Artisti A Cammarata 1400-1798 Ok
Artisti A Cammarata 1400-1798 Ok
Artisti A Cammarata 1400-1798 Ok
2. D’ASARO PIETRO
3. FERRARO GIUSEPPE
5. GAGINI ANTONELLO
6. GERARDI GERONIMO
7. LA BELLA ANTONIO
8. LAPIS MICHELE
9. LO CASCIO MARCO
Durante il laboratorio didattico del progetto “Il giardino ritrovato” ci siamo resi
conto che nei secoli di vita del monastero dell’Annunziata sono state realizzate
tante opere d’arte di pregio a Cammarata, grazie soprattutto a committenti
illuminati, ma soltanto alcune sono firmate e datate o esistono comunque dei
documenti che testimoniano l'attività del loro autore.
Molte opere realizzate tra il XV e il XVIII secolo sono andate disperse ( basti pensare
a tutti gli arredi del Castello andati all’asta nel 1524, alle opere perse durante
l’incendio della Chiesa Madre nel 1624 o a quelle sostituite durante la
ristrutturazione della Chiesa dell’Annunziata quando le monache si trasferirono nel
Monastero di Santa Domenica) e di altre opere pregevoli non conosciamo nè autore
nè datazione, per cui non le troverete nell’elenco seguente.
Un sentito ringraziamento va al sig. Enzo Li Gregni che nel periodo di impossibilità ad uscire per
fare le foto necessarie a completare questo lavoro per il Coronavirus, ci ha fornito con estrema
cortesia foto e informazioni.
Santissima Trinità nella visione di San Paolo 1595 (Chiesa Madre di Cammarata)
E’ uno degli artisti più importanti tra quelli che hanno lavorato nel nostro paese nel Seicento e la
sua tela “Sant’Anna e San Gioacchino” del 1626 è probabilmente l’opera d’Arte più pregiata che
conserviamo a Cammarata. Fu realizzata anche questa su commissione della famiglia Branciforti,
molto devota a San’Anna a cui fece dedicare l’altare in Chiesa Madre e che contribuì alla
riedificazione dell’edificio sacro dopo l’incendio del 1624.
Pietro D’Asaro era originario di Racalmuto, un paese in provincia di Agrigento, ma visse anche a
Palermo, a Roma e a Genova per poi fare ritorno al paese natio; si firmava “il monocolo di
Racalmuto” perché era cieco da un occhio.
Questo bravo artista è stato rivalutato solo a partire dal 1984, da quando Leonardo Sciascia
contribuì all’allestimento della prima grande mostra a lui dedicata nella Chiesa Madre di
Racalmuto. Padre De Gregorio riporta di aver visitato questa mostra e di aver, giustamente,
riscontrato delle analogie tra “Sant’Anna” di Cammarata e la “Sacra Famiglia” lì esposta. Nel 2017
gli è stata dedicata una giornata di Studi a Racalmuto.
Diverse sue opere sono alla Galleria Regionale di Palazzo Abatellis a Palermo e al Palazzo Alliata
Villafranca a Piazza Bologni a Palermo, oltre che in numerose chiese siciliane.
Sicuramente eccelleva nella rappresentazioni di nature morte.
https://it.wikipedia.org/wiki/Pietro_D%27Asaro
http://www.treccani.it/enciclopedia/pietro-d-asaro_%28Dizionario-Biografico%29/
Questo scultore di Castelvetrano (TP) ha firmato nel 1612 la base della statuetta della Madonna della Scala
che in origine era conservata nella scomparsa Chiesa della Scalilla, e che oggi è presso la Chiesa Madre.
Di questo pittore, frate cappuccino originario di San Biagio Platani, che che ha lavorato anche a
Palermo e a Roma, abbiamo incontrato una importante opera nel nostro percorso: il quadrone
che si trova sull’altare maggiore della Chiesa Madre, dedicato alla Trinità con i Santi Patroni ( in
basso infatti San Nicola e Santa Rosalia). Suoi sono anche un altro quadro dedicato a nella Chiesa
Madre di Cammarata e quello sull'altare maggiore della Chiesa del Convento dei Cappuccini a San
Giovanni Gemini
Per quanto riguarda l'Annunciazione, all’interno della Chiesa dell'Annunziata la sua attribuzione è
dubbia (da alcuni studiosi è attribuita a Vito D’Anna) sappiamo che fino al 1882 era collocata
sull’altare principale della chiesa.
L. e V. PELLITTERI “Padre Fedele da San Biagio poeta della parola e del pennello”, Agrigento 1998
http://www.treccani.it/enciclopedia/fedele-da-san-biagio_(Dizionario-Biografico)/
https://it.wikipedia.org/wiki/Fedele_Tirrito
Ad Antonello Gagini, o almeno alla sua scuola, è attribuita questa statua in marmo bianco della
“Madonna della neve”, conservata nella Chiesa di Santa Maria di Cacciapensieri.
Il particolare della base scolpita con la Natività e i Santi Francesco d’Assisi e Antonio da Padova è
effettivamente ricorrente in diverse opere della stessa officina.
Non sarà una delle opere più felici del maestro ma è comunque una bellissima testimonianza con
cinquecento anni di Storia: essendo più antica della Chiesa, probabilmente proviene dalla precedente
Chiesa dedicata a Santa Maria, che si trovava più spostata verso l'attuale via Venezia.
Di Antonello Gagini si conservano splendide opere anche alla Galleria Regionale di Palazzo Abatellis a
Palermo.
https://it.wikipedia.org/wiki/Antonello_Gagini
https://www.ecodisicilia.com/2013/04/25/la-scultura-di-antonello-gagini/
Questo autore fiammingo, entrato in contatto con Rubens e van Dyck, dal 1620 lavorò in Sicilia
specialmente a Palermo e a Trapani, dove fu console fiammingo dal 1631 e dove morì nel 1648.
Il suo nome è stato chiaramente tradotto in Italiano: il suo nome originale dovrebbe essere stato
Hyeronimus Gerards o secondo alcuni Guilliam Walsgart.
Il Museo Pepoli di Trapani conserva la serie di ritratti dei Dodici Apostoli; altre sue opere sono in
Chiese di Palermo
L'opera di Gerardi d che si trova nella Chiesa di San Sabastiano a Cammarata, “Sacrificio di
Cristo ed anime purganti” del quarto decennio del 1600, ha una bella cornice barocca in stucco,
realizzata qualche decennio dopo dallo stuccatore Pietro Puzzo. La chiesa fu restaurata con l’aiuto
economico di Francesco Branciforti del 1633, come risulta dalla epigrafe su portale d’ingresso alla
Chiesa e dai suoi stemmi nobiliari a sinistra e a destra di essa.
https://www.beweb.chiesacattolica.it/benistorici/bene/4354346/Gerardi+G.+sec.+XVII%2C+Sacrific
io+di+Cristo+ed+anime+purganti#da=1&limite=10&ordine=rilevanza&action=CERCA&o=&frase=g
eronimo+gerardi+&locale=it
http://www1.unipa.it/tecla/rivista/5_rivista_scuderi.php
http://cattedrale.palermo.it/santarosalia/wp-content/uploads/2019/05/2017rosaliaschedagera
rdi.pdf
Antonio La Bella, San Vincenzo Ferreri, XVIII sec., Chiesa di San Domenico, Cammarata
“Misterioso e geniale scultore cammaratese, studiò a Roma, lavorò nel paese natale, da dove si
allontanò per non aver realizzato secondo i suoi intenti la statua del Cristo risorto, ispirato alla
statua di Michelangelo che raffigura il medesimo soggetto della basilica romana di Santa Maria
sopra Minerva. Si trasferì, quindi, a Napoli, dove morì forse alla fine del Settecento. A Cammarata
rimangono, oltre il Cristo risorto e il San Vincenzo, anche l’urna del sepolcro con l’agnello sgozzato
sul coperchio alla Matrice, il Crocifisso di sant’Antonio e il Bambino a San Domenico, il San
Giuseppe di San Vito, proveniente da Sant’Agostino. Alla Matrice di San Giovanni è opera sua la
statua di san Francesco di Paola.
Di questo autore non siamo riusciti a trovare al momento notizie biografiche; egli ha firmato e
datato un quadro custodito nella Chiesa Madre di Cammarata, che per il nostro progetto è di
grande importanza. la tela è dedicata ai santi fondatori dell’Ordine dei Gesuiti, Sant’Ignazio di
Loyola e San Francesco Saverio, e ricalca uno schema iconografico ricorrente in opere del Seicento:
infatti i due santi sono in piedi al centro dell’opera, sovrastati dalla Madonna e sullo sfondo c’è un
paesaggio. ma è proprio questo paesaggio che ci ha interessato, perchè è un raro spaccato di
come doveva essere Cammarata nel 1626. Vi si riconoscono il Castello, con le due torri orientali
integre, più in basso la Chiesa Madre, in una versione evidentemente intermedia tra quella
precedente all’incendio del 1624 e quella odierna, situata all’interno in uno spiazzo erboso
recintato con un muro. Ma è in basso a destra che si conserva un particolare per noi prezioso,
ossia una ‘immagine’ del giardino e forse del Monastero dell’Annunziata. Più in basso poi
compaiono lo stemma di Cammarata, nella sua versione più antica oggi disponibile dato che la
statua davanti la Chiesa di san Sebastiano e quello nella vecchia Chiesa madre non esistono più, e
lo stemma con il leone rampante della famiglia Branciforti, committente.
Michele Lapis, Madonna con San’Ignazio di Loyola e San Francesco Saverio, 1662,
Particolare con il panorama di Cammarata e gli stemmi. A destra la firma del pittore
La pala dell’altare è del secolo XVI e raffigura la Madonna venerata a Montserrat in Catalogna in
un santuario posto su una montagna, le cui cime appaiono intervallate da scoscesi strapiombi, per
cui si narra che furono segate dagli angeli.Esso è il quadro più antico conservato nella chiesa di San
Domenico e fu certamente dipinto nel secolo XVI, dato che al centro presenta uno stemma che
“ I due santi in primo piano, san Domenico e santa Caterina d’Alessandria, possano tramandare le
sembianze di fr. Antonino Abatellis e della sorella Margherita, contessa di Cammarata. Per la precisione dei
particolari, quasi miniature, esso è accostabile al quadro di san Placido, conservato a San Vito, firmato dal
pittore cammaratese Francesco Lo Presti e datato 1597, ma questo è certamente anteriore e forse opera di
un altro pittore cammaratese della famiglia Lo Presti”
Lo Presti F., San Placido, 1597 , Chiesa di San Vito Martire a Cammarata
“Il giardino ritrovato”
Progetto didattico dell’ I.C. “Giovanni XXIII” Cammarata (AG)
22
Sullo sfondo la città di Bari, di cui il Santo è originario
“Il quadro raffigura la Madonna del Rosario, incorniciata da una mandorla di angeli, con san
Domenico, san Tommaso d’Aquino, sant’Agata e santa Lucia. In alto e lateralmente quindici tondi
rappresentano i quindici misteri del rosario, mentre al centro in basso un’aggiunta posteriore
raffigura le anime del purgatorio. Il soggetto si richiama a simili opere presenti in molte chiese
siciliane, non solo domenicane”
Il quadro è firmato e datato e fu dipinto nel 1628 dal pittore cammaratese Vincenzo Lo Presti, figlio di
Francesco. Esso assieme alla sua cornice non è stato mai restaurato.
Questo scultore toscano si spostò in cerca di committenti nel sud Italia, giungendo sino in Sicilia,
dove eseguì diversi lavori in varie zone dell’isola. A Cammarata, in particolare, si conserva una
grande scultura in alabastro, nella Chiesa Madre.
Vi compaiono: Dio Padre benedicente; Natività di Gesù Bambino; Angelo; Cherubino; Gesù Cristo
crocifisso; San Pietro apostolo; San Paolo apostolo; San Marco evangelista; San Luca evangelista;
San Giovanni evangelista; San Matteo evangelista; San Gregorio Magno e San Girolamo;
Sant'Ambrogio e Sant'Agostino; Spirito Santo; Isaia; Geremia; Ezechiele; Gesù Cristo risorto, Maria,
Apostoli e San Nicola di Bari; Daniele
Sub DVCE Tandem FRANCISCO Branciforti. / huius templi reediphicatore hic positum
1642 et a duce Hercule Branciforti 1573 renovatum, quondam Antonio / Abotellis et
Isabella Branciforte Comite ac coniuge / fuit erectum 1490
Un’altra opera che viene attribuita al Mancino è una statua della Madonna della Catena, in
marmo dipinto e decorato, che fu realizzata alla fine del secolo XV.
Accascina M., DI GIULIANO MANCINO E DI ALTRI CARRARESI A PALERMO, Ministero dei beni e
delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte, I V Serie 1959 Fascicolo IV (ottobre-dicembre)
ammarata 2010
Longo C., La chiesa di Sant’Antonio a Cammarata, C
https://books.google.it/
https://www.beweb.chiesacattolica.it/benistorici
https://it.wikipedia.org/wiki/Andrea_Mancino
Stuccatore ed indoratore originario di Partanna ma abitante a Chiusa Sclafani. Ha decorato diverse chiese
dell'entroterra siciliano in provincia di Palermo, Agrigento e Trapani; in particolare eseguì gli stucchi della
cappella del Crocifisso e quelli del presbiterio della chiesa di Maria SS. del Balzo e nella Chiesa Madre a
Bisacquino e decorazioni nelle chiese di Salaparuta e Bivona.
A Cammarata nel 1726 ha eseguito e firmato gli stucchi della Cappella delle Anime del Purgatorio nella
Chiesa di San Sebastiano, a coronamento del quadro di Geronimo Gerardi, con le classiche decorazioni
dell’epoca, puttini e due grandi statue femminili poste ai lati dell’altare.
http://www.cittanuove-corleone.net/2012/11/ecclesia-sancti-martini-storia-e-arte.html
https://www.satyr.it/news/21-il-santo-calvario-della-pace.html
Pietro Puzzo, decorazioni a stucco dell’Altare delle Anime del Purgatorio, 1726,
Chiesa di San Sebastiano, Cammarata
E’ stato uno dei maggiori esponenti della statuaria lignea tardo barocca siciliana, l'ultimo raffinato
interprete del rococò. Formatosi all'arte barocca con l'aiuto degli zii materni, si trasferì nel 1761 a
Palermo dove collaborò con Vito D'Anna ed ebbe la propria bottega, producendo statue in legno
dipinte a tempera per le chiese di numerosi centri siciliani. Lavorò per circa sessant’anni, dando
luogo ad una vasta produzione artistica: si parla infatti di circa duecento opere di scultura.
A
Cammarata, in Chiesa Madre, è conservata la Statua dell’ Immacolata Concezione. Questo
simulacro ogni anno, in occasione della festa dell’8 dicembre, viene trasferita in processione fino
alla Chiesa di San Vito Martire, per essere riportata in Chiesa Madre la settimana successiva.
Filippo Quattrocchi, gangitanus sculptor: il senso Barocco del movimento / Palermo 2004, a cura
di Salvatore Farinella, estratto dalla Mostra tenutasi a Gangi dal 24 aprile all'11 luglio 2004.
https://it.wikipedia.org/wiki/Filippo_Quattrocchi
https://salvatorefarinella.jimdofree.com/filippo-quattrocchi/
https://www.facebook.com/unitapastoraledicammarata/videos/764284617425393/