Terapia Endo Decidui PDF
Terapia Endo Decidui PDF
Terapia Endo Decidui PDF
Figura 12.1 Ortopantomografia delle arcate dentarie dalla quale si evince la presenza di Figura 12.2 Radiografia endorale
lesioni cariose diffuse, il grado di maturità degli apici radicolari nonché la fase di permuta periapicale che permette di valutare in
e la posizione delle gemme degli elementi dentari permanenti. maniera precisa l’estensione della lesione
ossea e la possibilità di trattamento
dell’elemento dentale.
247
Capitolo 12 Endodonzia in odontoiatria pediatrica
Figura 12.3 Ortopantomografia delle arcate dentarie da cui si conferma la perdi- Figura 12.4 Visione clinica dell’arcata superiore dal-
ta di spazio a carico del secondo premolare superiore di destra e di sinistra. Si nota la quale si nota la carenza di spazio per l’eruzione dei
inoltre la presenza di un soprannumerario in corrispondenza del 4.8. due secondi premolari.
Figura 12.5 Il posizionamento di un apparecchio Figura 12.6 Visione dell'ortopantomografia a eruzione avvenuta.
ortodontico di tipo pendulum ha creato lo spa-
zio per l’eruzione dei premolari.
248
Endodonzia in odontoiatria pediatrica Capitolo 12
Figura 12.7 Dalla radiografia endorale peri- Figura 12.8 Elemento dentale dopo estrazione Figura 12.9 Radiografia endora-
apicale si nota la necessità di effettuare che fa supporre un pregresso tentativo di terapia. le periapicale dalla quale risulta
l’estrazione dell’elemento dentale. necessaria una terapia endodon-
tica del 7.5 che è accompagnato
da un’agenesia del corrispettivo
permanente.
Previa valutazione dei singoli casi ed esclusa l’indicazione assoluta all’estrazione (corone
distrutte o non restaurabili, osteolisi interadicolare e periapicale marcata, rizalisi avan-
zata, gravi patologie sistemiche ed età del paziente), i tipi di trattamento possibili sono:
• pulpotomia
• pulpectomia.
Pulpotomia
La pulpotomia è il trattamento endodontico più utilizzato negli elementi dentali della
serie decidua che mostrano l’interessamento della sola polpa camerale in seguito al-
l’esposizione accidentale di una porzione di essa (evento iatrogeno) o a un trauma, pur-
ché il dente risulti asintomatico e senza segni clinici di sofferenza pulpare. L’anamnesi
deve escludere dolore spontaneo, sensibilità alla percussione o alla palpazione e pre-
gressi processi ascessuali. I test di vitalità devono avere risultati positivi. La pulpotomia
è controindicata in presenza di alterazioni della mucosa o del parodonto, quali gonfiore,
fistola, mobilità patologica, riassorbimenti interni a carico delle radici, calcificazioni pul-
pari o eccessivo sanguinamento della polpa radicolare durante la procedura terapeutica,
segno quest’ultimo di un’infiammazione pulpare irreversibile.
249
Capitolo 12 Endodonzia in odontoiatria pediatrica
250
Endodonzia in odontoiatria pediatrica Capitolo 12
causa della sua potenziale tossicità e cancerogenicità. L’agenzia internazionale per la ri-
cerca sul cancro ha considerato la formaldeide cancerogena per l’uomo (2004), spin-
gendo i professionisti a trovare materiali alternativi per le loro procedure operative.
La glutaraldeide fu introdotta, nel 1985, da Gravenmade, che la propose come agente
chimico in grado di sostituire il formocreosolo nella pulpotomia degli elementi decidui, al
fine di eliminare gli effetti indesiderati della formaldeide. La sua azione sulla polpa ca-
merale si compie attraverso la formazione di legami proteici macromolecolari, quindi in-
solubili, ai quali fanno seguito una minore migrazione apicale, un ridotto assorbimento si-
stemico e quindi una minore tossicità. Attraverso l’azione della glutaraldeide, si produce
una necrosi coagulativa superficiale, che determina una fissazione istantanea e più con-
sistente a livello della polpa camerale, lasciando una maggiore quota di tessuto vitale. Es-
sa viene utilizzata a una concentrazione del 2-2,5%, seguendo la stessa procedura opera-
tiva illustrata per il formocreosolo.
Tuttavia, tale farmaco va considerato, a concentrazioni superiori allo 0,5%, una sostanza
pericolosa, dotata di proprietà sensibilizzanti, irritanti per gli occhi, la pelle e le vie re-
spiratorie. Il farmaco può essere utilizzato solo attuando rigorose misure preventive,
quali: idoneità del locale, adeguati ricambi d’aria, applicazione di una cappa d’aspirazio-
ne, uso di protezioni personali, osservazione di procedure codificate d’uso a tutela del-
l’operatore e del paziente, installazione di appropriati cartelli con segnalazione di peri-
colo e un corretto smaltimento. In virtù di quanto sopra esposto, l’uso clinico della glu-
taraldeide è stato da tempo abbandonato in Italia.
Tra tutti i farmaci che sono stati testati, il solfato ferrico sembra essere una prometten-
te alternativa al formocreosolo e alla glutaraldeide. Il solfato ferrico agisce inducendo
l’emostasi tramite la formazione di complessi ioni ferro-proteine a contatto con il san-
gue, al pH acido della soluzione, sigillando i vasi sanguigni tagliati. L’uso di questo ma-
teriale è raccomandato, in quanto, una volta rimossa la polpa camerale, la formazione
del coagulo previene problemi di stravaso ematico, impedendo così l’insorgenza d’in-
fiammazioni o riassorbimenti interni, importanti fattori di fallimento delle pulpotomie
con idrossido di calcio.
In letteratura, esistono diversi studi comparativi riguardanti il solfato ferrico e altri ma-
teriali e l’aspetto, senza dubbio, più importante è che, a parità di successi clinici e ra-
diografici, esso esplica un’azione esclusivamente di tipo locale, senza alcuna diffusione
sistemica e senza nessuna conseguente tossicità, come avveniva invece con il formo-
creosolo e la glutaraldeide.
Il farmaco utilizzato più a lungo, perché semplice da reperire per il suo ampio impiego
in dentizione permanente, è stato certamente l’idrossido di calcio. Il pH alcalino in-
dotto dall’idrossido di calcio non solo neutralizza l’acido lattico degli osteoclasti, preve-
nendo così la dissoluzione della componente minerale della dentina, ma può anche atti-
vare la fosfatasi alcalina, che svolge un ruolo importante nella formazione di tessuto du-
ro. Anche se l’idrossido di calcio è privo di tossicità sistemica e locale, con il suo utiliz-
zo risulta difficile ottenere un adeguato controllo del sanguinamento, indispensabile al
fine di consentire un buon contatto tra il medicinale e il tessuto pulpare. Inoltre, i con-
trolli a distanza sugli elementi decidui dimostrano la possibilità di indurre riassorbimen-
ti interni (Fig. 12.10). Si pensa che l’alto contenuto di cellule del tessuto pulpare degli
251
Capitolo 12 Endodonzia in odontoiatria pediatrica
elementi decidui possa essere responsabile dei fallimenti di questo tipo di trattamento,
poiché le cellule mesenchimali possono differenziarsi in odontoclasti in risposta o alla
lesione cariosa o al trattamento stesso e produrre lesioni da riassorbimento dei tessuti
duri pericamerali (dentina e cemento).
Molto recentemente, risultati soddisfacenti sono stati ottenuti con Mineral Trioxide
Aggregate (MTA). È composto da: silicato tricalcico, allumino tricalcico, ossido tricalci-
co e ossido silicato. La miscelazione della polvere con il liquido produce cristalli di ossi-
do di calcio con struttura amorfa. Questa sostanza inizia a solidificare in meno di tre ore
e indurisce completamente nell’arco delle 72 ore successive. L’MTA ha dimostrato abi-
lità nella formazione di tessuto duro a contatto con il tessuto pulpare e capacità di in-
durre una rapida crescita cellulare in vitro.
La preparazione della cavità d’accesso alla polpa prevede gli stessi passaggi già descritti in
precedenza (Fig. 12.11a,b). Una volta ottenuta l’emostasi (Fig. 12.11c), si pone l’MTA di-
rettamente a contatto con la polpa radicolare (Fig. 12.11d); viene, quindi, inserito un pel-
let di cotone inumidito, passaggio importante in quanto questo materiale indurisce in am-
biente umido, e si procede all’esecuzione di un’otturazione provvisoria e di una radiografia
endorale periapicale di controllo (Fig. 12.11f). Si rinvia il paziente a controllo dopo una set-
timana. In questa sede, effettuato l’esame clinico, l’otturazione provvisoria e il pellet di co-
tone vengono rimossi e, se il materiale ha assunto una consistenza dura (Fig. 12.11g), può
essere effettuata la ricostruzione definitiva (Fig. 12.11h,i). Si deve, in seguito, sottopporre
il bambino a controlli clinici e radiografici successivi, per verificare l’integrità del restauro
coronale e riscontrare l’assenza di segni di sofferenza periapicale (Fig. 12.11l,m).
Comparato all’idrossido di calcio, l’MTA ha dimostrato una maggiore valentia nel mantene-
re l’integrità del tessuto pulpare. L’analisi istologica nei tessuti pulpari animali e umani di-
mostra una minore risposta infiammatoria, minore iperemia e minori necrosi pulpari. Esso
è dotato di grande efficacia nel ridurre la penetrazione dei microrganismi, è biocompatibile
ma anche bioinduttivo, ha effetto antibatterico facoltativo, ma non un effetto specifico con-
tro i batteri anaerobi.
252
Endodonzia in odontoiatria pediatrica Capitolo 12
a b c
d e f
g h i
l m
Figura 12.11 Pulpotomia con MTA.
253
Capitolo 12 Endodonzia in odontoiatria pediatrica
Pulpectomia
254
Endodonzia in odontoiatria pediatrica Capitolo 12
Figura 12.12 Particolare di ortopantomografia che mette in evi- Figura 12.13 Dente estratto che mostra l’utilizzo come riempi-
denza il depiazzamento della gemma del 2.5 a causa della pre- mento endodontico di un materiale non riassorbibile.
senza di materiale non riassorbibile.
255
Capitolo 12 Endodonzia in odontoiatria pediatrica
256
Endodonzia in odontoiatria pediatrica Capitolo 12
a b c d
Figura 12.14 Pulpectomia con lesione. (a) Esame radiografico iniziale: si evidenzia una lesione cariosa destruente a livello della pa-
rete distale del 7.4. L’immagine mostra inoltre una zona di radiotrasparenza che coinvolge gli apici radicolari e la forcazione ma è pre-
servato il cappuccio osseo. (b) Il controllo radiografico a 30 giorni mette in risalto una guarigione iniziale della lesione. (c) Controllo
a 90 giorni dal precedente: si noti l’ulteriore guarigione e il riassorbimento del materiale da otturazione. (d) Al successivo controllo si
evidenzia la rizalisi avanzata delle radici.
tramite aspirazione. I canali vengono sondati inizialmente con dei file manuali 08, 10 e 15,
che permettono di valutare la lunghezza di lavoro tramite l’ausilio di un rilevatore apicale,
tenendo sempre presente la radiografia endorale di riferimento. Si procede alla sagomatura
con strumenti rotanti Ni-Ti, regolando la lunghezza della preparazione canalare un milli-
metro più coronale rispetto alle lunghezze di lavoro precedentemente rilevate. I canali, sa-
gomati e detersi, sono asciugati con coni di carta sterili e riempiti con il materiale da ottu-
razione. Se il trattamento richiede una medicazione con idrossido di calcio, il materiale do-
vrà avere una consistenza tale da poter essere lentulato nel canale. Se, invece, è indicata la
chiusura definitiva in un’unica seduta, si effettua un’otturazione canalare con ZOE puro, di
consistenza pastosa, spinto sino al terzo coronale della radice. Viene apposta, al termine del
trattamento endodontico, un’otturazione con materiale provvisorio e si rimanda il paziente
a controlli clinici e radiografici successivi. Solo a guarigione avvenuta, si procede alla rico-
struzione definitiva tramite materiale composito o cemento vetroionomerico.
Si vedano i casi clinici 1 e 2 illustrati nelle Figure 12.16 e 12.17.
257
Capitolo 12 Endodonzia in odontoiatria pediatrica
Caso clinico 1
a b c
Figura 12.16 Pulpectomia con idrossido di calcio. (a) Radiografia preoperatoria: non si riscontrano lesioni endodontiche. (b) Endo-
rale periapicale dopo pulpectomia e otturazione solo del terzo coronale con ossido di zinco ed eugenolo in una sola seduta. (c) Con-
trollo a distanza di 60 giorni prima della ricostruzione definitiva.
258
Endodonzia in odontoiatria pediatrica Capitolo 12
Caso clinico 2
a b
c d
Figura 12.17 Pulpectomia con idrossido di calcio. (a) Radiografia preoperatoria che mostra una lesione alla forcazione di 8.5 cau-
sata da una perforazione del pavimento; (b) radiografia effettuata dopo medicazione con idrossido di calcio nei canali radicaolari e
ricostruzione della perforazione con MTA; (c) controllo a due mesi che mostra il parziale miglioramento della lesione; (d) controllo a
sei mesi.
259
Capitolo 12 Endodonzia in odontoiatria pediatrica
260
Endodonzia in odontoiatria pediatrica Capitolo 12
a b c d
e f g h i
l m n o p
261
Capitolo 12 Endodonzia in odontoiatria pediatrica
Uno degli obiettivi fondamentali nel trattamento endodontico degli elementi perma-
nenti, a differenza di quanto si è detto per la dentizione decidua, è rappresentato dal si-
gillo che si ottiene con il riempimento tridimensionale del sistema canalare.
Le metodiche utilizzate per l’otturazione canalare prevedono tutte la compattazione del ma-
teriale all’interno del sistema radicolare e quindi hanno bisogno di una costrizione apicale.
Negli elementi dentali ad apice immaturo, tale caratteristica è assente e anche l’ana-
tomia dei canali risulta ben diversa rispetto agli elementi ad apice formato; l’anda-
mento del canale è rettilineo e ampio, con pareti radicolari parallele o addirittura di-
vergenti.
Lo scopo del trattamento endodontico, in questo caso, deve essere quello di creare i pre-
supposti per portare a termine la terapia senza far fuoriuscire il materiale da otturazione
oltre i limiti fisiologici dell’anatomia radicolare.
Le scelte terapeutiche del clinico sono dettate, in prima istanza, dallo stato dell’elemen-
to dentale da trattare e, in particolare, dal fatto che tale elemento sia vitale o necrotico.
Ciò si traduce a livello decisionale nella scelta di intraprendere un trattamento rispetti-
vamente di apicogenesi o di apecificazione.
Apicogenesi
Il trattamento di elezione degli elementi dentali ad apice beante è rappresentato dalla te-
rapia di apicogenesi, che ha lo scopo, mantenendo la vitalità dentale, di garantire non so-
lo una chiusura fisiologica dell’apice, ma anche di rendere favorevole il rapporto corono-
radice, consolidando le pareti radicolari altrimenti caratterizzate da un’estrema sottigliez-
za e quindi fragilità.
Gli elementi dentali che possono essere sottoposti a tale procedura sono quelli la cui
esposizione pulpare è iatrogena o dovuta a trauma accidentale e risultano, pertanto, pri-
vi di sintomatologia pulpare acuta irreversibile.
Per intraprendere un trattamento di apicogenesi bisogna prendere in considerazione
l’età del piccolo paziente e il fatto che la completa formazione radicolare, e la conse-
guente maturazione dell’apice, avviene di norma 3-4 anni dopo la data di eruzione.
Il trattamento di “mantenimento della vitalità pulpare” più indicato per gli elementi den-
tali giovani con compromissione dell’organo pulpare è rappresentato dalla pulpotomia.
La letteratura internazionale è concorde nel considerare tale procedura terapeutica co-
me la più favorevole, avendo una percentuale di successo maggiore, rispetto ad altri trat-
tamenti come l’incappucciamento diretto.
La tecnica operativa prevede:
• anestesia locoregionale (plessica o tronculare);
• applicazione della diga di gomma (dove possibile);
• toletta della cavità perimetrale;
• apertura della cavità di accesso sotto abbondante irrigazione;
• amputazione della polpa camerale sotto abbondante irrigazione;
• controllo dell’emorragia con lavaggi di soluzione fisiologica (emostasi massimo in cin-
que minuti);
262
Endodonzia in odontoiatria pediatrica Capitolo 12
Il ponte dentinale neoformato è il prodotto dell’azione dei fibroblasti e di cellule che so-
no andate incontro al processo di differenziazione in osteoblasti e odontoblasti. Non ap-
pena si riscontra la chiusura dell’apice, la letteratura è concorde sulla necessità di intra-
prendere la completa rimozione del tessuto pulpare e l’esecuzione, dopo rimozione del
ponte di dentina, di una terapia endodontica tradizionale.
Nella terapia di apicogenesi spetta un ruolo fondamentale al farmaco utilizzato di routi-
ne, che è l’idrossido di calcio. Esso, pur non partecipando in maniera diretta alla costi-
tuzione del ponte dentinale svolge un’azione alcalinizzante che ha proprietà antibatteri-
che ed è in grado di favorire la deposizione di osso e dentina.
Se, come nel caso illustrato nella Figura 12.19, un trauma ha determinato un’ampia
esposizione pulpare in un soggetto giovane con apici immaturi ed esiste la possibilità di
un restauro coronale immediato tramite riattacco del frammento, gli Autori ritengono in-
dicato l’uso dell’MTA per il trattamento di pulpotomia e successiva apicogenesi.
a b
Figura 12.19 Apicogenesi con MTA e riattacco del frammento. (a) La paziente è giunta all’osservazione in seguito a un evento trau-
matico avvenuto 48 ore prima. All’esame intraorale si evidenzia una frattura coronale complicata da un’ampia esposizione pulpare.
(b) Dopo aver effettuato un’adeguata anestesia dell’elemento dentale e aver isolato il campo con la diga di gomma, viene eseguita
una pulpotomia parziale e si posiziona successivamente l’MTA a contatto con la polpa (segue).
263
Capitolo 12 Endodonzia in odontoiatria pediatrica
c d
e f
264
Endodonzia in odontoiatria pediatrica Capitolo 12
Apecificazione
Qualora il controllo clinico e/o radiografico metta in evidenza, rispettivamente, una ca-
renza di materiale all’interno dei canali, essendo l’idrossido di calcio riassorbibile da par-
te dei fluidi organici, o i segni di una sofferenza periapicale, si rende necessario rimuo-
vere con lavaggi e blanda strumentazione l’idrossido di calcio residuo e rinnovare la me-
dicazione, ripetendo nuovamente tutti i passaggi sopra descritti.
Nei controlli successivi si deve indagare, radiograficamente, l’avvenuta formazione di
una barriera apicale adeguata ad accogliere il materiale da otturazione endodontico (gut-
taperca). Non appena tale evento si verifica, si procede alla rimozione completa del ma-
teriale da medicazione e al controllo clinico della formazione di uno stop apicale, una
procedura che deve essere effettuata utilizzando coni di carta sterile all’interno del ca-
nale, appoggiandosi delicatamente sulla barriera neoformata, per sondare la presenza o
meno di comunicazioni con il periapice.
Il passaggio successivo prevede il riempimento tridimensionale del sistema canalare con
guttaperca termoplasticizzata.
265
Capitolo 12 Endodonzia in odontoiatria pediatrica
Casi clinici
Le immagini proposte illustrano casi clinici trattati seguendo i passaggi operativi già de-
scritti e mostrano diversi tipi di chiusura apicale, che si differenziano per la presenza o
meno della guaina di Hertwig e di tessuto pulpare vitale (odontoblasti).
Il caso clinico 3 presenta la chiusura apicale di tipo I di Frank.
Il caso clinico 4 presenta la chiusura apicale di tipo II di Frank.
Il caso clinico 5 presenta la chiusura apicale di tipo III di Frank.
Sempre considerando l’ampio lasso di tempo richiesto per il raggiungimento della for-
mazione dell’apice radicolare e del restauro definitivo del dente trattato con l’idrossido
di calcio si propone una diversa soluzione terapeutica che utilizza l’MTA (Fig. 12.20). La
prima fase della procedura terapeutica non differisce da quella della tecnica di apecifi-
cazione con idrossido di calcio già descritta:
• anestesia, non indispensabile, ma consigliata in funzione della compliance del pic-
colo paziente;
• radiografia endorale periapicale per valutare il grado di maturazione e determinare
una lunghezza di lavoro (Fig. 12.20a);
• montaggio della diga di gomma o isolamento del campo con rulli di cotone e aspira-
zione chirurgica;
• esecuzione della cavità di accesso;
• irrigazione abbondante con ipoclorito di sodio al 5,25%;
• strumentazione con strumenti endodontici manuali o Ni-Ti non aggressivi per non
indebolire ulteriormente le sottili pareti canalari, alla lungezza di lavoro valutata
mediante radiografia (Fig. 12.20b);
• asciugatura del canale e posizionamento, più apicale possibile, di un tappo di MTA
(spessore 4-5 mm) con sopra un pellet di cotone umido per favorirne l’indurimento
(Fig. 12.20c);
• sigillatura della cavità d’accesso con cementi provvisori (IRM, CVI);
• dopo 4-5 giorni riapertura della cavita d’accesso e controllo delicato con una sonda
dell’MTA per verificare l’avvenuto indurimento;
• otturazione del canale con guttaperca termoplasticizzata (Fig. 12.20d);
• restauro definitivo e controlli radiografici a distanza.
a b c d
266
Endodonzia in odontoiatria pediatrica Capitolo 12
Caso clinico 3
a b c
d e f
Figura 12.21 In seguito a un trauma, l’incisivo centrale superiore di destra è andato in necrosi. (a) L’immagine radiografica mostra
un apice immaturo con diametri radicolari più ampi a livello apicale (forma a trombone). (b) Radiografia di controllo dopo tre mesi
dal riempimento del canale con idrossido di calcio. (c) Radiografia di controllo dopo nove mesi dal riempimento del canale con idros-
sido di calcio. L’apice mostra una chiusura fisiologica che deriva dalla presenza della guaina di Hertwig e di odontoblasti a livello del-
la svasatura radicolare. La radice del dente si è allungata e nel terzo apicale si rileva un restringimento del canale dovuto ad apposi-
zione di dentina che ha indotto un ispessimento delle pareti e la formazione di un apice radicolare. (d) Determinazione della lunghezza
di lavoro. (e) Chiusura tridimensionale del sistema canalare con guttaperca termoplasticizzata. (f) Controllo radiografico a distanza
di 12 mesi dalla chiusura definitiva del canale radicolare.
267
Capitolo 12 Endodonzia in odontoiatria pediatrica
Caso clinico 4
a b
c d
268
Endodonzia in odontoiatria pediatrica Capitolo 12
Caso clinico 5
a b
c d
Figura 12.23 Terapia di apecificazione del 4.6. (a) Radiografia preoperatoria che mo-
stra la presenza di una terapia endodontica già in atto associata al rilievo clinico e anam-
nestico di episodi ascessuali. (b) Controllo radiografico a tre mesi: si riscontra la presen-
za di una lesione apicale a carico della radice mesiale, che determina la necessità di ri-
petere tutti i passaggi del trattamento e rinnovare la medicazione con idrossido di cal-
cio. (c) Dopo tre mesi la lesione è regredita e al successivo controllo l’apice radicolare ap-
pare chiuso da una barriera calcifica, che fornisce un ottimo stop a livello apicale, per-
mettendo la compattazione del materiale da otturazione canalare: (d) assenza della guai-
na di Hertwig e degli odontoblasti. (e) Il controllo dopo quattro anni mostra un risulta-
e
to stabile.
269
Capitolo 12 Endodonzia in odontoiatria pediatrica
Bibliografia
Acs G, Lodolini G, Kaminsky S et al. Effect of nursing caries on body weight in a pediatric popula-
tion. Pediatric Dent 1992;14:302-5.
Albertelli G, Benvenuto A, Fecchi C et al. Materiali di riempimento canalare in endopedodonzia.
Aeinehchi M, Eslami B, Ghanbariha M, Saffar AS. Mineral trioxide aggregate (MTA) and calcium
hydroxide as pulp-capping agents in human teeth: a preliminary report. Int Endod J
2003;36:225-31.
Avram DC, Pulver F. Pulpotomy medicaments for vital primary teeth. Surveys to determine use and
attitudes in pediatric dental practice and in dental schools throughout the world. J Dent Child
1989;56(6):426-34.
Block RM et al. Sistemic distribution of ladeled paraformaldehyde incorporated within formocre-
osol following pulpotomis in dogs. Journal of Endodontics 1983;9(5):176-89.
Carrotte P. Endodontic treatment for children. Br Dent J 2005;198(1):9-15.
Chacko V, Kukirose S. Human pulpal response to mineral trioxide aggregate (MTA): a histologic
study. The Journal of Clinical Pediatric Dentistry 2006;30:203-10.
Conti TR, Sakai VT, Camolese Fornetti AP, Silveira Moretti AB et al. Pulpotomies with portland ce-
ment in human primary molars. J Appl Oral Sci 2009; (17)1:66-9.
Conti TR, Sakai VT, Camolese Fornetti, AP et al. Pulpotomies with portland cement in human pri-
mary molars. J Appl Oral Sci 2009;17(1):1-8.
Di Nardo, Di Maio F, D’Arcangelo C, Varvara G. Canal filling in primary teeth. Description of two
particular cases. Minerva Stomatol 2000;49(9):445-8.
Ford TR, Torabinejad M, Abedi HR et al. Using mineral trioxide aggregate as a pulp-capping mate-
rial. JADA 1996;127:1491-4.
Fuks AB. Vital pulp therapy with new materials for primary teeth: new directions and treatment
perspectives. JOE 2008;34(7s):18-24.
Fuks AB. Current concepts in vital primary pulp therapy. Eur J Paediatr Dent 2002;3(3):115-20.
Hommez GM, Coppens CR, De Moor RJ. Periapical health related to the quality of coronal
restorations and root fillings. Int Endod J 2002;35(8):680-9.
Joanna M. Douglass et al. A pratical guide to infant oral healthAmerican Accademy of Family Phisi-
cians 2004.
Mani AS, Chawla SH, Tewari A, Goyal A. Evaluation of calcium hydroxide and zinc oxide eugenol
as root canal filling materials in primary teeth. Journal of Dent for children 2000;142-7.
Markovic D, Zivojinovic V, Vucetic M. Evaluation of three pulpotomy medicaments in primary
teeth. Eur J Paediatr Dent 2005;3:133-8.
Mitchell PJ, Pitt Ford TR, Torabinejad M, McDonald F. Osteoblast biocompatibility of mineral tri-
oxide aggregate. Biomaterials 1999;20(2):167-73.
Moretti ABS, Sakai VT, Oliveira TM. The effectiveness of mineral trioxide aggregate, calcium hy-
droxide and formocresol for pulpotomies in primary teeth. International Endodontic Journal;
41(7):547-55.
Mortazavi M, Mesbahi M. Comparison of zinc oxide and eugenol, and Vitapex for root canal treat-
ment of necrotic primary teeth. Int J Paediatric Dent 2004;14(6):417-24.
Nurko C, Franklin Garcia-Godoy. Evaluation of a calcium hydroxide/iodoform paste(Vitapex) in
root canal therapy for primary teeth. J Clin Pediatr Dent 1999;23(4):289-94.
Papagigiannoulis L. Clinical studies on ferric sulphate as a pulpotomy medicament in primary
teeth. Eur J Paediatr Dent 2002;3(3):126-32.
Polimeni A, Majorana A. Patologia cariosa e metodiche di prevenzione. Patologie parodontali e dei
tessuti molli. Odontoiatria per il pediatra 2008.
Primosh RE, Glomb TA, Jerrell RG. Primary tooth pulp therapy as taught in predoctoral pediatric
dental programs in the Unites States. Pediatr Dent 1997; 19(2):118-22.
270
Endodonzia in odontoiatria pediatrica Capitolo 12
Ray HA, Trope M. Periapical status of endodontically treated teeth in relation to the technical qual-
ity of the root filling and the coronal restoration. Int Endod J 1995;28(1):12-8.
Tunç ES, Saroglu I, Sari S, Günhan O. The effect of sodium hypochlorite application on the suc-
cess of calcium hydroxide pulpotomy in primary teeth. Oral Surgery Oral Medicine Oral Pathol-
ogy Oral Radiology and Endodontology 2006;102e:22-6.
Ottolenghi L, Polimeni A, Bossù M, Salucci S. Uso di strumenti endodontici Ni-Ti nei decidui: stu-
dio in vitro. Dental Cadmos 2003; 4:105-112.
Taagger T et al. Pulpar reaction to glutaraldheyde dressing in monkey primary teeth. Endod Dent
Traumat 1986;2:237-43.
Thomas W. Sadler. Embriologia medica di Langman. Milano: Masson; 1998.
Tronstad L, Andreasen JO, Hasselgren G et al. PH changes in dental tissues after root canal filling
with calcium hydroxide. Journal of Endodontics 1981;7:17-21.
Tronstad L, Asbjornsen K, Doving L et al. Influence of coronal restorations on the periapical health
of endodontically treated teeth. Endod Dent Traumatol 2000;16(5):218-21.
Waterhouse PJ, Nunn JH, Withworth JM. An investigation of the relative efficacy of Buckley’s
Formocresol and calcium hydroxide in primary molar vital pulp therapy. British Dental Journal
2000;188:32-6.
271