Fabrizio Nicoletti, Percorsi Nella Sicilia Preistorica, Palermo 2003

Scarica in formato pdf o txt
Scarica in formato pdf o txt
Sei sulla pagina 1di 36

LE COLL.

EZIONI DEL MUSEO SALINAS



PERCORSI

NELLA SICILIA PREISTORICA

DI FABRIZIO NICOLETTI

PERCORSI

NELLA SICILIA PREISTORICA

Dr FABRIZIO NICOLETTI

PALERMO 2003

A tutti i livelli di civiltd, fin dai tempi piu remoti, una delle preoccupazioni Jo ndam en tali dell'uorno e stata la rtcerca delle proprie origini. Ancora oggi

tutti gli uomint, non sapendo dove sono diretti, nutrono lo stesso desiderio dei loro antenati di sapere da dove provengono.

ANDRt: LEROI-GOURHAN

PRESENTAZIONE

Questo testo vuole essere uri'occasione, prima ancora che una necessita didattica, per ripensare al piu lungo periodo della storia umana, facendolo non in astratto rna dal caso concreto della Sicilia.

I contenuti sono organizzati secondo due direttrici fondamentali. La prima, il percorso principale, comprende otto unita ternatiche disposte in sequenza temporale. La seconda comprende unita di approfondimento indicate dal simbolo • e illustrazioni di siti indicate dal simbolo O. II punto di arrivo, sara costituito dalle veri fiche che sono state naturalmente calibrate su una conoscenza media e sono pertanto solo indicative.

Tali verifiche identificabili con il simbolo ., sono organizzate in tre blocchi di contenuti: il tempo, 10 spazio e la cultura. Essi rimandano agli obiettivi specifici di questo testo, che conternplano [a comprensione del rapporto spazio-temporale in cui si collocano l'uomo e la Sicilia e l'acquisizione di contenuti specifici sulle societa siciliane anteriori all'arrivo dei Greci.

Non e forse inutile aggiungere, in prospettiva interdisciplinare, che la conoscenza delle origini e forse piu lucida e certo piu completa se si cerca di scoprire non solo da dove proviene I'uomo, rna anche dove si trova e dove e probabile che vada.

3

, . "'"

Fig. 1 - Carta dei principali siti preistorici in Sicilia.

Fig. 2 - Scheletro di elefanre nano (Elephas falconeri).

PREISTORIA E STORIA

'''· .. 1 u....dioo8lll ~c -:l fS«.fIi'M

~ CoIor.. gIlIdalic ~

• ~tNtfi':IO

,,'j MoIIel.1l1'"

• Tifiluiiil,1iCa.

_ Stll¢p3~llJ!"!dtB''' pt'.ftf(tM boUIah

o Pratet".a~a

_ Stow<!

_ Slopr1CJ\irjfl ~¥I ij'albtiti J:!Ei1ot~1

_ FO(ij~ta~corWlme. in pMO ~13tverlfUgfo,

_ ~1 raouOOf'J'l!~,i: I~snk« ~aMb ~1hJ9Wr

o At.ynon~1I

Fig. 3 - La Sicilia durante il Pleniglaciale superiore (19.000 anni fa)

II terrnine preistoria deriva dall'inglese prehistory, eoniato nel 1830 unendo il prefisso latino pre- e il sostantivo greeo historia. Esso significa prima della storia. La parola greca da cui deriva significa letteralmente racconto, ed indica qualsivoglia avvenimento raccontato da un narratore ad un aseoltatore. Se ci volgiamo indietro nel tempo, le possibilita di eonoseere le vicende del passato, ascoltandole da qualcuno, sono limitate ad un periodo assai breve e vicino a noi. Se gli avvenimenti ehe ci interessano superano l'eta della memoria piu veechia diventa necessario ricorrere a cio che e stato scritto, In altre parole, perche sia possibile tramandare avvenimenti pili antichi delle persone viventi e necessaria la eonoseenza della scrittura. I primi documenti scritti risalgono, in Egitto e Mesopotamia, a poco piu di cinquemila anni fa. A questa data coincide, in quelle regioni, l'inizio della storia e quindi la fine della preistoria. Dall'Egitto e dalla Mesopotamia la scrittura si diffuse in altre regioni, rapidamente rna non ovunque nello stesso periodo. Nella Valle dell'Indo i primi documenti scritti risalgono a12.300 a.e., in Anatolia al1.900 a.e., in Greeia aU'VIII seeolo a.e., in Italia al VI secolo a.c., in Germania settentrionale all'VIII secolo d.C., in Russia al 1.200 d.C. Furono proprio i Greei a port are l'uso dell'alfabeto in Sicilia, intorno alla meta dell'VIII secolo a.e. e questa data coincide nell'isola con il passaggio dalla preistoria alIa storia.

Questa definizione della preistoria e indubbiamente negativa, in quanta esiste solo in funzione di cio che segue. Ha pero il vantaggio di circoserivere un periodo di tempo unitario, un'epoca certamente enorme se paragonata a quella storica: basti pensare che se riducessimo a un anno il tempo trascorso dall'uomo sulla terra, solo sei ore ricadrebbero nella storia mentre per 364 giorni eI8 ore l'umanita avrebbe vissuto nella preistoria. Con questo tipo di definizione e anehe chiaro ehe ogni ricostruzione

4

delle vicende umane preistoriche deve prescindere dai documenti scritti, e basarsi unicamente sul merodo archeologico, che consiste nello scavare, raccogliere e interpretare ogni elemento utile.

Nel1836 il danese C.]. Thomsen scopri che era possibile suddividere i materiali preistorici in tre grandi epoche, sulla base del tipo di materia prima usata nella tecnologia. Nacque cOSI il Sistema delle tre eta, suddiviso in eta della Pietra, del Bronzo e del Ferro. Successivamente il sistema venne perfezionato, con la distinzione dell'eta della Pietra in un periodo antico (Paleolitico) ed uno recente (N eolitico), inframmezzati da un periodo intermedio (Mesolitico); tra il Neolitico e l'eta del Bronzo venne inserita un'eta del Rame (Eneolitico) e ciascuna epoca fu, infine, suddivisa in almeno tre fasi: inferiore (0 antica), media e superiore (0 recente).

La preistoria non e soltanto la pili lunga epoca attraversata dall'umanita, e anche la pili singolare. Al suo interno si sono giocate le grandi scommesse che hanno definite irreversibilmente i nostri attuali destini, compreso queUo di esistere come unici esseri pensanti dell'universo conosciuto. I moderni computers 0 i trattati di filosofia discendono, in qualche maniera, da una sconosciuta scommessa giocata e vinta nella preistoria. Eppure (altra singolarita) di quest'epoca conosciamo, grosso modo, il momenta finale rna non quello iniziale che quasi ogni anna nuove scoperte spostano sempre piu indietro. La conoscenza delle origini e, in fondo, come gli abissi oceanici 0 gli spazi siderali, una frontiera ancora da esplorare.

L'ORIGINE DELL'UOMO

Sembra assodato che la culla del genere umana sia stata l'Africa ed e altrettanto certo che l'uomo sia derivate dal gruppo di ominidi detti Arcantropi 0 Australopitechi. Le diverse specie di ominidi, diffuse a partire da cinque milioni di anni fa, comprendevano individui di piccola taglia, con un accentuato prognatismo del volto e con una capacita cranica assai ridotta (4-500 cc.). La caratteristica fondamentale che distingue l'uomo dagli altri primati, cioe la stazione eretta e l'andatura bipede, fu acquisita assai presto, almeno intorno a 4,4 milioni di anni fa e con essa, derivata da essa, la conformazione strutturale del cervello. Un cervello che pensa e sogna.

Le pili antiche attestazioni del genere Homo risalgono ad un periodo compreso tra 2,5 e 1,8 milioni di anni fa. Gli ominidi di questo genere avevano capacita cranica assai pili ampia (6-700 cc.), un viso meno prognato e un aspetto generale molto pili simile a queUo dell'uomo moderno. Risalgono a individui di questo genere, appartenenti aila specie dell'Homo habilis vissuto dopo i 2,7 milioni di anni fa, le prime testimonianze culturali costituite da strumenti su ciottolo. E' probabile che gli appartenenti a questa specie conoscessero forme elementari di linguaggio, limitate all'espressione di fatti concreti. Ad un periodo di poco posteriore, intorno a 1,8 milioni di anni fa, risalgono le piu antic he attestazioni di Homo erectus, dotato di capacita cranica poco superiore (800 cc.). Gli individui di questa specie avevano corporatura robusta, struttura della testa allungata, viso con due accentuate arcate sopraorbitali sorrnontate da una fronte sfuggente e, certamente, notevole capacita di adattamento. L'H. erectus fu il primo a lasciare l'Africa e a colonizzare, in brevissimo tempo, Europa ed Asia, dove diede origine a numerose varianti regionali che sopravvissero almeno fino a 400.000 anni fa. A partire da questo pericdo gli Arcantropi furono progressivamente sostituiti con la specie del Paleantropo, scientificamente detto Homo sapiens rna popolarmente noto come Uomo di Neanderthal. Quest'ultimo aveva una struttura corporea simile a quella dell'uomo attuale, con una capacita cranica di 1300 cc. Visse essenzialmente durante la glaciazione di Riss e nella parte iniziale di quella di Wiirm, estinguendosi intorno a 30.000 anni fa. Frequentava le grotte, dove ha lasciato testimonianze di strurnentari litici assai variegati e di attivita spirituali sernplici, rna simili a queUe dell'uomo moderno.

Si ritiene che l'uomo attuale, Homo sapiens sapiens, sia derivato dal Neanderthal intorno a 150.000 anni fa, in Africa, dalla quale raggiunse in breve tempo tutte le terre emerse, comprese l'Arnerica e l'Australia. Dal Neanderthal l'uomo moderno derive molte caratteristiche mentali ed ecosistemiche, rna

5

accentuo vistosamente le prime, specialmente queUe di genere culturale e spirituale. Si conoscono sepolture di uomo moderno datate a 100.000 anni fa, e ad oltre 30.000 anni fa risalgono le prime testimonianze artistiche. Ma e solo a partire dagli ultimi 10.000 anni, da quando l'uorno si e aHrancato dalla natura con la produzione del cibo, che ha avuto inizio quel vorticose processo di espansione culturale e demografica che ancora oggi non puo dirsi concluso.

I PRIMI STRUMENTI TN PIETRA

La scienza, l'arte e la filosofia nascono in un solo momento, con il primo gesto che ha trasformato un qualunque oggetto presente in natura in un oggetto fatto dall'uomo. Questo e avvenuto almeno 2,7 milioni di anni fa, quando si e compreso che bastava colpire un ciottolo di quarzite 0 selce, due rocce assai dure, con un altro ciottolo, ottenendo il distacco di una scheggia e un margine tagliente. II pin antico manufatto umano, il chopper, era di questa tipo e derivava probabilmente dall'esempio di ciottoli fratturatisi accidentalmente. Con poche varianti che ne migliorarono la funzione, il chopper sopravvisse quasi immutato fino a circa 200.000 anni fa. Durante questa lunghissimo periodo esso non fu soltanto l'unico strurnento, fu l'unico oggetto fabbricato dall'uomo di cui sia giunta traccia, Puo sembrare strano, ad un uomo moderno abituato a rapidissimi cambiamenti tecnologici, che per almeno 2,5 milioni di anni l'umanita non sia andata oltre questa prima ed elementare invenzione. Occorre tuttavia considerare che ogni invenzione e la somma di invenzioni precedenti e che ogni nuova scoperta apre la strada a scoperte successive. Inoltre, affinche un'invenzione possa essere socialmente accettata e necessaria la capacita di comunicarne la scoperta, e dun que di esprimersi con un linguaggio astratto. E' probabile che il chopper sia stato inventato molte volte, e altrettante volte dimenticato insieme alla morte del suo inventore.

A partire da 200.000 mila anni fa inizio un rapido progresso nelle tecniche di iavorazione, che mirava a diversificare Ia funzione e a migliorare l'efficienza degli strumenti. Questo avvenne quando dal ciottolo-strumento si passo alla scheggia-strumento, cioe ad un manufatto molto piu piccolo e sottile, rna anche piu tagliente, che poteva essere specializzato mediante il ritocco dei margini. Intorno a 35.000 anni fa venne perfezionata una tecnica di scheggiatura che consentiva di ottenere lame sottili dai margini rettilinei, perfettamente paralleli e taglienti. Le lame, opportunamente spezzate, modificate e montate in serie su supporti in osso 0 legno, davano origine a strumenti assai complessi, dalle molteplici varianti,

LE ORIGINI DEL POPOLAMENTO UMANO IN SICILIA LE SOCIETA DI CACCIATORI E RACCOGLITORI

La Sicilia e terra di archeologia per eccellenza. Essa e universalmente conosciuta per gli splendidi monumenti antichi, come i ternpli di Agrigento e Selinunte, i numerosi teatri greci e rom ani 0 gli estesi mosaic! di Piazza Armerina che attirano migliaia di visitatori, Le ragioni di tale ricchezza risiedono nella particolare condizione geografica. Non eccessivamente grande, rna neanche troppo piccola, Ia Sicilia e posta al centro del Mediterraneo, ideale ponte fra tre continenti, due dei quali vicinissimi, eppure completamente circondata dal mare. E non vi e stata civilta che ha posseduto questa mare che non abbia fatto i conti con l'isola. Contesa e posseduta, talvolta in parte, talvolta per poco tempo, la Sicilia porta Ie tracce di ogni passaggio in una varied di testimonianze senza eguali. Ma i templi di Agrigenta o i mosaici di Piazza Armerina non sana le piu antiche testimonianze dell'uorno in Sicilia. I Greci, i primi a portarvi la scrittura e con essa la Storia, trovarono l'isola gia abitata, e 10 era da migliaia di anni da popoli per noi senza nome e senza storia.

Quando giunse l'uomo in Sicilia?

6

Fig.4 - Strumenti in selcc del Paleolitico finale.

Fig. 5 - Grotta dei Genovesi (Levanzo) Figura di cerbiatra incisa. Paleolitico finale.

A questa domanda, che in modi diversi si e affacciata nel corso dei secoli, non e ancora possibile rispondere con certezza, Di sicuro possiamo affermare che l'uomo e arrivato in Sicilia dall'esterno e che it momento di questo arrive e stato condizionato daHa presenza del mare, una barriera invalicabile almeno fin quando non e stata scoperta la navigazione.

Tuttavia, l'uomo e arrivato nell'isola assai prima che imparasse a solcare i mari e prima di lui erano arrivate molte specie di animali. COS!, sebbene non ve ne sia la prova, e necessario credere che in alcuni periodi della sua storia geologica la Sicilia sia stata unita alla terraferma, Italia 0 Africa, attraverso un ponte di terra oggi scomparso.

In alcune localita dell'isola si rinvengono strumenti realizzati con ciottoli scheggiati, di un tipo molto arcaico che alcuni studiosi data no ad un periodo compreso tra 250.000 e 170.000 anni fa, spettante al Pleistocene media. In realta, nessuno di questi oggetti e mai stato trovato in un contesto archeologico intatto, risalente a que! periodo. E' invece certo che la Sicilia fosse allora popolata da una fauna assai diversa da quella attuale, che comprendeva rinoceronti, iene, ippopotami ed elefanti nani (fig. 2), animaIi di clima ealdo, che erano giumi sull'isola probabilmente dall'Italia,

Anche ammesso che l'uomo avesse raggiunto la Sicilia in epoca cosi antic a e sicuro che non deve esservi sopravvissuto a lungo. Per ritrovare presenze umane nell'isola, bisogna infatti attendere la fine del Pleistocene, intorno a 14.000 anni fa, 0 poco prima, quando la maggior parte delle grotte costiere comincio ad essere frequentata da uomini appartenenti alla stessa specie dell'uomo moderno, Scomparsi i pachidermi del Pleistocene media, l'economia di queste popolazioni si basava suUa caccia agli animali allora presenti, soprattutto cervi, bovini e cinghiali, integrata con la raecolta di vegetali spontanei. Gli strumenti con i quali venivano praticate 1a caccia e la raccolta erano fabbricati scheggiando seIce e quarzite (fig. 4), due rocce assai dure, molto comuni, dalle quali era possibile ottenere lame taglienti che venivano poi spezzate e trasformate nei manufatti piu diversi, Conosciamo assai bene non solo l'economia di questi uornini, rna anche la loro vita spirituale, Alcune grotte, specialmente quella di San Teo-

7

Fig. 6 - Grotta dei Genovesi (Levanzc) Figure schematiche dipinte,

Fig. 7 - Grotta dell'Addaura (Palermo). Rappresentazione incisa di una scena di autosrrangolamento. Paleolirico finale.

doro, hanno restituito, insierne a focolari e resti di paste, numerose sepolture appartenenti a questo periodo, che indicano come le grotte stesse fungessero, ad un tempo, da riparo per i vivi (proba-

bilmente in modo stagionale) e per i morti. In alcune grotte il senso di sacralid e reso evidente da un insierne di raffigurazioni sulle pareti che vanno sotto il nome di arte rupestre. In Sicilia queste grotte sono particolarmente numerose nella parte occidentale (Palermo e Trapani), dove si trovano alcuni tra i pill singolari complessi artistici conosciuti in Europa. A Levanzo, nella grotta di Cala dei Genovesi, vi sono raffigurazioni di animali terrestri tracciate con incisioni sottili sulle pareti, in stile delicatamente naturalistico, E' giustarnente famosa l'immagine di una cerbiatta che volge irnprovvisarnente la testa all' indietro, come se sorpresa da un predatore (fig. 5). Nella stessa grotta, rna in epoca successiva, furono dipinte in nero alcune fig~re di uomini e anirnali,specialmente pesci.Nel periodo delle raffigurazioni incise, dieci 0 dodicimila anni fa, Levanzo era ancora unita alla costa trapanese perche il

\

,

Fig. 8 - Nucleo e lame di ossidiana.

8

livello del mare era assai piu basso di quello attuale. Quell'epoca corrisponde infatti aHa fine dell'ultima delle grandi glaciazioni che, durante il Pleistocene, trasformarono enormi quantita di acqua in ghiaccio, abbas sando illivello del mare fino a 120 - 130 metri sotto queUo attuale (fig. 3). Quando furono dipinte le figure di pesci illivello delle acque era risalito, e Levanzo era ormai una piccola isola circondata dal mare. Il carnbiarnento non riguarda soltanto le specie di animali, rna anche 10 stile. Dal naturalismo delle incisioni si passa allo schematisrno, quasi geometrico, delle figure dipinte, che denota un ordine mentale del tutto diverso. Un altro importante cornplesso di incisioni si trova sul Monte Pellegrino, nella grotta dell' Addaura. Qui e raffigurata una scena unica in Europa: un gruppo di uomini mascherati con un cappuccio, per i1 resto apparentemente nudi tranne una specie di cordone in vita, sernbra danzare in circolo attorno a due individui legati nella tipica posizione dell'autostrangolarnento (fig.

7) .



L'ECOSISTEMA F IL PAESAGGIO SICILIANO DURANTE LA PRElSTORIA

L'era quaternaria, che ha inizio circa 1,8 milioni di anni fa, viene convenzionalmenre divisa in Pleistocene, che terrnina 10.000 anni fa, e in Olocene, periodo che tuttora perdura. Il Quaternario e anche conosciuto per i deterioramenti del clima che portarono allo sviluppo di quattro ere glaciali, denominate Donau-Gunz, Mindel, Riss e Wiirm. Durante queste ere le regioni dell'emisfero settentrionale del pian eta furono coperte da immense distese di ghiaccio che imprigionarono enormi quantita di acqua aI punto che illivello del mare si abbasso anche di 120 - 130 rnetri, durante le fasi pili fredde, dette Pleniglaciali. A queste ere di intense raffreddamento del clima, si sono succedute altrettante ere, dette interglaciali, durante Ie quali il clima si stabilizzava a condizioni simili alle attuali, In queste fasi i ghiacciai si scioglievano, e illivello del mare si innalzava. La Sicilia risentiva di questi cambiamenti climatici anche per quanto riguarda la sua estensione e il profilo delle sue coste. Durante il Pleniglaciale superiore (19.000 anni fa), ad esempio, i fondali marini che oggicircondano l'isola, fino ad una profondita di 1200 forse 130 metri, erano terre ernerse (fig. 3). La Sicilia dove va apparire come una regione steppica, ad arec cespugliose alternate a zone di prateria alpina e probabilmente con alcuni ghiacciai rnontani: le isole Egadi erano unite alla costa trapanese, un'immensa penisola si protendeva dalla regione di Mazara del Vallo fino a lambire I'Africa, un'altra grande penisola univa la cuspide sud-orientale con l'arcipelago maltese. In queste condizioni l'isola fu certamente unita alla terraferma, non sappiamo bene se quella alricana (come si e sempre creduto) 0 quella italiana, come pare piu probabile. Comunque fu attraverso un "ponte" che in Sicilia giunsero i primi animali (e poi anche l'uomo), tra i quali ricorderemo, per non citare che i maggiori, la iena, il rinoceronte, I'orso, l'ippopotamo, l'eletante, il cervo, il bue muschiato, il bisonte, la lontra, la tartaruga gigante e l'idruntino, un equide ormai estinto,

A causa delle oscillazioni del mare dovure ai cambiarnenti climatici, per quattro 0 cinque volte il ponte emerse e altrettante volte si inabisso, In alcune epoche, anzi, il livello del mare, salendo oltre quello attuale, invase le basse pianure della Sicilia orientale e fraziono l'isola in un grande arcipelago. In queste condizioni gli animali vennero a trovarsi in totale isolamento ed ebbe per loro inizio un processo di mutamento genetico, detro endemismo, che condusse alcune specie a ridurre la loro taglia, altre ad ingigantirla. Fra gli esempi estrerni ricordiamo il ghiro gigante (Leithia melitensis) e due specie di elefanti nani, tra i quali e l'esemplare della Figura 3, un Elephas falconeri, alto appena 90 ern.

II Pleniglaciale superiore segno illivello pili basso raggiunto dalle temperature. A partire da questo momento inizio un progressivo miglioramento del clima, dapprima assai lento, poi, all'inizio dell'Olocene, sempre piu rapido. II live 110 del mare inizio a risalire, sommergendo le grandi pianure costiere, fino a raggiungere illivello attuale inrorno a 6.500 anni fa. II miglioramento climatico e la maggiore disponibilita di acqua conseguente allo scioglimento dei ghiacciai trasformarono il paesaggio siciliano da steppico a bOSC050. Iniziarono c051 ad estendersi le grandi foreste di macchia mediterranea che aneora oggi, profondamente decurtate, sopravvivono in alcune zone. La maggior parte dei grandi mammiferi pleistocenici era scomparsa da tempo e sull'isoia si era gia stanziato l'uomo,

o LA GROTTA DI SAN TEODORO

La Grotta di San Teodoro, presso Acquedolci (Messina), e il sito piu rappresentativo del Paleolirico siciliano, La cavita si apre nel calcare giurese a 135 metri sullivello del mare, da cui dista due chilometri. Essae larga venti metri e pro fonda 01- tre sessanta, Al suo interno e nell'area antistante, la sequenza stratigrafica ha inizio con uno strato di argilla sabbiosa, privo di resti umani, che contiene numerose ossa di elefante nano (Elephas sp.), iena (Hyaena crocuta spelaea), orso (Ursus arctos), lupo (Canis lupus), volpe (Canis vulpes) asino idruntino (Equus asinus hydruntinus) e cervo rosso (Cervus elaphus). Nel periodo di formazione di questa strato, una fase climatica calda datata tra 240.000 e 160.000 anni fa, alla base della scar-

9

pata su cui si apre la grotta si trovava un bacino laeustre frequentato da ippopotarni (Hippopotamus petlandi). L'uomo fece la sua prima comparsa nella grotta intorno a 14.000 anni fa, quando la maggior parte di questi animali era gia scomparsa, frequentandola fino al termine del Paleolitico, intorno a 10.000 anni fa. Appartengono a questo periodo due diversi orizzonti. II primo di essi conteneva resti di Iocolari e una notevole quantita di ossa di animali cacciati: cervo, bue rnuschiato (Bos prirnigenius), cinghiale (Sus scrota ferus), volpe (Canis vulpes) e idrununo. Erano abbondanri anche gli strumenti in selce e quarzite, che comprendevano specialmente punte a dorso e geometrici di piccola taglia, accanto a strumenti piu comuni (bulini, grattatai, troncature, becchi, lame a dorso, lame ritoccate, raschiatoi e denticolati). L'orizzonte superiore aveva caratteristiche analoghe all'inferiore, con la sola sostituzione dellupo alla volpe, rna restituiva strumenti litici assai pili grandi, realizzati in prevalenza con quarzite, piuttosto che con selce, Tra i tipi di strumenti erano scomparsi i geometrici ed erano pili frequenti Ie lame ritoccate. Non e ben chiaro a quale dei due orizzonti appartenessero set sepolture spettanti ad altrettanti individui, quattro mas chi e due femmine. Gli scheletri, di eta compresa tra 11 e 50 anni, giacevano in posizione supina, con braccia e gambe distese, coperti da un sottile strata di ocra rossa. Nel periodo di frequentazione umana, l'ambiente circostante alia grotta era tormato da Foresta a latifoglie, con querce (Quercus), aceri (Acer pseudoplatanus), peri selvatici (Pirus malus) e biancospini (Rhamnus saxatilis), tipica di un ambiente temperato umido, probabilmente con tendenza a divenire arido .



L'ONDA DI AVANZAMENTO

Per tutto il Pleistocene le risorse alimentari dell'uomo derivarono unicamente da caccia 0 pesca e dalla raccolta di vegetali spontanei. E' probabile che gia allora si praticassero forme di selezione su piante e anima Ii per ottimizzare l'acquisizione di alimenti ed evitare di depauperare l'arnbienre. La selezione non poteva prescindere da approfondite conoscenze dei meccanismi e dei periodi di riproduzione. Tali conoscenze condussero, agii inizi deIl'Olocene, ad un controllo diretto della riproduzione, e quindi alIa domesticazione di piante e animali, che per I'uomo signifieD passare dall'appropriazione di risorse spontanee alia produzione di cibo. In termini archeologici e questa it passaggio dal Paleolitico al N eolitico. Non e ancora chiaro se questa meccanismo fu scoperto una sola volta in un unico luogo 0 piii volte in luoghi diversi, Le forme di addomesticazione conosciute nel bacino del Mediterraneo derivano, comunque, dal Vicino Oriente, dove allo state selvatico Crescevano il grano (Triticum clicoccoides) e l'orzo (Hordeum spontaneum) e, tra gli animali, viveva la capra selvatica (Capra aegagrus) da cui derive la pecora (Ovis aries). Grano e orzo forniscono un elevato apporto di carboidrati, rna hanno l'inconveniente di esaurire in breve tempo Ie risorse di potassio e azoto presenti nel terre no. Questa, in assenza di tecniche agricole sofisticate (quali il maggese, la rotazione biennale, l'aratura 0 Ia fertilizzazione), provocava l'esaurimento dei terreni posti a coltura nel giro di pochi anni. Si ovviava al problema mediante la cosiddetta agricoltura itinerante, che consisreva nel tagliare e bruciare un pezzo di foresta (slash and burn) ottenendo cenere fertilizzante nella quale si piantavano i semi. In questa modo era possibile coltivare un campo per tre 0 quattro anni, prima che 1a resa del prodotto divenisse insufficiente per il sostentamento. A questa punto bastava spostare it campo di lavoro in un'altra zona, bruciare un nuovo pezzo di foresta e ricominciare daccapo. In questo modo i primi agricoltori si sposrarono, in tutte le direzioni, con un movimento lento rna progressivo, conosciuto come onda di avanzamento, che porto i rudimenti dell'agricoltura verso terre lontane. Fu in questa occasione che si perfezionarono le tecniche di navigazione con le quali ogni angolo del Mediterraneo, comprese Ie piccole isoie, venne esplorato e messo a coltura,

II perfezionamento delle tecniche di coltivazione permise ben presta di rigenerare i terreni agricoli, evitando i continui spostamenti e stabilizzando le comunita in villaggi sedentari. Regolata dal ritrno delle stagioni, con periodi di inattivita, I'agricoltura lasciava del tempo libero che fu abilrnente sfruttato nell'invenzione di strumenti quotidiani pili sofisticati 0 nuovi. Tra questi il pili importante e duraturo fu la ceramica .



LE NUOVE FRONTIERE DELLA TECNOLOGIA

La vas tid di orizzonti e Ie nuove necessita che si offrirono con it Neolitico, cambiarono il modo di concepire gli strumenti di pietra. La tecnica di lavorazione non sub! grandi modifiche e continuo a basarsi principalrnenre sulla scheggiarura, Si continuo a produrre lame, identiche a quelle paleolitiche, rna usate come falcetti per 1a mietitura delle graminacee. Naturalmente, le tecniche di coltivazione agricole richiesero anche strumenti ben diversi da quelli usati per le attivita di caccia e raccolta. Strumenti assai pili grandi come zappe, accette, picconi. Per produrre simili manufatti, talvolta pesanti svariati chili, era necessaria una quantita di selce 0 quarzite ben maggiore di quella che poteva essere raccolta accidentalmente. Ebbe COS1 inizio la sistematica rice rca di fonti di approvvigionamenti in grado di soddisfare una richiesta che corninciava ad assumere i connotati di un mercato. In alcune regioni d'Europa e nel Vicino Oriente furono individuati vasti filoni di selce, presso i quali si impiantarono miniere articolate in pozzi, cam ere e gallerie per un razionale sfruttamento. La selce estratta veniva distribuita per un raggio di centinaia di chilometri, In Sicilia, a Monte Tabuto presso Comiso (Ragusa), furono atti-

10

Potrebbero piacerti anche