Congresso Psicoterapia
Congresso Psicoterapia
Congresso Psicoterapia
PSICHIATRIA
LE DOMANDE SENZA ANCORA UNA RISPOSTA
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GIORNALE ITALIANO DI
PSICOPATOLOGIA
Italian Journal of Psychopathology
PSICHIATRIA
LE DOMANDE SENZA ANCORA UNA RISPOSTA
Roma, 19-23 Febbraio 2008
ABSTRACT BOOK
Volume
March
Supplement
SOCIET ITALIANA
DI
PSICOPATOLOGIA
Consiglieri
Alfredo C. Altamura
Amato Amati
Massimo Biondi
Massimo Casacchia
Paolo Castrogiovanni
Giovanni Muscettola
Alessandro Rossi
Presidente Pro-tempore
Mario Maj
Segretario
Filippo Bogetto
Tesoriere
Gian Franco Placidi
Consigliere Onorario
Luigi Ravizza
DELLA
SOCIET ITALIANA
DI
PSICOPATOLOGIA
Coordinatore
Roberto Brugnoli
Segreteria Organizzativa
MGA srl - Roma
Segreteria Scientifica
Maria Caredda
Francesca Pacitti
Adalgisa Palma
Immagine di copertina: immagini liberamente tratte da: I Faraoni (ed. Bompiani), Carlo (ed. Marsilio).
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Le Sessioni plenarie
a cura di
Adalgisa Palma
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Sessione Inaugurale
MODERATORE
M. Maj (Napoli)
Lettura introduttiva
MODERATORE
Clozapine
J.P. McEvoy
Clinical Research Service, John Umstead Hospital, Butner,
North Carolina, USA
Clozapine is the most efficacious antipsychotic medication.
Clozapine has proved to be superior to other antipsychotic
medications for reducing psychopathology in treatment-resistant psychoses, chronic schizophrenia, first-episode psychosis, and early-onset (childhood) schizophrenia.
Clozapine blood levels offer guidance for optimal dose selection.
SESSIONI PLENARIE
R. Rossi
Professore Ordinario di Psichiatria, Dipartimento di
Neuroscienze, Universit di Genova, Psicoanalista
Si parte dallassunto di considerare lo psicofarmaco come
un personaggio della scena (character) che si va svolgendo tra paziente e curante.
Ne consegue che il curante, che in questo caso anche un
esperto, o se si vuole, un tecnico della relazione, deve poter valutare e prevedere in quali termini o secondo quali parametri il farmaco entrer in gioco nella relazione.
chiaro che, trattandosi di situazioni psichiche, il concetto di compliance viene ad essere del tutto inapplicabile nei
pazienti psichiatrici, e deve essere sostituito dal concetto di
relazione. Si profila lipotesi di una patologia prima, quella della malattia, di una patologia seconda, quella della dipendenza da farmaco, fino alla dipendenza della persona
come fase conclusiva.
Ne derivano alcune considerazioni sulle modalit di somministrazione farmacologia che potremmo definire nevrotica,
con il collasso della razionalit e delle conoscenze mediche
(somministrazione vorticosa, ripetitiva, per apposizione,
etc.) a seconda dei meccanismi di difesa operate dal medico,
fino ad alcuni aspetti magici ed irrazionali. Uno di questi potrebbe essere in alcuni casi il prevalente appiattimento sulle
indicazioni ed i controlled trials, trascurando la clinica.
Alcuni casi clinici vengono portati ad esempio, con alcuni
sogni di cui il farmaco protagonista.
L. Pani
Istituto di Tecnologie Biomediche Consiglio Nazionale
delle Ricerche, Milano & PharmaNess Scarl, Cagliari
Lobiettivo centrale nello sviluppo di nuovi psicofarmaci
quello di scoprire sostanze innovative che possano curare o
almeno contenere la sintomatologia dei disturbi psichici. In
questo senso si intende la scoperta non di molecole con una
nuova struttura chimica, quanto strutture che utilizzano un
meccanismo dazione del tutto, o parzialmente, nuovo. La
neurochimica ha fornito non solo le basi fisiopatologiche
che mettono in relazione le alterazioni di determinate vie
biochimiche, e pi recentemente genetiche, con la fenomenologia dei disturbi, ma ha anche indicato quali bersagli
cellulari e molecolari potevano essere utilizzati per scoprire nuovi farmaci. La ricerca di nuovi psicofarmaci su scala
mondiale diviene ogni anno sempre pi impegnativa e costosa. Una sola molecola ogni diecimila composti sintetizzati raggiunge il mercato dopo circa 13 anni e con un costo
globale che eccede i 500 milioni di euro.
La presenza di unimportante (ancorch non assoluta) componente genetica nelleziologia di numerosi disturbi psichici suggerisce che la ricerca e sviluppo di nuovi psicofarmaci dovr in effetti, nel prossimo futuro, tenere conto
delle basi genetiche delle malattie e ci si rifletter necessariamente sullattivit clinica (vedi farmacogenetica e farmacogenomica). Lentusiasmo dei primi anni per questo
approccio soprattutto tecnologico stato raffreddato dalla
constatazione che la conoscenza delle funzioni e del controllo delle funzioni dei 25.000-30.000 geni che rappresentano il patrimonio genetico umano, appare estremamente
complessa e che, di conseguenza, saranno necessari diversi decenni per trasferire alla farmacologia clinica le scoperte della genetica fondamentale. Sono complessi, per limitarsi solo ad alcuni esempi, la precisa comprensione della genetica e dellepigenetica delle popolazioni, i risultati
della manipolazione delle linee germinali nei modelli animali, gli effetti dei knock-out ed il controllo dellespressione differenziale dei geni che controllano una determinata
funzione psichica normale o patologica. Diversi risultati
indicano che sar necessario rimettere al centro dello sviluppo di nuovi psicofarmaci la fisiopatologia e che sar altrettanto importante che in una stretta collaborazione, i farmacologi si confrontino con i clinici, affinch la tradizionale fenomenologia che ha consentito sinora di classificare
i disturbi psichici si possa trasformare in una nosografia
basata su genotipi i pi omogenei tra loro al fine di offrire
al chimico farmaceutico il razionale per lidentificazione di
meccanismi dazione e quindi di punti dattacco per la sintesi di nuove entit chimiche (NEC) che siano realmente
innovative.
A. Rossi
Universit de LAquila
probabile che in futuro altri metodi dindagine ci mettano in grado di individuare una demenza primaria dietro
quella secondaria ( E. Bleuler, 1911)
Losservazione che unalterazione delle funzioni cognitive
abbia un ruolo centrale nella patofisiologia della schizofre10
SESSIONI PLENARIE
Bibliografia
Hagan JJ, Jones DNC. Predicting Drug efficacy for cognitive
deficits in schizophrenia. Schizophrenia Bulletin 2005;31:830-53.
Lettura introduttiva
MODERATORI
F. Bogetto (Torino)
11
SESSIONI PLENARIE
Troisi A, DAmato FR. Deficits in affiliative reward: an endophenotype for psychiatric disorders? Behav Brain Sci 2005;28:365-6.
A. Troisi
Bibliografia essenziale
Gottesman II, Gould TD. The endophenotype concept in psychiatry: etymology and strategic intentions. Am J Psychiatry
2003;160:636-45.
McGuire MT, Troisi A. Darwinian psychiatry. New York: Oxford
University Press 1998.
Stahl SM. Deconstructing psychiatric disorders. Part I. Genotypes, symptom phenotypes, and endophenotypes. J Clin Psychiatry 2003;64:982-3.
Stahl SM. Deconstructing psychiatric disorders. Part II. An
emerging, neurobiologically based therapeutic strategy for the
modern
psychopharmacologist.
J
Clin
Psychiatry
2003;64:1145-6.
A. Serretti
Istituto di Psichiatria, Universit di Bologna
La genetica, particolarmente in psichiatria, evoca alternativamente sensazioni di trionfo, timore e delusione. Trionfo
quando appaiono annunci tipo stato sequenziato il genoma oppure scoperto il gene della schizofrenia, depressione, etc. e pensiamo che lanello mancante tra mente e cervello sia stato identificato. Timore quando si riflette sulle
conseguenze di una diagnosi genetica preclinica. Delusione quando poi a tali annunci non segue nulla di applicabile
alla pratica clinica 1.
La realt che ci sono ancora molte aree sconosciute. Lidea che variazioni nei nostri geni producano proteine (lievemente) differenti e responsabili delle differenze in termini di carattere o suscettibilit a disturbi psichiatrici purtroppo ingenua e vera solo in rari casi.
Non sappiamo (bene) come viene controllata lespressione dei geni, non sappiamo come viene poi modulata lespressione fino alla codifica della proteina. Non sappiamo (bene) come le proteine interagiscono tra loro nei sistemi metabolici, non sappiamo infine (quasi per nulla)
come i vari sistemi metabolici cerebrali determinino
pensiero, affetti, disturbi psichiatrici, risposta a psicofarmaci.
Quindi? Sarebbe pi opportuno arrendersi e proseguire
con un approccio solamente empirico in psichiatria rinunciando ad una conoscenza eziopatogenetica? La risposta no. Perch ci sono evidenze che possibile arrivare
ad una comprensione eziopatogenetica completa di certi
processi.
Ad esempio il gene che codifica per il trasportatore della
serotonina. Questo gene polimorfico e una parte della popolazione ne possiede una variante che esprime un numero
inferiore di trasportatori nella sinapsi serotoninergica. Queste persone sono state caratterizzate come tendenzialmente
pi ansiose, meno resistenti agli stressors, suscettibili a disturbi dellumore e alcolismo, meno responsivi alle terapie
antidepressive, possibilmente tramite un ridotto volume ippocampale, ma anche pi attenti ai valori familiari, lavorativi e pi longevi 2.
Appare perci utile proseguire nella ricerca genetica accettando che la parte predeterminata (genetica) influenza in
12
SESSIONI PLENARIE
modo sfumato e multiforme (ma concreto) il comportamento umano, accettando che gli effetti sono molto pi
complessi ed intricati del previsto, accettando che la strada
della ricerca complessa ma necessaria.
Bibliografia essenziale
1
A. de Bartolomeis
Laboratorio di Psichiatria Molecolare e Psicofarmacoterapia, Sezione di Psichiatria, Dipartimento di Neuroscienze, Universit di Napoli Federico II
1. Studi preclinici e clinici di isomorfismo fisiopatologico
e farmacologico della schizofrenia sono stati prosposti
nel tempo con correlati comportamentali, neuroanatomofunzionali e molecolari complessi. Tuttavia la validit
strutturale, lomologia, la capacit predittiva e il reale
impatto sulla comprensione dei meccanismi molecolari
potenzialmente implicati nella suscettibilit alla schizofrenia rappresentano un aspetto critico e spesso controverso di tale approccio che, di fatto, costituisce una strategia ampiamente codificata in altri ambiti della ricerca
medica (Adriani et al., 2004; de Bartolomeis and Iasevoli, 2003 Lipska, 2004).
2. Quantunque multipli modelli molecolari sono stati invocati per spiegare le basi fisiopatologiche dei sintomi psicotici e cognitivi della schizofrenia, la disregolazione
dellinterazione dopamino-glutammatergica sottocorticale appare necessaria e forse sufficiente per lemergenza di tali sintomi.
3. Il modeling di perturbazioni dei sistemi dopaminergici
e/o glutammatergici si fonda sulle molteplici evidenze
sperimentali di tipo clinico (imaging con probe dopaminergici, quali anfetamina, o glutammatergici come la
ketamina), di studi post-mortem (modificazioni significative in tessuto cerebrale di pazienti schizofrenici di
proteine adattatrici dei recettori dopaminergici, come
ad esempio calcyon, e dei recettori NMDA, come PSD
95), e di farmacoterapia (augmetation di antipsicotici
con farmaci modulatori del sistema glutammatergico
come D-cicloserina) indicanti un disregolazione reciproca dei due sistemi trasmettitoriali.
4. Pertanto una plausibile strategia rappresentata dalla
riproduzione pi che dalla creazione nellanimale da
esperimento di meccanismi fisiopatologici discreti che
almeno in parte siano speculari di quelli esplorati nelluomo. Tale strategia pu essere perseguita attraverso la
creazione di animali knock-out ( con eliminazione fun-
13
zionale per esempio del recettore glutammatergico NMDA, o del trasportatore della dopamina ); con manipolazioni di tipo neuroanatomofunzionale (lesioni corticosottocorticali delle vie dopaminergiche e/o glutammatergiche); con la somministrazione di composti in grado di
modificare la normale trasmissione dopaminergica (ad
esempio amfetamina o cocaina) e/o quella glutammatergica (blocco del recettore NMDA con fenciclidina o ketamina) (Seeman et al., 2005).
5. Una strategia di recente introduzione specificamente
rivolta a valutare la possibile suscettibilit allemergenza dalterazioni della fisiopatologia dei sistemi dopamino-glutammatergici rappresentata dalla creazione di stati prodromali di sensitizzazione (abnorme progressiva risposta a dopamino-mimetici) dellanimale
da esperimento che possano mimare le ipotizzate alterazioni neuroanatomofunzionali e neurotrasmettitoriali prodromiche del disturbo schizofrenico (Tenn et al.,
2005).
6. La possibilit di monitorare il peso di specifici geni
nel contribuire allemergenza di alterazioni fisiopatologiche dellinterazione dopamino-glutammatergica
subordinata allindividuazione, in modelli animali e
nella possibile verifica nelluomo, di geni i cui corrispondenti trascritti e proteine siano particolarmente
responsivi alle modificazioni ambientali e alla modificazioni della plasticit sinaptica: un esempio in tal
senso rappresentato dalla recente scoperta di geni codificanti per adattatori della funzione recettoriale.
Tra questi le proteine della famiglia Homer, appaiono
suggestivi candidati nella disregolazione dellinterazione dopamino-glutammatergica e una possibile rilevanza per la fisiopatologia della schizofrenia stata
per tali geni recentemente indicata (de Bartolomeis et
al., 2002; de Bartolomeis e Fiore, 2004; Szumlinski et
al., 2005).
7. Infine da sottolineare che lapplicazione di nuove tecnologie di bioinformatica e System Biology in modelli animali indica nuove strategie per lidentificazione di geni
di suscettibilit e per la predizione di nuovi geni con funzione di modulare lespressione di geni di suscettibilit
correlati allemergenza di alterazioni fisiopatologiche rilevanti per il disturbo schizofrenico.
Bibliografia
Adriani W, Laviola G. Windows of vulnerability to psychopathology and therapeutic strategy in the adolescent rodent model.
Behav Pharmacol 2004;15:341-52.
de Bartolomeis A, Iasevoli F. The Homer family and the signal
transduction system at glutamatergic postsynaptic density: potential role in behavior and pharmacotherapy. Psychopharmacol Bull 2003;37:51-83.
de Bartolomeis A, Fiore G. Postsynaptic density scaffolding proteins at excitatory synapse and disorders of synaptic plasticity:
implications for human behavior pathologies. Int Rev Neurobiol 2004;59:221-54.
Lipska BK.Using animal models to test a neurodevelopmental
hypothesis of schizophrenia. J Psychiatry Neurosci
2004;29:282-6.
SESSIONI PLENARIE
M. Biondi
U.O.C. Psichiatria e Psicofarmacologia Clinica, Dipartimento di Scienze Psichiatriche e Medicina Psicologica,
Sapienza Universit di Roma
La letteratura tradizionalmente considera la relazione con il
paziente e la psicoterapia secondo un approccio pressoch
esclusivamente psicologico ed umanistico. Questo dovuto sia a motivi storici che indubbiamente anche al contenuto primo dellintervento. Tuttavia, la psicoterapia applicata
a persone che soffrono a causa di un disturbo un intervento terapeutico e come tale vi ormai ampio consenso
tra gli addetti ai lavori su questo necessita di studi di efficacia, esito, nonch di processo.
Questo significa aggiungere alle tradizionali procedure
quali la formazione teorico-pratica attraverso lesperienza;
la pratica della supervisione; la discussione di casi clinici;
lindagine sulle variabili di processo ovvero sui meccanismi che portano al cambiamento; la misura e valutazione
degli esiti secondo diversi criteri quali sintomatologico, di
funzionamento, clinimetrico, infine forse in futuro con valutazione di parametri biologici; il confronto tra gruppi di
trattamento, lindagine sulla specificit di diverse tecniche
per diverse indicazioni o pazienti.
Biologia delle emozioni e della relazione terapeutica: la
ricerca nel campo delle neuroscienze e in psicosomatica ha
documentato con sempre pi ampie evidenze i correlati
biologici delle emozioni e dei processi cognitivi. Questa
evidenza pu essere applicata per sviluppare una psicobiologia della relazione terapeutica, che vede coinvolto sia il
paziente che il terapeuta. Essa spazia dallo studio dei diversi circuiti neurotrasmettitoriali (5HT, NA, GABA, DA),
allindagine sul ruolo di circuiti che includono tra gli altri
amigdala, corteccia dellinsula e cingolo, asse ipotalamoipofisi, nonch centri del tronco cerebrale, ai correlati psiconeuroendocrini cortisolo, ACTH, prolattina, ossitocina,
oppioidi, etc. neurovegetativi come attivit elettrodermica, frequenza cardiaca, ecc. , neuromuscolari e al livello finale della periferia somatica incluso il sistema immunitario. Il concetto della depressione come malattia psicosomatica, che applicava il concetto di stress alla patogenesi della depressione, stato antesignano (Reda & Pancheri
1979). La depressione indotta da perdita pu essere presa
come modello psicobiologico che prova come eventi psicologici vengano trasdotti in modificazioni neurochimiche.
Vari studi hanno provato che le depressioni indotte da perdita hanno correlati centrali e periferici, neuroendocrini ed
immunitari, suggerendo come la contrapposizione tra spiegazioni biologiche (la causa della depressione unalterazione della serotonina) contrapposte a spiegazioni puramente psicologiche (la causa della depressione risiede in
fattori psichici) prodotto di concezioni rigide e ormai superata (Biondi e Picardi, 1996). Unaltra naturale conseguenza di questa visione lapertura verso lo studio dei
correlati biologici di guarigioni prodotte in alcune depressioni mediante psicoterapia o cambiamenti spontanei della
vita (Biondi, 1995).
Questo rinnovamento della prospettiva essenziale sia in
ambito scientifico che nel sistema assistenziale privato o
pubblico implica un armamentario, un bagaglio di conoscenze e metodi ulteriori rispetto alla pratica della psicoterapia esclusivamente sulla parola, sul lettino o sulla poltrona, essenziale ma non pi sufficiente a comprendere
meccanismi terapeutici complessi sia in disturbi psicopatologici che somatici si pensi ai numerosi casi di disturbi fisici stress dipendenti, ad interventi in patologie quali ipertensione essenziale, patologie immuno-infiammatorie, ecc.
Anni addietro venne rilevato come un elemento fondante
del cosiddetto effetto placebo fosse proprio lattivazione
emozionale con il complesso dei suoi correlati biologici
prodottisi allinterno della relazione terapeutica (Pancheri
& Pancheri, 1984).
Psicobiologia della psicoterapia: alcuni studi gi anni addietro avevano invero rilevato una psicobiologia della relazione e del processo psicoterapico, ad esempio obiettivando e misurando lattivit elettrodermica (GSR), elettromiografica, della frequenza cardiaca o della temperatura
cutanea tutti sensibili marcatori dellattivazione emozionale fasica sia nel paziente che nel terapeuta nel corso del
colloquio. Durante sedute di psicoterapia comune osservare modificazioni dellattivit elettrodermica parallela a
momenti critici, ad alta emozionalit, nel colloquio, quail
relativi a discussione di conflitti, situazioni di crisi, rielaborazioni, tensioni emozionali, ricordi carichi di dolore.
Modificazioni biologiche elettrodermiche son riscontrabili
anche nello psicoterapeuta, e sono interpretabili come
specchio della tensione emozionale e della densit di una
seduta. Venne rilevata con analisi delle serie storiche alta
correlazione tra attivazione elettrodermica del paziente e
quella del terapeuta durante sedute di psicoterapia (Biondi,
dati non pubblicati). In alcune situazioni cliniche alcuni indici come lattivit elettrodermica erano impiegati come
marcatori oggettivi, biologici, del miglioramento clinico
nella cura delle fobie. Frederikson (1998) ha mostrato come le modificazioni GSR siano precedute dallattivazione
della corteccia frontale controlaterale.
Al tempo stesso, tecniche di rilassamento che a partire da
istruzioni verbali nella relazione terapeutica risultano favorevoli in diverse patologie, producono oltre alle modificazioni soggettive anche cambiamenti a livello cerebrale e
neuroendocrino (Pancheri et al., 1981) distinguendo anche
differenze neuroendocrine quail livelli plasmatici di ACTH
e prolattina tra pazienti migliorati e non migliorati (Biondi
et al. 1986).
Altri studi evidenziarono come la comunicazione supportiva in una situazione sperimentale di stress da frustrazione
potesse produrre effetti biologici protettivi quali bloccare
lelevazione del cortisolo plasmatico e la attivazione adrenergica, rispetto ad una comunicazione fredda, non supportiva, suggerendo come la parola potesse trasformarsi in
modulazione dei circuiti neuroendocrini centrali dello
stress (Biondi et al., 1986; Delle Chiaie et al., 1991).
Verso nuovi metodi di studio di esito: attualmente un
cambiamento di prospettiva decisivo si sta avendo grazie
agli studi di visualizzazione cerebrale che evidenziano le
modificazioni successive a trattamenti psicoterapici. Studi sperimentali con diverse tecniche di visualizzazione
cerebrale (es. risonanza magnetica funzionale) hanno documentato che ansia, paura, rabbia, tristezza e in genere
la maggior parte delle reazioni emozionali intense sono
accompagnate da correlati biologici centrali. Vi ragio14
SESSIONI PLENARIE
ne di pensare che questo accada costantemente nelle comuni situazioni di vita, nonch nel setting psicoterapico.
In questo senso la psicoterapia pu essere considerata come una vera e propria terapia biologica, dove agendo
attraverso contenuti mentali ed affettivi possono essere
prodotte fini rimodulazioni di specifici circuiti centrali e
modificazioni della chimica della mente (Biondi,
1995). Vi sono gi alcuni primi studi che hanno documentato in campioni di soggetti con disturbi psichiatrici
modificazioni a livello cerebrale dopo psicoterapia, para-
Lettura introduttiva
MODERATORI
R.S. Keefe
Psychiatry and Behavioral Sciences, Duke University
Medical Center Durham, North Carolina, USA
Neurocognition is severely impaired in schizophrenia, and
deficits on tests of attention, memory, motor functions, and
executive functions are more strongly correlated with outcome than any other aspect of the illness. Cognitive impairment has become so central to our understanding of the
disorder that the criteria for schizophrenia in the latest versions of the Diagnostic and Statistical Manual (DSM) and
the International Classification of Diseases (ICD) may include cognitive impairment. Results from 1331 patients
with chronic schizophrenia in the NIMH CATIE Trial suggest that the amount of cognitive improvement associated
with second-generation antipsychotic treatment in chronic
schizophrenia is minimal, and may not exceed the amount
of improvement that would be expected from placebo or
practice effects. Recent studies of first episode psychosis
have had similar results, however those patients who did
demonstrate improvement with treatment may demonstrate
functional improvements. Clearly, additional pharmacologic and behavioral treatments are needed to improve cognition in schizophrenia.
15
SESSIONI PLENARIE
Lettura introduttiva
MODERATORI
C. Faravelli (Firenze)
R. Rossi
Professore Ordinario di Psichiatria, Dipartimento di
Neuroscienze, Universit di Genova, Psicoanalista
Viene presentato, commentato e chiosato il Manuale Diagnostico Psicodinamico (Psychodinamic Diagnostic Manual PDM), che si presenta come il simmetrico del DSM
IV TR in campo psicodinamico.
Esso stato approntato nel 2006 dalla convergenza di numerose istituzioni e associazioni psicoanalitiche americane, tanto che pu essere inteso come il manuale ufficiale
degli psicoanalisti, allo stesso modo come il DSM IV TR lo
degli psichiatri. Lo scopo quello di avvicinare la pratica e la ricerca psicoanalitica, per quanto possibile, ai criteri di relazione con le evidence, con criteri di comunicabilit
convenzionale tra i ricercatori, e di assicurare unagevole
trasmissione di dati e di valutazione dei risultati.
In questo senso, la sua importanza grande e viene a rappresentare una grande svolta nellimpostazione degli analisti che vengono a spostare linteresse dalla metapsicologia
alle dimensioni pi empiriche: si discutono i motivi di questa svolta e le ragioni, alcune concrete, altre pi teoriche,
che hanno portato a questa iniziativa. Si nota come il PDM
si muove su tre assi, lasse P, lasse M e lasse S, che esprimono aree e dimensioni diverse, rispettivamente la personalit, il funzionamento mentale, ed i sintomi. Come si vede limpostazione assiale del DSM IV TR mantenuta ma
profondamente stravolta.
16
SESSIONI PLENARIE
Continuum fenomenologico-patogenetico
dei sintomi di I rango di Schneider.
Il modello dei sintomi di base
C. Maggini
S. Pallanti
17
I Simposi tematici
a cura di
Francesca Pacitti
fgaghdh
F. Benazzi, M. Biondi
References
Angst J, Gamma A, Benazzi F, Ajdacic V, Eich D, Rssler W. Toward a re-definition of subthreshold bipolarity: epidemiology
and proposed criteria for bipolar-II, minor bipolar disorders and
hypomania. J Affect Disord 2003;73:133-46.
Agitated depression
J. Angst
Zurich University, Psychiatric Hospital
Background: today agitated major depression is widely
considered to be a mixed state, i.e. a form of bipolar-I and
bipolar-II disorder. If this were true, agitated depression
would be more prevalent among subjects with bipolar disorder (BP) than among those with major depressive disorder
(MDD), and subjects would be characterised by a higher
rate of a family history of BP. We investigated this hypothesis in an epidemiologcal sample.
Methodology: the data come from the Zurich Study, a representative cohort of the canton of Zurich, Switzerland, interviewed six times from age 20/21 to 40/41. Agitation was
defined as observable motor restlessness, retardation as observable psychomotor slowness. The diagnoses of major
and minor bipolar and unipolar disorders were based on a
broad concept of bipolarity 1.
Results: the weighted prevalence rates of BP was 11.5% (N
= 93) and of MDD 11.4% (N = 101). Agitation was present
21
SIMPOSI TEMATICI
Mixed mania/hypomania/depression
and suicide risk
Rihmer Z. Prediction and prevention of suicide in bipolar disorders. Clin Neuropsychiatry 2005;2:48-54.
Z. Rihmer
National Institute for Psychiatry and Neurology
Although full clinical recovery and good quality of life for
the patients is the ideal target in the everyday clinical practice, suicidal behaviour is the most important (and most visible) treatment outcome in patients with psychiatric, disorders. Untreated and unsuccessfully treated major major
mood disorder (particularly the acute major depressive
episode) is the main cause of attempted and completed suicide, particularly in the presence of comorbid Axis I/Axis II
psychiatric disorders and other (psycho-social) suicide risk
factors. Since the majority of mood disorder patients never
commit or attempt suicide, other clinically explorable suicide risk factors in major depressive episode (like high level of severity, hopelessness, aggressive/impulsive personality features, prior suicide attempt, family history of suicide,
adverse life situations etc.) also play a contributory role.
A relatively newly recognised important proximate suicide
risk factor in major depressive episode might be the depressive mixed state (3 or more simultaneously co-occuring
non-euphoric intra-depressive hypomanic symptoms =
DMX-3) since the frequency of past suicide attempts and
current suicidal ideations is much higher among mixed than
nonmixed unipolar and bipolar major depressives. A most
recent study have also found a significantly higher rate of
DMX-3 among the 29 bipolar (I + II) depressive and 60
unipolar depressive suicide attempters (90% vs. 62% respectively) than in nonsuicidal 241 bipolar (I + II) and 104
unipolar major depressive outpatients (59% vs. 29% respectively). On the other hand, however, suicidal behaviour in
bipolar patients is not exclusively restricted to depressive
episodes since mixed (major) affective episode (meeting the
full syndromal criteria for mania and major depression in
the same time) and dysphoric mania (full mania and 3 or
more depressive symptoms) also increases the risk of attempted and completed suicide.
The recognition of depressive mixed states as possible suicide risk factor has important implications for suicide prevention, since antidepressant monotherapy (unprotected by
mood stabilizers) in depressed patients with unrecognised
bipolarity can worsen depression via augmenting mixed depression or generating de novo mixed states.
References
Balazs J, Benazzi F, Rihmer Z, Rihmer A, Akiskal KK, Akiskal HS.
The close link between suicide attempts and mixed (bipolar) depression: implications for suicide prevention. J Affect Disord
2006;91:133-8.
Benazzi F. Suicidal ideation and depressive mixed states. Psychother Psychosom 2005;74:61-2.
Benazzi F, Aksikal HS. Clinical and factor-analytic validation of
depressive mixed states: a report from the Ravenna-San Diego
collaboration. Challenges in Contemporary Psychiatry. Curr
Opin Psychiat 2003;16(Suppl. 2):71-8.
Perugi G, Akiskal HS, Micheli C, Toni C, Madaro D. Clinical characterization of depressive mixed state in bipolar-I patients: PisaSan Diego collaboration. J Affect Disord 2001;67:105-14.
SIMPOSI TEMATICI
R. Rossi, A. de Bartolomeis
SIMPOSI TEMATICI
blema che dal dolore fisico derivava metaforicamente il dolore mentale, come quel vissuto legato alla separazione e alla perdita. In questa relazione si prendono le mosse dallEcce Homo di Antonello da Messina, con losservazione che il
pittore riuscito in questo caso a cogliere il passaggio dallo
psichico al somatico attraverso una serie di particolari, che
non possono che essere comportamentali e somatici, trattandosi di un dipinto. In questo caso il soma e la psiche sono un tuttuno, di fronte alla realt dolorosa e avversa.
Da questo si passa ad alcune considerazioni sulle illusoriet
di alcune impostazioni nosologiche o comunque tassinomiche della psichiatria, che non riescono a cogliere il denominatore comune delle risposte emotive, somatopsichiche. Il
simposio si allarga a considerazioni neurobiologiche.
24
SIMPOSI TEMATICI
E. Aguglia, G. Muscettola
in modo e in sede adeguata possono avere un effetto neurotrofico e rallentare il processo degenerativo dei neuroni colinergici. In sintesi il quadro generale lascia prevedere la
possibilit di individuare nuovi e diversi bersagli biologici e
quindi nuovi farmaci per la malattia di Alzheimer, potenzialmente diretti alle cause o ai meccanismi molecolari da
essa avviati. Daltra parte occorre anche sottolineare con
forza che le nuove terapie hanno tempi di sviluppo lunghi e
quindi nel breve e nel medio termine non possibile prevedere di sostituire rapidamente i farmaci oggi approvati con
molecole capaci di modificare il corso della malattia. Occorre invece sfruttare al meglio quanto disponibile cercando
di realizzare la dove possibile sinergie (anche tra terapie
farmacologiche ed approcci non farmacologici), fatto salvo
lonere di provare che luso di interventi plurimi coordinati
permetta di raggiungere risultati migliori della monoterapia.
SIMPOSI TEMATICI
ed stata valutata su questa popolazione la presenza di comorbidit con i disturbi della sfera affettiva. Dalla popolazione di 1534 pazienti seguiti dallambulatorio dei disturbi cognitivi dellanziano, abbiamo selezionato 70 casi con
diagnosi finale di Mild Cognitive Impairment. Questi pazienti sono stati testati per le funzioni cognitive con una
batteria di test caratterizzata da MMSE, Figura di Ray RI
ed RD, 15 Parole di Rey RI ed RD, Memoria di prosa RI
ed RD, Digit span, FAS,Token Test, Trial A e B, Riconoscimento parole, Matrici attentive, CDT, Matrici di Raven
ed stato richiesto a giudizio del clinico un esame di neuroimaging (RMN, SPECT), inoltre stata somministrata la
Geriatric Depression Scale per la valutazione di un disturbo depressivo.
Risultati: i pazienti sono stati seguiti con controlli stabiliti
per un periodo di almeno un anno e sono stati adeguatamente trattati in presenza di una sintomatologia depressiva. Si sono cos potute definire tre sottopopolazioni: una composta da
pazienti che presentavano una sintomatologia depressiva allesordio che ha in seguito dimostrato la presenza di un disturbo cognitivo iniziale, laltra composta da pazienti con
MCI che ha sviluppato in seguito un disturbo dellumore ed
una terza caratterizzata da pazienti con disturbo cognitivo
senza comorbidit con disturbo dellumore.
Conclusioni: i dati emersi dalla nostro studio epidemiologico sottolineano la presenza di comorbidit tra i disturbi
cognitivi ed i disturbi dellumore nellanziano ed esortano
il clinico a prestare massima attenzione di fronte alla presenza di tali patologie ed effettuare una valutazione globale che comprenda anche il possibile deterioramento mentale.
G. Masi, G. Perugi
26
SIMPOSI TEMATICI
S. Bellino, D. De Ronchi
Metodologia: nellambito dellintervento di crisi, si centrata lattenzione sui fattori predittivi dellevoluzione del
rapporto terapeutico di coppia, alla luce dello sviluppo di un
clima di alleanza di lavoro volta a perseguire gli scopi terapeutici della cura. In questo senso la personalit ha un ruolo importante come fattore predittivo del rischio di interruzione concordata del trattamento.
Risultati: il momento specifico di impasse che caratterizza
la crisi emozionale sembra predisporre anche i pazienti con
notevoli componenti disfunzionali e disadattative allingaggio e alla sottoscrizione collaborativa di un clima favorevole allo sviluppo di unalleanza di lavoro. Il momento di crisi risulta interessante dal punto di vista della potenziale di-
SIMPOSI TEMATICI
28
SIMPOSI TEMATICI
Asse II. Al termine dei 6 mesi di trattamento si riscontrato il miglioramento della maggior parte delle scale sintomatologiche e funzionali in entrambi i gruppi. Si tuttavia osservata nel gruppo dei pazienti depressi con DBP una risposta meno soddisfacente per quanto riguarda CGI, funzionalit psicologica del SAT-P ed i domini dominante/controllante e freddo/distante dellIIP. Si pu quindi concludere
che la terapia combinata complessivamente efficace nel
trattamento della depressione anche in pazienti borderline,
che tuttavia risultano meno responsivi secondo alcuni parametri clinici e funzionali.
Infine, abbiamo confrontato, in un gruppo di 32 pazienti con
diagnosi di DBP ed episodio depressivo maggiore, lefficacia della terapia combinata con fluoxetina, 20-40 mg/die e
due diversi interventi psicoterapici: psicoterapia interpersonale (IPT) e psicoterapia cognitiva (CT), entrambe con sedute settimanali. La terapia combinata stata proseguita per
6 mesi. La valutazione dei pazienti stata la medesima delle indagini precedenti, con laggiunta del Beck Depression
Inventory (BDI) per lautovalutazione della sintomatologia
depressiva secondo il modello cognitivo di Beck. Nei 26 pazienti che hanno completato lo studio, entrambi i modelli di
terapia combinata sono risultati complessivamente efficaci,
come indicato dalla differenza significativa riscontrata rispetto al fattore tempo per tutte le scale sintomatologiche, la
maggior parte dei fattori del SAT-P e alcuni dei domini dellIIP. Alcuni risultati significativi anche rispetto al fattore
trattamento indicano che sono presenti differenze di risposta
ai due modelli di terapia combinata. In particolare, la CT risulta pi efficace sulla sintomatologia ansiosa e sul fattore
funzionalit psicologica del SAT-P; lIPT risulta pi efficace sul fattore funzionalit sociale del SAT-P e sui domini dominante/controllante e intrusivo/richiedente dellIIP.
Le indagini cliniche che ho descritto ci hanno permesso di
approfondire la valutazione degli effetti del trattamento
combinato con due modelli psicoterapici (IPT e CT) di pazienti che presentano la frequente associazione di DBP e depressione maggiore. Tuttavia, numerose questioni aperte riguardanti la psicoterapia e la terapia combinata del disturbo
borderline di personalit rendono necessarie ulteriori indagini cliniche. In particolare, sarebbero auspicabili ulteriori
studi di confronto fra diversi modelli di psicoterapia sulla
base di strumenti di valutazione specifici; studi per definire
il tipo di psicoterapia pi indicata in rapporto alle caratteristiche cliniche di sottogruppi omogenei di pazienti; studi di
confronto fra terapia combinata e psicoterapia singola e fra
terapia combinata e terapia sequenziale; indagini di confronto fra terapia combinata condotta da un singolo terapeuta e quella in cui collaborano due terapeuti; studi volti a determinare la durata ottimale della psicoterapia nel trattamento del DBP; indagini per stabilire nella terapia combinata quale dei due trattamenti sia da considerare pi idoneo
per la fase di mantenimento. La persistenza o lulteriore incremento dei risultati dopo il termine della psicoterapia o
della terapia combinata dovrebbero essere stimati nel corso
di studi di follow-up.
Bibliografia
American Psychiatric Association. Practice guidelines for the treatment of patients with borderline personality disorder. Am J Psychiatry 2001;158:1-52.
29
SIMPOSI TEMATICI
**
Centro di
Lo studio presenta i risultati di uno studio naturalistico controllato in cui vengono confrontati e discussi i risultati di tre
diversi trattamenti ad orientamento cognitivo-evoluzionista
nella terapia del paziente con disturbo di personalit (in prevalenza borderline) o di pazienti in comorbilit in asse I/II.
I trattamenti sono costituiti da TCE individuale, una coterapia cognitivo-evoluzionista associata a farmacoterapia, una
coterapia in doppio setting individuale-gruppo ad orientamento cognitivo-evoluzionista. Scopo dello studio, pur con
tutti i limiti metodologici intrinseci al disegno sperimentale
adottato, quello di evidenziare possibili differenze in termini di decorso e di esito nei tre approcci ad orientamento
TCE. Lipotesi, peraltro gi in parte confermata da evidenze
precedenti, che una coterapia propriamente detta, che abbia come riferimento teorico la teoria dei sistemi motivazionali interpersonali, possa avere pi probabilit di successo
rispetto ad una terapia individuale in questi pazienti c.d. difficili. Scopo ulteriore dello studio quello di confrontare gli
esiti di due diverse coterapie, una in cui viene effettuata una
terapia individuale affiancata ad una farmacoterapia, laltra
derivante dal modello di intervento specifico individualegruppo, pensata e strutturata per il trattamento di questa ampia categoria di pazienti. Le variabili di esito utilizzate sono: percentuale di drop-out; frequenza di gesti autolesivi e
comportamenti dabuso di sostanze; punteggi delle scale:
VGF (funzionamento globale); BASIS-32 (comportamento,
relazioni interpersonali e impulsivit); QoL-I (qualit della
vita). La discussione dei dati, ottenuti su un campione di oltre 140 soggetti distribuiti nei tre gruppi, sar orientata a sottolineare eventuali differenze tra i trattamenti e a discuterle
in relazione ai presupposti teorici e metodologici alla base
dello studio.
Bibliografia
Liotti G, Farina B, Rainone A. Due terapeuti per un paziente. Dalla teoria dellattaccamento alle psicoterapie a settino multipli.
Roma: Laterza 2005.
Fassone G, Ivaldi A, Rocchi MT. Riduzione del drop-out nei pazienti con disturbi gravi di personalit: risultati preliminari di
un modello di psicoterapia cognitivo-comportamentale integrata, individuale e di gruppo. Rivista di Psichiatria 2003;38:241-6.
Fassone G, Ivaldi A, Rocchi MT, Mantione G. Valutazione degli
esiti di un trattamento cognitivo-evoluzionista integrato (individuale-gruppo), per pazienti con disturbo di personalit borderline e/o comorbilit in asse I/II: studio semi-naturalistico controllato. Cognitivismo Clinico 2004;1,2:124-38.
F. Bogetto, R. Quartesan
La schizofrenia
P. Rocca, M. Giugiario, A.M. Milani, L. Pulvirenti
Dipartimento di Neuroscienze, Sezione di Psichiatria, Universit di Torino
Langoscia psicotica costitutiva della schizofrenia e parte
integrante della sintomatologia positiva, negativa e disorganizzata. A volte pu estrinsecarsi in presentazioni fenomeniche che rispondono ai criteri diagnostici per i disturbi
dansia, altre volte una vera e propria comorbilit con pregressi o concomitanti disturbi dansia indipendenti dal processo schizofrenico. Questultima evenienza probabilmente pi rara di quel che viene solitamente definito sotto il termine comorbilit.
Sebbene lansia sia stata a lungo riconosciuta come una parte importante della psicopatologia della schizofrenia, pochi
studi hanno valutato la prevalenza dei sintomi e/o disturbi
dansia in corso di schizofrenia. Questo potrebbe essere dipeso dallapproccio gerarchico della nosografia psichiatrica
classica, che ha dato maggior peso ai sintomi considerati pi
rilevanti nella gerarchia diagnostica, implicando che non si
prestasse sufficiente attenzione alla sintomatologia accessoria e che un paziente ricevesse, nella maggior parte dei casi,
ununica diagnosi. Lintroduzione del DSM-IV e dellICD10 ha modificato questa prospettiva: possibile diagnosticare contemporaneamente pi disturbi, qualora ne vengano
soddisfatti i criteri temporali e sintomatologici necessari per
la diagnosi. La comorbilit cos diventata un aspetto centrale della classificazione psichiatrica attuale.
Tra tutti i disturbi dansia, in letteratura stata analizzata
con particolare attenzione la relazione tra schizofrenia e disturbo ossessivo-compulsivo. Questi due disturbi si associano con frequenza elevata e maggiore di quella osservata nella popolazione generale (presenza di sintomi ossessivocompulsivi nel 10-52% dei pazienti e di diagnosi di distur30
SIMPOSI TEMATICI
31
SIMPOSI TEMATICI
S. Fassino, A. Pier
D. Munno
Il disturbo dansia rappresenta uno dei disturbi pi frequentemente rilevabili nella pratica medica e psichiatrica, sia che
si manifesti nella sua forma libera sia che si accompagni a
malattia somatica (talvolta precedendone lo sviluppo, talvolta sovrapponendosi quale reazione ad essa) o ad altre patologie psichiatriche.
Si ritiene che il 30-60% della popolazione ospedaliera presenti una comorbidit medico-psichiatrica (Rigatelli, 2000).
I disturbi pi rappresentati sono quelli ansiosi e dellumore;
meno frequenti, ma tipiche del contesto ospedaliero, sono le
sindromi psicorganiche.
In base allo studio AMPIO, condotto in Italia (Martucci,
1999; Balestrieri, 2002) nei reparti medici e chirurgici, la
frequenza di disturbi psichiatrici secondo ICD-10 del
26%, cui si aggiunge un 12% di disturbi sottosoglia (condizioni che non soddisfano completamente i criteri utilizzati
per fare una diagnosi ma interferiscono significativamente
con la capacit lavorativa, determinano un maggior ricorso
ai servizi sanitari e un consumo di psicofarmaci simile se
non addirittura superiore rispetto a quello di pazienti con un
disturbo definito).
Nello studio AMPIO i disturbi psichiatrici pi frequenti sono
stati i seguenti: depressione ricorrente/distimia (14%), disturbo dansia generalizzato (11%), abuso/dipendenza da alcool
(5%), neurastenia (1%), disturbo da attacchi di panico
con/senza agorafobia (1%), disturbo da somatizzazione (1%).
Le indagini concordano nel rilevare unalta prevalenza di
disturbi psichiatrici nelle donne e negli anziani. Fattori di rischio risultano essere il fatto di vivere da soli, lavere problemi socio-economici (disoccupazione, isolamento sociale,
difficolt dalloggio), unanamnesi positiva per pregressi disturbi psichiatrici, assunzione di psicofarmaci e abuso alcolico. emersa peraltro una maggiore prevalenza di problemi psichici nei reparti medici rispetto a quelli chirurgici, riconducibile alla diversa tipologia di pazienti.
Il nostro contributo consiste nel riferire su una casistica di
oltre 400 pazienti seguiti in Psichiatria di Consultazione evidenziando le problematiche emergenti sia a livello diagnostico che terapeutico.
Considerazioni specifiche verranno effettuate su:
dati epidemiologici;
prescrizioni farmacologiche;
comorbidit prevalenti.
32
SIMPOSI TEMATICI
A. Cocchi, M. Casacchia
Il Programma 2000
A. Meneghelli, G. Patelli, A. Cocchi
A.O. Ospedale Niguarda Ca Granda, Milano
Il coinvolgimento del clinico nellattivit di ricerca permette una maggiore trasferibilit dei risultati nella pratica e rende possibile la progettazione di ricerche che rispondano effettivamente ai quesiti applicativi (Harrison & Eaton, 1999;
Tansella, 1999). Questa convinzione essenziale in un movimento, come quello degli interventi precoci, in cui la consapevolezza dellesistenza e dellurgenza di un problema e
la speranza di trovare strumenti per fronteggiarlo, richiedono ad un tempo distacco e lucidit critico-scientifico e appassionata partecipazione.
Lidea dellintervento precoce, nelle sue valenze etiche, cliniche, scientifiche ed economiche e nella sua essenza preventiva, infatti ormai presente nella consapevolezza e nelle scelte di studiosi, operatori e di chi preposto alle politiche sociosanitarie. unidea che veramente cresciuta nel
mondo dando luogo a nuove configurazioni di servizi, nuove prospettive di trattamento, farmacologiche, psicoterapeutiche e psicosociali in generale, e a un crescente corpo di conoscenze e di evidenze per ispirare lorganizzazione e le
modalit delle offerte di cure.
Il PROGRAMMA 2000, programma sperimentale di individuazione e di intervento precoce nelle psicosi allesordio,
attivato allinterno del Dipartimento di Salute Mentale dellAzienda Ospedaliera Ospedale Niguarda Ca Granda, Milano, ha realizzato, nei suoi cinque anni di attivit, fondata
il pi possibile su procedure evidence-based, un intervento
multidimensionale, specifico, ma ad un tempo fortemente
inserito nel complesso delle strutture territoriali preesistenti. Nella presentazione vengono descritti in sintesi le modalit organizzative e di presa in carico del programma, nonch lo stato dellarte e le prospettive delle iniziative di ricerca.
lintervento precoce potrebbe prevenire linsorgenza del disturbo e soprattutto la sua progressione (Sanbroock & Harris, 2004). Lintervallo di tempo compreso tra il primo episodio psicotico e il primo intervento psichiatrico, definito
Durata della psicosi non trattata (in inglese: Duration of
Untreated Psychosis DUP), attualmente ancora lungo e
studi di follow-up evidenziano quanto esso incida negativamente sulla prognosi a lungo termine per le alterazioni neurobiologiche, il peggioramento funzionale psicosociale e
globale determinati dalla patologia. Una DUP prolungata
provoca scarsa risposta al trattamento farmacologico e psicosociale, tempi di remissione pi lunghi e riduzione del numero totale di remissioni, aumento dincidenza delle ricadute e delle ospedalizzazioni ed infine un quadro psicopatologico pi grave ad un anno dallesordio dellepisodio
(Young & McGorry, 1996; Lieuwe de Haan et al., 2002).
Metodologia: nella letteratura internazionale numerosi dati
suggeriscono lopportunit di fornire un ambiente di ricovero differenziato per i primi stadi nelle psicosi e gli stati mentali a rischio. Partendo dallesperienza avveniristica di Sullivan, avvenuta in epoca pre-farmacologica, in anni recenti
sia in area anglosassone (McGorry, Birchwood, Perris) che
nordeuropea (Grivois), nei Programmi specifici di intervento sugli esordi psicotici, sono contemplati in modo integrato la fase di assistenza territoriale intensiva e quella del ricovero, sempre visto come un evento da prevenire ed evitare e da mettere in atto con accorgimenti specifici quando necessario (J. Edwards e P. D. McGorry, 1998, 2005). Tuttavia, i maggiori esperti nel settore concordano circa la necessit di ricoverare questi soggetti in strutture ospedaliere apposite (Royal College of Psychiatrists - Council Report
1999, 2002; McGorry, Jackson, 2001) per diverse motivazioni tra cui il divario esistente fra i loro bisogni e esigenze
rispetto a quelle dei pazienti veterani il cui modello comportamentale e linterazione con il mondo e con la malattia
disfunzionanti potrebbe incidere negativamente sul decorso.
Inoltre, lesperienza traumatica del primo ricovero potrebbe
indurre nei pazienti e nei famigliari stereotipi sulla malattia
mentale e sui luoghi di cura, rinforzando lo stigma e riducendo la compliance alle cure. Per questo, seguendo lesempio di altri Paesi dove ci sono gi da diversi anni Unit
differenziate di ricovero per i primi episodi e esordi psicotici (ad es. lUnit di ricovero EPPIC, Melbourne, Australia)
in Italia, nel 2005 allinterno del Progetto per gli interventi precoci nelle psicosi del Dipartimento di Salute Mentale
della ASL Roma D, nato il primo reparto per stati psicotici allesordio e stati mentali a rischio, per giovani d et
compresa tra i 18 e i 24 aa (estensibile fino a 30 aa).
Scopo e risultati: nel presente lavoro riportiamo i dati epidemiologici e clinici del primo anno di vita del reparto
S.P.Es., il modello e primi risultati del trattamento psicoso-
SIMPOSI TEMATICI
ciale multimodale ed integrato (perch farmacologico e psicoterapico e concertato con lintervento territoriale) comprovati dalle valutazioni psicometriche effettuate allingresso in reparto, T0, alle dimissioni, T1 e al follow-up, T2.
34
SIMPOSI TEMATICI
Metodi: la linea guida stata redatta utilizzando la metodologia del Piano Nazionale Linee Guida 1, che prevede multidisciplinariet, ricerca sistematica della letteratura, valutazione standardizzata delle prove e graduazione delle raccomandazioni.
Risultati: dallidentificazione e trattamento precoce del
soggetto al primo episodio psicotico deriva un generale miglioramento del decorso della malattia, probabilmente mediato dalla riduzione della durata della psicosi non trattata
(DUP) e influenzato anche dalla disponibilit di servizi in
grado di erogare trattamenti di alta qualit.
Tale attivit pu pertanto essere raccomandata, ricordando
limportanza di garantire ladeguata configurazione dei servizi dedicati 2.
Conclusioni: i servizi dedicati allattivit di identificazione
e trattamento precoci della schizofrenia dovrebbero essere
dotati di multiprofessionalit e in grado di garantire la domiciliazione, la flessibilit e lintegrazione dei trattamenti.
Inoltre, essendo emersi limiti metodologici nella conduzione di alcuni studi presi in esame, si ritiene necessario incoraggiare la conduzione di studi che prestino adeguata attenzione al disegno epidemiologico, alla definizione degli interventi da testare, alla scelta di outcome rilevanti, garantendo un periodo di follow-up proporzionato al decorso naturale della malattia, cos da consentire una maggiore efficacia nella valutazione degli interventi.
Bibliografia
1
Programma Nazionale per le Linee Guida PNLG, Istituto Superiore di Sanit, Agenzia per i Servizi Sanitari Regionali, Manuale metodologico. Come produrre, diffondere e aggiornare
raccomandazioni per la pratica clinica. Milano: Zadig 2002.
2
Sistema Nazionale Linee Guida SNLG, Istituto Superiore di
Sanit. Gli interventi precoci nella schizofrenia, SNLG 14. Milano: Zadig (in press).
L. Bellodi, R. Roncone
35
di pazienti (pz.) con disturbo di panico (con e senza agorafobia) un set di diapositive di 4 diversi colori diviso in
una fase di abituazione, una di condizionamento ed una di
estinzione, utilizzando come stimolo incondizionato (SI)
un suono puro di 100dB e come stimolo condizionato (SC)
il colore blu. Come marker biologico dellattivazione autonomica durante il test stata registrata la conduttanza
cutanea che permette una rilevazione oggettiva dei parametri fisiologici che accompagnano il disagio riferito soggettivamente dal paziente.
I risultati dei nostri studi hanno mostrato una scarsa risposta al paradigma descritto nei pazienti con disturbo di panico, inferiore a quella osservata nei soggetti sani. In presenza di un altro disturbo psichiatrico, la risposta al paradigma del condizionamento nei pazienti con disturbo di
panico era sovrapponibile a quella dei soggetti sani. Abbiamo anche osservato in un campione di soggetti sani un
ruolo significativo della consapevolezza sullo sviluppo di
una risposta condizionata.
SIMPOSI TEMATICI
nel test di attribuzione delle emozioni; nel Test delle situazioni sociali e nei compiti di falsa credenza di Primo livello
(Mazza, 2001). Al contrario non si sono evidenziate differenze significative non so sono nei compiti falsa credenza;
nelle situazioni sociali e nella compacit di comprendere le
violazioni delle regole morali e delle regole convenzionali.
Discussione: i pazienti con lesioni della regione ventromediana del lobo frontale manifestano una grave alterazione del comportamento sociale e presentano disturbi della capacit decisionale (Damasio et al., 1990; Damasio et
al., 1991). Tali deficit sono presenti in maniera sovrapponibile nei soggetti affetti da schizofrenia (Shurman et al.,
2005) in cui i deficit di cognizione sociale potrebbe essere
collegata ad una grave disfunzione della capacit di modulare il comportamento in compiti di decision making.
stato proposto, infatti, che scarse capacit di decisionmaking nel comportamento sociale potrebbero dipendere
ad una incapacit di utilizzare i somatic markers (cio le
emozioni di base) (Blundo, 2001) che guidano la nostra
capacit di prendere decisioni in situazioni complesse (Damasio, 1994, 1996).
Ci ha portato a supporre che i disturbi di cognizione sociale nei soggetti con lesioni frontali ventromediali e in
soggetti affetti da schizofrenia potevano essere assimilabili e conseguenti ad unalterazione di schemi cognitivi interni che guidano sia la capacit di prendere decisioni che
un adeguato comportamento sociale nelle situazioni interpersonali.
Bibliografia
Mazza M, Costagliola C, Di Michele V, Magliani V, Pollice R, Ricci A, et al. Deficit of social cognition in subjects with frontal lobe lesions surgically treated and in subjects affected by schizophrenia. Eur Arch Psych Clinical Neuroscience 2006.
SIMPOSI TEMATICI
va, presentavano anche una visione del mondo pi pragmatica e pi cinica, misurata alla scala Mach-IV, laddove
pazienti con una sintomatologia negativa presentavano
punteggi pi bassi. La compromissione del ragionamento
strategico sociale potrebbe riflettere un deficit nellapprezzamento degli stati mentali di secondo ordine (Mazza et
al., 2003).
Pi in particolare in relazione al funzionamento sociale,
Roncone et al. (2003) hanno trovato che la compromissione
delle abilit di ToM nella schizofrenia costituiva un importante predittore di scarso funzionamento sociale nella comunit, sebbene il predittore pi significativo di scarso funzionamento sociale in questo studio fosse rappresentato dalla durata di malattia. Tutti questi studi evidenziano che nella schizofrenia la compromissione della comprensione dei
pensieri e delle intenzioni degli altri correlata ai livelli di
abilit sociali.
Conclusioni: una miglior comprensione delle abilit di
ToM e dei fattori che sottendono alla cognizione sociale e
delle loro correlazioni con il funzionamento sociale potrebbe migliorare lerogazione di trattamenti integrati (psicofarmacologici e psicosociali) per i disturbi mentali gravi.
R. Roncone, M. Casacchia
Clinica Psichiatrica, Dipartimento di Medicina Sperimentale, Universit de LAquila
Introduzione: il termine Theory of Mind, ToM, Teoria
della Mente, fa riferimento alla capacit cognitiva di rappresentare il proprio e laltrui stato mentale, per esempio, in
termini di pensare, credere o mettersi nei panni di un altro.
Solo negli ultimi anni si tentato di verificare uneventuale
correlazione delle abilit di ToM e della cognizione sociale
con gli esiti sociali nelle persone affette da schizofrenia.
Metodologia: abbiamo effettuato unampia revisione sulla
recente letteratura in merito ai rapporti tra cognizione sociale
e funzionamento sociale nelle persone affette da schizofrenia.
Risultati: la cognizione sociale risultata correlata ai fattori che sottendono i rapporti interpersonali, quali le abilit di
ToM (Penn, 2002), la percezione delle emozioni (Corcoran
& Frith, 2003) ed il pensiero strategico (Mazza et al., 2003).
Solo qualche studio ha indagato la compromissione delle
abilit di ToM in relazione al livello di competenza sociale.
Indizi indiretti provengono da uno studio sullabilit dei pazienti schizofrenici di apprezzare la conoscenza sociale della loro cultura, in cui i pazienti schizofrenici mostravano
una specifica ingenuit sociale al confronto con pazienti depressi o maniacali. Unaltra evidenza indiretta deriva da uno
studio che misura latteggiamento dei pazienti schizofrenici
rispetto alluso dellinganno interpersonale e delle istanze
morali (Sullivan & Allen, 1999), in cui soggetti maschi affetti da schizofrenia hanno fatto registrare punteggi pi bassi su una specifica scala di valutazione del machiavellismo, the Mach-IV scale (Christie & Geis, 1970), al confronto con maschi normali e donne affette da schizofrenia,
laddove in campioni non clinici abitualmente gli uomini
fanno registrare punteggi pi alti rispetto alle donne.
Mazza et al. (2003) hanno confermato in maniera diretta
che i deficit di ToM nella schizofrenia possono essere associati con la compromissione del pensiero sociale strategico. Pazienti con una predominante sintomatologia positiva, che eseguivano delle migliori prestazioni nei compiti
di ToM rispetto a pazienti con una sintomatologia negati37
SIMPOSI TEMATICI
sottoscale; nei soggetti bipolari sono stati riscontrati punteggi intermedi fra quelli degli schizofrenici e quelli del
gruppo di controllo.
I punteggi relativi alla soglia olfattiva non differiscono tra i
tre gruppi. Relativamente alle altre misure di funzionalit
olfattiva, i punteggi peggiori sono stati individuati nei pazienti schizofrenici (discriminazione 10,75 2,82; identificazione 8,71 2,37), punteggi intermedi sono stati individuati nei bipolari (discriminazione 11,39 2,36; identificazione 10,96 2,38) mentre nel gruppo di controllo sono stati rilevati i punteggi migliori (discriminazione 13,55 1,19;
identificazione 14 1,07). Le differenze intergruppo sono
C. Marchesi, C. Maggini
tivi che non affettivi. Inoltre, il rapporto tra il modello categoriale e quello dimensionale nella valutazione diagnostica,
prognostica ed evolutiva della patologia psicotica risulta tuttora al vaglio della ricerca.
Metodologia: il presente studio ha confrontato la validit
predittiva di morbilit a lungo termine, decorso ed esito sia
delle dimensioni sintomatologiche caratterizzanti la psicopatologia psicotica allesordio, che delle diagnosi categoriali, attribuite alla baseline ed al follow-up, in un campione di
377 soggetti ospedalizzati per un primo episodio di disturbo
psicotico, sia affettivo che non affettivo, in accordo ai criteri del DSM-IV, e seguiti in modo prospettico per almeno due
anni. La valutazione e descrizione dei fenomeni psicopatologici e del loro dispiegarsi temporale stata condotta mediante lapplicazione della AMDP e della Scala di Bonn per
i sintomi di base allo scopo di ottenere unampia e sistematica esplorazione delle esperienze morbose. Le diagnosi categoriali sono state ottenute attraverso una procedura di Best Estimate e Consenso tra almeno tre clinici che ha tenuto
conto delle interviste diagnostiche alla baseline ed al followup, dei colloqui clinici con i pazienti e i famigliari, delle cartelle cliniche e di tutte le fonti di informazione disponibili.
Una metodica di analisi fattoriale ha definito delle costellazioni fenomeniche di psicopatologia psicotica (Fattori) ed
un modello statistico di regressione multipla ha correlato i
fattori cos identificati con le categorie diagnostiche del
DSM-IV, raggruppate successivamente in sindromi affettive, non affettive e schizoaffettive.
Risultati: gli elementi psicopatologici costituivano una struttura quadrifattoriale ove il Fattore I rappresentava una mania
con psicosi; il Fattore II uno stato misto di depressione agitata; il Fattore III uno stato delirante-allucinatorio eccitato; il
Fattore IV uno stato disorganizzato-catatonico-autistico.
Ogni fattore era associato a caratteristici sintomi prodromici.
Il Fattore I ed il Fattore III erano correlati alla diagnosi di mania secondo il DSM-IV, il Fattore II a quella di depressione
38
SIMPOSI TEMATICI
Confrontando le caratteristiche allesordio del DSF dei pazienti con cambiamento diagnostico in Schizofrenia con
quelle dei pazienti con evoluzione in Disturbi dellUmore,
levoluzione in Schizofrenia era predetta dalla presenza di
appiattimento affettivo (OR:1,88; IC 95%: 1,52-1,97) e da
uno scarso livello premorboso di funzionamento (OR:1,10;
CI 95%: 1,03-1,18), mentre il sesso, let allesordio, lesordio acuto, la presenza di confusione o di perplessit e il
punteggio della BPRS non mostravano alcun effetto sullesito a lungo termine.
Conclusioni: i dati del presente studio: 1) confermano lassenza di stabilit diagnostica del DSF; 2) suggeriscono che
il DSF possa costituire il primo episodio psicotico di differenti disturbi, in particolare la schizofrenia o i disturbi dellumore; 3) identificano nella presenza allesordio di appiattimento affettivo e di scarso livello premorboso di funzionamento la capacit di predire levoluzione in schizofrenia.
P. Monteleone
C. Marchesi
39
SIMPOSI TEMATICI
P. Curci, F. Petrella
SIMPOSI TEMATICI
chiatria Territoriale potesse, proprio in quanto nuova e diversa operativamente dalla precedente psichiatra manicomiale, in qualche modo auto-definirsi in pratiche distanti
concettualmente ed operativamente da quelle proprie dellOspedale psichiatrico. Se alcune domande rimangono senza risposta, come quella sulla essenza fondante dellistanza
del Controllo Sociale nello specifico della psichiatria ( possibile parlare di psichiatria negando il mandato sociale?), ad
alcune altre possibile formulare ipotesi di risposta: programmi di prevenzione e di ricerca efficaci potranno essere
attuati coinvolgendo anche altre agenzie sanitarie, come i
Medici di Medicina Generale; un atteggiamento criticamente costruttivo, propositivo ed auto riflessivo sulle proprie
modalit operative nelle quipe dei servizi psichiatrici pu
aiutare luscita da situazioni di stallo clinico-relazionale, il
confronto con aree sanitarie vicine pu favorire luscita dalla autoreferenzialit limitante spesso propria della attuale
Psichiatria Territoriale. Contemporaneamente la riproposizione della centralit della relazione umana come momento
essenziale dellaiuto e della cura alla persona sofferente ed
al suo contesto, pu ri-focalizzare sullindividuo lobbiettivo della Psichiatria di Comunit, consentendole cos la possibilit di una pi precisa e continua taratura della propria
operativit.
Bibliografia
Tansella M. La psichiatria sociale in una prospettiva storica. In:
Henderson AS. Psichiatria Sociale ed Epidemiologia Psichiatrica. Roma: Il Pensiero Scientifico Editore 1991.
41
SIMPOSI TEMATICI
V. Volterra, S. Luberto
S. Luberto
G. Martini
Lintroduzione dellAmministratore di sostegno ha rappresentato una innovazione alquanto significativa dal punto di
vista normativo con indubbi riflessi anche sulla relazione
medico-paziente-familiari. Dopo le iniziali titubanze, si
passati ad una fase applicativa connotata da considerevoli
aspettative.
Partendo dalla esposizione di una casistica personale, relativa ai pazienti che nellultimo biennio hanno beneficiato di
tale provvedimento, afferenti alla U.O.C. da lui diretta (il
cui territorio ubicato nel centro di Roma), lAutore, attraverso alcune esemplificazioni, tenta di puntualizzare le problematiche che si sono evidenziate.
Vengono anche segnalati gli indici di gradimento e le resistenze emersi da parte di familiari e utenti.
Il lavoro di conclude con lesposizione di una serie di interrogativi riferiti soprattutto agli aspetti costrittivi insiti nella normativa che da un lato potrebbero consentire di riformulare la questione della obbligatoriet delle cure, dallaltro rischiano di risultare limitativi nei confronti della libert
personale, suscitando a loro volta questioni etiche di non poco conto.
42
SIMPOSI TEMATICI
appare uno strumento particolarmente duttile per il trattamento e la riabilitazione di questi soggetti, concedendo loro
una tutela adeguata e necessaria, non dannosa ed inutile, salvaguardando la loro autonomia per tutti quegli atti che non
richiedono lintervento esclusivo o sussidiario dello stesso
amministratore.
A tal proposito, i servizi socio-sanitari sono obbligati a segnalare al Giudice Tutelare tutti i soggetti, a loro conoscenza, necessitanti di tale provvedimento, primi fra tutti coloro
che oggi si trovano in comunit o in case famiglia e che in
questa direzione devono attivarsi.
Non ci si pu nascondere, per, che esistono ancora aperti
alcuni punti di criticit nellapplicazione di questa legge,
ignorata del tutto, o quasi, in certe realt e poco utilizzata
in altre e, in pi, lo scarso interesse in molte sedi delle amministrazioni pubbliche. Tra questi la formazione delle
persone cui affidare questo compito cos delicato, impegnativo e di responsabilit; la controversa indispensabilit
della difesa tecnica nei procedimenti; il frequente palleggiamento delle cause tra giudici civili, dei minorenni e tutelari; la persistenza delle misure dellinterdizione e dellinabilitazione, ormai estinte in altre nazioni; la non remunerazione degli amministratori, anche se talora ovviata da
onorari per consulenze professionali; la scarsit di personale e mezzi negli Uffici dei Giudici tutelari, oggi oberati
da questo nuovo impegno; la mancanza di un tavolo di
concertazione tra Magistrati, servizi sociosanitari e operatori psichiatrici.
L. Ancona, P. Bria
SIMPOSI TEMATICI
SIMPOSI TEMATICI
coglie nelle reti spazio-temporali del pensiero la cosiddetta logica simmetrica che caratterizza linconscio emotivo
ed un tentativo di descrivere la presenza di un vero e proprio operatore dello psichico che trattando come uno e indiviso ci che il pensiero divide e relaziona tende a infinitizzaregli oggetti dellesperienza.
La ricostruzione di questi percorsi bi-logici attraverso la
storia del soggetto che insieme storia biologica e psicologica pu fornire senso e coerenza alle misconceptions
deliranti che si manifestano con il carattere dellassolutezza
e dellautoreferenzialit.
A. Bertolino, A. Rossi
45
SIMPOSI TEMATICI
sono essere studiati utilizzando compiti relativamente naturalistici. Lutilizzo di paradigmi di ricerca visiva ci fornice
un esempio di questo tipo dapproccio sperimentale. Utilizzando appropriate condizioni di controllo, possibile studiare lattivit cerebrale mentre un volontario cerca stimoli
bersagli utilizzando display visivi complessi, ed possibile
dissociare lattivit legata ai processi di controllo attentivo
dallattivit puramente motoria. Questapproccio ci ha permesso di evidenziare il ruolo della parte dorsale del lobo parietale (e frontale) per il controllo volontario dellattenzione, in condizioni pi simili allesperienza quotidiana, rispetto a paradigmi molto pi semplici utilizzati in precedenza
per lo studio dellattenzione spaziale.
Conclusioni: in conclusione, una serie di studi fMRI ci hanno permesso di caratterizzare ulteriormente le funzioni di
controllo attentivo, identificando a livello corticale processi
volontari (endogeni) e fattori attenzionali legati al input sensoriale (attenzione esogena). I risultati evidenziano un legame fra attenzione endogena ed attivazione delle cortecce
fronto-parietali dorsali, in diverse condizioni sperimentali
(e.g. ricerca visiva, al netto dellattivit motoria legata allesecuzione di movimenti oculari). Daltra parte lattenzione esogena sembra coinvolgere principalmente aree frontoparietali ventrali, ma anche in questo caso fattori di tipo endogeno (e.g. rilevanza degli stimoli) continuano a giocare
un ruolo importante, interagendo con fattori puramente esogeni.
care emozioni facciali di sorpresa e emozioni negative rispetto ai soggetti non paranoidi. Il confronto tra pazienti
schizofrenici e controlli psichiatrici (pazienti affetti da disturbo depressivo maggiore e disturbo bipolare) ha prodotto
risultati discordanti. Nessuna relazione, infine, stata individuata tra i punteggi ottenuti ai compiti sulle emozioni e la
dose assunta di farmaci antipsicotici. Uno degli aspetti pi
interessanti legato al processamento delle emozioni concerne la ricaduta che questo ha sul funzionamento sociale e le
social skills. A questo riguardo, stato elaborato un modello bio-sociale 4, secondo il quale la percezione emotiva
avrebbe un effetto diretto sulloutcome funzionale e uno indiretto, in quanto medierebbe limpatto che la cognitivit ha
sugli esiti. Secondo questi autori, inoltre, limpatto della
percezione emotiva sulloutcome sarebbe parzialmente mediata dalle competenze sociali e dalla presenza di supporto
sociale.
Lalterazione della percezione emotiva ha ricevuto un crescente interesse negli ultimi anni anche in virt del perfezionamento delle metodiche di indagine. Dagli studi di neuroimmagine emerge che lamigdala svolge un ruolo cruciale nella generazione e nella regolazione del comportamento
emotivo e diverse evidenze suggeriscono che un danno dei
circuiti temporo-limbici-frontali, di cui lamigdala fa parte,
centrale nellespressione della schizofrenia 5. Gli studi disponibili sui circuiti implicati nel processo di riconoscimento delle emozioni suggeriscono una riduzione dellattivit
amigdaloidea nei pazienti schizofrenici 6.
Metodologia: lo scopo della relazione presentare i risultati di una nostra ricerca sul processamento emotivo nella
schizofrenia. Nello specifico, per comprendere meglio il legame tra laffettivit, gli aspetti psicopatologico-clinici e
loutcome funzionale, abbiamo reclutato un campione di
soggetti schizofrenici (n = 58) presso la SCDU Psichiatria 1
e il DSM Torino 1 Sud e un gruppo di controlli sani (n = 30)
al fine di confrontare le loro performance. Abbiamo utilizzato un protocollo computerizzato (Comprehensive Affect
Testing System versione italiana realizzata dal nostro gruppo di ricerca) che prevede la somministrazione di test volti
ad esplorare differenti aspetti dellespressivit facciale e del
tono di voce. I pazienti sono stati sottoposti ad un ampio assessment clinico (SCID, PANSS, CGI, CDSS, QLS, GAF,
FBF) e ad unapprofondita batteria di test cognitivi (TIB,
Stroop, CVLT, TMT, WCST).
Risultati: i risultati preliminari del nostro studio evidenziano che, rispetto ai controlli, i pazienti dimostrano una compromissione nellesecuzione di tutti i compiti di riconoscimento emotivo. Abbiamo rilevato unassociazione tra lelaborazione delle emozioni e specifiche caratteristiche cliniche, quali la sintomatologia positiva e generale, e la gravit
della malattia. Nessuna relazione stata osservata con le misure di funzionamento globale e di qualit di vita, mentre
sono confermati i dati della letteratura rispetto alla relazione tra funzionamento cognitivo (in particolare, attenzione,
memoria, astrazione) e percezione emotiva.
Conclusioni: il deficit di processamento delle emozioni nella schizofrenia risultato associato a diverse variabili cliniche e cognitive, suggerendo un ruolo di mediatore tra i diversi domini sintomatologici. I risultati di tali osservazioni
potrebbero avere importanti implicazioni pratiche in ambito
riabilitativo, relativamente al recupero di abilit e conoscenze sociali.
46
SIMPOSI TEMATICI
Bibliografia
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M. Raja, A. Erfurth
Sebbene il disturbo bipolare (DB) sia un quadro psicopatologico ben definito nelladulto, solo recentemente i clinici
hanno iniziato a porre questa diagnosi anche in et evolutiva. Le ragioni di questa difficolt diagnostica sono da ricercarsi nella diversa presentazione clinica della forma ad esordio precoce rispetto alla forma adulta e nella frequente comorbidit, che spesso induce a diagnosticare il disturbo in
comorbidit piuttosto che il DB. In questo presentazione valutiamo le caratteristiche dellatipicit del DB precoce rispetto alla forma adulta e linfluenza che le diverse comorbidit possono avere sullespressivit clinica del DB. Infine
vengono discusse le possibili implicazioni cliniche in relazione alla efficacia del trattamento farmacologico.
47
SIMPOSI TEMATICI
il reale esordio del disturbo dellumore spesso da collocare in adolescenza, e non raramente anche in et infantile.
corretto chiedersi se un disturbo ossessivo-compulsivo, un
disturbo da attacchi di panico, un disturbo dansia generalizzato (o altri disturbi dansia) possano costituire antecedenti clinici significativi di un disturbo bipolare che si conclamer pi tardi, anche in fasi pi avanzate della vita. Il
contemplare tale possibilit ha ovviamente grande ricaduta
sulloperativit clinica in termini diagnostici e terapeutici.
Un elemento cruciale la diagnosi precoce e corretta del disturbo dellumore, con le relative conseguenze sia psicoeducazionali sia di approccio farmacologico. per esempio
fondamentale discutere se limpiego precoce, massiccio e
indiscriminato di farmaci antidepressivi, comunemente usati in molti disturbi dansia, non possa pregiudicare o determinare il successivo andamento del disturbo dellumore. Il
riconoscimento di un disturbo dansia quale precursore e indicatore precoce di bipolarit, specie in pazienti con familiarit bipolare, potrebbe apportare grandi vantaggi in termini di prevenzione, diagnosi precoce, psicoeducazione e
corretta impostazione farmacologica. infatti da considerare se gli stabilizzanti dellumore non possano costituire da
subito un approccio farmacoterapeutico pi adeguato e pi
sicuro a molti disturbi dansia rispetto ai farmaci antidepressivi, finora ritenuti comunque di prima scelta.
I primi sintomi
A. Koukopoulos
Centro Lucio Bini, Roma
Spesso la madre di un paziente bipolare riferisce che allet
neonatale il bambino soffriva di insonnia e di problemi gravi di alimentazione. Pi tardi, nella prima infanzia si erano
presentati pavor nocturnus, ansia, eccessiva paura del buio,
paura degli estranei, ansia di separazione, rifiuto dellasilo,
pianti frequenti e spropozionati, enuresi e encopresi, ipercinesia, aggressivit, ossessivit, cefalea, nausea, disturbi dellalimentazione e difficolt di frequentare la scuola.
Tali disturbi possono essere prodromi precoci di varie patologie psichiatriche ma il medico rimane con limpressione
che questi disturbi siano stati veri prodromi precoci del disturbo bipolare manifestatosi molti anni dopo.
Pi specifici sono alcuni aspetti temperamentali come liperemotivit, la labilit dellumore, liperattivit, limpulsivit e laggressivit. Come manifestazioni precoci proprie del disturbo bipolare devono essere considerati gli stati depressivi, gli stati di eccitamento, gli stati affettivi misti, laggressivit, liperattivit, linsonnia, lansia e
lADHD. Il disturbo bipolare nel bambino ha una prevalenza di 0,2-0,4%.
G. Bersani, E. Alleva
Introduction: during early postnatal development, important processes that shape the mammalian brain are taking
place. This highly plastic period offers the possibility to epigenetic factors to affect brain structure and function. Indeed,
the early social environment is crucial for brain and behavioral development, as shown by the disrupting effects of its
impoverishment or deterioration. Children who experience
severe perturbations in care are at higher risk for the emergence of behavioral problems, including social behavior, or
of psychiatric diseases later in life. In rodents, manipula-
SIMPOSI TEMATICI
La schizofrenia una malattia a genesi multifattoriale, nella quale fattori genetici e ambientali contribuiscono, con associazioni di peso differente, nella eziopatogenesi della malattia. Studi post mortem e di brain imaging hanno evidenziato in questi pazienti alterazioni della citoarchitettonica
neuronale e perdita di sostanza in numerose aree cerebrali
tanto da far ipotizzare meccanismi patogenetici che implicherebbero alterazioni del neurosviluppo o processi neurodegenerativi. Negli ultimi anni, la scoperta della neurogenesi adulta ha attratto una grande attenzione nellipotesi di
un possibile utilizzo terapeutico delle cellule staminali, in
maniera diretta o mediata, al fine di ripristinare materiale
neuronale nelle aree cerebrali danneggiate.
Nello specifico, noto che le cellule staminali, multipotenti per la generazione di neuroni, astrociti e oligodendrociti
esistono nel SNC sia durante lo sviluppo che nelladulto.
Queste cellule possono essere indotte a proliferare in vitro e
potrebbero ricoprire una potenziale fonte di materiale di ricambio o un veicolo di fattori trofici/protettivi, quali le
neurotrofine e, nel caso di malattie geneticamente determinate, potrebbero essere utilizzate come vettori cellulari per
la sostituzione di geni difettosi o mutati.
Lesatto ruolo delle cellule staminali neurali nel SNC adulto non stato ancora perfettamente chiarito, tuttavia molte evidenze sarebbero a favore dellimplicazione di queste
cellule in alcuni meccanismi patogenetici della schizofrenia, presumibilmente attraverso fenomeni di alterata neurogenesi.
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G. de Girolamo, G. Neri
SIMPOSI TEMATICI
Nelle strutture pubbliche era costante il ricorso alla farmacoterapia, e attivit riabilitative strutturate venivano espletate nel 39% di esse. Psicoterapia individuale (a vario orientamento) e/o familiare era garantita da poco meno di un terzo dei centri. Le porte dellarea di degenza risultavano chiuse (in almeno unarea) nel 93% degli SPDC, nell82% delle
CPU, nel 42% delle CC e nel 6% dei CSM 24h. La frequenza del ricorso alla contenzione meccanica era correlata
direttamente al numero di regole in vigore allinterno della
struttura, ed inversamente al numero di interventi psicoterapici offerti.
Conclusioni: si evidenzia una notevole variabilit fra i
centri di ricovero in termini di caratteristiche strutturali,
dotazione di personale, regole interne ed interventi terapeutici. Emerge inoltre da uno scarso ricorso a psicoterapia e riabilitazione. Tali risultati sottolineano la necessit
di individuare adeguati standard assistenziali, applicabili
su base nazionale, e di arricchire lofferta di interventi terapeutici.
Bibliografia
De Girolamo G, Barbato A, Bracco R, Gaddini A, Miglio R, Morosini P, et al. The characteristics and activities of acute psychiatric in-patient facilities: a national survey in Italy. Br J Psychiatry 2007;191:170-7.
50
SIMPOSI TEMATICI
B. Carpiniello, L. DellOsso
di malattia, o la presenza di disturbi da tic, ad esempio, possono essere indicatori di scarsa probabilit di risposta ai trattamenti farmacologici, alcuni studi hanno segnalato uninfluenza negativa del genere maschile sulla risposta ai trattamenti mentre altri non sono riusciti a confermare tale dato.
La discrepanza tra i risultati dei diversi autori , a nostro
giudizio, da attribuire ad altri fattori che, come sopra ricordato, si ritrovano associati ad un esordio precoce del disturbo, come una lunga durata di malattia, la presenza di un disturbo da tic in comorbidit, ecc.
Il genere sembra invece esercitare una influenza sul lungo
termine, soprattutto per quanto riguarda la prevalenza degli
effetti collaterali riscontrati con diversi farmaci antiossessivi. In uno studio sulla prevalenza dellaumento di peso associato al trattamento protratto del DOC abbiamo rilevato
che un incremento di peso statisticamente superiore si aveva nel campione di sesso femminile, con alcune differenze
tra i singoli composti antiossessivi. Questo significa che un
parametro importante che il clinico deve tenere a mente nel
momento in cui prescrive un farmaco antiossessivo soprattutto ad una donna la possibilit di incremento ponderale,
mentre tale effetto collaterale sembra determinare in minor
misura la scelta di un farmaco se il clinico si trova davanti
un soggetto di sesso maschile.
SIMPOSI TEMATICI
matica anche di eventi cos detti low magnitude 9 10, presso la Clinica Psichiatrica dellUniversit di Pisa, stato sviluppato un modello di approccio al PTSD: lo Spettro PostTraumatico da Stress. Tale modello stato realizzato allinterno di una collaborazione con ricercatori della Columbia
University di New York, del Western Psychiatric Institute
and Clinic dellUniversit di Pittsburgh e dellUniversit
della California S. Diego. Con il termine spettro si indica
lapplicazione di un concetto dimensionale a tale disturbo
che considera il continuum che collega la fenomenologia
atipica e sottosoglia, talora espressione di tratti stabili di
personalit, alla sintomatologia tipica e conclamata dello
specifico disturbo di Asse I. Lo Spettro Post-Traumatico da
Stress esplora quindi le sindromi post-traumatiche secondo
tre dimensioni: la dimensione degli eventi potenzialmente
traumatici, che include anche eventi non oggettivamente
estremi, low magnitude events; la dimensione della reazione acuta o peri-traumatica; e la dimensione dei sintomi
post-traumatici. stata quindi sviluppata unintervista clinica strutturata tesa ad indagare lo Spettro Post-Traumatico da
Stress: lo SCI-TALS 11, composta da 116 domande articolate in 9 Domini. Presso la Clinica Psichiatrica 2 delUniversit di Pisa stato quindi realizzato uno studio finalizzato ad
esplorare le differenze di genere nello Spettro Post-Traumatico da Stress in un campione di 70 pazienti con PTSD (in
accordo con il DSM-IV-TR) versus 70 controlli sani.
Dati derivati da indagini epidemiologiche nella popolazione
generale hanno riportato interessanti differenze di genere,
per quanto riguarda lesposizione agli eventi potenzialmente traumatici (DSM-IV), con prevalenza a favore dei maschi
non solo nel numero totale di traumi esperiti nellarco della
vita, ma anche per certe tipologie di traumi. Gli uomini riportano infatti tassi di esposizione significativamente superiori per eventi quali: aggressioni fisiche, minacce con armi
da fuoco, combattimenti militari, catastrofi naturali, incendi
ed incidenti automobilistici 3. Le femmine invece mostrano
una prevalenza di traumi di natura sessuale: quali abusi, molestie e violenze di varia natura o stupri 2 3 6.
Secondo lapproccio multidimensionale delineato dallo
Spettro Post-Traumatico da Stress la prima dimensione include lo spettro degli eventi. Questo comprende, oltre agli
eventi delineati dal DSM-IV-TR, anche traumi non considerati oggettivamente estremi (DSM-IV), ma intrinsecamente potenzialmente rilevanti per limpatto sullequilibrio
psicologico di un individuo, quali: ripetuti fallimenti a scuola o sul lavoro, essere picchiato o minacciato fisicamente,
aver subito denunce o azioni disciplinari, arresti o incriminazioni, cambiamenti di abitazione, scuola o lavoro di cui si
pentito, separazioni da figure importanti, divorzi. In linea
con i dati della letteratura, i risultati del nostro studio riportano, nei pazienti con PTSD, una prevalenza nel genere maschile anche per questi eventi, mentre le femmine riportavano prevalentemente eventi quali avances sessuali indesiderate, abusi fisici, aborti o eventi di perdita. I 70 soggetti sani mostravano dati sovrapponibili, confermando quindi un
rischio di esposizione genere-correlato.
Per quanto riguarda la dimensione della risposta peri-traumatica, che comprende sintomi che il soggetto esperisce
nel momento del trauma, o negli attimi subito seguenti, gli
autori riportano dati discordanti. Se da un lato Zlotnick et
al. 12, hanno evidenziato in donne con PTSD una frequenza
di sintomi dissociativi significativamente superiore ai ma-
schi, altri 13 14 hanno riscontrato percentuali pressoch sovrapponibili tra maschi e femmine (76,6 e 81% rispettivamente). Tali sintomi tuttavia, rappresentano nelle femmine
un importantissimo fattore di rischio per lo sviluppo di PTSD, che ne aumenta lincidenza di circa 7 volte rispetto ai
maschi 13.
La seconda dimensione dello SCI-TALS esplora la risposta
acuta peri-traumatica. Nel nostro studio sono emersi quadri
clinici sostanzialmente simili piuttosto che differenti tra i
due sessi, eccetto la tendenza significativamente superiore
nelle donne a riportare sintomi neurovegetativi come nausea
o dolore addominale. interessante tuttavia osservare che
nei soggetti senza disturbo conclamato i sintomi venivano
riportati in percentuali tendenzialmente superiori dalle donne, sia per quanto riguarda i sintomi sottosoglia che i sintomi conclamati.
La terza dimensione dello SCI-TALS rappresentata dallo
spettro sintomatologico post-traumatico da stress che include
sia i sintomi tipici che atipici o subclinici, che gli aspetti comportamentali e personologici correlati al disturbo di Asse I.
Nei pochi studi presenti in letteratura sulle differenze di genere, sono riportati dati discordanti nei quadri clinici conclamati di PTSD. Alcuni evidenziano infatti solo la tendenza ad una prevalenza di sintomi di aumentato arousal e di
evitamento e ottundimento affettivo nelle femmine 13, mentre altri riportano anche una maggiore frequenza di sintomi
di rievocazione 12.
I nostri dati (SCI-TALS) mostrano una prevalenza lievemente superiore nei maschi per i sintomi di rievocazione,
mentre nelle femmine per quelli di evitamento e ottundimento affettivo. Gli uomini riportavano in modo significativamente superiore rispetto alle donne sentimenti di sfiducia
verso gli altri, sintomi atipici di evitamento o ottundimento
affettivo. Nei sintomi di iperarousal non sono emerse differenze significative tra i due sessi, se non una leggera prevalenza nelle femmine per sintomi come trasalire facilmente
per rumori improvvisi e difficolt ad addormentarsi, e nei
maschi per sintomi come incapacit ad abbassare la guardia
e rilassarsi. risultato di nuovo interessante osservare che
tali differenze di genere risultavano pi evidenti nel campione dei soggetti sani.
Negli ultimi anni, le differenze di genere si sono dimostrate
un argomento di sempre maggiore interesse in ambito medico e soprattutto in ambito psichiatrico. Questo risultato ancora pi rilevante nel Disturbo Post-Traumatico da Stress, dove la netta superiorit delle donne colpite ha rappresentato un
interessante spunto per la ricerca orientata ad un approccio di
genere. La letteratura tuttavia esigua e se da un lato mostra
dati inequivocabili sulla maggiore vulnerabilit delle femmine per il PTSD, dallaltro non evidenzia rilevanti differenze
sintomatologiche. Lo studio svolto presso la Clinica Psichiatrica 2 dellUniversit di Pisa, teso ad esplorare le differenze
di genere nello Spettro Post-Traumatico da Stress in pazienti
con PTSD vs. controlli sani, ha mostrato la presenza di similitudini, piuttosto che di differenze, nei quadri sintomatologici dei pazienti con disturbo conclamato. La presenza tuttavia
di differenze di genere nella sintomatologia riferita dai soggetti sani, suggerisce un possibile effetto patoplastico del genere pi evidente nelle forme subsindromiche del disturbo. I
nostri dati sostengono quindi limportanza dello studio di
queste ultime forme subcliniche al fine di una maggiore comprensione delleziopatogenesi del PTSD.
52
SIMPOSI TEMATICI
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SIMPOSI TEMATICI
nei due sessi. Le conoscenze circa uneventuale risposta differenziale ai trattamenti, sia clinici che psicosociali, fra maschi e donne sono tuttora scarse, mentre appare sufficientemente documentata da un lato una modalit di utilizzo dei
trattamenti farmacologici non differenziata in funzione del
genere di appartenenza, dallaltro una maggiore vulnerabilit
femminile agli effetti collaterali da antipsicotici.
Conclusioni: a fronte di documentate differenze di genere
per quanto concerne manifestazioni cliniche, modalit di
decorso e di esito e risposta ai trattamenti, le ricadute di tali conoscenze in termini di pratica clinica appaiono tuttora
scarse.
A. Goracci, S. Scarone
vanno al di l di quella che la pura espressione sintomatologica del disturbo. Non ci sono molti dati a conferma di queste osservazioni cliniche dal punto di vista sperimentale (Hellerstein et al., 2000). Nel topo trattamenti farmacologici con antidepressivi diversi possono modificare
le loro interazioni sociali andando ad agire sul comportamento aggressivo (Mitchell et al., 1991; 1992; Niesink &
Van Ree, 1982). Per quello che riguarda le modificazioni
personologiche indotte dalle terapie farmacologiche nelluomo, ci sono dei dati che sembrerebbero indicare che
farmaci antidepressivi posseggono, oltre ad un effetto antidepressivo, anche la capacit di modificare quelle variabili che predispongono alla depressione e al suo mantenimento, di quei tratti che definiremmo personologici
(Andrews et al., 1998). Uno studio di confronto delleffetto di imipramina, sertralina e placebo in doppio cieco sulle caratteristiche di personalit suggerite da Cloninger,
mostra come i farmaci modificano alcune di queste dimensioni, particolarmente lharm avoidance ovvero levitamento del rischio (Hellerstein et al., 2000). Con la paroxetina Akkerman (1992) ha evidenziato come le modificazioni sarebbero a livello dei meccanismi di difesa definiti come immaturi rispetto ad altri pi maturi, che resterebbero invece immodificati. Gelfin (1998) nei volontari sani ha evidenziato che con la fluoxetina, se si riscontrano delle modificazioni queste si verificano soltanto
quando esiste anche il pattern sintomatico del disturbo depressivo. Knutson, (1998) su volontari sani, con la paroxetina in confronto al placebo ha valutato delle caratteristiche pi strettamente psicologiche, mettendo in evidenza
modificazioni significative in corso di trattamento di 4 settimane di paroxetina rispetto al placebo, significative per
lostilit e il tipo di affetti; inoltre tali variabili correlano in
maniera statisticamente significativa con i livelli ematici
54
SIMPOSI TEMATICI
te responsabili della patologia depressiva ma anche su zone cerebrali neutre o in genere non coinvolte nella fenomenologia morbosa.
Questa relazione si propone lo scopo di revisionare criticamente i dati di letteratura ad oggi disponibili sui temi sopra
accennati. Presenter poi una ricerca in corso di svolgimento presso il Servizio per i disturbi depressivi e dansia dellUniversit di Torino tesa ad indagare in un primo momento il peso della presenza di disturbi di personalit (valutati
con la Strucured Clinical Interview for DSM Axis II disorders (SCID-II)) sulla risposta alle terapie con SSRIs in un
campione clinico di pazienti affetti da disturbo depressivo
maggiore unipolare confrontati con un campione appaiato di
pazienti affetti da disturbo ossessivo compulsivo. Sullo stesso numero di pazienti stata valutata inoltre la presenza dei
temperamenti affettivi di Akiskal (con la Temperament Evaluation Memphis-Pisa/Paris-San Diego Interview (TEMPSI)) e la loro rilevanza sulla risposta al trattamento. In seconda istanza tale studio si propone di valutare le eventuali ripercussioni sulla personalit e sul temperamento con una rivalutazione in singolo cieco dopo almeno sei mesi di terapia
continuativa con SSRIs.
A. Vitalucci
Servizio per i Disturbi Depressivi e dAnsia, Dipartimento
di Neuroscienze, Universit di Torino
dai primi anni Sessanta (Brodeur, 1965; Downing &
Rickels, 1967) che la letteratura scientifica si interroga su
quale peso possano avere sulla risposta agli antidepressivi
variabili non necessariamente patologiche quali tratti di personalit e temperamento. Il peso della personalit sulla risposta e loutcome dei trattamenti antidepressivi ad oggi
controverso, ma va considerato come anche leventuale presenza in comorbidit di disturbi di personalit non debba necessariamente essere visto come un impedimento alla buona risposta terapeutica (Mulder, 2002). Per quanto riguarda
il temperamento, oltre agli studi condotti secondo il modello di Cloninger, attenzione recente nei clinici suscitata dai
temperamenti affettivi di Akiskal e dalle implicazioni sulla
terapia dei disturbi dellumore di tipo bipolare (ad esempio
Kesebir et al., 2005).
poi daltra parte sufficientemente comprovata linfluenza delle terapie soprattutto serotoninergiche su aspetti che
vanno oltre alleffetto terapeutico ricercato e degli eventuali effetti collaterali. In particolare numerosi sono gli
studi sulleffetto degli antidepressivi sul funzionamento
cognitivo (ad esempio Amado-Boccara et al., 1995). Recenti studi di topografia EEG e di tomografia elettromagnetica a bassa risoluzione hanno messo in luce lo specifico interessamento ed attivazione funzionale di alcune aree
cerebrali e non altre con SSRI (citalopram) rispetto ad altre classi di psicofarmaci (benzodiazepine, neurolettici e
psicostimolanti) (Saletu et al., 2006). Questi dati individuano una mappa di azione del farmaco sia su aree reputa55
Universit di Firenze
Introduzione: il pathological gambling (PG), disturbo appartenente al polo impulsivo dello spettro ossessivo-impulsivo, presenta una disfunzione dei processi decisionali
caratterizzata da una componente di impulsivit e di risk
taking behaviors. Lassunzione di scelte rischiose valutabile sia tramite correlati clinici, quali la performance allo
Iowa Gambling Task (IGT), che neurobiologici, come il ridotto flusso a livello della corteccia inibitoria prefrontale
(CPF), area di integrazione dei processi decisionali 1. La
normalizzazione delle alterazioni di questarea in soggetti
affetti da patologie dello spettro impulsivo stata correlata allefficacia di farmaci serotoninergici 2. Correlati clinici e neurobiologici opposti, sovra-valutazione del rischio e
aumento dellattivit a livello della CPF, sono presenti al
polo ossessivo dello spettro e la loro riduzione stata correlata allefficacia di fluvoxamina e paroxetina. Impairment decisionale e laumentato metabolismo della CPF sono considerati inoltre criteri prognostici negativi di risposta agli SSRI nel disturbo ossessivo 3 4. Lobbiettivo del
presente studio valutare lazione del litio, farmaco efficace nel trattamento del PG e in generale dei fenomeni impulsivi 5, sullimpairment decisionale e sulle diverse componenti dellimpulsivit, valutandone gli effetti a livello
corticale e clinico.
Metodologia: 11 giocatori e 11 controlli sono stati sottoposti in doppio cieco a somministrazione di 300mg di litio o
placebo per la durata di 10 settimane. A inizio e fine sperimentazione sono state effettuate una PET scan, PGYBOCS, BIS-11, PG-CGI e IGT.
SIMPOSI TEMATICI
Risultati: stato evidenziato un progressivo aumento successivo al trattamento di scelte vantaggiose allIGT, un miglioramento alla PG-YBOCS, ala PG-CGI e alle sezioni
dellimpulsivit attentiva e dellimpulsivit senza pianificazione della BIS-11. Il punteggio alle sezioni dellimpulsivit
motoria invece risultato aumentato. Alla PET risultato un
incremento parallelo dellattivit metabolica nella CPF sinistra (soprattutto area 11, ma anche 12, 47).
Conclusioni: limpulsivit, oltre ad essere caratterizzata da
una ampia eterogeneit dal punto di vista clinico, lo anche
anche da un punto di vista neurobiologico: sono diversi i
circuiti neuroanatomici implicati 6. I risultati di questa indagine indicano come il Litio agisca principalmente sui circuiti relativi alla CPF ventromediale che regolano principalmente lintegrazione di afferente emotive nei processi decisionali. Limpulsivit attentiva e non pianificante, che corrispondono a tipologie di impulsivit disfunzionali, manifestano infatti un decremento mentre incrementa invece
limpulsivit motoria (impulsivit funzionale) che regolata prevalentemente dai circuiti facenti capo alla CPF dorsolaterale.
Bibliografia
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Potenza MN, Leung HC, Blumberg HP, Peterson BS, Fulbright
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review. Isr J Psychiatry Relat Sci 2006;43:74-80.
Il modello sequenziale
G.A. Fava, S. Fabbri, E. Tossani, E. Tomba, C. Rafanelli
Dipartimento di Psicologia, Universit di Bologna
Psicoterapia e farmacoterapia sono state tradizionalmente
associate in contemporanea nei disturbi ansiosi e depressive. I risultati sono spesso per stati deludenti. Recentemente stato proposto un modello sequenziale di associazione
(psicoterapia dopo farmacoterapia, farmacoterapia dopo il
completamento della psicoterapia, uso successivo di due
tecniche psicoterapiche).
Lapplicazione della psicoterapia cognitivo-comportamentale per il trattamento della sintomatologia residua che persiste dopo trattamento farmacologico si rivelata efficace
nel ridurre le ricadute del disturbo depressivo maggiore in
svariati studi controllati randomizzati.
Il trattamento sequenziale non fa parte delle strategie di
mantenimento: un approccio intensivo, articolato in 2 fasi, che basato sulla crescente consapevolezza che un unico trattamento non risulta adeguato nella maggior parte dei
pazienti con disturbi ansiosi e depressivi. Una nuova applicazione del modello quella di contrastare la perdita di efficacia che si pu verificare durante il trattamento farmacologico a lungo termine. Abbiamo di recente completato uno
studio pilota in cui un approccio familiare secondo il modello McMaster ha fornito risultati migliori a lungo termine
del semplice trattamento farmacologico, utilizzando il modello sequenziale.
Bibliografia
Fava GA, Ruini C, Rafanelli C. Sequential treatment of mood and
anxiety disorders. J Clin Psychiatry 2005;66:1392-400.
56
SIMPOSI TEMATICI
sai difficoltoso iniziare o far progredire un lavoro psicoterapico. Viene introdotta prima la farmacoterapia quindi, ridotto
il quadro sintomatologico di sofferenza, la psicoterapia. Il
punto nodale per tale intervento tuttavia un modello teorico
di riferimento forte, che non veda farmaco e psicoterapia tra
loro in opposizione (spiegazione patogenetica chimica contro
spiegazione psicologica). Fu proposto un modello integrativo
utile alcuni anni fa (Biondi, 1995) utilizzato in diversi studi
susseguenti, dei quali sar presentata una sintesi, con risultati favorevoli non tanto a breve termine quanto alla valutazione di remissione a distanza di anni.
Questo tipo di intervento basato sul concetto di apprendimento, prospetta lidea di una biologia della psicoterapia
e si articola tra gli altri su alcuni punti pratici:
spiegazione al paziente del razionale di un trattamento integrato che usa insieme farmaci e psicoterapia;
possibile significato della malattia (es. spiegazione dei
sintomi; perch questo disturbo in questa precisa fase della propria vita), in una prospettiva fondata in parte sulla
tecnica cognitiva (Reda, Liotti, Guidano) e su una prospettiva esistenziale (prospettiva cognitivo-esistenziale);
distinzione per il paziente tra assunzione attiva e assunzione passiva del farmaco;
psicoterapia centrata sulla forma (come) e sul contenuto
del pensiero (che cosa e perch, significati simbolici e interpretazione), con interventi per modificare lo stile di
pensiero ansioso, fobico, ossessivo, depressivo;
ruolo centrale dellapprendimento, istruzioni per esposizione graduale, cambiamenti del comportamento e messa
in pratica dello stile di pensiero appreso durante riduzione molto lenta dei farmaci nellarco di almeno 2-4 fino a
6-8 mesi.
Esistono per tale tipo di intervento farmacosequenziale diversi problemi. In primo luogo, va concepito come per una
parte dei casi; in secondo luogo, pone difficolt da risolvere
nella relazione tra due terapeuti; in terzo luogo presenta dei
costi maggiori; in quarto luogo, richiede particolare attenzione in ambito pubblico, dovuto a problematiche organizzative.
Bibliografia
Biondi M. Beyond the mind-brain dichotomy and toward a common
organizing principle of psychotherapy and pharmacotherapy.
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Kandel ER. Psychiatry, psychoanalysis and the new biology of
mind. Washington: APA 2006.
57
SIMPOSI TEMATICI
M. di Giannantonio, M. Alessandrini
A. Castellani, G. Spinetti
interni ed esterni di varia natura. Questi processi comportano modificazioni relativamente stabili del cervello, sia nella
risposta funzionale che nella morfologia. Le principali manifestazioni della neuroplasticit nel cervello adulto comprendono: 1) modificazioni nellespressione genica; 2) modificazioni nella plasticit delle sinapsi; 3) neurogenesi.
Questi concetti verranno utilizzati per analizzare le basi biologiche della cognitivit e le attuali conoscenze sulla disabilit cognitiva. Un esempio dellapplicazione di queste cono-
58
SIMPOSI TEMATICI
scenze rappresentata dalle ipotesi recenti sulla eziopatogenesi della schizofrenia, basate anche sulle nuove acquisizioni
relative ai geni di suscettibilit e alla loro relazione con gli endofenotipi per questa malattia. In questottica la schizofrenia
vista essenzialmente come una patologia del neurosviluppo
e della connettivit neurale. Gli eventi avversi ambientali, in
combinazione con la suscettibilit genetica, inducono alterazioni del neurosviluppo (ad es. nella formazione e migrazione dei neuroni e/o nella sinaptogenesi) che portano alla formazione di circuiti neuroanatomofunzionali alterati. Questo
processo produce disfunzioni nei processi cognitivi (attenzione, emozione, linguaggio, memoria), che sono poi seguite
dalla comparsa di sintomi positivi (deliri, allucinazioni) e negativi (pensiero disorganizzato, ecc.). I principali aspetti neurobiologici saranno analizzati, con particolare attenzione ad
alcuni geni recentemente studiati per il loro ruolo nella neuroplasticit ed il probabile coinvolgimento nelle patologie in
cui vi una compromissione delle funzioni cognitive.
59
SIMPOSI TEMATICI
60
SIMPOSI TEMATICI
N. Lalli, G. Bartocci
procedurale (MP), definita anche memoria implicita e memoria dichiarativa (MD), definita anche memoria esplicita.
A.1. Memoria a breve termine
La memoria a breve termine coincide con il termine utilizzato da W. James di memoria immediatae corrisponde a
quel tipo di memoria che riguarda sensazioni o percezioni
che noi riusciamo a ritenere nella nostra mente per un periodo di tempo che oscilla da pochi secondi fino ad un massimo di trenta minuti e che, se non viene trasformata in
MLT, porta alloblio.Se alcune percezioni sono molto significative o comunque sono necessarie per dare un senso al
contesto generale, si costituisce una forma particolare di
MBT definita memoria di lavoro.
A.2. Memoria a lungo termine
I dati contenuti nella MBT possono, tramite il cosiddetto
processo di consolidamento, trasformarsi in memoria a
lungo termine: in questo arco di tempo possono avvenire fenomeni definiti di inferenza retroattiva che testimoniano
che i dati mnestici possono subire processi di elaborazione
e trasformazione anche prima di diventare definitivi.
A.3. Memoria procedurale (o implicita)
Sul piano evolutivo la memoria viene considerata come una
funzione utile, sulla base dellapprendimento, a prevedere il
futuro, utile e necessaria per la sopravvivenza. In questo senso la memoria procedurale sembra assolvere un compito importante, rispetto alla formazione di modelli mentali che
guidano il bambino e poi ladulto ad interpretare il presente e
poter prevedere future esperienze. Nella MP non c partecipazione della coscienza ai processi di registrazione e di recupero delle esperienze e dei ricordi. Tali elementi (non dichiarativie dalla formazione precoce nel tempo) sono fondamentali nel delineare il senso soggettivo di s: si agisce, si
sente e si pensa senza necessariamente riconoscere linfluenza delle passate esperienze sulla realt presente. Comprende
diverse forme di memoria: emozionale, comportamentale,
percettiva e probabilmente somato-sensoriale. Le strutture cerebrali coinvolte comprendono: lamigdala ed altre regioni
limbiche (memoria emozionale), i nuclei della base e la corteccia motoria (memoria comportamentale), la corteccia percettiva (memoria percettiva) e, seppur non vi siano evidenze
scientifiche a riprova di ci, molto probabile che siano anche coinvolte la corteccia somato-sensoriale, orbito-frontale e
cingolare anteriore (memoria somato-sensoriale). indipendente invece dal lobo temporale mediale e dallippocampo.
Un problema centrale comprendere se la MP possa corrispondere al concetto di inconscio in psicanalisi oppure no.
A.4. Memoria dichiarativa (o esplicita)
ci che comunemente si intende per memoria: infatti in
questo tipo il ricordo accompagnato dalla sensazione interna della consapevolezza di ricordare. Ne vengono riconosciute due sottoforme: semantica e autobiografica (o episodica)
Nella memoria semantica vengono inclusi la conoscenza e i
SIMPOSI TEMATICI
giche della memoria suggeriscono lopportunit di un confronto con la pratica clinica in psicoterapia in merito al ruolo svolto in essa da alcune nozioni: in particolare, la nostra
attenzione si centra sulla rimozione.
Sappiamo quanto questa parola sia entrata nel linguaggio
comune fino a essere usata come sinonimo della parola dimenticanza in contesti che poco o nulla hanno a che fare con
la pratica psicoterapeutica. Il recupero dei ricordi infantili
nello specifico del processo (psico)terapeutico appare invece un esercizio pressoch desueto, salvo alcune interessanti
eccezioni. La psicoterapia infatti sembra andare oggi sempre pi nella direzione di privilegiare lhic et nunc e la ricostruzione e costruzione di narrazioni condivise piuttosto che
di ristabilire una supposta verit attraverso il recupero di ricordi infantili rimossi. Il fatto che in alcuni settori (child
abuse) si sia tornato a parlare di cura come ritrovamento
della memoria di fatti accaduti, con relativi risvolti legali,
pu invece essere di stimolo a una riflessione. Seguendo
questo spunto, la questione della memoria ci porta infatti al
centro di un problema interessantissimo e attuale: quello del
vero e del falso in psicoterapia, o forse meglio delluscita da
questa dicotomia introducendo un terzo elemento che
quello delle fantasie e della loro validazione.
Metodologia: la metodologia adottata per interrogarci e
proporre alla discussione tali questioni principalmente
storica ma non trascura il confronto con lo sviluppo delle
conoscenze biologiche e cliniche. Ci siamo limitate a indagare alcuni passaggi che ci piacerebbe fossero oggetto di
approfondimento. Il primo quello di come Freud arriva
alla nozione di rimozione, nel 1915, nellambito del progetto di costruire una metapsicologia, raccogliendo in forma sistematica le osservazioni frammentarie del periodo
precedente. Il secondo la polemica tra Freud e Laforgue
sulla necessit di distinguere una rimozione fisiologica, o
tuttalpi nevrotica, dallo scotoma, presupposto del costituirsi di una scissione psicotica. Il terzo rappresentato
dal ritorno in voga della teoria del trauma nel momento
dellevidenziarsi di una profonda crisi del freudismo determinata, oltre che da molti altri complessi fattori, anche
dallo sviluppo delle neuroscienze. Il quarto riguarda i mutamenti intervenuti nella clinica nel corso di pi di un secolo per cui labbandono del modello dellisteria sembra
averci posto di fronte a una situazione drammatica di aggravamento, di psicotizzazione e di cronicizzazione di
quadri clinici, problema reso ancora pi acuto dalle difficolt della psichiatria e della psicoterapia occidentale ad
affrontare la patologia dei migranti.
Risultati: il modello psicodinamico della memoria sviluppatosi tra la fine dellOttocento e i primi del novecento nella cultura delloccidente, sembra avere avuto una notevole
fortuna in ambito culturale, quantunque rudimentale e forse
infondato. La vicenda di questo modello in ambito clinico
appare storicamente legata a quella dellisteria e, andando
pi a fondo, connessa a una problematica molto complessa
quale quella del rapporto tra isteria e psicosi in particolare
schizofreniche (Hacking). Tale modello appare oggi del tutto inattuale e inadeguato, ma le vicende storiche a cui andato incontro richiederebbero uno sforzo di riflessione critica per colmare il vuoto e riparare i danni che hanno prodotto. Dallesame dei passaggi storici proposti emerge lesigenza di comporre in modo virtuoso una comunicazione e
un confronto tra sviluppi delle conoscenze biologiche, ap-
62
SIMPOSI TEMATICI
63
SIMPOSI TEMATICI
entit onniveggente ha avuto una forte influenza sul progresso della moralit.
La relazione di oggi dedicata a sviluppare il tema dellinfluenza delle credenze religiose verso il funzionamento psichico. I fattori religiosi non sono certo neutrali nellindirizzare la mente, nel mantenere vivi particolari tipi di ricordi,
nel suscitare esperienze, nellindurre percezioni: un complesso di condizionamenti che influenzano non solo il clima
psicologico di ogni contesto sociale ma anche (se preferite
il linguaggio delle neuroscienze) il funzionamento della rete sinaptica del cervello biologico.
Bibliografia
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Religious influence upon psychiatric theories. World Cultural Psychiatry Research Review 2006:1. www.wcprr.org
A. De Pascale, A. de Bartolomeis
Il modello cognitivo-evoluzionista:
una teoria della mente
B. Intreccialagli
Roma
Nellambito delle terapie cognitiviste un importante settore
di ricerca si rivolto allepistemologia evoluzionista per
fondare una teoria della motivazione coerente con la visione dello sviluppo della conoscenza di s e degli altri esplorata dalla psicologia cognitivista.
Lassunto di base dellepistemologia evoluzionista riguarda
la necessit di prendere le mosse da ci che luomo ha in comune con le altre specie animali per arrivare a comprendere e valutare adeguatamente ci che specificamente umano, come la capacit di formare relazioni durevoli con singoli membri della propria specie e la costruzione della coscienza, probabilmente la pi complessa tra le funzioni psichiche.
Tale teoria evoluzionista individua alcuni fondamentali sistemi motivazionali a ciascuno dei quali corrisponde una
particolare forma di comportamento sociale che seppure innati sono suscettibili di modificazioni in funzione delle variabili legate allesistere e al divenire.
64
SIMPOSI TEMATICI
E. Costa, J. Vanderlinden
type and the bulimia nervosa patients, especially sexual harassment and sexual abuse both within the family and outside. Remarkably, those patient samples with the highest incidence of traumatic experiences (i.e. AN purging type and
BN), also report the highest scores on the eating disorder
questionnaires (EDI and EDES) and the have a significantly more disturbed body image and experience (BAT). At the
same time they show the highest scores on the dissociation
questionnaire together with a wide variety of general psychopathological characteristics (SCL-90).
Next a comparison was made in the total sample and in the
separate diagnostic groups between those patients reporting
trauma and those without a trauma history. Again the data
demonstrate that the trauma sample reports significantly
more comorbid symptoms on all measurements compared to
the non-trauma sample.
Conclusion: the data clearly show that trauma experiences
can play an important etiological factor not only in the development of an eating disorder (mostly with bingeing and
purging behaviour) but also in the development of a wide
variety of comorbid psychopathological characteristics.
Some hypotheses about the link between trauma and the development of comorbidity will be proposed together with
some recommendations for the treatment of eating disorder
patients with a history of trauma.
References
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SIMPOSI TEMATICI
bulimia e il binge eating, poco studiati sono i fattori psicologici patogenetici, le co-morbilit psichiatriche relativamente ai soggetti con sovrappeso e obesit. Noti sono invece i fattori predisponesti al sovrappeso e obesit nei malati
psichiatrici trattati, sia per effetto della patologia, sia per effetto dei farmaci. La letteratura riporta prevalentemente una
discreta presenza di personalit border line tra i soggetti in
sovrappeso o obesi. La difficolt di reperire dati su questa
problematica sta nella assenza di mirata attenzione psicopatologica ai soggetti con problemi di sovrappeso e obesit. La
clinica dellobesit coinvolge discipline estranee alla psichiatria, e spesso gli insuccessi di una dieta, di tecniche psicologiche comportamentali o di interventi chirurgici viene
ascritta alla implicita difficolt del soggetto, che tende a collassarsi sulla propria impotenza e inadeguatezza rispetto al
compito che gli viene assegnato. Purtroppo, scarse sono le
risorse farmacologiche, se non quelle note, mirate a correggere lintroito alimentare e/o il desiderio di cibo. Luso di
antidepressivi, seppure inizialmente produce un qualche miglioramento, porta col tempo ad esaurire la sua azione su ci
che rappresenta il problema principale, il raggiungimento
del peso desiderabile.
Abbiamo raccolto un campione di soggetti con BMI uguale o
superiore a 25 afferente allAmbulatorio per I Disturbi dAnsia e dellUmore della SC Psichiatria dellOspedale San
Bassiano di Bassano del Grappa (Vicenza). Questi soggetti
sono stati studiati e analizzati in rapporto alla diagnosi di asse I e alleventuale presenza di disturbo di personalit.
I dati sommari e parziali dello studio in progress ci permettono di evidenziare limportanza della personalit come fattore patogenetico nellinstaurarsi e nel mantenimento del
peso eccessivo, e come questa variante incida fortemente
sullefficacia dellazione terapeutica e dietetica intrapresa.
Bibliografia
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66
SIMPOSI TEMATICI
A. Rossi, F. Catapano
SIMPOSI TEMATICI
eating disorder, Night eating syndrome, ecc.), disturbi dellumore non psicotici 2 3 alcuni disturbi dansia 4, che pure conducono anche oggi ad obesit.
Scopo: sulla base di questi presupposti che ci proponiamo
di verificare la presenza di SM in soggetti non psicotici, ma
affetti da altri disturbi mentali.
Materiali e metodi: il campione, arruolato tra i pazienti
obesi afferenti allambulatorio multidisciplinare per lobesit e i disturbi alimentari dellUniversit di Siena, stato
valutato tramite esami emoatochimici, valutazioni cliniche e
il body mass index per la rilevazione delle SM, la SCID-I e
la SCID II per la valutazione della patologia psichiatrica relativamente allasse I e II, lEating Disorder Inventory-2 per
le dimensioni patologiche legate ai disturbi del comportamento alimentare
Risultati: i risultati verranno presentati in sede congressuale.
Bibliografia
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SIMPOSI TEMATICI
to. Verranno valutate le implicazioni cliniche del trattamento con farmaci antipsicotici e indicato un razionale intervento di gestione clinica.
C. Maffei, F. Barale
A questo proposito, Fennig et al. (2004) hanno recentemente proposto le seguenti line guida: A. Diagnosi certa di disturbo grave di personalit basata su evidenze multiple; B.
Presentazione di una descrizione coerente del delitto come
direttamente caratterizzato dal grave disturbo del perpetratore, con un chiaro legame tra il delitto e la ridotta capacit
del perpetratore di comprendere o di evitare latto; C. Evidenza certa dellimpatto limitante del disturbo di personalit
sulla capacit del perpetratore di evitare latto, in base alle
prove disponibili.
A partire da queste idee preliminari peraltro problematiche
si proporranno delle riflessioni che a partire dalla necessit di dimostrare precisi nessi di interazione disturbi di personalit-x-contesto e alla luce delle recenti acquisizioni
scientifiche e cliniche nellambito dellimpulsivit patologica possano essere spunto per arrivare alla definizione di linee-guida condivise in ambito forense.
SIMPOSI TEMATICI
F. Brambilla, P. Monteleone
Conclusioni: il trattamento mirato delle disfunzioni neurotrasmettitoriali in corso di AN ha portato a dei risultati significativi sia sul piano biologico che psicopatologico. Tuttavia il meccanismo dazione biologico dei due farmaci nel
produrre il significativo miglioramento psichico non ancora definitivamente chiarito. possibile infatti che i due
farmaci agiscano non solo sulle specifiche
alterazioni dei sistemi neurotrasmettitoriali DA e 5-HT ma
anche su altri parametri
biologici responsabili a loro volta dei cambiamenti osservati nella psicopatologia anoressica .
SIMPOSI TEMATICI
71
SIMPOSI TEMATICI
dal 2003, anno in cui lAmerican Board of Medical Specialties ha approvato la 7 subspeciality psichiatrica negli USA,
la psichiatria di consultazione e collegamento, con il nome
ufficiale di Psychosomatic Medicine. A questo evento storico, che ha lasciato perplessi molti psichiatri in tutto il
mondo con riguardo alla scelta del nome, ha fatto seguito
una catena apparentemente inarrestabile di eventi che hanno
ridato vita al concetto ed alla cultura che il termine psicosomatica sintetizza.
Tuttavia, psichiatria di consultazione e collegamento non
sinonimo di medicina psicosomatica, per quanto evidenti e
fondamentali siano le sovrapposizioni tra le due dal punto di
vista della clinica, della formazione e della ricerca. Tale affermazione sar circostanziata e documentata dagli autori,
allo scopo di tentare di anticipare le possibili applicazioni
innovative di entrambe le aree scientifiche, tra specificit ed
elementi in comune.
Il servizio di psiconeuroendocrinologia
N. Sonino* **, P. Peruzzi*
*
Servizio Psichiatrico I, Dipartimento Interaziendale di Salute Mentale, Padova; ** Dipartimento di Scienze Statistiche, Universit di Padova
Nella recente letteratura scientifica si andata delineando
con sempre maggior chiarezza la rilevanza delle implicazioni psicosociali nelle malattie endocrine da una parte e delle
alterazioni endocrino-metaboliche nella patologia psichiatrica, soprattutto dopo lintroduzione degli antipsicotici atipici, dallaltra. In ambito specialistico per lattenzione alla
multidisciplinariet dei problemi che i pazienti presentano
ancora del tutto insufficiente e purtroppo per situazioni croniche manca una risposta organizzata e strutturata qual
lintervento di consulenza durante lospedalizzazione. Dopo
anni di stretta collaborazione dellendocrinologo con i colleghi psichiatri, e quindi sulla base di una preparazione specifica, abbiamo quindi ideato un ambulatorio caratterizzato
dallinterdisciplinariet della risposta ai bisogni del paziente. Ci sembrava che questo ambulatorio, denominato di
Psiconeuroendocrinologia, potesse rappresentare un esperimento interessante, data la carenza di simili strutture anche a livello internazionale.
Presentiamo qui i dati relativi ai primi 100 pazienti che hanno usufruito di questo servizio. Linvio, in questa prima fase, stato in prevalenza da parte del Centro di Salute Mentale (n = 41), poi da specialisti di diverse specialit compresa psichiatria (n = 37) e infine da medici di medicina generale (n = 22). Et media: 44 13,8 anni (range 18-84); sesso: 74 F/26 M; stato civile: 51 non sposati, 49 sposati; classe sociale: 65 inferiore, 35 medio-superiore. Diagnosi medi-
72
SIMPOSI TEMATICI
Il Servizio di Psiconcologia
L. Grassi, S. Sabato, E. Rossi, B. Biancosino, L. Marmai
Clinica Psichiatrica, Universit di Ferrara e U.O. di Clinica Psichiatrica, A.O.U. S. Anna e A.U.S.L. Ferrara, Dipartimento di Salute Mentale, Ferrara
Nellambito delle discipline della salute mentale rivolte alla
medicina, la psico-oncologia ha assunto valenza e caratteristiche precipue nel corso degli ultimi trenta anni. Laumento della morbilit e mortalit per cancro e, per contro, laumento della durata della malattia (cronicizzazione, longsurvivors) ha portato da un lato a rendere sempre pi necessario lo sviluppo della psico-oncologia come punto di riferimento per attivare servizi specificamente rivolti alle persone affette da cancro e alle loro famiglie.
Tali servizi declinano, nelle loro funzioni e attivit, quanto
la psico-oncologia ha come mission, specificamente:
73
SIMPOSI TEMATICI
G. Rezzonico, L. Bellodi
74
SIMPOSI TEMATICI
Chamberlain SR, Fineberg NA, Blackwell AD, Robbins TW, Sahakian BJ. Motor inhibition and cognitive flexibility in obsessive-compulsive disorder and trichotillomania. Am J Psychiatry
2006;163:1282-4.
Chamberlain SR, Fineberg NA, Menzies LA, Blackwell AD,
Bullmore ET, Robbins TW, et al. Impaired cognitive flexibility
and motor inhibition in unaffected first-degree relatives of OCD
patients: on the trail of endophenotypes. Am J Psychiatry
2007;20:3.
neit psicopatologica nei pazienti affetti da DOC, la prestazione neuropsicologiche riguardanti le funzioni esecutive di
questi soggetti sono state indagate e correlate ai loro profili
sintomatologici.
Risultati: i risultati ottenuti mostrano lesistenza di profili
psicopatologici che correlano preferenzialmente con specifici contenuti sintomatologici come, ad esempio, contenuti
di accumulo si correlano ad una cattiva prestazione a test
decisionali.
Conclusioni: i risultati dello studio sostengono lipotesi che
il DOC possa essere meglio concettualizzato come uno spettro di multiple, potenziali sindromi sovrapposte, piuttosto
che ununica entit nosologica.
Introduzione: losservazione della realt clinica dei pazienti con disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) mostra
aspetti di eterogeneit di questa patologia sia sul piano clinico, come differenza del decorso, della sintomatologia o
del livello di consapevolezza di malattia, sia sul piano psicopatologico e comportamentale. Infatti, in risposta allinsorgenza di un pensiero ossessivo possono venire utilizzate
differenti strategie comportamentali finalizzate al contenimento dellansia esperita.
Studi precedenti hanno indagato la relazione tra le differenti strategie comportamentali ed alcune caratteristiche
del disturbo o dellindividuo affetto, quali la modalit di
presentazione dei sintomi, il livello di consapevolezza di
malattia, la presenza di dubbio patologico o in riferimento alla presenza di comorbidit con altre patologie. Tuttavia, poco noto in merito alla possibilit che tali differenti comportamenti siano sostenuti da diversi pattern cognitivi, espressione di substrati biologici diversi che intervengono e condizionano la differente presentazione
sintomatologia del disturbo. Alcuni interessanti studi di
imaging suggeriscono come differenti dimensioni sintomatologiche nei sintomi ossessivo-compulsivi siano mediate da componenti distinte del circuito cortico-striatotalamico-corticale, implicato nella patogenesi del disturbo
cos come nei processi emotivi e cognitivi che questi soggetti manifestano.
Metodologia: per verificare se funzioni esecutive differenti
possono rappresentare un criterio di dissezione delleteroge-
75
SIMPOSI TEMATICI
L. Ferini-Strambi, G. Muscettola
L. Ferini-Strambi
76
SIMPOSI TEMATICI
G. Cociglio, G. Ba
77
lazione, la Creazione e lAmore, che verranno esposti secondo la loro evoluzione storica.
Tali elementi costitutivi della sessualit sono in parte correlati alle categorie nosografiche del DSM IV TR, ma le loro
singole alterazioni si svolgono in un continuum relativamente autonomo, esteso fra norma e patologia, assimilabili
ad una dimensione psicopatologica, intesa come cluster di
segni, sintomi, tratti altamente correlati tra loro e sottesi da
un meccanismo fisiopatologico relativamente specifico, comunque pi specifico di quanto non avvenga nel caso delle
categorie nosografiche tradizionali e pertanto pi idoneo a
costituire il bersaglio mirato di molecole con specifico profilo di azione farmacodinamica (Pancheri, 2003). Se consideriamo come esempio il disturbo da avversione sessuale,
categoria nosografia che nel DSM IV TR compare tra i disturbi del desiderio, lanalisi dimensionale evidenzia come
dimensione fondamentale lalterazione degli Affetti, mentre
quella del desiderio del tutto trascurabile; il farmaco mirato sulla dimensione (molecola antifobica) efficace mentre
un farmaco attivo sul desiderio sessuale pu essere anche
controproducente.
Le nove dimensioni psicopatologiche della sessualit sono
presenti in diversa misura in tutti i disturbi sessuali come
entit trasversali transnosografiche. Lanalisi dello spettro
dimensionale nellambito di un disturbo sessuale (la scomposizione di una categoria in dimensioni) permette alla terapia di essere pi specifica ed efficace. Prendiamo come
esempio leiaculazione precoce. Lanalisi dimensionale oltre allalterazione dellorgasmo rileva altre dimensioni: il
desiderio e leccitazione sono comunemente alterati o in eccesso o in difetto configurando i due classici sottotipi delleiaculazione precoce ipereccitatoria ed eiaculazione precoce ipoeccitatoria; il piacere diminuito; in alcuni casi il
soggetto ha difficolt ad esprimere nellatto la propria passivit, denotando, una mancata integrazione dei propri oggetti femminili nel processo di formazione identitaria; sul
piano affettivo, in certi tipi di eiaculazione precoce sussiste
SIMPOSI TEMATICI
SIMPOSI TEMATICI
so il disturbo depressivo di base (e la risposta clinica alla terapia), sia verso latteggiamento globale di compliance farmacologica (che sovente attribuisce al farmaco problematiche pre-esistenti allo stesso), sia ancora al significato ed al
peso che tale effetto collaterale riveste per il singolo individuo.
Bibliografia
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SIMPOSI TEMATICI
80
SIMPOSI TEMATICI
M. Nardini, A. Bellomo
Lo switching da inefficacia
M. Amore
Dipartimento di Neuroscienze, Sezione di Psichiatria, Universit di Parma
Nel corso del trattamento con antipsicotici numerosi fattori
possono indurre il clinico a effettuare uno switch terapeutico.
Le indicazioni alla sostituzione di un neurolettico tradizionale con un antipsicotico atipico sono costituite da risposta
parziale alla terapia in atto con persistenza di sintomi positivi o negativi, da relapse o recidive di malattia nonostante
una buona adesione al trattamento, da effetti collaterali, in
particolare EPS e discinesia tardiva. Lo switch fra antipsicotici atipici per lo pi determinato da effetti collaterali
quali sedazione, incremento ponderale, modificazioni metaboliche, iperprolattinemia e disturbi della sfera sessuale; pi
raramente motivazioni cliniche inducono a sostituire un antipsicotico atipico con un neurolettico tradizionale
Tre sono le strategie di switching: brusca interruzione dellantipsicotico seguita dalla immediata introduzione del
nuovo antipsicotico; sospensione graduale dellantipsicotico parallelamente al progressivo incremento del dosaggio
del secondo farmaco (cross-tapering); somministrazione di
entrambi gli antipsicotici seguita da graduale discontinuation del primo composto
Un attento e frequente monitoraggio delle condizioni cliniche del paziente costituisce il fattore pi importante nella
gestione del processo di crossover. Nel sospendere lantipsicotico necessario valutare possibili reazioni da rebound
colinergico e aggravamenti o riaccensioni della sintomatologia psicotica.
La valutazione della risposta terapeutica allo switch va effettuata per un periodo adeguato in rapporto al setting di
trattamento, alla storia clinica del paziente e al profilo farmacodinamico dellantipsicotico che si vuole sospendere.
La scelta della strategia di switching da attuare comporta
una valutazione dellanamnesi e delle condizioni cliniche
attuali del paziente, di variabili legate al setting di trattamento e delle caratteristiche farmacodinamiche e farmacocinetiche degli antipsicotici utilizzati. La risposta terapeutica allo switch va valutata per un periodo di 3-6 settimane;
un periodo di osservazione pi prolungato, fino a 3 mesi,
indicato per pazienti che subiscono la sospensione di clozapina o di neurolettico depot. In caso di risposta terapeutica
insoddisfacente allo switch necessario valutare la compliance alla terapia o la possibile comorbilit con abuso di
sostanze prima di considerare altre opzioni terapeutiche.
Bibliografia
Borison RL. Changing antipsychotic medication: guidelines on the
81
SIMPOSI TEMATICI
popolazione generale ed inoltre molti autori riportano un significativo incremento di peso nei pazienti trattati con antipsicotici di nuova generazione. stato ipotizzato che lobesit, nel paziente in trattamento, sia indotta da una deficienza della leptina o da un aumento della resistenza allazione
della leptina stessa a causa di una probabile interferenza dei
farmaci sulla biochimica di questo ormone adipocitario. Anche il diabete mellito di tipo 2 pi frequente nella popolazione affetta da schizofrenia rispetto alla popolazione generale: ci emergeva gi in epoca pre-neurolettica quando i
criteri per la diagnosi di diabete mellito di tipo 2 erano meno restrittivi. Uguali evidenze suggeriscono che anche il
profilo lipidico nei pazienti schizofrenici possa risultare alterato in relazione con il trattamento farmacologico.
Lattivit antagonista del recettore D2 degli antipsicotici
pu causare anche un aumento dei livelli di prolattina per la
durata della terapia e pu determinare, a lungo andare, linsorgenza di microprolattinomi ipofisari. Liperprolattinemia
pu causare, a sua volta, galattorrea, amenorrea, ginecomastia e impotenza.
La sindrome metabolica e gli altri disturbi internistici, quindi, costituiscono un importante fattore di rischio per la salute dei pazienti e, per tale motivo, necessario sottoporre i
soggetti affetti da schizofrenia e trattati con antipsicotici a
periodici controlli di vari parametri clinici ed ematochimici
(lineeguida ADA/APA, 2004). Ovviamente la presenza di
alterazioni costanti di tali parametri pu costituire una delle
principali cause di switch farmacologico.
Strategie di switch
G. Di Sciascio, S. Cal, A. Rampino, M. Nardini
Dipartimento di Scienze Neurologiche e Psichiatriche, Universit di Bari, Azienda Ospedale Policlinico di Bari
Il trattamento farmacologico delle sindromi psicotiche si avvale, ormai da oltre 50 anni, dellutilizzo dei farmaci antipsicotici.
Gli antipsicotici di prima generazione (cosiddetti neurolettici), bench tuttora ancora ampiamente impiegati nella
pratica clinica, stanno progressivamente lasciando il passo a
quelli di seconda generazione (cosiddetti atipici).
Gli antipsicotici atipici mostrano una complessiva efficacia
sovrapponibile ai vecchi neurolettici ed una concreta e sostanziale migliore tollerabilit e sicurezza.
Pertanto negli ultimi anni allinterno del setting clinico psichiatrico, si assistito ad un progressivo processo di cambiamento dei pattern prescrittivi orientato al passaggio (switch) dai neurolettici verso gli atipici. Inoltre gli studi pi recenti suggeriscono un ulteriore trend, che quello dello switch tra composti appartenenti alla stessa classe dei nuovi antipsicotici, nel costante ed auspicabile tentativo della ricerca di
una ottimizzazione sempre pi personalizzata della strategia terapeutica, sia nel breve che nel lungo termine.
Le indicazioni allo switch sono essenzialmente relative alla
non risposta / risposta parziale allantipsicotico, al rischio di
relapse, alla scarsa compliance al trattamento in corso ed ai
problemi di tollerabilit quali EPS, discinesia tardiva, sedazione, incremento ponderale, modificazioni metaboliche, alterazioni ematologiche, iperprolattinemia e disturbi della
sfera sessuale 1.
82
SIMPOSI TEMATICI
blemi riguardanti la riacutizzazione del quadro psicopatologico o linsorgenza di nuovi effetti collaterali ottenendo un
miglioramento del quadro clinico del paziente ed una maggiore aderenza al trattamento 4.
Bibliografia
1
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Weiden PJ. Switching antipsychotics: an updated review with a
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R. Roncone, M. Tansella
SIMPOSI TEMATICI
Schizofrenia e funzionamento
interpersonale
M. Ballerini
Dipartimento di Salute Mentale, A.S. di Firenze
In corso di schizofrenia, i fenomeni di disfunzione sociale sono una caratteristica essenziale della malattia, rappresentando
un aspetto nucleare del fenotipo schizofrenico. In questo contributo verranno discussi tre interrogativi di fondo: a) Quali
sono, nella ricerca corrente, le metodologie di valutazione del
funzionamento sociale e quali sono i limiti che ne emergono?
b) Qual labilit di base che compromessa nei fenomeni
schizofrenici di disfunzione sociale? c) Quali sono le variabili che rendono conto dei fenomeni di disfunzione sociale?
Queste ultime sono state distinte in fattori trans-personali (variabili ambientali che oltrepassano la soglia di controllo individuale, come stigma, risorse familiari e disponibilit di interventi psichiatrici), sub-personali (variabili non direttamente evidenti nellesperienza del mondo sociale ed usualmente
testate in laboratorio, come neuro-cognizione di base), personali (variabili direttamente coinvolte nellesperienza attuale
del mondo sociale, come cognitivit sociale, meccanismi di
coping e fattori non cognitivi come motivazione, esperienza
emotiva e sistema dei valori). Verranno discussi i risultati pi
recenti secondo gli indirizzi prima citati evidenziando altres
le contraddizioni tuttora emergenti dalla ricerca empirica.
Non essendo disponibile a tuttoggi un modello definito e
coerente, riteniamo utile e necessario condurre indagini qualitative per rendere conto del peculiare assetto dalle persone
84
SIMPOSI TEMATICI
S. Vender, D. Berardi
gure-chiave, quali medici, baristi, avvocati, titolari di palestre, parrucchieri, ecc. cui viene offerto un training formativo sulle principali malattie mentali dando loro anche le
informazioni pi aggiornate sulla rete di servizi presenti sul
territorio in modo da facilitare cos, per chi ne avesse bisogno, laccesso agli stessi servizi.
Risultati: vengono riferiti i risultati relativi al training educazionale con attenzione sia alla conoscenza di base delle
famiglie, allacquisizione dopo il training e sia soprattutto al
cambiamento emozionale da parte dei familiari e dello stesso utente.
Riguardo allaltra iniziativa, vengono riportati i primi risultati relativi allimpatto delle conoscenze acquisite dalle figure chiave sui loro rapporti con lutenza e il numero delle
volte che sono riusciti a consigliare allutenza stessa un approfondimento del loro malessere invogliandola a recarsi
presso i servizi di salute mentale.
SIMPOSI TEMATICI
IRCCS Centro S. Giovanni di Dio Fatebenefratelli Brescia; ** Sezione di Psicologia Clinica, Facolt di Medicina
e Chirurgia, Universit di Brescia
Introduzione: numerose ricerche hanno dimostrato che
lefficacia delle campagne anti-stigma aumentata dalla di-
86
SIMPOSI TEMATICI
Buizza C., Pioli R. I disturbi mentali. CSE, 2003) e con discussioni/confronto sui temi della malattia mentale e dello
stigma. Successivamente sono stati coinvolti gli studenti attraverso: a) un incontro per classe durante il quale stato discusso il tema dello stigma e della discriminazione; b) un incontro per classe finalizzato al riconoscimento dei segni
precoci e alla costruzione di un progetto per rendere la scuola protagonista di un percorso di sensibilizzazione dei giovani ai temi della salute mentale; c) un incontro plenario durante il quale sono stati presentati i progetti elaborati dalle
singole classi.
Risultati: sono stati raccolti 33 questionari relativi agli insegnanti (75% f; 25% m) e 177 questionari relativi agli studenti (94,2% f; 5,8% m).
Sono in via di realizzazione 3 progetti: un murales preparato da studenti e insegnanti sul muro di recinzione esterno
della scuola, una giornata per la salute mentale rivolta a tutti gli studenti della scuola e un opuscolo informativo preparato dagli studenti sulle malattie mentali per sensibilizzare i
giovani di tutte le scuole cittadine.
Conclusioni: riteniamo che lopportunit di coinvolgere direttamente gli studenti e gli insegnanti in un percorso di
cambiamento culturale possa costituire un valido strumento
di sensibilizzazione ed una strada altrettanto valida per modificare i pregiudizi ancora esistenti sulle persone che soffrono di malattia mentale. I dati ottenuti dalla elaborazione
dei questionari forniranno una misura della efficacia del
programma e del mantenimento nel tempo di risultati raggiunti.
L. Pavan, M. Ruggeri
SIMPOSI TEMATICI
SIMPOSI TEMATICI
pia riteniamo necessaria una analisi concettuale delle nozioni cliniche per isolarne le componenti suscettibili di studi di tipo empirico o sperimentale.
Noi sosteniamo che la Demoralizzazione un concetto
aggregato, cio di una nozione pertinente alla Teoria clinica del trattamento che come tale utile sia al clinico che
agisce come terapeuta che al clinico che riflette come teorico su quello che il clinico osserva e fa. Un concetto aggregato agisce come una sorta di interfaccia amichevole tra il
clinico e quello con cui il clinico ha a che fare. Il clinico
cio individuando e trattando la demoralizzazione interagisce in maniera clinicamente rilevante con una moltitudine
di fattori e di processi, che solo al di fuori della sfera clinica possibile isolare e studiare a diversi livelli coi metodi di
altre scienze.
Inoltre il concetto di Demoralizzazione si presta ad essere disaggregato, cio scomposto in una moltitudine di
componenti, talora fissi e talora variabili, che svolgono un
ruolo nel corso di una psicoterapia sia lunga che breve.
Una disaggregazione del concetto clinico di Demoralizzazione permette di tracciare e meglio delineare sia componenti relazionali e sociali che componenti ecologiche e neurobiologiche del processo psicoterapeutico.
Lindividuazione di tali componenti e la definizione delle
stesse permette di stabilire degli oggetti di indagine presente o futura rilevanti per una migliore comprensione della
psicoterapia e per uno suo sviluppo coerente con le scienze
contemporanee.
Risultati: lanalisi concettuale della nozione di Demoralizzazione permette di individuare aspetti neurobiologici,
ecologici, cognitivi, sociali, antropologici e clinici dellazione di Antidemoralizzazione attuata dalla Psicoterapia
nelle sue varie declinazioni secondo Jerome Frank.
Conclusioni: lanalisi concettuale della nozione di Demoralizzazione permette di rendere disponibili per lo studio
dellazione della psicoterapia un gran numero di ricerche e
di strumenti provenienti da vari settori della scienza contemporanea promuovendo inoltre una feconda e promettente collaborazione interdisciplinare.
G. Cavaggioni, M. Reda
I malati di mente autori di reato ricevono la sanzione prevista per il loro reato, spesso costituita dalla pena, molto me89
no frequentemente per quelli dichiarati non imputabili, costituita dalla misura di sicurezza del ricovero in Ospedale
Psichiatrico Giudiziario. Purtroppo assai raramente ricevono trattamenti psicoterapeutici, ambulatoriali o residenziali
per i loro disturbi.
In realt si tratta di malati per cosi dire non previsti dalla vigente normativa, infatti i Dipartimenti di Salute Mentale spesso li rifiutano perch non appartenenti al territorio e perch bisognosi non solo del rapporto con lo psichiatra, ma anche di
quello con lautorit di Polizia, n esistono enti pubblici o privati tranne qualche rara comunit capaci di farsene carico.
SIMPOSI TEMATICI
ASL Roma D
90
SIMPOSI TEMATICI
L. Lorettu, E. Aguglia
La responsabilit professionale
dello psichiatra e la dimostrazione
del nesso di causa
T. Bandini
Dimel-Sezione di Criminologia e Psichiatria forense, Universit di Genova
Nella valutazione della responsabilit professionale dello
psichiatra uno dei problemi pi ardui e complessi quello
relativo alla dimostrazione del nesso di causa tra azioni od
omissioni del clinico o dellquipe sanitaria e conseguenze
che ne sono derivate.
Viene discussa, a tal proposito, la difficile utilizzazione dei
tradizionali criteri di accertamento del nesso in medicina legale e viene proposta una nuova analisi dei ragionamenti
scientifici dimostrabili appartenenti alla categoria dei pareri
probabilistici.
sottolineata la necessit che il perito, di fronte a problemi
di difficile soluzione, non si lasci trascinare nellerrore di ricercare sempre soluzioni che non rappresentino solo un
ascientifico tentativo di legittimare nessi di causa basati su
una semplice ammissione del possibile, del tutto vaga e
inaccettabile, come a volte accade di osservare, ma si impegni per la ricerca di una dignit causale apprezzabile, con
specifico riferimento a quellevento illecito di interesse forense dal quale si pu far derivare la sintomatologia evidenziata, anche se, a volte, solo in termini di probabilit.
91
SIMPOSI TEMATICI
P. Castrogiovanni, A. De Capua
Universit di Firenze
S. Pallanti, S. Bernardi
Introduzione: lADHD stato dimostrato avere un elevata
prevalenza anche nellet adulta (4,4% USA) 1, nonostante
ci, il DSM IV permette di formularne diagnosi esclusivamente se la sintomatologia insorta precedentemente al 7
anno di et, costringendo il curante a indagini retrospettive
spesso non sufficientemente accurate. Recentemente la validit di questo criterio stata messa in discussione 2.
Altra problematica diagnostica dovuta alla frequente comorbilit con disturbi dellumore, la cui sintomatologia nelle fasi maniacali spesso sovrapponibile.
Lo scopo di questa indagine stata quella di valutare la prevalenza e le caratteristiche cliniche di un campione di pazienti bipolari con comorbilit di ADHD.
Metodologia: abbiamo reclutato 50 pazienti bipolari I e II.
Con lo scopo di valutare la presenza life-time di sintomi di
ADHD sono state condotte interviste cliniche e somministrate Barratt Impulsiveness Scale, la Wender Utah Rating
Scale-25, Clinician-Administered Rating Scale for Mania.
Risultati: il 18% (9 soggetti su 50) del campione risultato aver avuto sintomi di ADHD, tra cui 5 li avevano al momento diagnostico. Dei 9 soggetti 7 rispettavano il criterio
dellet del DSM, 2 erano late-onset. I bipolari con comorbidit avevano anche un punteggio pi elevato alla CARSM e a tutte le sezioni della Barratt.
Conclusioni: questo studio riporta un tasso di comorbilit
tra disturbo bipolare e ADHD coerente con quelli riportati in
precedenza. La sovrapponibilit sintomatologica potrebbe
essere spiegabile dalla comune alle due patologie elevata
componente impulsiva. Questo studio riporta unulteriore
evidenza della invalidit del criterio del DSM-IV riguardante let di onset.
Bibliografia
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92
SIMPOSI TEMATICI
C. Loriedo, I. Carta
93
SIMPOSI TEMATICI
SIMPOSI TEMATICI
vera di una patologia di tratto, che pu come variante essere allorigine di un disturbo del comportamento oppure, ancora, non esiste nessun rapporto tra le due categorie. J.
Clarkin e M. Lenzenweger sintetizzano la complessit della questione con linterrogativo: comorbidit, casualit o confusione.
Daltra parte come clinici che si occupano di patologie della personalit conosciamo bene i limiti della classificazione
categoriale. Essa permette di descrivere e di classificare il
disturbo in modo condivisibile, ma spesso non ci daiuto
nella comprensione del profilo psicologico di un particolare
quadro clinico n ci fornisce indicazioni sulle sua articola-
M. Casacchia, G P. Guaraldi
Il modello proposto Certificazione di qualit integrata sviluppa una negoziazione integrativa e dialettica tra consenso
ed obiettivit scientifica che rende possibile il superamento
delle conflittualit e ambiguit che altri modelli di gestione
della qualit hanno suscitato. Questo modello, nel rispetto
dei requisiti ISO-9000, affronta i problemi dei conflitti tra
diverse epistemologie, tra efficacy ed effectiveness, e sviluppa strumenti di valutazione di processo e di esito che non
sottraggono tempo alle attivit assistenziali, in questo modo
sottrae alibi a chi si oppone allintroduzione della qualit nei
Dipartimenti di Salute Mentale. Ci si propone, di rendere
realmente operativo il processo di miglioramento continuo
della qualit professionale e organizzativa che rappresenta il
presupposto fondamentale per il mantenimento delle competenze e per ladeguamento dei comportamenti dei professionisti allo stato delle conoscenze, nellinteresse di tutte le
parti interessate, operatori, pazienti cittadinanza.
95
SIMPOSI TEMATICI
SIMPOSI TEMATICI
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SIMPOSI TEMATICI
P. Santonastaso, S. Galderisi
S. Galderisi
Nei pazienti affetti da schizofrenia sono rintracciabili differenti percorsi neuroevolutivi: una compromissione delle
funzioni cognitive, motorie e sociali nelle epoche precoci di
vita, per esempio, stata riportata in circa il 30% dei pazienti affetti da schizofrenia. Limportanza di tali aspetti per
il successivo manifestarsi del disturbo conclamato e le caratteristiche cliniche dei pazienti con e senza tali antecedenti non sono state finora chiarite.
La diagnosi di schizofrenia deficitaria potrebbe identificare
un sottotipo neuroevolutivo della schizofrenia in cui la presenza di una marcata compromissione cognitiva e comportamentale compromette lacquisizione delle abilit di base
indispensabili per un soddisfacente funzionamento sociale.
I pazienti con schizofrenia deficitaria, rispetto a quelli con
schizofrenia non deficitaria, presentano un adattamento sociale pi scadente nellinfanzia e nella prima adolescenza,
hanno segni neurologici pi severi e peraltro diversamente
influenzati da fattori genetici, e hanno una pi marcata riduzione del quoziente intellettivo.
Tali aspetti potrebbero rappresentare lesordio della sindrome deficitaria, il cui mancato riconoscimento potrebbe ritardare gli interventi terapeutici, fino a renderli sostanzialmente inefficaci.
98
SIMPOSI TEMATICI
genesi dei disturbi del comportamento alimentare. Nellipotesi di un ruolo del neurosviluppo, sarebbe a questo punto importante capire attraverso quali vie patogenetiche le
complicanze ostetriche possono aumentare il rischio di
questi disturbi. Una possibile ipotesi che siano coinvolte
alcune funzioni cognitive, come le capacit strategiche, la
flessibilit, il perfezionismo e la tendenza a distorcere
limmagine corporea.
Metodi: 50 soggetti con diagnosi di anoressia nervosa sono
stati esaminati dal punto di vista clinico e delle funzioni cognitive. Attraverso una intervista ai genitori e, quando possibile, attraverso lanalisi delle cartelle ostetriche, sono stati raccolti i dati sulla gravidanza e la presenza di complicanze ostetriche.
Risultati: le complicanze ostetriche sono correlate con let
di esordio e, nellanoressia nervosa di tipo restrittivo, con il
livello di distorsione dellimmagine corporea. Unet di
esordio precoce sembra essere associata anche con maggiori difficolt nel prendere delle decisioni strategiche. Infine,
lassociazione tra i diversi tipi di complicanze ostetriche e
gli specifici test cognitivi stata esaminata.
Conclusioni: lo studio delle caratteristiche dei pazienti che
hanno riportato complicanze ostetriche pu rappresentare
un passo importante nella comprensione della patogenesi
dei disturbi del comportamento alimentare.
Bibliografia
1
Favaro A, Tenconi E, Santonastaso P. Perinatal factors and the
risk of developing anorexia and bulimia nervosa. Arch Gen Psychiatry2006;63:82-8.
S. Fassino, R. Rigardetto
Un esempio di questa linea di ricerca il rapporto tra comportamento di tipo A e malattie cardiovascolari. I risultati
sono stati tuttavia piuttosto controversi. Un altro aspetto
esaminato il ruolo dei fattori di personalit rispetto alla
vulnerabilit generale alla malattia. Lesempio pi importante certamente quello che emerge dalla ricerca nellambito dellalessitimia. Anche in questo settore i risultati sono
stati controversi.
Le difficolt della ricerca sulla personalit in medicina psicosomatica derivano anche dallinadeguatezza clinica del
SIMPOSI TEMATICI
ve figure professionali psichiatriche e chirurgiche cooperano a definire un progetto terapeutico individualizzato, tenuto conto della cronicit di tale patologia.
SIMPOSI TEMATICI
sioni rispetto allunit psiche-soma ed allinterazione mentecervello. Pare delinearsi lipotesi di modelli interattivi del funzionamento cerebrale pi complessi di quanto finora ritenuto.
101
SIMPOSI TEMATICI
pazienti con decorso maligno, 39 uomini e 25 donne. Risultato: remissione completa in 33 pazienti, remissione parziale in 9, nessun miglioramento in 22.
Le linee guida dellAssociazione italiana sulla e per la terapia elettroconvulsivante (AITEC) si fondano sui risultati di ricerca di base e su studi clinici ad alta qualit incluse le meta analisi attualmente a disposizione, si orientano
alle linee guida messe a punto dallAmerican Psychiatric
Association nel 2001, dal Royal College of Psychiatrists
nel 2004, dallassociazione psichiatrica austriaca nel 2004,
e considerano le a livello mondiale prime e mai cessate
esperienze di terapia, studio ed aggiornamento nazionali.
Le presenti linee guida forniscono delle indicazioni volte
ad uniformare ed ottimizzare la formazione teorica sulla
TEC onde garantire una qualit basata sulla evidenza
scientifica nello scegliere, applicare e monitorare la TEC.
Tale evidenza sia di ricerca di base che di clinica controllata attribuisce alla TEC un ruolo importante nel trattamento della depressione maggiore grave e dei disturbi depressivi resistenti ad altre terapie biologiche. La TEC risulta inoltre efficace, anche se in maniera meno evidentemente dimostrabile, nei disturbi schizofrenici, schizoaffettivi e maniacali resistenti ad altre terapie e pu essere ritenuta vita salvaguardante nella catatonia maligna e nella
ipertermia maligna. Lo spettro degli effetti collaterali della TEC ben definito, i suoi sintomi risultano transitori. Di
maggior importanza clinica sono gli stati confusionali e le
turbe mnesiche. La conoscenza del principio bioattivo della fisica elettrica, ladattamento continuo individuale dei
parametri elettrici durante la TEC e la selezione di narcotici e di psicofarmaci capaci di influenzare le capacit cognitive riducono sia lincidenza che lintensit dei disturbi
cognitivi e garantiscono la massima efficacia del trattamento. La TEC, secondo le attuali conoscenze, non causa
danni strutturali al cervello. Poich il trattamento viene
eseguito sempre con assistenza anestesiologica in anestesia breve e miorisoluzione, non sussistono delle controindicazioni assolute per il suo impiego. Lesioni cerebrali occupanti spazio, ipertensione endocranica, emorragia endocranica recente, infarto miocardio recente, anomalie vascolari quali aneurismi o trombosi delle vene del bacino,
distacco retinico, ipertensione grave, feocromocitoma, malattie degenerative gravi dellapparto osteoarticolare costituiscono delle controindicazioni relative. Il rischio del trattamento determinato quasi esclusivamente dal rischio
anestesiologico, lindice di mortalit basso e risale al
1:30.000. La TEC risulta una terapia ad alta affidabilit
che comporta una neurotossicit pressoch trascurabile e
comunque non duratura.
102
SIMPOSI TEMATICI
grande preoccupazione nel pubblico, i suoi effetti collaterali e i possibili danni sono estremamente limitati, qualora il
trattamento sia correttamente praticato.
Una revisione delle sentenze di Cassazione consente di poter affermare che tutti i casi su cui vi stato un pronunciamento della Suprema Corte sono relativi a modalit di pratica della terapia inadeguate, con errori professionali dovuti
a negligenza e, anche in rapporto a quella che pu essere la
casistica personale, il tipo di problematiche medico legali a
cui si pu andare incontro sono effettivamente minime, se il
trattamento eseguito correttamente. Si sono avuti diversi
casi dove si cercato di attribuire allECT una casualit in
complicazioni effettivamente derivanti da altre ragioni.
La terapia deve sempre sottostare al principio della beneficialit, ovvero va valutato se il rischio a cui si espone il paziente accettabile dato il tipo di patologia presente. Se i pazienti sono adeguatamente selezionati, il rapporto costo/beneficio pu essere valutato in modo corretto.
Il principale problema che, casomai, si pu porre, se il paziente tipo che candita al trattamento, ad esempio un soggetto con depressione psicotica agitata, abbia effettivamen-
te una adeguata capacit di esprimere un consenso informato. In questo caso, anche se il trattamento con ECT dovesse
far regredire i sintomi depressivi, il paziente potrebbe sostenere che, ad esempio, non era in grado di comprendere adeguatamente il fatto che la terapia poteva indurre una perdita
di memoria a breve termine, e ritenersi danneggiato.
Peraltro anche da considerare che si pu avere il caso inverso, dove, apposta perch un paziente con una condizione
depressiva maggiore con sintomi psicotici non stato trattato con ECT, nonostante tutte le terapie farmacologiche fossero fallite, si poi suicidato. In questo caso, non aver offerto al paziente questa alternativa terapeutica ha violato il
principio della beneficialit.
Il punto di equilibrio tra superamento del pregiudizio su una
terapia che, ormai, in questo clima sociale, gode una reputazione spesso inquietante, la sua indubbia efficacia su un sottogruppo di pazienti a prognosi spesso infausta, e una corretta professionalit medico psichiatrica complesso e richiede una integrazione di dati clinici, psichiatrico forensi e
un rapporto medico paziente basato su una concezione non
paternalista della medicina.
A. Picardi, M. Nardini
zioni temporali seguita da attivit ritmica di banda thetaalfa che coinvolge progressivamente tutte le derivazioni
temporali di un lato;
laterale: le semiologia clinica critica meno ben definita.
Di solito la presenza di sintomatologia uditiva o vertiginosa, un arresto molto precoce del linguaggio o in generale
la povert di manifestazioni motorie automatiche (pseudoassenze) nonch il rapido sopraggiungere di manifestazioni motorie focali, orienta verso il coinvolgimento iniziale di strutture temporali laterali. LEEG critico spesso
caratterizzato dallassenza dellappiattimento iniziale e da
unattivit ritmica regionale di banda theta-delta.
SIMPOSI TEMATICI
104
SIMPOSI TEMATICI
zienti idonei, 52 (70%) hanno completato la valutazione psichiatrica ad entrambe le visite di follow-up. Abbiamo utilizzato il t-test di Student ed il coefficiente di correlazione di
Pearson per esplorare al baseline la relazione tra variabili
psichiatriche e variabili cliniche e demografiche. Quindi,
sono state eseguite ripetute analisi di misura della varianza
(ANOVA) per monitorare i cambiamenti nel tempo delle variabili psichiatriche.
Risultati e conclusioni: prima dellintervento il BDI, lo
STAI e lo STAXI hanno documentato la presenza, in media,
di una lieve depressione, ansia e rabbia, in particolare di rabbia rivolta allinterno. Al MMPI punteggi moderatamente elevati si sono riscontrati alle scale Hs, D, Hy e Pt, indicando la
presenza di depressione e di ansia sia somatica che psichica.
Dopo lintervento, la depressione ha mostrato una graduale
ma modesta riduzione; lansia una graduale ma significativa
diminuzione; la rabbia rimasta invariata durante il primo anno ed poi crollata in modo significativo al secondo anno. In
conclusione, i risultati dello studio mostrano che in pazienti
con TLE, dopo lobectomia temporale anteriore, la depressione, lansia e la rabbia si modificano in tempi diversi e con
modalit differenti. Inoltre, i cambiamenti osservati nelle
emozioni basiche sono largamente indipendenti da modificazioni di personalit. Lassociazione tra pi giovane et allesordio, pi breve durata di malattia e maggior miglioramento
di parecchie dimensioni della rabbia suggeriscono che il trattamento chirurgico dellepilessia pu apportare un pi grande
beneficio emozionale ai pazienti se eseguito in fasi precoci di
malattia, piuttosto che in fasi pi avanzate.
F. Gabrielli, M. Bellomo
105
mine del paziente che mette in atto comportamenti autolesionistici sottolineando le scarse evidenze di interventi efficaci e raccomandando limplementazione di ricerche di tipo
qualitativo per esplorare il punto di vista dei pazienti, sia per
la comprensione dei gesti messi in atto sia per la valutazione della soddisfazione degli interventi ricevuti.
Il coinvolgimento dellutente, attraverso lascolto dei suoi
vissuti e delle sue opinioni, importante non solo come atteggiamento empatico, ma anche come elemento strategico
per il miglioramento della qualit dellassistenza, soprattutto in quelle situazioni cliniche difficilmente oggettivabili e
prevedibili, come i comportamenti autolesionistici. Ci
tanto pi importante se si pensa che il 70% dei pazienti che
commette il suicidio si rivolge a una figura sanitaria nei sei
mesi precedenti.
In questo studio vengono presentati i risultati di uno studio
qualitativo condotto con la metodologia dei focus group.
SIMPOSI TEMATICI
Bibliografia
Haw C, Houston K, Townsend E, Hawton K. Deliberate self harm
patients with depressive disorders: treatment and outcome. Journal of affective Disorders 2002;70:57-65.
Sinclair J, Green J. Understanding resolution of deliberate self
harm: qualitative interview study of patients experiences. BMJ
2005;330:1112.
Parker G, Mitchell P, Kotze B, Wilhem K, Parker K. Self-harming
in depressed patients: pattern analysis. Aust NZJ Psychiatry
2005;39:899-906.
Abbiamo preso in considerazione un campione di 170 giovani di et compresa fra i 14 e i 21 anni seguiti presso la
Clinica Psichiatrica dellUniversit di Genova dal 1997 ad
oggi. In tutti i pazienti i comportamenti autolesivi sono stati preceduti da atteggiamenti meno eclatanti ma evidenziatori di malessere psichico: cattivo rapporto con il proprio
corpo, disturbi del sonno con inversione del ritmo sonno
veglia, dolore alla testa e alladdome, timore del confronto
con i coetanei con tendenza allisolamento, compromissione del rendimento scolastico, conflittualit accese con i genitori. In tutti i casi stata evidenziata una condizione di
vulnerabilit narcisistica, che i genitori e lentourage tendono a descrivere come permalosit esagerata, associata
a vissuti di umiliazione, mortificazione e vergogna (pi che
di colpa), legati alle proprie aspettative disattese e alla
mancata gratificazione delle attese narcisistiche nei confronti delloggetto (i genitori). Tutti i ragazzi seguiti lamentavano ansia da prestazione e i processi di separazioneindividuazione e di differenziazione allinterno della propria famiglia erano altamente problematici. I pazienti e le
loro famiglie si sono avvantaggiati di una metodologia operativa caratterizzata da contratti brevi, ripetibili, coinvolgenti sia i ragazzi che i genitori, incontri indirizzati ad offrire una prospettiva di lettura diversa di una determinata
azione e a dare un senso ad un comportamento in relazione a determinate emozioni.
Trattamenti psicoterapici brevi e ripetibili sembrano proteggere questi ragazzi da un timore di dipendenza senza tempo,
rispettando cos la grande vulnerabilit narcisistica che fa
viver loro la dipendenza anche dal proprio corpo, come
minaccia alla propria integrit psicofisica. Si tratta infatti di
pazienti in azione (come i loro genitori), assaliti da fantasie incestuose che provocano un eccitamento violento e intollerabile che impedisce loro di pensare e li spinge ad agire. Una serie di colloqui permette al terapeuta di accogliere
e restituire al paziente limmagine di un oggetto provvisto di
valore, di trasmettere il piacere di stare e pensare assieme in
contrapposizione alleccitamento sensoriale fonte di angoscia spesso non tollerabile.
Vengono analizzate interviste attuate a persone, appartenenti al nostro tipo di societ, presentanti scarificazioni (intendendo con questo termine varie lesioni corporee autoprovocate: ustioni o branding, incisioni sulla cute, asportazione di
lembi di pelle).
La scarificazione si pone in un continuum di passaggio tra
gli eventi indotti dalla cultura ad una estremit e le manifestazioni di autolesionismo dallaltra. La scarificazione ha
come obiettivo la costituzione di una identit (ricerca di un
immagine rassicurante di s usando trasformazioni della
pelle secondo processi immaginativi proposti dalla cultura
stessa), mentre lautolesionismo vuole raggiungere una anestetizzante inibizione della funzione del pensare.
Le due manifestazioni si somigliano invece per la (relativa)
impulsivit delleffettuazione, per la presenza quasi costante di un sottostante disturbo di personalit (per lo pi borderline), per lalta frequenza del dato anamnestico di episodi di abuso sessuale, per la presenza infine di disturbi (attuali o pregressi) della condotta alimentare.
La societ accetta alcune forme di modificazioni dellintegrit della cute come normali (piercing, tatuaggi), comportamenti che sono considerati esteticamente migliorativi e
socialmente significativi. La scarificazione partecipa di questo modellamento fornito dalla cultura, anche se in forma ridotta rispetto a quanto si osserva nei tatuaggi.
In questo processo appare evidente il parallelismo con altre
forme di cultura (africane sub-sahariane soprattutto) nelle
quali le scarificazioni racchiudono un significato (ed anche
ovviamente un messaggio) estremamente preciso: segni di
iniziazione, richiami religiosi e mitici, espressione e testimonianza di manifestazioni di coraggio, appartenenza ad un
gruppo, esorcizzazione di timori legati allazione di spiriti
maligni, aderenza ai canoni estetici vigenti in quella societ
e quindi connotati di valenze sessuali, mezzo per intimorire
i nemici, ecc. In forma senzaltro meno appariscente la nostra cultura tende anchessa ad attribuire comunque significati grossolanamente analoghi alle scarificazioni, attingendoli dal proprio patrimonio simbolico e rappresentativo.
Come evento culturale, che la avvicina al tatuaggio, la scarificazione propone una uguaglianza tra significante e significato:
impedisce cio il formarsi di un vero simbolo (Segal, 1957).
La scarificazione descrive e constata inoltre il fallimento di
altre forme di comunicazione, quale quella del linguaggio
(pensato, scritto, parlato).
Bibliografia
Adamp S, ed. Un breve viaggio nella propria mente. Napoli: Liguori 1990.
Bibliografia
Segal H. Note sulla formazione del simbolo. In: Scritti psicoanalitici. Roma: Astrolabio 1984.
G. Ferrigno, S. Penati
DINOG, Sezione di Psichiatria, Universit di Genova
106
SIMPOSI TEMATICI
trollo finalizzato a mantenere lintegrit del S. Le anoressiche che aderiscono alla terapia presentano un maggior numero di drop-out dopo un miglioramento iniziale che, piuttosto che fornire rafforzamenti positivi, minaccia lassetto
difensivo e causa alle pazienti un senso acuto di precariet.
Nei pazienti affetti da obesit grave si evidenzia particolarmente la mancanza di adesione al trattamento psicoterapico
con drop-out precoci: per es, optano per soluzioni di tipo
chirurgico, scegliendo il rafforzamento della difesa dellalexitimia. Tacitare il corpo, deprivarlo del piacere, nutrirlo
in modo inadeguato, soffocarlo, diventano possibilit di essere; mentre lattacco al corpo realizza una condizione di
rafforzamento dell identit e di controllo. Il corpo nellanoressia e nellobesit diventa la rappresentazione concreta di
un conflitto che viene vissuto come scisso, con assenza di
integrazione tra funzioni e rappresentazioni; corpo diviso
perch la corporeit come simbolo e i suoi correlati sono separati. Il lavoro psicoterapeutico deve favorire lintegrazione mente-corpo e mitigare le connotazioni distruttive, superando una condizione alexitimica e la carenza-assenza di
simbolizzazione corporea.
Il trattamento integrato, realizzato nel 30% dei casi, ha
consentito di ottenere una riduzione del drop-out dopo
miglioramento rispetto ai gruppi di controllo, valutato in
un periodo di tempo di 4 anni (dal 23 al 15%). Il lavoro di
motivazione al trattamento, la riabilitazione nutrizionale,
la psicoterapia focale hanno favorito un miglioramento
delle percezioni corporee e dei suoi correlati emozionali e
la possibilit di sperimentare sia la cura del corpo attraverso ladeguato nutrimento che il sollievo del dolore
mentale.
M. Balestrieri, L. Grassi
Suicidio e religiosit
L. Pavan, E. Toffol, A. Gori
Dipartimento di Neuroscienze, Sezione Psichiatrica, Universit di Padova
Religione e religiosit hanno da sempre influenzato le dinamiche suicidarie secondo molteplici modalit.
Il senso comune fa pensare che sia un fattore protettivo lappartenere a credi specifici, in particolare alle principali religioni monoteistiche rivelate (Cristianesimo, Islamismo,
Ebraismo).
I tassi di suicidio pi bassi si hanno nei Paesi islamici, dove
spesso il suicidio e il tentato suicidio sono considerati illegali e amorali. Di contro il Corano presenta la figura del
martire in chiave attiva, come combattente morto per lIslam, portando al fenomeno del suicidio-omicidio di numerosi attentati terroristici.
107
SIMPOSI TEMATICI
sacche, in cui un capo carismatico, dopo aver raccolto intorno a s dei seguaci, pu condurre gli esperimenti comunitari pi audaci.
I suicidi-omicidi collettivi, che in epoca classica sono sempre stati espressione di comunit assediate, hanno interessato nel nostro tempo alcuni gruppi religiosi settari.
Il suicidio pu essere in linea con la teologia del gruppo (come il transito verso livelli superiori) o rappresentare una
riaffermazione delle credenze settarie in contrasto con i
traditori o i persecutori.
Nei suicidi collettivi a volte si possono distinguere:
a) un suicidio che poi oggetto di imitazione (in tali casi
prevalgono meccanismi di persuasione o induzione);
b) suicidi simultanei, legati ad influenze e suggestioni reciproche e riverberantesi 1.
La persuasione e linduzione svolgono un ruolo allinterno
di gruppi chiusi.
Vanno considerate le credenze, il senso di appartenenza al
gruppo, le aspettative di persone che vivono in un rapporto
di dipendenza da un capo carismatico o un guru.
Quando le attese non si realizzano scattano dinamiche che
permettono comunque di rimanere insieme, anche nella
scelta fatale del suicidio.
Anche il linguaggio pu piegarsi nella manipolazione ad assumere significati differenti. Addirittura il significato stesso
del suicidio invece che alla morte pu essere collegato alla
sopravvivenza.
Secondo Wessinger (2000) sono maggiormente a rischio di
passaggio alla violenza i gruppi fragili, assaliti o rivoluzionari.
Se il rischio si tradurr in uno o pi incidenti dipende da una
molteplicit di fattori:
a) esterni al movimento;
b) interni: vicissitudini percepite come intollerabili (fragilit) e anche le dinamiche psicologiche che si manifestano allinterno di certi piccoli gruppi.
Bibliografia
1
Di Fiorino M. Lillusione comunitaria. La costruzione moderna
delle comunit artificiali. Bergamo: Moretti e Vitali 1998.
SIMPOSI TEMATICI
SIMPOSI TEMATICI
SIMPOSI TEMATICI
Il sacro e la follia
S. Zipparri
IHG, Istituto di scienze neurologiche e psichiatriche, Italian
Hospital Group, Roma
Viene inizialmente descritta una situazione clinica che lautore sta seguendo in psicoterapia da pi di due anni presso
la CTR Villaggio Adriano dellIstituto IHG presso cui lavora. Si tratta del caso di una giovane madre di circa 22 anni che, a causa di un disturbo mentale che fu in seguito diagnosticato come Disturbo psicotico breve, in preda ad uno
stato delirante per il quale sentiva che lei e la sua bambina
di due mesi erano spacciate e sarebbero finite per sempre
allinferno, a meno che non avesse procurato la morte ad entrambe, trafisse con un coltello da cucina la sua piccola al
ventre, uccidendola, e poi tent di trafiggere se stessa in
111
SIMPOSI TEMATICI
Bibliografia
1
Fornari G. Fra Dioniso e Cristo. Bologna: Pitagora Editrice
2001.
2
Friedman SH, Horwitz SM, Resnick PJ. Child murder by mothers: a critical analysis of the current state of knowledge and a
research agenda. Am J Psychiatry 2005;31:154-9.
3
Girard R. La violenza e il sacro (1972). Milano: Adelphi 1980.
4
Girard R. Il sacrificio (2002). Milano: Raffaello Cortina 2004.
Marzagora Betsos I. Demoni del focolare. Torino: Centro Scientifico Editore 2003.
Otto R. Il sacro. Lirrazionale nellidea del divino e la sua relazione con il razionale (1917, 1920). Milano: Feltrinelli 1981.
Zipparri S. Nel nome del Padre e di Edipo. Appunti di psicoanalisi e religione per il nuovo millennio. Roma: Armando 2000.
Zipparri S. Psicoanalisi e cultura. Roma: Armando 2003.
E. Caffo
112
SIMPOSI TEMATICI
F. Bruno, N. Fusaro
113
SIMPOSI TEMATICI
adulto ogni cinque, coinvolgendo circa 450 milioni di persone a livello mondiale, 93 milioni nella sola Europa. In Italia i disturbi psichiatrici costituiscono un problema per oltre
10 milioni di persone e coinvolgono una famiglia su due.
I dati esaminati dimostrano come la 180 sia stata ed tuttora una legge funzionante e di effettiva applicazione e che
proprio il suo funzionamento, realizzato attraverso le strutture disponibili, non solo non in grado di fornire risposte terapeuticamente efficaci alla malattia mentale, ma nemmeno
di svolgere in alcun modo le funzioni di prevenzione e di riabilitazione previste. La situazione attuale evidenzia paradossalmente una domanda psichiatrica crescente, almeno tripla
rispetto ai tempi doro del manicomio che genera per risposte qualitativamente insufficienti. Si stima infatti che i servizi
psichiatrici trattino solo il 10% delle persone che in un anno
presentano disturbi psichiatrici. Nel 1978 vi erano almeno
80.000 ricoverati in media presso le strutture pubbliche e private allora esistenti ed oggi i ricoverati in media si possono
calcolare in circa 30.000, essendo tra laltro la popolazione
italiana cresciuta di almeno 5.000.000 di unit, dove sono finiti gli altri 50.000? Probabilmente una parte non trascurabile ricoverata sotto mentite spoglie presso i numerosissimi
presidi residenziali socio-assistenziali non psichiatrici, unaltra porzione per cos dire desaparecida, almeno 10.000 di
loro sono in carcere, altre migliaia vivono nella societ.
La legge 180 ha determinato in alcuni suoi principi ispiratori un grande progresso culturale della nostra societ che ha
avuto il coraggio di porre termine alla mostruosit dellesclusione e della separazione, ma ha anche sposato acriticamente unideologia evidentemente sbagliata e non condivisa, ne dalla scienza, ne dalla politica internazionale. La legge anomica, pericolosa ed oscurantista l dove suggerisce
implicitamente ed esplicitamente modelli inesistenti di comportamento terapeutico. ora che cambi.
SIMPOSI TEMATICI
115
SIMPOSI TEMATICI
L. Tarsitani, V. Volterra
Allultimo gruppo appartengono quelle pellicole che mostrano un paziente, disteso sul lettino. Dopo qualche battuta si
scopre che il paziente sta parlando da solo perch lo psicoanalista, nel frattempo, si allontanato di soppiatto dalla stanza della terapia per farvi ritorno successivamente, senza essere stati scoperti dai loro pazienti. In tutti i miei volumi ho sempre ribadito che, grazie a questa stereotipata rappresentazione,
lo spettatore in sala pu sentirsi rassicurato ed essere certo di
essere meno folle degli analisti comparsi sullo schermo. Generalmente queste commedie, pur non essendo sempre irresistibili, strappano sempre qualche sorriso e sono punteggiate
da battute gustose e divertenti. La pi graffiante di tutte? La
tela del ragno, film diretto nel 1955 da Vincente Minnelli si
apre con Steven, un giovane paziente ricoverato in una clinica per malattie mentali che si rivolge a Karen, la moglie del
direttore della struttura e le dice: Nella clinica sono tutti matti Non si distinguono i pazienti dai medici. Karen gli sorride e prontamente gli ribatte:Io si, i pazienti migliorano.
Bibliografia
Senatore I. Lanalista in celluloide: la figura dello psicoterapeuta
nello schermo. Franco Angeli Editore 1995.
Senatore I. Curare con il cinema. Centro Scientifico Editore 2001.
Senatore I. Il cineforum del Dottor Freud. Centro Scientifico Editore 2004.
Senatore I. Psycho cult - Psicodizionario dei film di genere. Centro
Scientifico Editore 2006.
Senatore I. 1000 Film Cinema e psicopatologia. Centro Scientifico
Editore (in corso di stampa).
116
SIMPOSI TEMATICI
F. Monaco, G. Giorello
117
SIMPOSI TEMATICI
G. Perna, D. Caldirola
rante prove da sforzo inferiore ai soggetti senza DP. Lo scopo del nostro studio era valutare il livello di fitness e la risposta cardiorespiratoria durante esercizio fisico in pazienti
con DP e leffetto di variabili emotive/cognitive su tale risposta.
Metodologia: dieci soggetti con DP e 10 soggetti sani (sovrapponibili per et, genere, abitudine al fumo e pratica
sportiva) sono stati sottoposti a esercizio fisico aerobico sottomassimale, su pedana rotante a velocit costante (4 km/h)
e a inclinazione progressiva, fino al raggiungimento di una
frequenza cardiaca bersaglio (formula di Karvonen, pesata
per et e frequenza cardiaca di base. Durante lo svolgimento dellesercizio sono state valutati i livelli soggettivi di ansia e di percezione dello sforzo.
Risultati: i soggetti con DP e i controlli sani non differivano per i valori di frequenza cardiaca (FC) basale a riposo
(rispettivamente, mediana 82; mediana 74) e per il valore di
FC bersaglio da raggiungere durante lesercizio (rispettivamente mediana 146; mediana 146,5). Il livello di inclinazione della pedana (espresso in %) in cui i soggetti hanno
raggiunto la FC prevista significativamente inferiore nel
gruppo di pazienti (mediana 12%) rispetto ai controlli sani
(mediana 16,5%) (p < 0,05). I pazienti hanno riportato una
FC significativamente maggiore rispetto ai controlli (p <
0,05) nella fase di riscaldamento, di inclinazione al 3, al 6
e al 9% (rispettivamente, mediana 111,7, 118, 131, 131,6 e
96,2, 104,1, 110,8, 118,4). I pazienti con DP hanno mostrato una Deviazione Standard intra-soggetto della FC media
significativamente inferiore rispetto ai soggetti di controllo
nelle fasi di dimezzamento della pendenza massima raggiunta (p < 0,01) e in quella di cammino con pendenza 0%
(p < 0,05) (rispettivamente, mediana 5,1, 4,2 e 6,8, 5,4). I
valori medi dei parametri respiratori non hanno mostrato
differenze significative tra i due gruppi. I pazienti hanno
percepito lo sforzo fisico come pi intenso rispetto ai controlli. Lansia durante la prestazione e diverse variabili cognitive misurate non hanno mostrato uninfluenza diretta
sui risultati.
Conclusioni: i risultati sono discussi secondo diverse ipotesi interpretative: a) lipotesi dellanomala regolazione del sistema cardiovascolare; b) lipotesi del condizionamento enterocettivo; c) lipotesi dellansia anticipatoria.
I nostri risultati suggeriscono lopportunit di inserimento
di programmi di esercizio fisico nei protocolli terapeutici
per il DP.
118
SIMPOSI TEMATICI
F. Pacitti, G. Bersani
I disturbi dellumore presentano una sintomatologia che richiama alterazioni del ritmo circadiano di diverse funzioni
fisiologiche quali il ritmo sonno-veglia, lappetito, la temperatura corporea, i livelli plasmatici di cortisolo, di NA, del
TSH, della pressione del sangue, delle pulsazioni, dei livelli di melatonina e anche dei rapporti sociali. Terapie efficaci sui disturbi dellumore sembra possano ristabilire i ritmi
circadiani cos come avviene con la terapia della luce e la
deprivazione di sonno.
119
SIMPOSI TEMATICI
Variazioni cronobiologiche
delle neurotrofine e delle caratteristiche
neuropsicologiche in pazienti con Disturbo
Affettivo Stagionale e Sindrome
Premestruale
F. Pacitti, M. Mazza, A. Iannitelli, G. Bersani, M. Casacchia
Dipartimento di Medicina Interna e Sanit Pubblica, Universit dellAquila
noto fin dallantichit che le variazioni climatiche possono influenzare landamento dei disturbi mentali. Solo nella
met degli anni ottanta viene identificato il Disturbo Affettivo Stagionale (SAD) come un disturbo psichiatrico specificamente correlato alle variazioni ambientali stagionali. Il
SAD un disturbo che si manifesta con sintomi affettivi e
comportamentali, le cui variazioni dintensit presentano
una periodicit tipicamente circannuale. Si presenta clinicamente in due forme, la pi frequente Winter-SAD e la forma meno diffusa, la Summer-SAD. Clinicamente il SAD si
configura come un disturbo dellumore caratterizzato da
sintomi depressivi atipici (umore deflesso ma reattivo,
peggioramento nelle ore serali, ipersonnia, aumento ponderale e assunzione compulsiva di cibi ricchi di carboidrati).
Per quello che concerne leziologia, il SAD sembrerebbe un
disturbo caratterizzato da una forte connotazione organica:
secondo la Ipotesi del Fotoperiodo di Rosenthal, infatti, la
patologia sarebbe determinata da un aumento della suscettibilit individuale allaccorciamento del fotoperiodo.
Oltre al SAD, un altro disturbo che presenta un andamento
tipicamente ciclico e che presenta il maggior numero di analogie con il SAD la Sindrome Premestruale (PMS). Si tratta di un disturbo molto frequente nella popolazione e caratterizzato dalla presenza di sintomi ricorrenti che si presentano esclusivamente durante la fase premestruale o nei primi giorni del ciclo. La PMS caratterizzata da sintomi fisici e psichici. I pi frequenti sono: deflessione del tono dellumore con peggioramento nelle ore serali, ansia, labilit
affettiva, iperfagia, ipersonnia, craving per i carboidrati, aumento ponderale, anergia, difficolt di concentrazione, mal
di testa e tensione mammaria.
Sebbene il SAD e la PMS siano disturbi appartenenti allo
spettro depressivo molto frequenti nella popolazione generale ancora poco noto della loro eziopatogenesi.
ormai un dato assodato che le neurotrofine ricoprono un
ruolo importante nei disturbi dellumore e nella risposta agli
antidepressivi. Inoltre, studi recenti,soprattutto della nostra
scuola, hanno dimostrato sia in modelli animali che nelluomo, la presenza di un ritmo ultradiano e circadiano delle
neurotrofine NGF e BDNF. Tale ritmo appare alterato in pazienti schizofrenici mentre, non esistono dati sulle alterazioni di questo ritmo in pazienti con SAD e PMS e, pi in
generale, in pazienti con disturbi dello spettro affettivo.
Sono molte le funzioni del nostro organismo che seguono
un ritmo giornaliero. Una delle pi importanti il livello
delle funzioni cognitive come lattenzione, le capacit esecutive, la destrezza manuale e la coordinazione neuromuscolare. Queste capacit presentano il minimo nelle prime
ore del mattino, ed il massimo nelle ore pomeridiane. Gli
studi sulla cronobiologia ha permesso inoltre di comprendere meglio il funzionamento dellorganismo e delle funzioni
esecutive tra cui le capacit di planning e di attenzione.
Obiettivi dello studio sono valutare lespressione delle neurotrofine NGF, BDNF e NT-3 e il loro ritmo ultradiano in
pazienti affetti da SAD e PMS e studiare gli aspetti neuropsicologici correlati ad un impairment ippocampale come le
componenti delle funzioni esecutive quali pianificazione,
flessibilit e controllo, accesso lessicale e capacit di shift,
attenzione selettiva spaziale e attenzione sostenuta.
SIMPOSI TEMATICI
L. Bossini, A. Rossi
Amigdala e personalit
A. Bertolino
Dipartimento di Scienze Neurologiche e Psichiatriche, Universit di Bari
Introduzione: nellultimo decennio laccrescersi dellinteresse nei confronti degli aspetti neurobiologici dellemozioni e della personalit ha prodotto una vera rivoluzione nel121
SIMPOSI TEMATICI
Amigdala e umore
P. Brambilla
Centro Interuniversitario di Neuroscienze Comportamentali (CIUNC), Universit di Udine e Universit di Verona
Lamigdala una struttura fondamentale per la regolazione
delle risposte emotive e dellumore nelluomo.
Molti studi recenti con neuroimaging strutturale e funzionale hanno evidenziato il ruolo dellamigdala nei disturbi dellumore, in particolare nel disturbo bipolare.
Dopo una revisione del ruolo dellamigdala nella modulazione delle emozioni e della memoria emotiva nelluomo, verranno presentati i principali dati in letteratura che suggeriscono il ruolo primario di questa struttura nei disturbi affettivi.
Amigdala e ansia/paura
L. Bossini, M. Tavanti
Universit di Siena
In caso di pericolo lamigdala prende il controllo della parte
razionale per dare una risposta immediata. Mentre in situazioni pi normali, la razionalit pu controllare le emozioni.
Lamigdala rappresenta una delle parti pi antiche del cervello, controlla emozioni ancestrali come la rabbie e la paura,
lansia indispensabili per la sopravvivenza. Le informazioni
sul pericolo passano solo successivamente alla corteccia.
Questo significa che si pu prendere coscienza e controllo di
un emozione solo dopo che questa si scatenata. In caso di
emozioni molto forti, o se non allenata, la corteccia fa fatica
Il Riconoscimento delle Espressioni Facciali (REF) rappresenta un importante aspetto nella comunicazione interpersonale ed governato da substrati neurali specifici. Pi recentemente lattenzione della ricerca si rivolta allo studio dei
correlati neuropsico-fisiologici di tale processo evidenziando lesistenza di alcuni sottosistemi neurali dedicati allelaborazione dei volti.
Questo processo sembra riconoscere una correlazione con
specifici stili affettivi di base come riportato dalle valutazioni condotte con strumenti quali il Multi-dimensional Inventory, The affective Neuroscience personality Scale (Davis et al., 2003) specificamente sviluppato per la misurazione degli stili affettivi.
In ambito clinico sono state riportate variazioni/anomalie
del REF in differenti popolazioni cliniche cos come il neuroimaging funzionale ha riportato variazioni/anomalie del
funzionamento delle aree neuroanatomiche sottese a tale
processo come lamigdala ed il giro fusiforme.
Lulteriore indagine neurofisiologica con potenziali evocati
pu fornire ulteriori elementi di conoscenza al modello delle interazioni REF vs. stili affettivi di base sia nella popolazione generale che in quelle cliniche.
122
SIMPOSI TEMATICI
L. Tondo, J. Angst
Do antidepressants induce
hypomania/mania?
J. Angst
Zurich University Psychiatric Hospital
Background: most influential treatment guidelines recommend avoiding treating bipolar depression with antidepressants and bipolar patients are usually excluded from antidepressant trials. It is generally assumed that antidepressants
induce hypomania.
Basic methodological issues: it is high time this assumption was questioned as being methodologically unsound: 1)
natural phenomenon: a switch from depression to hypomania/mania has been a fundamental component of bipolar disorder since the concept was formulated 1; similarly, the development of depression into mixed states was observed
early on 2. According to the literature the possible predictors
of switches are variables associated with bipolarity: (e.g.
previous history of mania/hypomania/ hypomanic symptoms, mixed features, hyperthymic temperament, substance
abuse); 2) treatment versus placebo and switch: there is no
controlled study of antidepressants vs. placebos demonstrating a significantly higher switch rate under active treatment
123
nor has any meta-analysis demonstrated a significant difference; switch rates have however been shown to differ significantly between drugs 3 4; 3) trial methodology: during a
trial spanning a defined time period switches cannot by definition occur among non-responders; responders are generally more frequent under antidepressants than placebo. A
switch is course-dependent: before it occurs it requires considerable improvement/response in the disorder. Switch
rates are thus statistically dependent events (Bayes theorem)
and it is wrong to calculate differences in switch rates as a
function of the total number of patients non-responders included 5.
Conclusion: switches are to be understood as a sign of
treatment efficacy; the more responders the more switches
(ECT > TCA > SSRI > PLO). Bipolar depression can and
should be treated by antidepressants, but these should be
combined with mood stabilisers at the first sign of improvement in the depression in order to minimise the natural risk
of a switch.
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SIMPOSI TEMATICI
aumento di stati ipo/maniacali associati durante uso di antidepressivi, in alcuni casi, nonostante luso di stabilizzanti dellumore.
Metodologia: tutti i pazienti visitati presso il Centro Lucio
Bini di Cagliari, sono stati valutati per luso di antidepressivi e la possibile induzione di episodi ipo/maniacali durante
il trattamento. Vengono presentati i risultati preliminari dello studio.
Risultati: dei 771 pazienti visitati, 529 (68,6%) hanno ricevuto almeno un trattamento antidepressivo. Di questi, il
20% ha presentato un episodio ipomaniacale, l8% un episodio maniacale. Come prevedibile, episodi ipo/maniacali si
sono verificati nel 95% di pazienti con disturbi dellumore e
nel 5% dei pazienti con disturbi dansia. Episodi ipomaniacali si sono presentati nel 10% dei pazienti con disturbo depressivo maggiore (DDM), nel 60% di pazienti BP-II e nel
30% dei pazienti BP-I. Episodi maniacali si sono verificati
nell8% di pazienti BP-II e nel 92% di pazienti BP-I, mentre in nessun paziente con DDM. Non stata osservata una
differenza nella comparsa di episodi ipo/maniacali durante
trattamento con antidepressivi di I (prevalentemente triciclici) o di II generazione (prevalentemente serotoninergici). Il
concomitante uso di terapie a lungo termine non ha mostrato un effetto preventivo sulla comparsa di episodi ipo/maniacali. La durata del trattamento con antidepressivi non
stata significativamente diversa per la comparsa di episodi
ipo/maniacali.
Conclusioni: la comparsa di episodi ipo/maniacali durante
trattamento con antidepressivi un evento che interessa circa il 30% di pazienti con disturbi dellumore, in particolare
BP-I o BP-II. Sulla base di questi dati preliminari il concomitante trattamento con stabilizzanti dellumore non sembra
prevenire la comparsa di episodi ipo/maniacali.
Bibliografia
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124
SIMPOSI TEMATICI
P. Rocca, R. Brugnoli
La valutazione clinica
R. Brugnoli, A. Iannitelli, F. Pacitti, A. Scarciglia, P. Pancheri
Fondazione Italiana per lo Studio della Schizofrenia, Roma;
SPDC, Policlinico Umberto I, Dipartimento di Scienze Psichiatriche e Medicina Psicologica, Sapienza Universit di
Roma
Introduzione: la sindrome da disorganizzazione stata
descritta per la prima volta da Bleuler che utilizzava il termine dissociazione, attribuendogli una funzione core nella schizofrenia.
La disorganizzazione caratterizzata dalla presenza di tre
elementi fondamentali: a) disgregazione delle caratteristiche fondamentali della comunicazione con relativa impossibilit della decodifica del messaggio; b) perdita di nessi logici di collegamento fra concetti della comunicazione; c)
sconnessione tra comunicazione verbale e non verbale a
connotazione emozionale. Il fattore disorganizzazione si
riferisce dunque alle manifestazioni osservabili di una disgregazione e destrutturazione della comunicazione verbale
e non verbale che si presume essere una espressione sintomatica di perdita delle capacit di organizzare e strutturare
un messaggio interno a fini comunicativi.
Negli ultimi anni si rafforzata lipotesi Bleuleriana, secondo la quale i cluster sintomatologici che coinvolgono la disorganizzazione e le funzioni cognitive rappresentano un
core eziopatogenetico primario nella malattia schizofrenica,
da cui avrebbero origine le altre dimensioni sintomatologiche. La valutazione della disorganizzazione assume una notevole importanza per vari motivi nella schizofrenia dove il
livello di disorganizzazione ideativa condiziona ampiamente sia i programmi di riabilitazione che di intervento psicoterapeutico.
Materiali e metodi: allinterno del nostro studio sono stati
inseriti 161 soggetti con diagnosi di Schizofrenia secondo i
criteri del DSM IV-TR. Questi pazienti sono stati consecutivamente reclutati presso i centri clinici universitari dei
Servizi di Psichiatria de La Sapienza di Roma, di Roma
Tor Vergata e della Struttura Ospedaliera S. Salvatore
de LAquila. Tale reclutamento ha previsto da parte di tutti i
soggetti inclusi nello studio la compilazione di un consenso
informato scritto. Per ognuno inoltre stata compilata una
scheda di raccolta dati anamnestica e socio-demografica
(nome, et, sesso, stato civile) e una di dati relativi alla malattia (esordio, durata di malattia, terapie assunte in passato
e in atto,eventuali note aggiuntive). Criteri generali di esclusione per i soggetti inclusi nello studio sono stati: et inferiore ad anni 18 o superiore ad anni 65, comorbilit con patologie di carattere psichiatrico di Asse I e/o di Asse II, la
presenza accertata di disturbi di tipo neuro-cognitivo. Altra
caratteristica del campione era che tutti i soggetti fossero in
125
SIMPOSI TEMATICI
La schizofrenia
P. Rocca, F. Castagna, C. Montemagni, F. Bogetto
Dipartimento di Neuroscienze, Sezione di Psichiatria, Universit di Torino
Leterogeneit della schizofrenia un problema riconosciuto da sempre, come gi preannunciato quando stato introdotto il termine schizofrenia da Bleuler 1 che aveva dato al
suo autorevole lavoro il titolo di Dementia Praecox, il
gruppo delle schizofrenie. Linquadramento delle eterogenee manifestazioni cliniche della schizofrenia ha previsto
lapplicazione sia del modello categoriale sia di quello dimensionale. Lidentificazione di distinti sottotipi o di distinte dimensioni sintomatologiche importante sia per definire i percorsi diagnostici-terapeutici sia per identificare i
meccanismi patogenetici alla base dello specifico quadro
clinico. Sia la nosografia classica sia quella attuale hanno
rappresentato approcci univariati al problema delleterogeneit. La disorganizzazione considerata nellambito dellapproccio categoriale sia nel DSM IV-TR che nellICD10. Nel primo, tra i cinque sintomi necessari per porre diagnosi sono inclusi leloquio e il comportamento disorganizzato, nel secondo leloquio incoerente e risposte emozionali incongrue, anche se citate come sintomi negativi. Nel
DSM IV-TR incluso il sottotipo disorganizzato, che si caratterizza per la presenza di eloquio disorganizzato, comportamento disorganizzato e affettivit appiattita, sintomi
che devono essere in primo piano. NellICD-10, il sottotipo
schizofrenia ebefrenica quello in cui la dimensione disorganizzazione prevalente. Il modello dicotomico positivonegativo 2 ha promosso la rinascita dellinteresse nellidentificazione di sottogruppi di sintomi schizofrenici e su questa base stato sviluppato il modello dimensionale della
schizofrenia, con varie alternative. Dallapproccio dimensionale, risultato che il modello a tre-sindromi, che comprende le dimensioni psicosi o distorsione della realt, sintomi negativi e disorganizzazione, la struttura fattoriale
pi valida della sintomatologia schizofrenica 3.
I sintomi che pi comunemente tendono ad aggregarsi per
costituire la dimensione disorganizzazione sono i disturbi
formali positivi del pensiero (eloquio logorroico, tangenzialit, deragliamento, incoerenza, illogicit), la povert del
contenuto del linguaggio, il comportamento bizzarro, lalogia, linadeguatezza affettiva, la disorganizzazione concettuale, la difficolt nellastrazione, la compromissione dellattenzione, i pensieri inusuali, la compromissione della volont, il pensiero stereotipato, la scarsa consapevolezza e il
manierismo. Lapproccio dimensionale ha portato luce allintuizione di Bleuler secondo la quale la dimensione disorganizzazione strettamente legata ai disturbi formali del
pensiero e del linguaggio e ha reso possibile una definizione pi precisa del disturbo del pensiero.
Numerosi studi condotti nellultima decade hanno innegabilmente confermato limportanza della dissociazione mentale
nella schizofrenia, riferendosi ad essa con nuove designazioni: disturbi formali del pensiero, sottotipo disorganizzato e
sindrome della disconnessione. I problemi incontrati nel tentativo di migliorare la descrizione della disorganizzazione nella schizofrenia potrebbero essere risolti da un approccio patogenetico. Un metodo per fornire una descrizione pi precisa
della disorganizzazione della schizofrenia considerare le
anomalie cognitive che sono alla base dei disturbi del pensiero e del linguaggio come guide per rileggere i sintomi clinici
e indicare nuovi segni clinici. I modelli cognitivi proposti sono la compromissione del processamento delle informazioni,
lincapacit di discriminazione e leccesso di stimolazione, il
deficit dellintegrazione percezione-cognizione-emozione e
lalterazione di queste integrazioni. Hardy-Bayl et al. 4, riproponendo un approccio neo-bleureriano, ipotizzano che alla base della sindrome schizofrenica disorganizzata ci siano
due meccanismi cognitivi responsabili delle alterazioni di
pensiero e di linguaggio che si osservano nei pazienti. Identificano nel deficit dellintegrazione dellinformazione contestuale e nel deficit della Teoria della Mente lanormalit specifica dellinformation processing caratteristica della disorganizzazione, risultato dellalterazione di circuiti cerebrali sottostanti. Il concetto di spaltung acquista in questa prospettiva un
nuovo significato di perdita di integrazione cognitiva. La disorganizzazione dipenderebbe da un processo cognitivo deficitario incapace di rendere rilevante unazione in un dato contesto e allorigine della compromissione della possibilit di
operare corrette attribuzioni sugli stati mentali altrui. In questa relazione sar presentata una nostra ricerca sulla dimensione disorganizzazione in un gruppo di soggetti affetti da
schizofrenia, facendo riferimento al modello teorico che prevede lintegrazione di percezione-cognizione-emozione.
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La dimensione disorganizzazione.
Il disturbo borderline di personalit
S. Bellino
Sezione di Psichiatria, Dipartimento di Neuroscienze, Universit di Torino
Il concetto di disorganizzazione stato introdotto per connotare una dimensione sintomatologica che riflette ed esprime la
caratteristica psicopatologica fondamentale della dissociazione psichica, della perdita dei nessi associativi che collegano
tra loro le diverse funzioni psichiche e ne organizzano il funzionamento. Secondo il modello dimensionale proposto da
126
SIMPOSI TEMATICI
Andreasen et al. nel 1995 1 e nei lavori successivi, si possono identificare nella schizofrenia tre dimensioni fondamentali: quella dei sintomi psicotici, quella della disorganizzazione e quella dei sintomi negativi. La dimensione dei sintomi disorganizzati si ritrova costantemente anche nei modelli elaborati successivamente, come quello di Peralta e
Cuesta del 2001 2, che prendono in considerazione un numero pi elevato di fattori. I sintomi in cui si esprime la dimensione disorganizzata sono la disorganizzazione del linguaggio, dellaffettivit e del comportamento. Se ci riferiamo a
questa definizione della disorganizzazione, come complesso
dei sintomi che riflette la dissociazione psichica, non possiamo riconoscere questo elemento psicopatologico nel disturbo
borderline di personalit. Se infatti nella psicosi schizofrenica si assiste ad una frammentazione del s, ad una disgregazione della personalit che si esprime nella dissociazione e
nei sintomi disorganizzati, nel disturbo borderline il s poco coeso, con confini poco definiti, ma la frammentazione
non si verifica se non talora in brevi e transitori episodi psicotici. Il termine disorganizzazione pu essere quindi applicato al disturbo borderline di personalit solo ricorrendo ad
unaccezione pi ampia, che faccia riferimento al concetto di
Kernberg di una strutturazione dellidentit deficitaria e debole. Il disturbo dellidentit nei pazienti borderline stato introdotto fra i criteri diagnostici del DSM-IV ed stato analizzato in modo approfondito in uno studio del 2000 di Wilkinson-Ryan e Westen 3, in cui sono stati identificati quattro fattori fondamentali: role absorption(in cui i pazienti tendono
a definirsi in rapporto ad un singolo ruolo o compito), painful incoherence (un senso soggettivo di mancanza di coerenza), inconsistency (unincoerenza oggettiva del pensiero, del sentimento e del comportamento) e lack of commitment (mancanza di responsabilit nel lavoro o rispetto ai
propri valori). Il deficit strutturale dellidentit sarebbe quindi uno dei nuclei psicopatologici del disturbo borderline e lelemento caratterizzante di una forma di disorganizzazione che
si estrinseca in molteplici manifestazioni sintomatologiche
del disturbo: 1) manifestazioni comportamentali (impulsivit,
rabbia incontrollata); 2) manifestazioni affettive (instabilit
dellumore, disforia); 3) manifestazioni relazionali (alternanza repentina di idealizzazione e svalutazione dellaltro significativo, angoscia abbandonica).
Per approfondire lo studio dei rapporti che intercorrono fra
deficit di strutturazione dellidentit e caratteristiche sintomatologiche e cliniche del disturbo borderline di personalit
abbiamo valutato un gruppo di pazienti ambulatoriali con
litem 4 Identity del Borderline Personality Disorder Severity Index (BPDSI), con unintervista semistutturata per le
caratteristiche demografiche e cliniche e con una serie di
scale sintomatologiche e funzionali. Il punteggio dellitem 4
del BPDSI stato quindi adottato come variabile dipendente in un modello di regressione multipla in cui le variabili
indipendenti sono i punteggi delle scale ed i fattori demografici e clinici. I risultati ottenuti sono descritti e discussi
in relazione alle implicazioni psicopatologiche e cliniche.
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Studi longitudinali suggeriscono che il DAS ad esordio precoce possa rappresentare un fattore di rischio per altri disturbi dansia, ma si discute ancora se tale legame sia aspecifico, o se esista un rapporto pi diretto con il disturbo di
panico (DP). In particolare il DAS appare particolarmente
collegato alle forme di DP precedute, nel corso dei mesi precedenti, da eventi di separazione o di perdita. Dati recenti
indicano che il rapporto DAS-DP particolarmente elevato
nelle forme di DP ad esordio precoce. Inoltre il DAS particolarmente collegato a forme di DP con una precoce complicazione agorafobica.
Altre quadro psicopatologici che possono comparire nella
storia naturale del DAS, e la cui relazione psicopatologica
con il DAS ancora discussa, sono il disturbo dansia generalizzato, i disturbi depressivi ed il disturbo bipolare.
SIMPOSI TEMATICI
late. In particolare lansia di separazione sembra identificare un sottotipo di disturbo affettivo caratterizzato da un decorso di tipo bipolare II con elevata comorbidit con disturbi dansia, in particolare il disturbo da panico.
Conclusioni: lansia di separazione nelladulto configura
una vera e propria patologia dellattaccamento con possibili influenze sul decorso e sul trattamento dei disturbi dello
spettro bipolare.
129
Anche di recente, nella scorsa legislatura, sono state presentate numerose proposte di legge per modificare la normativa psichiatrica peraltro, giusto ricordarlo, centrata sulle possibilit e sui limiti degli accertamenti e dei trattamenti senza consenso e non pi sugli aspetti organizzativi, diventati da tempo
oggetto di intervento autonomo regionale , proprio mentre
negli anni si estendeva il consenso della comunit scientifica
internazionale sui valori e sulle centralit della psichiatria di
comunit, rispetto alla psichiatria delle istituzioni, di recente
assunta dalla WHO e dalla UE come punto di riferimento per
le politiche socio-sanitarie in tutti gli stati.
SIMPOSI TEMATICI
Questo aspetto culturale si irrigidito nel tempo in una sorta di grigio utopismo pedagogico, appannaggio delluomo
dellapparato politico di turno, che ha rivestito i panni del
mediatore.
Successivamente si diluito nellambito di una logica
aziendalistica e manageriale ormai prevalente.
La realt effettuale, di cui si parla poco, riguarda lassetto
dellassistenza psichiatrica e viene ad investire non soltanto
interessi economici ingenti, ma anche inveterate divergenze
ideologiche.
La legge 180 con la sua nozione di territorio come anti-manicomio ed anti-istituzione in generale, ha liquidato assetti
ormai anacronistici, ma nel contempo ha imposto la ricerca
di nuovi equilibri.
Inoltre ha acceso il contenzioso circa la ridistribuzione dei
benefici, economici da un lato, ideologico-culturali dallaltro.
La situazione che ne seguita tuttora aperta.
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nina), hanno dato risultati inconsistenti. I dati maggiormente replicati implicano il gene COMT, che codifica per lenzima catechol-o-methyltransferase responsabile del metabolismo delle catecolamine. Diversamente, due studi non hanno trovato unassociazione tra DAP e il trasportatore della
noradrenalina, cos come la maggior parte degli studi sul gene 5-http e sui geni dei recettori della serotonina 1A e 2C,
gi in precedenza associati con gli stati ansiosi in generale.
Si sono anche cercati eventuali link tra geni e la presenza o
assenza di agorafobia nei soggetti con disturbo di panico,
ma senza ottenere risultati chiari e definiti. Un approccio
che potrebbe pi facilmente portare alla scoperta di nuovi
geni implicati nel disturbo lutilizzo degli endofenotipi, tra
cui per esempio la suscettibilit alla CO2 come gi suggerito da Klein 2. Inoltre, data la complessit delle interazioni
che intervengono tra i diversi geni implicati nel DAP, trova
una valida interfaccia strumentale nellutilizzo di particolari tecniche statistiche non lineari, quali le reti neurali artificiali, come gi da tempo avviene in altri ambiti medicoscientifici 3.
SIMPOSI TEMATICI
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SIMPOSI TEMATICI
V. Villari, D. La Barbera
G.I. Perini
G. Maina
I disturbi dellumore sono caratterizzati dalla elevata tendenza alla ricorrenza, sia nelle forme unipolari che in quelle bipolari. Nei disturbi unipolari il rischio di ricorrenza
strettamente correlato soprattutto al numero degli episodi
precedenti, alla presenza di sintomi residuali interepisodici.
Dopo lepisodio indice in media vi sono a di 2 ricorrenze in
10 aa, il rischio di successivi episodi di depressione cresce
del 16% dopo ogni ricorrenza, mentre decresce con il crescere della durata di ogni remissione. Il disturbo bipolare
caratterizzato da una aumento di ricadute nel tempo:infatti
nel 40% si verifica entro un anno, nel 60% entro due anni,
nel 73% in 5 o pi anni 1. presenta sintomi residui interepisodici sindromici o subsindromici prevalentemente depressivi 2 3.
Luso di terapie con stabilizzanti del tono dellumore permette sia la risoluzione degli episodi acuti che la prevenzione degli stessi. I meccanismi dazione coinvolti nella stabilizzazione dellumore sono prevalentemente meccanismi
post-sinaptici che regolano cascate intra-neuronali e determinano un aumento della resilience cellulare, cio della
capacit di recupero della cellula stessa. I fenomeni di resilience cellulare rilevanti nella patogenesi dei diturbi dellumore verranno illustrati insieme agli effetti dei farmaci utilizzati quali litio velproato, lamotrigina e antipiscotici atipici. Dal punto di vista clinico i fenomeni di neuroplasticit/
neurotossicit possono evidenziarsi soprattutto nelle aree
del funzionamento cognitivo, della morfometria corticale e
del metabolismo cerebrale. Alcuni dati recenti indicano la
rilevanza di endofenotipi cognitivi, strutturali o funzionali
nello studio del genotipo e della risposta ai trattameni nei disturbi dellumore.
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SIMPOSI TEMATICI
G. Abbate Daga
T. Frieri, V. Villari
SIMPOSI TEMATICI
Conclusioni: i concetti di guarigione e di remissione sono stati oggetto negli ultimi anni di una continua evoluzione, che rende attualmente necessaria una validazione
da parte dei clinici e dei ricercatori. Ci pu contribuire
ad una definizione univoca e condivisa degli obiettivi del
trattamento farmacologico e riabilitativo, al fine di ottenere la remissione completa della sintomatologia, un adeguato funzionamento sociale ed il benessere del paziente
e dei suoi familiari, configurando un quadro di guarigione
clinica.
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O. Todarello, M. Nardini
SIMPOSI TEMATICI
Negli ultimi 10 anni una serie di ricerche che hanno utilizzato i Diagnostic Criteria for Psychosomatic Research
(DCPR) hanno evidenziato lalta prevalenza di sindromi
psicosomatiche come la demoralizzazione, lirritabilit, la
fobia di malattia, la negazione di malattia, la somatizzazione persistente e la conversione (definita secondo criteri diversi rispetto a quelli del DSM-IV). Questi dati suggeriscono la possibilit di una specificazione della categoria DSM
fattori psicologici che influenzano una condizione medica, utilizzando le sindromi psicosomatiche dei DCPR e aggiungendo la diagnosi di ipocondria attualmente collocata
tra i disturbi somatoformi. Questo permetterebbe leliminazione della controversa sezione relativa ai disturbi somatoformi. Il disturbo dismorfico corporeo potrebbe infatti essere collocato tra i disturbi dansia.
Questa nuova categorizzazione permette di superare la dicotomia organico/funzionale e di migliorare linquadramento del disagio psicologico in ambito medico.
Bibliografia
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L. Ravizza, L. Burti
ro essere utili per lidentificazione degli aspetti clinici di vari tipi di addiction e dipendenza, per la collocazione nosografia e per verificare se nel GAP e altri disturbi del controllo, nella dipendenza da sostanze siano coinvolti gli stessi neurocircuiti.
SIMPOSI TEMATICI
loutcome della terapia farmacologica. Oltre alla valutazione delle comorbilit verranno esposte le eventuali relazioni
con le dimensioni temperamentali e personologiche. Verr
inoltre discussa la presenza di sintomi dissociativi allinterno delle fenomenologia della IAD cos come di altri disturbi da dipendenza, comportamentale e da sostanze.
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Impulsivit e sostanze
A. Rossi
Universit de LAquila
Limpulsivit una componente della personalit che caratterizza liniziativa allazione definita dal Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali 4a edizione (DSMIV), quale incapacit nel resistere ad un impulso, spinta o
tentazione a compiere un atto dannoso per la persona o per
altri. Rappresenta un aspetto centrale di numerosi disturbi
mentali come i disturbi della condotta, i disturbi di personalit labuso di sostanze, i disturbi dellumore. Valutazioni
neurocognitive evidenziano due modelli di impulsivit: lincapacit a ritardare la risposta e lincapacit a conformare la
risposta al contesto ambientale 1.
Labuso di sostanze un comportamento complesso in cui
limpulsivit gioca un ruolo cruciale nellorigine e nel mantenimento. Vari studi valutando limpulsivit negli individui
con disturbo da uso di sostanze (DUS) hanno riportato un
legame tra impulsivit e uso di sostanze. Tali studi hanno rilevato livelli pi alti di impulsivit nei soggetti con dipendenza da sostanze rispetto a soggetti sani. Tra gli individui
con DUS, inoltre, quelli dipendenti da sostanze multiple risultavano pi impulsivi rispetto a quelli dipendenti da una
singola sostanza. Luso di sostanze, tuttavia, non rappresenta un comportamento propriamente impulsivo ma, in risposta a fattori stressanti o a stimoli ambientali, un individuo
con abuso di sostanze potrebbe utilizzare la sostanza dabuso con unazione rapida, non pianificata e senza considerare le conseguenze 2.
Sono state osservate delle similitudini tra pazienti con lesioni della corteccia prefrontale ventero mediale (CPVM) e
soggetti con DUS. Entrambi, infatti, mostrano un comportamento impulsivo in quanto effettuano scelte con una ricompensa immediata anche se questa potrebbe determinare conseguenze negative. Recentemente, inoltre, sono state evidenziate anomalie nella CPVM nei soggetti con abuso da
cocaina. A tali anomalie sono stati correlati deficit nel decision making alla valutazione con lIowa Gambling Task.
Una compromissione nel decision making, tuttavia, sembra
correlata al DUS in generale, indipendentemente dalle sostanze utilizzate 3.
La concomitanza di un disturbo psichiatrico e di una condizione tossicomanica viene definita doppia diagnosi. In
realt tale denominazione utilizzata per indicare situazioni spesso ad elevata complessit diagnostica in soggetti che
presentano quadri di comorbidit in cui, nella maggior parte dei casi, le varie condizioni psicopatologiche si intrecciano e si influenzano reciprocamente.
I risultati emersi dal National Epidemiologic Survey on Alcohol and Related Conditions (NESARC) mostrano tassi di
prevalenza lifetime dei disturbi da uso di sostanze (DUS) nella popolazione americana pari al 10,3%. Il rischio di avere un
DUS aumenta se presente un disturbo psichiatrico in comorbidit, in particolare se presente un disturbo dansia
(DA) (OR 2.6) (Compton et al., 2007). In uno studio di Sbrana et al. (2005) si evidenzia che fino ad un terzo dei pazienti
con Disturbo di Panico e con Disturbo ossessivo-compulsivo
fa uso di sostanze psicoattive nel corso della vita e che una
percentuale di questi sviluppa successivamente un disturbo da
uso di sostanze (6-8%). Lelevata comorbidit tra DA e DUS
pu essere spiegata, dal punto di vista eziopatogenetico, attraverso due modelli teorici: nel primo modello luso di sostanze psicoattive pu insorgere conseguentemente al disturbo dansia (anche sul piano temporale) e pertanto rappresenta un esempio di self-medication nel corso di un disturbo psichiatrico sviluppatosi in maniera indipendente; nel secondo
modello il disturbo dansia esordisce dopo luso di sostanze
psicoattive, con un rapporto causale stretto e con unevoluzione che pu rendersi in seguito indipendente dal persistere
del consumo della sostanza stessa. In alcuni casi infatti, luso
di sostanze pu scatenare lesordio di un disturbo dansia per
cui esisteva gi una certa vulnerabilit determinata nel soggetto dal patrimonio genetico. Spesso il rapporto di causalit
tra i due disturbi non cos semplice da chiarire, pertanto,
nella gestione dei pazienti con doppia diagnosi importante innanzitutto soprassedere sulla diagnosi fino a che si sia ottenuta una astinenza prolungata dalla sostanza (soprattutto nel
caso del disturbo di panico i cui sintomi possono mimare
quelli di una astinenza da alcol) (Brady et al., 2007). Per
quanto concerne il trattamento, esistono evidenze per cui il
trattamento farmacologico di questi disturbi sia efficace sia
considerando gli outcome del DUS che quelli del DA (Petrakis et al., 2007; Nunes and Levin, 2004). Il trattamento psi138
SIMPOSI TEMATICI
G. Giupponi, M. Sarchiapone
contatto con i servizi psichiatrici, che avrebbero potuto offrire una qualche terapia efficace; la maggior parte dei soggetti a rischio rimane sola e leffetto di questi metodi di
prevenzione sul rischio di suicidio generale appare scarso
(Althaus, et al. 2001). A livello mondiale diversi paesi hanno iniziato campagne di prevenzione con risultati contrastanti; quasi tutte le iniziative hanno posto notevole attenzione sul miglioramento della diagnosi e del trattamento
dei disturbi psichiatrici e in particolar modo della depressione. Altre aree su cui hanno puntato sono state: la riduzione e laccesso a mezzi letali, programmi di sensibilizzazione e conoscenza per i media e per il pubblico, programmi per la scuola, misure contro alcool e droga, campagne dintensificazione daccesso ai servizi di salute
mentale, programmi dinformazione per addetti ai lavori;
metodi di screening e valutazione per persone a rischio,
lutilizzo di programmi di mantenimento del contatto e
della terapia verso pazienti a rischio (Taylor, et al. 1997).
Ogni campagna ha soppesato in modo diverso le varie aree
dazione cosicch negli studi effettuati spesso non stato
possibile capire quali di queste aree sia stata quella di
maggior efficacia. Le sole aree dazione di indubbia validit e efficacia sembrano essere state quelle che hanno
portato alla riduzione e laccesso a mezzi letali e il miglioramento della diagnosi e del trattamento della depressione (Mann et al., 2005) (Taylor et al., 1997).
SIMPOSI TEMATICI
SIMPOSI TEMATICI
Conclusioni: per la prevenzione del rischio suicidario necessario una migliore diagnostica che tenga conto dei sintomi maggiormente correlati al rischio di suicidio.
M. Di Fiorino, M. Balestrieri
ti sessuali, contenendo la spinta ipersessuale. Sulluso clinico degli antiandrogeni sono state comunque apposte critiche
di ordine morale, legale e medico.
Gli agonisti LHRH hanno trovato un certo consenso in anni
recenti e sono stati proposti sia come terapia unica che come add-on rispetto ad altri farmaci.
I risultati di studi in aperto con SSRI hanno confermato lefficacia di questi farmaci, collegata sia al controllo degli impulsi e dei comportamenti compulsivi che alla riduzione del
desiderio sessuale.
Altri farmaci utilizzati nelle parafilie sono gli stabilizzanti
dellumore e gli antipsicotici, per i quali esistono un certo
numero di report.
Il trattamento farmacologico delle parafilie presenta tuttora
aspetti controversi. La ricerca futura dovr confermare lefficacia dei farmaci sinora utilizzati nella pratica clinica e
proporre alternative utili.
SIMPOSI TEMATICI
questo confine tra impulsivit e compulsivit assume caratteri particolarmente sfumati e difficilmente delineabili. A
condotte di questo tipo si correlerebbe una riduzione della
tensione psichica nell83% dei casi, suggerendo una stretta
correlazione con gli elementi pi egodistonici e compulsivi
della fenomenica (Raymond et al., 2003). Daltra parte per
gli stessi soggetti a questi comportamenti si associa, nel
73% degli intervistati, un senso di gratificazione, che tenderebbe invece ad accomunare le parafilie ad una fenomenica
di impulsivit e di discontrollo.
Bibliografia
Di Fiorino M, Corretti G. Perversioni. Il lato oscuro dei comportamenti sessuali. Psichiatria e Territorio 2004.
G. Spinetti, A. Castellani
menti diversi della QdV nelle diverse culture: nei paesi occidentali risultano pi condizionanti il lavoro ed i fattori distressogeni ad esso correlati, in quelli orientali il supporto
sociale e lo stress di ambito relazionale.
Anche se ormai approdata alla fase applicativa e di misurabilit, la ricerca sulla QdV continua a riflettere indirettamente su temi epistemologici generali: che cosa si misura
effettivamente quando si misura la QdV? Chi deve effettuare la misurazione? A quale scopo? Tali questioni trovano la
massima estrinsecazione in temi come transculturalit degli
interessi e dei valori, soggettivit ed oggettivit, quantitativit e qualitativit.
Le proposte degli interessati alla QdV nellambito della salute mentale della disabilit intellettiva si riferiscono a modelli di valutazione integranti aspetti qualitativi e qualitativi, soggettivi e oggettivi, applicabili a qualunque condizione psico-fisica, attuati da sistemi di strumenti auto ed eterosomministrati, aventi come obiettivo quello di aiutare il paziente-persona ad intraprendere o sviluppare un percorso di
sviluppo di abilit alla soddisfazione di vita.
142
SIMPOSI TEMATICI
143
SIMPOSI TEMATICI
SIMPOSI TEMATICI
Si potrebbe concludere da ci che, almeno per quanto riguarda lestesa galassia dei disturbi dello spettro impulsivocompulsivo, il costrutto diagnostico di doppia diagnosi
parzialmente invalidato. Per esso si dovrebbe riservare una
ristretta e specifica applicazione ai casi di comorbilit con
disturbi apparentemente e relativamente indipendenti (psicosi, disturbi dellumore, dansia, ecc.). Lo stesso rapporto
con i disturbi di asse II sembra problematico, se si assume il
continuum psicopatologico dello spettro come levoluzione
di un tratto di personalit.
G. Messina, G. Malara
145
un tempo era dato culturalmente per scontato che gli infermi di mente potessero essere contenuti;
nella legislazione pre-180 non cera una norma esplicita
che la autorizzasse: il legislatore si preoccupava solo che
la contenzione avvenisse secondo certe regole;
in genere lo psichiatra che ammette di utilizzare la contenzione sostiene che questa una dolorosa necessit per
impedire che quel certo paziente si faccia del male o faccia male ad altri.
SIMPOSI TEMATICI
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M. Marchetti, U. Fornari
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SIMPOSI TEMATICI
M. Biondi, G. Citoni
A. Minervino
148
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149
SIMPOSI TEMATICI
parole che, palesemente evocate dallebefrenia, appartengono al passato. Ma nonostante lassonanza Ebe ed hebes hanno una storia differente; Ebe parola greca e designa la dea della pubert, hebes invece parola latina ed
indica ci che ottuso, rallentato, privo di acume. Laggettivo ebete, in sintesi, connota una condizione di perdita, di impoverimento, soprattutto intellettivo ma anche
percettivo ed affettivo.
A guardar bene non manca qualche consonanza fra lebefrenia ottocentesca ed alcune situazioni cliniche descritte
da autori del passato come Ippocrate e Chiarugi, per ricordare due nomi autorevoli. Non si pu, daltra parte, dimenticare che i modelli antropologici a cui la clinica fa riferimento non sono stabili, n si pu dimenticare che gli
stessi sintomi presi in considerazione sono oggetto di valutazioni mutevoli.
La storia, in vero un po acrobatica, dellebefrenia invita a
pensare che con le stesse note possono essere elaborate
melodie vagamente simili, ma non sovrapponibili per
quanto avvicinabili per il profilo basso e dolente della musica.
R. Tatarelli, P. Girardi
focus of study. This presentation reports analyses of the diary of a young woman who killed herself. The diary covers
the last year of her life and provides a rich source of clinical
data in order to understand her suicide.
The presentation will focus on three issues: 1) an examination of her irrational thinking; 2) her manifestation of the
Ophelia complex, and 3) an analysis of the verbal content of
her diary as her suicide became imminent.
150
SIMPOSI TEMATICI
SIMPOSI TEMATICI
Nel periodo di osservazione il 7% dei pazienti andava incontro ad uno switch (ipo)maniacale e 3 pazienti effettuavano un tentativo di suicidio, di cui nessuno a termine.
Conclusioni: i nostri dati indicano che gli antidepressivi sono efficaci nella depressione bipolare come nella depressione maggiore ricorrente anche se la latenza di risposta pi
lunga. Bench le potenziali complicanze (switch, tentativi di
suicidio) siano risultate contenute, luso di questa classe di
farmaci nei pazienti con disturbi bipolari richiede comunque
particolare cautela.
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SIMPOSI TEMATICI
no al 53% nella Depressione Unipolare: circa un terzo dei pazienti non assumerebbe affatto la terapia mentre il restante
20% mostrerebbe una aderenza parziale.
Scopo dello studio: nel nostro studio laderenza farmacologica stata valutata al momento del ricovero e prende in
esame i 3 mesi precedenti il ricovero medesimo. Lintento
del nostro studio principalmente quello di valutare la percentuale di non aderenti nel momento dellospedalizzazione
(65 pazienti bipolari), le possibili differenze cliniche relative alla non aderenza e alcune variabili maggiormente coinvolte in questo fenomeno, al fine di ipotizzare programmi
specifici per migliorare il grado daderenza, sia durante il ricovero che al momento della dimissione
Risultati: nel campione totale (n = 65), il 65% risultato
aderente (ricaduto per altre cause), il 35% non aderente (ricaduto per non aderenza). Del gruppo dei pazienti in fase
depressiva (n = 50) il 70% risultato aderente e il 30% non
aderente, del gruppo dei pazienti in fase maniacale (n = 15)
il 47% risultato aderente e il 53% non aderente Delle diverse variabili esaminate, la terapia farmacologia assunta al
momento del ricovero cos come la presenza di effetti collaterali non sono risultati statisticamente significativi ai fini
delladerenza (p = 0,542; p = 0,517). Sono risultati significativi i seguenti parametri: la presenza di un caregiver (aderenti 49,2%; non aderenti 6,1%; p 0,05), la dipendenza da
sostanze (aderenti 6,1%; non aderenti 23%; p 0,05), i punteggi alla DAI (p 0,001), i punteggi alla SAI (p 0,001),
i punteggi alla BDI (aderenti 30,9%; non aderenti 23,5%; p
0,05), alcuni tratti temperamentali (TPQ social avoidance
negli aderenti p ,05) e lo stile di attaccamento (RQ fearful
negli aderenti p 0,05).
Conclusioni: nei pazienti bipolari laderenza sembra correlata positivamente con il grado di sofferenza soggettivo. La
presenza del caregiver, la dipendenza da sostanze, linsight
(SAI) e latteggiamento nei confronti dei farmaci (DAI) sono le variabili maggiormente coinvolte.
A. Troisi, C. Gross
153
nel topo contemporaneamente lambiente postnatale e i geni. Per manipolare lambiente abbiamo usato un incrocio
reciproco tra i due ceppi di topi BALB/c e C57BL/6 per
generare femmine F1 che sono caratterizzate o da bassi o
da alti livelli di cure materne in accordo con il background
genetico della loro madre e delle cure materne che a loro
volta hanno esperito. Nel topo stato dimostrato che questi diversi livelli di cure materne durante il periodo postnatale sono associati con un conseguente incremento dei
livelli dansia nella progenie in et adulta (Calatayud &
Belzung, 2004). Inoltre per introdurre una mutazione genetica di nostro interesse in questo paradigma, abbiamo
accoppiato queste femmine F1 con un maschio portatore di
una mutazione genetica che trasmetter solo a met della
propria progenie. A questo punto le due met della progenie (wild type, mutante) sono cresciute con una madre F1
che ha dato loro o numerose o scarse cure materne. La nostra ipotesi era che animali portatori della mutazione, che
si sviluppano un ambiente postnatale negativo, avrebbero
mostrato pi alti livelli di comportamento ansioso e depressivo rispetto agli animali che sono stati esposti ad alte
cure materne.
In questo paradigma abbiamo sino ad ora abbiamo analizzato linterazione dellambiente con geni legati al sistema serotoninergico: il recettore 1A della serotonina e il trasporatore della serotonina (5HTT). I nostri risultati mostrano
uninterazione dellambiente con solo il 5HTT, in maniera
specifica in comportamenti di tipo depressivo. Allanalisi
SIMPOSI TEMATICI
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SIMPOSI TEMATICI
F. Muratori, D. Cohen
SIMPOSI TEMATICI
Perturbations precoces
de lintersubjectivit, de lattention
et de lempathie. quels liens avec
les troubles externaliss du comportement
de lenfant et de ladolescent?
J.M. Guile, D. Cohen*
Universit de Montral (Canada) et Laboratoire Psychologie et NeuroSciences Cognitives (CNRS-ParisV), Association de sant mentale La Nouvelle Forge (France); * GH Piti Salptrire, Universit Paris VI et Laboratoire Psychologie et NeuroSciences Cognitives (CNRS-Paris V)
Introduction: les troubles externaliss du comportement
de lenfant et de ladolescent, incluant les troubles narcissisques et les troubles des conduites, ont en commun plusieurs retards ou dysrgulations touchant lattention, le
contrle excutif et lempathie.
Mthode: synthse des crits.
Rsultats: ces anomalies neurocognitives sont enracines
dans les perturbations prcoces des relations intersubjectives du jeune enfant avec son environnement. Le maintien
de ces perturbations et leur volution vers des troubles externaliss dpend de lentre en jeu de facteurs environnementaux. Les travaux psychanalytiques et les rcentes recherches neurobiologiques seront prsentes dans une perspective intgre.
SIMPOSI TEMATICI
re, sia pur in modo poi rivelatosi discontinuo, in quella direzione. Molteplici sono infatti le esigenze alle quali un pi
stretto rapporto tra carcere e psichiatria di comunit potrebbe rispondere, e tra le altre vorremmo in particolare ricordare quelle legate a istanze:
di equit: perch la salute mentale del detenuto deve essere tutelata con le stesse modalit e nella stessa misura di
quella di ogni altro cittadino;
di carattere etico: perch solo il DSM, e non uno specialista dipendente dallamministrazione penitenziaria, pu
mantenere la posizione di terziet ed equidistanza tra il
punto di vista dellistituzione e quella del detenuto, quella posizione cio che B. Gravier definisce di conflittualit costruttiva nei riguardi del mondo penitenziario, che
indispensabile allesercizio della professione sanitaria
in ambienti detentivi (Peloso, 2005);
di continuit interno-esterno: perch lappartenenza degli psichiatri operanti in carcere al DSM si presta a meglio garantire una tensione progettuale che attraversi anche il momento della detenzione inscrivendola in un
percorso vettoriale complessivo di accompagnamento
volto alla presa in carico, alla cura e alla riabilitazione
della persona;
di carattere logistico-organizzativo: perch il riferimento
a modelli di abituale utilizzo nella psichiatria sul territorio (quipe, psichiatria di collegamento, dipartimento,
gradualit della presa in carico, continuit/discontinuit
terapeutica, rete dei servizi, continuit tra dimensione sanitaria e sociale di bisogni della persona ecc.), e quello a
una logistica fondata sullintegrazione tra spazi di degenza, di permanenza diurna e di intervento programmato o
su sollecitazione urgente, caratteristico anchesso della
psichiatria di comunit, rappresentano i migliori supporti
organizzativi alla presa in carico della sofferenza mentale
anche nel carcere;
di carattere scientifico-formativo: in quanto, come sottolinea J.L. Senon (1998), il carcere ha bisogno di psichiatri incessantemente vivificati nella loro cultura, nellaggiornamento scientifico e nella tensione etica dal rapporto costante con la generalit dei propri colleghi operanti
nella comunit, e non di psichiatri isolati ed emarginati
culturalmente e professionalmente, e in definitiva quindi
resi anchessi penitenziari nel corso degli anni.
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SIMPOSI TEMATICI
ti e molesti. Figurarsi le loro pratiche! Sparlarne facile come bere un bicchier dacqua. Essi si collocano, nella percezione affettiva che li cattura, agli antipodi rispetto a temi
quali la libera scelta, il garbo, la moderazione, perfino la democrazia Poich, in ogni caso, occorre non cedere di
buon grado alla lusinga dei luoghi comuni, neppure lidea di
coazione merita di essere liquidata in quattro e quattrotto.
Ne parleremo dunque senza arretrare di fronte al suo profilo maligno, intuendone e dimostrandone anzi la benignit
potenziale.
Metodologia: il lavoro esamina le declinazioni possibili
della coazione benigna in Salute Mentale. Quando la coazione benigna? Tutte le volte che punta a trattenere la caduta libera di qualcuno privo di bussola, immerso in una
sorta di disorientamento esistenziale, incapace di sottrarsi
alla perdita di s. Tutte le volte che contribuisce a difendere, un soggetto debole, da aggressioni vuoi pure inconsapevoli auto o eterolesive. Tutte le volte che si configura come
disposizione di alleggerimento della coazione stessa. La
coazione benigna quando individualizzata e non generica,
quando interdisciplinare e non semplificata, quando necessaria e non gratuita, quando somministrata umanamente e
non vendicativamente comminata. Questa connotazione del
concetto permette di costruire il percorso della coazione benigna in Salute Mentale.
Risultati: come un accertamento o un trattamento sanitario
obbligatorio ovvero la nomina di un Amministratore di sostegno non vanno a detrimento della cura, allo stesso modo
ben monitorate misure alternative alla pena sono lo strumento per restituire il reo a una smarrita dimensione relazionale socialmente compatibile; analogamente le disposizioni dellautorit giudiziaria a tutela dei minori contesi da
genitori separati evitano la distruzione della loro individualit; del pari una accusa portata con fermezza e benevolenza insieme pu non ferire, bens educare; e infine il modo di
somministrare una pena incide profondamente sul carattere
benigno del vissuto di quel giudizio, di quella pena.
Conclusioni: se cos stanno le cose, la organizzazione della
risposta di Salute Mentale in carcere diventa di importanza
vitale per trasformare una coazione potenzialmente maligna
in benigna per i molti portatori di sofferenza psichica che lo
attraversano. Non si poteva trattare semplicisticamente un
problema complesso come la malattia mentale, e lOspedale Psichiatrico era appunto la risposta semplice. Non si pu
neppure trattarlo in maniera complicata, come oggi accade.
Lunica strategia che paghi quella della integrazione, della articolazione di un metodo composito. E ci tanto pi
vero quando a moltiplicare la complessit della malattia
mentale interviene un crimine.
E inoltre, perch la tappa penitenziaria della coazione benigna sia tale, indispensabile muoversi a partire dalle
pratiche. Lapparato penitenziario non sar neppure scalfito da velleit astruse di sanificarlo che non muovano dai
bisogni dei suoi utilizzatori e dei suoi operatori. Daltra
parte, lassottigliarsi del numero degli internati in Ospedale Psichiatrico Giudiziario, sembra avere finalmente posto
fine alla misera pretesa di separare i folli rei internati dai
folli rei detenuti, essendo gli uni e gli altri sofferenti di uno
stesso disagio, l attestato dalla giustizia, qua dalla stessa
sottovalutato, complice una separazione tra i luoghi e i metodi della presa in carico clinica del disagio e quelli del
mero giudizio.
158
SIMPOSI TEMATICI
Ebbene, nella confusa matassa del presente, una trama potrebbe trattenere utilmente insieme la cura e la pena in carcere. Intrecciare il sistema delle coazioni benigne il compito di una Salute Mentale ormai liberata dalle paure di semplificazione del passato e proiettata verso una integrazione
n astratta, n ideologica, tanto pi lo quando ci si occupa
della salute del folle reo.
C. Bellantuono, P. De Giacomo
159
SIMPOSI TEMATICI
no concordato laggiunta di un warning relativo alle precauzioni duso in gravidanza ed allattamento, dove si sottolinea il rischio potenziale di complicanze perinatali in bambini esposti in utero a questi farmaci.
Obiettivi: descrivere la principali sindromi neonatali indotte dallesposizione in utero ad antidepressivi, e valutare il rischio relativo posseduto da ogni singolo farmaco nel determinarne linsorgenza.
Metodologia: la fonte principale della ricerca stata costituita dal materiale scientifico gi esaminato per due articoli di
revisione della letteratura recentemente pubblicati, e rispettivamente aggiornati a Dicembre 2004 e Maggio 2005. La letteratura selezionata stata quindi aggiornata a fino a Gennaio
2006 attraverso una ricerca computerizzata condotta su diversi database: MEDLINE/Pubmed, EMBASE, e TOXNET.
Risultati: in 3 casi su 4 i sintomi neonatali sono stati registrati entro 4 ore dal parto; laspetto temporale suggerisce
che FLX sia implicata soprattutto nella induzione di una sindrome da tossicit serotoninergica, piuttosto che di una sindrome da sospensione.
Nella met circa dei casi sintomi neonatali sono stati registrati subito dopo la nascita; nellaltra met, tra 12 ore e 5
giorni. La variabile temporale suggerisce che PAR sia implicata sia nella induzione sia di una sindrome da tossicit
serotoninergica che di una sindrome da sospensione.
Last update: July 26, 2006
Sintomi
Insorgenza
Risoluzione
* Lespressione clinica di questi sintomi sembra essere direttamente proporzionale ai livelli di acido 5-idrossi-indol-acetico nei vasi ombelicali.
Tab. II. Numero di reazioni avverse neonatali associate ai singoli antidepressivi serotoninergici.
Case
reports
Case series,
studi
di coorte,
metaanalisi
Eventi
severi
FLX
PAR
SER
CIT
FVX
VNF
ESC
4 (1)
13 (2)
18
24
20
69
21
13
11
2 casi di
Enterocolite
Necrotizzante
3 casi di ESA
1 caso di
convulsioni
neonatali
1 caso di SIDS
160
SIMPOSI TEMATICI
161
alimentazione), possono essere messi in atto comportamenti ad alto rischio (abuso di alcool e di sostanze, comportamenti impulsivi o francamente autolesivi), mentre sintomi
quali lanedonia e la abulia possono provocare uno scarso
interesse alle cure parentali.
La depressione post partum si pone allinterno di un complesso contesto nel quale le componenti ormonali ed i fattori di vulnerabilit biologica interagiscono con possibili elementi di stress (complicazioni perinatali, richieste del bambino, problemi di relazione e/o ambientali) dando luogo a
quel modello di integrazione denominato biopsicosocialeche deve essere attentamente considerato per poter approntare la migliore strategia di cura.
Pertanto comprensibile che esistano differenti approcci terapeutici, attraverso i quali si pu affrontare il trattamento
della depressione puerperale in relazione allintensit del
quadro psicopatologico e della disfunzionalit che il medesimo crea.
La terapia con antidepressivi che appartengono alla categoria
degli SSRI considerata come intervento farmacologico di
prima scelta per il trattamento della depressione puerperale.
Le limitate informazioni relative al possibile effetto degli
SSRI sui neonati allattati da madri in trattamento appartengono a descrizioni di case reports o a studi di coorte ma sostanzialmente i dati disponibili sono insufficienti per confermare un uso sicuro degli antidepressivi in allattamento.
Tutti gli SSRI sono escreti nel latte materno tuttavia non sono riportati seri eventi avversi nei neonati esposti.
La maggior parte dei dati sono disponibili rispetto a Fluoxetina, Paroxetina e Sertralina.
Attualmente i risultati disponibili suggeriscono che lesposizione agli SSRI sia inferiore per Sertralina e Fluvoxamina,
maggiore per Paroxetina e pi elevata con Citalopram e
Fluoxetina.
Lapproccio farmacoterapeutico durante il post partum pone
il medico di fronte ad una perplessit di trattamento: il beneficio della terapia che risolve un quadro psicopatologico
compromesso ma anche la scarsa documetazione relativa alla sicurezza della terapia stessa.
Un update della recente letteratura permette di identificare
le molecole antidepressive delle quali si pu disporre per un
intervento di ordine farmacologico che impostato con alcune accortezze di pratica clinica, ricavate sulla base del profilo farmacocinetico delle molecole stesse, permette una gestione personalizzata ed accurata del trattamento.
Limpostazione della terapia deve inoltre prevedere luso
del dosaggio minimo efficace e la valutazione delle eventuali conseguenze sul neonato, prevedendo un controllo del
suo sviluppo neuropsichico.
Eventuali eventi avversi potranno condurre ad una modificazione della strategia di intervento terapeutico con una sospensione della terapia antidepressiva, una modificazione
del piano di allattamento od una sospensione di questultimo qualora lepisodio depressivo sia grave.
Lobiettivo di un intervento farmacologico rimane quello
di permettere il superamento dellepisodio depressivo permettendo alla donna di recuperare il proprio ruolo materno
e di poter cos costruire una corretta relazione madre-bambino.
SIMPOSI TEMATICI
G. De Benedittis, C. Loriedo
U.O. Neurochirurgia, Dipartimento di Scienze Neurologiche, Universit di Milano & Societ Italiana di Ipnosi (SII)
C. Loriedo
162
SIMPOSI TEMATICI
SIMPOSI TEMATICI
Se saggezza lincorporazione in s del proprio sapere e della propria esperienza, saggio lipnotista clinico ericksoniano e no che, fin dagli albori dellipnosi in occidente, va
interrogandosi sui fondamenti scientifici del suo operare e
che oggi trova nelle neuroscienze, nei neuroni specchio, nella mental imagery, sia un nuovo senso di appartenenza sia una
conferma alla sensatezza del suo operare.
Saggio , ancora, il terapeuta che mantiene la responsabilit
etica del/sul processo terapeutico, anche se e quando fa
uso di tecniche spiccatamente creative e poetiche.
Approccio comunicativo per eccellenza, quello ipnotico
ericksoniano usa spesso, infatti, un linguaggio esplicitamen-
te poetico, per favorire il cambiamento, attraverso la creazione di nessi e nuove associazioni, che la prosa non potrebbe creare altrettanto efficacemente.
E, se lo stato poetico uno stato di partecipazione, comunione, fervore, non c forse poesia anche nel rapport
ipnotico?
O non poetico il vedere nellaltro il detentore di risorse da
[ri]scoprire?
Saggezza e poesia non sono prerogative esclusive della psicoterapia ericksoniana, ma nei casi clinici di Milton Erickson e di chi al suo modello si ispira entrambe diventano
cofattori dellefficacia dellintervento.
formazione dello psichiatra. Gli aspetti innovativi sono molteplici e possono riassumersi con il termine competenza professionale, da acquisire tramite attivit formative pratiche
volte al conseguimento sia di capacit di individuare e definire i problemi e proporre soluzioni, sia di abilit gestuali, relazionali e comportamentali, sia di capacit decisionali, diagnostiche, terapeutiche e di follow-up. Limpegno dello specializzando per la formazione e lapprendimento avviene, per
due terzi dellintero arco temporale dei 5 anni di corso, nelle
attivit professionalizzanti. Saranno anche di grande rilievo le
esercitazioni dove verranno illustrati, in ambiente simulato e
a piccoli gruppi, i presupposti teorici, le tecniche ed i comportamenti di ogni atto medico/psichiatrico con linterpretazione dei risultati attesi. Le altre attivit formative saranno poi
caratterizzate da una didattica prevalentemente interattiva ed
un amplissimo spazio, quasi un anno di formazione, dovr essere riservato, sempre con impostazione professionalizzante,
ad ambito di saperi comuni alla medicina generale ed allintera classe delle Specializzazioni in Neuroscienze e scienze
cliniche del comportamento. La formazione dovr poi avvenire nellambito di una rete di strutture universitarie ed extra
universitarie proporzionata al numero degli specializzandi e
adeguata al conseguimento di un complesso addestramento
professionale, con particolare attenzione allattivit di tutoraggio. Le Scuole dovranno rispettare i criteri di accreditamento stabiliti dallOsservatorio nazionale della formazione
specialistica, e sono previste verifiche non solo della qualit
dellapprendimento mediante prove in itinere, libretto-diario
e prova finale, ma anche verifiche: a) degli standard per laccreditamento delle strutture universitarie e ospedaliere; b) dei
requisiti di idoneit della rete formativa e strutture; c) dei risultati della formazione. Il tutto al fine di assicurare la qualit
della formazione in conformit alle indicazioni della Unione
Europea.
La cultura medica e psichiatrica del XXI secolo appare diversa da quella del XX secolo: oggi assume sempre maggio-
164
SIMPOSI TEMATICI
165
SIMPOSI TEMATICI
C. Ruggerini, A. Castellani
bibliografia esaustiva di circa 700 voci fornita dallOPZ relativa allinfluenza della esperienza di Geel nelle esperienze
assistenziali europee ed extraeuropee; abbiamo individuato
i lavori di 6 autori italiani pubblicati tra il 1902 e il 1980
(Pipparelli); 2. esaminato in modo sistematico i cataloghi
delle case editrici italiane; abbiamo individuato i lavori di
Aluffi sullinserimento eterofamiliare supportato di adulti
di cui si tratta in questo stesso Simposio ; 3. esaminato in
modo sistematico i quotidiani degli ultimi 10 anni, individuando tre articoli, il pi ampio dei quali stato pubblicato
nel 2000 (Sannucci, La Repubblica, 1 luglio).
Conclusioni: lesperienza di Geel continua ad essere una sintesi straordinaria di assistenza alle persone disabili, poich in
essa il sapere sui bisogni essenziali delluomo di accoglienza e di inclusione nella vita sociale ha saputo fondersi con un
sapere tecnico, relativo ai disturbi mentali che possono aggiungersi ad una condizione di disabilit o di normalit cognitiva. Questa esperienza , a nostro parere inspiegabilmente, del
tutto ai margine dal dibattito sulla assistenza condotto nelle sedi ufficiali anche se per il suo stretto legame con quanto di
pi profondo vi nella cultura europea continua a influenzare forme originali di assistenza (Ruggerini et al., 2005).
Bibliografia
Pipparelli M. Geel nel passato e nel presente. La terapia in famiglia
delle malattie mentali attraverso i secoli. Bologna: Patron 1980.
Ruggerini C, Villanti F, Moretti E, Guardi GP. Riflessioni sulla attualit della esperienza di Geel attraverso il racconto di una storia di vita. Relazione al Corso di Aggiornamento a Struttura congressuale Disabilit e Sviluppo della Personalit, organizzato
da CNIS, Comune di Modena, AUSL di Modena, Modena, 1518 marzo 2005
Villa R. Le famiglie di Geel: utopia, tradizione e storia nel trattamento della follia. Studi Storici Rivista Trimestrale dellIstituto Gramsci 1980;21:503-26.
SIMPOSI TEMATICI
SIMPOSI TEMATICI
si pone come esperienza pilota a livello nazionale ed internazionale. Consiste nelloffrire ad utenti del D.S.M. la possibilit di convivere con volontari appositamente selezionati, formati e in seguito supportati da personale qualificato.
Sono previste quattro tipologie di inserimento eterofamiliare a seconda della durata media dello stesso e delle esigenze peculiari dellospite (part time, breve termine, medio termine, lungo termine).
Lattivit regolamentata da dettagliate linee guida e dal
contratto che viene approvato e sottoscritto allinizio del periodo di prova di convivenza dalle tre parti implicate: a) lospite; b) la famiglia ospitante; c) lASL. La famiglia riceve
mensilmente dallospite la cifra di 1.030,00 euro come rimborso spese per lospitalit. LASL, qualora sia necessario,
aiuta lospite a disporre della cifra, arrotondata in eccesso di
almeno 200,00 euro per le piccole spese personali, attraverso lo strumento dellassegno terapeutico.
Il servizio IESA costituito da un coordinatore ed un numero di operatori proporzionato al numero di inserimenti
eterofamiliari seguiti (1 ogni 10).
I professionisti e le agenzie dipartimentali che seguivano il
paziente prima dello IESA, continuano a farlo nel nuovo
contesto abitativo.
I risultati parziali di una ricerca ancora in corso presso il
nostro servizio, suggeriscono come attraverso linserimento in un programma IESA si possa prevedere una importante riduzione del tasso dei ricoveri per anno e una pi lieve ma altrettanto significativa delle dosi di psicofarmaco
(ansiolitici e neurolettici) gi nei primi 12 mesi di convivenza.
A. Pascotto, G. Levi
168
SIMPOSI TEMATICI
circa il 50-80% dei bambini (Ammaniti et al., 2005; DeGangi et al., 1993; Jacobi et al., 2003; Stice et al., 1999;
Sturm, Drotar, 1998). La continuit clinica dei problemi alimentari dalla prima infanzia alla fanciullezza e alladolescenza viene evidenziata da alcuni studi prospettici (Marchi,
Cohen, 1990; Kotler et al., 2001); pattern conflittuali e intensamente oppositivi e mancanza di piacere nellesperienza dellalimentazione nellet infantile sono stati identificati quali fattori di rischio per lo sviluppo successivo di disturbi alimentari in adolescenza e in et giovane-adulta. I risultati delle ricerche longitudinali sono a sostegno dellimportanza di indagare i disturbi alimentari infantili in quanto
possibili situazioni evolutive a rischio per lo sviluppo di disturbi psichiatrici in fasi successive del ciclo vitale e stimolano lapprofondimento degli aspetti diagnostici ed eziologici e delle conseguenze a breve e a lungo termine dei disturbi della sfera alimentare ad esordio precoce.
Metodologia
Obiettivi: il presente studio prospettico si articola nelle seguenti fasi e obiettivi:
A.al Tempo 1, evidenziare le interconnessioni tra profilo
psicopatologico materno, funzionamento emotivo-adattivo del bambino, esperienze affettivo-relazionali nel sistema di caregiving e (presenza/assenza) anoressia infantile;
B.al Tempo 2, valutare attraverso un follow-up in et prescolare e scolare, lo sviluppo dei pattern alimentari e il
funzionamento emotivo-adattivo dei bambini anoressici
e il profilo psicologico delle loro madri, esaminati al
Tempo 1.
Campione: stato esaminato un campione di 203 coppie di
madri e di bambini, nei primi tre anni di vita, con diagnosi
di anoressia infantile, sulla base dei criteri della Classificazione Diagnostica 0-3 R(2005), appaiati per genere ed et ad
un gruppo di controllo. Allo stato attuale della ricerca, 50
coppie di bambini con diagnosi di anoressia infantile al
Tab. I. Correlazioni significative tra status psicopatologico materno, funzionamento emotivo-adattivo del bambino e
pattern dellinterazione alimentare madre-bambino.
Feeding scale
Caratteristiche sintomatiche
EAT-40
SCL-90-R
Stato
affettivo
della
madre
Conflitto
interattivo
Comport.
rifiuto
alim. del
bambino
Stato
affettivo
della diade
Controllo orale
Bulimia
Depressione
Ansia
Ostilit
Sensibilit Interpersonale
Psicoticismo
0,37*
0,20*
0,36*
0,21*
0,14*
0,25*
0,22*
0,47*
0,23*
0,48*
0,29*
0,24*
0,23*
0,21*
0,45*
0,21*
0,46*
0,26*
0,24*
0,21*
0,20*
0,51*
0,29*
0,53*
0,33*
0,26*
0,30*
0,28*
Reattivit emozionale
Ansia/depressione
Ritiro
0,6
0,31*
0,23*
0,19*
0,42*
0,31*
0,24*
0,42*
0,34*
0,34*
0,59*
0,44*
CBCL
* = p < 0,05
169
SIMPOSI TEMATICI
ansia di separazione, disturbi del sonno (dissonnie, cosleeping), disturbi psicosomatici (mal di testa, nausea e
vomito), oppositivit e umore irritabile, fobia scolare e
fobia sociale (p < 0,01).
C. Al Tempo 2: le madri dei bambini, con diagnosi di anoressia infantile al Tempo 1, presentano, rispetto al gruppo di
controllo, un profilo psicologico caratterizzato da distress
emotivo (p < 0,05), sintomi ansioso-depressivi [F 2,48 =
18,74; p < 0,001] e difficile regolazione emotiva degli stati
psicosomatici [F 2,48 = 81,30; p < 0,001].
Conclusioni: i risultati della ricerca mettono in luce le interconnessioni tra rischio psicopatologico materno e lo sviluppo a rischio dei figli. Inoltre, I risultati dello studio prospettico in progress sottolineano il contributo che pu essere offerto dagli studi longitudinali per comprendere la continuit nel tempo dei sintomi nella sfera alimentare e il loro
cambiamento in differenti fasi evolutive con lattivazione di
altri sistemi motivazionali, che possono rendere pi complessa lespressione psicopatologica. In particolare studi
prospettici di follow-up possono far luce sulla relazione tra
disturbi alimentari dellinfanzia, delladolescenza e dellet
adulta, e sul rischio di altri quadri psicopatologici, spesso
associati ai disturbi della sfera alimentare in adolescenza e
in et adulta, come i disturbi dansia, i disturbi depressivi e
di personalit.
170
SIMPOSI TEMATICI
noit, 2000; Fabrizi, 2000). Da questi studi origina linteresse di comprendere i possibili collegamenti tra DSL e il disordini alimentari, che nella prima infanzia incidono precocemente sulla relazione e agiscono entrambi come significativi fattori di rischio psicopatologico per il bambino. Si
stima che i disturbi alimentari colpiscano dal 6-10% dei
bambini tra i 6 ed i 15 mesi, al 25-40% dei bambini pi
grandi. Tale percentuale tende ad aumentare fino al 35-40%
in bambini con una difficolt di sviluppo in senso di prematurit, nutriti artificialmente o con esperienze orali traumatiche e che presentano handicap specifici (Chatoor, 2001;
Benoit, 2000; Marchi et al., 1990; Wolke et al., 1995). Il nostro contributo mirato alla valutazione della persistenza di
disordini alimentari in una casistica di 35 bambini con disturbo specifico del linguaggio studiati attraverso un followup della durata di 24 mesi (da unet media iniziale di 30
mesi ad unet media finale di 54 mesi).
Scopo della ricerca di valutare se il DA nei bambini con
DSL rappresenti solo un sintomo disfunzionale connesso alle difficolt di comunicazione o vada considerata una patologia relazionale a se stante. Di tutti i bambini stata studiata levoluzione di: il profilo di sviluppo neurolinguistico
(protocollo specifico); il profilo di funzionamento emozionale (FEAS); le dinamiche interattive (Care-Index).
I risultati raggiunti confermano per la totalit dei bambini la
persistenza del disturbo linguistico, pur con caratteristiche
evolutive differenziate. Due terzi dei bambini supera al follow-up il disturbo alimentare. Un terzo mantiene il disordine alimentare con caratteristiche corrispondenti ai criteri di
alto rischio di persistenza del disturbo anche in et successive. La comorbidit con altri disturbi psicopatologici si distribuisce in modo uniforme tra i due gruppi e quindi sembra non correlare con il solo disordine alimentare.
SIMPOSI TEMATICI
fondamentale perci avere un sistema di gestione delle crisi che le valorizzi come possibilit di costruire progressivamente nel tempo una alleanza con il sistema di cure che si realizza attraverso la continuit degli interventi di crisi collegati tra di loro sia come modalit di accoglimento ed elaborazione che, attraverso il loro sviluppo diacronico, come passi successivi per costruire lalleanza con il paziente.
Il contenimento avviene progressivamente attraverso la
mentalizzazione effettuata non da un singolo terapeuta,
ma dallequipe del servizio nel tempo.
Questo approccio richiede per una modifica sostanziale dei
modelli di funzionamento dei DSM in cui lagire terapeutico deve essere guidato da una dimensione psicoterapica
specifica per questo tipo di patologia.
E. Caverzasi, E. Marraffini
N. Fina
Centro Italiano di Psicologia Analitica, Milano
La vulnerabilit del s ha un esito deprivativo sulla soggettivit e sul senso di identit che ne consegue. Lo scacco evolutivo da essa determinata impedisce lesperienza di un senso di interezza (pieno) e di vitalit (consapevolezza soggettiva). Contribuisce alla polarizzazione dei vissuti per necessit di evitare condizioni psicologiche annichilenti o implosive. Meglio una identificazione parziale che prenda la parte per il tutto, che sentirsi in balia dellincapacit/impossibilit di sentirsi pienamente agente nella propria esistenza.
Daltra parte stabilire un senso di s come centro di azione
e di pensiero non pu prescindere dallesperienza di essersi
sentito considerato come oggetto significativo,in termini
di valore e di affetto, per altri s soggettivi particolarmente
importanti nelle fasi primarie dellesistenza. La vulnerabilit dunque espressione di una mancata dialettica tra oggetto e soggetto nella sua duplicit intrapsichica e intersoggettiva, due prospettive queste differenti ma la cui continua interazione tra loro necessaria per stabilire un senso di
s come centro di azione e di pensiero al fine di considerare, a sua volta, s nel contesto di altri s (Fina, 2005).
La vulnerabilit riguarda dunque complessivamente lesperienza, ne coglie gli aspetti fenomenologici e quelli relativi ai
disturbi delle funzioni costitutive la dimensione della soggettivit e dellautonomia del soggetto. Coglierne questi significati necessario al fine di comprendere meglio la teoria dello sviluppo della personalit e le relative impasse fino alle
forme patologiche conclamate. Lattenzione posta sul valore
euristico del concetto di vulnerabilit (Stanghellini, 1997),
enfatizza a sua volta quelli di empatia e responsivit del terapeuta nella situazione clinica, in merito soprattutto ai problemi della regolazione emotiva e della distanza ottimale necessarie alla costruzione della relazione analitica con pazienti il
cui livello di eccitabilit psichica e la relativa reattivit abnorme (Zucca Alessandrelli, 1995; Meares, 2000).
Bibliografia
Fina N. Un tempo tutto per noi. Tra intimit e abuso. Relazione tenuta al convegno Tempo e memoria, Milano 2003.
172
SIMPOSI TEMATICI
173
gs de 3 7 ans. De ces enfants, un pourcentage considrable (autour d1/3) ne recevait pas un diagnostic dorganisation nvrotique ni dorganisation troubles graves de la personnalit Borderline. Ce groupe denfants prsentait une modalit de conflictualit dpressive dont les formes lgres
saccompagnaient souvent danxit plus ou moins importantes et les formes les plus svres allaient donner des
troubles de lhumeur par la suite.
Ces donnes ont t confirmes par les catamnses faites,
avec D. Knauer, au JETH sur 40 enfants haut risque familial de 2 4 ans prsentant des problmes de comportement
et du dveloppement de gravit diverses et que nous avons
revus rgulirement jusqu lge adulte (20 cas). Un bon
nombre de ces enfants prsentait des problmes de lhumeur
dj lge de latence et ensuite ladolescence. Lensemble de ces donnes nous permettra de faire quelques rflexions sur la pathognse et lexpression clinique des
troubles anxieux et des troubles de lhumeur lenfance et
ladolescence.
SIMPOSI TEMATICI
gio emotivo, dal disturbo d ansia conclamato che comporta modificazioni anche sul piano comportamentale (fobia
sociale, fobia scolare, ansia di separazione). Il passaggio
dalluna allaltra condizione avviene ovviamente attraverso
un continuum di intensit, che configura, nella sua polarit
estrema, una condizione del bambino di stress e vulnerabilit. Molte ricerche si sono focalizzate sul legame tra la genitorialit e disturbi dellaffettivit in et evolutiva (Whaley
et al., 1999). In una recente revisione dei maggiori contributi in letteratura su questo argomento sono state trovate
delle correlazioni significative tra lansia dei bambini e tre
dimensioni della genitorialit ovvero la accettabilit, il controllo, e la modulazione affettiva (Wood et al., 2003). Nella
clinica risulta poi molto interessante cercare di capire come
queste dimensioni si intrecciano con le rappresentazioni che
i genitori hanno del bambino e come ne modellano i pattern
interattivi.
Verr presentata una casistica di bambini afferenti al centro
di riferimento della prima infanzia dellI.R.C.C.S. Stella
Maris, per cui stata formulata diagnosi di disturbo della affettivit secondo la Classificazione Diagnostica 0-3.
**
DPNFB,
I disturbi dansia e dellumore rappresentano il pi frequente fenomeno psicopatologico in et evolutiva, raggiungendo nella popolazione generale una incidenza pari
al 10-15%.
Per quanto lesordio precoce di tali disturbi sia ben noto
nella pratica clinica, risultano ancora carenti studi longitudinali che indaghino gli aspetti evolutivi in adolescenza e
nellet adulta. Le analisi retrospettive basate sulla raccolta anamnestica mostrano difatti evidenti limiti metodologici che invalidano parzialmente la loro validit ed attendibilit.
I dati relativi al carico familiare di bambini affetti da disturbi dansia e dellumore evidenziano inoltre il frequentissimo
riscontro di entit sindromiche analoghe, suggerendo pertanto, pi che la presenza di una specifica predisposizione
biologica, lesistenza di meccanismi trasmissionali particolarmente complessi e sofisticati. La storia clinica longitudinale di questi soggetti permette inoltre di ipotizzare che lesordio precoce o precocissimo di questi disturbi possa rappresentare una porta daccesso ad alta sensibilit per una comorbidit multipla, non solo di asse I ma anche di spettro
psicopatologico, tra ansia, umore, condotta alimentare, discontrollo degli impulsi, abuso di sostanze, ed anche fenomeni psicotici conclamati.
Laffinamento delle metodiche di diagnosi precoce, di analisi del decorso longitudinale e dei possibili pattern di mutamento fenotipico della disregolazione genotipica basale,
nonch di valutazione del rischio familiare, rappresentano
perci la base per una pianificazione corretta e tecnicamente allavanguardia di nuovi programmi di prevenzione e di
intervento terapeutico.
174
SIMPOSI TEMATICI
175
ro campo di indagine sono state introdotte, infatti, dimensioni diverse da quelle biologiche, che appartengono al
mondo della vita (Lebenswelt di Husserl) e che sono intercettate dal linguaggio della esperienza ma non dal linguaggio settoriale della medicina. Secondo i sociologi della salute, lutilit pragmatica della NBM risiede nella possibilit di permettere una valutazione della qualit delle
cure dal punto di vista del paziente. La letteratura sulle applicazioni della NBM riguarda pazienti oncologici, malati
terminali con patologie croniche degenerative, pazienti
con infezione da HIV o con AIDS. Le concezioni della
NBM sono pertinenti al campo della assistenza alle persone disabili, che sono, spesso, esperti utilizzatori dei servizi sanitari e/o sociali.
Metodologia e risultati: viene riportata, come esempio,
una narrazione raccolta in un setting di ricerca sugli effetti
della organizzazione della assistenza alle persone con Ritardo Mentale secondo la logica del documento OMS Innovative Care for Chronic Conditions; il racconto della esperienza attuato dai genitori fornisce una critica stringente
ad alcune aspetti del metodo clinico tradizionale come
la valutazione psicometrica della efficienza intellettuale e
esemplifica una proposta originale per lo sviluppo delle
qualit individuali.
Conclusioni: il riconoscimento della Illness della persona disabile e la consapevolezza della Sickness cos come stata storicamente elaborata dalla cultura medica
costituiscono premesse essenziali per: a) la possibilit di
accedere alla ricchezza delle esperienze e alla vera e propria creativit che molte famiglie possono offrire alla comunit; b) la assunzione da parte degli operatori della assistenza di ruoli conformi a quelli ipotizzati da documenti
internazionali recenti (non solo di prescrittori ma di consulenti).
Bibliografia
Kleinman A. Alcuni concetti e un modello per la comparazione dei
sistemi medici intesi come sistemi culturali - Concepts and a model for the comparison of medical systems as cultural systems,
Social Science and Medicine, 1978. In: Quaranta I, ed. Antropologia Medica. Milano: Raffaello Cortina Editore 2006.
Good BJ. Il cuore del problema. La semantica della malattia in Iran
- The heart of whats matter. The semantics of illness in Iran.
Culture, Medicine and Psychiatry, 1977. In: Quaranta I, ed. Antropologia Medica. Milano: Raffaello Cortina Editore 2006.
Greenhalgh T, Hurwitz B. Narrative based medicine. Why study
narrative? BMJ, 1999;318:48-50.
OMS. Innovative care for chronic conditions. Ginevra: WHO 2001.
SIMPOSI TEMATICI
Epistemologia post-razionalista
e narrazione di storie di vita. I primi risultati
di una proposta metodologica
F. Vezzosi, C. Ruggerini1, A.M. Dalla Vecchia2, S. Vicini3, G.P.Guaraldi4
Dottorato di Ricerca in Psicobiologia dellUomo, Universit di Modena e Reggio Emilia; 1 Dipartimento Integrato
Materno Infantile, Universit di Modena e Reggio Emilia,
Azienda Policlinico di Modena; 2 S.O.C. di Neuropsichiatria
Infantile di Reggio Emilia; 3 Scuola di Specializzazione in
Neuropsichiatria Infantile, 4 Scuola di Specializzazione in
Psichiatria, Universit di Modena e Reggio Emilia
Introduzione: il ritardo mentale si pu definire come una
condizione di salute in un ambiente sfavorevole in cui la
Qualit della Vita (QoL) pu essere soggetta a forti oscillazioni in parallelo al livello di sostegni /opportunit effettivamente accessibili. Mentre si riconosce la necessit per clinici e ricercatori di valutazioni standardizzate che consentono di descrivere il cambiamento di una condizione sia essa di disabilit che di malattia cronica , si sottolinea che tali strumenti dovrebbero essere sufficientemente flessibili.
Attualmente la valutazione del cambiamento affidata a
strumenti psicometrici che non sono patient centred e portano alla elaborazione di costrutti astratti: non comprendono
infatti le narrazioni spontanee delle esperienze e non valutano la chiave del cambiamento secondo il punto di vista dellindividuo. Le rating scales, per esempio, sono appropriate per esaminare differenze di misure stabili nel tempo
e/o tra gruppi diversi, ma non le variazioni tra gli stati fluttuanti dello stesso soggetto. Per la valutazione di tali stati
sono pi pertinenti misurazioni patient centred che hanno
le seguenti caratteristiche: il focus sul paziente la sua
prospettiva pu essere identificata, capita e infine integrata
con gli aspetti essenziali della assistenza medica; si possono
definire clinimetrics, secondo il termine coniato da Feinstein; forniscono misurazioni individualizzate 1.
Metodologia: a partire da tali considerazioni, per raccogliere la narrazione della storia di vita dei soggetti con disabilit, abbiamo messo a punto un metodo originale di valutazione della variazione della QOL nel tempo 2-4. Il quadro di
riferimento lepistemologia costruttivista e post moderna che si potrebbe riassumere nella formula la nostra conoscenza della realt proprio la storia che noi ci raccontiamo . Il metodo messo a punto da specialisti medici formati in psicoterapia cognitiva potrebbe essere considerato una applicazione delle concezioni che sottendono
questo tipo di relazione terapeutica. Comprende tre fasi operative. La prima assimilabile a un contratto terapeutico in
cui si concordano finalit, durata e metodo di lavoro. Nella
seconda i familiari delineano la trama del racconto utilizzando la memoria semantica per identificare periodi con
QOL molto elevata, molto scadente o intermedia. Nella terza i familiari stabiliscono le relazioni tra gli eventi selezionati sollecitati al raggiungimento della massima coerenza
possibile tra memoria semantica e episodica.
Risultati: il metodo stato utilizzato nellambito di un progetto per il rafforzamento del self-management nella famiglie di pazienti con disabilit sostenuto dalla collaborazione tra AUSL di Reggio Emilia, Organizzazione Mondiale
della Sanit, Universit di Modena Reggio Emilia, Associa-
SIMPOSI TEMATICI
Come trasmettere il sapere di chi non parla, di chi ha un forte ritardo mentale, del figlio gravissimo?
A questo punto, attraverso incontri di gruppo guidati dallidea di documentare, stiamo cercando i segnali, le tracce, le
situazioni nelle quali i nostri figli parlino di loro, dei loro
progetti, delle loro prospettive.
Forse non saranno le parole che esprimeranno tutto ci, probabilmente la documentazione dovr necessariamente essere visiva.
Il Quaderno della Fa.Ce. n.3 in corso dopera.
Risultati: il Quaderno della Fa.Ce. n.2, Abbecedario delle
famiglie, raccoglie documentazioni, scritte e visive, che
centrano il fuoco del valore dellesperienza, dellimportanza dei saperi accumulati lungo tutto larco della vita dei genitori a contatto con la disabilit del figlio, con i suoi problemi e con le piccole e grandi conquiste della quotidianit.
Ma non solo.
Non si tratta infatti di presentare solo esperienze autobiografiche, bens di mettere in valore, in circolazione, in relazione tali esistenze e tali elaborazioni con quei genitori che
ancora non sono riusciti a elaborare un percorso di vita che
vada al di l della pura sofferenza e/o rivendicazione, con
quegli operatori e esperti che approcciano ogni giorno le richieste e i bisogni dei figli e delle famiglie, con coloro che
amministrano la cosa pubblica, con quei cittadini e cittadine che, sensibili o meno al tema della disabilit, sono comunque disponibili a confronti a tutto tondo su tematiche
eminentemente civili.
Il Quaderno ha aperto degli spazi, sia di dialogo tra le famiglie associate e parenti, conoscenti, ma anche tra lAssociazione e le istituzioni.
Gli spazi aperti di dialogo e confronto non si sono limitati
alla sfera privata o informale. Il servizio disabili adulti dellAusl e alcune cooperative sociali impegnate nei centri
diurni del distretto sanitario e nei servizi di collocamento
mirato hanno concordato un percorso progettuale sulla falsariga di quanto svolto con i genitori, questa volta per concentrato sugli operatori. Si tratta di realizzare un progetto di
ricerca/formazione focalizzato sullesperienza degli operatori che consentir non solo alle cooperative sociali investite e al servizio disabili adulti di ottenere una serie di preziose indicazioni sulle storie concrete degli operatori impegnati quotidianamente con le famiglie e gli ospiti delle strutture, ma, come obbiettivo finale, permetter anche un confronto ottimale tra linguaggi, esigenze, bisogni, vissuti di un
segmento del privato sociale (i genitori e i figli) con linguaggi, esperienze, motivazioni e vissuti di chi con loro misura il proprio impegno quotidiano. Anche in questo caso
perci, a partire da saperi sottotraccia, spesso inascoltati, attraverso le interviste a coppie di operatori e piccoli gruppi,
si potranno raggiungere linguaggi, contenuti e valori da
mettere in relazione con quanto emerso dal percorso genitoriale.
Sar un occasione utile anche a rimodulare percorsi formativi e a rimodellarne i progetti dedicati a questi ultimi?
Un ulteriore risultato importante, ci pare sia stato quello di
fissare, finalmente sulla carta e in modo pubblico, quanto
spesso si ascolta o si percepisce appena: il sapere, la conoscenza, forse anche la competenza non sono patrimonio
esclusivo ma sono davvero diffusi. Compito semmai di chi
ha la responsabilit formale di determinate scelte, o di chi ha
la responsabilit di garantire il benessere delle persone, po-
SIMPOSI TEMATICI
G. Turrini, G. Borsetti
178
SIMPOSI TEMATICI
Il setting psicoanalitico si configura come un territorio particolare, nel quale le regole della relazione abituale vengono sostituite da altre e diverse regole. Per esempio, lazione
in larga parte proscritta, mentre la parola gode di uno spazio di libert immensamente superiore a quello di qualunque
altra relazione umana, anche la pi intima. Nellanalisi al
paziente concesso dire qualunque cosa, ed anzi proprio a
questo viene incoraggiato. Tale possibilit non ha il corrispettivo in nessuna altra situazione relazionale abituale.
Linsieme dellassetto formale che caratterizza il setting
mantiene nel tempo una stabilit quasi totale, nella ripetizione reiterata di movimenti, atteggiamenti, parole. Esso
contiene il processo, definendo non loggetto della ricerca ma le regole del lavoro di ricerca. Definisce, insomma,
non cosa ma come. Si tratta, visto da una angolazione
generale, di una sorta di cerimoniale, che entrambi i soggetti (analista e paziente) tendono ad osservare scrupolosamente, quasi con modalit automatiche. I gesti, le posture, le poche parole, assumono quindi il valore di un vero e proprio
rito, che unisce i protagonisti dellincontro e ne sottolinea
lappartenenza ad un sistema di regole che solo essi conoscono, condividono, e che ne permette il riconoscimento reciproco. Allinterno di tale cornice si svolge il processo, ovvero il precorso trasformativo e terapeutico che ha come
protagonista la coppia analitica.
In questo senso il rito del setting si fonda in modo analogo al
rito nelle religioni e nelle societ iniziatiche; non unico (esistono riti diversi), studiato e modificato dagli anziani, ovvero coloro che sono investiti della resposabilit di custodire
e vivificare il rito. Nella psicoanalisi ci pu essere ad esempio tradotto con lo studio della teoria della tecnica.
Ma quale la influenza del setting nella costruzione e nello
sviluppo del processo? La ritualit dei gesti e delle parole rimanda a significati e a contenuti psichici, oppure rappresenta meramente il contenitore neutro della attivit trasformativa?
Nel lavoro terapeutico, in particolare con soggetti psicotici,
ci che parrebbe solo forma, ovvero il setting, diviene
sostanza, ovvero contenuto relazionale ed emotivo. Ci
vero solo a patto che il rito del setting venga vivificato dalletica della relazione, e non sia irrigidito invece nellesclusiva etica della prescrizione.
SIMPOSI TEMATICI
180
SIMPOSI TEMATICI
F. Garonna, V. Cotronei
missioni spaziali, linterazioni con individui di diversa nazionalit e cultura, di sesso diverso.
Le esperienze condotte in ambienti confinati sperimentali,
cassoni sottomarini, stazioni polari, camere iperbariche,
grotte ecc. riproducono solo parzialmente e sommariamente
la condizione di vita nello spazio. In questo caso si deve prefigurare una permanenza protratta, con difficolt di comunicazione dal controllo a terra, pericolosit estrema senza possibilit di soccorso.
Quanto influiscono sulle dinamiche psicologiche e psicopatologiche che si possono prevedere gli effetti neurobiologici dello spazio extraterrestre, e quanto dovuto agli aspetti
relazionali e psicologici personali. La risposta a questi interrogativi data dalla visione unitaria bioneuropsicologica
con cui si devono comprendere i fenomeni di reazione e di
adattamento umano allambiente spaziale. Questo diventa
pertanto un laboratorio di studio fondamentale dei processi
di integrazione somato-psichica nel comportamento umano.
Riferimenti bibliografici
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G. Perugi, J. Angst
Results: DMX frequencies were 20-70%, in bipolar disorders (BP) and in major depressive disorder (MDD). The
most common manic/hypomanic symptoms were irritability, racing/crowded thoughts, and psychomotor agitation.
Among the definitions of DMX tested, ie, depression plus
different cutoffs number of manic/hypomanic symptoms,
and depression plus several combinations of specific manic/hypomanic symptoms, the most validated one was depression plus 3 or more hypomanic symptoms. However, di-
SIMPOSI TEMATICI
SIMPOSI TEMATICI
F. Madeddu, S. Dazzi
183
Hare RD. The Hare Psychopathy Checklist-Revised. Toronto, Ontario: MultiHealth System 2003.
Neumann CS, Vitacco MJ, Hare RD, Wupperman P. Reconstructing the reconstruction of psychopathy: a comment on Cooke.
Mitchie, Hart & Clark. J Pers Disord 2005;19:624-40.
SIMPOSI TEMATICI
fattori di personalit,di temperamento, connessi allambiente familiare e alle relazioni con i propri genitori, connessi al
gruppo sociale e alle relazioni con i coetanei, riguardanti la
diagnosi di patologie emergenti nellinfanzia come il disturbo da deficit dellattenzione/iperattivit, il disturbo oppositivo provocatorio, il disturbo della condotta, il disturbi del
comportamento alimentare e, in generale, tutti quegli elementi in grado di svolgere il ruolo di fattori di rischio o di
protezione per lemergere delle psicopatologie adulte. Gli
strumenti sono stati somministrati oltre che ai soggetti costituenti il campione, anche ai loro genitori e insegnanti, in
modo da aver una descrizione del comportamento del soggetto da pi punti di vista: quello personale, quello di un genitore che osserva il figlio nel contesto domestico e quello
di un insegnante, in grado di descrivere la condotta del ragazzo a scuola. Il coinvolgimento dei genitori nella ricerca
ha inoltre permesso di ricavare informazioni riguardanti il
temperamento e le manifestazioni comportamentali del figlio durante linfanzia, in et prescolare. Un questionario
autosomministrato, la Rutter Parent Scale ha consentito di
rilevare tali dati. La valutazione delle variabili cos ottenute
ci consentir di verificare se, come confermato da numerose altre ricerche (Caspi & Moffit, 1990; Tremblay et
al.,1988), esistano gi nella prima infanzia degli indicatori
di rischio di antisocialit.
Dallanalisi dei numerosi dati rilevati si sono concluse valutazioni delle relazioni tra le variabili, attraverso lapplicazione del metodo di elaborazione statistica SPSS e, attraverso lo svolgimento della path analysis, sono stati costruiti modelli probabilistici sulle relazioni causali, esemplificando cos traiettorie evolutive che abbiano come esito evolutivo la manifestazione di condotte delinquenziali
184
SIMPOSI TEMATICI
G. Maina, M. Amore
gli animali che evidenziano che la creazione di legami sociali una situazione stressante. Il testosterone mostra un andamento caratteristico e opposto nei due sessi: negli uomini diminuisce e nelle donne aumenta, come se la natura mirasse a
far incontrare a met strada gli individui dei due generi. Recentemente, stato anche riportato che linnamoramento provoca un aumento dei livelli plasmatici dei fattori neurotrofici,
aprendo nuovi scenari alla biologia delle relazioni sociali.
I bipolari e lamore
A. Koukopoulos
Centro Lucio Bini, Roma
Linfluenza pi importante del disturbo bipolare sulla vita
psichica riguarda lamore. Lamore in senso lato che la relazione della persona con tutte le cose, anche con le cose che
apparentemente non ci coinvolgono e lamore, in senso pi
stretto, per una persona fino ai legami erotici e la relazione
sessuale. Tutto questo viene creato, coinvolto e stravolto dai
vari stati dei disturbi dellumore. Tutto si spegne nella depressione e tutto diventa doloroso.
Al contrario, nella mania e nella ipomania esplode la gioia
di vivere; tutto diventa interessante, spesso meraviglioso e
lerotismo, in tutti i suoi aspetti viene esaltato in modo stupefacente. Sul piano dellerotismo, come su altri aspetti della vita psichica, si notano notevoli differenze fra i vari tipi
del disturbo bipolare. Nel disturbo ciclotimico si vivono numerosi, spesso fulminei e appassionati ma transitori, innamoramenti. Nel disturbo bipolare I gli innamoramenti sono
meno numerosi ma pi stabili.
Una situazione intermedia presenta il disturbo bipolare II.
Da notare un parallelismo con la creativit artistica e questo
non dovrebbe essere una sorpresa.
SIMPOSI TEMATICI
186
SIMPOSI TEMATICI
G. La Malfa, A. Castellani
187
SIMPOSI TEMATICI
P. Girardi, G. Di Sciascio
Dipartimento di Scienze Neurologiche e Psichiatriche, Universit di Bari, Azienda Ospedale Policlinico di Bari;
*
Dipartimento di Psichiatria, Universit di Foggia, Azienda Ospedale Ospedali Riuniti di Foggia
In ambito psichiatrico, come in quello medico in generale,
lurgenza configura una condizione di patologia grave che
richiede un intervento terapeutico immediato.
La frequenza delle urgenze psichiatriche negli ultimi anni
notevolmente aumentata, probabilmente come risultato di
un cambiamento nel sistema dellassistenza psichiatrica 1.
Nellambito dellurgenza psichiatrica la maggior parte delle condizioni cosiddette improcrastinabili riguardano gli
stati di agitazione psicomotoria. Tra i fattori di rischio correlati alle emergenze comportamentali ricordiamo lappartenenza al sesso maschile, labuso di sostanze stupefacenti, la presenza di un discontrollo degli impulsi; non , infine, da sottovalutare il ruolo svolto dal contesto o background socio-culturale del paziente e di recenti life-events
stressanti 2.
Numerosi disturbi possono correlarsi ad una situazione di
agitazione psicomotoria o a comportamento francamente
aggressivo/violento.
Alla luce di tali considerazioni appare evidente quindi come
una tempestiva diagnosi, che consenta di discriminare tra i
188
SIMPOSI TEMATICI
diversi quadri psicopatologici sottostanti, sia di fondamentale importanza al fine di effettuare un intervento terapeutico appropriato nel periodo pi breve possibile.
Le Expert Consensus Guidelines 3 4 sul trattamento delle urgenze comportamentali raccomandano, infatti, un corretto
impiego degli strumenti psicofarmacologici sia per il buon
esito dellintervento sia per stabilire lalleanza terapeutica
con il paziente. Lobiettivo di un buon intervento sullacuzie
sintomatologia non semplicemente quello del controllo dei
sintomi, ma facilitare il passaggio verso la fase successiva
del trattamento 5. Lutilizzo di un farmaco scarsamente tollerabile in acuto ne compromette leffectiveness nel lungo
termine. Allo stesso modo, un farmaco scarsamente maneggevole, specie in un paziente con comorbidit organica, o
drug-na?ve, pu causare effetti collaterali pericolosi e potenzialmente letali.
Bibliografia
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4
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Expert Consensus guideline series: treatment of behavioral
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5
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G. Ducci
U.O.C. S.P.D.C. San Filippo Neri, Roma, D.S.M. A.S.L. Roma E
La tranquillizzazione rapida la procedura di somministrazione, generalmente parenterale, con dosaggi variabili ed ad
intervalli di tempo brevi, di antipsicotici e viene messa in atto per il controllo di pazienti agitati, minacciosi o violenti.
Nel corso degli anni sono state proposte strategie farmacologiche diverse e sono stati utilizzati concetti differenti quali neurolettizzazione rapida, contenzione chimica, psicotolisi e tranquillizzazione rapida. Questultimo concetto ha mostrato minori ambiguit rilevandosi, nello stesso tempo, pi
operativo. Gli obiettivi della tranquillizzazione rapida sono:
ridurre langoscia e lagitazione minimizzando gli effetti
collaterali; ridurre i comportamenti pericolosi; tranquillizzare, non neurolettizzare; sedare, se necessario. Daltra parte, pur esistendo una corposa bibliografia per quel che riguarda i farmaci utilizzati, la scarsa standardizzazione delle
procedure ed il sostanziale non consenso sullo schema di intervento porta ad una estrema variabilit di comportamento.
La terapia farmacologica presenta tre opzioni: orale (meno
invasiva, richiede tempo per agire); EV (azione pi rapida,
189
SIMPOSI TEMATICI
un periodo successivo. Storicamente, i farmaci pi utilizzati nelle condizioni di acuzie psicotica sono stati gli antipsicotici di prima generazione, anche grazie alle loro formulazioni parenterali. Per quanto riguarda gli antipsicotici
di seconda generazione, la recente introduzione sul mercato internazionale di formulazioni in fiale di aripiprazolo,
olanzapina e ziprasidone ne ha facilitato lutilizzo anche
alle situazioni di urgenza. Studi recenti hanno documentato per questi composti, somministrati per via IM, lefficacia e la tollerabilit sullagitazione acuta in corso di psicosi. Per un impiego ottimale nella pratica clinica vanno, peraltro, considerate alcune caratteristiche differenziali, farmaco-specifiche. In generale, i vantaggi dei nuovi antipsicotici rispetto a quelli tradizionali consistono in una tranquillizzazione ottenuta con minori effetti sedativi e in un
migliore profilo di tollerabilit e si traducono in una maggiore maneggevolezza dimpiego in situazioni critiche.
Bibliografia
Andrezina R, Josiassen RC, Marcus RN, Oren DA, Manos G, Stock
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Zimbroff DL, Marcus RN, Manos G, Stock E, McQuade RD, Auby
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Clin Psychopharmacol 2007;27:171-6.
190
SIMPOSI TEMATICI
G. Pierri, G. Nivoli
plicano metodi coercitivi pi duri si riferiscono soprattutto alle strategie per mantenere allinterno del gruppo il soggetto
nei momenti di incertezza e in tali casi sono state segnalate
pressioni psicologiche e fisiche anche molto forti (digiuni forzati, alterazioni del ritmo sonno-veglia, induzione psicologica di fobie da abbandono, rinforzo dei sensi di colpa, ecc.),
minacce e a volte anche violenze. Le sette che applicano tecniche manipolative sono soprattutto quelle su base pseudoreligiosa (orientaleggiante o ispirata al cristianesimo) e quelle
su base pseudopsicologica (psicosette) che avvicinano le persone per spogliarle dei loro beni o per controllarle ed ottenere vantaggi di vario genere (prestazioni sessuali, informazioni, lavoro non retribuito, ecc.). Le sette sataniche invece generalmente non utilizzano tecniche di manipolazione mentale
e i loro adepti sono solitamente consenzianti. Lo studio attraverso la metodologia dellanalisi dei casi trattati dallautore
analizza alcune strategie di avvicinamento ed inserimento di
individui allinterno di culti distruttivi.
T. Cantelmi, D. La Barbera
191
Bibliografia
1
Cantelmi T, Carpino V. Il tradimento on line. Milano: Franco
Angeli 2005.
SIMPOSI TEMATICI
una delle aspirazioni pi arcaiche dellessere umano, il tentativo magico onnipotente di superare la dolorosa condizione di separatezza che caratterizza lesperienza umana sin dal
momento della nascita. Sebbene nellarco della storia dellumanit siano state elaborate diverse tecniche e soluzioni
capaci di soddisfare in maniera diretta o indiretta questa inconscia aspirazione, la condizione dellandroginia stata riservata tradizionalmente a particolari categorie di individui
che dovevano occupare una posizione marginale o separata
dalla societ: taumaturghi, mistici, artisti.
Come sottolinea S. Turkle, Internet e le realt virtuali sono
state le uniche tecnologie capaci di modificare in maniera radicale non solo limmagine della realt e la maniera di interagire con essa, ma il modo stesso di pensarsi, di concepire se
stessi. Grazie allintroduzione delle tecnologie informatiche
della seconda generazione limmagine di un s monolitico e
unitario andata ad affiancarsi a quella di un s multiplo e decentrato, operante contemporaneamente in molti mondi e in
molti modi. Lanonimato, la distanza fisica, il ridotto senso di
responsabilit che caratterizza lesperienza on line permette
infatti di sperimentare identit alternative senza che questo
comporti alcuna conseguenza sulla vita reale: tra queste che
si collocano le pratiche del gender switching, cambiamento
dellidentit di genere o il multitasking identitario, la possibilit di presentarsi come persone diverse mentre si dialoga con
pi utenti contemporaneamente in spazi interattivi differenti.
Riducendo la rigida distanza tra maschile e femminile e le
aspettative di genere che caratterizzano le relazioni sociali, gli
spazi interattivi della Rete possono assumere la funzione di
spazi transizionali, contenitori di quegli aspetti di s che il
soggetto teme di esportare nella vita reale, facilitandone la conoscenza e lintegrazione. Per altri versi, accade frequentemente che tali esperienze assumano nel tempo delle valenze
regressive, che spingono il paziente a rifugiarsi in relazioni
virtuali con partner che raramente corrispondono allimmagine idealizzata di loro e possono dare luogo nel tempo anche
ad esperienze di ritiro e diffusione dellidentit.
Bibliografia
Caretti V, La Barbera D. Le dipendenze patologiche, clinica e psicopatologia. Milano: Raffaello Cortina Editore 2005.
Cannizzaro S, Di Maria F. Reti telematiche e trame psicologiche.
Milano Franco Angeli 2001.
Roversi S. Chat line. Bologna: Il Mulino 2001.
Turkle S. La vita sullo schermo. Milano: Apogeo 1997.
Wallace P. La psicologia di Internet. Milano: Raffaello Cortina
2000.
192
SIMPOSI TEMATICI
193
Totale IAT
Totale TAS-20
Media DES-II
Sesso
Media
Deviazione
std.
maschi
femmine
maschi
femmine
maschi
femmine
37,89
33,93
48,89
48,60
20,82
22,69
10,28
9,38
11,10
10,41
11,86
9,24
Le correlazioni tra i punteggi ai tre reattivi risultano tutte significative. In particolare, lIAT associato moderatamente
(rho = ,346, p < ,001) alle esperienze dissociative e pi leggermente (rho = ,231, p < ,02) allalessitimia.
Gli studi di regressione lineare mostrano inoltre che le esperienze dissociative stimano significativamente il 12% della
varianza dei punteggi IAT (r-quadro corretto = ,112; F =
14,711, p < ,001; Beta = ,346, t = 3,835, p < ,001).
Conclusioni: lo studio qui proposto conferma ulteriormente la connessione tra le dipendenze patologiche, la disregolazione affettiva e i meccanismi dissociativi. In particolare,
in questo lavoro si evidenzia il ruolo della dissociazione nella dipendenza da Internet. La rete ha infatti, nel soggetto dipendente, una funzione protettiva di rifugio della mente
(Steiner, 1993), generando esperienze sensoriali e stati di
coscienza non ordinari entro cui il soggetto si disperde,
probabilmente come risposta a condizioni di stress e a vissuti dolorosi che il soggetto non in grado di mentalizzare,
forse proprio a causa di un inappropriato sviluppo della capacit di auto-regolare le emozioni.
Bibliografia
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Young K. Presi nella Rete. Tr. it. Bologna: Calderini 1998
SIMPOSI TEMATICI
Sul piano clinico, nelladolescenza prevalgono le manifestazioni di disforia ed irritabilit; la grandiosit ed il coinvolgimento in attivit piacevoli possono essere espresse in
forme meno riconoscibili rispetto alladulto e variano in
funzione dellet e del livello di scolarit. Le presentazioni
considerate non classiche o atipiche, quali gli stati misti, la
mania disforia, la ciclicit rapida e la presenza di episodi dai
confini indefiniti sono particolarmente frequenti nella presentazione adolescenziale del disturbo bipolare che, inoltre,
in questa fascia di et si ritrova spesso in comorbidit con
disturbi della condotta, da uso di sostanze e del controllo degli impulsi. Particolarmente frequente negli adolescenti affetti da disturbo bipolare la marcata compromissione del
funzionamento scolastico ed interpersonale associata a comportamenti aggressivi e impulsivi e ad un alto rischio di atti
suicidari e/o autolesionistici.
Queste ultime caratteristiche rendono ragione del frequente
overlap diagnostico con il disturbo borderline di personalit, altra condizione ad esordio adolescenziale. inoltre da
valutare la possibile associazione del disturbo bipolare con
il disturbo da iperattivit /deficit dellattenzione (ADHD).
Infatti, oltre alla ben documentata evoluzione dellADHD
verso il disturbo antisociale di personalit, con o senza comorbidit con labuso di sostanze, presumibile che una
percentuale di soggetti adolescenti e giovani adulti con diagnosi di disturbo bipolare o di personalit borderline presentino antecedenti anamnestici di ADHD, dal momento
che le possibili linee evolutive del disturbo comprendono alterazioni emozionali e comportamentali ascrivibili allinstabilit affettiva ed allimpulsivit.
194
SIMPOSI TEMATICI
195
Aspetti psicopatologici in et
adolescenziale
E. Sechi, M.P.Legge*, I.Brindesi**, M.C. Scatena*
U.O. N.P.I Dipartimento Salute Mentale, Universit di LAquila; * U.O. N.P.I. Dipartimento Salute Mentale, A.S.L.
Avezzano-Sulmona; ** U.O. N.P.I. Dipartimento Salute Mentale, A.S.L. Pescara
Nellambito di un programma nazionale per la realizzazione di progetti di prevenzione per la salute mentale in et
adolescenziale aventi per oggetto interventi in ambiente
scolastico stata condotta una serie coordinata di indagini
relative a disturbi mentali in et adolescenziale in un contesto urbano in 3 differenti A.S.L. della Regione Abruzzo, utilizzando la stessa metodologia tra le varie U.O. di NPI coinvolte, che ha consentito uniniziale rilevazione delle problematiche psicopatologiche pi frequenti, della percezione
che ne hanno gli insegnanti e lattivazione nel corpo docente di una maggiore competenza nel rilevare possibili segnali di disagio psichico negli alunni.
I disturbi mentali insorgono spesso in et evolutiva sia nelle forme manifeste sia con segni e manifestazioni comportamentali spesso non correttamente identificate anche a causa dei pregiudizi esistenti nei riguardi dei disturbi psichici
(cronicit, incurabilit, pericolosit, ecc.). Tale atteggiamento negativo o stigma comporta spesso un ritardo nella rilevazione dei segnali di disagio e di conseguenza una difficolt di effettuare una diagnosi precoce e di intervenire in
una fascia det nella quale i disturbi sono facilmente affrontabili anche con modalit terapeutiche anche non farmacologiche (psicoeducative, psicoterapeutiche, ecc.).
Studi epidemiologici sulla prevalenza dei disturbi mentali in
et evolutiva condotta in Nord Europa, in Nord America e
in Italia indicano % comprese tra il 14 e 20%.
apparso importante non solo cercare di conoscere nella
Regione Abruzzo i tassi di prevalenza su un campione di popolazione in et adolescenziale ma anche identificare delle
modalit di prevenzione del disagio in unet critica come
quella adolescenziale durante la quale massima la possibilit preventiva, con la partecipazione attiva del corpo insegnante come filtro preventivo di primo livello per la rilevazione dei segnali di disagio emotivo-comportamentale dei
ragazzi stessi. Questo livello di possibile identificazione del
disagio psichico necessita di essere raccordato con altri livelli della catena preventiva (medici di medicina generale e
pediatri di base, operatori dei dipartimenti di salute mentale, ecc.) ed essere solo un possibile punto di partenza di
unosservazione longitudinale che consenta di verificare la
successiva comparsa di quadri clinici definiti.
Lobiettivo stato di valutare il grado di capacit dei docenti
di rilevare e interpretare gli stati di difficolt emotiva dei loro alunni utilizzando il grado di discrepanza esistente fra il
disagio percepito dai ragazzi stessi espresso su un questionario anonimo e il giudizio espresso dagli insegnanti su un
corrispettivo questionario anonimo, come base di partenza
di un processo formativo attivo dellinsegnante stessa finalizzato ad una maggiore capacit di riconoscimento dei segnali di rischio psicopatologico.
Lindagine ha previsto il rilievo dei problemi emotivo-comportamentali attraverso la somministrazione dei due questionari di Achenbach (standardizzazione per la versione ita-
SIMPOSI TEMATICI
liana 2001): TRF (compilato dallinsegnate), YSR (autosomministrato per gli alunni). La popolazione target costituita da un campione di adolescenti di et compresa tra i
14 e i 16 anni residenti in tre aree urbane delle rispettive
ASL che frequentano le prime due classi della scuola media
superiore. Sono stati effettuati incontri di informazione-formazione con gli insegnanti di cui uno iniziale (informativo
sul progetto), due intermedi (formativi sui temi del disagio,
della psicopatologia delladolescente e del ruolo del docente nella relazione educativa) e uno finale (di comunicazione
e discussione dei risultati), per un totale di quattro incontri.
La raccolta ed elaborazione statistica dei dati provenienti
dalle tre Unit Operative stata svolta in un unico database
centrale.
La ricerca ha consenitto di avere una valutazione della frequenza dei disturbi psicopatologici in un campione adolescenziale della regione Abruzzo e una valutazione della percezione dei docenti dei disturbi psicopatologici negli stessi
adolescenti.
Dai risultati dei questionari autosomministrati agli adolescenti (YSR) con il sistema di valutazione multiassiale su
base empirica di Achenbach emersa una elevata positivit
sia nellarea dei disturbi internalizzanti (maschi = 22%;
G. Bartocci, N. Lalli
SIMPOSI TEMATICI
zione/bisogno che radicata immanentemente in un percorso esistenziale: di tipo mistico, stoico, scettico, agnostico, eccetera.
5. Gli studi sullevoluzione della cultura e sullevoluzione
della spiritualit, devono comunque essere compatibili sia
con il pensiero scientifico, sia con le attuali posizioni della metodologia interculturale, sia con i diritti universali
delluomo.
In questo lavoro, la relatrice si propone di offrire una panoramica dei servizi psichiatrici pubblici di Newham, un distretto situato nella zona Nord-Est di Londra, ove solo il
30% della popolazione residente rappresentato da cittadini Britannici di etnia caucasica, mentre il restante 70%
rappresentato da minoranze etniche e comunit di immigrati di prima e seconda generazione, in massima parte provenienti da paesi Africani e del Sud Est Asiatico. Le numerose minoranze etniche convivono pacificamente e senza apparenti tensioni interetniche o interreligiose. La particolarit
di Newham che la diversit etnica della popolazione residente e degli utenti dei servizi psichiatrici pubblici rispecchia quella degli operatori della salute mentale impiegati nei
servizi stessi. Ne risulta una situazione di multiculturalit
ove lincontro con il diverso parte integrante del lavoro
quotidiano con i pazienti e con i colleghi dellequipe multidisciplinare.
Lampia diversit culturale degli utenti e degli operatori della salute mentale implica, inoltre, unaltrettanto ampia diversit religiosa che si riflette e si ripercuote sui valori alla
base delle scelte e delle valutazioni cliniche degli operatori,
e sullestrema variet delle presentazioni cliniche, alcune
delle quali, per essere comprese a fondo e adeguatamente
valutate, necessitano di unattenta analisi culturale.
In questo lavoro, la relatrice presenta alcune riflessioni sulla delicata e non sempre facile relazione tra appartenenza religiosa dei pazienti, presentazione clinica e modalit di intervento, nel proprio lavoro quotidiano di psichiatra, soprattutto per quanto riguarda i seguenti aspetti:
appartenenza religiosa e modelli esplicativi di malattia mentale;
appartenenza religiosa e sintomi clinici;
ripercussioni dellappartenenza religiosa sulla relazione terapeutica.
Ripercussioni della diversit religiosa nella pianificazione
dei servizi psichiatrici pubblici
SIMPOSI TEMATICI
lirante negli articoli scientifici, n viene citato nel testo diagnostico basilare dellAmerican Psychiatric Association, il
DSM-IV-TR.
Se da un lato questa descrizione psicopatologica sembra
aver perso dimportanza nel campo della psicopatologia
generale, pu tornare utile agli psichiatri che, approcciando pazienti con culture differenti, si trovano alle prese con
la forma e il contenuto di alcune credenze bizzarre. Queste credenze vengono alle volte considerate psicotiche di
rigore, essendo la bizzarria del contenuto di un delirio uno
dei criteri maggiori per la diagnosi di schizofrenia nel
DSM-IV. Uno dei pi importanti contributi della psichiatria culturale proprio la legittimazione di una diversit
culturale che abbraccia naturalmente differenti espressioni per i valori, i significati e le credenze. Daltra parte,
ancora pi importante ricordare che la sola presenza di un
diverso background culturale non giustifica lesclusione
di un processo delirante. A questo proposito necessario
un corretto equilibrio tra le posizioni etic che approcciano la patologia attraverso la traccia fornita dalla diverse nosologie, e quelle emiche che rispettano e si inseriscono nella trama narrativa dei pazienti, cogliendone i significati e le forme culturalmente sensibili. In questo discorso, la lezione impartita da Schneider appare a dir po-
P. Petrini, S. Mendlovic
SIMPOSI TEMATICI
199
Secondo alcuni la psicoanalisi delladolescenza ha cambiato il paradigma classico della psicoanalisi stessa (G. Pellizzari), producendovi una sorta di rivoluzione epistemologica (F. Petrella). Ne un esempio laffermarsi e il diffondersi della diagnosi di Disturbo Narcisistico di Personalit,
che porta in s le tematiche e le conflittualit tipiche delladolescenza, le dialettiche tra identit e alterit, estendendole alla vita adulta.
Le ultime generazioni di adolescenti presentano delle specificit che gli studiosi in particolare i sociologi della condizione giovanile identificano con termini come personalit patchwork (G. Razeto), post-moderna (M. Featherstone), a palinsesto o liquida (Z. Bauman). Il venir meno di certezze consolidate, se da una parte ha determinato un
accrescimento del senso di precariet dellindividuo, dallaltra ha trasformato il campo delle sue appartenenze, non
pi caratterizzato dallesclusivit ma dalla pluralit. Ci vale sia per le appartenenze della sfera privata sia per quelle
della sfera sociale. Si pensi alla provvisoriet della famiglia, cos frequentemente segnata da separazioni, divorzi, ricostituzioni; alla liberalizzazione e moltiplicazione delle
esperienze affettivo-sessuali, talvolta ridotte a piacere da
consumare; o ancora allimpossibilit di prevedere un percorso lavorativo stabile e certo, e alla imprevedibilit del
proprio futuro economico.
La conseguente frammentazione dellidentit, lungi dallessere interpretabile come mera patologia, rappresenta anzi
una conditio sine qua non per ladattamento alle mutate esigenze sociali. Ma, inevitabilmente, espone i nuovi soggetti
a nuove forme di disagio, e talvolta a forme nosografiche
che segnalano questi cambiamenti.
A questo scenario si aggiunge linfluenza esercitata dai
mass-media e dalla comunicazione tecnologica (internet, video-giochi, chat, telefoni cellulari, moltiplicazione dei canali tv, ecc.), che ha introdotto la presenza virtuale dellaltro, e
che sta producendo delle modificazioni nella rappresentazione cognitiva ed affettiva dello spazio relazionale. La molteplicit delle opzioni di comunicazione si scontra con la riduzione al virtuale dellaltro, in una sorta di protesi della presenza con nuove forme di esperienza della solitudine.
Si analizzano di conseguenza alcuni effetti prodotti sul piano della psicopatologia e della clinica psicoanalitica:
la riflessione psicoanalitica attuale sulle nuove identit
giovanili;
le modificazioni indotte nella clinica psicoanalitica:
1. nuove famiglie e trasformazione dello scenario edipico;
2. le identit di genere: riformulazione di maschile e femminile;
3. i linguaggi dellinconscio e la comunicazione tecnologica;
4. presentificazione del desiderio e tempi della terapia;
5. il ritmo della relazione analitica;
6. il tempo lungo della pensabilit dellinconscio;
la necessit di un modello teorico in grado di contenere/accogliere le modificazioni indotte dalle trasformazioni socio-culturali sul funzionamento psichico del soggetto;
il concetto di Inconscio Sociale secondo Sandro Gindro.
SIMPOSI TEMATICI
F. Pieraccini, I. Maremmani
La luce
L. Bossini, F. Pieraccini
Universit di Siena
Gli aspetti cronobiologici dei disturbi psichiatrici sono stati
ampiamente per studiati per i disturbi dellumore, meno co-
200
SIMPOSI TEMATICI
I. Maremmani, G. Gerra
lando una consistente variet di reazioni organiche. In primo luogo, lasse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) in parte
controllato dal tono oppioide con una azione complementare dei sistemi? e ?, capaci di indurre importanti variazioni
nella risposta allo stress e nellassetto metabolico, con evidenti conseguenze psico-biologiche. A questo proposito gli
oppiacei, utilizzati in ambito terapeutico, sembrano svolgere ruoli differenziati nellazione sullasse HPA, relativi sia
SIMPOSI TEMATICI
alla cinetica, sia allo specifico profilo farmacologico. Il metadone e la buprenorfina sembrano non interferire con la
funzione dellasse HPA, che invece sarebbe compromessa
dalleroina. Le risposte individuali, anche in questo caso,
appaiono pi significative dellazione farmacologia in s.
Recenti evidenze ottenute con il test al metopirone e nostri
precedenti dati indicano possibili alterazioni della risposta
dellasse HPA in sottogruppi di pazienti in metadone, caratterizzati da specifici elementi comportamentali e clinici.
Lazione antagonista della buprenorfina sui recettori oppioidi? potrebbe in parte contrastare lazione di stimolo della dinorfina sullasse HPA, con un minor coinvolgimento del
CRF e possibili conseguenze sul tono dellumore. Analogamente gli oppioidi? e? interferiscono con lasse ipotalamo
ipofisi gonadi (HPG). Lazione di contrasto sulla dopamina
incrementa la secrezione di prolattina (PRL) con tutte le
conseguenze possibili sul ciclo mestruale, sul comportamento sessuale e sulla fertilit. Anche in questo ambito, risposte molto differenti sono state evidenziate nel corso dellesposizione cronica alleroina e agli oppiacei prescrivibili.
Da considerare inoltre le interferenze degli oppiacei sullasse entero-pancreatico, verosimilmente mediato dal polipeptide pancreatico (hPP) e direttamente da cellule insulari dotate di recettori oppioidi. Lo stimolo cronico dei recettori
oppioidi sembra interferire con il sistema immunitario, da
un lato con la modulazione diretta dei linfociti, dallaltro
con lattivazione di un asse che, a partire dai nuclei sovraipotalamici e dal CRH, influisce sulle citochine. Di grande
rilievo, anche se ancora difficili da tradurre in evidenze utili per lambito clinico, le interferenze degli oppiacei sul sistema dei cannabinoidi endogeni, sullequilibrio GABANMDA e sui neuro-steroidi, tutti meccanismi capaci di influenzare i livelli dansia, la stabilit della personalit, gli
affetti e gli impulsi. Ancora in gran parte da investigare il
ruolo degli oppiacei nel modulare il rapporto tra ossitocina
e vasopressina nella neuro-ipofisi, relazione cui si deve in
parte il delicato equilibrio tra socievolezza e aggressivit,
apertura alle relazioni e comportamento ostile, rilassamento
e tensione emotiva.
zione dellumore entro livelli fisiologici, o meglio adattivi, evitando gli eccessi in senso sia depressivo che euforico.
Nel caso della tossicodipendenza, il concetto di stabilizzazione stato utilizzato per r farmaci capaci di riportare le
funzioni biologiche, quelle psichiche ed il comportamento
manifesto entro i limiti di un fisiologico equilibrio omeostatico.
Lesempio storicamente pi importante di farmaco stabilizzante quello del metadone. Ragioni di ordine farmacocinetico e farmacodinamico spiegano la sua capacit di correggere, nel lungo periodo, le alterazioni psicofisiche e
comportamentali associate allazione delleroina.
Lutilizzo del metadone nel trattamento della dipendenza da
oppiacei si associa ad un miglioramento dello stato psicopatologico, particolarmente della dimensione affettiva. Aggiustamenti nella posologia del farmaco sono utili per il controllo di manifestazioni sintomatologiche della comorbilit
psichiatrica, particolarmente dei disturbi dansia e dei disturbi dellumore.
202
SIMPOSI TEMATICI
A. Pasini, P. Curatolo
**
e T. Mattiuzzo**
203
SIMPOSI TEMATICI
Psicofarmacoterapia dellADHD
G. Masi, S. Millepiedi, S.Berloffa
I.R.C.C.S. Stella Maris per la Neuropsichiatria dellInfanzia e dellAdolescenza, Calambrone (PI)
Un approccio multimodale integrato per lADHD deve includere interventi psicologici sul bambino (potenziamento
dellautocontrollo, interventi sullapprendimento scolastico,
potenziamento dellautostima, ecc.), un intervento psicoeducativo con i genitori (Parent Training) ed un lavoro con
gli insegnanti per favorire unadeguata integrazione scolastica. Solo nei casi in cui tali interventi non risultassero efficaci o sufficienti, o qualora lintensit e gravit della sintomatologia sia tale da interferire con una loro effettiva realizzazione, pu essere opportuno affiancare un intervento
farmacologico.
stata definita una modalit di prescrizione che vede inizialmente coinvolti Centri di Riferimento indicati dalle regioni, operanti presso strutture accreditate di Neuropsichiatria Infantile, con la definizione di un piano terapeutico personalizzato. I successivi controlli, almeno mensili, saranno
ad opera del Neuropsichiatra Infantile territoriale e/o del pediatra di libera scelta.
Gli psicostimolanti (e il metilfenidato in particolare) e la
atomoxetina sono attualmente sono i farmaci con lindicazione per ADHD in et pediatrica.
Il metilfenidato agisce potenziando la trasmissione dopaminergica, e risulta migliorare significativamente i sintomi
ADHD in circa il 70% dei soggetti trattati. Il metilfenidato deve essere utilizzato con prudenza nei bambini con
ADHD che presentano sintomi o storia familiare di disturbo bipolare, tics o sindrome di Gilles de la Tourette. Deve
inoltre essere monitorata almeno mensilmente la crescita
staturo-ponderale, la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa.
La atomoxetina potenzia in modo selettivo la trasmissione
noradrenergica, senza avere una azione psicostimolante, e
non ha quindi limitazioni in soggetti con tic o sindrome di
Tourette. Tale farmaco presente da qualche anno sul mercato USA, ed in epoca pi recente in alcuni paesi europei.
La sua efficacia sostenuta da studi controllati in et evolutiva, che hanno dimostrato lefficacia del trattamento nel
breve termine con una singola somministrazione al mattino.
Un ulteriore studio multicentrico su 416 bambini, svolto
prevalentemente in Europa, con randomizzazione in un
gruppo trattato con atomoxetina ed in un gruppo trattato con
placebo, della durata di 9 mesi, ha dimostrato che la atomoxetina era in grado di ridurre significativamente il rischio
di ricadute, con una tollerabilit analoga a quella degli studi a breve termine. Tali dati suggeriscono che il trattamento
con atomoxetina pu essere efficace e sicuro in bambini ed
adolescenti con ADHD.
In termini di tollerabilit, oltre agli effetti indesiderati pi
frequenti, sar presa in considerazione la reale incidenza di
fenomeni indesiderati pi gravi quali crisi convulsive, effetti collaterali a carico del fegato e del sistema cardio circolatorio, tendenza a comportamenti autolesivi.
SIMPOSI TEMATICI
L. Janiri, G. Pozzi
Vengono presentati i risultati relativi al confronto fra gruppi, dai quali sembra emergere una similitudine in termini di
atrofia ippocampale, per quanto la presenza di un evento
traumatico sembra aumentarne i valori.
Universit di Siena
Molti studi effettuati su soggetti affetti da disturbo post-traumatico da stress (PTSD) sembrano concordare nel rilevare
una diminuzione di volume dellippocampo, anche se non tutti gli studi hanno confermato questo dato. Allo stesso modo
anche nel disturbo depressivo maggiore (DDM) stato lungamente studiato il ruolo che lippocampo svolge nelleziopatogenesi della patologia. Ed anche in questo caso i risultati
ottenuti non son univoci; Il meccanismo che sottende la riduzione del volume ippocampale non stato ancora chiarito, ma
sembra oramai certo che vi sia una differenza fra le due patologie. Nel DDM il fattore causale dellatrofia sembra essere
indotto dallesposizione ad alti livelli di glucocorticoidi, sostanze prodotte in eccesso in caso di esposizione a eventi
stressanti. Invece nei pazienti con PTSD la tossicit sembra
derivare da un eccessiva sensibilit recettoriale a livello ippocampale dei recettori per i glucorticoidi i cui livelli ematici
sono risultati ridotti nei soggetti con PTSD. Alla luce dei dati non univoci in letteratura il nostro studio si prefisso lobiettivo di valutare le eventuali alterazioni morfologiche a livello ippocampale presenti nei pazienti affetti da PTSD, nei
soggetti affetti da DDM insorta o meno in seguito ad un evento traumatico e nei soggetti con evento traumatico in anamnesi senza disturbo psichiatrico, nel tentativo di chiarire il
ruolo dellevento traumatico da un lato e del disturbo psichiatrico dallaltro nel determinismo del danno cerebrale.
Materiale e metodi: sono stati reclutati 5 soggetti con PTSD, 5 soggetti con DDM senza evento traumatico in anamnesi, 5 soggetti con DDM con evento traumatico in anamnesi, 5 soggetti sani con evento traumatico in anamnesi e 5
volontari sani senza eventi traumatici corrispondenti per et,
sesso, peso e altezza al campione dei pazienti. Tutti i soggetti sono stati sottoposti allo stesso protocollo di risonanza
magnetica cerebrale per le misurazione degli ippocampi e
dei volumi cerebrali.
205
SIMPOSI TEMATICI
sano predire esiti quali bisogno di trattamento e disabilit lavorativa, nonch la comparsa di disturbi maggiori. Inoltre
una concettualizzazione semplicistica dei DA crea pi problemi di quanti ne risolva, costringendo il clinico a livelli di
inferenza che in altri settori della moderna nosografia sarebbero ritenuti inaccettabili, e determinando riproducibilit
della diagnosi con valori di k 0,33.
I quadri di DA mostrano invero una spiccata eterogeneit,
con profili clinici sia di tipo sintomatico sia ad impronta
comportamentale, appannaggio soprattutto di personalit
problematiche. La natura delle manifestazioni rimane controversa: se per un verso lo stress cronico in grado di produrre sintomatologia ansioso-disforica anche in soggetti indenni da vulnerabilit, altres verosimile che in molti casi
i DA rappresentino manifestazioni sottosoglia di sindromi
psicopatologiche ben codificate. Di qui la necessit di discriminare prudentemente la comorbilit e di adottare una
metodologia diagnostica a carattere misto (misure dimensionali lungo assi categoriali) con valutazione multiassiale e
diacronica di: sintomi di stato, caratteristiche di tratto, funzionamento personale, esposizione ad eventi ambientali.
Per quanto attiene il trattamento, bisogna considerare come
stress e adattamento costituiscano fenomeni ubiquitari ed
ineliminabili, legati da complesse relazioni circolari. La
scelta dei farmaci deve essere ispirata a criteri prevalentemente dimensionali e richiede particolare attenzione al profilo di sicurezza. Gli interventi psicologici debbono ristrutturare subito le capacit di coping e solo in una fase successiva dinamizzare gli assetti personologici di base.
Bibliografia
Katzman JW, Tomori O. Adjustment disorders. In: Kaplan & Sadocks Comprehensive Textbook of Psychiatry. Philadelphia:
Lippincott Williams & Wilkins 2005, pp. 2055-62.
McFarlane A, van der Kolk A. Conclusioni e prospettive future. In:
van der Kolk BA, Mc Farlane A, Weisaeth L, eds. Stress traumatico. Tr. it. Roma: Edizioni Magi 2004, pp. 557-573.
A. Bellomo, P. Morosini
SIMPOSI TEMATICI
Risultati: dopo 12 mesi si sono osservate differenze clinicamente importanti e statisticamente significative per i sintomi psicotici positivi (p < 0,01), per la cura di s (p < 0,01),
per lautonomia nella vita quotidiana (p < 0,001), per il carico familiare soggettivo e oggettivo (p < 0,001). Anche altri sintomi e aspetti del funzionamento sociale hanno mostrato miglioramenti, non per statisticamente significativi.
Al follow-up di 11 anni, si sono constatate marcate differenze solo nei ricoveri e negli abbandoni, mentre il pur lieve miglioramento dellesito psicosociale non apparso clinicamente e statisticamente significativo.
Conclusioni: si tratta del primo ed unico studio controllato
randomizzata effettuato in Italia per valutare lapplicabilit
e lefficacia nella pratica dellintervento psicoeducativi integrato. Si tratta anche dello studio di follow-up pi lungo
(11 mesi) anche se condotto su un campione non molto numeroso. Come risultato principale si ottenuto che lIPF
relativamente facile da attuare con un rapporto costo-efficacia favorevole. Viene confermato anche ad un follow-up
molto lungo che il mantenimento dei benefici necessita di
un programma di monitoraggio con incontri di richiamo.
207
Tali strumenti sono stati integrati con una griglia di valutazione degli aspetti relativi alle capacit emotive, alle capacit di comunicazione e di risoluzione di problemi evidenziati dai partecipanti durante le sedute.
La griglia stata strutturata in modo da riportare per ciascun
partecipante una valutazione di tipo Visual Analogue Scale
(VAS) relativa alla partecipazione emotiva durante leffettuazione dei gruppi, allinteresse nei confronti degli altri
partecipanti al gruppo, al grado di immedesimazione alle vicende degli altri, alla capacit di fornire consigli pertinenti,
alla abilit di comunicazione, alle abilit di problem-solving
di ciascun partecipante allincontro. Tale griglia stata inserita nella scheda giornaliera di valutazione del gruppo.
La compilazione della scheda viene effettuata al termine di
ogni incontro mattutino
Risultati: il campione esaminato presentava una et media
pari a 45,5 anni, degenza media di 16,24 giorni. Rispetto alla diagnosi, 16 soggetti presentavano diagnosi di schizofrenia, 10 soggetti di disturbo bipolare, 17 soggetti di depressione maggiore, 2 soggetto di abuso di sostanze, 1 soggetto
di disturbo ossessivo compulsivo, 7 soggetti di Psicosi
NAS, 2 soggetti di disturbo delirante, 6 soggetti di dipendenza da alcol ed 1 con demenza di Alzheimer, in accordo
ai criteri diagnostici del DSM-IV.
I risultati evidenziano che i pazienti che hanno partecipato ad
almeno tre incontri hanno presentato un miglioramento del
quadro psicopatologico, della consapevolezza di malattia e
delladesione al trattamento farmacologico superiore a quello
dei pazienti inclusi nel sottogruppo di controllo. Inoltre i pazienti che hanno condotto lintervento hanno migliorato le
abilit di riconoscere e verbalizzare le loro emozioni e quelle
che identificavano negli altri componenti del gruppo.
Conclusioni: i dati confermano lutilit dellintervento di
gruppo strutturato di tipo cognitivo-comportamentale per i pazienti ricoverati non solo sui parametri clinici e comportamentali ma anche su moduli specifici relativi alle abilit di riconoscimento delle emozioni, di comunicazione e di risoluzione di problemi, permettendo di cogliere le modificazioni di
aspetti emotivi e relazionali altrimenti di difficile valutazione.
Bibliografia
Falloon IRH, Coverdale JH, Roncone R. Trattamento integrato biomedico e psicosociale dei disturbi mentali gravi: i presupposti di
una gestione clinica ottimale. Noos 1996;3:179-200.
Falloon I. Intervento psicoeducazionale integrato in psichiatria.
Trento: Erickson 1994.
Vendittelli N, Veltro F, Oricchio I, Buzzoni A, Rosicarelli ML, Polidori G, et al. Lintervento cognitivo comportamentale di gruppo nel Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura. Torino: Centro
Scientifico Editore 2003.
SIMPOSI TEMATICI
(TCC) nelle psicosi, si organizzato e sperimentato un intervento specifico di gruppo da applicare, nel periodo limitato della degenza, ai pazienti acuti ricoverati in un SPDC.
La finalit dello studio stata quella di fornire una occasione di maggiore coinvolgimento e di gratificazione nel rapporto tra operatori sanitari e pazienti, tra pazienti e tra operatori. Lobiettivo proposto di testare lapplicabilit di tale
intervento e le valutazioni di efficacia conseguenti.
Metodologia: trattasi di uno studio pre-post della durata di
un anno, nel quale sono confrontati lintervento tradizionale in rapporto allintervento sperimentale. Le valutazioni sono state effettuate somministrando specifiche rating-scales
fornite dallIstituto Superiore di Sanit (ISS) in seguito ad
una partecipazione a corsi intensivi di applicabilit della
metodologia su esposta.
Risultati e conclusioni: dai dati emersi dalle valutazioni di
n = 174 pazienti psichiatrici ricoverati in SPDC, si pu affermare che lintervento in esame ha mostrato esiti favorevoli sulla riduzione delle riammissioni (revolving door), data limportanza che viene data al riconoscimento dei segni
precoci di crisi e alla individuazione di reazioni diverse alle
situazioni e agli eventi stressanti (modello stress-vulnerabilit-coping). Inoltre sono stati evidenziati migliori esiti di
sintomatologia clinica e minori livelli di aggressivit nei pazienti, nonch un clima emotivo di reparto pi deteso (inibizione del burn-out).
Bibliografia
Falloon IRH. Intervento psicoeducativo integrato in psichiatria (seconda edizione). Trento: Erickson 1994.
Vendittelli N, Veltro F, Orecchio I, Buzzoni A, Rosicarelli ML, Polidori G, et al. Lintervento cognitivo-comportamentale di gruppo nel Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura. Torino: Centro
Scientifico Editore 2003.
208
SIMPOSI TEMATICI
E. Rasore, D. Ferone
sex. Treatment involves sex hormones as well as sex-reversing surgical procedures. Transsexual patients during
cross-sex hormone therapy are closely monitored for potential adverse events. In particular, male-to-female subjects, undergoing estrogens and antiandrogens treatments,
may frequently experience tromboembolic complications,
similarly to females that during HRT may exacerbate underlying coagulopathies. These adverse events seem to be
correlated to changes in circulating proteins C and S.
However, conflicting data are reported about the significance of changes in proteins C and S levels during hormonal treatment in females. We studied the effects of different formulations of estrogens, combined or not with anti-androgens, on coagulation factors in 32 male-to-female
subjects (AGE RANGE 20-65 YRS) before and during
hormonal therapy (duration of therapy varying from 12 to
48 months). Our results showed not significant variation in
the mean protein C and S levels before and during therapy,
as well as in the percentage changes from baseline. Moreover, no difference were recorded among the different
groups of treatment: only estrogens vs. estrogens plus anti-androgens, routes of subministration of hormones (oral
vs. transdermal). No minor or major tromboembolic events
were recorded in these subjects during the whole period of
observation. Therefore, although the results in female population suggest that transdermal treatment may have a lower impact on tromboembolic complications, these evidence
seem not confirmed in transsexual subjects.
Sympathovagal balance in transsexual patients.
A significant relationship has been reported between autonomic nervous system imbalance and cardiovascular mortality, including sudden cardiac death. Heart rate variability
(HRV) is a measure of autonomic nervous system balance.
It is known that HRV indexes are associated with age, race
and sex, with a predominance of sympathetic control in men
as compared with a dominant parasympathetic influence on
heart rate regulation in women, but the role of sex hormones
in this difference is yet unknown. We studied the sympathovagal balance (SB) in 16 non diabetic transsexual patients,
10 male-to-female (mean age 38.90 4.87 yrs.) and 6 female-to-male (mean age 32.17 2.54 yrs) compared with
34 age-matched normal subjects, 11 male and 23 female.
Autonomic tests, used to evaluate SB, were performed by
Power Spectral Analysis (PSA) of HRV in clinostatism (C)
and orthostatism (O), using a frequency domain method.
PSA identifies peaks of power, these are quantitative indicators of neural control of the sinoatrial node: high frequency (HF), which expresses vagal activity, and low frequency
(LF), which expresses sympathetic activity. LF/HF ratios
were calculated both in C and in O.
In male-to-female LFc and HFc were significantly lower
than both male and female normal subjects (p = 0.002;p =
0.001; p = 0.01; p = 0.000 respectively); HFo was signifi-
SIMPOSI TEMATICI
Il contributo ha le sue premesse in precedenti studi effettuati tramite valutazioni psicometriche e cliniche su campioni
di pazienti con disturbo dellidentit di genere, lungo fasi diverse del loro iter verso la riassegnazione.
Lo studio attuale, rivolto ad una nuova casistica, prevede diverse valutazioni cliniche e psicometriche su un campione
di almeno 30 pazienti con disturbo dellidentit di genere in
corso di riassegnazione.
Gli strumenti dindagine utilizzati sono i seguenti:
1) intervista clinica e questionario anamnestico;
2) intervista catamnestica per i riassegnati;
3) intervista SCID-II per i disturbi di personalit;
4) Bem Sex Role Inventory per la valutazione dellidentit di
genere (oltre il biologico);
5) il disegno della famiglia (test proiettivo);
6) il disegno della figura umana (test proiettivo).
I dati ottenuti consentono valutazioni diverse: di tipo psichiatrico-clinico (tramite la SCID-II che identifica eventuali disturbi di personalit), esplorazione della storia remota
consapevole tramite i questionari anamnestici o inconscia
(test proiettivi), eventuale adattamento post-riassegnazione
(questionario catamnestico), congruit tra identit desiderata e raggiunta (Bem Sex Role Inventory).
Bibliografia
De Leo D, Villa A. Il problema del rilevamento delle tipologie sessuali e il Bem Sex Role Inventory. Firenze: OS 1986.
Spitzer RL,Williams JBW, Gibbon M, First MB. Questionario
SCID-II, versione italiana.
Machover K. Il disegno della figura umana. Firenze: OS 1980.
Rasore E, Menichini U, Giberti F. Il problema dellidentit di genere: una revisione nella letteratura. Medicina psicosomatica
1998;43.
Menichini U, Rasore E, Infante G, Moscato F, Giusti M. Il problema dellidentit di genere: una casistica clinica. Medicina psicosomatica 1998;43.
210
SIMPOSI TEMATICI
il simposio, i seguenti obiettivi: una riflessione integrata sugli aspetti di vario ordine proposti prima separatamente al
fine di individuare eventuali possibili connessioni tra gli
stessi anche alla luce di altri dati consimili o pi completi
presenti in letteratura.
Le deduzioni derivate possono essere utili per una migliore
comprensione biopsicosociale della complessit di tale patologia anche in funzione di un pi valido approccio terapeutico.
Neurobiologia dellimpulsivit
M.R.A. Muscatello, A. Bruno, R. Cambria, L.Cortese,
G. Pandolfo, R. Zoccali, M. Meduri
Dipartimento di Neuroscienze, Scienze Psichiatriche ed
Anestesiologiche, Universit di Messina
Limpulsivit un costrutto complesso che comprende elementi sia adattativi che disfunzionali. Sul piano clinico, fa
riferimento al gioco dazzardo, alle spese eccessive, alla
sessualit a rischio, alla guida spericolata, allaggressivit
impulsiva; in unaccezione neuropsicologica, maggiormente utile per orientare la ricerca sulla possibile identificazione dei substrati neurobiologici che sottendono il comportamento impulsivo, limpulsivit pu essere definita come
una disposizione a reazioni immediate e non pianificate a
stimoli interni ed esterni, senza una valutazione delle conseguenze. Il fenomeno impulsivit imputabile alla concorrenza di numerosi sub-fattori che prevedono una generica
tendenza allazione, una forte spinta emozionale, una riduzione dei meccanismi di controllo inibitorio del comportamento, il deficit delle funzioni volizionali e dei processi di
mentalizzazione, programmazione e previsione delle conseguenze (funzioni esecutive).
Limpulsivit comportamentale si caratterizza per incapacit a dilazionare la gratificazione, ridotta capacit di inibire i comportamenti, mancata considerazione per le conseguenze; a fronte di una adeguata capacit di elaborazione
del contesto, si esprimono comportamenti inadeguati condizionati da un eccesso di spinta motivazionale ed emozionale. Limpulsivit comportamentale correla con laggressivit
impulsiva e lirritabilit e, sul piano neurobiologico, si considera conseguente ad un deficit di modulazione motivazionale ed emozionale, funzione integrata dalla corteccia orbitofrontale e modulata dal sistema serotoninergico. Limpulsivit cognitiva consiste nella valutazione rapida ma defici211
Psicopatologia dellimpulsivit
R. Zoccali, M.R.A. Muscatello, A. Bruno, G. Pandolfo
Dipartimento di Neuroscienze, Scienze Psichiatriche ed
Anestesiologiche, Universit di Messina
Limpulsivit pu essere definita come una spinta allazione
che comprende una diminuita sensibilit verso le possibili
conseguenze negative del comportamento, reazioni rapide e
non pianificate agli stimoli senza un completo processamento delle informazioni e, infine, una mancanza di considerazione per le conseguenze a lungo termine del comportamento stesso. I comportamenti impulsivi e non sufficientemente
pianificati fanno senzaltro parte del repertorio comportamentale di soggetti sani; tuttavia, essi appaiono particolarmente frequenti negli individui affetti da patologie psichiatriche. Nella nosografia psichiatrica attuale, limpulsivit la
caratteristica nucleare di un gruppo di patologie raggruppate,
proprio in virt del ruolo cardine della stessa, nella categoria
dei disturbi del controllo degli impulsi. Inoltre, rientra quale
criterio diagnostico in numerosi quadri clinici, quali i disturbi di personalit, soprattutto del cluster drammatico e, tra questi, il borderline e lantisociale, le fasi maniacali dei disturbi
bipolari, la dipendenza da sostanze. Relativamente alle condizioni diagnosticabili nellinfanzia e nelladolescenza, lim-
SIMPOSI TEMATICI
Impulsivit e addiction
D. La Barbera
Dipartimento di Neuroscienze Cliniche, Universit di Palermo
La diffusione dei disturbi connessi al discontrollo degli impulsi e allintolleranza alla frustrazione appare oggi in
preoccupante aumento, particolarmente per ci che riguarda
i fenomeni dabuso e dipendenza da sostanze psicotrope e
condotte additive: gioco dazzardo patologico, disturbi del
comportamento alimentare, comportamenti autolesivi, abusi tecnologici La frequenza con la quale tali disturbi si
manifestano nelle diverse fasce della popolazione spingerebbe a considerare il fatto che essi non rappresentino soltanto una condizione patologica individuale ma anche il segno di profonde trasformazioni sociali, e si pu ritenere con
Ehremberg che la maggiore incidenza di disturbi contrassegnati dalla tendenza allagito esprima il malessere di una societ in cui solo lazione rapida, efficace, efficiente sembra garantire alle persone la possibilit di vedere riconosciuto il proprio ruolo sociale e il proprio valore.
Sebbene limpulsivit esprima solo uno degli aspetti dei comportamenti dabuso e dipendenza da sostanze, essa sembra
svolgere un ruolo patogenetico nellesordio e nel decorso del
disturbo nella misura in cui soggetti impulsivi tendono a fare
un uso pi frequente, pi intenso e meno controllato, quindi,
potenzialmente pi pericoloso delle sostanze dabuso. Nellambito di un approccio dimensionale allo studio dei disturbi mentali, stato rilevato che i disturbi da abuso e dipendenza condividono alcune caratteristiche dei disturbi di personalit del cluster B, dei disturbi del controllo degli impulsi e delle parafilie, come la propensione alla ricerca del rischio, ridotta capacit di evitamento del pericolo e bassi livelli di ansia anticipatoria. In relazione a questo aspetto, una caratteristica di personalit frequentemente associata alle nuove dipendenze la sensation seeking, intesa come la propensione
di alcuni individui a ricercare costantemente sensazioni ed
emozioni di particolare intensit al fine di raggiungere e mantenere un livello di stimolazione ottimale.
Bibliografia
Caretti V, La Barbera D. Le dipendenze patologiche, clinica e psicopatologia. Milano: Raffaello Cortina Editore 2005.
212
SIMPOSI TEMATICI
F. Scapati, M. Marchetti
confronti della donna (e pi in generale dei membri della famiglia). Ne sono un chiaro portato sia le leggi che, specie in
passato, assegnavano al pater familias un enorme potere,
allinterno delle mura domestiche sia quello specifico meccanismo mentale che la gelosia sessuale. Tale complesso
sentimento se da una parte pu aver senzaltro contribuito a
rinforzare la tendenza ad uno stretto controllo del maschio
sulle sue compagne, sino alla possibilit dello svilupparsi di
fenomeni di wife abuse, dallaltra ha certamente contribuito
al positivo rafforzamento del legame tra i partner.
Bibliografia
Buss DM. The dangerous passion. London: Bloomsbury pub 2000.
Marchetti M. Appunti per una Criminologia darwiniana. Padova:
Cedam 2004.
McGuire MT, Troisi A. Psichiatria Darwiniana. Ed. it. Roma: Giovanni Fioriti 2003.
SIMPOSI TEMATICI
SIMPOSI TEMATICI
215
normale del sentimento di gelosia quanto quella patologica, possano dare origine a condotte violente, su cui influiscono tuttavia variabili socio-culturali, di genere2, bio-psicologiche3, oltre che psico-patologiche. Ampia e variegata
la dimensione psicopatologica associata alla tematica della gelosia, con differenze che sono sia di ordine qualitativo che quantitativo, entrambe sfumanti verso una dimensione pi propriamente psicologica. Ambedue le dimensioni richiamano, peraltro, emozioni, stati danimo, sentimenti, reazioni, stili comportamentali, che non sembrano molto dissimili fra un quadro psicopatologico e laltro e, per
larghi versi, fra la gelosia normale e patologica. Il sentimento di gelosia del resto sentimento comune, presente
trasversalmente in contesti diversissimi fra loro. Nello
stesso tempo in tutti i diversi quadri clinici in cui compare, da quelli psicotici a quelli non psicotici ma lo stesso
pu dirsi, per lo pi, della gelosia normale la tematica
del tradimento costantemente presente nel percorso esperienziale del singolo. Pare esprimersi, del resto, con uno
spessore emotivo-affettivo che, per certi versi, sostanzialmente sovrapponibile. Da tutto ci deriva, da un punto
di vista psichiatrico-forense, che troppo semplicistico
evidenziare la ricorrenza di un disturbo mentale per giustificare un comportamento violento in termini di vizio di
mente, spostando su un piano patologico scelte di comportamenti che possono ben coesistere con diversi gradi di
normalit. Di qui la necessit, in ordine alla valutazione
dellimputabilit nel delitto di gelosia, di darsi solidi criteri metodologici e valutativi per scremare, in primo luogo,
la tematica della gelosia dalle variabili socio-culturali che
le appartengono, e poi di ricercare una soglia che consenta di separare, almeno formalmente, lo spessore psicologico da quello psicopatologico. Nella valutazione psichiatrico-forense del delitto di gelosia necessario, cio, procedere attraverso una lettura del comportamento omicidiario
in cui la tematica di gelosia, sia pure delirante, sia considerata una delle componenti del reato, non sempre la fondamentale. Il comportamento-reato, infatti, oltre che in
rapporto alla tematica di gelosia secondo specifiche modalit evolutive psicologiche psicopatologiche o legate al
contesto socio-culturale di riferimento, pu inserirsi quale
reazione ad uno o pi eventi esterni che si sommano alla
prima, moltiplicandone il potenziale distruttivo ed inducendo, infine, il passaggio allatto violento.
Bibliografia
1
Catalano Nobili C, Cerquetelli G. Psicologia e psicopatologia
della gelosia. Il lavoro neuropsichiatrico. In: Semerari A, Citterio C. Medicina Criminologia e Psichiatria Forense. Milano:
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2
Geary DC, Rumsey M, Bow-Thomas CC, Hoard MK. (1995),
op.cit.
3
Marazziti D. Neurobiologia della passione amorosa. Giorn It
Psicopat 2003;9:85.
SIMPOSI TEMATICI
G. Perini, J. Relier
216
SIMPOSI TEMATICI
postnatale debba essere gestita in modo differente dalla depressione maggiore non puerperale, anche se presente
unapparente tendenza dei clinici a trattare le donne con
questo disturbo con unintensit minore rispetto alle altre
pazienti, aumentando in questo modo il rischio di morbilit
nelle madri. La depressione che si manifesta durante il periodo puerperale richiede la stessa intensit di trattamento
che richiedono gli episodi depressivi maggiori si presentano
in altri momenti della vita della donna e come per questi
episodi un pi precoce inizio di trattamento associato ad
un esito migliore.
In particolare le linee guida per il trattamento farmacologico della depressione postnatale non differiscono in modo
sostanziale da quelle per il trattamento della depressione in
altri periodi della vita, tranne per la particolare attenzione rivolta al rischio di esposizione del neonato agli psicofarmaci per le madri che allattano.
Fino ad ora successi limitati hanno avuto quei trattamenti
che hanno puntato sulle possibili cause della depressione
puerperale come per esempio la terapia sostitutiva con
estrogeni o progestinici per correggere la proposta deplezione (o cambiamento dei livelli plasmatici) degli steroidi gonadici.
Per quanto riguarda gli interventi di tipo non farmacologico
in letteratura ne vengono descritti diversi tipi che vanno dalle visite domiciliari, agli interventi psicoeducazionali, alla
comunicazione con i parenti e al supporto del partner. Buoni risultati sono stati riportati anche con lutilizzo della terapia interpersonale (IPT), della terapia cognitivo-comportamentale individuale (CBT) e di gruppo.
Le strategie terapeutiche attualmente pi efficaci tendono ad
utilizzare interventi combinati di tipo farmacologico e non
farmacologico.
Psicosi puerperale: la pi grave delle malattie che possono
presentarsi nel post parto, la psicosi post partum, si manifesta in circa 1-2 casi ogni 1000 nascite. Sebbene le donne affette da schizofrenia presentino frequentemente ricadute
psicotiche dopo il parto, attualmente la maggior parte dei ricercatori ritiene che la maggioranza delle psicosi puerperali
siano lespressione di un disturbo affettivo.
Le primipare presentano un rischio di esposizione pi elevato rispetto alle altre donne; Kendell e colleghi hanno riscontrato un percentuale del 62% di casi di psicosi puerperali in primipare contro una percentuale del 47% nella popolazione generale. Non stata riscontrata una relazione significativa con let materna, la classe sociale o culturale.
Fattori eziopatogenetici: leziopatogenesi delle psicosi
puerperali complessa e diversi sono i fattori considerati associati alla psicosi puerperale riportati in letteratura.
Il rischio di sviluppare una psicosi nel post partum legato
soprattutto alla presenza di disturbi psichici nella storia personale e familiare della donna. In particolare stato riportato da Kendell e collaboratori che una storia di disturbo bipolare conferisce approssimativamente un rischio del 35%.
Una pregressa psicosi post partum conferisce un rischio di
recidiva del 22-33%. Avere sia un disturbo bipolare sia un
precedente episodio di psicosi post partum incrementa il rischio per una successiva psicosi postnatale fino al 50%.
Per quanto riguarda la famigliarit la letteratura concorde
nel riportare una maggior percentuale di disturbi psichici
prevalentemente dello spettro affettivo nei parenti delle
donne affette da una psicosi puerperale.
SIMPOSI TEMATICI
tali della donna: fasi di passaggio tra normalit e patologia. Pisa: Pacini 2007.
SIMPOSI TEMATICI
P. Chianura, G. De Rnoche
SIMPOSI TEMATICI
SIMPOSI TEMATICI
di alcol e di sostanze, i disturbi alimentari, i ripetuti incidenti e le ripetute interruzioni di gravidanza, i tentativi di
suicidio.
Si tratta di comportamenti che, spesso, rimandano a un imponente blocco del processo di soggettivazione. Essi richiedono una mobilitazione del mondo adulto al fine di valutarne il significato allinterno delleconomia intrapsichica e relazionale e di individuare interventi articolati, tempestivi,
capaci di contenere la sofferenza sottostante, inesprimibile
verbalmente.
Il presente contributo presenta alcune considerazioni metodologiche e alcune riflessioni teorico cliniche facendo riferimento a un progetto intervento svolto dallAssociazioneAreaG aMilano e provincia e rivolto a giovani (13-24 anni)
che si fanno del male e ai loro genitore.
R. Lo Baido, M. Di Blasi
SIMPOSI TEMATICI
lutare le caratteristiche della personalit borderline suddividendole in quattro categorie (diffusione dellidentit;
meccanismi di difesa primitivi; esame di realt; paura della vicinanza);
per i soli body builders due questionari che misurano la
propensione al comportamento bigorettico e al comportamento ortorettico.
I gruppi messi a confronto hanno prodotto prestazioni differenti in ordine ai sistemi difensivi adoperati e alla loro intensit, alla percezione del proprio corpo, allo sfondo psichico emozionale.
Dai primi risultati ci sembra di potere avviare alcune riflessioni anche in ordine alle diverse motivazioni che spingono
ai diversi tipi di manipolazioni sul corpo. Il tatuaggio, il segno sul corpo, unoperazione di trasformazione personale,
che impone una stratificazione di significati, come costruirsi unarmatura psichica che rende pi forti e pi liberi
afferma unintervistato. Il piercing viene richiesto fondamentalmente perch crea strane sensazioni al contatto. Si
tratta di un pensiero impregnato di sensorialit Sentirsi
sempre fatto, ma senza troppa fatica, che d la sensazione
continua, autosensuale (Bonaminio 2005). Il bodybuilding
si associa a livelli di insoddisfazione rispetto al proprio corpo molto pi intensi.
Cercando di rispondere poi al quesito se queste pratiche sono al servizio di un processo di sviluppo o piuttosto segnalano una grave sofferenza psichica, val la pena di ricordare
Anzieu: pi profondamente la pelle colpita, pi significativamente il corpo manipolato, pi si ha a che fare con
lacune narcisistiche estremamente significative e con alterazioni delle funzioni originarie dellIo.
SIMPOSI TEMATICI
Lintervento far riferimento a dati clinici emergenti da alcune ricerche (in parte effettuate e in parte in corso) su due
principali forme di manipolazione in adolescenza:
piercing e tatuaggi;
consumo di sostanze stimolanti.
223
di palestre della citt di Palermo 56 soggetti di sesso maschile e 15 di sesso femminile, di et compresa tra i 16 e i
40 anni. Ai soggetti stato somministrato la versione italiana riadattata del questionario americano Massachussets
Youth Risk Survey (DuRant et al., 1993) a risposta multipla
ad hoc, che prevede, oltre alla domanda specifica sulluso di
anabolizzanti, unindagine relativa a comportamenti a rischio (utilizzo di droghe, tentativi di suicidio, comportamenti sessuali a rischio, avere atteggiamenti violenti, uso di
alcool, etc). stato anche utilizzato lAdjective Check List
(ACL, HG. Gough et al., 1980) al fine di cogliere gli aspetti di personalit dellindividuo. Sui dati sono state effettuate delle analisi correlazionali (correlazione per ranghi Rho
di Spearman).
Dallanalisi dei dati emerso che oltre il 22% del gruppo di
soggetti intervistati fa uso di steroidi con diversa frequenza;
il 20% del gruppo femminile dichiara di consumare steroidi
facendo rilevare una percentuale di utilizzo pi elevata di
quella che risulta in letteratura (Yealis, 1992). Nei soggetti
luso ripetuto di steroidi anabolizzanti correlato (correlazione per ranghi Rho di Spearman) allassunzione di droghe,
a condotte a rischio (andare in macchina con qualcuno che ha
bevuto, portare armi, ecc.) ed a un preciso pattern di personalit. Lassunzione di steroidi risulta correlata con il consumo di sostanze stupefacenti (LSD, cocaina ed eroina), in maniera significativa (rispettivamente r = 0,35, 0,31, 0,3, 0,28;
p < 0,01). Il profilo caratteriale rivela tendenza dei soggetti a
definirsi convenzionali, di interessi ristretti, diffidenti verso
gli altri, timorosi di rimanere emotivamente coinvolti nelle
relazioni interpersonali, litigiosi e aggressivi. Forte quindi
la necessit di mettere a punto delle ricerche ed analisi per
approfondire il fenomeno, il contesto psicologico e sociale
delluso di queste sostanze per costruire la base di un piano
di prevenzione mirato, soprattutto in quei paesi, come il nostro, dove il fenomeno ancora sommerso rischia di degenerare. Il fenomeno non interessa solo gli sportivi che praticano delle competizioni ma molti soggetti che frequentano una
palestra per modellare il loro corpo. Molti di questi sono
infatti pronti ad utilizzare tutti i metodi che gli consentono di
avvicinarsi ad un immagine idealizzata del loro corpo. Essi
vengono definiti da Le Breton (1999) i batisseurs de corps
(dilettanti o maniaci che fabbricano il proprio corpo) e la motivazione che li porta ad assumere sostanze dopanti starebbe
in una deviazione tra corpo percepito e corpo idealizzato. Pope (1997) parla di una forma di anoressia inversa nei culturisti che consisterebbe nel prendere peso servendosi anche
di sostanze dannose per lorganismo; successivamente di una
dismorfofobia muscolare con eccessiva preoccupazione
per la propria figura. Si potrebbero fare anche delle campagne dinformazione per spiegare gli effetti nocivi di queste
sostanze, sensibilizzare e formare in questo ambito il personale che lavora nelle palestre, ma anche tutte quelle figure
professionali che sono a contatto con lindividuo gi dallinfanzia e nelladolescenza per educarlo nel rispetto e nellaccettazione del proprio corpo.
SIMPOSI TEMATICI
F. Valeriani, M. De Vanna
Laggiornamento in psicofarmacoterapia
M. De Vanna
U.C.O. di Clinica Psichiatrica, Dipartimento di Scienze Cliniche, Morfologiche e Tecnologiche, Universit di Trieste
Il moderno pensiero scientifico in medicina si pone dialetticamente rispetto al concetto di evidence based medicine
(EBM). Infatti la pretesa corretta e importante di dimostrare lefficacia di qualsiasi atto diagnostico, terapeutico e riabilitativo, si confronta oggi con le logiche dei sistemi
fuzzy, cio in continuo aggiustamento tra loro ed il cui risultato non mai in rapporto lineare con le cause. Se la
EBM ha rappresentato liniezione di una logica meccanicistica nel sapere medico, che era diventato chiuso e autoreferenziale (e quindi solo apparentemente rispettoso del soggettivo), il mediare il concetto di evidenza anche nella complessit costituisce una sfida. Pur non sottovalutando limportanza del movimento della EBM che si propone di sottrarre dallindistinto, dal confuso e dal ripetitivo la pratica
medica, ancorandola per quanto possibile a ci che dimostrabile, vi per il rischio che quando questo modello si
applica ad una malattia le cui cause, la storia naturale, gli
eventi concomitanti, sono altamente mutevoli e differenziati, non si riesca a coglierne il vero significato clinico. Le linee guida di intervento terapeutico si basano su prove documentali originate da studi clinici randomizzati controllati, di
fondamentale importanza per valutare lefficacia di un trat-
tamento preventivo o curativo in termini di risultati clinicamente utili. Tuttavia, neanche questo tipo di studi esente
da bias sostanziali. Ad esempio, per essere eleggibili nellambito di un trial clinico, i soggetti sono sottoposti a indagini molto scrupolose al fine di giungere ad una diagnosi
estremamente accurata, vengono cio scelti in base a criteri
di inclusione nello studio particolarmente rigidi; non presentano malattie concomitanti; molto probabile che aderiscano di buon grado al trattamento proposto e rispondano
positivamente ad esso. Tutto ci ha indotto gli Autori Anglosassoni a definire due concetti distinti, efficacy ed effectiveness: il primo pu essere definito come lentit, la grandezza, la rilevanza di un determinato effetto clinico prodotto da un medicinale in condizioni ideali, come appunto in
uno studio clinico controllato randomizzato; il secondo invece lentit, la grandezza, la rilevanza di un effetto clinico
atteso, di fatto osservabili con lo stesso medicinale in condizioni di reale pratica assistenziale, al di fuori del contesto
sperimentale. Ci ha determinato lo spostamento dellattenzione dal cosiddetto driven outcome assessment (cio una
valutazione condotta da valutatori esterni, che abbiano effettuato apposito training e che utilizzino strumenti costruiti principalmente a scopo di ricerca) al routine outcome assessment (cio una valutazione che si integri strettamente
con la pratica clinica di routine). I progressi nellarea del
routine outcome assessment sono la chiave per estendere la
valutazione di esito nei servizi di salute mentale: lo sviluppo di strumenti specifici rappresenta una tappa obbligata di
questo processo.
Bibliografia
Fitzgerald PB, Williams CL, Corteling N, Filia SL, Brewer K,
Adams A, et al. Subject and observer-rated quality of life in
schizophrenia. Acta Psychiatr Scand 2001;103:387-92.
Docherty JP. Interpretation and conclusion in the clinical trial. J
Clin Psychiatry 2001; 62 (Suppl. 9):40-3.
Concato J, Shah N, Horwitz RI. Randomized, controlled trials, observational studies, and the hierarchy of research designs. N Engl J Med 2000;342:1887-92.
SIMPOSI TEMATICI
sciplina scientifica considerata opera un tentativo di egemonizzazione esclusivizzante nei confronti degli altri tipi
di approccio, identificando precise linee di condotta e definiti obiettivi terapeutici nel contesto della abituale attivit
clinica. Da sottolineare, inoltre, come la definizione degli
obiettivi terapeutici non rappresenti (spesso) la naturale
correlazione del principio fondamentale delle discipline
cliniche legate, inevitabilmente, alla problematicit dellequilibrio psicosociale del paziente, ma piuttosto uno scontato riferimento alla coerenza interna con il modello teorico di riferimento. Altro aspetto importante rappresentato dalla rilevanza delle richieste del paziente sia nel senso
dellequilibrio psicologico immediato che nel senso della
possibile evoluzione globale del disturbo. Elaborare un modello di approccio che interpreti in modo funzionalmente
corretto le richieste del paziente, consente unappropriata
utilizzazione delle risorse sanitarie, finalizzate al raggiungimento di obiettivi strategicamente importanti per la salute del paziente stesso. Non trascurabili risultano le difficolt incontrate nella trasposizione dei dati ricavati dalla
sperimentazione clinica in condotte operative della pratica
clinica quotidiana, non soltanto in relazione alla efficacia di
un determinato farmaco ma anche in rapporto al profilo di
tollerabilit o allimpatto sul quadro clinico globale. Appare evidente, in rapporto alle considerazioni sopra riportate,
225
come la relazione daiuto debba essere considerata il contesto naturale allinterno del quale si sviluppano le articolazioni del contratto terapeutico che definisce sia gli aspetti particolari dei bisogni assistenziali evidenziati dal paziente stesso che la completa espressione delle competenze
professionali del medico. In sintesi possibile affermare
che lassenza della integrazione funzionale sia nel corso
della formazione professionale, con la separazione modulare degli aspetti psicologici, biologici e sociali, che relativamente alle proposte di aggiornamento, impedisce lo
sviluppo di una metodologia operativa che consenta al lo
psichiatra di saper e poter scegliere nellambito dellattivit clinica quotidiana i veri contenuti innovativi della
sua attivit professionale.
Bibliografia
Stroup S Manschreck T, Keefe R, Kim S, Jeste DV, Davis S, Patel
M, et al. Decision-making capacity for research participation
among individuals in the CATIE schizophrenia trial. Schizophrenia Research 2005;80:1-8.
Rimondini M et al. Psychother Psychosom 2006;6:165-70.
Brown N, et al. Advanc Psych Treat 2006;8:126-32.
Brown N. et al. Advanc Psych Treat 2006;9:160-8.
Roffman JL et al. Am J Psychiatry 2006;150:542-50
De Veaugh-Geiss J et al. J Am Acad Child Adol Psychiatry
2006;45:680-7.
I Poster
a cura di
Maria Caredda
fhdhdsh
New York University, New York, NY; 2 Massachusetts General Hospital, Boston, MA; 3 Lilly Research Laboratories,
Indianapolis, IN; 4 Eli Lilly Italia, Florence, Italy
Introduzione: lADHD una patologia neuropsichiatrica
ad insorgenza precoce il cui 3-7% degli affetti rappresentato da bambini in et scolastica e il 4% da adulti.
Sono stati pubblicati precedentemente i risultati di uno
studio in aperto condotto su pazienti adulti affetti da
ADHD trattati con atomoxetina per 97 settimane, i quali
erano stati precedentemente inclusi in uno studio sulluso
di atomoxetina in acuto. In questo nuovo lavoro vengono
presentati i risultati del trattamento per un totale di 229
settimane.
Metodologia: lo studio stato svolto su 384 pazienti provenienti da 31 diversi centri. Il punteggio totale dei sintomi
dellADHD stato misurato con la Conners Adult ADHD
Rating Scale-Investigator Rated: Screening Version
(CAARS-Inv:SV) che era la variabile di efficacia primaria.
Le variabili secondarie comprendevano la Clinical Global
Impression ADHD Severity (CGI-ADHD-S), la WenderReimherr Adult Attention Deficit Disorder Scale
(WRAADS) e la Sheehan Disability Scale.
Risultati: nel corso del trattamento con atomoxetina stato
osservato un decremento, statisticamente significativo del
30,2%, del punteggio totale CAARS-Inv:SV tra il basale e
lendpoint (media [DS] variazione = -8,8 [10,9], p < 0,001).
Miglioramenti simili, anchessi statisticamente significativi,
sono stati osservati nelle diverse sottoscale della CAARSInv:SV.
I punteggi della CGI-ADHD-S (media [DS] variazione = 1,1 [1,3], p < 0,001) e della WRAADS (media [DS] variazione = -4,95 [6,4], p < 0,001) sono anchessi migliorati in
modo statisticamente significativo.
Il punteggio totale dello Sheehan Disability Score migliorato del 25,3% (media [DS] variazione = -3,8 [7,8], p <
0,001) ed un simile miglioramento stato osservato anche
per le diverse sottoscale.
Gli eventi avversi osservati erano, come atteso, soprattutto
di origine farmacologica (noradrenergica), quali lincremento della frequenza cardiaca, della pressione sanguigna
ed un lieve calo del peso corporeo.
Conclusioni: i risultati di questo studio in aperto evidenziano lefficacia, la sicurezza e la tollerabilit a lungo termine di atomoxetina nel trattamento di adulti affetti da
ADHD.
229
POSTER
natura retrospettiva dello studio. I dati qui osservati dovranno essere confermati da altri studi condotti con metodica pi
rigorosa.
Introduzione: la rabbia una delle caratteristiche psicopatologiche che lopinione pubblica associa pi frequentemente alla schizofrenia. Poche ricerche hanno affrontato la
relazione tra il funzionamento di questi soggetti ed i sentimenti di rabbia. Il presente studio esplora i correlati funzionali della rabbia in un gruppo di pazienti schizofrenici inseriti in una comunit terapeutica.
Metodologia: 44 soggetti affetti da schizofrenia inseriti in
una comunit terapeutica sono stati valutati attraverso lHoNOS e la GAF ed hanno compilato il SASS per la quantificazione del funzionamento. Sono stati valutati attraverso la
PANSS, la STAXI e lSCL-90. I risultati sono stati correlati attraverso regressione bivariata e lineare.
Risultati: i sentimenti di rabbia si sono correlati con il funzionamento auto ed eterovalutato. Sia i punteggi della PANSS
che i sentimenti di rabbia erano correlati alla Iperattivit ed al
Peso Globale. I sentimenti di rabbia erano correlati a pensieri e comportamenti autolesivi ed ai problemi fisici come pure
allinteresse ed al piacere nella gestione domestica, alla qualit delle relazioni sociali ed agli scambi relazionali.
Conclusioni: i sentimenti di rabbia nei soggetti psicotici
non rappresentano soltanto predittori di possibili comportamenti aggressivi ma esercitano un ruolo rilevante sulla qualit delladattamento ad una comunit e rappresentano una
misura indiretta della qualit di vita. necessaria una attenzione specifica alle possibili strategie terapeutiche dei sentimenti aggressivi 1-3.
Bibliografia
1
Chan HY, Lu RB, Tsen CL, Chous KR. Effectiveness of the anger-control program in reducing anger expression in patients
with schizophrenia. Arch Psychiatr Nurs 2003;17:88-95.
2
Hilton NZ, Simmons JL. Adverse effects of poor behavior management of an inpatients difficult behaviors. Psychiatr Serv
1999;50:964-6.
3
Lances WJ, Gallop R, McCay E, Toner B. The relationship
between nurses limit-setting styles and anger in psychiatric inpatients. Psychiatr Serv 1995;46:609-13.
230
POSTER
231
POSTER
Metodo: i pazienti sono stati trattati con duloxetina alla dose giornaliera di 60 mg/die per un periodo di 52 settimane.
Lo studio ha incluso pazienti (maschi e femmine) con et
maggiore di 18 anni con diagnosi di DPNP causata da Diabete Mellito. Sono state analizzate specifiche scale di valutazione dei livelli di dolore riferito, per levoluzione di uneventuale sintomatologia depressiva. I pazienti sono stati sottoposti prima e durante il periodo di osservazione ad esame
EMiografico degli arti superiori e inferiori.
Risultati: la duloxetina non ha determinato significative
differenze dei livelli glicemici, lipidici dei soggetti osservati; i dati EMGrafici hanno evidenziato un rallentamento del
processo involutivo neuronale e un miglioramento complessivo della sintomatologia depressiva associata.
Conclusioni: i risultati ottenuti evidenziano la maneggevolezza della duloxetina nel trattamento di routine a lungo termine della sintomatologia dolorosa in pazienti affetti da
neuropatia diabetica periferica.
Bibliografia
1
Smith TR. Duloxetine in diabetic neuropathy. Expert Opin Pharmacother 2006;7:215-23.
2
Raskin J, Smith TR, Wong K, Pritchett YL, DSouza DN, Iyengar S, Wernicke JF. Duloxetine vs. routine care in the long-term
management of diabetic peripheral neuropathic pain. J Palliat
Med 2006;9:29-40.
232
POSTER
233
Introduzione: questo studio ha analizzato lefficacia di atomoxetina nel trattamento del Disturbo Oppositivo Provocatorio (ODD) associato a Deficit di Attenzione e Iperattivit
(ADHD).
Metodologia: i pazienti sono stati randomizzati (in rapporto 2:1) a ricevere 1,2 mg di atomoxetina (N = 156) o placebo (N = 70) per 8 settimane. Lefficacia del trattamento sulla sintomatologia dellODD e dellADHD stata misurata
per mezzo della scala di valutazione Swanson, Nolan e
Pelham-Modificata (SNAP), somministrata dai medici che
svolgevano lo studio.
Risultati: alla randomizzazione, i parametri demografici e
la gravit dei sintomi dei pazienti erano omogenei nei due
gruppi (media della sottoscala per lODD della SNAP
[SE]: valore al baseline: atomoxetina 18,9 [2,3], placebo
18,9 [2,4]). Utilizzando lanalisi per misure ripetute, atomoxetina risultata superiore a placebo nel ridurre i sintomi dellODD nel periodo di tempo considerato (p = 0,010).
Le analisi sulle variabili secondarie hanno evidenziato differenze statisticamente significative tra i gruppi di trattamento alle settimane 2 e 5, ma non alla settimana 8 postbaseline (media della sottoscala per lODD della SNAP
[SE]: settimana 2: atomoxetina 15,4 [0,40], placebo 17,5
[0,59], p = 0,003; settimana 5: atomoxetina 15,4 [0,40],
placebo 16,8 [0,59], p = 0,043; settimana 8: atomoxetina
15,6 [0,41], placebo 16,5 [0,59], p = 0,209). Nellanalisi
LOCF atomoxetina risultata statisticamente superiore rispetto al placebo nel ridurre la sintomatologia dellADHD
(variazione media della sottoscala ADHD combinata della
SNAP [SD]: atomoxetina -9,61 [11,4], placebo -4,35 [8,4],
p < 0,001).
Conclusioni: atomoxetina ha migliorato in maniera significativa la sintomatologia dellODD nei pazienti con ADHD;
questi risultati devono per essere interpretati con attenzione a causa della convergenza dei punteggi del gruppo di trattamento e del gruppo trattato con placebo.
POSTER
i soggetti di controllo sani, ipotizzando che lo stile timoroso, preoccupato e distanziante risultassero pi frequenti tra i
pazienti psichiatrici, rispetto al gruppo di controllo, e che
ogni categoria diagnostica potesse essere caratterizzata da
uno specifico pattern di attaccamento.
Metodologia: il campione sperimentale era formato da 100
pazienti ambulatoriali (38 di sesso maschile, 62 di sesso
femminile, et DS: 36,6 11,2 anni) reclutati presso lambulatorio del Dipartimento di Psichiatria, Neurobiologia,
Farmacologia e Biotecnologie, sezione di Psichiatria, allUniversit di Pisa. Il gruppo di controllo era composto da 77
individui (43 di sesso maschile e 34 di sesso femminile, et
DS: 3,3 7,9 anni), in parte reclutati presso il Compartimento Polizia Stradale di Firenze ed in parte tra gli accompagnatori dei pazienti.
Lo stile di attaccamento stato rilevato tramite la versione
italiana del questionario Experiences in Close Relationships (ECR, Brennan, Clark e Shaver 1998), un questionario
di autovalutazione per la misura dellattaccamento romantico adulto.
Risultati: lANOVA dei punteggi medi sulle scale ansiet
ed evitamento evidenziava differenze significative tra i 2
gruppi (ansiet: F = 26,1, gdl = 2,174, p < 0,001; evitamento: F = 21,9, gdl = 2,174, p < 0,001).
Nei pazienti con disturbi dellumore e dansia prevaleva lo
stile preoccupato, mentre nei controlli predominava lo stile
sicuro.
Discussione: i risultati della nostra ricerca confermano che
pazienti psichiatrici affetti da disturbo bipolare, depressione
maggiore e disturbi dansia presentano un maggior punteggio alle scale ansiet ed evitamento, rispetto ai soggetti
sani di controllo. Inoltre, levitamento appare maggiormente rappresentato nei pazienti bipolari e ansiosi. Gli stili
di attaccamento mostravano una distribuzione peculiare: infatti, tutti i pazienti avevano una prevalenza dello stile
preoccupato, mentre i soggetti di controllo, come era prevedibile, avevano un attaccamento pi sicuro. Lo stile di attaccamento timoroso era presente esclusivamente nei pazienti bipolari e ansiosi, mentre quello distanziante sembrava una caratteristica dei pazienti con depressione maggiore.
POSTER
POSTER
236
POSTER
Conclusioni: i pazienti affetti da depressione con presentazione non psicologica e bassa frequenza di consultazione
hanno un rischio maggiore che il proprio disturbo psichico
non venga riconosciuto n trattato.
chiatrica positiva e quelli con anamnesi psichiatrica negativa per quanto riguarda et, stato civile, attivit lavorativa ed
fattori di rischio cardiovascolare. Tuttavia, i soggetti con
anamnesi psichiatrica positiva, avevano punteggi medi statisticamente pi elevati nelle dimensioni della SCL-90 sensitivit interpersonale, collera-ostilit, ansia e ideazione paranoide e agli items 11 (ansia somatica) e 15 (ipocondria) dellHAM-D.
Conclusioni: dai dati riportati nel nostro emerge la necessit di sviluppare una costante collaborazione interdisciplinare tra psichiatria, cardiologia e medicina generale, al fine
di ottimizzare i trattamenti congiunti dei soggetti affetti da
comorbidit psichiatrica e cardiologica, i quali rappresentano una quota sempre pi cospicua degli utenti dei servizi
sanitari.
Bibliografia
1
Taylor CB, Youngblood ME, Catellier D et al. Effects of antidepressant medication on morbidity and mortality in depressed patients after myocardial infarction. Arch Gen Psychiatry
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4
Rugulies R. Depression as a predictor for coronary heart desease. Am J Prev Med 2002;23:51-61.
POSTER
< 0,05). Pertanto potremmo supporre un effetto di alcune dimensioni dellattaccamento sullandamento della sintomatologia del DP.
POSTER
copatologiche della SVARAD e lesito del trattamento farmacologico. Tuttavia i dati ottenuti sul fattore rabbia e sulla
dimensione impulsivit, nel ruolo di predittori, potrebbero
essere daiuto nel far prevedere una non risposta al trattamento con SSRI in pazienti con queste caratteristiche cliniche: non si pu escludere lipotesi che leffetto attivante degli antidepressivi usati possa far peggiorare rabbia ed impulsivit. stata invece evidenziata unassociazione statisticamente significativa (p < 0,05) tra il fattore demografico
et > 45 anni e una risposta negativa alla terapia con SSRI.
Per spiegare il risultato relativo allet si pu ipotizzare che
una maggior durata di malattia, collegabile ad unet > 45
anni, possa influire sullesito, ma non avendo a disposizione in questa indagine il dato sulla durata di malattia, questa
rimane unipotesi che futuri studi potrebbero eventualmente confermare.
Conclusioni: i valori delle dimensioni, cos come estratti
dalla SVARAD ed esaminati singolarmente, non sono da soli sufficienti a predire lesito valutato in base alla CGI.
Luso contemporaneo di altre scale e/o il reclutamento di
campioni pi ampi potrebbero permettere di valutare nuovamente se esistono variabili psicopatologiche dimensionali che siano in grado di predire lesito del trattamento con
SSRI.
POSTER
Conclusioni: gli elementi discussi possono essere considerati degli indicatori di rischio per la ripetizione dellincidente.
Bibliografia
1
Lagarde E, Chastang JF, Gueguen A, Coeuret-Pellicer M, Chiron
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2
Lawton R, Parker D. Individual differences in accident liability:
a review and integrative approach. Human factors 1998;4:65572.
POSTER
sultati inversamente correlati ai valori dellautostima valutati con la Rosemberg Scale e a quei domini personologici
del TCI che individuano la capacit di darsi obiettivi e di
prendere decisioni. Confrontando poi il gruppo di pazienti
ambulatoriali con il gruppo di pazienti ricoverati, in questi
ultimi emersa una maggiore presenza della dimensione
della vergogna. Infine, la vergogna risultata anche inversamente correlata al dominio delle Attivit Generali della
Qualit della Vita. Questinsieme di dati indicano come la
vergogna possa rappresentare un indice di maggiore gravit
psicopatologica, incidendo sia sulla qualit della vita sia come fattore di vulnerabilit personologica che pu contribuire alla cronicizzazione di un disturbo.
azioni diverse caratterizzate da violenze sessuali, psicologiche, economiche, fisiche. Le conseguenze di tali abusi sullo
stato di salute della donna, quando non fatali, comprendono
danni fisici e psichici (disturbi dello spettro post traumatico
quali PTSD, Disturbi dello spettro ansioso-depressivo, aumento dei tentativi di suicidio, abuso di sostanze).
Metodi: i dati sono stati raccolti su un campione di 50 donne (18-65 anni) in carico al CSM con lausilio di unintervista semistrutturata.
Risultati e conclusioni: la violenza domestica interessa circa un quarto del campione in esame. Diverse correlazioni si
sono evidenziate tra le caratteristiche della violenza e gli
outcome sintomatologici e di esito. Il fenomeno presenta
unelevata incidenza e rilevanti implicazioni nella pratica
clinica.
Bibiliografia
Addressing violence against women and achieving the Millenium
Development Goals. Geneva, World Health Organization 2005.
Hegarty K, et al. Association between depression and abuse by
partners of women attending general practice: descriptive, cross
sectional survey. BMJ 2004;328:621-4.
POSTER
Lanalisi delle componenti principali degli item della ScaDis e della PANSS ha portato allestrazione di quattro fattori che spiegano il 66,6% della varianza: il fattore Disorganizzazione (PCA che spiega il 20,6% della varianza dellintero campione), il fattore Positivo (16,61%), il fattore
Negativo (15,19%) e il fattore Depressione/Ansia
(14,23%).
Lanalisi della varianza dei punteggi della PANSS, della
Sca.Dis e della 3TRE ha confermato che i soggetti con alterazioni del funzionamento pi gravi presentano valori significativamente pi alti dei punteggi di queste scale.
Bibliografia
Brugnoli R, et al. Dimensione disorganizzazione in corso di schizofrenia e funzionamento sociale. Giorn Ital Psicopat
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Pancheri P, et al. La 3TRE: una scala per la valutazione rapida della sintomatologia schizofrenica. II: Validazione. Rivista di
Psichiatria 1995;30:224.
Pancheri P, et al. SCADIS: una nuova scala per la valutazione della
disorganizzazione. 2. Omogeneit, struttura fattoriale, validit
concorrente, attendibilit. Giorn Ital Psicopat 1996;3:232-46.
giunta allantidepressivo nel trattamento delle manifestazioni psicotiche congrue ed incongrue allumore del disturbo
depressivo maggiore con follow-up a 6 mesi.
Metodo: 41 pazienti (23 F-18 M) con diagnosi di Disturbo
Depressivo Maggiore con Manifestazioni Psicotiche (DSM
IV TR), et 18-65 anni, senza serie patologie organiche sono stati trattati con Quetiapina alla dose media di 450
mg/die oltre allantidepressivo SSRI a dosi standard. Efficacia valutata con BPRS, CGI, PANSS (al basale T0, al 1, 3,
6 mese T1- T2-T3); SAS per gli EPS (T0, T6); sicurezza e
tollerabilit: ECG, esami ematochimici, ematologici, rilevazione deventi avversi.
Risultati: gi al T1 si osservato una drastica riduzione
(-32%) del punteggio medio totale della BPRS, con mantenimento della risposta a 6 mesi. Non si sono verificati eventi avversi di rilievo se non una iniziale sonnolenza. In particolare non si registrato aumento ponderale, n iperglicemia, n iperprolattinemia.
Conclusioni: i risultati confermano il profilo di efficacia e
tollerabilit di quetiapina nel trattamento delle manifestazioni psicotiche congrue ed incongrue allumore del disturbo depressivo maggiore. Emerge, inoltre rapidit dazione,
elevata % di remissione sintomatologica, ed un effetto mantenuto a 6 mesi. Inoltre buona stata la ripresa del funzionamento socio-relazionale.
D. Buccomino, G. Drago
CSM Roggiano Gravina, ASP Cosenza
La Demenza caratterizzata da deficit cognitivi multipli cui
si associano frequentemente disturbi del comportamento
che ne possono rappresentare lesordio.
Abbiamo condotto uno studio, della durata di 24 mesi, su un
campione di 61 pz, affetti da demenza 26 maschi e 35 femmine, di et compresa fra 65 e 85 anni, (et media 78 anni)
con disturbi del comportamento, finalizzato a confrontare
lefficacia degli anticolinesterasici (Donepezil, Rivastigmina,
Galantamina) sui disturbi comportamentali. I pz sono stati
suddivisi in tre gruppi in base al farmaco utilizzato: rivastigmina al dosaggio di 6/12 mg die, donepezil 10 mg die e galantamina 16/24 mg die. Lefficacia dei tre farmaci stata valutata considerando le variazioni nei punteggi al MMSE,
ADL, IADL ed alla NeuroPsychiatric Inventory (NPI) somministrate in basale, a 3, 6, 12,18, 24 mesi di trattamento.
Nei pz in trattamento abbiamo osservato una maggiore efficacia della Donepezil sui BPSD, con un miglioramento del punteggio alla NPI pari al 21,7% rispetto al basale. Tale miglioramento statisticamente pi rilevante rispetto a quello registrato nei soggetti in trattamento con gli altri due farmaci con un
effetto positivo sulla qualit della vita dei pz e dei caregiver.
D. Buccomino, G. Drago.
CSM Roggiano Gravina, ASP Cosenza
Introduzione ed Obbiettivi: valutare efficacia e tollerabilit di quetiapina (range terapeutico: 300-600 mg/die) in ag-
242
POSTER
POSTER
Conclusioni: il 54% dei pazienti diabetici osservati necessita dellassistenza psichiatrica. Consulenze psichiatriche o
psicologiche potrebbero aiutare i pazienti a seguire quelli
che sono i cardini essenziali per la cura della malattia: dieta
e terapia farmacologia.
Bibliografia
Charbonnel B. What a psychiatrist needs to know about diabetes.
European Psychiatry 2005;20(Suppl 4):330-4.
Frank J. Snoek, Adrian Visser. Diabetes education and quality of life. Patient education and counseling 2003;51:5-58.
ficacia clinica della Terapia Respiratoria (TR) nel trattamento del DP e la modificazione della funzionalit respiratoria in relazione alla TR. Undici pazienti con DP farmacoresistenti e 8 pazienti senza farmacoterapia in atto
hanno effettuato una TR finalizzata a regolarizzare il ritmo
respiratorio coordinando la respirazione diaframmatica e
toracica. La TR prevedeva 5 sedute con il terapeuta ed
esercizi a casa audioguidati. Allinizio e al termine della
TR sono stati valutati i parametri respiratori basali e la severit clinica attraverso la Panic Associated Symptom Scale (PASS). Le misure di risposta clinica erano la variazione del punteggio totale della PASS, lassenza di attacchi di
panico (AP) e il numero di responders. Sia nei pazienti farmacoresistenti che nei pazienti senza farmacoterapia la
PASS totale ha avuto una riduzione significativa (p <
0,01). La percentuale di pazienti con AP passata dal 91 al
18% nel primo gruppo e dal 100 al 50% nel secondo gruppo; la percentuale di responders era pari rispettivamente al
60 e 63% nei due gruppi. La frequenza respiratoria basale
si ridotta in entrambi i gruppi. I risultati suggeriscono
che la manipolazione della respirazione possa migliorare i
sintomi del DP e possa essere usata come terapia integrata
nel trattamento del disturbo, anche nel caso di risposte parziali ai trattamenti farmacologici.
244
POSTER
Policlinico di Tor Vergata di Roma, U.O. di Neuropsichiatria Infantile; ** Sapienza Universit di Roma
Introduzione: diversi studi sostengono che la teoria dellattaccamento potrebbe offrire unimportante prospettiva nella
comprensione dei deficit associati ai disturbi presenti nellADHD. La ricerca indica che lattaccamento sicuro ha un
effetto positivo su specifiche aree di competenza in cui
bambini con ADHD mostrano difficolt. Dati della letteratura evidenziano infatti che individui con attaccamento insicuro presentano difficolt nella regolazione delle emozioni
e del comportamento. Deficit nellautoregolazione includono difficolt nel controllo degli impulsi, nella capacit di
iniziativa e nella perseveranza, caratteristiche tipiche del
quadro sintomatologico dellADHD.
Metodologia: stato studiato un campione di 15 bambini di
et compresa tra i 4 anni e mezzo e gli 8 anni e mezzo con
diagnosi principale di ADHD. Al campione stato somministrato il Manchester Child Attachment Story Task per la
valutazione dellattaccamento, mentre ai genitori stato
somministrato LAdult Attachment Interview. LSCL 90 e la
SCID2 sono stati utilizzati per la valutazione dello stato psicopatologico nei genitori.
Conclusioni: lo studio ha rilevato che impatto avesse la relazione dattaccamento nellespressione clinica dellADHD
e se questa fosse in grado di predire in modo non statisticamente casuale la presenza di disturbi psicopatologici in comorbidit.
Bibliografia
Stiefel I, 1997.
Sroufe LA, 2000.
Ladnier RD, Massanari AE, 2000.
Clarke L, et al., 2002.
245
POSTER
Una delle principali caratteristiche sintomatologiche del Disturbo Borderline di Personalit (DBP) rappresentata dalla manifestazione, spesso improvvisa, dellemozione di rabbia intensa ed incontrollata. Alcuni soggetti diventano aggressivi e presentano la tendenza ad evocare risposte aggressive in relazione a pi stimoli, in quanto, con la sistematica interpretazione delle comunicazioni sociali, motivano in se stessi la convinzione che gli altri rappresentano un
segnale di minaccia e di pericolo generando in questo senso una modalit disfunzionale di circolo vizioso interpersonale. Vari autori 1 2 sostengono lipotesi dellesistenza di
comportamenti aggressivi acquisiti fin dallinfanzia e tendenti a perpetuare come stile pervasivo per tutta la vita.
Materiali e metodi: nel nostro studio abbiamo valutato se
la quetiapina in grado di indurre un miglioramento sintomatologico dei libelli di rabbia e aggressivit nei pazienti
affetti da DBP. Sono stati reclutati 25 soggetti (10 maschi e
5 femmine) che, alla somministrazione della Structured Clinical Interview per la diagnosi dei disturbi di Asse II (SCIDII), soddisfacevano i criteri diagnostici del DSM-IV per il
DBP. Inoltre, a tutti i pazienti, sia al baseline (inizio della
somministrazione del farmaco) che allendpoint (dopo 8 settimane) stata propinata una batteria di test (AQ, HDRS e
BPRS) che valutasse la gravit complessiva della sintomatologia in atto ed in particolare i livelli di rabbia e aggressivit. In 10 soggetti stata evidenziata anche una comorbidit per altri disturbi di Asse II (3 soggetti presentavano anche un disturbo narcisistico di personalit, 5 soggetti anche
un disturbo antisociale di personalit e 2 femmine anche un
disturbo istrionico di personalit).
Risultati: tutti i pazienti sono stati trattati in aperto con quetiapina per 8 settimane con dosaggio medio del farmaco di
600 mg/dl. Durante lo studio non stata consentita lassunzione contemporanea di altri farmaci psicotropi ma solo di
colloqui individuali (di 40 min. circa) in cui veniva effettuata, con cadenza bisettimanale, una psicoterapia cognitivo-comportamentale.
Tab. I.
AQ
HDRS
BPRS
Baseline
Endpoint
85,1 9,6
16,5 2,1
46 3,3
70,1 16,7
13,5 2,8
36,3 8,2
006
002
0003
POSTER
le sottoscale Tensione e Demoralizzazione della SVS sono risultati significativamente maggiori nei soggetti con NEQ
> 20, mentre i punteggi della sottoscala Scarso supporto sociale sono risultati significativamente inferiori nei soggetti
con NEQ > 20. Lo scarso supporto sociale effettivamente
correlato in maniera inversa ai punteggi della NEQ
Conclusioni: il nostro studio conferma limportanza dellindagine sui disturbi alimentari attualmente esclusi dalla nosografia ufficiale. La Night Eating Syndrome presenta caratteristiche cliniche ed epidemiologiche tali da renderla un disturbo a s stante, che pu manifestarsi anche in comorbilit
con altri disturbi psichiatrici. Sono dunque necessari ulteriori studi per valutare la prevalenza di NES, e studi controllati
per individuare le terapie farmacologiche pi efficaci.
Bibliografia
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Stunkard A, Grace WJ, Wolff HG. The night-eating Syndrome. A
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2
Lundgren JD, Allison KC, Crow S. Prevalence of the Night Eating Syndrome in a psychiatric popoulation. Am J Psychiatr
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li o sottosoglia di PTSD nella popolazione generale, suggeriscono un possibile ruolo di tali sintomi nei quadri di SF.
POSTER
POSTER
sono state evidenziate delle correlazioni significative tra labilit di riconoscimento della prosodia nei pazienti schizofrenici e specifiche caratteristiche cliniche (gravit di malattia, funzionamento globale, qualit di vita nelle relazioni interpersonali, sintomatologia positiva).
Conclusioni: tali risultati dimostrerebbero, dunque, lesistenza di un collegamento tra la prosodia, la psicopatologia e gli esiti del disturbo, confermando quanto il deficit di
percezione emotiva ed in particolare la percezione vocale
costituiscano una caratteristica centrale nellambito della
patologia schizofrenica.
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249
Introduzione: nonostante le evidenze disponibili suggeriscano il concomitare di esperienze soggettive di ridotta capacit prestazionale e diminuzione della performance neurocognitiva sia nei prodromi che nelle fasi di cronicit psicotica 1 2 i reperti di omogeneit tra esperienze soggettive e
dati neurocognitivamente obiettivabili sono ancora sporadici e non univoci. Questo protocollo indaga la correlazione
tra deficit mnemonici quantificati mediante WAIS-R e percezione soggettiva delle proprie capacit residue.
Metodologia: un campione di 10 soggetti (appartenenti allo
spettro schizofrenico) in remissione dopo il primo episodio
psicotico stato sottoposto ad una batteria neurocognitiva dedicata alle funzioni mnesiche (WAIS-R, Direct ed Inverse Di-
POSTER
git Span), ad unintervista clinica semistrutturata per la rilevazione dellesperienza soggettiva della vulnerabilit (Brief
Experiential Vulnerability Assessment, BEVA) ed alla versione italiana autosomministrata della Scala Soggettiva per
Esplorare la Cognitivit nella Schizofrenia (SSECS).
Risultati: entrambi i test neurocognitivi correlano in modo
statisticamente significativo con i pertinenti domini di deficit autopercepito identificati da BEVA e SSECS.
Conclusioni: la BEVA e la SSECS mostrano una idonea capacit di soggettivare i deficit mnesici oggettivi dei pazienti
in fase di remissione. Nel dominio delle funzioni mnesiche si
palesa un relativo isomorfismo tra autopercezione del declino
prestazionale e riduzione di performance obiettivabile.
Bibliografia
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Zanello A, Huguelet P. Relationship between cognitive subjective symptoms and frontal executive abilities in chronic schizophrenic outpatients. Psychopathology 2001;34:153-8.
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Fumo
Frutta e verdura
Alcool
Attivit fisica
P. arteriosa
Col. tot.
Col. HDL
Trigliceridi
Glicemia
BMI
Rispetto alla
popolazione generale
Correlazioni
+ (63% campione)
(26% campione)
=
=
=
=
=
=
+ trigliceridi
250
POSTER
zione generale. Pochi studi, tuttavia, hanno indagato linfluenza dello stile di vita al riguardo.
Metodologia: nel primo trimestre 2006 abbiamo reclutato
132 soggetti, presentatisi consecutivamente in CPS o SPDC
di Pavia. Tutti hanno accettato di collaborare alla ricerca,
tranne 8 persone. I soggetti erano residenti, di et compresa
tra 18 e 65 anni, con diagnosi ICD-10 di psicosi (F2n, F3n).
Sono stati raccolti peso, altezza, giro vita, PA (secondo gli
standard del Progetto Cuore), abitudini di vita e un campione di sangue.
Risultati: la situazione descritta in Tabella sovrapponibile a quella della popolazione di riferimento italiana (Progetto Cuore), tranne per lelevato consumo di tabacco ed alcool, nonch per valori inferiori di PA. Tali dati sono in linea con quelli della letteratura, ad eccezione di pressione arteriosa e attivit fisica.
Conclusioni: emerge lindicazione per interventi sulle abitudini di vita dei pazienti psicotici, con prevedibili risvolti
positivi sul rischio cardiovascolare, nonch sul profilo psicopatologico.
251
Scopo: della presente ricerca descrivere le tipologie di intervento erogate ai cittadini residenti nella Provincia di Varese nellanno 2005 (circa 800.000 abitanti).
Metodi: tramite i flussi informativi regionali sono state raccolte le prestazioni erogate in ambito ospedaliero, territoriale
e residenziale. stata effettuata un analisi sui tassi di attivit
/1000 abitanti. Si infine valutata lallocazione delle risorse
economiche disponibili nelle varie tipologie di intervento.
Risultati: il numero di pazienti che ha avuto accesso a prestazioni specialistiche risultato nel 2005 di 9308. I soggetti con interventi multidisciplinari ed integrati nei CSM risultato poco superiore alle 4000 unit. I pazienti ricoverati
in SPDC sono risultati 1.142 con mediamente 1,6 ricoveri
allanno. Infine 357 soggetti hanno ricevuto interventi di tipo residenziale. Per quanto riguarda il monitoraggio della
spesa si osserva che la maggior parte delle risorse disponibili (57%) vengono destinate alle persone ricoverate in
strutture residenziali che rappresentano solo il 3,8% dellintera popolazione di pazienti in carico.
POSTER
Conclusione: dallanalisi effettuata emerge un notevole bisogno di interventi di tipo specialistico ed ambulatoriale che
nellattuale sistema di finanziamento occupa una parte molto ridotta delle risorse, mentre gli interventi di tipo residenziale riguardano un ristretto numero di soggetti con grandi
bisogni di intervento e assistenza che occupano la maggior
parte delle risorse disponibili.
POSTER
POSTER
254
POSTER
Risultati: tutti i pz hanno risposto al trattamento con riduzione statisticamente significativa dei punteggi di PAS e di
OAS. Lanalisi statistica ha evidenziato una correlazione diretta tra la riduzione dei 2 parametri nei singoli pz. Il risultato stato accompagnato da ottima tollerabilit e da minima di sedazione.
Conclusioni: la tollerabilit del farmaco nellacuzie, la
mancata propensione ad indurre reazioni diatoniche e discinetiche ed il rapido controllo dellangoscia in assenza di sedazione rappresentano fattori importanti per compliane ed
aderence al trattamento.
Bibliografia
Kapsambelis V, et al. Clinical classification of neuroleptics. Critical study and current prospects. Encephale 1990;16:63-70.
Wagstaff AJ et al. Intramuscular olanzapine: a review of its use in
the management of acute agitation. CNS Drugs 2005;19:147-64.
Zung A
Zung D
F1
F2
F3
540**
469**
510**
513**
356*
N.S.
N.S
N.S
Tab. I.
TAS
sentimenti, F2: difficolt a descrivere i sentimenti, F3:pensiero orientato verso lesterno) risulterebbero strettamente correlate alla sintomatologia ansiosa e depressiva. Il dato pi interessante del nostro studio la stretta correlazione tra F1 e la
sintomatologia ansioso-depressiva, mentre F2 risulterebbe associata solo alla sintomatologia ansiosa. F3 sembrerebbe invece indipendente rispetto alle dimensioni ansia e depressione.
255
POSTER
Si poi valutato latteggiamento di tali pazienti nei confronti del setting dellAmbulatorio, tramite unintervista semi-strutturata posta ai terapeuti dellAmbulatorio relativamente a ciascun paziente, e lesistenza di eventuali correlazioni tra le caratteristiche del paziente e il suo atteggiamento verso il setting della psicoterapia.
Risultati: vi una correlazione statisticamente significativa
tra alcune categorie di pazienti (pazienti con diagnosi pi
grave, pazienti con struttura borderline di personalit, pazienti con focus di trauma inelaborato, pazienti che allSCL
90 presentano sentimenti di ostilit, quelli che presentano
ideazione paranoide e quelli che presentano disturbi di somatizzazione) e i loro comportamenti nei confronti del setting dellAmbulatorio.
Conclusioni: il nostro studio conferma limportanza del
significato psicologico del setting nelle psicoterapie ad indirizzo psicoanalitico nei pazienti medio-gravi e fornisce
un ulteriore sostegno al terapeuta per interpretare e sciogliere i nodi relazionali collegati al disagio psichico dei
pazienti.
256
POSTER
Metodo: i soggetti inclusi nello studio sono stati selezionati tra i pazienti afferiti consecutivamente al Servizio per i
Disturbi Depressivi e dAnsia del Dipartimento di Neuroscienze dellUniversit di Torino tra il 2000 e il 2005. I criteri di inclusione sono stati: 1) diagnosi di DOC secondo il
DSM-IV-TR; 2) et 18 anni; 3) punteggio totale della Yale-Brown Obsessive-Compulsive Scale (Y-BOCS) 16; 4)
partecipazione volontaria allo studio; 5) ottenimento del
consenso informato. Criteri di esclusione sono stati: 1) diagnosi attuale o longitudinale di disturbo psichiatrico di origine organica, schizofrenia, disturbo schizofreniforme, altri
disturbi psicotici o ritardo mentale; 2) patologia medica grave. Per la valutazione dei pazienti stata utilizzata unintervista sistematica semistrutturata volta alla raccolta dei dati
socio-demografici e alla rilevazione delle caratteristiche cliniche del disturbo. La diagnosi e la comorbidit longitudinale con altri disturbi di Asse I, secondo i criteri del DSMIV-TR sono state rilevate attraverso la somministrazione
della SCID-I (Structured Clinical Interview for the DSM-IV
Axis I Disorders). A tutti i pazienti sono state somministrate la Yale-Brown Obsessive-Compulsive Scale (Y-BOCS), la
Hamilton Rating Scale for Depression a 17 items (HAM-D)
e la Hamilton Rating Scale for Anxiety (HAM-A).
Risultati: il campione comprende 216 pazienti con diagnosi di DOC (108 maschi e 108 femmine). Nel campione esaminato 21 pazienti (9,7%) presentano comorbidit con abuso di sostanze (6% comorbidit con abuso di alcol, 2,8%
abuso di altre sostanze psicoattive). Tra i pazienti con abuso di sostanze psicoattive 4 pazienti (1,9%) presentano abuso di cocaina, 3 pazienti (1,4%) di cannabinoidi e un paziente (0,5%) di LSD. I pazienti con DOC e abuso di sostanze risultano differenti rispetto ai DOC senza abuso in
comorbidit per quanto concerne let media (26,7 7,9 vs.
35,6 16,1, p = 0,001), let desordio del disturbo (18,3
6,0 vs. 24,1 9,5, p = 0,007), la comorbidit lifetime con disturbo di panico (23,8% vs. 7,4%, p = 0,025) e con disturbi
bipolari (23,8% vs. 7,7%, p = 0,031), la presenza di compulsioni di ordine (52,4% vs. 26,2%, p = 0,02) e di miscellanea di compulsioni (76,2% vs. 52,3%, p = 0,038).
Conclusioni: nel campione in studio si osserva una prevalenza di abuso di sostanze pari al 9.7%. I pazienti con DOC
in comorbidit con abuso di sostanze presentano et media
inferiore ed et desordio del disturbo pi precoce rispetto ai
DOC senza abuso di sostanze. Il DOC con abuso di sostanze inoltre, risulta essere pi frequentemente in comorbidit
anche con disturbo di panico e disturbi bipolari.
Bibliografia
1
Regier DA et al. Comorbidity of mental disorders with alcohol
and other drug abuse. Results from the Epidemiologic Catchment Area (ECA) Study. JAMA 1990;264:2511-8.
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3
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4
Mayerovitch JI et al. Treatment seeking for obsessive-compulsive disorder: role of obsessive-compulsive disorder symptoms
and comorbid psychiatric diagnoses. Comprehensive Psychiatry
2003;44:162-8.
257
POSTER
Introduzione e scopo: lo scopo dello studio valutare, attraverso lo screening per le sostanze dabuso in DEA, lentit e la rilevanza clinica del fenomeno.
Le Linee Guida per il trattamento delle emergenze comporamentali prevedono lesecuzione degli esami tossicologici
su urine nella valutazione iniziale del paziente 1.
La letteratura recente sullargomento risulta scarsa e non
specifica per le emergenze psichiatriche 2.
Metodo: il campione oggetto dello studio costituito da pazienti di et inferiore ai 36 anni afferiti presso il DEA dellASO S.G. Battista di Torino e sottoposti a visita psichiatrica in un periodo di tempo complessivo di 18 mesi. Linclusione stata effettuata in modo randomizzato. Per tali pazienti stata eseguita la ricerca di sostanze psicoattive (cocaina, amfetamine, cannabinoidi, oppiacei e metadone) su
un campione di urina. Tutti i pazienti inclusi hanno dato il
loro consenso.
Risultati: il campione in studio costituito da 31 pazienti
(13 maschi e 18 femmine). Let media del campione di
27,4 3,8 anni. Il dosaggio delle sostanze psicoattive nelle urine stato eseguito in 23 casi (74,2%), stato rifiutato in 5 casi (16,1%) e in 3 casi (9,7%) il referto non stato disponibile. Il 26,1% dei soggetti risultato essere positivo per almeno una sostanza, il 8,6% ad almeno due sostanze e il 73,9% risultato negativo. Il 17,4% risultato
positivo alla cocaina, il 13% ai cannabinoidi, il 4,3% ad
oppiacei e metadone.
Conclusioni: dalla lettura dei dati si evince unelevata frequenza di uso di sostanze psicoattive, in particolare cocaina, e una tendenza alluso contemporaneo di pi di una sostanza.
Bibliografia
1
Allen MH, Currier GW, Carpenter D, Ross R, Docherty JP. The
Expert Consensus Guideline Series: Treatment of Behavioral
Emergencies 2005. J Psychiatr Pract 2005;11(Suppl 1): 1-112.
2
Rockett IR, Putnam SL, Jia H, Smith GS. Declared and undeclared substance use among emergency department patients: a
population-based study. Addiction 2006;101:706-12.
258
POSTER
sti di tutte le regioni italiane, che tra gli altri aspetti ha indagato il tempo di addormentamento, la continuit e la durata del sonno notturno, la precocit del risveglio e il ristoro mattutino. Il questionario, compilato insieme allautorizzazione al trattamento dei dati personali, descrive le
caratteristiche biografiche e professionali con particolare
riguardo per la partecipazione al servizio di guardia o reperibilit notturna. Oltre alle caratteristiche del sonno notturno gi menzionate indaga linfluenza del sonno sulla vita diurna, in termini di recupero dellattenzione/concentrazione, dellenergia e dello stato emotivo, nonch linfluenza della giornata sul sonno notturno in termini di addormentamento, continuit, durata e ristoro mattutino. Il questionario comprende ulteriori item sulle difficolt diagnostiche degli attuali sistemi nosografici, sullefficacia dei
trattamenti disponibili e sulladeguatezza dellinteresse
della psichiatria italiana per i disturbi del sonno che sono
oggetto di una presentazione separata. Ogni item prevede
una scala di 9 punti compresa tra i due estremi opposti.
Lindagine statistica stata effettuata mediante test non
parametrici (Wilcoxon, Mann-Whitney, Kruskal-Wallis)
ed analisi di correlazione con coefficienti Rho di Spearman.
Risultati: i 2617 psichiatri che hanno partecipato allinchiesta risultano uniformemente distribuiti nel territorio
nazionale: 723 (27,6%) nel Nord; 864 (33%) nel Centro,
623 (23,7%) nel Sud e 319 (12,6%) nelle isole. Rispetto
agli psichiatri iscritti alla Societ Italiana di Psichiatria la
percentuale degli psichiatri intervistati oscilla da un minimo del 19% per il Veneto ad un massimo del 95% per la
Toscana. Il 56,7% sono maschi e let media risultata di
47 8 anni. L86% presta la propria attivit in strutture
pubbliche, di questi il 10% in strutture universitarie, il
29% prevalentemente in SPDC ed il restante 61% prevalentemente sul territorio. Il servizio di guardia e/o di reperibilit notturna interessa il 50,5% dellintero campione.
Laddormentato risultato gravemente difficoltoso (estremo negativo della scala a 9 punti) nel 10% del campione,
percentuale che cresce con let fino ad interessare il 17%
nei soggetti di et maggiore di 60 anni. Analogamente la
frammentazione del sonno interessa il 16% dei pi giovani e arriva al 26% degli ultrasessantenni. Il pattern di sonno risulta meglio conservato nel sesso femminile e negli
specialisti non addetti al servizio di guardia o di reperibilit notturna. Il servizio notturno si associa pi frequentemente anche a vissuti diurni che influenzano negativamente ladormentamento e le funzioni ristoratrici del sonno.
Conclusioni: i risultati di questo studio indicano che nello psichiatra italiano le difficolt legate al sonno e alle sue
funzioni ristoratrici sono pi frequenti che nella popolazione generale, anche in et in cui i meccanismi del sonno
sono pi efficienti. Il servizio notturno rappresenta un importante fattore di rischio per i disturbi del sonno. interessante sottolineare che il sesso femminile sembra rappresentare un fattore protettivo anche nella psichiatria,
confermando la migliore efficienza dei meccanismi del
sonno della donna che si mantengono ben funzionanti pi
a lungo rispetto alluomo. La conferma degli stretti rapporti tra caratteristiche del sonno notturno e qualit della
vita durante il giorno ripropongono allo psichiatra la necessit di dedicare una maggiore attenzione ai disturbi del
sonno, della cui prevenzione pu giovarsi anche direttamente.
POSTER
12
13
D. De Berardis , D. Campanella , A. Carano , A. Cicconetti1, L. Penna1, C. Conti1, C. Marinelli1, V. Macchiarulo1, G. Salini1, E. Mancini4, B. Di Giuseppe2, N. Serroni2, D. Piersanti2, P. Di Giuseppe5, C. Cotellessa1,
M.R. Salerno1, F.M. Ferro1
1
POSTER
guenti test: Hamilton Rating Scales for Depression (HAMD), Whiteley Index (WI) per la somatizzazione, Somatosensory Amplification Scale (SSAS) per lamplificazione somatosensoriale degli stimoli e la State-trait Anxiety Inventory (STAI) per la valutazione dellansia di stato e di tratto.
Le valutazioni sono state effettuate al tempo T0 e dopo 8
settimane di trattamento.
Risultati: 30 pazienti hanno completato lo studio. Il trattamento con duloxetina ha mostrato allendpoint una significativa riduzione dei punteggi alla HAM-D, WI e SSAS anche controllando per la presenza di ansia di stato e tratto. Il
miglioramento della sintomatologia depressiva risultato
correlato con la diminuzione dei sintomi di somatizzazione
e dellamplificazione somatosensoriale degli stimoli allendpoint.
Conclusioni: la duloxetina sembra essere efficace non solo
nel trattamento della DM, ma anche nel ridurre i sintomi di
somatizzazione frequentemente associati a essa. Le implicazioni sono discusse.
261
POSTER
ti di letteratura, evidenziano una associazione tra lespressione del fenotipo alessitimico e la forme di schizofrenia caratterizzate da una prevalente sintomatologia negativa e dalla presenza di deficit neuropsicologici.
Deficit cognitivi presenti nei pazienti con diagnosi di Schizofrenia sono stati rinvenuti anche nei fratelli non affetti.
Dalla letteratura emergono tuttavia risultati contrastanti.
Lobiettivo di questo studio valutare il funzionamento
cognitivo di un gruppo di fratelli non affetti. 17 fratelli non
affetti (M = 9, et media = 37,18), 23 soggetti affetti da
schizofrenia (M = 15, et media = 33,48) e 18 controlli sani (M = 7, et media = 23,16) hanno completato una batteria di test neuropsicologici, per la valutazione del IQ (Wechsler Adult Intelligence Scale-Revised), dellattenzione
sostenuta (Continuous Performance Test), della memoria
(Wechsler Memory Scale-Revised) delle funzioni esecutive (Wisconsin Card Sorting Test) e della fluenza verbale. I
fratelli hanno ottenuto punteggi intermedi tra il gruppo dei
pazienti e quello dei controlli. Non stata osservata una
differenza statisticamente significativa tra i fratelli e i controlli ai test di attenzione, memoria, funzioni esecutive e
fluenza verbale, mentre differenze significative sono
emerse riguardo al quoziente intellettivo(totale, verbale e
di performance) (p < 0,05). Il gruppo dei pazienti affetti da
schizofrenia ha manifestato prestazioni peggiori, rispetto
ai controlli, su tutte le dimensioni cognitive indagate. In
accordo con i pi recenti studi, i risultati della nostra indagine suggeriscono che un basso livello intellettivo pu
considerarsi il fattore pi critico di vulnerabilit alla schizofrenia.
Bibliografia
Egan MF, Leboyer M, Weinberger DR. Intermediate phenotypes in
genetic studies of schizophrenia. In: Hirsch SR, Weinberger DR,
eds. Schizophrenia. Blackwell Publishing, 2003.
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262
POSTER
POSTER
POSTER
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depression. Int J Neuropsychopharmacol 2006:1-12.
POSTER
Fig. 1.
266
POSTER
una Cisteina (Cys) in posizione 704 nella sequenza aminoacidica della proteina codificata, stata associata alla Schizofrenia ed a specifiche alterazioni ippocampali. Utilizzando un
approccio di imaging multimodale, abbiamo studiato in un
ampio campione di soggetti sani (n = 80), paragonabili per
una serie di caratteristiche demografiche (et, sesso, manualit, scolarit, Q.I.) e genetiche (APO E 4, BDNF Val66Met e
COMT Val158Met), lassociazione del polimorfismo DISC1
Ser704Cys con fenotipi cerebrali in vivo, quali la morfometria
ippocampale e la fisiologia ippocampale (valutata tramite risonanza magnetica funzionale) durante lencoding in un compito di memoria di riconoscimento.
risultato un significativo effetto del DISC1 Ser704Cys sui fenotipi cerebrali studiati. In particolare, i soggetti omozigoti
per lallele Ser hanno mostrato, rispetto ai portatori dellallele Cys, un maggiore volume di sostanza grigia nellippocampo di destra e di sinistra assieme ad una aumentata attivazione ippocampale bilaterale durante lencoding di memoria di
riconoscimento. I nostri dati confermano che il polimorfismo
DISC1 Ser704Cys fisiologicamente rilevante e supportano,
inoltre, lipotesi che variazioni genetiche nel DISC1 possano
contribuire al rischio per la Schizofrenia influenzando il volume di sostanza grigia e la fisiologia ippocampale.
POSTER
spettro schizofrenico e dellumore rappresentano le patologie per le quali viene maggiormente utilizzato il Servizio
Psichiatrico.
A prescindere dalla patologia, nel corso dei 36 mesi considerati, il 61% dei pazienti ha effettuato un solo ricovero, il
18% 2 ricoveri, il 9% 3 ricoveri ed il 6% 3 ricoveri; un altro
6% ha effettuato 4 ricoveri, il 2% 5 ricoveri, il 3% 6 ricoveri ed infine il 4% 7 e pi ricoveri.
Analizzando le singole categorie diagnostiche riscontriamo
che:
il 66% dei pazienti con diagnosi di D.M. ha effettuato
un solo ricovero, il 14% 2 ricoveri, il 4% 3 ricoveri il
5% 4 ricoveri, il 3% 5 ricoveri il 3% 6 ricoveri, il 5% 7
o pi ricoveri;
il 50% dei pazienti affetto da D.B. ha effettuato un ricovero, il 26% 2 ricoveri, l8% 3 ricoveri, il 6% 4 ricoveri, il 4% 5 ricoveri, il 3% 6 ricoveri ed il 3% 7 o pi ricoveri;
le percentuali di ricoveri nel triennio considerato nei pazienti con diagnosi di D.S. sono state invece le seguenti: 62% un ricovero, 16% 2 ricoveri, 9% 3 ricoveri, 6%
4 ricoveri, 7% oltre 4 ricoveri;
il 66% dei pazienti affetti da P.A. ha effettuato 1 ricovero, il 19% 2 ricoveri, il 5% 3 ricoveri, il 10% 4 o pi ricoveri.
POSTER
clinica e sul funzionamento globale negli individui ammalati da un minore lasso di tempo e sulla prevenzione delle ricadute.
Bibliografia
Kane JM et al. Long-acting injectable risperidone: efficacy and
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Chue P, et al. Comparative efficacy and safety of long-acting
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269
POSTER
Seconda Universit di Napoli (SUN), Dipartimento di Psicologia; ** Universit di Napoli Federico II, Dipartimento di Neuroscienze, Area Funzionale di Psichiatria
La Sensation Seeking un tratto di personalit caratterizzato dalla propensione ad assumere rischi fisici e sociali,
misurabile con la Sensation Seeking Scale (SSS). Dalla
letteratura emerge che coloro che praticano sport pi rischiosi hanno punteggi significativamente pi elevati alla
SSS, rispetto a quelli che svolgono sport meno rischiosi.
Poco numerosi e discordanti sono i dati relativi a pazienti
con disturbi della condotta alimentare. Lo studio si propone di valutare la Sensation Seeking in un gruppo di anoressici e in soggetti che praticano uno sport rischioso, come i subacquei, e la correlazione del tratto di personalit
con lansia.
I subacquei (n. 100) sono stati reclutati presso centri diving
dellarea flegrea, gli anoressici (n. 19) presso lAmbulatorio
dei DCA dellAUP Federico II; il gruppo di controllo costituito da 247 soggetti di et media di 26,7 anni. Tutti hanno compilato la SSS versione V e lo State Trait Anxiety
Inventory.
Nel confronto tra i tre gruppi, i subacquei hanno un punteggio medio alla SSS significativamente pi elevato degli altri due; gli anoressici quello pi basso. Questi ottengono un
punteggio pi alto allansia, i subacquei il pi basso. Nessuna correlazione o correlazioni lievemente negative sono state trovate tra Sensation Seeking e ansia.
Lo studio sembra mostrare che la Sensation Seeking non
un tratto di personalit presente negli anoressici; gli stessi
presentano le correlazioni negative maggiori con lansia.
270
POSTER
POSTER
Risultati: a 30 gg. dalla diagnosi di cancro, 60% delle pazienti mostrava sintomi dansia e il 47% mostrava sintomi
depressivi, secondo lHADS. La presenza di sintomi affettivi si correlava alla presenza di tratti personologici improntati all evitamento del danno e alla dipendenza dal giudizio (rispettivamente scale HA e RD del TCI). In particolare esisteva una correlazione significativa, secondo i ranghi
di Spearman, tra presenza di sintomi affettivi e sottoscale
HA2 e RD2 (p < 0,05) che misurano rispettivamente la tendenza a temere lincertezza e al ritiro. Pertanto un soggetto
con questi tratti caratteriali pu sentirsi, a seguito della diagnosi di cancro, prossimo alla morte quanto diverso nei confronti dei soggetti sani.
Conclusioni: nel nostro campione lincidenza di sintomi riconducibili a disturbi dellaffettivit appare pi alta della
popolazione normale. Dati i criteri desclusione e la presenza di un grave evento di vita nellanamnesi patologia prossima dei soggetti esaminati, possiamo ricondurre tali elementi sintomatologici ad un Disturbo dellAdattamento con
umore depresso. I fattori caratteriali riscontrati significativamente in questi soggetti possono essere visti come fattori
di vulnerabilit per tale quadro psicopatologico.
Bibliografia
Cloninger CR, et al. The temperament and character inventory: a
guide to its development and use. S. Louis, MO: Center for Psychobiology and personality, Washington University 1994.
Cloninger CR, et al. A psychobiological model for temperament and
character. Archives of General Psychiatry 1993;50:975-990.
POSTER
Psichiatriche per Adolescenti), e tra diversi operatori (psicoterapeuta, educatore, assistente sociale, infermiere).
Risultati: la presa in carico multipla ha permesso la costruzione di unefficace rete terapeutica, che si dimostrata di
fondamentale importanza per la tipologia di pazienti presa
in esame.
Valutando limiti e potenzialit del contesto, stato possibile un intervento di supporto e sostenimento del percorso
evolutivo intrapreso dal ragazzo stesso.
Inoltre, lintervento educativo si dimostrato una grande risorsa per la responsabilizzazione e per il raggiungimento di
una maggior consapevolezza comportamentale nel ragazzo.
Conclusioni: in queste particolari condizioni, lintervento
riabilitativo e psicopedagogico pu essere, almeno in una
prima fase, pi importante di quello psicoterapico, che a
volte non praticabile, e in alcuni casi non appropriato,
mancando nelladolescente le risorse che invece si possono
trovare lavorando sul contesto.
POSTER
Ci sembra interessante analizzare tale fenomeno gi evidente negli ultimi dieci anni, ma sempre in evoluzione. Potremmo dire quasi essere uno specchio di trasformazioni sociali
e relazionali di pi largo respiro e al contempo rifugio moderno di debolezze e fragilit umane.
Bibliografia
1
Anolli L, Villani D, Riva G. Personality of people using chat: an
on-line research. Cyberpsychol Behav 2005;8:89-95.
2
Carvalheira A, Gomes FA. Cybersex in Portuguese chatrooms. A
study of sexual behaviors related to on-line sex. J Sex Marital
Ther 2003; 29:345-60.
Introduzione: da diverso tempo nellambito della letteratura medica internazionale si va affermando lipotesi che un
deficit nellinterazione tra i due emisferi cerebrali sia implicato nelleziopatogenesi della schizofrenia.
Metodo: 34 pazienti schizofrenici, in carico presso lSPDC
di Bolzano, e 30 soggetti controllo, bilanciati per et e sesso, sono stati valutati con un compito di tempi di reazione
semplice dopo presentazione, sullo schermo di un computer,
di stimoli visivi singoli e doppi lateralizzati1. In questo
compito i soggetti sani rispondono pi velocemente alla presentazione di stimoli doppi piuttosto che ad uno stimolo singolo. Nei soggetti acallosali invece, nei quali il tempo necessario al passaggio delle informazioni da un emisfero allaltro risulta molto pi prolungato, tale effetto paradossalmente amplificato.
274
POSTER
Risultati: leffetto del segnale ridonante risultato maggiore nei pazienti schizofrenici rispetto ai soggetti controllo.
Questo fenomeno, seppur di minor entit, simile a quanto
accade per i paziente acallosali. Inoltre, leffetto si annulla
con la presentazione di stimoli asincroni e questo suggerisce
un indebolimento della memoria iconica.
Conclusioni: I nostri risultati suffragano lipotesi di un deficit nella integrazione interemisferica per processi visuomotori elementari in pazienti schizofrenici.
Bibliografia
Cavina-Pratesi C, et al. Human Percerption and Performance. Journal of Experimental Psychology 2001;27:932-941.
POSTER
Fig. 5. Il grafico giustifica il dato della mancata applicazione della linea guida 4: circa il 25% dei pazienti ha una
diagnosi non codificata dalla criteriologia ufficiale e un
altro 12% riceve una terapia farmacologia ingiustificata
se rapportata alla diagnosi presente in cartella.
Fig. 2. Il grafico mostra percentualmente lapplicazione
di ciascuna linea guida al campione in esame. Il divario
tra lipotetica condizione di applicazione rigorosa di tutte le linee guida e la condizione attuale dato dallarea
rosa.
dg
nessuna
disturbo depressivo
Fig. 3. Il grafico mette in evidenza un dato positivo: la linea guida applicata nella maggioranza dei casi (circa
93%) sebbene non rigorosamente nel 52,3% (valore 1
della scala di valutazione). Questo dimostra che la finalit del clinico nella pratica prescrittivi orientata alla salvaguardia della qualit di vita del paziente in carico.
Il metodo impiegato nella valutazione delladesione alla
linea guida in questo caso il colloquio diretto con lo
psichiatra prescrittore (livello C).
tp
NL, BDZ
3/41
7%
NL
2/41
5%
276
POSTER
POSTER
punteggi superiori alle pazienti AN, senza differenze significative tra AE e BN.
Questi ultimi risultati avvalorano lipotesi secondo cui limpulsivit pu avere un ruolo nella tipizzazione dei DCA.
Bibliografia
1
Moeller FG, et al. Psychiatric aspects of impulsivity. American
Journal of Psychiatry 2001;158:1783-93.
*
Dipartimento di Scienze Sanitarie Applicate e Psicocomportamentali, Universit di Pavia; ** Division of Psychological Medicine, Institute of Psychiatry, Kings College London
Introduzione: numerose evidenze indicano come i soggetti a rischio genetico e clinico di psicosi presentino sottili anomalie neuropsicologiche nelle funzioni esecutive e
mnestiche. Pochi studi hanno valutato i correlati neurofunzionali dei markers neurocognitivi della vulnerabilit psicotica.
Metodo: attraverso risonanza magnetica funzionale (fMRI) si esaminata la risposta neurale a diversi livelli di dif278
POSTER
ficolt di working memory verbale (n-Back) e visuospaziale (Paired Associate Learning Task, PAL) in 17 pazienti a rischio di sviluppare psicosi (ARMS), 10 pazienti con
un primo episodio psicotico (FEP) ed in 15 controlli sani
di simile et, QI e sesso. I dati fMRI sono stati analizzati
con un approccio non parametrico utilizzando il software
XBAM v3.4.
Risultati: durante il task di N-Back, gli ARMS hanno attivato la corteccia prefrontale e parietale meno dei controlli ma pi dei FEP. Durante il task di PAL, gli ARMS
hanno attivato il MFG, SFG, SMA, precuneo meno dei
controlli ma pi dei FEP. Tali anomalie neurofunzionali si
sono amplificate nei livelli pi impegnativi dei tasks mnestici e non sono state originate da differenze di performance o da fattori confondenti quali terapia antipsicotica e cronicizzazione.
Conclusioni: le anomalie neurofunzionali delle regioni
prefrontali osservate negli ARMS sono qualitativamente
simili ma meno severe a quelle del gruppo FEP e potrebbero rappresentare un substrato neurale della vulnerabilit
psicotica.
279
POSTER
280
POSTER
Risultati:
Y-BOCS baseline =26,82 Y-BOCS finale 16,82 P < 0,022
HAM-D baseline =20,82 HAM-D finale 9,55 P < 0,0100
Conclusione: in questo studio venlafaxina Rp al dosaggio
compreso tra 75-300 mg ha dimostrato di esser efficace nel
trattamento del Disturbo Ossessivo Compulsivo.
Bibliografia
Hollander E, Friedberg J, Wasserman S, Allen A, Birnbaum M, Koran LM. Venlafaxine in Treatment-Resistant Obsessive-Compulsive Disorder. J Clin Psychiatry 2003;64:546-50.
Yaryura-Tobias JA, Neziroglu FA. Venlafaxine in obsessive-compulsive disorder. Arch Gen Psychiatry 1996;53:653-4.
281
Istituto di Psichiatria, Universit di Bologna; ** Department of Neuropsychiatry, Kansai Medical University, Osaka, Japan
Introduzione: una variante a livello del promotore del gene
per il trasportatore della serotonina (5-HTTLPR) stata ripetutamente associata allefficacia del trattamento antidepressivo nei pazienti affetti da disturbi dellumore; tuttavia,
il risultato non costante in tutti gli studi.
Metodo: in questo lavoro abbiamo condotto una meta-analisi su 15 studi, analizzando un totale di 1435 soggetti. Utilizzando il programma Cochrane Review Manager abbiamo
studiato tre fenotipi, ossia le percentuali di remissione clinica,
di risposta e di risposta entro 4 settimane di trattamento.
Risultati: una bassa percentuale di remissione era associata
significativamente al genotipo s/s (p < 0,0001) mentre una
POSTER
scarsa risposta era associata sia al genotipo s/s che al genotipo s/l (p = 0,0002). La risposta entro 4 settimane di trattamento era significativamente associata in entrambi i modelli genotipici (p = 0,003 p < 0,00001).
Conclusioni: leffetto riscontrato sufficientemente robusto considerando etnie differenti, tuttavia stata riscontrata
una elevata eterogeneit nei campioni asiatici.
282
POSTER
tazione di espressioni facciali in soggetti sani hanno dimostrato coinvolgimento di un sistema di neuroni specchio.
Obiettivo di questo studio di fMRI studiare in pazienti con
Schizofrenia rispetto a soggetti sani lattivit cerebrale di
fronte a video di volti esprimenti emozioni negative e valutare leventuale disfunzione di sistemi coinvolti nellattribuzione di stati mentali allaltro.
Abbiamo esaminato 14 soggetti con Schizofrenia e 13 soggetti sani demograficamente simili. La sintomatologia dei
pazienti stata valutata con PANSS. Tutti i soggetti sono
stati sottoposti a fMRI durante la visione di video raffiguranti volti esprimenti pianto. Analisi dei dati con SPM2. I risultati hanno evidenziato sia in soggetti sani che in pazienti
con Schizofrenia attivazione di aree cerebrali coinvolte nella visione di volti dinamici a contenuto emozionale: aree
sensorimotorie, parieto-temporali, giunzione temporoparietale, amigdala (p < 0,05). I soggetti con Schizofrenia rispetto a soggetti sani attivavano maggiormente aree temporoparietali e cingolo anteriore e posteriore (p < 0,005).
Questi risultati potrebbero suggerire che una iperattivazione
di alcune aree possa essere in qualche modo associata alla
scorretta o iperattribuzione di stati mentali allaltro tipica
dei pazienti con Schizofrenia.
283
facciali nella schizofrenia potrebbe essere associato a disfunzioni di un network di regioni corticali che coinvolge
mPFC e ACC.
POSTER
Dipartimento Misto di Salute Mentale A.U.S.L.Fg/3, Universit di Foggia; ** Dipartimento di Neuroscienze, Universit di Bari
Introduzione: nota una maggior prevalenza della nascita
di schizofrenici (SCH) nei mesi invernali e primaverili e, nel
gruppo di pz. SCH, differenze tra le varie forme di schizofrenia sono state correlate con le differenti stagioni di nascita 1. Allo stesso modo una differenza nei mesi di nascita
stata individuata allinterno dei dist. depressivi 2.
Obiettivo: valutare lesistenza di differenze nei mesi e nelle stagioni di nascita dei pazienti SCH rispetto a pz. assistiti per altre patologie presso lo stesso C.S.M.
Metodo: sono state esaminate tutte le cartelle del C.S.M.
nel periodo compreso tra il 1981 agosto 2006. I pz. per i
quali erano disponibili dati completi sono stati riclassificati
secondo i criteri DSM4 TR ed inclusi nello studio. Il campione di 2576 pz. (273 schizofrenici, 698 dist. dellumore,
90 dist. bipolari, 120 altre psicosi). Per lanalisi della frequenza attesa stato usato il Chi quadrato e per lanalisi del
rischio lOdd ratio.
Risultati e conclusioni: non si riscontrata alcuna differenza nella prevalenza stagionale delle nascita tra pz. SCH
e i pz. seguiti per altre patologie presso il CSM. Non stata
riscontrata alcuna differenza di prevalenza statisticamente
significativa tra mesi di nascita e tra stagioni di nascita anche nel gruppo dei soli pz. SCH. La mancanza di differenze
significative fra schizofrenia ed altre patologie psichiatriche
indica che gli stessi fattori climatici che determinano le differenze stagionali per la schizofrenia rispetto alla popolazione generale inciderebbero probabilmente su tutto lo spettro delle patologie psichiatriche.
Bibliografia
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Messias et al. Summer birth and deficit schizophrenia. A pooled
Analysis from 6 countries. Arch Gen Psychiatry 2004;61:985-9.
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Pjerek et al. Seasonality of birth in seasonal affective disorder. J
Clin Psychiatry 2004;65:1389-93.
Odds ratio
Chi square
Chi sq. statistic
1,005
1,203
1,062
0,00
0,41
0,26
284
p
0,9817
0,5236
0,6131
POSTER
Obiettivi: lo scopo di questo studio di esaminare il profilo cognitivo in pazienti affetti da Disturbo Bipolare. Un ulteriore obiettivo quello di indagare uneventuale correlazione fra la gravit della sintomatologia depressiva di stato
e il peggioramento della performance neurocognitiva.
Metodi: sono stati studiati 13 pazienti (7 maschi e 6 femmine, et media 39,4) affetti da Disturbo Bipolare secondo i
criteri diagnostici del DSM-IV e 17 individui sani (8 maschi
e 9 femmine, et media 39,07). Per quanto riguarda il gruppo dei casi, 7 pazienti sono stati studiati nel corso della fase
depressiva, 5 in eutimia e 2 in ipomania. Per la valutazione
di gravit della fase depressiva stata utilizzata la Beck Depression Inventory Scale (BDI), mentre per quanto riguarda
le fasi ipomaniacali stata usata la Young Mania Rating
Scale. Lassessment cognitivo stato effettuato con una batteria di test atti ad valutare le funzioni esecutive, attraverso
il Wisconsin Card Sorting Task (WCST), e lattenzione selettiva, attraverso lo Stroop Color and Word Test (SCWT). I
risultati ottenuti dallo studio dei 2 gruppi sono stati confrontati con il t student test mentre la correlazione fra i punteggi ottenuti alla BDI, esprimenti la gravit dellepisodio
depressivo in atto, e le performance neuropsicologiche
stata studiata con il Pearson Correlation Test.
Risultati: sono state rilevate differenze statisticamente significative fra il gruppo dei pazienti affetti da Disturbo Bipolare e quello dei controlli. Nel confronto con questultimi, i pazienti dimostrano un maggiore grado di compromissione delle performance neurocognitive in tutti i domini esplorati. Per quanto riguarda i risultati ottenuti al Test
di Stroop, i pazienti bipolari commettevano un maggior
numero di errori (media 9 vs. 0,89, p < 0,01) e leggevano
la terza tavola pi lentamente (media 180 sec vs. 121, p <
0,001) rispetto ai soggetti di controllo. Nellesecuzione del
WCST il gruppo dei pazienti commetteva un numero maggiore di errori perseverativi e non perseverativi (p =
0,000). Inoltre presentava un numero minore di risposte
corrette (p = 0,000) e di categorie completate (p = 0,000).
Infine, nei pazienti in fase depressiva stata osservata una
correlazione significativa dal punto di vista statistico tra la
gravit dellepisodio depressivo e la peggior performance
nei diversi test neuropsicologici. In particolare, stata riportata una correlazione positiva fra lo score alla BDI ed il
numero totale di errori commesso al test di Stroop (p <
0,001) ed una correlazione negativa tra il punteggio BDI
ed il numero di categorie completate / risposte corrette (p
< 0,001) al WCST.
Conclusioni: la presenza di alterazioni della sfera neurocognitiva, a livello delle funzioni esecutive e dellattenzione selettiva appare evidente in questo studio. Questi deficit possono concorrere ad una generalizzata riduzione del
funzionamento sociale e lavorativo, spesso gravemente
compromessi nel Disturbo Bipolare. Si rendono necessari
ulteriori studi rivolti a valutare la presenza di specifici deficit cognitivi presenti nelle varie fasi di alterazioni dellumore allinterno del Disturbo Bipolare. Un ulteriore obiettivo sar lo studio di pazienti affetti da tale disturbo al momento del primo episodio psicopatologico, al fine di individuare deficit cognitivi che possano essere considerati come un marker cerebrale di vulnerabilit alla genesi del Disturbo Bipolare.
285
POSTER
Department of Psychiatry, Ludwig Maximilians University, Munich, Germany; 2 Institute di Psichiatria, Universit
di Bologna, Bologna, Italia; 3 Department of Psychiatry,
Psychosomatics, and Psychotherapy, 4 Institute of Forensic
Medicine, Johann Wolfgang Goethe-University, Frankfurt/Main, Germany
Introduzione: lossido nitrico un neurotrasmettitore implicato negli stati depressivi e aggressivi; esiste in tre forme
chiamate NOS-I, NOS-II e NOS-III. I recettori serotoninergici 2C e 1A sono stati anchessi messi in relazione a stati
simili.
Metodo: in questo lavoro abbiamo studiato alcune varianti
a livello di questi geni in 259 pazienti che avevano tentato/riuscito il suicidio e in 312 soggetti sani, di nazionalit tedesca.
Risultati: le analisi non hanno rilevato un contributo significativo per quanto riguarda i geni dei recettori 2C e 1A.
Laplotipo C-G-G nel NOS-I (rs2682826, rs1353939 e
rs693534) era invece associato ad un maggiore rischio suicidario (p = 0,01). Lanalisi dei singoli alleli mostrava una
associazione significativa per lallele G nel marcatore
rs693534 (p = 0,005). Laplotipo e lallele G erano inoltre
associati a punteggi maggiori di aggressivit misurati al
Questionario sui Fattori di Aggressivit. A livello del NOSIII, laplotipo C-T-A (rs2070744, rs1799983 e rs891512),
mostrava invece un effetto protettivo (p = 0,01), particolarmente verso il suicidio riuscito (p = 0,005). Lanalisi dei singoli alleli evidenziava una associazione positiva per lallele
A nel marker rs891512 (p = 0,009; suicidio riuscito: p =
0,007). Infine, un altro aplotipo T-T-G nel NOS-III, era associato a punteggi elevati di aggressivit (p = 0,0002).
Conclusioni: il nostro studio suggerisce un possibile coinvolgimento dei geni NOS-I e NOS-III nei comportamenti
suicidari e in aspetti comportamentali ad esso correlati.
286
POSTER
zienti sono stati valutati con STAI X1-X2 e con il Beck Depression Inventory (BDI). Dopo 12 mesi (T1) stato valutato landamento di malattia dopo appropriata terapia effettuata da cardiologi in cieco rispetto ai valori EE riscontrati.
Risultati: i pazienti provenienti da famiglie con elevato
Ipercoinvolgimento Emotivo (EOI) o elevata Empatia (W)
hanno mostrato un peggior andamento di malattia al T1 (p <
0,05). Elevati livelli di EOI correlano con livelli maggiori di
depressione nei pazienti al reclutamento (p < 0,05) e unelevata EE associata a valori maggiori nella scala di ansia
di tratto (STAI X2) (p < 0,05).
Conclusioni: la correlazione tra valori di EOI e peggior andamento di malattia e tra elevato EOI e alti valori al BDI
suggeriscono limportanza di una valutazione del clima
emotivo familiare per meglio indirizzare gli interventi terapeutici sui pattern disfunzionali che pregiudicano ladattamento psicologico del paziente alla malattia e il decorso clinico post-infartuale.
Bibliografia
Invernizzi G, Bressi C, Bertrando P, Passerini A, Giannelli A, Clerici M, Biglioli P, Cazzullo CL. Emotional profiles of families
with a heart-operated patient: a pilot study. Psychother Psychosom 1991;55:1-8.
Bressi C, Cornaggia CM, Beghi M, Porcellana M, Iandoli II, Invernizzi G. Epilepsy and family Expressed Emotion: results of a
prospective study. Seizure 2007;16:417-23.
dipendenza maggiore. I fattori maggiormente discriminativi sono la presenza di doppia diagnosi e di disturbi dello
spettro bipolare, seguiti dalla presenza di un maggior numero di episodi psicotici. Luso di cocaina ed il poliabuso nei
soggetti eroinomani sembra dunque essere ben collegato alla presenza in questi pazienti di una doppia diagnosi, soprattutto legata allo spettro bipolare.
Department of Human Physiology and Pharmacology, Sapienza University of Rome, Italy; 2 Department of Psychiatry and Psychological Medicine, SantAndrea Hospital, Sapienza University of Rome; 3 Karolinska Institute, Department of Clinical Neuroscience-Psychiatry, Karolinska University Hospital Huddinge, Stockholm, Sweden; 4 I.N.M.
Neuromed, Pozzilli, Italy
Introduction: group II metabotropic glutamate receptors
(mGlu2 and mGlu3 receptors) are considered as potential
POSTER
POSTER
fra temperamento e dimensioni dellattaccamento e la componente agorafobica. I risultati mostrano delle differenze
nellambito temperamentale-relazionale nei soggetti con DP
rispetto ad un campione di controllo. Inoltre i risultati di
questo studio suggerirebbero un possibile ruolo di fattori
temperamentali e relazionali sulla componente agorafobica.
289
POSTER
la Salute, lOsservatorio Nazionale sullImpiego dei Medicinali (OsMed) che permette lacquisizione di diversi flussi
informativi (Federfarma, IMS Health) relativi alla prescrizione di farmaci a livello nazionale e regionale 1.
In ambito psichiatrico tale metodologia sta via via affermandosi con lobiettivo di ricavare informazioni epidemiologiche sui disturbi psichiatrici e sullappropriatezza prescrittiva 2.
A tale proposito va detto che, il monitoraggio della prescrizione degli antidepressivi, rappresenta un interessante strumento epidemiologico sia poich il consumo di tali molecole aumenta sia perch presente da parte dei medici di medicina generale una tendenza alla prescrizione diffusa anche
senza la consulenza specialistica 2 3.
Per questo motivo lobiettivo di questo studio di paragonare landamento del farmaco-consumo degli antidepressivi
nel triennio 03-06 in Puglia ed in Italia.
Per tale motivo verranno confrontati i consumi in DDD (dose definita giornaliera), che rappresenta il miglio strumento
di confronto in ambito farmaco epidemiologico, delle classi
di antidepressivi in Puglia ed in Italia. Tale confronto verr
posto con diversi livelli di dettaglio secondo la classificazione AIFA del farmaco ATC3, ATC4, ATC5.
Bibliografia
1
Luso dei farmaci in Italia, Rapporto nazionale. Roma: Ministero della Salute 2003;2004;2005.
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Percudani M, Barbui C, Fortino I, Petrovich L. Antidepressant
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3
Barbui C, Broglio E, Costa Laia A. Cross-sectional database
analysis of antidepressant prescribing in Italy. J Clin Psychopharmacol 2003;23:31-4.
Dipartimento di Scienze Neurologiche e Psichiatriche, Sezione di Psichiatria, Universit di Bari; 2 Agenzia Regionale Sanitaria (A.Re.S) Puglia; 3 Dipartimento Scienze Mediche e del Lavoro, Sezione Psichiatria, Universit di Foggia;
4
Dipartimento di Salute Mentale, AUSL Taranto
In Italia, la rilevazione dei dati di prescrizione farmaceutica
in medicina generale una realt ormai consolidata da alcuni anni. Per tale motivo costituito, presso il Ministero del-
Dipartimento di Scienze Neurologiche e Psichiatriche, Sezione di Psichiatria, Universit di Bari; 2 Agenzia Regionale Sanitaria (A.Re.S) Puglia; 3 Dipartimento Scienze Mediche e del Lavoro, Sezione Psichiatria, Universit di Foggia;
4
Dipartimento di Salute Mentale, AUSL Taranto1
Il consumo degli antipsicotici atipici e dei neurolettici in Italia ed in Puglia, negli ultimi anni, in aumento.
Scopo di tale lavoro quello di analizzare nel dettaglio il
consumo delle diverse molecole e confrontare i dati provenienti dalla Puglia con quelli nazionali.
Per fare ci ci siamo serviti dei dati provenienti dal progetto SFERA, ottenuti tramite lAgenzia Regionale Sanitaria
della Puglia (A.Re.S) ed abbiamo analizzato il consumo degli antipsicotici atipici e dei neurolettici con diversi livelli di
dettaglio, impiegando il sistema ATC di nomenclatura utilizzato da AIFA.
Abbiamo usato infatti il sistema ATC3, ATC4 e ATC5.
290
POSTER
I dati ricavati dalla ricerca sono espressi in DDD (dose definita giornaliera) che rappresenta un parametro convenzionale riconosciuto a livello internazionale utilizzabile per
confrontare i dati.
I risultati evinti da questo lavoro propongono diversi spunti
di riflessione, innanzitutto, su tale metodica di analisi farmaco-epidemiologica, e soprattutto spingono verso studi
che prevedano una pi attenta valutazione dellappropriatezza prescrittiva.
Bibliografia
Percudani M, Barbui C, Fortino I, Petrovich L. Epidemiology of first- and second-generation antipsychotic agents in Lombardy,
Italy. Pharmacopsychiatry 2005;38:128-31.
Luso dei farmaci in Italia, Rapporto nazionale. Roma: Ministero
della Salute 2003;2004;2005.
291
POSTER
disturbo bipolare, familiarit per le patologie sopra menzionate, dieta in anamnesi, fumo, attivit fisica, et < o 50 anni, terapia in atto (classe farmacologica; mono/politerapia).
Risultati: la SM era pi frequente nei pazienti anziani e bipolari tipo 2; i pazienti anziani avevano maggiore prevalenza di ipertensione e i bipolari tipo 2 di diabete. Rispetto ai
dati sulla popolazione generale, i pazienti avevano una maggiore prevalenza di obesit e SM, minore di ipertensione.
Nessuna differenza emersa rispetto alle altre variabili analizzate nei sottogruppi esaminati.
(24,7) e limpulsivit attentiva (17,1) non hanno mostrato differenze nella distribuzione nel campione.
Questi dati, seppur preliminari e su un campione estremamente ridotto di soggetti, suggeriscono limportanza nel
tentato suicidio giovanile dei disturbi psichiatrici sia in asse
I che in asse II. Il campione ridotto non permette al contrario di effettuare valutazioni circa il ruolo dellimpulsivit
nella genesi dei medesimi comportamenti.
Dipartimento di Neuroscienze e Scienze del Comportamento, Area Funzionale di Psichiatria, Universit di Napoli
Federico II
*
Dipartimento di Psichiatria, ** U.O. Neuropsichiatria Infantile e dellAdolescenza, A.O. Fatebenefratelli e Oftalmico, Milano
Introduzione: molte sono le dimensioni studiate nella definizione psicopatologica della problematica alimentare dello
spettro bulimico. Tra tutte la Depressione una di quelle
che riceve maggiore attenzione. I dati sono numerosi ma
contrastanti, anche a causa delle numerose e differenziate
metodologie di indagine. Scopo di questo studio valutare
gli aspetti depressivi nella Bulimia Nervosa (BN) e nel Binge Eating Disorder (BED), tramite lSCL-90.
Metodologia: tra il 2001 e il 2004 presso lambulatorio per
i Disturbi del Comportamento Alimentare della Clinica Psichiatrica della Universit Federico II di Napoli sono stati
visitati 308 pazienti. 80 di questi sono stati selezionati per le
diagnosi, secondo i criteri del DSM-IV 1: 41 (51,2%) risultavano affetti da BN e 39 (48,8%) da BED. Nella procedura diagnostica 2 stata somministrata la scala SCL-90. Abbiamo valutato il punteggio degli items 5, 14, 15, 20, 22, 26,
29, 30, 31, 32, 54, 71, 79, riferiti alla depressione.
Risultati: allSCL-90 la dimensione Depressione risulta
cos distribuita: BN tra 2 e 50 (media 21,6) BED tra 2 e 41
(media 21,9).
Conclusioni: i dati da noi rilevati, anche se parziali, confermano che la dimensione indagata assume particolare evidenza nei disturbi della condotta alimentare, in particolare
in quelli dello spettro bulimico. Risulta ancora poco chiaro,
per, se essa possa essere considerata un fattore discriminante tra le diverse categorie diagnostiche.
Bibliografia
1
Diagnostic and Statistical Manual IV Edition. Washington: APA
1994.
2
Di Pietro G, Muscettola G, Bellini O, Sorge F. Disturbi dellAlimentazione: ipotesi per una cartella Clinica Informatizzata (CIDA-IIR). Giorn It Psicopat 2000;6:223-39.
POSTER
POSTER
neano limportanza di una maggiore considerazione dellatteggiamento del paziente nei confronti del trattamento farmacologico, dal momento che pu avere effetti sulla qualit
di vita, favorire lalleanza terapeutica, laderenza alle terapie e la prognosi a lungo termine.
Bibliografia
Hofer A, Kemmler G, Eder U, et al. Attitudes toward antipsychotics
among outpatients clinic attendees with schizophrenia. J Clin
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Naber D, Karow A, Lambert M. Subjective well-being under neuroleptic treatment and its relevance for compliance. Acta Psychiatr Scand 2005;111(Suppl. 427):29-34.
Sibitz I, Katschnig H, Goessler R et al. Pharmacophilia and pharmacophobia: determinants of patients attitudes towards antipsychotic medication. Pharmacopsychiatry 2005;38:107-12.
POSTER
pazienti schizofrenici in fase acuta spesso preclude la possibilit di una somministrazione orale della terapia. Questo
studio ha valutato lefficacia e la tollerabilit di ziprasidone
IM e il passaggio alla terapia orale in pazienti schizofrenici
con agitazione.
Metodologia: sono stati inclusi nello studio, e trattati in
aperto per otto settimane con ziprasidone, 150 pazienti
ospedalizzati con diagnosi di schizofrenia. I criteri di inclusione prevedevano una PANSS 80 e la necessit di una terapia per via IM. Non appena lo stato clinico lo permetteva
la terapia proseguiva per via orale. Lefficacia della formulazione IM di ziprasidonxe sullagitazione stata valutata
con la scala BARS.
Risultati: lo studio stato completato da 92 pazienti (61%).
La variazione media del punteggio PANSS totale dalla visita basale allendpoint risultata significativa (n = 150; punteggio basale 126,71 21,71; variazione media: -37,24
26,53; p < 0,0001). Il tempo mediano di risposta alla scala
BARS risultato essere di 0,50 ore.
Il 5% dei pazienti ha interrotto il trattamento a causa di
eventi avversi correlati al farmaco; i pi frequentemente riportati sono stati insonnia (6%), sonnolenza (4%), ipotensione (3%), EPS (2%).
Discussione/Conclusioni: la terapia sequenziale IM-orale
con ziprasidone offre importanti vantaggi nella gestione del
paziente schizofrenico in fase acuta con agitazione, grazie
alla rapidit dinsorgenza dellefficacia e alla buona tollerabilit.
Conclusioni: molte sono le variabili che influenzano lo stile di coping nei pazienti oncodermatologici. Un intervento
psicologico clinico induce uno stile di coping pi positivo
con benefici sullevoluzione della patologia neoplastica e
sulla sopravvivenza del soggetto.
Bibliografia
Sollner W, Zschocke I, et al. Interactive patterns of social support
and individual coping strategies in melanoma patients and their
correlations with adjustment to illness. Psychosomatics
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Missiha S, Solish N, et al. Characterizing anxiety in melanoma patients. J Cut Med Surgery 2003;7:443-8.
POSTER
296
POSTER
Plus ha evidenziato la presenza di Disturbi affettivi sovrapponibili nei due gruppi (44% allinterno del gruppo dei violenti e nel 45% nei non-violenti), con tentato suicidio nel
20% tra i soggetti violenti e 12% tra quelli non violenti. La
valutazione dello spettro psicopatologico ha mostrato valori medi totali al Moods-sr significativamente maggiori nel
gruppo dei violenti rispetto ai non violenti (p < 0,05). In particolare sono state evidenziate differenze statisticamente significative nel dominio dellenergia sia della componente
depressiva che della componente maniacale con punteggi significativamente maggiori nel gruppo dei violenti. La componente depressiva del dominio della cognitivit invece ha
mostrato punteggi superiori in modo significativo nel gruppo dei non violenti rispetto a quello dei soggetti violenti. Per
quanto riguarda la valutazione dellimpulsivit, al momento
attuale non sono state evidenziate significativit alla BIS11. Laggressivit stata valutata attraverso diverse fonti:
valutazione clinica del paziente, cartelle cliniche e autosvalutazione del paziente alla scala AQ. I dati ottenuti hanno
mostrato una differenza significativa (p < 0,05) nei punteggi del dominio della ostilit (Hostility) maggiori nel gruppo
dei violenti. Laggressivit esaminata clinicamente stata
suddivisa in auto ed etero-aggressivit. Per quanto riguarda
laggressivit rivolta verso s, i dati relativi al tentato suicidio sono sovrapponibili nei due campioni (l8% dei soggetti violenti ed il 7% dei soggetti non violenti). Lautolesionismo stato praticato dal 20% dei soggetti violenti e dal 12%
dei non-violenti. I soggetti che hanno attuato sia tentativi di
suicidio che autolesionismo sono stati il 20% dei soggetti
violenti rispetto al 9% dei soggetti non violenti.
Conclusioni: i risultati finora ottenuti mostrano la presenza
di sintomi appartenenti allo spettro dellumore, con alcune
differenze significative tra i due gruppi, in particolare nellenergia, sia maniacale che depressiva, a favore del gruppo
dei soggetti violenti. I risultati, seppur preliminari, evidenziano limportanza dei sintomi sottoglia in relazione al comportamento violento ed aggressivo. Inoltre tale studio pone
lattenzione sulla difficolt di auto-valutazione dellimpulsivit e dellaggressivit da parte dei soggetti esaminati, valutazione che non coincide n con lesame clinico da parte del
medico, n con i dati obiettivi circa la criminalit nelle cartelle e nei fascicoli giudiziari. Un ulteriore sforzo infine deve essere rivolto ad unanalisi dellaggressivit e dellimpulsivit attraverso pi fonti, soggettive ed oggettive.
Bibliografia
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LL, Frye MA. Clinical and legal correlates of inmates with bipolar disorder at time of criminal arrest. J Clin Psychiatry
2004;65:198-203.
Obiettivi: valutare i profili di tollerabilit di olanzapina, risperidone, quetiapina, amisulpride, clozapina, farmaci antipsicotici tipici per os e depot in pazienti ambulatoriali affetti da schizofrenia durante 36 mesi di trattamento.
Metodi: il SOHO uno studio prospettico, osservazionale,
della durata di 3 anni, sul trattamento ambulatoriale della
schizofrenia. Diecimila pazienti che hanno ad assumere un
nuovo farmaco antipsicotico per la schizofrenia sono stati
inclusi e seguiti per tre anni indipendentemente dalle modifiche al trattamento. Le coorti di pazienti sono state definite
in base allantipsicotico che avevano iniziato ad assumere
alla visita di ingresso. I pazienti che assumevano pi di un
antipsicotico (terapia di associazione) sono stati esclusi dalle analisi. Nei 4.939 pazienti ambulatoriali valutati in tutti i
momenti di rilevazione sono stati determinati lincidenza di
sintomi extrapiramidali (EPS), di perdita della libido, dellimpotenza, dellamenorrea, della galattorrea, della ginecomastia e dellaumento di peso. Questanalisi stata effettuata su tutti i pazienti classificati in base al farmaco iniziato in occasione della visita di ingresso, indipendentemente
dal fatto che avessero mantenuto o meno il farmaco durante
i 3 anni di follow-up. Analisi di sensibilit: per determinare
la correlazione tra farmaco ed effetti collaterali che dichiaravano alla stessa visita, stato utilizzato un modello di regressione logistica, correggendo per le differenze allingresso tra le coorti. Inoltre stata condotta unanalisi di sensibilit sui pazienti che hanno mantenuto durante i tre anni lantipsicotico iniziato allingresso (pazienti che hanno completato il trattamento).
Risultati: una percentuale pi elevata di pazienti che utilizzavano antipsicotici convenzionali per os (16,15%) [OR:
3,65; IC al 95%: 2,35-5,67)], depot (29,41%) [6,94; 4,5210,65] o risperidone (17,28%) [3,04; 2,37-3,89] ha avuto
pi EPS rispetto ai pazienti nelle altre coorti. I pazienti trattati con olanzapina (30,73%) hanno avuto una pi bassa probabilit di sviluppare perdita della libido/impotenza rispetto
ai pazienti che assumevano risperidone (39,02%) [1,50;
1,22-1,84], i tipici per os (42,75%) [2,17; 1,51-3,10]; o i tipici depot (40,34%) [1,55; 1,04-2,30]. Laumento del peso
si verificato in tutte le coorti; quetiapina: +1,73 kg, amisulpride: +1,49 kg, tipici per os: +2,19 kg, clozapina: +2,95
POSTER
Obiettivi: analizzare la frequenza e i fattori di rischio di recidiva nel corso dei tre anni di follow-up.
Metodi: lo studio SOHO uno studio prospettico, osservazionale, della durata di 3 anni, sugli esiti del trattamento antipsicotico.
La recidiva stata definita come i) un aumento del punteggio
della CGI di 2 punti, per i pazienti il cui punteggio minimo fra
tutte le valutazioni era stato di 3 o meno, ii) un aumento del
punteggio della CGI di 1 punto, per i pazienti il cui punteggio
minimo era stato di 4 o pi, iii) aver avuto un ricovero ospedaliero. Laumento del punteggio della CGI doveva comportare per il paziente almeno uno stato di malattia moderata
(CGI 4). Per lanalisi dei fattori predittivi di recidiva stato
applicato un modello per la valutazione dei rischi proporzionali di Cox.
Risultati: sono stati arruolati 10.972 pazienti; 9.569 pazienti
sono stati inclusi nellanalisi. Dallanalisi di Kaplan-Meier, il
tasso di recidiva a 36 mesi risultato del 33,17%. I fattori associati a un minore rischio di recidiva sono stati let pi avanzata (RR: 0,994; IC al 95%: 0,991-0,998), il non aver ricevuto trattamenti per la schizofrenia prima dellingresso nello studio (0,756; 0,640-0,893) e limpiego retribuito (0,799; 0,7070,903). I comportamenti ostili (1,225; 1,113-1,347) e una CGI
pi grave allingresso (1,160; 1,103-1,221) sono risultati associati a un rischio di recidiva pi elevato. I pazienti che assumevano quetiapina (1,656; 1,417-1,936), risperidone (1,171;
1,042-1,316), antipsicotici tipici per os (1,304; 1,096-1,551),
antipsicotici tipici depot (1,637; 1,360-1,971) e amisulpride
(1,368; 1,080-1,732) hanno avuto un rischio di recidiva pi
elevato rispetto ai pazienti che assumevano olanzapina. Non
sono state osservate differenze tra olanzapina e clozapina.
Conclusioni: il 33% circa dei pazienti ha avuto una recidiva
nellarco dei tre anni. Let, la condizione lavorativa, lostilit
e la gravit clinica sono risultate associate alla recidiva. Luso
di clozapina o olanzapina risultato associato ad un minore rischio di recidiva.
298
POSTER
Introduzione: numerose evidenze dimostrano il coinvolgimento dellinterleuchina I (IL-1) nella patogenesi della malattia di Alzheimer (AD). Un polimorfismo funzionalmente
attivo localizzato nella regione promoter del gene che codifica per IL-1 alfa (IL-1A -889 C/T) sembra aumentare il rischio di sviluppare AD, anche se recentemente sono stati
pubblicati alcuni studi negativi. Nel tentativo di identificare
i fattori che influenzano lassociazione tra il polimorfismo
IL-1A -889 C/T e la malattia di Alzheimer stato condotto
uno studio genetico su due popolazioni indipendenti di casi
e controlli reclutate in Grecia ed Italia.
Metodo: campione greco: 47 pazienti affetti da AD (DSM
IV) afferenti ad un centro universitario in Atene e 47 controlli. Campione italiano: 28 pazienti affetti da AD e 13 controlli selezionati da una coorte di soggetti con > 65 anni di
et residenti nei Comuni di Faenza e Granarolo (Bologna).
Risultati: pur differendo in numerose caratteristiche demografiche (sesso; et; livello di istruzione) e cliniche
(grado di deterioramento cognitivo; presenza di sintomi
depressivi e psicotici) i due campioni avevano una simile
299
POSTER
POSTER
301
Introduzione: la Disbindina localizzata nei terminali sinaptici di ampie regioni anatomiche nel cervello e partecipa
alla modulazione della trasduzione dellimpulso sinaptico.
Studi recenti hanno suggerito che il gene per la disbindina
(DTNBP1) pu conferire una suscettibilit per la schizofrenia ma anche per i Disturbi dellumore. In questo lavoro abbiamo valutato lesistenza di una possibile associazione tra
varianti nel gene DTNBP1 e i Disturbi dellumore.
Metodo: quattro SNP nel gene DTNBP1 (rs3213207,
rs1011313, rs760761 e rs261952) sono stati genotipizzati in
151 pazienti affetti da Disturbo bipolare I (DB), 188 pazienti affetti da Disturbo Depressivo Maggiore (DDM) e
478 controlli sani.
Risultati: stato cos possibile osservare un effetto protettivo dellaplotipo A-C-T-A sia nei confronti del DB (p =
0,00016) che del DDM (p = 0,0007). Mediante lanalisi delle sliding windows emerso un contributo maggiore delle varianti rs760761 e rs261952 sia per il DB (p = 0,00007)
che per il DDM (p = 0,000026). Lanalisi di alleli singoli,
cos come lanalisi di altre caratteristiche cliniche (sintomi
psicotici, et desordio, familiarit, ecc.) non ha rilevato altre associazioni significative.
Conclusioni: in conclusione, specifici aplotipi nel
DTNBP1, precedentemente associati al Disturbo schizofrenico, potrebbero conferire una minore o maggiore suscettibilit anche per i Disturbi dellumore. Ulteriori studi, anche
su popolazioni caucasiche, sono necessari al fine di confermare i risultati emersi in questo studio.
POSTER
Con lo scopo di meglio definire i rapporti tra fenomeni psicopatologici ed insonnia sono stati selezionati, presso il centro di medicina del sonno dellIstituto di Fisiologia Clinica
del CNR di Pisa, 60 pazienti con un disturbo del sonno, di
entrambi i sessi (M = 31; F = 29) e di et compresa tra i 18
e i 60 anni (et media = 50 SE = 2). Il campione stato
suddiviso in due gruppi: Gruppo A, 30 pz con insonnia ipnologica primaria, e gruppo B (controllo), 30 pz con insonnia
correlata a un disturbo dAnsia o dellUmore. Entrambi i
gruppi sono stati sottoposti ad una intervista strutturata e a
questionari clinici standardizzati. La fenomenica depressiva
stata valutata mediante la Hamilton Rating Scale for Depression (HAM-D), l ansia mediante la Hamilton Anxiety
Scale (HAM-A), i fenomeni ossessivi compulsivo con la
Yale-Brown Obsessive Compulsive Scale (Y-BOCS), quelli
fobici (componente agorafobica e componente sociale) mediante lAgoraphobia Rating Scale (ARS) e la Liebowitz
Social Phobia Scale (LSPS). Infine il disturbo del sonno,
stato indagato attraverso la somministrazione del Pittsburgh
Sleep Quality Index (PSQI). Lanalisi statistica stata effettuata mediante ANOVA multivariata (General Linear Model) e mediante analisi fattoriale (Varimax with Kaiser Normalization). I fattori identificati sono stati confrontati tra i
due gruppi mediante t-test. La soglia di significativit per
lANOVA stata posta a p = 0,01 e per il t-test a t = 0,01.
LANOVA multivariata ha messo in evidenza che i soggetti
con insonnia correlata a un disturbo dAnsia o dellUmore
presentano, rispetto a quelli con insonnia primaria, punteggi significativamente pi elevati a carico della HAM-D (p <
0,0001), della HAM-A (p < 0,0001) della LSPS (p < 0,01)
della ARS (p < 0,01), mentre non si apprezzano differenze
statistiche tra i due gruppi per Y-BOCS e PSQI. Lanalisi
fattoriale, effettuata considerando anche i fattori di ciascuna
scala psicometrica, ha identificato 5 dimensioni (Ansia-Depressione, Fobia Sociale, Disturbo Ossessivo-Compulsivo,
Agorafobia, Disturbi del Sonno). Il confronto mostra che i
due gruppi sono significativamente separati tra loro per la
dimensione della fobia sociale (t < 0,001), per quella del disturbo ossessivo-compulsivo (t < 0,01) e per quella relativa
alla agorafobia (t < 0,0001). Un dato interessante che non
vi sono differenze relative alla dimensione dei disturbi del
sonno e a quella di ansia-depressione.
I risultati di questo studio indicano che non vi sono differenze di significato clinico tra i pazienti con insonnia primaria e quelli con insonnia correlata ad un disturbo depressivo o dansia. I risultati di questo studio forniscono un ulteriore apporto allipotesi sullassenza di differenze categoriali tra linsonnia primaria e linsonnia correlata ad un fenomeno psicopatologico, e suggerisce che, al contrario, linsonnia rappresenta un elemento di perturbazione dellequi302
POSTER
POSTER
304
POSTER
Dipartimento di Neuroscienze e Scienze del Comportamento, Universit di Napoli Federico II; ** Dipartimento
di Biologia e Patologia Cellulare e Molecolare, Universit
di Napoli Federico II
La perturbazione del sistema dopaminergico attraverso la
somministrazione di farmaci pu essere impiegata per lo
studio dei geni responsivi alla farmacoterapia della psicosi
nel cervello di animali da laboratorio. Lo scopo di questo
studio quello di caratterizzare gruppi di geni che presentano un profilo di espressione genica molto simile, e ricercare attraverso metodiche della bioinformatica gli elementi regolativi comuni sui promotori di tali geni in modo tale da risalire al network regolativo di fattori di trascrizione e geni
target implicati nella risposta agli antipsicotici.
Risultati: sono stati predetti i fattori di trascrizione e i loro
target maggiormente implicati della risposta ai farmaci antipsicotici, per i quali stata eseguita un analisi funzionale attraverso tool di data mining. Abbiamo selezionato i geni il
cui profilo di regolazione risultato maggiormente correlato
a quello del gruppo di geni ANIA, e ad altri geni differenzialmente espressi da antipsicotici tipici e atipici, ed stato identificato un possibile network funzionale che mette in relazione diversi geni implicati nella risposta a farmaci antipsicotici.
Conclusioni: i fattori di trascrizione identificati e il network
funzionale identificato, rappresenta un primo passo verso la
caratterizzazione del network regolativo implicato nellefficacia dei farmaci antipsicotici. Nuovi studi saranno necessari sia per validare le predizioni computazionali, sia per
meglio caratterizzare il network regolativo utilizzando nuovi esperimenti di espressione genica cerebrale in seguito a
perturbazioni dopaminergiche in modelli animali.
Dipartimento di Neuroscienze e Scienze del Comportamento, Universit di Napoli Federico II; ** Dipartimento
di Biologia e Patologia Cellulare e Molecolare, Universit
di Napoli Federico II
Tra tutti i disordini mentali, la schizofrenia stata la patologia meglio caratterizzata per quanto riguarda i rapporti epidemiologici con i disordini del metabolismo del glucosio. La
causa di iperglicemia associata a disturbi mentali di gran lunga pi studiata e per la quale esistono le maggiori e pi replicate evidenze sperimentali in diversi paradigmi, dai modelli
in vitro a studi nelluomo, rappresentata dalluso di farmaci
antipsicotici. Ped/Pea-15 un gene coinvolto nella regolazione della espressione dei trasportatori del glucosio e ipoteticamente nella patogenesi del diabete. Esso compromette le-
305
spressione in membrana del GLUT-4, il trasportatore responsivo allinsulina, e appare ridotto sia come trascritto che come proteina in pazienti affetti da diabete mellito di tipo 2 rispetto ai controlli. Precedenti evidenze sperimentali suggeriscono che gli antipsicotici inficiano lespressione in membrana dei trasportatori del glucosio sensibili allinsulina. Nostre
osservazioni sono dimostrative di un aumento di Ped/Pea-15
nel caudato-putamen di topi transgenici trattati cronicamente
con Aloperidolo. Partendo da tali presupposti teorici, abbiamo trattato cellule PC12 e L6 con dosi crescenti di Aloperidolo (1 M, 10 M, 50 M) e abbiamo valutato lespressione di Ped/Pea-15 e della sua chinasi Akt a diversi tempi di
esposizione (30 e 24 h). I risultati suggeriscono un aumento
della espressione sia di Ped/Pea-15 che di Akt in maniera dose dipendente in entrambi i cloni cellulari. Tali evidenze suggeriscono un potenziale link molecolare tra Antipsicotici e discrasie del metabolismo del glucosio caratterizzando una potenziale via attraverso cui essi determinano uno stato di insulino resistenza.
POSTER
Psichiatra, ** Psicologo,
CSM-Rogliano (CS)
***
Infermiere professionale,
sulle persone affette da disturbi mentali gravi in un campione costituito da professionisti della sanit, medici e infermieri non psichiatrici, operatori di pubblica sicurezza e soggetti adulti della popolazione generale residenti nel comune
di Rogliano (CS).
Metodi: il campione risulta costituito da 262 soggetti (M/F
137/122, et media 43,35 9,53, range 21-68). 68 soggetti
sono medici specialisti, 64 infermieri professionali, 27 operatori di pubblica sicurezza (vigili urbani e carabinieri), 103
soggetti appartengono alla popolazione generale Tutti i soggetti sono stati valutati con un questionario socio-demografico e con il Questionario sulle Opinioni degli Italiani riguardo ai disturbi mentali (QOI).
Risultati: le cause genetiche sono indicate dall86,8% dei
medici; percentuali significativamente inferiori si registrano
negli altri tre gruppi. Nel gruppo di soggetti provenienti dalla popolazione generale si registrano le percentuali pi elevate relativamente alle cause ambientali e sociali: trauma
(46,6%), stress (40,8%), droga (41,7%), alcol (33%). Infermieri ed operatori di pubblica sicurezza si collocano in posizione intermedia tra i due gruppi. Il pregiudizio dellimprevedibilit presente soprattutto tra gli infermieri
(53,1%) e gli operatori di pubblica sicurezza (44,4%), seguono i medici (32,4%) ed infine la popolazione generale
(27,2%). Sono soprattutto medici, infermieri e operatori di
Pubblica Sicurezza a dichiararsi favorevoli a politiche di
esclusione sociale.
Conclusioni: gli operatori sanitari, siano essi medici o infermieri, presentano un livello di conoscenza non molto differente dagli altri due gruppi. Stereotipi e pregiudizi sono
diffusi sia tra gli operatori della sanit che tra gli operatori
di pubblica sicurezza. Appare evidente che per ottenere un
cambiamento negli atteggiamenti verso le persone affette da
malattia mentale necessario attivare programmi formativi
adeguati alle caratteristiche e alle conoscenze dei gruppi destinatari del messaggio.
POSTER
POSTER
zione di semplici movimenti di scrittura con la mano dominante e nel disegnare spirali in diverse condizioni (mano dominante e non dominante, in modo accurato o veloce). I test grafici erano somministrati nei pazienti, sia nella condizione ON (trattamento con MPH) sia nella condizione
OFF (senza trattamento con MPH). Il Test di Mann-Whitney stato utilizzato per confrontare il gruppo dei casi con
i controlli. Il Test di Wilcoxon stato utilizzato per confrontare le prestazioni grafiche dei pazienti nelle due condizioni: ON e OFF.
Risultati: il confronto tra i casi in OFF ed i controlli evidenziava prestazioni grafiche sovrapponibili sia nelle prove
di scrittura che nel disegno delle spirali (p = n.s.). Il confronto tra i casi in ON ed i controlli mostrava una differenza significativa sulle variabili NDA-NIV (p < 0,001) e
NDV-NIA (p = 0,028) che indicano rispettivamente il numero di inversioni in velocit (condizione non dominante
accurata) ed il numero di inversioni in accelerazione (condizione non dominante veloce). Il confronto tra i casi in
ON e in OFF evidenziava differenze significative solo
nelle prove di scrittura, nella condizione dominante accurata (p < 0,001), mentre non mostrava alterazioni significative nelle prove di disegno (spirali).
Conclusioni: questi risultati avvalorano la tesi di Tucha e
Lange (2005) secondo la quale la diminuzione della fluidit
nella scrittura solo nei bambini con ADHD, non sia data da
una azione diretta del MPH, bens dallazione del controllo
conscio che pu essere attuato nella scrittura proprio grazie
al fatto che il MPH agisce andando ad aumentare le capacit
attentive.
Bibliografia
Tucha O, Lange KW. The effect of conscious control on handwriting in children with attention deficit hyperactivity disorder. J
Atten Disord 2005;1:323-32.
Pullman SL. Spiral Analysis: A new technique for measuring tremor with a digitizing tablet. Movement disorders 1998;13:85-9.
308
POSTER
Introduzione/Scopo: attualmente la nosografia internazionale non include lobesit nei Disturbi del Comportamento
Alimentare, sebbene questa sia caratterizzata da molti aspet-
L
F
K
Hs
D
Hy
Pd
Mf
Pa
Pt
Sc
Ma
Si
NC
51,8
56,1
45
62,3
55,18
55,86
56,9
54,98
50,82
50,84
56,14
51,98
51,16
49,72
58,06
43,88
62,74
57
57,54
59,04
55,28
60,12
56,28
57,96
53,12
52,78
0,26
0,45
0,57
0,86
0,47
0,47
0,21
0,90
0,0008*
0,032*
0,36
0,58
0,44
IM
BU
IC
IN
P
SI
CE
PM
ASC
I
IS
NC
12,62
4,38
16,90
6,42
3,23
4,09
7,23
6
6,67
4,57
5,28
11,70
5,29
15,54
9,29
4,08
4,75
7,67
6,54
5,08
3, 58
5,20
0,62
0,50
0,47
0,08
0,31
0,57
0,79
0,63
0,15
0,53
0,93
309
POSTER
gruppo NC presenta punteggi pi alti rispetto alla norma anche sulle scale BU (Bulimia) e IN (Inadeguatezza).
Conclusioni: lMMPI-2 stato in grado di distinguere il
gruppo NC dal gruppo C, mentre lEDI-2 ha mostrato una
significativa psicopatologia correlata ad un disturbo alimentare in entrambi i gruppi.
Bibliografia
1
Fassino S, Leombruni P, Piero A, Abbate-Daga G, Giacomo
Rovera G. Mood, eating attitudes and anger in obese women
with and without Binge Eating Disorder. J Psychosom Res
2003;54:559-66.
POSTER
re la risposta anche in questi pazienti vi il potenziamento della terapia serotoninergica con antipsicotici a basso dosaggio. I
primi dati positivi riguardanti laloperidolo sono stati successivamente affiancati da studi che hanno analizzato limpiego
degli antipsicotici di seconda generazione. Attualmente una
serie di studi randomizzati e controllati hanno confermato lefficacia terapeutica nel trattamento del DOC resistente di olanzapina e risperidone. Mancano tuttavia in letteratura studi che
abbiano confrontato questi due farmaci per evidenziare la presenza di eventuali differenze di efficacia o di tollerabilit.
Scopo dello studio: confrontare lefficacia di olanzapina e
risperidone a basso dosaggio nel potenziamento della terapia serotoninergica in un campione di pazienti ossessivocompulsivi resistenti al trattamento.
Materiali e metodi: sono stati reclutati nello studio 50 pazienti affetti da DOC (in accordo ai criteri del DSM-IV-TR)
che avevano mancato di rispondere ad un trial farmacologico con SRI della durata di 16 settimane. La mancata risposta stata valutata come una riduzione del punteggio iniziale della Y-BOCS inferiore al 35%. I 50 pazienti sono stati
assegnati mediante randomizzazione ad un potenziamento
in aperto con olanzapina (da 2,5 a 5 mg/die) o con risperidone (da 1 a 3 mg/die) della durata di 8 settimane, mantenendo invariato il dosaggio del trattamento con SRI. I pazienti sono stati valutati ogni due settimane fino al termine
dello studio. La gravit sintomatologica stata misurata mediante luso della Y-BOCS e della CGI.
Risultati: 25 pazienti sono stati assegnati al potenziamento
con olanzapina e 25 al potenziamento con risperidone. La dose media di 2,1 0,6 mg/die per il risperidone e di 5,3 2,6
mg/die per lolanzapina. Sia i pazienti assegnati al risperidone che allolanzapina hanno manifestato un miglioramento significativo al termine delle otto settimane come dimostrato
dallANOVA per i punteggi alla Y-BOCS (risperidone F =
7,560, p < 0,0001; olanzapina F = 8,911 p < 0,0001). Al termine dello studio non si sono osservate differenze significative in termini di riduzione ai punteggi alla Y-BOCS, e alla CGI
tra risperidone e olanzapina come dimostrato dallANCOVA.
Anche i tassi di risposta ai due trattamenti (riduzione alla YBOCS 35%; CGI-I = 2) sono risultati sovrapponibili: 50%
per il risperidone e 57,1% per lolanzapina; p = 0,763. Le uniche differenze riscontrate hanno riguardato gli effetti collaterali: nei pazienti trattati con risperidone si verificata con magior frequenza irrequietezza (24% vs. 0%; p = 0,022) e amenorrea (66,7% vs. 10%; p = 0,020). Nei pazienti trattati con
olanzapina si verificato pi frequentemente aumento di peso (52% vs. 16%; p = 0,016).
Conclusioni: le due metodiche di potenziamento hanno dimostrato unefficacia comparabile sia in termini di riduzione dei sintomi che di numero di pazienti responder. Le uniche differenze riguardano il profilo di collateralit.
POSTER
Dipartimento di Scienze Biomediche, Universit di Foggia; 2 Dipartimento di Scienze Mediche e del Lavoro, Universit di Foggia; 3 Dipartimento di Farmacologia e Fisiologia Umana, 4 Dipartimento di Neurologia e Psichiatria,
Universit di Bari
Lobiettivo di questo studio tracciare un profilo psicodiagnostico e psifisiologico in pazienti con Disturbo di Panico
(DP) mediante valutazioni neurovegetative, cliniche e di
personalit.
Metodologia: valutazione del profilo psicofisiologico e psicopatologico di 15 PD e 20 controlli (C) mediante poligrafia della frequenza cardiaca, della conduttanza elettrica e
temperatura cutanea, del fotopletismogramma, della respirazione mediante pneumogramma e dellintervallo R-R ricavato dallECG. Somministrazione della SCID e delle rating scales: SDS, SAS di Zung, STAI, COPE inventory,
16PF.
Risultati: i DP dimotravno livelli pi elevati di ansia rispetto ai C. Lo stile di coping dei DP era orientato ad un maggiore disimpegno comportamentale. Alla poligrafia nei DP,
dopo rilassamento, risultava predominanza ortosimpatica rispetto ai C, ma in corso di stress mentale (backwards digit
recall) la risposta ortosimpatica era inferiore.
Conclusioni: i maggiori livelli di ansia sono coerenti con la
riscontrata predominanza ortosimpatica a riposo. di rilievo il risultato che il disimpegno comportamentale che emerge dallo stile di coping appare coerente con la minore responsivit neurovegetativa allo stress.
Bibliografia
Ekeberg O. et al. Sympathetic reactivity in agoraphobic patients
with and without personality disorders. Journal of Psychosomatic Research 2003;54:457-63.
possono definire come sintomatologia sottosoglia, pu infatti raffinare notevolmente linquadramento del disturbo
ma soprattutto della persona nel suo complesso, offrendo
strumenti prognostici e terapeutici pi precisi nella finalit
di un miglioramento globale della qualit di vita del paziente. In particolare la psicopatologia affettiva sottosoglia
viene individuata attraverso lo studio dei Temperamenti
Affettivi (Akiskal, 2001) e dello Spettro Sottosoglia dellUmore (Cassano,1999), la cui presenza sembra influire
notevolmente sul decorso, sulla prognosi di alcuni disturbi
e sulla scelta terapeutica pi indicata (Cassano, DellOsso,
Frank, Miniati, Fagiolini et al., 1998).
Scopo: Lo scopo di questo lavoro analizzare le possibili
relazioni intercorrenti tra psicopatologia sottosoglia dellumore e Disturbo di Panico, al fine di ampliare ed approfondire la conoscenza della clinica di tale disturbo. Lobiettivo inoltre quello di comprendere se, in unottica pi
complessa, eventuali tratti temperamentali e di psicopatologia affettiva sottosoglia costituiscano una vera e propria
comorbidit latente e possano influenzare il decorso e la
terapia del disturbo.
Materiali e metodi: stato analizzato un campione di 28
pazienti, di cui 15 donne e 13 maschi, reclutati presso gli
ambulatori della Psichiatria Universitaria di Siena nellintervallo di tempo della durata di due mesi.
In ogni paziente stata valutata la presenza di un temperamento affettivo attraverso la Scala dei Temperamenti Affettivi di Akiskal e Mallya (TEMPS-A); la presenza di uno
spettro dellumore, utilizzando il Questionario dello Spettro dellUmore di Cassano (MOODS-SR) e la gravit del
disturbo di panico attraverso il Questionario per la valutazione della gravit del Disturbo di Panico (PDSS).
Risultati e conclusioni: dalle analisi statistiche effettuate
sono risultate correlazioni significative tra la gravit dei
sintomi del Disturbo di Panico e la presenza sia di un temperamento depressivo, sia di positivit allo spettro dellumore. Inoltre emerso un campione di pazienti con caratteristiche cliniche atipiche di et allesordio, durata del disturbo e resistenza alla terapia rispetto a quanto riportato
classicamente dalla letteratura sul Disturbo di Panico.
Questi dati, per quanto preliminari, sembrano indicare un
ruolo importante della psicopatologia affettiva sottosoglia
nel condizionare le manifestazioni del Disturbo di Panico
e suggerire scelte terapeutiche ancora pi mirate e personalizzate.
Bibliografia
Akiskal. Disthymia and Ciclothymia in psychiatric practice a century after Kraepelin, Journal of Affective Disorders 2001;62:1731.
Cassano, Frank et al. The bipolar spectrum: a clinical reality in
search of diagnostic criteria and an assessment methology. Jornal of Affective Disorders 1999;54:319-28.
S. Piccini Simi
Psichiatra
Introduzione: negli ultimi anni la letteratura psichiatrica
ha rivolto la sua attenzione al concetto di psicopatologia
sottosoglia, con lintento di cogliere anche quei sintomi
sfumati, che da soli o insieme ad altri si presentano anche
al di fuori delle fasi di malattia piena e/o del quadro psicopatologico dominante. Lindividuazione di questi, che si
312
POSTER
POSTER
314
POSTER
ta attraverso il metodo DEXA (dual-energy x-ray absorptiometry). In base agli score T e Z (in accordo allet) il campione stato diviso in tre gruppi: densit normale (ND),
osteopenia (OP), e osteoporosi (OS).
Risultati: nel campione totale il 77% ha un T score < -1. I
gruppi OP e OS hanno un BDI totale maggiore, un BMI attuale minore, un minor peso allesordio e lifetime rispetto al
gruppo ND. Una pi lunga durata di malattia associata ad
un danno osseo pi severo. Le attitudini alimentari non differsicono tra i tre gruppi. Emergono alcune differenze nella
diagnosi ma correlate ai differenti livelli di BDI e BMI.
Conclusioni: sintomi depressivi sembrano essere confermati come un importante correlato del deficit osseo anche in
pazienti affette da EDNOS. Pertanto anche in presenza di
EDNOS, un intervento precoce e combinato dovrebbe essere effettuato in soggetti con restrizioni alimentari e amenorrea al fine di ridurre il rischio di gravi complicanze ossee.
Bibliografia
1
Grinspoon S, Miller K, Coyle C, Krempin J, Armstrong C, Pitts
S, Herzog D, Klibanski A. Severity of osteopenia in estrogen-deficient women with anorexia nervosa and hypothalamic amenorrhea. J Clin Endocrinol Metab 1999;84:2049-55.
2
Konstantynowicz J, Kadziela-Olech H, Kaczmarski M, Zebaze
RM, Iuliano-Burns S, Piotrowska-Jastrzebska J, Seeman E. Depression in anorexia nervosa: a risk factor for osteoporosis. J
Clin Endocrinol Metab 2005;90:5382-5.
Conclusioni: soggetti che riferiscono eventi di vita come associati allesordio dei problemi con il cibo o il peso sarebbero portatori di un nucleo psicosomatico e di vulnerabilit allo
stress, almeno in parte dipendente anche da un maggior livello di psicopatologia non alimentare.
Bibliografia
1
Pike KM, Wilfley D, Hilbert A, Fairburn CG, Dohm FA, Striegel-Moore RH. Antecedent life events of binge-eating disorder.
Psychiatry Res 2006;142:19-29.
2
Hudson JI, et al. Binge-Eating Disorder as a Distinct Familial
Phenotype in Obese Individuals. Arch Gen Psychiatry
2006;63:313-9.
POSTER
POSTER
POSTER
318
POSTER
Metodologia: il gruppo costituito da 45 bambini e adolescenti, seguiti presso il DH della nostra Unit Operativa,
con diagnosi di AS/HFA (High Functioning Autism), secondo le linee guida SINPIA. Ne vengono analizzate alcune caratteristiche cliniche.
Risultati: rapporto M/F di 9:1. Let della prima diagnosi per il 44% dei bambini tra 5 e 7 anni, per il 32% tra 8
e 11 anni, per il 24% tra 12 e 18 anni. Unanamnesi positiva per ritardo del linguaggio presente nel 32% dei casi.
Nel 24% dei casi il QI compreso tra 90 e 110, nel 22% il
QI > 110, mentre nel 54% dei bambini il QI risulta < 90.
Il QI verbale > QI di performance nel 42% dei casi. Il
34% dei bambini ha ricevuto un trattamento farmacologico per vari tipi di problemi comportamentali e/o neurologici (ADHD, DOC, s. di Tourette, disturbo dansia/umore,
epilessia).
Nel nostro campione infatti presente unelevata comorbilit e, soprattutto nellet adolescenziale, sovrapposizione
con alcuni sintomi dellarea psicotica.
Conclusioni: la diagnosi di sindrome di Asperger pi
tardiva rispetto a quella di altri disturbi pervasivi dello sviluppo. Il disturbo inoltre presenta nella sua espressivit clinica unassociazione con altri problemi psicopatologici, che
potrebbero spiegare le differenti evoluzioni durante ladolescenza/et adulta.
Bibliografia
Ghaziuddin M, Weidmer-Mikhail E, Ghaziuddin N. Comorbidity of
Asperger Syndrome: a preliminary report. J Intellect Disabil Res
1998;42:279-83.
Ellefsen A, Kampmann H, Billstedt E, Gillberg IC, Gillberg C.
Autism in the Faroe Islands. An epidemiological study. J Autism
Dev Disord 2006 Oct 7.
POSTER
Clinica Psichiatrica, Dipartimento di Neuroscienze, Universit di Padova; ** U.O. di Neuroradiologia, A.O. Padova; *** IRCSS E. Medea
Introduzione: il trauma cranio-encefalico (TCE) associato con linsorgenza di disturbi cognitivi e psichiatrici 1. La
morte neuronale pu proseguire per settimane in aree lontane dal sito dimpatto come lippocampo. Il danno potrebbe
essere aggravato e mantenuto dallinibizione della neurogenesi ippocampale per un danno alle cellule precursori o per
leffetto neurotossico di un aumento dei glucocorticoidi circolanti 2.
Scopo: quantificare il volume di ippocampo, amigdala e
cingolo anteriore (ACC) in 10 soggetti con TCE lieve entro
30 giorni dal trauma e in 9 controlli sani.
Metodologia: nei TCE lievi e nei controlli sono state acquisite sequenze volumetriche in RMN, delimitate le strutture dinteresse e calcolati i volumi con il software DCMView.
Risultati: il volume del ACC destro normalizzato sul volume cerebrale totale significativamente (p < 0,05) minore
nei TCE ed inoltre direttamente correlato (p < 0,05) con i
livelli di cortisolo plasmatico delle ore 8 e inversamente
correlato (p < 0,02) con il volume normalizzato dellamigdala destra. Non riscontrate altre significative variazioni volumetriche.
Conclusioni: lassenza di variazioni del volume ippocampale rispecchia i dati di letteratura che riportano variazioni
solo dopo pi di due mesi dal trauma.
Il volume del ACC risulta ridotto in disturbi stress-correlati
come la Depressione e il DPTS. Studi preclinici mostrano
che uno stress lieve e di breve durata pu causare nel ACC
unimportante atrofia dendritica 3 che potrebbe spiegare il
minor volume del ACC destro nei TCE.
Bibliografia
1
Deb S, et al. Am J Psychiatry 1999;156:374-8.
2
Jorge RE, et al. Biol Psychiatry 2006.
3
Brown SM, et al. Cerebral Cortex 2005;15:1714-22.
Lavoro eseguito per conto della Regione Veneto, Giunta Regionale, Ricerca Finalizzata, Ve Anno 2004, Ulss 07 Pieve
di Soligo dal titolo Modulazione della neurogenesi nel cervello adulto: uno studio clinico Sperimentale Resp. A.
Martinuzzi IRCSS. Medea.
320
POSTER
321
POSTER
Fig. 1.
Fig. 2.
322
POSTER
Sezione di Psicologia, Facolt di Scienze della Formazione, ** Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica, Facolt di Medicina e Chirurgia, Universit di Messina
Il deficit esecutivo connesso a disfunzione del lobo frontale sembrerebbe costituire il disturbo centrale della schizofrenia 1 2. Fino ad ora, per indagare tale deficit, sono stati
usati strumenti quali il Winsconsin Card Sorting Test (Grant
e Berg, 1948) e le Torri di Londra (Shallice e Norman,
1982). Nonostante la loro attendibilit, tuttavia queste misure forniscono dati parziali relativi, rispettivamente, alla flessibilit e alla decisione strategica.
Il presente lavoro intende verificare se somministrando a
pazienti schizofrenici batterie testologiche pi comprensive,
specificamente costruite per la diagnosi della sindrome disesecutiva, possano essere messi in luce non solo eventuali
deficit cognitivi, ma anche le relative compromissioni nelle
attivit quotidiane. A tale scopo, oltre ai test canonicamente
impiegati, sono state somministrate, ad un gruppo di 25 pazienti schizofrenici, la Frontal Lobe Score (Ettlin et al.
2000) una batteria sensibile alla discriminazione del deficit frontale e la Behavioural Assessment Dysexecutive
Syndrome (Wilson et al., 1996) una batteria sensibile nel
rilevare il danno neurocomportamentale in situazioni ecologiche.
I risultati preliminari confermano come la valutazione
neuropsicologica attraverso tali strumenti, consenta una
323
misura delleffettivo funzionamento esecutivo di tali pazienti, evidenziando la complessa interdipendenza tra gli
elementi che strutturano molte situazioni della vita quotidiana. Il ricorso a tali strumenti apre la possibilit, nella
pratica clinica della schizofrenia, di pianificare, monitorare e valutare leventuale efficacia di progetti di rieducazione neurocognitiva, generalmente previsti per pazienti con
sindrome frontale.
Bibliografia
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Rsch N, Spoletini I, Wilke M, Bria P, Caltagirone C, et al. Prefrontalthalamiccerebellar gray matter networks and executive
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POSTER
Levidenza di un possibile ruolo del glutammato (GLU) nella patogenesi della schizofrenia ha suscitato nel corso degli
anni un interesse crescente. Il GLU lega diversi tipi di recettori, tra cui il recettore M3 (GRM3). Il gene codificante
per questo recettore riconosce delle varianti funzionali di tipo SNP (Single Nucleotide Polymorphism). Recenti studi
mostrano un ruolo di questi SNP nella genesi del disturbo e
nella risposta agli antipsicotici. Nel presente lavoro stato
studiato leffetto delle variazioni alleliche in un blocco aplotipico contenente 3 SNP di GRM3 sulla risposta al trattamento con olanzapina (OLZ). 59 pazienti (48 M, et 28,3
7,7) con diagnosi secondo il DSM IV di schizofrenia e terapia con OLZ (dose media 19,8 mg/die 7,7) sono stati sottoposti a valutazione sintomatologica con la PANSS (Positive And Negative Symptoms Scale) ai tempi 0, 7, 14, 28 e
56 giorni dallinizio del trattamento e genotipizzati per i 3
SNP di GRM3. Lanalisi aplotipica ha mostrato frequenze
massime per i 3 aplotipi AGC (62%), GAC (17%) ed AAC
(14%). La valutazione dei possibili effetti dellaplotipo sulla risposta ha, invece, evidenziato un effetto favorevole e
statisticamente significativo (p = 0,03) dellaplotipo GAC
sullandamento dei sintomi negativi espresso come variazione dei punteggi PANSS tra 0 e 56 giorni. Questi dati preliminari suggeriscono che la modulazione della trasmissione glutammatergica geneticamente determinata pu contribuire alla risposta farmacologia a OLZ.
il DSM-IV considera sintomi primari dei Disturbi dellUmore funzioni ed attivit di interesse cronobiologico, come il
sonno e lappetito, inserendoli fra i criteri diagnostici del Disturbo Bipolare e sottolineandone limportanza sia nelle fasi
depressive che in quelle maniacali.
Obiettivo: scopo di questo studio lapprofondimento delle conoscenze relative al legame fra alterazioni del profilo
generale dellattivit circadiana in epoca pre-morbosa e linsorgenza del Disturbo Bipolare, confrontando un gruppo di
pazienti affetti da tale patologia con un campioni di individui sani, nellipotesi che anomalie circadiane in epoca premorbosa possano concorrere ad indicare rischio o caratteristiche del Disturbo Bipolare in et adulta.
Metodi: 21 pazienti (10 maschi e 11 femmine, et media:
48,37), affetti da Disturbo Bipolare secondo i criteri diagnostici del DSM-IV, sono stati confrontati con 28 individui
sani (13 maschi e 15 femmine, et media: 47,5). A tal fine a
tutti i partecipanti stato somministrato un questionario nel
quale si richiedevano informazioni sullorario di addormentamento e risveglio. Venivano inoltri richiesti gli orari della
giornata nei quali lappetito, la capacit di concentrazione e
lenergia erano pi elevati. Nello stesso soggetto tali parametri erano esplorati per quanto riguarda ladolescenza
(11-15 anni) e let giovanile (16-20 anni). I dati ottenuti
sono stati confrontati con il t student test per lanalisi statistica.
Risultati: esistono alcune differenze significative (p < 0,05)
dal punto di vista statistico fra il campione di soggetti affetti da Disturbo Bipolare e quello composto da individui sani.
In adolescenza lora del risveglio mattutino anticipata in
media di 24 minuti nei soggetti con Disturbo Bipolare rispetto ai controlli. Inoltre anche lora delladdormentamento serale risulta anticipata in tali soggetti di circa 50 minuti
(p < 0,04). Nellet giovanile lora del risveglio risulta essere anticipata di 78 minuti (p < 0,03) nei soggetti Bipolari,
mentre lorario di addormentamento appare ritardato in media di 25 minuti. Per quanto riguarda lappetito in generale
i pazienti bipolari tendono a riferire una maggiore prevalenza mattutina rispetto ai controlli sani.
Conclusioni: questi risultati sembrano confermare la presenza di differenze significative nel profilo premorboso di
attivit circadiana in soggetti bipolari rispetto ad individui
sani. Queste alterazioni appaiono inoltre riflettersi in alcune
caratteristiche sintomatologiche di tali pazienti, suggerendo
la possibile rilevanza di tali alterazioni anche nellespressione clinica del Disturbo Bipolare in et adulta. Ulteriori
studi dovranno essere condotti al fine di poter individuare
alterazioni circadiane in et giovanile associate con un maggior grado di vulnerabilit alla genesi di tale disturbo.
POSTER
POSTER
Conclusioni: la validazione dello strumento ha mostrato come sia in grado di individuare le aree e le specifiche situazioni vissute come maggiormente stressanti da medici e infermieri e le strategie da loro maggiormente utilizzate per
farvi fronte, suggerendo lesistenza di tipologie di operatori sanitari, caratterizzati da specifici profili nellimpiego
combinato delle quattro strategie di coping.
Centro coordinatore, Dipartimento di Medicina Sperimentale, Universit di LAquila (AQ); ** Medical Affairs, Janssen-Cilag SpA, Cologno Monzese (MI)
Introduzione: la Drug Attitude Inventory 1 (DAI30) uno
strumento valido 2 e attendibile di autovalutazione sullopinione della persona nei confronti del trattamento con farmaci antipsicotici attraverso lesplorazione di due costrutti:
latteggiamento nei confronti del farmaco (AM-DAI30) e
la risposta soggettiva (SR-DAI30). Per queste sue caratteristiche stato recentemente ampiamente utilizzato nei clinical trials per monitorare lopinione del paziente riguardo
il trattamento.
326
POSTER
Metodi: a 347 soggetti con schizofrenia o disturbo schizoaffettivo sintomatologicamente stabili e trattati per 52 settimane con RRP stato chiesto di compilare la DAI30 al basale e a ogni visita successiva (mese 1 e ogni 3 mesi).
Risultati: il punteggio medio totale DAI30 migliora significativamente (p < 0,001) gi dopo 3 mesi di terapia con
RRP con una tendenza stabile al miglioramento sia nella
componente soggettiva (SR-DAI30 da 23,9 3,1 a 24,5
3,5) che in quella cognitiva (AM-DAI30 da 18,7 2,5 a
19,2 2,6). La variazione del punteggio DAI30 correla sia
con la variazione dei sintomi positivi PANSS che con quella del punteggio GAF (rispettivamente coefficiente di Pearson 0,28 e 0,35, p < 0,01). In un modello di regressione logistica la variazione DAI30 un fattore predittivo della remissione sintomatologica completa (0,17%, p < 0,001) secondo i criteri di Andreasen 3.
Conclusioni: il trattamento con RRP per 52 settimane garantendo il mantenimento dellefficacia clinica e un significativo controllo dei sintomi, mostra un miglior funzionamento globale che si riflette in un atteggiamento cognitivo e
funzionale positivo verso la scelta terapeutica instaurata.
Bibliografia
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Centro coordinatore, Dipartimento di Medicina Sperimentale, Universit di LAquila (AQ); ** Medical Affairs, Janssen-Cilag SpA, Cologno Monzese (MI)
Introduzione: gli attuali obiettivi di trattamento sono indirizzati verso la prevenzione delle ricadute, anzich su nuove prospettive di recupero funzionale, perseguibili con il
raggiungimento di una prolungata remissione sintomatologica. I criteri operativi di remissione, secondo Andreasen 1,
distinti in gravit (punteggio PANSS P1, P2, P3, G5, G9,
N1, N4, N6 3) e durata (mantenimento del punteggio 3
per almeno 26 settimane) sono stati applicati a 243/347 soggetti affetti da schizofrenia o disturbo schizoaffettivo stabili
che hanno completato le 52 settimane di trattamento in aperto con RRP.
Risultati: sebbene i soggetti fossero considerati sintomatologicamente stabili solo il 14% al basale soddisfa i criteri di
gravit della remissione mentre a 52 settimane aumenta al
45%. L86% dei soggetti gi in remissione al basale mantiene tale criterio alla fine dello studio. Inoltre il 32% soddisfa
entrambi i criteri (gravit e durata) a 12 mesi. La riduzione
del punteggio totale PANSS dal basale (88,4 22,0) a 12
mesi (69,6 22,9; p < 0,001) associata alla remissione sintomatologica completa (test Chi Quadrato, p < 0,001). Nei
soggetti in remissione sintomatologica la diminuzione dei
327
Dipartimento di Medicina Sperimentale Sezione di Neuroscienze, Universit de LAquila; 2 Centro Igiene Mentale,
Tivoli, Roma; 3 Direzione Medica, Pfizer Italia, Roma; 4 Dipartimento di Psichiatria, Universit di Brescia
Introduzione: la risposta soggettiva alla farmacoterapia e la
qualit di vita percepita sono strettamente legati alla compliance, al quadro psicopatologico oggettivo e alloutcome
del trattamento.
Scopo: valutare la risposta soggettiva a ziprasidone in pazienti schizofrenici ambulatoriali dopo switch da antipsicotici tipici e atipici.
Metodo: 312 pazienti con diagnosi di schizofrenia sono stati inclusi nello studio in aperto e trattati per otto settimane
con ziprasidone. I principali criteri di inclusione prevedevano: trattamento in corso con un altro antipsicotico orale da
oltre 2 mesi e indicazione alla variazione della terapia per risposta inadeguata o comparsa di effetti collaterali intollerabili. La risposta soggettiva al trattamento stata valutata
mediante la scala SWN.
Risultati: 228 pazienti (73,1%) hanno completato lo studio.
Il punteggio medio totale della SWN significativamente
aumentato dopo lo switch a ziprasidone (basale: 97,7
25,3; variazione media dopo 8 settimane: +9,3 20,3; p <
0,0001). Anche tutti i 5 sottopunteggi SWN hanno evidenziato un miglioramento significativo (p < 0,0001).
Discussione/Conclusioni: la risposta soggettiva dei pazienti al trattamento in corso migliorata dopo lo switch a ziprasidone. Tale evidenza pu essere ricondotta al peculiare
profilo di efficacia e tollerabilit di ziprasidone, con particolare riferimento agli effetti positivi sulle funzioni cognitive nonch alla ridotta azione sedativa rispetto agli altri antipsicotici.
POSTER
Dipartimento di Medicina Sperimentale Sezione di Neuroscienze, Universit de LAquila; 2 Dipartimento di Psichiatria, Universit di Brescia 3 Direzione Medica, Pfizer Italia,
Roma; 4 U.O. Psichiatria, Ospedale Fatebenefratelli, Milano
Introduzione/Scopo: due studi in aperto della durata di 8
settimanea cui hanno partecipato pazienti schizofrenici in
fase acuta o stabilizzatahanno valutato leffetto dello switch a ziprasidone da olanzapina (n = 124), risperidone (n =
98), aloperidolo (n = 65) o quetiapina (n = 63) su EPS, peso corporeo e diversi parametri di laboratorio.
Metodologia: pazienti schizofrenici in fase acuta o cronica
che necessitavano di una variazione della terapia antipsicotica a causa di una risposta terapeutica insoddisfacente o
dellinsorgenza di effetti collaterali intollerabili sono stati
trattati in aperto, con ziprasidone, per otto settimane.
Risultati: peso e BMI si sono ridotti significativamente dopo
switch da risperidone e olanzapina. I livelli di colesterolo totale sono diminuiti significativamente in seguito allo switch
da olanzapina e risperidone e la glicemia ha evidenziato un
miglioramento significativo dopo switch da quetiapina. La
prolattinemia si ridotta significativamente dopo switch da
risperidone. Il punteggio medio basale alla scala Simpson Angus si ridotto significativamente dopo lo switch a ziprasidone in tutti gruppi valutati (p < 0,0001 vs. risperidone e aloperidolo; p < 0,05 vs. olanzapina e quetiapina).
Discussione/Conclusioni: il profilo metabolico di ziprasidone offre diversi vantaggi, rispetto agli altri antipsicotici
atipici, nella gestione della sicurezza cardiovascolare a lungo termine del paziente schizofrenico.
contatto coi servizi di 23,8 anni; il 95% dei pazienti celibe; 43 pazienti (79%) vivono in famiglia; 24 (43%) soggetti hanno conseguito la licenza media inferiore, 22 (39%)
quella superiore; 24 (43%) pazienti sono disoccupati e 15
(27%) sono studenti. presente abuso di sostanze per 26
soggetti (46%); 21 pazienti (37,5%) hanno subito ricoveri
prima del contatto con i servizi, 16 (29%) sono stati inviati
ai CSM dallSPDC, 11 (20%) dai familiari, 10 (18%) dai
medici di base, 5 (9%) si sono presentati autonomamente.
Conclusioni: nonostante lesiguit del campione i dati da
noi raccolti sembrano confermare le recenti evidenze presenti in letteratura.
POSTER
study examined the efficacy of topiramate on PG, via a parallel, double blind placebo controlled trial.
Methods: twenty-six patients were recruited. The diagnosis
was made by DSM-IV criteria and the Structured Clinical
Interview for Pathological Gambling (SCID-PG) confirmed
by out the Pathological Gambling Scale (PG-Y-BOCS).
Inclusion criteria: diagnosis of gambling, significant
scores at Gambling Symptom Assessment Scale (GSAS
2), and Clinical Global Impression-severity > 4. Exclusion
criteria included psychoesis, psychotropic medications,
pregnancy, positive drug urine screen. The patients were
randomized to topiramate vs. placebo in a 1:1 fashion. A
physician monitor side effects. Blood-work was performed
to monitor routine laboratories/topiramate levels. Medication was titrated up to 300 mg/day.
Results: primary outcome measure: PG-Y-BOCS
total/compusion score, CGI. The sample size calculation is
based on a two-sided test at 5% significance level. A previous study show a difference between active treatment and
placebo of 2.1 units of approximately 10% could be expected. The finding will be supported by statistically significant
differences in the secondary outcome measures: Barratt Impulsivity Scales, GSAS.
Conclusions: final data will support the hypothesis that Topiramate was efficacious on gambling behavior in our patients with PG.
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**
Introduzione: RRP, unico antipsicotico atipico in formulazione a rilascio prolungato, si dimostrato efficace e ben
tollerato in studi a breve e lungo termine in soggetti con disturbi psicotici 1-6. Sono qui presentati i dati italiani della fase di estensione dello studio internazionale StoRMi in aperto della durata di 6 mesi che valuta lefficacia di RRP in soggetti psicotici stabili sottoposti a switch diretto da un precedente trattamento antipsicotico orale/depot.
Risultati: dei 124 soggetti (73% del totale) entrati nella fase di estensione, 70 hanno completato i 18 mesi di trattamento. Il 52% uscito dallo studio per ritiro del consenso
(30%) eventi avversi (12%) o risposta insufficiente (9%). Il
punteggio medio totale PANSS e quello delle sottoscale
migliorato significativamente (p 0,001) a tutte le valutazioni (previste ogni 3 mesi). Allendpoint il 58% dei soggetti ha avuto un miglioramento 20% nel punteggio totale
PANSS e sono migliorati (p 0,001) i punteggi alla CGI-S
GAF e SF-36 (tutti i domini). Gli eventi avversi pi frequenti sono stati ansia (17%) aumento di peso (16%) insonnia (12%) esacerbazione dei sintomi (12%) e anormalit
della sfera sessuale (6%). Si verificata una significativa riduzione (p 0,001) nel corso dello studio del punteggio totale ESRS e del parkinsonismo.
Conclusioni: In soggetti con disturbi psicotici il trattamento a
lungo termine con RRP porta ad un miglioramento significativo e protratto dei sintomi con un buon profilo di tollerabilit.
POSTER
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**
dovuto sia al coinvolgimento nella sintomatologia (fenomeno dellaccommodation) sia al peso di vivere con una
persona affetta da una condizione psichiatrica cronica;
nonostante questo, la loro qualit di vita non mai stata
sistematicamente investigata. Comprendere chi, tra i familiari, sia pi soggetto a un peggioramento della qualit
di vita pu essere utile ai fini di proporre interventi specifici volti a migliorare lambiente familiare e, di conseguenza la qualit di vita.
Scopo dello studio: scopi del presente studio sono valutare la qualit di vita nei familiari di pazienti con DOC e
individuare potenziali predittori della qualit di vita.
Materiali e metodi: il campione oggetto dello studio
costituito da 85 familiari di pazienti con diagnosi di DOC
(Y-BOCS 16).
Ai familiari selezionati sono stati somministrati lintervista strutturata per la diagnosi di Asse I (Structured Clinical Interview for DSM-IV-TR Axis I Disorders, Non Patient Version - SCID-NP), la Family Accommodation Scale for Obsessive Compulsive Disorder (FAS) e la Medical
Outcome Study 36-Item Short-Form Health Survey (SF36). Criteri di inclusione sono stati: et 18 anni, b) rapporto di convivenza che comporti laver trascorso con il
paziente un adeguato periodo di tempo negli ultimi due
anni; c) assenza di diagnosi di Asse I (DSM-IV-TR); d)
assenza di altri familiari con gravi problemi di salute fisica o mentale di cui doversi prendere cura. Ai pazienti con
DOC sono state somministrate la SCID-I, lHamilton Depression Rating Scale (HDRS), lHamilton Anxiety Rating
Scale (HARS).
Risultati e discussione: le scale di qualit della vita nei
familiari di pazienti con DOC risultano significativamente peggiori di quelle rilevate nella popolazione italiana;
tali dati sono in linea con la letteratura sullimpatto del
DOC sulla famiglia.
I familiari che tendono ad avere maggiore compromissione in diverse scale di qualit della vita sono di sesso femminile, di et avanzata, genitori dei pazienti con DOC pi
che coniugi, con un elevato coinvolgimento nei sintomi
del paziente. Il punteggio totale della Y-BOCS risulta essere in definitiva lunica variabile in grado di spiegare in
modo significativo la varianza della componente mentale
della SF-36; tali risultati mostrano come sia la gravit della sintomatologia del paziente e non una sua generica ansia o depressione a compromettere il funzionamento dei
familiari, rendendo il DOC una malattia a rischio particolarmente alto di sofferenza mentale per questi ultimi.
Bibliografia
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330
POSTER
Per valutare lo stato dellarte e programmare i servizi, abbiamo effettuato unindagine epidemiologica a Torino sui
nuovi casi psichiatrici negli anni 2001-2002, ora in corso di
aggiornamento per il 2006 ed il primo semestre del 2007.
La ricerca sullaccesso ai servizi psichiatrici aveva rilevato 245 nuovi casi presi in carico da gennaio 2001 a dicembre 2002, pari allo 0,83% dei residenti, valore inferiore allincidenza attesa rispetto alla popolazione italiana, attribuibile alla disinformazione e scarsa accessibilit dei servizi.
Gli stranieri residenti sono aumentati dai 41.665 del 2001 a
77.604. I dati preliminari attestano un aumento dei nuovi casi psichiatrici nel 2006-2007, che raggiunger il doppio rispetto al biennio 2001-2002 se landamento dei primi tre semestri si manterr stabile.
Laumento in numero assoluto dei pazienti pone la necessit
di una formazione specifica degli operatori e linvestimento
in strumenti come la mediazione culturale. Peraltro non
aumentata la percentuale di pazienti rispetto ai residenti: rimangono quindi invariate le difficolt di accesso ai servizi
ed appaiono utili progetti di informazione presso le comunit straniere e di collegamento con i medici di base e gli altri operatori sociali.
Dipartimento di Scienze psichiatriche e Medicina Psicologica, 2 DAI Salute Mentale Policlinico Umberto I, 3 Dipartimento di Scienze psichiatriche e Medicina Psicologica,
Sapienza Universit di Roma
Introduzione: la mortalit dovuta al suicidio aumentata
negli ultimi 45 anni del 60% 1. I tentativi di suicidio (TS)
presentano unincidenza maggiore rispetto a quella del suicidio, in misura variabile da 10 a 20 volte 2. Il rischio di suicidio aumentato nei soggetti che abbiano effettuato un TS
di circa 10 volte rispetto alla popolazione generale.
Il TS considerato il fattore predittivo pi importante che si
conosca per un eventuale futuro suicidio: si stima che circa
il 10-15% delle persone che hanno precedentemente tentato
il suicidio moriranno successivamente in seguito ad una
condotta anticonservativa.
Obiettivi: lobiettivo dello studio quello di valutare, dopo
un TS, quali siano gli eventuali fattori predittivi di ricadute
del disturbo ed il rischio suicidario futuro.
Metodi: sono stati reclutati tutti i pazienti giunti al DEA del
Policlinico Umberto I in seguito ad un TS da marzo 2007 a
settembre 2007, per un totale di 26 soggetti. Contestualmente alla visita i soggetti hanno firmato un consenso informato scritto per la partecipazione al protocollo di ricerca.
Un soggetto stato escluso dal protocollo perch non ha
fornito il consenso informato. Sono state in seguito compilate una scheda di raccolta dei dati del soggetto e la Intent
Score Scale 3. I pazienti sono stati poi rivalutati tramite tre
interviste telefoniche a distanza di 1 mese, 6 mesi ed un an-
POSTER
Introduzione: lagito suicidario di un paziente la pi difficile esperienza lavorativa per i terapeuti 1 2. Questo studio
vuole indagare la reazione emotiva degli psichiatri di un Dipartimento di Salute Mentale al tentativo di suicidio (TS)
dei loro pazienti.
Metodologia: stato somministrato un questionario allo
psichiatra dopo 2 settimane dal TS del paziente. Parteciparono allo studio 26 psichiatri, curanti di 62 pazienti. stata
condotta unanalisi statistica descrittiva.
Risultati: tra le emozioni pi dichiarate dai terapeuti vi furono tristezza (37%), impotenza (34%) e frustrazione
(16%). Per lo pi gli operatori ritennero di non avere nulla
da rimproverare n a se stessi (60%), n ad altri (88%). Dopo il TS, nel 42% dei casi il terapeuta ne parl con i colleghi, nel 56% si dichiar disponibile ad aiutarli se si fossero
trovati a vivere la medesima esperienza. La discussione dquipe segu il 58% degli agiti, migliorando lo stato danimo
del terapeuta nel 47% dei casi.
Conclusioni: il TS di un paziente unesperienza emotivamente significativa per gli psichiatri; essi in quasi la met
dei casi ne parlano con i colleghi e traggono beneficio dalla
discussione dquip del caso. Potrebbe essere utile fornire
agli psichiatri maggiori strategie che li aiutino a ridurre
limpatto emotivo che tali situazioni comportano.
Bibliografia
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POSTER
333
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POSTER
Introduzione: i tratti temperamentali, modulati geneticamente, sono stati ripetutamente associati ai sistemi neurotrasmettitoriali. Tra i geni candidati della serotonina (5-HT),
quello che codifica per il recettore 2A (5-HT2A) ha ricevuto particolare attenzione.
Metodo: nel presente studio sono stati analizzati i polimorfismi rs643627, rs594242, rs6311 e rs6313 del 5-HT2A e la
loro potenziale associazione con i tratti di personalit, misurati attraverso la scala Temperament and Character Inventory (TCI). Il campione era composto da un sotto-campione
tedesco e da uno italiano. Il primo consisteva in un gruppo
di 111 pazienti con tentato suicidio (38,7% maschi; et media: 39,2 13,6) ed un gruppo di controllo di 289 soggetti
sani (42,6% maschi; et media: 45,2 14,9). Il sotto-cam335
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nella popolazione universitaria e individuare i fattori di rischio ai quali esposto lo studente per fornire una possibile
guida per lattivit di consultazione psichiatrica in ambito
universitario.
Metodologia: il campione costituito da 530 studenti universitari di cui 274 dellUniversit spagnola Rovira i Virgili di Tarragona, 106 del progetto Socrates-Erasmus e 150
dellUniversit degli Studi di Padova. I dati sono stati raccolti attraverso un questionario autosomministrato che indaga le cause e sintomi del disagio psichico e il livello della
stigmatizzazione; lo stato di benessere generale stato valutato con il questionario GHQ-12 di Goldberg.
Risultati: dallindagine emerso che le difficolt incontrate dagli studenti toccano diverse aree tra loro intrecciate:
difficolt accademiche, relazionali con familiari, coetanei,
docenti e disturbi dellaffettivit. Inoltre emersa la difficolt da parte della popolazione studentesca a confrontarsi
direttamente col disagio psichico.
Conclusioni: lo studio ha messo in evidenza che per promuovere il benessere degli studenti che presentano un disagio psicoemotivo sarebbe auspicabile la presenza di servizi
di counseling psicologico allinterno delle universit. Tale
servizio gi presente presso la clinica psichiatrica di Padova e da supporto ad una popolazione che non trova facilmente il luogo in cui risolvere i propri problemi.
POSTER
Introduzione: fattori di natura genetica possono influenzare le complicanze mediche associate allabuso di alcool e
lefficacia del trattamento di disintossicazione.
Metodo: in questo lavoro abbiamo studiato le varianti
rs1800587 nellIL1A, rs3087258 nellIL1B, rs1799724 nel
TNFa and il HTTLPR nellHTT, in un campione di 64 alcolisti e 47 non alcolisti, parenti dei soggetti sperimentali, raccogliendo un set di parametri clinici e misure di efficacia del
trattamento.
Risultati: gli individui dipendenti da alcool mostravano un
peggiore profilo clinico rispetto ai propri parenti, in termini
di colesterolo, trigligeridi, glucosio, transaminasi glutammico-ossalacetica, transaminasi glutammico-piruvica e di
Gamma-Glutamil-Transpeptidasi. Nonostante ci, tutti gli
indici clinici miglioravano in seguito alla disintossicazione
ed i livelli di enzimi epatici erano paragonabili a quelli dei
parenti non alcolisti, ad eccezione dei livelli di GammaGlutamil-Transpeptidasi, che rimanevano significativamente pi alti nei pazienti alcolisti. Inoltre, con il trattamento,
anche la gravit dei sintomi depressivi e ansiosi si riduceva
in modo significativo. Le varianti geniche nellIL-1A, IL1B, TNF e HTTLPR non erano associate ad alcun indice clinico n a modificazioni in seguito al trattamento.
Conclusioni: nel nostro campione i geni IL1A, IL1B, TNF
e HTT non sembrano essere fattori associati alla tossicit
dellalcool n alla riuscita della disintossicazione.
Metodo: il campione includeva 331 famiglie nucleari, provenienti dalle regioni centrali ed occidentali del Canada, i
cui figli erano affetti da DB. In totale sono stati raccolti
1044 individui. Tutti soggetti sono stati genotipizzati per le
varianti 941T>G e uVNTR a livello del gene MAOA,
mediante tecniche di PCR.
Risultati: lanalisi aplotipica ha fornito risultati significativi
(p = 0,0068; permutation p = 0,00098) e laplotipo T-4 risultato significativamente associato al DB (OR = 1,63). Lanalisi dei singoli marcatori ha fornito una associazione borderline per la variante 941T>G (p = 0,04) ma nessuna associazione per il marcatore uVNTR. Analizzando maschi e femmine separatamente non sono emerse differenze significative.
Conclusioni: questo studio di associazione basato sulle famiglie fornisce un ulteriore supporto alla tesi di un coinvolgimento del gene MAOA nel DB.
1
Department of Psychiatry, Charit University Medicine
Berlin, Campus Charit Mitte, Berlin, Germany; 2 Istituto di
Psichiatria, Universit di Bologna, Bologna, Italia; 3 Neurogenetics Section, Centre for Addiction and Mental Health,
Department of Psychiatry, University of Toronto, Toronto,
ON, Canada
Introduzione: la Malattia di Alzheimer (MA) e le altre forme di demenza neurodegenerativa sono caratterizzate da deficit cognitivi e dalla perdita progressiva della coscienza riflessiva (CR), la consapevolezza del proprio stato di coscienza 1. Questo studio ha messo a confronto il quadro delle alterazioni della CR in diverse popolazioni di pazienti affetti da demenza.
Metodi: un totale di 103 pazienti con diagnosi di demenza
di grado lieve/moderato (MMSE > 10) secondo i criteri
DSM-IV e NINCDS/ADRDA sono stati reclutati presso le
Unit Valutazione Alzheimer della Clinica Neurologica dellUniversit A. Avogadro di Novara e dellospedale S. Andrea di Vercelli. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a valutazione neuropsichiatrica e neuropsicologica. Il grado di CR
stato valutato utilizzando il Self-Consciousness Questionnaire (SCQ) 1.
Risultati: sono stati studiati 4 gruppi di pazienti: 57 soggetti affetti da MA, 18 con demenza frontotemporale (DFT); 8
con demenza a corpi di Lewy (DCL); 18 con demenza mista (DM). I pazienti affetti da DFT hanno riportato punteggi SCQ significativamente pi bassi rispetto agli altri gruppi (p < 0,05; Fig. 1). Inoltre stata dimostrata una correlazione diretta significativa (p < 0,01) tra i punteggi SCQ e i
valori di funzionalit frontale.
Discussione: lo studio ha confermato lassociazione tra deficit frontali, demenze anteriori e compromissione della CR,
che nella MA pi lieve e limitata alla consapevolezza della
propria identit e dello stato affettivo, in accordo con il precoce coinvolgimento delle regioni parietali posteromediali 2 3.
Introduzione: lo scopo di questo lavoro era di studiare alcune varianti genetiche a livello del gene MAOA nel Disturbo bipolare (DB), ricorrendo ad uno studio di associazione basato sulle famiglie.
Bibliografia
1
Gil R, Arroyo-Anllo EM, Ingrand P, Gil M, Neau JP, Ornon C,
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aging: evidence from functional MRI. PNAS 2004;101:4637-42.
prensione della psicopatologia dei diversi disturbi psichiatrici 2 3. Lo scopo dello studio valutare i tratti temperamentali in soggetti con diagnosi DSM-IV di Disturbi dellumore e dansia e le loro correlazioni con le dimensioni psicopatologiche dopo la remissione dellepisodio indice.
Metodologia: stata somministrata la versione breve della
Temperament Evaluation of Memphis, Pisa, Paris and San
Diego auto-questionnaire Brief-version (TEMPS-M) a 101
pazienti con disturbi dellumore e dansia, in fase di stabilizzazione clinica, di et compresa tra 14 e 65 anni. La sintomatologia clinica stata valutata con la Symptom Check
List (SCL-90).
Risultati: non sono state osservate differenze statisticamente significative nei punteggi medi ottenuti alla TEMPS-M e
alla SCL-90 tra i soggetti con disturbi dansia e dellumore.
I diversi tratti temperamentali influenzano i sintomi residui.
Conclusioni: i nostri dati potrebbero rappresentare un indicatore indiretto di possibili tratti temperamentali comuni ai
due differenti disturbi. Il paradigma temperamentale potrebbe in parte spiegare la sintomatologia residua. La valutazione dei temperamenti affettivi sembra aggiungere considerevoli informazioni cliniche alla descrizione psicopatologica e
diagnostica.
Bibliografia
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Woodfield R, Saunders PR, Smith PB. Nature over Nurture:
temperament, personality and life span development. J Pers Soc
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Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica. Universit dellAquila; ** U.O. di Psicologia Clinica, Villa Serena,
Citt S. Angelo (PE); *** Dipartimento di Medicina Sperimentale, Universit dellAquila
Introduzione: la corteccia orbitofrontale (COF) gioca un
ruolo critico nel complesso processo di decision-making 1.
Soggetti che presentano un danno a livello della COF mostrano notevoli deficit nella capacit di decision-making in
situazioni di vita reale, soprattutto in relazione alla componente sociale o emozionale, in un contesto di funzioni
intellettive ben preservate. stato ipotizzato che questi
soggetti mostrino inabilit ad usare segnali somatici o
emozionali, necessari nel guidare una decisione verso la
direzione pi vantaggiosa 2. Scopo dello studio valutare
la correlazione tra caratteristiche psicopatologiche e deficit di decision-making in soggetti con diagnosi di schizofrenia.
Metodologia: sono stati valutati 20 soggetti con diagnosi
DSM-IV di Schizofrenia, consecutivamente afferenti ad una
POSTER
struttura assistenziale. Per la valutazione clinica e neurocognitiva sono stati utilizzati, rispettivamente, la Positive and
Negative Sindrome Scale (PANSS) e lIowa Gambling Task
(IGT).
Risultati: sono stati valutati 20 soggetti, 10 maschi e 10
femmine, di et media di 43,70 12,32.
Il punteggio medio totale alla PANSS era 66,17 11,19,
della scala positiva era 23 4,98, della scala negativa 15,17
6,21 e della generale 28 5,83. 19 soggetti presentavano
un Composite Index alla PANSS > 0 e quindi una sintomatologia prevalentemente positiva.
AllIGT si evidenzia un punteggio medio al net score, ovvero la differenza tra mazzi vantaggiosi e svantaggiosi, di 4,20 28,63 ed un budget medio finale di 1675 1197,5.
Questo indica la propensione a scelte meno vantaggiose.
stata evidenziata una correlazione negativa statisticamente significativa (p < ,05) tra net score e quello della scala positiva della PANSS nel senso che una pi grave sintomatologia positiva si associa ad una scelta meno vantaggiosa di
mazzi.
Conclusioni: la propensione ad un pattern di decisionmaking poco vantaggioso indica che una disfunzione di tale costrutto in persone affette da schizofrenia verosimilmente associata a sintomi positivi.
Bibliografia
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Krawczyk DC. Contribution of the prefrontal cortex to the neural basis of human decision making. Neurosci Biobehav Rev
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2
Damasio AR. The somatic marker hypothesis and possibile functions of the prefrontal cortex. Philos Trans R Soc Lond
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338
POSTER
POSTER
Bibliografia
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investigation. Psychological Medicine 2005;35:1-11.
Lo scopo di questo studio stato esaminare il processo di riconoscimento delle emozioni di paura e felicit in un campione di soggetti con disturbo schizofrenico, con disturbi
dansia e in un gruppo di volontari sani.
Metodologia: sono stati valutati soggetti con diagnosi
DSM-IV di disturbo schizofrenico (n = 12) e disturbi dansia (n = 11) confrontati con un gruppo di controllo di 13 volontari sani.
Il riconoscimento di espressioni facciali delle emozioni di
paura e felicit stato rilevato mediante registrazioni elettroencefalografiche di potenziali evocati (Event Related Potentials ERPs).
Risultati: lanalisi statistica non mostra differenze significative tra i 3 gruppi nella latenza della P300 in relazione agli
stimoli rari (paura e felicit).
Sono state evidenziate, invece, differenze nellampiezza
della P300 in relazione al riconoscimento della paura rispetto alla felicit, che risulta significativamente maggiore nei
soggetti schizofrenici. I soggetti con disturbi dansia, invece, mostrano una stessa ampiezza nella P300 di fronte allo
stimolo felicit e paura.
Conclusioni: i dati da noi riportati confermano che i soggetti schizofrenici mostrano maggiori difficolt nel riconoscimento della paura in quanto potrebbe richiedere un impegno cognitivo maggiore rispetto al riconoscimento della
felicit. I soggetti con disturbi dansia sembrano avere una
minore capacit di discriminazione tra le emozioni di paura
e felicit.
Bibliografia
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Consulting Psychologists Press 1976.
Hansenne M. The P300 cognitive event-related potential. I. Theoretical and psychobiologic perspectives. II. Individual variability and clinical application in psychopathology. Clinical Neurophysiology 2000;30:191-231.
POSTER
Tab.
GRUPPO 1
GRUPPO 2
GRUPPO 3
Test
significativit
No
Et (aa)
NS
HA
RD
Alcolemia
(mg%)
Assunzione di
altre sostanze
psicoattive %
70
77
33
31,5 4,8
34,3 8,1
31,3 9,5
ANOVA
n.s.
16,2 2,6
15,1 5,6
14,7 6,0
ANOVA
n.s.
17,2 5,4
15,0 5,3
14,8 6,5
ANOVA
p = 0,039
16,8 4,5
17,6 4,7
17,9 5,8
ANOVA
n.s.
112,1 30,1,
178,2 46,2
176,8 87,9
ANOVA
p < 0,001
4,3%;
6,5%
66,7%
Chi-quadro
p < 0,001
341
POSTER
Bibliografia
Angst J, Gamma A, Endrass J, Goodwin et al. Obsessive-compulsive severity spectrum in the community: prevalence, comorbidity
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342
POSTER
zione della sintomatologia psicotica; tuttavia, i soggetti trattati con ATPsA presentano, rispetto a quelli trattati con ATPS,
una migliore accettazione al trattamento ed una maggiore percezione di benessere in seguito allassunzione della terapia.
Tali evidenze potrebbero essere spiegate con numerose variabili non indagate in questo studio, come, ad esempio lassenza degli effetti collaterali extrapiramidali, pi frequenti nel
trattamento con ATPs ed una migliore consapevolezza di malattia, come indagato in altri studi. Sembra, comunque interessante notare che, nonostante i limiti metodologici di questo studio, laccettazione del trattamento e la conseguente risposta allo stesso, siano significativamente influenzati non
solo dalla risposta clinica, ma anche dalla percezione di benessere dei pazienti successiva allassunzione dei farmaci.
Bibliografia
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Chakos M, Lieberman J Hoffman E, Bradford D, Sheitman B.
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life and other clincical variables. Internal Clinical Psychopharmachology 1995;10:133-8.
POSTER
Dipartimento di Medicina Sperimentale, Universit dellAquila; ** Dipartimento di Salute Mentale, AUSL 4, LAquila; *** Servizio Tossicodipendenze e Alcoldipendenza,
AUSL 4, LAquila
Introduzione: labuso di sostanze un comportamento
complesso in cui impulsivit e schizotipia giocano un ruolo
cruciale nellorigine e nel mantenimento 1 2. Alcuni studi
suggeriscono una relazione tra impulsivit e schizotipia attraverso la quarta dimensione della schizotipia ovvero la
Impulsivit Non-Conforme 3. Lo scopo del nostro studio
quello di esaminare schizotipia e impulsivit in un campione di soggetti con abuso di sostanze.
Metodologia: sono stati valutati 42 soggetti con diagnosi di
Disturbo dAbuso di Sostanze (21 con abuso di alcool e 21
con abuso di eroina, cocaina e cannabinoidi), afferenti al
Ser.T. di LAquila ed inseriti in un programma di trattamento specifico. La Barratt Impulsiveness Scale (BIS-11) stata utilizzata per valutare limpulsivit. Lo Schizotypal Personality Questionnaire (SPQ) e il Temperament and Character Inventory (TCI-125) sono stati somministrati, rispettivamente, per la valutazione della schizotipia e dei tratti del
temperamento e del carattere.
Risultati: correlazioni positive sono state rilevate tra i punteggi totale e delle 3 dimensioni dellSPQ e la Novelty
Seeking e la Self-trascendence del TCI. Le dimensioni del
TCI Self-directedness e Cooperativeness, invece, mostravano correlazioni negative con i punteggi totale e delle tre dimensioni dellSPQ. Le dimensioni temperamentali Harm
Introduzione: le correlazioni tra impulsivit e tratti di personalit in soggetti con disturbi dansia risultano rilevanti
per la comprensione della gravit del quadro psicopatologico 1-3. Lo scopo del nostro studio valutare il contributo della Impulsivit sulle dimensioni psicopatologiche e sui tratti
di personalit, in particolare la Novelty Seeking (NS), in un
campione di soggetti con disturbi dansia.
Metodologia: 45 pazienti ambulatoriali con diagnosi DSMIV di Disturbi dAnsia afferenti consecutivamente, valutati
con i seguenti strumenti: il Millon Clinical Multiaxial Inventory (MCMI-III), per la valutazione della personalit e
delle dimensioni cliniche; il Temperamental and Character
Inventory (TCI-125), per lo studio dei tratti temperamentali
e del carattere, prendendo in esame, tuttavia, solo i punteggi della NS (NS1 = Eccitabilit esploratoria; NS2 = Impulsivit; NS3 = Stravaganza; NS4 = Sregolatezza); la Barratt
Impulsiveness Scale (BIS-11) per la valutazione dellimpulsivit.
Risultati: l87% dei pazienti presentava una Sindrome Clinica Ansiosa al MCMI-III. Limpulsivit attentiva ha mostrato correlazioni positive con le scale di personalit Schizoide e Depressiva e una correlazione negativa con la scala
Compulsiva. Il punteggio totale alla BIS presentava correla344
POSTER
Risultati: dallanalisi dei dati in nostro possesso si evidenziato un significativo aumento della durata dellintervallo R-R e della HRV al termine del periodo di riabilitazione
e un miglioramento dellassetto psicologico. Suddivisa la
popolazione in sottogruppi in funzione dei cut-off clinici si
evidenziata una differente risposta autonomica in relazione alla presenza o meno di ansia di stato, depressione e comportamento di tipo A.
Discussione: appare chiara la relazione tra assetto del SNA
e la presenza di condizioni clinico psicologiche quali ansia,
depressione e comportamento di tipo A.
Conclusioni: emerge, pertanto, la necessit di prolungare
ed approfondire il trattamento riabilitativo nei pazienti che
presentino problematiche psicologiche.
Bibliografia
Vieweg WV, Julius DA, Fernandez A, Wulsin LR, Mohanty PK,
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Carney R, Freedland K, Veith R. Depression, the Autonomic Nervous System, and coronary heart disease. Psychosomatic Medicine 2005;67(Suppl. 1):29-33.
Gruppi
R-R
(base)
R-R
(retest)
HRV
(base)
HRV
(retest)
Ansia+
AnsiaDepressione+
DepressioneTipo A+
Tipo A-
781,41
761,62
797,08
743,43
789,17
753,09
817,13
854,42
829,62
848,70
838,67
844,95
NS
< 0,005
NS
< 0,01
NS
< 0,001
21,83
27,05
27,35
23,38
28,29
21,84
44,31
41,11
48,91
34,64
41,89
40,67
NS
< 0,05
NS
< 0,005
NS
< 0,05
345
POSTER
ca, misurata con la California Psychotherapy Alliance Scale (CALPAS-P/T), e variabili sociodemografiche, psicopatologiche, nosografiche, tipo di trattamento.
Metodologia: il campionamento stato sistematico e consecutivo nellarco di due settimane. I questionari erano anonimi, riconsegnati in busta chiusa in un raccoglitore situato
presso la segreteria. Tutti i terapeuti, che hanno nel frattempo effettuato le loro valutazioni, non avevano accesso al materiale cartaceo dei pazienti. Lappaiamento dei dati era di
unica ed esclusiva competenza dello statistico. Sono stati
utilizzati i seguenti strumenti di valutazione:
CALPAS - California Psychotherapy Alliance Scale;
SCL-90 - Symptoms Check-List 90;
TAS-20 - Toronto Alexitimia Scale;
IIP-64 Inventory of Interpersonal Problems;
DES Dissociative Experience Scale;
VGF Valutazione Globale di Funzionamento;
SWAP-200 Shelder-Westen Assessment Procedure200.
Risultati: lo studio stato effettuato su un totale di 161 pazienti, pari al 74,5% dei pazienti eligibili. La valutazione
dell Alleanza Terapeutica fatta dal paziente e quella fatta
dal terapeuta (sia per il punteggio medio totale che per le
sottoscale) sono risultate significativamente correlate tra loro. (CALPAS P vs. T: r = ,54**; Capacit di lavoro: r = ,34**;
Impegno r = ,32**; Consenso strategie di lavoro: r = ,29**;
Coinvolgimento terapeuta r = ,17* con** p < ,001; * p < ,01).
La gravit dello stato psicopatologico (SCL-90 GSI; TAS) e
del funzionamento psico-sociale del paziente (VGF; IIP-64)
risultata influenzare negativamente la valutazione dellalleanza terapeutica da parte del paziente e del terapeuta. Nello studio dei principali fattori predittori dei punteggi CALPAS del paziente e del terapeuta rispettivamente, la TAS
risultata il predittore pi forte tra quelli considerati (sesso,
terapia farmacologica, VGF, SCL-90 GSI, TAS) per il primo, mentre per secondo i predittori pi significativi sono risultati la VGF unitamente allassunzione di terapia farmacologica.
Conclusioni: il terapeuta valuta lAlleanza Terapeutica con
maggior cautela rispetto al paziente, in particolare se utilizza un setting prettamente individuale. Inoltre, valuta lAlleanza Terapeutica pi debole nei pazienti a cui prescrive (o
sono prescritti) farmaci. Infine, stima lAlleanza Terapeutica pi bassa nei pazienti per i quali ha valutato un peggiore
funzionamento psicosociale. Il paziente, daltro canto, appare negativamente condizionato nella costruzione dellAlleanza con il suo terapeuta dalla presenza del tratto alexitimico. Inoltre, la percezione che ha del consenso sulle strategie e del coinvolgimento/comprensione del suo terapeuta
risente del livello di sofferenza psicopatologica e delle difficolt nelle relazioni interpersonali.
Bibliografia
Dazzi N, Lingiardi V, Colli A. La ricerca in psicoterapia. Milano:
Raffaello Cortina Editore 2006.
Bordin ES. The working alliance: basis for a general theory of psychotherapy. Washington, DC: Paper presented at the annual
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346
POSTER
347
POSTER
non sembra essere particolarmente influenzata dalla presenza di diversi quadri clinici e non sembra essersi modificata
alla fine dellintervento.
Sono state inoltre rilevate alla JCS differenze significative
negli stili di coping (incremento delluso dello stile di coping confronto attivo e dello stile supportivo, con riduzione delluso dello stile di coping emotivo).
Discussione e conclusioni: i risultati dellindagine che ha
riguardato i familiari di giovani utenti allesordio di malattia hanno evidenziato la presenza di un moderato carico assistenziale ed una qualit della vita non particolarmente
compromessa, dato questultimo che pu essere messo in
relazione al breve periodo di malattia.
Lintervento psicoeducativo di gruppo con i familiari ha mostrato un buon gradimento ed una buona partecipazione.
Nessun familiare ha infatti abbandonato lintervento di
gruppo e non sono emerse difficolt a condividere le problematiche di malattia del loro familiare con gli altri partecipanti.
Nel nostro setting clinico il trattamento psicoeducativo di
gruppo ha mostrato una buona efficacia di esito per i familiari dei nostri giovani utenti. I familiari sono stati aiutati a
comprendere le caratteristiche di ogni specifico disagio, ad
affrontare meglio i problemi, e soprattutto i momenti di
stress che frequentemente sono presenti nella famiglia in cui
presente una situazione psicopatologica allesordio.
Bibliografia
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Trento: Erickson 1994.
rispettivamente luno ad un training strutturato di insegnamento sulle strategie di risoluzione di problemi e laltro alla discussione non strutturata sulle strategie di risoluzione
dei problemi.
Metodo: sono stati arruolati 14 utenti con Diagnosi di Disturbo Schizofrenico secondo i criteri del DSM-IV (APA
1999) afferenti presso il Day-Hospital e presso lAmbulatorio della Clinica Psichiatrica. Gli utenti sono stati randomizzati in due gruppi: gruppo Problem Solving Training
(PST), in cui sono stati trattati in maniera strutturata i problemi in vivo dei partecipanti al gruppo ed insegnato loro
delle strategie specifiche per risolverli, ed il gruppo Problem Solving Discussione (PSD), gruppo di controllo, sottoposto ad uno stesso numero di incontri limitati alla discussione degli obiettivi di vita e dei problemi dei partecipanti.
Ogni gruppo stato gestito da un tecnico della riabilitazione psichiatrica e da uno psichiatra. Gli incontri si sono svolti per sei mesi con cadenza settimanale (circa 24 incontri).
La durata degli incontri stata di circa 90 minuti, suddivisi
in due sessioni di 45 minuti con un intervallo di 15 minuti.
Allinizio del trattamento (T0) e alla fine (T1) a tutti gli
utenti sono stati somministrati i seguenti strumenti di valutazione: Current Psychiatric State 50 (CPS-50), Scala di
Funzionamento Personale e Sociale (FPS), Problem Solving
Skills Assessment (PSSA), ABC dei Familiari, Batteria di
Test Neuropsicologici. Le valutazioni sono state effettuate
in cieco da un neuropsicologo e da uno psichiatra.
Risultati: i dati preliminari del nostro studio mostrano che
i partecipanti ai gruppi hanno evidenziato unottima aderenza al trattamento. Infatti un solo partecipante del gruppo
PSD non ha terminato il training e nessuno degli utenti ha
manifestato riacutizzazioni del disturbo psichiatrico nel corso del trattamento.
Lo studio, inoltre, ha evidenziato un significativo miglioramento sia nella sintomatologia clinica (T = 3,756; p <
0,001) che nel funzionamento neurocognitivo (T = 2,345; p
< 0,00) nel gruppo PST rispetto al gruppo PSD.
Discussione e conclusioni: in questo studio stato messo a
confronto un intervento in cui sono stati trattati in vivo in
maniera strutturata i problemi dei pazienti ed un intervento
basato solo sulla discussione su tali problemi senza addestramento specifico nelle tecniche strutturate di soluzione
dei problemi. I dati del nostro studio innovativo hanno evidenziato il miglioramento nel gruppo PST di alcune importanti funzioni cognitive e psicopatologiche superiore a quello del gruppo PSD, di controllo. Resta da verificare se il miglioramento delle variabili cliniche e cognitive dovuto alladdestramento alla soluzione dei problemi si manterr nel
tempo.
Bibliografia
Falloon IR, Economou M, Palli A, Malm U, Mizuno M, Murakami
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348
POSTER
Istituto di Psicologia della Facolt di Medicina, ** Cattedra di criminologia Clinica della Facolt di Medicina,
Universit di Milano; *** Avvocato, libero professionista,
Milano
T. Vannucchi
Servizi Sanitari di Base, Az. USL 4 Prato
Introduzione: ansia e depressione sono sintomi molto spesso associati alla dipendenza alcolica,vari studi hanno ipotizzato luso di antidepressivi, nella disassuefazione alcolica,
349
POSTER
Questo studio valuta lincidenza dei suicidi nella popolazione delle guardie giurate in Italia in confronto alla popolazione generale.
Metodo: stata condotta una raccolta di dati sui suicidi attraverso la consultazione degli archivi di 3 quotidiani nazionali e 13 locali, riferiti al periodo dal 1 gennaio 1996 al 31
dicembre 2006, e della banca dati dellagenzia ANSA.
Risultati: nel periodo considerato sono stati documentati
nelle guardie giurate 50 suicidi con armi da fuoco (di cui 45
con armi corte). Lincidenza media annuale dei suicidi in
questi operatori stata 11,7 per 100,000 persone (95% CI =
6,6-16,7) confrontata con lincidenza dei suicidi nella popolazione generale commessi sia con armi da fuoco (0,7 per
100,000 persone, 95% CI = 0,6-0,7) sia con altri mezzi (5,5
per 100,000 persone, 95% CI = 5,2-5,9) e nella popolazione
generale adattata per et (0,5 per 100,000 persone, 95% CI
= 0,2-0,8).
Conclusioni: lincidenza di suicidi con armi da fuoco nella
popolazione delle guardie giurate significativamente superiore alla media della popolazione nazionale. Il fenomeno
necessita di considerazione e di specifiche attivit di prevenzione.
Bibliografia
ISTAT. Statistiche giudiziarie penali. Roma: Istat 2006.
ISTAT. Cause di morte. Roma: Istat 2004.
Conclusioni: questa variante genica non costituisce un fattore di rischio per linsorgenza di schizofrenia nella popolazione Italiana. Sono state evidenziate variazioni etniche nel
polimorfismo Ala9Val del gene MnSOD (Van Landeghem,
1998) suggerendo limportanza di ulteriori studi in popolazioni differenti.
350
POSTER
BMI
Correlation Coefficient
Sig, (2-tailed)
N
Correlation Coefficient
Sig, (2-tailed)
N
BSQ
MF
-,124
,514
30
,374*
,042
BMI
BSQ
HS
HY
DP
1,000
,
30
-,089
,640
30
-,089
,640
30
1,000
,
30
-,133
,483
30
,689**
,000
30
-,117
,537
30
,675**
,000
30
-,081
,671
30
,721**
,000
30
,111
,560
30
,460*
,011
30
PA
PT
SC
MA
SI
ANX
FRS
OBS
DEP
HEA
,065
,732
30
,681**
,000
,008
,967
30
,413*
,023
,057
,765
30
,493**
,006
,132
,487
30
,005
,979
-,034
,860
30
,498**
,005
,236
,227
28
,588**
,001
28
-,050
,800
28
,535**
,003
28
,042
,833
28
,411*
,030
28
,235
,228
28
,660**
,000
28
-,109
,582
28
,684**
,000
28
BIZ
ANG
CYN
ASP
TPA
,190
,333
28
,331
,086
28
,255
,191
28
,224
,251
28
,131
,505
28
,277
,153
28
,103
,604
28
,181
,356
28
,330
,086
28
,338
,078
28
LSE
SOD
FAM
WRK
TRT
,017
,931
28
,512**
,005
28
,104
,599
28
,388*
,041
28
,251
,198
28
,243
,213
28
,276
,155
28
,590**
,001
28
,074
,709
28
,474*
,011
28
Conclusioni: dallo studio emerge lesistenza di una costellazione di personalit con tratti psicopatologici (isterici, ipocondriaci, paranoici, depressivi, ansiosi, fobici, evitanti) variamente associati, correlati allinsoddisfazione per la propria
immagine corporea (correlazioni significative BSQ-MMPI2), nonch lalta incidenza della componente dispercettiva
(mancanza di correlazione significativa tra BMI e BSQ).
Bibliografia
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351
POSTER
Duloxetina (DLX) inibitore duale di serotonina e noradrenalina approvato nel trattamento del Disturbo Depressivo
Maggiore (DDM). Efficacia di DLX stabilit in diversi studi randomizzati verso placebo, a breve e a lungo termine.
Scopo: scopo dello studio valutare efficacia e tollerabilit di DLX nel trattamento del DDM in trial naturalistico,
ed eventuale relazione tra livelli plasmatici-risposta clinica.
Metodologia: 45 pazienti (16 maschi), affetti da DDM
(DSM-IV TR), trattati con DLX (30 e 120 mg/die), per 12
settimane. Valutazione clinica effettuata a T0 (baseline),
T1(2 settimane), T2 (4 settimane), T3 (12 settimane), tramite HRSD21, HRSA, BDI, VAS, CGI-S, check list effetti collaterali. A T2 effettuato dosaggio livelli plasmatici.
Risultati: riduzione significativa HRSD21 total score e core
da T1; HRSA e CGI-S da T2. Riduzione significativa BDI e
VAS da T2 e T3, rispettivamente. A T3, 60% di responder
(?del 50% della HRSD21) e 56% remitter (HRSD217). Discontinuazione precoce del 33%. Livelli plasmatici tra 5 e
135 ng/ml, con una relazione curvilinea tra livelli e miglioramento clinico.
Discussione: rapidit azione antidepressiva, in linea con letteratura. Latenza miglioramento delle scale autosomministrate. Possibile utilit dei livelli plasmatici nellindividuzione della dose con miglior indice terapeutico. No variazioni peso e pressione.
Conclusioni: DLX efficace nel DDM, con possibile utilit
dei livelli nel migliorare risposta clinica.
POSTER
POSTER
mine). Tutti i soggetti hanno compilato un questionario anonimo che indagava: la presenza o il desiderio di posedere un
tatuaggio o un piercing, la sua descrizione, la percezione del
sostegno o di conflittualit familiare, lautoefficacia, lassertivit, la presenza di comportamenti autoaggressivi, gli
atteggiamenti verso lalimentazione, le caratteristiche temperamentali, luso di tabacco e di alcolici.
Risultati: i tatuaggi sono presenti nel 4% degli adolescenti,
mentre il 24% possiede almeno un piercing (il piercing al
lobo dellorecchio stato escluso). Una percentuale pi alta, rispettivamente del 62 e del 35% dichiara di desiderare
un tatuaggio o un piercing. Il fenomeno significativamente associato alla pratica del fumo, alluso ricorrente di alcolici, e alluso di diete ipocaloriche nelle femmine. Inoltre
esiste unassociazione significativa con la presenza di comportamenti autoaggressivi sia di tipo compulsivo che impulsivo. Chi possiede un tatuaggio/piercing percepisce uno
scarso supporto sociale e familiare, descrive una famiglia
conflittuale, ma manifesta anche una alta autoefficacia. Dal
punto di vista temperamentale, gli adolescenti con tatuaggio/piercing riportano una alta Novelty Seeking e una bassa
Persistenza.
Conclusioni: il fenomeno delluso di tatuaggi/piercing potrebbe rappresentare un modo socialmente accettato di esprimere il disagio adolescenziale. Da questo punto di vista, lo studio di questo fenomeno ci potrebbe permettere la comprensione di problematiche adolescenziali pi francamente patologiche, come i disturbi del comportamento alimentare, luso di
comportamenti autoaggressivi e lalcolismo giovanile.
Risultati: Deflessione timica con caratteristiche di endogenicit (p = 0,002; OR = 2,21; 1,29 < OR < 3,82) e ingestione incongrua di medicinali (p < 0,0001; OR = 2,82;
1,74 < OR < 4,59) sono risultate pi frequenti nel sesso
femminile, mentre sintomi psicotici positivi (p = 0,015; OR
= 2,07; 1,10 < OR < 3,94), intossicazione esogena acuta da
alcol (p = 0,002; OR = 1,78; 1,20 < OR < 2,64) e intossicazione esogena acuta da altre sostanze (p = 0,015) nel sesso maschile.
La sintomatologia ansiosa risultata pi frequente tra i 18 e
i 50 anni (OR = 1,99; 1,53 < OR < 2,60; p < 0,0001), la deflessione timica in et 61 anni (OR = 4,37; 2,57 < OR <
7,39; p < 0,0001), lagitazione psicomotoria (p < 0,001; OR
= 2,74; 1,53 < OR < 4,85) e la confusione mentale (p <
0,0001; OR = 20,18; 10,00 < OR < 41,02) in et > 70 anni,
lintossicazione esogena acuta da alcol (p < 0,0001; OR =
2,57; 1,65 < OR < 4,03) tra i 31 e i 50 anni, mentre lintossicazione esogena acuta da altre sostanze tra i 18 e i 50 anni (p = 0,038).
Conclusioni: la sintomatologia di accesso al DEA presenta
caratteristiche diverse in correlazione ad et e sesso, variabili che possono essere ulteriormente indagate per mettere
in atto una strategia di prevenzione.
Bibliografia
1
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Hospital. Psychiatr Serv 2003;54:240-5.
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Introduzione: gli studi presenti in letteratura, che si occupano delle consulenze psichiatriche nei reparti demergenza, sono scarsamente numerosi e molto eterogenei tra di loro 1 2.
Metodologia: analisi retrospettiva delle consulenze psichiatriche effettuate dalla SCDU Psichiatria presso il DEA dellASO Maggiore della Carit di Novara tra il 21/12/2004 e
il 31/07/2006, per un totale di 1291 consulenze.
354
POSTER
Metodologia: protocollo autosomministrato prima dellinizio del trattamento radiante comprendente: QLQ-CL30,
HADS, MBTI, dati clinici e anagrafici. Protocollo finale autosomministrato comprendente: QLQ-CL30, HADS.
Risultati: il campione consta di 24 pz (et media 53,75 anni, DS 11,06 anni) arruolate allinizio del trattamento radiante. La diagnosi istologica prevalente quella di Ca duttale infiltrante, N+ in oltre il 60% delle pz. Nella maggior
parte dei casi la diagnosi seguita ad un programma di
screening (45,9%) ed stata comunicata dal chirurgo
(54,2%). I punteggi nelle scale di QOL sono risultate sovrapponibili allinizio e alla fine del trattamento (68% vs.
67,7); quelli di ansia (7,4 vs. 6,5) e depressione (6,1 vs. 5,1)
lievemente ridotti al momento del secondo rilievo. Il tipo
psicologico maggiormente rappresentato lISTJ (37,5%
del campione).
Conclusioni: monitorare i livelli di ansia e depressione nelle pz sottoposte a radioterapia sulla mammella, correlandoli ai dati clinico anamnestici, uno srtumento utile per individuare le situazioni potenzialmente a rischio di sviluppare patologie di ordine psichiatrico, per poter intervenire precocemente.
Bibliografia
Burgess et al. Depression and anxiety in women with early breast
cancer: five year observational cohort study. BMJ 2005,
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POSTER
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Clinica Psichiatrica, Dipartimento di Neuroscienze, Universit di Padova; ** U.O. di Neuroradiologia, *** U.O. di
Neurochirurgia, Az. Osp. Padova
Introduzione: Ippocampo, Corteccia del Cingolo Anteriore
(ACC) e Orbitofrontale (OFC) sono strutture cerebrali coinvolte nella regolazione dellumore. Nel Morbo di Cushing
(MC) spesso presente comorbidit con depressione. Modificazioni volumetriche di Ippocampo, ACC e OFC sono
state dimostrate nella Depressione Unipolare e Bipolare 1 2.
Evidenze consolidate implicano una iperattivit dellasse
ipotalamo-ipofisi-surrene nei meccanismi di danno neuronale. Lazione neurotossica dei glucorticoidi correlata ad
una riduzione del volume di alcune aree quali Ippocampo,
ACC e OFC 3.
Metodologia: per 10 pazienti donne e 10 controlli sono state acquisite sequenze volumetriche in RMN, delimitate le
regioni dinteresse e calcolati i volumi utilizzando il software DCMView.
Risultati: nelle pazienti si evidenzia una riduzione significativa (p < ,05) del volume della sostanza grigia della ACC
destra e sinistra e della OFC rispetto ai controlli sani. I dati
relativi allIppocampo sono in via di elaborazione e saranno
presentati durante lesposizione.
Conclusioni: il MC rappresenta un ottimo modello per investigare la vulnerabilit delle strutture cerebrali allinsulto
ipercortisolemico. I nostri dati confermano la riduzione volumetrica di strutture separatamente analizzate in studi su
pazienti depressi anche nei pazienti con MC, suggerendo
che il danno neurotossico imputabile allipercortisolemia
possa essere esteso, coinvolgendo diffusamente anche le
strutture prefrontali, quali ACC ed OFC, allIppocampo
strettamente connesse.
Bibliografia
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Ballmaier et al. Am J Psych 2004;161:99-108.
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Sassi et al. Biol Psych 2004;56:467-75.
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Cerqueira et al. J Psychiatr Res 2005;39:451-60.
POSTER
357
POSTER
**
Introduzione: il trattamento dei pazienti del Disturbo Ossessivo Compulsivo rimasto per molti aspetti non del tutto soddisfacente con i trattamenti standard, vuoi per minor
percentuale di responder rispetto ad altri disturbi, vuoi per
una risposta al trattamento comunque lenta e parziale. Lesperienza con quetiapina nata come augmentaton degli
SSRI 1 2, mentre non sono disponibili esperienze di utilizzo
di quetiapina in monoterapia nel DOC, che potrebbero meglio far comprendere il livello di efficacia e la componente
del disturbo maggiormente sensibile al trattamento.
Metodologia: nel periodo gennaio-luglio 2006 sono stati inseriti nello studio i pazienti con diagnosi Disturbo Ossessivo Compulsivo, secondo i criteri DSM-IV, senza sintomatologia psicotica e senza disturbo della personalit, che hanno
fornito il loro consenso alla partecipazione allo studio. Per
la valutazione della sintomatologia stata utilizzata la YBOCS e il CGI, somministrate al momento dellinclusione,
dopo un mese di trattamento, dopo tre mesi e dopo sei mesi. Gli eventi avversi sono stati valutati ad ogni visita nel
colloquio con il paziente. Il trattamento prevede lutilizzo di
quetiapina, in aperto,in monoterapia, alla dose iniziale di 50
mg, con aumento della dose durante le prime quattro settimane fino alla dose massima di 600 mg die.
Risultati: sono stati arruolati dieci pazienti, di cui sei maschi e quattro femmine, et media 40,3 anni.
Conclusioni: lo studio contribuisce a valutare e chiarire
leffetto antiossessivo-anticompulsivo della quetiapina in
monoterapia, senza fattori confusivi o effetti terapeutici
aspecifici, individuando gli aspetti della sintomatologia
maggiormente sensibili al trattamento.
Scopo: valutare le caratteristiche della popolazione afferente, nei primi nove mesi del 2006, allambulatorio per lansia, la depressione ed i disturbi del comportamento alimentare della Clinica Psichiatrica dellUniversit del Piemonte
Orientale.
Metodologia: analisi descrittiva delle caratteristiche anagrafiche e cliniche.
Risultati: i pz valutati sono stati 71, con una et media di
46,7 anni. Il campione costituito da una maggioranza di
donne (63,4%). Prevalgono gli individui con una scolarit
medio bassa, con un lavoro stabile (42,3%), coniugati
(46,5%). Quasi la totalit dei pz giungono inviati dal Medico di Medicina Generale (91,6%). Oltre il 65% dei pz giungono alla prima visita dopo aver gi intrapreso un trattamento psicofarmacologico. La diagnosi prevalente quella
di Disturbo Depressivo (50,7%), seguita da quella di Disturbo dAnsia (28,2%). La terapia pi frequentemente prescritta di tipo antidepressivo e ansiolitico. Per oltre la met
dei pz viene programmata una visita di controllo presso la
stessa clinica psichiatrica.
G. Albanesi*, G. Pacciani**
*
Bibliografia
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Amaca M, Kuloglu M, Tezcan E, Gecici O. Quetiapine augmentation in patients with treatment resistant obsessive-compulsive disorder: a single-blind, placebo controlled study. Inter Clin
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Study. J Clin Psych 2002;63:700-3.
Dipartimento di Neuroscienze e Scienze del Comportamento, Area Didattico-Scientifica di Psicoterapia, ** Dipartimento di Scienze Neurologiche, Universit di Napoli Federico II
La Fibromialgia (FM) rappresenta unarea di confine che, se
da un lato, testimonia la relativit delle nosografie rigidamente intese, dallaltro rinforza lidea della necessit di uno
sguardo globale al disagio psicofisico. Proponiamo riflessio-
359
POSTER
Bibliografia
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Akiskal HS. The bipolar spectrum: the shaping of a new paradigm in psychiatry. Curr Psychiatry Rep 2002;4:1-3.
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3
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theoretical and clinical implications for borderline personality
and bipolar spectrum disorders. Bipolar Disorders 2006;8:1-14.
POSTER
O. Antonuccio
AUSL 8, Siracusa
361
POSTER
Numerosi studi evidenziano una variazione dei livelli plasmatici di magnesio nei pazienti affetti da disturbi psichiatri-
ci. Iamada et al. descrivono alti livelli plasmatici di magnesio in pazienti affetti da depressione maggiore 1. Nechifor et
al. considerano la riduzione del magnesio eritrocitario quale
marker biologico della schizofrenia paranoide in fase acuta 2.
Il nostro studio, di tipo retrospettivo, esamina un campione
di 100 pazienti ricoverati presso il nostro SPDC in regime di
Trattamento Sanitario Obbligatorio che riportano nellanamnesi attuale una condizione di agitazione psicomotoria. Gli
stessi vengono confrontati con 100 pazienti ospedalizzati in
regime di TSV che non manifestano alterazioni significative
della psicomotricit. Lobiettivo verificare lipotesi che
laumento della psicomotricit in una condizione di stress
acuto che necessita di un TSO, sia associata ad una variazione dei livelli plasmatici di magnesio rispetto a quanto atteso
dallanalisi degli studi precedenti.
Bibliografia
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Imada Y, Yoshioka S, Ueda T, Katayama S, Kuno Y, Kawahara
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Linehan M.M. Trattamento cognitivo-comportamentale del disturbo borderline: il modello dialettico. Milano: Raffaello Cortina
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POSTER
Introduzione: linserimento lavorativo di pazienti con disabilit psichica da considerare uno strumento terapeutico
importante che pu facilitare il recupero delle funzioni cognitive e lintegrazione sociale del soggetto stesso. Nel presente lavoro ci proponiamo di valutare le abilit comunicative verbali e non in pazienti psicotici che affrontano lesperienza di un primo inserimento lavorativo
Metodologia: abbiamo preso in considerazione 12 soggetti
(11 M:1 F) con diagnosi di psicosi, et media di anni 33 ds
5,41 e scolarit media di anni 10,66 ds 2,64; sono stati effettuati due controlli, prima e durante linserimento lavorativo,
mediante la somministrazione di test neuropsicologici specifici (California Verbal Learning Test e altri test; a T1, dopo 12
mesi, stata valutata anche la Pragmatica del Linguaggio).
Risultati: abbiamo notato che nelle varie dimensioni esplorate tramite il CVLT i pazienti ottengono punteggi migliori
dopo lintroduzione di un ausilio semantico da parte delloperatore, ovvero le performances comunicative verbali migliorano una volta che ad essi venga suggerita in tempo reale
una strategia di categorizzazione e quindi di organizzazione e
ragionamento. Per quanto concerne lanalisi del Protocollo
sulla Pragmatica del Linguaggio risulta una difficolt nellintenzione locutoria, nella sequenza linguistica e nella qualit
delleloquio per ci che concerne gli aspetti verbali; inoltre la
presenza di passivit, scarsa iniziativa e collaborazione, eloquio povero di contenuti, con mimica facciale e gestuale piatta o inadeguata, tonalit spesso insufficiente e poca enfasi per
quanto riguarda gli aspetti non-verbali
Conclusioni: il paziente psicotico confrontandosi con gli altri e mettendosi egli stesso alla prova nellambito lavorativo
arriva col tempo ad acquistare una coscienza di comunicazione, sia verbale che non, spesso deficitaria o carente in
questo tipo di patologia; la valutazione neuropsicologica e
anche logopedica quindi uno strumento valido per lo studio delle funzioni cognitive, fornendo possibili indicatori di
esito da prendere in considerazione negli interventi di riabilitazione psicosociale.
Bibliografia
Girillo, MA, et al. Verbal declarative memory dysfunction in schizophrenia: from clinical assessment to genetics and brain meccanisms. Neuropsychol Rev 2003;13:43-77.
Milev P, et al. Predictive values of neurocognition and negative
symptoms on functional outcome in schizophrenia: a longitudinal first-episode study with 7-year follow-up. Am J Psychiatry
2005;162:495-506.
POSTER
un disturbo di Asse I, il 59,5% almeno un disturbo dellumore, il 45,9% almeno un disturbo della condotta alimentare; presenta inoltre punteggi pi elevati di spettro MOODS,
PAS, e OBS oltre a una maggiore compromissione del funzionamento e ansia di tratto.
Conclusioni: il gruppo ABS+ mostra maggior disagio psicologico di quello ABS- e ricorre di pi alla terapia.
Bibliografia
Abraham S. Sexuality and reproduction in bulimia nervosa patients
over 10 years. J Psychosom Res 1998;44:491-502.
Abraham S, Taylor A, et al. Postnatal depression, eating, exercise,
and vomiting before and during pregnancy. Int J Eat Disord
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366
POSTER
367
POSTER
Clinica di Psichiatria, Psicologia Medica e Psicosomatica, DPMSC, PUGD, Udine; ** SOC Chirurgia Plastica e
Centro Ustioni, AOSMM, Udine
Scopo: lo studio valuta, in pazienti sottoposte ad intervento
di ricostruzione mammaria post mastectomia, limpatto di
due diverse tecniche chirurgiche sulla qualit della vita e
sullassetto psicologico. stata eseguita la caratterizzazione
del campione in termini socio-demografici e clinici in relazione al tipo dintervento e la valutazione dellassociazione
tra le strategie di adattamento e il tipo e la durata dellintervento.
Materiali e metodi: stata eseguita ununica fase di raccolta dati, post-intervento, relativa alle variabili socio demografiche e cliniche di base, al tipo e alla durata dellintervento e alle strategie di coping. Sono stati utilizzati i seguenti reattivi psicometrici: MMPI-2 (Minnesota Multiphasic Personality Inventory, 2ed.), SASS (Social Adaptation
Self-Evaluation Scale), SF-36 (Quality of Life), IBQ (Illness Behaviour Questionnaire).
Risultati: sono state arruolate 60 pazienti delle quali 38
trattate con impianto di protesi e 22 con DIEP-TRAM da
non pi di due anni. emerso che, a massimo due anni, le
pazienti operate mediante impianto di protesi presentano
una qualit di vita migliore rispetto al gruppo DIEPTRAM.
368
POSTER
Obiettivo: vi un numero considerevole di studi sugli effetti collaterali di tipo metabolico in pazienti in trattamento
con antipsicotici atipici, ma pochi riguardo le strategie da
adottare. La psicoeducazione nutrizionale si dimostrata, in
alcuni studi, efficace nel controllo del peso in pazienti in
trattamento con tali farmaci.
Metodo: lo studio si basa su un campione di 26 soggetti schizofrenici, in trattamento in aperto con antipsicotici atipici
(clozapina, olanzapina, quetiapina). Tutti i pazienti erano stati precedentemente trattati con antipsicotici tipici. I parametri
del B.M.I. (Body Massa Index), glicemia, colesterolemia e
trigliceridemia sono stati valutati ad intervalli regolari (T0,
T6, T12) per un anno dallinizio del trattamento. A tutti i pazienti sono state effettuate due sedute di psicoeducazione nutrizionale, della durata di unora, con prescrizione di dieta
normocalorica e di diario alimentare, revisionato dallquipe
ad intervalli regolari. I pazienti in terapia con clozapina ed
369
POSTER
MMSE
(incremento = 1)
OR (95% IC)1
OR (95% IC)2
1
**
Quello dellimmagine corporea un problema estremamente complesso e ampiamente dibattuto: molti autori ritengono che quello di schema corporeo sia una rappresentazione
di unimmagine del corpo alla cui formazione partecipano
una serie complessa di afferenze sensoriali, mentre altri autori fanno riferimento unicamente ad un meccanismo neurofisiologico fondato sulle modalit di interazione di sole afferenze propiocettive. Questi modelli operativi rimandano
necessariamente alla relazione mente-corpo e quindi allinsieme di sensazioni, vaghe e multiformi, provenienti da ogni
singola parte del corpo e che unitariamente raggiungono lo
stato di coscienza. Questo fondamentale passaggio consente la costruzione di un senso di s come un tuttuno inscindibile, conditio sine qua non per la formazione di una
idea generale sul proprio corpo. Il corpo non solo lo schema sintetico di percezioni entero ed esterocettive ma anche
Dati
Persone
Cose
1,36 (1,31-1,40)
1,12 (1,07-1,16)
1,33 (1,28-1,38)
1,10 (1,05-1,14)
0,89 (0,86-0,92)
1,04 (1,00-1,08)
370
POSTER
lespressione simbolica pi diretta della nostra identit nonch il pi importante veicolo sociale dellessere al mondo.
Lo scopo del presente studio la valutazione di eventuali
differenze nella percezione della propria immagine corporea
in un campione di adolescenti di una scuola media inferiore
di San Benedetto del Tronto.
Materiali e metodi: il campione di adolescenti stato reclutato omogeneamente in una classe di prima media (14
soggetti), in una di seconda media (17 soggetti) e in una di
terza media (26 soggetti), per un totale di 57 partecipanti (20
maschi e 37 femmine). Let media degli adolescenti di
13,45 (d.s. 2,33) anni. A tutti i ragazzi inclusi nello studio
stata somministrata un intervista clinica semistrutturata
preliminare e una batteria di test autocompilativi: EDI II
(Eating Disorder Inventory II), TAS (Toronto Alexithimya
Scale), BDI (Beck Depresssion Inventory) e BUT (Body
Uneasiness Test). In particolare lEDI II uno strumento
che permette di indagare il rapporto del soggetto con il cibo
e con il proprio corpo, la TAS una scala a 20 items che valuta il costrutto alessitimico, la BDI valuta la presenza di
sintomi depressivi e la BUT permette di indagare le dimensioni psicopatologiche circa le preoccupazioni riferite alle
dimensioni del corpo (BIC), la fobia del proprio peso (WP),
il controllo compulsivo del corpo (CIS), i fenomeni di evitamento (A) e di depersonalizzazione (D).
Risultati: tutti i soggetti hanno compilato correttamente i
test e sono stati valutati i punteggi relativi al campione totale di femmine e dei maschi. I soggetti di sesso femminile
evidenziano valori pi elevati relativamente alla sottoscala
impulso alla magrezza dellEDI-II rispetto ai soggetti di
sesso maschile (p < 0,006), mentre non sembrano esserci
differenze statisticamente significative, nei due sessi, dei
punteggi totali alla TAS e alla BDI. La valutazione dei dati
relativi alle sottoscale della BUT ha evidenziato punteggi
pi elevati nelle femmine rispetto ai maschi (p < 0,001), ad
eccezione per la dimensione preoccupazione per il corpo
(p < 0,04).
Conclusioni: dallanalisi dei dati del nostro studio si evidenzia come la ricerca di un immagine corporea perfetta
sia una modalit pervasiva sia nei ragazzi che nelle ragazze.
In particolare le femmine sembrano raggiungere il loro ideale di perfezione fisica attraverso un rapporto pi conflittuale con il cibo mentre i maschi sperimentano leccessiva
preoccupazione per il proprio corpo manifestando il desiderio di un modello fisico palestrato. Limmagine corporea,
quindi deve essere considerata come un concetto multidimensionale che comprende fattori percettivi, cognitivi e affettivi di cui alcuni aspetti sono legati alla percezione cosciente, mentre altri rimangono a livello inconscio. Infatti,
questo nuovo concetto comprende anche lesattezza o lerrore della percezione cognitiva del s fisico, la capacit nel
riconoscere stimoli provenienti dal di dentro o dal di fuori e
un senso di potere delle proprie funzioni corporee.
Bibliografia
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nuova scala per la valutazione del disagio relativo allimmagi-
371
POSTER
372
POSTER
373
POSTER
2005 umore stabile, discreti livelli di energia, ripresa dellattivit lavorativa, degli interessi e dei contatti sociali precedentemente interrotti.
Conclusioni: la terapia con Quetiapina 600 mg/g si dimostrata efficace e ben tollerata.
Bibliografia
Ketter T. Sustained remission/euthymia during with quetiapine monotherapy for bipolar mania. Acta Psy Scand 2004;PosterP57:31.
Dando M. Toni. Spotlight on Quetiapine in Acute Mania and Depression Associated with Bipolar Disorder. CNS Drug
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374
POSTER
375
POSTER
Fondazione don Carlo Gnocchi ONLUS, Servizio di Neuropsichiatria e Riabilitazione per lEt Evolutiva, Centro
Medico Santa Maria alle Fonti di Salice Terme (PV);
**
Dipartimento di Scienze Neurologiche e Psichiatriche dellEt Evolutiva, IRCCS C. Mondino, Pavia
Presentiamo il caso di due fratelli gemelli omozigoti in cui
la diagnosi di Disturbo Specifico dellApprendimento stata posta allet di 14 anni e mezzo, nonostante fossero evidenti sin dallinizio della scuola elementare delle difficolt
di lettura e scrittura. La valutazione era stata richiesta per un
quadro di difficolt nel rapporto con i pari et, con ritiro sociale e tratti depressivi, lasciando le difficolt scolastiche in
secondo piano; il sospetto clinico ha consentito di ampliare
la valutazione anche agli aspetti neuropsicologici e di giungere quindi alla diagnosi. I due fratelli presentavano un quadro non sovrapponibile dal punto di vista sia psicopatologico che neuropsicologico (dislessia di grado lieve vs. disortografia e dislessia di grado medio-lieve). La restituzione
diagnostica ha permesso loro di modificare le false credenze rispetto alle proprie capacit, producendo un incremento della qualit di vita (miglior adattamento scolastico e relazionale) e la ripresa del processo di individuazione. Questo avvenuto nonostante levidente ritardo diagnostico e il
conseguente accumularsi di vissuti di frustrazione e inadeguatezza per molti anni. Viene quindi dimostrata limportanza di una valutazione globale dei soggetti con anamnesi
di difficolt di apprendimento della lettoscrittura, anche al
fine di attuare interventi appropriati per gli eventuali aspetti psicopatologici del quadro clinico, che possono essere lesito di un senso di impotenza appreso.
Fondazione don Carlo Gnocchi ONLUS, Servizio di Neuropsichiatria e Riabilitazione per lEt Evolutiva, Centro
Medico Santa Maria alle Fonti di Salice Terme (PV);
**
Dipartimento di Scienze Neurologiche e Psichiatriche dellEt Evolutiva, IRCCS C. Mondino, Pavia
Nella letteratura indicizzata sono relativamente pochi i lavori
che valutano in modo sistematico le problematiche psicologiche conseguenti alla scoliosi. Nella maggior parte dei casi,
inoltre, preso in considerazione essenzialmente limpatto di
poche forme di trattamento (in particolare del corsetto tipo
Milwaukee). Non sempre poi tenuta presente la distinzione
tra un quadro di disabilit complesso (in cui la scoliosi un
fattore significativo ma non lunico) rispetto a una situazione
in cui lalterazione del rachide rappresenta lintera patologia.
Infine, la scoliosi e i sintomi ad essa correlati (soprattutto dolore e deficit funzionale) possono essere di per s la ragione
di una consultazione, ma possono anche essere utilizzati dalladolescente per richiedere attenzione a un disagio psicologico meno chiaramente definibile. Nella nostra pratica clinica, oltre alle valutazioni fisiatriche e ortopediche necessarie,
abbiamo creato la possibilit di una consultazione neuropsichiatrica infantile per i soggetti affetti da scoliosi e da disturbi ad essa correlati. I dati di un gruppo di 23 pazienti, presentati con maggiore attenzione per alcune situazioni particolarmente significative, permettono di dimostrare come sia sempre necessaria una attitudine di ascolto e comprensione empatica per cogliere tutti gli aspetti dei problemi lamentati dal
paziente adolescente e dai suoi genitori.
376
POSTER
**
Clinica di Psichiatria, Psicologia Medica e Psicosomatica, DPMSC, PUGD, Udine; ** IRCCS E. Medea, Udine
Introduzione: in circa un terzo dei sanitari vengono riportati sentimenti di esaurimento emotivo e depersonalizzazione nella relazione con i loro pazienti ed una sensazione di
mancata realizzazione personale, parametri questi che definiscono, dal punto di vista clinico, la sindrome del burnout
(Pellegrino 2000).
Metodi: il nostro studio riguarda la valutazione di un programma formativo sulle competenze interpersonali dei sanitari del Policlinico Universitario di Udine, quale intervento
di prevenzione del burnout. Il campione (100 operatori) ha
partecipato ad un training di gruppo sullo sviluppo di abilit
di comunicazione e gestione della relazione con pazienti
con diagnosi grave. Sia il campione che il gruppo di controllo (72 operatori) hanno effettuato valutazione testistica a
T0 (baseline) ed a T1 (dopo sei mesi dallintervento) con i
seguenti strumenti: Scheda Anagrafica, Maslach, TAS, Family Apgar.
Risultati: differenze significative ai test si sono evidenziate
a T0 tra gli operatori che si sono iscritti al training (gruppo
campione) ed il gruppo di controllo.
377
Introduzione ed oggetto: i disturbi funzionali dellapparato gastroenterico rappresentano una frequente causa di accesso con reiterazioni nella pratica medica e specialistica. In
assenza di reperti organici spesso questi pazienti vengono
etichettati come psichici o psicosomatici. La letteratura
scientifica ben delinea in rapporto tra questi, disturbo di panico e disturbi depressivi. Obiettivo del nostro studio era
quello di caratterizzare valutare la psicopatologia socialfobica (FS), di Asse I e di Spettro, in pazienti con disturbi funzionali dellapparato gastroenterico.
Materiali e Metodo: la nostra osservazione preliminare si
basa su di un campione di 122 pazienti affetti da disturbi
funzionali del tratto gastroenterico (Colon irritabile, Meteorismo, Stipsi Persistente, Dispepsia). Questi sono stati valutati con SCID-IV, e SCI-SHY-sr per la sintomatologia psicopatologica. Il benessere somatico stato valutato con una
scala visuale (graduata 1-100).
Risultati: la componente socialfobica di Asse I emersa nel
1,6% dellintera popolazione, mentre la corrispettiva di
spettro riguardava il 23,8%. La presenza della diagnosi di
spettro riduceva significativamente il benessere somatico. Il
sesso femminile presentava un maggior rischio per fobie
quali parlare o scrivere in pubblico, e trovarsi al cospetto di
autorit.
Conclusioni: lelevata comorbidit tra spettro FS e disturbi
funzionali del tratto gastroenterico e la relazione tra questo
tipo di fenomenica sottosoglia e la compromissione del benessere somatico, sottolinea influenza di elementi psicopatologici esclusi dalla diagnosi categoriale sulla qualit di vita di pazienti con problematiche gastroenteriche.
Una corretta valutazione psicopatologica pu essere particolarmente utile in caso di disturbi funzionali del tratto gastroenterico, per un completo approccio e trattamento.
POSTER
POSTER
zano pi meccanismi di difesa immaturi e hanno una peggiore qualit di vita di quei pazienti con fibromialgia senza
depressione.
12
13
379
POSTER
Depr.
agitata
(D > 70 insieme
a Pd > 70)
Scopo: vari studi hanno evidenziato un declino delle funzioni cognitive nei pazienti sottoposti a terapia sistemica per
tumori solidi. Questo lavoro vuole verificare se pazienti oncologici anziani, di et superiore ai 65 anni, trattati con chemioterapia e terapia ormonale, presentano, nel breve termine, una variazione significativa delle prestazioni cognitive
rispetto ad un gruppo di controllo.
Materiali e metodi: stata eseguita una valutazione prima
dellinizio della terapia oncologica, dopo 3 e dopo 6 mesi,
con i seguenti reattivi: CAMDEX-R (Cambridge examination for mental disorders of the elderly-revised), HADS
(Hospital anxiety and depression scale), ADL (Activies of
Daily Living), IADL (Instrumental Activities of Daily Living), GDS-15 (Geriatric Depression Scale- 15). Ad ogni
valutazione sono stati poi effettuati controlli dei principali
parametri ematici. I pazienti sono stati divisi in 3 gruppi:
chemiotrattati, ormonotrattati, pazienti che non hanno ricevuto terapia antiblastica.
Risultati: dal nostro studio emerso che non esiste una correlazione fra lassunzione di terapie oncologiche ed un rapido declino cognitivo in pazienti anziani.
Campione BN
Campione PP
Totale
Totale
49
66
115
76
76
152
Depr.
agitata
(D 70 e
Pd 70)
Campione BN
19
(-8,5)2
Campione PP
19
(8,5)2
Totale
38
No depr.
agitata
(D < 70 o
Pd < 70)
Totale
57
(-8,5)2
57
(8,5)2
114
76
76
152
Gradi
di libert
27
10
37
No depr.
agitata
(D < 70 o
Pd < 70)
1
2
3
4
Probabilit
5%
3,841
5,991
7,815
9,488
1%
6,635
9,210
11,345
13,277
inferiore all1%. In definitiva si pu affermare che statisticamente significativo che le pazienti BN presentano pi
frequentemente rispetto alla popolazione generale anche un
disturbo dello spettro bipolare, in particolare uno stato misto molto frequente: la Depressione Agitata.
Allo stato attuale impossibile delineare un modello di comorbilit definitivo, tuttavia la comorbilit tra DCA e spettro
bipolare cos elevata da suggerire la presenza di una connessione eziopatogenetica fra le diverse entit nosologiche.
Bibliografia
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380
POSTER
ne nellanno scolastico 2007-2008 parteciperanno oltre ai ricercatori e ai docenti delle scuole anche le famiglie e gli
operatori dei servizi interessati.
Bibliografia
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Risultati: abbiamo riscontrato una percentuale di miglioramento alla BPRS e alla VFG del 67% (pi rilevante per i pazienti pi gravi) e una differenza statisticamente significativa dei punteggi della VFG (p < 0,05, t-test) e della BPRS (p
< 0,001, t-test) tra linizio del trattamento e al termine del ricovero. Lanalisi degli items della BPRS ha evidenziato che
i sintomi negativi e affettivi sono migliorati in modo statisticamente significativo (p < 0,001, t-test).
Conclusioni: Non possibile trarre conclusioni definitive
da questa indagine preliminare, limitata dal numero esiguo
del campione e dalla metodologia di lavoro, naturalistica e
senza gruppo di controllo. Questi dati suggeriscono altres
lefficacia di questo farmaco nei casi acuti e gravi o in cui
prevale la dimensione autistico-catatonica.
Bibliografia
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POSTER
Valutazione di efficacia. stato valutato il numero di ricoveri in SPDC nei dieci mesi in esame e sono stati valutati
parametri vitali (PA/FC).
Risultati: sono stati inclusi nello studio 10 (8 M/2 F) dei
quindici pazienti dimessi con terapia con quetiapina, poich
cinque pazienti erano seguiti presso altri centri. Let media
era di 44 anni (26-53); il peso medio di 72,3 kg (58-83): laltezza media 172,3 (162-175).7 pazienti sono affetti da Disturbo Schizoaffettivo 2 da Disturbo Bipolare e 1 da Schizofrenia disorganizzata. La durata media della malattia di
17 anni (3-30).
Sicurezza e tollerabilit. I valori pressori non hanno presentato oscillazioni superiori a 10 mm Hg valori medi da
135 a 125 di PA sistolica e da 85 a 75 mmHg di PA diastolica.
La frequenza cardiaca, sempre ritmica, ha presentato oscillazioni fra valori medi da 70 b/m a 92 b/m. I dieci pazienti presi in esame, nei dieci mesi precedenti lultimo ricovero erano stati ricoverati per un totale di 24 ricoveri (1-5)
con una media per paziente di 2,4 ricoveri. Il totale i giorni di degenza era stato di 270 (4-20) con una media per paziente di 27 giorni e per ricovero di 11,25 giorni. Nei dieci mesi oggetto dello studio 4 pazienti non sono mai stati
ricoverati e gli altri 6 sono stati ricoverati per un totale di
10 volte (1-3) con una media di 1,6 ricoveri per paziente (e
di1 ricovero per paziente rispetto al totale dei 10). Il totale di giorni di degenza stato di 113 (8-16) con una media
per i 6 pazienti ricoverati di 18,8 giorni e per ricovero di
11,3 giorni.
Il dosaggio di quetiapina utilizzato stato da un minimo di
400 mg ad un massimo di 800 mg per paziente. Sette pazienti hanno assunto anche terapia con lorazepam (da 2 a 4
mg pro die) e clordemetildiazepam (da 2 a 5 mg pro die) per
periodi variabili da 2 a 8 mesi.
Tra i 6 pazienti ricoverati, 3 avevano sospeso la terapia prima del ricovero (da 8 a 20 giorni prima) e lavevano ripresa
durante il ricovero.
Conclusioni: i nostri dati sostengono che la terapia con quetiapina (da 400 a 800 mg pro die) viene ben tollerata ed accettata dai pazienti e pu contribuire a ridurre la necessit di
ricoveri in SPDC in tempi medio-lunghi.
Bibliografia
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Italia (Napoli) allo scopo di evidenziare eventuali differenze antropometriche, nutrizionali e psicologiche.
Materiali e metodi: sono stati confrontati i dati provenienti da uno studio retrospettivo americano di 135 pazienti con
un gruppo di 31 pazienti afferenti al nostro Dipartimento.
Tutti i soggetti erano di sesso maschile. I risultati ottenuti
sono stati valutati mediante il test t di Student.
Risultati: si osservata una percentuale simile dei casi di
AN nei due gruppi (22% USA vs. 22,6% Italia), mentre la
BN risultata pi frequente nel gruppo USA (46% vs.
22,6%). Infine i DANAS si sono presentati nel 54,8% nei
nostri pazienti contro il 32% nei soggetti USA (p < 0,05).
Let di esordio sia nelle BN che nei DANAS risultata
praticamente sovrapponibile nei due gruppi. Non vi sono
state differenze statisticamente significative tra il peso
massimo e il peso minimo espresso in kg nei diversi gruppi.
Conclusioni: si pu affermare che i DCA si presentano con
caratteristiche simili anche in situazioni geografiche differenti. Anche per i maschi, come succede per le femmine, tali disturbi sembrano preferire determinate fasce di et.
POSTER
Fig. 1.
384
POSTER
1. strategie di cura per persone in situazione di rischio suicidario, con proposte di misure curative e protettive ogni
qualvolta si rilevino segnali di allarme, articolate in diverse aree di intervento;
2. attivazione in sede provinciale della telefonia di soccorso,
con descrizione della campagna di reclutamento e di formazione, nellottica che il suicidio nasca e si consumi nella solitudine e nella difficolt di poter gridare ad un altro
il proprio dolore e la propria rabbia;
3. programma di collaborazione con i medici di medicina
generale attraverso una inchiesta questionario compilata
dal medico di famiglia per un totale di 128 medici intervistati, con lo scopo di coinvolgere maggiormente i medici e di favorire un processo di collaborazione ed integrazione.
Le conclusioni tratte evidenziano limportanza della prevenzione e il bisogno di interventi tempestivi con un approccio biopsicosociale al fenomeno, finalizzati alla riduzione dei comportamenti suicidari.
Psichiatra Dottoranda di Ricerca in Psichiatria; ** Specializzanda in Psicologia Clinica; *** Dottoranda in Psicologia
Clinica; **** Specializzanda in Psichiatria Insegnamento di
Metodologia Psichiatra
Introduzione: le variazioni patologiche di glucosio, a livello cerebrale, influiscono sui meccanismi psicologici e cognitivi. stata approfondita 1 la relazione tra lipoglicemia
patologica degli adolescenti e emozioni negative (aggressivit e umore). Per tale motivo lo scopo di questo studio
quello di esaminare il legame tra aggressivit e lipoglicemia in pz con diabete di tipo I.
Metodologia: sono stati inclusi nello studio 70 soggetti con
diabete di tipo I. Lo screening del pz stato effettuato sia attraverso la registrazione dell HbA1A, che attraverso specifici strumenti di valutazione delle emozioni negative quali la
deflessione del tono dellumore e le componenti che costituiscono laggressivit (fisica, verbale, rabbia e ostilit).
Risultati: un primo risultato stato quello che ha individuato l HbA1A come componente discrimatoria tra i 70 soggetti; secondariamente dei 60 soggetti con alta ostilit, solo
46 hanno presentato alti livelli di deflessione del tono dellumore.
Conclusioni: lipoglicemia determina modificazioni emozionali come deflessione del tono dellumore e ostilit. I nostri risultati hanno confermato la forte ed antica relazione tra
ostilit e depressione 2. Questo concetto fa riferimento al
fatto che sia lostilit che la depressione sono due costrutti
associati al benessere emozionale.
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POSTER
**
Azienda
Introduzione: diversi studi evidenziano la presenza di tratti di personalit passivo-dipendente associati a bassi livelli
di autostima nei pazienti affetti da obesit patologica con disfunzioni nella gestione dei fattori relazionali associati. Con
le finalit di una presa in carico e trattamento integrato dei
bisogni globali del paziente obeso, si costituito a Cosenza
unquipe multidisciplinare formata da chirurgo generale
con esperienza in chirurgia mini invasiva, endocrinologo,
dietologo, psichiatra, psicologo.
Metodologia: il percorso diagnostico-terapeutico prevede
diverse fasi: visita endocrinologica con esami ematochimici
e strumentali e prima selezione dei pazienti e successive
consultazioni del chirurgo, dietista, psichiatra e psicologo
con somministrazione di questionari specifici. Nel corso di
un anno, n 65 pazienti (35 F-30 M), eleggibili al trattamento concomitante sono stati seguiti attraverso il sostegno psicoterapeutico e il trattamento medico integrati.
Risultati: lesperienza di lavoro dimostra una difficolt dei
soggetti obesi ad esprimere laggressivit nella gestione dei
rapporti interpersonali. In sostanza, si tratta di persone condizionate da un indeale dellio che genera maladattivit. Concomitano abbassamento dellautostima e scarsa autonomia.
Discussione e conclusioni: considerare lobesit patologica
come un disturbo della persona nella sua globalit consente di
lavorare secondo unottica di insieme favorendo una maggiore
consapevolezza della malattia, migliore capacit di ascolto e
migliore qualit relazionale alla vita del paziente.
390
POSTER
suffragati da studi che confermano la buona risposta di questo farmaco sulla sintomatologia di pazienti con DOC resistente, in virt anche della sua attivit di azione sul sistema
serotoninergico, riportiamo i dati conseguiti.
Il campione dello studio composto da 11 pz, 5 maschi e 6
femmine, di et compresa fra i 21 e 64 anni con assenza di
patologie organiche rilevanti, tutti i pazienti presentavano
comorbilit per un disturbo dellumore, gi in trattamento
con SSRI. Il dosaggio medio stato di 100 mg/die (la titolazione avvenuta seguendo lo schema tradizionale ed il
dosaggio riportato stato raggiunto nellarco di un mese e
mezzo circa). Lefficacia stata valutata attraverso la riduzione del punteggio con le seguenti scale: MADR-S, YBOCS, MOC-I in basale, a 1, 3 e 6 mesi. Tutti i pazienti, oltre alla lamotrigina assumevano su SSRI (sertralina 100
mg/die, paroxetina 40 mg/die).
Nel corso delle visite di controllo, oltre allesame clinico
stata effettuata unintervista specifica per valutare ladesione del paziente ed eventuali eventi avversi. I risultati dello
studio sembrano confermare la maggiore efficacia della lamotrigina rispetto alle terapie effettuate in precedenza in pazienti con diagnosi di DOC resistente. In 7 pazienti si verificato un miglioramento della sintomatologia (vedi grafici
scale di valutazione) mentre in altri 3 stata mantenuta lequivalenza dei punteggi globali. In un paziente, infine, stata necessaria la sospensione per la comparsa di una reazione avversa cutanea benigna a tipo papuliforme insorta dopo
pochi giorni dellassunzione del farmaco, attenuatasi e poi
scomparsa nellarco di due giorni dalla sospensione.
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391
lassenza totale di recidive della malattia. Sentimenti depressivi di minore entit sono emersi anni prima, dopo la
perdita del coniuge. Il caso si segnala per la psicopatologia
della paziente che reagisce alla malattia oncologica accentuando le spinte passive, regredendo psichicamente e difendendosi dallangoscia di morte attraverso la sturtturazione
di soluzioni magiche contenute nei deliri mistici. Nella
presa in carico di soggetti privi di risorse culturali consistenti (la paziente analfabeta) utile conoscere i meccanismi di difesa dellio pi arcaici. La strategia terapeutica si
giova, infatti, di psicoterapia supportiva associata, in questo
caso, a terapia farmacologia con AP (risperidone) e SNRI
(venlafaxina) avendo come obiettivo la cura dei sintomi nel
rispetto della persona.
**
POSTER
U.O. di Salute Mentale F, DSM ASL SA2; 2 U.O. di Salute Mentale, DSM 52 ASL NA1; 3 Cattedra di Psichiatria,
Dipartimento di Neuroscienze e Scienze del Comportamento, Universit di Napoli Federico II
Il frequente ricorso allassistenza ospedaliera in ambito psichiatrico e gli alti costi di gestione hanno suggerito la possibilit che programmi di trattamento in DH funzionino da
alternativa al ricovero per acuti.
LUnit Operativa di Salute Mentale F (U.O.S.M. F)
della ASL SA2 dispone di un Day-Hospital (DH) sito allinterno del presidio ospedaliero Ospedale Amico di Mercato San Severino (SA), dotato di 5 posti letto con presenza infermieristica 24 h/24 h e medica nelle ore diurne con pronta disponibilit notturna e festiva.
U.O. di Salute Mentale F, DSM ASL SA2; ** Dipartimento di Neuroscienze e Comportamento, Area Funzionale
di Psichiatria, Universit di Napoli Federico II
Introduzione: il bacino di utenza del territorio del Distretto Sanitario F della ASL SA2 comprende 67.350 abitanti.
La farmacia centrale del territorio utilizza un database di
raccolta delle prescrizioni farmacologiche effettuate da medici di base o specialisti.
Metodologia: abbiamo estrapolato dal database della farmacia centrale del Distretto F della ASL SA2 le prescrizioni di
antidepressivi, antipsicotici e litio rilasciate nellanno 2005,
considerando la prima prescrizione di ogni farmaco ed interfacciandola con i dati identificativi dei pazienti, al fine di ottenere informazioni circa la tipologia di farmaco utilizzato.
Risultati: nel Distretto F della ASL SA2 sono state emesse 4758 prescrizioni dei farmaci considerati, di cui 3849 di
ADP (81%), 429 di APS tipici (9%), 379 di APS atipici
(8%), 101 di litio (2%). La classe degli SSRI costituisce il
65% degli ADP prescritti, seguita dai TCA (13%), dalla venlafaxina (10%), trazodone (6%), mirtazapina (5%), altri
ADP (1%). Gli SSRI paroxetina (701), escitalopram (619),
citalopram (466), sertralina (403) sono gli ADP pi frequentemente prescritti, seguiti da venlafaxina (392), amitriptilina (267), trazodone (230), mirtazapina (193), fluoxetina (142), fluvoxamina (133). Nellambito degli APS, 143
prescrizioni includono aloperidolo, 113 clotiapina, 102
olanzapina, 99 risperidone, 83 quetiapina, 46 clozapina.
Conclusioni: i dati da noi analizzati confermano come i pi
recenti antidepressivi (SSRI, NASSA, SNRI) siano preferiti ai
triciclici, categoria allinterno della quale la sola amitriptilina
viene utilizzata frequentemente. Le percentuali di prescrizione degli antipsicoti tipici e atipici (54% vs. 46%) si pongono
in netto contrasto con il trend osservato per gli ADP in quanto gli APS di prima generazione risultano ancora maggiormente utilizzati rispetto a quelli di pi recente introduzione.
392
POSTER
donne e 6 uomini, di et compresa tra i 18 e i 70 anni, afferiti agli Ambulatori e ai reparti di degenza della Clinica
Psichiatrica dellA.O. San Martino di Genova. La duloxetina stata titolata fino a un massimo di 120 mg/die. stato quindi indagato landamento della sintomatologia depressiva al momento dellingresso nello studio e, in seguito, dopo 15 giorni, 1 mese, 2 mesi, 4 mesi. Per meglio facilitare la valutazione, sono state utilizzate due scale: la
HAM-D per i sintomi depressivi e la GAS per il funzionamento globale. In questa sede, verranno presentati i risultati di tale studio e commentati in riferimento ai dati della
letteratura internazionale.
POSTER
il processo che conduce al danno neuronale sia prevalentemente rappresentato da una iperattivit dellasse ipotalamo-ipofisi-surrene 2. I pazienti affetti da Morbo di Cushing
(MC) rappresentano un ottimo modello per investigare
lassociazione tra lipercortisolemia, lo stress e le strutture
cerebrali 3.
Questo lavoro si articola in due fasi: 1- validazione della
metodologia attraverso il calcolo dellinterrater e intrarater
reliability. 2- calcolo dei volumi ventricolari confrontati tra
i due gruppi e contestuale calcolo del volume cerebrale totale (VCT).
Metodi: dieci pazienti di sesso femminile affette da MC e
dieci controlli sono stati studiati mediante MRI.
Risultati: intrarater e interrater reliability sono state calcolate sui dati dei volumi delimitati e misurati da due operatori (F.H. e Z.F.). Coefficienti ottenuti: 0,99 intrarater e 0,97
interrater per i VL, 0,98 intra e 0,98 inter per il VCT.
I risultati sul confronto tra i volumi verranno esposti durante la presentazione.
Conclusioni: il software utilizzato si dimostrato estremamente affidabile vista la elevata replicabilit delle misurazioni. Inoltre lutilizzo di tale tecnica pu essere allargato alla misurazione di altre strutture al fine di ricercare quali regioni del
cervello si dimostrino pi sensibili al danno neurotossico.
Bibliografia
1
Salokangas et al. Br J Psych 2002;43:58-65.
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3
Starkman et al. Biol Psych 1999;46:1595-602.
si accurata e nella scelta del trattamento terapeutico adeguato. Un altro limite da considerare laspetto bioetico
della ricerca clinica che, nel caso di una struttura SPDC, si
presenta alquanto complesso.
Introduzione: la quetiapina un antipsicotico atipico; recentemente ne stato proposto limpiego in patologie diverse dalla schizofrenia, come nel disturbo borderline di
personalit (DBP). La necessit di trattamento farmacologico nel DBP si ha nelle fasi di scompenso, durante le quali i
pazienti possono presentare episodi dissociativi o disturbi
del comportamento. Scopo del lavoro la dimostrazione
dellefficacia e sicurezza della titolazione rapida della quetiapina nel DBP in episodio psicotico breve.
Materiali e metodi: sono stati reclutati otto pazienti, di et
compresa tra i 27 e i 31 anni, con diagnosi di DBP secondo
i criteri del DSM-IV R. stata fatta una valutazione mediante BPRS allingresso e dopo 2, 4 e 12 settimane. Abbiamo iniziato la titolazione rapida della quetiapina secondo la
tecnica dello stop and start, ovvero tramite brusca sospensione della precedente terapia e rapida titolazione secondo il
seguente schema posologico: I giorno 200 mg/die; II giorno
400 mg/die; III giorno 600 mg/die.
Risultati: tutti i pazienti hanno presentato un miglioramento della sintomatologia e una riduzione dei punteggi alla
BPRS gi alla II settimana. Tale dato si confermava nei controlli successivi. Non sono stati osservati significativi effetti collaterali.
Conclusioni: le caratteristiche della quetiapina ne fanno un
farmaco assai promettente nel trattamento in acuto nel paziente borderline. Le ridotte dimensioni del campione e i limiti metodologici dello studio rendono i nostri dati preliminari, rendendo necessari ulteriori studi su un maggiore numero di pazienti.
POSTER
tamentali la cui lettura psicopatologica di significato psicotico. La ricostruzione della storia e delle vicissitudini del
paziente permette alcune riflessioni sulle correlazioni esistenti in questo senso tra disturbo clinicamente rilevato e
suo significato affettivo in una situazione esistenziale indubbiamente particolare per limponenza e la quantit di life events presenti. Verranno presentati per la discussione del
caso, oltre i risultati di unosservazione clinica orientata nellottica di una psichiatria clinica integrata, valutazioni psicometriche dintelligenza e di personalit.
395
POSTER
sintomatologia in tutti i sei pazienti a prescindere dalla diagnosi iniziale e, quindi,dalla prevalenza delluno o dellaltro
quadro sindromico mostrando lazione a largo spettro della
duloxetina e confermando lassunto iniziale della frequente
presentazione associata nei pazienti dei due disturbi.
soggetti di sesso femminile, 73,3 %, rispetto al gruppo ricevente, 25,5% (Fig. 1).
Le madri costituiscono il 46,6% dei donatori, i padri sono il
16,6% e le sorelle il 13,3%.
Altro gruppo consistente tra i donatori rappresentato dalle
mogli, l11,1%, mentre la percentuale di fratelli, mariti, zii
e zie rispettivamente il 6,6, 2,2, 1,1, 1% (Fig. 2).
Conclusioni: la donazione da vivente presenta aspetti psicodinamici e relazionali particolari che rendono necessario
valutare le motivazioni alla donazione e liter che conduce
allidentificazione del candidato alla donazione, precedenti
psicopatologici, caratteristiche di personalit, eventuali
complicanze fisiche e psicopatologiche, effetto di farmaci
concomitanti, conflitti preesistenti ed emergenti, ed utili
sembrano una valutazione psichiatrica sistematica e followup delle condizioni psichiche di donatore e ricevente.
Bibliografia
Watanabe T, Hiraga S. Influence on family psychodynamics on
spousal kidney transplantation. Transplantation Proceedings
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Fukunishi I, Sugawara Y, Takayama T, Makuuchi M, Kawarasaki
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Proceedings 2002;34:2632-3.
Fig. 1.
Fig. 2.
396
POSTER
ce in risposta a CS+ fear-irrelevant rispetto a CS+ fera-relevant (Z = 2,75, p < 0,005). Nellallestimento di un paradigma
di condizionamento avversivo applicabile in diverse aree cliniche, quindi, la scelta degli stimoli condizionati una variabile fondamentale perch sembra influire su aspetti importanti dellapprendimento condizionato.
POSTER
Metodologia: su un campione random di 36 pazienti in terapia con olanzapina, quetiapina e risperidone vengono somministrati questionari di autovalutazione sulla sfera sessuale associati alle valutazioni psichiatriche e sessuologiche.
Risultati: nella maggior parte dei pazienti si assiste a disturbi della sfera sessuale con significativi tassi di riduzione
del desiderio sessuale. Tra i diversi farmaci la quetiapina appare avere il minor impatto sulla funzione sessuale.
Conclusioni: si sottolinea limportanza di valutare le terapie
farmacologiche circa la loro collateralit sessuale in quanto
tale aspetto fondamentale nella stabilit e prosecuzione dei
trattamenti riabilitativi dei pazienti tossicodipendenti.
Bibliografia
Palha. A study of the sexuality in opiate addicts. J Sex Marital Ther
2002.
POSTER
ministrazione di strumenti di screening standardizzati, quali la la Self-rating Anxiety State (SAS) e la Self-rating Depression Scale (SDS). Lansia di tratto stata valutata attraverso la State Trait Anxiety Inventory formaY2 (STAI-Y2).
Il CAGE stato somministrato per la valutazione dellabitudine alluso di sostanze alcoliche.
Risultati: la valutazione della sintomatologia somatica non
riferibile a patologia organica, ha messo in evidenza che il
campione clinico, rispetto a quello di controllo, mostra una
frequenza significativamente maggiore di sintomi fisici
tranne per la Sudorazione. Il campione clinico,inoltre, differisce significativamente dal campione di controllo per il
numero di sintomi somatici, per il numero di visite specialistiche ed di esami strumentali e di laboratorio effettuati in
passato per la sintomatologia presentata. La valutazione psicopatologica ha evidenziato che il campione clinico, rispetto a quello di controllo mostra punteggi significativamente
pi elevati sia alla SAS, sia alla SDS che alla STAI-Y2. Labitudine alle pi comuni sostanze alcoliche, risultata significativamente pi rappresentata nel campione clinico rispetto a quello di controllo.
Conclusioni: nella maggior parte dei soggetti con sintomatologia somatica prevalente non viene considerata la presenza di una sintomatologia psichiatrica con una successiva misdiagnosi ed un trattamento inadeguato 3. Tale evidenza assume un significato di priorit allinterno di una popolazione
di giovani adolescenti dal momento che i DA sono considerati importanti fattori di rischio per lo sviluppo di una futura
e pi grave psicopatologia, per una comorbidit con un disturbo da abuso di sostanze e per un deterioramento del funzionamento psicosociale e della qualit della vita 2. La nostra
esperienza, inoltre, conferma la necessit di uno screening
precoce, soprattutto in questa popolazione di giovani pazienti, al fine di instaurare trattamenti adeguati e tempestivi
che possano evitare il peggioramento della sintomatologia e
le complicanze ad essa associate.
Bibliografia
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Demiryoguran NS, Karcioglu O, Topacoglu H, Kiyan S, Ozbay
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POSTER
POSTER
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POSTER
Obiettivo: confrontare sintomatologia, personalit e risposta a breve termine a un trattamento gruppale in pazienti con
diagnosi di Bulimia Nervosa (BN) e BN sotto-soglia.
Metodo: 78 pazienti consecutivi di sesso femminile (39 BN
vs. 39 BN sotto-soglia) ammessi nellUnit di Alimentazione dellOspedale di Bellvitge (Barcellona). Entrambi i gruppi hanno frequentato lo stesso gruppo psicoeducativo breve
(6 sessioni). Prima e dopo il trattamento i pazienti sono stati valutati utilizzando i test: EAT-40, EDI-2, SCL-90-R, BITE, SAD, TCI-R e altri parametri clinici e psicopatologici.
Risultati: con leccezione di alcuni parametri clinici e psicopatologici [Depressione (p = 0,029) e ansiet sociale (p =
0,045) pi alti nei pazienti con BN] non ci sono differenze
significative in nessuna delle altre scale per quanto riguarda
i tratti di personalit e i parametri psicopatologici. Alla fine
del trattamento non ci sono differenze significative tra i due
gruppi n nella percentuale di scomparsa del vomito e delle
abbuffate (33,3% BN vs. 35,2% BN sotto-soglia, p = 0,461)
e neanche in quella di abbandono (7,4 e 16,5% rispettivamente, p = 0,809).
Conclusioni: BN e BN sotto-soglia condividono sia tratti di
personalit che sintomi psicopatologici. Non si sono rilevate differenze di risultati nei due gruppi dopo un trattamento
gruppale psicoeducativo breve.
Fig. 1
402
POSTER
POSTER
Bibliografia
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Coefficiente di
correlazione
intraclasse
(ICC)
404
0,95
0,87
0,85
0,93
0,87
0,74
0,85
0,95
0,80
0,82
POSTER
Risultati: tutti i pazienti hanno avuto significativi miglioramenti con assunzione di quetiapina a dosaggio di 400
mg/die a partire dalla II settimana fino a remissione del quadro clinico.
Conclusioni: si ritiene che lutilizzo di quetiapina nella Depressione Bipolare sia auspicabile e che quetiapina possa essere considerata a tutti gli effetti uno stabilizzatore bimodale.
Dimensione
delleffetto
(M/DS)
Bibliografia
Camilleri V, Mauri M. La quetiapina nel trattamento della Depressione Bipolare. Ital J Psychopathol 2006;11:483-93.
Calabrese J, et al. The Texas Implementation of Medicatic Alghorithms: Update to the Algorithms for Treatment of Bipolar I Disorder. J Chin Psycihatry 2005;66:7.
0,72
0,10
0,30
0,12
0,62
0,51
0,30
(ICC) mostrano ottima concordanza, oscillando nelle sottoscale da ,74 a ,95 (Tab. I); invece, la sensibilit al cambiamento, analizzata misurando la dimensione delleffetto (effect-size) del cambiamento tra linizio e la fine di una settimana tipo di ricovero, mostra i punteggi pi alti per i sintomi positivi e per la cura di s (,72 e ,51) (Tab II).
Conclusioni: la scala mostra unottima validit sia in termini di riproducibilit che di sensibilit al cambiamento, a
fronte di una valutazione che richiede tempi brevi (10 minuti circa) di somministrazione, che non interferiscono con
il normale svolgimento della pratica clinica di routine.
Bibliografia
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Ruggeri M, DallAgnola RB. Come valutare lesito nei Dipartimenti di Salute Mentale. Roma: Il pensiero Scientifico Editore
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R. Luchena, L. Tarricone
DSM A.USL LE/1
Introduzione: la Depressione Bipolare patologia diffusa,
misconosciuta e sottodiagnosticata. Importante causa di
morbilit e mortalit. Recenti studi dimostrano lefficacia di
quetiapina nel trattamento della Depressione Bipolare I e II.
Obiettivo: scopo del presente lavoro, pur con evidenti limiti metodologici, valutare lefficacia di quetiapina nel trattamento della Depressione Bipolare.
Metodo: sono stati osservati per un periodo di tre mesi
quattro pazienti, due maschi e due donne, affetti da Depressione Bipolare. Valutazione effettuata con HAM/D.
Titolazione di quetiapina a 200 mg/die con dosaggi compresi tra 400/600 mg/die. Tre pazienti trattati in monoterapia,
uno in associazione con SSRI.
405
POSTER
Gestione del paziente che somatizza: il paziente con somatizzazioni cerca di ottenere cure ed attenzioni attraverso la manifestazione di dolore o malattia fisica. La natura autofrustrante di questo atteggiamento oltre ad alimentare una serie di
lamentele da parte del paziente conduce in definitiva ad un rifiuto da parte degli altri. Utile pertanto riconoscere al paziente che i suoi sintomi sono reali e non bugie, riconoscere che il
paziente con somatizzazioni sta realmente soffrendo, riconoscere le proprie reazioni di fronte al paziente somatizzante, riconoscere che tali soggetti si comportano tipicamente in maniera ostile, interrompere il ciclo vizioso autofrustrante mostrando al paziente disponibilit e accessibilit in quanto tali e
non esclusivamente sotto laspetto dintervento medico tecnico, riconoscere che la sua sofferenza non deriva da una malattia fisica ma dal grave distress causato dal pensiero di esserne
affetto e di non riuscire ad ottenere cure adeguate, proporre al
paziente appuntamenti regolari e di durata limitata, evitare
esami diagnostici non necessari, evitare la prescrizione di ogni
nuovo farmaco per ogni nuovo sintomo, evitare luso di BDZ,
utilizzare AD nei casi pi invalidanti-cronici, in cui sia anche
presente una sintomatologia depressiva.
406
POSTER
pia incida sulla sintomatologia depressiva di base e sui sintomi somatici di accompagnamento (astenia, mal di schiena, artralgie diffuse, pesantezza alle gambe, torcicollo, cefalea).
Materiali e metodi: su una popolazione psichiatrica, afferente al nostro Servizio per Disturbi dello spettro dellUmore, abbiamo individuato un gruppo 42 di pazienti con diversa diagnosi di base sullAsse I del DSM-IV TR, in assenza
di diagnosi posta sullAsse III, gi in terapia con un antidepressivo SSRI. Tutti questi soggetti, con almeno 30 giorni di
trattamento a dosaggio pieno, cui stata somministrata
lHAM-D, mostravano ancora punteggi immodificati rispetto allinizio del trattamento alle sottoscale relative (item 1116) ai sintomi somatici. Sono stati creati due sottogruppi
omogenei per sesso, et, condizione sociale: il primo formato da 22 pazienti ha proseguito il trattamento con lSSRI
gi utilizzato, con il secondo gruppo, costituito da 20 pazienti, stato effettuato uno switch (stop and start) con 60
mg di Duloxetina. Da quel momento di due gruppi cos ottenuti sono stati valutati al baseline, dopo 4 e dopo 8 settimane di terapia, utilizzando lHAM-D e la CGI.
Risultati: entrambi i gruppi in trattamento hanno beneficiato in misura sovrapponibile della terapia antidepressiva
(HAM-D < 50%/baseline). Tuttavia nel gruppo trattato con
SSRI nessun paziente ha raggiunto un remissione completa
della sintomatologia. Diversamente, nel gruppo trattato con
Duloxetina ben 15 pazienti (75% del campione) hanno raggiunto una remissione completa (HAM-D 8).
Commento: dai risultati ottenuti, la Duloxetina si dimostrata un farmaco di pari efficacia agli SSRI, in ambito antidepressivo. Alcune differenze, dovute al particolare meccanismo dazione a doppio attacco recettoriale (serotonina/noradrenalina), rendono ragione della sua efficacia sulla sintomatologia somatica. Il successo ottenuto sul controllo dei
sintomi somatici ha consentito sulla maggioranza dei pazienti trattati, una remissione completa della depressione, a
dimostrazione del fatto che la presenza delle lamentele somatiche incide notevolmente sulla percezione del proprio
stato depressivo e sullevoluzione dello stesso.
Bibliografia
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POSTER
teri del DSM IV R per l80% gi in trattamento con neurolettici tipici. Si effettuato lo switch con atipici secondo le
modalit previste dalle attuali linee guida, il 20% non aveva
assunto in precedenza neurolettici tipici.
Sono stati osservati in un arco temporale di 15 mesi n 45
pazienti di cui 15 trattati con Olanzapina ad un dosaggio tra
10 e 20 mg; 15 trattati con quetiapina ad un dosaggio tra 700
e 900; 15 trattati con risperidone ad un dosaggio compreso
tra 4 e 6 mg.
Le valutazioni di efficacia, maneggevolezza e tollerabilit
sono state condotte tramite somministrazione delle scale di
valutazione PANSS e CGI.
Risultati: olanzapina quetiapina e risperidone sono risultati
sovrapponibili per quanto riguarda lefficacia. Si sono verificati sei casi di drop out con lutilizzo di risperidone per insorgenza di EPS (n 3 casi non altrimenti correggibile) e iperprolattinemia con galattorrea e amenorrea (n tre casi). Olanzapina ha determinato in n 3 casi aumento di peso e ipercolesterolemia, senza determinare sospensione della terapia.
Quetiapina ha causato in 3 casi sedazione ed ipotensione ortostatica, corretti da terapia farmacologia sintomatica.
Conclusioni: per quanto riguarda lefficacia le tre molecole
sono risultate sovrapponibili. Olz ha manifestato una migliore maneggevolezza soprattutto nei casi di assunzione in
monoterapia. Olz e Qte hanno dimostrato un sicuro profilo
di tollerabilit rispetto a Rsp.
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contributi del pensiero neurobiologico evolutivo, della psicologia dello sviluppo, delle neuroscienze, della psicologia
cognitiva e della psicologia psicodinamica, nel rispetto della necessaria corrispondenza tra i livelli specifici di complessit dellorganizzazione neurobiologica presi in esame e
le singole prospettive di indagine che ad essi si adattano.
Risultati: proposta la possibilit di definire in modo simultaneo ciascun processo di funzionamento mentale, appartenente ai domini neuropsicologici e psicologici cognitivi, analogamente a quanto accade per gli aspetti sintomatologici e diagnostici in psichiatria, secondo un modello di valutazione di tipo multiassiale unitario, costituito da variabili funzionali tra loro interconnesse, che specifica lo sviluppo attuale di funzioni neurali, rappresentazioni mentali e
processi mentali integrati con riferimento: a) agli aspetti descrittivi di funzioni neurali, rappresentazioni mentali e processi mentali non riferiti al S o riferiti al S (incluse singole componenti e fasi costitutive); b) al grado di integrit dei
substrati neurobiologici conosciuti (aspetti genetico-molecolari, neuroanatomici, neurochimici, endocrini e immunologici); c) alle modalit generali del funzionamento cerebrale e mentale e alle capacit di elaborazione delle informazioni (riferite a sensopercezioni, idee, affetti, impulsi) secondo i modelli proposti dagli approcci neurofisiologico,
neuropsicologico e delle neuroscienze cognitive; d) ai sistemi psicologici di interpretazione obiettivante di processi e
meccanismi mentali intrasoggettivi e intersoggettivi, comprese le organizzazioni di personalit e di identit personale; e) ai fattori che interferiscono o ostacolano lo sviluppo
attuale di rappresentazioni mentali e processi mentali nella
vita di relazione; f) alle modalit specifiche del funzionamento cerebrale, mentale e intersoggettivo (valutazione del
grado di integrit/compromissione di tipo quantitativo e/o
qualitativo delle funzioni cerebrali e mentali in oggetto, in
relazione con il modello interpretativo utilizzato); g) alle capacit di connessione di funzioni specifiche con le funzioni
correlate e con la totalit delle funzioni cerebrali e mentali.
Discussione e conclusioni: si ritiene che la possibilit di
adottare una cornice di riferimento teorico multiassiale per
le diverse funzioni mentali prese in considerazione, che unisce in s coordinate strutturali, anatomo-funzionali e psicofisiopatologiche, che sono suscettibili di eventuale ulteriore
associazione con lo studio delle esperienze psicologiche
soggettive e delle modalit di funzionamento di tipo psicologico e/o psicosociale, rappresenti un utile supporto sia per
limpostazione di pratiche di assessment di aspetti neuropsicologici e psicopatologici, sia per una programmazione
razionale di interventi terapeutico-riabilitativi in ambiti neurologici e psichiatrici.
Bibliografia
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Solms M, Turnbull O. Il cervello e il mondo interno. Cortina 2004.
408
POSTER
risultato difficile far accettare la diagnosi di anoressia nervosa sia per una naturale negazione di malattia sia perch la
paziente non ne aveva mai sentito parlare in precedenza. In
Marocco veniva curata con vitamine.
Conclusione: il caso in oggetto pone degli interrogativi sulla casistica dellanoressia nervosa in pazienti di etnie e culture diverse, sulla rigidit dei criteri diagnostici dellattuale
sistema categoriale e sullattenzione medica necessaria nelle situazioni gravidiche in stati di defedamento.
POSTER
Lo studio era teso a valutare i cambiamenti nelle abilit comunicative di 23 operatori sanitari (78,3% femmine, 21,7%
maschi, et media 38,3 9,7 anni), membri dellquipe della Clinica reumatologica dellUniversit politecnica delle
Marche (30,4% medici, 4,4% biologi, 52,2% infermieri,
13% OSS), dopo avere partecipato ad un Corso di aggiornamento in Psicologia Medica, condotto mediante la tecnica del Gruppo Operativo di Pichn Rivire.
Ai professionisti fu chiesto di autovalutarsi, prima e dopo il
Corso, utilizzando lHCCQ (Health Care Communication
Questionnaire), un questionario con 16 item ed una scala
likert a 5 punti, forma B (apposita per gli operatori sanitari).
In pi, per due settimane dallinizio del Corso, ai pazienti
della Clinica reumatologica fu chiesto di valutare le abilit
comunicativa dellquipe tramite lHCCQ forma A (per i
pazienti), composta da 14 item. Trentatr pazienti hanno
compilato il questionario in modalit anonima. Abbiamo
proposto la stessa somministrazione dopo la fine del Corso,
hanno compilato lHCCQ trentaquattro pazienti.
I risultati dellANOVA per misure ripetute mostra una leggera tendenza al miglioramento nella maggior parte delle dimensioni dellHCCQ forma B e una tendenza al miglioramento statisticamente significativa in quasi tutte le dimensioni dellHCCQ forma A.
Il Corso di aggiornamento rivolto ad accrescere le abilit
comunicative degli operatori sanitari appartenenti allquipe della Clinica reumatologica sembra aver avuto alcuni effetti positivi immediati, in special modo riferiti dalle esperienze dei pazienti.
POSTER
dalieri, il DSM, lo IOM e lADI. Dopo la dimissione ospedaliera sar istituita unassistenza al malato con visite domiciliari e interventi ambulatoriali. A domicilio saranno erogate prestazioni infermieristiche, mediche (palliativista, psichiatra
ecc.) e psicologiche; in ambulatorio alcuni specialisti effettueranno consulenze, psicoterapie individuali, di gruppo, familiari e verranno organizzati gruppi AMA. Gli operatori avranno
una formazione permanente e saranno costituiti gruppi Balint.
Conclusioni: il nostro progetto si propone di rispondere alle esigenze del malato oncologico e della sua famiglia, tentando di strutturare un percorso di cura che permetta al paziente di non sentirsi smarrito allinterno di una malattia che
di per s destrutturante e labirintica. Importante costruire unquipe multidisciplinare di professionisti, nei vari Reparti e Servizi, che collaborino nella gestione del disagio
psicologico del paziente oncologico.
Bibliografia
Razavi D. Psychology, psychiatry and oncology: recent and future
findings. Bull Mem Acad R Med Belg 2006;161:127-35.
Dipartimento di Salute Mentale, ASUR ZT 13 Ascoli Piceno; ** Clinica Psichiatrica, Universit Politecnica delle
Marche, Facolt di Medicina e Chirurgia
Introduzione: il nostro studio stato effettuato presso il Dipartimento di Salute Mentale di Ascoli Piceno nel periodo
gennaio-agosto 2006, per verificare lefficacia e la tollerabilit del Risperidone a Rilascio Prolungato.
Obiettivi: lobiettivo dello studio stato di verificare lefficacia e la tollerabilit del nuovo atipico long-acting rispetto
agli antipsicotici di vecchia generazione e migliorare il grado di soddisfazione personale del paziente, aumentando la
compliance al trattamento 1.
Materiali e Metodi: sono stati selezionati due gruppi di pazienti dei quali il primo (gruppo campione) in trattamento
con neurolettici long acting tipici, il secondo con Risperidone RP. Entrambi i gruppi sono stati analizzati secondo variabili qualitative: et, sesso, stato civile, condizioni sociale,
conviventi, episodi di aggressivit durante la malattia. Per la
valutazione ed il monitoraggio abbiamo utilizzati i seguenti
test: CGIg, VGF e PANSS.
Risultati: la nostra analisi attraverso le tre scale di valutazione ha evidenziato punteggi omogenei nei due gruppi allinizio e alla fine del trattamento, ma durante i follow-up
mensili notiamo che il miglioramento nel gruppo 2 statisticamente significativo gi al secondo mese di trattamento,
mentre nel gruppo 1 intorno al III-IV mese. Questo andamento si evidenzia in tutte le scale, soprattutto alla PANSS.
Un altro parametro considerato stata la presenza di effetti
collaterali, in particolar modo di quelli extrapiramidali;dai
dati emerge che nel il gruppo 2 non si sono verificati effetti
collaterali di alcun tipo.
Conclusioni: dal nostro studio emerge che il Risperidone
RP presenta una maggiore tollerabilit rispetto agli antipsi411
Bibliografia
Glick ID. Long-Term Maintenance Therapy With Quetiapine vs.
Haloperidol Decanoate in Patients With Schizophrenia or Schizoaffective Disorder. J Clin Psychiatry 2005;66:5.
Chue P, et al. An Open-Label, Effectiveness Study of Long-Term
Quetiapine Treatment. The Journal of Applied Research
2005;5(2).
POSTER
412
POSTER
Fig. 1.
R. Martino, A. Gentile
Dipartimento Salute Mentale, ASL BA5 Putignano (Bari)
Introduzione: a tuttoggi nessun farmaco ha indicazione
per il trattamento del disturbo borderline di personalit
(DBP); ci nonostante i seguenti punti vengono considerati
meritevoli di trattamento antipsicotico: manifestazioni di
ostilit ed aggressivit; problemi del corso o contenuto del
pensiero; necessit di azione sedativa.
Obiettivi: verificare quanto la farmacoterapia ed il sostegno
psicoterapico possono vicendevolmente incrementare la reciproca efficacia.
Si considera lapplicazione della quetiapina in monoterapia
verso le condotte aggressive e quelle impulsive.
Metodologia: sono stati considerati 8 pazienti con DBP, la
cui valutazione diagnostica ha utilizzato le interviste SIDPIV e DIB. A 5 pazienti stato proposto solo un trattamento
con quetiapina ed ai restanti 3 anche un setting psicologico
di tipo psicodinamico.
La quetiapina stata utilizzata, completando la titolazione
entro 10 giorni, in un range composto fra i 400 ed i 900 mg
(dose media 600 mg/die). La valutazione dei pazienti stata effettuata al basale (T0), dopo 1(T1), 4 (T2), 8 (T3) e 12
(T4) settimane, utilizzando le scale AQ per laggressivit e
BIS-11 per limpulsivit.
Risultati: gi nei primi tre mesi quetiapina si dimostra efficace nel controllo dellaggressivit e dellimpulsivit. Tale
efficacia viene accentuata nei pazienti in psicoterapia.
Conclusioni: risultati preliminari verificano un intervento
strutturato con quetiapina nel disturbo borderline di personalit efficace presidio terapeutico.
abbiamo ideato una nuova versione del test, il MMPI-2FUZZY, che consente ai testandi di rispondere in maniera
sfumata secondo i principi della logica fuzzy 1. La logica
fuzzy si basa sullattribuzione ad ogni proposizione (nel nostro caso litem del test) di un grado di Verit compreso nellintervallo continuo da 0 a 1 1.
Metodologia: la nuova modalit di somministrazione del
test stata tradotta in un programma informatico che permette di esprimere il grado di accordo (o di disaccordo) ad
ogni item del MMPI-2 muovendo un cursore lungo una barra continua contenente valori che vanno da 100% Vero a
100% Falso. Si effettuata una prima taratura del MMPI-2FUZZY su un campione di 112 soggetti sani (63 femmine e
49 maschi). Si quindi confrontata laccuratezza diagnostica del MMPI-2-FUZZY con quella dellMMPI-2 classico
(Bivalente) utilizzando come criterio esterno di Validit le
diagnosi di dimissione dalla Clinica Psichiatrica dellUniversit di Bari di 20 soggetti maschi con disturbi psicotici.
Il confronto tra le versioni classica (Bivalente) e Fuzzy
stato effettuato con il metodo delle curve ROC (Receiver
Operating Characteristic).
Risultati: lanalisi delle curve ROC (Fig. 1), della Sensibilit, Specificit e Accuratezza Diagnostica globale (cut-off
65 punti-T) (Tab. I) evidenzia una maggiore Validit del
MMPI-2-FUZZY nel discriminare gli ammalati dai sani.
Conclusioni: la versione MMPI-2-FUZZY pu portare ad
evidenti vantaggi nellapplicazione clinica e soprattutto medico-legale del MMPI-2.
Tab. I.
MMPI-2-FUZZY
MMPI-2-Bivalente
Sensibilit
Specificit
Accuratezza Diagnostica
0,9
0,8
0,51
0,51
0,62
0,59
413
POSTER
Bibliografia
1
Zadeh LA. Fuzzy Sets. Information and Control 1965;8:338-53;
Zadeh LA. The birth and evolution of Fuzzy Logic. Int J General System 1990;17:95-105.
Introduzione: la gravidanza caratterizzata da una trasformazione dei vissuti emotivi della donna, in cui entrano in
gioco fattori biologici e psicologici, nonch tutti quei cambiamenti che si verificano nel sistema di vita e nellautopercezione della gestante. Lo scopo del presente studio stato
quello di valutare gli stati emotivi in un gruppo di donne che
hanno frequentato il corso di preparazione al parto nel consultorio familiare n. 3 della ex ASL-FG3, e di individuare le
eventuali situazioni di rischio per lo sviluppo di disturbi dellumore post-partum.
Metodologia: lo studio, in aperto, stato condotto nellarco di due mesi e la valutazione psicometrica stata effettuata con linventario POMS (Profile of Mood States) di
McNair et al. (1981), che misura sei fattori ed altrettanti stati affettivo-emotivi: (Tensione-Ansia, Depressione-Avvilimento, Aggressivit-Rabbia, Vigore-Attivit, StanchezzaIndolenza, Confusione-Sconcerto). Lo strumento stato
somministrato ad un campione di n. 25 donne alla 37 settimana di gravidanza, di et compresa tra i 27 e i 40 anni.
Risultati e Conclusioni: dai dati emersi si evince che n. 21
donne (84%) hanno, complessivamente, evidenziato un buon
senso di sicurezza ed un atteggiamento abbastanza tranquillo
e sereno. Soltanto n. 4 donne del campione esaminato hanno
evidenziato dei risultati al POMS al limite superiore nel fattore D (depressione-avvilimento), nel fattore A (aggressivitrabbia) e nel fattore C (confusione-sconcerto). Tali donne risultano, pertanto, a rischio per quanto concerne leventuale
sviluppo di depressione post-partum, o di altri disturbi dellumore ad insorgenza nel post-partum.
POSTER
ta con un duplice obiettivo: 1. consentire un pi preciso inquadramento diagnostico, secondo i criteri del DSM IV, di
quelle modificazioni della personalit che sono la conseguenza fisiologica diretta di una condizione medica generale; 2. valutare quantitativamente la gravit dei tipi specifici
delle suddette alterazioni (anche di quelle subcliniche) e documentare gli eventuali cambiamenti a seconda dello stato
della condizione medica. La finalit del presente studio sta
quella di indagare la validit convergente e la validit discriminante della FGRS, applicandola ad un campione di 96
pazienti affetti da epilessia generalizzata o parziale.
Metodologia: sono state impiegate le seguenti rating scale:
BPRS, SANS, CPRS, MOAS. Per la validit convergente
stato utilizzato il coefficiente di correlazione di Spearman, per la validit discriminante stato utilizzato il test t
di Student tra il suddetto campione ed un campione di controllo di 68 soggetti sani.
Risultati e Conclusioni: dai dati emersi dallapplicazione
dei test statistici, la FGRS ha evidenziato sia unottima validit convergente con alcuni strumenti di valutazione della
psicopatologia gi ampiamente validati, sia unelevata validit discriminante tra gruppi diversi con o senza patologia in
atto, o con livelli diversi di gravit delle dimensioni psicopatologiche.
compulsivo (6 pazienti; 27,27%), disturbo borderline (4 pazienti; 18,18%), e disturbo istrionico (3 pazienti; 13,64%).
Nella BN il disturbo di personalit pi rappresentato era il
disturbo borderline (5 pazienti; 38,46%).
Solamente il 31,82% del sottogruppo AN, il 38,46% del sottogruppo BN, il 40% del sottogruppo BED e il 40% del sottogruppo NAS non presentavano disturbi di personalit.
Conclusioni: per quanto riguarda le correlazioni esistenti tra
disturbi di asse II e DCA i nostri dati suggeriscono che il sottogruppo affetto da DCA e disturbi di personalit associato
ad un maggior tasso di abbandono della terapia cognitivocomportamentale, (pi evidente per lAN con disturbo borderline e disturbo ossessivo compulsivo di personalit e per
la BN con Disturbo borderline di personalit), un maggior ricorso al trattamento farmacologico rispetto al sottogruppo
senza comorbidit di asse II. Tali risultati sono in accordo
con i dati presenti in letteratura che mostrano come la personalit possa influire con il decorso di malattia 2, e rappresentare un indice predittivo negativo di risposta alla terapia 3.
Bibliografia
1
Cassin SE, Von Ranson KM. Personality and eating disorders:
a decade in review. Clin Psychol Rev 2005;25:895-916.
2
Tozzi, Thornton LM, Klump KL, et al. Symptom fluctuation in
eating disorders: correlates of diagnostic crossover. Am J Psychiatry 2005;162:732-40.
3
Bruce KR, Steiger H. Treatment implications of Axis-II Comorbidity in Eating Disorders. Eat Disord 2005;13:93-108.
POSTER
Risultati e conclusioni: lanalisi ANOVA ad una via ha evidenziato che i soggetti con deficit attentivo presentano deficit pi gravi nelle misure di cognizione sociale, in particolare nel riconoscimento delle emozioni anche quando si inserisce come covariata la variabile anni di malattia.
I punteggi nelle misure di cognizione sociale inoltre nei soggetti con deficit attentivo correlano in maniera significativa
con la sintomatologia negativa e con il funzionamento sociale.
I nostri dati, seppure preliminari, supportano lidea dellesistenza di un meccanismo patofisiologico comune sottostante ai deficit di cognizione sociale e di attenzione presenti
nella schizofrenia.
POSTER
che sono stati sottoposti ad un completo screening audiologico allo scopo di caratterizzare il tinnitus; la valutazione
psichiatrica comprendeva un colloquio clinico e la somministrazione della Pittsburgh Sleep Quality Index, dellSCL90 e della Mini International Neuropsychiatric Interview.
Risultati: let media 47,15, i due sessi sono parimenti
rappresentati, 153 pazienti (65,66%) sono risultati
cattivi dormitori, secondo i criteri di Buysse et al. Tali dati sono in accordo con quanto riportato in letteratura.
Conclusioni: i risultati del nostro studio sembrano abbastanza interessanti in quanto suggestivi di una netta prevalenza dei disturbi del sonno nei pazienti portatori di acufeni.
Una terapia specifica per il disturbo del sonno potrebbe interrompere il circolo vizioso secondo cui questi aspetti finiscono col peggiorarsi a vicenda.
Tali dati si considerano provvisori e necessitano di un ulteriore ampliamento del campione per poter essere ulteriormente avvalorati.
Background: the choice of a new antipsychotic during acute phases of schizophrenia, for those patients who experience inadequate response with their current treatment, should
take into account both the need for a rapid control of psychotic symptoms and a good tolerability, in order to maintain the treatment over long term phase. To evaluate the efficacy and tolerability of ziprasidone after switching from
conventional and atypical antipsychotics in acute schizophrenic patients who need a change of therapy.
Methods: the study has been conducted in Italy. 189 patients with a DSM-IV diagnosis of schizophrenia with acute exacerbation of symptoms were switched to eight-week
open label treatment with ziprasidone. Main inclusion criteria were: current treatment with other oral antipsychotics,
PANSS 80, indication for a change of therapy, based on
investigators judgment, due to inadequate therapeutic response or intolerable side-effects. Ziprasidone was initiated
at a dosage of 80mg/day for the first two days and then adjusted between 40-160 mg/day. The primary efficacy measure
was the change from baseline in PANSS total score, analyzed using the Students t-test for paired data.
Results: Most reported antipsychotic treatments before
switching were: 136 patients (72%) completed the study.
After switching to ziprasidone, on the primary ITT-LOCF
analysis, the mean change in the PANSS total score from
baseline to endpoint was statistically significant (n = 183;
baseline score 112 19; mean change: 25,5; p 0,0001. The
improvement in mean PANSS total score was statistically
significant vs. baseline from the first week of treatment. An
improvement of at least 20% of the PANSS total score was
observed in 54% of the patients. Ziprasidone was generally
well tolerated during the study, with only 12.7% of patients
POSTER
POSTER
tora privo di basi accettabili di evidenza. Poich lAN considerata tipicamente femminile, vi sono relativamente pochi
studi riguardo tale patologia nel sesso maschile. La scarsa
letteratura sembra indicare che i maschi affetti da AN non
differiscono psichiatricamente dalle controparti femminili 1.
Studi clinici hanno suggerito che vi sia pi alta incidenza di
omosessualit o problemi dorientamento sessuale in maschi con DCA o con AN 2. Nella prospettiva della differenza di genere nel paziente, molte domande sono state poste
sullinfrequente full syndrome dellanoressia nervosa maschile, ma con risposte limitate o insoddisfacenti. Lapproccio psicoterapico al paziente con AN maschile ancora pi
raramente preso in considerazione nella letteratura specifica, anche come semplice case-report: ancor meno considerato il problema tecnico se la differenza di genere del terapeuta possa influire sulle grandi difficolt di avvio della
relazione terapeutica in generale e di quella psicoterapica in
particolare col grave paziente anoressico. Perci si attuata
una revisione generale della letteratura sullAN maschile attraverso Medline e attraverso i riferimenti bibliografici di
articoli interessanti negli ultimi 10 anni.
Scopo e metodi: ci siamo quindi proposti di presentare un
case-report di valutazione e presa in carico psicoterapica
ambulatoriale (1 seduta a settimana) da parte di una terapeuta femminile dun caso maschile di AN/r (con esordio 5
anni prima ed in recente ricaduta), gi valutato, testato e
preso in carico presso la stessa Unit-DCA da altro terapeuta 3 anni prima. Il trattamento inserito in un percorso terapeutico integrato per pazienti con DCA a livello di Dip. Salute Mentale e AUSL in collaborazione con lUnit di Dietologia e Nutrizione Clinica dellOspedale Generale. Da 4
anni la nostra Unit-DCA riceve supervisioni teoriche e sui
casi in una prospettiva kleiniana da docenti del Corso
Working with People with Eating Disorders del Tavistock
Institute & Portman di Londra per 120 ore annue.
Risultati: il paziente 40enne coniugato con figli, ha iniziato e interrotto tanti trattamenti (raggiungendo un BMI 15 nel
periodo pi critico). Vengono svolte considerazioni cliniche
e teoriche sulle difficolt di presa in carico, sulla nozione di
rifiuto dellaiuto, sul concetto post-bioniano di inversione
del rapporto contenitore/contenuto nella relazione col paziente anoressico, su alcuni fenomeni transferali potenzialmente collegati con accelerato miglioramento clinico del
paziente, sul possibile influsso della differenza di genere del
terapeuta nella fase di avvio di cicli terapeutici diversi presso la stessa Unit.
Conclusioni: nei limiti cospicui di un case-report, ci sembra
tuttavia che terapeuta femminile di paziente-maschio con
AN/r e terapeuta maschile di pazienti di sesso femminile
con AN/r, incontrino inattese esperienze omogenee nella relazione terapeutica, mentre il terapeuta maschile di paziente-maschile con AN/r tende ad incontrare ulteriori supplementari difficolt genere-specifiche, che potrebbero essere
soppesate in termini costi-benefici almeno nei casi gravi o
resistenti.
Bibliografia
1
Lindblad F. et al. Int J Eat Disord 2006.
2
APA practice guideline for the treatment of patients with eating
disorders, 2000.
419
Clinica Psichiatrica,
versit di Palermo
**
Introduzione: gli studi che esplorano le connessioni tra disturbo bipolare e disturbi di personalit appaiono piuttosto
contraddittori e quelli che esaminano il rapporto tra disturbi
bipolari e strutturazione difensiva sottostante sono rari. Il
presente lavoro di ricerca esplora le relazioni tra disturbo bipolare e disturbi di personalit e indaga la presenza di pattern difensivi specifici del disturbo bipolare con lo scopo di
fornire al clinico elementi per migliorare lefficacia del trattamento.
Metodologia: sono stati reclutati 44 soggetti afferenti alla
clinica psichiatrica dellUniversit di Palermo con una diagnosi clinica di Disturbo Bipolare effettuata tramite SCID-I
1
. A questi 44 soggetti sono stati somministrati la SCID-II 2
ed il Defense Mechanisms Inventory 3.
Risultati: il 71% dei soggetti risultato avere un disturbo di
personalit di cluster B.
La strategia difensiva REV, tramite cui il soggetto allontana
una realt frustrante sottovalutandone o addirittura disconoscendone gli effetti, la strategia difensiva che contraddistingue lintero gruppo di soggetti.
Conclusioni: lincremento nelluso di strategie difensive
volte al disconoscimento e lalta prevalenza di disturbi di
personalit caratterizzano il gruppo di soggetti bipolari e costituiscono indici da valutare, per il clinico, ai fini della prognosi tenuto conto che riducono la compliance al trattamento psicofarmacologico e riabilitativo.
Bibliografia
1
First MB, Spitzer RL, Gibbon M, Williams JBW. SCID-I. Structured Clinical Interview for DSM-IV Axis I Disorders, Firenze:
OS 2000.
2
First MB, Spitzer RL, Gibbon M, Williams JBW, Benjamin LS.
SCID-II. Structured Clinical Interview for DSM-IV Axis II Disorders. Firenze: OS 2003.
3
Ihilevich D, Gleser G. Defense Mechanisms Inventory. Firenze:
OS 1992.
POSTER
POSTER
Bibliografia
Mitchell JE, Peterson CB, Myers T, Wonderlich S. Combining
pharmacotherapy and psychotherapy in the treatment of patients
with eating disorders. Psychiatr Clin North Am 2001;24:315-23.
Stewart TM, Williamson DA. Multidisciplinary treatment of eating
disorders. Behav Modif 2004;28:812-30.
421
POSTER
Introduzione: il Binge eating disorder (BED) si caratterizza per lingestione di grandi quantit di cibo accompagnata
dalla sensazione di perdita di controllo nel mangiare, che si
verifica per almeno 2 giorni alla settimana per almeno sei
mesi. Sono assenti comportamenti sistematici di compenso.
Circa il 20-30% dei pazienti che richiede un trattamento per
lobesit soddisfa i criteri diagnostici del BED.
I tassi di prevalenza del BED tendono a crescere proporzionalmente allentit del soprappeso, riscontrandosi nel 10%
circa dei soggetti con BMI compreso tra 25 e 29, nel 25%
422
POSTER
dei casi nei soggetti con BMI tra 28 e 31 e nel 42% circa nei
soggetti con BMI sopra 31.
Materiali e metodi: abbiamo effettuato una review dei
principali studi riguardanti lutilizzo del trattamento integrato nutrizionale e psicoterapeutico del BED, in pazienti
con soprappeso o obesit.
Risultati: diversi studi mostrano come la terapia cognitivocomportamentale del BED presenti una buona efficacia in
termini di riduzione del binge-eating anche se nei pazienti
obesi si osserva uno scarso successo in termini di perdita di
peso 2 e che la presenza del BED si associa ad un pi probabile insuccesso della sola terapia dietologica dellobesit
(drop-out pi frequenti, minore perdita di peso, pi rapido
recupero del peso). Il trattamento farmacologico del BED
con antidepressivi si associa a perdita di peso ma a cambiamenti minimi nel comportamento alimentare abnorme 1.
Conclusioni: il trattamento integrato del BED deve prendere in considerazione sia laspetto psicopatologico che quello organico del soprappeso o dellobesit; la percentuale di
ricadute sembra ridursi nei casi in cui venga utilizzato un
trattamento integrato di tipo farmacologico, psicoterapico e
dietologico anche se dai dati presenti in letteratura si evince
che tali risultati sono limitati nel tempo, probabilmente per
lelevata incidenza di drop-out.
Bibliografia
1
McElroy SL, Casuto LS, Nelson EB, et al. Placebo-controlled
trial of sertraline in the treatment of binge eating disorder.
American Journal of Psichiatry 2000;157:1004-6.
2
Hay PJ, Bacaltchuk J. Psichoterapy for bulimia nervosa and binging. Cochrane Database Syst Rev 2001;CD000562.
***
Introduzione: la Sclerosi Multipla una malattia infiammatoria demielinizzante cronica. Le cause non sono conosciute, le ipotesi pi accrediate ipotizzano una reazione autoimmune o uneziologia virale. Le manifestazioni neurologiche in corso di Sclerosi Multipla includono disturbi visivi
(neurite ottica retrobulbare), interessamento piramidale con
mono- emi o tetraparesi spastica, paralisi dei nervi cranici,
disturbi della sensibilit. Oltre ai disturbi della sfera affettiva, che rappresentano la pi frequente comorbilit psichiatrica in corso di Sclerosi Multipla, possono essere presenti
disturbi psicotici, pi frequenti nei pazienti che alla RMN
mostrano atrofia cerebrale e cerebellare ed allargamento
ventricolare, o atrofia associata a lesioni dellemisfero sinistro. Tale quadro si manifesta come disturbo delirante organico con sentimenti di estraneit, depersonalizzazione, deliri di grandezza e di potenza, bizzarrie comportamentali. Pi
rare le allucinazioni visive 1.
Materiali e metodi: presentiamo un case-report di un paziente giunto alla nostra osservazione con sclerosi multipla
recidivante.
Risultati: paziente maschio di 35 anni, giunge al nostro am423
POSTER
La psicopatologia cronica osservata negli utilizzatori cronici di cannabis determinata dallinterazione tra la psicobiologia del consumatore da una parte e la farmacologia e gli
effetti psicoattivi della sostanza dallaltra. Effetti cognitivi
di vario tipo sono stati dimostrati durante lintossicazione
acuta di cannabis, mentre studi circa gli effetti cronici sulle
funzioni cognitive non hanno dato risultati univoci.
Materiali e metodi: abbiamo effettuato una review della
letteratura esistente circa gli effetti cronici sulle funzioni cognitive da uso cronico di cannabis.
Discussione: gli effetti delluso cronico di cannabis sulle
funzioni neurocognitive non sono universalmente dimostrati; comunque tecniche di neuroimaging hanno messo in evidenza deficit nel lungo periodo della memoria a breve termine e della working memory 2.
In adolescenti dipendenti da cannabis sono stati somministrati test neuropsicologici che hanno mostrato effetti residui neurocognitivi dopo 1-7 giorni di astinenza dalla sostanza e fino sei settimane dopo lultima assunzione; anche
se non era possibile ipotizzare se ci era dovuto agli effetti
residuali della sostanza nel cervello oppure a unazione neurotossica diretta della sostanza; deficit comunque reversibili dopo prolungata astinenza.
La RMN funzionale mostra unipoattivazione cerebellare e
una riorganizzazione del network viso-attentivo in soggetti
che fanno uso cronico di cannabis, reversibili anche essi dopo prolungata astinenza 3.
Lindice di pulsatilit, una misura della resistenza cerebrovascolare, e la velocit sistolica, sono significativamente incrementati in coloro che usano cannabis rispetto ai soggetti
di controllo. Tali incrementi persistono nei forti abusatori
dopo un mese di astinenza.
Luso cronico di cannabis associato ad incremento delle
resistenze cerebrovascolari, attraverso cambiamenti occorsi,
in parte, nei vasi sanguigni e nel parenchima cerebrale, che
potrebbero spiegare i deficit cognitivi osservati 1.
Conclusioni: studi sulla persistenza a lungo termine di deficit cognitivi correlati alluso cronico di cannabis hanno dato risultati contrastanti 2.
Bibliografia:
1
Herning RI, Better WE, Tate K, Cadet JL. Cerebrovascular perfusion in marijuana users durino a month of monitored abstinence. Neurology 2005;64:488-93.
2
Klugman A, Gruzelier J. Chronic cognitive impairment in users
of ecstasy and cannabis. World Psychiatry 2003;2:184-90.
3
Chang L, Yakupov R, Cloak C, Ernst T. Marijuana use is associated with areorganized visual-attention network and cerebellare hypoactivation. Brain 2006;129:1096-112.
**
Istituto Neuro-
POSTER
Item #
16 Tachicardia
23 Vertigini
2 Sintomi al pensiero di perdere
una persona
17 Iniziare a sudare
29 Brividi di freddo/vampate calore
30 Confuso o stordito
91 Facilmente rassicurabile
28 Torpore/formicolii
89 Bisogno conforto
%/n
95 (n = 19)
95 (n = 19)
90
90
90
85
85
80
80
(n
(n
(n
(n
(n
(n
(n
=
=
=
=
=
=
=
18)
18)
18)
17)
17)
16)
16)
Metodo: 20 pazienti con CCR sono stati valutati con il questionario di spettro panico-agorafobico (PAS-SR lifetime).
Risultati: il campione costituito per il 90% (n = 18) da pazienti di sesso femminile. Let media di 50,3 anni (9,5);
let media di esordio della cefalea di 24,0 anni (11,8). Il
15% (n = 3) del campione ha soddisfatto i criteri per diagnosi di Asse I di disturbo di panico (n = 3). I1 punteggio
medio PAS-SR risultato 37,8 14,7; il 55% (n = 11) del
campione ha superato la soglia di 35 item; 9 item sono stati
soddisfatti per oltre 180% del campione (Tab. I).
Conclusioni: il PAS-SR pu costituire uno strumento utile
per 1identificazione di specifici sintomi di panico in pazienti con CCR.
Introduzione: nei Disturbi di Personalit (DP) limpulsivit, linstabilit e laggressivit, possono associarsi a stati
di frammentazione ideativa e temporale. La psicoterapia di
gruppo dovrebbe favorire lacquisizione di aree di temporalit, piccole scene raccontate che diventeranno storia condivisa 1.
Metodologia: nella S.O.D. Clinica Psichiatrica Ancona sono stati avviati, nel tempo, due gruppi di psicoterapia ad
orientamento analitico con DP, a cadenza settimanale della
durata di 90 minuti, con due conduttori. Nellultimo, iniziato da circa tre anni, i soggetti presentavano sintomatologia
pi impegnativa 2.
Risultati: dopo circa due anni e mezzo la coppia terapeutica si temporaneamente separata per la maternit della coterapeuta. Inizialmente nel gruppo sono state espresse manifestazioni di affetto e partecipazione, poi tale cambiamento ha fatto emergere intensi sentimenti di rabbia scarsamente pensabili, accompagnati da vissuti di perdita, abbandono,
paura ed incertezza del futuro.
Conclusioni: nella psicoterapia di gruppo con DP linstabilit e le modificazioni del setting possono determinare intense regressioni che se non elaborate mettono a rischio la
prosecuzione della terapia.
Bibliografia
1
Correale A, Aloni AM, Carnevali A, Di Giuseppe P, Giacchetti
N. Borderline. Lo sfondo psichico naturale. Roma: Borla 2001.
2
Mircoli G, et al. Selection of patients suffering from personality
disorders for grroup psychotherapy. 5 ISSPD European Congress on Personality Disorders, Munich, 4-7 July, 2002.
POSTER
POSTER
427
Dipartimento di Salute Mentale, ASL 12 Veneziana, Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura, Ospedale Umberto I
Mestre; ** Clinica Psichiatrica, Universit Trieste
Il Trazodone idrocloridato un antidepressivo chimicamente non correlato ne ai triciclici, ne tetraciclici ne ad altri antidedepressivi conosciuti.
una triazolopiridina derivata: 2-[3-[4-(3-chlorophenyl)-1piperazinyl]propyl]-1,2,4-triazo-lo[4,3-a] pyridin-3(2H)one hydrochloride. Di formula empirica C19H22CIN5O
HCl.
Si presenta come una polvere cristallina bianca, inodore, solubile in acqua.
Il Trazodone una molecola dal profilo ben conosciuto,essendo disponibile in terapia da diversi anni.
Possiede attivit antidepressiva, ansiolitica, sedativa ed
ipnoinducente, legata alla azione inibente il re-uptake a livello delle sinapsi serotoninergiche e allazione alfa adrenolitica.
La necessit di controllare lansia con il suo corteo sintomatologico e lagitazione appare una evidenza di non raro
riscontro nella pratica clinica, soprattutto in interventi di
Pronto Soccorso e nei Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura. Per tale sintomatologia di solito si ricorre alla somministrazione di Benzodiazepine, e a volte di neurolettici, far-
POSTER
428
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429
**
POSTER
**
Dipartimento di
Il Disturbo Bipolare da tempo discusso nel proprio inquadramento anche allargato verso altri disturbi dello spettro dellumore o di personalit 1. La difficolt a porre una diagnosi
spesso risponde a comorbilit nellAsse II del DSM IV-TR o
nelle dipendenze. Anche la difficolt a chiarire significativi
dati anamnestici e le modalit di presentazione clinica possono esporre particolarmente al rischio di errori diagnostici e terapeutici. Tuttavia la letteratura riporta casistiche in cui trattamenti estranei alle linee guida non dipendono da una diagnosi errata; il 28%, pazienti dimessi con diagnosi di disturbo Bipolare sarebbero trattati al di fuori delle linee guida 2.
Queste osservazioni ci hanno portato a interrogarci sulle ragioni che sottendono la scelta terapeutica nel paziente Bipolare allinterno del Dipartimento di Salute Mentale di Cuneo, particolarmente nel contesto della risposta alla crisi.
Per questo, abbiamo riesaminato le cartelle dellanno 2005
di 35 pazienti con diagnosi Disturbo Bipolare ricoverati
presso lSPDC dellOspedale S. Croce e Carle di Cuneo,
in regime di ricovero ordinario o di Day Hospital.
Lobiettivo di questo riesame quello di verificare lesistenza di elementi dimensionali comuni a sostegno delle
scelte terapeutiche effettuate anche quando queste siano state costituite da eventuali prescrizioni off-label; i dati sono al
momento ancora in fase di elaborazione statistica.
Bibliografia
1
Akiskal HS. The dark side of bipolarity: detecting bipolar de-
POSTER
dei D.C.A., dove la lotta per la conquista della propria individualit non trova altra via despressione se non attraverso
il corpo. Interrogare la gravidanza significa per la donna rievocare il rapporto con la propria madre: attraverso la regressione, ripropone il confronto/identificazione con limmagine
materna interiorizzata: comporta il ritorno alla condizione di
s dentro il grembo materno e riporta alla dolorosa alternativa tra restare dentro, in una condizione di fusione-pienezza
rischiando un soffocamento mortale, o uscir fuori, separandosi, con la conseguente esposizione e perdita. La nostra
esperienza ha confermato come questo e altri aspetti propri
dei D.C.A. siano profondamente rimessi in discussione nellesperienza della gravidanza: laccettazione della propria
femminilit, come funzione di accoglienza e contenimento, i
cambiamenti corporei e non, le difficolt relazionali come
elaborazione ed espressione dei vissuti emotivi.
Nella letteratura i lavori dedicati al complesso tema della
gravidanza e dei D.C.A. sono estremamente scarsi e rivolgono lattenzione a quelle che possono essere le complicanze e i rischi per il nascituro con una minore attenzione agli
aspetti psicodinamici della donna in relazione al tipo di patologia prevalentemente femminile, quali sono i D.C.A.
Con lintenzione di approfondire maggiormente le dinamiche psichiche sottese allevento della gravidanza in relazione ai D.C.A., partendo dallipotesi sopra riportata, lo studio
da noi condotto si ripropone di individuare alcune aree maggiormente vulnerabili in donne in stato interessante con
D.C.A. rispetto a quelle che non presentano tale problema,
fermo restando la delicatezza delle tematiche e lestrema variabilit individuale nella modalit con cui si affronta tale situazione.
431
La doppia diagnosi considerato un fattore negativo per ladesione al trattamento e il successo terapeutico negli alcolisti. I soggetti con doppia diagnosi richiedono una complessa gestione rispetto alle problematiche alcol-correlate, alla
dipendenza e alla psicopatologia associata.
99 alcolisti, di et media 43,28 10,2, 73 maschi (73,7%)
sono stati seguiti per dal Gennaio al Giugno del 2004, con
valutazioni standardizzate ripetute a 15, 45, 90 giorni; a 180
giorni stato rilevato lo status del paziente in base al numero di giorni trascorso dallultimo contatto (medico, psicologico o psichiatrico). 42 pazienti (42,4%) avevano doppia
diagnosi, prevalentemente affettiva. Il servizio comprendeva valutazione internistica, psicoterapica e psichiatrica (secondo i criteri del DSM-IV) nello stesso ambiente (Day-Hospital) e iniziata durante lo stesso periodo di degenza.
I parametri psicopatologici e alcologici sono migliorati durante il periodo di frequenza. Contrariamente alle aspettative, la ritenzione in trattamento superiore ai vari termini di
osservazione per i soggetti con doppia diagnosi (p < ,001 a
15 gg; 0,001 a 30 gg; 0,002 a 90 gg), con maggior probabilit di mantenere il contatto con almeno un referente a 180
giorni.
Linterazione favorevole tra ambiente polivalente e listituzione immediata di terapie specifiche contribuisce a un risultato favorevole rispetto alla prognosi della doppia diagnosi non trattata unitariamente.
POSTER
Linquadramento dellabuso alcolico comprende anche la ricostruzione del rapporto tra uso di alcol e altre sostanze nei
casi di poliabuso. Il ricorso allalcol appare frequente sia negli eroinomani che negli abusatori di cocaina.
Per accertare il rilievo epidemiologico di queste tipologie e ricostruire la patogenesi dellabuso alcolico, sono stati esaminati i dati clinico-anamnestici di 425 soggetti consecutivi afferenti al Day-Hospital del Dipartimento di Medicina Clinica
del Policlinico Universitario Umberto I per patologia alcolcorrelata. I soggetti sono stati sottoposti a valutazione psichiatrica secondo i criteri del DSM-IV, gli elementi di interesse alcologico (familiarit, cronologia, quantit, compromissione somatica) sono state ricavate dalle cartelle cliniche.
Le due categorie di poliabuso risultano epidemiologicamente rilevanti. I soggetti con storia di abuso/dipendenza da stimolanti o oppiacei mostrano quadri di abuso/dipendenza alcolica con caratteristiche sovrapponibili a quelle degli altri
alcolisti. I soggetti con storia di dipendenza da depressori rivelano frequentemente una storia di mancato trattamento
della dipendenza da oppiacei, o trattamento con predittori di
inefficacia. Linstaurazione dellabuso alcolico coincide
spesso con il distacco dagli oppiacei tossici o terapeutici.
Per i soggetti con abuso di depressori labuso riconosce invece un decorso parallelo.
La prevenzione dellalcolismo nei soggetti poliabusatori deve tener conto della storia neurobiologica di queste sottocategorie. Il trattamento delleroinismo e il trattamento precoce dellabuso di stimolanti ha un impatto significativo sulla
riduzione dei casi di alcolismo.
no stati trattati con uno schema di induzione e mantenimento con gabapentin. In tale popolazione stato valutato leffetto indipendente del gabapentin sul decorso della dipendenza alcolica dopo la procedura di disintossicazione medicalmente assistita in regime di Day-Hospital nel corso dei
12 mesi successivi, in termini di numero ed entit delle ricadute.
Il trattamento con gabapentin sembra associarsi ad una riduzione della gravit delle ricadute, e favorire un precoce
reflusso in trattamento. Le ricadute di gravit maggiore si
associano alla recente sospensione del trattamento, suggerendo cos nel complesso una promettente attivit anticraving di questo composto. La presenza di disturbi psichiatrici in doppia diagnosi non influenza loutcome.
Il gabapentin rappresenta un presidio potenzialmente utile
nel contenimento del recidivismo dei soggetti alcolisti.
Introduzione: pazienti con disturbo schizoaffettivo o disturbo bipolare con scarsa coscienza di malattia e predominio di ricadute in fase maniaca necessitano di un trattamento antipsicotico di mantenimento.
Metodologia: a 11 pazienti in terapia con eutimizzanti (Li,
VPA, CBZ) stata somministrata Risperdal Consta 25 mg
ogni 14 gg. Durante 24 settimane sono state somministrate
le scale Young, Hamilton e UKU per gli effetti secondari.
Allinizio e alla fine dello studio sono state valutate la scala
PANSS, CGI ed il peso.
Risultati: durante i 6 mesi di trattamento con Risperdal
Consta la PANSS migliorata del 40%. La Young rimasta
sotto il valore 6 con una riduzione media del 68,93%; la Hamilton rimasta sotto il valore 7 con una riduzione media
del 56,4%. Si osservato un miglioramento (molto/moltissimo) della CGI nel 60% dei casi. Non si osservato aumento di peso; la scala UKU ha indicato la presenza di minimi effetti collaterali. I1 paziente ha abbandonato il trattamento.
Conclusioni: Risperdal Consta si verificato efficace, tollerabile ed ha garantito laderenza in pazienti bipolari o
schizoaffettivi con scarsa coscienza di malattia.
Bibliografia
Kane JM, et al. Long-acting injectable risperidone: efficacy and safety at the tirso long-acting atypical antipsychotic. Am J Psychiatry 2003;160:1125-32.
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432
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*
Clinica Psichiatrica, Universit di Modena; **Programma
per il disturbo bipolare, Universit di Barcellona IDIBAPS
Introduzione: i fattori che intervengono nellutilizzo di olanzapina in monoterapia o in combinazione nella pratica clinica
sono poco conosciuti. Questo studio valuta efficacia, tollerabilit e modalit di prescrizione di olanzapina tanto in monoterapia come in combinazione con altri antipsicotici, antiepilettici o litio, in pazienti bipolari in fase maniacale o mista.
Metodologia: EMBLEM (European Mania in Bipolar Longitudinal Evaluation of Medication) uno studio osservazionale che include pazienti in un setting naturalistico
provenienti da 14 paesi europei. CGI BP (generale, mania,
depressione), YMRS e HAMD-5 sono gli indicatori di effi433
POSTER
nella scrittura. Recenti studi hanno dimostrato gli effetti positivi del Metilfenidato (MPH) sulla qualit, ma non nella
fluidit della scrittura nei bambini con ADHD. Lo scopo
dello studio quello di monitorare e quantificare gli effetti
del MPH in diversi ambiti della scrittura.
Metodologia: in una studio controllato con placebo stiamo
valutando la scrittura di bambini con ADHD diagnosticato
secondo i criteri del DSM-IV-TR in trattamento con MPH,
di et compresa tra 9 e 14, un QI maggiore di 85 senza comorbidit psichiatriche o neurologiche. Lo stesso test, esaminato utilizzando la stessa tavoletta digitale (WACOM),
stato somministrato ai pazienti con e senza MPH ed alla
popolazione di controllo scelta in accordo per et e quoziente intellettivo. Sono state valutate continuativamente,
in due dimensioni (x ed y), la posizione della penna sulla
tavoletta, la velocit e laccelerazione. Il test consiste nellesecuzione di semplici movimenti di scrittura con la mano dominante e nel disegnare spirali in diverse condizioni
(mano dominante e non dominante, in modo accurato e veloce).
Lesame della scrittura nella popolazione di controllo ci aiuta ad ipotizzare una teoria sul controllo neuronale nella
scrittura e leffetto del Metilfenidato in essa.
I risultati, la discussione e conclusioni dello studio verranno
illustrati nella sessione dei poster.
Bibliografia
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Bibliografia
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Editore 2002.
Kohut H. Narcisismo e analisi del S. Torino: Boringhieri 1976.
POSTER
435
POSTER
436
POSTER
sturbi psicotici acuti) in trattamento per un disturbo di personalit presso la Clinica Universitaria tedesca di Aachen
stato sottoposto a interviste e test clinici e psicologici (SCID
I e II, FPI-R, PANAS e Stroop test). Inoltre, ai pazienti sono stati somministrati specifici questionari ed interviste non
solo sulluso di videogames e media, ma anche sulla presenza di interazioni parasociali (PSI) e di processi identificativi con le figure mediatiche.
Risultati: rispetto ai controlli sani (31), i pazienti rivelavano
un minor utilizzo di media. Dimensioni specifiche della
SCID-II correlavano con profili dinterazioni parasociali. Le
pazienti narcisistiche presentavano relazioni pi intense ed
idealizzate con le figure mediatiche (cc = 0,61; p < 0,01),
mentre i tratti ossessivi correlavano con PSI idealizzanti e
tratti depressivi con maggior tempo trascorso con queste PSI.
Conclusioni: lutilizzo ridotto dei media dei soggetti con disturbi di personalit suggerisce un modello disturbato dinterazione sociale, tuttavia contraddice semplicistiche visioni negative riguardo ai media. I soggetti con disturbi di personalit potrebbero alterare la percezione dei media, e ci
potrebbe essere usato per compensare deficit sociali.
POSTER
Bibliografia
Gabbaro G.O. Psichiatria psicodinamica
POSTER
439
POSTER
Tab. I.
S
Difficolt di gestione
Diagnosi differenziale
Paziente psichiatrico noto
Sintomatologia depressiva
41,6%
11%
43,8%
35,2%
Tab. II.
S
Colloquio con il paziente
Prescrizione farmacologica
Colloquio con il personale
Colloquio con i familiari
85,4%
79,5%
14,2%
14,2
Bibliografia
1
Gala C, Rigatelli M, De Bertolini C, Gabrielli F, Grassi L. A
multicenter investigation of consultation-liaison psychiatry in
Italy. Gen Hosp Psychiatry 1999;21:310-17.
2
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consultazione e collegamento. Milano: Bates Medical 2000.
440
POSTER
**
Tuttavia, sebbene i sintomi di base (BS) siano concettualizzati come il correlato esperienziale della vulnerabilit soggettiva alla psicosi il loro impiego come indicatori di vulnerabilit ancora relativamente marginale.
Metodologia: lintensit dellirritazione basale (cio della
compromissione autopercepita di spinta, emozioni e cognitivit) stata valutata in un campione di 108 studenti delle
scuole superiori del comprensorio di Novara mediante la
versione italiana approvata della Frankfurt-Pamplona
Subjective Experience Scale (FPSES).
Risultati: la versione italiana della FPSES mostra idonee
caratteristiche psicometriche, sovrapponibili alla versione
originale. Lirritazione basale si distribuisce lungo un continuum di intensit.
Conclusioni: la FPSES offre un agile strumento di quantificazione psicometrica del rischio prepsicotico e si prospetta
come un utile sussidio per la valutazione longitudinale della vulnerabilit esperienziale alla psicosi.
Bibliografia
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Huber G, et al. Longitudinal studies of schizophrenic patients.
Schizophrenia Bull 1980;6:592-605.
2
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quetiapine in the openlabel treatment of schizophrenia. International Clinical Psychopharmacology 2004;19(5).
POSTER
443
In base a studi precedenti, quasi il 9% dei pazienti dializzati vengono ospedalizzati a causa dellinsorgenza di un
disturbo mentale. Il tasso di ospedalizzazione per disturbi
psichiatrici nella popolazione in regime emodialitico da
1,5 a 3 volte pi grande rispetto alla popolazione affetta da
altre condizioni mediche croniche. Questo dato suggerisce
che lincidenza di comorbidit psichiatriche in questi pazienti non sono semplicemente una reazione allinizio del
trattamento dialitico, limitata ad una breve fase di adattamento, ma sono condizioni croniche psicopatologiche in
s stesse.
Le basi patofisiologiche di una tale incidenza di disordini
mentali in questi pazienti non del tutto chiara, anche se
verosimile che concorrano cause sia biologiche che psicologiche.
In questo studio riportiamo il caso di una paziente in trattamento ambulatoriale emodialitico presso il nostro ospedale
in cui si verificata linsorgenza di un episodio psicotico
breve con allucinazioni visive e micro-zooptiche. La paziente ha ricevuto trattamento psicofarmacologico con bassi dosaggi di quetiapina, ottenendo un netto miglioramento
della sintomatologia e una riduzione di pi del 50 % alla
scala BPRS ad un follow-up a quattro settimane.
POSTER
Dipartimento Scienze neurologiche e psichiatriche, Scuola di Specializzazione in Psichiatria, Laboratorio di Psicofisiologia; ** TIRES
La balbuzie come disturbo del linguaggio un disturbo multifattoriale con rilevante componente psicologica e ambientale della personalit. caratterizzata da unalterazione del
ritmo verbale e da un vissuto emotivo condizionato dallespressione verbale. Nella sua insorgenza ampiamente documentato 1 il ruolo della componente ansiosa.
Il biofeedback una procedura clinica che fornendo ad un
paziente informazioni relative ad alcune funzioni psicofisiologiche, permette allo stesso di regolare funzioni biologiche
(frequenza cardiaca, temperatura cutanea, attivit muscolare, resistenza elettrica della pelle, ritmo Alfa cerebrale) che
di norma non sono sotto il controllo volontario.
Obiettivo del nostro studio stato quello di valutare il miglioramento clinico (Speech Situation Checklist-SSC-ER),
psicodiagnostico (STAI Y1,2 e Test di Rorschach) e psicofisiologico (Heart Rate variabilit -HRV) in un soggetto affetto da balbuzie tonica, trattato con biofeedback.
Dai risultati ottenuti si evince che il biofeedback ha determinato un miglioramento statisticamente significativo dellaspetto clinico e psicofisiologico.
I nostri dati, confermati da ulteriori indagini, effettuate su
campioni pi ampi, potrebbero suggerire lutilizzazione di
tale tecnica nel trattamento della balbuzie.
Bibliografia
1
Ezrati-Vinacour R, Levin I. The relationship between anxiety
and stuttering: a multidimensional approach. Journal of Fluency Disorders 2004;29:135-48.
POSTER
globale del quadro psicopatologico e un buon profilo di tollerabilit in termini di riduzione di peso corporeo, disturbi
del movimento e disfunzioni sessuali.
A. Rossi*, M.M. Bernareggi**, M.G. Giustra**, e gli Sperimentatori dei centri partecipanti allo Studio Clinico R-LAI
*
Centro Coordinatore, Dipartimento di Medicina Sperimentale, Universit di LAquila (AQ); ** Medical Affairs, Janssen-Cilag SpA, Cologno Monzese (MI)
Introduzione: risperidone iniettabile a rilascio prolungato (RRP) la prima formulazione long-acting di un antipsicotico atipico in grado di indurre ulteriori miglioramenti clinici in pazienti giudicati sintomatologicamente
stabili 1.
Metodi: questo studio italiano in aperto multicentrico di 52
settimane ha come obiettivo primario il mantenimento della
risposta clinica con RRP in pazienti con schizofrenia o disturbo schizoaffettivo sintomatologicamente stabili sottoposti a switch diretto da un precedente trattamento antipsicotico orale/depot.
Risultati: il 70% dei soggetti (243/347) ha completato lo
studio. Il punteggio medio totale PANSS e quello delle
sottoscale significativamente migliorato (p < 0,001) vs.
il basale a 4, 12, 26, 38 e 52 settimane di terapia con il
54% di soggetti che presentava una riduzione PANSS >
20%. Anche il punteggio GAF migliorato significativamente (p < 0,001 in tutte le visite). Al basale il 47% dei
soggetti aveva una gravit di malattia moderata (GCI-S),
mentre nel corso del trattamento la % di soggetti con peggioramento alla CGI-C diminuita significativamente (da
13 a 5% p < 0,05). Il trattamento con RRP si dimostrato
ben tollerato: il 30% dei soggetti ha avuto almeno 1 evento avverso principalmente di grado lieve (52%) e
nell81% dei casi non stata modificata la terapia in corso con RRP.
Conclusione: Il trattamento con RRP per 12 mesi garantisce
il mantenimento dellefficacia clinica con un significativo e
persistente controllo dei sintomi.
Bibliografia
1
Moller HJ, et al. Int Clin Psychopharmacol 2005;20:121-13.
445
POSTER
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Introduzione: laumento ponderale e lobesit costituiscono un problema clinico frequentemente associato a condizioni mediche come lipertensione, il diabete mellito, la dislipidemia e le coronaropatie 9. Nonostante lobesit riconosca un elevato rischio genetico, il suo rapido incremento negli ultimi 20 anni sottolinea la rilevanza eziologia di cause
non genetiche, come stili di vita non salutari. Studi clinici ed
epidemiologici suggeriscono che le persone affette da schizofrenia mostrano una percentuale pi elevata daumento
ponderale, obesit e diabete rispetto ad appropriate popolazioni di controllo.
Alcuni antipsicotici inoltre sono associati ad un elevato rischio daumento ponderale e ad unalterazione del controllo glicemico 1.
Scopo dellintervento stato quello di fornire ai partecipanti informazioni relative alle corrette abitudini alimentari e
alligiene di vita e, pi in generale, indicazioni utili al raggiungimento di uno stile di vita sano. Infine, lobiettivo a
lungo termine di ogni partecipante stato quello della diminuzione del peso corporeo.
Materiale e metodo: lintervento riabilitativo di gruppo di
tipo psicoeducazionale stato effettuato con utenti afferenti
presso il Day-Hospital del Servizio Psichiatrico Universitario di Diagnosi e Cura de LAquila. Agli incontri, svolti da
gennaio 2006 a giugno 2006, hanno partecipato 7 utenti (3
donne, 4 uomini). Il peso medio delle donne era di 96,3 kg.
mentre quello degli uomini era di 124 kg.
Lintervento stato diviso in due parti: 1) nutrizione benessere e stile di vita sano; 2) salute ed esercizio fisico presso la Palestra del Presidio Ospedaliero San Salvatore de LAquila.
Gli incontri si sono svolti con cadenza settimanale ed ogni
incontro ha avuto una durata di 90 minuti.
Lintervento stato condotto da tecnici della riabilitazione
psichiatrica ed un medico in formazione specialistica in psichiatria. Gli strumenti utilizzati per le valutazioni a T0 e T1
sono stati:
intervista di accertamento della disabilit-AD 5;
indagine sullo stato di salute (Short Form Health Survey
36), SF-36 7;
test di valutazione dello stile di vita 4;
valutazione delle conoscenze acquisite 4.
Risultati: lutilizzo dellintervento psicoeducativo di gruppo per il raggiungimento di uno stile di vita sano ha determinato nei pazienti uno stile di vita pi sano ed una riduzione del peso corporeo che risultato molto soddisfacente
per i soggetti stessi. Gli utenti hanno riferito di essere molto soddisfatti per gli obiettivi raggiunti mostrando anche
unottima aderenza al trattamento in quanto hanno partecipato a tutti gli incontri.
Discussioni: allo stato attuale sono ancora pochi gli studi
che hanno dimostrato nei pazienti con 2 8, ma il campo si sta
447
POSTER
rivelando promettente anche in relazione ai numerosi problemi che lassunzione protratta di antipsicotici pu provocare nel tempo.
Questo tipo dintervento va inserito allinterno di un progetto riabilitativo innovativo: in passato lattenzione sempre
stata posta sulle cure psichiatriche e non erano inclusi aspetti, quali il benessere fisico del paziente e ladozione di stili
di vita pi sani. Il benessere, invece, il giusto equilibrio tra
lo star bene fisico e mentale e prevede lintegrazione di una
sana e corretta alimentazione, attivit rilassanti, svago ed
esercizio fisico.
Bibliografia
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Istituto Neuro-
Tab. I.
Diagnosi Psichiatriche
No comorbidit
EDM-UP
D. Panico
Ciclotimia
BP-II
Distimia
Farmaci di Abuso
FANS
Triptani + FANS
Triptani
Indometacina
Introduzione: le frasi bussola possono incrementare lutilizzazione di specifici processi cognitivi in psicoterapia. Il
Modello Pragmatico Elementare (MPE), che sta alla base
della nostra ricerca, pu condurre allinterpretazione di processi individuali e relazionali e alla progettazione di interventi particolarmente utili in psicoterapia. Dal MPE stata
creata una procedura per scegliere frasi a forte impatto psicologico (SISCI-frasi).
Metodologia: il SISCI-frasi test stato applicato a gruppi
diversi di soggetti: imprenditori, studenti universitari, pazienti psicotici e pattern simulati in modo random.
Risultati: sulla base del MPE e del SISCI-frasi test, sono
state individuate differenze statisticamente significative tra
vari gruppi di soggetti, normali e patologici e sono stati ottenuti significativi cambiamenti con minime perturbazioni.
Conclusioni: i risultati ottenuti in questa ricerca aprono
nuove prospettive nel campo della psicoterapia e del
counselling tramite lutilizzo di frasi a forte impatto psicologico.
**
%/n.
45 (9)
15 (3)
15 (3)
15 (3)
5 (1)
5 (1)
%/n
55 (11)
25 (5)
15 (3)
5 (1)
448
POSTER
**
POSTER
Casa di Cura Neuropsichiatria e Riabilitativa Villa Verde, Lecce; ** Comunit Riabilitativa Psichiatrica
Ria.So.P., Dimora S. Carlo, Acquarica del Capo (LE)
La Schizofrenia una patologia con outcomes specifici quali: gravit intrinseca, cronicit, inizio giovanile, alti costi assistenziali, alto impatto emotivo sulla famiglia del malato,
potenziale pericolosit del paziente, difficile e complesso
rapporto con il resto della societ (Eandi M. et al., 2005). In
questo poster gli autori hanno valutato alcuni di questi outcomes in un campione di soggetti affetti da schizofrenia, residenti in comunit di riabilitazione psichiatrica e sottoposti
a terapia multimodale (psicologica, psicoeducazionale, di
reinserimento sociale e lavorativo e farmacologica). Lattenzione stata concentrata sugli utenti in trattamento con
quetiapina. I parametri valutati sono stati: il decorso clinico
(mediante B.P.R.S.), il numero di ospedalizzazioni nel periodo di osservazione rispetto al precedente, il funzionamento globale (mediante G.A.F.), la compliance (mediante
D.A.I.) ed alcuni parametri di laboratorio. Dalla valutazione
degli indici in esame si evidenziato come lapproccio multimodale e la terapia con un antipsicotico atipico quale la
quetiapina abbiano permesso un netto miglioramento delle
condizioni cliniche e di inserimento sociale dei soggetti con
ricadute favorevoli in termini di economia sanitaria.
450
POSTER
451
*
Dipartimento di Neuroscienze, Universit Federico II
di Napoli; ** Dipartimento di Salute Mentale, Azienda Sanitaria Locale Salerno 1
POSTER
no inoltre associate ai disturbi psicosomatici, al suicidio, allalcolismo, al fumo, ai disturbi dellalimentazione, al disturbo da deficit dattenzione ed iperattivit ed allautismo.
Le varianti del 5-HTT sembrano quindi andare a modulare
una molteplicit di aspetti, sia in soggetti normali che clinici, molti dei quali possono essere dovuti a correlazioni indirette tra tratti comportamentali umani.
depressione maggiore e con elevato rischio suicidario. I pazienti erano tutti avviati a fleboterapia in D.H. psichiatrico
in modo volontario. La valutazione clinica stata effettuata con i test Hamilton Rating Scale for Depression (HAMD) e la Scale for Suicide Ideation (SSI).
Il lavoro stato basato su una ricerca effettuata nel Servizio
Psichiatrico di Diagnosi e Cura dellOspedale Mazzini di
Teramo con un campione di pazienti ricoverati in D.H presso questa U.O. nellanno 2005-2006 a cui stata fatta diagnosi di depressione maggiore e avevano avuto condotte
suicide. Allo scopo di valutare lefficacia del D.H. nella riduzione del rischio suicidarlo sono stati valutati 81 pazienti
(46 femmine e 35 maschi) di et media 48,9 16,9 affetti da
depressione maggiore e con elevato rischio suicidario. I pazienti erano tutti avviati a fleboterapia in D.H. psichiatrico
in modo volontario. La valutazione clinica stata effettuata con i test Hamilton Rating Scale for Depression (HAMD) e la Scale for Suicide Ideation (SSI).
Sono state calcolate le misure di statistica descrittiva (Media, Deviazione Standard [DS] e percentuali). Lanalisi dei
dati categoriali stata effettuata mediante il test esatto di Fisher, mentre le comparazioni tra punteggi prima e dopo il
D.H. sono stati calcolati mediante lanalisi multivariata della varianza (GLM Anova), La significativit statistica stata posta per valori di p 0,05. Tutti i test erano a 2-code
Fig. 1
Fig. 2
***
Me-
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(two-tailed). I valori sono espressi, salvo diversamente indicato, come Media Deviazione Standard.
I giorni di degenza media in D.H. sono risultati 10,0 3,5
(minimo 5, massimo 15). Durante la degenza lentit della
sintomatologia depressiva (misurata mediante la HAM-D)
si ridotta da 26,8 7,7 a 13,1 4,1 e questo dato risultato statisticamente significativo (p < 0,001) (Fig. 1). Anche
la riduzione del rischio suicidarlo (misurato mediante la
SSI) stata significativa da punteggi di 21,5 4,3 a 10,3
5,3 (p < 0,001) (Fig. 2). La diminuzione della sintomatologia depressiva risultata correlata alla diminuzione dellideazione suicidarla sia nei soggetti di sesso maschile che nei
soggetti di sesso femminile.
**
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Conclusioni: lincremento ponderale a 1 anno, nel campione considerato, non ha avuto corrispondenza in significative
variazioni della glicemia e del profilo lipidico.
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Domini della
QoL
MCS
PCS
Media
(Pop Gen = 50)
IC 95%
46,05
50,43
42,80-49,30
47,19-53,68
Sei in trattamento con Quetiapina e valproato di sodio; quattro con Quetiapina e benzodiazepine. Dosaggi di Quetiapina compresi tra 800 e 1200 mg/die, con titolazione effettuata con aumento di 300 mg/die. Valutazione effettuata con
CGI e ricadute nelluso di sostanze.
Conclusioni: si ritiene fondamentale un approccio integrato al trattamento di pazienti con Disturbo dia uso di sostanze in comorbidit con disturbo di personalit e/o Disturbo
Bipolare per trattare sia luso di sostanze che i disturbi affettivi. Lutilizzo di Quetiapina nel trattamento di questi pazienti ha determinato in tempi brevi riduzione o scomparsa
della sintomatologia affettiva, maggiore compliance verso
la terapia e riduzione del craving per sostanze.
I. Tarricone, M. Morri, F. Poggi, G. Pompei, F. Salvatori, S. Di Marco, V. Spigonardo, D. Manganaro, E. Pedrini, D. Berardi.
Scopo: il Centro di Psichiatria Transculturale parte integrante del Centro di Salute Mentale Ovest di Bologna. Allquipe multiprofessionale si rivolgono i migranti, regolari
e non, che necessitano di un accesso mediato al Centro di
Salute Mentale Lo scopo di questo studio descrivere le caratteristiche socio demografiche e cliniche dei pazienti presi in carico dal luglio 1996 al luglio 2006).
Metodi: alla prima visita sono stati raccolti i dati socio demografici ed stata effettuata una valutazione psicopatologica tramite lAMDP SYSTEM (Manual for the Assessment
and Documentation of Psychopatology).
Risultati: sono stati valutati 132 immigrati di prima generazione, 33% provenienti dal Nord Africa, 26% dallAfrica
sub-sahariana, 21% dallAsia 21% dallEst Europa e 4% dal
Centro e Sud America. La diagnosi pi frequentemente posta Disturbo dellAdattamento (30%), seguita da Disturbi
Psicotici (26%), Disturbi dellUmore (16%), Disturbi dAnsia (15%), Disturbo correlato alle Sostanze (5%). Fattori di
rischio per Disturbi dellUmore sono la scolarit, in particolare un livello di istruzione superiore a 8 anni (p = 0,004), e
limmigrazione per motivi famigliari (p = 0,028).
Conclusioni: i nostri risultati confermano limportanza
transculturale delle caratteristiche sociodemografiche e delle ragioni della migrazione come fattori di rischio nello sviluppo della morbilit psichiatrica fra i migranti.
1
U.O. di Psicologia Clinica a Villa Serena, Citt S. Angelo
(PE); 2 Dipartimento di Salute Mentale, ASL 4 LAquila; 3
Dipartimento di Medicina Sperimentale, Universit de LAquila; 4 Centro di Neurofisiopatologia, ASL 4 LAquila
Il Riconoscimento delle Espressioni Facciali (REF) rappresenta un importante aspetto nella comunicazione interpersonale ed governato da substrati neurali specifici. Registrazioni elettroencefalografiche di potenziali evocati (Event
Related Potentials - ERPs) hanno evidenziato lesistenza di
alcuni sottosistemi dedicati allelaborazione dei volti.
In questo studio stato esaminato il processo di decodifica
delle emozioni in un campione (n = 20) di volontari sani
mediante lapplicazione di potenziali evocati corticali usando il paradigma di oddball visivo nel quale i soggetti hanno
dovuto discriminare le emozioni espresse da immagini di
volti: uno stimolo bersaglio, paura (10% degli stimoli), stimolo non-bersaglio, felicit (10%), stimolo neutrale (80%).
stata postulata una correlazione tra lattivazione di reti
neurali specifiche e sistemi emotivi di base attraverso il
Multi-dimensional Inventory The affective Neuroscience
personality Scale (Davis K.L., Panksepp J., Normansell
L., 2003). Inoltre, sono stati impiegati strumenti per la valutazione del temperamento e del carattere con Temperament
Character Inventory e di eventuali sintomi con SCL-90.
Complessivamente in un campione relativamente piccolo i
dati dimostrano una buona consistenza interna della metodica di esplorazione neurofunzionale con indicazioni preliminari di influenza di parametri quali let e gli stili affettivi
nei confronti della modalit di processamento delle emozioni. Tale metodica pu rivelarsi utile nello studio dei correlati neurodisfunzionali in ambito clinico.
458
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non solo di coordinazione, ma soprattutto del controllo posturale. Inoltre, la partecipazione agli incontri di gruppo di
psicomotricit ha portato ad un miglioramento nelle aree
della cura di s, del contatto sociale e della comunicativit,
miglioramento evidenziato dalla valutazione con la Life
Skills Profile.
Gli utenti hanno manifestato, inoltre, un elevato gradimento
dellintervento, confermata dalla continuit di partecipazione e, per alcuni di loro, dalla frequenza agli incontri, anche
al termine del ricovero.
Discussioni: lintroduzione di un intervento di psicomotricit
di gruppo pu essere vantaggioso e di gradimento per persone
ricoverate in un Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura.
Infatti le attivit psicomotorie proposte ai nostri utenti hanno favorito non solo un miglioramento delle competenze
motorie, quali il potenziamento del tono trofismo muscolare e del controllo posturale, ma anche e, soprattutto, il miglioramento delle capacit relazionali e della cura della persona.
Bibliografia
Parker G, Rosen A. The Life Skills Profile: Psychometric properties
of a measure assesing function and disability in schizophrenia.
Acta Psychiatr Scand 1991;83:145.
Lapierre A, Aucouturier B. La simbologia del movimento. Cremona: Editrice PADUS 1990.
Vecchiato M. La terapia Psicomotoria. Napoli: Edizione Gnocchi
1998.
In conclusione, i disturbi psicopatologici, in particolare i Disturbi dAnsia, sembrano emergere da una serie di elementi personali che si interfacciano con gli ambientali
ognuno con un peso diverso nelle diverse situazioni.
460
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Fig. 2. Esito del trattamento nei soggetti senza abbandono della terapia.
Dipartimento di Psichiatria, Universit di Brescia; 2 Dipartimento di Salute Mentale, AUSL, Bologna; 3 Direzione
Medica, Pfizer Italia, Roma; 4 Dipartimento Medicina Sperimentale, Sezione di Neuroscienze, Universit de LAquila
Introduzione/Scopo: valutare gli effetti di ziprasidone sui
fattori di rischio cardiovascolare dopo switch da antipsicotici tipici e atipici in pazienti schizofrenici.
Metodologia: 312 pazienti con diagnosi di schizofrenia sono stati inclusi nello studio in aperto e trattati per otto settimane con ziprasidone. I principali criteri di inclusione prevedevano: trattamento in corso con un altro antipsicotico
orale da oltre 2 mesi e indicazione alla variazione della terapia per risposta inadeguata o comparsa di effetti collaterali intollerabili.
Risultati: lo switch a ziprasidone si associato, rispetto al
basale, a un miglioramento medio significativo (p < 0,05 vs.
basale) del peso corporeo e di tutti i parametri relativi al profilo lipidico: colesterolo totale (-13,5 mg/dl); colesterolo
LDL (-10,5 mg/dl); colesterolo HDL (+1,4 mg/dl), trigliceridi (-12,6 mg/dl). La glicemia si ridotta di -1,8 mg/dl (basale 92,9 mg/dl); lintervallo QTc medio aumentato, dopo
lo switch, di 4 msc. Rispetto ai valori basali, lo switch a zi-
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Scopo: lo studio si propone di osservare il profilo di personalit di un campione di soggetti obesi, valutando la frequenza di tratti psicopatologici di rilievo, e di confrontare
due sottogruppi del campione, soggetti affetti da Binge Eating Disorder (BED) e non affetti, al fine di determinare leventuale presenza di caratteristiche psicopatologiche di significato clinico.
Materiali e metodi: sono stati indagati 100 soggetti obesi
(BMI > 30) afferenti allAmbulatorio di Nutrizione Clinica
di Udine per una consulenza. Sono stati somministrati lintervista psichiatrica strutturata M.I.N.I., il test autosomministrato per la valutazione delladattamento sociale
S.A.S.S., e il test per la valutazione della personalit MMPI-2.
Risultati: in accordo con i dati di letteratura, non sono state rilevate caratteristiche di personalit specifiche e clinicamente significative negli obesi rispetto alla popolazione di
riferimento. La diagnosi di Episodio Depressivo Maggiore
significativamente pi frequente nel sottogruppo di soggetti
affetti da BED.
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Conclusioni: il test per il conflitto correla con le altre variabili esaminate, fornendo un valido strumento di autoconoscenza e dialogo interdisciplinare e lindicazione ad ampliare la presente ricerca a medici e fisioterapisti e a reparti
uguali di altri ospedali.
Bibliografia
Li Calzi S, et al. Physical rehabilitation and burnout quantification
of its: different aspects of the syndrome and comparison between
healthcare professionals involved. Eura Medicophys
2006;42:27-36.
Torre E, Imperatori F, Artioli P, Crini F, Olgiati P, Zeppegno P. Il
burnout comesindromeo comeoccasione? Considerazioni
critiche per una proposta di intervento. Psichiatria di consultazione 1999;II(2).
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