Vibrazioni Sistemi Ad Un GDL
Vibrazioni Sistemi Ad Un GDL
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co , invece, la rappresentazione analitica (vale a dire in termini di equazioni) del precedente modello fisico. evidente che uno stesso modello matematico pu rappresentare pi modelli fisici e
pi ancora sistemi reali3. Il modello fisico pu essere a parametri concentrati o distribuiti4. Riferendoci ora ai soli sistemi vibranti, si pu affermare che un modello fisico a parametri concentrati caratterizzato dalla combinazione di tre soli elementi di base: masse, molle e smorzatori (Figura 1-1).
massa
molla
smorzatore
s = + j = e j ; dove = 2 + 2 e = arctan ,
dove j lunit immaginaria (j2=-1).
Nella forma cartesiana, i numeri complessi sono punti nel piano di Gauss (o di Nyquist o anche di
Argand) i cui assi coordinati sono detti asse reale ed asse immaginario, mentre nella forma polare
sono punti del piano polare e la loro rappresentazione coincide con quella cartesiana a patto di
considerare lorigine del piano polare coincidente con quella del piano di Gauss e lasse reale coincidente con i valori nulli della fase. Sotto queste ipotesti, il numero complesso invariante rispetto
alla sua rappresentazione, vale a dire che il punto che lo rappresenta il medesimo sia nella rappresentazione cartesiana che in quella polare.
Nelle tipiche applicazioni ingegneristiche si adottano sia modelli fisici a parametri concentrati che distribuiti.
Vale a dire che se gli estremi si allontanano, la forza viscosa tende a riavvicinarli e viceversa.
7 In generale, interessano le seconde, ma molto spesso per determinarle necessario conoscere anche le prime.
8 Sar pi chiaro in seguito che nel primo caso le condizioni iniziali (necessarie ad integrare le equazioni differenziali) sono rappresentate da una posizione non nulla e da una velocit nulla, mentre nel secondo caso (sollecitazione per mezzo di un impulso) da
una velocit non nulla e da una posizione nulla.
5
6
2/28
e jt = cos (t ) + j sin (t )
t
Re
k1
m1
Lequazione che governa tale modello (non sono presenti forze esterne: il sistema una volta perturbato si pone in vibrazione):
F =m
d 2x
= kx ,
dt 2
vale a dire:
Risulta: e
e j + e j
e j e j
; sin =
.
2
j2
3/28
mx&& + kx =0
(1.1)
Questa equazione differenziale rappresenta il modello analitico associato al modello fisico di figura
Figura 1-3 e consente, una volto risolto, di determinare landamento temporale x ( t ) . I sistemi reali
che si possono studiare, evidentemente in maniera approssimata, con tale modello fisico sono
rappresentati in figura Figura 1-4.
Jp, l
I, l
Figura 1-4. Sistemi analizzabili con il modello ad un grado di libert senza smorzamento.
Definendo la quantit:
n2 =
k
m
(1.2)
x ( t ) = A sin n t + B cos n t
(1.3)
dove A e B sono costanti da determinare mediante le condizioni iniziali, vale a dire lo stato del sistema (in termini di posizione e velocit) allistante iniziale dellanalisi vibratoria11. La quantit n
prende il nome di pulsazione propria o naturale del sistema in quanto dipende dalle caratteristiche
intrinseche del sistema (massa e costante elastica) e rappresenta la pulsazione delloscillazione
10 Si ricordi che vale il teorema di esistenza ed unicit della soluzione per cui una soluzione che soddisfa lequazione differenziale
(1.1) la soluzione dellequazione differenziale.
11
Unaltra soluzione del tutto equivalente alla (1.3) data dalla seguente:
armonica sin(t), ma si sarebbe potuto usare anche la cos(t), determinando semplicemente un cambiamento della fase iniziale .
X = A2 + B 2
X sin (n t + ) appare chiaro che:
. Utilizzando i fasori la soluzione si pu anche scrivere:
tan = B A
x ( t ) = A1e jnt + B1e jn t , dove le costanti sono grandezze complesse coniugate e risulta, applicando le formule di Eulero:
Espandendo
A1 =
B jA
B + jA
; B1 =
. Si vuole far notare esplicitamente che le soluzioni riportate sono a meno di una differente espres2
2
sione matematica del tutto identiche, essendo la soluzione di un stessa equazione differenziale.
4/28
1
1
=
Tn 2
k
.
m
Si utilizza il modello del sistema senza smorzamento qualora questo fisicamente molto piccolo
e/o non si interessa analizzare la risposta per un ampio intervallo di tempo. Si noti che conoscendo
la deflessione statica della molla soggetta al solo peso della massa, si pu facilmente ricavare la
frequenza propria del sistema.
mx&& + cx& + kx =0
(1.4)
c
c
=
2 km 2mn
13
&&
x + 2n x& + n2 x =0
(1.5)
La soluzione della precedente equazione differenziale pu essere scritta nella forma (anche se non
sempre: si veda in tal proposito 4.2):
x ( t ) = Ae1t + Be2t
(1.6)
dove A e B sono due costanti che si determinano con le condizioni iniziali, mentre 1 e 2 sono le
radici dellequazione caratteristica:
(
(
)
)
= 2 1
n
1
+ 2n + =0
2 = + 2 1 n
2
n
(1.7)
A seconda del segno del discriminante 2 1 , si possono avere situazioni completamente differenti:
Si intende ribadire chiaramente che il modello viscoso solo uno dei modelli di smorzamento esistenti (smorzamento isteretico, ad
attrito, ). Il vantaggio del modello di smorzamento viscoso che molto facile da trattare matematicamente. Si noti, inoltre, che
molte volte i fenomeni dissipativi sono dovuti al trasferimento di energia da un tipo ad un altro: si pensi alla vibrazione indotta da un
colpo su un tavolo ed al fatto che si persa energia a causa del fatto che udiamo un rumore.
13 Il fattore di smorzamento una grandezza adimensionale.
12
5/28
(1.8)
In Figura 1-5 sono rappresentate varie soluzioni al mutare delle condizioni iniziali (C.I.).
Fattore di smorzamento 3
0.15
x0 = 0.1 v0 = 1.0
x0 = 0.1 v0 = 0.0
x0 = 0.1 v0 = -1.0
x0 = 0.0 v0 = -1.0
x0 = 0.1 v0 = -2.5
0.1
Posizione [m]
x0 = 0.0 v0 = 2.0
0.05
-0.05
0
0.5
1.5
2.5
3.5
4.5
Tempo [s]
Figura 1-5. Andamento della risposta per sistemi ipercritici al variare delle C.I.
4.2 = 1 ( c 2 = 4km )
Le radici dellequazione caratteristica sono reali, coincidenti e negative e valgono:
1 = 2 = n
La soluzione analitica :
x ( t ) = Ae nt + Bte n t
(1.9)
la quale rappresenta un moto aperiodico critico; il valore dello smorzamento detto smorzamento
critico e vale: c = ccr = 2 km . Si noti che la soluzione dellequazione differenziale (1.5) allorch
c = ccr non pu essere rappresentata dalla (1.6) giacch in tal caso non sarebbero soddisfabili generiche condizioni iniziali.
La Figura 1-6 riporta alcuni esempi di risposta per sistemi con smorzamento critico per diverse C.I.
6/28
Smorzamento critico
0.25
x0 = 0.1 v0 = 1.0
x0 = 0.1 v0 = 0.0
0.2
x0 = 0.1 v0 = -1.0
x0 = 0.0 v0 = -1.0
0.15
x0 = 0.1 v0 = -2.5
x0 = 0.0 v0 = 2.0
Posizione [m]
0.1
0.05
-0.05
-0.1
-0.15
-0.2
-0.25
0
0.2
0.4
0.6
0.8
1.2
1.4
1.6
1.8
Tempo [s]
Figura 1-6. Esempi di risposte per un sistema con smorzamento critico al variare delle C.I.
x ( t ) = e nt Ae j
1 2 n t
+ Be j
1 2 n t
(1.10)
x ( t ) = e nt A1 cos
1 2 n t + B1 sin
1 2 n t
(1.11)
dove A1 = ( A + B ) e B1 = j ( A B ) , da determinare per mezzo delle condizioni iniziali. La soluzione (1.10) pu essere anche scritta nella forma:
x ( t ) = Ce n t cos
1 2 n t +
(1.12)
(a tale ultima espressione si far nel seguito riferimento esplicito). La (1.12) rappresenta un moto
armonico smorzato secondo le curve (inviluppanti) Ce nt . Il moto non propriamente periodico
in quanto le ampiezze si riducono ed detto pertanto pseudoperiodico. La pulsazione
delloscillazione smorzata vale:
ns = n 1 2
(1.13)
7/28
ns
corre tra due punti di tangenza consecutivi sulla stessa curva di estinzione.
La Figura 1-7 riporta un esempio di risposta per un sistema con piccolo smorzamento. Le costanti
di integrazione sono determinate a partire dalle C.I. nel seguente modo:
v0 +
n
x0
=
arctan
ns
C = x0
cos
Smorzamento sub-critico (=0.1)
0.4
x0 = 0.1 v0 = 1.0
Ce-nt
0.3
- t
-Ce n
0.2
Posizione [m]
0.1
-0.1
-0.2
-0.3
-0.4
0
Tempo [s]
La pulsazione propria o naturale di un sistema smorzato data dalla (1.13) e differisce pertanto
dalla quantit desumibile da (1.2) per un fattore
zione propria di un sistema smorzato differisce da quella di un sistema non smorzato. In realt, nei
comuni casi di interesse ingegneristico < 0.1 , la differenza numerica tra le due quantit pu essere realmente piccola.
Una particolarit della risposta (1.12) consiste nel fatto che il rapporto tra due picchi consecutivi
costante nel tempo; il suo logaritmo naturale vale:
8/28
xi
2
= 2
1 2
xi +1
= ln
(1.14)
La quantit definita decremento logaritmico ed utile per ricavare lo smorzamento del sistema
dalla misura della sua risposta nel tempo: basta determinare il logaritmo naturale dellampiezza di
due picchi consecutivi e quindi ricavare applicando la (1.14).
4.4 La soluzione nel piano complesso
Lequazione differenziale (1.4) pu essere risolta anche considerando una soluzione del tipo:
x ( t ) = Xe st
(1.15)
=0
n
=1
=0
Re
Figura 1-8. Posizione dei poli nel piano complesso al variare dello smorzamento.
Le diverse soluzioni s dellequazione caratteristica (1.7) scritta questa volta in funzione di s- al variare dei parametri (m, c e k) del sistema e descritte in 4.1-4.3 possono essere rappresentate mediante il piano complesso riportando in ascissa la parte reale di s ed in ordinata quella immaginaria
(si veda la Figura 1-8). Il sistema meccanico (con i diversi parametri reali e positivi) risulta sempre
stabile o, quando lo smorzamento nullo, al limite di stabilit (soluzioni completamente immaginarie). Fisicamente, un sistema vibrante al limite di instabilit, una volta perturbato dal suo stato di
quiete, comincia a vibrare per un tempo indefinito non essendo presente alcuno smorzamento che
attenua la vibrazione. Allaumentare dello smorzamento i poli (ossia le radici) dellequazione caratteristica hanno un parte reale ed una immaginaria: la parte reale responsabile della riduzione
delloscillazione nel tempo, mentre quella immaginaria fornisce la pulsazione della componente
oscillante. Quando lo smorzamento quello critico, le soluzioni dellequazione caratteristica coincidono ed i due rami del luogo delle radici si immergono sullasse reale ed il moto aperiodico
critico. Allaumentare ancora dello smorzamento, le soluzioni sono entrambe reali e si allontanano
sempre di pi dal punto dimmersione.
9/28
5 Oscillazioni forzate
Come tipica sollecitazione forzante prendiamo in considerazione il caso della forzante armonica:
tale caso di effettivo interesse pratico in quanto, per il teorema di Fourier, una qualsiasi funzione
periodica pu essere scomposta in una serie di funzioni armoniche e, ricorrendo alla trasformata di
Fourier, una qualsiasi funzione del tempo pu essere scomposta come la sommatoria di infinite
funzioni armoniche. Data la validit del PSE, una volta nota la soluzione ad una generica sollecitazione armonica possibile determinare la soluzione ad una qualsiasi forzante.
In questo caso, per alleggerire la trattazione, scriviamo la funzione armonica, di pulsazione in
termini complessi14: f ( t ) = Fe jt .
Lequazione del moto del sistema :
mx&& + cx& + kx = f ( t )
(1.16)
La risposta del sistema sar una funzione armonica del tipo: x ( t ) = Xe jt ; sostituendola
nellequazione del moto si ottiene:
( m + jc + k ) Xe
2
da cui si ricava: X =
jt
= Fe jt
F
. X una grandezza complessa ( X = X ( j ) ) , che si pu
( m + jc + k )
2
j (t )
. Il modulo
e la fase di X valgono:
X =
2
2
2
k 1 + 4
n
n
(1.17)
2
n
tan =
2
1
n
Si noti che la risposta in ritardo rispetto alleccitazione della quantit . Nel caso generale di un
sistema sollecitato da una forzante armonica, la sua risposta sar del tipo:
x ( t ) = Ce n t cos
14
In
realt
la
quantit
f ( t ) = Fe jt
1 2 n t + + X cos (t )
una
grandezza
complessa,
pi
propriamente
risulta:
f ( t ) = e ( Fe jt ) = F cos (t ) . Si noti, inoltre, che la precedente scrittura ipotizza implicitamente che la fase sia nulla, ma
ci non costituisce un problema visto che per ottenere ci basta scegliere opportunamente lorigine dei tempi.
10/28
1.5
0.4
Posizione [m]
Posizione [m]
1
0.5
0
-0.5
0.2
-0.2
-1
-1.5
0
10
15
20
-0.4
0
Tempo [s]
10
15
20
Tempo [s]
La quantit
F
rappresenta la risposta del sistema ad una sollecitazione a frequenza nulla (vale a
k
F
k
pari al rapporto tra lampiezza della risposta armonica stazionaria (vale a dire in
condizioni di regime, dopo che si esaurito il transitorio iniziale) e lampiezza della risposta statica
prende il nome di fattore di amplificazione o di recettanza; il suo modulo vale:
H ( ) = ( ) =
1
2
(1.18)
2
2
2
1 + 4
n
n
La (1.18) consente di ricavare immediatamente lampiezza della risposta una volta che sia nota
quella della forzante. evidente come lampiezza della risposta dipenda oltre che dal valore della
forzante anche dalla sua frequenza ( = ( ) ) ; lamplificazione, per una pulsazione della forzante pari a quella naturale del sistema non smorzato ( = n ) vale =
1
e se il sistema non
2
11/28
Sfasamento
10
180
= 0.050
= 0.100
= 0.250
160
= 0.500
= 1.000
= 3.000
140
120
[deg]
100
80
40
20
0
0
= 0.050
= 0.100
= 0.250
= 0.500
= 1.000
= 3.000
60
0.5
1.5
2.5
/n
0
0
0.5
1.5
2.5
/n
Figura 1-10.
10. Rappresentazioni della recettanza e dello sfasamento.
La Figura 1-10 riporta graficamente la ricettanza (a volte anche detta coefficiente di amplificazione
dinamica del carico), nonch lo sfasamento della risposta forzata per diversi valori del fattore di
smorzamento al variare della pulsazione della forzante.
mx&& + kx = F cos (t )
La soluzione composta da un integrale particolare e dallomogenea associata:
x ( t ) = A sin (n t ) + B cos (n t ) +
F cos (t )
m (n2 2 )
x ( 0 ) = 0
x& ( 0 ) = 0
In realt, lamplificazione massima per una pulsazione leggermente inferiore a quella propria; ci tanto pi vero quanto maggiore e lo smorzamento (si veda anche la Figura 1-10).
15
12/28
15
10
Posizione [m]
-5
-10
-15
-20
0
10
Tempo [s]
Figura 1-11.
11. Soluzione forzata in risonanza ed assenza di smorzamento.
A = 0
F
B =
2
m (n 2 )
x (t ) =
F
cos (t ) cos (n t )
m ( 2 )
2
n
( 0 ) ; svilup-
x (t ) =
t sin (n t ) ( n )
m (n + )(n )
16
e non t .
13/28
x ( t ) = =
n
t F sin (n t )
2mn
k
, rim
2
F (t ) = F (t + T ) = F t +
(1.19)
F ( t ) = F0 + Fl cos ( lt + l )
(1.20)
l =1
17
18
Fisicamente,
F0 rappresenta il valore medio della forzante; la (1.20) si traduce quindi in una decomposizione della forzante nella
quale si separa il suo valore medio dalle sue oscillazioni attorno ad esso.
14/28
l =1
l =1
F ( t ) = a0 + al cos ( lt ) + bl sin ( lt )
(1.21)
a0 =
19
1
2
2
F ( t ) dt , al = F ( t ) cos ( lt ) dt , bl = F ( t ) sin ( lt ) dt
T 0
T 0
T 0
(1.22)
bl
al
E da notare che sebbene le espressioni precedenti forniscano una formulazione analitica per determinare i diversi coefficienti della serie armonica di Fourier, non affatto detto che sia possibile
la loro determinazione in forma chiusa per una qualsiasi funzione periodica; com ben noto, infatti,
non esistono gli integrali in forma chiusa di una generica funzione integranda. Quando la risoluzione in forma chiusa degli integrali (1.22) non possibile si pu ovviamente procedere per via nume-
rica oppure mediante analizzatori spettrali di segnale. Si noti che in questi casi non si determinano,
ovviamente, tutte le componenti armoniche, ma solo quelle che si trovano entro un certo intervallo
di frequenza, vale a dire quelle per cui risulti l 2 < f max , dove f max scelto di volta in volta a
seconda del problema in esame. Si procede in tal modo per due ragioni:
19
cos ( lt ) e sin ( lt ) nel periodo T nullo, cos come nullo lintegrale sul periodo di
T
cos ( lt ) sin ( ht ) , mentre dei diversi integrali del tipo cos ( lt ) cos ( ht ) dt rimane solo quello per cui h = l e
0
sin ( lt ) sin ( ht ) dt .
0
15/28
0.5
1.5
2.5
Tempo [s]
Figura 1-12.
12. Onda quadra come esempio di segnale periodico.
1.4
Ampiezza armonica
Segnale
0.5
0
-0.5
-1
0
1.2
1
0.8
0.6
0.4
0.2
0
0
Tempo [s]
10
Ampiezza armonica
Segnale
0.5
0
-0.5
-1
0
Tempo [s]
1.2
1
0.8
0.6
0.4
0.2
0
0
20
40
60
80
100
20
Figura 1-13.
13. Esempio di analisi di Fourier : nel primo caso si considerano 10 armoniche, nel
secondo 100.
20
Le armoniche pari sono mancanti, per cui si ritrova che la funzione dispari.
16/28
x ( t ) = X 0 + X l cos ( lt + l l )
(1.23)
dove i diversi termini sono calcolabili applicando semplicemente le formule viste in precedenza. Il
termine X
F0
rappresenta la risposta del sistema al valore medio della forzante e vale pertanto:
. Affinch ci sia risonanza basta, ovviamente, che una delle armoniche della forzante eccitan-
te coincida con la frequenza propria del sistema. Si noti che la precedente espressione fornisce la
risposta forzata del sistema e non la risposta complessiva, per ottenere la quale necessario
sommare la risposta libera che si determina imponendo che la risposta complessiva del sistema
soddisfi le CI. Nel caso di forzante periodica, le costanti della risposta libera si determinano:
v
+
0 k X l sin (l l )
l =1
X l cos (l l )
l =1
= arctan
ns
x0 X l cos (l l )
l =1
C =
cos
(1.24)
Provare, per esercizio, a determinare la risposta di un sistema allonda quadra per diversi valori di
rigidezza, e determinare per quale valore si verifica risonanza.
17/28
5.4.1 Approccio nel dominio del tempo: impulso unitario o delta di Dirac
Limpulso unitario definito come il limite per 0 della funzione rettangolare ( t ) : questultima
assume il valore 1 per t [ a, a + ] ed il valore nullo al di fuori di tale intervallo. Ovviamente, a
listante temporale di applicazione dellimpulso.
(t)
1/
Figura 1-14.
14. Delta di Dirac.
t a = 0, t a
)
(
+
( t a ) dt = 1
+
F ( t ) ( t a ) dt = F ( a )
(1.25)
F ( t ) = F0 ( t a )
(1.26)
Nel caso in esame, il delta di Dirac ha le dimensioni [T-1], mentre F0 ha le dimensioni [MLT-1].
Limpulso elementare agente al tempo
dI = F ( t ) dt , ovvero,
dI = F0 ( t a ) dt .
Eccitando il sistema vibrante a partire dal suo stato di quiete per mezzo dellimpulso dI si ottiene,
applicando il teorema dellimpulso secondo il quale limpulso elementare pari alla variazione di
quantit di moto del sistema:
dI = mdv
(il sistema vibrante , ovviamente, a massa costante per cui risulta dm = 0 ). Integrando la precedente relazione su tutto larco temporale si ottiene:
18/28
dI = F ( t a ) dt = mdv = mv v =
F ( t a ) dt
0
F0
F
v (t = a ) = 0
m
m
(1.27)
Ci vuol dire che a seguito dellapplicazione della forza impulsiva al tempo a , il sistema vibrante
passa da uno stato di quiete ad uno in cui risulta:
x (t = a ) = 0
F0
x& ( t = a ) =
(1.28)
In altri termini, lapplicazione della forza impulsiva causa una repentina variazione di velocit, ma
non di posizione (la qual cosa anche del tutto in accordo con il comune senso fisico). Le (1.28)
costituiscono quindi le condizioni iniziali per il problema di un sistema vibrante in oscillazione libera
sottoposto alla forza impulsiva (1.26). La soluzione libera nel caso generale si visto che vale:
x ( t ) = Ce n t cos
1 2 n t +
Applicando le C.I. date in (1.28), considerando t=0 come istante di tempo di applicazione
dellimpulso, si ottiene:
x (t ) =
e n t cos 1 2 n t + , t 0
2
m 1 n
F0
vale:
x (t ) =
F0
m 1 n
2
e n t sin
1 2 n t , t 0
(1.29)
Nel caso in cui limpulso elementare unitario, vale a dire che risulta F0 = 1 , la risposta del sistema
vale:
h (t ) =
1
m 1 n
2
e nt sin
1 2 n t , t 0
(1.30)
La precedente equazione rappresenta la risposta del sistema allimpulso unitario (detta anche ri-
sposta elementare allimpulso unitario). Ovviamente risulta x ( t ) = F0h ( t ) , la quale indica che conoscendo la risposta elementare allimpulso unitario semplicissimo conoscere la risposta del sistema ad un qualsiasi impulso.
Inoltre, decomponendo la forzante eccitatrice come una sommatoria (al limite infinita) di impulsi elementari ( F ( ) d ) possibile conoscere la risposta del sistema coma sommatoria (al limite infi-
19/28
x ( t ) = F ( ) h ( t ) d = F ( t ) h ( t )
(1.31)
dove con il simbolo si indicato il prodotto convolutorio. Il senso della (1.31) il seguente: la risposta al tempo t del sistema data dalla somma delle risposte elementari agli impulsi elementari
( F ( ) d ) in cui si pensa suddivisa la forzante F ( t ) . Si noti che il prodotto convolutorio gode della seguente propriet:
t
x ( t ) = F ( ) h ( t ) d = F ( t ) h ( t ) = h ( ) F ( t ) d = h ( t ) * F ( t )
(1.32)
Figura 1-15.
15. Discretizzazione della forzante per mezzo di un treno di impulsi
Per maggiore coerenza formale listante di tempo in corrispondenza del quale applicato limpulso non pi indicato con
con
21
20/28
a , ma
x(t)
f()d
t-
Figura 1-16.
16. Risposta del sistema al singo
singolo impulso.
E da notare che il prodotto di convoluzione si pu utilizzare per determinare la risposta del sistema
sia quando questo soggetto ad una sollecitazione arbitraria sia quando la sollecitazione periodica; indipendentemente dal tipo di sollecitazione il prodotto convolutorio tiene automaticamente
conto delle CI nulle. Utilizzando il PSE nel caso, ad esempio, di forzante periodica, necessario
considerare esplicitamente la presenza di CI nulle.
Risposta forzata e convolutoria
0.04
0.04
R. forzata
R. convoluz
0.02
0.01
0
-0.01
-0.02
-0.03
0
R. PSE
R. convoluz
0.03
Risposta [m]
Risposta [m]
0.03
0.02
0.01
0
-0.01
-0.02
10
15
Tempo [s]
20
25
-0.03
0
10
15
Tempo [s]
20
25
Si preferisce in questa circostanza esplicitare la dipendenza dalla frequenza anzich dal tempo: chiaro, peraltro, che la forzante
armonica una funzione sia del tempo che della frequenza. Si ricordi, inoltre, che ci si riferisce sempre alla parte reale, anche se ci
non viene scritto esplicitamente.
22
21/28
H ( j ) =
1
m + jc + k
2
(1.33)
il cui modulo e la cui fase sono gi state diagrammate per differenti valori di smorzamento.
Essendo H ( j ) una grandezza complessa, la si pu anche scrivere come il prodotto del suo modulo per la fase23: H ( j ) = H ( j ) e j . La risposta del sistema ad una forzante armonica di ampiezza unitaria pertanto: x ( ) = H ( j ) e
j (t )
j (t )
, in altri termini sarebbe stata una
la risposta sarebbe stata pari a: x ( ) = H ( j ) F0 ( ) e
funzione armonica avente la stessa pulsazione delleccitazione, ampiezza H ( j ) F0 ( ) ed in ritardo della quantit .
Quando leccitazione non armonica e non periodica, si deve ricorrere, per la sua analisi nel
dominio della frequenza alla trasformata di Fourier. In pratica, dal punto di vista formale come se
si considerasse la generica funzione del tempo f ( t ) periodica con periodo infinito, ci vuol dire
che la pulsazione fondamentale infinitesima ( d ) e che le armoniche non sono pi discrete, ma
continue (la distanza tra unarmonica e la successiva infinitesima e pari a d ).
Matematicamente, la trasformata di Fourier vale:
F ( ) =
f (t ) e
jt
dt
(1.34)
f (t ) =
1
2
F ( ) e
+ jt
(1.35)
A questo punto chiaro come necessario procedere, nel dominio della frequenza, quando il sistema sollecitato per mezzo di una funzione arbitraria:
In merito allultimo punto basta osservare che la risposta alla forzante arbitraria sar una funzione
del tempo la cui trasformata di Fourier si potr scrivere come X ( ) . Risulter, pertanto:
1
x (t ) =
2
X ( ) e
+ jt
23
Con
22/28
si inteso indicare una quantit positiva, il segno meno indica che la risposta in ritardo rispetto alleccitazione.
x& ( t ) =
&&
x t =
( )
1
2
1
2
j X ( ) e + jt d
X ( ) e
2
+ jt
mx&& + cx& + kx = f ( t )
passando dal dominio del tempo a quello della frequenza, si scrive pertanto:
X ( ) ( m
+ jc + k ) e
+ jt
d =
F ( ) e
+ jt
Dovendo leguaglianza valere per ogni risulta chiaro che deve risultare:
X ( ) =
F ( )
m + jc + k
2
(1.36)
x (t ) = h (t )
utilizzando la definizione di antitrasformata della x ( t ) :
1
2
X ( ) e
+ jt
d = h ( t )
Applicando il legame tra risposta ed eccitazione per mezzo della funzione di risposta in frequenza:
1
2
H ( j ) F ( ) e
+ jt
d = h ( t )
1
2
+ jt
jt
H
j
(
)
( t ) e dt e d = h ( t )
23/28
1
2
H ( j ) e
+ jt
d = h ( t )
(1.37)
In altri termini, la risposta allimpulso elementare unitario lanti-trasformata di Fourier della risposta in frequenza, e, pertanto, la risposta in frequenza la trasformata di Fourier della risposta
allimpulso elementare.
24
Evidentemente, data la dipendenza dellampiezza delle forze centrifughe dal quadrato della velocit angolare di rotazione
(lampiezza della forza centrifuga pari a m e , dove m la massa del disco, la velocit angolare di funzionamento ed
e leccentricit, vale a dire la distanza tra il baricentro del disco e lasse di rotazione dellalbero), al fine di ridurre le sollecitazioni
sullalbero e sui supporti, allaumentare della velocit di rotazione deve necessariamente conseguire una riduzione delleccentricit.
25 Si pu dimostrare che, a parit di tutte le ipotesi poste, le frequenze proprie non sono influenzate dal fatto che lalbero sia in verticale od in orizzontale.
2
24/28
la massa vale m .
48 EI
,
L3
mx&& + kx =m e 2 cos (t )
> n
< n
e
(1.38)
x
e
AC
G
(a)
(b)
(c)
Figura 1-17.
17. Rotante ideale nella configurazione a riposo (a), e per velocit di rotazione inferiore
inferiore
a quella critica (b) e superiore (c).
e
2
n
1
. Volendo ricavare
26
D4
64
del materiale (tipicamente, 2.061011 N/m2 per lacciaio). Tale valore valido solo se lalbero si pu considerare incernierato alle estremit ed il disco calettato in mezzeria.
27 Si noti che anche in questo caso presente lo sfasamento che vale zero se < e vale 180 se > (senza sfasamenn
n
to, infatti, in tale ultimo caso si avrebbe unampiezza negativa).
25/28
n 2
X
lattenzione sulla quantit: ( ) =
= 1
e
allaumentare della velocit di rotazione fino alla risonanza quando il suo valore non definito.
Allaumentare ulteriore della velocit di rotazione ( ) diminuisce fino a tendere al valore unitario (si veda la Figura 1-18). Questo comportamento costituisce il fenomeno dellautocentratura: il
baricentro del rotore tende a porsi sullasse di rotazione e la deformazione elastica dellalbero tende ad eguagliare proprio il valore delleccentricit.
Chiaramente, qualora il numero di dischi calettati sullalbero fosse stato in numero maggiore di uno, la trattazione proposta non sarebbe stata adeguata, ma sarebbe stato necessario ricorrere alla
teoria che alla base dei sistemi discreti vibranti a pi gradi di libert.
Coefficiente di amplificazione (forza centrifuga)
5
4.5
3.5
2.5
1.5
0.5
0
0
0.5
1.5
2.5
/n
Figura 1-18.
18. Coefficiente di amplificazione dovuto a sollecitazione centrifuga.
1 1 1
= +
k ka kc
(1.39)
na =
ka
, pulsazione naturale del sistema quando i supporti sono rigidi (e lalbero deformabim
le).
nc =
kc
, pulsazione naturale del sistema quando i supporti sono deformabili (e lalbero rigim
do).
Si vede facilmente manipolando la (1.39) che risulta:
n =
essendo: A =
nc
+ nc2
2
na
2
n
2
na
nc2
, da cui:
na nc
= A na ,
na2 + nc2
27/28
0.9
0.8
0.7
0.6
0.5
0.4
0.3
0.2
0.1
0
10
ksupporto/kalbero
Figura 1-19.
19. Influenza della rigidezza dei supporti sulla frequenza propria.
Per quanto concerne, infine, leffettivo schema statico di riferimento si faccia attenzione al fatto
che, considerando i supporti rigidi, ad uno schema statico appoggio-appoggio associata una rigidezza dellalbero che vale: k =
48 EI
, mentre per uno schema incastro-incastro,la rigidezza vale:
L3
192
192 EI
k = 3 . Ci si traduce in un raddoppio della frequenza propria
= 2 , che deve essere
L
48
la loro estensione assiale sia non trascurabile rispetto al diametro (almeno due volte)
lalbero sia montato su tre cuscinetti, allora quello centrale si comporta da incastro
sia presente un giunto di collegamento tra due alberi.
E chiaro che nei diversi casi converr procedere, in caso dincertezza, a favore di sicurezza, ci
vuol dire che se lobiettivo quello di una progettazione subcritica, allora si potranno considerare i
cuscinetti come delle cerniere.
28/28