse, parce que tenant une place importante dans la pense de Napolon), est elle aussi la victime d'une socit rpressive, anglaise cette fois. Modle de la libert en politique, l'Angleterre n'est pas un modle de libert sociale ; comme toujours, les femmes sont les premires victimes. Ce qui valut ce roman encore plus de succs qu'au prcdent, ce fut l'Italie o se droulent les trois quarts de l'intrigue. Le voyage que Mme de Stal y effectue pour crire Corinne a lieu aprs sa premire exprience allemande : c'est Weimar qu'elle aura soudain l'ide d'crire son nouveau roman et de le situer dans ce pays qu'on lui peint partout comme merveilleux. Elle ne sera pas due : elle dcouvrira la beaut des sites, l'intrt d'une situation politique misrable qui lui fait annoncer pourtant une renaissance, et des richesses intellectuelles plus grandes qu'on ne le souponnait en France. Ainsi mettrat-elle Dante l'honneur. Le roman contient donc un De l'Italie , certes plus limit que De lAllemagne, par les ncessits romanesques, mais issu d'une exploration semblable. Les beauts italiennes frappent l'crivain plus que celles de tout autre pays. Elle y jouit du pass romain, de l'Antiquit et de la Renaissance confronts aux temps modernes, de la douceur du climat, de la beaut du ciel, renforant ainsi cette fameuse opposition nord-midi prsente dans De la littrature grce son exprience livresque. L'Italie est incarne par Corinne, mi-Italienne mi-Anglaise, potesse et artiste, qui guide le lord cossais, Oswald, dont elle s'est prise, travers les splendeurs de son pays d'lection. Rome y tient une place symbolique, centrale, comme le lieu d'o sont sorties les grandes civilisations romaine et chrtienne, l'Antiquit et la Renaissance. Le roman se droule travers les paysages et les villes de l'Italie, choisies et dcrites en fonction des sentiments des hros : naissance de l'amour Rome, panouissement en Campanie sous la menace du volcan, mlancolie Venise, mort de l'hrone abandonne dans la rude Florence. Trs ambitieux, le livre rpond toutes sortes de questions, non seulement celles que posent la philosophie, la religion, la politique ou l'histoire, mais aussi les beaux-arts, la posie, et toute la beaut du monde. Ce deuxime roman ajouta encore la clbrit littraire de Mme de Stal. Il fut moins attaqu par les journaux que Delphine, objet d'incroyables critiques alliant la sottise la grossiret. On eut plus de respect pour l'auteur de Corinne, mme si l'on ne comprit pas toute la richesse du roman. Le public ne s'y trompa point, et il lut passionnment les aventures de Corinne et d'Oswald. L'incomprhension qui avait envelopp Lonce dans le roman prcdent se manifesta de nouveau l'encontre d'Oswald ; on n'acceptait pas ces hommes irrsolus que l'on taxait de faiblesse, ce qu'on trouvait inadmissible pour un hros de ro-
man. C'tait ignorer le nud des deux intrigues : seul, un homme domin par la socit peut porter malheur des femmes qui ne se conforment pas au modle fminin en vigueur. Lonce et Oswald sont tourments, moins par une suppose faiblesse que par le conflit que leur fait vivre leur amour pour des cratures insoumises aux lois patriarcales dans lesquelles ils ont t levs. Ces personnages masculins sont trs proches du hros d'Adolphe, crit dans l'ombre de Mme de Stal quand celle-ci termine son second roman en 1806. Constant se sentit vis par les articles contre Corinne plus que par ceux contre Delphine, auxquels il avait pourtant rpliqu avec la colre que lui faisaient prouver la btise et l'incomprhension de la critique.
De l'Allemagne.
Jusqu'en 1803, Mme de Stal avait vu dfiler l'Europe dans les salons parisiens. Certes elle avait travers la France, l'Allemagne ou la Suisse, sjourn dans le Pays de Vaud et quelques mois en Angleterre ; mais la dcouverte n'tait pas alors son but. Bonaparte, en changeant brutalement ses habitudes de vie, la conduisit enrichir ses connaissances et sa pense. Paradoxalement, sans lui, ni Corinne ni De lAllemagne n'auraient exist. Cet exil interminable devait produire ces deux chefs-d'uvre et, plus tard, un autre livre bien diffrent, rest inachev, les Dix annes d'exil, o elle voulait faire dcouvrir la Russie et si elle avait pu l'achever les royaumes du nord de l'Europe. En effet, en octobre 1803, l'orgueil bless de Mme de Stal chasse de France sans recours possible, puisqu'on la tient pour trangre, lui fit choisir un voyage en Allemagne. Elle avait plusieurs buts ; l'un tait de faire reconnatre en France et par le Premier consul qu'elle n'tait pas n'importe qui. Sa situation mondaine, la clbrit de son pre et la sienne propre lui assuraient l'accueil des cours princires, pour certaines prestigieuses. Son autre but, intellectuel, tait n avec sa dcouverte progressive de la pense allemande fort peu connue en France, laquelle l'initiait dj Guillaume de Humboldt. Celui-ci comprit trs tt qu'elle seule pourrait introduire et populariser des chefs-d'uvre inconnus dans une France plutt strile sur le plan de la littrature et de la philosophie. Elle partit sceptique, elle revint merveille, ayant tout dcouvert Weimar, un des carrefours allemands de la pense, Athnes d'un nouveau genre, Rpublique des Lettres retrouve, dont le souverain favorisait les gnies littraires. Le rseau europen de Mme de Stal allait s'enrichir considrablement. Ds son dpart, elle avait pens crire des Lettres sur l'Allemagne , projet modeste qui grandira au fur et mesure de son apprentissage. Au sens aigu de l'observation des peuples, la perception rapide des murs et des coutumes, des mes aussi, elle ajoute le got d'apprendre par la lecture et la conversation. Elle tudie l'allemand pour le lire et le traduire elle-mme (on ne trouve gure alors que de rares et mdiocres traductions). Elle rencontre les plus grands crivains comme Schiller, Goethe, Wieland et bien d'autres. Elle ramnera, plus pour elle que pour ses fils, le dj clbre Auguste Wilhelm Schlegel qui, avec son frre, reprsente le Sturm und Drang, toute une part de l'Allemagne pensante. Arrive en 1803, peine claire sur les ralits d'outre-Rhin, elle accomplit un immense effort pour dcouvrir une nouveaut philosophique et littraire trs originale. Ces connaissances s'enrichiront les annes suivantes, par les invitations Coppet, par son sjour Vienne et son second voyage en Allemagne. Dans ce nouveau livre, aucune fiction ne vient influencer l'expos. L'auteur parle sans aucun intermdiaire. Peut-tre aussi ne se voit-elle pas situer un roman dans l'Allemagne, si pittoresque soit-elle ; l'objet de ses recherches ne s'y prte pas. Elle ne pense donc qu' un projet didactique. Non sans crainte, elle s'y attaque au cours de l't 1808 ; elle le terminera en 1810 aprs plusieurs rdactions, qui permettent de mesurer l'normit de l'uvre entreprise. Il fallait tout apprendre aux Franais : l'aspect du pays (d'o une remarquable et pittoresque premire partie dans une Allemagne enneige, noire et blanche), son histoire, ses habitants. Le livre expose et analyse la dcouverte merveille d'une littrature et d'une pense, et culmine dans la dernire partie avec les admirables chapitres sur l'enthousiasme, prire et appel potique et inspir, qui voque l'loquence lyrique de Corinne. En voulant prsenter un pays ignor, Mme de Stal prend la suite de De la littrature, qui appelait les Franais renouveler leurs modles, sortir des limites trop strictes du classicisme d'o bien peu cher-
chaient s'vader, et que le pouvoir en place maintenait fermement. Elle reprend avec plus de force encore quelques ides essentielles : le refus des rgles troites d'une critique formelle, la recherche de thmes nouveaux dans l'histoire des nations, leurs lgendes, leurs mythologies, l'ouverture vers les autres peuples et leurs richesses, et celles des mondes inconnus du rve et de l'imaginaire. Enfin, elle dcouvre une philosophie idaliste issue de Kant, qui lui parat capable de nourrir la philosophie franaise. Elle refuse dsormais la morale de l'intrt bien entendu, le pragmatisme et le matrialisme, qu'elle remplace par la morale du devoir et la notion d'enthousiasme, pendant que grandit en elle l'ide de la mlancolie enrichissant la posie et le thtre, sur lesquels elle crit des chapitres capitaux pour le romantisme franais en formation. Elle, l'hritire des Lumires, ressent avec force qu'il faut voluer, qu'il faut sortir du classicisme franais, et que la rponse se trouve dans cette littrature, mme si les Allemands sont dj en route vers un romantisme dont elle ne saisit que les premiers pas. Son refus des prjugs et des interdits en tout genre est pouss plus loin encore que dans ses prcdents ouvrages, car il ne suffit plus de s'inspirer de l'Antiquit, du XVIIe ou mme du XVIIIe sicle, il faut apprendre connatre une posie et un thtre novateurs et entirement libres dans leur conception et dans leur construction. Les Franais n'offrent plus rien de tel depuis longtemps ; leur posie se trouve dans leur prose et, s'ils ont quelques bonnes tragdies, s'ils gardent leur suprmatie dans la comdie, ils ne produisent plus rien de nouveau et de grand. Sur ces plans, l'Allemagne est donc propose comme modle. Mme de Stal n'invite pas les Franais copier les Allemands, mais rflchir sur leur exemple, et s'vader des rgles trop troites o s'enlise leur littrature. Comme Corinne, De lAllemagne contenait une critique implicite de la politique napolonienne. Quand il la lut, en 1814, Goethe pensa qu'on aurait pu attribuer cette uvre une influence dans le soulvement de l'Allemagne en 1813. Napolon vit le danger, interdit le livre et le fit dtruire. Par miracle, les manuscrits et plusieurs jeux d'preuves chapprent la vigilance policire. Mais Mme de Stal reut l un coup fatal qui aurait pu tuer en elle le got de vivre et le pouvoir d'crire. Au milieu de ses peines, elle russit survivre et reprit la plume dans le secret, travaillant dans ces temps de dsesprance autant qu'elle l'avait toujours fait. Elle rdige alors son drame de Sapho (1811), qui rappelle le sujet de Corinne sur le fond tragique de la femme gniale victime de l'amour et les Rflexions sur le suicide (1813), o elle condamne les ides qu'elle avait longtemps soutenues. Elle commence une pope sur Richard Cur de Lion, o elle aurait clbr l'aurore de la libert et peint l'Orient o elle serait alle en 1817 si la mort n'avait interrompu sa carrire. On peut rver au De l'Orient qu'elle n'aurait pas manqu d'crire. Les Dix annes d'exil et les Considrations sur la Rvolution franaise. Dans la retraite-prison qui lui est impose aprs la condamnation de De lAllemagne, Mme de Stal commence les Dix annes d'exil, d'abord conu comme un violent pamphlet contre l'empereur qui l'crase de sa toute-puissance. Enfin, espionne, tourmente sans relche, rduite Coppet et Genve, ne pouvant plus rien publier, elle dcide de s'vader de l'Europe napolonienne. Commence alors l'immense voyage qui la conduira travers l'Empire autrichien et l'Empire russe, devenu contradictoirement terre de la libert recouvre. La Grande Arme est entre en Russie. Mme de Stal doit passer par Kiev et Moscou pour lui chapper, en pleine guerre, quand tout un peuple se soulve contre l'envahisseur. Elle observe ce pays si loign de ses connaissances et de sa culture, qui s'offre elle comme l'annonce d'une Asie fabuleuse. Le livre que sa mort laissa inachev devait merveiller Pouchkine pour ce qu'elle y disait des Russes. Elle avait son actif un De l'Italie et un De lAllemagne ; ce fut l l'bauche d'un De la Russie et des royaumes du Nord . Dlivre de Napolon, elle va vivre plusieurs mois en Sude, protge par Bernadotte devenu prince hritier, puis en Angleterre. C'est l'apoge de sa vie : la femme chasse devient l'inspiratrice d'une politique d'alliance anti-napolonienne, elle joue un rle de propagande important, o son loquence naturelle se donne libre cours, facilite par la qualit et par le nombre de ses relations politiques. Puis elle rentrera dans une France humilie mais dlivre d'un tyran son tour vaincu et exil. Stockholm, Mme de Stal avait travaill la deuxime partie des Dix annes. Londres, elle reprit une ide dj ancienne. Depuis la mort de son pre, elle souhaitait consacrer un livre sa vie politique ; elle avait rdig en 1804 un texte remarquable sur l'homme priv. Elle voulait expliquer l'homme public, mais
elle n'eut pas le cur de s'arrter la fin de sa carrire en 1790, quand s'taient drouls de si grands vnements dans lesquels elle-mme avait jou un rle attentif et ambitieux d'observateur et d'acteur. Elle continua donc le livre par le Consulat et l'Empire jusqu'au dbut de la deuxime Restauration, ayant accept sans joie les Bourbons, non sans inventorier leurs premires erreurs. Au projet initial s'ajoute donc une tude du groupe libral dans les trois premires annes de la Rvolution, suivi du dsenchantement provoqu par les errements de la Terreur, les vicissitudes du Directoire, la tyrannie napolonienne et une royaut qui ne lui inspire pas entire confiance. Le livre se termine sur des propositions faites la France, inspires du systme politique anglais. Les Considrations renferment donc un De l'Angleterre politique. Leur style exprime efficacement la tragdie moderne, de franaise devenue europenne ; il mrite d'tre tudi aussi bien que dans les crits purement littraires. Un cycle se referme ainsi l o il avait commenc. La mort brutale de Mme de Stal cinquante et un an, en 1817, arrte une uvre inacheve sur le plan littraire. Il ne lui a pas t donn de voir les changements maintenant proches de la littrature franaise, elle sans qui les choses n'auraient pas t tout fait ce qu'elles furent. Double et inutile interrogation qui laisse insatisfaits ceux qui l'ont suivie avec toute l'attention qui lui tait due, et qui ont pu s'irriter de la mconnaissance dont elle a t la victime de la part des hritiers auxquels elle avait magistralement ouvert les voi
GEORGE SAND
vnements historiques Date Age G. Biographie Sand Naissance d'Aurore Dupin (vritable nom de George Sand), fille de Marice Dupin et Sophie Victoire Delaborde.
1804
Voyage en Espagne. A Nohant, la famille vient faire la connaissance de Mme Dupin de 1808 4 ans Francueil, grand-mre d'Aurore. Maurice Dupin meurt des suites d'une chute de cheval. 1809 Sophie-Victoire abandonne la garde d'Aurore au profit de Mme Dupin de Francueil. Deschartres, ancien prcepteur de Maurice Dupin est charg de l'ducation d'Aurore. Il va lui apprendre s'habiller en garon pour monter cheval. 14 ans Aurore est mise en pension dans un couvent. Elle a une crise de mysticisme. Aurore retourne Nohant. Sa grand-mre souhaite la marier avant de mourir.
Bataille de Wagram
1811
1821 17 ans Mort de la grand-mre d'Aurore. Aurore part Paris avec sa mre. Elles ne 1822 18 ans s'entendent pas trs bien. Aurore pouse Casimir Dudevant et s'installe Nohant. 1823 19 ans Naissance du fils d'Aurore, Maurice. Deschartres quitte Nohant.
De srieuses divergences de gots sparent Aurore et Casimir. Dans les Pyrnes, rencontre et amour platonique d'Aurore avec Aurlien de Sze. Naissance de Solange, le deuxime enfant d'Aurore. Mort de Deschartres. Premiers essais littraires d'Aurore. Ils ne seront publis qu'aprs sa mort. (Voyage en Auvergne, Voyage chez Mr Blaise, Voyage en Espagne et La Marraine) Age G. Biographie Sand
1829
vnements historiques
Date
Premire lettre de Flaubert. Naissance du petit-fils de George Sand, Marc-Antoine Dude1863 59 ans vant-Sand. Thophile Gautier sjourne Nohant. Mort de Delacroix. Maurice et Manceau se disputent. George Sand part vivre avec Manceau Paris, puis 1864 60 ans Palaiseau. Mort du petit-fils de George Sand. Elle revoit son mari pour la dernire fois. 1865 Mort de Manceau. Visite de Flaubert. George Sand est la seule femme admise aux dners Magny, avec les Goncourt, SainteBeuve, Taine et Gautier. Amiti avec Flaubert. Naissance d'Aurore, "Lolo". Visite Croisset, chez Flaubert. Visite de l'Exposition universelle. 64 ans Nouvelle visite Croisset. Naissance de Gabrielle Sand "Titite". Morts de Sainte-Beuve et de Calamatta. Face la guerre, George Sand s'affirme rpublicaine et amoureuse de la paix. C'est sa rpulsion l'gard de la violence qui la rend adversaire de "La Commune" mais aussi de la rpression qui s'en suit.
Fondation de l'Internationale
1866
1867 1868 1869 Dclaration de guerre la Prusse Dchance de l'Empire 1870 La Rpublique est proclame Sige de Paris par les troupes prussiennes Armistice franco-prussien La Commune Thiers Prsident 1871 Trait de Francfort L'Alsace et La Lorraine sont cdes l'Allemagne 1872
Cabourg pour gurir la famille de la coqueluche. Mort de Napolon III en Angleterre Dmission de Thiers et lection de Mac Mahon la 1873 prsidence de la Rpublique Loi du Septennat Victoire des Rpublicains aux lgislatives 1876 72 ans Visite, Nohant, de Flaubert et de Tourgueniev. Solange vient habiter prs de Nohant bien qu'elle ne s'entende toujours pas trs bien avec sa mre. Mort de George Sand. Elle laisse un roman inachev Albine.
Age Date G. Biographie Sand 1830 Chez ses amis Duvernet, Aurore fait la connaissance de Jules Sandeau qui devient son amant. Aurore part Paris rejoindre Jules Sandeau. Elle commence crire pour Le Figaro, dont son compatriote Latouche est le directeur, et pour La Revue de Paris. Elle fait la connaissance de Balzac. Elle crit Jehan Cauvin. Aurore, devenue George Sand pour la parution d'Indiana, est lgrement atteinte par le cholra. Elle signe un contrat avec Franois Buloz. Rupture avec Sandeau. Amiti avec Gustave Planche, Sainte Beuve et Marie Dorval, qui lui donne l'amour du thtre. Exprience malheureuse avec Prosper Mrime. Rencontre d'Alfred de Musset avec qui elle part pour l'Italie. Ils font une partie du voyage avec Stendhal. A Venise, George Sand tombe malade, Musset galement. Celui-ci a des accs de violence contre George Sand qui se rconforte dans les bras du mdecin Pietro Pagello. Musset quitte Venise et George Sand. Mais de retour Paris, les amants se retrouvent. Musset prsente Liszt et Heine George Sand. George Sand rompt dfinitivement avec Musset en retournant Nohant. Elle y travaille normment. A Bourges, elle fait la connaissance d'un brillant avocat, Michel, qui lui inspire une passion dvo-
1831
27 ans
1832
1833
1834
30 ans
1835
rante et la fait entrer dans un cercle de rpublicains. Grce une brillante plaidoirie de Michel de Bourges, George Sand obtient sparation d'avec son mari et elle redevient seule matresse de Nohant. George Sand garde sa fille. Casimir a la charge de l'ducation de son fils, qu'il met en pension dans un lyce parisien. George Sand sjourne Genve chez Liszt et Marie d'Agoult, avec ses enfants. De retour Paris, elle rencontre Chopin. Elle ctoie Lamennais et Pierre Leroux qui militent pour des rformes sociales. Visite de Liszt et de Marie d'Agoult Nohant. George Sand a une liaison avec un crole, Flicien Mallefille. Mort de la mre de George Sand. 34 ans Visite de Balzac Nohant. George Sand devient la matresse de Chopin. Ils partent en voyage pour Majorque avec les deux enfants, Solange et Maurice. Pendant l'hiver pass Majorque, Chopin compose Ballades et Prludes. Sjour Marseille. Maurice devient lve de Delacroix. George Sand rompt avec son diteur Buloz, qui n'apprcie pas les ides socialistes de l'crivain. George Sand fonde La Revue indpendante avec Pierre Leroux. Amiti avec Pauline Viardot, qui permet George Sand d'approfondir son amour de la musique. Rencontre de Lamartine.
Mort de Charles X
1836
1837
1838
1839
1840
1841 38 1842 ans Ouverture de la ligne de chemin de fer Paris1843 Orlans 1844
.vnements historiques
40 George Sand fonde L'claireur de l'Indre. ans Age Date G. Biographie Sand
1846
George Sand a de mauvaises relations avec sa fille Solange. Chopin part seul pour Paris. Il quitte Nohant pour ne plus y revenir. Solange pouse le sculpteur Auguste Clsinger. Elle fomente des querelles au sein de sa famille. Chopin, qui a pris son parti contre George Sand, rompt avec cette dernire. George Sand et Chopin se voient pour la dernire fois. George Sand, ayant particip l'insurrection avorte du 15 mai, se rfugie Nohant. Naissance de Jeanne Clsinger, "Nini", fille de Solange. Sjour Nohant du graveur Alexandre Manceau, un ami de Maurice. Morts de Chopin et de Marie Dorval. George Sand inaugure une nouvelle salle de thtre Nohant. Dbut de la liaison de George Sand avec Alexandre Manceau. Mort de Balzac. Mort de Latouche. Contrat de G. Sand avec l'diteur Hetzel pour les oeuvres illustres. George Sand rencontre Napolon III Paris. Elle obtient la grce de plusieurs rpublicains. Mort de Michel de Bourges. Les Clsinger se sparent et se disputent la garde de "Nini". Les tribunaux confient la garde de "Nini" sa grand-mre, mais Alexandre Clsinger a mis son enfant dans une pension et ne se presse pas de la rendre G. Sand. Mort de Nini de la scarlatine. G. Sand en prouve un immense chagrin et ne parvient plus crire. Pour lui changer les ides, Manceau organise un voyage en Italie.
1847
Journes rvolutionnaires Paris. LouisPhilippe abdique. 44 La Rpublique est proclame. Abolition de l'es- 1848 ans clavage. meutes Paris en mai. Louis-Napolon Bonaparte est lu Prsident.
1849
1850
1851
1855
1857
53 ans
Mort de Musset. Rencontre de Gustave Flaubert dont le roman Madame Bovary vient de paratre. La Daniella fait scandale dans La Presse dont on interdit la parution. Le journal reparat pourtant grce l'Impratrice Eugnie. Manceau achte pour George Sand une maison de campagne Gargilesse. George Sand se rconcilie avec Buloz. Polmique autour de Musset avec les publications de Elle et Lui de G. Sand, Lui et Elle de Paul de Musset et Lui de Louise Colet. George Sand est assez srieusement atteinte du typhus. Sjour Tamaris. Amiti avec Dumas fils. L'Empereur et l'Impratrice veulent honorer George Sand, mais elle refuse. Mariage de Maurice avec Lina Calamatta Nohant.
Napolon
III
1858
l'Autriche
1859
1860
1861
1862
GEORGE SAND ET ALFRED DE MUSSET Dans les lettres adresses Alfred de Musset, Georges Sand se rvle une femme caractrise par l'angoisse e la peur de n'tre pas aime. Elle vit dans le chagrin et elle attend toujours une preuve d'amour de son amant. Elle se souvient du baiser qu'elle a reu de manire tendre mais aussi mlancolique comme si elle avait dj eu une dception d'amour. Georges Sand est une femme passionne mais la peur d'prouver un sentiment trs fort et non partag transforme sa passion en angoisse. Voici trois lettres de la correspondance entre George Sand et Alfred de Musset. Lettre de George Sand Alfred de Musset : Je suis trs mue de vous dire que j'ai bien compris l'autre soir que vous aviez toujours une envie folle de me faire danser. Je garde le souvenir de votre baiser et je voudrais bien que ce soit l une preuve que je puise tre aime
par vous. Je suis prte vous montrer mon affection toute dsintresse et sans calcul, et si vous voulez me voir aussi vous dvoiler sans artifice mon me toute nue, venez me faire une visite. Nous causerons en amis, franchement. Je vous prouverai que je suis la femme sincre, capable de vous offrir l'affection la plus profonde comme la plus troite en amiti, en un mot la meilleure preuve que vous puissiez rver, puisque votre me est libre. Pensez que la solitude o j'habite est bien longue, bien dure et souvent difficile. Ainsi en y songeant j'ai l'me grosse. Accourrez donc vite et venez me la faire oublier par l'amour o je veux me mettre. George Sand Rponse d'Alfred de Musset : Quand je mets vos pieds un ternel hommage, Voulez-vous qu'un instant je change de visage ? Vous avez captur les sentiments d'un coeur Que pour vous adorer forma le crateur. Je vous chris, amour, et ma plume en dlire Couche sur le papier ce que je n'ose dire. Avec soin de mes vers lisez les premiers mots, Vous saurez quel remde apporter mes maux. Alfred de Musset La rponse de George est une merveille de concision : Cette insigne faveur que votre coeur rclame Nuit ma renomme et rpugne mon me. George Sand
LA LIBERTA DELLE DONNE E IL ROMANZO NELL800 NellOttocento un genere letterario relativamente giovane, il romanzo, diventa il luogo in cui la nuova societ borghese si rappresenta e si specchia (leggono e scrivono romanzi uomini e donne della borghesia), riflette su se stessa, porta alla luce le sue contraddizioni. Il romanzo dunque depositario della storia contemporanea, soprattutto per quegli aspetti tradizionalmente trascurati dalla storiografia ufficiale: i costumi (modi di vita, abitudini, norme, mentalit, codici di comportamento), la vita quotidiana, le relazioni interpersonali. I rapporti fra le donne e il romanzo sono molteplici e, sotto tutti i punti di vista, molto stretti. Sono almeno tre gli aspetti in cui il legame tra le donne e il romanzo si manifesta in tutto il XIX secolo. 1. Le donne leggono i romanzi. Le donne, soprattutto quelle delle classi medio-alte, ma anche cameriere e piccolo-borghesi, diventano tra la fine del Settecento e la prima met dellOttocento una fetta sostanziale del pubblico a cui i romanzi si indirizzano. Questo fenomeno, presente soprattutto in paesi come lInghilterra, la Francia e gli Stati Uniti, e nelle aree urbane, legato a diversi fattori come la crescita dellalfabetizzazione maschile e femminile, lavviarsi dei primi movimenti di emancipazione politica e culturale da parte delle donne, lallontanamento dalle campagne e il progressivo tramonto di un economia familiare di sussistenza che si fondava sul lavoro delle donne: filare e tessere, fare il pane, la birra, il sapone, le candele. Le donne, insomma, riescono a sottrarre tempo da dedicare alla lettura e, al contempo, hanno la forza per affermare il loro diritto alla lettura. In un celebre romanzo inglese della met del Settecento, Pamela di Samuel Richardson, storia di una giovane cameriera, la principale caratteristica del nuovo lavoro che la protagonista cerca dopo aver lasciato un precedente impiego che le lasci "un certo tempo per la lettura". 2. Le donne scrivono romanzi. LOttocento anche il secolo in cui si afferma incontestabilmente la figura dellautrice: George Sand, George Eliot, Jane Austen, Emily e Charlotte Bronte, Edith Wharton, Matilde Serao. Molti e complessi sono i motivi che conducono le donne al romanzo, forma espressiva e letteraria congeniale alle donne. Virgina Woolf afferma, in Una stanza tutta per s, che alcune caratteristiche strutturali della scrittura, il basso costo della carta, la flessibilit (basta ritagliarsi un angolo per s come faceva Jane Austen nel grande salotto di casa sua, dove, mentre si avvicendavano ospiti, domestici, familiari, lei compilava le sue opere impeccabili) hanno reso praticabile alle donne larte del romanzo. Ma probabilmente altri motivi sono reperibili e si pu ipotizzare che un nuovo genere, privo di tradizione, consentisse alle donne, ufficialmente escluse dai commerci culturali, dalle accademie, ecc. di sperimentare con pi libert nuove modalit espressive, di rompere le convenzioni che per secoli avevano presieduto alle rappresentazioni di uomini e donne nelle pagine della letteratura. 3. Le donne abitano i romanzi. Nel XIX secolo le donne fanno la loro entrata trionfale nelle pagine del romanzo, come dimostrano alcuni dei grandi titoli della letteratura ottocentesca, invariabilmente legati a un nome femminile: Emma di Jane Austen, Madame Bovary di Gustave Flaubert, Jane Eyre di Charlotte Bronte, Anna Karenina di Lev Tolstoj, Eva di Giovanni Verga, Tess dei dUberville di Thomas Hardy, innumerevoli romanzi di Honor de Balzac, come Batrix, La Duchesse de Langeais, Eugnie Gaudet La muse du Dpartement, La femme de trente ans, e il casa Casa di bambola di Henrik Ibsen, che se non portano un nome femminile, alludono per chiaramente a un personaggio femminile, il quale gi dal titolo viene annunciato come centrale. La presenza delle donne nel romanzo indubbiamente legata anche alla centralit che acquista, nelle letteratura e nella societ dellOttocento, listituzione del matrimonio; e gli innumerevoli personaggi femminili della letteratura ottocentesca sono l a denunciare la violenza, la normativit e linsufficienza del
matrimonio borghese per i bisogni delle donne. Ma i personaggi femminili non sono solo mogli e madri: sono amanti, prostitute, istitutrici, zitelle, scrittrici, contadine Lettrici, scrittrici, personaggi, le donne trovano nel romanzo tipi femminili, comportamenti, destini possibili con cui di volta in volta confrontarsi, identificarsi, differenziarsi: quella delle donne dellOttocento una lettura attiva e non passiva, partecipata, appassionata, a volte polemica, perch le donne chiedono di essere rappresentate con libert, con fedelt, con rispetto, e, in quanto lettrici, affermano il loro diritto di critica e di giudizio.
ENRICHETTA CARRACIOLO Enrichetta nacque a Napoli nel 1821 da don Fabio Caracciolo di Forino, maresciallo dellesercito napoletano, e da Teresa Cutelli, gentildonna palermitana. Era la quinta di sette figlie femmine, e questo segn il suo destino, in una famiglia che, per generazioni, us monacare tutte le figlie femmine tranne le primogenite. La generazione di Enrichetta, peraltro, fu la prima in cui questa prassi si incrin (pi di una delle sorelle si spos); ma una serie di circostanze fecero s che a lei fosse destinata una monacazione forzata. Enrichetta trascorse la sua adolescenza come una ragazza sensibile e romantica. Un primo innamorato la abbandon "per insufficienza di dote"; un secondo venne allontanato per la sua "insensata gelosia". Alla morte del padre fu affidata, ancora adolescente, alla tutela della madre, che, avendo deciso di risposarsi, a sua insaputa inizi le pratiche per introdurre Enrichetta nel monastero di San Gregorio Armeno di Napoli, dove gi si trovavano due zie paterne della fanciulla. Quindi Teresa part per Reggio, dove celebr il suo secondo matrimonio, dopo aver promesso alla figlia che lavrebbe condotta nella sua nuova dimora. Ma un parente - un magistrato avvert la giovane di quanto si stava tramando alle sue spalle. Enrichetta, allora, rifiut di lasciare la sua temporanea dimora presso una sorella sposata. Ma questo non bast perch la polizia, dietro la pressione della madre che accus la figlia di insubordinazione, la costrinse ad una scelta: essere rinchiusa in convento o a Reggio o a Napoli. Enrichetta accett di entrare nel monastero napoletano di San Gregorio e qui le monache le imposero, come condizione per accoglierla, il noviziato. Era il 1840. Lanno successivo Enrichetta pronunci i voti solenni. Colta e amante degli studi, nel convento si scontr con la grettezza e la diffidenza di monache ignoranti, per lo pi analfabete. Si innamor di un giovane medico, senza osare rivelarsi. Nel 1846, incoraggiata dal diffuso clima di speranza nel "papa liberale", present a Pio IX la prima di una serie di istanze volte ad ottenere lo scioglimento dai voti, o almeno una dispensa temporanea per motivi di salute. Ma l'arcivescovo di Napoli, Riario Sforza, le rivolse unaccanita persecuzione personale, negandole il suo nulla osta, perfino contro il parere del pontefice. Si procur ben presto la fama di rivoluzionaria, aggregata a societ segrete. Comprava senza nascondersi i giornali dellopposizione, che leggeva ad alta voce nel convento, approfittando della concessa libert di stampa. E di questa nuova libert progett di avvalersi, come scrisse in una lettera indirizzata a Pio IX, per denunciare lo stato monastico imposto a tante giovani donne, "residuo di barbarismo orientale" e per "notificare al mondo intero" sulla stampa, in pi lingue, liniquit della sua condizione. Si trasfer nel conservatorio di Costantinopoli, dove vi era un partito riunito intorno alla badessa total-
mente ligio alla curia e ai Borboni. Enrichetta sub una drastica censura riguardo a quelle che erano diventate, come narra lei stessa, le sue fonti di sopravvivenza psichica: lesecuzione al piano di brani di Rossini, la possibilit di scrivere lettere e tenere un diario. Le vennero confiscate un saggio di Ozanam su Dante, uno di Tommaseo sulleducazione, gli Inni Sacri di Manzoni e un carme alla libert di Dionisio Salomos. Alla perquisizione sfuggirono fortunatamente, un fascio di carte rivoluzionarie in cifra, un pugnale ed una pistola affidatele da un cognato cospiratore. Enrichetta ripieg allora sulle letture consentite dalla badessa: nella Vita delle sante martiri trov testimonianze del contributo delle donne al rinnovamento dellumanit. Continu ad inviare lettere, che sottraeva alla censura del convento nascondendole nel cesto della biancheria sporca, con la complicit di una domestica. Alcuni suoi scritti, sequestrati e pervenuti nelle mani del vescovo di Napoli, vennero da lui inviati a Pio IX affinch non cedesse alle suppliche della madre per la libert della figlia. Solo nel 1849, grazie ai disturbi nervosi di cui soffriva, Enrichetta ottenne finalmente il permesso di uscire con la madre per curarsi con i bagni. Lanno dopo Riario Sforza torn a perseguitarla: le neg una nuova licenza, le sequestr lassegno costituito dai frutti della sua dote di monaca, costringendola a vivere della carit dei parenti. Enrichetta allora, con la complicit della madre, lasci il conservatorio e si rec a Capua sotto la protezione del vescovo di Cassano: ma il suo protettore mor pochi giorni dopo. Un altro amico ecclesiastico riusc a procurarle il permesso di abitare con la madre, seguendo la regola delle Canonichesse di SantAnna che prescriveva, fra laltro, il nubilato. Tuttavia Riario Sforza continu a perseguitarla, valendosi della sua influenza presso Ferdinando II: il vescovo riusc nel suo intento e la ragazza venne arrestata. Condotta nel ritiro di Mondragone, Enrichetta rifiut il cibo e medit il suicidio. Dopo 11 giorni era quasi in fin di vita. Si colp al petto con un pugnale, riuscendo solo a ferirsi. Sopravvisse, superando un intero anno di isolamento. Un nunzio pontificio, torn ad intercedere per lei e le procur il permesso di ricevere i parenti, ma non di lasciare il ritiro, neppure per visitare la madre morente. Dopo la scomparsa di questultima, Enrichetta progett una nuova fuga, con la complicit di una zia; pens di rivolgersi al capitano di una nave inglese ancorata nel porto di Napoli. Poi le preoccupazioni per il suo onore, che sarebbe stato messo a rischio da un lungo viaggio in una nave di soli uomini, la fecero desistere. Tent ancora la via diplomatica. La zia ottenne dalla Sacra Congregazione dei Vescovi linvio di un medico che prescrisse ad Enrichetta la cura dei bagni a Castellammare: era uno stratagemma attraverso il quale la Congregazione, fortemente critica verso il comportamento dellarcivescovo di Napoli, mirava a liberare Enrichetta del suo persecutore. Ormai era entrata a tutti gli effetti nelle reti cospirative: sollecitata dagli amici, torn clandestinamente a Napoli. Elabor un sistema di controspionaggio, con persone di sua fiducia incaricate di individuare e depistare i poliziotti in borghese messi alle sue costole. "La mia storia finisce in questo giorno, che per lItalia giorno di nuova creazione": il 7 settembre 1860 Enrichetta, dopo essere rimasta quasi schiacciata dalla folla nel tentativo di essere la prima donna di Napoli a stringere la mano a Garibaldi, depose su un altare il suo nero velo di monaca. Recuperata la libert, dopo pochi mesi spos con rito evangelico il patriota napoletano di origine tedesca Giovanni Greuther. La sua carriera di scrittrice incominci nel 1864, anno in cui pubblic le sue memorie, cui seguirono una dopo laltra le sue opere: Un episodio dei misteri del chiostro napoletano, Un delitto impunito: fatto storico del 1838, I miracoli e il suo dramma pi importante La forza dellonore. Fu anche corrispondente di giornali politici ed entr a far parte di numerose associazioni, tra cui ricordiamo la Societ Italiana per lemancipazione della donna. Nel 1866 incominci la sua campagna femminista pubblicando un Proclama alla Donna Italiana in cui esortava le donne a sostenere la causa nazionale nella terza guerra dIndipendenza. Con la sorella Giulia fece parte del Comitato femminile napoletano di sostegno al disegno di legge di Salvatore Morelli per i diritti femminili. Nonostante la sua notoriet e la sua infaticabile attivit, Enrichetta non ebbe alcun riconoscimento ufficiale dal governo italiano. Garibaldi, partendo per lassedio di Capua, non fece in tempo a firmare il decreto con cui aveva intenzione di nominarla ispettrice agli educandati di Napoli, mentre De Sanctis, dopo averle promesso un incarico, la dimentic. Gli oggetti di sua propriet che Riario Sforza le aveva seque-
strato non furono mai ritrovati. Enrichetta continu la sua vita ignorata dai suoi concittadini, modesta e solitaria. Solo il clero sembrava non averla dimenticata: larcivescovo di Edessa nell1888 le chiese un incontro, nel quale tent, ancora una volta, di ricondurre la ribelle Enrichetta nellalveo del cattolicesimo: " Quando vi ritroverete sul letto di morte, mi manderete a chiamare". Ed ella, sorridendo, rispose: "Monsignore, mi duole dirvelo: per legge naturale, toccherebbe a voi morire prima di me". Greta Mara
MADAME BOVARY: L'INCONCILIABILITA' TRA SOGNO E REALTA'
Secondo i risultati di un recente sondaggio, i giovani italiani tra i 15 e i 25 anni dedicano sempre meno tempo alla lettura, trascinati di continuo dalle innovazioni della moderna tecnologia. Televisione, computer, videogiochi hanno preso il posto degli ormai sorpassati libri nel cuore dei ragazzi che dedicano ad essi la maggior parte del tempo libero, ignorando quell'immenso piacere che si prova nell' "assaporare" un buon vecchio classico della letteratura. Sono proprio i risultati di questo sondaggio che hanno spinto il nostro giornale a proporre un'iniziativa intitolata I tesori della letteratura che offrir per ogni gioved, in allegato al quotidiano, un romanzo dei pi famosi scrittori italiani e stranieri; si comincia questa settimana con un classico della letteratura francese, Madame Bovary di Gustave Flaubert, un'opera celeberrima che tratta dell'inconciliabilit di realt e fantasia, della distanza incolmabile tra sogni e vita quotidiana. Emma, figlia di un agiato agricoltore, una donna romantica e sognatrice che vive di speranze ed ambizioni ed incarna alla perfezione l'animo romantico. Educata in convento, ha nutrito la propria immaginazione con letture che narravano di un mondo di lusso, di passioni, di donne nobili e ricche, e confida di realizzare i propri sogni romanzeschi attraverso il matrimonio. Ben presto per resta delusa dal grigiore e dalla monotonia della vita coniugale, paragonata ad una prigione, ed inizia ad avvertire il forte contrasto tra le sue ambizioni e l'ordinariet del marito, uomo mediocre, privo di sogni e di fiducia in se stesso. Un ballo dato in un castello a cui Emma partecipa insieme a Charles risveglia in lei il desiderio di avere qualcosa di meglio dalla vita e la porta a credere all'esistenza del mondo romantico che sogna da sempre, senza riuscire a rendersi conto che quello che ammira non un mondo reale ma costruito intorno a maschere e illusioni. Il trasferimento da Tostes a Yonville, voluto dal marito, convinto che un cambiamento potesse giovare ad Emma, non ha gli effetti sperati: ella resta delusa an-
che dal nuovo ambiente e dalle persone che incontra. Gli unici a suscitare in lei un interesse sono Lon Depuis, un giovane notaio per cui prova un amore apparentemente sincero ed appassionante, ma destinato presto a finire a causa della sua banalit, e Rodolphe Boulanger, un ricco proprietario terriero di cui diventer l'amante e che le spezzer il cuore abbandonandola. Il tema dell'adulterio percorre l'intera opera e viene presentato da Flaubert come un mezzo utilizzato da Emma per evadere dalla vita soffocante e dal matrimonio infelice con Charles. Ma il tema principale dell'opera il cosiddetto "bovarismo", vale a dire il modo di vedere e di sentire la vita che ha preso il nome da Emma, e che rappresenta la tendenza di tutte le persone a sognare delle felicit inaccessibili e a vivere nell'illusione. Emma il simbolo delle aspirazioni, dei sogni di un'intera generazione di donne e del malessere da loro provato, conseguenza dell'inconciliabilit tra l'ideale romantico costruito dalla loro educazione e il peso di una realt nella quale il sogno non trova alcun posto. Borelli Mara
Se vi piacciono quelle storie damore difficili e tormentate che mettono in scena emozioni e sentimenti talmente forti da sconvolgere la vita di una persona, Madame Bovary sicuramente un libro adatto a voi. Il romanzo di Gustave Flaubert (1821-1880), uscito nel 1857 e da marted in vendita con il nostro giornale, presenta una societ molto negativa in cui trionfano lipocrisia e la stupidit, mentre i valori come la purezza e lonest passano in secondo piano. Flaubert non ha una grande fiducia nelluomo, perci i suoi personaggi non possono essere visti come eroi positivi. La stessa Madame Bovary un personaggio molto complesso e contraddittorio, ha grandi aspirazioni, ma destinata a scontrarsi con una realt mediocre che non lascia spazio alla realizzazione dei suoi sogni. Quello che sto per tracciare , quindi, il ritratto di una donna dallanimo romantico, cresciuta in una piccola cittadina della Normandia e lontana dal lusso e dalle passioni travolgenti che desidera vivere. Madame Bovary vive di sole illusioni e di immaginazione, crede che lamore sia come un uragano che si abbatte improvvisamente sulla vita, sogna la felicit intensa, ma sar sempre insoddisfatta. Emma spera in un cambiamento della sua situazione trovando un marito, ma lunione con Charles, un sen uomo semplice e onesto, solo un matrimonio di convenienza: un uomo senza grandi ambizioni e molto insicuro non pu certamente accontentare una donna che non apprezza le piccole gioie della vita, ma che vuole essere sempre al centro dellattenzione. Dopo il trasferimento a Yonville Madame Bovary attraversa il periodo pi bello della sua vita: la conoscenza di Leon, un giovane dallo sguardo dolce e incline allamore, la fa sentire particolarmente attraente ed elegante. E a questo punto che si sente catapultata in quel mondo di favola che aveva sempre sognato; ma ben presto, di fronte alla partenza di Leon per Parigi, la felicit si trasforma nuovamente in insoddisfazione. Emma non ha una volont molto forte, si lascia trasportare dagli eventi e diventa facile preda di un ricco proprietario terriero di cui si innamora follemente fino a chiedergli di portarla via con lui. Questo amore platonico, intriso di piaceri e intimi segreti, sfiorisce quando Emma viene abbandonata dallamante. Sopraffatta dalle continue delusioni della vita e oppressa dai debiti, Madame Bovary non sopporta pi il peso di una tale vergogna e vede lunica via duscita nel suicidio. po Queste sono le caratteristiche principali del suo carattere, ma leggendo il romanzo, potrete sicuramente pers erso essescoprire molte altre sfaccettature della personalit di questo personaggio le cui aspirazioni possono essere condivise da molte donne del nostro secolo. Cipolla Jessica Il numero delle donne deluse e insoddisfatte della loro vita coniugale sembra crescere sempre pi. Secondo i dati di una statistica svolta dall'Istat nel mese di ottobre, su un campionario di 300 persone appartenenti all'universo femminile, circa 80% delle donne si concede tassativamente una sera a settimana da trascorrere con le amiche. Queste serate per alcune diventano una vera e propria necessit. I luoghi prediletti sono locali dove la socializzazione risulta facile, come discoteche (molto in voga quelle dove si balla latino americano), Internet-Caf e discopub. Per le pi insoddisfatte anche questi momenti di svago con le amiche diventano monotoni e cos inizia la ricerca di qualcosa, fuori dellordinario, dalle regole, la trasgressione, che molte riconoscono nell'adulterio. Questa realt femminile non rappresenta una novit; Flaubert a met dell'ottocento scrisse Madame Bovary, un romanzo incentrato su una donna che incarna lo stereotipo attuale. Per capire meglio questa corrispondenza tra una personalit complessa come quella di Madame Bovary e il mondo femminile attuale, venerd 7 novembre presso la biblioteca comunale di Roma, si terr una conferenza che si propone come tema " la donna tra l'ottocento e i giorni nostri". La vera protagonista del romanzo Emma; Madame Bovary inteso come "moglie del signor Bovary", titolo che lei stessa s'impegner a distruggere nel corso di tutta la sua vita. Questa giovane donna una persona delusa dalla sua vita coniugale con Charles, uomo mediocre, che si fa trasportare passivamente dagli eventi della vita, senza alcun tipo di ambizione. Lei stessa all'interno del libro descrive le conversazioni del marito come "des conversations plates comme des trottoirs de rue" cio piatte come i marciapiedi della strada, senza senso, annoianti. La donna non vuole accettare questo modo di vivere; sogna da sempre una vita nella societ borghese ed convinta di poterla raggiungere con il matrimonio e fuggire da una realt provinciale che la soffoca. Il matrimonio risulta un fallimento e ad Emma non ri-
mane che sperare di raggiungere una certa posizione nella societ solo con le sue forze. Questa societ tanto sognata si rivela molto diversa da come l'aveva immaginata; apparentemente solida, in realt fragile, corrotta e ipocrita. Erra di citt in citt per sfuggire dai propri malesseri e ritrovare stabilit e benessere: anche questo tentativo fallisce. Con il tempo accantona tutte le sue speranze e si conforma alla vita borghese, partecipando a banchetti, balli e feste sfarzosi. In questo ambiente ritrova, per brevi periodi, la felicit, instaurando delle relazioni amorose extraconiugali. In realt Questi amori non faranno altro che peggiorare la sua situazione, poich nessuno di essi si conclude con un lieto fine. Infatti Emma sempre alla ricerca di amori utopici spinti da sentimenti eccessivi, che come tali non vengono mai appagati. Da qui il termine bovarismo per indicare la tendenza a sognare felicit inaccessibili e a vivere in una continua illusione. Le ragioni di questa visione sbagliata dell'amore, che porta a continue insoddisfazioni, vanno ricercate nell'infanzia di Emma. Aveva ricevuto un'educazione tradizionale e severa che svalutava il ruolo femminile e materno della donna all'interno della famiglia a vantaggio del ruolo maschile e paterno dell'uomo. Cresciuta con questa visione femminile, aderisce nel corso della sua vita al dominio dell'uomo in un universo dominato dal mondo maschile, assumendo a sua volta un atteggiamento incurante nei confronti della figlia femmina. Le continue delusioni, la portano a divenire schiava del denaro e di debiti incolmabili. Al culmine della disperazione, travolta da una societ dura nei suoi confronti e dai suoi bisogni amorosi illimitati si da alla morte avvelenandosi. Il ritratto di una donna incapace di instaurare dei rapporti stabili, evasiva, incurante con la figlia, irritabile con il marito e disposta a qualsiasi cosa pur di raggiungere i suoi obiettivi. una donna che incarna il suo tempo, ma rappresenta anche la donna dei giorni nostri: apparentemente forte, irrimediabilmente fragile. Creata da Flaubert Madame Bovary, diventa un esempio di donna adattabile a tutte le epoche. Francesca PaRmini
quelle semplici, ma si convinti che per essere felici e soddisfatti si debba avere, possedere: secondo la mentalit odierna, pi si ha e pi ci si pu sentire appagati. Insomma, secondo l'opinione di Petrulli, ma probabilmente anche della maggioranza di tutti voi, le esigenze della donna resteranno sempre invariate, nonostante il trascorrere dei secoli. Questo bisogno di sentirsi realizzate e felici esisteva nell'Ottocento, esiste tutt'oggi ed esister nei secoli futuri. Alessia Lo Bue
ROSA LUXEMBURG
Figura femminile di grande importanza legata a Marx e alle sue ideologie Rosa Luxemburg. Rosa Luxemburg nacque a Zamosc nella Polonia russa nel 1871. Era l'ultima di cinque figli di una famiglia ebrea poverissima. A 15 anni ader al movimento rivoluzionario polacco; non ancora diciottenne dovette espatriare clandestinamente per sfuggire all'arresto. A Zurigo intraprese gli studi di scienze naturali e di scienze politiche. Dopo la laurea contrasse un matrimonio fittizio (si separ dopo qualche anno) allo scopo di acquistare la cittadinanza tedesca e poter cos lavorare nel Partito socialdemocratico. La giovane divent presto uno degli agitatori pi popolari del movimento operaio tedesco. Nel 1904 sub la prima detenzione, di tre mesi, per lesa maest; torn in carcere per qualche mese l'anno successivo, quando si rec a Varsavia in occasione della prima rivoluzione russa. Nel 1914 Rosa Luxemburg, Karl Liebknecht e altri, contrari alla guerra, uscirono dal Partito socialdemocratico tedesco che, come la maggioranza dei partiti operai dell'epoca, non si oppose alla politica di aggressione nazionalista realizzata dalle classi dominanti del proprio paese. Dalla scissione nacque nel 1916 la Lega Spartaco che Spartaco, sarebbe diventata alla fine del 1918 il Partito comunista tedesco Partito tedesco.
Rosa Luxemburg, gi incarcerata nel 1915 per propaganda antimilitarista, fu di nuovo arrestata e detenuta per pi di due anni senza condanna, come misura di sicurezza. In carcere studi e scrisse; intanto scoppi in Russia la rivoluzione del 1917, cui segu in Germania una grande ondata di scioperi culminati nel novembre 1918 con l'abdicazione dell'imperatore. Uscita dal carcere in precarie condizioni di salute, Rosa Luxemburg fu animatrice dell'organo di propaganda spartachista "Rote Fahne" e ricercata an-
che dalla guardia civica del nuovo governo repubblicano guidato dai socialdemocratici. Nel gennaio 1919, dopo l'insurrezione "di Spartaco", i socialdemocratici posero una taglia di 100.000 marchi su Luxemburg e Liebknecht. Arrestati entrambi il 15 gennaio, furono assassinati durante il trasporto in auto al carcere; Rosa Luxemburg aveva 48 anni. Il suo corpo, gettato in un canale, fu trovato solo alcuni mesi dopo; le autorit riuscirono a impedire che fosse sepolto a Berlino, per timore di manifestazioni e incidenti. La prima opera di Rosa Luxemburg fu L'accumulazione del capitale, pubblicata a Berlino nel 1913. L'autrice cos ricorda:
Il periodo in cui scrissi "L'accumulazione" tra i pi felici della mia vita. Vivevo come in uno stato di ebbrezza, giorno e notte non vedevo e non sentivo altro che questo unico problema il quale si sviluppava cos bene davanti a me, e non saprei dire cosa mi dava pi gioia: il processo del pensiero, quando rigiravo una questione intricata passeggiando lentamente su e gi (...) oppure la stesura, il fatto di dare una forma letteraria con la penna in mano. (...) Ho scritto l'intero libro d'un fiato, in quattro mesi.
Questo modo di creare, tipico pi di un'opera d'arte che di un saggio scientifico, ne fa un lavoro affascinante ma di difficile interpretazione. Rosa Luxemburg non aveva altra intenzione che quella di divulgare il Capitale di Karl Marx. Ampli lo schema marxiano in due sensi: da un lato, consider i paesi non capitalisti (nuovi mercati di sbocco che rendevano possibile l'espansione capitalista); dall'altro, esamin l'influsso dello stato sulla produzione (tramite le spese belliche, finanziate con il prelievo fiscale). Forn cos un'analisi teorica dell'imperialismo. Malgrado la sua importanza, L'accumulazione del capitale fu accolto con ostilit dai marxisti contemporanei, in quanto i dirigenti socialdemocratici, impegnati a dare un'impronta moderata al movimento operaio, considerarono L'accumulazione un libro dannoso e irresponsabile. La Luxemburg non negava a priori la scelta riformista, purch questa fosse la premessa di un rivolgimento totale del sistema capitalistico. Ella criticava le tesi dei riformisti in quanto essi si rifiutavano di considerare inevitabile il crollo del capitalismo, minato da "contraddizioni" interne che presto o tardi lo avrebbero portato allautodistruzione. Le "contraddizioni" erano le crisi ricorrenti del sistema capitalistico, la concorrenza e lanarchia economica.
MARGUERITE DURAS MARGUERITE Avril 1914 Gia-Dinh,prs de Saigon, dans lIndochine franaise(aujourdhui Vit-Nam du Sud).Sa mre, Marie Legrand, originaire du Pasde-Calais, dans les Flandres franaises, institutrice, avait choisi en 1905 lenseignement colonial.Nomme en Indochine vers 1910, elle y avait rencontr son pre, Henri Donna dieu originaire du Lot-et-Garonne, professeur de mathmatiques. Marguerite est la dernire de trois enfants, ne aprs deux frres, Pierre et Paul.
Antonella RuspiMarguerite Donnadieu nat le 4
Aprs un sjour Hanoi, la famille suit le pre qui est nomm Phnom Penh, la capitale du Cambodge. Il est atteint de fivres infectieuses et il est rapatri o il meurt. En 1921 la famille sinstalle en France, dans une proprit que le pre avait achete dans sa rgion, Platier, prs de la petite ville de Duras. En 1924 la famille retourne en Indochine. Sa mre, enseignante dans une cole indigne, est nomme Sadec, puis Vinh Long, sur les bords du Mkong. En 1930 Marguerite est envoye Saigon pour frquenter le lyce franais et prparer son baccalaurat.Elle habite dans un pensionnat et elle rencontre lhomme chinois qui devient son amant. Aprs deux ans elle retourne dfinitivement en France et Paris elle rejoinde son baccalaurat de philosophie. En outre elle sintresse au droit, aux mathmatiques, aux sciences politiques. Elle travaille comme employe administrative au Ministre des Colonies et en 1939 elle se marie avec Robert Antelme. Cest probablement cette poque que Marguerite Duras et Anthelme sinstallent dans lappartement de la rue Saint-Benot, Saint- Germain des Prs, o se formera plus tard un petit cnacle damis et dcrivains unis dans une mme recherche intellectuelle et politique. En 1943 elle publie Les impudents, ajoutant son prnom, Marguerite, le pseudonyme Duras. Elle entre dans la Rsistance o elle rencontre Franois Mitterrand. Elle publie La vie tranquille quand Robert Anthelme est arrt par la Gestapo et dport. Marguerite Duras sinscrit au Parti Communiste, dont elle se fera exclure en 1950. Robert Anthelme est miraculeusement retrouv par Mitterand dans le camp de concentration allemand de Dachau, parmi les mourants. Puis Marguerite Duras et Robert Anthelme fondent une maison ddition, La Cit Universelle. En 1946 elle passe ses vacances en Italie et aprs elle divorce. Elle a une liaison avec Dionys Mascolo, rencontr en 1942. Lamiti profonde qui lie Anthelme, Marguerite Duras et Mascolo reste une constante dans leur vie et dans leur travail intellectuel. Lanne suivante nat son fils Jean Mascolo. partir du 1950 elle devient populaire avec Un barrage contre le Pacifique, qui reprend dans la fiction romanesque lhistoire de son adolescence indochinoise. Elle publie des autres oeuvres comme Les petits chevaux de Tarquinia et Madame Dodin. En 1955 le groupe de la rue Saint-Benot prend position propos de la guerre dAlgrie. Marguerite Duras crit beaucoup pour les journaux. Aprs deux ans il y a la sparation de Dionys Mascolo. En 1958 Moderato cantabile atteint 500000 exemplaires. Marguerite crit aussi le scnario dun film Hiroshima mon amour. En 1960 elle participe au Manifeste des 121 en faveur de la cause du peuple algrien et contre la guerre. Aprs quatre ans lactivit cratrice de Marguerite Duras atteint son apoge avec Le ravissement de Lol V. Stein. Son premier succs au thtre est Des journes entires dans les arbres. En 1971 dans le prolongement de ses deux textes majeurs M.D.produit dautres oeuvres littraires et cinmatographiques :India Song, La femme du Gange,Son nom de Venise dans Calcutta dsert. Lactivit cinmatographique est prvalente jusqu la fin des annes 70. Dix ans aprs la Normandie mais surtout son appartement qui donne sur la mer,deviennent les nouveaux lieux de la gographie durassienne. Yann Andra est une prsence constante ses cts. En 1980 elle fait un voyage au Canada pour une srie de confrences Montral ; aux tats-Unis,en Italie. Lanne suivante Marguerite,qui boit depuis longtemps,subit une cure de dsintoxication lhpital amricain de Neuilly. En 1984 sort Lamant,autobiographie vritable. Sa notorit devient beaucoup plus large,en effet elle obtient le Prix Goncourt quelle avait rat en 1950 avec Un barrage. En 1988 elle reste six mois dans le coma, lhpital de Neuilly. Deux ans aprs il y a la mort de R.Antelme et Marguerite publie La pluie dt. En 1992 R.Wilson met en scne La maladie de la mort la Schaubhne de Berlin. Lanne suivante elle publie crire et Le monde extrieur. Marguerite Duras meurt le 3.03.1996 Paris. La musique,son amour La musique revient souvent dans les crits de Marguerite Duras ; parfois comme quelque chose que les mres dsirent pour leurs enfants,quelque chose qui les concerne. La musique est dans le cas de Moderato Cantabile comme une rgle trs dure dapprentissage, mais prfrable la discipline de lcole; comme une mdiation entre la mre et lenfant,une sparation vivable,une sorte de compromis entre la fusionna lit originaire, naturelle des deux corps,et la coupure sociale,culturelle.
Une criture plus sduisante que belle Marguerite Duras crit surtout par juxtaposition ou parataxe,cest--dire en posant des phrases lune ct de lautre sans aucune liaison syntaxique. Trs rarement elle emploie la coordination,presque jamais la subordination. Les phrases sont donc assez courtes,marques par la rptition de mots. Le rythme des adjectifs est frquemment binaire. Il y a chez Marguerite Duras la valorisation ,presque la fascination,dune fminit essentielle,au-del des discours actuels dmancipation,qui peuvent cependant intresser sur un plan social. Son interrogation,sa recherche,concernent les dsirs des femmes,leur rapport la vie et la mort,au sexe,au langage ; cest--dire leurs relations avec la mre,avec lautre femme,avec lenfant,avec lhomme. Les traces de la douleur et de la tristesse,qui marquent si profondment le corps de lcriture durassienne,tmoignent sans doute de la difficult de litinraire subjectif dune femme. Acerbi Daniela & Ferrandi Claudia
UN AMANTE CINESE PER MARGUERITE DURAS REALTA E FINZIONE NELLINDOCINA DEGLI ANNI TRENTA
Reduce dal successo dello scorso anno, ovvero la pubblicazione de I cento capolavori della letteratura italiana, La repubblica ha deciso di rituffarsi nel campo letterario. Grazie ai complimenti ricevuti per la passata esperienza e alle richieste di dare vita ad una nuova raccolta, ha pensato per questanno di volgere lo sguardo verso i capolavori della letteratura europea. Il primo di questi libri, che uscir domani con il quotidiano, Lamante di Marguerite Duras. Non unopera celeberrima (anche se la pi importante dellautrice, dopo Moderato Cantabile), ma la nostra scelta caduta su questo romanzo proprio per dimostrare che la letteratura europea non fatta solo dai vari Shakespeare o Baudelaire, ma che esistono anche autori meno conosciuti e meno apprezzati, che pure hanno scritto opere davvero meravigliose. Uno di questi libri-capolavoro proprio LAmante. Siamo in Indocina (quando ancora si chiamava cos, sotto il dominio francese) ed proprio l che Marguerite trascorre la sua infanzia e adolescenza, delle quali ci parla in questo romanzo dai tratti autobiografici. Fanno da sfondo a questi momenti della sua vita gli anni Trenta, caratterizzati da personaggi estenuanti, odore di pioggia e di gelsomino, strade brulicanti di cani, mendicanti e note di jazz, che donano a tutta la vicenda un tono quasi surreale. La protagonista una donna-bambina, piccola e fragile, Marguerite, figlia di un'insegnante francese emigrata in Indocina, che da un giorno all'altro decide di smettere il vestito da educanda e le scarpe bas-
se, per vestire i panni della "femme fatale": abito di seta cinese quasi trasparente, scarpe con il tacco dorate, un feltro rosa e il rossetto rosso che rende ancora pi sensuale la sua bocca carnosa. Sta andando semplicemente a scuola, ma sembra pronta per un incontro fatale, che in effetti avviene sulle rive del Menkong. Lui un giovane cinese, elegante e all'apparenza molto ricco. L'incontro segna l'inizio di una nuova vita per i due giovani, che ben presto diverranno amanti tra l'opposizione di tutti. E' l'immagine di bambina perversa, che si offre con arroganza e ingenuit all'uomo, ad attirarlo verso un mondo dominato da valori oscuri, che solo lei pu offrirgli. I due giovani si amano tra riti erotici, giochi, drammi famigliari e senso dell'imminente distacco, che arriva inevitabile appena Marguerite consegue il diploma. La loro storia, d'altra parte, non avrebbe potuto aver futuro: bianca lei, cinese lui e oltretutto appartenenti a due classi sociali differenti. La Duras scrive questo libro all'et di Settant'anni, quando ormai l'Indocina lontana nello spazio e nel tempo. I ricordi le riaffiorano alla mente, rievoca il passato che le si ripresenta, a volte vivo, a volte sfumato e trasfigurato dallo scorrere inesorabile del tempo. Nell'Amante tutto in continuo movimento, senza regole e il tempo si dilata o si concentra a seconda delle esigenze, delle esperienze e dei ricordi che oltrepassano i limiti della cronologia e si fondono dando unit all'opera. Il romanzo della Duras non una rievocazione di eventi o la storia della sua vita, bens un "semplice" racconto di s. La dimensione autobiografica fa dell'autrice un personaggio romanzesco che, invece di porsi come garanzia della realt, entra nell'universo dell'immaginario. La voce del personaggio si intreccia a quella del narratore e pare che l'io narrante si sdoppi e fluttui dalla prima alla terza persona, senza che il coinvolgimento emotivo si smorzi mai. Marguerite Duras preferisce all'ovviet e alla logica del quotidiano l'osservazione attenta dei particolari, probabilmente insignificanti per le altre persone; perci la sua scrittura non porta chiarezza e positivit, ma diventa piuttosto un labirinto dove tutte le strade si confondono e si intrecciano. L'autrice narra, ma abbiamo l'impressione che ci parli, che scavi a fondo nel suo passato per descrivere i particolari e le sensazioni di una delle esperienze pi dolorose e nello stesso tempo pi struggenti della sua vita, coinvolgendo il lettore che rimane letteralmente rapito. Alessia Ratti
CHRISTA WOLF
Christa Wolf (1929) ist eine der bekanntesten Autorinnen der Ex-DDR. Sie erhielt die zwei grten Literaturpreis der DDR,den Heinrich-Mann-Preis und den Nationalpreis. Wolf spielte innerhalb des politischen Lebens ihres Staates immer eine aktive Rolle und besonders innerhalb der SED,obwohl ihre Position im Laufe der Jahre immer kritischer wurde. Sie zhlt zu jenen Intellektuellen,die den Protesbrief gegen die Ausbrgerung Biermanns unterzeichnet haben. Sie setze sich persnlich ein,um nach dem Fall der Berliner Mauer die Fluchtwelle von Ex-DDR-Brgern aufzuhalten und sprach im Fernsehen einen Appell an ihre Mitbrger,damit diese nicht ihre Heimat verlieen.
Liebe Mitbrgerinnen,liebe Mitbrger, Wir sind uns der Ohnmacht der Worte gegenber Massenbewegungen bewusst,aber wir haben kein anderes Mittel als unsere Worte. Die jetzt noch weggehen,mindern unsere Hoffnung. Wir bitten Sie,bleiben Sie doch in Ihrer Heimat,bleiben Sie bei uns. Was knnen wir Ihnen versprechen? Kein leichtes, aber ein ntzliches Leben. Keinen schnellen Wohlstand, aber Mitwirkung an groen Vernderungen. Wir wollen einstehen fr Demokratisierung, freie Wahlen, Rechtssicherheit und Freizgigkeit...
Hauptwerke: 1963: Der geteilte Himmel (Roman) 1968: Nachdenken ber Christa T (Roman) 1976: Kindheitsmuster (Roman) 1979: Kein Ort.Nirgends (Erzhlung) 1983: Kassandra (Roman) 1996: Medea (Roman) Wiederkehrende Motive Wie Biermann ist auch Wolf eine berzeugte Sozialistin, und als solche stellt sie nicht die marxistische Ideologie, sondern die Art ihrer Verwirklichung in der DDR in Frage. Belibte Themen dieser Autorin sind das Verhltnis Individuum-Gesellschaft, die Entwicklungsmglichkeiten des Einzelnen in der Gemeinschaft, der Nationalsozialismus mit dessen Ursachen und Folgen, die Notwendigkeit einer neuen Sprache in einer Welt, die gegen den Atomtod protestiert, der Konflikt zwischen Knstler und Macht, die Teilung Deutschland, das Schicksal von Frauen auf der Suche nach Wahrheit, die in einer Mnnerwelt untergehen mssen.
SIMONE DE BEAUVOIR
Simone de Beauvoir conosciuta in tutto il mondo come una delle pi grandi scrittrici francesi del 900. Dopo essersi laureata in lettere alla Sorbona e aver conseguito l'agrgation di filosofia, si dedic all'insegnamento. L'incontro con Sartre, avvenuto negli anni dell'universit, fu determinante per la sua carriera e per la sua vita. Nel 1943, abbandonato l'insegnamento, pubblic il primo romanzo, L'Invite. Ella afferma: Ebbi una rivelazione: questo mondo era maschile, la mia infanzia era stata nutrita da miti forgiati dagli uomini, e io non avevo reagito come se fossi stata un ragazzo. Mi appassionai tanto da abbandonare il progetto di una confessione personale, per occuparmi della condizione femminile in generale. Nel 1949 scrive il lungo saggio Le deuxime sexe (Il secondo sesso), dove trattato il problema della libert e della condizione della donna sul piano sociale e morale. Dai suoi numerosi viaggi in tutto il mondo Simone ha tratto spunto per varie raccolte di osservazioni e di meditazioni di carattere politico e sociale, tra cui ricordiamo La longue marche (1957; La lunga marcia), scritta al ritorno da un viaggio in Cina. Di grande interesse anche i suoi lavori autobiografici. La questione della differenza sessuale nasce storicamente e teoricamente nella storia del pensiero occidentale in relazione al ruolo delle donne. Nella storia del pensiero politico, essa strettamente legata alla giustificazione della posizione della donna nella famiglia e, di conseguenza, nella societ. La riflessione sul ruolo delle donne si pone col movimento femminista come problema politico e viene letta in termini di differenze sessuali. Ma dove nascono queste disuguaglianze e come vengono giustificate? Il secondo sesso diviso in quattro parti: nella prima si analizza lessere-donna dal punto di vista naturalistico, delle scienze. La seconda sezione affronta lessere-donna dal punto di vista della storia: su base storica, sempre stata una presenza-assenza, una presenza reale assente alla storia che stata fatta dagli uomini, dal sesso maschile. Tranne alcune importanti eccezioni, la donna stata ci che luomo ha voluto che fosse. La terza parte dedicata allo studio della sua immagine proposta dai miti pi antichi fino a quella creata dalla letteratura. La quarta parte, infine, unanalisi del vissuto femminile, descritto in forma evolutiva attraverso le varie et della vita, dallinfanzia alla vecchiaia: i drammi della nascita, dello svezzamento avvengono nello stesso modo per i due sessi; luno e laltro hanno i medesimi interessi, gli stessi piaceri. Simone de Beauvoir in quest opera indica la necessit del superamento di una visione gerarchica che vede la donna come inferiore, in cui il maschile assunto come norma e il femminile come secondo sesso. La de Beauvoir cerca la risposta alla nostra questione di partenza in due direzioni, sia sottolineando
IL SECONDO SESSO
limportanza delleducazione nella formazione individuale delle donne del suo tempo, sia negando uninferiorit biologica della donna: nessun destino biologico, psichico, economico definisce laspetto che riveste in seno alla societ la femmina delluomo; linsieme della storia e della civilt a elaborare quel prodotto intermedio tra il maschio e il castrato che chiamiamo donna. La filosofa francese affronta largomento della femminilit cercando di capirne il vero significato. Lessere donna, afferma, un fondo comune da cui ha origine ogni singola esistenza femminile. Ogni donna viene identificata con il suo sesso e imprigionata in un corpo governato dalla natura; luomo invece pensa al suo corpo come indipendente dalle sue azioni di essere razionale. Donna non si nasce, lo si diventa, dopo aver svelato la realt della propria condizione, deve adesso viverla, ridefinirla. Un momento importante in questa ricerca di identit sar costituito dai rapporti con laltro sesso. Ma sul futuro dellidentit femminile e sul rapporto fra i sessi la de Beauvoir non intende azzardare pronostici. COMMENTO A MADAME DE BEAUVOIR Leducazione dellindividuo femminile fin dalla primissima infanzia appare gi differenziata sessualmente con un intervento imperiosamente imposto dallesterno. Io non credo assolutamente nellinferiorit del sesso femminile, ma nella parit dei sessi, se non addirittura nellinferiorit delluomo. Come la storia mostra, la donna ha raramente avuto ruoli importanti ed per questo che ancora di pi dovremmo essere fiere dellimpegno, dello sviluppo e del coraggio che le donne hanno avuto per acquistare posizioni sempre pi importanti. Noi siamo soliti definire un corpo come maschile o come femminile, non ci soffermiamo sulla sua essenza profonda che lespressione di una soggettivit quale pu essere il carattere. Se rifletto bene, posso dire che laltro sesso inizia a far paura o a provocare dubbi solo quando ci si accorge della differenza fisica, ossia nel periodo della pubert. Fin da piccoli ai bambini viene imposta la loro sessualit, un esempio lampante sono i colori dei vestitini: azzurri per i bambini e rosa per le bambine; infatti il bambino non coglie alcuna differenza se non viene spiegata dal genitore. Di fatto lo sviluppo dellindividuo avviene negli stessi termini tra due persone di sesso opposto, che con la stessa curiosit cercano la loro identit sessuale. Al momento della nascita non esiste una reale distanza tra i due sessi, ma la societ ad imporla; primi tra tutti i genitori, che, essendo gi a conoscenza delle differenze a cui anche loro stessi sono stati abituati, le passano inconsciamente ai propri figli, vestendoli in modi diversi, comprando giochi differenti, instaurando quindi due ideologie, due modi di vivere pressoch opposti. Senza interventi esterni maschi e femmine avrebbero la stessa attitudine verso il mondo esterno, verso la propria famiglia e il proprio corpo, la donna si formerebbe crescendo, non esisterebbe un sesso forte e un sesso debole , forse le donne non verrebbero sottovalutate e sfruttate, e probabilmente neppure le forti discriminazioni nei confronti degli omosessuali create proprio dalla societ. Il sesso maschile era considerato superiore, si riteneva che gli uomini avessero una cultura pi ampia e che quindi dovessero avere un ruolo di maggiore importanza nella societ. La donna, invece, era identificata come il secondo sesso e fu costretta ad adeguarsi ai valori imposti dagli uomini e ad accettare come suo unico ruolo la crescita dei figli. Gi quando la bambina raggiunge i dodici anni incominciano a esserle fatte presenti molte distinzioni sessuali cos che la sua vocazione le viene imperiosamente imposta. In alcune culture la donna non ha diritti , ne di parola, ne di azione, la sua vita praticamente gestita dal maschio dal quale dipende totalmente.
In altre invece la donna ha assunto un ruolo paritario sia sul piano di diritti che de4i doveri. In queste societ stato fatto molto affinch si arrivasse a ci. Sono serviti anni di storia e di lotte per far s che la donna acquistasse la dignit che di sua natura si merita, in quanto essere umano. E' per questo che io come "donna" ritengo paritaria la posizione maschile rispetto a quella femminile non negando per, a entrambe le parti, attitudini diverse. Il cammino da fare per diventare donna molto lungo e comporta molti cambiamenti difficili, che portano la femmina a differenziarsi sempre pi dalluomo, ponendo le premesse per entrare a far parte definitivamente dellet adulta come donna. Credo che queste differenze portino anche delle complicazioni per quanto riguarda il rapporto e la comunicazione fra i due sessi. La donna il risultato di una trasformazione fisica e psicologica che inizia dallinfanzia ed ha il suo culmine con let adulta. Durante linfanzia i due sessi non sono diversificati, solo con ladolescenza che questa differenziazione inizia. I due sessi si vedono con curiosit e timore allo stesso tempo. Nascono quindi molte difficolt di comunicazione e i rapporti si fanno pi complicati. La solita etichetta che da sempre stata attribuita alla donna quella del sesso debole che va difeso. Riferita a questa definizione limmagine che ci dovrebbe apparire di conseguenza nella mente quella che delluomo che va al lavoro e della donna che resta in casa per occuparsi dei figli e delle faccende domestiche. La situazione oggi migliorata: molte donne hanno ottenuto i loro diritti, riuscendo quindi a conquistarsi pi spazio e pi libert; forse alcune anche troppa perch cercano di prevalere sulluomo. Oggi, il ruolo della donna stato riscattato, in quanto si trova a vivere in situazione di uguaglianza rispetto alluomo e in alcuni casi i loro ruoli tendono addirittura a sovrapporsi. Nonostante questo, sentiamo parlare spesso di paesi in cui esistono donne che combattono per conquistare una posizione allinterno della societ, in quanto vivono in situazioni di schiavit o di minoranze. Quando la bambina cresce e diventa adulta, si inizia a cogliere una differenziazione sessuale e le viene data la qualificazione di donna (o essere castrato) e, proprio nelladolescenza, le viene imperiosamente imposta la sua vocazione, cio il ruolo di custode del focolare domestico, datale dalla cultura sociale del gruppo in cui essa viene ad inserirsi. Infatti, come dice lautrice, donne non si nasce, si diventa. Le idee progressiste e femministe della scrittrice per non devono essere viste come qualcosa di anormale o di dissonante, ma sono semplicemente il risultato di una concezione di storia fatta al maschile. Se la donna non ha nessun destino psichico ed economico non possiamo negare che abbia un destino biologico. La societ e l'ambiente in cui viviamo condizionano la nostra vita dal punto di vista caratteriale e professionale ma non da quello biologico. Favini Marina & Cipolla Jessica SIMONE DE BEAUVOIR: SCRITTRICE EGUALITARIA E INTOLLERANTE Mostra-mercato alla biblioteca Nazionale di Francia "Mitterrand" a Parigi per la commemorazione dei vent'anni della morte della scrittrice, che ancora adesso rispecchia un'inquietudine che nel mondo contemporaneo non si placata e pone interrogativi rimasti senza soddisfacenti risposte. La mostra su Simone de Beauvoir rimarr allestita per tutto il mese di novembre di modo che tutti, ma veramente tutti, possano conoscere o approfondire la vita, le sue opere, ma soprattutto il nucleo centrale del suo percorso intellettuale. L'opera e la vita della de Beauvoir si connotano per la loro matrice esistenzialista, l'impegno femminista e progressista in genere; si dedicata soprattutto alla riflessione sulla libert e sulla responsabilit dell'individuo.
La mostra articolata essenzialmente in tre sezioni: la prima riguarda la vita di Simone, la seconda sezione riguarda l'autrice nel suo contesto storico e culturale, la terza riguarda le opere con le loro recensioni e critiche. Simone de Beauvoir nasce a Parigi nel 1908 da una famiglia borghese; nella capitale francese trascorre l'infanzia, la giovinezza e, a parte lunghi viaggi all'estero e i periodi in cui insegna a Marsiglia e a Rouen, tutta la vita. Simone e la sorella Hlne trascorrono un'infanzia felice, anche quando sopraggiungono disagi e ristrettezze economiche causate dalla bancarotta del nonno. A dieci anni Simone incomincia a scrivere quasi per gioco e diventa amica e inseparabile compagna di scuola "Zaz" Elizabeth Mabille, che perde la vita in tragiche circostanze: un'esperienza molto dolorosa PER Simone dalla quale trae un forte impulso verso l'indipendenza. Iscritta all'Istituto "Dsir", rivela un'intensa passione per gli studi, soprattutto per le materie letterarie. In questa fase di cambiamento e maturazione perde la fede e si allontana dalla religione; decide di dedicarsi all'insegnamento. Prosegue gli studi al Liceo di Neully e all'Istituto Cattolico di Parigi, quindi si iscrive all'Universit della Sorbona dove, dopo la laurea in lettere nel 1929, ottiene l' "Agrgation" in filosofia. Nel corso di questi anni conosce Jean-Paul Sartre, del quale Simone scrive: "Sartre rispondeva esattamente ai desideri dei miei quindici anni: con lui potevo sempre condividere tutto. Quando lo lasciai per la prima volta, sapevo che non sarebbe mai pi uscito dalla mia vita", con il quale nasce immediatamente una forte intesa intellettuale e sentimentale, che mantenne la coppia solidamente unita per tutta la vita, pur senza giungere al matrimonio. Nel 1931 Simone comincia la sua carriera d'insegnante di filosofia, prima a Marsiglia, poi a Rouen, infine a Parigi; con Sartre viaggia in diversi paesi: Spagna, Italia, Marocco e Grecia. Nel 1943, abbandonato l'insegnamento, pubblica il suo primo romanzo "L'Invitata" e un anno dopo "Il sangue degli altri" e la commedia "Le bocche inutili", opere ispirate alla problematica esistenzialista della libert e della responsabilit. Nello stesso anno la de Beauvoir entra a far parte della redazione della rivista "I tempi moderni" fondata da Sartre, e vi pubblica quasi tutti i suoi saggi di etica. Nel 1946 pubblica il racconto filosofico "Tutti gli uomini sono mortali", un saggio sull'esistenzialismo "Per una morale dell'ambiguit" e il saggio "Pirro e Cinea", opere che le danno grande notoriet e la pongono, con Sartre e Camus, tra i capifila dell'esistenzialismo francese. Nel 1949 pubblica il saggio "Il secondo sesso" in cui dibatte il problema della libert e della condizione sociale e morale della donna. Nel 1954 Simone de Beauvoir vince il premio Goncourt con il romanzo "I mandarini", che resta il suo libro pi noto. Dopo il viaggio in Cina pubblica un libro sul suo soggiorno. Negli anni '60 e '70 pubblica diversi romanzi e saggi, ma la sua opera pi significativa certamente "Memorie di una ragazza perbene"; Simone de Beauvoir ha scritto quattro volumi di Memorie dove lei stessa ci fa conoscere la sua vita. Quest'opera stata scritta dal 1958 al 1972 ed composta da: "L'et forte", "A conti fatti" e "Una morte dolcissima". L'ampiezza dell'impresa autobiografica trova la sua giustificazione, il suo senso, in una contraddizione essenziale per la scrittrice: le fu sempre impossibile scegliere tra la felicit di vivere e la necessit di vivere. Fare quindi della propria esistenza l'oggetto del suo scrivere, era in parte sciogliere questo dilemma. "Memorie di una ragazza perbene" possiede tre diversi caratteri: in parte un saggio, in parte un'autobiografia, garantiti entrambi dai dati storici e documentati; in parte un romanzo, per taglio complesso e vario, per il gusto narrativo ed espressivo. Le Memorie racchiudono la storia di un affrancamento intellettuale e sentimentale vissuto da una giovane donna rappresentante cio di quel "deuxime sexe" che aveva offerto all'autrice l'argomento del saggio che reca quel titolo. La protagonista la stessa de Beauvoir e prende l'avvio da una critica spietata contro l'educazione tradizionalistica e cattolica ricevuta durante l'infanzia e la prima giovinezza, ma si pone contro la sua stessa classe sociale, la borghesia laica. Il libro quindi una valida testimonianza della battaglia radicale che sin dagli anni '30 e nel dopoguerra, la nuova generazione degli intellettuali intraprese contro l'eredit culturale del primo anteguerra e contro la generazione del 1914. Compaiono nelle Memorie tutte le varie esperienze di vita sentimentale e di pensiero, di scelta politica e di ricerca, che la scrittrice stessa condivise con Sartre ed altri: esperienze che oggi sembrano lontane e forse superate, ma che effettivamente contribuirono ad un cambiamento profondo nella mentalit, nella moralit, nell'idea stessa di cultura. I primi romanzi di Simone de Beauvoir sono inseriti nel quadro della filosofia esistenzialista: i personaggi cercano di definire la propria "essenza" entro lo sviluppo dell' "esistenza". L'esistenzialismo si basa
principalmente sul concetto di persona intesa come singola e irrepetibile, unica e intera: vera realt concreta. E' quindi una filosofia della libert. Estremista e libertaria, egualitaria e intollerante, umanitaria ma intimamente aristocratica, la scrittrice rispecchia un'inquietudine che nel mondo contemporaneo non si ancora placata e pone interrogativi rimasti senza soddisfacenti risposte. Alessia Lo Bue, Francesca Della Valle, Laura Pelusi SIMONE DE BEAUVOIR: SCRITTRICE EGUALITARIA E INTOLLERANTE Mostra-mercato alla biblioteca Nazionale di Francia "Mitterrand" a Parigi per la commemorazione dei vent'anni della morte della scrittrice, che ancora adesso rispecchia un'inquietudine che nel mondo contemporaneo non si placata e pone interrogativi rimasti senza soddisfacenti risposte. La mostra su Simone de Beauvoir rimarr allestita per tutto il mese di novembre di modo che tutti, ma veramente tutti, possano conoscere o approfondire la vita, le sue opere, ma soprattutto il nucleo centrale del suo percorso intellettuale. L'opera e la vita della de Beauvoir si connotano per la loro matrice esistenzialista, l'impegno femminista e progressista in genere; si dedicata soprattutto alla riflessione sulla libert e sulla responsabilit dell'individuo. La mostra articolata essenzialmente in tre sezioni: la prima riguarda la vita di Simone, la seconda sezione riguarda l'autrice nel suo contesto storico e culturale, la terza riguarda le opere con le loro recensioni e critiche. Simone de Beauvoir nasce a Parigi nel 1908 da una famiglia borghese; nella capitale francese trascorre l'infanzia, la giovinezza e, a parte lunghi viaggi all'estero e i periodi in cui insegna a Marsiglia e a Rouen, tutta la vita. Simone e la sorella Hlne trascorrono un'infanzia felice, anche quando sopraggiungono disagi e ristrettezze economiche causate dalla bancarotta del nonno. A dieci anni Simone incomincia a scrivere quasi per gioco e diventa amica e inseparabile compagna di scuola "Zaz" Elizabeth Mabille, che perde la vita in tragiche circostanze: un'esperienza molto dolorosa per Simone dalla quale trae un forte impulso verso l'indipendenza. Iscritta all'Istituto "Dsir", rivela un'intensa passione per gli studi, soprattutto per le materie letterarie. In questa fase di cambiamento e maturazione perde la fede e si allontana dalla religione; decide di dedicarsi all'insegnamento. Prosegue gli studi al Liceo di Neully e all'Istituto Cattolico di Parigi, quindi si iscrive all'Universit della Sorbona dove, dopo la laurea in lettere nel 1929, ottiene l' "Agrgation" in filosofia. Nel corso di questi anni conosce Jean-Paul Sartre, del quale Simone scrive: "Sartre rispondeva esattamente ai desideri dei miei quindici anni: con lui potevo sempre condividere tutto. Quando lo lasciai per la prima volta, sapevo che non sarebbe mai pi uscito dalla mia vita", con il quale nasce immediatamente una forte intesa intellettuale e sentimentale, che mantenne la coppia solidamente unita per tutta la vita, pur senza giungere al matrimonio. Nel 1931 Simone comincia la sua carriera d'insegnante di filosofia, prima a Marsiglia, poi a Rouen, infine a Parigi; con Sartre viaggia in diversi paesi: Spagna, Italia, Marocco e Grecia. Nel 1943, abbandonato l'insegnamento, pubblica il suo primo romanzo "L'Invitata" e un anno dopo "Il sangue degli altri" e la commedia "Le bocche inutili", opere ispirate alla problematica esistenzialista della libert e della responsabilit. Nello stesso anno la de Beauvoir entra a far parte della redazione della rivista "I tempi moderni" fondata da Sartre, e vi pubblica quasi tutti i suoi saggi di etica. Nel 1946 pubblica il racconto filosofico "Tutti gli uomini sono mortali", un saggio sull'esistenzialismo "Per una morale dell'ambiguit" e il saggio "Pirro e Cinea", opere che le danno grande notoriet e la pongono, con Sartre e Camus, tra i capifila dell'esistenzialismo francese. Nel 1949 pubblica il saggio "Il secondo sesso" in cui dibatte il problema della libert e della condizione sociale e morale della donna. Nel 1954 Simone de Beauvoir vince il premio Goncourt con il romanzo "I mandarini", che resta il suo libro pi noto. Dopo il viaggio in Cina pubblica un libro sul suo soggiorno. Negli anni '60 e '70 pubblica diversi romanzi e saggi, ma la sua opera pi significativa certamente "Memorie di una ragazza perbene"; Simone de Beauvoir ha scritto quattro volumi di Memorie dove lei stessa ci fa conoscere la sua vita. Quest'opera stata scritta dal 1958 al 1972 ed composta da: "L'et forte", "A conti fatti" e "Una morte dolcissima". L'ampiezza del-
l'impresa autobiografica trova la sua giustificazione, il suo senso, in una contraddizione essenziale per la scrittrice: le fu sempre impossibile scegliere tra la felicit di vivere e la necessit di vivere. Fare quindi della propria esistenza l'oggetto del suo scrivere, era in parte sciogliere questo dilemma. "Memorie di una ragazza perbene" possiede tre diversi caratteri: in parte un saggio, in parte un'autobiografia, garantiti entrambi dai dati storici e documentati; in parte un romanzo, per taglio complesso e vario, per il gusto narrativo ed espressivo. Le Memorie racchiudono la storia di un affrancamento intellettuale e sentimentale vissuto da una giovane donna rappresentante cio di quel "deuxime sexe" che aveva offerto all'autrice l'argomento del saggio che reca quel titolo. La protagonista la stessa de Beauvoir e prende l'avvio da una critica spietata contro l'educazione tradizionalistica e cattolica ricevuta durante l'infanzia e la prima giovinezza, ma si pone contro la sua stessa classe sociale, la borghesia laica. Il libro quindi una valida testimonianza della battaglia radicale che sin dagli anni '30 e nel dopoguerra, la nuova generazione degli intellettuali intraprese contro l'eredit culturale del primo anteguerra e contro la generazione del 1914. Compaiono nelle Memorie tutte le varie esperienze di vita sentimentale e di pensiero, di scelta politica e di ricerca, che la scrittrice stessa condivise con Sartre ed altri: esperienze che oggi sembrano lontane e forse superate, ma che effettivamente contribuirono ad un cambiamento profondo nella mentalit, nella moralit, nell'idea stessa di cultura. I primi romanzi di Simone de Beauvoir sono inseriti nel quadro della filosofia esistenzialista: i personaggi cercano di definire la propria "essenza" entro lo sviluppo dell' "esistenza". L'esistenzialismo si basa principalmente sul concetto di persona intesa come singola e irrepetibile, unica e intera: vera realt concreta. E' quindi una filosofia della libert. Estremista e libertaria, egualitaria e intollerante, umanitaria ma intimamente aristocratica, la scrittrice rispecchia un'inquietudine che nel mondo contemporaneo non si ancora placata e pone interrogativi rimasti senza soddisfacenti risposte.
LISTRUZIONE DOPO L'UNITA' D'ITALIA La scuola e il modo in cui organizzarla stata sempre oggetto di scontri culturali e politici e un particolare interesse pu avere la ricostruzione del dibattito sulleducazione delle donne. A partire dallUnit dItalia si sono scontrati e confrontati modelli femminili di istruzione proposti dalle donne pi innovatrici (le donne che incidono maggiormente sono quelle che fanno parte, come Anna Maria Mozzoni o Anna Kuliscioff, dei movimenti emancipazionisti e socialisti, ma vi sono anche donne di esplicita fede cattolica e donne facenti parte delle classi nobili o dellalta borghesia) e modelli maschili di istruzione proposti dagli uomini pi conservatori (intellettuali cattolici e laici convinti che le donne devono essere "educate ma non istruite" e che la vocazione della donna la famiglia e non lo studio, per cui vedere "una donna con un libro o un giornale" anacronistico come vedere "un uomo che lavora a maglia"). Per quanto riguarda i modelli di istruzione maschili relativi alla donna, limmagine complessiva che viene trasmessa riprende molto del ruolo attribuito alla donna nel Settecento da un pedagogista come Rousseau, che voleva la donna non istruita, ma solo educata per un ruolo familiare e subordinata alluomo in tutte le attivit intellettuali; quando parla di Sophie, ne parla solo come futura moglie di Emilio, scrive che "tutta leducazione delle donne deve essere relativa agli uomini. Piacere a loro, essere gentili, farsi amare e rispettare, educarli da giovani, curarli da grandi, consigliarli, consolarli, rendere la loro vita piacevole e dolce: ecco i doveri della donna in tutti i tempi e ci che bisogna loro insegnare sin dallinfanzia". Alla luce di questo confronto/scontro tra modelli maschili e femminili di istruzione possibile rileggere le leggi sulla scuola dello Stato unitario italiano (i modelli di istruzione ufficiali). La prima , la legge Casati, varata in Piemonte nel 1859, presenta, nelle sue linee generali, un modello di istruzione in cui lo Stato direttamente responsabile solo della formazione di tipo liceale-universitario pensata per la classe dirigente (maschile), mentre sono escluse le donne nel loro complesso e gli uomini
delle classi popolari. Listruzione di base e quella tecnica non vengono generalizzate ma sono affidate come spesa ai Comuni, facendo s che i Comuni pi poveri, collocati soprattutto nelle regioni del sud, avessero i tassi pi elevati di analfabetismo e le pi vistose carenze di persone con formazione tecnica. Le donne dei movimenti emancipazionisti devono condurre una lunga battaglia perch, alla fine dellOttocento, comincino a cadere le barriere formali alle scuole tecniche, ai licei e alluniversit. Alcuni intellettuali, come Pasquale Villari, iniziano a promuovere politiche scolastiche pi favorevoli alle donne (Villari sposa un' intellettuale inglese, Linda White, che gli permette di conoscere le elaborazioni pi innovative sui diritti delle donne in Inghilterra). I segnali di apertura ad un' immagine di donna "con un libro e un giornale in mano" si interrompono bruscamente con la Legge Gentile del 1924, che riteneva che le donne non avessero "quella originalit del pensiero n quella ferrea vigoria spirituale" che sono "i cardini della scuola formativa e dello spirito superiore del paese". La diffusione dell' ideologia fascista chiuder daltra parte non solo le possibilit di mobilit sociale attraverso la scuola (cos come proponeva Gentile con la sua riforma), ma la libert stessa dellinsegnamento; e negli ultimi anni del fascismo la Carta della scuola di Giuseppe Bottai eriger un monumento alluomo fascista, con accanto limmagine subalterna della donna sposa e madre. I tentativi di escludere il genere femminile sia dallaccesso alla cultura che, ancor di pi, dalla produzione di cultura, un atteggiamento diffuso dei poteri maschili a tutti i livelli che costantemente si ripropone nella storia. In questa esclusione i saperi scientifici e tecnologici hanno giocato, come afferma Donna Haraway, esponente del femminismo statunitense, la parte del leone, tanto da poter dire che "la scienza in fin dei conti lunica cosa di cui valga oggi la pena di occuparsi". Il recente sviluppo della storia delle donne ha fatto emergere tra Ottocento e Novecento una straordinaria ricchezza di posizioni femminili che si oppongono al modello di istruzione pi reazionario nei confronti delle donne. Gi nel periodo precedente lunit dItalia, Eleonora Pimentel Fonseca si trova a dover lottare contro un marito che le impedisce, una volta sposata, di proseguire gli studi, e solo dopo una separazione molto contrastata potr affermarsi come direttrice del Monitore Napoletano, elaborando un progetto per listruzione femminile nel tentativo di aprire le strade allistruzione alle nuove generazioni di donne. Dopo lunit dItalia vi sono donne aristocratiche che diffondono idee a favore delle donne dai loro "salotti": ad esempio Cristina di Belgioioso scrive nel1886 nel saggio Della presente condizione delle donne e del loro avvenire che "i sapienti, gli scienziati, i poeti, gli uomini di stato ecc godono delluniversale rispetto, mentre lignorante e lozioso sono derisi e tenuti in nessun conto. Ma della donna si richiede espressamente la pi completa ignoranza A favore della istruzione (e di una diversa istruzione) delle donne e degli uomini incide in Italia il movimento emancipazionista, che ha come punto di riferimento principale Anna Maria Mozzoni (18371920), che fonda societ femminili (come la Lega per gli interessi femminili nel 1881), fa inchieste e presenta petizioni in Parlamento allinterno di una rete molto ampia di collegamenti tra donne di diverse citt e punti di riferimento politici. Nel 1864 scrive ne La donna e i suoi rapporti sociali che "listruzione ed il lavoro, ecco le sole forze che possono e debbono risollevare la donna ed emanciparla: finch la societ non lavr fatto nessun argine resister al torrente della corruzione, niuna diga si opporr al degradamento morale e materiale della specie"; la sua posizione per laccesso delle donne a tutti i tipi di sapere e a tutte le carriere, contro le discriminazioni nei luoghi di studio e di lavoro. In questa battaglia emancipazionista delle donne il punto di riferimento non solo luguaglianza al mondo maschile, ma una ricerca pi complessa di identit. Maria Pastore Mucchi (in un articolo sul "La donna" del 5 Aprile 1909) scrive: "Che cosa vuole la donna moderna? Diventare ragione senza perdere il sentimento, diventare diritto senza perdere il dovere, diventare lavoro senza perdere la poesia. Ecco perch la mentalit a cui aspirano le donne contemporanee uno dei grandi segni precursori dei tempi nuovi e sar una delle pi grandi potenze dellavvenire". Lequazione percorsi femminili = percorsi deboli oggi non pi cos diffusa: se si guardano le ultime statistiche, si pu osservare che non solo le ragazze sono in tutti gli indirizzi del sistema scolastico e professionale, ma hanno superato i ragazzi nella frequenza e regolarit degli studi, arrivando in pi elevate percentuali al diploma e alla laurea. " Laura Pelusi
LA VITA
Virginia Woolf nacque Adeline Virginia Stephen e crebbe in un ambiente saturo di atmosfera vittoriana, formato per la maggior parte da personaggi illustri, studiosi e romanzieri, che frequentavano lo studio dello scrittore e critico Leslie Stephen e il pomeridiano tavolo da t di quella famiglia dell'alta borghesia. Secondo il rigido costume vittoriano, la formazione di Virginia Woolf sar tipicamente femminile, dal momento che solo i figli maschi avevano diritto a un'istruzione pubblica: lei, donna, ad una scuola pubblica non sarebbe mai andata. Visse la sua infanzia in uno stato di crescita ansiosa; quel mondo della cultura che non era possibile "avvicinare" eccit l'immaginazione di Virginia che sent pi forte il peso della discriminazione maschio/femmina, e il non poter ricevere un'istruzione pi accurata assunse ai suoi occhi l'immagine di una grande ingiustizia. A Thoby, il fratello maggiore che studier all'Universit di Cambridge, spetter il compito di fare da mediatore nei confronti di quella cultura a lei preclusa; ma la futura scrittrice non perdoner mai ai suoi familiari di averle dato, nei primi anni, un'istruzione di seconda mano. Tuttavia, dato che aveva un padre colto, Virginia god i vantaggi di una selezionata biblioteca e cercher di sopperire all'impossibilit di ricevere un'istruzione adeguata, dedicandosi ad un'intensa attivit di lettura e scrittura. Tutto questo, nel tempo, si riveler una promozione ricca di conseguenze. Gli inizi del Novecento trovano in Virginia Stephen una giovane donna non incline alle regole del conformismo vittoriano, regole di mondanit, di salotti dorati ed esclusivi per i ceti privilegiati: la vi-
sione narcisistica della sua vita futura riguardava la scelta di strade diverse, in un progetto non ancora chiaro nella sua mente. Non pot mai sopportare il concetto che le ragazze erano "solo adatte" all'area domestica, che gli uomini non fossero in grado di accettare in maniera seria questa condizione e che scuotessero il capo: questa condizione doveva essere superata e, per quanto possibile, dovevano essere sconfitte quelle regole imposte da un sistema ingiusto. Ogni aspetto della vita di V.W. condizionato dal suo destino di scrittrice, una vocazione ineluttabile, vero significato della sua vita; contemporaneamente, possiamo dire che le sue opere rispecchiano gran parte della sua vita, delle sue fantasie, del suo genio creativo, del suo destino di donna. Quello che ci interessa qui sottolineare, quell'aspetto particolare della vita della scrittrice che fa riferimento al "suo femminismo" e che rileviamo soprattutto in almeno due tra i suoi saggi pi noti A Room of One's Own (Una stanza tutta per s) e Three Guineas (Le tre ghinee). Di essi ammiriamo il contenuto, lo spirito di appartenenza al genere femminile, la solidariet per la donna emarginata dallo spazio sociale sentimento sottolineato con indignazione e sofferenza perch anche "lei donna" -, la sua sensibilit di scrittrice che riesce a trasformare il rapporto genere/scrittura dal piano delle idee e dell'astrazione al piano dell'esperienza storica, economica, esistenziale.
Le donne hanno avuto meno libert intellettuale di quanto non avessero i figli degli schiavi ateniesi. Le donne, pertanto, non hanno avuto la pi piccola opportunit di scrivere poesia[] mi piace leggere; mi piace leggere un libro dopo l'altro. Negli ultimi tempi questa dieta per me diventata piuttosto monotona; la storia parla quasi sempre di guerra; la biografia si occupa di uomini illustri; la poesia ha dimostrato, credo, una tendenza alla sterilit; e il romanzo Perci vi chiedo di scrivere ogni sorta di libri, su qualunque argomento. Senza dubitare, per quanto triviale o per quanto vasto vi possa sembrare. In un modo o nell'altro spero che un giorno avrete denaro sufficiente per viaggiare e per oziare, per contemplare il futuro o il passato del mondo, per sognare davanti ai libri e vagare per le strade e lasciare che la lenza del pensiero scenda sempre pi in fondo al fiume". E se una donna dei secoli scorsi fosse stata dotata di ingegno letterario eccezionale, come se la poteva casecoli co cavare? Spiritosamente la Woolf risponde:
"Immaginiamo, giacch ci riesce cos difficile conoscere la realt, che cosa sarebbe successo se Shakespeare avesse avuto una sorella meravigliosamente dotata, chiamata Judith, diciamo. Molto probabilmente Shakespeare studi - poich sua madre era ricca - alla "grammar school"; gli avranno insegnato il latino Ovidio, Virgilio e Orazio - e qualche elemento di grammatica e di logica. Era, come si sa, un ragazzo irrequieto, il quale cacciava di frodo i conigli, e forse anche i daini; e dovette anche, prima di quanto voluto, sposare una donna dei dintorni, che gli diede un figlio un po' pi presto del solito. Questa avventura lo spinse a cercare fortuna a Londra. Si interessava, a quanto pare, di teatro; dicono che abbia cominciato facendo la guardia ai cavalli presso l'ingresso degli attori. Presto impar a recitare, divenne un attore di successo, e si trov al centro della societ contemporanea; vedeva tutti, conosceva tutti, sfoggiava la sua arte sulla scena, il suo spirito per strada, e riusc perfino ad essere ricevuto nel palazzo della regina. Intanto sua sorella, cos dotata, supponiamo, rimaneva in casa. Ella non era meno avventurosa, immaginativa e desiderosa di conoscere il mondo di quanto non lo fosse suo fratello. Ma non aveva studiato. Non aveva potuto imparare la grammatica e la logica, e non diciamo leggere Orazio e Virgilio. A volte prende-
va un libro, magari un libro di suo fratello, e leggeva qualche pagina. Ma poi arrivavano i suoi genitori e le dicevano di rammendare le calze o di fare attenzione all'umido in cucina, e di non perdere tempo tra libri e carte. Questi ammonimenti saranno stati netti, bench affettuosi, poich si trattava di persone agiate, che sapevano come debbono vivere le donne, e amavano la loro figlia; anzi, molto probabile che ella fosse la figlia diletta di suo padre. Forse riusciva a riempire di nascosto qualche pagina, su nell'attico; ma poi aveva cura di nasconderle o di bruciarle. A ogni modo, non appena arrivata alla pubert, ella era stata promessa al figlio di un vicino mercante di lane. La ragazza protest che il matrimonio era per lei una cosa abominevole; sicch suo padre la picchi con violenza. Poi, cambiando tono, la preg di non fargli questo danno, questa vergogna di rifiutare il matrimonio. Le avrebbe regalato una bella collana, oppure una bella gonna, diceva, con le lacrime agli occhi. Poteva forse disubbidirgli? Poteva forse spezzargli il cuore? Eppure la forza del suo talento la spinse al gesto inconsueto. Una sera d'estate Judith fece fagotto con le sue cose, scese dalla finestra e prese la strada di Londra. Non aveva ancora diciassette anni. Gli uccelli che cantavano sulle siepi non erano pi musicali di lei. Ella possedeva, come suo fratello, la pi viva fantasia, il pi vivo senso della musica delle parole. Come lui, si sentiva attratta da teatro. Buss alla porta degli attori; voleva recitare, disse. Gli uomini le risero in faccia. L'amministratore - un uomo grasso, dalle labbra spesse - proruppe in una gran risata. Disse qualcosa sui cani ballerini e sulle donne che volevano recitare; nessuna donna, disse, poteva essere attrice. Egli accenn invece... ve lo potete immaginare. Nessuno le avrebbe insegnato a recitare. D'altronde non poteva mangiare nelle taverne, n girare per le strade a mezzanotte. Eppure il genio di Judith la spingeva verso la letteratura; ella desiderava cibarsi abbondantemente della vita degli uomini e delle donne, studiare i loro costumi. Infine (poich era molto giovane, e di viso somigliava molto a Shakespeare, con gli stessi occhi grigi e la fronte curva) Nick Greene, l'attore-regista, ebbe piet di lei; Judith si trov incinta di questo signore, e pertanto - chi pu misurare il fervore e la violenza del cuore di un poeta quando questo si trova prigioniero e intrappolato nel corpo di una donna? - si uccise, una notte d'inverno, e venne sepolta a un incrocio, l dove ora si fermano gli autobus, presso Elephant and Castle. " (Una stanza tutta per s - Virginia Woolf) Giulia Br e Daniela Pavesi
Non facile definire la posizione della donna nella societ islamica perch non tutti i paesi islamici sono conformi alla stessa corrente di pensiero, infatti la condizione della donna varia da paese a paese, dalla posizione sociale e dall'ambiente in cui vive. L'Islam ha influito sulla posizione femminile ma non stato l'unica causa di una societ dominata dagli uomini. Analizziamo le principali forme di sottomissione, le loro cause e le speranze per il futuro: 1. La poligamia 2. La questione del velo 3. Il corano e le sue differenti interpretazioni 4. Il lavoro 5. La riproduzione del modello patriarcale 6. Le mutilazioni sessuali 7. Le pratiche delle mutilazioni 8. Le motivazioni delle mutilazioni 9. Le et della pratica
Nel Corano vi sono molti passi che parlano di poligamia, l'uomo musulmano sente infatti la necessit di avere pi mogli per il suo desiderio sessuale che inevitabile. Una forma di poligamia assai diffusa lharem (che in arabo significa sacro). In Occidente quando si parla di harem si intende la situazione in cui un uomo vive con tante donne contemporaneamente. In realt esistono due tipi di harem: quello domestico in cui vive una famiglia allargata, senza schiavi, spesso con coppie monogamiche, dove sopravvive l'usanza della reclusione femminile e quello imperiale che esisteva al tempo degli Ottomani, era situato in un enorme e sontuoso palazzo e comprendeva molte donne elegantemente vestite e circondate da schiave ed eunuchi. Il matrimonio e il divorzio possono avvenire per volere del marito o di entrambi, tuttavia esistono rari casi in cui la sola donna che pu chiedere il divorzio. Si tratta di casi particolari che variano da paese a paese e da scuola a scuola: per esempio secondo alcune dottrine la donna ha il diritto di chiedere il divorzio se il marito non adempie ai suoi doveri matrimoniali. Per alcuni giuristi la donna pu divorziare solo se nel contratto matrimoniale il marito ha dichiarato che la moglie avrebbe potuto farlo in qualunque momento nel caso lui non avesse adempiuto ai patti stipulati, ma in realt non risulta chiaro ci che la donna deve fare. Per quanto riguarda il velo, che la donna dovrebbe indossare, una frase del Corano dice: "E di' alle credenti che non mostrino troppo le loro parti belle, eccetto quel che di fuori appare, e si coprano i seni d'un velo e non mostrino le loro parti belle altro che ai loro mariti, o ai loro padri, o ai loro suoceri, o ai loro figli, o ai figli dei loro mariti, o ai loro fratelli, o ai figli dei loro fratelli, o ai figli delle loro sorelle, o alle loro donne, o alee loro schiave, o ai loro maschi privi di genitali, o ai fanciulli che non notano le nudit delle donne." I modernisti sostengono che questo ordine vale solo per le mogli del profeta mentre secondo i tradizionalisti valido per tutte le donne. I modernisti inoltre sostengono che da questa e da altre frasi non si capisce se le donne si debbano coprire anche il viso. E' anche vero per che oggi lo chador per alcune donne diventato pi che altro un simbolo di riconoscimento nei confronti dell'Occidente. Negli anni '50-'70, c' stata una grossa influenza da parte dei modernisti che hanno fatto in modo che molti hadith fossero cambiati. Alcuni paesi come l'Albania, paesi dell'Asia centrale e la Turchia, hanno cambiato del tutto il diritto islamico. Nei paesi dove avvenuta questa riforma, alcuni cambiamenti positivi sono stati ottenuti e, per esempio, il tasso di analfabetismo della donna diminuito parecchio. Secondo le statistiche i paesi in cui c' il maggior tasso di analfabetismo, sono paesi rurali dove la donna non viene a conoscenza dei suoi diritti e cos la cultura rimane chiusa e tradizionalista. In Giordania fu dichiarato lecito il rifiuta alla poligamia (1951). Anche in Siria nel '53 furono poste drastiche limitazioni alla poligamia. La Tunisia riusc perfino a vietarla. Negli ultimi vent'anni c' stata invece una grossa ripresa del tradizionalismo islamico. Durante questo periodo i fondamentalisti hanno cercato di ristabilire tutte quelle tradizioni che con fatica erano state superate. Secondo loro l'emancipazione femminile una sconfitta nei confronti dell'Occidente. Risulta chiaro che la situazione della donna nell'Islam difficile da definire. Ogni paese ha le sue leggi e ogni gruppo religioso sostiene cose completamente differenti dall'altro. E' molto difficile
riuscire ad arrivare a un accordo perch ognuno interpreta il Corano in maniera diversa ed effettivamente alcune frasi risultano alquanto ambigue. Sta di fatto che pochi hanno il coraggio di sostenere qualcosa che non sia in accordo con le affermazioni del Corano, e chi lo fa corre il rischio di passare come sovversivo e anti-islamico. Spesso, parlando della condizione femminile, le donne musulmane rivendicano i diritti garantiti loro dal Corano; ricercano alle origini della propria religione la possibilit di difendersi come donne, individuano nel libro sacro i passi che suonano a conferma delle loro posizioni e ne scartano altri senza farsi troppi problemi. Cos, da sempre, si svolge la lotta per interpretare a proprio piacimento le fonti. L'Islam avrebbe assegnato alle donne il diritto al mantenimento dei figli e a quello dell'eredit e al divorzio, mentre in Occidente tali concessioni risalgono a tempi relativamente recenti. Non sarebbe l'Islam la causa dell'arretratezza femminile, ma tutto imputato alle tradizioni maschili di origine tribale o culturale, che negano i diritti delle donne. L'Islam, al contrario, avrebbe posto fine a pratiche atroci e sottolineato l'importanza della famiglia, della societ e della comunit, inoltre avrebbe conferito alla donna il massimo del rispetto, come moglie, figlia, lavoratrice. Il Corano sembrerebbe non imporre l'uso del velo n affermare l'obbligo di rimanere in casa. In generale, sembra che, risalendo alle origini del mondo musulmano, donne e uomini non avessero vite separate, cos c' chi si scaglia contro quelli che hanno "distorto" l'eredit di Maometto. Alcune di queste cercheranno di resistere, rifiutando il velo e rivendicando il diritto di uscire di casa barza (senza velo): una donna barza "colei che non nasconde il suo volto e non china la testa, che si mostra alla gente riceve a casa propria". Perci, se alcuni nell'Islam ufficiale moderno vogliono imporre l'equazione casa-Mecca affermando che essa rintracciabile nella cultura dei tempi di Maometto, ci sar subito chi ribatter sostenendo l'infondatezza delle prove. E' infatti chiaro che, nell'ambito della questione femminile, c' ampia possibilit di sostenere le proprie idee facendo ricorso alla religione in due modi esattamente antitetici e soggettivamente rivisitati. Coloro che emigrano in un paese straniero si indebitano per poter affrontare il viaggio e hanno bisogno di lavorare per saldare i propri debiti oltre che, naturalmente, per potersi mantenere. Le donne, inoltre, spesso lasciano nel loro paese d'origine la famiglia, di cui sentono la mancanza pi acutamente degli uomini. Hanno un diverso modo di valutare il tempo, soprattutto le africane, hanno un ritmo di vita e di lavoro differente, quindi anche un modo diverso di lavorare. Per quel che concerne il lavoro le donne immigrate trovano per lo pi impiego come colf presso case private o strutture pubbliche o, in casi pi rari, come impiegate in altre attivit del settore terziario (come guardarobiere, bariste, addette alle pulizie, commesse, cuoche o cameriere in locali pubblici). L'alternativa possibile a queste mansioni per lo pi un posto in qualche locale notturno, ma c' anche una quota considerevole di donne immigrate che viene avviata alla prostituzione. L'et media delle donne immigrate tra i 25 e i 39 anni, con qualche anno in pi rispetto agli uomini, in quanto la donna del terzo mondo impegnata in giovane et nel matrimonio e nella crescita dei figli pi piccoli. Le donne immigrate soprattutto dai paesi africani, hanno maggiori difficolt degli uomini ad integrarsi perch, oltre alla diversit dovuta al fatto di essere straniere, vivono una loro specifica diversit in quanto donne. Inoltre, e ci dovuto soprattutto alla mentalit del loro paese di provenienza che in genere discriminante nei confronti di queste ultime, le donne fanno una maggior fatica ad entrare in contatto con la realt del paese ospitante: hanno, solitamente, una minore conoscenza della lingua, delle strutture sanitarie, dell'assistenza sociale e delle culture del paese. Un altro elemento che incide negativamente sulle possibilit di inserimento la presenza di mariti o di parenti maschi che limitano fortemente la capacit d'iniziativa delle emigrate e tendono a riprodurre le condizioni di subalternit delle donne nei paesi d'origine. Nel caso delle immigrate senza lavoro, disoccupate o casalinghe, che dipendono dal permesso di soggiorno del marito e non hanno diritto a esistere come soggetti autonomi, il contatto con la realt diviene ancora pi difficoltoso per la condizione di totale isolamento in cui vivono. Anche la carente scolarit di molte immigrate, specialmente africane e arabe, ostacola l'inserimento in una societ che presuppone un certo grado di cultura anche per le mansioni pi elementari e viene regolata da una molteplicit di norme che sono complicate e difficili anche per alcune fasce della popolazione italiana. La non conoscen-
za della lingua viene per esempio scontata nel rapporto con le strutture pubbliche. Le donne cercano di non frequentarle o, se costrette, si fanno accompagnare dai figli pi grandi, da amici o parenti, in qualit d'interpreti. Ci ne riduce l'autosufficienza e l'autonomia nella vita di relazione. Le statistiche recenti stabiliscono che circa 100 milioni di donne hanno subito una mutilazione del proprio sesso e la pratica continua a essere diffusa con una media di 2 milioni l'anno, soprattutto in Asia e nell'Africa sub-sahariana, dalla Mauritania alla Zambia fino alla Somalia, all'Eritrea e al Kenya. Non si tratta,quindi, di una zona omogenea dal punto di vista religioso e infatti questo tipo di pratiche non sono proprie di una particolare tradizione religiosa, come spesso erroneamente si pensa, ma si possono incontrare in popolazioni di fede musulmana, cattolica, protestante, copta e animista. La pratica si ritiene d'origine fenicia (ma secondo altri egiziana) e usata anche da romani. Si possono distinguere diversi tipi di mutilazioni genitale: 1) Circoncisione, o sunna (dalla parola islamica che significa "tradizione"), che consiste nel taglio del prepuzio o cappuccio del clitoride. 2) Recisione o escissione, cio taglio del clitoride e di tutte o parte delle piccole labbra. 3) Infibulazione o circoncisione faraonica, che consiste nella asportazione del clitoride, delle piccole labbra e almeno dei 2/3 anteriore e spesso della intera sezione mediale delle grandi labbra. I due lobi della vulva vengono poi attaccati insieme con filo di sutura in seta o spine, affinch la parte risulti una superficie liscia e impermeabile, occludendo cos l'accesso vaginale, eccettuata una piccolissima apertura, garantita dall'inserimento di sottili pezzetti di legno o da una cannuccia di giunco che consente il passaggio di urina e sangue mestruale. I rischi per la salute e le complicazioni a seguito di tali interventi dipendono dalla gravit della mutilazione, dalle condizioni igieniche in cui avvenuta l'operazione, dall'abilit e dalla capacit dell'operatrice e dalla resistenza opposta dalla bambina. In ogni caso, immediate o a lungo termine, le complicazioni sono serie. Complicazioni a breve termine: a) Emorragia per la recisione dell'arteria vulvare o dell'arteria dorsale del clitoride. b) Shock postoperatorio (la morte pu essere evitata solo con trasfusioni di sangue e rianimazione d'urgenza). c) Taglio accidentale di altri organi: per esempio utero, vescica. d) Tetano (spesso letale) e setticemia (dovuti per lo pi alla poca igiene degli attrezzi usati). Complicazioni a lungo termine: a) Infezioni croniche dell'utero e della vagina. b) Cicatrici cheloidi sulla ferita vulvare di dimensioni tali da impedire la deambulazione. c) Formazione di fistole e prolassi (dovute all'ostruzione durante il parto) che causano incontinenza d) Dismenorrea, dovuta al fatto che il sangue mestruale non pu fuoriuscire liberamente. e) Ascessi vulvari. f) Dispaurenia, ossia forti dolori durante i rapporti sessuali. g) Sterilit dovuta alle infezioni croniche delle vie urogenitali. h) Danni a seguito o durante il parto: eccessive perdite di sangue, rischio di soffocamento e danni neurologici al bambino. i) Trasmissione HIV: i danni provocati sull'organo genitale femminile rendono pi elevato il rischi di contagio del virus dell'AIDS Le ragioni fornite sul motivo per cui vengono praticate tali operazioni sono stupefacenti, spesso contraddittorie e comunque contrarie a fattori biologici. Possono definirsi di tipo psicosessuale, psicosociale e psicoreligioso
. Motivazioni psicosessuali A) Ragioni legate a credenze: in alcune zone, specialmente in Etiopia e Somalia, la gente crede che se i genitali femminili non vengono recisi, assumeranno una forma anatomica simile a quella dell'uomo. In altre zone radicata la convinzione che ambedue i sessi, maschile e femminile, convivano nella stessa persona al momento della nascita. Il clitoride rappresenta l'elemento mascolino di una ragazza e il prepuzio quello femminile di un ragazzo. Ambedue devono essere recisi per definire inequivocabilmente il sesso di una persona. B) Ragioni "etiche": molto spesso la ragione fornita quella di attenuare il desiderio sessuale. Il clitoride infatti il punto focale di tale desiderio e la recisione viene ritenuta come protettiva contro l'ipersessualit femminile, salvando la donna dalle tentazioni, dal dubbio e dalla "perdizione", favorendo la castit. Motivazioni psicosociali In tutte le regioni dove tale pratica viene eseguita la verginit femminile un indispensabile requisito per il matrimonio e le relazioni sessuali extraconiugali sono bandite dalla legge stessa. In tali zone, quindi, una donna non recisa viene ridicolizzata, considerata indegna e spesso cacciata dalla comunit o, se vi rimane, non ha praticamente alcuna possibilit di matrimonio. Motivazioni psicoreligiose Viene spesso citato dai racconti popolari il nome del profeta Maometto come colui che avrebbe ordinato di ridurre il clitoride, ma non di distruggerlo. Un comandamento di questo tipo non pu ritenersi autentico in base ad alcuna fonte affidabile e tuttavia, anche se non vi nessun precetto religioso che imponga l'infibulazione, nella maggioranza dei paesi musulmani si crede che le donne non escisse siano religiosamente "impure" (najasa). L'et in cui si effettuano le mutilazioni pu variare dai pochi giorni di vita, fino a circa sette anni o fino all'adolescenza. Le operazioni vengono praticate da donne che si tramandano questa pratica di generazione in generazione. Secondo una ricerca le "maestre" della circoncisione sono in maggioranza semi o del tutto analfabete, non prendono quasi mai precauzioni antisettiche prima di compiere le operazioni e sono consapevoli dello scempio che compiono. Ottengono in cambio di questo genere di servizi un compenso modesto. Godono di un grande prestigio: ricevono in dono cibo, stoffe e sono circondate da grande rispetto. La circoncisione e l'infibulazione sono, nella grande maggioranza dei casi, imposte alla figlia o a qualsiasi membro femminile della famiglia dalle donne stesse (madri, nonne, zie, sorelle) pi che dagli uomini, come un dato normale e inevitabile della vita comunitaria. Opporsi a tutto ci nella societ di origine vuol dire perdere l'onore della propria famiglia, essere esclusi dal clan di appartenenza o dal villaggio di residenza o essere derisi e ridicolizzati. Nella vita di una donna, la mutilazione sessuale costituisce un marchio, una ferita psicologica dalla quale molte non riescono a riaversi mai pi. Si sentono profondamente umiliate; il rapporto con l'uomo viene percepito esclusivamente attraverso il dolore. Il mi-
nimo che pu succedere, se non c' dolore, la mancata o ritardata risposta agli stimoli sessuali, insoddisfazione, mancanza di gratificazione, infelicit. Questo produce e solidifica una sorta di reciproco muto antagonismo tra i sessi. Le donne che subiscono una mutilazione sessuale si dividono, comunque, in due categorie: 1) Quelle che accettano le dolorose conseguenze delle mutilazioni come un prezzo da pagare alla conservazione della propria integrit culturale; 2) Quelle che si sono sentite obbligate a qualcosa che non possono proprio accettare. Le prime vanno incontro ad un sacco di conseguenze fisiche: l'83% delle circoncise avrebbe bisogno di continuate cure. Le seconde devono affrontare anche seri problemi mentali. L'inizio della vita sessuale traumatico: le donne infibulate vengono tagliate, quanto va bene, con un coltello, altrimenti con un coccio o un pezzo di vetro: quello che le aspetta penetrazione dolorosa e frigidit certa. Oggi questo problema non limitato ai paesi africani ma si va estendendo anche in alcuni paesi europei. Il consistente flusso migratorio dall'Africa all'Europa ha infatti portato alla creazione nei paesi europei di gruppi etnici africani omogenei che tendono a ricostruire le loro regole sociali. Molte delle donne immigrate e viventi in Europa sono infibulate e alcune, dopo il parto, chiedono di essere reinfibulate. Altre fanno venire appositamente dal loro paese d'origine una donna esperta in pratiche tradizionali, perch infibuli la propria figlia, o addirittura fanno una vacanza nel loro paese con lo scopo di infibularle. L'Occidente di fronte a queste pratiche ha sempre cercato di chiudere un occhio o comunque di non divulgare troppe informazioni. Di fronte ad un riscontro diretto con queste pratiche e invitato a prendere posizione, l'Occidente mostra spesso un'ipocrita tolleranza in nome del rispetto delle diversit culturali.
Greta Sacchi e Mara Borelli
DONNE:LA PARITA E ANCORA COSI LONTANA? 05 -04-2004 04Si fa presto, oggi, a parlare della raggiunta parit di diritti della donna rispetto alluomo; ma chi conosce, sia pure vagamente, le tappe del travagliato cammino che ha condotto a tale conquista, ovvero conosce la dura storia pregressa della condizione femminile? Come facilmente immaginabile, dalle antiche civilt primitive ad oggi la donna ha subito una notevole evoluzione, sia nel campo sociale e nellespressione della propria personalit, sia in quello giuridico e politico. La sua condizione apparsa socialmente assai varia attraverso i secoli, in rapporto allevoluzione politica e giuridica dei popoli e ai diversi fattori geografici e storici. Tuttavia si pu asserire che, quasi in ogni epoca e in ogni regione, la donna ha goduto di un trattamento generalmente meno favorevole di quello dell'uomo. Le maggiori difficolt di riconoscere una parit di trattamento fra i due sessi sono dipese, tra le altre cose, da una presunta inferiorit fisica della donna nonch dalla difficolt ad ammetterne il diritto di propriet e dal timore che lattivit femminile potesse mettere in pericolo loccupazione maschile. Nelle civilt patriarcali essa ebbe lunica funzione di assicurare la discendenza alla famiglia, quindi svolse un semplice ruolo riproduttivo. Luomo, da parte sua, si attribu sempre il diritto di ripudiare la moglie sterile, di avere una seconda moglie o una concubina; ma la prima moglie doveva restare sempre fedele al marito, sia che avesse sia che non avesse procreato dei figli. Malgrado gli elevati livelli attinti dalla civilt greca, questa fu caratterizzata da unaccentuata disparit tra i sessi, tant che neppure alle donne appartenenti alla classe agiata era consentito lasciare la propria dimora, se non in circostanze del tutto particolari; esse erano sottoposte alla patria potest e soggette alla tutela del fratello o del marito. A Roma la donna godeva di una maggiore libert e riceveva anche una buona educazione intellettuale, pur essendo sempre sottoposta al capofamiglia. La Chiesa cristiana non fece altro che ereditare questa concezione, aggiungendo che davanti a Dio si tutti uguali
Solo con il Medioevo, per, ebbe inizio levoluzione intellettuale della donna, che tocc il suo punto pi alto nel Rinascimento: il rinnovarsi della cultura umanistica e di quella religiosa in Italia fece emergere insigni figure di donne come Caterina da Siena, Vittoria Colonna... E lascesa della donna nella societ prosegu ulteriormente nei secoli successivi. Questo processo fu particolarmente evidente nella societ francese durante let illuministica e della Rivoluzione dell89, popolata di importanti figure femminili: come Charlotte Corday, la rivoluzionaria che assassin Marat(lepisodio venne rappresentato anche dal pittore Jacques Luis David) Inoltre,fin dai tempi pi remoti le donne, forse per una loro presunta incapacit, furono tenute fuori dallattivit politica e giuridica. Nel mondo greco, ad esempio, gli ordinamenti pi antichi concedevano alla donna un limitato esercizio dei diritti privati, tanto che questa non poteva disporre liberamente di un patrimonio di sua propriet. Per il diritto romano, le donne dotate di patrimonio dovettero essere soggette a tutela. Nel Medioevo la Chiesa finalmente riconobbe dei poteri alle donne, sicch esse ottennero di amministrare patrimoni appartenenti a comunit religiose. Il Rinascimento, che pure - come si accennato prima - favor levoluzione intellettuale e sociale della donna, non le riconobbe altrettanto in campo giuridico: essa infatti non poteva contrarre obbligazioni senza il consenso del marito, n era ammessa una successione in linea femminile. Nel XVIII secolo non riuscirono neppure eventi come lIlluminismo e la Rivoluzione francese a segnare progressi significativi nel regime giuridico della donna. Ci volle il nuovo Codice napoleonico, emanato il 21 marzo 1804, per garantirle dei diritti civili e tutelarne alcuni interessi patrimoniali. Qualche anno dopo la proclamazione del regno dItalia, nel 1865, il codice dellepoca sanc, nelleducazione e nel mantenimento dei figli, obblighi reciproci per i coniugi. Per ottenere, ad ogni modo, una completa emancipazione femminile, bisogna attendere il XIX secolo. Furono gli Stati Uniti dAmerica ad affrontare per primi il problema delleducazione femminile non solo sul piano intellettuale ma anche professionale: le donne finalmente potevano accedere a un campo di studi pari a quello delluomo, con la creazione di nuove scuole, che furono dapprima esclusivamente femminili e, solo successivamente, miste. Nel XX secolo, le due guerre mondiali contribuirono fortemente al raggiungimento della parit dei sessi, anche grazie al fatto che la diminuzione della manodopera maschile apr alle donne ogni campo del lavoro; ed il lavoro femminile crebbe progressivamente dimportanza con lindustrializzazione degli stati. Da ricordare che le donne, ottennero il diritto al voto, per la prima volta, in soli dodici stati della Confederazione americana, alla vigilia della prima guerra mondiale (1914 18): lesempio fu seguito a breve, durante tale guerra appunto, da altri importanti paesi europei. In Italia le donne poterono votare solo nel 1945, a seconda guerra mondiale ultimata, partecipando al referendum per la scelta istituzionale monarchia o repubblica e per lelezione dellAssemblea Costituente. E solo dal 1956 che esse possono far parte, in qualit di giudici popolari, delle corti dassise e del tribunale per i minorenni. Dal 1960 alle donne consentito rivestire tutte le cariche pubbliche, eccezion fatta per quelle diplomatiche o consolari e per la carriera militare, le porte della quale cominceranno tuttavia gradualmente a schiudersi nel corso degli anni 90. Nel 1962 le lavoratrici raggiungono la piena parit dei diritti rispetto ai lavoratori, sicch alla donna italiana vengono riconosciute le medesime capacit delluomo nellambito del diritto privato. Ma stato il movimento di liberazione della donna, che negli ultimi decenni del XX secolo ha avuto un particolare vigore, a dar voce al femminismo riformista che ha rivendicato ed ottenuto il rinnovamento del diritto di famiglia, la libert di aborto, la possibilit di divorziare. Nel 1975, infatti, andato in vigore il nuovo diritto di famiglia, regolato da unapposita legge, per cui la posizione della donna giuridicamente e umanamente diventata pi sicura e stabile nellambito della famiglia e nei confronti del marito. Con questa nuova legge la patria potest, cio il diritto dovere di educare i figli, spetta in misura uguale ad entrambi i genitori. Si stabilito, cos, il principio della perfetta uguaglianza fra i coniugi, che viene esteso anche allamministrazione e al possesso dei beni materiali della famiglia. Unaltra legge, nel 1977, ha sancito lassoluta parit di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro, proclamando che vietata qualsiasi discriminazione fondata sul sesso, come vietata la disparit di retribuzione, la discriminazione nellattribuzione delle qualifiche, delle mansioni e della progressione di carriera. Tale legge riconosce altres il diritto di assentarsi dal lavoro nonch il trattamento eco-
nomico per la lavoratrice madre: diritto riconosciuto anche al padre lavoratore, quando i figli siano affidati solo a lui. In realt questo per non accade sempre:le donne con famiglia riescono difficilmente a far carriera, poich la loro prima occupazione rivolta ai figli, al marito, alla cura dei genitori anziani e alla casa. Il datore di lavoro preferir dunque promuovere un uomo, che garantir una presenza costante, invece che ad una donna. Quindi, nonostante si sia raggiunta la parit giuridica, nella vita quotidiana questa rimane ancora lontana. Dunque che fare per continuare, o meglio, migliorare il cammino della storia della donna? In futuro i bambini dovranno essere abituati in famiglia e sicuramente nella scuola primaria ad interiorizzare nuovo modelle di comportamento alla vita quotidiana, che favoriscano una cultura di parit nei modelli comportamentali della vita quotidiana, cos come gi avviene nei paesi del Nord-Europa. Leducazione dei cittadini del futuro, di conseguenza, dovr portare allo sviluppo del protagonismo di uomini e donne, sia nellambito domestico che in quello lavorativo; inoltre dovr essere spezzata la mentalit che oppone il maschile al femminile ed infine occorrer potenziare lautonomia personale e la capacit collaborativi dellintera famiglia,soprattutto nei compito domestici. Le donne cos come sono oberate dalle mille incombenze quotidiane non possono andare avanti. Lo ha gridato anche il Presidente Ciampi: uomini c bisogno di un vostro effettivo impegno!!!!
Ferrandi Claudia Saggio breve tratto dal settimanale Noi donne IL LUNGO CAMMINO VERSO LEMANCIPAZIONE
La condizione della donna nel mondo sempre stata caratterizzata da una certa inferiorit sia sul piano sociale, che su quello giuridico e politico, anche se ai nostri giorni la differenza tra il sesso maschile e quello femminile sicuramente molto meno evidente. In Occidente la vita delle donne migliorata nel corso dei secoli grazie a leggi che tutelano i loro bisogni e i loro diritti, ma nei paesi orientali, e soprattutto nei contesti islamici, la mentalit e i costumi, ancora molto legati alla tradizione, rendono la loro esistenza tuttaltro che facile. In Afghanistan, per esempio, le donne non possono n uscire di casa, n andare a scuola; la loro libert talmente limitata da essere addirittura minore di quella delle antiche matrone romane. Queste ultime, infatti, anche se erano sempre sottoposte allautorit del marito, avevano un ruolo fondamentale nella famiglia, non solo come madri e custodi della casa, ma anche come consigliere del marito, e inoltre ricevevano unistruzione regolare. Molte figure femminili dellantica Roma, cantate da illustri poeti latini, come Ovidio e Properzio, non erano solo dotate di grande fascino e forza di seduzione, ma erano anche molto raffinate ed istruite soprattutto nel campo dellarte e della poesia. Ritornando ad epoche pi recenti importante osservare che, fino alla fine del XIX secolo, lunica funzione della donna stata quella di occuparsi della casa e della famiglia, ma con la rivoluzione scientifica essa inizi a conoscere anche il mondo del lavoro. Il lavoro femminile era, per, difficilmente riconosciuto e per questo lo stipendio era nettamente inferiore a quello dei lavoratori maschi. Nello stesso periodo nacquero le prime associazioni femminili che rivendicavano il diritto di voto, ma le loro richieste inizialmente non furono tenute in grande considerazione. Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, gli uomini furono costretti ad abbandonare le famiglie e i posti di lavoro per recarsi al fronte. Le donne si dimostrarono perfettamente in grado di sostituirli sia nelle fabbriche sia nei campi. Nonostante questa prova di grande forza danimo, nel dopoguerra furono rimandate a casa ed accusate di rubare il lavoro ai reduci. In Italia il diritto di voto fu loro riconosciuto solo nel 1946 e a partire da questo momento il movimento di emancipazione femminile si fece sempre pi agguerrito: con il passare del tempo, infatti, la donna ha conquistato posti di lavoro sempre pi autorevoli e che una volta non avrebbe mai sognato di avere.
La donna schiava sottomessa alluomo non esiste pi; essa ha preso sempre pi coscienza di s e delle proprie capacit e quindi rifiuta quella vita che fino a poco tempo fa accettava con naturalezza. Anche la figura della casalinga che dedica tutta la sua vita alla famiglia va scomparendo, e il suo posto viene preso da una nuova donna che condivide la responsabilit familiare con il marito e che ha innumerevoli interessi oltre a quelli domestici. In alcuni casi lemancipazione femminile ha avuto delle conseguenze non del tutto positive, soprattutto sul rapporto madre-figlio. Molti ragazzi sono cresciuti senza conoscere quella persona che avrebbe dovuto mostrare il comportamento da tenere; senza quella voce che avrebbe dovuto insegnar loro cosa bene cosa male, che avrebbe dovuto consolarli nei momenti di tristezza e dividere con loro le prime gioie. Cipolla Jessica
In ogni parte del mondo per motivi diversi, religiosi, politici, culturali, le donne hanno sempre vissuto in condizioni di inferiorit e di discriminazione e hanno sempre dovuto lottare, molto pi degli uomini, per ottenere pari risultati, spesso con gravi umiliazioni e sofferenze. A mano a mano che il ruolo di madre e di moglie, destinata a trascorrere tutta la vita tra le pareti domestiche occupandosi solo delleducazione dei figli e delle cure della casa le apparso sempre meno soddisfacente, la donna ha iniziato a studiare e ad entrare nel mondo del lavoro per liberarsi dal ruolo che la tradizione le ha sempre imposto. Le prime donne a ribellarsi agli schemi della societ non hanno avuto vita facile, hanno dovuto lottare contro pregiudizi, spesso anche contro ostilit per conquistare quei fondamentali diritti che hanno reso possibile lattuale uguaglianza dei sessi. Ma il problema della donna neppure oggi pienamente risolto, basti pensare alle donne afgane, sepolte in un burqah, un abito che non lascia intravedere nemmeno gli occhi o alla svaria, la legge islamica, applicata in Algeria, che relega la donna in una condizione di totale inferiorit. Solo con la nascita della societ industriale si presentata, talvolta anche drammaticamente, la
questione della condizione femminile, quando la necessit di una manodopera a buon mercato ha portato la donna a lavorare nelle fabbriche. Il giorno 8 marzo si celebra la giornata della donna, una ricorrenza che ricorda lorigine lontana e tragica di questa manifestazione. L8 marzo 1908, a New York, 129 operaie della fabbrica tessile Cotton morirono bruciate vive dentro i capannoni dove il padrone le aveva chiuse a chiave perch protestavano contro le inumane condizioni di sfruttamento a cui erano sottoposte. Nel 1910 Clara Zetkin, una donna tedesca che partecip intensamente alla vita politica del suo paese e fu tra i fondatori del Partito Comunista Tedesco, riprese quella data e la rivendic come giornata di lotta per la donna. Infine, l8 marzo 1917, a Pietroburgo, le operai tessili della citt davano inizio al primo moto di una rivoluzione che sarebbe diventata entro pochi mesi la Rivoluzione dottobre. Le donne hanno sempre trovato la forza di lottare per ottenere quello che non hanno mai avuto: il riconoscimento della loro personalit, dellautonomia delle loro decisioni, del diritto ad essere libere, diverse da come la tradizione le ha sempre volute. Rivista culturale scolastica Borelli Mara
bolezza del tutto umana. E cos lo spirito femminile, da sempre libero, si piega alle sorti di questo mondo conformandosi e omologandosi ad una societ che non lo rispecchia e che non gli rende giustizia. Ha troppo sofferto per essere ancora schiava, nel duemila e quattro, della cupidigia degli uomini. In fondo sembra essere sempre stata lanello di congiunzione tra questo e il mondo del divino per le sue caratteristiche di grazia e innocenza. Dante ha scelto la compagnia di una donna per arrivare a Dio ed i massimi poeti dellantichit facevano uscire dal loro inconscio le pi belle poesie ispirati da figure femminili. Forse questo essere dovrebbe trovare la forza di liberarsi dalle catene che gli pone la societ per volare ancora libero nello spazio infinito alla ricerca della propria autenticit e della propria salvezza. Saggio breve tratto dal mensile Io donna Br Giulia Passato e presente: il ruolo della donna nella societ Antonella Ruspi 5^G saggio breve Il problema della condizione della donna nella societ sempre stato ampliamente trattato fin dai tempi pi antichi. Anche nel passato infatti una della situazioni pi controverse era quella delle donne: da un lato il loro contributo era fondamentale per la sopravvivenza della societ, e dallaltro si cercavano motivi per sostenere una differenza e uninferiorit che giustificassero le discriminazioni. Per le donne impegnate nella lotta per la parit dei sessi non era facile controbattere queste affermazioni nonostante da millenni ad esempio il campo dellagricoltura veniva portato avanti proprio da loro: le contadine infatti erano la prova vivente che la debolezza fisica delle donne era soltanto la caratteristica tipica di una minoranza aristocratica e oziosa. Inoltre cera da ricordare le molte situazioni in cui esse avevano saputo assumersi grandi responsabilit (ad esempio durante la prima guerra mondiale avevano preso il posto degli uomini nelle fabbriche) dimostrando di essere perfettamente allaltezza degli uomini. Tuttavia il loro diritto ad essere considerate alla pari rispetto allaltro sesso si afferm solo agli inizi del 900 dopo numerose lotte. Innanzitutto vi fu il diritto di voto, cio la possibilit di eleggere coloro che governeranno il paese e quindi di influire sulle scelte politiche che poi determineranno la vita di ciascuno. Molto importante anche il diritto di ricevere per il proprio lavoro un salario uguale a quello degli uomini; nelle industrie infatti le donne tendevano a venir pagate meno rispetto agli uomini e in alcuni paesi le leggi che vietano questa discriminazione sono solo una conquista recente. La donna inoltre ha dovuto lottare per avere il diritto di svolgere ogni tipo di lavoro, infatti fino a poco tempo fa numerose professioni erano destinate soltanto agli uomini senza una vera motivazione. A partire dal XX secolo si affermarono cos le prime donne medico o giudice ma solo oggi le donne hanno accesso ad attivit che fino a ieri erano considerate tipicamente maschili come ad esempio quelle di agente di polizia o di pilota daereo. Prima di arrivare a questo per hanno dovuto conquistarsi il diritto a ricevere unistruzione che desse loro le stesse opportunit di scelta che avevano i coetanei maschi e anche questa stata una conquista lenta e faticosa. Il diritto al lavoro fu una conquista molto importante per le donne perch in questo modo esse erano libere dalla necessit di sposarsi per garantirsi la sopravvivenza ed erano anche indipendenti dal punto di vista economico. Infatti, fino agli inizi del secolo una donna nel prendere una decisione importante su questioni di denaro doveva spesso dipendere dal parere del padre, del marito o di un fratello. Eleggere, ma anche essere elette, entrare nel mondo del lavoro, occuparsi del proprio denaro, decidere il proprio matrimonio: tutti questi diritti hanno reso la donna col passare degli anni sempre pi simile alluomo nel campo delle pari opportunit, soprattutto per quanto riguarda i paesi occidentali. Purtroppo per questa situazione non uguale in altre parti del mondo dove il diritto alluguaglianza rimane ancora una meta molto lontana. Linnocenza infranta Milano, 15 Aprile 2004 La donna sempre stata considerata e ritenuta braccio destro delluomo, suo
amico fedele e servizievole. E' stato cos per molto tempo, fino ai giorni nostri, quando la situazione si rovesciata: ora luomo in ombra, oscurato dalla potente figura della donna. Per molti secoli il ruolo del cosiddetto sesso debole, non stato tenuto in gran considerazione, ma ha avuto in ogni caso, anche se a volte non riconosciuto, una grande importanza nella societ,. Fin dal Medioevo la donna, considerata la regina del focolare, era destinata esclusivamente alla cura della casa e dei figli, quindi le era negata istruzione e svago. Con il passare del tempo la sua posizione sociale miglior e la donna si fece sempre pi spazio, a volte anche sgomitando tra gli uomini. Nel '700 la donna (stiamo parlando di quella nobile naturalmente) deteneva la cultura; per opera sua nacquero numerosi salons dove gli intellettuali del tempo si riunivano per discutere di vari argomenti, dalla cultura alla politica, alleconomia e ai fatti di cronaca. Il pi importante era quello di Madame de Stal, figura significativa nella cultura romantica. Parigina di nascita fu costretta per il suo liberalismo antinapoleonico allesilio in Svizzera, dove rimase per quattordici anni, interrotto per da frequenti viaggi in Europa che la misero a contatto con i maggiori intellettuali del tempo. Nota anche come scrittrice (ricordiamo tra i suoi vari scritti De lAllemagne, 1810, studio complessivo sulla Germania e sui tedeschi ndr), ebbe per il merito principale di aver iniziato i suoi contemporanei alle letterature straniere. Solo nel primo ventennio del 900 per si ebbe la definitiva emancipazione femminile per opera delle suffragette che appartenevano al movimento femminista inglese e rivendicavano il diritto di voto alle donne (il suffragio universale, dal quale appunto prendono il nome). Il movimento delle suffragette si diffuse successivamente in tutta Europa, anche in Italia, dove per le donne ottennero il diritto di voto solo nel 46, quando si dovette scegliere, tramite referendum, la monarchia o repubblica. Solo grazie a queste vittorie donne-simbolo come Margaret Tatcher e Marilyn Monroe hanno potuto affermarsi. La prima, passata alla storia come Lady di Ferro per il suo carattere forte e per la sua antipatia per la sinistra e per il movimento sindacale, stata per undici anni Primo Ministro del Regno Unito, dal 1979 al 1990. Le sue decisioni in campo economico e politico (lo smantellamento dello stato sociale, la privatizzazione di centinaia di aziende statali e la vittoria nella guerra lampo con lArgentina per il possesso delle Isole Falkland) hanno scritto il suo nome a caratteri cubitali nel libro della storia dellInghilterra del ventesimo secolo. La seconda invece ha incarnato (e incarna tuttora) licona dellanticonformismo e dellindipendenza femminile. Di modeste origini e di condizione familiare disagiata (sua madre soffriva di gravi disturbi mentali, mentre suo padre laveva abbandonata ancora prima della sua nascita), Norma Jeane Baker Mortenson, in arte Marilyn Monroe, lavor inizialmente presso unindustria aeronautica alla produzione di paracadute, ma ben presto la sua naturale ambizione e il suo corpo da pin-up le permisero di intraprendere la carriera di modella. Le porte dello show-business erano ormai aperte. La consacrazione definitiva come sex symbol arriv nel 53 con il film Niagara, al quale seguirono poi clamorosi successi come, Gli uomini preferiscono le bionde, Come sposare un miliardario e A qualcuno piace caldo a fianco di Jack Lemmon. Nonostante la sua tragica e precoce morte, comunque non si pu non attribuire a questa donna cos fragile ma allo stesso tempo combattiva, il merito di aver saputo trasmettere alle sue coetanee e alla generazione successiva limpulso ad uscire dagli schemi convenzionali imposti fino allora da una societ maschilista. Sebbene questessere cos indifeso abbia perduto ormai quasi del tutto linnocenza e la purezza di una volta, per molto tempo stato fonte dispirazione per poeti e scrittori. Come non ricordare gli splendidi e melodiosi versi di Dante dedicati alla sua amata Beatrice; o ancora quelli di Petrarca che risuonano tuttora leggeri nelle nostre menti: Chiare, fresche, dolci acque, ove le belle membra pose colei che solo a me par donna(Canzoniere CXXVI). Possiamo quindi affermare che la donna sempre stata nellimmaginario collettivo fonte dispirazione non solo per poeti e scrittori, ma anche per fiabe e leggende. Le streghe che facevano i patti con il Diavolo e tenevano i Sabba sotto la luna piena, ad esempio erano donne; cos pure le Sirene che ammaliavano i marinai con le loro suadenti voci. Ai giorni nostri comunque la tenera e materna femminilit che un tempo caratterizzava le donne andata nella maggior parte dei casi perduta. Predominano ormai donne dal carattere forte, che impongono sempre di pi la loro volont a uomini deboli, che hanno smarrito con il tempo la loro autorit e rispettabilit. Concludo nella speranza che in un futuro la donna possa recuperare quellinnocenza e quel candore che la distingueva e che la rendeva cos speciale.
prattutto in Africa) organizzano cerimonie di iniziazione spiegando che queste pratiche nuocciono gravemente allintegrit fisica della bambina. Grazie ai flussi migratori verso lOccidente questo problema stato affrontato anche dai paesi dellOvest prendendo posizione ed emanando leggi specifiche. Per esempio nel 1980 lO.M.S. considera le pratiche mutilatorie un problema di salute pubblica di cui condanna ogni forma mentre nel 1986 la Commissione per i Diritti Umani ha confermato che queste pratiche rappresentano un serio rischio per la salute mentale e fisica della bambina e della donna. In Italia sono presenti molte donne con mutilazioni genitali ovviamente provenienti o appartenenti a culture di Paesi dove sono diffuse. Comunque sia non si ha la possibilit di conoscere il loro numero. Le pratiche pi frequenti che vengono effettuate sulle bambine e sulle donne sono linfibulazione, lescissione, la circoncisione e linfibulazione inversa. La circoncisione la meno dannosa e consiste in una piccola incisione nel cappuccio del clitoride o nellasportazione di tutto il cappuccio. Lescissione comporta lesportazione di tutta il clitoride e a volte anche delle piccole labbra. Linfibulazione invece la forma pi aggressiva e mutilante: consiste nellasportazione del clitoride, delle piccole labbra e parte intera delle grandi labbra. Le conseguenze di queste pratiche sono devastanti e le complicazioni sul corpo della donna sono tantissime,da quelle immediate a quelle medio e lungo termine dovute anche al fatto che la mutilazione viene eseguita da persone inesperte, senza anestesia, con strumenti inadatti e in scarse condizioni igieniche. Nelle donne infibulate inoltre molto difficile eseguire una visita ginecologica, di conseguenza non possibile effettuare la prevenzione per i tumori allutero e alla vagina. Unaltra conseguenza molto pericolosa rappresentata dal fatto che queste donne non possono essere assistite adeguatamente nellevoluzione della gravidanza, soprattutto nel caso in cui ci sia una minaccia daborto o di parto prematuro. Inoltre durante il parto frequente un arresto delle contrazioni uterine oppure un ostacolo al passaggio del bambino. In Italia il ginecologo consiglia alla paziente la de - infibulazione prima o durante la gravidanza ma molte volte la proposta viene rifiutata dalla donna per motivi culturali o per il volere del marito. Spesso quindi si decide per un parto cesareo. Una cosa positiva per (se cos la si pu considerare) il fatto che se il parto viene effettuato naturalmente, i dottori italiani sono obbligati a ricostruire i rapporti anatomici naturali e non possono effettuare la re infibulazione. Il grande ostacolo che si pone, arrivati a questo punto, la possibile richiesta da parte della donna di essere re infibulata. Affrontare e combattere questo problema senzaltro molto difficile ma non impossibile anche grazie allaiuto di alcune strutture pubbliche italiane e allesistenza di servizi di mediazione culturale come lOspedale SantAnna di Torino che accoglie donne e bambine extracomunitarie che hanno subito mutilazioni genitali. Daniela Acerbi LIMMAGINE DELLA DONNA Il XX secolo quello che ha segnato maggiormente laffermazione delle donne nello spazio pubblico e nella conquista dei loro diritti sul piano della vita privata. Nelle societ occidentali, gli ultimi decenni hanno visto il modificarsi del loro status giuridico, le condizioni della loro indipendenza, laccesso a certe forme di potere e alla creazione artistica. Il IX secolo, con la diffusione e limposizione di una morale conservatrice, aveva imbavagliato le donne delle classi agiate e sfruttato le pi povere al limite della tollerabilit. Le opere di autori come Engels e Zola descrivono quanto siano costati alle donne la modernizzazione del lavoro in fabbrica e lurbanizzazione. La loro condizione potuta migliorare solo a prezzo di dure battaglie, quando si sono associate alle lotte operaie cercando di far sentire la voce della specificit femminile. Oltre alla lotta perseverante e coraggiosa si sono prodotti eventi, talvolta tragici, che hanno contribuito ad accelerare levoluzione della condizione femminile; innanzitutto le guerre: con la mobilitazione di quasi
tutta la popolazione maschile, le due guerre hanno aperto alle donne laccesso ad impieghi fino a quel momento ricoperti dagli uomini, non solo nei settori dellindustria legati alla produzione bellica, ma anche in funzioni riservate agli uomini. Le donne hanno cos lasciato luniverso familiare per affrontare il mondo del lavoro e ci ha profondamente trasformato la mentalit, le aspirazioni e ha fatto prendere coscienza delle loro capacit produttive ed intellettuali. Finita la guerra, la situazione si invertita, con i governi che incoraggiavano le donne a ritornare a casa per lasciare il posto agli uomini di ritorno dal fronte. I progressi della tecnologia hanno favorito laffrancamento degli obblighi domestici; i nuovi strumenti, le nuove macchine, ma anche i nuovi modi di preparazione dei prodotti a seguito della razionalizzazione della produzione facilitano ladempimento delle funzioni tradizionali dal cucinare al pulire la casa. Negli anni 70, il controllo legalizzato della procreazione e laborto hanno liberato, seppur spietatamente, le donne dalle gravidanze indesiderate. Gli ostacoli al controllo delle nascite, legati sia alle pressioni di tipo religioso sia alle condizioni dei paesi in via di sviluppo, costituiscono per alcune donne un fardello. Anche nei paesi ricchi esistono molti altri freni alla libera affermazione delle donne: per esempio lavanzare della crisi economica ed il diffondersi delle famiglie con un solo genitore, in cui le donne svolgono le funzioni di capofamiglia e si assumono da sole la responsabilit delleducazione dei figli e del loro mantenimento, le conducono molto spesso allemarginazione. E incontestabile che le donne abbiano superato una dopo laltra le barriere imposte dagli uomini. E cambiata la loro mentalit: ormai accettato che una ragazza debba preoccuparsi del proprio futuro professionale allo stesso modo di un ragazzo; il matrimonio non pi lunico scopo della vita, lindipendenza economica e la possibilit di disporre liberamente del proprio corpo e della propria anima sono ormai idee insite nella personalit femminile. Il cammino da percorrere per le donne ancora lungo, persistono ancora discriminazioni nel mondo del lavoro, sia per i salari che per le assunzioni, e non sono scomparsi gli ostacoli che sbarrano laccesso a certe professioni, anche se alcune coraggiose riescono a superarli. I rapporti umani generati da questi profondi mutamenti pongono nuovi problemi ad entrambi i sessi. Della Valle Francesca
gislativi, bens direttamente da Dio; l'adulterio un reato pi grave dell'omicidio e perci, per una donna, comporta la condanna a morte per lapidazione. Se la sentenza stabilita dal tribunale di Bakoro dovesse essere eseguita Amina verr sepolta in una fossa scavata nel terreno, braccia comprese, lasciando solo la testa libera al lancio delle pietre. Secondo le "norme" i sassi non devono essere n troppo grandi da causare la morte immediata n troppo piccoli da non avere alcun effetto. Questa barbarie non si applica solo in Nigeria, ma prevista anche in Somalia, Afghanistan, Arabia Saudita, Yemen, Iran, Sudan, Pakistan ed Emirati Arabi. Ogni anno decine di donne sono protagoniste di queste storie di ordinaria violenza, che purtroppo si consumano in silenzio. La storia di Amina invece arrivata sino ai mas media dell'Occidente diventando l'icona delle tante Amina sparse nel mondo. Sembrerebbe che i paesi occidentali e le organizzazioni internazionali come Amnesty International non facciano nulla di concreto per risolvere il problema lapidazione, ma non assolutamente cos; il fatto che il potere decisionale spetta solo ed esclusivamente ai governi locali, e la maggior parte di essi sono influenzati dai principi della religione islamica. E' chiaro che noi non abbiamo n il potere n il diritto di sconvolgere le ideologie che stanno alla base di diversi popoli e nazioni, ma di fronte a casi come quello di Amina non possiamo certo stare a guardare, infatti si parla di violazione del diritto alla vita. La pratica della condanna a morte per lapidazione una delle peggiori forme di punizione ed proibita sia dal Patto internazionale sui diritti civili e politici sia dalla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura; persino incompatibile con la costituzione nigeriana, con gli impegni internazionali per la difesa dei diritti umani firmati dalla Nigeria stessa e con la Carta africana dei diritti umani e dei popoli. Sappiamo che la Nigeria un paese violento, ma la vicenda di Amina diventata ormai un simbolo. Tutti gli uomini mussulmani che cercano di usare il suo caso per una punizione esemplare si rileggano il Corano: dappertutto Allah difende l'umiliato, il povero, la vittima...Difenderebbe sicuramente anche Amina. La lotta di questa giovane nigeriana diventata la lotta di tutte le donne: se si riuscir a salvarla sar anche la giustizia ad essere salvata e a trionfare sui pregiudizi e soprattutto sulle interpretazioni perverse dell'islam. Ratti Alessia