Tempo Immaginario
Tempo Immaginario
Tempo Immaginario
Abstract
La Natura sembra operare non solo nel tempo reale, che tutti ben
conosciamo, ma anche in un tempo immaginario. Il termine immaginario si
riferisce al concetto matematico (formulato per la prima volta sul finire del
XVI secolo) di numero immaginario, ovvero di radice quadrata di un numero
negativo. Dunque non esiste solo il tempo reale, che be conosciamo: è nel
tempo immaginario, dove scompare la distinzione fra passato, presente e
futuro, che la Natura orchestra i fenomeni quantistici più sottili.
Occorre ricordare che nessuna legge della Fisica ci dice che il tempo deve per
forza muoversi secondo una direzione che va dal passato, attraverso il
presente, verso il futuro.
In effetti, ogni giorno noi sperimentiamo la crescita del disordine solo perché
ci sono più configurazioni disordinate che ordinate… e noi siamo portati ad
associare, a tale crescita naturale di disordine percepito, la freccia del tempo
(ovvero un aumento di entropia). Abbiamo in sintesi una visione
approssimata della realtà macroscopica
Forse, per capire la vera natura del «tempo» dobbiamo allora guardarci
dentro, non basta solo «misurarlo» dal di fuori, osservando la Natura. Nei
dialoghi tra D. Bohn e J. Krishnamurti, il fisico D. Bohm ha espresso bene
questo concetto dicendo “Studiammo la natura dello spazio, del tempo
e dell’universo in rapporto alla natura esterna e in rapporto alla mente”.
Qui si apre tuttavia una più riflessione. In Natura esiste una legge secondo la
quale i fenomeni si svolgono sempre in modo da render minima una certa
grandezza nota come «quantità di azione» (dimensionalmente è un’energia
moltiplicata per un tempo). È il cosiddetto Principio di Minima Azione, una
generalizzazione del Principio di Fermat (1763): un raggio di luce sceglie
sempre il percorso che ha un tempo di percorrenza minimo (non
necessariamente il più corto!).
L’integrale dei cammini ci dice che in uno stesso istante reale potrebbero
essere codificate “le fasi di tutte le storie” passate, lungo un asse temporale
immaginario. Non stiamo ovviamente parlano di “cronovisori, o macchine del
tempo” ma della possibilità concreta di rivelare le tracce (bosoni di Nambu
Goldstone) lasciate da eventi passati. La Teoria Quantistica dei Campi non
esclude questa possibilità. Questi stessi concetti li ritroviamo anche nella
teoria del cervello dissipativo sviluppata da Ricciardi ed Umezawa [3],
secondo la quale, grazie alla natura di questi bosoni, il complesso cervello-
mente è in grado di scambiare, elaborare e memorizzare una quantità di
informazione praticamente infinita.
La seguente figura riporta il confronto tra due fotografie riprese con la
fotocamera FUTURA (4), basata su un’avanzata tecnologia di Multi Spectral
Imaging (MSI) UV che rivela le fasi. Le due immagini, colte nello stesso
istante con la stessa inquadratura, mostrano tuttavia due realtà diverse: una
delle due sembra ritrarre la realtà in un’altra dimensione temporale.
Nella fotografia a sinistra (scattata nella banda EUV) con posa diurna di 10
secondi su cavalletto è emersa, infatti, una forma, invisibile ad occhio nudo
nella fotografia di destra. Secondo degli esperti, sembrerebbe trattarsi di un
aereo Piper da ricognizione della II Guerra Mondiale.
Conclusioni
Dalla pubblicazione della teoria della Relatività Speciale nel 1905 ad oggi, i
concetti di spazio e tempo sono cambiati radicalmente. Non solo perdono la
loro connotazione assoluta, ma diventano relativi ed elastici per fondersi in
un unico tessuto quadridimensionale.
La rivoluzione quantistica scopre inoltre una nuova possibile dimensione
temporale, dove scompare la distinzione fra passato, presente e futuro, e dove
la Natura orchestra i fenomeni quantistici più sottili.
[1] Soares, S., Atallah, B. V., & Paton, J. J. (2016). Midbrain dopamine
neurons control judgment of time. Science, 354(6317), 1273-1277.
https://science.sciencemag.org/content/354/6317/1273 ;
[2] https://howlingpixel.com/i-it/Rotazione_di_Wick ;
[3] H. Umezawa, Advanced field theory: micro, macro and thermal concepts.
New York: American Institute of Physics, New York; 1993 ;
[5] http://www.pravdareport.com/society/6421-ghost/ ;