Gabinetto Armonico

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K
ex psal.cl. aj

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late eum in sono Tubcemy^
eum in Ibfalterio et (ytharcl
c
tau da te eum in Tympano et eh oro >

niL date eum in Ch. or dìfet ovejano,


andate eum in Cymbalù bene
onantibus laudate eumin Cyni:
hali# iidrilationis
bruii# .Spiriti^ laudetD orniniS*
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GABINETTO
ARMONICO
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GABINETTO
ARMONICO
Pieno d' IJìromenti onori f
INDICATI, E SPIEGATI
DAL PADRE
FILIPPO BON ANNI
Della Compagnia di Giesù
OFFERTO
AL SANTO RE
DAVID.
IN ROMA M.DCC.XXII.
Nella Stamperia di Giorgio Placho, Intagliatore , e Gettatore
de’ Caratteri a S. Marco . Con licenza de' Superiori ,
*

. —
Imprimatur T
lMAiaMI«a^iwi«Hk< ^rr —— tr-
.

m, --- biilull -tr- i i- - -


i r
,

Si videbitur Rmo Patri Sacri Palatii Ap.


Magiftro
Nuntìus Bue ari Bp> Bojancn* Vicefgerens.
OFFERTA
AL SANTO RE
DAVID*
SANTISSIMO PROFETA,

E antico è il Coftume , che


f Autore delli libri da lui
compofcfgl’offerifca a qual-
che Perfonaggio ò perche
, materia del-
la
la Compofìzione convenga alla di lui con-
dizione , overo perche la qualità di chi
offèrifce , obblighi a dimoftrare con 1’ of-
ferta 1’ ofequio che deve alla Perfona, a
cui fi offerifce ; non farà perciò Rimata
temerità , fe dopo avere io fatto un Ca-
talogo di diverfi Stromenti fonori, eMu-
fìcali,
*

in quello Volume 3 ardifeo di de-


fic ali
pofitarlo a’ piedi del voflro Trono Reale,
ò Santo Profeta mentre della maggior par-
:

te di efli ne foffe Voi il primo Autore;


acciocliè il Coro
Cantori da Voi de-
delli
putati a celebrare nel Santuario le lodi del
Creatore , fòlle accompagnata la Mufica
con la quale il Popolo Ebreo arguiflè quel-
la , con cui in Cielo li Spiriti Reati con-
tinuamente lodano le Perfone Divine.
Che fe Voi, òS. Profeta Anvitafle più
volte nelli voftri Salmi tutte le Creature
a fervirfene in canto non diffamile , ave-
te fti molato ancor me ad offerire ogni mio
penfiere ed ogni mio fofpiro per mezzo
,

voflro al Datore d’ ogni bene, onde glifia


più gradita V offèrta c mentre la Divina :

Providenza mi conffituì in flato, in cui


fono tenuto in diverfe ore del giorno a
ripetere li Cantici , e Salmi da V oi com-
porti non potendo accompagnare la vo-
,

ce con il Tuono delli Stromenti,che Voi


già ufaffe almeno per la voffra intercef-
,

fione ottenga accompagnarli con gP affèt-


ti; tutti accordati conia Regola della Ra-
gione;
. e,

gione ; onde fupplifcano quelli al fuono


e ne rifulti una doppia Armonìa grata
all’Altiflìmo
Efe nel voftro Salterio armato di die-
ci corde riconobbe S. Agoftino li dieci
Commandamenti della Legge data aMoi-
sè , ottimamente in effa li addita, doverli
a lui tutti gl’ affetti del cuore 9 e tutte le
operazioni dell’Uomo.
Quella dunque , qualunque lia pic-
cola fatica , depongo a’ piè del voftro Re-
gio Trono , acciochè offèrta per mezzo
voftro , ò S. Profetaci Datore d’ ogni be-
ne , ne ottenga ciò , che nel Mare li ve-
de, mentre quello accoglie nel fuo feno,
non folamente ogni gran fiume , ma an-
che ogni piccol rivo quantunque torbi-
,

do 5 quali tutti da lui tralfero l’origine,


in elfo felicemente perduti trovano quel-
la quiete , che girando per la terra , al-
trove non ebbero ; onde polla io dire co-
me Voi dicefte nel voftro Salmo In pa*
ce in id ipfum dormì am , & requiefcam +
MICHAEL ANGELUS
V
TAMBURINUS
, '•
... '
i

Pnepojitus Generalis SodetatisJi.su.

C llm Librimi cui


PhilippoBonanni
,

fcriptum, aiiquot ejufdem Societatis Theologi


titulus i
Gabinetto Armonico
à P.
Societatis noftrae Sacrdote con-

recognoverint, &
in luccni edi pofle probaverint :fa-
cultatcni facimus, uttypis mandetur; fi iis, ad quos
pertinet ita videbitur; cujus rei gratia has Litteras
mann noftra fubfcriptas ,
& ligillo noftro mnnitas
dedimus . Romae 6. Augufti 1721-.

Michael Angelus Tamburinus.

A Vendo
io infrafcritto per commifsione datami dal Ritto Pa
dre Maeftro Gregorio Sederi Mro delSac. Pai. Apostolico
riveduta la prefente Opera del Molto R. Padre Filippo
Bonanni , e non (blamente ritrovatala efènte da ogni eccezzione
in materia di Dcgma Catr. e di Coftumi , mà ripiena di fcelda
erudizione per illuftrare ancora la Sacra Storia , la giudico de-
gnilsima d’ imprefsione al pari di tante altre Opere , ricevute
dal pubblico con applaufò , dàce in luce dal medefimo Autore,
In fede di che ho fcritta , c fottoferitta la prefente di mano pro-
pria quello d\ 25. Qiugno 1721. in Roma.
rance/cc Bianchini f .


» > t'.
. \
imprimatur .

— ». ' '— !, — . m t 1 » - *>***^n^—


»

Fr. Gfregorius Sellcri Ord. Prxd. S. P. A. Magifter


75 -

INDICE
DELLI CAPI
JP Roemio. pag. i. CAPO VII.
CAPO I. Delli Suoni ulàti nella Naviga
Della Varietà degl’ IPtromenti /.io ne . 24
Muficali ufati nel Tempio , CAPO Vili.
e difficoltà nel poterli defcri- DelCanto tifato nelli Conviti. 25
vere .
pag. 9
CAPO IX.
CAPO IL Del Suono, e Mufica ufata nelli
Si accenna la Varietà d’altri Stro- Funerali. 2g
menti,e la difficoltà nel poterli
delcriveEe. 14 CAPO X.
Del Suono ulàto nella Guef-
CAPO III. ra.
33
Divifione degl’Iftromcnti . 1 CAPO XI. .

Si pondera il Canto Ecclefiafii-


CAPO IV. co nello fiato della Leg<»e Cri-
Dell’ ufo degl’ Ifiromenti Mufi- fiiana . ,
6
cali nelli Sagrifitii, e Felle dc- CAPO XII.
gl’Antichi . 1 Si accenna diverfità della M11-
la
fica , c fi elimina di qual for-
CAPO V. te convenga nelle Chiefe.
38
T rionfi celebrati col Tuono. 20
CAPO XIII.
CAPO VI. Se convenga nella Mufica Ec-
Della Mufìca nelli pubbliciGio- cleiìafiica ulàre Ifiromenti
chi,e Fede . 22 Muficali.

IN-
INDICE
Degl' IJìromenti fmorì perii Fiato .
L X I I.

Romba antica Ebrea . 45 Como per la Caccia . 56

I I. XIII. . *

Soldato con Tromba antica, 47 Corno delli Turchi . 56

I I I. X I V.
Sonatore di Tromba prefo dal Corno Turchefco diverto 57
Campidoglio 48
X V.
I V. Tromba Cinete . 57
Tromba doppia 49
XVI.
V. Corno da Caccia . 5*
Tromba (pezzata 49
XVII.
V I. Corno raddoppiato . 5S
Tromba dritta (pezzata 5i
XVIII.
V I I. Buccina Marina . 59*
Tromba curva. 5 1

X I x.
Vili. Flauto 60
Altra piegata antica 53
X.X
Flauto raddoppiato 6$
I x.
Trombam Perfiana. 53
XXI.
Flauto Traveriìer 64
X.
Tromba del Madurò .
53
XXII.
Ciutolo Paftoralc . 65
X I.

Lituo-antico XXIII-
54
. .. . . .

XXIII. XXXIV.
Oboè . 67 Organo portatile . Si

XXI V. , e XXV. XXXV.


Fagotto , c mezzo Fagotto. 69 Tubo cochleato Si

XXVI. XXXVI.
Serpentone .
70 Tromba Marina 82

XXVII. XXXVII.
Zampogna . 71 Corno di AldTandro .
84

XXVIII. XXXVIII.
Fifchi 5 e Zampogne diverte. 72 Trombetta di Canna S5

XXIX. XXXIX.
Fifchi divcrfi 72 Ciufolo del Villano 85
-

XXX. X L.
Piva .
73 Tromba di Zueca 86
XXXI. , V

Mufetta .
75 X I. I.
XXXII. Suono della Brocca . 86
Organo »
76
XXXIII. XL I I.
Organo delli Signori VeroIpi.8o Suono del Pettine. 86

CLAS-
CLASSE SECONDA
Degl* JJìromenti Sonori .

Er la Tcnfione . 88 L I V.
Chitarrino 100
XLI I I. L V.
Cembalo 89
Colafcione. 100
X L I V.
LV I.

Cembalo Verticale . 90 Viola 101


L VI I.

X L V.
Spinetta. 9* Violone 10i
X L V I. LV III.
^Tiorba 91
xLvir. Accordo 102
Arcileuto 92 LIX.

XLVIII. Lintercolo , ò Sordino 102


Cetera .
93
X LIX. L X.
Pandura. 97
L. Chitarone
LX I.

Cetera Tcdefca. 97
Monocordo. 103
L I.
LXII.
Chitarra Spagnuola 97
Tromba Marina .
*03
L I I.
Lira di Apollo 98 LX 1 1 .

L 1 1 1. Salterio Turchcfco . 104


Mandola 99 LXIV.
. . . 1
. . 61 . 1 1

lxiV. LXV III.


Viola d’ Amore . I
1 IO
io
Salterio divedo * 106 L X I X.

LXV. Violino Turchefco . 110

Lira Todcfca 107 LXX.


LXVI. Salterio Perfiano . in
Arpa . 108
LXVII. LXX I.

Violino 109 Violino Perdano. 1 1

CLASSE TERZA
Degl' ìjlr omenti fononi per
la PercuJJtone
LXXII. LXXV1 .

^ ^
JL Impano 1 1 Tamburro 5
degl Africani. 117

L XX11 . LXX Vili., e LXXVIII. 2.


Timpano moderno ”3 Altri Tamburri affricati . 118

LXX IV. L X X I X.
.Tamburro Militar*. li 5 Tamburro Perdano. $18

LXXV. LXXX.
Timballo .
1 1 Tubo Timpanite . j ip

L X X V I. LX XXI.
Timballo Turchefcho
11 7 Tamburro Cinefè . 119
LXXXII.
LXXXII. XCIII.

Tamburro Lapponico.’ 120 Baccante conGnacchare. 129

LXXXIII. XCIV.

Iflromento nelle Vendemie. 1 21 Iflromento delli Codi 130

LXXXIV. XCV. •

Sidro . 421
LXXXV. Gnacchare dclli Turchi.

Crotalo l2 l XCVL
LXXXVI.
Iftromenti Fanciulefcht 132
Cembalo antico 1 24
-
XCVII.
LXXXVIL
Spada pendere 133
'Altri Cembali » 125
XCVIII.
LXXXVIH. 4 4 * 4

Zilorgano . *33
Cembalo degrArmeni,' 126
XCIX.
; LXXXIX. -

Iflromento per le Àpi '34


Crotalo degl’Armcni 127
c.
» . x c. <

Iflromento di Batàm

Iflromento fagro degl* Anne-


ni taS CI. 1 V

r . X C I. r 1

Altro viverlo ni,


Iflromento AfFricano ì 1 23 • * * •

CII.
XCIL •
* 1

Altro diverfo •

Altro diverfo 129 cui.


. .. .. . . . . .

cui. cxnr.

Campanello del Reo. *3.7 Altro diverfo. *49

CIV. CXIV.

Matracca. *50
t

Campanello del Clero. 140 cxv.

C V. RuotuFiamenga *5Q

Carroccio 141 GXVI

evi. Bacioccolo. *5 *r

Organo di Campane 8
43 CXVII.

cvir. fanciullo con Trich Trtch. 151

Campanario del Villano. *44 CXVIII.

CVIII. Altro divedo 15 »

.Verga di metallo CXIX- -

CIX. Altro diverfo ufaco dalle Nutrì-


ci 1 53
Campana dclli Greci *45 cxx.
ex. lUromcnto d 'Affrica ni *53

Altra limile . , *47 cxxr.

CXI. Iftromenco detto Marimba. *54

Legno delli Cofti *47 CXXII.

CXII. Iftromenco Indi* no 1


$4
Crepitacolo di leguo per leChic-
fe . 14$ CXXlll
CXXIII. CXXX.
Trich Varlach . 155 Tavola pcrcofìfa dal Capiteci-
no *59
CXXIV.
CXXXI,
Indiano in ballo . 156
Frulla del Cocchiere 161
CXXV.
CXXXII.
Donna Rrafilìana in ballo. 1 56
Sonagli adoperati nella Chic-
CXXVI. fa. 165
CXXXIII.
Iftromento del Madurè .
157
Cuchiari di. legno. 163.
CXXVII.
CXXXIV.
Scabillo degl’Antichi . 157
Timballi Perfìani. 1
64
CXXVIII.
CXXXV.
Crotalo del Mendico . 158.
Spada percolTa 164
CXXIX.
cxxxvi.
Religìofo fuegliatorc . 1
59 Iftromento Cmefc. 164
*yè i
§*

PROEMIO-
Er Gabinetto armonico, altro non intendo fignifi-
care che una Camera contigua all’ erudito Mufeo
del Collegio Romano , in cui fono collocati divertii.
Iflrumenti (onori, dall’armonia delli quali, non
(blamente l’orecchio ne trahe il fuo diletto, ma può
la mente reftare erudita, riflettendo alle propor-
zioni delle note, colle quali fi compone Mufi-
la
ca che nelle feienze matematiche,
, fé non tiene il primo luogo,
aniun’ altra è inferiore.
In elio vede collocata nella facciata anteriore una
dunque fi

Grotta, in cui fi efprime quella di Vulcano con li tré principali Ci-


clopi miniftri di,e(To Bronte , Sterope, e Piragmone rammentati
da Virgilio nell’ Ottavo dell’ Eneide .

Ferrum exenebant vaflo Cyclopes in Antro .

Brontefque^ Stcropefque , iy nudu: membra Pyragmon.


difsi principali Miniflri
,
poiché in e(Ta erano molti , come riferì I»
Redo Virgilio, ove fcrilfe.

— Alti ventofs follibus aurat


Accipìunt , rcdduntque , altiftridentia tingane
Adira luca , gemit impojitis Incudibus Antrum>
Illi intcr fife multa vi brachi a tollunt
In numerum , verfantque tenaci forcipe ferrum

Percoflo
colpi
il

una ben’
ferro fopra l’ Incudine con i loro M artelli , ne ri (ulta
.
intefà Armonia , che olfervata già , tanto dilettò
I ittagora allorché come fcrilse il P. Daniele Bartoli nel libro pri-
, ,
mo capo 2. della Ricreazione del Savio cercata in damo fin colà fo-
,

A pra
2 $<+
pra i Cieli la mifura de’ numeri produciteli delle proporzioni armo*
niche , un dì finalmente le la trovò contata , e divifà in sù l’ Incu-
dine di un Fabro; perciocché offervato il rifonderli , che face-
vano a note di perfcttifsima confonanza tré , che battevano un
ferro: ne potè in bilancia li Martelli, e trovò concordìam vocis lego
ponderum provenire , come fcrilfe Macrobio nel libro 2. cap. i. del
fogno di Scipione n .

Allf colpi di tali Martelli rifonde la voce delITJcello nottur-


no detto Quculus dalli Latini , e da elfo rifvegliati molti altri , ri-
fondono colle loro voci
Celiano tutte quelle alla finfonìa d’ un’ Organo fituato lotto
la detta Grotta , che fenza elfere toccato dalla mano del fuo-
natore, rende trediverfe fuonate , compolle da due infigniMae-
flri diMufica, cioè Bernardo Palquini , e Bernardo Caffi.

Onde per effe gode l’orechio, e l’occhio ne ammira l’Artifi-


cio, mentre dall’interna difofizione di ruote fi muovono li talli
a’ colpi di ben regolata battuta , e danno 1* adito al fiato delli Man-
tici , per cui rendono il fuono le canne.
Voltandoli l’occhio a mano delira di tale machina, fi vede un
Cimbalo rendono due Sinfonìe dalle corde di
verticale, in cui fi

metallo, che percoffe con regola cagionano molto diletto , men-


tre non v’è mano di fuonatore , che le percuota .

Nella parte oppolla è fituata una machina , in cui aparilce,una


Camera nobilmente ornata, ed in effa lòno varie Perlòne un pal-
mo alte , una delle quali mollra di fuonare un’ Organo , un’ altra
un Cimbalo, due altre la Tromba, alle quali da regola con le bat-
tute un’ altra fi riguardano afsieme in fegno d’ap-
mentre diverlc
,

provazione , e di tanto in tanto una prende il tabacco , ed un’


altra prende diletto nell’ odorare un’ fiore.
Tutti quelli diverfi moti fono cagionati da una ruota , che rag-
girata da mano con la mutazione d’un regiltro, rende dodi-
perita ,
ci di verfe finfonìe, con non minore diletto, che ammirazione di
chi le ode.
In poca dillanza da quella machina fi vede ef reffii una grotta ,
ove fi rapprefcnta Marfia Paflore , che audace provocò Apollo a
fuonare , come fingono li Poeti.; onde per la fua temerità fu feor-
ticato , e mutato in Fiume . Sta egli in atto di fuonare avanci
Apollo il Flauto , e girandofi una chiave fi rendono tre diverlc
fiio-
. . ,

«ad 3
l’Iflromento uc-
fuonate , e nel fine di ciafcuna toglie dalla bocca ,

come di nuovo l’addatta quando deve variare il


mono
,
linfoma
Succede al Tuono ioave di tal Flauto una ilrepitola
della machi-
cagionata da varie Campane collocate nel Piedettallo
na fopradetta , la quale non meno diletta dell altra
Poco dittante da quella machina è collocato un Piedittallo
con due Statue rapprefentauti due Scimie , che toccate da mano
perita in un fianco percuote ciafcuna un Tamburro, facendo
udire il
legno della marciata , che ttiole darli alti Soldati , girando in tanto
la tetta, e gl’ occhi, e di quando in quando aprendola bocca in
atto di ridere*
A quella amena apparenza ne luccede un’ altra più fèria ,
vedendoli il S. David collocato in un Trono, che mentre fi odo-
no quattro diverlè finfonie cagionate da verghe di Metallo per-
colfe da piccoli martelli , mollra di fuonare V Arpa , ed è accom-
pagnato da due Paggi , uno delli quali mollra di fuonare una
Tromba , e V altro il Salterio con moti corrilpondenti alle battute
di mufica concertata.
Non meno vaga di quella apparenza, è unTltrumento non
difsimile , mentre diverlè figurine girano , e danzano attorno un
Vitello di oro , e fi allude a ciò , che accadde nel Defèrto , quan-
do Moisè feparato dalle Turbe Ebree fi tratteneva con Dio nei
Monte * <

Quella varietà di Tuoni mi fuggeri la varietà deglTltromenti


che ò percofsi dalla mano , ò animali dal fiato , rendono tutti
Tuono diverfo; Onde fuggerifcono alla mente quafi infinite pro-
porzioni , in ciafcuna delle quali , molto lludio , e fatica fi può
impiegare per bene comprenderle .
E perche a me non era polsibile farne un’efatta ricerca, mi
contentai raccorne folamente li nomi, e rapprefentarne in pittura
la forma, efprimendone ciafcuno in mano del Suonatore proporzio-
nato , acciochè fi vedette il Pallore in atto di fuonare la Zampo-
gna, ed il Soldato la Tromba *
In tal modo cfprefsi fervirono per ornamento del Gabinetto,
c per trattenimento erudito a chi li rimira , ed acciochè quella
cfprelsione non reftattè fepolta in etto , furono fatti tutti delinea-
re > e intagliare da manoperita
; Onde ciafcuno potette làpere il
nome, e l’ufo delle Nazioni, dalle quali fi adoperano, aggiun-
A 2 gien-
+>£ 4 ^
giendone quelle poche notizie, che ho potuto raccorre
Potrà forfè parere inutile Paduntò, che intraprendo di (pie-
gare in quelli fogli gl’Idromenti da fuono, mentre quello non è
altro, che una leggiera agitazione dell’Aria cagionata, ò dal fiato,
o dalle percolfe , che predo fvanifee , e per cosi dire muore ap-
pena nato. Onde S. Paolo volendo (piegare la vanità di chi ope-
ra fenza l’abito della carità, opera vanamente, diffe nella prima
alli Corinti renderli limile al fuono di qualche Illrnmenco . Si
Ungilis hominum loquar , 0 u4ngelorum^ charitatem autem non h abiuro
faStusfum Dclut fonane ,0 Cymbalum tinnì cns .Nulladimeno non
farà meno utile , che dilettevole tale ricerca, ficcome non fù inu-
tile la ricerca del Bineo , e del Balduino fopra le (carpe degli Ebrei,

e degli Antichi , nè quella del Solerio (opra il Cappello , e per non


difcodarci dal fuono quella di Gafparo Bartolini fopra il fclo Flauto
u(ato dagl’ Antichi, con pubblicarne un intiero , e dotto Volume.
E vero edere il fuono una leggiera agitazione dell’Aria, in cui
fi partorire , ma però prodigiofa
* poiché in eda fi cagiona il
Commercio trà gl’ Uomini colle parole, che altro non fono, che
un (nono ,( come (cride l’erudito,ed eloquente P. Giovanni Rhò nel
fuo Elamenone nella Orazione i6* n.59.e in altri è giocondo nell’ar-
monici Idrumenti,edo canta feroce nelle trombe guerriere , vezzeg-
gia (èmplice nelle padorali zampogne , mugge profonda nelle ma-
rine conchiglie, drepita ribollito nelli Tamburri
,
fibila vario ne’
Flauti , languide foave ne’Pifari, fi vibra gagliardo ne’ Cornetti,
fi rompe nelle Nacchere, fi preme rullicale nelle Pive * fi tocca

flrepitofo sii barbari Tamburini del bronzo, fi frange fonoronel-


le Campane, guizza trillando nelle tede corde, fi accorda ameno
negl’ Organi ; Che perciò in tal materia non dimorono perduto li

tempo tanti Interpreti della Sagra Scrittura , e tanti indigni Autori


chediedo trattarono , indotti fard molti di cdsi dal fapere , che
nel Cielo gl’ Angeli accompagnano la Mufica con gl’Idromenti,
come racconta S. Giovanni nel Capo 14. dell’ Apocalifsi , ovvero,
petche vollero adecondare l’invito delS. Rè David , il quale prin-
cipalmente nel Salmo 150. invitò a lodare Dio non diamente con
la voce , ma con il fuono degl’Idromcnti Laudato eum {difie'y in
;

fono Tuba: , laudate sum in Pfalterio , o Cythara , laudate tum in


Tympano 0 Choro , laudate cum in Cbordis , 0 Organo , laudate
,

eum
t

+>è 5
/» Cytnbali: bene fonantìbu: ;
con tale accompagnamen-
che fé

to di voci fi deve lodare Dio 5


ragion vvole che riconofciamo , e
lappiamola qualità di tali Iltromenti per adoprarli , e tanto più è
neceffario , quanto maggiore è la muldplicità, e varità di efsimuL
tiplicati nel decorlo degl’ anni, e lamultitudine delle voci con le
quali fono dagli Scrittori indicati.
Prima però di tale ricerca , non farà inutile la notizia dell O-
rigine ,
dima fattane dagl’ Antichi , li quali, ò ne furono gl’
e la
Autori , ò li ulàvono in varie funzioni ; Era per cosi dire ancora
Bambino il Mondo creato da Dio , quando nacque infieme la Ma-
lica , e con elsa il fuono, ed è curiofo fu quello propofito f Apo-
logo di Filone Ebreo riferitodal Cardinale Bona nel capo 17. del
libro fopra il canto Ecclefiadico ; Avendo ( dice egli ) Iddio crea-
to il Mondo, e codituito V Uomo padrone di elfo , vedendo , che
tutto era buono, richiede uno delli Profeti, acciochè di cede le
vi mancava cofa alcuna, e rifpondendo quello, mancarvi qualchuno,
chefapeffe lodare la di lui Bontà, e loda ffe quanto aveva creato,
approvò Iddio una tale rifpolta , e fubbito Mufcorum genu: crea -
’sit
, qui Deum
mirabìlem tu Operibus fui: dulcìter decantare , Dal
quale Apologo fi deduce ripiglia il non meli dotto , che prudente
[
Cardinale J aut folum effe , autpracipuum Mu/ccc ufum divinas lau-
de: refonare. Ciò, che llimò il fapie n ti fs imo Trilmagiflro in A fde-
pio, quando dilfe Adufcam fuavìtatem ad Dei , Ccele-
concinenda:
Hiumque laude: hornitiibu: indulùam , ne terrena: Adundu: videretur
inutilior Jl modulorum dukedìne carni f et .

(Dilavando li legnaci di Platone l’innato piacere; che trahe l’A-


nima dalla Mufica , fidamente fi perfualèro aver quella avuta l’ori-
gine da ella , ma un tale errore fù dottamente confutato da Ifidoro
Peleufieta, e da Marfilio Ficino ed altri , nè merita Scipione, che
,
fi dia credito al fuo fogno
, in cui andò rintracciando le proporzio-
ni de Pianeti, e con quelli delle colè
fublunari , avendo molti
lcritto dell’ Armonia, che palfa frale
Creature , e il lor Creatore,
e di efsi ne apporta un copiofo Catalogo
il fopracitato Cardinale
cap. t 7. della fila Salmodia »
Lafciando da parte tutte quelle ingegnole confi derazioni
, lè

? /^ol Origine della Mufica, la quale altro non è , come la


C C1
,
ciehm il Bulengero cap.
4. lib. 7. de Theatro bene modulando /alerti
o pure come Icrilfe Ifidoro lib. a,
2. orig. efperitia modelatìonum fona ,
6 e**
canta que Mufita per derivati onem a Mufis ,
dì eia 5
, love O
Minerva natae effe fìnxerunt Poeta .

Di quelle Mute fcriffero molti , c molto finfiera gl’Antichi


delli quali badi qui addurre Aufonio , il quale ne riferì li nomi
di ciafcuna nelli verfi lèguenr.i Addìi. 20»

CLIO gefla cancns tranfaElìs tempora reddìt ;


MELPOMENE tragico proclamat moefta boatu ,
Comica lafcivo gaudet fermone TELALI A ,
Dulcijonos calamos EUTERPE flatibus urget ,
TERPLICORE ajJeElus cyibarh movete imperata urget •

Pie Eira gerens ERATO , faltat


pede carmins vulta ,
Carmina CALLIOPE libris beroica mandat .

URANIA Carli mota: fcrutatur , GiAflra,


Signat cunEla manus loquitur POLIMNIA
gejla
Mentis Apollìnea vis bas movet undìque Mufas ,
In medio refidens compleElitur omnia Pbeebus .

Diodoro Siculo Irtorico , e Poeta di gran nome trà li Greci


fcritte, che Ofiride Dio degl’Egizj dilettandofi molto della Mu-
fìca riferì nel libro delle Mufe , che confermò lo fletto numero.
Varrone però riferito da S. Agoftino ditte, che un’antica Città
ordinò a tré infigni Scultori , che cialcuno efprimette tré Mule ,
mentre credevano , ettere tali di numero , a fine di collocare
nel Tempio quelle , che follerò Hate ftimace di migliore lavoro
e perchè tutte furono giudicate ottime, furono elette tutte, ed
in vece di tré, ne numerorono nove , e collocate nel Tempio di
Apollo, fù a ciafcuna daEfiodo importo il nome , che fenza rag-
gione rtimavano ettere tré loie , imperochè ( dicevano ) rilutta
la Mufica da tré cagioni , cioè dalla voce di quello , che canta
iecondariamente dal fiato, onde rifuonano le Trombe, ed altri
Irtromenti , in terzo luogo dalle percotte , e dalfimpullò , onde
rifuonono le cetere , e fimili Riferilce il Giraldi , che la lòpra-
.

detta Città fi diceva Sicione adduceudone il tertimonio di Aur


Ionio
Tres folas quondam tenuit qua denterà Phcebi
Sed Sieion totidemterna s ex are facravit
E Paufania riferì , che li fòpradetti Artefici , fi chiamavano Cc-
fodoco , Strongilione , e Olimpiortene . Afin Gl’-
. . ,

aPittagora, allorché la tro-


Gl’Antichi Greci l’attribuirono
di un Fabro , ofiervato jI
vò contata, e divifa insù l’ancudine
perfettiffima confonanza tre ,
rifponderfi , che facevano a note di
Concordia m vocis lege pondo
-
che battevano un ferro , e trovò :
rum provenire come ttriffe Macrobio hb. 7. cap. 1. in Somn.
,

^Lo affermò CafTiodoro Uh. de Mufica .


fletto
Alcuni ditterò,
Solino nel cap. 17.
che Lino Tebano , e Zeto ne fottero gl’Autori ,
l’attribuì alli Popoli diCandia. Plutarco ne
fece Autore Apollo,

Euclide ditte effere flato il primo Anfione.


rende erronee, e fatte tutte quelle opinioni la vera nar-

rativa di Mosè , il quale nel cap. 4. della Genefi afferma , che
Jubal nato dalla flirpe di Caino avanti il Diluvio , fu il primo
Inventore della Mufica Et nomen fratrie ejus °fiubal , ìpfe fuit
:

Pater Canentium Cytbara , Organo. Natte però dubbio da tali


$
parole circa gl’Iflrumenti Muficali , con ‘li quali tale Inventore
diede principio alla Mufica , poiché , come bene avverti in-
doro nel cap. 19. delle Origini , per la parolaOrganum fi può in-
tendere qnalfivoglia Linimento fonoro : Organum ejl vocabulum
generale vajorum omnium mtificorum , e con il nome di Cererà
come olfervò lo fletto lib. 1. cap.2 \ fono fignifìcate tutte le fpe-
cie d’Iflrumenti , li quali rendono fuono con le corde . Vedali
il Pignorio de Servi pag. mihi 158. ove afferma Io fletto .
s
Introdotta nel Mondo con grande Providenza Divina l’ar-
monia degl’Iflrumenti muficali, colli quali accompagnate le voci
delli Cantori , fi potettero da quelli celebrare le Opere Divine
cominciarono li Cantici , allora quando , come fi racconta nel
cap. 1 5. delPEfodo ; ed avvertì Rabano Mauro nel cap. 41 del lìb.2. .

de Inflit. Cleric. Moisè , dopo


fommerfo nel Mare Fa-
effere flato
raone con il fuo Efercito , e il Popolo Ebreo fu il pri-
mo a cantare le lodi di DIO liberatore , pronunciando quel-
le parole Cantemus Domino gloriosi enim honorificatus efl , e nel
:

cap. ij. delli Giudici fi racconta aver fatto il fimilc Debora don-
na infigne con altri molti , animati dallo Spirito Divino nella
Sagra Scrittura riferiti
Tra turti dopo Mosè principale fu David, ficcome fegui a
dire Rabano nel cap. 48. Pfallere ufum effe pojl Adoyfen David
Propbetam in magno Myfieri0 prodit Ecclefia ; hìc enim in pueritia
in hoc
8
in hoc munuc a Domino fpccialiter clettue , $ Cemtorum Principe ,
Pfalmorumque Thcfaurus efe proweruit ; Che perciò il S. Profeta ,
come riferì Giufeppe Ebreo nellib. 7. cap. io. dell’ antichità giudai-
che , perfeflue jam bellie ac periculie , 0* in alti(finta paci degene vario
'

genire carminum , Odae , & Hymnoe in honorem Dei compofuit spar-


tivi trimetro verfu , partim pentametro , inftramentifque mufeie com-
paratie , docuì t Levitai ad pulfum eorum laudee Dei decantare , tam
fabbatie diebue , quam in coterie fefivitatibue , e dopo quella rela-
zione defirive alcuni Illromenti da lui adoperati ; Speciee autem
Inftrumentorum ( foggimi fe ) hac fucrunt Ginn ira deccm chordarum
.

intcnditur , (q plettro pulfatur , Nabla duodecim fonoe continet , fed


digitie carpitur , cumquc hie aderant , 0* Cymbala area bene magna,
atque lata , quod quo fané de pradìttorum Inflrumentorum natura ,
ne prorfue ignoretur dixifìe fuffìciat
Sé vogliamo indagare di qual forte folTero li fòpraddetti Idro-
menti da Giufeppe accennati, trovarono che NABLIUM.fi dice
da altri PSALTERIUM, come fi legge nel Teloro della lingua
latina: CINNIRA nell’ O noma dico Ebreo fi dice CYTHARA,
parola derivata dal Greco , e originata dall’ Ebreo NABEL , che
dagl’ Ebrei Tedefihi fi dice PANDURA , e così
li latini dicono

NABLUM gl’ Ebrei Nabel , il greco Nabla , ma da tutte quelle


voci non li può dedurre il vero lignificato Che perciò fi deve
.

concludere-, che apprelfo gl’ Ebrei molti furono gl’ Idromenti mu-
ficali , delli quali , o fe n’ è perduta allatto la forma , ò è fiata va-
riata in modo, che fi rende impofsibile la ricognizione s c defini-
zione di efsi, come meglio nel progreffo fi vedrà.

CÀ-
. d

+>è 9 ^

CAPO PRIMO.
Della Varietà degl IJlromenti Mnjìcali

tifati nel Tempio , e difficoltà nel


poterli defcmere.'

HE follerò adoperati molti Iftromenti nelTem®


pio degfEbrei,non fi può dubitare ; poiché come
notò T erudito Pompeo Sarnelli a carte 54. della
lettera nona, riferifeono S.Gio.Grifoftomo fopra
il Salmo 50.
1 e Ilìdoro Peleulìota nel lib. 2. cap.
1 76. eh’ era permeilo il Tuono col canto nella
Chiefa a gP Ebrei , come apparifce'nel librò 1.
delli Paralipomeni nel capò 15., e 16. perchè con ciò fi rimediai
fé alla loro debolezza, e non follerò allettati dalle Mufiche , che
fi celebravano in onore degl’ Idoli dalli Gentili , che perciò fog-
giunfe Teodoreto fopra il falmo 50. ulàvano Iftromenti loro pro-
prii .
Quali poi , e quanti folfero dalle notizie feguenti fi potrà
arguire

curiolò di faperli il P. Atanafio Kircher, che perciò feria-
3
le nel Tuo libro della Mufurgia tom. i.cap. 4. del lib. 2* aver
Ietto tutti li libri Ebrei (opra quella materia per averne la certa
notizia, e riferì, che di ella ne trattò efattamente il Rabbi Shil-
: te Hagiborim quale affermò , che nel Santuario furono 36*
, il

divertì Iftromenti , delli quali fù autore il S. Rè David Afe- .

fnoratur David
( dice egli con parole tradotte dal Tefto Ebreo )
trigìnta fex Injìirumcntorum pulfandorum notitiam
habuiffe . Altri
$ic riferifeono *2. nel genere d’ Iftromenti battuti > e Sandias fo-
B .. pra
«té io H+
pra Daniele, ne numerò 3 6. Il trattato Aruchin Talmudico neri-
fenice 34., e fpecifìcandone alcuno , la prima Clade di eli} detta
Neghinoth , comprende griftromenti di corde deferita colle fe-
guenti parole. Schihe haggihorim fuerunt In/ìrumenta lignea longa>
Ò ratunda , (J Jubtus ea multa for amina , tribus fidi bus conjiabant
ex intejììnìs Anìmdlium , (fi cum nellent fonare ea> radebant Jìdes cum
arcu compatto ex pilìscauda equina fortiter afrittis in greco dìcitur
Trichordon in latino Trifidium .
Jnfirumenta nero Neghinoth fuerunt Pfialterium , Nablium Cy-
ihara , quod idem eft Afiur , Navel , Kinnor , Mighufi Mìnnìm .
Quali poi fodero quelli , non è cofa facile a determinarli* mentre
non fi fpiegano più chiaramente. Se fi parla del folo Salterio ufa-
to da Davidnon fi trova bene (piegato da alcuno , anzi molti
,

credettero, che non folle vero Idromento da fuono, ma {blamen-


te una certa armonia cagionata dal fuono , e dalla voce Giulep* .

pe Ebreo però aderì, che figniflcafle Indromento di dodici corde,


e chè fi fuonafie con le dita 3 S. Ilario, Didimo, e S. Bafilio con
Eutimiolo eliderò Idromento perfettilsimo, e fopra tutti gl’ altri
eccellente ; S. Agodino affermò che era Idromento portato dalle
mani del fuonatore, e che avevaia tedudine , cioè la parte con-
vefsa , in cui fi rifletteva il fuono nella parte fuperiore , come la.
Cetera l’ha nella parte inferiore; S. Girolamo dide , che aveva
figura quadrata con dieci corde ; La più commune opinione è che
fi (donava con dita, e rimile all'Arpa oggidì udita, che per-
le

ciò fi fuole dipingere il S. David con tale Idromento , il quale


ftimano alcuni edere lo deflo ehe il fignificato della parola Nq~
llium appreffo Ovidio 3. de Arte .

Vifce eti am duplici geniali Tea b lia palma i


Ventre , conneniunt dukibus illa modis .

Li Scrittori però Ebrei non s’accordano, poiché R. Schiltc af-


ferma , che Na bel folle Idromento di 22. corde R. Aflur di i o. R.
Kinnor di 32. R. Machul di 6. R. Minnin di tré , ò quattro , c
tutti quedi Idromqnti erano nel genere Neghinoth , cioè fononi^
c armati di corde .
'
Dòpo tale ricerca il P. Kirchcr ne oflcrvò alcuni in un co-
dice della libraria Vaticana [copre egli afferma, c li riportò nel
fiug
. 1

Tuo primo Tomo della Mufurgia , benché rozzamente efprefsi , e


fono contrafègnati con li feguenti Caratteri A. il Salterio B. uno
detto Cinnor l C. Machul E. Ninnin. I. Nave! N. Thoph O. Zc-
tefiiótb P. Gnetfe Benifirn R. Minagnghìnim , e tutti
quelli ( di-
ce) che erano Iftromenti , li quali rendevano Tuono percoli! , e
li (piega , come qui fiagginge»

A. C. E. I. fono Ìftromenti di corde , li quali differiva-


B.
no (blamente nella forma , e nel numero di effe , come fi vede
nella Cererà moderna, nella Viola , nei Violone Sic. e tutti que-
lli fi (donavano con le dita . Altri fi percotevano numerati dal

R. Schilte Haggiborim riferiti dal medefimo Autore con le pa-


role ebree, e fono Hafahulanim , Hummechilath , Hafchchufan-
gnaduth , Mashrakitha , Hakithros , Hafchaben , Hafphande-
rim, Hamingnanghin , Harimphunia , Hamagrapha , Thelmudi-
ca, Haardaulos , Hatabla , Gutgana , Haiugal , Nataph , Ha-
mingnangìn, Hazalzaloth Sic. tutti quelli, ed altri molti fi ad-
ducono dal fuddetto Autore con la (piegazione d’ alcuni pochi,
€ fono li (èguenti
Timpano ebreo detto Toph , fu divedo quello nella forma dal
moderno , poiché R. Abramo Hannafe , dice , che era Umile ad una
barchetta, coperto in una fola parte di pelle, e fi percuoteva con.
lina verga di ferro o di legno , e che avelie origine dall’Egitto
,
l’afferma R. Schilte gilborim .

feguente detto Gnefte Berufim è confufo da alcuni Rabbini


Il

conl’Iflromento detto Crotalo, altri (limarono edere la Gnacchera


altri ilSiftro.il R. Kannale lo defcriffe fedelmente, dicendo
(olo
edere Iftromento da Tuono, ma fenza armonia, cioè fatto di due
legni, uno delli quali era fimile ad unmortaro, l’altro come
un
pi Hello tondo in ambedue le parti, e che nel
mezzo fi teneva con
lamano e fi percuoteva l’orificio ora in una parte ora in un’altra
,
.

Machul Inftrumento da alcuni (limato limile al Sidro da altri'


,
Iftromento armato di corde , o pure un cerchio pieno
di campanelli
1
di metallo.
detto Minghinim da molti fi confonde con
11
. il Salterio da
altricon ilCimbalo. R. Hannafe ottimamente lofpiegò
con dire:
Tabula quidam lignea quadrala
, in cujus capile manubrium efl appre -
mnjioni aptum , fupra tabulam -aerò bine
inde globuli flint lìgnei aut
,
&rei ca.cn £ fcre <£ aut eli ani Jìipr a tabulam
, extcnjie eh ordee ex con ab e
, 13
•*>£

infarti i (fi cum percutitur tabula , globuli illi tum interfe , tum càm
tabula fonum edunt clarijjimum
Magraphe Temici era un’altro Iflromento , con cui erano chia-
mati Popoli al Tempio , ficcome li Sacerdoti , e li Leviti , ma niu-
li

no (piegò di qual materia forte comporto , nè quale forma averte,


ma (blamente fi dice , che percoflo , rendeva fuono tale , onde fi
puoteva udire nella Città di Jerico , che perciò il P. Kircher lo fumò
eqivalente alle nortre Campane .

Seguono poi gl’Irtromenti da fato , de’ quali alcuni pochi cosi


s’accennano.
Uno
conteneva molte canne ineguali nella lunghezza, e grofi
ièzza un legno, nel quale era un canale , per cui lì traman-
inferite in
dava il fiato , quando fi vuoleva fuonare , e con le dita fi apriva , e
chiudeva l’adito a piacere , acciocché le canne rendertero il fuono
nel modo , che ora vediamo pratticarfi nelli Flauti , e fimili Era•

detto Mafiakitha , cd alcuni (limarono edere accennato in Daniele


ove fi dice: Si audierìs fonum fflulec ; foprache fi deve avvertire;
che le firtole degl’Ebrei erano di tré fòrti, come afferma il fopradet-
toP. Kirchef a carte 54. del primo Tomo della fua mufurgia , ove
dice Fifialce Habrceis ufitalee triplici s generis erant , primo corni bus
:

Ani maliam in fluiis adaptatìs, ut h ab et ur primo Par (Clip, cap. 25./?-


f
cundò ut eb untar quodam genere Tibiarum , quas itidem ex Animali bus
flbì afiume bant , ut Gruam , Ciconiarum ìfic. Tertio Inflrumentis in mo-
dani corna Tauri, nel Capr eoli re carni , qua propè orificiun? gracile*
feentia , continuo paulatim incremento ad alter am ufque extremum dila.
tabantur , prorfusflmilia noflris , quos Cornetti valgo vocant ,
Ma da- qual fonte traerte quello Autore tale narrativa , da lui
non fi dice ; onde lafciando ora di determinare qual numero , e qua-
le diverfità d’Irtromenti da fiato fiufaflero dagl’Ebrei , accennare-
mo fidamente ciò , che fcrirte Giufeppe Ebreo riferito dal medefimo
Autorea car. 55. cioè che Salomone, avendo infufa'da Dio la faen-
za di perfettiffima m
urte a, oltre li molti vafi fatti fabbricare per lèr-
vizio del Tempio, fece comporre quarantamila Iflromcnti mulìca*
li , li adoperavano nelle felle in erto celebrate,
quali ripartiramenre fi

fecondo la diverfità delli cantici ; onde fi rendeva perfettiffima ar-


monia Li Rabini Calonimo, e Fiatinole arterirono ertere fiatili
.

Cantici di dicci forti diverfè, a ciafcuna delle quali eradertinato un


certo numero
di perfetilfimi Irtrumcnii , il fuono dclli quali era a
quelli adattato. Ave-
. s s

'

-i
5
^ Rè David
Aveva ap prefa tale Idea Salomone dal Tuo Padre ,

ilquale mentre afiìfteva airArca,figura mifleriofadelTempio fabbri-


cato , poi dal figlio , affegnò gran quantità di Cantori ,
che v'alfifte-
vano come fi legge nel primo delli Paralipomeni cap* 5* IfH Junt ,
quos conflituit David fuper cantores Domus Domini , ex -quo collocata
cfl Arca minijlrabant coram Tabernaculo Tefilimoniì cariente , do-
, $
Salomon Domum Domini in Hìerufalem . E poi nel me-
nec (edificar et
defimo capo , e nel fèguente fi numerario le dalli di tali mufici , e la
varietà degflflromenti , con il fuono delli quali fi accompagnava-
no le voci nel dare lodi a Dio .

Furono quelli fàgri , e armoniofi riti offervatì dal pio Vele avo
Trevirenfe Amalario Fortunato nel libro $. cap. 3. , ove fcrifTe :
Cantorum ardinem fufcepimm ex Davidica inflit ut ione , quando repor-
tandaerat Arca Domini de Domo Qbededom in Civitate Davidqpoi-
chè pracepit David ^ ut -ver ha dierum narrant , confi t nere Levita s de
Fr atribus finis cantora in Organi s Mnficorum , conflit uerunt Levita
Eman , Afaph , Et bau , ut concreparent in Cymbalis aneis , pofl
relì qua Afaph autem , ut in Cymbalis perfonaret Bonanim vero , .

ÌO Aziel Sacerdote s canerent tubis jugiter coram Arcani Foederìs Do-


mini Iu . David Princìpcm ad confitendam Domino Afaph y
ìlio dìefecit
5

io Fratres ejus , (Q ìterum Eman quoque , fudithum canentes tuba y ilo


\

& quatìcntes Ciuibala , & omnia Muficorum Organa ad canendum


Dco , & ìterum Cantores filli Afaph ftabant 'mordine fuoiufta pr<£ce-
ptum David , (0 Afaph , io Eman & Judit bum Frophetarum Regie ,
Cantorum primus Eman extìtìt Hi vero funt qui affiflebant cum filli .

fuis de filiis Caatb , Eman , Cantar filius J a bel filli Samuel , filli
Eleana afilli Maatb afilli Mafai\ filii Jobel , filli Azaritc y filli Sop bo-
ni ce , filii Tbahat , filli Afir -, filli Abihafapb afilli Thare , filli Soar,
filli Coath , filii Levi , filii Ifirael lo fratres ejus , quiflabant à dextris
ejus
In quella narrativa fi vedono diflribuiti in Cori li Mnfici elet-
ti dal Rè David , del quale S. Agoflino lib. de Civit. Dei cap.
14.
feri Ile Brut autem David in canticis eruditus , qui harmoniam mufì-
:

cam non valgasi voluptate fèdfideli voluptatc dilexerit


> .

CA-
14 ffr

CAPO II.

Si accenna la Varietà di altri


ljlromentì , e la difficolta di
poterli de/crivere

O Ltre
quali
lì già accennati Iftromenrì ufàti dagfAntichi Ebrei
non fi poffiono con certezza defcrivere ; altri molti fé ne
poflono riferire ulati da diverfe Nazioui , alle quali tutte fìi
, li

Tempre grata lamufìca. Quelli, ò per la fucceffione del tempo,


ò per la varietà delli medefimi, òper la memoria perduta , fono
fi difficili a riconofcerfi
, che in modo alcuno non fi poffotio con
certezza nè meno nominare, c molto meno affierire , fe gfantichi
corrifpondono a quelli nella noflra età adoperati ; efempio ne fia.
un breve Catalogo d’alcuni riferiti dall’erudito Bulengero a car. 365.
del fuo Teatro, alla fpiegazione delli quali certamente li ricerca
un Edipo, che polla prima indovinare laforma, e la qualità dì
ciafcuno
Sunt autem , dice egli , qu<c dìgìtìs a ut pettine'ferìuntar , Lyra,
Cythara, Barbitum , Chelys , Pfalterium , Organa , Sambuca: , Pi,
frides , Formi nges , Phenix , Spadix , Lirophenicium , Clapfi-
ambus , Periambus , Jambuca , Siridapfus , Epigoneum , quod
habet chordas 40. Simicum 35. Monachordum eft Arabum inven-
timi , Tricordum fufìharium , loris , & crudo Corio Bubulo aprimi
erat , Caprarum Chela?, feu ungula? prò piccino erant Pfithyra fuit
.

quadrangularis , quidam ufum faciunt cùm Afcaro , qui later-


culus erat cubitalis canens per attra&as pinnas , qua? circumuerfa?,
fonum efflcicbant crotalo fi milem. Eft Magadis Tracimi, Pelix eli:
Iftromentum , quod pfallitur , Citula Ifbrumenti fpecies , gallis
Chrotta , fpecies tibia? Anglica?
Sin qui il Burlegero con pari eloquenza, e dubbiofà fìgnifi-
cazione di voci dapoterfi riconofcere li diverfi Iftromenti indicati
Senza dunque formare queftioni inutili , e proporre dubbiofe ricer-
che efporrerno quelli Jfìromenti , delli quali non fi può dubitare,
uè farà difpiacevole colà il riconofcere la forma di ciafcuno efprelfa
nel-
. s 5

«•)£ 1

Immagini aggiurite con quelle notizie , che di ciafcuno faranno


J nelle
fuggente e dalli marmi antichi > e dagl’Autori principali , li quali
,
,

fecero di efi] menzione .

CAPO III.
Vhijìone degl' IJìr omenti
Jonori.
L \ T Onèqui daelfaminare la elfendo quello
qualità del Tuono ,

inefplicabile 3 mentre con un folo , ed iflelfo Iftrumento fi


i può rendere il Tuono in tono diverfo ora grave , ora crudo , ora ilre-
pitelo , ora foave , fecondo il fiato , o l impulfo , e percolTe , che IV
'
danno al medefimo Ballerà perciò ricordare la divisone di Caffi o-
.

; doro nel libro fecondo de mufica , ove fcrilfe renderli il Tuono in


E ; tré modi: Organorum alluci percutitur , ctliud intendi tur , aludinfla-
i
tur Percutiuntur Acculala anca , vel argentea ; alli quali fi polTono
.

aggiungere anche altre materie: Tendunlur fides , qua plettro per-


ciifia mulcent aurium fenfum , Infantar Tuba , Calami , Organa ìf c x
quafpiritu animata , in fonum vocis anìmantur .

Quelle tré Clallì d’Illromenti daranno la materia da deferiverfì,


e procederemo coll’ordine retrogado , clponendo prima gl’Iflro-
menti , che fi animano col fiato , nel lecondo luogo quelli, nelli quali
le corde , odi metallo, o d’altra materia llirate, e percolTe rendono
l’armonìa. La terza C latte conterrà tutti quegl’ Iliromenti, dalli
quali per le percolTe fi cagiona qualche Tuono, che quantunque non
Tempre fia armonico, fi rende però utile in varie occafioni a chi li
; percuote
Tale divifione d’Illromenti appartiene alla parte della mufica
chiamata armonica organica , di cui parlando Amalario nel capo. 3.
del libro 4. deDivin. offic. fcrilfe: Triformis cf natura mufea artis
dut cnìm per pulfum digit or um pt^utin Pfalterici Cytharajo caterls
:
vafs, qua pulfu digitorurn tanguntur , aut pervoccm , ut e fi cantus ,
1

autperflatum , fcut ef in Tubi . Hac 'cnimmemorantur in Pfalterio .


1

Vicit Pfalmus 2. Conftemini Domino in Cythara in Pfalterio decem


j
1 ,
thordarm pfallite ìlli , cantate , $
Canticum novum bene pfallite ei
in
+>è 16
in 'oocìfcrcuìoneyz aggiunge Amalario: Quando enìm Pfalmos cantamus
genti* exercemu* rnuJtca,quodfìt per pulfum- dìgitorum ->namìf Pfaltem
\volumcn nomen à PJalteno notifica arti*^quando legimus^genu* illud excr-
ccmus^quodper vocern fltple&ioncm noce* nocauitP aulus Apojlolus Ignoran-
te* , inquit , Jcfarri , £? voce* Prophetarum , qua per ornne Jabballini
leguntur Quando refponforni cantamus , quaji per tubam exaltamus
.

Docem . &c.

Da quefta triplicata radice è incredibile , quanta diverfità


d’Idromenti ratificali, e quanto vario fia dato Tempre l’ufo di elfi
Appretto le Nazioni tutte del Mondo, dimoiate molte dalla religio-
ne, con cui vollero accrelcere nel culto delle Deità fognate la lòa-
vità, e varietà del canto ; Altre dalla vanità , e piacere del fènfò, a
cui dudiarono difodisfare, o altri motivi , de’quali fe ne potrebbe
regidrare un copiofo Catalogo E acciocché non fembri detto fen-
.

za ragione, non farà fuor di propofito premettere alcuni ufi prati-


cati del uono, e della Mulìca data Tempre grata a tutte le Nazioni,
benché barbare, a fine di eccitare varj affetti , ò di allegrezza nelle
fede Teatrali , o nelli Trionfi , o di furore nelle Battaglie , o di me-
fìizia nelli Funerali , e limili, come apparirà in alcuni pochi, che
riferiremo

CA-
t . s . s

#
<Js 17

CAPO IV.
Dell'ufo degl' Ulromentì Mupcalì
nellì Sagrificj, e Ve{le
degl’ Antichi
|
v

Mufica, ed

Q Uanfo fi ufafte dagl’Antichi la il fuoilo nelle Felle,


3
e Sagrifitiinon può negarlo le non chi non ha notizia dell
,

-ditone Fu antico precetto Divino fatto alli Sacerdoti Ebrei


.

il celebrarle contale folennità , come fi legge nel decimo delli Nu-


meri V. 50. Si quando ( Epulani 0*
dille
) habebitis , (y dies fiefìos ,
calcndas , tubis fiuper holocauflum , ìy pacificis vittimi , utfini
c anetis

vobis in recordationem Dei neflri : Ma


ciò che per motivo di pietà fù
inflituito, da Dio, col decorlb del tempo dege-
e voluto tantamente
nerò, c dopo gl’ Ebrei li Gentili , ed Idolatri pratticarono con il
vizio , e profanità gl’atti della Religione , ritenendo moke pie ulàn-
Ze, ma mefcolate col vizio Ovidio
, come avverti
Fejla dies Veneremque vocat cantufque morumque ; Ulorono
perciò non folamente il fuono delle Trombe da Dio prefcritte, ma
diverti altri Iitromcneì accemuti Aa Prudenzio him. 2. Apoth.

Hate ah , {y vario: jubet obmutefiere canta


Organa , Sambucaz, Cytbara s Calamofiqae tubafiqat
Stultafiuperflitio tatui 0V.
E Ovidio parlando delle Fette fatte in onore di Giunone 4.
Faftor,

Proùnus infieno Berecinthia tibia corna


Flabit 0* Idea
, fefla parenti s erunt ,
ibunt fe mi maree , $ inania Tympana t andati
PEraquc tinnita s are repulfia dabunt .

Eo fiotto accadeva nelle Felle di Bacco .

C Tim~
+>d 1 8
Tìmpana curri[libito non apparentici ranci
ObFlupuere Jouli , fi adunco tibia carmi
Tinnulaque arra Jcnant fic.

Cosi anche Apulejo lib. i. metani, defcrivendo il lagrifìtio


Fatto in onore deHaDea I fi de, racconta IaMufica,e li Tuoni, con li qua-
lifù celebrato : Sympbonia debine fu ave s , FiFluiti Tibia que modulis
ditld/fima perfonabant Ibant , fi dicati magno Serapi t ibicines , qui
.

per obliquum calamum ad aurem porre Ohi m .dexter afamiHarem Templi


Deique , nodulum frequentabant Delcrivendo poi li Cantori fog-
gi un fc .Hi capiilum detonfifunditus vcrtìcem pran itentes^ fi argentcis ,
imo vero aureis etiam fijIris argutum tinnì tum conflnpcntes.
Conferma tale antico coltume Ilidorolib.4.orig. c. 20. dicendo:
Tibias exeogitatas in Phrigìa ferunt has.quidetn dià in funeribus adhi -
,

bìtasi moxfi facris Gentilium\ e Macrobio lib. 2. in Fornii, feip. cap. 3,


Sonos Afuficos infacrìfciis adhìbuerunt , qui apud alio s lyra , vel Cy t ba-
ra , apud nonnullo s Tibiis aliìfque mujicis Injlrumentis fierifole bant
Confermò quell’ ufoAledandro ab Aledandro lib. 4. cap. 17. ove
fcrille : In Priforum Sacrifica s fiemper inter vefeendum Diìscanere fo-
lebant ,
quibus Sacrum fiebat , $ Strabone lib. io. Cybelis Sacerdote
càm tinniti1 Cymbalorum , fifionitu Tympanorumfiacca facerefolebant ;
OlFervando tal rito M. Antonio Imperatore , fi raconta , che mentre
fagrifìcava adoperale Maliercspbanifias , qua in orbem curfitarent
: ,

Cymbalaquc , fi w sii uj jjuy'uicni .

Tra li molti Marmi rapprefentano li


antichi , nelli quali fi

Sagrificj celebrati coll’ adidenza delli fonatori, fingolare è quello


rammentato dal Bartolini de Tibiis Veterum pag. 1 io. efpolto dal
Cafali par. 3. cap. 7. de Splendore Urbis Roma:, ma più d’ogu’altro
apparifee nella Colonna Trajana efpolla dal Ciacconio Tab. 9. ove
fi vede efpreffo un Sagrificio , a cui afflile un fuonatore di doppia

tibbia , ficcome un’altro , che Tuona la Tromba, ed altri , che Tuona-


no le Trombe ritorte, dicendo il Ciacconio al num. 75. della Tua
fpiegazione Tibicinas interim , dum peragitur Sacrificium tibiis de mo-
re occimmt .
Era fi collante l’afhltenza delli Suonatori nel tempo delli Sa-
grifitii, che vi era deputato un Collegio diedi per tali funzioni,
come apparilcc in una famola Inlcrizionc riferita dal Grutcro pag.
269. , ove d legge .

Tibi-
, s ,

-)é 1 9 V**
Tìbìcines Romani ,

(pai Sacri .

Pubi. pYctjlò flint -

E un’alttra pag. 175.


Collegio Tibicìnum , &
Fidìcìnum Romanorum
Qui S. P. P. S.
Tit Julius Syranus
.

Munìs perpctuus , (y
Vbius Tìrunnus F
H. C. DD..
Nelle quali Infcrizioni fono (pecialmente da confiderarfi le lettere
S. P. P. S. , che vengono {piegate da una di effe , cioè Sacris
Publìcis Praffo funi ; mentre quando fi dovevano celebrare liSa-
grifitii erano come principali Miniftri di efsi intimati ad afsiftere , e
ìubito vi andavano con li loro Ifir omenti , per accompagnarli con
gratifsime Sinfonie, che perciò erano chiamati Templorum Tìbici-
nes , come fi legge appreffo Finnico cap.. 7. del lib. 4. overo Tibicincs
Sacrorum , come fi legge appreffo Gellio lib. 1 cap. 12. .

Erano perciò molto ftimati tali Minifiri; Onde finito il Sa-


grificio erano fatti partecipi dopo li Sacerdoti delle Carni lagrifica-
te . E’ degno di effer qui rammentato un lepido fatto raccontato da
; Livio nel libro 9. cioè , che effendo fiati privati una volta dalli
Romani di tali cibi li Suonatori , efsi fdegnati ufeirono da Ronaa r
e fi ritirarono nella Città di Tivoli , e perche lenza di elfi non fi
potevano celebrare li Sagrifiti , determinò il Senato di mandare
legati alli Tiburtini , acciochè li rendettero , ne potendoli indurre
al ritorno, mentre fi dichiaravanogravemente olFefi , ufarono uno
firattagemma con celebrare un (bienne Sagrificio , dopo il quale
fomminiftrarono loro abbondanza di cibi , e bevanda ; Onde ag-
gravati dal troppo mangiare, ebevere tutti furono (òprafatti dal
fonno talmente profondo , che poterono effere collocati in alcuni
Carri, e condotti ad una pubblica Piazza di Roma, ove (vegliati,
furono pregati a rimanere , ed a ciò indotti fù loro conceduto
che ogn’ anno poteffero per tré giorni comparire coronati in legno
d’ allegrezza
Se fi ricerca qual foffe il motivo d’accompagnare conlaMu-
fica , e con il fuono li Sagrifitii , afferma Cenforino effere fiata
C 2 una
20 +yd ^
una delle cagioni , acciochèli Dei udiffero la melodìa , e ne traete
iero diletto, ma Plutarco de fuperftizione , riferito dal Caufino
lib. 2 Symbó TEgipt. Hierogl. 74. aderì , che il principio di tale uten-
.

za fù quando in Cartagine udirono le Madri di tegrificare li fi-


gliuoli a Saturno, al quale barbaro coflume tutte erano tenute,
che perciò chi non aveva Figliuoli era obbligata a comprare qual-
che Bambino per Panificarlo , e acciochè non fi udiffero li fò~
fpiri , e li lamenti fi delle Madri, come deili figliuoli tegrificati
vollero , che prevalere lo flrepito delli Mufici , e degflflromentì
muficali Coflume barbaro, dopo il quale perfèverò il fuono ,
.

ò per diletto delli fenfi , ò per motivo di Religione , benché


falte , e fnperftiziote
,
poiché fi offerivano Sagrifizj alli Dei colli
fuoni , mentre fi perfuadevano , che elfendo irati fi farebbero
con quella melodìa placati, onde derifi da Arnobio lib. 7. dicen-
do ; Etiarn ve Dii aris Tìnnitibus , (fi quafatianibus Cymbalorum
affici un tur 1 Etiam ne Sympboniis quid efficiunt crepitus fcabillorum ,
ut cum eos audierint 'Numiva , honorficc fecum cejlìment aElum , (fi
ferventes animos ìterum oblivione deponant ; An numquid ut par nuli
ab in coptis vagitibus crepi t acuii s cxterrentur ? Auditis eadem
p tifones
unione Omnipotentia Numiva Tibiarum fridore mulcentur .

CAPO Y.
Trionfi celebrati col fiuono.
On pompa
C
le
non minore folevano celcbrarfi le fede l'nflituitfc
in onore degl’ Uomini , quando quelli dovevano ricevere
corone reali , e compatire in pubblico trionfanti , Coftume
praticato fino dall’anno 5020. dopo la Creazione del Mondo,
in cui Salomone fù creato Rè cl’Iffaele, fecondo il computo di
Saliano; le fi legge il Capo primo del libro Terzo delli Rè, fi

troverà , che nella Coronazione di effo li Popoli prcfcnti cecine


runt buccina , (fi dixit omnis Populus vivat Rex , e poco dopo li
dice , (fi cecinit univerfa multitudo poFl cum , Populus canentìum 77-
biis , (fi belantium gaudio magno (fi intontii t
Terra à clamore eo~
,

rum . Nel cap. undecimo del libro 4. fi racconta 1 Elezzio- ’

nc del nuovo Rè fatu da Jojada Sacerdote, fi dice, chcAttalia


vidii
. -

+>d 21 P&
Regem flantem fuper Tribunal juxta morem , &
Cattimi 9 V
vìdit
Tuba s propè eum , oymcmque Populum Terra Ut
antem , (J canen-
tem tubis . . „ . _ r r
bene in tutte le relazioni di tali fede fi fa
menzione di
E fe

tre foli Idromenti , ci obTubarum , Tibìarurn , £


Buccina , notò
5
*

l’erudito Padre Fortunato Scacchi nelcap. 55* del


Mirotecio ter-
altri Ulto-
zo, doverli anche dimare non edere dati efclufi molt
apprefi
menti , come poi pratticarono li Gentili, ritenendo coftumi
il quale
dagl’ Ebrei, e dalla Legge antica ; Ciò fi ha da Apulejo ,
raccontando le fede fatte in onore d’ Ifide lib. i. metani. ; lafciò
fc ritto Simph onice dchinc faceva Tibìaque modula dulcijsirnis per
fonabant lbant ,
. 6
dicati magno Serapi Tìbicina , qui per obliquimi
calamurn ad aurern porreSum modulimi frequentabant Piu chiara- .

mente nel lib. 3. Florid. dide. l/oxhominu-s fc) T


uba variatior -jp)
Tibia rudiore tenuiar , 'pj Lyra concent u incuneior , (j buccina figni-
Jicata longinquior .

Ne contentavano , che fodero varii gl’ Idromenti , colli


fi

quali fi applaudiva al Trionfante , ma replicavano li Cori diedi;


onde fuccedendo la pompa del Trionfo , diccedelfero anche di-
verbi Sonatori. Il Bulengero nel cap. 2$. del hb.fopra li Trionfi,
afferma, che nel quinto luogo feguivano li Trombetti ; Il Pan-
vino fcride , che in tré luoghi erano tali Suonatori , cioè in fronte,
poiché precedevano a tutti gl’altri , perciò detti Pnecentores , fe-
condariamente polì aurea va/a , eh' eia il quinto luogo, e poi vi-
cino al Trionfante, ma il Bulengero rifiutò tale racconto, dicen-
do , che vicino al Trionfante erano non le Trombe , ma li Cita-
ridi , ò Citaredi Queda opinione di replicati , e diverbi Cantori,
.

fìccome la didribuizione di efsi nella pompa del Trionfo, fu ele-


gantemente efprefsa da Lipfio , ed in bella fcoltura fi può ve-
dere aggiunta al fuo trattato nella nuova edizione del Tomo no-
no delle Antichità Romane , pubblicate dal Crevio
Baderà qui l’avere accennato il diletto , che dagl’Antichi fi
traeva celebrando li trionfi coll’accompagnamento della Mufica, c
del buono principalmente di varii Idromenti , dalli quali fi formava-
no finfonie all’orecchio gratiffime , ed acciochè fi rendeffe la pompa
più vaga , e grata alli fpettatori, folevano gli Sonatori edere fuccinti,
e coronati, come fi vedono appredo il Panuino, ed altri.
Tale diletto a badanz# rederà (piegato iu ciò ? che racconta
Lucio
22 pc+
Lucio Floro, lib. 2. cap. 2. della Tua Idoria di Duillio , il quale ri-
portata la vittoria apprettò Lipari Merfa , fugata baffium elafe
:

prìmum illuni maritimum cgit triumpbum ; e perchè ne concepì un


piacere indicibile, dice il medefimo Idorico : Non contentus unius
dici Trìumphì , per vìtam omnem , ubi a ccena rediniprducer e funalia
'

,
quaji quoti di etri umphare t
p racinerejibi tìbiamjufjìt , .

La (leda vanità di Duillio


racconta S. Aurelio vittore de viris
,
illudribus , e Silvio Italico , nel libro fedo , ove fcriffe : Cui nottur-
na s honosfuperbia tiara, facerque po/l epulas Tibicen ade/l .

CAPO VI.
Della Mujica nellì pubblici
Giuochi, e Fede.

C He

primo de Legibus
fi Mufica particolarmente con il Tuono di varj
ufaffe la
Iiiromenti nelle pubbliche Fede, lo riferì Cicerone nel libro
, ove afferma edere prefcrittatale ufanza da legge
particolare a tutti comm ime : Jam ludi publici , cùmfini ( dice egli )
Cavea circufque divi/ corporum concertationcr , cur/u , (o pugillatione
lutti adone curriculifq uè equorum , ufque ad certam vittoriani circo
,

conttUtutis cauea , cuneo* , v*»*- , *cjiaitnis , q Ti bili dummodo moderata


fini , uti Icgeprccfcribitur.
Nelle quali parole fi accenna edere preferirti li Suoni „ e il canto
in modo , che fodero non confufi , ma regolati colle leggi della
Mufica, onde riulciffe il concerto di effi grato al Popolo fpcttatore,
curile a chiunque fi cfèrcitava nelli giuochi che perciò prima di .

darfi principio alli medefimi, fi udiva un’ ottima finfonìa mtuonata


dal Tuono di una , overo molte Trombe ,al Tuono delle quali fucce-
devano le voci dcgTaltri Idromenti Mulìcali didribuiti in Claffi , c
accrcfcevano la melodia , con cui Ti pafeeva Tudito , mentre l’occhio
godeva del cordo, e dell! varii combattimenti di quelli , che nel Tea-
tro dimoiati dal Tuono fi efcrcitavano .

Tale ufanza di darfi il degno per li giuochi con il Tuono fu ri-


ferito dal BuJcngero nel capo 17. dcTheatro con recitare livcrli
di Virgilio prefi dal quinto delle Lucidi
Inde
t .

od 23
inde ubi Clara dedìtfonitum tuba finì bus omnes ,
Haud moraprofilvm/uh ferit libera clamor
Nauticus Cic*

Cosi parimente Ovidio ditte .

Signa Tuba de derant cum carcere promptus uterquc


Etnica oV.

Coflume ritenuto fino alla nofira età , come fi vede nelli giorni
: Petti vi, nel li quali fi con il corfo li Cavalli,e altri Animali
elercitano
Nè [blamente per tal fegno fi ufavono le Trombe , ma in tutto
il tempo delli giuochi, durava il Tuono fi di effe , come di altri Iflro-

menti, e il canto dell! Mutici Succede tal cofiume di darfi il legno


.

1
per li giuochi conia voce delle Tiombe , al coflume prima prattica-
to di darlo con gettarfi una lalvietta, ò fimile tela da un luogo emi-
nente del Teatro, come fi riferifee da Paufania, lib. 2. Eliac. citato
: dal Bulengero cap. 26. de Circo , ufanza dice Caffiodoro nel libr. 3.
; varior. proceduta da Nerone , il quale mentre definava nella parte
fuperiore del Teatro, volendo dare il legno per li giuochi ,
gettò da una Feneftra una falvietta Mappa (dice ) Signum dat
:

'

Circum/antibur Nero prandem /agitante Populo mappam abiicijuj/t ,


;
perfene/ram .
Datofi il principio dopo il legno del Tuono agli giuochi fi
: p rofegu iva il Tuono , dai quale a cudtavono li [piriti, ò delli Ca-
: valli , che correvano , ò degrUomini , che in diverTe maniere com-
<i battevano, come riferì Seneca nella lettera 88. Non viderquam mal-
1
torum vocibus chorus conti at ? Accedunt viri amina interponuntur^
ii Tibiafingulorum illic latent , vox omnium apparent Onde come notò .

1 l’erudito GafparoBartolini capo io. del libro 2. de Tibiis Veterum,


ì; era deputato nel Teatro miluogo detto: Orcheflra nel quale era
,
il Coro delli Sonatori, e Cantori, dal luogo furono
nominati Thime-
r tiù ’ e parlando 'di effi Sai viano 6. de gubernazione Dei IcrilTe
: /pui:

I locusmajores Chrifìianormu copiar habet canea ne ludi publìci , an


,
'

Atriurn Dei ! EtTemplum omnemagis feSentur an Theatrum . Di di


a
?
Evangelicorum magis dilìgane , an Th-j melicor um .
Lo fteffo coflume fi pratticava nel Teatro delle Commedie,
come dilulamente dimoflrò il medefimo erudito fcrittore nel
capo
, ove dimollra
1 citato la differenza delli Suoni ufati fecondo la diver-
fità
24
fità delle azzloni e delli giuochi , che dalle Sinfonie fi accompa-
,'

gnavono che perciò (dice egli) Itti modi Tibiarum , fabule inge- $
nium temperabantur , ufque adeo ut a udì ti s Ti biis Popolus feiret , qua
fabula dandaefet. La della utenza li pratticò nelli balli, la Ideila,
nelli geli! degl’ Iftrioni , onde li /peccatori fi ricreavano noumeno
nel vedere ,
che nel udire

CAPO VII.
**•

Dellifuoni ufatì nella Navigazione .

N On è Navenè legno in Mare , in cui non fi ufi qualche litro*


,

mento da Tuono, a fine diallegerire con elio il tedio della


navigazione, e delle dimore penolè, che fi Tanno per le calme, e
per la mancanza delli venti : Pediano appretto Cicerone citato dallo
SchefFero de re nautica pag. 1 80. Sciendum efl ( ditte) cùm remigibus
per Sympboniam , cythara , per afarri votemi defi non prolatam per
cytharam ; tale fmphonìa Tù detta da Cicerone : Cantilena nautica ,
e tale coltume Tù avvertito dallìdoro orig. lib. 7. cap. 6. , ove 1

Icrilfe Siquidem remìges cantus hortatur , ad tollerando quoque labo-


:
s
re* , Mujìca animum mulcet , $
fngulorum operum fati’gat ione tn
modulatìo vocis folatur .
Lo Hello aiFcunò Cenfortuu cap. ly gguo fa citi us fuperent la-
.

borem , veliti Mavìs mot uà vettore Simphonìa adbibetur .

Per tale motivo fino dalli tempi antichi fù introdotto il canto


nelle Navi : Onde appretto Ateneo nel lib. 1 2. fi dice , che tornan-
do Alcibiade dall’ efilio era nella Nave Togetto : <f>ui cartncn nau-
ticum canebat ; e nel medefimo tempo li Naviganti proleguivano la
battuta , percuotendo le acque con li remi , d’onde procedeva una
certa Armonìa di cui molto li dilettavano li Naviganti
Ne fece tettimonianza Mittìmo Tirio nella dilèrtazione 35.,'
ove ditte fffuid in mufea bona efl barmonia unurn aliquid ett , bar-
:

monia multiplex vocumdifcordia in Triremi unum aliquod efl vox tibia


multiple* ìnobedientìa -, e nella difertazione 31./» Alavi illa regia

tibia, fremitufque bominum , fridebat arando e parlando Cice-


rone di Antonio nella orazione contro Verre . Ab bue profettus An-
tonius quidam Simpboniacosfervo s adducebatper injarìam , quibus fe in
. .

25 ^
Schederò de Re Navali , ove otter-
CUfie uti ville dicebat ; Si legga lo
Antichi nella Navigazio-
rò varii modi, ed ufi del canto appretto gl’
trasferirci dall agitazione del
ne. Qui baderà averli accennati per
li conviti
Mire alle Sale, ove con quiete folevano celebrarli

CAPO Vili.

Del Canto tifato nelli Conviti ;


TL TE con cui gl’Antichi Romani Imbandivano le cene ,
1 ludo ,

i
X\
fcriffe Macrob io lib.g. Satur. cap. 1 6. una
principale vani-

li tà tifavano nel portare li cibi , cioè di fargli accompagnare


da Suo-
0 ustori di varii dromenti: Adhibebant , ( dice )
alluni vanitatem , qua
&
pratiofores Dapes tncnfìs inferebanturfolemni quadam pompa

'
tibicim-
bus uteb&ntur Ita enim cenante Severo Imperatore obfervatum fult-.
.

Non (blamente nel portarfi le vivande, aggi unfe Annidano


-
iib. 50. Càm apponerentur ex quifitee cupedia ades ampia nervorum arti
1 tulato Jìabilique fonitu refultarent , fed 0 obfonti feindendi magifer
*

\{quem Petronius Scìflorem^ & Carpum vocat ) Juvenalis Garptorem ,


't Apulejus Diribitorem
, manum de x
tram per cduUa circumfercbat , at~
que ad Simphoniam difeerpebat Ma mentre a Tuono regolato di bat-
.

tutc muficali divideva il Trinciante le vivande, guftavano diede li


Convitati, e fi profèguiva il canto , eie Sinfonie ora più , ora meno
numerofe di voci , e di dromenti
Afferma Plutarco Symph* 7. cap. S. che tal volta fi u(àva U
folaCetera, e ciò fin dal tempo di Omero: Cytbara jam olìm atate
S Homeri adhibita in Conviviis^ 0 Amicitiam confueludincmquc adeo
1

^antiquari non licet difiohcrc , fed Gytharedis folis utendum efì , ut lu-
i| Elum, & funebrem complorationem è cantileni s fummoveant , canentes
bene nominata, quaque hominibus epulantìbus accomodata funt .

Jj A tale codume praticato nella Grecia tucccdè una fimile ufan-


za appredo li Romani, come affermò Livio lib. 9. Tum Ffaltria

'>

SambuciJìriaqucfD conviti alia Ludionum obleflamenta additaflint. Era-


<i

no perciò tal volta neceffitati anche li Convitati a cantare , onde vi


!

andavano preparati , nè si facilmente potevano efimerfi dalfaccct ta-


re gl’inviti: tale codume firiferifee da Cicerone nella Quedione Tu-

fculana 4. Mos epularum.hic fuit , ut deinccps qui accumfrtret cancret


ad Tibiam clarorum virorum lauda, D Ufan-
*yé 26 #**
Ufanza però più frequentata era, che cantafl*cro,e fuonaffero per-
fone a ciò deputate, e perite in tal’ arte , e per l’ordinario il canto fi.
formava da fanciulli , e fanciulle, effendo le voci di elfi più grate all*
orecchio. Si hà ciò da Orazio lib^.Od. 1 pillar virenti doftce pfal s$
lere Cbia ; e Gellio lib. 1 9. cap. 9. più chiaramente Scitifimi turili
:

que fexus canentcs ,


0* pfallentes „ Si conferma ciò nell Ifcrizione
5

lèpolcrale antica riferita dal Panciroli.


D. M.
Auxefi Cytharcd<c
Conjugi optim<c
C Corne lius ‘Nerìfusfecit
Et[ibi.
In Pefronio fi legge: Pueri ad pedes , $
PuriHat or cantant in
ìpfo , quo fungebantur tn linere paronycbia tolltndi , C) vinum
mini-
Jlrandi 11 motivo per cui eleggevano fanciulli per il canto
. non fo -
,

Jamente era per le voci ordinariamente più grate alforecchie, ma


perchè, come dice Valerio Maflimo lib. 2. addotto dalBartolini
de Tibiis pag. 149. nell’udire le lodi degl’ Antenati : Ad et
lib. 2.
imitanda Juventutcm alacriorem redderent ; ed acciocché meglio fap-
prendelTero fi cantava tal volta colla fola voce fenza faccompa-
gnamento d’Iflromenti
Tanto affermò Varrone lib. 1 2. de vita P.R.appreffo Nonio . In
Convivili Pueri modesti ut cantillarcnt carmina antiqua , in quibus
laudes erant majorum , aut afi vacc , un-c tàm libici ne ; nella quale pa-
rola afa voce , fi addita la fola voce, e fi efcludonogflftromenti da
fuono*
Bene è vero, che per lo più , maflime nelli Conviti folenni fi
tifavano, ed erano di varie forti; Onde fi formavano finfonìe;
tanto affermò il Demftero nelle note lòpra Rofino lib. 5. cap. 29.
ove fcriffe , che mentre fi mangiava : Organa , Tibig^ vartaque alia in
fonabant lnff rumenta prie cipua tamen m e mor amur hydr aulica ; e poco
dopo nel capo me defi ino dice, nel tempo delle cene: Organarti Cbo-
raules-yTibicincsiLynJLtì Tympanìflr'ue-JoydrauU^ChordaciJlra in pulpi-
ti s perchè riufeiffe non meno grata laMufi.ca all*
canore folcbant ; e
udito, che piacevole apparenza delli Suonatori, folevano quelli clfere
coronati, ò di alloro, ò di altre Ghirlande, come riferifee il Pafcba-
li deCoronis lib. 2. cap. 2. ed il Bulengero de Conviviis pag. gì?»

afferma, che erano di mortella Cirtutnfercbant in Conviviis Cyt ha-


:

rem , $ mirtenm coronam . -Di


,-

27 ^
Di tutto ciò teftimonio fedele fono li marmi antichi, nel li quali
fi vedono li Suonatori d’Illromcntt diverfi,e coronati. Tale è quello
efpoflo dal Ferrari de Re pag. 92* da Gio: Battilla
veftiaria part. 1.

Calali de antiquo Urbisfplendore cap.i 8. pag. 3 20. , e


dallo Scacchi

Myroth. primo cap. 33. , e l’altro del Ferrari part. 1 pag. 188. ficco-
.

jne anche coronati apparivano li Suonatori nelli Trionfi,


come fu.
detto, e fi oflerva in quello defcritto da Lipfio nel tomo nono delle
Antichità Romane.
Tale utènza fi pratticava anche nelle cene Caftrenfi, come affer-
ma il Bulengcro nel cap. 3 7. del libro 3 de Theatro : Morie fuìt ut
.

tempore ceenuc ad Tabernaculum Imperatorie omnee Tìbi etnee , (f Cornici-


nee tuba canerent pf buccina ; coltume ritenuto anche lino alla noftra
,

età ,
mentre Mare , e in Terra li fioghono Tuonare le Trombe 5
e in
ed altri Iftromeati nel tempo in cui,ò pranzano, ò cenano li Supremi
e Signori di qualità
Era creiamo a tal legno quello collume, che trionfava selli
; Conviti Tinverecondia , mentre, come riferifce il Demllero nelle
note fopra Rofino pag. 524. coll’autorità di Microbio nel lècondo
de’Saturnali 'Non modo puerì procacioree hifce adhibitì oflciìe 3 cioè
:

nel canto, e nel fervire li Convitati : Sedppj pucllai , nec defilit^quì pfal-
triamintromitti petcret , utpuella exinduftria fitpr* naturarti mollior
canora didee dì ne , (q /aiutati onte lubrica exerceret illecebrie piallofo-
phantee ; Non fi contentavano di palcere il gallo con fi cibi , e Tudi-
to con tè MuBca , ma fò disfacevano *gVocchi co n oggetti invere-
condi, ed incitativi alTincontinenza ; Fu. delcritto quello detellabi-
lc abulo dilfutèmente da Filone Ebreo nel libro de vita contempla-
tiva, tradotto in latino da Pietro Ciacconio come lègue, fi beveva in
Calici d’oro : Minifranti bui formofu m ancìpiti , non tam adprecfene
Tninìjlcrìum qucejìtie , quam ad exhilarandoi afpeclu Conni varum oculos .

Ex ile minorai pueri pinccrnae agunt , grandiore1 aquam affcrunt , loti ,


nitidi , fucati que , ac concinnati , alunt enim Capillitium nel omninò
intonf-j iel afronte tantàm prafeZlie inOrbem crini bue tenuijjimae can
didafquepracinHi tunìcae anteriori parte adgenita de mifa e , poferiorc
cdpoplitee , utrìnque mollibue tenti e adfìriBì commifurar tunica prò -
pendentibue ad luterà finibue , fic ornati adflant nutue ohfervando quid
|

quìfque pofulet , adfunt , aliì adoleftentee prima lanugine mollee ne-


Jliti , qui paulo ante Amatorumfuorum delieiafuerunt fcfc,
A ciò fi aggiungevano : Varia bdlarìcrum obfmorum , condì-
D 2 mcn-
28
m e?itorumquefpecìes elaborata ìi Pittori bus , $ Cupediarììs , quorum ,
rito» # 0 » tantùm guflusfutisfa tere , ?//0#r <?«//<?/ exhilarare mun-
di tìis t&c.
Crefciuto a tal legno il ludo , e la crapulaci Rè Teodorico fàg-
giamente sbandi la Mufica dalle Cene, lodato perciò da Sidonio nella
lettera feconda del primo libro : Eò quòd ( dice 3 Tympaniftrias , Zy-
J
f
riflas, precìpue eque I altri as procul a Convivio fio aldi t avi t ffc.zcf li
richiedeva dalla ragione , mentre con abulo deteftabile erano ado-
perati per pafcolo dell’ incontinenza quegl’Idromenti dalla Divina
Sapienza, ò fuggenti , ò commandati all’Uomo, acciocbè avede
in terra qualche melodìa per argomento, e faggio di quella Mulica,
con cui li Cori Angelici in Cielo benedicono , e lodano il Creatore
deirUniverfo *

CAPO IX.
Del Suono , e Mujìca nfata
nelli Funerali.

N

On è feenà in Terra F allegrezza , e fa cra-
in cui trionfi
pula, che finalmente non fi trafmuti in Teatro di mefiizia,
e di pianto Tale apparare cagiona la molte 3. tutti communc ,
fe
.

per quella fògliono fpargerfi lagrime dal dolore per la per-


dita delle perlone più care , furono felici molti d’ accompagnare
i loro fòfpiri con le voci delfuono, e del canto.
Fù tale coflume non fidamente degl’ Ebrei , mà delli Greci,
c delli Romani, alli quali , fecondo la piu comune opinione , fi.
tramandò dagl’Ebrei , e fi arguifee dalla parola Nenia , che lignifica
canto del Funerale , la quale però alcuni (limano derivata dal Greco,
così Polluce, così Pietro Fabro nel capo 2. del libro 3. Tal pa-
rola fi dice dalli Santi Girolamo , e Cirillo: Carmen lugubre fon-
dati nelle parole di Ezechiele cap. 17. inlamentatione excifc Tyri ,
è’ aJSument fupcr te carmen lugubre
; e
nel capo 32. Fili hommis cane
carmen lugubre fuper multitudinem sFògypÙ . Se fi cerca di qual for-
te fodero tali verfi , fifponde il Sopranis nella Digredionc feconda
pag. 448. che erano verfi fciolù fecondo l’arbiuio di chi li pro-
nunciava . Si
. s •

+>è 29
Cadavere, e con il canto , come
Si recitavano quelli prclentc il

lì accenna nel cap.g 2. di Ezechiele con le parole Fili hominìs cane 0fe.

appreffo Michea cap. 7. In illa diefumalurfuper eoi parabola , 01 can-


talitur canticum cumfilavi tate dicentium <jyc.
Era quello canto non allegro ma flebile , e mefto , e fi accom-
j
pagnava dal fuono ; di qual forte folle , e quali ftromenti fi adope-
raflero in tale funzione, non è fi facile a determinarfi , poiché varie
fono le relazioni delli Scrittori Ponderò ilSopranis le parole del
.

1 capo primo del libro 2. delli Rè , ove fi dice Planxit autem David :

pian cium hujufmodi fuper Saul , 0f preccepii , ut docerent filios 'Judo:


Arcum ; e (limò, che in tali parole fi debba intendere un’Ilìromen-
to inuiìco , con cui dovevafi accordare il canto , mà poi fòggiunfè ,
che per lo più s’adoperava il flauto, detto Tibia dalli Latini . Fondò
la fua opinione nella relazione di S. Matteo cap. 9. dove fcrifle :

Cum Jefus in Domum Prìncipi ,


veri fiet $
vidtfiet Tibicines dìxit ,
recedite non enim efl mortila P
nella ; E Fello fcriflc , Nenia ejl Carmen
quod , in funere laudandi grazia cantatur ad Tibiam ; anche Cicerone
affermò lo fteffo nel 2. de legibus , dicendo: Honoratorum virorum
laude s in conclone numerai tur , eafqueetìam cantus adtibicìnem profe-
quatur , cui isomeri Nenia ; nelle quali parole dice Cicerone : Can-
tus lugubri: nominatur
Guthcroperò ponderando nel Capo 25. lib. 1. de Jure Ma-
Il
nium un detto diVarrone nel libro 4. de Vita Pop. Rom. , in cui
dice che la Prefica , ciod la Donna, che foleva cantarelle Nenie
,
mentre cantava, Neniam cantare folit am ad Tibia: ,
0' fide:, af-
ferma effere folo tale Autore, che afleriflca la Cetera nelli Fune-
rali , mentre da niun’ altro, e dal folo Vairone fi racconta;
On-
de /lima , ò che erraffe , ò che la parola Fides appartenga ad al-
tro fenfo di parole mancanti : fiolus hic Varrò (dice Guthero') con
tra
AuBorum omnium Fìdem , qui Tibias bis Cantibus folàm admove-
rent ; q uarc vox illa Fides ad alter am or at ioni: partem
trabenda efl J 3
qua periit*
Si può confermare l’opinione del Guthero con l’Autorità di
Giovanni Nicolai , il quale fcriffe un erudito trattato fopra il
pianto folito farfi dalli Greci nelli loro funerali e nel capo 9»pag.
!

,
mim 1 18. dice Notandum autem quòd tempore luBus ad lyramca
re non ifuerìt
quìa Infirumentum erat Apollini confecratum 0*
,
*J. ,
catupi. Peau enim aliaque carmina
exhitarantia adlyram caneb anturi

-té 30 ?<+
uti Franciicus Rous
Archasolog. Attic. lib. 5. cap. 25.

ciò non dTer vero univerfalmcnte fcritte
, ilKirchmanno
cap. 1, de funeribus Rom. con apportare varie
autorità in con-
trario, poiché Seneca parlando del Funerale di
Claudio dice , che
erat omnium formoffsìmum Claudìi funus ut fcires
, Deum eferri .
Tibicinum , Cornìcinum , omnifque generis Sonatorum tanta
turba
tantus contentar , ut Claudi us audire pojìet .
Lo Fello Autore afferma , che celebrandoli con pompa mol-
to difpendiofa li Funerali , fecero legge li Decemuiri in cui co-, ,
me Cicerone nel fecondo de Leeibus
riferilce
6 , fi 1prelcriveva il
numero di foli dieci Suonatori .
A tuttociò allufe Ovidio nel libro 6. delli Falli

Temporibus Veterum Tibicinis ufus Avorum .


Magnus , <5* in magno femper honore fuit .

Cantabat fanìs , cantabat Tibia ludls


Cantabat mxflls Tìbia funeribus
E poi » Adde quod Addilis pompa , qui funeris irent ,
Artifice s Jolos juferìt efe decem .

E
con raggtone fù fatta quella riforma, mentre li Funerali,
non erano meno dilpendiofi delle Nozze', e delle Felle Teatrali.
Ne IcrifFe lòpra di ciò un’intiero trattato il Kirchmanni. A noi bar
ilerà riflettere acì&, che lì rifcri/ce nei libro 2, delli Rè nel ca-
po 3. cioè , che il Funerale di Abner fù con tal pompa celebrato,
che lo fleffo Rè David l’accompagnò Cosi Marco Imperadore
( come racconta Capitolino ) accompagnò Lucio Vero defonto
lino a Capua , con cui certamente fù il lèguito della Corte Im-
periale , e la pompa a quella condecente Nè folamente fù co-
.

ftume delli Gentili , mà anche delli Criftiani, onde riferifee San


Girolamo delcrivendo il Funerale della B. Paola, che molti Ve-
feovi accompagnarono il di lei Cadavero , e v’ intervennero le
Prefiche lamentatrici con li Sonatori
Mà lè apprello gl’Ebrei, Greci, eRomani Gentili fù il canto metto,
e apprettò li Crittiani fu lieto come fcriffe S.Girolamo orar. 2.
flebile
in Julian.de S.\?a.u\a.EnÌm non ululataselo plandlur^ut inter faculi ho -
vtìnesferifoletfed Populorum linguis dherfis examina concrepabant , e
poco dopo di£c ? djc lì repeteva VAlleluioliti Epitaphio Fabiola/?-
. .

+)è
gl
91 r0 ant
P/almi aurata Te mplor um tetta reboantia in fablìrr.ìore quan-
Ii tiebat Alleluja.C&ò poi iL iuono delle Tibie , ò Flauti nelli Fu-
nerali delli Criftiani, e fucccdè il Tuono delle Campane, mà di
ciò non è quello luogo da trattarne.
Rimane però Telarne non meno currofò , che intrigato lo-
pra la qualità degl’ Idromenti ulàtì nelli Funerali degl’ Antichi ;
i poiché è gran controverlìa tra li Scrittori circa -elsi : Alcuni af-
fermano che fi adoperavano li Flauti, altri le Trombe,; fonda-
no li primi la Ior’ opinione fopra le parole di S. Matteo al nono,
f
ove fi dice , che il Salvatore cum vidi et Tibicine: , avertendo il
Sopranis a carte 495. edere differenza trà Tibicine : , Tubicines , $
poiché li primi fono Suonatori di Flauti li fecondi di Trombe %
alla quale riflelsione foggiunge, che nelli Funerali delli Giovani
lì adoperavano li Flauti , come fcrilfc Lattanzio Interprete di
Statio lib. 6. Jubet reltgio , ut majoribu: mortai: tuba , minori
bus tibia caneretur ; Onde Stazio „
Tibia cui tenero: fuctum de ducere mane:.
Che perciò parla delli Tibicini nella morte della Figliuola
fi

dell’ Arcifinagogo morta in età tenera .


Tale differenza fù anche auvertita da Aulo Gelilo nel libro 20.
ove fi legge no: autem in capitoni: Attcii conjettaneis imeni mu: fi-
licine: appellato:
, qui apud Sito: canore /oliti erant hoc ejl vita
-,

Funaio: , S'epulto: , cofque h ab uife propri um genus Tuba, qua canc-


reni , ac CcCterorum T^i&icmuru pruprcetate dìjfferem
, quos Siti nifia:
wulgu: dicit — Hi: funt monumentarli^ quafì cornicine: Polluce lib.4.
.

ait Tbreni: accomodata: Tibia: habente: Hi fìticine: duplice: erant


,
vel Tabicinc: , nani ff Tubarum 0* Tibiarum frequen: fuit in
, fu-
neribu: ufu: . Tubicine: adbibebantur in Sepultura Nobili
um ; Alti
dìcunt in Juvcnum funeribu: tantum ufurpata:
effe Tuba : ali i ajunC -,

in PlebejoYum funeribu: Tibia: ufurpata: . Inter quo:


Lattantiue
Qrammaùcu: onde Ovid. lib. 5. Faf. Eleg. prima
Tibia Funeribu: conventi
ìfla mei:
La tromba poi adoperata nelli Funerali delli Nobili fi arcui-
fee da Propertio 6
lib. 4. eleg. ult.

Et metta concinucrc Tuba cum


fubita ttottrum
Detraheret lettofax inimica caput .
che perciò Silvio in comment. leg. in Tabul. dice, che nelli Funerali
delli
*>£ 3 2
Selli Nobili i non fi cantavano le Nenie, perchè non fi pi>
c-
vano udire per lo Crepito delle Trombe
Toglie tutti li dubbii il Nicolai a carte 109. ove dice , che
le Tibie, e le Trombe erano communi nelli Funerali delli giova-
ni, e Vecchi , delii Poveri, e delli Ricchi ; come anche credè il
Kirchmanno dc’Fimer. Romanor. lib.2.cap, 5. ma con differen-
za, poiché con la Tromba accompagnavafi la pompa del Fune-
rale, e li Flauti fi adoperavano, quando fi cantavano le Nenie
onde Ovidio 6. Fall.
Cantabat ntcejhs Tìbia Fu neribus .
Di qual forma fodero li fudetei Iftromenti, non li può con
certezza affermare , poiché come notò il Guthero erano di diver-
te fpecie , ò per cagione degl’ artefici , che le inventorono ò
,

per lipaefiove erano ufate, ò per il fuono vario refb dalla figu-
ra, ò dalla materia di cui erano fabricati
Il Kirchmmni afferma nel libro 2. cap. 5. che le Tibie ufà-

te nelli Funerali erano: C asterie latiores , 0* Ungi ore , quales in


Untiquis fepukris fculptae videniur , e lo deduce da Ovidio , il
quale nell’ Elegia 6. lib, 1. Amor, dille :

Florida prò mtcjlìs lanìatus piuma Capillis


Prò longa refonent carmina veflra tuba.

In conformazione d« cià fi può utfci vare nella Pittura polla


identro l’antico Sepolcro di Cefiio, ricopiata , e impreffa nel di-
morfo (òpra del medefimo di Ottavio Falconierio aggiunta al-
la Roma del Nardini, ove nella Tavola prima la figura terza tie-
ne in mano -due Tibie di tal forte .
Molto raccontò degl’ inventori delle Tibie Salmafio, e mol-
to ne dille Stazio } alcune delle quali faranno da noi a fuo tempo
cipolle
Refia per fine il cercare le cagioni, per le quali erano cele-
brati li Funerali con l’accompagnamento dei canto , e del fuono.
Il Nicolai afferma , che fi tuonava , acciocché quelli , li quali erano
aflitti per la morte delli loro Congiunti diflratti da quel diletto,
meno fentiffero il dolore , e fi fonda nell’ autorità di Polidoro
Virgilio che dice lo fieffo nel libro 4. cap. n. de Reruni In-
,

Ventoribus. Sedulio con altri nel libro?, afferma 5 che tal Co-
fiume
.

praticava per eccitare gradanti alli lamenti , ove dice •


I itume fi

Fanereofquc modos canta lacrimante ferebant


Tibicines , plangorque frequem confuderat ades .
più torto
,!Che perciò Euripide (limò, chelaMufica. doveva fard
nelli Funerali, che ndli Conviti, poiché querti
fono di loro na-

S tura allegri,
dove che nelli Funerali è bifogno di cercare follie-
vo al dolore ; come affermò il Miureto. Che perciò forfè Tine—
i
no figlio di Ercole, fecondo il racconto di Higino cap. 174. fe-
ce una legge , in cui fi commandava , -che quando era morto
qualcuno, fi fuonarte ama concha bucata, e con quella fi chia-
snalfe il Popolo al Funerale Macrobio però nel Iib. 2. in fomn.
.

Scip. cap. 3. riferito da Krrchmanno lib. 2. cap. 4. de Funer. Ro-


man. affermò, che fi ufavano le Sinfonie nelli Funerali , perchè 1
Corpore extintlo Anima ad Qosliim redire credehantar dulcedine
JMuficce ; che perciò (limandolo errore fi aftenoero li Crirtiani
da tal rito, come nota il Baronio all’anno 3 1,

CAPO
I

X.
Del fuono tifato nella
Guerra
Ino dall’anno dopo la Creatione del Mondo 1530. prima che
1S Troja forte edificata dal Rè Dardano, furono in ufo le Trom-
be per la Guerra , e ciò per commandamento fatto da Dio a
Moisè , poiché fi legge nel capo io. delli Numeri , che parlando
a Moisè dirte Si exierith ad Bellum de Terra veflra contra hcfles
:
y
qui dimicant adverfiis ws clange li ululantibus tubis igc. e circa 50.
anni dopo Moisè, regnando Giofuè , come fupremo Giudice del
Popolo Ebreo , e volendo Iddio dargli il porterto della Città
di Gi eri co , gli commandò , che facerte fuonare tutte le Trombe
nel girare le Squadre armate attorno le mura di erta, e fenza al-
cun fatto di armi, dice il Sagro Tefto, che le mura a quel fuo-
no illi cò corruerunt .

Ammaertrati da ciò li Popoli porteriori furono fempre fo-


E lui
èrt-
$4
iti ufo re il Tuono nelle Guerre ; onde cantò Virgilio .

JErc riere vira:-) martemque accendere ctxntu .

e appretto Dionifio li legge lib. 26. che


Congregane verò mili- :

te* Barbata refonabat Exercitum eccitane tibia Bdionee


, poiché
;
il Tuono riTvegliava li (piriti delli Soldati
, e anche rendeva am-
inoli li Cavalli ; onde la zuffa, eia battaglia Tuccedeva
con vi-
gore , e più Taci mente Ti vinceva, Delli Voli Macchabei notò
1

S. Giovanni Chrilòftomo lòpra il Salmo


45. che movendo Guer-
ra contra Antioco per mantenere le leggi della Patria
, avendo
Dio per guida Cum Aciem dirigeret non adfcìverunt Tibicines ut
:

fò in alìu Cajìrìe , fed Dei fuperne auxilium invocabant , ut adef-


fet , opem fcrret , $
rnanurn preeberet .


quanto è certo , che Ti ulattc il Tuono nella Guerra
tanto e incerta la qualità degl’Iftromenti adoperati oltre le Trom-
be L’erudito Galparo Bartolini nel Tuo trattato de’Tibiis nel ca-
.

po quinto del libro 2. copiolamente dimoftra etterfi ulati li Flau-


Ti brie in re militari ( ditte
3 progrediti atque re cefui Jignum
ti :

datum non prorfu* ex aliquo ritu Religiomtm , ncque rei divinte


gratta neque etiam , ut excitarentur , atque vibrarentur animi ,
,

quod cornua , io litui moliuntur , fed contra ut moderatrice* fie-


rent , quod Tibicinie numerie temperatur Nibil enim adeò in ag- .

grediendie hoflibu , atque in principile Prediorum ad falutcm , vìr-


tutemque aptiue efe , quìan fi per m ultlì fonie mitioribue non im-
medicè ferocirent Che perciò Plutarco lib. 8. de co hibenda ira-,
cundia attefìa : haccdcmonii* pugnataci* concentu Tibiarum ir am
ademptam ; ed Ateneo lib. 14. racconta, che li Popoli Lidi ave-
vano nelTETercito FiJÌalatore * , io Tibicine e , atque Fantina* Ti-
.

bicinae ; Marziano Cappella nel libro 9. riferifee , che li Popoli


di Candia ledevano combattere con il Tuono delle Cerere , e
Gellio Autore deH’Iftoria Greca nel libro i.cap. 11. Tedile, che
Tucidide, e li Lacedemoni infigni Guerrieri , non Cornuum , Tu-
barumque fgnie , fedTibiarum moduli* ufo* t/Te ; e poco dopo ffug-
giunfè cum pr£ Endice igitur ClaJTee crani , io inf radia Arie ,
:

Cfptumque in hofem progredì Tìbicine e inter exercitum pofiti canore in


,

ceptabant , ex ibi prdecentrine tranquilla , & venerabili ad quondam


quafì militanti* mufccc difciplinam vi* , £? impetu* militamene fpar-
//, dìfpalatique prorucrent cxhibebant .

Afferma maffìmo Tirio nella dilèrtazione 21. che ditale in-


veri-
. ,

+>è 35
i
venzione fù Autore Licurgo, volendo , che li Spartani andaffe-
i ro con tripudio e allegrezza contro gl’ Inimici : Parimenti fi hà
'da Bellonio lib. 3. cap. 13. che li Turchi ufavano nelle Guerre
un concerto di l?lauti e di Timpani
Non
fù però tale ufànza comune a tutti poiché attefla

Lipfio nel capo io. del libro 4» de re militari , che trà tutti gl*
Iltromenti da fuono , tenne il primo luogo in Guerra la B ucci-
na , e defcrivendola dice , che era un quafi circolo di bronzo
da cui fi rendeva un gran fuono ; Quella a fuo luogo farà più
chiaramente defcritta, per ora balli il fàpere , che tal’ Illromento
era dedicato aMarte,poiche communemente fi adoperava in Guerra.
Ne folamente quello Illromento fù adoperato in Guerra,
per rilvegliare con elfo li Spiriti delli Combattenti , ma come
averti 1’ erudito Abate Fabretti de Columna Trajani pag. 202.
riferifce Vegetio nel libro 3. cap. 5. elferfi ufati tré principali
Iltromenti , cioè la Tromba, il Corno , e la Buccina Tibici- .

'
nes effe > qui Tuba , Cornicine: , qui are curvo , Buccinatores , qui
Buccina committere pralìum folent . La Tromba era quella , che
, qua in femetìpfam areo circulo flettitur , il
diretta ett, la Buccina
corno , quod ex Vris agrcflibus argento nexum , li quali Iltromenti
come notò Io Steucchio, fòpra il detto di Vegetio fpelTe volte fi
confondono dalli Scrittori , e il lopra detto Fabretti avverti, che
liCorni, li quali ora fono formati di Bronzo, anticamente era-
no Corni di Bufalo , e che nelle Squadre delli Soldati a piedi fi
ufavano li Corni , e in quelle delli Soldati a Cavallo le Trom-
be , e anche il Lituo , di cui efpolè la figura a carte 204. prelà
dalla baie della Collonna Trajana .

Tal’ Illromento fu deferitto dal Bartolini cap. ultim. lib.


3.
j^liud Buccina genux dice egli incurvum Litvux
veteribux dittum
ex Petto gr aci lem eden x vocern quo in bello utebantur qui eo
cane* ’>

bat Liticen dittus e/l, e ne pone la feguente Ifcrizione


fèpolcrale.
Ai. lulius J/ittor •

Ex Collegio
lituìnum , iB Cornìcinum .

poiché fecondo Prifciano lib, i.Liticen Liticinis


diciture# Lìtuo
quo e/l genux Tuba minori s unde
!
, , foni fimt acutiorex , come fi
ha da Stano.
Et lituix aurei cìrcumpulfantur
acutix .

£ 2 CA-
36

CAPO XI.
Si pondera il Canto
EcclefiaBico nello
Stato della Legge Cri/liana .

N E (blamente forono
con li
molte azziont dalli Gentili
canti, e li
celebrate
mà anche dalli Criftiani, e chi
Tuoni,
volefìe porre in dubbio il canto nelle Chiefè , impugnai
rebbe il canto Angelico , del quale dille S. Luca cap.. 2.. 1 3 .

fu bit 0 fatta cf cum Angelo mult'itudò Militi# CceleJHs laudantium


Deum , (5* dìcentium Gloria in excslfis Deo Di tal canto dille
Sant’ Agoftino in Epift.- 189. cap,- 18... De Hymnis , & Pfalmis
canendis ipfius Domini , (q Apojlolorum habemus documenta , 0"
exempla , (q prgcepta . De hac re tam utili ad movendum pie ani-
mum , p) accendendum divina; dilettionis affetta m varia confaetudo
efl Ciò anche fi afferma dal Concilio Toletano 4. cap. 11 .De
.

Hymnis etiavn canendis , ìff Salvatori , (y Apojlolorum habemus


exemplum , ciò è manifefto per quello che raconta S, Matteo
cap. 26. 3©. ove dice,* che dopo la cena; Gli Apoftoli hymno. di-
tto exiverunt in Montem Oliveti Sopra che S. Agoltino inPfalm.
.

72. riflette, che Hymni laudes fant Dei cum cantico Hymnf can- -,

ta fant continente s laudes Dei ,


s fit laus , ìq non cantetur , non
fi
efl Hymnus y oportet ergo ut fit byvnnus
1
habeat hcec tri a y & lati•

dem ,
0* Dei
canticum . , 0
Da quello elcmpio ammaeflrati li primi Crifliani, comincia-
rono a cantare li Salmi, e gl’ Inni in lode del Creatore, e per
decreto di Sant’ Ignazio Vefcovo di Antiochia Coetaneo degli
Apoftoli fù aabilito il canto nella Chiefa dopo che, come rac-
conta Socrate nel libro. 9. cap. 8. dell’ Ifloria Ecclefiaflica rife-
rito dal Baronio nell’Anno 60. vidde gl Angeli divifi in due Co-
ri , che cantavano le lodi a Dio: lgnatius Antiochi qu# efl in
Syria , tertius il Tetro Apoflolo Bpifcopus , qui Apoflolis ipfis muli uni
verfatus e tt , vifonew vidit Angelorum S. Tnnitatem hymnis alterna
vece decantatis , collaudantium , formam canendi in ea vijìotte .

txprefiam Bcclejìce Antiochena tradì dit.j Vnds illa traditi0 ab


orimi-
* * itt»*
0 s
,

*!>è 37 &&
lus Eccleliis recepiti efl . Coftume poi praticato negl’ anni fu (Te-
gnenti , e Tempre inculcato dalli Santi Legislatori Cum convenc- .

ritti ( difle S. Paolo cap. 14. alli Corinti ) quifque veflrum Pfalmum
habeat nel 5. a gFEfefi Implemini Spiritu Sanalo , loquentes
.

volis metìpfs in Pfalmh , hymnis , canticis. Nel capo 3. della


Gerarchia Ecclefiaftica fcrirte S. Dionilio Pfalmorum San£td mo .-
dalati , qua omnibus fere Saccrdotibus talibus minìferiis inj ungitura
$ fubflantia adharet ,ea fummo omnium principalique Mi-
rat-ione
nìjìerio deefie non debuit . Tertulliano nel libro 2. ad uxorem ag-

;
gi Linfe ftimoli al cauto delle lodi divine con dire Sonent inter
J duos Pfalmi , ìpp hymni , io mutuo provacene , quìi melius Deo fuo
cantet , talia Chnfus videns , ip) audiens gaudet Filone de vita .

contemplativa raccontando li principii dell! Decreti Ecclelìaftici


noti folum ( dille parlando delli Cri dia ni intelligunt
) fubtilius
bymos ,. verum fed ipf faciunt novos in
ex omnibus eos , Deum ,

metris , Q fonis honejlatis , fuavi compage modulantes , ^


enirn ex omnibus confurgens in medio Pfalmorum haneftis moduli
intonet
E
certa quella verità, che fuperfhia cola Ti rende F ad-
fi

durre molte autorità per provarla quantunque non fiano man-


,
cati impugnatori , e detrattori di quello canto Eccle fi artico .

Li Valdenlì con F empio Viclèfo vituperarono il canto Ec-


7. del libro 4. nel To-
clefiartico ("come notò il P. Suarez cap.
mo 2. de Religione ) aderendo ciò farli inutilmente , quali che
Iddio forte lordo. Onde ^dicevano} con alzare le voci, e re-
plicare le parole fi perde il tempo. Rifiutò dottamente tale er- .

rore Suarez , e molti oppolero il lodevole coftume pratticafo


il

nella Chiefa per molti ragionevoli motivi F efame delli quali


,
n n c ha hi quello luogo Ballerà il riflettere a ciò, che
.•

^
riferì
v

il pio , ed erudito Padre Edmondo Mar tenne nel libro


primo art.. S. della parte feconda de Ritibus antiquis
, cioè che
nelli tempi antichi la prima
1

ordinazione , che fi- pratticava nel-


la Chiefà era delli Cantori
, e Salmirti , li quali però ,- come
auvert'i il Baro 11 io nell anno 60. non
cortituivano un’ Ordine fa—
grò diverio , ma una Clarte di- Miniltri
deputati per il canto,.
quorum ordo dice il Martcnne ab annis
, circiter trecentis vide tur
cxtim m. In prova di ciò adduce il
Concilio quarto Càrtaginefè
icen 0 1 nel can.. 1 o. Pfalmifa idef Cantar potef abfque lìcentia
Ufi-

t
*>£ 8
p
Bpifcopl , fola jujfione
Prccsbytcri ofiìcium fufiipere cantanti , ticcntc
fibi Presbytcro vide , ut quod ore cantar corde creda: , quod ere-
operìbus comprobes . L’ offizio di tale cantore fi delcrive da
S. indoro de divin. offic. cap. 12. ove è da offervarfi , che
gl’antichi avanti di cantare , dice il Santo, ci bit abFlinebant ,

pfalicntes tamen legumina in caufa vocis tijfiduè utebantur > un de £?


Cantore: apud Gentile: Fabariì ditti funt .
Perfuafo da quello antico , e lodevole cottume Lattando
nel libro 6. cap. 21» de divin. fcfl. fù di parere , che fi dovette
mantenere nelle Chielè Crittiane la Mufica , poiché ditte fi vo
lupta: efl audire canta: > carmina ; Dei lauder canere , }q audire
jucundum fit , hac efi volupta: vera , qua.? come: £> fida virtutis efiy
mà per maggiormente ftabilire quello parere , e da rifletterfi qual
forte di Mufica convenga nelle Chiefc *

CAPO XII.
Si accenna la diverjita della Miifica»
eJì efamina qual forte con-
venga nelle Chiefe .

Ual differenza del canfora variazione,e progreffi molti

Q
fia la
diffulàmente ne (enfierò, e ne compilarono un’erudito di-
^ feorfo il Macri nel fuo Hicrolexico alla parola Cantus , e
dopo lui l’infigne Cantore Canonico Andrea Adamo da Bolfena
nella prefazione Iftorica alle fue olfervazioni , per regolare bene
la Cappella Pontificia ; Onde a noi batterà accennare ridurfi la
Mufica a due Claflì , cioè il canto piano , e organico detto an-
che figurato
Si cerca dunque dal P. Suarez nel Tomo
de Relig. lib. 4., 2.

fe il canto figurato fia lecito nella Chiefa , Lo negò


Angelico 1

Dottore S. Tomaio nella 2.2. quell. 83. artic. 12. fondato nella
eftravagante di Papa Giovanni XXII. cap. unico de vita, ed one-
il Na-
llate Ciericorum ; in cui lo proibì. Dell’ittefla opinione fù
varro in Enchirid. cap. 1 6. num-33.e nel num. 32. affermò, che
pecchino li Cantori, li quali nella metta, e Offrii Sagri canta-
. s

•*>è
39 ...
no con canto organico, e ne adduce varie opinioni, particolar-
mente la Cajetano afferma , effere cola mala,
detta proibizione , e
piacere al femo , che per
perchè tali Cantori cantano più per »

eccitare1* animo a devozione , con che fi accorda S. Ago! tino


capo «.delle Confezioni, ove fi accufa
con le feguenti parole:
Cum mi hi accidit , ut me amplius cantiti , quìtm res qua cani tur ,
tnallem non audire
moveat , pan aliter me peccare confiteor , ìpj tunc
canentem Ciò accade (dice il Suarez,
.
quando nel canto non fi
ode ciò che li canta , mà la fola voce di chi canta ; onde
di quel-
,

la o-ode, e non delle cofe cantate.


fi

Con tutto ciò, rifponde il Suarez, non effer cofa per sè fletta
illecita, ne proibita, e tale coflume
fiprattica nelle Chiefe Cat-
-
toliche, anzi nella Cappella Pontificia. Et è cofa certa, che fa
cendofi colla dovuta decenza, fi eccita l’animo a divozione, la
quale maggiormente fi accende dalla Mufica, che dalle fole pa-
role E fe bene moke volte accade il contrario , ciò non pro-
..

cede dalla qualità del canto, mà dalla mala natura, òdi chi can-
ta, ò di chi ode, effendo il canto per sè fletto ordinato a buon
fine Quindi li Profeti erano eccitati da varii Ittromenti Mufi-
.

cali , e làutamente il Profeta David invita in più luoghi detti


Puoi Salmi a cantare le lodi divine, e accompagnare il canto col
Tuono
A aggiunge ( dice il lopradetto Suarez , che il dilet-
ciò fi

to detta Mufica può eflere naturale, e non pendente dalla liber-


tà , onde può TUomo fervirlène bene con eccitare gl’affetti all*
amore delle cofe divine ; E fè nell’ Eftravagante di Giovan-
ni XXIL fù proibito , fi deve intendere effere flato (blamente
proibito il modo indecente, e refta approvato dall’ufò continuo
pratticato ogni volta, che fi effercita con li modi dovuti ; onde
Innocenzo III. lib.i.cap.2. de mifl.miffae,fcri flkiDebent Cantora con -
fonie voci bus, &
/itavi modulazione concinere , quaterna animus au-
dientìum ad devotionem Dei valeant eccitare . Imperocché , come
notò Rabano Mauro Arcivelcovo di Mogonza lib. 2. de Infl.
Cleric. cap. 48. La Mufica è inflituita netta Chiela: Non propter
fpirituales , fied propter Carnale ; acciochè quelli, li quali à ver-
bis non conpunguniur fiuavitate modulaminis moveantur ; che per-
ciò S. Agoftino nette fue confeffioni , approvò la confuetudine
Ì del canto nella Ghiefa : Vt per oblcUamcnta Aurium infirmior
<*£ 40
animus ad afifeBum piotatis afiurgat , non ipfis fanftìs di
Bis religio*
fius , (j ardentius movcantur animi noflrì , prò fonorum divertita-
le excìtantur magis cum filavi
no degni
, artificiofia voce anturi e fo- cM
di riprenfione quelli, li quali fi difcoftano da quelle
lànte intenzioni
A ciò deve aggiungerli 5 quanto avverti il dotto Pompeo
Sarnelli nelle fue lettere Ecclefi artiche cioè, che quelli,
, liqua-
li condannano la Mufica
biafimano la Teatrale, non
, la mode-.
Ila, vituperano l’invereconda, non la divota.

CAPO XIII
Se Convenga nella Mujlca Ec-
clejìajììca ufare IJìromentì
Muflcali
Ropolè quello dubbio nella fua Salmodia il dotto ,
P
lta per
Cardinale Bona cap. 17. §. 2. e dille elfere ambigua la
diverfi pareri dell! Scrittori S. Giuflino Martire nella
li
e pio
rilpo-

queltione 1 07. loda il canto, mà efclude ilfuono. Li Santi Gio:


Crifortomo in Pfal. \ 50. Ifidoro Peleullota lib. 2.Epiflola 176.,
e con elfo S. Tomalfo 2.2. quell- 91. arde. 2. affermano elfere flati
permeili agl’ Ebrei a cagione della loro debolezza mentre fi
movevano dalle colè lenfibili., e quello parere fù feguito da Pa-
ludano in 4. dilt. 15. da Giullino ad quell. 107. citati dal Belar-
mino Argomentò l’Angelico Dottore con aflumere il detto d’Ari-
.

llotole lib. 8. Polit. capo 6. ove dice: Non efie fiuficipiendas tìbias
in difciplina , ncque aliud artificiofuni Inflrumentum , ut Cythara^ $
quid aliud tale , fied quacumque faciunt Aut borea bonos ; e argo-
mentò, fe nella morale dilciplina non fi deve allumere ilfuono,
molto più nell’Ecclefiallica
Condannò tali Illromenti , ed canto con elegante dilcor-
il

fo S. Aelredo Abate , coetaneo , e difcepolo di San Bernardo,


feri vendo, come fiegue Zìnde cefi antibus jam typis , & figari ,
:

unde in Ecclefia tot Organa , tot Cymbala , ad quid rogo , terra bili:
ilio Folli um flatus , tonitrui potius fragorcrn quìim vocis exprimens
t s t
^

**>£
4 1 ^
fumtùtm ad quid illa vocis contrada o , o infra elio Hìcjhccìnu^ !

ille difinita alter fupcninit ,


alter mediar quafdam notar dividiti

ledane verè Jlringitur ? mine frangitur 5 ###£


itHpjngitur ,
incidi .

diffufiori fionitu dilatatur


Aliquando , quod pudet elicere , /"»
.

equinos hinnitus cogitar aliquando^ virili vigore depofito^ in girtine<c


•> f
vocis gracilitates acci tur , nonunquam artificiofa
quadam^ ciré u invo-
lutionc torquetur^ (o retorquetur ; Vidcs aliquando hominem aperto
ac rldìcolofa qua -
ore , quafi interclufo halitu refpirare , non cantare ,
wt/; interceptione quafi minitari Silentium , agones mo-
rientium , vel extafim patientium imitari . Interim Hiflrionìs quibufi-
dam gefiibur totum corpus agitatur , torquentur labi a , rotantur oculiy
adfingulas quifqae notar digìtorum filexus refpon -
5

ludunt hurneri , Ò
det ; Et base ridiculofa diflolutio vocatur religio ?

quefta belliflìma narrativa però fi ha più tolto la deferi-


Da
zione d’unMiifico da Scena , che di Cantore Ecclefiaftico , nè
fi efclude dalla Mufica il Tuono , di cui parliamo , a favore del
quale non mancano Autori , li quali (limano doverfi ufare nel
canto Ecclefiaflico Riferifce il Baronio all’ Anno 60. num. 36.
.

il parere di Prudentio, il quale contro gl Ebrei così canta nell*

Apoteofi.

fhùdquid in cere cavo reboans tuba verna remugìt 5

figuidquid in Arcano vomii ingens Spiritu s hauHu ,

fipmdquid cabla cheli , quidquld tefludo refultat *

Organa quod confona mifeent


difparibus calamìs
,

AEmala P afiorum ,
quid reddunt voci bus antr a
Chrijlum concelebrat , Chriflum fionat , omnia Chrifium ,
Muta etiam fidibus Sanciis animata loquuntur »

Onde S. Àgoflìno in Pf 32. dilTe . Et fi ad Lyratn > vel Cytbct~

§
ram canere , Iq pfallerc noverisi nulla in te cadet repr eh enfio ,
He*
1
i brecum juftum Regem imit aber ir , qui Deogratus 5 0 acceptus , Exul-
1 Ztfta Domino ,
lufii in collaudatio , <//«> Propheta iy •>

\ tonfitemini Domino ìnCythara , C? pfialterio decacordo — £/ fallite


p
c di più dille , fumite Pfalmam , 0 Tympanum , PfaUerium ’

tequeundum cura Cythara; Or (e a tale Mufica con replicati inviti


iilono (limolati li Fedeli convien dire elfere convenienti nella
,

I Mufica Ecclefiaftica li fuddetti Stromenti.


F Con-
**d 42 ^
Confiderando il Cardmale Belarmino la qualità del Tuono,
fù di parere non elTere per le flelTo illecito , purché Tia mode-

llo , e moderato , e benché per giudi motivi non fi ufi nella


Cappella Pontifìcia , lodevolmente fi practica altrove , e li tol-
lera, affinché ficcome nella Legge Vecchia era follcvato dal Tuo-
no l’animo a Dio, cosi accada nella nuova , e a quello fine fi
introdotto l’Organo a Tempo di Giuliano Imperadore , come
Icrifie SteTano Durante lib. primo de Rie. EccleT cap. 13.
Può qui nalcer dubbio , le per Iflromento Mnficale detto
Organo, s’intenda un’ Iflromento particolare , ò pure molti altri,
poiché come auvertì S. Girolamo EpilL 26. ad Dardanum , e Ifi-
doro lib. 3. orig. cap. 19. Quella voce Tignifìca diverfità d’Idro-
menti, dalli quali fi renda il Tuono , ò perii fiato, ò per l’int-
pullb dato dal Sonatore Mà comunque Tra , è certo , che gl*
.

Idrumenti Muficali , non fono contro la decenza Ecclefiaflica


nè afiolutamente proibiti nella Cffielà Crilliana . Ciò fi può de-
durre dal Concilio Tridentino felli. 22. cap. de obfèrvandis in
celebrar. Miflac , ove fi dice • Ab Ecclefiis vcrò Afufìcas cas, ubi
fivc Organo , fine cantu lafiivum , 0* impurum aliqutd mifeetur 0V.
probi bet S. Synodus , nel modo flelTo parla il Concilio Seno-
nenie, e di Colonia, e (è nella parola Organo s’intende un’Iflro-
rnento Muficale , certamente milita la ItelTa ragione in tutti gl*
altri , nelii quali fi olTervi la gravità , e decenza conveniente .
E S. TomaTo, quando rifiutò l’Organo, rifiutò quegl’Illromenti,
che non fono necefiarii nella Chiela , nè mai affermò effer male,
nè il detto di Àriftotile olla , perche gl’ Illromenti Muficali To-
no improprii nella dilciplina , in cui s* apprendono le Scienze
non cosi nelle Chielè , ove con il Tuono fi può eccitare l’ af-
fetto alle cole divine, come è detto.
fi

Quindi nella Chiela primitiva £ dice Filone Ebreo lib. de


Vita contemplativa nel riTerirc li coflumi degl’ Antichi Criltiani}
non filàm Jubtilius intelligunt hymnos Veterum , fid ipfi faciunt n»~
vos in Dcum , omnibus cos de metris finis honefìis fu avi Coni*
> 0*

page modulantes .

IlMartcnne però nel libro primo cap. primo de ritib. anti-


quis Monachor. afTerilce , che nelli tré primi lècoli fi recitaro-
no li Salmi lènza canto , e che dopo fi introdotto da S. Efrem#
lècoado la narrativa di Nicefero lib. 9. hift. cap, 16. dicendo al
num.
.

**? 43 < ^
I aum. 50. Cum jm per Jacula fìmplex cantus y
Irla à Cbrtflo nato

five potius recitatiti nullo modulationie fuco permìfa Chrifi


P opulos
mutriviflet , ecce libi Harmonias quidam Bardefinì H'arefìarcba
bxreticus fìlius mali corvi , malum ovunt cum fua prava dogmata ,
muficis numeris includerei , Cf multi ex Syris propter nerboruto yc-
-
nufatem , £? fonorum fuavìtatem dcmulfi, paulatim barefes imbibe
r<?#£ . .5. Efrhem ea recognita carmina catholìcam fidem refonantia
•venefìcis Harmonii verfìbus oppofuit , fcìlicet clavum trudens

Ea itaque fuavi vocem fonorum que nexu accommodata Jyris audienda


prabuit , canenda , ab eoque PoBcrìores Ecclefia Cantores rno -
dulorum formulai mutuati , uMg/s «wg/r auxerunt ,
propagarun t .

Che fotteanche pratticato poi il canto dalli Monaci antichi


lo racconta Cattano lib. 2. cap. 2. Quidam (dice egli ) viceno s
feu tricenos Pfalmos , 0 bos ipfos untìphonarum melodiis , 0* **/-

imentione quarundam niodulationum debere dici fìngulìs noBì-


bus confueverunt .

E perchè nel progretto del tempo li Cattolici vedendo ef-


fere celebrate le loro fette dagrEretici con accompagnamento , e
finfonie d’Ittromenti muficali,(come riferitte Nocefforo lib. 9.
i cap. 6-} vollero anch’eff con pompa uguale celebrare le proprie ,
1

opponendo Cetere, a Cerere , Trombe à Trombe Velati pila mi - :

i nantia pilis ;
dice Niceforo
induBìque expugnandìs novatorum
,

artibus Ckori Caflrorum ; come


fece Flaviano in Antiochia , e
Crifoftomo in Cottantinopoli, le quali poi degenerarono in Mu-
1 fiche Teatrali, e furono abominate; Onde S. Atanafio le sbandi
dalla fua Chiefa Alettandrina, e S. Leone Papa ferm. 4. de jeju-
$
nio le biaiìmò dicendo Invìdiofò fono , 1 mollibus itti bus pul-
:

fatur auditus , ut animi foliditas illecebrofa modulatone folvatur ,


Cd letbalìum confueludìne fuavitatum incauta , 0* parum fobria cor-
da capiajttur ; e appretto San Giuttino Martire epift. io. fi legge
bandita tal Mufica colle feguenti parole . In Ecclcfìis fublatus efl
1 ufuitalìum Iftrumentorum , <£> reli Bum ef canerefimplìcìter ; apprett-
ici il medefimo Giuttino l’Autore della quett. 107. afferma : Con -

fuet udine m canendì in Ecclefa per IJlrumenta inanima fua <etate fu -


biuta fuìfie , (j retentum fmplìccs canti enei , eò quòd cantilena ad
crcpitacula Organa , non vìderentur decere Ecclefam ; e ne att-
, p
igna una principale ragione, poiché (dice ) tali Strumenti: à
1
F 2 Qen -
*9 § é**
44
Gentilì In s adbiberi cònfuererint in turpi bus , ac fardidis ufibus , nimi-
rum inTheatris convhiis^o facrificiis'jx deve però fupporre,che nella
parola Organa fiano lignificati gflftromenti firepitofi, e comune-
mente tifati nelle fede Teatrali , non quello , che con il vento
rende il Tuono fra tutti gli altri armonico , grave , e devoto , il
quale , come a fuo luogo fi vedrà fu introdotto nelle Chiefe da
San Damalo, òcome altri fcrilfero, trà quali ilBuIengero lib. 2.
deTheatro, da Vitaliano Sommo Pontefice circa li 660. E fe be-
ne il S. David fece replicati inviti a lodare Dio col Tuono diva-
rii Stromenti , effe n do fi colf abufo di elfi profanata la religione,

fono fiati ragionevolmente sbanditi dalle funzioni Fcclefiaftiche


e ritenuto {blamente quel tanto, da cui può conciliarli la devo-
zione , che perciò il S. Arcivefcovo Carlo Borromeo nel Con-
cilio di Milano pag. 31. determinò , che Organo tantum in Ec-
clesìa lacus fu Tibia , Cornila , (j reliqua Mujica injlrumentu exclu -

dantur Imperochè, come bene auverti Giufiiniano in relpon bo-


.

ne ad qmefi. Orthod. 107. Gemere Jìmpliciter non e Fi pueris con-


reniens , fed cum inanìniis Injìr amentis canere , (j cum faltatione ,
ìT crepitaculis .

Sihà dunque da concludere , doverfi nella Mufica Eccle-


fiafiica ulàre tutti quelli modi, dalli quali fi può eccitare la de-
vozione , c accrelcere il culto a Dio, trahendo quel fo o dilet- ;

to, con cui fi concilia la pietà , e venerazione all’ Autore del


tutto
Che in tal approvato da Dio il Tuono fi può
maniera fia
dedurre dal celebre fatto , che accadde a S. Francefco d’ Afilli ,
come fi racconta nel lib. 2. della parte prima delle Croniche,
ove così fi legge. Stando male S. Francefco, deiiderò di lentie
cantare qualche lode a Dio con qualch’ Ifiromento ; Onde di fife
a Frà Pacifico, che era fiato gran Poeta al Secolo , che le bene
gl’ Uomini di quello mondo adulavano di quegl’ Iilromenti , che
erano fiati trovati per lodare Dio , e con i quali tanti Santi T ave-
vano lodato, nondimeno gli cercade di avere lecitamente una
Viola, e gli cantalfe per lua conlòlatione qualche laude fpiri-
tuale , che non per quello s’olFendeva Dio , c che però crede-
va clic in tal modo fi poteva ridurre quella lua grande afilizio-
nc, c gravezza d’ infermità a confolazione , cd allegrezza dello
Spi rito , mà rifondendo Frà Pacifico , di’ egli averebbe lcan-
daliz-
. . ,

45 +>è ^
dille , eh’ egli aveva ragione
;
dalizzato il mondo ciò facendo ,

e che lafciafle (tare Mà il Signore, che aveva di lui curafpe-


.

[j ciale, fubbito gli mandò un’Angelo , che toccò una Viola con
tanta , e tale dolcezza , quanto da un’ Angelo del Paradifo fi può
i: finiate, che folle, confolando ad un tratto l’anima, e il corpo
afflitto del gran Servo di Dio j onde rivolto a Frà Pacifico , che
non aveva fentito il fuono , e gl’ altri Puoi Compagni, gli fece

rendere grazie Signore per quella gran confolazione , che Sua


al
il Divina Maeltà fi era degnata dargli
E ciò balli avere auvertito in Generale prima di efporre, e
si (piegare quegl’ Iflromenti , delli quali fattane una raccolta fàran-
I! no in appretto indicati coll’ ordine di lòpra accennato delle tré
tl Claffi , contengono. Premettendo dunque la
nelle quali tutti fi

: Clade di quelli, li quali rendono il fuono con il fiato del So-


natore, e con il vento artificiofàmente prodotto, terrà il primo
; luogo la Tromba

I.

Tromba Antica Ebrèa.

T Rà con cui fono ani-


tutti gl’ Iflromenti fonori perii fiato,
mati a rendere il fuono , deve tenere il primo luogo la
Tromba , poiché quella fi legge ordinata da Dio nelle Pi-
gre carte , quando comandò a Moisè nel decimo delli Numeri,
Fac ubi àlias Tubas argenteas dudii Ics qui bus convocare pojjismul-
,
tìtudinem , quando movenàa funt caFira dal quale precetto fi ren-
;
de falla la narrativa, che fi legge nel quarto tomo del Teatro
della vita fiumana pag. 1291. cioè, che PifeoTrojano fu il pri-
mo Inventore della Tromba di metallo, mentre che anche prima
del comandamento di Dio a Moisè erano le Trombe di metallo
tifate , poiché come fi legge nel libro
del Le vinco al cap. 23.
num. 24. che Dio dille a Moisè menfe feptimo prima dìe menjìs
,
erit "dobis Sabbàtum memoriale
clangentibus tubis , f) isocabìtut
San Bum .
-

Soleva quell;’ Ifiromento nelle Funzioni làgre fuonarfi dalli


Sacerdoti, come fi può arguire dal comandamento fatto da Dio

aGio-
46
« Giofuè , quando volle dargli il podeflfo di Gierico cap. 6 »

num. 4. Septìes circuibitis Civitatem , $ Sacerdote: clangent bue-


tini: , che perciò (òtto il numero primo qui fi rapprefenta un
Sacerdote della legge antica in atto di fuonare la Tromba , la
quale nelle Sagre carte nel capo fopraddetto fi nomina ora Tuba,
ora Bucciniti onde fi deve intendere edere Io ftedo Iftromento.
Non è però certo , fè la Tuba , ò Buccina folle della forma
qui elpreda, poiché eruditamente averti il Guthero de j ure ma-
ni um Iib. 1, cap. 2 3 Tubarum genera plura ab Inventori bu: y Ke-
.

gionibu:y à fono , materia , figura , ufu , con tutto ciò pare , che
non fi polla dubitare , che folle di tal forte , mentre Giufèppe
Ebreo antichidìmo Scrittore, e perito nell’ antichità Giudaiche
nel lib 3. di effe al cap. 11. la defende come lègue, parlando
della Tromba ordinata a Moisè . EJì autem tali: , longitudìnem
quidem habet pania mina: cubitalem crafjìtudine autem efi Tibia peru-
la craffor , cujus 0: tantum patebat quantùm ad inflandum fufficc-
ret , defìnebat in extremitate campanula Jimili: qnemadmodum tuba,
qua Afofrct vocatur apud Habreo: . Che anticamente fode ufau
dritta fi cava da Giovenale ove dide.

ffuadragìnta de dii Graccum /enteritia dotem .

Carnicini fve hic retto cantaverat / re .

Mà prova piu convincente abbiamo nelli marmi ,Medaglie an-


e
tiche delli Romani , in molti dclli quali fi vede la fama ubare la
Tromba per pubblicare Vittorie. Nella Colonna Trajana fi ve-
dono anche efprede Trombe dritte , delle quali Vegetio nel Iib.3.
-
della Milizia Romana cap.5. Tuba*, dide , qua diretta cfì appella
tur-) e nelle note (òpra la detta Colonna il Ciacconio nella Ta-
vola nona num. 83. Tubaàìcc. ìnflrumentum tàm ef ex are cum
argento , cavum , retta m , cujus fonitu: in cafri: , 0* prahis ,
&
Sacri: etiam in ufu erat , ijf Tuba , qua diretta eFI appellatwr .
Viene da noi efpreda nellTmagine efpoda, come fi può ar-
guire dalla delcrizzione di Giulèppe , alla quale fi oppone 1 al-
tra figura , che fegue

I.
. .

* 47 f*

I L
Soldato con Tromba antica
V

'

^
Ioè d* un Soldato , il quale ftà m
atto di Tuonare una Trona-
1. a ba dritta, e corta mà diffimile dalla prima , poiché termi-
.

na in una bocca più ampia , e alquanto ripiegata , pretti


j dalla Colonna Trajana , c polla dalli Schacchi nel capo 57.
del Mirotecio 3. ove auverte , che per poter Tuonare tale Ittro-
i mento conveniva adattare alla bocca del medefimo una linguet-
ta» Tuono *
con cui era regolato il

La fletta figura di Tromba dpofé il Cartolino nel libro d©


iTibiis nella Tavola 3. aura. 5-
Circa tale Iflrumento è da ricordarli la finzione poetica B
jin cui fi dice , che Minerva ricuTalTe 1* ufo della Tromba , per-

che quando fi Tuonava, retta va deformato il volto del Sonato-


lire , mentre era neceflìtato a gonfiare le Guancie , onde la gettò

per terra , mà che accorlèro molti per raccorla , onde ne retto


l’ulo di efla in varie funzioni, e a tale deformità fù trovato ri-
medio , mentre come racconta lo fletto Barxolini nel cap, 3* del
libro 3. li Suonatori delle Trombe cingevano le guancie con un
legame di pelle, in cui lalciavano unapicciola apertura per da-
re fiato alla Tromba , c di tale ufanza ue apporta netta Tavola
3* moke marmi antichi , trà le
efprettioni in quali > ò T laiagi-
ae , che noi col numero UL qui elponiamo

irr.
gf* 48 ?C*

III.
Sonatore di Tromba prefa dal
Campidoglio . • I

C ioè d’un Suonatore nelle Fede di Bacco prefà da un marmo


poflo nel Campidoglio , cinto nelle guancie del fòpradetto
legame , fopra la quale ufanza riflettendo Plutarco de ira, olfer-
VÒ una doppia utilità ,cioè di nafcondere la deformità del volto,
e di regolare l’impeto del fiato neceflario per fuonare : Capìflro
qitodam integumento
( dice egli ramentando Marfia Pallore) cir-
ca eofpìritum , qui rapidi 0
violentcr perumpebat coercuit , vul- 0
tus incequalitatem abfcondit .

Hor di Illrumento non fù mera invenzione il


tale antico

, che dopo edere flato gettato da Minerva fù.


Poeti
dirfi dalli
raccolto da molti , poiché vero è l’ edere adoperato in molte
funzioni* E ficcome le Trombe comandate da Dio a Moisè fer-
verono a molte colè , come notò Monfignor Rocca capo 9. de
Campanis, cioè per dare il Pegno alle Turbe, quando doveva-
no trasferirli da un luogo adun’altro, quando dovevano in-
li

timare le battaglie ,
quando li dovevano celebrare le Fede , e
J
offerire li fagrificii , e fcannare le vittime , cosi parimente nell!
fecoli pofteriori ebbero le Trombe divedi ufi , e oltre li già
detti. Tappiamo , che il Popolo Romano fi radunava al coni-
glio con il Tuono della Tromba, e che con il Tuono della me-
defima fi pubblicavano gl’Editti delli Principile vendite delli be-
ni, e li Giubilei nuiverfali, e quando altro non vi folle, bade-
rebbe faperne l’ufo mifleriofò degl’ Angioli in Cielo moflrato a
, San Giovanni , come fi racconta nel capo 8. dell’ Apocalifle :
Et feptem Angeli , qui habebant feptem Tubas , prtparaverunt fe ,
ut tuba cancrcnt ; overo quella , che da tutto il Mondo fi do-
verà udire avanti Vedremo Giudizio , quando , come dice San
Paolo ad Chorint 15 52 .Canet enim Tuba , Alortui refurgent0
Sopra di che caderà occafionc più opportuna di farne mag-
giore ricerca
IV.
-

-
.

49

i v.

Tromba doppia.

,| A Lia Tromba retta, c (èmplice ufata dagFAntichi , fuccedè


:
/Y formata dal canale doppio ,
l’altra onde come notò lo Scac-
ichi mirot. g. cap. 57. fi rende il luono più grato , e armonico,
mentre coll’altra più tolto li eccitava rtrepito,che canto. L’Ima-
gtne qui porta rapprelènta la di lei forma , come tutto dì fi vede
culata da chi efercita l’offizio di Trombetiere ; onde non hà bilò-
gnod’eflcr più diffufamente delcritta
Chi ne folfe l’inventore è adatto incerto, benché indoro
Icriffc, che Tuba à Tyrrenis pr'màm inventa ; onde Virgilio Tyr-
rhenufquc Tuba mugire per athera clangor ; rnà le s’intende della
iemplice detta di fopra , chiaramente li convince la fallirà , nien-
tre , come lì è veduto , fù fino dal tempo di Moisè l’ ufo della
;Tromba, le poi s’intende di quella di cui qui fi parla, dicendo-
li , che folle inventata dalli Popoli di Tofcana , non fé ne hà in-

dizio certo, mà è probabile, poiché quella di Moisè, come fù


ì
deferì tta di fopra, era dritta, e non piegata . Di quella
feri ven-
do Padre Merfènne pag. 104. del libro 2. Harmonicorum della
il

verfione latina, dille che la lunghezza di elf* ftefa uguaglia fet-


te piedi.

v.

Tromba /pezzata.

A 5
Quella Compolla di Canale doppiamente piegato
ne fù aggiunta communemente detta Tromba
quelta comporta di doppio Canale
,
un’ altra
Ipezzatà : è
inferito V uno nell’ altro
, c
ioltenuto dalla mano finiftra in
modo , che la bocca porta ani-
marlo col fiato , la mano delira ora allunga,
ora feorta la parte
G mobi-

\
50
mobile e con ciò fi ottiene il Tuono che Tt de fiderà
, dalla
Mufica , e non lipuò ottenere con la Tromba di (opra accen-
nata Parlò di
. quella il P. Mcrfenne nei libro degl’ Idromeruì
armonici , e dille , che li Francefì la chiamano faquebute
, e ag*
giunte, che fe fodero le volute di elio polle in linea retta
, IL
rebbe la lunghezza di quindici piedi . Defcride quell’ Idrumen-
to anche lo Scacchi mirot. 3. cap. 54. , e affermò
, che tal forte di
Tromba fu ufata dagl’ antichi Egiziani , fondato su le parole di
Apulejo , il quale nel libro fecondo delle Metamorfofi dice par-
,
landò deili Sagrifizii celebrati in onore dalia
Dea Ifide lbant ,
;
& Tibìcines dicati magno Serapi Tibicines qui per obliquum cala -
mum ad aurem porrebìum , dextera famiHarem Templi , Dei quc mo-
dulum frequentabant ; e della parola per obliquum calamum ar-
, ;
guire tal forte di Tromba ripiegata , e dall’altre: Dextera fami-
harem Templi Deiquc modulum frequentabant , dima fignificarfi
il moto della mano, che ora allungava,
ora accorciava la Trom-
ba. Dextera extendente dice egli vel retrabente Tuba canalcs mu-
( J
ficaies foni ab e a edebantur ,in eaque extenftone
, (p) retrazione Ti
-
bitines modulabantur ; e ne pone la figura a care. 674., nella quale
però non apparilce alcuna (pezzatura , ed è in tutto fintile a quel-
la oggi dì ufata communemente, e da noiefpoda al numero IW
Rimò perciò il Bartolini ederfi ingannato Io Scacchi , poiché
(dice ) di tal lorte di Tromba (pezzata non fe ne vede alcuni
efpreffione antica , onde la dimò moderna : <f)uod Ifrumcntum
( fono parole di 229. ncc dum m'hi ex veteribus hauti-
lui ) pag.
re licui , licet nofris temporibus illud Tuba genus extare , at-
que in ufu efe non ignorem.
Al che noi potiamo aggiungere la Sinfonìa , che fi fà nella
mole Adriana in Roma , ora detta Cadello S. Angelo in alcune
fede principali dell’anno in una loggia eminente efpofta verlo il
Ponte detto Elio da Elio Adriano, che Io fabbricò, da quattro Suo-
natori di quede Trombe (pezzate , accompagnati col Tuono di
due altri detti communemente corni , delli quali a Tuo luogo fi
parlerà. Ufano una fimile finfonìa gTidelfi (donatori , qualunque
volta Senatore ,
il e Contervatori di Roma ofFeriteono Calici d’ar*
gento nelle Chielc, ove fi celebra la feda di qualche Santo , per an-
ticha confuetudine a quedo fine dal medefirao Senato dipen-
diate
VI.
.

*>é 51 9*

v i.

Tromba dritta fpezzata.

Uole anche rifarli la Tromba dritta d’ un folo Canale fpez-

S zato in modo che inferita una parte dentro l’altra, ora fcor-
tandofi , ora allungandoli fi cagiona il Tuono più , ò mena
acuto , ò grave , fecondo che ricercano le regole della Mufi-
ca, e fi ufà particolarmente daperfone abitanti nelli Villaggi.

vii.
Tromba curva •


nafcere un’altro dubbio circa la Tromba ufàta dalli Sa-
P cerdoti Mofaici , e ftimarfi , che non fofTe dritta come la de-
fcriffe Giufèppe Ebreo , mà curva , mentre che in più luoghi del-
la Sagra Scrittura, parlandoli di effa con il Tefto Ebreo , in luo-
go delle parole; Sacerdotes lollcnt feptem buccinar 0V. fi dice Sa-
cerdote s afiument feptem tubas s£rìetìnas ; e raccontandofi la cadu-
ta delle mura di Gierico dopo il Tuono delle Trombe fi agiunge,
<5* fuit inprotrahendo in corna arietino , Io ftedo fenfo notò lo
Scacchi edere nel Tefto Greco : Et feptem Sacerdote s accipìent fe-
ptem cormcinar. Dalle quali parole può nafcere doppio dubbio;
il primo è circa la materia
, il fecondo circa la forma , cioè fe
fodero veramente Corna bovine , ò di altro animale , ò pure
di Metallo , mà fabbricato in forma curva , e fimile al Corno
Che fodero di materia Cornea , non vi è Autore , che T aderi-
fca mà bensì di Metallo , come chiaramente fi dice nel com-
,

mando fatto da Dio a Moisè, perchè formata forti in forma cur-


va , e fimile al Corno dell’ Ariete , perciò prefero la denomina-
zione da tal forma , e furono chiamate anche con il nome di
corno , ficcome di Tromba , e di Buccina
, ciò fù odervato da .

Giufto Lipfio nel libro 4. de milizia Romana Dial. io. dicendo,


che la buccina fode cosi detta dalla forma e materia del Cor-
,

G 2 no
52 H+ -Og
jio bovino ; Ndm atale Varronis Incrina fiebat ex materia metal-
lica , ìq tamcn corna dicebatur ; e fi diceva , a bucrinandì '

forma
cioè dalla bocca del Suonatore , mà lo Scacchi , ftimò che tal
,
voce fia originata dal corno bovino per la vacuità , che tiene
Vegetio nel lib. 3. de re militari cap. 3. afferà, che folle di me-
tallo Buccina ejì , qua infemet areo circulo fleBitur , che perciò
.

li Suonatori di ella fi dicevano y^neatores .


Onde Statio lib. 5.
de Tebads

Talia apud Grajos quas are recuruo


Strìdente s acueye tuba . . »

E Virgil. lib. 7. Eneid.


JEreaque f
a enfi confpìrant cornua rancai

Sicché apparifce, che la materia era di metallo la forma era dei


Corno, cioè curva, e di modo, che piegando fi andava fem-
pre slargando, come il Corno defcritto da Ovidio»
' 7
:
.
' t
, , . .

Cava buccina fumicar Hit -


Tortilis in latum , qua turbine crefcit ab imo l

...
E’ come il Como
dell’ Ariete non perfettamente tondo , mà curuo
in modo , che partendo dalla bocca del Suonatore , e rivolto
•fatto il braccio, fi ripiega dietro allafpalla, d’onde torna ver-
fo Suonatore
il Tutto ciò apparilce nella Colonna Trajana.'
.

Tab. b. c. lo.num. 57. , ed in molti altri marmi antichi , uno


delli quali è nella Tavola 5. del Bartolini al numero 5., e fidi-
moflra dalla noftra Imagine fotto il numero VII. , ficcome nel- j

ila pompa trionfale deferitea da Giudo Lipfio , e ia molti altri


luoghi apparilce.

vili. s
. . ..

53 ^
vili
Altra piegata antica
Stromento forma ufato dagl’ antichi Romani 3 perche
di tal

I era incommodo nel portarlo , e lòftenerlo, fi reggeva fopra


una fpalla principalmente quando era grande, con una tra-
,

versa a quella unita , come apparifce nelli Sepolcri antichi pub-


blicati da Pietro Santi Bartoli , e dalli marmi del Bartolini , di
Giulio Liplìo , ed altri , dalli quali fi è prefa la figura lòtto
t quello numero elpolia

1 X. r,
1

Tromba Verjìana

N
|

EI Libro delli Perfia delcritti da Engelberto


Viaggi per la
Kemfero, oltre li varii Idromenti, che di fiato, ediper-
colfe fi alferilcono ularfi in quel Regno, molti delìi quali,
ò niente, ò poco diferilcono dagli via ti in Europa, uno le ne ac-
cenna, ed è qnello elprelfo nell’ Imagine qui polla , cioè una
Tromba lunga più della datura del Sonatore, per cui fi richiede
molto fiato , e fi adopera ordinariamente in guerra

x.

1
Tromba del Madure .
!

A Lltra poco
quando fi
lo , e non
diffamile
ufà. fuole
fi adopera nel Regno delMadurè
Sonatore tenerla alzata verlò il
nel modo
il

qui elprelfo nella carta , perche era


l €
Cie-

incapace di tale elprefiìone ; E perche fi è nominato tal Paelè non


farà fuori di propofito darne qui una breve notizia
Nella parte dell’ Indie Orientali bagnata dal Gange è un’
am-
7

54 >£ ^
ampia Provincia nominata dalla Città Capitale Màdurè fitùata frà
il Malabar verfo Occidente , e la Perda ver lo Oriente
, confor-

me feritte il Baudrand nel fuo Onomaftico geografico Ivi fono


gli abitanti Idolatri perche in clima molto caldo , fono di co-
, e
lore bruno fimile a quello della Cannella , ufano lòlemente per
vede una tela , che decentemente li cuopre , fendendo dalla
cintura fino lotto alle ginocchia, e la parte Superiore retta ignu-
da, ficcome le gambe, e li piedi, con li quali (blamente le per-
lòne nobili ulano un zoccolo di legno, che prendono per un pi-
roio con le due prime dita , chiamato Padacururu * E nelle lingua
Portughefe Tamanaos , fogliono dipingere la nndità con un co-
lore bianco , cominciando dalla fronte, in mezzo di cui formano un
quadrato, poi nel petto, e nelle braccie, e in diverfe maniere,
come fi è elprelfo nell’Imagine » Non efeono mai in pubblico
con il capo (coperto, mà Tempre lo cuoprono; con una tela mol-
to fiottile , chiamata Rumaley , e con un’ altra maggiore molte
volte raggirata detta Teleypagu Alcuni però ulano tal volta
un Gibbone , e alcuni Nobili una Vette longa fiottile di bam-
bace . Celebrano le loro fette con danze, e luoni , limili molti
agfi Europei , e altri da loro inventati Batti qui aver efpofta la
.

lunga tromba da loro ufiata

x r.

l^ituo antico.

U N

ferente
Ittromento ritorto verfo la bocca di elfo , mà di
fimile
mole più piccola fi chiamò dagl’ Antichi Lituo , le bene
da alcuni fi confonde con la Buccina, nulladimeno da etta è dif-
Si veda la figura qui efpotta , che tiene il Lituo della
.

forma prefa dal Fabretti dalla Baie della Colonna Trajana , c


nel fuo volume la polc a carte 204 Una fimile fi vede nella 1 a-
vola terza , fiotto il numero 4. di Galparo Bartolini , il quale a
carte 2*8. afferma averla prelà da un marmo antico efittente nel
Giardino dell’ Ronconi in Roma con la fieguentc In-
Avvocato
flizione .
s i

55 2°*

Julius Viti or
ex Collegio
Liticinum Cornicinum .

c aggiunge^ che Litutts appellata efi virga brevi s Ih parte qua ro-
bullior erat , jucurva , qua facrifidorum miniflrì ujtfunt . Tale figu-
ra fù pubblicata in ftampa da Francefco Bartoli figliuola del fa- fó**.
molo Barcoli Grotte di Roma nella Tavola ?.
tra le Pitture delle
ove le note di Michelangelo Caulèi dicono, che di tal Colle-
gio parlando Vegetio nel 2. al capo 7. dille Tibi.cines Cornicine , $ V-
t*--
Buccinatone , qui Tuba , w/ areo Corna , Del buccina committ ere
pralium folcnt . Il Lituo diverfò dalla Tromba era proprio Iftru-
inento della Cavalleria , il quale fendeva un Tuono acuto , di cui
Ieri fife Lucano nel primo: Strìdor Lituum foggia del Li-
, fatto a
tuo augurale .,dal quale , è verifimile ohe pigliarle il nome.
Un tal’ Tiramento da Tuono fu deferitto da Seneca in Oedipo.

Sonuit refieno dafjìcum cornu ,


Utuufque adunco Jir ubulus cantiti
Edidìt are*

Tal’ Iftromenlo ufàto principalmente nell! Sagrifìcìi dice il


Bartolini eflere Tato inventato dal Baftone di tal forma,
con cui
Romolo difègnò il contorno della Città di Roma, Fello Io defi-
nì , dicendo ejl genus buccina incurva unde
, vox gracilior exiret ;
n “ e S tat ^° fexto Theb.
, (J lìtuie aures circumpulfantur acuti ;
£
benché fia cofa dubbiofà, Uè tal forte d’Iftromento (onoro
abbi*
avuta 1 origine dal baftone,
o verga degl’Arufpici , ripiegato in
una cltremità , pure quello procedette dal Lituo
ò (onoro. Fà
mollo tal dubbio da Aulo Gellio nel capo 8. del
libro primo ,
dicendo : Viruntamen pari forma , paritcr incurvane ejl .

XII.
*>d 56

x 1 1,

Corno per la Caccia :

*'
A L contrario
rendei! il Tuono rauco dal corno , ò fi a quello
di Bue, quale fìt adoperato dagl’ Antichi c adeflo an-s
che li ufa dalli 'Pallori per convocare gl’Armenti , ò fia formato
di bronzo di figura fimile , come fi efprime nella feguente figu-
ra , e ufato ora nella caccia Nel tempo di Romolo ferviva il
.

corno bovino per convocare li Cittadini Romani al configlio »

come fi cava da Propertio nella cleg. 1 del lib. 4. .

Buccina cogebat prifcos ad nerba quintes . I

Varrone de lingua latina , citato nel telòro di efia Tcriilc:


Cornua dìcebantur , qua nunc tuba nocantur , (6 4aa nUfl°
allule
funt ex are-, tane fiebant à bubulo corna al quale coltume
j
Virgilio 8. Eneid. rauco flrepucrunt cornua per fine qui 11
cantu ,

può riflettere all etimologia adotta dalfidoro* il quale ltimo »


1

che la parola Buccina fignihchi lo lteiiò , che U. corno derivato


dalla voce , quafi dieelfe vocinam ,

XIII.
Corno delti Turchi •

l un
in ufo . Era quello
L
cornetto ali’ «-tiuta non wè pii*
antica ), liUll
j. piò 144 ^ ^
1

palmi tré , e un quarto , forato a piramide in modo ,


» c
CflC
I i -
r * _

la bocca ultima era in' diametro oncia una , e


in

mezza , c ne
erano «
cima la bocca era d’un minuto, e mezzo. Nella verga
gl’Ebrei, c
buchi fo-pra, e uno fotto. Era quello conflitto a
nella veu
deferitto da S. Paolino parlando di alcuni fonatori
di Niceta Vefcovo.
Labra tcrìt calamis narioque magifra
Tempcrat arte Jonos arguta for aminafiat u .

Mobilibufque regit digitis , clauditq ite , apentqtic


dulccfcat rcdcatquc cavcrnit
»
Ut rapidamici I
%
. „ . -

-Od 57 __
t

li fabbricava non folamen te


Queir* Iftromento anticamente
appretto Fi loft rato lib. 5. de Vita Apollo-
di legno, come fi legge
croci h<ec tìbia , quod ex auro aurica
^
nii Thianei. An igitur prcet
coque, aut corvo-finn , AJworum or uri bui compaEla Jìt . D c.
*
Tali buchi dagl -Autóri Torio detti- caverne , e
per etti Si-
donio chiama tal’ Iftromento , e fimili multi foratilo , e multifo-
rì ,
come lo ditte Seneca in Agamennone-

,

'

'
XIV. .
-

:
i;

Corno Turchefco
l
'

i V "t f ; j :
'
j" ‘
» # r
|

U No ufa dalli Turchi , e ricerca molto fiato


di tal Forte
per edere animato al fuono , la figura qui efpotta prela
dalilmagine ftampata in Parigi per ordine di Monsù di Ferra-
fi

jol Ambafciadore del Rè alla Porta , e pubblicata nel 1712., con


la quale fi rapprefenta 1 accompagnamento di una Spola a caia

dello Spofo, lo dimoftra , Siccome una Tromba Indiana , ufata


nella Provincia di Goa , ed altri luoghi dell’ Indie Orientali 3
fuol’eflere lunga fette, e otto palmi Romani , e rende Tuono rau-
co 3 e ricerca molto fiato ; onde da pochi fi ufi

X V.
• f
neh r •

-*i ... ,
*
Tromba Cinefe.
‘ "•
d(' W' jt; (. '
i

N
• i
.
.
.
. . .
, ,

EI corteggio fatto al
Rè della Cina affai numerofb dice
Gio: Francefco Gemelli nel
Tomo 3. detti fiioi viagd , pre-
cedono alcuni Trombetti
, li quali fuonano una Tromba fatta
1 egno molto filmato dalli
Cinefi, è cerchiato di (cerchi d’oro,
a grò ìezza non
eccede un palmo , che a poco a poco dilatan-
0 1 5 orma una
Campana , la lunghezza è di palmi tré

H XVI.
XVI.
Altro Corno da Caccia.
Abbricato col progreflo del tempo il corno di metallo , c
F mutata la materia di elfo, fù anche variata la forma, ufon-
doli dalli Cacciatori , e dalli Corrieri , fi per darli avvilo da
quelli Minidri delle Polle, e per animare da quelli li Cani,
alli

e fvegliarfi le Selvaggine . Si fabbrica di metallo, acciochè fia


il fuono più chiaro , e anche fi fabbrica ripiegato , come fi ve-

de nelfimagine, qui polla, acciochè diventi maggiormente gra-


to , che perciò appretto il du Gange fi legge : Cornua enfiare dì-
cuntur venatores Aderì il Patavino de ludis Circcnfibus lib. 2.
cap. 85. che anche gli antichi Romani nelli Trionfi, ufattero. Brc-
quorum dià upu apud Roynanos fuit ; fuole tale fpe-
ves tibicinulas ,

cie di Tromba non edere maggiore in lunghezza di un palmo


benché, come dioioltra llinagine feguente .

X V I I.

Corno raddoppiato

A Ltri Sonatori fiano del corno


ro . Si
molto più grande, e (ono-
raccoglie quello con doppio giro dopo la bocca
Suonatore, lùccettìvamente slargandoli nel fuo progrelTo, e ter-i
del

mina con una bocca fintile a quella delle Trombe fopra, deferitee,
Stru-
onde rende una voce Itrepitofa, che fupera quella degl altri
menti , e di quella fpecie di corno forfi parlò Orazio , quando
dille Sat. 6. Cornua magna Sonare ac vincere Tubas
.

* * * *
XVIII,
C_Altro corno jo ev ia Caccia
59 t**

xviii.
Buccina Marina .
fopradefti Stranienti » prima che fodero inventati» io-

A LH
leva flippl ire il Tuono rauco delle conchiglie marine , det-
te perciò dalli Latini Buccine, facendo nella parte inferiore acu-
minata un buco , per poter’in edo tramandare il fiato , fi rac-
conta appredo Igino , che Tireno figliuolo di Ercole , il qua-
le fecondo il computo di Saliano mori nell’anno del Mondo
2854. cominciò a fonare tal’Iftromento fatto dalla natura» eper-
fezzronato dall’arte
Inerendo a quello codume , linièro li Poeti , che nell!
Trionfi di Nettuno in Mare , fefiofi li Tritoni fi fervidero delle
Buccine per applaudire al Prencipe loro , e incitare alla Guerra
li Giganti» li quali {paventati
, credendo» che fode voce di' qual-
che grande Animale, fi pofero in fuga;; onde reftarono li Trito-
ni vincitori , come riferifce Natale Comite mythol. lib. 8. cap.g.
Che perciò Apulejo nel libro 4.. delle Metam. cantò : Jam
f affini Maria perfultantes Trìtonum
caterva bine conca fonaci lem-
ter buccinanti e più didimamente Ovidio- lib* 1 .metani.. verfij
3. 3

Cceruleum Trìtona vocatm cono acque fonaci


Infpirare jubet , fluBufque y $ flumina figno »
Jam revocare dato, cava buccina fumìtur illi
Tortilis in latum, qu<c turbine
crefcit ab imo

La figura qui efpoda in


atto di Tuonare la Buccina
, rapprefen-
ta un pallore poiché fe favola è che fia fiata ufata dalli
,
tom , con venta fi può dire edere Tri-
, ufata dalli Pallori mentre
,

vffi rth
dorfco
ra COn
MT 0 di
n ° 3116 fta ' e
r "
ndli Campi del Latio e altro-
S'’ AnimaIi


effi differii
»
, i ica n - m
'l
UCO ‘‘ StUgnÌre d a,cunied «mugire d’al-
tri, i
a "°" ono • Ciò fù offervato
da Columel-
fa ne
«um Buccini ^ U femper cnpuftulo fari dibet
, ut ad fi-
t'CUS ' fi *U,i,tt rcpetcrc con-
fa'fdtT
H 2
'
XIX.
od 60

x i x.
Flauto. -,

L Pallore , die Teglie


, inoltra di Tuonare un’altro Stromettto-

I
t0
fra rutti an'ttèhiflìmo,
^
detto dalli Latini Tibiq^ e in Italiano Elau-
detto Tibia poiché la prima volta fù formato
5 dalle gam-j
be delle Grui •
fecondo che
Seneca in Agamennone , rife-l
tèriffe
rito oal Rofìno lib. 3. cap. 11. poi fu fatta di buffo, e fecondo
la relazióne di Plinio lib. 16. cap.
36. di canna , e dopo dalli
fi incili dell’ Alino finalmente di argento, e ficcome fù mutata
.)

la materia, cosi fi mutò la forma, e fù di diverfa


fpecie, ciò fi
cava da Orazio , ove dice .

rii

Tìbia non ut nunc orìcalcho vmFla tubaeque


ypd'mula , fed tennis Jimpfaxque foramine parvo
'

Adfpirare , 0 adefe Cboris , erat utitis utque


dSon dum fpifda nimis compiere fedì Ila fhtu
'
ffd? fine Fopulus numerabili , iitpote parva$
Et frugi cafafquù verecundufque coibat .

Nelle quali parole , come notò Rofìno indicò , che in quat-


cioè , che non era circondata
tro cofe era differente dall’ antica
,

di metallo-, fecondo che foffe tenue , e fonile , terzo , che foffe


fem plico , quarto , che aveffe buchi ineguali . Notòiofteffo Au-
t ore effere molti, c diverbi li pareri circa la diverrà delh Flauti
poiché alcuni offervarono la lunghezza differente , altri li buchi,
li quali fervono per variare il fuono, altri la forma Baderà accen- .

narne alcuni principali , cominciando dal primo, e più femplice cl|


tutti, rapprefèntato dal Pallore , che lo fuona , notaremo ridurfi
quello a quattro forti diflinte per la lunghezza, e haho lo fteffo nu-
mero di fette buchi in fila , e uno di (otto , che fi regola dal pollice
•della mano Uno rende la voce di contralto , e lungo palmi 2. , c
.

tré quarti Il fecondo lungo palmi uno, e mezzo rende.la voce di


.

Foprano, il terzo lungo palmi 3. hà la voce di tenore. Il quarto


lungo palmi 4. , c mezzo , rende la voce di baffo , A qucfU tè na
può
. . .

61 é*-
'

i può aggiungere un’ chiamato Ottavino , perche Tuona Y otta-


altro
.va voce del Flauto contralto , ed e lungo palmo uno, e uue oncie.
Un’ altro della fpecie medefima Ti ufa, detto communemente Fla-

^ giolet overo Flautino lungo circa un palmo , ed hà quattro buchi


,

ìopra , e due fotto Per tale diverfità di buchi fòrtirono varii


.
no-
mi li Flauti ; onde il Flauto fi dice multiforatilis da Apulejo
da Seneca in Agamennone multiformi , e da Sidonio lib. 2 Epilh .

v '
Septìfor'n .

Se vogliamo indagare F origine di tal’ Ifiromento , altra non


trovaremo , che Y inventata dalle Favole , poiché Ovidio fin Te,
1

che la Ninfa Siringe , trovatafi alla riva d’ un fiume , fù mutata in


canna palufire ne vini à Pane patereturi Onde Ovidio nel primo
. delle metamorfofi cantò .

Panaque cum prenfam [ibi jam Syrìngci putar et ,

Corpore prò Ninphae calamai tenuifio palufìres


Dumque ibi fufpirat motufque in ar andine ventiti .

Effe ciJfe fonum tenuem , fmikmque querentì


slrte nova , vocifque Veum dulcedìne captum .

m Onde ne fece una Fifiola per Tuonare , a cui rimale il nome di


ri Siringa .
/

Ad altra cagione Y attribuire Lucretio nel lib. 5 5 ove dice che


I li Zefiìri

Cava per Calamorum Sibila primàm


f
jfgrejles docuere cavas in lare Cicutas .

Inde minutatim dulces didicife querelai


Tibia , quas fundit digiti pulfata canentìum .
i

Ariftide però orat. in Minervam


che da quella folle fiimò ,
inventato il Flauto , e che ne commettelfe V ufo di elio alle mule ,
- iiccome della lira a Mercurio, e della Cetera ad Apollo .

Tutte belle invenzioni , dalle quali non le ne cava la vera ca>


gione nlorica , come vano è ciò, che racconta il Bulengero nel
|

lib. 2 cap. 2i. de


I
.
Theatro , cioè elTere fiati alcuni Antichi di pare-
re , non doverli ufare il Flauto, perche
nel fonarlo fi deformava la
taccia del Suonatore
5 mà che altri furono di contrario
!

parere per
il Tuo»

i r
*>è 62 £<+

il Tuono (bave che rendeva ; Onde Flauto Sympof. 7. cap.


,

fc riffe Tibia lenìt animo ; , in aure; fa ìnjìnuat infundens uocem & <J U
-

cundam ufque ad animimi , quem tranquillimi ejfciunt , Jì modani te- •

ti neri t , non in cffcElu dimoiata ,


concutien; animo; foni; fiidula-
rum [iridali; che perciò il Bulengero , notò effere flato il Flauto
;

adoperato , in Templi; , in Theatri; , Funeri bu ; , Orgii; , omnium


pene Gentium afertft -
L’ erudito Senatore di Firenze Filippo Buonarota efprimendo
il preziofo Carneo del Cardinale Carpegna , in cui
li rapprefenta il

Trionfo di Bacco , notò alla carta 457. che in elio una Centaureffa
Ti vede in atto di fuonare le Tibie , fìccome anche fi vede una fi-

lmile efpreffione nel Medaglione di Giulia, e parimente nel Sarco-


fago, che è nel Palazzo Farnefe, dove il Centauro fuona la Lira , e
riferifie , che Fornuto rende per ragione , perche le Tibie fodero
adoperate da Bacanti , e che P ufanza in molti luoghi era di Tuo-
narle , mentre li vendemiava , al che allude quel d’ Euripide .

Rallegrai colla Tibia


Polar le cure
Quando verrà 1’ Vvn -

E nella Feda di Tolomeo , che era- vi era un Carro carico di We


no fuon di Tibie, cantavano verfi
pigiate da (èffanta Satirici quali a
della vendemmia. Tutto ciò. Il Senatore.Nel libro delle pitture an-
tiche delle grotte di Roma , intagliate da Pietro Santi Bar-
toli , e illudrate da Pietro Bellori nella parte prima al numero

4. fi accenna una Baccante , che tiene due Tibie nelle mani,


e le ifpira col fiato ; fcriffe Fornuto , che le Tibie fi (uonava-
no nelle fede di Bacco, per alludere al codume di quei Popoli
ii quali al Tuono di effe (olevano vendemmiare
E però degno il .

notarfi , che tali Tibie hanno la forma quafi fimile al Lituo, ef-
(èndo alquanto ripiegate verfo la bocca, con cui termina tal’Idro-
mento , e non totalmente dritto , come fogliono effere li Flauti e
,
fimili . Una fimile efpreflione
nella Tavola 15., ove fi rap- fi vede
prefenta un Trionfo di Bacco efpreffo in un Carneo del Cardinale
Carpegna , effendovi la figura di un Fauno, che fuona le Tibie lo-
lite adoperarli
ne’ Baccanali , come dice Ovidio nel terzo delle
Metamorfofi
V» r H fi,
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'
,
4
lìbcr odefi ^feftifque fraemunt ululati bus agri
Turbar rvunt mifi acque J/irìs ad Sacra feruntur
IPejlras
fffuid furor Anguiger oc proics Adanortia
Attonuit menta ? P antheus ait aerane tantum
.Aìre repulfa valent ? &
adunco tibia cornu •

X X.
Flauto doppio -

fufono contenti gl’ Antichi di uiare un Polo Flauto , mk


N O il

bene fpeflò ne adoperarono due in un tempo llelfo li efpri-


me ciò nell’ Imagine , che legue 5 e fi può riflettere alla fu-
periore polla (otto il numero IILdel Baccante in atto di
Tuonare due
:

Flauti, Di fimili efpreflìoni fono piene le Medaglie , e li marmi an-


tichi, fi veda il Sagrificio in onore di Silvano efpofto dal Calali
part. 3-cap. i. de fplendor. Urbis Roma?, e nel Sepolcro di marmo,
.confervato nella libreria Vaticana ^trovato nell’Anno 1702. un mi-
glio in circa fuori di Roma , vicino alla firada di Peleltrina nella
Villa del Signor Domenico Cabalimi , con offa dentro mezze bru-
giate involte in un panno tediato di Amianto ,
e fu efpoflo in Pam-
pa dal Signor Francelco deTlcoroni erudito Antiquario . In elfo il
|
Coperchio è ornato di figure a bado rilievo , fra le quali è un Suo-
matore di doppia Tibia ; in tutti quelli però non apparilce la forma

vera di elfa , come elegantemente (là éfpreffa nel marmo addotto
dal Bartolini Tab. 1. num. 4. poiché quelle erano totalmente con-
:
giunte, che per una fola bocca erano tutte due animate dal fiato del
1
Suonatore Una fimile efpreflìone fi vede nel capo 26. de donariis
.

di Giacomo Filippo Tomafini prefa da un marmo antico polfeduto


in Roma da Orazio della Valle I. C.
, ove fi rapprelènta un Sagri-
!

:
fido fatto a Silvano,
Il primo doppio Stromento
, che efprimentade quello al rife-
rire d’ Apulejo lib. 1 . Florid. fù. Hiagni Padre di Martia celebre
Pallore Prirnus Hiagnis -
[ dice egli ) in canendo tnanus difeapedi
I

nav [t , primus duas Ti bitte uno fpiritu ani man it prirnus levis , 0* de -
!
' ,
xtr ls fora mini bus acuto tinnìtu gravi Bombo Coment urn mufeum mi-
'
SctPt . Pii.
*y3 64 <?£*•

. p= rò rirer neI lib. 7. cap. 50. , che Marcia inventi»


''

„ ulo
1 eli tale iflromento , dopo avere trovato in un Fiume
il Flaum
gettatovi da Minerva

XXI.
Flauto Traverjìer

A L Flauto^
fopradetto un’altro le ne può aggiungere
, detto
Tiaverfier dagl Alemanni , lungo palmi tre in circa, ed
Canale quafi ugualmente Itelo, ha buchi fette verfo il fine, ed

uno vicino al principio , a cui fi applica la bocca per animarlo


col fiato , e fi tiene come fivede nella figura fiotto quello nu-
mero e Ipoita indicante un Soldato in atto di fuonarlo perchè
,
Cogliono principalmente tifarlo li Soldati Tedefichi e accompa-
,
gnare con elio il tuono del Tamburro , fece menzione di tal’Iflro-
mento' Giacomo deVitriacò Cardinale lib. 3, hilt. orient. folebank
;
enlm fibìfacere nomen cum tubis calamdlh , fijlula dìcitar a nojlrhy
quìa in bello etiamnum utuntur Hehetii ; onde fi dice tal Ciufo-
lo fiflulatoriu: calamus .

Suole quello dirfi , ò deliro , ò finiflro , fècondo il mo-


do , che fi tiene nel fuonarlo, poiché da alcuni fi fuona , te-
nendoli Itelo verlò la parte del tra , O vciu veift* la pane fini-
lira. Parlò di elfo lo Scaligero, riferitoda Rofino lib. 5. cap. 1. 1

e Aldo Manutio lib. 1. Epift. 4. cosi lo defcrilfe


Dexterce Tibia: :

crant , qua: dextra hìflrìone: fpcBabant


, Jìnìflra fcìhcet /pesatore:,

JìniJlra contrarila: fìnijlra hìflrìone: dextra fpeclatore: ; opinor au-


m
tem Jìnìflra: grave fonum reddidific , de x ter a: autem acutam ; Jìni-
Jlr<c cnim ex ca arundìnìs parte fiebànt , qua: proxima Terr^ nafeì
tur , qua: enim crafjìor fit , (j foramen latiti: habebat , quarti qua: fon-
ginquior a radice cfl , graviorem fonum reddat , neccjTe ejl dexterd
autem à fuperiorc arundini: parte fìebant Ciò anche fi afferma da.

Plinio lib. 16. cap. 36. Differivano anche nel fiuono per cagione
delli buchi , avendone alcuni due , altri tré ; onde il fiuono li
rendeva più grave , ora più acuto, e fecondo li lògge tri rapprc-
fentati nel Teatro fi adoperavano le Tibie travede , circa Uu
quale divertita , fi può leggere Rofino nel capo fopradetto. Ce-
lio Rodigino , e Scaligero nel cap. io. della Poetica. XXJ 1 .
, s ,

*K? 65 9**

XXII.
Ciufolì Pajìorali.
N’alCfa forte d’Iftromento ufato per ordinario dalli Pallori,

1
U è quello , che è compoflo di molte canne , chiamato vol-
gannente Ciufolo , e dalli Latini Fiftula , Teofrallo , e Plinio la
! dittero Siringa . La defcrizione di etto fi ha da Polluce : Fifìula
eft Calamorum compofitio ,
lino , ìft cera conjuntla , aut tumultuario
rudi opere Tibia multa , /iugula paulatim fìub fìngalis definente s à
maxima ad minimum arundinem ex altera parte fili invicem propter
ìnaqualìtatem fìuppofiti , ut res non fìt abfìmìlis ala Avis ;
quernad-
modum enim in ala penna fìuperiores fìunt longìorcs qua fìequuntury,

earum ordo fìemper dccrefìcit , ufìque ad minimum pennam , Ita io


in Fifìula piaree flint calami impares cera juntli per ordinem , feti
-
. firn decrefìcunt , ut inferiore s fìemper breviores fìnt .
Nota il Bartolini, che al principio fi usò dalli Pallori una
fola Fiftula
, poi crebbe a due , poi a fette , ma ineguali ? 5
con proporzione ; onde cantò Ovidio
FiFlula difìparìbus paulatim fìurgit avenis l
e che fotte di lètte canne > lo ditte Virgilio eglog. 2.

Eft mihì Sfìparibus Jcptem compaUa cicuti


FiBuia „

Defcrizrone più lunga prefà da Achille Tazio lib. 8. fi legge nel


Bartolini a cart. 214., il quale riferilce
» che nel Palazzo Far-

.
e fi vede una Pillola di dodeci canne,
fei delle quali fono
^uguali ,
,
e fei uguali
dice egli) Pluribus è Tibiis coma
Fifìula
(
patta eft qua fmgulìs ex arundinibus conftant . Atque arundi-
, ^

ìpfe omnes pcrindc ex tibia una fìonum edunt , inter feque


* a c focata fìunt
, ut altera alteri ordinatim adkareat facies ,
*feri°r pofìcri°r[fìmilis habetur . guonìam autem arundinum
. •
m ai cxccdit , illud fìcire Gportet altero ex capite quanti

ima Jecunda
fìuperetur , tantò fìecundam a tertìa fìuperarì ,
(Cteraquc deinceps proporfmm eandem /equi . Ex altero autem
I -
t*.
*yè 66
capite aquales Mas inter fe omnes effe , quic omnium media tt
longiore dimidio minor eft Bo autem ordine dlfpojìta ar andine
.

fucrunt , ce qualis effìci concent us pojjit iV?)w cum acutiffimus ..


fin
nus in fublime admodani feratur , graviffmus autem cantra depri
mutar-, amboque extremas per arundines, alternai fcilicet fortìti firn
interiacentcs ,
at/for, vocum intervalla moderarentur-, conflitui ne*
quce
ce/Te fuit . llla enim fonos impares , fed i amen firò rata portiont
diflindi os natta?-, acutaque cum gravi bus temperantes in cauja flint , ut

inter je congruant , fic ut ce quali s de munì concentus afficiut ur . Ineren.


do alla forma mugliale Claudiano defcritte stai’ Iftromento in

Epir. ver. 34.

Platano nanque Me fub alta


Fufus , irne quale s cera tenebat avena
ABgnaliofque modos , o p a Aor ali a labris
ABurmura tentabat rdegens orifqae recarfu
Di(fimi le tenui variabat arun dine ventura -

E Fatio nel lib. 3. de Leudp. amor, ne accennò il modo tenuta


nel Tuonarlo come fegue voltato in latino Porro fìfiula bcec fi -,

ori cum quis admoverìt , eodem prorfus , quo Palladi s tibia referti »

veruni bine digiti modos temperat , Mie os manum imitatur hit -,

per quod
!

tibicen forumina omnia uno dumtaxat excepto , fpiritui


,

excat , obturat , illic fjìulator arundines alias omnes liberas dimittensì


uni tantum , quem quidemfonum edere veliti os admovit , qua deindt
ommìfia ad aliarn atque aliam , prò ut ad fuaviorem cantum edenduf
ferì per cfl , tranjilìt , coque patto tircum arufidines labra
il li ai

identidem ferunlur - _ . % j

Se di taf Iltromento cerca forigine , e V Autore , vi


fi

argomento di credere non edere data molto antica , poiché nelf


relazione
Iftorie del vecchio Teftamento non nè abbiamo alcuna
quantunque lo Scacchi che nelle lei e
Mirot. 3. cap. 55. Itimi ,
nuovi
pubbliche, come nelli giorni , quando s’incoronavano li
qua-
Rè, fi ufaife qualfivoglia forte d’Iftromcnto unificale, tra li
li fi può credere foffe quello, che ora delcriviamo
accennato ne
a
nome di Fittola ^ imperocché dicendofi nella Coronazione di
Bt afccndit univerfa multitudo pofl
c um^ 0
lomone 4. Rcg. cap. 1 1 .
.

Populus cementiti ni t,ibiis? nel Tetto Ebreo li dkcffiulanlcs fjw^g


. s

67 -yè

Li Scrittori, che ne trattarono ,


furono di pareri diverfi ,
edere (lato Autore
poiché Apollonio lib. 3. de Deor. orig. dice
della Si-
Mercurio ; altri Fauno , overo Pane , altri Idi Pallore
cilia con l’Autorità di Virgilio ,
dicendo
6>ui primas calamo s cera, conj ungere piare
Injlituit ..

Con più lepida narrativa alferi Lucrezio lib. 5. eHerflata inven-


tato a cafo, quando le canne agitate dal vento ,
cominciarono
a render Ubilo „ onde li Pallori cominciarono a Tuonarle col
fiato ..

*Ot Aepbiri cava per calamorum [Ibila primària


Agrejìes docuere cavas inflare cicuta s ,


Inde minutatici dulces didicifc querelasi
Tibia , quas funàit dìgitis pulfata canentum
Avia per nemora ac Silvas faltufque reperti
Per loca Pajloruna deferta oc..

Inerendo perciò a quelle favolofe relazioni, lì è efporta F Imagi-


ne d’un’Fauno in atto di Tuonare la Fittola lopra delcritta , men-
tre tal Torte d’ Uomini furono- falvatici , e abitatori delle Selve.

XXII 1
Oboe.

E ’ Detto Oboè ITftromento

elier lungo circa due palmi, e otto


,,

to grato all’udito, è molto più Itrepitolo del Flauto


;
che legue
Tuoi
onde, la vacuità interiore è
,, il di' cui lìiono mol-

piramidale termina in bocca di Tromba , nella parte , ove


, e
s applica la bocca per Tuonarlo,,
è una lingua comporta di due
parti di canna, che infieme lì
riguardano,, il Tubo è bucato in
lette luoghi y e tra il Tello
e lèttimo buco , ve n’è un’altro latera-
le , che fi apre , e Terra con il dito auricolare ..

Un
Irtromento limile all’ Oboè nominato Clarone è lungo
pa mi due e mezzo
, termina con bocca di Tromba larga oncie

3* bucato in Tette luoghi nella parte Tuperiore,


e in uno nella
I 2 par-
+>è 6B
parte opporta inferiore Oltre a quelli buchi ne hi due-altrila-
.

terali opporti , mà non in diametro , li quali fi chiudono , e apro-


no con due molle calcate con le dita ,
quando bifogna variare
li tuoni ,
li quali fono piu baffi della voce formata dall’ Oboè.
Chi fi a fiato il primo inventore di taf Iftromeuto non l’hò
trovato riferito da alcuno fcrittore ,ficcome dajniuno fù deferito,
legno maniferto non edere antico , mà moderno dedotto dalli
Flauti, per avere voce più alta, evigorofa, ne è fi facile a fpie-
penna, come la comprende l’udito, da cui fi diftin-
garfi colla
gue, econofce, benché confufa nelle Sinfonie conia voce di al.
tri Irtromenti Muficali
Prima di terminare quella narrativa, non è da lafciarfi Y accen.
nare , che tra gl’Iftromenti, li quali fi fuonano col fiato uno ve n’è,
(le bene non molto adoperato) il quale volgarmente fi chiama Sch-
iumò ,
fuole etfer quello fatto di canna a modo di Zampogna , c
lungo come il Flauto , e hà buchi fette , eioè fei di fopra , ed uno
di lotto . I

Un’ Scialumò
altra fpecie di dicefi dalli Suonatori Calandro*
ne , il quale hà li buchi , come li Flauti , e nel principio dell’ im-
boccatura hà due molle , le quali premute , danno il fiato per due
buchi opporti in diametro , dove fi pone la bocca è inferita una
Zampogna , rende quello un fuono rauco , e poco grato , e fi fuo-
na colle medefime regole delh Flauti .Eufebio Cefarienfe de pre-
par. Evang. lib. io- cap. 2. ne fece Autore Olimpio , e
Mariu
<
Troni-
Fratelli nati nella Frigia Inventori della Fifiola,ficcome della
tempo
ba dice fodero inventori li Popoli Tirreni fratelli vifsuti in
di Cadmo. Polibio nel lib. 4. l’attribui a gl’ antichi Popoli di Ar-
cadia, li quali portarono nelLàtio , ove lòlamente
li
li u lavano C I

Zampogne , come affermò Dionifio Alicarnalseo

XXIV-
'
. ,

69

XX I V. , e XXV.
Fagotto , e mezzo Fagotto

D AgF che fi vedono efprelfi in mano di due Suo-


Ifìromenti j

natori , uno è chiamato volgarmente Fagotto , e F altro mez-


zo Fagotto , de’ quali il Fagotto , altro non è, che il bafso
dell’Oboè , e il mezzo Fagotto il tenore. Il P. Kircher a carte 500.
del libro Arlis magnai confoni , & difsoni li nomina con la parola
Dulcinum, la quale non hò potuto rinvenire apprefso alcun Autore
di lingua latina Nel Glolsario però del fblo Du Cange, è regillra-
.

ta la parola di barbara latinità Dulciena , ehe fpiega , dicendo , efc


fere una fpecie mufci cunius dulcioris Di elsa ne apporta F Auto-
.

rità di Americo Abate Maifiacenfe , il quale nel foglio 81 della Vi- .

ta di Carlo Magno manulcritta , confervata nella Libreria Regia


3
regiftrò li verfi feguenti.

Quidam pelaim madie am tinnìabant


Bucalo fonos properantes ,
Quidam flautos duleorabant
Melos fuaves concinentes ,

Quidam dluphonlam difon ab ani


A dulci fono difcrcpantes &c.

Gli Autori della Crufca regtftrarono tale parola ne altro ag-


1 giunfero per fpiegarla , fe non che efsere il Fagotto Iftromento da
fiato . Ha quello la forma conforme da noi fu
efprefsa, e limile li
'
vede apprefso il P. Kircher nel luogo citato il quale a carte
, 501*
!
fcrilse come legue.
Equideni
mlror noflros Romanos mufeos nullam earum curam ha-
*ere 5 cum
nibil Ecchjìajlìca m ufice ils aptiàs efe
j, pojfit , prcefertìm ji
tres , quatuor , aut quinque tìbia
focientur dulcino vulgo Fagotto Ego .

Vtertè in majoribus Solcmnìtatibus


Fejlimtatìbufque hujufmodi Sym-
pbemas fubinde fdicino concentui Unge
preferendo* cenfuerìm , precfer-
timjiflylo ils appropriato per compofìtiones
1 exquiftas exhibeuntur
Al parere di quell’ Autore altro non fi che il
opporre può ,
- : colta-
*>è 70 fX*
eollume mantenuto nella Chiefa Romana di celebrare le Felle nel-
le Chiefe , lenza la multiplicitùdegriflromenti da Tuono più con-
venienti nelle Fede teatrali , nè perche alcuni fiano ottimi , fono
ufati per tutto , ritenendo ogni Nazione alcune ulànze loro pro-
prie, che perciò frequente è V ufo di quell’ Iftromenti nella Ger-
mania ,e raro nell’ Italia „
Volendofi olservare la Fabbrica , è quello Idromento lungo
cirra tré palmi , compollo di un cannello , il di cui diametro è di
tré dita, e più largo nel fine , che nel principio Quello hà un
Canale ritorto,, per cui s’intromette il fiato dal Suonatore, e fi
propaga per tutto il Tubo, e fi riflette verlb la bocca del Suo-
natore, il quale con le mani y or chiude, or apre li fette buchi
polli nella parte fuperiore , e àkri tré (itimi nella parte inferiore,,
e ne nafee un Tuono di tuona* balso , mi foave a maraviglia ..

XXVI.
Serpentone,

ufato anche in Francia , e nella Germania y particolar-


E ’

mente nelle Sinfonie della Guerra uno Stromento di voce af-


balla, rnàche mirabilmente accompagna li Flauti, egli
fai
Oboè , volgarmente detto il Serpentone , perche hà quali la figura
di un mezzo Serpente , pende quello dal collo del Suonatore in
lunghezza di circa tré palmi y che fe folle fpiegato e dritto , farebbe
di lunghezza di lèi piedi, come riferifee il P. Merfenne. Mentre
quello fi anima col fiato y con ambedue le mani y or fi chiudono,
or fi aprono li buchi Tei , che fono in elfo y a fine di poterne varia-
re il fuono »
Tale Stromento non fi trova deferitto da niun’Autorc antico,
forfè perche inventato da’ moderni Il P. Kirchcr a cart. 505» dell*
.

imi fargia , cosi ne parlò Inter lnjìrumenta mufica maximè eminct


.

illud , quodferpens dicitur-y in Gallici maximè ufitatum , hafio fonanA


dum maximè cpportumim , quod etcì fagottum fuperet intenfìone voA
cìs , dulcedine tamen ab co fuperatur. fpaj piar a defderat
legat si cM

fcnnìum Fin qui il P. Kirchcr 5 il quale di nuovo a carte 1 $5^^


,*
I
[(tornato fi fabbri caffè lungo di ro ,
Fornirgli! aggiunte, che fe
tal’
maggiore uguale « quello de.
ò 15. palmi renderebbe tuono ,

Tubi fabbricaci in modo di Chiocciola ..

XXVII.
Zampogna .

N Elli due Fanciulli qui firapprefenta il eoftume proprio


efpreffi
di effi di Tuonare Iftromenti (onori , ^chiamati
te Zampegne, è di varie materie, cioè di calami
communemen-
delle Avene,

di rami di fico , ò di Lauro , ò di Sambuco con torre 1 anima,


interiore molto paftofa principalmente nel Sambuco .

Si chiama Zampogna dice il Ferrari nella lingua Italiana , e


dalli latini Sambàcina nome diminuito da Sambuca 3 e tallìtro-
,

mento ferve per cantare verfi umili ,


s.Sctm-
come dice Perfio fat.

bucamcitius coloni aptcnerh alto , e notò , che l’Ariofto nel canto 17.
del Furiofo usò il nome di Sambuca , in vece diZampogna .
Ode la fera il fuon della Sambuca.
Il Cafàubono Topra Ateneo lib. 14. cap. 8. diffe mujìcum In-
flrumentum , quod Sambucam dìcebant , P'art bis , <£? Trologodith
paulò pojl a,[/ìgnat Buphorion II certo è che li Popoli Orientali
.

tifarono taf Iftromento, d’onde poi l’ ufo di efso pafsò alli Greci,
ficcome il nome-
Un’ accurata deferizzione di taf Tflromento fi legge nelle
Medianiche di Ateneo fatta da un certo Damio Da quello Iftro- .

mento Sambuca ne fù originata , dice il FerrariVla v 001- àambucut


nome di Albero , che avendo la midolla tenera , facilmente fi vvo-
ta , e facilmente fi poffono fabbricare le Zampogne dette
anche
o am bucinar^
Non molto diflìmile dalle Zampogne
lTftromento principale è
mente ufato dalli Fanciulli,
detto dall’ Italiano Fifehio parola origi-
nata dalla Fiftola, onde fecondo
Papia Fi&ohre , è lo flefTo , che
Ji 1 Ilare cum Fiflula . Suono comune , e ufitato dalli Pallori dice
5>an Tornano alli quali nel cantofape fibilm ìocofittuhc
eft, e Piu-
,
co in Utthone cum in Theatro
5 vìfus efset Qtho , illudens pop alar ex
fifa-
72
fibilabat , "Equìtcs ìnjigni plaufu ncipkbm , 'fid rurfum
Potuta, n
bilos augcbat . Fù tempre il Fifchio Iftromento plebeo.
Paftora
le, e ftnciullefco, e ciò anche aderì il MenaggioT. fifchio,

XXV I I I.

Fifchi , e Zampogna diverfa .

Ono però le Zampogtie , e gl’Illromenti da fifchiarediVerfi,


S
le
poiché alcuni compofti di metallo fi adoperano
per imitare
voci degl Ocelli dalli Cacciatori, altri fatti di canne per palla»
tempo , per farne vedere la diverfità della forma . Tale è
altri
quella qui efpreffa tenuta da un Villano formata d’ una Can»
,
na lunga due palmi * e fi fliona per traverfò, terminata in am-
bedue le parti con due bocche di Tromba? inventata a capriccio
da moderni per palfare il tempo «

XXIX.
Fifchi diverjì. j

N
li
Ella narrativa antecedente della
ciullefca fi è accennata la varietà
Campagna principalmente fi adoperano
Hre Ili* le voci delli quali fono contrafatte
Zampogna rufh'cale e fan*
delli fifchi , che nell»
dalli Cacciatori di fo-
totalmente con det-
ti Iftromenti , allettati da elfi, e perfnafi efTcr voci di Ocelli
limili 5 corrono ò per unirfi ad effì, e rimangono preda , ò nellc
reti preparate , ò nel vifchio pollo fopra li cefpugli, ove fi A‘.
lconde il Cacciatore , come a tutti è noto, e fono tariflromcxitil
fabbricati, ò di Ottone, ò di odo, òdi legno, e fervono pria*
cipalmente per contrafare le voci delli Franguelli, delle ’Lodole >

delli Merli , c delli fuonano colla bocca


Tordi , e fi .

Un’altro però detto quagliere, con cui s’imita la voce delle II


Coturnici fifuona con le mani, premendo una piccola faccocci»
»
di pelle piena di crini di Cavallo , Iftromento quanto facile
1

fuo-
l’arte con cui fù inventato.
Tuonarli} altrettanto ammirabile per
Il cacciatore, quiefpoito
al numero XXVIII. inoltra di tuo-

narne uno con la bocca , e altro indicato dai numero XXI.X»


fUin atto di Tuonarne uno colla mano »

XXX.
Piva
Egue un’altro Strumento confueto a fuonarfi dalli Pallori ,
S detto communemente Piva , da altri Cornamufa , ò vero Cia-
ramella che folle defcritta da S. Girolamo nella lettera a Dar-
:

dano raffermò il Bartolini de Tibiis pag. 230. il quale riferifce,


che nell! tempi antichi fu formata di peli t:cum duabus denti: aerei: , 0*
per primam infpiratnr^fecunda voccm emittit; fòpra che Salmafio (limò
doverfi leggere antiqui: temporibus Donis quoque Jimplex pcllis , nam
:

Vorus Gradi ejl pelli Dopo furono aggiunti più cannelli , e fù


.

detta Naulia , ò vero Nablia dalli Latini dalla voce Nabla ,


che fignifica una forte di Organo, da Snida defcritto ; altri la dif-
fero Tibia utricularia , cosi il Ferrari , perchè è fimile nella for-
ma al ventricolo umano .

Quando fi vuole Tuonare, deve empirfi divento, e poi pre-


merlo con il braccio, e governare le canne del Tuono colle ma-
ni, Copra ciò fi legge appretto il Poeta.

Copa Syrifca caput Graja redimita mit dia


Crifpum Jub crotalo dodi a movere latu:
Ebria formofi faltat , lafcha taberna
Ad cubitum rauco : cacuticm calamos ,
Fù deferito elegantemente un Suonatore di Pivi
di nome To-
nio dal Poeta mantovano nella
Buccolica, dicendo.

Et cum multifori Tenia: cui Tibia buxo


Tandem pofl epulas ,
Ventruulum fumpjìt , buccafquc
$
pocula multicolorem
mflarc r utente:
K /*?-
*>£ 74 ^
Incipìeni ocuìos ciperi lunatis\
, cìliifique
multoticfique alto fiata , e pulmonìbus haufl»
Vtrcm impioti cubito voccm dat Tìbia prefa
\

Nane bue mine illue digito /aliente .

Edere quello Illromento antichiffimo, fi deduce da Suetonio,


il quale nel capo 54. della vita di Nerone, ne fece menzione, di-

cendo Sub exitu quidem vita palam venera , fi fibì incolumi ìa -


:
1 J
tus pcrmanfifiet prodìturum fie parta vittoria ludìi etiam bydrau-
,

lum , tifi choraulum , tifi utrìcularium .

Non lafciò di farne menzione il Padre Kircher a carte 505.


de Arte Mufica , dicendo: Cornamufa multi prò utrì culo fiumani
Qufd atri culai fit , p a/fim notum etti Pafiorum fcìlicet A4uficorum-
que filarne n unicum In hoc Inflr amento uter inflatus , braciaio qui
.

'Comprefirn , e fijlulls eidem annerii anìmatur , qua animata prò va-


ria cluufura , vel apertura orìfìciorum , variam reddunt barmeni am,
Riferifce il Ducange , che in Ibernia fi ufa nella Guerra
quello Idromento , come afferma Riccardo A4ufa ljlrumentm :

muficum li mufa dìttum , noftrìs Cornarnufa ejufmodì finimento : ,

mufico prò tuba in bellìs , fi predili utuntur Hibcrni , ut tejlotat


Ritardai Stanìhurfliui lib 1 de Rcb. Hi ber. , à quò ita de/cribi-
. .

tur ; In untar etiam Hìbernici lìgnea quadam fittala c altid\fimo ar-


tificio fabrìcata , cui fiaccai ex corio compofitus , (fi Pingulìs arti*
complicatili adharefeit . Ex pellis latere dimanat /fiala pi
firme ,

quam quafi per tubum fifiulator inflato collo , (fi buccis fluent’bi

infilai . pellicula aere fratta turgeficip Inflrumentum rurfiui prt-


Cum
mit brachio , Hac imprefione duo alia excavata Ugna brevità fil-
li cet , Ufi longì ai fintini 'emittunt grandem , (fi
acutum Adefl ite* .

quarta fifiala difiinttii lodi perforata , quam Buccinat or ita artica


moderi
lorurn volubilitate , qua eludendo , quii apcricndo foramina
tur , ut ex fiuperioribus feu grandem , fica rem fa»
fifiulis. fonitum ,

quemadmodurn ci vifurn crit, facile eliciate totius tamen rei prora-)/


puppii efi , ut acr per ullam alìam foilìculi particulam praeter fi
>(

larum introitai pervadati 'Nani fi quii vel acu punttum in


cultofi

maretur , attimi efiet de itto Rifinimento ; Quando quidem


folto
tu
fubito flavcfceret Hoc genus utri (pud Hibernos bellica virtù
.
;

cotex efie confiat Namut alii , milite1 Tubaruni fono , ita ijh uU]
.

clangore ad pugnandum ardenter incendiai tur .


.

75 ^ Injltmmtum mene-
Acciò aggiunge il Ducange : Ejttfmodi

ut apudfcholiafien Pindarì Olmp.od 5 .


-

re lydi , eft

x x xi.
Mufetta .

M Aggiore armonia però fi rende da un’altro

chiamato Mufetta
550. con le fèguenti parole
.
fimiie litro-

mento da poco tempo inventato, e tifato in Francia ,


Lo defedile il fopradetto P. Kircher a carte
In hoc Indumento follis. infertus ,
.

x peni pie -
prefus , dilataiufque fifiulas perpetuo animat , innumeri
cl r is , fingalis orificiis p
Fiutarum correfondentibus confai , qui bus
Auledus , non aliter utltur ac palmulis in gravicymb alo ad orifìcio
vel aperienda "del claudenda , deficiente vero vento folk s
ffalari a ,
,

infra brachium annexus


,

, difienfufque premitur , G
5

^
ventus fuppeditatur ad animandum calamos - Organum vifu , #0# w/-
mirabile , quam auditu jucundum . car. 169. della Fonurgia, A
dice , che è armato di tré canne , ò fiano Flauti
Meglio fi potrà arguire la fabbrica di elio nella figura qui
delineata .

Tal’ Iftromento che fi fuona colle dita ferrando , ò ap-


,

prendo li buchi delle tré canne , fu dal celebre Todino fuonato ,


come gl’Organi colla radatura, dando il fiato, fecondo il bifo-
gno , e fupplendo con effi all’ operazione delle dita in modo ,
che il fiiono è fimiie a quello della Mufetta, mà l’operazione,
è diverfa.
Oltre la varietà del fiionocagiona da queft’Iftro-
, che fi
mento , fi può aggiungere la commodità in fuonarlo , mentre
dando fi fiato all’Otre con il mantice, non hà il Suonatore la fa-
tica di gonfiarlo col proprio
, come fà il Villano la Piva »

K 2 XXXI.
76

X XXI
Organo ]

Rà Pneumatici , che c quanto dire, ani*»


tutti gl’Ifl:romenti

F mati dal fiato, il più artificiofò di tutti, e l’Organo oggidì


iliaco principalmente nelle Chiefe Crifiiane , e nelle funzioni
Ecclefiaitiche con tal nome lignificato , e da tutti intelo , ben-
ché come luogo fù notato , il nome di. Organo puole
in altro
lignificare molti Linimenti Muficali , come fi può dedurre dal
Salmo 136. ove rammentandoci le lagrime dei Popolo Ebreo^
f
efule in Babilonia , fi dice : Super lumina Babilonie in Sali cibai
in- medio ejus fufpendimus Organa nojlra , cioè a dire divertì
Ifiromenti Muficali , non efìfendo veri fimi! e , che tutti appende»
lèro alli Salci i’Iitromento y che ora s’intende con la parola Or-
gano ,

Circa effo nafee il Vecchio Teli amento fof-


dubbio-, le nel
le tifato dagl’ Ebrei,- nè manca chi l’afTerifea, deducendo ciò dal
eommandamento fatto da Dio per bocca del S. Rè David , il

quale nel Salmo 150. invitando il Popolo a lodare il Creatore,


e accompagnare il canto con il fuono, nomina molt’ Iftromenti,
e l’Organo principalmente , dicendo-: Laudate eum in fono Tu-
-
hec , laudate eum in Pfalt eri , (a Cythara , laudate eum in Tyrn
pano , Choro , laudate eum in Cbordis , <T> Organo , Laudar
te eum in Cym balìe bene fonanti bus omnis Spiritue laudet Do-
mi num . i
Altri però fiimano , che fia Iftromento non conofciuto dagl
Ebrei, mà inventato dopo la Redenzione del Mondo Ne ;
Ielle -

re nominato nel Salmo fòpraddetto ripugna , poiché S. AgoftP


no /piegando le paroJc ilei Salmo , laudate cimi in Cbordis , 0
Organo (diccj Sbordai babet , ìf Pfaltcnum (j Cythara , organai*
ciutem generale nomen ef omnium aforum wujìcorunt , quanbj

vis jam obtinuerit confuetudo , ut Organa propria di captai ,

qu<£ inflantur follibus , quod genite Jìgnificatum hic epe no*


fpuod ergo e LI in Cbordis , Q' Organa , vide tur
ini
arbitror .
c
voluiflc
aliquod Organimi , quod Chordas habeat fgnijìcarc
,
77 &&
folum ìllud Orgamau dicitur quod gravo etf
in altro luogo ,
,

quidquid aptatur ad cantilenavi , b cor*


& infiat ur Follibus , feci
Organarci dici -
poreum ejl ,
quo Injlrumento utitur qui cantai ,
tur
cap. 20- 5
La Beffa opinione fu d’ Ifidoro nel libro 2. orig.
ove feri (Te Qrganum vocabulum e FI generale vaforum
omnium ma-
_

ficor um j
autem cimi follis adhibetur alio Grgci nomine appel-
Hoc
lante Ut autem Qrganum dìaitar , magli, 0 *
bulgari s efl confue-
tiuio Graconm .

Mà quanto è cola certa , che tal’ Iftromento fia flato in-

dentato nelFetà pofteriore ,


altrettanto è incerto tempo preci-
il

fò della Tua origine, e come avverti faggiamente Monfignor An-


gelo Rocca a cart- 13. de Campanis, e Polidoro Virglio nel ca-
po 8. del lib. 3., di molte cofe non fe ne potlono Papere li pri-
mi Inventori, e di tal genere fono le Bombarde, gl’Organi, gl*
Orologi , e le Campane .

Il Bartolini nel ultimo capo del de Tibiis afferì , che


lib. 3.
Habuerunt veteres Organa , qu,c vento animata exprimebant concen -
tum , quotici digitis contingerentur regalai cum Tibiis concinentes e
Idpra ciò vi è un’Epigramma di Giuliano delertore iit>. i.cap. 86.
Li deferire anche Manlio iib. 5. in emendar- Scaligeri * come
fiegue

Ulne venient Boreaque fonanthr


vocis dotes
Garrula modulis diverfa tibia format
qttee .•

£t quodeumque manti loquitur fiat aque monetar ?,

Mà perchè non fi fprega il tempo


, rimane anche incerto quale
fi debba credere „

Negli^ Annali di Francia di Sìgilmondò art.- 828. fi


raccon-
ta , che fu condotto'
a Ludovico Pio un Prete Veneziano no-
minato Giorgia , vantava di poter fabbricare un’Or-
il quale' fi

S? uo C C ^C
ir
m P era ^
dore lo mandò in Aquifgrano inficine con
enulto i

Sacci la rio-^/ ea omnia ad id


^
lnfrumentu necefarìa prceberen -
tur. o 1 elfo Scrittore nel capo 16.
de Translatione Sandìorum
Mmyrum Mandimi , Puri , parlando di quell’Artefice Hit
& :
^ {Q Gporgi us Veneticui
"
J , qui de Patria firn ad Imperatorem
C m Hqucnfi palatici Organimi
-j

, quod gradì bydraulicum

VO-

CI
78 $&•
rocatur mirifica arte compofuit . Mà
ad origine più. antica fi deve
attribuire tal forte d’Organo detto Idraulico, perchè il vento ne-
cellario per Tuonare cagiona dall’acqua . Imperciocché ap-
, lì

pretto Eullatio fcrittore più antico Ti legge nel libro 1 7. della


Tua Iliade, che di etto ne fù l’Autore un certo Crefibio Alefan-
drino - E ciò Ti conTerma da Plinio nel libro 6. cap. 1 7. ville Pli-
nio nell’Anno 68. dopo lanaTcita del Salvatore.
Matutte quelle relazioni Tono convinte dal Teftimonio dì
Vitruvio , mentre quello ettendo vittuto in tempo di Celare Au-
gullo , cioè anni 46. avanti la venuta del Salvatore , fecondo il
calcolo del P. Petavio in Rat. temp. ne trattò nel lib. io. cap. 15.
e atteri effere flato inventato dalli Greci, Ticchè non sò vedere
con qual fondamento il Rulengero addotto dal Bartolini nel cap. 7.
del lib. $. potta avere attento , che la prima invenzione nacque
nel tempo di Giuliano Apoflata , come anche affermò Caffiodo-
ro nel lib. 1. mentre di etto, oltre Vitruvio, ne Tecero menzione
Suetonio, e Sidonio Appollinare citati dal medeTimo Bartolini.
Conviene dunque dire , che ettendo due fpecie d’Organi
lino animato dal vento , prodotto dall’acqua , l’altro dal vento
cagionato dalli mantici , l’origine del primo debba anteporli a
quella del fecondo , e che dopo ettere flati inventati fiano flati
perTezzionati da diverfì Artefici , li quali hanno aggiunto can-
ne, e regiftri diverTi , dalli quali ora Ti cagionano Tuoni alle orec-
chie gratinimi, che perciò fono Iflromenti affcgnati alla Milza-
delle ChieTe, circa la quale, Ti racconta , che fotte il primo Au-
tore , S. Vitaliano Papa vittuto nell’ Anno 660., onde il Platina
nella vita di lui Scritte Vi talianni cultu divino intentili , (o re-
:

gulam Ecclejiajìicam compofuit , 0 c antum ordinavi , adhibith ad


* \

confonantiam ( ut quidam wlunt ) Or.ganis ; Il Ferrari però riferi- j

to dal Ol do vino nella vita di Vitaliano, ne dubitò mentre l’ufo


dell’Organo ,
non è nella Cappella Pontificia
Comunque Tia , certo è che nelle ChieTe,ora lì tiene con
molta lode , mentre dal Tuono di tal’ Ifiromento fi muovono gl*

affetti verfo le melodia terrena fi arguì Tee


cofe celefti , e dalla
for-
quella , che in più luoghi dalla Sagra Scrittura Ti riferifee
mata dagl’ Angioli.
a dirfi della mirabile fabbrica di tal Iftromcn-
Rimarcbbc
fola Ifloria,
to 9 mà perche Pattumo noflxo è di offervarne la
.

*>d 79^
cì rimettiamo a quanto eruditamente ne fcridero il Padre Mer-
fenne, il P. Kircher, ed altri, e concludiamo conia deferizzio-
ne di elfo prefa da un Suonatore riferita dal Du Gange V. Qrga-
num , il quale (opra il Salmo 15. cosi ne Ibride.
Organum itaque eri quafi Turrie tubìs fiabric-ata ; qui bus Flu-
tti follium vox copiofi/fima de/t ina tur , 0* at modulatiti decora com-
panat , lìngule quìbufidam ligneie ab interiore parte conflruitur, quae
dìfcìplìnabilìter Magi(Irorum digiti reprìmentee grandifonam ejficiunt,

£? fiuavijjhnam Cantilenane , che perciò Gio: Battila Doni nel ca-


po io. del trattato della Mulìca , aderì eder l’Organo lenza
fallo l’Idromento più capace di ogn’ altro di quelle varietà, che
fi po (Toner far fèntire nella Mufica , rifpetto al gran numero di
canne, e di fiderai, eregidri,che fenza molte difficoltà vi fi pof*
fono accommodare , a carte 20. dice , veramente non vi ha Stro-
mento più a propofito per la multiplicità de’ generi , e de’ tuoni
dell’Organo, nel quale in vece di tanti regiftri , che non fanno
alcuna varietà d’ armonìa , fi potrebbe introdurre detta varietà)
còme da un bel padò di Tertulliano fi conolce, che gli aveva-
no gl’ Antichi, ò da vento , ò d’acqua che fodero , de’ quali gl*
ultimi fi chiamavano Organa hydr aulica
, e li primi da me fi di-
cono Organa Phyfaulìca . Il luogo di Tertulliano è quello nel li-
: bro de Anima SpcBa portentofam Archimedie munificenti am * Or-
.

ganum hydraulìcum dico „ Adachìnre tot partee , tot compagìnee tot


itinera vocum , tot compendia fonorum tot commercia modorum
, , tot
acìee tibiarum , ìq una molee erunt omnia .
Si fabbricano gl’ Organi di mole fuperiore ad ogn’altro Idro-
mento fònoro, che perciò fògliono per l’ ordinario dabilirfi par-
ticolarmente nelle Chiele in modo, che non fi podòno transfe-
rire da un luogo all’ altro ; onde in Roma nella Bafilica Con-
ìtantiniana ammira quello fabbricato per ordina di Papa Cle-
fi

mente Vili, dal perito Artefice Luca Blafi Perugino è compo-


,
llo di Tedici regidri, òfianoClafiì di Canne, delle
quali la mag-
giore è di palmi 39. e riceve il fiato da Tei Mantici
dieci palmi
lunghi. Ve n’ è anche uno fintile nella Catedrale
d’Orvieto, e
un’ altro in Trento, che dicono eder
compodo di 36. regidri
Di uno prodigiofq , eVado fece menzione il Volfono
, nel pro-
emio della Vita di S. Suichuno
riferito dal Du Cange , con li
verfi feguenti *
.

Talia
zfa 80 Pfr

Talia auxìjììs bic organa quali* nunqmnt


Cernuntur gemino contabilita fono .
Bìfitm fupra fòciantur in ordine Folla
Inferiufque jacent quatuor
, atque decem .
Flati bue u Iter ita Spiratala maxima reddunt

SUP/ agitant validi feptuaglnta J/iri


Bracchia verfantes multo , ij
fudorè ma dentei
Certatimque fuor quifque movet focios
Viri bus , ut totis impellane lamina furfum
f
Et rugiat piena Kapfa referta fnu .
Sola quadringentas , qua fuflinet ordine mafie
Jpuas man us organici temperai ingenti -

Mirabile certo fu un tale Organo , mentre era compa-


al
tto di400. Canne, e per dare loro il fiato erano impiegati
Mantici , e 70. Uomini nel governo di elfi

XXXIII
Organo delti Signori Verofpi.
|

Tù ammirabile l’Organo che fi vede collocata


P in Roma
al certo è
nel Palazzo delli Signori
,
Verofpi fabbricato dal
Michele Todini Savojardo infigne perito nella nautica, poi-H
che fuonandofi quello dalle mani dell’ Oiganifta , corrifponde
^tficrae il Tuono di un Cimbalo , e dì tré altre Spinette da cita
{eparate, e con tale «tlficio, che fi ode la melodia, ora di una,
ora di due, ora di tré , e anche di tutte inficine a piacere del
Suonatore , che le governa con le mani , e con li piedi Arti- .

fìcio prodigiofò, nè ancora penetrato dalli Spettatori. Acciochè


fé ne concepifca la pofitura di effi , e V citeriore apparenza ne
riportiamo qui il dileguo tale quale fu pubblicato dal P. Kirchef
nella fua Fonurgia a carte 167. , ove riferifee avere l’Autore im-
piegati 18. Anni nel fabbricare tal Machina.

XXXIV.
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XXXIV.
Organo Portàtile.

A Ltri però fcne fabbricano di mole affai minore , che fi


poffono trasferire da un luogo ad un’altro, benché gran-
di, e di molti regiflri. Tale è quello, che fi adopera nel-
la Bafilica Vaticana fabbricato in quell:’ anno dal perito Artefice
Filippo Teda Romano, che con il benefizio di Ruote fi trasfe-
rire dove fi vuole
Ne mancano altri affai più piccioli , quali fi poffono por-
tare anche viaggiandofi pendenti dal collo, e fuonarfi con la de-
lira girando un cilindro , che armato dì denti fupplifce al moto
delle dita, come indica la figura qui polla, in cui fi efprime un
Tedefco povero pellegrino , come fògliorio alcuni di tal nazione
girare per l’Italia fonando , e ricevere elemofine dagl’ uditori

XXXV.
Tubo Cochleato .

A ’ prima claffe d’Iflrumenti fònori animati dal fiato»


quella
fi può aggiungere un Tubo non ufàto da alcuno
, mà idea-
to dal P. Kircher, il quale nel libro della Fonurgia acart. i io.
efpofe la figura di un Tubo come noi qui la riportiamo fotto
,
il num. 35. affermando,
che tifandoli dì figura eliptica fi acere-
te notabilmente la voce di chi l’adopera ; Imperciochè a care*
71 1. prova , che la voce per tale Tubo fi accrefce molto più»
che per un Tubo retto, ehe perciò la natura hà fabbricato ne-
gl’ Animali più
timidi il fenfo dell’udito in tal forma , come par-
ticolarmente fi v?de nelli Lepri apporta di
, Cani , e fimili , ne
ciò la dimoftrazione che qui non hà luogo per ef-
,
fere dichiarata . Aggiunge però faggiamente tal fabbrica
, che
peritura artìjìcem requìrerct
, non effendo facile fabbricare un tal
Tubo, che abbia la figura perfettamente eliptica . Soggiunfeil
L mede-
82 pò
mede fimo Autore ; che fe tal Tubo fi fabbrichile di grandezza
ftraordinaria , fi potrebbe adoperare fotte auto da tré Atte in
mo-
do, che facilmente fi potrebbe raggirare , come dimoftra il di-
legno qui p otto.
Curiofo è poi il quelito, che pone nelcap. 3. del libro pn-j
mo della medelìma Fonurgia . Cerca egli le voce , ò fia ili
la
fiato tenuto chiufo netti canali e limili Finimenti per qualche
,
j
tempo, datofi poi l’adito, fi polla udire dagl’alcoltami,
Fù dubbio (dice egli) propofto già da Gio: Bartitta del-
tal
la Porta, e Cornelio Agrippa che cosi ava-
, li quali rilpolero,
rierebbe, onde tale rilpofta fù ricevuta con plaufo , e tale opi-
nione fù difetta dal Veccherio , da Alefio, ed altri, detti qualime-
ritamente lì rife il Kircher, mentre l’efperienza dimoftra il con-
trario, e la raggione ripugna, poiché eftendo il ttuono un’agi-
tazione di Aria cagionata dall’ impililo del Suonatore , celiando
quello celta l’agitazìoae , e p £r ccmfèguenza il liiono , e crede-
re il contrario , farebbe lo fletto , che credere poterli con uir
Crivello portare l’acqua da un luogo in un’altro

XXXVI.
Tromba Marina.

N tempo in cui Icrivo lì fa udire per le ttrade di Roma


EI
un ttuono non ulato per ttaddietro da alcuno, è cagionato
quello dal fiato con cui viene animato , come le Trombe, quel*
lllrumento detto volgarmente Tromba Marina , da altri Trom-ii
ba parlante , perchè tifata per lo più in mare , ove da un Va-
Icello parla all’altro, benché dittante , mentre la voce di chi

parla con citta notabilmente fi accrefce


Hà quello lllrumento la forma di Cono, né vi è determi-
nata lunghezza , potendofi fabbricare ad arbitrio più , ò meno 1

lunga , più ò meno larga. Non fono moki anni, che fu inven-
tato tatti finimento , e come fi riferifee in una lettera Inglelèdcl
Cavalier Morland pubblicata, e tradotta netti giornali detti Lct-
terati di Roma del 1672. fù quello ttinventore , e ne riferì lare-
gola di fabbricarla coù dovute proporzioni , ficcarne gl’ ufi vari*
dì li
*•><? 83
Padre .Atanafio Kircher però nella Tua Fonurgia nel ca-
II

po i. della Setione 6. afferma elfere invenzione più antica, di-


cendo, che tal Tromba: Non efl hufus t empori s inventum , cum
id ante plurìmos annos Roma.i -ab Auttorc Adufitrgicc , ìq bujus li-
bri defcrìptum , &
imprcflum fuerìt ; e ne rifèrifce il modo conciti
fù inventato Mà lafciando la verità nel fuo luogo , il certo ò
.

che in quello tempo in vece di articolare la voce fi anima col


fiato; onde fi cagiona un fuono llrepitofb, e benché rauco pia-
ce all’udito
Trattò di taf Iflromento il Padre Francelco Lana nel libro
intitolato Magiflerium natura? & artis Tom. 2. lib. io.
,
L’Altorfio
nella Prefazione al Muderò. Ne publicò un trattato
il Montanari

col titolo Dilcorfo (opra la Tromba parlante flampato in Venezia


nel 1715. e nell’Anno 1719.
, ed in Liplìa
un’altro Gio: Mat-
tia Haifo , in cui accuratamente elamina di qual forma , e di
qual materia debba fabbricarli tal’Idromentu, della cui origine
molto dubita , mentre rhe nelle lettere annue della Compagnia
di Gesù fcritte nel 1594. dal P. Seballiano Berrettario,, ed im-
prese in Roma nel 1602. fi riferifee elfere flato in ufo un finti-
le Iflromento apprelfo i Popoli abitanti le Montagne del Perù
,
fìccome elfere flato ufato dalli Perfiani nella Città d’ Ifpahan lo
riferì Giorgio Anderfòn, e Voìquard Juerfca : mà quanto è 'in-
certo quando comincialfe l’ufo di tal’Iflru mento nel proferire le
voci articolate
, tanto è vero, che in Roma comincialfe il fuo-
no Muficale formato da un Francete ed ora rinovato da un po-
,
vero Mendicante, che dopo il canto forma con elfo il fuono,
che per la novità della voce molto piace all’udito*
Con qual regola qual materia debba perfettamente
, e di
etiere fabbricato
Iflromento ne fece un’accurato eterne il fo-
taf
pradetto Montanari
, e dopo lui il fòpracitato Gio: Mattia Hate
10 ed a quali
5
ufi utilmente adoperi
fi , fi è efpolto udii Giorna-
11
Letterati di Roma del 1672.

L 3 ’

XXXVI7:
S4 ?<+

XXXV IL
Corno di AleJJandro

N Tavola fèguente fi è efpreflo ua Soldato in atto dì


Ella
un grande IRromento , ed è quello , che il Pa-
Tuonare
dre Kircher efpofe nella Tua Fonurgia a cart.
Corno di AlelTandro , ove così ne fcriffe
e lo nominò
Alexandrum quoque
:

tnagnum certum Gornu habuifie tam intenfi foni , ut ilio lottati


Exercitum , quamtumvis difipcrfium-> convocatemi in prtfientem fifìerit ,
oc fi fingulis pruefieno loqueretur . E riferì , che trovandofi nella Li-
braria Vaticana, Ielle a calo un libro manoferitto , il di cui tito-
lo era : Secreta Arìflotelh ad Alexandrum Magnum ; e che fra le
altre colè in elio regi Arate, dice aver lette le feguenti parole:
Faciebat hoc Corna adeò vchementem fio-num ut co exercitum fiuum
,

od centum filadia ( quorum otto unum miliare Italicum conficiunt )


difiperfium convocare perhibcatur . Aveva quefto , come apparifee
nel Ridetto Volume , il diametro di cinque cubiti , e la detta figu-
ra fi vede nello Redo Volume col titolo : Cornu Alexandri Ma-
gni , e facendofi fòpra le dovute rifleflìoni , dice il medefimo,
che poteva udirfi in grande lontananza dalle (quadre de’ Solda-
ti ,
prendendo Tefempio Tuono del corno bovino , con cui
dal li

Pallori , particolarmente nella Germania , richiamano dal campo le

beftie , che pafcolano lontano tal volta più d’un miglio .

eflendo eTprelTo nel libro Ridetto il modo tifato nell*


Non
adoperarlo , Rimò l’Autore , che folle ToRenuto da tre ARe in
modo , che potefle raggirarfi dal fuonatore vedo quella parte,
che più piaceva, come apparifee in quefio difègno .

Di taTIRromento fece anche menzione Olao Vormio nella


lettera aFortunio Liceto fopra il Corno Danico pag.mihi2i.

XXXVIII.
Tubo di A LeJamh^oMcujj
. ,
.

**2 85 K*

X X X Y I I I.

Trombetta di Canna.

L Giovane qui efpreflo moftra di Tuonare un’Iftromento fat-


to con un palmo di Canna fpaccata , che rende la voce Limi-
I
le ad una piccola Trombetta :fi ufa per Fordinario dalli fanciulli
villani, efTendo Iftromento facile a farli nelle Ville. Uno limile
fi con la Canna paluftre, togliendo una porzione di effa per
fa

il lungo con ilcortello* in modo* che redi la vacuità della Can-


na coperta da una Lottile membrana, che tali Canne logliono ave-
re , fi Tuona con il fiato , come fc Li volelle Tuonare una Trom-
betta ; onde rende voce acuta * e tremolante , in modo , che
fembra effer Tuonato queli’Iftromento , che communemente Ti di-
ce Sordino.

XXXIX.
Ciufolo dei Villano
Roprio è parimente delli Villani principalmente di Abruzzo
P
Tva
il CiuToIo

nelle
, con il cui Tuono accompagnano

danze con
il Tuono della

quali procurano dilettare li Spettatori


, le
sili quali , dopo avere per qualche tempo Taltato , e Tuonato ,
chiedono qualche ricompenfà con cui mantengono la vita . Il
Tuono è acuto e dridolo , onde più toflo è nojofo a chi Lode
,

xxxx.
*yè 86

x x x x.
Tromba di Zucca.
L Villano qui rapprefentato Tuona col fiato una Zucca
di

I quelle, che chiamano lunghe. Tal forte di gente inferifceuiu


Zampogna di Canna nella parte piùangufta, e toglie nel Toppofta
più larga una parte di ella : onde forma quafi la figura di un
Corno bovino , e rende Tuono rauco , e ftrepicofo Li Villani .

di Gaeta fogliano ufarla frequentemente nella caccia e nelle


,
felle ..

XXXX I. I

Suono della Brocca.

Q Uanto piaccia il Tuono fi. può dedurre, ed


invenzione della gente rozza , che non avendo litro-
-'menti di mufica, nè perizia per. fiionarli , hà faputo pjr
inventarne alcuni , con li quali eccita qualche fiiono atto ad ac-
arguire dall'

compagnare li Balli contadinefehi , e il canto delli Villani. Ufi-


no perciò alcuni una Brocca , e per il canale donde fr fà ulcirc
1’ acqua tramandano la voce nel corpo vacuo di ella , ora co-
prendo, ora aprendo l’apertura fuperiore con la mano, in mo-
do, che la voce fi varia talmente, che può cagionare una cel-
ta fiiifonàa. grata > ed atta ad eccitare il canto, e le danze.

XX XX I I.

Suono con il Pettine .

A Ltri Tuono fimile a quello d’ una piccola 1


formano il

ba , Tediando con la bocca (opra una carta , dietro


quale è collocato un pettine , overo una tavoletta
tra
a

qxia
1

rata con molti piccoli buchi. Sogliono u (are tal Iftromcnti


1
eipadmente li Fanciulli, che fi ricreano. \
,

Tromba, di Zucca
-s

•*>d 87 PC*
Prima di pafTare all’altra Claffe d’ Iftroificnri fonori , non
il riflettere a ciò , che S. Paolo Ieri fife alli Corinti
farà difutile
nella prima letera capo 15. v. 53. cioè alla Tromba , che nel

fine del Mondo fonata da un’Angelo farà riforgere tutti li Mor-

ti; In momento
ìnlBu acuii in novifilma tuba Canee cnìm tuba , .

fi
mortai refitrgent incorrupti . Mà perchè può parere incredi-
bile ,
che la voce d’una Tromba polla elfere udita in tutte le
parti del Mondo, fi feioglie facilmente il dubbio dal P. Corne-
lio a Lapide lòpra il capo 21. di S. Matteo al mira. 31. ove di-
ce : Mittet Angelo* fuor cum tuba , imo tubi* multi* toto orbe
perfonante* , ut omne* mortilo* ad vitam evocent , (fi ad judicium
chetiti fondato sù le parole dell’Evangelio, {fi mittet Angelo

fio* cum tubi* , 'fi voce magna , {fi cengregaìnt eletto* eju* a quatuor
(

ventisi onde ceffi la difficoltà mentre -fu


p pi ira nno molte Trom-
be, che in tutte le parti del Mondo faranno fonate dagl’ An-
geli.

Maggiore difficoltà è il determinare , fe tale Tromba do-


^

veri edere vera Tromba , ò pure con tal nome debba inten-
derli un commandamento Divino ftimorono ap- come alcuni
,
prettò S. Gregorio
, in vigore di cui tutti li Defonti riforgeran-
no. A tal dubbio rifponde il medefìmo P. Cornelio lòpra il ca-
po 4 della letera di
-
S. Paolo alli Tefsalonicenfi dicendo.,’
che fara SenJìbiU*
clanger , ifi non tubali* formata ab Angelo in
cere
^ yel ea foli u* aeri* collifilone voi potili* per ver am tubami
come ftimò S. Anlelmo in Elucidarlo , ed altri . Imperochè Cri-
0’ e
.
San Paolo fempre uforono la voce di Tromba, la qua-
c è un
Iftromento Idoneo a formare Tuono da poterli udire in
P art remote, benché a noi non fa manifefto di qual forma , e
i

1
quale materia doverà
edere tal’ Iftromento.
Un’altro dubbio fi può proporre circa tale materia come
fenice
lteri( ce
;
il citato
Autore, cioè in qual modo potrà
Autore ,
po“' elTere udita
9 voce della gl’Uomini faranno morti nelli Se-
Tromba ,
fe
Ma dottamente rifponde il P. Cornelio , che Audient

5Jt ^
_
Jentient , refurgendo
, ac fi audir
ent voccm Filli Dei , qui
ocat ea
qua; non funt
quaf ea qua; flint . Imperochè tal Troni
Iara come
f ftimano molti Santi Padri un Iftromento morale
L.
a ^
e fitrezione
per mezzo, di cui Crifto ; Opcrabitur refu-
,
10n?m ìfiut ver -
ha confecyationis funt In rumenta tranjufantìaa
88 +>è
tìonis. Perciò lo dice Iftromento morale , imperocché: Non ne
Je videtur buie Tuba tribuere vim phificam fufeitandi mortuoi
A ciò, aggiunge P. Francefco Suarez g.parr.
il
q Ue ft.
arr. i che
. li Morti dopo edere riddatati udiranno tale
TiqÌ
ba ,
poiché il riforgimento
farà in un’idante mentre fii 0nifi
, !

rà la Tromba, modo,
che perseverando il fuono poffa
in
effe,
re udito , ò almeno potranno udire le parole feguenti
, veniìt
ad Judicium Imperciochè tal Tromba intimarà e chiamati
.
, tut-
ti ad edere giudicati
, che perciò dice la Chiefa : Tuba mìm
[pargens finum , per [epulcbra regionum coget omnes ante
, Tram ,

Tutto ciò il P, Suarez

classe ir.
Degl' JJlr omenti fonori per
la Tenjìone.

R Iconofciuti glTdromcnti, dalli quali fi rende il fuono per


il fiato, fi paffa alla feconda clade di quelli, che rendo-
no armonia per la Tendone, poiché Sono armati di corde,
le quali iti rate , quando fono percalle rendono il fuono Ine- .

rendo dunque alla divifione di Caffiodoro lib. de mufica, ove


dice : Organorum aliud percutitur , aliud intenditur , aliud infletti'

Percutiuntur acetabula anea , nel argentea , tenduntur fdes , qutfr


m

tiro percufa rnulcent auriurn fenfum , infiantur tibia ,


calami j &
gana , qua [piritu agitata in fonum vocis animenW'
u c ater a ,

Numeraremo dunque gl’Idromenti della feconda dalle j


11

quali intenduntur A tardarne ci fà buona guida il P. Kirchcr


.

nella fua Mufùrgia con ridurli a cinque claffi , ove a carte 451'
compongono #
dille, che la
abacis rnanuariis
prima contiene quelli
qua claviaria vocant
, li

,
quali fi

ut Clavhymbala ?

,
vi cordìa Spineta , Adanucordia . La feconda contiene, quet
,

briis in obfongi colli morem protenjìs , e quedi utriufque miniflct10 *


^
nus [ovari folcnt , ut Teftudines , Tiorba , Pandora . Nella terza
contengono quelli, qua manubtiis quidem confante fid or(Uì
pennis incitantur , ut l/ìola ,
omnis generis ,
feti Cheles , U Cyt**' )

La quarta comprende 3 qua omni abaco , £? manubrio


utm‘
. . -

o<2 89
litriufqM mdttus minìjìerìo immediate fornirmi ut Harpa , io Pfai

teriQ' Nella quinta finalmente fi numerano , qua mixtam quan-


dm ratiarem e» omnibus habent , ut Lyra Germanica ,
qua abaco
tonfati & loco arcua utitur rota. Con quella divifione fi rende-
rà più facile Tefamc di ciafcuno,

XL I I I,

Cimbalo
ominciando dunque dalla dalle, che contiene gP Iftrom en-
C ti fonati eoa la mano
, in primo luogo è da confiderarfi
il .Cimbalo, detto da molti Gradii cembalo Di quello fece
.

menzione il S. Rè David nel Salmo 150. , ove invitò a lodare


Dio con taf Ifiromento Laudate cum in Cimbalis jubilationis ;
:

«là perche la parola Cymbalum , è molto equivoca , e fi può


dubitare di quale Ifiromento parlalfe ,
defcrivendolo S. Ago-
ftino: Cymbala £dille ) invice mf (ungane , ut benè Jòncnt , ideo k
quibufdam labiis noflris comparata flint . Lo Sponio nella lèlfione
prima art. de Cymbalis , esponendo alcune figure di donne , che
ballano, fonando un tal Ifiromento , dice: Cymbala efé Infra*
menta , qua ifa Saltatrlcula geflant , utrumque cum altero concu*
tiunt audacler , afero qubd ea vide am labris ajjìmilari
Ma tal Ifiromento lignificato col nome di Cembalo dagl*
Antichi a filo luogo doverà riconolcerii : per ora balli P inten-
dere , che tal nome è fiato trasferito dalli Scrittori moderni , a
il quale armato di corde di metallo rende
quell’ Ifiromento
,
il fuono
per mezzo di alcuni , che dicono fai carelli uniti
ahi talli
5 quando que
0' dalla mano del Suonatore fi percuotono.
Per elfere JA- omento alsai noto non occorre defcriverlo
dlffufamente ~ balta fidamente fare tré principali riflefiìoni , la
,
prima è cóva la difpofizione delle corde , la feconda circa le cor-
de medefime ,la terza (opra la varietà delli filoni : fono primiera-
mente le corde in numero di 49. di metallo , e non d’inteftini
di Animali .Onde P Ifiromento , che di tal (orte di corde è ar-
uiato > fu detto da Gulio Finnico Iib. 6. cap. gì. /Erencrvum
,
tdcft Infrumcntum
mufteum cui vice) Nervorum infuni area ebor-
wl*i mà tal voce conviene anche alla Lira, che di cali corde
M fuol
go £<*•

fuol edere armata , onde lo dello Scrittore dhTe , Muficos facìunt


qui lyrtc areneroos dulci modulatìonc psrcutiunt Ne (blamente fo.
no di metallo le corde , mà hanno diverfa eftenlìone , e lim«
ghezza , e a proporzione della maggior , e minore edenfione
fono anche di maggiore , ò minore grolTezza , dai che procede
una grande varietà di voci fono re , che perciò tra tutti gl’Idro-
menti di quello genere tiene il primo luogo.
Gio: Battidà Doni a carte 58. cosi ne Ibride,
li Clavicembli , quando fi facciano di tré tuoni , e radature
fi potranno diverfificare in due maniere con la deda materia
delle corde per tutto, c con diverlà , fe cialcun averà le corde
della deda materia, la diverfità confiderà non lolo in edere più
e meno tirate, e aver la tratta più lunga, ò più corta, mà più
bada, ò più alta dal fondo, e in pettinatura più cruda , ò più
dove pcrcoffa più piedo, ò lontano dal ponticello, ò fimil al-
tre differenze , che potranno agiuntare alla natura de’ modi
fi

con fare
, che il regidro Dorio abia il fuono ordinario del Cla-
vicembalo &c.
Edere dato inventato tal’ Idromemo da un certo Niccolò
Vicentino, lo riferì il Doni nel libro de Mufica alla carta quar-
ta, ed edervi dati aggiunti molti tsdi, e molte divifioni Vi- .

veva tal’ Autore in tempo del Cardinale Ipolito d’ Ede fuo Me-
cenate, cioè circa f Anno 1492. fotto Aledaudro VI.

X L V.
I ìr » •

Cimbalo Verticale •

L A deda difpofizionc
Idromento feguente,
, e qualità di
quale è differente dal primo perla fi-
il

tuazione delle parti , inventato per maggior Commodità,


cofew fi oderva nell’

poiché è collocato verticalmente , onde il fuono fi propaga


meglio , e occupa fito minore , e ferve per ornamento della Ca-
mera in cui li conferva : Da chi da data tale difpofizione in-
ventata non l’ hò potuto rinvenire , ficcome nel racconto del Leti
fi riferì edere dato il Vicentini inventore del Cembalo mà du- ,
!

bito . che più todo fotte da quello perfezionato


XLV:
.

•od 91 P**

r
X L V. . I '

Spinetta .

Ono anche li Cembali del genere fòpradetto di forti diver-


S fe, ufandoh la medefima difpofizione ia tutti delli talli, e dell!
Saltarelli , mà variandofi il numero delle corde , e la difpo-
fizione di effe . In Italia è comune quello detto comu-
nemente Spinetta , la quale alcune volte hà folamente dicidot-
to talli, e rende Tuono acutfffimo. Sogliono communemente fo-
nare tal forte d’ Iflromento le donne , che perciò il Pittore le ha
cfpreffe in quelle tavole. Delle varie radature di quelli diffufa-
mente trattò il P. Kircher nel libro 6. della mufica illrumentale
part. 2 cap. 1 , e il Merlènite , onde a noi non apartiene il rife-
.
.

rirle .

Una adopera detto Sordino , e diffe-


forte d’Idromenfo fi

rente dalla Spinetta per la qualità del luono, perchè in quella le


corde toccate dalle penne delli Saltarelli rendono Tuono acuto*
e armonico nel lordino le corde fono folamente battute dolce-
;

mente dal làltarello: onde fi rende un’ armonìa lorda* e loave*


che appena fi ode dal Suonatore

X L V I.

*
’*
Tiorba . " ‘
* •

T •
\


; % . }

AffandcMalIa claffe, che Contiene gl’ Iftromenti compoffi di cor-


P
mato
po fonoft> detto communemente la Tefìudine , e di manico ar-
di
corde , e fi Tuonano con ambedue le mani , una delle qua-
ligoverna le corde fopra diverfi fpazii del manico nelle radature, e con
1 altra ritoccano
le corde, accichè rendano il Tuono; fi offervi in
pnnno luogo quello chiamato dagl’italiani Tiorba dalli Latini ,
Tefludo benché quello nome
, fia generale , con cui lì fign.ifica
1
u* Wnftromcnto vacuo, così detto dalla forma convulsa
cnc ha in una
parte fimile alla Tedudine .

U 2 £-
+>é 92 £t»
E dunque quell’ Iflromento di figura efprelTa nella fua ima.
gine . Perché fi dica Tiorba , niun Scrittore rafferma, e probabil.
mente tal nome deriva dalla parola Barbiti , voce barbara fe«
condo Teforo della Lingua latina , in cui fi lignifica lira di gran,
il

dezza maggiore dclfaltre , e l’usò Ovidio di genere feminino,ove


feri (Te Epift. si.
Non
facit ad Lachrìmas barlytos ulla meas
Il P. Kircher rilèrilce nel capo 2. de Mufica inftrumentali che
,

la Tiorba prelè il nome da un Napolitano , che aggiunfe cor.


de alla Lira : contiene tal’ Iflromento nove corde doppie, e una
femplice

X L VII.
Arcileuto

D Inftrumento non ufato da«


AlIa Tiorba nacque l’Arcileuto ,
gl’ Antichi, mà inventato dalli moderni , poiché comin-
ciata fi ad ufare la Tiorba , un nobile Tedefco detto Girolamo
Capfpcrger la perfezionò aggiungendovi un collo più lungo eoa
otto corde femplici, e fette doppie con una corda più delle al-
tre fonili detta Cantino , fono le fopradette corde, non di Me-
tallo, mà d’inteftini d’ Animali , e dfferifeono nella grofiezza,
e fi percuotono con la mano delira , premendo con la finiltra
variamente lemedefime nel collo dell’Iftromento , il quale frà tut-
ti di tal genere è il più armonico per la varietà delli fuoni che
tende
Aggiunfe il Merfennetrovarli alcuni Liuti detti Chitarroni)
Ji quali hanno corde di metallo in un braccio , e n^l’altro d’in*
«filini e alcune volte avendone al numero di 40.% molte delle
,
quali benché non toccate, concepirono tremori , e rendono luo*
no . Il manico di quello Jftrojnento può eflere di quattro ?
cinque piedi lungo

XLVIU.
4

.
*
. -

93 e**

X L Y I I I.

Cetera

T Ra griflromenti

oll'ervano le narrative
, che fi filonano , ò con le deta , ò con
il Plettro forfi il più antico è la Cetera

delli
3 imperocché fe fi
Poeti, l’invenzione, e l’ufo di effa
fù attribuito a Mercurio . Lyra dicìtur à AFercurio primàm inven-
ta, fcriffe Ifidoro de originibus , poiché quando ritornato il Nilo
;

nel fuo letto dopo avere inondato l’Egitto , fu trovata da Mer-


curio una fpoglia di Tartaruca, in cui eiTendofi inariditi li ner-
vi dell’ animale putrefatto , refèro quelli il fuono per-
coli che furono dal vento, onde a fimilitudine di quella Mercu-
rio compole la Lira , e la donò ad Orfeo, il quale feppe sì
bene fcrvirfene con il canto, che le piante , e li fallì lo feguìva-
no da effe allettati per goderne 1’ armonìa , e per effa poi fù
numerato tal’Ifiromento frà le conftellezioni del Cielo.
Di effa dottamente parlò il P. Riccioli nel fuo Almagefio parte
prima pag. 406. Lira ( dice egli} Stvè vultur cadens, vel diferenr,
A
Pfilteriurn , fine hac lyra fit pollinis , five Horphei juxta Qvidii
mct. io. continet Stellar in Ptolemeo io. quot videlicet funt chor -
da in P[alteri0 decachordo. Atin Baieròfunt x^.in Kleper / IL quas in-
>

ier fulgenti
firn a^B prima magnitudinis eli illa^qua dicìtur Fidi tuiafeti
lucida lyra . Et pag. 48 1 .Lyram fipticordem adimitationem feptem pia-
net arum inventata ab Apollineqvel ad imitationem fept ifleilii Plejadum
a Mercurio exeogitutam tradì t ab Hygino lib. 2 .Vitruvìus lib.<. cap.y.
Ibique Daniel Berbarus Pbilanderydem Ficinus in Pia
, C? Gulichnur

3 Gui-
toner/i de furore poetico Glarcanus lib.2.Dodecachordi cap.'è.g) 1 .

do Aretinus in fuafcala muficafetrus Valla in lib. Plinii cap. 2 2. éfc.


Prima però di confiderare meglio queft’Idrumento conviene
avvertire, che molti confondono la Cetera con la Lira, eftima-
fìo edere il
medefimo Infirumento , come faggiamente avvertì
d Bulengero de Theatro lib. 2. cap. 37. Nonnullì autem partìm
m
Cytbaram , Uranio cheli tcfludlncm idem efebeo fortè , quid Xe-
nophon Sympof. dìxerit
Cìthara cecinit , Lyra cum tibiis confinante^
cantmt , Ateneo lib. 14. accipiens Lyram Cìthara cecinit , E
più
94 £**
'Ot?
più chiaramente 1’ accennò Eulktio citato dal medefimo Buleia
gero , ove ferii!ZiTeflam te/lUdinis ingente mfubi io , fieu manubrio ad-
dito ,
(5* rwv//x intentis Mercuri us Lyram aptavit , quam A 'pollini
dono dedit , ut fe redimer et , caw aliquot ex ejus bobus furatili
efiet Rione però fù di parere, che la Cetera folle inventata da
Apollo , e la Lira da Mercurio
Mà fono belle invenzioni dipoetiche fantafie; mentre
tutte
dagli oracoli infallibili fi sà che l’inventore della Cetera fù Ju-
bal, il quale come fi afferma dal fagro Iftorico nel 4. della Genefi
fuit Pater canentium Cythara , iy Organo Vero bensì , che da .

tali parole non fi hà evidentemente , che Jubal folle inventore


della Cetera , benché foffe Padre di quelli , che bufarono , non
però fi può negare efferc flato in quella età l’ufo della Cetera
e fimili Iflromenti
Fondato sù quella autorità confermata da Giufeppe Ebreoj
il P. Kircher adduffe la raggione
,
per cui la Cetera poteffe effere
il primo Iflrumento, facilmente inventato Inventum chordarum
....iiiiuiiriiiiiiiijililllliiiìliiiliHiiiliiU

dice egli nel capo 4. del libro 2. de arte Confoni , & diffoni.
Ziti facile fuit ita quoque vetufifjìmum efe , pr'nnevorum tem-
forum nemo dubitare debet , cum enim nìhil adeo necefarìum ft
quàm filorum ad omnia compingenda tifiti , omnis autem quorum cur^
que filoruiii extenfio gratum quondam fonurn excìtet ex varia au- ,

tem tenfione nihìl facilini fuit pirli


chordarum v arii mfeantur foni ,

w tifargìs hac experìentìapriui cdoH'u Injlrumenta tandem omnii


ge-

neri1 adinvenire , 0* quidem cythtaram polichordam ante Diluviti#


fui/le /aera noi docent litterae •
,
\

Di quale forma foffe 1* antica Cetera non è fi facile a fa-


perfi. Probabile però deve flimarfi , che con il tempo da varii
Suonatori fi riducefse a forma migliore , ed a fuono più armoni-
co , aggiundendofi in effa il numero delle corde .
S. Girolamo nella lettera fori tea a Dardano Limò , che
li

Cetera foffe fabbricata, come la letera Delta, Vitmvio fcriffe effe-


re formata della grandezza d’una Tartaruca marina, c
cheatat
a
corpo foffe aggiunto un manico lungo un cubito , e che
la
quello corpo Mercurio trasferire le corde ufatc nella Lira ,
quale era formata di due coma di Capra aggiuntavi una travet-
to per poterle in cffaafHgerc, come fi vede efpreffa in
molte me-
daglie j e marni antichi . Chi defidera leggere più diffufamen-
<c
. t

-yè 95
cc dcfc ritte le parti della Lira , legga il Bulengero nel capo 3S.
del libro fopra citato
Non mancò chifende ederfi da Mercurio addattate alla Li-
ra tré fole corde , e canto dilfe Indoro Cbordas primits Alercu-
rius exeogitavit idemque prìmus ncruos fornirti ftnnxiù ; e aggiunge
che fodero nominate corde dal cuore: quia fìcut pulfus ejì cordi
in pecore ita pulfus chorda in Cytbara .

Li Greci affermano , che la figura di Getera Pi fatta da Ce-


pione fcuolaro di Terpandro . Altri fcridero , che Apollo fode
l’inventore della Cetera , c che fode fintile al petto umano , e
che poi ne procededero diverte figure, e con diverfità di cor-
de, come fi vedrà negl’ altri Idromenti , onde vi fono le Ce-
tere dette Tedetehe, altre Francefi , Inglefi, Spagnole, Turche-
fche , e Perdane , le quali tutte armate di corde fi fuonano , ò>
con le dita , ò con il plettro , e tutte podono edere comprefè
con il nome di Cetera, edendoin tutte quelle la parte , che dalli
Latini fi dice Tèdudo, vacua nella parte interiore ,
e diverte
nella forma, donde procede la varietà dell’armonia . La Cete-
ra dunque antica fu da molti adoperata armta di fole tré cor-
de, nelle quali i.cap. 3 »
Diodoro Siculo
, come riferitee Iib.
h accennavano tré flagioni dell’anno
, e
alrrettant moni , cioè 1

1 acuto
per l’Edate il grave per Vimr^rnct
, d mezzano per ia ,
Primavera , e Scaligero nel capo 4?. dei libro primo della poeti-
ca afTerifce
, che a Corcbbo figlio di Ati Rè de Lidi aggiunfe la
quinta corda Ne furono poi aggiunte lette da Terpandro,
.

alle quali
Simonide a f’-munfe l’ottava Timoteo la nona, te cre-

dere dobbiamo del libro 6.


a Plinio , che così fcridè nel capo 4.
c lo (ledo
riferì- nel capo il Buleiigero
aggiungendo , che
40.
•Girolamo eder armata di 24. corde
riferì
l'Iel Teatro però della v*ev« .««nn* firaccònta, che aiuta-

Milefio celebre Mufico, che vi Ce in tempo di Alef-


le Timoteo

fandro il grande alla Cetera la corda decima , e un-


, aggiunfe
decima. Nella
Cetera commnne , che oggidì fi ufa fi numerano
dicifette corde , le quali fuonace col plettro rendono una foavif-
hnia armonìa.

.
Non l’odervare la Varietà delle Cetere
farà cofa Ingrata
•antiche
come fi trovono efpreffe in varii marmi , e fono quelle
Ul
d pode nella Tavola come le pole ilMerfenne a care. 7* dall,
,
Idro-
*>? 96 £<
Illromenti armonici , e il Kircher : anche parla d’efTà
Pigmf*. il
ilio de Servis a cart. 1 58., ove dice poterli conolcere le parti , che
compongono le lira cioè: Latetna , acumina^ braccbia^ bumeri ,fca~
puU , , modulum ,
pettina timpanum $ .

Quindi non è meraviglia fé dagl’Antichi dediti al piacere, 1

e alle delizie , era Cetera nelli Conviti come


Polita ufarfi la
ri feri Ice Plutarco Symp. 7. cap. 8. Cytara jam olim <etate barn eri
adhìbita ejl in convivi ìs , $
ami citi am confuetudinemque ad co ami-
quam non debet dipolvere , fed Cytbaredis polis utendum eFI , ut Iti-
ttum , F)funebrem complorationem cantilenis fummoveant , canen-
tffs bene Qminata quod homini bus bene epulantibus commendata /int.

Ne làrà dilcaro concludere quella narrativa con ciò , che


riferifce Strabone , nel libro 6, Cioè , che in Giraci Città della
Calabria fi vedeva già una Statua rapprefentante un Cittadino
inligne Citaredo detto Eunomio in atto di fuonare la Cetera l'o-
pra cui era una Cicala , e ciò in memoria di un accidente cu-
riolò, cioè che mentre fuonava a gara con Arillone Mufico fi rup-
pe una corda della Cetera , mà fopra venendo quell’ Animale ,
fupplì con la fu 4 voce al fuono* che mancava .

f Tua rimile Statua fi collocata in Delfi con un’Epigramma


regiftrato nel quarto libro degl’ Epigrammi greci , e un’altro ni
pubblicò nel libra Drimqd^'' ,l u ^ mcro i2r a dotta mufa del *

p. Carlo d’Aquino qui riferito con li verfi fèguenti

Stridula voce nemorum , poftquam modulamene dulti


Supplevit dotte fila recifa Lyrec
Hit demum vitarn poplin cantumque canone
Ne mortìs titulos folus haberet Olor >
Hoc majorCygnum per lunga Jìlentia vitee
Credìbile eji , fer ir* *<*/» didicìpe melos
Hxc cantra flridens cum vìxerit ante cicada
Funeribus fatta ejl nunc phiIoniela fuis .

XLtX.
XLIX PcilldlLVCL

- '• ' •
I
. .

*<5 £**'
97

X L I X.
Pandara
Andura fì dice dalli Napolitani riftromeafo fégueute la

P forma di cui è poco differente dalla Mandola , mà è di mole


molto più grande ; è armato di otto corde di metallo , e fi Tuo-
*

na con la penna , e rende grata armonia »

L.

Cetera Tedefca.
Egue im’alcro Iflromento poco diffmile detto Cetera Tede-
S fca dal P. Kircher, forfi perchè ulata frequentemente nelle
parti della Germania. Hà quefca forma divella, ed è fornita di

, chi ne Ila l'Autore no^


fole dieci corde , e rende Tuono foave
è riferito da Scrittore alcuno

L I.

Chitarra Spagnuola.

C Hitarra,ò Cetera

donna in atto di Tuonarlo


è detto Tlftromento qui efpreffo *
Spagnuola
forfi perchè frequentemente ulato in Spagna, fui elpreffa una

effendo uTato anche dalle Donne .


,
Tiene cinque corde le quali Ti fògliono percuotere con
doppie ,
Ia mano
tempo dibattuta, ò pure toccate con la punta delle di-
a
onde rendono Tuono più (bave

.

Curiofo è il dubbio che qui Ti potrebbe proporre circa la


,
,'Ctera riferita
nel quinto capo dell’Apocaliffe , ove S. Giovanni
ce aver
veduto 24. Vecchioni , li quali (lavano avanti il
'

T fono
dell’Agnello , habentcs Jingulì Cytbaras/uasjiccome delle altre
1
etite dal
medefimo nel capo 14. dicc«do: voccm quarti audivi fìcut
N Cytha-
-*8 ***
98
Cytharedorum Cytharhantìum in Cytharis fuh , Che nel
Cielo dal
li Beati fi ufi no Iftromenti di Mufica non è da crederli •
fi
può bensì dedurre edere ivi una equivalente melodia, con
cui fi
cantino le Iodi a Dio, a noi indicata con termini di fenfibili
In*
dromenti , tra li quali furono nominate le Cerere edendo
ilfuo-
no di effe lòaviffijno, edarmoniofo in lòjmmo grado.

L I I.

Lira di Apollo.

E ’Rapprefentato in quella figura Apollo creduto Dio dagl


Antichi Idolatri, come fòlevano elprimerlo, cioèGiovane,
con la finiltra tenente una Lira coronato di alloro , e vellito di
tela d’oro , ò di colore .cele He Nella Lira , che finfero edere
..

Hata da lui inventata , lignificarono l’armonìa delli Corpi Cele-


fti. Finlèro anche li Poeti , che al fuono di eda fode fabbrica-
ta la Città di Troja, come cantò Ovidio nella lettera di Elena
a Paride.

Uion adfpìcies formataque turribus aìtis


Ado:nia phebec Jìrucla canore Lyr<c .

Scride Paulània , che inoltrava come prodigiofo un fido , ove


fi

Apollo depofitò la fua Lira, dal contatto della quale diventò fo-

lgoro, onde qualunque volta era percodo rendeva il fuono Umi-


le a quello della Lira,mà a noi badi aver qui efpreda la forma della
Lira di edo, communemente delineata nelli Marmi , e pitture
antiche , nelli quali fi vedono efprede anche Poltre qui pode , ri-
feritedal Kircher, dal Merfenne, e dal Pignorio Didero al-
.

cuni edere la detta Lira armata di quattro corde con le quali fi


additavano gl’Elementi , altri eh’ erano fette, per fignificare l’ar-
monia delli fette Pianeti.
\
1
s. s .

od 99 ^
L I I I.

Mandola
L piccolo Iftromentoqui efpreffo, detto volgarmente Man-
I dola, e dalli Latini Mandora, hà fedamente quattro corde,
e rende Tuono molto acuto Un firnil’ Iftromento trovo efTere
.

dato ufato dagl’Affiri , mà di tré corde , e chiamato Pandora .


Giufeppe Laurenti nell’ Amaltea Onomaftica afferma , che nel
nome di Pandura fia lignificato riftromento, detto dall’Italiano Re-
bechino Se quefto folle l’Idromento ricordato da Ifidoro ap-
»

prelfo Varrone ed altri, è cola molto dubbiofà Sono tanti li


,,

diverfi termini , eoa li quali gli antichi Scrittori nominarono


griltromenti fonori ,, che fi rende impoffibile poterli diftingue-
re, ericonofcere , maffìme che fono diverte le forme d’un mede-
fimo Iftromenta ufato da diverte Nazioni-
Sia di ciò efèmpio la narrativa di Lampridio nella vita di
Eliogabalo, ove dice Ipfe cantami , : f
alt avit ad tibias y tuba cecìnit
pndurìzmt-) Organa modulatus cfl Molto più ofeura è la nar-
rativa di Americo de Pejerato Abate Moifiacenfè nella vita di
Carlo Magno regiftrata in un codice manofcrltto lotto il numero
1
543 nella regia Libreria riferito da Dii Gange alla parola Baudofa
* .

Qmdam ( dice egli ) Baudofam concordabant


Plurìmas ebordas cumulante
Quidam triplice cornu fonabant ,
Quidam for amina inclaudentes
Quidam eboros confonante
Duplicem chordam perfridentes
Quidam taborellh ruflicabant
Grefum fonum permittentes
Quidam cabretct vafeonizabant
Levii pedibui pcrfaltantes
Quidam Lyram , & tibiam properabetnt
Prolixas virgulti* fìc gerentes
N 2 Qui-
. . ,

oé i oo
JQuidam Rcbccam arcuabant ,
Afulicbrem voccm confingentes $c.

Dalle quali voci , ò barbare , ò improprie è imponibile il potere


intendere quali fodero gl’Iflromenti lignificati

L I V.
Chìtarrino
v

R idicola è la figura feguente fatta capricciofamente dal Pit-


tore , alludendo però al vero, mentre rapprefenta un Ma-
rinaro in atto di Tuonare un piccolo Chitarrino, armato alle vol-
te di quattro , alle volte di fei corde , e communemente fi ado-
pera Marinari Napolitani , allora che fianchi dalle opera-
dalli
zioni marinarefchc prendono ripofo in qualche Lido , ed hanno
rifiorate le forze con il cibo Non rende armonia molto grata
.

ma un Tuono acuto , di cui il fènfo delle pedone rufiicali fi


diletta .

L v.
Colafcione
A
L una donna Turca in atto di
figura feguente rapprefenta
Tuonare un’Ifiromento di tré corde, molto ufato nella Tur-
chia , e principalmente dalle Donne In lingua Araba fi chia- .

ma Dambura in Italia Colafcione ,


come fi dice dagl’ Autori
,

della Crufca Frequentemente anche fi Tuona nel Regno di Na-


.

poli , battendoli le corde col plettro , ò con una penna.


Rende
un Tuono rauco , efiendo le corde molto lunghe, e la cefiudine
prefa dal
di piccola mole, come fi vede nell’imagine prefente ,
per
libro pubblicato in Parigi c difegnato in Coftantinopoli
,

ordine di Monsù Ferrajoì fiato iviAmbafciadore del Ré di Dan


tal volta fei piedi, nel manico
didimo
eia . Suole edere lungo
In ledici talli 5 alle volte è armato di Iole due corde.
'
. .

+>€ roi

l y i.

Viola.
fegucnte è in atto di Tuonare -un'Iftromento fimi-
L ’Imagi'ne
le nella figura al Violino , mà per la grandezza , che hà è
nominata Viola Il manico di elio è lungo la terza parte di tut-
.

to l’Iftromento , ed hà quattro corde come il Violino , mà più grof-


fe affai ; ficcome l’arco è molto più lungo Quando fi Tuona (i
.

foftiene dal Pavimento nel modo qui efprcffo *

L V I I.

Violone
On
C Tuona quello, che fègue, e qui fi
la fletta attitudine fi
efprime in atto di efferc accordato dal Suonatore: Ti chiama
Violone, perch’è più grande della Viola, edhà lei corde, con le
quali fi fa maggiore armonìa, che nella Viola.
Un’altro della fteffa fpecie Ti uTa da alcuni armato di otto
corde , che fù inventato dal Signor Conte Sommerfet Inglefe
peritifiimo nella Mufica , come riferifee il P. Kircher pag. 486.
Arti: magna conforti , $ àfoni . Qual’ Ifiromento dalli Latini
fi efprime col nome Vitula
, ò Vidula , ò Yiolla , onde li Sona-
tori di effo Tono detti Vitularii

LVHL
s . . ,

4>é 102 ^
L V I I I.

V Accordo.
IÙ di tutti è Armonico il feguente detto l’Accordo , non fo-
P
di.
lamentc perchè è di mole più vada , mà perchè è armato
dodici corde , ed anche di quindici , delle quali dall’arco fé ne
luonano due , e tre adìeme * Il P. Merfènne lo chiamò Lira mo-
derna .

Tutte quelle forti di Viole fono date inventate dalli mo-


derni , nè nelli Monumenti antichi ne hò trovato efprefiò alcu-
no , ficcoine nella Sagra Scrittura non fi nominano , e (blamen-
te fi parla diCetere, di Lire &c- Se poi con tali nomi fiano date
cfprede le Viole è colà incerta *

LIX.
Lintercolo , ò Sordino

L Tmagine feguente
lo Idromento ,
è in atto di Tuonare coll’arco un picco-
detto dalli Latini Lintercnlu per la figura
che ha, dice il P. Kircher , fimile ad una barchetta . Sordino la

dicono gl’italiani > c fi duole adoperare mentre fi balla

LX.
'

r.
te
r-
- . .

!#Ì 103 £<*

L X.
Chitarrone
Ale è riftromcnto tenuto dal Villano, che qui
T fo a cavallo d’un Giumento in atto di cantare,
per qualche tempo fi t ricreato con il Tuono
fi è efpref-
doppochc

L X I

Monocordo .

M onocordo chiama l’Iftromento , che Teglie , perchè è


fi

armato di una Tola corda , benché anche ne abbia un’al-


tra più corta , le quali però fi Tuonano coll’arco leparatamente •

Parlando di elio il Kircher a carte 487. dice £>upd uti notìjjimum


:

eft , ita fupervacaneum afe ratus fum eidem esplicando t empiti te-
me .

L x II.

Tromba Marina.
U’efpofto con quello nome uiTIdromento diverTo Tuonato
F con il fiato
Tuonato con l’arco
ma con
,
l’ilteffo nome Ti elprime il Teguentc
ed armato con una Tola corda grolla , la quale
,
con il pollice della
Tundra del Suonatore Ti và premendo a tempo
ln var ii
luoghi del manico per eccitare tuoni diverfi , li quali
,
Tjuo in tutto
fimili alla voce della Tromba , perciò chiamata
Tromba Marina efifendo Tufo di efifa frequente nel Mare , fen-
,
za la fatica
di animarla col fiato La forma di elfia fi vede nel
.
c e gno
1
qui pollo . Il Glareano nel capo 1 7. del libro primo diiTe
molto
. . .

*>è 104
molto di quello Iftromento
, affermò edere la lunghezza di
e (To
di cinque piedi , e per l’ordinario di forma triangolare
, aggiri,
fe che anche tal volta hà due corde con le quali
meglio fi ^nuò
imitare la voce della Tromba .

LXlIt
Salterio Turchefco ,

I efpqne qui una Donna Turca prefa dal medefimo libro del
S Ferrajol in atto di Tuonare un’Iftromento quadrilatero pollo in
piano Orizontale pieno di corde di metallo , le quali fi toccano con
le dita E quello fimile al Salterio oggidì ufato , della di cui for-
<,
5

ma , che fuol edere quafi triangolare , fi ufa anche dalli Turchi


Se tale folle il Salterio riferito nelle fagre Carte , ove li dice
nel Salmo 91 .In de catorcio Pfall erto cum cantico in Cythsra , enei Sal-
mo 1 43 Deus c-antieum noimm^cantabo cibiffi Pfaltcrio decacordo pfdi-
.

lani Cibi Dalle quali parole fi deduce , che appreflb gli Ebrei fi
.

ufàva un’Iflromento chiamato Salterio , il quale era armato di dieci


corde , propter numerum decalagi legis , alludendofi con elio all/
dieci Precetti dati da Dio a Moisè , come avvertì S. Agoflino fo-
pra li Salmi.
Indagandone la forma Ifidoro fcride, edere la differenza del
SalCerio dalla Cetera , perchè: lignum illud concavurn unde foniti
redditur , &
dcorfum feriun tur eh orda: , p) defuper fonante Cytharà
cuitcm è conira concavitatem Ugni inferius habet Ma dicendo dò
.

pare che convenga al Cimbalo , e non al Salterio


Defcrivendolo S. Girolamo riferito dal Bulengero nel cap.
43. del libro 2. de Thcatro afferma , che fede di figura d’ uno feu-
do quadrato, in cui erano refe dieci corde; mà benché il S. Dot-
tore confermi , che nel Salterio erano dieci corde , non fpiega a
badanza qual forma avede dettTdromento Il P. Kircher nel li-
.

bro 2. de ninfea Hcbrceorum , ove riferifee mole’ Idromcnti mufi-


dagl’Ebrei, fitto la lettera A. a carte 49. efpofe la figura,
cali, ufati
che afferma aver prefa da un Codice antico della Libraria Vatica-
na , ed è appunto come il deferittoda S. Girolamo ; mà lo dello
Autore alla carta 495. efpofe qrf Idromento di forma triangolare
con
!
s .

1 05
con dire edere il Salterio ,
del quale ne parlò come (egli e . Pfial-

fi peritarti manum fiortiatur


tale
tcrium Ifirumentum fidicìnum , cfil ,

ut nulli alteri five bar moni carutti vari et al e m


proportionum , fine bar -
moni sfi fiorii infìgnem amami tatem [belle , cedere vidcatur ; Forma
ut bit Fides eri triangularis , ebordas habet 0V. e lègue a delcrivere
l’ordine delle corde divile in tré fiftemi divertì , ciafcuno delli
quali pollo no, e foglionò dupplicarfi anche triplicarli , onde ne
, e
nafce un’armonìa ringoiare. AiFermaanche,che nel tempo in cui fcri-
veva era in Roma un Mufico infigne, nominato D. Gio: MariajCa-
nario , il quale aveva, c fonava un tal’ Tiramento
Gio: Battida Doni nel fuo Trattato della mufica alla carta ji.
dice, che fi ferviva d’ un’ldromento di forma quadrangolare con
32. corde di metallo proporzionatamente equididanti , e ugalmeu-
te lunghe accordate al unifono , nel quale con l’ajuto d’ un Ponti-

cello triangolare , obliquamente pofto , quallìvoglia intervallo fi


può dividere in quante parti uguali fr defidera Al quafldromento .

(dicej forfi converebbe il nome di Magadide ulato dagl’Antichi,


clic fi avvicina a quedo Sin qui il Doni-; il parere del quale par-
.

mi non poterfi approvare; poiché cercando io che colà li lignifi-


chi nella parolaMagadide, trovai che dal DuCange erudito Scritto-
re delle voci latine fi buone, come barbare odervafi edere voce origi-
nata dal greco , fignificante quella parte della Lira , ove il Plettro
percuote le Corde, e cita Pietro Diacono de l/iris illufilribusCa-
fin. cap. 28. ove fetide . Canutus etiam B. Mauri compofiuìt , in qui-
bus qui Dult artis grammature tramitem , Monochordi Jonori Ma-
gadereperict notas y e nel Tefòro della lingua latina fi dice , che la!
parola Magas Magadis-, five Magadium fignifìca Inflrumentum mu-
ficum , Cl è tabula quadrata conjlans levìter convexa intentis in ca Cy -
tharafidibus , e fi aggiunge che al parere di Budeo fi fignifica an-
che quella parte della Lira
, in qua plc&rum illiditur , ubi pcrcujfi»
fit chordarum manu dextra . »

Podono
quelle opinioni facilmente conciliarli , poiché col no-
me di Salterio
, fi può intendere quel’ Illromento di figura paralel-

logramma , come è quello efpredo fotto quello numero, nel qua-


le però le corde col benefizio di
due ponticelli formano la figura
triangolare , onde ne nafce la varietà del lìiono, per la minore , ò
maggiore edenfione delle medefime , e lì può fabbricare 1* Idro-
mento in modo , che abbia la figura triangolare come da molti ft
,
ufa
. O Si
, .

•*>£ io6 !

Si fuole qued’Idromento fonare con le dita, ricercando con


eli
le corde nel modo che fi ufa nell’ Arpa, e nelle Tiorbe, e in Turchia
l’ ulano frequentemente le Donne fedenti fopra cufcini , come quìi;
rapprefènta

LXIV.
Pfalterio dherfo

U
te
N* modo fi ufa nel fuonare il Salterio, fuono di cui
altro
fee non meno fuave
,
il

percotendofi le corde con due bacchet-


lunghe circa un palmo, e lottili , nel modo indicato nella figura
rie*

polla lòtto quello numero , che raperelènta una povera fanciulla


Tedefca, la quale nel tempo in cui ferivo fi vede per le contrade
di Roma ; onde molti fono allettati ad apprendere l’ arte di fo-
narlo, mentre è ugualmente facile, e dilettevole Frequente è .

Tufo di tal’ Iflromento nella Germania, e fù ufato dagl’ Antichi,


onde appreffo Ateneo neHih..^ cap. 24. fi legge, che untai’
AlelTandro Citerio lo perfezionò, aggi ngendovi molte corde , e che
divenuto vecchio dedicò quello fuo iflromento nel Tempio di
D iana Effefina ; acciochò ne ximanefle alli Poderi la memoria del-
la di lui Perizia-
Immortale rimarrà £ lènza dubbio ) la Perizia con cuifuoni
il Salterio il degno Sacerdote, e Cittadino di Città di Cartello
D. Florido Ubaldi , il quale eflendofì dilettato per qualche
tempo di fuonare Stromenti , pofeia applicatofi al fuono
varii
del Salterio , in cui aggiunPe molte corde fino al numero di
29. e fonandolo in forma d’ Arpa , fece udire tutte le confo*
nanze, che fi odono nel Cimbalo, ò fi arpeggi con le dira , à
fi percuotino le corde con le bacchette. Tal’ iflromento non
ha

grandezza determinata, variandoli fecondo il codume del Pacfc>


ò il gulto di chi lo fuona. L’ordinario ufato in Italia, à lungo
circa tré palmi , largo poco meno di due

LXV-
'
I
%
od 107

L X V.

L/ra Tedefca.
I 1
• * 1.
|

ula principalmente nella Germania un’ Iftromento chiamato


I

S dal P. Kircher a carte 486* Lyra mendìcorum e dal P. Mer- ,.

fenne Lira delli Ciechi,, poiché per V ordinario è fonato dal-


le povere donne , e gente mitica , come fi rapprefenta in quella
Imagrne d’una povera donna Tedefca che girando per l’Euro-
,.

pa lì procaccia il vitto con P elenio fina fattale dalle perfone, do-


po averla udita fonare . L’ Iftromento è come la figura lo rap-
prelenta, armato di quattro corde di grolfezza inuguali , Itele
fopra la teltudine , e Idrate per mezzo delli piroli , vogliamo
dirli con il Tolt a no Bilcheri mà m
modo che padano fopra
una ruota di legno duro, e unta di cera , premendola ; la quale
(dice) ilMerfènne fupplifce all’arco con cui fi fuona il Violino,
e fimi!’ Iftromenti *

Preparata in tal modo' quella fòrte di Lirl , fi gira con la


mano delira la ruota , (òpra cui fono ftefe le corde , e quelle
rendono il fuono girando la ruota , e acciochè fia varia la voce
fi premono con la mano fmiftra alcuni talli quali mentre toc-
, li
cano le corde cagionano tuono più, ò meno acuto, onde fi for-
ma un’armonìa grata all’ orecchio . Chi ne folfe l’Autore, c in
quel tempo inventata Lira tale , da niuno è riferito *

L X V I.

Arpa.

L Iftromento qui efpreffo di figura quali triangolile, e para-


gonato perciò quafi alla lettera greca Delta poco lìulànell*
Italia, molto nella Germania, e con ragione poiché ivi ri-
conofee la fua origine E nominato dalli Latini Harpe
. Cinnira ,

O 2 dalli
.

108 + H
dalliTedefchi, non per altra ragione ( fcriffe Papialfe non
ner
che fu inventata a Gente Harporum , li quali come
dice il Bau!
drandi fono Popoli della Mifia inferiore detta
Maìfien , nella qua'
^ Città Capitale detta Arpi , e fecondo Àbramo
,

Cartello fi nomina Bìlograd , fotto il Dominio del Duca di Saf-


K)nia. Suole edere alta cinque piedi e fìiole avere tré ordini
,
ci corde , che in tutto fanno il numero di 75. , come fcrifse il
Merle nnc •

Il Menaggio dell’ origine della lingua dilTe effere l’Arpa


litromento mulico cosi detto dal antico Tedefco
Harpan
onde nel Salmo 146. , ove lìdi et Pfallito Deo noffro
in Cytharl
nella verdone Saflònica s’ intende tal*
Idromento Aggiunge .

anche, che la voce Tedefca haarpan procede dall’Arpi


Greco, ‘

che vale quanto fpada adunca a guifa di falce, a cui fiafTomi-


glia l’Arpa .

Li Fra n ce fi chiamano Lira


la mà Fortunato
, nel lib. 7.
Carni. $. la didinlè ove , dille .

Romanufque Lyra plaudet tibi, Barbarlis Harpa,


Gracili achilliaca Grotta britanna canet .

ILa deferire anche il Dante nel Paradifo al verfo 14.

* E come Harpa in tempra tefa


Lyra ,
Di molte corde fa dolce tintinno.

E dille vero , poiché le cotde di ella fono in numero co-


il

pio lo, e fi Tuonano da ambedue le mani oppofta l’una all’altra.


Si perluale Ottavio Ferrari , che l’Arpa fia l’antico Iftro-
mento detto Sambuca, fondato forfi nella Lezione 29. del Tuf-
nebio , il quale con l’autorità di Porfirio lopra l’armonìa di To-
lomeo fcriffe : Sambuca triangulum In/lrumentum
qitod ex ini- (fi ,

qualibui longitudine , ficut ì$ craf/it udine nervi! ejjlcitur Le corde .

però , che ora fi ufano fogliono effere di Metallo . Effere procedu-


ta dalla Lira 1

affermò Scaligero Ieri vendo a Manilio pag. 42 5 *>
c ftimoiono alcuni, che quando dice ch’era fonata dal Santofi

Rè David la Lira, fi debba intendere l’Arpa , che perciò coni*


munejrr. n.tc fi dipinge in atto di Tuonare tal Inftrumcnto
Un’ al-
+>§ 109
Un’ altro Ifìromeuto di genere fi riferifce dal P. Mer-
tal

fènne , con il nome di Ciftro di forma poco deferente dalla Cele-


rà, e dice effere poco ufato in Francia, avere undici
corde , e
17. caffi , li quali fono di Metallo, edere diflribuite le corde
in

4. ordini , delli quali il primo, terzo, e quarto ne contiene


tre,

il fecondo due . Non effendo ufato nell’ Italia , fi tralafcia la

figura di effo .

Un’ poco , ò niente ufato parimente ne riferifce col


altro
nome di Pandura, voce che dagl’ Autori viene appliacata a di-
verfi Iflromenti , quello hà la figura quali tonda , e il ponte che
fofliene le corde è obliquo in modo , che le corde fono ine-
guali nella lungezza, fògliono quelli elfere , ò di Metallo , ò di
Argento , e le più groffe ritorte come le funi,

L X V I I.

Violino.

U N’altra Claffc
comprendono
di Cetere
dalli Latini
la , e nell’ Italiano fi dicono con nome più
,
fi può odervare
Cheles, overo Vio-
con il nome
ò meno diminuti-
vo, fecondo che merita la maggiore, ò minore grandezza diedi,
, le quali fi

cioè Viola, Violino, ò Violone &c. Le parti di queft’ Iftromen-


ti fono il corpo
, ò da tefludine, e il manico , a cui fi apen-
dono le corde . Quelle fi fuonano radendole con arco fornito
di crini della coda di Cavallo manico fi premono con la
e nel
,
mano finiflra in varii luoghi dal Suonatore , in modo che vario
fi rende il fùono di effe Ed è varia la forma , e qualità di
,

tal Iflrumento , come varii fono li coflumi delle Nazioni Qui .


faranno efprefTì quelli , che in Europa principalmente fi adoperano
con alcuni altri ufati da altre Nazioni non meno divertì
, che
curiofi .Trattò di tal genere d’ Linimenti, dottamente il P. Mer-
fènne Religiofo minimo di San Francefco di Paola nel libro conv-
podo in 'lingua Francelè , e poi Latina Gio: Battifla Doni infi-
,
gne mufico del fecolo paffato fcriffe un Volume fopra la Lira 5

Barberina, mà non lo pubblicò con la Stampa.


Cominciando dunque dal Violino Ifìromento notifIìmo,è
ufato
. . .

•oé no
tifato molto in Italia , hà quello la figura efprefla fiotto quella
numero, che moflra efler fonato da unMJomonel modo da tutti
ufiato , mentre guarda la carte delle
note per regolare bene la
finfonia . Taf Iftr omento è armato di quattro corde
, e rende
Tuono molto acuto *

LXVIII.
Viola d' Amorè.
' I V ,
^
J .
f , , .

*

U N’
Viola d
altro filmile
Ifiromenco fi ufia d’ alcuni , e fi chiama
Amore , nè hò pututo indagare la cagione per
cui gli fia fiato importo tal nome
,
In altro non differifice dal fio- .

pradetto , che nelle corde perchè fatto le corde d’ inteftini ve


ne fono altrettante di Metallo, le quali benché non toccate dall’ar-
co , rendono un fuono aliai dolce , che accrefce l’armonia delle
altre .

L X I X.

Violino Turchefeh o j

. . •
j

U
armato
Sano
pera nella
di
li Turchi fiuonare con l’arco limile a quello
Viola fiopradetta , un’ lfiromenro
due corde. Sono quelle fiele in un manico
, che ado-
fi

equivalente
aliai lun-
go, divi!) in tafiature,per le quali ficorrc la mano finifira , e partano
le dette corde fiopra un corpo vacuo di figura quali tonda , mà
di piccola mole , quale farebbe un gran cocco , ò zucca medio-
cre , che legata in una parte, fia coperta di pergameno, come
fi ulà nelli Timpani, ò Timballi da guerra. Per poterlo poilò-

ilenere immobilmente nel tempo che fi fiuona , è appoggiato in


terra con Un’appendice di ferro gentilmente lavorato ,/C rende
un fuono fordo , mà grato , che perciò fi è delineato un Tur-
co in atro di fiuonarlo In lingua Araba fi chiama Chcmena
.

Uno fimile fi ufia dalli Perfiani detto Kamaantfich


LXX.
i

. \


- v.

•i *'

X
'
\
:

) \ A ) , • :« -

*
li f. t »
'

- TT
vàdà

Violino Perfumo
,

. '

'

. :

'
. .

+>£ ni e<+

L X X.
-Salterio Verjìano .


imagine di perfona Perfiana quella , che fegue in atto di fo-
E nare un’ Iftromento triangolare tifato in quel Regno poco dif-
ferente dal Salterio , e fintile ad un’ antico Ebreo riferito dal
P. Kircher . Si fuona con la punta delle dita , come V Arcileuto ,
ò con il plettro , come la Cetera Rende una loave armonia non
.

inferiore a quella del Salterio tifato in Europa , e fi riferilce nell*


Iftoria delli fuoi viaggi da Engelberto Kempfero •

L X X I.

Violino Verjìano

T Rà gl’Iflromenti (onori ufati dalli Perfiani riferiti nell’

numero
Viaggi da Engelberto Kempfero è indicato iottojl
delli fuoi

1 9. Un’ Mromcnto piccolo , e con la teiludine ton-


Morìa

da , alla quale è unita un’ altra molto più piccola


, e minore della
metà. Il collo è corto, armato di quattro corde li fuona con l’ar-
co, come il Violino-

L XX I I.

Timpano

G L’ Iftromenti che Seguitano rendono il fuono per mezza


,
delle percofle date loro
, ò con le
mani del Suonatore ,
ò per mezzo d’Iftromenti, ò per edere aflìcme battuti:Nc tutti
hanno luogo nelli concerti unificali, mà bensì
, ò nella guerra, ò
n elle Fede
^ alcuni in Funzioni Sagre altri in profane ; nè
tatti da tutti
fi adoperano
,
ma* fono proprii di alcune Nazioni ,
€ i ufano
in certe determinate Funzioni
, come fi
vedrà, efponen-
^ofene alcuni delli
più ufati ; poiché in quello genere fono fi varii,
noti fia qual-
1
copiofi , che non vi è parte del mondo ove
,
s . '

*>£ I I 2 , $<+
che Iftromcnto fonoro ivi familiare , e fpeffo poco diffimile ]’u no
dall’altro , ne merita di edere a parte deferitto .

Merita frà tutti gì’ Iftromenti percolfi il primo luogo il Tim-


pano , detto d’ alcuni Timballo , d’ altri Tamburro ; mà perche
con quelli nomi fono chiamati diverfi Iftromenti , di quello qu\
fi parlerà , il quale frà tutti è fenza dubbio il più antico perche
,
di e(so fi fà menzione nel capo 31. ,c 27. della Genefi , ove fi

parla d’allegrezza, e di Feda


Cur ignorante me fugere voluijli
.
,

nec indicare mihi , ut profequerer Tecum gaudio , (y canticis fi ,

tympanis *
r cytharis , difse Laban a Giacob , i quali fecondo il

computo del Saliano vivevano nell’ Anno 2199. dopo la creazio*


ne del mondo. Cosi parimente nell’ Efodo cap. 15. dopo che
gli Ebrei paflarono il Mare Roffo , e reflò feppellito in efso 1'

Efsercito di Faraone , Maria


fumpjtt tympanm
forclla di Aron ,

in manti fua , egrefdtque funt omnei multerei pofl eam Tympanis ^

(y eh ori1 , quibui preecinebat dicem Canumus Domino £ic. Dalle quali


parole fi deduce , che il Timpano fofse Itlromento proprio delle
Donne
Ciò
conferma in più luoghi della Sagra Scrittura , leg-
fi

gendo fi particolarmente nel capo 18. del primo delli Rè , chele


donne cantorono con li Timpani le Vittorie del Rè David /V- :

ro cum reverterctur percufso PhilìfUo David , egrefiae funt malie-


rei de univcrfn Urbibui Ifrael cantante: chorofq\ ducente 1 in occurftM
Saul Regit in Tyntpanit latitile fàr J
Commentando quello palio il P. Sopranis cerca qual forte

d’ Iflromento fofie il Timpano


e conclude efsere colà chiara,,

mentre ancora oggidì è ufsto dalle Donne, che perciò nel Salmo
67. fono chiamate Typanijlricc .

tutto ciò non fi ha (ufficiente indizio della forma , c


Con
fl»
della grandezza del medefimo . Volendolo dcfcriverc Ifidoro
libro 2. cap. 21. Tympanum ( difse ) efi pelili vd corium Ugno
e*

una parte extenPum^ lo (lefso difse S. Agollino fopra il Salmo 67


*

Ty inpana funt ex ficcato^ extenfo-> c ciò s’intende inquanto»


corio
di quel-
la materia, che della forma non vi è la più fedele c(prelfione
li vede
la che nelli marmi antichi , e nelle antiche medaglie
Il Pignorio de Servis ne apporta due, nelle quali
fi
cfpreffia .

de Cibele , che tiene il Timpano, la di cui forma prima fatte


cfl

brum referem , ut non immerito legamus in judì ciò Coti > O


fiori . ,
113 pfr
TytnpMH hai et Cybele , funt mihi tympana crebro .$
tfoi qui
efponiamo un’antica figura, prefia dal trionfo defcritto
la quale tiene il Timpano ornato di fonagli,
da Giudo Lipfio,
forfi perchè in tal* allegrezza fi accrefceva il fuo.no , e fi davano
maggiori fegni di plaufo .

l xx 1 1 r.

Altro Timpano moderno.

N
gnorio pag.
E folamenre
Iftromenti fonori
de Scrvis , fi
i 73.
alli Timpani
. Mà
fi aggiungevano
nel giro di effi ,Pi-
addattavano laminette di metal-
nelle fede altri
come notò il

lo , onde con le percode date dalla mano fi eccitava fuono


maggiore. Tale coftume fi è ritenuto per il corfò dimoiti fe-
coli fino alla nodra età
, mentre in tutta f Italia , ed altrove-
fnole efiere adoperato tal’ Iflromento
,
chiamato volgarmente •

Tamburro, e fi ufa per lo più dalli Contadini , e perfonc ru-


ilicali nelle danze, e canti (oliti a farfi dalle Donne , che per-
ciò ne fu efpreda una di tal forte in atto di fuonarlo ballando »
Quindi notò il Talloni citato dal Menaggio non edere quello
,
Iltromento militare
, mà muficale , u(àto dagl’ Antichi nell!
Sacrifitii
, nelli Trionfi
, e nelle Fede ; onde
il Bocaccio nella
Metamorfofi (crilfe quelli celebrati in Tebe ornati filma terra
, ,
alle fue Deità i venne a tempi fuoi , e quivi
fuoi Sagrifitii
,
uonati iTamburri
, e i rauchi rami , ed tintinnanti baccigni in
i
e guo
de fuoi trionfi fi adornò delle ufate Corna &c.
Si rapprefènta
quello Iflromento in molte medaglie 3 e mar-
atlllc hi e particolarmente in un trionfo di Bacco e (predo
1

,
ImhMmMMImmn

Ua raro Carneo
1? podeduto dal Cardinal Carpegna 3 ed illu-
r at0
.
con molta erudizione dal Senatore Filippo Buonaroti , no-
I

Rampollo della dirpe del famofo Michel’ Angelo nel libro


a Iu
pubblicato fopra molti antichi Medaglioni odervatì nel
i

uuieo del
medefimo celebre Porporato Nè farà difearo il ri- .

rif e
quanto egli regìdrò fopra taf Idromento nella carta 456.
^Q e
i leguenti parole: fi vede una Baccante ( nel (òpradetto
t_: °n 0
) la quale hà uno di quegl’Idromenti detti in Tofcana,
p dove
.

e<+
*»)é 114
dove vi fono molto in ufo, particolarmente nel Contado, Cem
m' '

bali. .

Erano quelli adoperati , come fi vede dalla CenraurelTa


del
nolìro Cammeo , e da una Baccante di baffo rilievo citato
di
(opra , negl’orgi , e baccanali , ed erano fatti d’ un cerchio
a
cui era tefa una pelle Vi attaccavano qualche volta de Tonagli'
.

come fi vede in quello portato dal Sign.Bartoli, che ha il fondo


dipinto , come ufa anche oggi, d’una Tigre , tal’ ora come fi
a
altresì adeffo nel cerchio in certi buchi , ò tagli vi mettevano
,
alcune piccole , e lottili lamine di rame infilate con un fil di
modo che fonando, e
ferro fermato a traverfo di quei tagli, di
battendo con le mani il Cembalo venivano a rifuonare , e cosi
ne porta uno Leonardo Agoltini nella parte 1. al numero ^.ca-
vato da una corniola
In quell’ altro Cammeo antico di vetro del noflro Mufeo
della grandezza del difegno, in cui Bacco Uà a giacere sii una Ru-
pe inleno aduna delle fue Nutrici, con una Tigre a lui confa-
crata accanto, e frà due Fauni vedefi (òtto, e nel mezzo è fri
due Tirlì quello medefimo Cembalo, che pare adornato di fo-
glie di Pino , mà forfè faranno laminette lunghe legate inficine
per il medefimo effetto , che abbiam detto di lopra , lervivano i

fonagli, e quelfaltre lamine infilate per taglio. S. Agoflino vuole,


che gl’antichi chiamaffero quelli Tiramenti Crepitacoli de’ quali
fa menzione Ateneo ; mà lembrapiù tolto che follerò detti Tim-
pani, i quali , fecondo fi legge, erano ancora adoperati nelle felle
di Bacco , e lì fuonavano altresì con la palma , ò punta della
mano , come lì vede nel Cammeo , e baffo rilievo , onde Catullo:

Plangebat alte proceris Timpana palmis .

Ed erano perciò leggieri, e femplicemente compolli di un cerchio,


c di una pelle tiratavi fopra , fecondo quello del Coro delle Bac-
canti appallo Euripide :
& nefio Cerchio , cun Pefle hen tirata
Me 1‘ ìtwftiv trovato i Ccribantì ,

aeSS5B 8B5S8333B5S3-?335aBS5S3Q5

LXXIV-
.

X? 115 £*

l xx i y.
Tamburro Militare.
Stromento di guerra , ed anche ufato nelle fede è il fègu en-
I te Tuonato da un Soldato , detto dagl’italiani Tamburro , dif-
dal Timpano, benché fia comporto di pelle rtirata fopra
ferilce
un cerchio, ò fia carta tonda di legno, perchè è di gran lunga
più grande, ed è coperto di pelle in ambedue le parti Si de- .

fcrive quello nel teforo della lingua Latina con le leguenti paro-
le : Tympanum ejì Inflrumentum ex una parte membrana claufum
inter uacuum , quodbaculo percutìtur j mà tal definizione è man-
cante, poiché è coperto , non in una fola , mà in ambedue le par-
ti di membrana , e fi percuote con due bartoncelli , e non da
uno folo come a tutti è noto.
E’ qui da notarfi una Tirana proprietà di quello Irtromento
riferita dal Panciroli a carte 285. dubitando però molti , cioè,
che fe il Tamburro è coperto in una parte di pelle di Agnel-
lo, e nell’altra di Lupo, fuonandofi quella , l’altra d’Agnello fi.
rompe e le fiano due Tamburri , uno delli quali fia coperto
,•

di pelle di Agnello , si l’ altro di pelle di Lupo percuotendoli


,

ambedue , fuonarà quello del Lupo , e non renderà fuono quel-


lo di Agnello La cagione di ciò non hà qui luogo di elfere
.

invelligata
deve bensì riconolcere l’origine di tal nome , e perchè
Si
fi chiami Tamburro . Dice il Ferrari
v. Tamburro , che molti con
lo Scaligero credono, che Tamburro fia parola Arabica traman-
data alli Spagnoli Cosi Tambor , e Timpal , e da quelle voci
.

nate le altre Tiballi, Timpani, e Tamburro, è citato anche lo


Scaligero dal Menagio Hifpani ab Arabibus magnum Tympanum
.

Altembor , fimul cum ipfa Arabica appellatione acceperunt llVortìo .

de vit. ferm. dirte Tamburinum Tympanum , ex Gallico Taborini , nel


:

Tambour , prò quo Hifpani Tamburo Videntur Galli , ìq Itali acce -


.

Hìfpanis
‘ , illi ab Arabibus , quibufcum conveniuni in hoc Perfca
Tarnbur .

E’ commune tal’Irtromento a diverte Nazioni ,


particolarmen**
P 2 te
. >

1 1 6 e<+
te nella guerra ;
non tutti però lo adoperano limile affatto "
poiché maggiore è quello tifato dalli Tedefchi , miuore fi adope-
ra m diverfo anche è il modo di Tuonarlo
Italia ;
, percuoten-
dolo alcuni con maggiore velocità, altri con maggiore
gravita
e fecondo la diverfità delle
Funzioni , che fi accompagnano con
tal TuonoDi-vcrfe anche fono le fonate
.
c tal volta fonando-
le molti affiena e è tale lo ftrepito
, che
,

non è poffibile l’udi-


re le voci di chi parla alle perfòne vicine.
Tal forte di Crepito fù accennato negl’Atti di Lodovico
VII.
Rè nel capo 8. riferito dal Du Gange: C lamabant > ululabant\ &
10 latrabant Jìcut canee Tympanis , Nacc barite , &alih fimìlu &
bus lnjlrumentie borribili ter refonabant . Ufano ciò principalmente
11 Turchi, allora che dato il fegno della Battaglia,
fi fcagliano
contro flnimico, accompagnando con (Irida ed urli il rauco fuo-
,
no delle Trombe, e lo ftrepito delli Tamburo , credendo cosi di
{paventarlo .

L X X V.
Timballi.

L
di
A figura che fègue moftra due Tamburrl, mi
di fuonare
molto differenti dalli defcritti, poiché non fono fabbricati
legno, mà di rame , nè hanno la figura di cilindro come gl’
altri , mà di femiglobo
coperto di pelle , che fi percuote eoa
,

due baffoni corti, e nodofi nelfefiremità come martello tondo/


Tal’lfiromento rende Tuono ottufò , emeflo, e comniunemcn-
te fi adopera fiandofi a cavallo, e con le percoffe del Suonato-
re fi accompagna il Tuono delle Trombe , che perciò 11 ufa nel-
.le fiiuadre delli Soldati a cavallo , e talvolta uno folo , come
i’ufàno li Soldati detti Dragoni, ed altre vòlte le ne adoperano 1

due, come logliono li Soldati detti Corazze.


Per diftinguerlo dal Tamburro tifato dalli Soldati a piedi,'
gTAutori della Crufca lo nominarono braccara , ed altri Crotali»
Pietro della Valle nella lettera feda confermò tal voce, màcom*
*

illunemente in Italia fi chiama Timballo II Sanuto nel capo 2(


del libro2. part. 4. Icrifte : Sunt [uatuor Tubatone Titicinese Ti-*
7

•oé 1 1

biatores , £f '/ciani- pulfare Naccbaras , Tamburo


Tympana , fcii .

]lDu Gange afferma e ile re flato inventata tal’Illromenta dalli Tur-


chi, e poi trasferito in Italia.

L XXY I.

Timballo Turchefco.
IÒ può dedurre anche da una curiofà efpreffione {lampa-
C fi

ra in Parigi per ordine di Monsù Ferrajol flato Ambafcia-


dore del Rè in Conflantinopoli y il quale fece delineare gli abiti
delle perfone fòggette all’Imperio Ottomano - Si vede perciò in.
un foglio l’accompagnamento fatto ad una Spola nel trasferirli
alla cala dello Spofò , e in elio un Turco
, che
percuote il Timballo
foflenuto da un Servitore fòpra le fpalle nel modo > che fi rap-
prefènta lotto quello numero , ed unitamente vi è chi fuona un
lungo flauto come fu elprelfo lotto il numero XIV.

L X X V I I.

Tamburro degl'' Africani.

U N’altra fpecie di

rnanciinì
rito neH’Iltoria
Tamburro molto ridicolo fi legge , rife-
del Congo delcritta dal P. Fortunato Ala-
E’ quello formato d’ un tronco di albero
Capuccino
incavato, e coperto fidamente nella parte lliperiore di pelle, li
flrafcina per terra pendente dal collo frà le gambe , fi percuo-
te con un legno
* overo con li pugni , e fi accompagna quell’ot-
tufo rimbombo con urli
, e mugiti mentre lì combatte , nel modo y
che moflra la figura di uno di eflì . L’ Illromento fi chiajna
Ngomba y overo Ingomba .

Lxxvm
. 3 .

' *•>£ 1 1

Lxxyiii.
T(imburro Africano.

N Elle Relazioni dell! viaggi nelflndie Orientali dagl’


fatti
Olandefi , fi legge , che alcuni Indiani nelllfola di Bantam
ufano alcuni Timpani da loro inventati, tra li quali uno è fatto
di legno fcavato ; un’altro è comporto di una gran Zucca , ove-
ro boria di pelle di Bue gonfia di vento , nella quale pongono varii
fonagli , e poi la percuotono con un legno , in modo , che fi eccita
un Tuono rauco, e fenza alcuna finfonìa grata all’orecchio.
Le due imagini porte con quello numero rappre Tentano l’uno,'
e 1’aluo

.
LXX
, i •
I X. '

Tamburro Perjìano

E
li
Spole Engelberto Kemfi’tvv npfie Relazioni
per la Perfia
quali Totto il
,
molti Iftromenti lònori ufati in quel
numero i 2. riferifce un Tamburro formato di figu-
dell ì liioi viaggi
Regno, tra

ra ovata , fimile ad un Barile , coperto di pelle in ambedue le parti


oppofte Quello li porta appefo al collo, e fi batte a vicenda
.

con li pugni della mano , come fi addita nelfimagine qui porta}.

LXXX,
.

1 +>è
19

L X X X.
Tubo Timpanite.
On quello nome efpreffe P. Kircher un’Iflr omento da
C il

guerra ideale, con cui affermò poterli udire il Tuono in


diftanza molto grande . Pofe egli alla carta 135. della Tua JFo-
nurgia la figura di un Tubo , che fuppone fabbricato di dieci
palmi di lunghezza, e tré di diametro in figura di Tromba; e
lòggiunfe , che Te alla bocca di effo fi unirà un Taraburro co-
perto in ambedue le parti di pelle , e conforme al (olito fa-

rà pcrcoffo, crefcerà Tuono in modo, che farà udito in gran-


il

de diftanza; onde Ti potranno dare li legni a molte fquadre di


Soldati divife in un campo molto fpazioTo , e nel tempo fleffo
farle operare in una guerra

L X X X I.

Tamburro Cìnefe.

N EI Tomo quarto Viaggi di Gio: Francefco Gemelli


delli
nella carta 239. fi efpone un foglio in cui rapprefèntafi la
pompa con cui comparifce in pubblico il Rè della Gina , e Tra
li molti precedono 24. Tamburri indicati dalla lettera C. , mà
molto diverfi da quelli , che fi ulano in Europa Qui fi vede .

la figura noi elponiamo in atto di portarlo . Si foflie-


, che
ne taf Ifiromento dalle (palle del Suonatore con un groffo cor-
done tenuto con la mano fmiftra pendente fiotto il petto E’ fab- .

bricato di due lamine tonde di metallo e la fuperiore hà un’


,
apertura tonda nel mezzo, per cui rimbomba il Tuono quando fi.
percuote dalla mano delira con una verga di metallo , e perchè
come dice il Gemelli, Tono 24. Suonatori fi cagiona uno llrepito
,

grande»

LXXXII.
.

I2Q £<*

L XXX I I.

Timpano Lapponico.

N
no
EI Mufeo
co beo parte
del Rè
2. lèft. 2.
di

fuperfiiziolo ulàto nella Lapponia, parte della


deferiva come fegue
Danimarca
numero 101.
defcrìtto
fi
da Oligero Ja,
riferifce un Timpa-
Norvegia , e
fi E’ quello formato di legno incavato di
..

figura ovale , e coperto di membrana fiirata con nervi tinti di


colore rodo. Nella membrana fono Iparfè imagini di falle dei-
tà, e di varii animali, fi foftiene dalla mano finifira con un ma-
nico, mentre la delira Io percuote con un batocchio formato di.
odo in forma della lettera T. che chiamano marrello , lungo in cir-
ca lèi dita.. Sopra tale membrana aggiungono una laminetta di
metallo legata negfangoli con catenella, e quando vogliono in-
dovinare alcuna colà, percuotono con gran forza la membrana
in modo, che quella laminetta
fai ta ora in una parte, or in un’

altra, e oveferma,
fi fiimano edere indicato ciò, che voglio-
no indovinare , elpreffo prima nella membrana.
Un’altro quad limile nerifcrilce nel medefimo luogo in cui pin-
gono col fangne cavato dalle vene del petto, e molto è ilimato da
quella barbaraNazione.il Pontano così lo delcrilfe nellaCorografia"
di Danimarca a carte 691 . Lappone sfi quando quid in cxtcris , ac remo-
ti ori bus oris agatur feire cupiant^ Tympanum ad eum ufum paratimi fu-
ni uni , hoc cxtrinfecus omne genus ammalia habet depista , £> anccwi
imponunt rauam , atque igni admotum inconditum edentes boatum
malico orichalccis annuii s ornato , coufque cantando pulfant , donec exfi-
nimes decidente , atque ita horis aliquot , nel die integro , nel fu binde'
di ut i us prò fpatio , quod conficìendum habent , ratione examtncs
jacent . Vigilantes c undl a ,
quec ipfi , (3 alii ,
quorum nomine erant^

amandati intelligere defderant , exadle ad unguern referunt • E I

dopo tal narrativa, aggiunge ,


che fe mentre il Suonatore dà
tramortito alcuno ardifee toccarlo, rella affatto morto ; on-
,

de ogni uno le nc alliene Di tale fupcrlliziofò Illromento ne


.

pone la figura l’Oligero E dello fiedb nc fecemenzione ilVor-


.

mionslfuo Mufeo
LXXX 1 II.
.
. . . ,

'ìd 121 p*

LXXXIII.
IJlr omento delle Vendemmie .

L Villano qui efpreflb dà ia atto di Tuonare un’ Illromento


ufato in Italia nel tempo delle Vendemmie. E’ quello forma-
I
to di un vafo di terra cotta, pignatta, òfimile, il quale fi euo-
pre con carta pecora nel modo , che fi fà il Tamburro , mà
prima, che ad elfo fi adatti, li inlerilce un bidonano, e fi ret-
tamente legato con la detta carta pecora , la quale mentre lì
alza , c fi fpinge con violenza verfo il fondo del vaio , come
fe fi volelfe pillare in un mortaro , rende un gran Tuono , mà
rauco, che per l’ordinario viene accompagnato con il Tuono del
Corno bovino , e con efifo formano balli li Villani deputati ai
taglio dell’Uva nelle Vigne Fù riferito quello Idromento anche
,

dal P. Mer Tenne

LXXX I V.

Sìftro

D facciamo palleggio in Egitto perriconofcere ivi un


All’Italia

celebre Illromento, e milleriolò apprelfo gl’ Antichi, ora però


®qn più ufato. E’ quello nominato SÌflro , efùdelcritto daApu-
Jejo nelle Metamorfofi lib. r
SErcum crepitaculum , cui per angu-
.

filini laminarti in rnodurn baltheì recurvacam trajeVLc media: p a ucce


tergeminos iBus , reddebant arguì um fo-
virgulti cri/pante brachici
num* Ne trattò il Calali nel capo 24. de Rit. vet. iEgypt. , e
più diffufamente ne pubblicò un dotto difeorfo il P. D. Bernar-
do Bacchino Monaco di S. Benedetto La figura qui elpreffa
.

ptefa da un marmo antico, è di donna


, che tiene in mano il
Sidro, poiché communemente Bufavano le donne Egiziane nelle
danze , che facevano
in onore della Dea Ifide , che perciò lò-
Lvano dipingere mano Sidro come
tal Dea tenente in il ,
rife-
ri Le
Apulejo
L’ulà*
Q_
,

122 e<+ *>d


L’ tifarono anche Ebrei la di cui materia atteri lo fhefìfo
gli
Apulejo lib. il. era di metallo, e talvolta d’argento, e anche d’oro.
Tabulò fi legge nel primo detti Rè cap. 1 8. 6. Porro cum reverte -
retur per cupo Philjìeo David, egrefa funi mulieres de unhcrjts
ur-
bi bus l/rael cantantes , chorofque ducente! in occurfum Saul Regi
t
in Tympanis latiti# , io in Siferis .

Era tal Idromento mideriofo appretto


gli Egizii ; poiché
come riferifee Plutarco,
Sidro indicava il credere, ed il ca-
il

lare del Nilo, e credevano anche, che con il Tuono di etto ripo-
neva in fuga il Tifone, e fi percuoteva dalli Sacerdoti rad nel.
capo , e vediti di bianco: onde Marziale nel libro 12.

lanigeri fugiunt calvi , fiHrataque turba


Inter adorantes cum jìetit Hermogcnes .

Riferifcono alcuni , che fi adoperavano anche in guerra , onde


Virgilio 8. Eneid. parlando di Cleopatra in guerra.
Regina in puppi patrio vocat agemina Sijlro .

Errarono alcuni atterendo .edere data la figura del Sidro leni-


pre la medefima: poiché, come notò il fòpradetco P. Bacchino,
fu varia, benché la parte fupcriore fu fèmpre curva, e ovale;
il che fu ottervato anche dal Pignorio nel libro erudito de Ser-

vis, e in detta parte alcune volte fù la figura di un Gatto , aven-


do la faccia di Uomo, e nella parte laterale la figura d’ Ifidej
ed altre volte in luogo del Gatto era la figura d’unti Sfinge .

Le Verghe per lo più erano quattro, tré nel-


inferite in etto
la parte fuperiore , ed una nell’ inferiore , altre volte era-
no fole tré Fù deferitto anche taf Idromento dal P. Kirchcr
.

nel tomo primo dell’Edipo a carte 224. ove fcridc le fede d’Ifi-
de come fegue: Sacerdote! dìe ejus facris per agcndis inFìhuto Ci vi-
tati! platea! aberrante s vagabantur fummis gemitibus , ejulatio - &
nibus , mortem O/ìridis in memoriam revocante! plangebant , vcjhtt
Unga eaque linea tega geflabant fupra caput Jlatuam Amibis , dex-
tra ramum de abjìnthio marino ,
ve/ pino-, in pilifera jìfer uni Infera-

mentum fonorum , {J perjlreperum , quo Egyptii maxi mi diebus fe-


di! utebantWy nel ad Populum in plancia continendum , vcl ad ge-
nio! maligno s avertendo!.
quali dall’ Egitto fi tra
L’ tifavano anche li Romani ,
alli

. man-
'


. V

V
.

+>è 1
23
?*
mandato il onde appretto Lampridio fi legge la
culto d’ Ifide ;

crudeltà di Commodo, quale obbligò il Popolo a percuoterli


il

il petto con
il frutto del Pino , ufque ad pcrrùciem , alla qual
barbara crudeltà, dimò il citato P. Bacchino, che fi alluda nel
Sidro trovato vicino alla via Aurelia, e confervato nel Mufeo
dell’erudito Monfignor Leone Strozzi , elfendo nella fommità
di elfo una Pigna , elpreffione non mai veduta nelli Sidri Egi-
ziani .

La cagione poi per cui nella parte fuperiore il Sidro fu di


forma arcuata , fù accennata da Plutarco nel libro de Ifide, &
Oliride , cioè per lignificare il Cielo della Luna , fub quo om-
nia ob gemratìonem , <q interitum concuti untar , dice egli Le quat- .

tro verghe lignificano li quattro Elementi , le tré fuperiori il Fuo-


co, l’Acqua, e l’Aria, l’inferiore la Terra. Sopra gl’ altri Sim-
boli fi può leggere il medefimo Plutarco qui baderà olfervare
,
la figura in piccola mole
, e nella fua vera quella del nodro
Mufeo, nella Tavola 59, al numero primo.

L XXX V.
Crotalo
A che fègue di Donna in atto di ballare 5 fi.o-
L figura ,

na un’ldromento ufato dagl’Antichi , percuotendolo con una


verga di ferro , mentre la mano finidra Io fodiene pen-
dente Qual fia il vero nome di elTo non fi afferma da niuno
.

Autore, almeno con certezza Gl’ Autori della Crufoa lo de-


.

fcrifiero
, dicendo elfere un Cerchio , overo Triangolo di me-
tallo, in cui fono
inforiti alcuni anelli parimenti di metallo det-
10 dalli
Latini Crotalum , e dagl’italiani Nacchera , mà perche
con tali termini
trovo anche fignificarfi altri Stromenti , fi rende
nbbiofà la lpiegazione CirnbaJo fu detto dal Pignorio nel libro
.

de Servis
, ove a carte 162. ne pofo due figure, una di forma
triangolare 1’
altra femicircolare Queda che qui li apporta fi
, .

Vede efprdla
dallo Sponio , e in altri marmi antichi.
Alcuni l’hanno confufo dicendo edere l’antico Sidro
,

2

Ebreo ;
. .

/
1 24 <?*•

Ebreo ; ma P.Kircher parlando nel libro della unifica degniti,


il

menti tifati clagl’Ebrei ne adduce un’ imagi«e a carte 51. d’Iftto-


mento poco dilli mile , e circolare Si può dubitare fe . taf litro,
mento lìa dato indicato con il nome di Cimbalo nel libro pj,
mo delli Paralipomeni capo 15. n. 16. ove legge
Dìxìtqm
fi :

David Principi-bus Levitarum , ut confiituerent de fr acribia Puh


cantora in Organis rnuficorum ,
nablis videli cet , ìy lyris , ly cym •

balie ut refonarent in exccl/is fintini latiti <c . Mentre che poco


apprettò fi Cimbali erano di metallo , cosi al n.21,
dice, che li

Porro cantcres Eman , ^Jofiph , cy Ethan , in cymbalis aneh con-


crepantes ; e le bene per Cimbali fi pottòno intendere anche li

l'imballi , delli quali parlammo , nulladimeno vi è motivo di


credere foffero' Ittromenti diverbi , li quali battutti rendettero
fuoni , ed accrefcettero la finfonia, come puotè edere quello,
Si ula quefP Idromento nella Safsonia , ed in altre parti della
Germania , mà lenza gl’ Anelli

L X X X Y I.

Cimbalo antico -

M A

me
il
fè dubbiofo è
lòpradetto Idromento-,
di
il nome

Cimbalo convenga ad un’


nelli balli, e nelle fede delle Egiziane Si veda
,

non

Donne Ebree , ed
con cui dobbiamo
fi può dubitare, che
altro tifato
chiamare

anticamente
.
il no*

con
la figura preferite prefa dallo Sponio in atto di percuotere
ambedue le mani due Vali, ò dir vogliamo Scudelle concave
1

Deferì*
metallo dette comunemente dagl’Autori Latini Citnbala
vendoli il Pignorio a carte 163. de Servis Erant dice manubrio .

ta , vel anfata in exlima convexitate , nmbabus manibus appretti


(W)
debantur , <0 reddebant linnitum , qui proprius Cymbalorum
jpnde Catullo Arg. 65.

Plangcbant tympana palmis ,


olii proceris
Àut tercti tenues ùnnitus are ciebant .

E Virgilio lib. 4. Georg.


Tinnilufque eie , (j Moiri s quote cymbald circuì» • ,
a

*>d
25 e<+ 1

Si fòlevano tali Stroroehti ufare dagl’Antichi nelli Sagrifizii in


onore delli Dei ,
onde Arnobio lib- g . Metam.
Etiaw ne aris tinnita* quafSat ioni bus cymbalorum ? Etiamne tym -
pattis ? Etiamne Simpboniis Quid efjhiunt crepitus fcabillorum , ut
.

cutn eos audierint numi n fke fecum cxìjlìment a'cium , o


, h onori

fervente* animos irarutn oblivione deportanti


Avevo fcritto mani un
tutto ciò ,
quando mi venne alle
Volume pubblicato in Utrech da Federico Adolfo Lampe con
molta erudizione Greca, e Latina, tutta frettante alli Cimbali
degl' Antichi Lo didingue' in tré libri , nel primo delli quali
.

avverte, che per la parola Cimbalo, s’intende qualfivoglia cor-


po foaoro , con cui lì cagiona qualche ftrepito, ò fia di metal-
lo, ò di legno, ò di ferro , e Limili Nel fecondo efamina la .

forma di elfi , e conclude dicendo , che propriamente il Cimba-


Io l’aveva circolare, e concava. Afserifce, che fofse Illrome ia-
to antichiflìmo , e fà inquifizione degl’ Autori, dalli quali furono
inventati diverbi Cimbali ,
li quali anche fono lignificati con la
parola Crotalo, overo Scabilio Nel terzo libro tratta delli Rb .

ti
, con li quali fi udivano dagl’Antichi tali Stromenti , tanto fa-
gri
,
quanto profani ; finalmente conclude con indagare la cagio-
ne per cui ordinariamente erano fabbricati di metallo, e per cui
erano formati con forma circolare; e per non ripetere qui ciò,
ch’egli fcrifse, baderà accennarne qualch’alcro comprefo con il

nome defso di Cimbalo.

L X X X V I I.

Altri Cimi) nlì.


I chiamarono le Donne deputate a fuonare tafldromento Cym~
S n molti marmi antichi fi vedono efprelfe , nelli
baliPìfìg
5 e j

quali
fi rapprefentano le fede fatte in onore di Bacco . Ne
u una fola
forma di eflì , mà varia , che perciò qui fi aggiunge
una Baccante
Cimbalidria , con Idromento alquanto diverfo dal
^ Pignorio ne apporta di tre forti a carte 166. le quali
fero tutte Si fuc-
convengono nell’ effere vafi sferici concavi •

ilano
. *

*^à 126 pc*-


nano percuotendofi l’uno con l’altro, come fcriffe Amalario
For-
tunato lib. cap. 3. Cymbala invicem tanguntur ut
" , fonent idea
ìi quibufdam labih noftrìs comparata funt .

l x x x v 1 1 1.

Cimbalì degl' Armeni.

D profano delli Cimbalì {Lionati in onore di Bacco, e


All’ ufo
diCibele, procedè il lagro, principalmente nell’Armenia,
ove quando fi celebra la Santa Metta dalli Cattolici Vefco-
vi , aflìftono alcuni Minittri , vediti con Camifce bianco , come
rapprefenta qui la figura, li quali accompagnano la Mufica de-
gl’ altri con le percofle di due Cimbali, li quali variano alquan-
to dalia forma antica , poiché fono più rotto fimili a due piatti
fittiti adoperarfi nelle Menfe, benché più larghi nel giro effetto-

re , e poco incavati nel mezzo Si tengono quetti con due cap-


.

pii , ò cordicelle inferite nel centro, e fi percuotono attieme con


colpi dittribuiti a tempo , più ò meno gravi, onde fi rendeva-
no, e grato all’orecchio il fuono . Cymbala ( ditte S. Agottinoin
Pfal. 150.] fe invicem tangere , ut fonent ; che perciò fèmpre fo-
no nullificati in numero plurale , e fi nominano con la parola
J&ra , onde Petronio Arbitro Intrans cymbalijlria ,
: concrepani tip}

ara e Catullo Leve tympanum remugit , cava cymbala concrepanti


,
:

Caffiodoro afferma, che tal’ Iftromenti fi folevano fabbricare an-


che di argento , acciochè il fuono fotte più grato
Altri quafi fimili fi ufano dalli Perfiani , come riferifee En-
gelberto Kempfero nella Relazione detti fiuoi viaggi a carte 740.)
ove ne pone la figura, e così li defittile Cymbala per ampia Sini- :

referentia , fid minori


Jìì ditta , quibus in rncnfs .utimur fguram
dìfeo majori margine , tipi gibba facie manubrio ìnjlrutta , quo
ter**

ad invicem collidi valcant Differifcono dunque quetti dagy


77, tip)
.

antecedenti 11 fati dagl’ Armeni nella grandezza, c forma.


coni®
Elfendofi efpreflì quett’Ittromenti nominati Cimbali,
Ji defirifle ìfìdoro lib. 3- orig. cap.21. cioè , che
crani manubrio* :

ta (pi anfata in excima convenite te , concu/sa fonitum edebon 4


,

Non è da lafciarfi un olfcrvazionc »


emi tinnita: proprie dicitur .

circa
A. Itro Irustr urnerito Africano
. ,

X? 127
la quale come notò il Du Gan-
cii-ca quella parola Cymbalum ,

ge fu adoperata per lignificare la piccola Campana , con cui li


Monaci anticamente erano chiamati alla Menfa , ed era appe là
vicino al Refettorio, e citò il Durando lib. i! Rat* cap. 4. n.i i,,
e nelle Croniche dell’Abate di S. Trudone lib. 9. pag. 643. Lan-
franco in Decreti! prò ordinai S. Bene di eh cap. 1 . fi dice: Cantata
Nona exeat Prior , ad percutiendum Cymbalum He b doma darli
. co -
quiriti ,
ad injuntta ibi officia ^ ed al-
0* eoe t cri qui fervituri flint ,
trove ,
qui Nona cantata pulfato Cymbalo à Priore , pergant omnes
ad Refettori um
Tali Stromenti fono anche chiamati Scabillì , e cosi Sve-
tonio in Calligula cap. 54., ed alcuni s’interpretano Crepìtacula r
cioè due corpi, che battuti affieme rendono qualche forte di fuo-
no , mà quello è nome troppo generico , come appreso fi ve-
drà .

LXXXIX.
Crotalo delti Maroniti
e Armeni,

R Sipontino un’Irtromenfo fonoro ufafo dalli Maro-


Iferifce il

niti , Armeni , ed altri Popoli Orientali : ffifyod


( dice ) ma-
nia pulfatur lamini quibufdam ex cere rotundìs fonum ex collì-
s
sone reddentibus Si dicono Tipia dalli Siri , li quali anche f ulano ,
.

e fono varii nella forma


,
poiché alcuni fono comporti d’ una lami- s

na orbicolare, nella di cui circonferenza fono congiunti alcuni pic-


coli Sonagli di metallo li quali mentre fi agitano porti (òpra un’
,

arta , rendono una grata armonia L’ufano li Cattolici , princi-


.

palmente , quando fi mortra nella Meda la Sacra Eucharirtia , e rt


tengono dalli Minirtrì del Sacerdote vediti di Camifce , artirtenti in
ambedue i lati del Celebrante nel modo efpreffo in quert’imagine .

XC.
. . .

128 §&

r
X -
c.
i ; . , . t
*
*
. !

IJlr omento fagro deg? Armeni. c


\‘ '. • v
il

A Ccompagnano
delli
tallo, ò fia
Armeni nelle Funzioni fagre le Sinfonìe
gl’
Cimbali fopradetti con il Tuono d’una Scudella di me-
Campana che per b ordinario
fimile a quelle ,
Tono polle negl’Orologii privati , percotendola con una verga eli
ferro con colpi più, òmeno gagliardi, e con intervalli di tem-
po in modo , che Ti forma una Sinfonìa non meno grata , che
devota L’invenzione di tal’Iftromento probabilmente Ti può ere-;
.

dere edere derivata dall’Egitto , ove tali Stromenti li ufàvano in


onore della Dea Ifide Simili anche bufavano in onore di Cibele,
.

a cui s’ attribuirono li Cimbali , c Timili corpi fonori

> s. i . \ si
X C
• *
1 . ^
I.
1 V ,
• *
; M \ \ /

IJlromento Affricano

U Na forte diCimbali ujfàno gbAfricanì del Congo , come ri-


TeriTce nella Tua Iftoria nel libro primo a carte 157. il P. For-
tunato Alamandino , che fi. dice Longa E’ quella ùmile .

a due quafi Campanelli ùmili ahi Corni , c Tono di


f dice egli )
ferro. Quelli fi tuonano percotendoli con un piccolo legno , eli
tifano dagl’ Ufficiali di guerra, particolarmente dalli Popoli det-
ti Ginghi e bufano con fuperltizione , e nel fabbricarli vi me-
,

fcolang fangue Umano

XQll
xc Inftriunento Sacro dealer,
*
i»’J

l
. ,

129 e<>-

X. Gli
Altro Jlmìle

lmile all’ antecedente è un’ altro Llromento adoperato dalli


S medcfimi Barbari , riferito , ed efprefTo dal medefuno Autore
nei luogo Hello , e come rapprelènta la figura qui polla . Mo-
llra quella di percuotere con uà legno un quali Campanaccio
limile a quelli , che in Italia s’appendono al collo delli Bovi , mà
di figura quadra, da cui fi rende Tuono llrepitofo * Olà rauco-.

X C H I.

U N’ altra Ipecie d’ Iflromenti femori fù tifata dagl’ Antichi,*


ed erano quafi Ornili alli Cimbali già detti , mà di mole
molto più piccola, come appari.lce nelli marmi antichi, e
ili una figura di baccante qui efprelFa prela dallo Sponio
Tiene quella in ambedue le mani alcune Scudellette di me-
tallo, le quali fi percotevano alterne , e colile percolTe di elle fi
univano li falti nelle Danze celebrate in onore delli Dei : Tal
forte di Tuono fi efprime da Eulebio Autore Greco citato dal Bu-
lengero cap. 19. del lib. 2. deTheatro con la parola Crembalìzein .
Che vuol dire tejlas , (y corichi lia , {y offa Jimul impellere in fal-
tatione , iy fonitum quendam gcjlu ac rlthmo carentem recìdere .

Naccare le nominò il Ferrari , ed il Suggerio , li Spagnuoli


le dicono Cafìagnetas , e tutte furono comprefe col nome Aceta -

hulum .

Mà per qual ragione , non è cosi facile a riiàperfi , poiché le


indaghiamo il lignificato di quello termine Acetabulum abbiamo
da Ifidoro nel libro 2. cap. 4. riferito dal Du Gange, che fignifi-
ca Scutellam ucci ariani , e quafi Acetatorìum quod acetum ferat , e
,

R che
•yè igo
che fignifìca anche una force di mifura . Nella Sagra Scrittura di.
ce la Glofa fopra il capo 25. deH’Efodo fignificarfi Vas rotundum
ubi vinum juxta Altare afcruabatur . Nel teforo della lingua Lati-
na fi cica Plinio , che dice nel libro 1 1. cap. 34. fignificarfi da tal
voce una mifura , cioè la quarta parte dell’Emina In oltre fi di- .

ce, che Acetabula funt velati quidam ;c aliculi in iìs p'-fcìb usuili mol-
:

la appellantur , mà non efprimendofi da quelle Lignificazioni li


fudetti Stranienti , fi deve concludere elferfi con abufo eletto
tal nome dagl’ Amichi per non sò qual fimifitudine da effì rico*
nolciuta ; poiché , come notò Quintiliano lib. 8. capo 6. fpeffevol.
te la funilitudine accommodat nomen fuum non habentibus quod in
promptu cft , e poi fòggiunge , mille funt hac acetabula quid-
quid habet , pixides cujufcanque materia fnt .

XC IV.
Wromento delti Copti.

X T "'ino .Idromeli ti poco differenti in Egitto li Preti Colli feif-

U mi tici , e ribelli alla Chiefa Romana , quando celebrano i


loro S.’grifizii , poiché accompagnano il canto delle Ora-
zioni col fuono-, ò per dir meglio drepìto di certi Scudellini di
metallo, larghi quanto una monetaRomana detta Piadra , e ad-
datati per mèzzo d’una iftaffetta., uno ai pollice, l’altro all’iii*
dice della mano Si percuotono quedi affieme , e lenza melodia
.

alcuna fi empie la Chiefa di tal fuono, eden do molti infieme?


li quali gl’ufano . Tal’ldromento in lingua Arabica, ù. dice Jnac)»

xcv.
••

'

\
xcv
.

r
$ i ^
x c v.

Naccare delti Turchi .

O Ttavio Ferrari fpiegando la pzroìzNàccara feri fife : Veterum


Cyrnbal'um'y Sphara ficìlìcet dì mi dìcita , qu<e allìfia conjunge-
batur yfi) fionìtum clebal , quale Inftrumentum etiam apud Tur-
ca* hodie vìgere accepim us , e dille il vero poiché: la Figura qui
efpofia d’uti Turco' in atto di ballare > tiene tal fòrte d’Iftromen-
to in ambedue le mani il quale però è alquanto diiTimile a quello,

che communemente fi adopera in Italia , detto Caflagnoh , forfi


dalla- figura fi mi le alla Calcagna . Altri le di fiero Gnaccare , ò a
quelle , che ulano li Spagnuoli , nominate Caflagnetas , compo-
ne di due quali Scudellini di buffo uno , delti quali fi. adatta al
pollice , l’altro’ al dito> medio, della mano, e nel ballare fi percuo-
tono afiieme ..

Se fi cerca 1’origine dì taflfiromencov certo è, che procede


dagl’ Antichi Cimbali di (opra fipiegati Altri’ aggiungono , ehc
..

fofiero’ trasferiti in Italia dalle Fanciulle Gaditane . Tanto difie


Petronio r Gadìtana. multerei crotalifirl# hunc finìtum edebant , e:
Giovenale

ExpcBas , ut Gadltana canora


lnclpìat prurlre eh oro ..

E molti fono di parere , che fi cominciale tal fuono con battere


. afiieme le Conchiglie raccolte nella Spiaggia del Mare , onde poi
i
fi tramandò il coftume alli Fanciulli di fare, ftrepito con altri fi-
i
mili Stromenti..

R 2
. . .

*>é 132

X G V L
IJìromenti Fanciullefchi .

Ome
C dell! quali
fi vede nelle figure feguenri dì
percuote con la mano delira
due Fanciulli uno ,

due pezzi di maioli-


ca, ed un’altro rifponde alle percoiTe con battere a tempo
due falli affieme . luogo di rottami di majolica
Altri fogliono in
ufare pezzi di Conchiglie , altri offa fpolpate , e limili
Cromata furono chiamati da alcuni, come dice lo Sponio alla
Tavola 44. , ove efpofe una figura di giovane in atto di batte-
re con la mano certe offa , ed aggiunfe , che fi ulava ciò, principal-
mente nelle Spiaggie di Cadice dalle Fanciulle Spagnuole , che
.perciò Marziale

Edere ad Ballea crumatà geBus


lafcìvos
Et Gaditams ladere dodi a modi*

£ con tal nome


efprime tuttociò , che percuofendofi con am-
fi

bedue le mani , cagiona qualche forte di fuono , benché non


fiaao per le Itcffi {onori glTlìromenti adoperati.
Ufafi tal coltumc non {blamente dalli Fanciulli , dice Otta-
vio Ferrari, ma dagl’Uomini in Milano , principalmente in tem-
po di Carnevale , poiché : Turba pevjbnatorum incedunt , qui ani
carmen pr acanti catcrì fuccinunt , tejlifque , fine Naccaris , cj Cro-
tali* Cymbalìfque adflrepunt , qua Cipollata appcllantur a CynibU-
li* quafi Cimbalata .

Il percuotere li Salsi T uno


con f altro fu antico coliumc
ubato nella Navigazione , come afferma Xenofonte nel librò 1 l*
citato dallo Schederò de re navali : Lapìdum toncujfione hoptotf»
rum prò voce alt , ed indagando le anche con le fole mani lì ccci
tava limile ftrepito Dionifio GoCtofredo lib. 1. §.4* J’afitnjwj
c fi confermi poi dal Aldaci lib. 1. cap. 44.
.

133 é<*

X C V I I.

N Ella dalle ddli Crotali., e limili Iftromenti-


rarne
gente villana
uno poco ufato , e perciò proprio delli fanciulli , e
avendo Tuono poco grato , nè fi cerca molta pe-
,
fi. può nume-

rizia nelTadoperarlo Non lafciò di defcriverlo il P. Merfenne


.

nel Tuo libro armonico con le fèguenti parole Hoc Injlramento :

multi fatis felicitcr ut untar , cujus brachìa femì tir culo rancia Un -
gulam includimi quìim ubi digito in puntilo C. percufderis , bom-
,

birai [ìs auditurus , qui bombos Apum Hcfparum , atquc Crabronurn


,

tcmuìatur Galli hoc Inflrumentam vocant Trompegpj Rebube. Denti bus


.

illius. bracbia folcnt apprehendì , ut lingula digito pere tifa orìs cavo

refonet Il fudetto Scrittore lo dille Cymbalum orale


. In Italia .

Ji dice Spalla pendere , ed aggiunfe, che fervendofene molti di


varie grandezze fi renderebbe una curiola armonia ; Tempre pe-
nò Tarebbc di Tuono ottufo, e tremulo , da conciliare più tofio
Tonno , che diletto La forma di elfo fi vede elpreffa nel nume»
.

•io qui aggiunto con la figura d’un Villano in atto di Tuonarlo*

:
!

x G v I I I.

Xilargano

M Olirà la figura figuente di percuotere con una verga al-


cuni piccoli Cilindri foftenuti da due fili , e difpofti con
proporzione, in modo, che dalla maggiore, ò minore lunghez-
za di elfi fi renda Tuono anche diverfò
, e percolfi a tempo
eccita armonia molto grata più , ò meno
fecondo la materia ,
& cui fono fatti li fuderti Cilindri , e fecondo il maggiore , e
^nore numero ddli medefimi ; imperocché , come fcrifie il Pa-
dre Kircher a carte
518. fi pofiono fabbricare di legno duro ,
di metallo,
di terra cotta, ed anche di vetro , il rnedefimo ne
CJ pofe
la figura di uno comporto di dodici degradati con pro-
por-
,

«od
porzione , fecondo che richiede un triangolo acuto , la di
cut
bafc prefcrive la lunghezza del primo Benché tal’ Illromcnto
;

fia antico vedendoli e fpreffo in alcuni marmi , nulladimeno


non
l’hò trovato efpreffo- con nome particolare Il me de fimo Padre
.

Kirchcr lo nomi nò Zylorganum , voce non ufata da Scrittore ah


cuno Latino * e mi perfuado volelfe fcrivere Xylorganum che
figmfica Organo- di legno , mentre di elfo parlò . In Tofcana
ove fi ufi, fi nomina Timpano, nome molto generale-, come
di fopra fu notato *

X C I X.
ljlromento per V Api . !

D
pi tofi
A 1 P armonia cagionata dagfldromenri fin
ciamo paffaggio ad altri , chepoffono dirfi più tolto lire-
r che fonori- Tutti però inventati per confeguire qualche
qui elpoffi fac-

fine fuperiore al mero diletto^ dell’orecchio -


Taf che fi cagiona dalli Villani con le per-
è lo ftrepito ,

ColTe date a qualche vaio di rame , per allettare le Api a fer-


jnarfi negl’ Alvearii loro preparati , cola, quanto gioconda a v«r
dcrfi tanto difficile per conolterne la ragione ~
Che la Mufica piaccia , ed allctti gl’Animali irragionevoli
fion è cofa nuova nella natura; che i Pelei fiano allettati) e
chiamati dal liiono, lo IcrilTe Plinio riferito dal Kircher part. 6.
della Fonurgia > e tutto il dì s’elperimenta col pelce Spada nel
Mare di Meffina . Dì molti Uccelli lo riferì Ifidoro Orig. lib. t-
capo 1 6 . , e chi più defidera legga un’intiero capo 1 7. del lib. 2.
fopra quella materia regillrato nel Trattato de Tibiis dall’Erudi-
lo Gafparo Bartolini *
A noi balli Tavvcrtire , che con il luono llrepitolò di un
vaiò di rame pcrcoffo fi radunano le Api negl’ Alvearii : onde
Virgilio nel 4. della Georgica configlia il Contadino a farli udi-
re con tal fuono, acciocché le Api non partano dalla fuaViH 3
'

Tinnìtufque eie , fcj ma tris quale Cymbala circuiti


lpj<e conci dent medicata fedibus , ipj<c
intima more fuo fefe in cu\abula condent
m
. . s

+>£ 135
^quanto è vero, che con tal Tuono tornano le Api negl’ Alvea-
ri donde
partirono, altrettanto è incerto, le a ciò fono indot-
il diletto di dio, ò pure per lo (pavento dal mede-
te f ò per

fimo cagionato
Diverfi fono li pareri su quello dubbio delli Scrittori, Ri-
lib- 9. liiR. cap. 40. che ciò fia effetto di allegrez-
mò Arinotele
za, e diletto concepito: Gaudere fonitu Apee vJdentur ( die’ egli )
quapropter tinniiue arie corno cari eas in Alveum ajunt* Varrone
però fu di contrario parere ; onde nel lib. 3. circum tinnì cndo cere
perterrdas , quo volueris perduces . Lo ftelfo dille Columella capo 8.
lib. 9. parlando di uno feiamo di Api: Cum eruperit <crh flropitn

cornei ur , nam flati m fono .tonitu m esci infrutice , nel in editiore Syk
lite fronde confida , (5* -à vcftìgatore preparato vafe recondìtur ; co-
me fù defedino da Claudiano de Sent, GonfuL Honor*

QuaiU
c
Abdeja quafram
Hybleis procul are fine x revocare fuga ce
Tinnita conatar Apes , qua fponte reliclh
Defcivere favis

Sioppofe a quello parere il P.Lacerda ne’ fuoi Commentarli {opra


il lib.4. della Georgica, ed aderì, che tal’effetto fi doveva attribui-

rcaltimore, ed allo fpavento . Certo è (die’ egli) che l’A pi te-


mono lì tuoni , e allo Rxepito di cfR fi nascondono nelle loro
celle, Redi è tornando a quelle, quando odono il rimbombo del
Metallo , fi deve credere , che per uguale motivo iì nascondino,
che perciò Virgilio usò la parola Condente in cui viene lignifi-

, e non l’allegrezza .
cato il rhnore

Mà -come fi potrà da noi penetrare la Verità di queRo ef-


fetto prodigiofo che fi polfa dire con S.Agofti-
mentre parmi
, ,
n ° nel capo 15. -ad fratres in Eremo ; mentre il Filofofo ArlRodemo
an muitis
fs ìnfudavìt , nuturam Apis ìnvefìigare , nec fin oliier po-
tuit Baiti riflettere con Plinio lib. 1 1. cap. 5. che nelle Api prin-
Clpatus
, $
jure precìpua admiratìo deb et ur , e con ragione, perchè
come notò Aditotele lib.
3. de generat. cap. io. Non videe quan-
Jubtìlitas un -
^ concordia fit Apibus ad fìngendo, domicilia quanta labori e oheper-
[ Piccolo animale , mà utiliffimo allUomo, che
.

Cl Q S.
C4Ì0: CrifoRomo in Pfal 50. V antepofe al Pavone - gìfrùi
abie-
.. . s

156 *>f?

abjeolia s 'Ape , di (Te, quid Pavone pulchrius uter autem prxflantìor ?


Apis ne an Favo , w» dubium quìn Apis Pavonem de, medio tot* . .

le nihìl detrimenti attuleris , de medio tolle ,


utilità s adempta erit . . r
nn I

Altre doti delI’Api u potranno leggere appretto il P,.. Bar-


ro li nei capo 7. della Povertà contenta. noi baiti concludere A
con ciò 3 che ammirò il Teologo Nazianzeno
Theol. che orat. in
l’Api nelli mano, onde per mar a-
loro Alvearii lavorano fenza
yiglia efclamò §>uÌ 5 Euclidei linei , qa<c nufquam funt , contem-
:

plandis intentai , 0* /# demonjlrat ioni bus folliate laboram ha


poflet imitar? Che perciò deH’Iftromento da Tuono elpofto , ben-
ché Paltorale , e da Villa, fé ne deve fare molta dima mentre

è sì utile all’Uomo

C.

Suono di Batam

N
deli
O
ti
11 meno flrepitofi
nella Batavia, in tutta ITjfola
neirAnno 1619. come riferifee
fono

Geografico. Ulano quelli Barbari Paefanr, quando devono pub-


li tré Iflromenti

il Baudrand
,
che fèguono
Giava fòggettata dagli CHan-
nel luo Lexico
tifa-

blicare qualche ordine del loro Principe , percuotere un gfan


Ba-

cile di Metallo {onoro , nel modo , che in Europa li


opera con
il Tamburro , onde
rimbombando per le contrade il Tuono , » *

raduna il Popolo per udire ciò, che s’intima Seie percoiTe Ti- .

no fatte con arte , ed a tempo di tifica ben regolata non Ti M n

riferifee daU’Iftorico, il quale defcrilfe JU viaggi degli. Qlandefi a :

quell’ Ifola

«
o r.
Tamburro cLLBateuri
Injtriunento inBatarri
Camp anello dcll\ eo
s

137 e**

C I.

Altro diverfo.

N Ella
Indiano
mcdefima Relazione
,
fi vede delineata
che fegue , fedente in atto di percuotere con
ambedue le mani armate di legni nodofi quattro Bacili di Me-
la figura d’un

tallo podi in (ito Orizontale (opra un banco , e fono riferiti con

le feguenti parole Delineatio pelvium quo: pulfant , omnemque


:

Mujtcam fintili harmonìa tundunt , in hìfcc regioni bus fit in tur-


ri bus , &
Campani : refon unti am optimum dante , quia ex cupro
[ufi fmt .

c 1 1.

Altro diverfo.

M Aggiore certamente deve elfere lo ftrepito cagionato da


quattro altri Bacili più grandi , li quali pendono da una
Trave verticalmente , e liberi dal contatto d’ogn’altra colà
do a tutta forza delle braccia di quei barbari , fono a vicenda
,
quan-

percolili con bafloni nodofi , come mofira la figura fotto quello

numero efpolta . Tale fin foni a fi ula in vece di Tamburri , c


Trombe nella guerra, ò nelli Tripudii , e felle più folenni.

C I I I.

Campanello al collo del Reo .

Rà gl’ Iflromenti fonori e llrepitofi tutti fi vincono dalle


F Campane oggidì
,

ulàte nell’Europa , e altre parti del Moli-


no in diverte funzioni tanto (acre, quanto civili, e profane , e
1
perchè la diverfità di elfe è si grande che non può determi-
,
narli, mentre fatte
fecondo l’idea varia degli Uomini, nè fi può
S facil-
. .

+>£ 1
3 3
facilmente faperne 1’ origine ,
per averne qualche chiara notizia
le dilhnguercmo tutte in due Clalfi , una delle quali comprenda
le piccole, e l’altra le grandi:
Che l’ufo delle piccole folle appretto gl’antichi Ebrei, non
fe ne può dubitare , mentre come li racconta nell’Efodo nel Ca-
po 28. prebende Iddio a Mosè il fabbricarle d’oro, per mifie-
riofo ornamento delle vedi Sacerdotali, e Sconferma nel 45. dell’
Eccle baltico Cinxit illuni tìntìnnabulìs aureis plurimis in giro da-
:

re fonum in vefe fua . Quindi ne fù tramandato l’ufo a tutte le


parti del Mondo , e ve ne fono infinite relazioni.
Apollodoro lib. de Diis , racconta , che fi ulàvano dalli Sa-
cerdoti di Proferpina, e dalli Sacerdoti della Siria, lo dice Lu-
ciano nelli Puoi Dialogi Che Augufio li poneffe nella fòmmi-
.

tà del Tempio di Giove Capitolino , lo racconta Svetonio , e Plinio


nel libro 36. cap. 13. racconta edere fiati polli nel fepolcro del
Rè Porfena acciochè rendelfero buono agitati dal vento
Scorrendo gfanui pofieriori , egl’Annali più Sagri trovam-
mo efierc fiato commune Monaci antichi
l’ufo di elfi apprelfo li

Riferilce il Merlenne cap. 1. num. 7. de rir. antiq. Monach. che 1

tra li modi con li quali erano fvegliati li Monaci, acciochè an-


dalfero a cantare le lodi a Dio, fi adoperava il campanello chia-
maro Squilla , overo Campanula , qua fratres cxcitabant ut habetur
in vita S. Benedigli Abbatis Ananicnfs ; e nelli Rituali di S- Grego-
rio fi dice nellibro 2. cap. 1. Re/li autem inferuit parvum tintiti-
nabulum ut ad ejus fonum vir Dei cognofccret quando fbi Romanui
,

panem praberet . Nel fècolo 4. della Religione Benedettina fi


legge: Prìmitus quam fgnum horis noBurnis pulfatur in Fratrum
-
dormitorio fquillam tangere iujft , ut prius Monacborum congrega
tio orationibus propria refderent per
loca Cosi parimente dice il .

Merfenne In Fontanellenfi Monaflerìo ad Matutinai Vigìlia s de


:

prcefato Apoflolo Andrea pcrfolvendas nofer Porretarius


Nolam pal-
pavi t prò Fr atri bus excitandis.
Si potrebbero empire molti Volumi, fe volclfero riferire
fi

ap ufi delle piccole Campane si apprelfo li Gentili , come ap-

pretto li Criltiani Religiofi, nè d’una fola forma fi fabbricavano


dagl’ Antichi veda la . Si Tavola qui aggiunta , ove fono delinea-
ti alcuni Campanelli antichi ,
e conlcrvati nel Muleo del Colle-

Romano e fi conofccrà ciò che fi dice . La grandezza pa-


rio ,
=> rimcn-
*>é 139
ri mene 2 fu Tempre varia nelli tempi moderni* Baderà qui accen-
1
narne alcune di mole ftraordinaria , e tal è quella riferita da.
Monfignor Angelo Rocca nel trattato delle Campane a carte 5^
ove dice che in Parigi nella Chicli dedicata alla B. Vergine è
,

una Campana di pelo di quarantamila libre , là quale per edere


fonata richiede 24. Uomini , e ih tempo tranquillo fi ode fette
miglia lontano; ma di mole molto maggiore , è quella che Mon-
fjgnor Majoli riferifce nella Tua Opera intitolata Dies cani cu lare s
alla parola metalla , e cita il P. Ferdinando Mende s della Com-
pagnia di Giesù , il quale fcriife nell’anno 1554. elfere nel Pegù.
una Campana di Bronzo, la di cui circonferenza è di palmi 45-
e di diametro dieiafètte , la.-quale grandezza ftimò il Majoli fu,
trovano, ma s’ingannò
5

perarea tutte l altre, che in Europa fi

le fi riflette alla Gampana riferita da Giovanni Struys nel libro


delli Tuoi Viaggi, cioè che in Mofca Città Capitale della Mo-
lcovia è fituata in una Torre una Campana, che pela trecento-
novanta quattro milla libre,, e che è larga 23. piedi, e grolla
due, e che per fonarla fi richiedono cento Uomini , cinquanta
per parte nè fi Tuona che in alcune Solennità , e nelle comparfe
,

d’ Ambafciadori Trà li modi con i quali queft’Iflromento fi ado-


.

pera, baderà qui ricordarne uno profano a pochi noto, riferito


da Girolamo Maggio in un’ Opufcolo da lui Icritto nella prigio-
ne , nella quale dalli Turchi fùchiufo dopo l’efpugnazione di Ro-
di , ove egli viveva*
Cita egli Zonata Autore Greco , il quale nella fua Iftoria
racconta, che anticamente era coflume di condurre li Rei al Pa-
tibolo con un Campanello pendente dal collo, a fin, che cami-
nando quello trà il Popolo non toccaffe alcuno inavedutamen-
te, poiché fi farebbe ftimato contaminato, dove che lentendofi
il Tuono del Campanello ciafcuno poteva difeofiarfi, e dare libe-

ro il palfo al milero , che lo portava nel modo , che moftra l’ ima-


gine.

S 2 CIV.
140 ^
C I V.

Campanello del Clero .

A LI’
cola
Ufo profano

filiche
Campana
fi può foggiungere un’altro Sagro
pratticato in Roma dal Clero di alcune Ba-
nelle Solenni Proceflìoni . Compatire quello con
di pic-

ordine dopo un Confalone fabbricato a modo di Padiglione da


guerra, a cui precede un’ Uomo veftito di biancoche portan-
,

do inalberata una piccola Campana continuamente la Tuona a


tocchi. Quando cominciane tabulo nella Chiefa Romana , non è
cosi facile a dirli, poiché per quanto io abbia efaminato gl’An-
tichi Rituali , altro non hò trovato, che fi praticava nel 1570.,
come riferifie il Turrigio avere ritrovato in lift’ antico Codice
della Bafilica Vaticana , ove fi racconta la Procefilone fatta nel
giorno delle Rogazioni con le figlienti parole Prima entrò la
:

Croce, dopo il Sinicchio , overo infigna di S. Pietro , con Iti

Campanella , li Cantori &c. Un’ altra Relazione fi legge nell’or-


dine Romano firirto da Pietro Amelio Sagrifia di Urbano V., il
quale raccontando la Canonizazione di S. Brigida , in tempo di
Bonifazio IX. circa l’anno 1390. dice Papa defeendìt ad Eccle-
.

fiarn S. Patri cum tato Clero cum Cruce pluviali bus , 0 Campani
procc/fionalìter ifìc. Più antiche memorie non ho trovato Quale ha .

fiato il motivo di tal’ ufo , fi può dedurre da ciò , che fcrilfe


4 ’eruditilTimo Durante nella fpiegazione della parola APariyna-,
U* Ecclejia , ove dille , che nel Padiglione fi adombra l’antico Ta-
bernacolo , il quale fi trasferiva da un luogo ad un’altro , men-
tre il Popolo Ebreo pellegrinava per varii Paefi Nel quale
.

Tabernacolo li Sacerdoti erano diflribuiti , e ciafcuno aveva il


proprio luogo , c notò il Fivizano nel capo 15. ilei libro
che la Chicli militante in terra fi paragona ad un’ Efircito, che
continuamente combatte contro gl’ Inimici Infernali , per trovare
Cairi- 1

poi il ripofo nella Patria Celcfic , che perciò precede una


pio
pana in luogo delle Trombe , ufatc per commandamento di
dal»
CTV Ccmrpanello del Clero
. . .

+>i 141
Molaica , con le quali fi davano li fè-
dalli Sacerdoti della legge
i
gni a tutto il Popolo Ebreo
Qui fi pone la figura -di quello , che con tale Campanella
precede al Clero , la quale è piena di mifiero , benché derilo
dagl’ Eretici , e Inimici della Chiefa Romana

C v.

Carroccio

A LI’ ufo delle


di Campana
più ufato
Campane piccole ne foggi unge remo un’
maggiore pratticato già in Italia
Era coflume nel Secolo p allato di portare in
.
, e ora
altro
non

1 una machina mobile una Campana , con cui fi davano li legni


alli Soldati, come ora fi fà con la Tromba Viene riferita tale
.

i
ufanza dal Maggi capo 1 3. de Tintinnabulis , ove dice: Bft igitur
fclendum fupcnoribus feculìs , nec admodum vetufis temporibus
1

'

Exercituum imperatores in cafris , quajì in quadam Cini tate ambu-


latoria , a ut Turricula Campanaria ex Ugno identidem ambulatorio 5
:

! uti confuevìfle , c qua tintinnabiilum admodum magnava penderete


1 cum in hojìem progrediendum adequo confligendum efet Quella .

Machina , che- fi nominava Carroccio , fu deferitta da Francefco


Sileno Àntuerpienfe nelle Note fopra il libro de Tintinnabolis ,
: la quale definizione fù riferita da Antonio Cavaliere Cremonefc
I nel capo 13. della deferitone di Cremona, tradotta in latino da
Filippo Rubenio , come qui fi pone Anno Chrifti 1081. Cr<f-
.

:
monìnfes Carrocium ìnidituerunt ; Erat illud currus ampli or bis at-
i que fublimior , quos communi in afri invenere Longobardi , primi-
que omnium fecundum ali quos Jbfedìolcmenfes , ufurparunt , crnaba-
tur id h quibufdam panno rubro , ab alìis albo , à Cremonevfibus vero
1

mix tira rubro , (p albo , deni que prò colore quo cujufque Civitatis
'

infigne. 6’ed o fenì Boves a quibus trahebatur , fintili panno te dii.


Jn mediò autem erat Antenna cum vexillo , pive labaro prater Cru-
'•

ceni rubram ,. extera alba cujufmodi in fuppli cationibus bodieque non-


nullìs in hiìs gefiatar , ab cadevi Antenna dependali funcs , quos va-
lidi robuflique Javene s manibus tenebant , inque ejus fummo Cam-
pana

/
. $

*>d 42 e
1

pana appellata Naia ; Nefas amena aducere , nifi publico


Decreto
nec minuc mille quingentis ad cufiodiam ejus mìfuibus
flremiis
Panoplia , ac bipennibus egregie mimi tis , propèetiam duces
omnes,
ac militìs Prefetti , Tìbìcines oclo multique ad rem dhìnam
Sacci-
dolesse. Qui noi efponiamo la figura del (opra de ito Carroccio
e fiprefla dal Maggi 5 e dal Macri'v. Carroccium p. 150. II
Villani
anche lo delcride nell’ Idoria di Fiorenza lib. 6. cap. 27. e dice
,
che tale Campana era chiamata PSart in e Ha
Rimarebbe a dire fopra
l’ origine, e ritrovamento delle Cam-
pane grandi; poiché è gran controverfia fra li Scrittori, circa
1
il tempo, e gl Artefici da cui furono inventate di
mole grande,
quale li vede, principalmente in quelle , che fervono nelle Chie-
fe per il culto Divino , e anche fi adoperano dalli Magidrati per
lignificare al Popolo le loro Leggi
Per non edere prolido in tale materia, baderà accennare ciò
che fcride il Baronio all’anno 885., cioè che V ufo delle Cam-
pane grandi cominciò appretto li Greci , quando Orto Patritio
Doge di Venezia mandò in dono a Michele Imperadore dodici
Campane, le quali furono collocate nella Torre di S. Soffia ; nn
da ciò non fi deduce chi ne fode l’Autore Polidoro Virgilio
.

aderì edere dato Sabiniano Papa , di cui Panvino fcride Hic Pa-
:

pa Campanarum ufum inventi , juffitqne , ut ad horas Canonicati


(f APijTarurn Sacrificia pulfarentur in Bcclefìa . Mà ciò prova l’ufo
Ecclefiadico fidamente , introdotto da Sabiniano .
Convengono molt’ Idorici nell’ aderire , che S. Paolino fof-
fe il primo nel porle nella Chiedi di Nola è di mole draordinaria,
e di forma predi dagl’ Antichi . Si nega però dal Cardinale Bona,
e dice non edervene fondamento certo per crederlo . Valfrido, e
Strabone, li quali videro in tempo di Carlo Magno, cioè circa
i’ Anno 800. quattro fecoli dopo S* Pavolino dicono, chele Cani-

pane tradero il nome da Compania, Provincia dell’ Italia , ove


furono inventate, perciò dette anche Nola da Nola, Cittadella
Compagna, ove la prima volta furono fabbricate, e il Cardinale
Baronio pag. 116. aderma , che tal nome Campana cominciale
ad edere «fato per lignificare le Campane maggiori , l’ Anno 700*>
legno che in tal tempo fi fabbricarono , e tifavano .

evi.
?

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»

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,
, .

0$
-
1 4.3' é**

G V I.

Organo di Campane

copiofo e mideriofo , che per
Tuonare le Campane
E
fi , il

fjdegarlorichiederebbe un’Volume ben grande . Si legga


fi

Monfignor Angelo Rocca , che difillamente ne Icrifie un*


|
erudito trattato, e qui balli notare brevemente ciò, che nel ca-
po quinto fi legge, cioè che ie Campane per antico, e lodevole
I ufo fi benedicono , e fi confacrano conforme alla formola preforit-
ta nell antico ordine Romano , che perciò come notò lo ficfiò Roc-
1

ca non fi doverebbero fonare da altri, che dalli Chierici, ve-


diti di Cotta ; che le pure fi permette il fonarle alli Laici , ciò
proviene dal non poterli muovere le grandi Campane per il pe-»
fo, che hanno fuperiore alle forze detti Chierici , per l’ordinario
di età puerile , e non robulla
Quindi è da vituperarfi V abufo di quelli , che fi fervono
dalle Campane conTacrate , e unte col Sacro Crifrna in ufi pro-
fani, e in Fede Teatrali . Non cosi fe le Campane non diano con-
i facrate e ne abbiano fidamente la forma 3
,
che perciò lodevole
è la Sinfonia , che in alcune parti della Germania , e della Fian-
dra fi rende dagl’ Orologi qualunque volta fi accenna l’oracom-
i
pita col benefizio delle Ruote, c delli Peli , dalli quali ricevo-
no il moto. Si veda il Rocca, da cui fi riferifee l’armonia dell’
i
Orologio di Liegi, ficcome T Organo compodo di 3 3. Campane,
riferito dal medelimo, che fi Tuona con tadi, come gl’ Organi
,

e li Cimbali difpode come egli la modra , ed anche fi riferifee


dal Maggi, e dal Merfenne, e qui noi lo poniamo .

CVII.
. .

+yg 144

G V I I.

Campanaccio del Villano.


* »
' . t , ,
.

A Dimitazione delle Campane indiarne per ufi Sacri, era-


gionevoli fù inventata una forte di iftromento compofto
per lo più non di metallo , mà di ferro , perciò di Tuono
rauco , e otcuTb , detto communemente Campanaccio Ditale .

fpecie fi fuole appendere al Collo d’ Animali Bovini , e delle


Bufale , ficcome nel tempo del Carnevale fi ufà dal volgo per
applaudire, overo burlare le perfone mafeherate Qui è Imma- .

gine d’ un Giovane plebeo in atto di fare ftrepito con talTftro-


mento , da cui 1’ orecchio non prende diletto alcuno , poiché
rende Tuono ftrepitolò , e ingrato
Tale fi ufava nel Secolo paflato , principalmente in Roma
dalle perfone , che giravano per la Città in Carrozza , accom-
pagnando quelli, li qual avevano ricevuta la laurea del Dotto-
rato nell’ Archiginnafio , detto la Sapienza Il quale cedutile, .

ficco.ni e dava notizia Popolo di tale promozione , ugalinente


al
conciliava le rifa di chi lo accordava Per qual cagione ciò
.
fi

donde avelie l’origine quella ridicola ulanza non


pratticaTTe, e ,

ho potuto rinvenire ; mà
bensì dferfi abolita per ragionevoli
pm
motivi , richiedendo la laurea conferita alii Dottori plani!
g°*
nobili, e decorofi ; onde nelli Bandi pubblicati per il buon
verno di detta Univerfità, fi legge come fegue
nal e
Item fi proibifce , che nell'uno ardifca portare , e f° j
a
Campanacci , ò altri limili Idromenti dietro quelli, che fono
trattenuto
dottorati fotto pena di 50. Scudi d’oro, e di effcrgli
con
il Privilegio di Dottore, a chi confentirà a queda indecenza
pene contro quelli che contraveranno ad arbitrio di dc
altre ,

to Signor Dottore .
'

ì#

c vin-
. .

W-
•yè £<*•
1 45

CY in.
Verga di metallo
On Tuono delle Campane fi può unire quello , che lèn-
il

C za Campana fi ode con artificiosi invenzione riferita dal P.


Kircher nella Tua Fonurgia a carte 155. fi appende ( dice)
una lamina, ò Verga di metallo ad una corda di Violone, e li
pongono le eftremità di ella con due dita nelle orechie , in mo-
do ,
che penda in mezzo di elle Or fe la Verga farà percolfa
.

con un ferro da qualclfi uno , rimbomberà nell’ orecchie un Tuo-


no , come fe fi udille una grande Campana , c quanto maggiore
farà la Verga di metallo, tanto maggiore farà il Tuono Di tal* .

effetto altra ragione non alfegna , che il tremore dei corpo fi>-
noro , il quale fi trasmette alla corda, e da quella al Timpano
dell’ udito, ove liMufcoli percofiì con velocità , ed impeto lira-

ordinario cagionano effetto prodigioTo L’ Imagine rapprefènta .

il modo di tal’ uTo .

C I X.
Campana delli Greci

Uanto è Trequente l’uTo delie Campane grandi, e piccole

OS ipprelfo tanto è aborrito nelli Regni Togget-


li Cattolici ,
'ti all’Imperio del Turco: inperochè fino dal tempo, che

Saladino Sultano entrò in GeruTalemme, fiirono atterrate tutte le


Campane , non fidamente in quella Metropoli, mà in tutti i luo-
ghi, ove era Tufi) di effe» Il motivo di quell’ empia riToluzione
dice Rocca nel capo primo, fu perche con le Campane fi può
il

più facilmente convocare il Popolo e procurare fedizione , ò


,

pure per non effere limili alli Crifliani


Quello Hello collume è imitato dagl' Eretici , dice il Dura n-
te pel primo
de Ritibus Hugnonottì , tf esteri hujus fccull Hxrc-
.

tlci Campani
s bellum indi x crani Eas enhn frangunt 5 <£) commi -
.

T maini ,
+>é 146 (X*
fiuunt , Sur ace no s ìmitantes qui ut Piu tuia in Urbano IH.
fcripflt
capta Hyrofolima Campanai in primis a Sacris Turribns dejecerunt •

mà perche fi avviddero edere necedario dare qualche volta alcun!


fegui al Popolo, e intimare le ore fuccedìvamente del giorno
furono fodituiti alcuni , li quali dalla cima delle Torri gridadero*
e intimadero le pubbliche Funzioni.
Alle vocidegl’Uomini fodituirono li Greci foggetti all’Imperio
Ottomano un’ Idromento di legno , riferito dal Maggi , che pei-
cuotono con due martelli di ferro , e chiamano Simandro , ò pure
fi fervono di una lamina di ferro percoda con un martello pa-
,
rimente di ferro , e lo dicono Hagiofdero , che fignifica SanBum
ferrum , e con il fuono di quedo chiamano il Popolo alle Glie-
le .

quedo coftume da Monfignor Allatio nel libro


Si conferma
de Templis Grxcorum,ove deferive, tal’Iftromeuto , con le feguen-
ti parole : Sacerdote s Gricci ligneo Infrumento ad Greecos in Eccle -
fta connotando s utuntur , idefl lignum binaruni decempedarum longi-
tudine , duorum digitor/m eraflitudì ne , latitudine quatuor , quatti
eptìme dedolatum non fifum , a ut rimofirn , quod manu fmiflra me-
dium tenens Sacerdos , bel alias dextra malico ex eodem Ugno curfm
bine inde trafeurrens modò in unam partem modo in alteram propì,
velminus ab ipfa finìfira , ita lignum dherberat , ut ita i cium mine
plenum , uunc graverà , nunc actttum , nunc crebrum , nunc ext enfant
edens perfetta mufices feientia aurìbus fu affini e moduletur .

Si ofTervi V Imagine del Trattato del Maggi qui efpoda ; Lo


dedo Allatio riferilce edervene un’altro fimile di grandezza fini-
rti rata , cioè qualche volta largo fei palmi , uno grolfo , e 30.

lungo che con catene fi appende nelle Torri, e fi percuote con


,

pefantc martello.

ex.
£.

/
uin
*>è 147
. * . , . - •

C X.

AltraJìmìle -

U N’
ci
altro Mromento più piccolo, fi ulà parimenti dalli Gre-
riferito dal Maggi , elprelTò come nella feguente Imagi-
ne apparifee Ne tafiiivenzione fù cola nuova appretto li
.

; Gieci , poiché come auverti il Cardinale Bona l’ulàvano in tem-


pi molto antichi, e ciò apparifee nel Concilio Niceno , fecondo
i aòl. t. , e nel libro detti Miracoli di S. Anaftalio Martire , fi leg-

1
ge , che avvicinandoli le di lui Reliquie a Celarea , tutti li Cit-
j
tadini , Ugna facra pulfantes obviam fsFlì funt , e F Autore detta
'

Vita di S. Nicone , detto Metaneira feritte, tigni pulfattorie om-


.1 nes Fratres convocata
Il tempo però in cui quell’ ufo cominciale è incerto ,
poi-
I che furono ulàti altri modi dagl’ antichi Criltiani nel convocare
il Popolo . Il Baronio ftimò che li Vefcovi fi fervilfero detti Cur-
,

fori , mà che refa la quietò atta Gliela dopo Condannilo , fi ufa-


vano altri pubblici legni S. Pacomio netta fua regola , coman-
.

dò che fi convocalTero li Monaci col fuono detta Tromba , fic-


1 come fù da Dio comandato a Moisè Cum audìeritìs ( dice nel .

; capo 3. detta regola) vocem tuba: ad colleElam uocantis ftatim egre -


!
diztur 0 ideilo delfo collume fece menzione Climaco nel grado 19.
*

: c x 1.
B f i : 1 1 ) r
'

Legno dell ì Cotti.



||

D EH’ antico collume lòpra detto ritengono qualche legno


Cofti Scilmatici, abitanti
mentre nel tempo detta Melfa
nel Egitto e Paefi circonvicini,
.

alttllono con una Verga di


li

:
legno duro, lunga palmi cinque in circa, e largì* quatro deca,ò
T 2 pure
+>é 148 H-
pure con una Ionga un palmo, che tengono con
la mano fìnifrra
lopra un manico inferito nel mezzo, e forma la
figura della le-
tera Taù , e con colpi interpolati la percuotono
con piccolo mar-
tello , onde nelle loro Chiele fi eccita un gran romore , polche
ufano taf Iftromento molti;, li quali intervengono
, tanto Laici
quanto Sacerdoti, e Mihiftri Sacri Si chiama talMftromento .
in
lingua Araba ÌSIacus Nacus anche chiamano gl’
.
Armeni , le pic-
cole Campane, che battono^, mentre cantono nelle
Chiefe , co-
me per fedele relazione hò faputo dal Padre Gabriele Sacerdote
Monaco Maronita , molto tempo vifuto nell’Egitto Agl’ Idro- .

menti di legno , che lopplilcono alle Campane di


metallo , fi
pollo no aggiungere le Campane di pietre, le quali
come raccon-
ta 1 Oitelio logliono gl’ Abilfmi fabbricare
.

C X I I.

Crepitacolo dì legno nella


Chiefa Latina .

N E fidamente fi percuotono Chiefa Orientale,


li legni nella
ma anche nella Latina ; a certi tempi però , e non in tut-
te le Funzioni , cioè fidamente dalla quinta feria fino al Sa-
bato della fettimana Santa , facendoli dalla Chiefa fofpendete,
c tacere le Campane , come a tutti è noto .
Efàminò la cagione di quello Rito Monfignor Rocca nel ca-
po 25. del fio trattato fopra le Campane , e notò le medefime,
che addulfe il Vefcovo Guglielmo Durando nel libro 6. del fuo
Rationale al capo 72. , ove dille Tacciono le Campane per figni-
.

ficare , che nel tempo della Palfione tacquero gl’ApoftoIi inelfe


additati , con le parole In omnem tcrram exhit fotius eorum -,6
.

in fine* orbi: terree nerba eorum ; poiché ritirati nell’Orto, prf


trijìitia dar mit aver unt . Si danno però legni con pcrcofTe di tavola
per lignificare l’ umiltà di Crilìo ; Iccondariamente fi percuote la
Tavola , perche con tal fuono li eccita timore Terzo fi per- .

cuore il legno fofpelò col martello anche di legno per lignificare


Culto fofpcfo nella Croce 3 poiché egli fù il legno , piantata'*.
I
.

<*>£ 149 ^ Croce. Si per-


decurfus clqttctrum , e pendè nel legno della
cuote con il falò legno , perche Cri fio folo flando in Croce predi-
cò Quarto fi percuote con il legno lignificandoli per elfo, il le-
.

gno caufa della prevaricazione di Adamo Quinto Tacciono le .

Campane, e non legni per lignificare il lìlenzio degl’ Apofto-


i

li , e negl’ altri Iilromenti di fuono minore le Donne , le quali


nel tempo della Pafiione non fi nalcofèro , ma feguitorono Crillo
fino alla Croce. Tutto ciò il Durando t
Che perciò varii fono gl’ Iilromenti di legno, con li quali fi
eccita il romore nelli giorni fopradetti ; La figura qui polla ne
tiene uno con la mano fatto d’ una Tavola , l'opra cui fono accom-
modati alcuni ferri , dalli quali viene percoffa mentre con la
,

mano lì raggira or in una parte ,


or nell’ altra la medefima Ulan- .

za però introdotta contro ragione mentte in taf Iflromento detto


,

volgarmente Trich Trach , e dalli Latini Crepitaculum , dovereb-


be elfere tutto di legno per la ragione fopradetta . Di tale forti
F ulano li PP. Capuccini in tutto l’Anno, quando la notte fono
chiamati al Coro per cantare il Matutino .

C X. I
v
I I.
• -
)

Altro droerfo
Ti/TIgliore è quello, che lotto quello numero fi vede efiprelTo
AVA tutto di legno, è formato in modo che girandoli un Cilin-
dro armato d’ alcuni denti , quelli alzano alcuni martel-
li di legno uniti ad una verga , parimente di legno , la quale alza-

ta volendo ritornare al fito primiero , percuote con violenza una


Calla vacua , onde ne rifulta uno flrepito , che fi ode da lontano
nel modo poco cliffimile , con cui battono li martelli di legno
armati di ferro nelli Vali delle Cartiere , ove li macera la materia
per la carta .

CXIV.
. .

150

CX I V.

Matracca

M Aggiore Crepito cagiona ilfeguente Ordegno , ufato in Spa-


gna , e nel Regno del Medico nel detto tempo in luogo
delle Campane , che perciò pollo nella cima dell! Campani-
li fi ode per tutta la Città .Viene chiamato Matracca , e conf-
ile in una Ruota taf volta di dieci palmi di diametro, la di cui
circonferenza è armata di martelli di legno mobili , in modo che
nell’ edere girata la detta Ruota fuccedìvamente percuotono alcu-
ne Tavole inferite dabilmente , come denti nella circonferenza
della Ruota , e meglio fi può intendere con vedere il difegno,
che confarne più lunga defcrizione. E quella raggirata da un’
Uomo molto robudo , benché tutti quedTdromenti , come de-
putati a Funzione fagra , Coverebbero edere fonati dalli Chieri-
ci , e con abito Clericale , edendo il lònare le Campane Odizio
degl’ Odiarii , come notò il Cardinale Bona pag. 191. dicendo :

£>uos deeet fuperpcllicio indulos e/ìe , dum fgna pulfant , quiamu-


7ius fui ordìnìs exercent ; ficcome nel Tedamento Vecchio appar-
teneva alli Sacerdoti , ut Tuba clangerent ad conuocandum Popu-
lum

c X V-

Ruota Fiaminga .

U Sano nella Fiandra per tradullo li Fanciulli


che in quella lingua fi diceHet Upclfpel , ligni-
drepitofo ,

fica Io dedo , che giuoco del Cerchio Si compone que-


.
uno Sromento

llo con un Cerchio di legno , attorno cui li appendono molti Cam-


panelli , overo Sonagli, nel centro di edo è un Cannello lungo
circa
otcì Ficimm eliaci
-

'

'
* -
•.
'
ìf .


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. x.

/ - r r *

, .. _
. , ••
*• * *'•*• * ' % "

„ . . > * • . , \ H «-
.
. - . . ,

151
circa mezzo palmo , il quale è {ottenuto d’ alcune cordicelle unù
! te alla circonferenza del Cerchio , onde rapprefenta una Ruota
i
di Carro. Inferifcono nel detto Cannello un battone poco più lun-
go di ò quattro palmi, che tenuto in mano foftiene il Cerchio,
tré ,

in modo , che giri fopra il Pavimento ; onde mentre corrono a


gara , quatti volettero guadagnare il Pallio , e lì raggira il Cerchio
ttopradetto , rendono li Campanelli un continuo ttuono , onde IpeR
tto tt ulano pertrattullo nelle pubbliche Strade, c nelle Catte pri-
vate .

C X V I.

Bacioccolo
N alcune parti ulano li Fanciulli , e gente di
della Tottcana ,

I Contado un’ Ittromento di legno tornito, che chiamano Ba-


: cioccolo , confitte quello in un’ Vaio , ò Scudella , che tenuto
nella mano ttinittra lì percuote con colpi, a tempo dittribuiti dal-
la delira armata con barocco parimente dileguo tornito infor-
,
ma di pittello , limile a quello , che lì utta netti Mortari di bron-
zo, lungo mezzo palmo incirca , e le bene il ttuono non è ar-
monico , nulladimeno piace atta gente educata con rozzi cottumi,
non elttendo cotta deforme nel mondo , che non piaccia a qualch*
i
uno

C X V I I.

Fanciullii con il Tri eh Trach .

D All
1
Ecclelìattica
per motivo di dett’ ofttequio ,
ulanza li Fanciulliammaettrati , non
e pia conlìderazione circa le
Funzioni detta Chielà , ma per trattullo ttogliono netti gior-
ni di Pattìone ulare martelli di legno di varie forti eccitando ro-
,
more fuori, e dentro le Chiette con intollerabile abulò La figu- .

ra qui polla ne rapprelenta uno di etti

CXVIII.
.

o£ 152 &(+

ex vi il
Altro Jimile.
numero fegue nte un’altro, che
E nel
fini (Ira
tofo ,
, mentre con la delira raggira
e ingrato all’orechie
tiene

detto volgarmente Raganella


,
un martello nella
un’ Irtromento rtrepi-

comporto d’un'a Ruota dentata, che mentre fi raggira alza una


lingua di legno , che volendo tornare a! Rio porto percuote il
dente , e cosi fuccelsivamente gl’ altri , onde fi cagiona il ro-
more «

C X I X .

Donna con Fanciullo

D Ue Stromenti fonori , mà meno rtrepitofi , e molto


altri
grati arti Bambini, fono li due efprefsi fotto quello nume-
mero , con li quali le Nutrici logliono raffrenare
il pianto di quelli , con agitarli. Quello tenuto dal Bambino ha
la figura di piccolo Tamburro , e in ambedue le parti è coper-
to di pelle di Agnello, è pieno di piccoli (alletti , onde mentre
viene agitato, fi percuote la pelle, e rende un piacevole tinnito
all’ orecchie fanciulefche , ficcome l’altro, che mortra prendere

dalla Nutrice , il quale è come un globo comporto di vinchi


fottili , in cui fi racchiude un piccolo Sonaglio di metallo, che

al moto della mano rilponde con il Tuono , e cagiona al Pargo-


letto un grato diletto, c ammirazione, mentre non vede donde
il Tuono proceda.
Nè è colà nuova, che con taf arte Ti faccia ceffate il pian-

to, e fi Bambini, mentre fappiamo che a taf effetto


rallegrino li

fi adoperavano dagl’ Antichi il Sidro , c limili Stromenti fono-

ri. Lo dille Marziale nel libr <4 14.

Si
/
Ir^butTriejxto -Àjriccuvo
. . , .

od 153

,57 ^///x plorai ur , collo tìbi Vanitila pendet


Hcsc quatìat tenera garrulafijlra manu .

nelle quali parole notò il P. Juvanci, clic la voce Vcrnula, fi-


gnifica un Bambino nato da una Shiava.
Simili Iftromenti furono da alcuni chiamaci Crumata , co-
me dice Io Sponio a carte 44. ove elpofe una figura di un Gio-
.

vane in atto di battere alcune offa

C X X.
i/ir omento ci Affrìcam

D
1
Agl Iftromenti u faci per traftullo dalli Fanciulli palliamo ad
1
uno , che nell Ifola di Batam fi adopera da quelli Barbari
nelle danze da cflì celebrate Si formano quelle da quantità di
.

Uomini, e Donne ripartiti in'Chori , e mentre alcuni cagiona-


1

no ftrepito divarii fuoni, gl altri faltano , e con varii atteggia-


menti della perfona fi raggirano , formando urli più, Collo prò-
prii di gente invaiati da’ Spiriti , che di perlòne ragionevoli
: come fi chiami il prelente Iftromento qui elpofto , e fi vede
efpreflb nelle Relazioni delti Viaggi , fatti dagl’ Olandefi nelli
Paefi Orientali non fi dice , mà fidamente vi è di elfo la Arguen-
te Definizione
Delìneatio Trìpudìì cum Vlrorum , tum mulierum ad fonitum
alì quorum arundìnum fupra quas lamella calybea pojìta e/l Organi
modo , aut davi cym bali qui bus in canta utuntnr , bracchi a , Ìq pedes
estendendo , totumque corpus contorquendo , more canum , nel che è
1
d’ avvertirfi , che le Canne difpolle in modo d Organo , cioè
degradate con proporzione nella lunghezza , fono di grolsezza
ftraordinaria , e fuperiore a quelle d’ Europa , poiché il diametro
di molte è di mezzo palmo , e fi chiamano Bambù Servono que- .

lle in molti ufi, e per la loro robuftezza lòftengono peli gran-

di nella maniera , che in Italia fervono le fianghe delle Lettiche.

V CXXI.
. e

ib 154 e<*~

C X X I.

IJlromento detto Marimba .

T Rà
del
file in
tutti
Congo
però gl’ Iftromenti ufati nell’ Affrica dalli
ed altri, ed indi tramandati al Regno delBra-
»

America, il più foave è quello chiamato Marimba.


Barbari

Lo defcriffe nella fua Irtoria di quel Regno


Fortunato Ala-
il P.
mandino Capuccino nel libro primo a carte 3 52. come fegue E’ .

comporta la Marimba di quattordici, ò qumdeci Zucchette di-


fporte in confonanza, e ben collegate fra due regoli con la boc-
ca all’ ingiù , turate con lottile corteccia Nella parte opporta era.
.

vi in cìafcuna di effe una Tavoletta di legno , larga circa due 011-


cie,ed un palmo in lunghezza, che percoffa dalle dita del So-
natore , mentre fi alza , e fi abballa forma un’ armonia , che
non difpiace . Alcuni in vece delle dita le percuotono con ba-
rtoncelli..
Quello modo fi nell’Immagine qui efporta d’ un
di/nortra
Brafiliano Moro, inatto di fonare la Marimba, che porta pen-
dente dal collo, è copiofa di Tucchette difpofle come le Canne
dell’Organo; poiché come querto fi compone in Europa, ò con
più, ò con meno Canne, cosi la Marimba nel Brafile.

C X X I I.

ìjlromento Indiano

N curiofo Irtromento è riferito dal P. Merfenne a carte 228.

U dell’edizione Francefe , e cento undici della Latina ,


lènza nome ; che dice effere tifato dagl’ Indiani ,
mi
nè l'pie-
dice egli ) una Canna groffa ,
cra quali Fano. Prendono querti[
all’eftremità di quella uni-
lunga vvota nella parte interiore, e
fondo, le quali , ficcome *
feono due groffe Zucche appcrte nel
anche d oro<
Canna , fi dipingono , ed ornano con arabefehi ,
piroli, li quali tengono
Soprala Canna li dirtribuifeono cinque
CXXJJ Injlmmento Indiano
. .

155 &
Preparato Iftromento fi
/tirate altrettante corde di nervo . tal’

porta (opra la fpalla dagl’ Indiani , li quali con le dita armate


con punte di ferro percuotono con debiti fpazii di tempo le cor-
de, ond^ rimbombali Tuono nelle Zucche, e rende un’armonia,
che molto diletta quella gente .

C XX I I I.

Tri eh Varlach

N ’Ome


èquello, con cui il volgo Napolitano lignifica un’
Iftromento inventato dalla gente popolare. E quello come
è efpreflb nella Tavola preferite mar- , comporto di tré
telli di legno , alquanto incavati nella parte , che fuole pescuo-

tere .Sono quelli inferiti in due traverlè , in modo che quello


di mezzo fiafèmpre immobile, e gl’ altri due lateralmente collo-
cati , e mobilmente inferiti nella Traverfa inferiore, onde pof-
fono dalle mani del PercufTore agitarli, in modo , che arrivino
a percuotere il martello , collocato in mezzo immobilmente Si .

percuote quello con gl’ altri due , con li dovuti fpazii di tem-
po , e con colpi più, ò meno grevi , fecondo che ricercano le
fonate , per P ordinario fatte con altri Stromenti , al Tuono delli
quali fi unifee lo ftrepito delli lòpradetti martelli , alli quali, acciò-
che la Sinfonìa riefea più grata , lbno uniti alcuni Sonagli , dalli
quali fi forma un fuono capricciolò , che le di notte fia udito,
non fi può arguire da qual’ Iftromento fi formi

V 2 CXXIV «
s .

156 g«

c x x 1 y. !

Indiano in ballo.
L Moro qui efpreffo Cittadino dell’ Affrica fi vede in atto di
I ballare, e infieme fonare , ò più tolto fare ffrepito con due
Zucche , raggirandole, e sbattendole invariimodi, e perche fo-
gli 0110 effere piene di Sonagli
, ò pure di breccie, rendono uno
Itrepito piu tolto ingrato , che armoniolo nulladimeno non aven-
,
do quegl’Uomini falvatici cognizione d’ Illromento migliore , ula--
no ciò, che loro fù fuggerito dalla fan tafia.

C X X V.
Donna Brajìlìana in ballo
I dilettano te Donne More , che vivono nel Regno del Bra-
S file di ballare, e accompagnare li getti della perfona
un fuono cagionato da un’ Illromento fatto
con
dalla Natura
,

Crefce nell' Indie Occidentali un frutto detto Ahovai , il quale è


quafi fimile alle Mandole, ed ha una lcorza duriffima ; Della pol-
pa di quello , fogliono li Pacfani lervirfi per uccidere le perfone
odiate , effendo foltanza piena di umore velenofo Delia fcor- .

za ne fabbricano maniglie, e collane infilzate, con cordoni di


bombace ritorta, e le ligano alle braccia , e alle gambe in modo
che fallando, e facendo gelti nel ballo , quelli frutti fi percuo-
tono T un’ l’altro , nel modo che in Italia fi pongono li Sonagli
di metallo alli piedi delli Cavalli , ò deHi Ballarmi , e cosi godo-
no di quel romore cagionato dalle percoffe di tal frutto Fù .

quello efpolto nella Tavola nona da Michele Ruperto Bcslcro


nel fuo Gazofilacio delle colè naturali , ove ne fcriffe come iè-
gue.
FruBus Arbcris Ahovai dieta mirabile , nudai: prafèntif-
fimum efi Venenum , quod indoravi invola in odio coniugali Viri
Uxoribus infenft , centra u xeres viri: indignata propinare non ve*
ventar.
Donna Brasiliana in ballo
I
+>8 15 J
ren tur ; Bxempta modulici fruBus filo Xylino anneBunt , unde ex mu-
tua collìftone notarmi , ac tintinnabulorum injlar fonitum edunt ,
hilarìtatem cruribm , (3 brac-
*

//? faltaùionibus ad majorem animi

chiis te/luram batic fecundam naturalem magnituàinem ddimatam


alligare confuevere .

C X X V I.

l/ir omento fonoro del Madure .

D AI Regno del Brafile , pafsiamo a quello del Madurè in


in altro luogo rammentato , ed ivi offervaremo un qua-
fi Idromento , ufato da quelli Gentili nelle loro
limile
danze compollo non di frutti , mà di Sonagli di metallo ,
formano con quelli quafi una Corona, ò vogliam dire Collana,
e tenendola raccolta in una mano mentre ballano , la gettano
da una mano all’ altra , onde mentre l’un’ l’altro fi percuotono,
rendono una certa armonia grata all’ orecchie di quelli Barbari
affuefatti a tal fuono Si odervi la figura in atto di ballare , e
.

meglio fi concepirà quanto fi è fcritto *

CXXY I I.

Seah ilio degl Antichi. ’

O
L fopra
flrepito, che
, ,
fi

agitato con la
fuole cagionare con fidi-omento detto di
mano
(i foleva anticamente fare con

piede, particolarmente dalli Sonatori nelle Scene


il
,
poi-
ché folto le Scarpe aggiungevano una fola di legno e alcune
,
volte di ferro, e con percuotere il Suolo davano legno a’ So-
,
natori , e ballarmi in quel modo, che ora chi prefiede alla
Mu-
gica fuoì ciarlo con la mano e volgarmente
, fi dice dare la bat-
tuta, ciò debbiamo da Plinio lib. 2. epid. 14. Hoc infittiti clamo -
res commoventnr cum /jfefòchorus Jignum dedit .

P arerc Salma fio , che tali Scarpe di legno fodero det-


1 n^
te dalli Latini Scabella, poiché taf Idromenti erano fottopodial
'
-• piede.
•oé 158 &&
, come li Scabelli alla
piede perfona fedente , c furono anche det-
ti Scabilla . di quelli fece menzione Cicerone
prò Callo Fuglt alì-
.

qtiìs e manibu s delude Scalpella concrepant aulaum tollitur .^E’ pe-


rò gran controverfia fra gl’ Autori , fe debba iatenderlì con
tal
nome f lftromento fopradettto , ò pure un’ lftromento fonato
col fiato , elaminò quella controverfia il Bartolini capo
4. del lib.
3m Tibiis. Ma non fi può dubitare che fi ufaffe , mentre nel-
le Statue, antiche fè ne vede la forma, e tale fi efpole dal
Ru-
benio de re veliiaria, e dal medcfimo Bartolini Tab. 3. fig. 2.

CXXV I I I.

Crotalo del Mendico.

T Ràgflflromenti firepitofi più toflo, che fonori, è una Claf-


fe di quelli detti dalli Latini Crotali , con la qual voce fi
allude alla voce dell’ Uccllo Onocrotalo r rauca e poco
grata . Furono quelli invarii modi compolli,* ma propriamente
fecondo che afferma lo Sponio nella Tavola 43. Crotalum ejl
(irundo fifa e Gufimela fiudlo ut fonct , fi quis ipfam quatìat ma-
vì bus Crotalis utentes femlna Crotalif/rla •vocabantur
. . Si tifavano
taf Illromenti nelle Felle , e giuochi pubblici .Riferirono al-
cuni, che foffero inventati in Sicilia per imitare la voce del Cro-
talo . Ariflofane chiamò Crotalo f Uomo loquace, e importuno.
L’ Imagine qui addotta rapprelenta un Mendico in atto di
battere un legno fpaccato, il di cui llrepito fupplifce alla voce,
con cui cfòrta a fouvenire alla lua povertà . In Italia ordinaria-
mente fi fervono di tal* Iftromento quelli Mendicanti , li quali
chiedono Elemofina per amore di S. Lazzaro per le Chiele a lui
dedicate .

*»***>»**

CXXV1II*
i
>9

CX XIX.
Religìofo jvegliatore .

ufa nella Religione delli Padri

U N’

mare
altra forte di

al Choro
Crotalo

quelli ,
fi

Minori Oifervanti di S. Francefco , per fvegliare, e chia-


quello un legno
che ripofano ; E
fegato per il lungo molte volte , in modo , che battendofi con
! elfo le porte delle Celle, eccita ftrepito, e fveglia chi dorme.
Taf ufo non è nuovo nelle Religioni , poiché il P. Martellile de
i antiquìi Monachorum Ritibus toni, i li b. i.cap. i. s ove riferifee
.

varii modi , con li quali erano fvegliati li Monaci , acciochè an-


i dalfero al Coro a cantare le lodi a Dio , dice al numero 15.
che molti erano fvegliati ligneo crepìtaculo ^ raà non dice diqua-
:

I le forma folle tal’ Iftromento. Conferma poi la fua narrativa , di-


; cendo: Hìm Leo Imperator in Pancgyrko de S.Joanne Chrifojlo-
mo Hìs adhuc dubitantibui excìtdntur ad Metutìna cantica Ugni
.

pulfibui , noftrì quoque Elnfidienfes Monachi ad fonitum Ugni fur-


reni(Le legcmtur in confuet. Gerrnan. num. 4.
Da tale Rito antico , fenza dubbio è proceduto il collume
I del legno fpaccato , che ferve per {vegliatore alti Religiofi fo-
I
pradetti , ufato come fi dimoftra nell’ imagine qui efpofta , anco
; dalli Padri Capuccini , quando la mattina fono chiamati al Co-
ro.

C X X X.
Capuccino , che prcuote una
Tegola.

A Ltri modi con légni diverfi


naci antichi per dettare dal fonilo quelli
furono

no, acciochè fi radunalfero nel Coro Furono riferiti dal .


ulati
,
dalli
che dormiva-
Mo-

fopradetto Martenne,nè farà difearo ilrifaperli.Solevano (dice egli)


nel
. ,

«K* 1 60

nel luogo fbpracifaco, alcune volte Superiori (Vegliare fatando'


li

romore con , come fi legge nell’ Omilia


la perfona di S. Gio: Cri-
lòftomo 59. al Popolo di Antiochia. Così faceva S. Ausbreberta,
Abadelfa , S. Corbiniano &c. Secondo erano fvegliati da qualche
voce, come fi legge nella Regola di S. Pacomio . Terzo col rumore
di qualche legno battente. Quarto con
le percoflc date con un mar-
tello allePorte, come fi legge nellTdoria Laullaca cap. 104. nella
Vita dell’ Abate Adolio. Excitatono malleo pulfabat Celiai omnium ,
cos congreganead oratoria Lo dello dice Caldano db. 4. Indir,
.

cap. 12. Quinto con il fuono di un Campanello Sedo col fuono .

della Campana Maggiore della Chiefa Settimo con il battimen- .

to delli piedi fatto dal Priore , come fi legge nella Regola del
Monadero Floriacenfe Ottavo con le pere ode d’ una bacchet-
.

ta, e ciò fi riferilce nella regola del Monadero Corbejenfe. Fi-


nalmente alcuni Deputati a (vegliare , chiamavano prima l’Aba-
te, intonando Dopiine labiy rnea aperies , il quale levatofi da let.
to chiamava gl’ altri Monaci , e con efsi andava al Coro.
Inerendo a quede antiche ulànze Monacali , li Religiofi Ca-
puccini, come amantifsind della povertà volontaria, per convocare
i fuoi Alunni alla Menlà , logliono percuotere una Tevola con
un legno nodofò , come dimodra F Imagine qui poda ; udita an-
che quando arrivano al Convento li Foradieri , acciochè alcuni
Deputati pollano efercitare con efsi atti di Religiola Carità , in
follievo delli patimenti fofferti per il viaggio

C X X X I.

Grufici del Cocchieri .

D Alli colpi dati fopra una Tevola


a quelli , che logliono darfi all’ Aria con un lungo
lo ufato nel guidare una Carrozza tirata , ò da
padìamo
di terra cotta
flagel-
quattro
gradui-
,

ò da fei Cavalli, e tal cola fi adopera dalli Fanciulli per


nell Aria
lo , e per udire il rumore che con edo fi cagiona
.

non
Non perciò fi deve dimare Idromcnto Fanciullelco , mentre ta c
credibile quanti fpiriti ecciti in tali Bedie , onde
però a
è (

le
fine fi adopera, non per percuoterle. Ebbe quedo l’origine,
•*>é i 6t

i
non prima almeno nel tempo in cui Romolo fabbricò Roma,
,
a (regnatogli dal Rò Tarquinio,
e il Circo Malfimo nel luogo
come ri feri fce il Panvino de Circo lib. i. cap. 9. mentre in elfo
i
fi correva con Carrette tirate , ò
da due Cavalli, come inventò
Criftene Sicione, qui prima s bino: equo: j agavi , cofquc tjìnguto
i ex uiyaque parte viti culo applicati , difte Plinio lib. 7. cap. 58. ò
I
pure da quattro, come raccontò il medefimo Plinio, aggiunti da
Eriftonio Rè di Atene , rammentato da Virgilio nel terzo ‘della
l Georgica
.

Prima: ErPilonia: carrai , quàtuor a afa:


'fungere equo : , rapidifque roti: injiffere vi Boy ,

E poi Romolo fece vedere quefto accompagnamento in Roma


ì
come Tertulliano citato
difTe dal Panvino nel capo nono de
Circo; onde poi fi correva da molti , anche Imperatori, riferiti
dal medefimo Panvino nel capo 1 2. e perche ciafcuno procura-
va di vincere , e riportare le acclamazioni delli Spettatori , fi.
ufava taf Iftromento, con percuotere li Cavalli nei Corfo . ‘Ciò
fh accennato da Virgilio , ove Icriffelib. 3. Georg, verfi 103*

Nonne dìde: , cum precìpiti cert amine campam


Corripuere , ruuntque carni: cjfufì carcere
Cum fpe: arreBa javenam exultantìaque haurit
Corda pauor palfam , illi ìnflant gerbere torto ,
Et proni dant fora , volai vi fervi da: ani:

O pure comv uinv «vi iiL-ivy quinto dell’ Eneidi verfi 144.

Non tam precipite: lyugo ccrtamine campam


Corripuere , ruuntque effufi carcere curras ,
Nec fc immijfi: auriga andantia lora
Concafere jugis , pronique in verber a pendent

Ne folamcnte fu adoperatala frufta per percuotere li Cavalli, mà


anco per animarli al corfo con il folo romore di e(fa , eccitato
nell’ Aria . E quefto effetto fù accennato dallo ftefto Virgilio nel
quinto dell’ Eneide al verfo 577. ove deferifte il comtnandamento
X fatto
. s

4>£ \(ì2
iatfo da Enea ad Epitide Ajo di Afcanio Tuo figliuolo
, «feioclJ
celebrale con altri PanciulU un Torneo a Cavallo
in onore di f.m
®
Padre Anchifè defonto A ~

Vaàe ago , Afcanio fi jam puerile parhtum


men bah et fecum , curfufque inPfruxit cquorum
Ducat Avo tur mas , fife oHendat in armis ..

Onde a tale commandamento .

i oflquam omnes fum oculofque fuorunt


lati conce
Lujìravere in eqtus fignum clamore vocali
Epitides longe dedìt finjonuitquo flagello.

Per qual ragione poi da tali colpi , e fchioppi cagionati nelf Aria
Piano animati li Cavalli al corfo , non è fi fa cile a dirli , ficco-
mc per qual cagione Piano per il. Tuono della Tromba eccitaci
li Soldati alla Battaglia..

C X X X I I.

‘Sonagli adoperati nelle Chiefè.

A Lli fòpradètti Iftromenti fè ne


può aggiungere un’ altro, il-
quale doveva edere numerato con li Sonagli , ò piccoli
Campanelli E quelt^) l’nmpnftn H* una Ruota, nella- di
.

cui circonferenza fono molti Sonagli , ò piccoli Campanelli , la


quale in alcune Chiefe fi fuole ufare , quando fi inoltra al Po-
polo nel Sagrifizio della Melfa il Santillìmo Sacramento. 11 det-
to Idromento è appclò al muro della Chiefà , e fi Tuona dal Chie-
rico fervente , girandoli con una cordicella appefa fuori del ceti.-
tro della Ruota quel modo , che fi gira col piede la Ruo-
in
ta, che ferve per dare il taglio alli ferri dalli Rotatori, onde
fi cagiona una grata armonia

In Roma fi ulà principalmente dalli Rcligiofi Minimi l'inHI


cefi j e dalli Fraucelcani Scalzi I berne fi .

CXXXIIE
•>è 1
g

GXXXIIL
Cucchiare di legno

Stromento ftrepitofo ufèto in Campagna dalli Villani partU


I colarmente in tempo delle vendemmie Prendono quelli tré .

Cucchiari di legno, due delli quali uniti fi fòflengono <^o n


la mano fmiftra, e con la delira armata del terzo Cucchiaro, li
percuotono con intervallo di tempo , e con percolle più ò /ne-
llo gagliarde, onde fi eccita unoftrepito , benché pocoTònoro,
grato però alla gente rozza , che non sà ufare altro Tuono, per
accompagnare il canto ulàto in detto tempo -

GXXX I V.

Timballi Perjlani.

Al Topracitato Kemfero fi riferi Tee , che nella Perfia oltre


I J
li Timpani di fopra citati, fi ulano due piccoli Timballi
di metallo coperti di pelle bovina , e fi percuotono teneri- -

dofi appefi alla Cintura , con regola di colpi , onde rendono


piacevole armonia. Sono detti Tamburri del Falcone , poiché
con il Tuono di ehi Togliono richiamare nella Caccia li Sparvie-
I ri ,
dopo che hanno Tatta la preda degl’ Uccelli , al pugno del
Cacciatore, in quella guiTa

, che in Europa fi opera con il Fi-
- '

!
Echio.

X 3 CXXXY
+>£ 164

C X X X V.

Spada percoffa
L Soldato qui efpreflb znoftra percuotere con le dita del-
di,

I la mano
e perche
delira una Spada sfoderata, fortenuta dalla finiflra,
non riceva nocumento dai taglio di erta le tiene
armate con punte di ferro, fatte, a guifa di ditali in effe, inferi-
ti Il Tuono, fè fi eccita con percorte date con regola
.
, e inter-
vallo di tempo debito, piace multo all’ orecchio Benché fi fia .

efpreffo un Soldato armato, è però da faperfi , che in. Napoli fi


ufa tal’Irtromento per le ftrade dalla gente del volgo particolar-
,
mente in tempo di notte, in cui maggiormente fi ode l’ armonia-,

cxxxvi.
Wfomento Cinefe .. ,

N Ella relazione dell! Tuoi Viaggi Gio.


Francelco Gemelli,
efpone un’ Ilìromento fonoro , con il Tuono del quale li
Cinefi accompagnano lo ftrepito delli.Tamburri nel cor-
teggio di quel Rè, quando Tifa vedere in pubblico E queho .

formato d’alcunnC: laminette di metallo , che percoffe.a. tempo,


rendono una grata finfonìa..
Con tutte le Topradette elprertioni di Sonatori 5 avendo. or-
.

nate le Mura del Gabinetto armonico , celiai di farne altra mag-


gior ricerca , onde finifeo la Relazione , aggiungendo fellamen-
te la narrativa degl Irtromenti Muficali , con cui concitile nel
capo ultimo la Delcrizione delMufeo Settaliano il Dottore Pao-
lo Maria Terzago, e riferì tutti quelli, che ivi li trovavano in-
ventati in gran parte , e comporti dal Sig. Manfredo, onde così
fcrirte. Sono nel primo Gabinetto quattro Sordellinc , che con
le Canne rivolte d’ Avorio a Torma di Rofa , con quaranta.
talli,

come verghe , e quelU di argento lòpradorato , e dall'uno con


tclte
TTTT

c xxxvi Ii~ifb^uniento Cinese


1 65
-

pC*

tede di Leoni , altre eoa le Canne di Ebano, altre di Bubbalo,


e limili fatte da detto Signore Per fonare quelle , tiene lotto il
.

braccio deliro un’ Ocre coperto- di Velluto nero trinato d’ oro , e


fotto il braccio finidro un piccolo Mantice ricamato d’argento ,
onde alzando uno , e deprimendo 1’ altro braccio , dà il Tuono al-
le Canne di effe Sordelline , e ritrovando con la lòmmità delle
dita,e con direni ità di quelle, e con varie parti del palmo delle
l’

mani in un medefimo tempo molti di quelli talli, ò verghe d’ ar-


gento -con moto , e proporzione tale che rendono all’ orecchio
armonìa Angolare, -e concerto , arri-
-fuor dell’ ùfitato delicato
vando fin allaquarta aita finfonìa, molto grata. La fèlla, ed ul-
tima è perfettiffi ma ha quattro Canne cariche di 56.. talli, la quar-
ta delle quali Canne, quale, fà la feconda ottava, fù invenzio-
ne particolare del 'Signor Manfredo , il quale trovò maniera di
dare con effa un non sò che d’ armonìa inefplicabile allo Stro-
mento della' Sofdèllina, con. che pare non polfi ricevere maggior
perfezione. 1

Seguita occhio a vedere altra varietà d’ Idro-menti Muli-


l’

cali curiofi, cioè due Ciarammelle all’ulànza di Napoli , quali lì


iuonano parimenti con Mantici..
Altre due alla Puglielè col contrabaffo alla finidra, il Sopra-
no alla delira, ed altra di mezzo a terza-, quarta, e quinta pa-
rimente con Mantice.
Due Biflauti con ottava , e terza .
Un Biflautino , ò Fiafoletto con ottava .

Tre altri Flauti in uno fà F ottava balia , e 1’ altro fa la


•quinta, e terza, Iftromento dravagante, invenzione , e fattura
del Signor Manfredo.
Òtto Flauti grandi affai a concerto, lavoro celebre del Gradì.
Quattordici altri Flauti grandi a concerto con fua caffa pu-
re lavorata da Artefice pregiatifsimo .

Altri dieci Flauti a concerto , parimente con fua caffa con


la quarta più bada.
Un concerto Conila di Flauti, opera del Signor Manfredo,
che in tutto volle di sè far prova.
Alcuni Fialòletti alla Francelè doppj di quarta alta.
Una Zampogna , ò armonìa di Flauti didimi a cinque Can-
ne di buffo, tutti di Tuono diverfo capricciofiffmc, quali han-
X 3 no
. . s

1 66
no la regola principale in 4. in 5. in
3. ed 8., opera del medefi-
mo Signore
Un’altra Zampogna ò armonìa di otto Canne che li riti-
,.
v
ni (cono in una fola più grande a bailo, continuo
proporzionata
mirabilmente ».

Un concerto di dieci Muiìcali. Còrnamufe con il' tenore, e


Soprano, che tutte unite ufano in Francia, con quali fi forma
un’ armoniofò concerto..
Un gran Serpentone alto due braccia , e nell’ eflremità
largo quafi un palmo, quale forma un ballo tanto rimbomban-
te , che pare dia moto alle, mura della Stanza
Tré Cornetti, frà quali uno d’ Avorio d’ ogni foavità..
Quattro Concerti di Traverfe,,ò vogliam dire Piferi all’In-
glefe , uno de’ quali è di Corida, un’altro di legno Indiano li- •

ccio, e odorofo con i bafsF /pezzati , ed armati di lama d’ar-


gento, il terzo con tutte, le parti fpezzate di voci con tuono più
r
baffo, l ultimo è di voce più alta .. Tutti mano del Crafsi, Ar-
tefice iniìgne
Vedefi un’altra di mano del Signor Manfredo a contrabafsi,
e contrabattitori in buffo.
Tré Fagotti, ò vogliam dire Dùlcine uno Còrida , l’altro
di quarta alta , e 1’ ultimo di quarta baffa molto dolci..
Un concerto di Pifari,.cioè due Soprani ,. due Tenori un baffo,
gl’ altri vanno declinando finoal mezzo, Picchè formano una pi-
ramide, e dando elsi baffoni legati frà sé con poca di danza bat-
tuti con un martelletto di legno ,. rendono tal confbnanza , qual
rende molto gudo all’orecchio .-

Un Cembalo all’Africana carico circolarmente di Rotelle a


due a due di ottone , e di Sonagli d’argento ,. che girato , e
battuto con la mano rifona un non sù che di allegro .

Altri Idromenti più udtati fi tralafciano per non dancarc.


il Lettore .

Sin qui il Terzago concludendo cen le parole di Orazio .


Segnius irritane animos demifa- per aures> quìim qua; funt acuii
fubjeBa fideli bus , mentre che non poffono piacere ugualmente gl’
Idromenti Medicali riferiti con là narrativa , come rendono appaga-
to F orecchio , animati con il dato, e con Iamano.

L A U S D E O.
INDICE
DELLE MATERIE»
Canto perche ulato nelli Fune-
A rali. 32
Ecclcfiaftwo qual debba elfere

A Ccordo
fia.
Strmento
qual
IO
Api, perche ubidirono al fuo-
Impugnato
Da chi introdotto
dagl’ Eretici
.
.

42.
37

n o.. i?5 Cantori del Tempio . 13


Armonia caufata dalli Martelli Carroccio, che lignifichi .. 141.
d’un Fabro» i Cetera .
93
Arpa delcrirta . 7 Da chi inventata ..
93
Automati diverfi * 2„ e feg. Di qual forma folle 1 ’
antica. 94.
Ufata nelli Conviti 9
B Collocata nei Tempio Ì
.
9
Tedetea.. 96Ì
Bacioccolo Iflromento di le- Se ufata in Cielo». 95
gno* 151 Caftagnole »- 1 29
Brafiliana in ballo 156 Cembalo anticho.- 124
Buccina Marina 59 Altri diverfi 164. e 125
Degl’ Armeni 127
C Che Cigni fichi 89
Armato di corde da chi 90
Campanello alCoIlo delReo. 1 Verticale 90
3 9
Ufato in diverte Funzioni. 138 Cieala fupplifce ad una corda
Ufato dal Clero 40 della Cetera
..
1 96
Campana di forma diceria. 138 Chitarra Spagnuola » 96
Imitata con verga di metallo. Chitarrino
43 1 IOO
Grande da chi inventata 142 . Ciclopi vedi Fucina.
Delli Greci quale .. Ciufoli paftorali.
145 65 85
Gàmpanaccio del Villano .. 144.- Clarone 68
Proibito nelle Lauree Dottora- Colafcione IOO
11 •
'44 Comedie col canto 23
Con-
Conviti ferviti daTajiciullì. 28 Fucina di Vulcano fcuopre la
Celebrati col canto . 25 Mufica . 1

Corno Bovino ferve di Trom- Funerali celebrati col fuono. 28


ba . 52 Con quali Iftromenti. 30
Nella Caccia. 56 5$ Fruita del Cocchiere . 161
Delli Turchi. 57
Raddoppiato. 58 G
Di Aleifandro quale , 84
Cofti tifano legni in luogo di Gabinetto armonico deferitto. 1
Campane . 147 Giuochi celebrati con Mufi-
Crotalo del Mendico, 158 ca . 122
Altro. 125 Guerre col fuono , 3 7
Degl’ Armeni 127
.

Cuchiari di legno 165 »

I
D
Iftromenti perle Api. 134
David Profeta promotore del Delle Vendemmie . 121
fuono . 22 Affricano. 128. 153. 154. 156
Duillio celebra trionfo ogni Altro diverto » I24
d\.
22 Fanciullefco. 132
Sonoro per la tenfione. 88
F Difficile a deferiverfi . 9
Degl'Ebrei difficili a riconofcer-
fi. io. 14
Fagotto, e mezzo fagotto . 69
Fanciullo fi diletta delluono.i 52 Degl’Ebrei quali follerò. 1

Fifchi diverfi . 72
Adoperati da Salomone 12 .

Flauto tifato nelli Funerali . 3


1 Sonori, e loro divisone 15 .

Se convengano nel canto Eccle-


Perche bucato. bo
61 fiaftico . 4°
Sua origine favolofi .

61 Riprovati da alcuni . 41
Se debba edere ufato.
62 Proibiti da S. Atanafio . 43
Efpreflb in marmi antichi .

Iftromenti del Madtirè . 157


Doppio . 63
in
Nella Galleria del Sig. Sctala
Da chi inventato. 6$
l6 5
Traverfier quale 64 .
Milano.
D. Florido Ubaldi infigne nel
fuono del Salterio 107 .
+x2 1 69

L O
Legno in luogo diCampanaù-45 Oboè,che fia 67
Delli Cofti.. 147* Organo di Campane è. *43
Nella Chiefa latina ^ 148 Se fia antico» 67
Lira di Apollo quale .
97 Supera tutti gl’ Iflromenti. 79
Tedefeac 107 Mirabile in Cafa delli Signori
Lituo ufato in guerra . 3 5 Verofpi 80
Defcritto . 54 Portatile .. 8x
Elpreffo nella Colonna Traja- Da chi introdotto nella C’nie-
»*-• 55, fa ». A4
Tt
P
M
Pandora fpiegata. 96
Mandola Piva , e fua fabbrica .
n
Marimba* 154 Pompa delli Funerali riforma-
Matracca . 1 50 1
3 °
Monocordo»" 1.03
Mufferà. 85
Mufe defcritfe, 6
Scolpite da 3 . Artefici . 6 Quagliere » '
72
Mudca conofciuta nella Fucina
di Vulcano . 1 S
Inventata per lodare Dio., 5.7.
Grata a tutte le Nazioni 16 con Mufica
Sacrifitii 17
Nelli Giuochi. 22 E perche 20
Nelli Conviti . Salterio Turchefco
25 104
Nelli Funerali . 26 Diverfo 106
In elfi conviene più che nelli Perdano. 1 1
Conviti.. A7 Sinfonìa nella mole adrìana. 50
Scabello 157
N Scialumò 53
Spinetta 9 1

Naccare delli Turchi. 135 Spada pendere


Navigazione fatta col fuono. 74 Svegliatore *59
Nenia , che figuifichi 28 . Suono diletta li BambinT. *52
Di Batàm . 3 36
11 5

F' ito con la Brocca . 86 Ufata in Egitto ,


50
Coi Pettine. 86 Curva delcritta
. 51
Che fia . 4 Ebrea di qual materia . 51
Nelli Trionfii . 20 Antica fpiegata . 53
Nella Navigazione . 24 Perfiana . 53
In Guerra. 31 DeiMadurè. . 55
Con quali Iftromenti . 34
* Ciuefe . 57
Fatto da un’ Angelo diletta S. Marina fonata con la voce. 82
Francefco 44
.
Altra fonata con FArco. 1
03
Suonatori Deputati per li Sacri- Scia antica. 82
fitii . 1
9 Da chi inventata. 83
Sonagli nelle Chiefe . 1
63 Trombetta di canna . 85
Spada percoffa . 164 Di Zucca. 86
DelGiudiciouniverfalequale.87
T ^Jrich Variach 155 .

Tavola battuta dal Rcligio-

Tamburro militare. * 1 fo . 159


Turchefco. 112 V
Affocano. ll 7

Diverfo .
,lI 7 Verga di metallo imita le Cam-
Perfiano .
1 ^ pane . 1 45
Cinefè .
1
9
Violino, 109
Lapponico. 120 Turchefco.' no
116 Perfiano. ***
Timballi.
*54 Viola. [*I0J
Timballi Perfiani .

Di Amore. **0
Tiorba. 91
**9 Violone *0i
Tubo Timpanite .
.

Tromba ordinata da Dio.


45
Di qual forma 4^ .
X
Antica Romana 47 .

Xilorgano. *33
Perche riculata da Minerva. 47
Efprefla nel Campidoglio. 4^
Coni- Z
Con effa fi convocava il
glio . 4^
Zampogno divcrfe . 7*
Doppia . 49
Spezzata . 49
Da chi inventata 49 .
Pag. ERRORI.! CORREZIONI
3 ftonare Tuonare
iu operi bus in operibus
5
5 in A[depio in Afclepio

5 modelationum modulationum
6 fed Sielon Ted Sicion
1 fere Terre x
iufìa juxtà
*4 Trieordum Trieordum
1 nodulum modulum
*9 Sarifti Sacrifitii
carcere carcere
23 cauta cavea
37 bymos hymnos
28 'ini co de vita edonejla- & onerate
43 mutrivifet (je nutrivi (Ter
43 intifonarum antiphonarum
63 fremunt
eflifque Trcmu nt
63 rurby ruunt Turba ruit
63 fluid furor Anzuipe- Quis Tu ror Angui
63 ani heus re Pentheus
(
94 ordis eh ordis
95 erutti nervis
95 he a Corebbo che Corebbo
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