Walter Burkert - Da Omero Ai Magi - La Tradizione Orientale Nella Cultura Greca-Marsilio (1999)
Walter Burkert - Da Omero Ai Magi - La Tradizione Orientale Nella Cultura Greca-Marsilio (1999)
Walter Burkert - Da Omero Ai Magi - La Tradizione Orientale Nella Cultura Greca-Marsilio (1999)
Da Omero ai Magi
La tradizioneorientale
nella,culturagreca
a cura di Claudia Antonetti
Marsilio
© 1999 BY MARSILIO EDITORI® S.P.A. IN VENEZIA
ISBN 88-317-7158-2
INDICE
DA OMERO AI MAGI
VII
PREMESSA
IX
DA OMERO AI MAGI
Questo libro trae origine da quattro conferenze tenute all'Universi-
tà degli Studi di Venezia nell'aprile del 1996. Ho cercato di conservare
l'articolazione autonoma di ciascuna conferenza e di resistere alla tenta-
zione di aggiungere una massa di riferimenti alle controversie speciali-
stiche, seppellendo tutto sotto una bibliografia gigantesca. Ho cercato
di presentare un'introduzione leggibile, non un thesaurus.
3
DA OMERO AI MAGI
4
Cfr. L. Poliakov, Le mythe arien, Paris 1971.
5
Cfr. n. 40.
6 ANET, pp. 262-263.
7 Si veda Burkert, 1991, pp. 158 s.
8 A.Jeremias, in RML, voi. II, 1890-1897, pp. 773-823; H. Usener, DieSintfluthsa-
gen, Bonn 1899, pp. 6-13.
4
TRAITI ORIENTALIZZANTI IN OMERO
9
W.E. Gladstone, HomericSynchronism, London 1876. Si veda anche l'appendice
di Landmarks o/HomericStudy, London 1890. Cfr. n. 47; cap. n, n. 61.
10
C. Fries, Das Zagmuk/est auf Scheria, 1910; H. Wirth, Homer und Baby/on, 1921;
A. Ungnad, Gilgamesch Epos und Odyssee; si veda Burkert, 1991, pp. 162-165.
11
G.S. Kirk, Myth, Berkeley 1970, p. 108. Cfr. Burkert, 1993, p. 88 con n. 1.
12
Cfr. Burkert, 1991, pp. 165-166.
5
DA OMERO AI MAGI
13 W. Porzig, Illuyankas und Typhon, in «KAF», 1, 3, 1930, pp. 359-378; E.O. For-
rer, Eine Geschichte des Gotterkonigtums aus dem Hatti-Reiche, in Mélanges Cumont,
1936, pp. 687-713.
14
F. Domseiff, Kleine Schri/ten, voi. 1, Leipzig 1952, p. 30: «Wann wird die Vor-
stellung von der provinzialen Abgeschlossenheit der Volker um 1000-650 amtlich aufge-
geben werden?».
u H.G. Gueterbock, Kumarbi. Mythen vom chu"itischen Kronos, Ziirich 1946; H.
Otten, Mythen vom Gotte Kumarbi, Neue Fragmente, Berlin 1950; H.G. Gueterbock,
The Song o/ Ullikummi, New Haven 1952.
16 T.B.L. Webster, Homer and Eastern poetry, in «Minos», 4, 1956, pp. 104-116;
From Mycenae to Homer, London 1958; D.L. Page, History and the Homeric Iliad, Ber-
keley 1969; C.H. Gordon, Homerand Bible, in «HebrUCA», 26, 1955, pp. 43-108.
17 Heubeck, 1955.
18 Burkert, 1992, pp. 88-127; Rollinger, 1996; Morris, 1997; West, 1997.
6
TRAITI ORIENTALIZZANTI IN OMERO
19
Burkert, 1992, pp. 9-14.
20 H.W. Saggs, in «Iraq», 25, 1963, pp. 76-78; Burkert, 1992, p. 12.
21
H. Kyrieleis, W. Rollig,Ein altorientalischerP/erdeschmuckaus dem Heraion von
Samos, in «MDAI(A)», 103, 1988, pp. 37-75; Burkert, 1992, p. 16 e fig.2.
22 A. Momigliano, Su una battagliatra Assiri e Greà, in «Athenaeum», 12, 1934,
pp. 412-416 = Quinto contributo alla storia degli studi classià e del mondo antico, Roma
1974, pp. 409-413.
23 R Borger, Die lnschri/tenAsarhaddons,Konigs von Assyrien, Graz 1956.
7
DA OMERO Al MAGI
Per certi aspetti, l'epica greca è una fioritura del tutto autono-
ma. Il sistema formulare che Milman Parry ha scoperto e di cui ha
spiegato la funzione indispensabile all'interno della tradizione
orale, è legato alla lingua greca. Da questo punto di vista Omero è
diventato un esempio classico di tradizione orale 26. L'epica orien-
tale, viceversa, almeno in Mesopotamia, è basata su una tradizio-
24
Burkert, 1992, pp. 25-33; R. Woodard, Greek Writing/rom Knossos to Homer,
Oxford 1997. L'iscrizione greca(?) più antica finora nota proviene da Gabii: A.M. Bietti
Sestieri, LA necropolilazialedi Osteriadell'Osa, Roma 1992, pp. 209-212.
2' Burkert, 1992, pp. 32 s. e n. 32.
26 The Making o/ Homeric Verse. The CollectedPaperso/ Mi/man Parry,a cura di A.
Parry, Oxford 1971. Per i problemi omerici, si veda Zweihundert Jahre Homer-For-
schung,a cura diJ. Latacz, Stuttgart 1991 (Colloquium Rauricum 2).
8
TRATII ORIENTALIZZANTI IN OMERO
9
DA OMERO AI MAGI
epiteti sono decorativi nella misura in cui non sono essenziali per
il contesto immediato dato dalla situazione e non sono modellati
in funzione di essa. Ma essi sono, tra l'altro, estremamente utili
per riempire il verso o fare un emistichio.
Tra i versi formulari ciò che maggiormente colpisce è la com-
plessa introduzione del discorso diretto. L'ampio uso del discor-
so diretto e la rappresentazione di intere scene in forma di dialo-
go sono in effetti una peculiarità del genere. In accadico la formu-
la introduttiva, tradotta letteralmente, è: «aprì la bocca e parlò,
a... disse (la parola)» 29. Il semplice significato di «parlare» è
espresso con tre sinonimi - proprio come la ben nota formula
omerica «parlò, disse parole fugaci», q>WVT)<Jaç ErtEa rt'tEQOEvta
rtQOO'T]uba-. È forse ancora più notevole che nel Gilgameshi
personaggi, riflettendo su una nuova situazione, «parlino al pro-
. prio cuore»: «consultandosi con il proprio cuore parlò, si consi-
gliò con se stessa» - cui segue il discorso diretto 30 • In modo simile
gli eroi omerici parlano al loro «animoso 0uµoç» o al loro «cuo-
re». Durante i viaggi di Gilgamesh il nuovo giorno è sempre in-
trodotto con la stessa formula: «non appena il chiarore dell'alba
risplendette» 31 , che ricorda il famoso verso omerico «e quando fi-
glia di luce brillò l'Aurora dita di rosa ...». È naturale che una nar-
razione proceda giorno per giorno, ma l'impiego di formule ste-
reotipe per l'alba e il tramonto, il riposo e l'azione, è una tecnica
specifica impiegata tanto nel Gilgameshquanto in Omero.
Tra le ripetizioni che coprono un'intera sequenza di versi, una
caratteristica che colpisce è l'esatta corrispondenza tra comando
ed esecuzione, tra discorso e ripetizione del discorso. Gli scribi
mesopotamici, stanchi di scrivere, usavano occasionalmente un
segno di ripetizione che gli scribi omerici non si permettevano.
Tra le scene tipiche l'assemblea degli dèi ha un posto d'ono-
re32.In accadico esiste un'espressione fissa (pu~hur ilani);l' espres-
sione è la stessa in ugaritico; una scena corrispondente è elabora-
29 Burkert, 1992, p. 116; West, 1997, pp. 196-198.
30 Gilgameshx 1, 11 s.; Burkert, 1992, p. 116.
31 Burkert, 1992, p. 116; West, 1997, p. 175.
32 Burkert, 1992, p. 117; West, 1997, pp. 177-180.
10
TRATII ORIENTALIZZANTI IN OMERO
11
DA OMERO AI MAGI
12
TRATTI ORIENTALIZZANTI IN OMERO
ruote del mio carro, che abbatte il male e l'ingiustizia, erano lorde
e insanguinate» - si notino gli epiteti ornanti -; si noti anche che
il re assiro, proprio come l'egiziano Ramses, viene rappresentato
mentre combatte sul suo carro di battaglia, un'invenzione dell'età
del bronzo. A tornarci in mente è, inevitabilmente, l'Iliade:«così
sotto Achille magnanimo i cavalli unghie solide calpestavano in-
sieme cadaveri e scudi: l'asse di sangue era tutto insozzato e le
ringhiere del carro, che colpivano schizzi da sotto gli zoccoli dei
cavalli e dai cerchioni. ..»41 • Considerando la datazione del testo
assiro, si potrebbe persino pensare che qualche cantore greco sia
arrivato in Siria insieme ai mercenari e abbia composto questo
canto, il quale piacque tanto al re da essere incorporato negli an-
nali ufficiali, dove contrasta stranamente con i normali elenchi
aridi e tediosi di campagne e saccheggi. Ma lo stile di combatti-
mento eroico era comune nelle civiltà vicine che apprezzavano
tutte il carro da battaglia. Non si dovrebbe dimenticare nemmeno
il «Canto di Deborah e Barak» della Bibbia:esso contiene, tra i
tanti racconti avvincenti, anche una «battaglia sul fiume» degna
di nota 42 •
Alcune ulteriori corrispondenze più specifiche tra Oriente e
Occidente, per quanto impressionanti, sono rimaste un mistero.
È il caso del «discorso dell'albero e della pietra», che appare a
Ugarit, in Geremia, in Omero e in Esiodo. L'espressione sembra
da ricollegare, nell'Antico Testamento e nell'Odissea,a un mito
relativo all'origine dell'uomo dalla pietra o dall'albero, mentre il
suo riferimento appare meno perspicuo a Ugarit, come anche nel-
l'Iliade e in Esiodo. Presenta nondimeno analogie persino nelle
espressioni proverbiali 43 •
Sorprende meno che l'idea della prosperità di una terra sotto
il dominio di un buon re, attestata in Mesopotamia, appaia anche
in Omero ed Esiodo: la terra produce le messi, gli alberi danno i
frutti, gli animali prosperano e «il popolo prospera sotto di lui»;
41 Luckenbill, 1927, voi. n, parr. 252-254; Iliade xx 498-501; Burkert, 1992, pp.
118 s.; West, 1997, pp. 375 s.
42 Giudici5, 1-34; Burkert, 1992, p. 119.
43
Cfr. Burkert, 1992, p. 119.
13
DA OMERO Al MAGI
44 Odissea XIX 107-114; Esiodo, Opere 225-247; M. Streck, Assurbanipal und die
letzten assyrischen Konige bis zum Untergang Niniveh's, Leipzig 1916, voi. II, pp. 6 s.;
Burkert, 1992, p. 119.
14
TRATTI ORIENTALIZZANTI IN OMERO
non poteva più appartenere alla fase della tradizione orale, ma era
stata composta per iscritto 45 • Sia come sia, ci troviamo di fronte a
un testo linguisticamente isolato e insolito per il suo contenuto. Il
testo deve avere una preistoria particolare; è, in un certo senso,
piuttosto «moderno».
Una peculiarità del contenuto che fu notata già da Platone, e
fu forse, prima di lui, notata e utilizzata dai Presocratici 46 : è l'uni-
co passo in tutto il corpus omerico in cui, del tutto inaspettata-
mente, affiora un tema cosmogonico. La dea Era, che trama per
ingannare Zeus, dice di voler andare da Oceano, «principio degli
dei», 0e&v yévecnç, e da Tethys, la «madre»; Oceano è chiama-
to anche «origine di tutti», yévecnç '1:ClV"tECJCJL, poco dopo. Era
spiega che Oceano e Tethys, la coppia primordiale, si sono aste-
nuti dai loro diritti coniugali per lungo tempo, separazione che
è risultato di «contesa», ve(1eea47 • La yéveaLç degli dèi si è con-
clusa. Suona davvero come un'anticipazione della cosmogonia
del Ne'L1eoçdi Empedocle. Senza dubbio, all'interno della nar-
razione dell'Ilùide,questa storia è un'invenzione di Era, nient'al-
tro che un'evidente menzogna; ma i motivi utilizzati non sono in-
ventati, e si irraggiano oltre quei discorsi. Proprio la climax di
questo canto omerico - l'unione di Zeus ed Era sulla cima del
monte Ida in una nuvola d'oro, da cui piovono gocce lucenti -
mostra le divinità in una dimensione naturalistica, cosmica, che
normalmente sembra assente dall'antropomorfismo omerico. La
suddivisione del cosmo in tre parti nel discorso di Poseidone po-
co oltre, dopo il risveglio di Zeus 48 , è il terzo motivo che coinvol-
ge gli dèi all'interno del problema dell'origine e della funzione del
cosmo.
Aristotele, seguendo Platone, trovò in questa cosmogonia
omerica dell'Oceano il vero e proprio inizio della filosofia natura-
le, possibile fonte di ispirazione anche per Talete, che egli consi-
4
' A. Dihle, Homer-Probleme, Opladen 1970, pp. 83-92.
46
Burkert, 1992, p. 91 con n. 10; West, 1997, pp. 147 s.
41 IliadeXIV 201 = 302; 246.
48
Si veda n. 66.
15
DA OMERO AI MAGI
16
TRATTI ORIENTALIZZANTI IN OMERO
Tiamat trascritto come Tau0É 53 , che è ancora più vicino alla for-
ma ricostruita Tawtu. Il fatto che la vocale lunga a si modifichi in
e nel dialetto ionico anche in parole prese in prestito trova paral-
leli in Kubaba che diviene Ku(3~f3TI, Baal che diviene Bi)À.oçe i
Mada noti come M11boL.La tesi che proprio nel cuore dell'Iliade
si trovi l'influsso di un testo classico accadico può essere seguita
fin nella resa del nome mitico.
È importante notare che in questo caso non può trattarsi di un
prestito avvenuto nel corso dell'età del bronzo. Abbiamo piuttosto
a che fare, per usare le parole di Martin West, con un elemento
«neo-orientale». Quattrocento anni di trasmissione orale in Grecia
avrebbero prodotto distorsioni più forti attraverso il processo di as-
similazione; e non è affatto chiaro se all'Eniimaelishpossa essere as-
segnata una datazione così antica 54 • Ciò procede di pari passo con
le osservazioni di Albrecht Dihle, sull'altro versante, a proposito del
carattere «giovane» di questa sezione omerica.
Una volta stabilita la presenza di un backgroundorientalizzan-
te per l'«Inganno a Zeus», ne conseguono ulteriori considerazio-
ni. Afrodite ha per vari aspetti tratti semitici", ma il «cinto vario-
pinto», KE<noç, che essa presta a Era come incanto d'amore
sembra particolarmente orientale 56 • Il catalogo delle donne prece-
dentemente amate da Zeus - considerato non autentico dai com-
mentatori antichi - trova una controparte nell'elenco degli aman-
ti di Ishtar recitato da Gilgamesh 57 • Il famoso giuramento degli
dèi che Era deve pronunciare, e che termina con la formula «per
l'acqua di Stige» è di fatto un giuramento cosmico: veng_onochia-
mati a testimoni il cielo, la terra e le acque degli inferi. E precisa-
mente una formula cosmica di questo tipo che conclude l' enume-
razione dei testimoni divini nel testo dell'unico trattato aramaico
H Eudemo, fr. 150 Wehrli = Damascio, Problemi e soluzioni sui primi principi 1, 1,
p. 322 Ruelle.
4
' Cfr. Dalley, 1989, pp. 229 s.
" Cfr. C. Bonnet, Astarté. Dossier documentaire et perspectives historiques, Roma
1996.
6
' Burkert, 1992, p. 202 n. 18.
7
' Gilgamesh VI 53-57; Iliade XIV 315-328.
17
DA OMERO AI MAGI
58 Iliade xv 36-38; Odisseav 184-186; Burkert, 1992, pp. 93 s. e 1996, p. 171. Si ve-
da l'iscrizione da Sfire in ANET, p. 659.
59 Burkert, 1992, p. 94.
60 Ibid.; Iliade XIV 274,279; xv 225; v 848; VIII 478 s.
61
Burkert, 1992, p. 94. Si veda anche F. Solmsen, The two Near EasternSourceso/
Hesiod, in «Hermes», 117, 1989, pp. 413-422.
18
TRATTI ORIENTALIZZANTI IN OMERO
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DA OMERO AI MAGI
20
TRATTI ORIENTALIZZANTI IN OMERO
66
Atrahasis I 7-17; 11 5, 16-19 e 30-33, pp. 80-83; tavola x, pp. 116-119 Lambert·
Millard.
67 Iliade xv 190-193; Burkert, 1992, pp. 89 s.; West, 1997, pp. 109-111.
21
DA OMERO AI MAGI
22
TRATTI ORIENTALIZZANTI IN OMERO
69
AtrahasisI 352-359 = 11 1-8.
7
° Canti Ciprii,EpicorumGraecorumFragmentafr. 1 Davies = fr. 1 Bernabé.
71 Scoli all'IliadeI 5; Davies pp. 34-36; Bernabé pp. 43 s. adp.
23
DA OMERO AI MAGI
24
TRATTI ORIENTALIZZANTI IN OMERO
74
Burkcrt, 1992, p. 103.
n Apollodoro 1 6, 3.
76
W. Kullmann, Ein vorhomerischcsMotiv im Iliaspro6mium,in «Philologus», 99,
1955, pp. 167-192 avevainsistito sul carattere pre-omerico del motivo, senza conoscere
l'Atrahasis.
25
DA OMERO AI MAGI
77
LIMC s.v. Alexandros nr. 5 = s.v. Aphrodite nr. 1423 = s.v. Athena nr. 405.
78
Iliade XXIV 29.
79 V. Karageorghis, Salamis. Recent Discoveriesin Cyprus, New York 1969, p. 70
tav. 25.
80 Si veda n. 23.
81
Nel Gilgamesh,l'assemblea degli dèi che decidono sulla morte di Enkidu è pre-
servata finora solo in ittita.
26
TRAITI ORIENTALIZZANTI IN OMERO
82
Supra,nn. 32-33.
83 GilgameshVI 1-91.
27
DA OMERO AI MAGI
84
Iliadev 330-431; Burkert, 1992, pp. 96-98; West, 1997, pp. 361 s.
85 Iliade XXI 505-513.
86 RE, voi. I, p. 2107; RML, voi. I, p. 338.
87 L'identità si è mantenuta nel nome del pianeta Venere: Venus = Aphrodite =
28
TRATTI ORIENTALIZZANTI IN OMERO
29
DA OMERO AI MAGI
89
GilgameshVI 53-57.
90
Burkert, 1992, pp. 82-87.
91 OdisseaIV 759-767.
30
TRATTI ORIENTALIZZANTI IN OMERO
acqua sulla terra e sulla polvere. Salì le scale, andò al piano supe-
riore, salì sul tetto, offrì incenso a Shamash, il dio Sole, portò l' of-
ferta e levò le braccia a Shamash». Essa prega in questo modo,
triste e addolorata, perché il figlio ritorni incolume 92 • La situazio-
ne, una madre che prega per il figlio che deve affrontare dei peri-
coli, non è inusuale. Tuttavia, la scena dell'Odissea costituisce
quasi una traduzione del Gilgameshche rende comprensibili le
sue particolarità. La scena dell'Odissea è in effetti più vicina al te-
sto del Gilgameshdi quanto non lo sia la scena della preghiera di
Achille nell'Iliade, che ad essa potrebbe essere paragonata 93 • Se
questo rituale costituisce nell'Odissea qualcosa di singolare, hel
passo del Gilgameshnon troviamo nulla di strano: bruciare incen-
so sul tetto della casa è una ben nota pratica semitica, particolar-
mente appropriata quando ci si rivolge al dio Sole. Non conoscia-
mo altri casi in Grecia di preghiera rituale al piano superiore della
casa, destinato alle donne. Si ha l'impressione che il poeta, sapen-
do che bruciare incenso era fuori luogo nel mondo eroico, vi ab-
bia sostituto i normali mezzi femminili del sacrificio, vale a dire le
(i chicchi d'orzo) e la ÒÀ.oÀuyiJ(il grido). Un rituale
o'ÙÀ.O'.)(U'taL
religioso, usato come efficace motivo all'interno della narrazione
epica, trova antecedenti nella tradizione orientale.
92
Gilgamesh1112, 1-2; Burkert, 1992, pp. 99 s.
93
Iliade XVI 220-252.
94 Atrahasis 127-102. Cfr. n. 65.
31
DA OMERO AI MAGI
32
TRATTI ORIENTALIZZANTI IN OMERO
33
DA OMERO Al MAGI
34
2.
35
DA OMERO AI MAGI
4 Numenio, fr. 8 Des Places. Cfr. Aristobulo ap. Clemente Aless., StromataI 150, 1.
' E. Zeller, Die Philosophieder Griechenin ihrer geschichtlichenEntwicklung7 , vol.
I, Berlin 1923, pp. 21-52, ripreso in E. Zeller - R. Mondolfo, La filosofia dei Greci3,vol. I,
1, Firenze 1959, pp. 35-63, con nota addizionale di Mondolfo pp. 63-99.
6 Cfr. cap. I n. 9.
36
COSMOGONIE GRECHE E ORIENTALI
7 Cornford, 1950.
8
Holscher, 1968.
9
Schwabl, 1962; West, 1966; Walcot, 1966.
10
K. Reinhardt, Parmenidesund die Geschichteder griechischenPhilosophie,Bonn
1916; M. Heiclegger, Der Spruch des Anaximandros,Holzwege, Frankfurt 1950, pp. 296-
343; Um die Begri/fsweltder Vorsokrattker,a cura di H.G. Gadamer, Darmstadt 1968.
11
O. Gigon, Der Ursprungder griechischenPhilosophievon Hesiod bis Parmenides,
Base! 1945.
12
Cfr. cap. In. 15; infra, n. 63.
37
DA OMERO AI MAGI
13 Bernal, 1987. Anche se le tesi di Bernal fossero giustificate, gli Egiziani non sa-
rebbero «neri».
14 A.N. Whitehead, Processand Reality, New York 1941, p. 63.
38
COSMOGONIE GRECHE E ORIENTALI
15
Cap. I n. 24.
39
DA OMERO AI MAGI
16 B.L. Van der Waerden, ScienceAwakening, New York 1961; Burkert, 1972, pp.
299-301 e pp. 428-430.
17
Anassimandro, A 7 Diels-Kranz.
18 Eraclito, A 1 Diels-Kranz = Diogene Laerzio IX 6.
19 Talete, B 1-2 Diels-Kranz.
20 GeographiMinores I 15-96. Cfr. K. von Fritz, Die GriechischeGeschichtsschrei-
2 e 3.
40
COSMOGONIE GRECHE E ORIENTALI
n Burkert, 1972,pp.114-118.
24 Zenone, A 1 Diels-Kranz = Diogene Laerzio, IX 25.
n Burkert, 1992, pp. 41-46.
41
DA OMERO AI MAGI
42
COSMOGONIE GRECHE E ORIENTALI
26
Cfr. Uehlinger, 1997. La letteratura sapienziale hurrita venna alla luce con il Can-
to di liberazione,NEU, 1996.
27 Superstiti in una versione gnostica del Vangelodi Tommaso, Nag Hammadi 11 2.
28
Si notino le favole apparse nel Canto di liberazionehurrita.
29 Lichtheim, 1980, voi. I, p. 135.
30
W. Schmid, Geschichteder griechischenLiteratur,voi. 1, Miinchen 1929, pp. 287 s.
31 Cfr. «TUAT», m, 2, 1991, pp. 320-347; Democrito, B 299 Diels-Kranz (spurio?)=
Clemente Aless., Stroma/a I 69; Teofrasto in Diogene Laerzio v 50, lista di libri nr. 273,
p. 40 Fortenbaugh. La storia di Ahiqar è rielaborata nella Vita di Esopo. Cfr. Burkert,
1992, pp. 32 s. con n. 30; Holzberg, 1992; M.J. Luzzato, Greciae Vicino Oriente: tracce
43
DA OMERO AI MAGI
della «Storiadi Ahiqar», in «Quaderni di storia», 18, 1992, pp. 5-84; Ancora sulla «Storia
di Ahiqar», ibid., 39, 1994, pp. 253-277.
32 Proverbi31, 10. Si veda la «teodicea babilonese» in Larnbert, 1960, p. 95.
44
COSMOGONIE GRECHE E ORIENTALI
p. 118.
18 Archiloco, fr. 196 a West; W.H. Moran, in «Hscr», 82, 1978, pp. 17-19; Burkcrt,
1992, pp. 122 s.
19
I. Assmann, Ma'at. Gerechtigkeit und Unstcrblichknt im alten Àgypten, Miin-
chen 1990.
40
Eraclito, B 94 Diels-Kranz; si veda cap. 111 n. 59.
45
DA OMERO AI MAGI
41 Anassimandro, B 1 Diels-Kranz.
42
Parmenide, B 1, 11-14 Diels-Kranz.
4i Eraclito, B 30 Diels-Kranz.
44 Proverbi1, 1-5.
45 Eraclito, B 1 Diels-Kranz.
46
COSMOGONIE GRECHE E ORIENTALI
46
Cfr. l'elenco delle fonti alla fine del volume.
47
Si veda Naissance.
48 Supra, n. 12.
49 Genesi 1 e 2, 4 s. col nuovo titolo Toledoth, «nascite».
47
DA OMERO Al MAGI
52
Enuma elish I 1-8.
H Naissance,p. 46 (testo delle piramidi 1040 a-d; cfr. 1466 6-d).
54 Genesi 1, 2.
" Esiodo, Teogonia116. Il senso di xaoç era discusso già nell'antichità.
56
P. Derv. col. 14; Aristotele, Metafisica1071 b 27; Eudemo, fr. 150 Wehrli. Cfr.
cap. Ili n. 65.
57 Anassagora, B 1 Diels-Kranz.
58 D. Tedlock, PopolVuh. The MayanBook o/the Dawn o/Li/e, New York 1985, p. 64.
59
Talete, A 12 Diels-Kranz = Aristotele, Metafisica983 b 20.
60
Si veda Holscher, 1968.
48
COSMOGONIE GRECHE E ORIENTALI
49
DA OMERO AI MAGI
e quanto alle stelle, stabilì le costellazioni ... fece apparire la falce della
luna, le affidò la notte ... «esci ogni mese, senza tregua, con la corona, al-
l'inizio del mese; quando ti leverai splendendo sopra il paese, brillerai
con le corna per sei giorni; al settimo giorno dimezza la corona: il quin-
dicesimo giorno sarà sempre il punto intermedio, la metà di ciascun me-
se; quando Shamash, il sole, guarda verso di te dall'orizzonte, perdi gra-
dualmente la tua visibilità e comincia a decrescere ...» 68 •
67
Cfr. cap. III n. 72.
68
Enuma elish rv-v, pp. 254 s. Dalley.
69 Genesi 1, 14.
70 Esiodo, Teogonia371-382.
50
COSMOGONIE GRECHE E ORIENTALI
51
DA OMERO AI MAGI
52
COSMOGONIE GRECHE E ORIENTALI
53
DA OMERO AI MAGI
79
Livingstone, 1986, p. 10. Cfr. Schibli, 1990, p. 133.
80
La tradizione è confusa: cfr. Schibli, 1990, p. 17 e pp. 27 -29.
81 Burkert, 1963, p. 103.
82
Eudemo, fr. 146 Wehrli; Burkert, 1972, pp. 308-310.
8
} Si veda Kingsley, 1992.
84 Platone, Epinomide 983 a s.: 0e&v EtKovaç wç àyciì..µa-ra, 0e&v aù-r&v
54
COSMOGONIE GRECHE E ORIENTALI
55
DA OMERO Al MAGI
nato proprio dalla lingua e dal sistema verbale dei Greci: la lingua
greca presenta un'accentuata contrapposizione degli aspetti ver-
bali, quello durativo, espresso ad esempio da Èo- (è), e quello
puntuale, espresso ad esempio da q>u-o da yev- (diviene). Eì, yàQ
Èyev-r', oÙK ÈITTLV («Se venuto all'esistenza, non è»), scrisse Par-
menide90,come se facesse un esercizio di grammatica greca. Ma il
fatto davvero strano e sorprendente è che con questa formula e
quel che ne consegue, Parmenide coglieva un principio che domi-
na, fino ad oggi, la nostra visione del mondo fisico, il principio
della conservazione della dualità di massa ed energia, come viene
espresso oggi. Nulla può crearsi solo dal nulla, e nulla può sem-
plicemente distruggersi - di qui tutti i nostri problemi di quei ri-
fiuti che non possono essere distrutti -.
Si possono tuttavia trovare alcuni antecedenti nel più antico lin-
guaggio mitico delle cosmogonie, anche al di fuori della lingua gre-
ca. Nell' Enuma elish, ad esempio, il dio Anshar viene così apostro-
fato: «il tuo cuore è grande, tu, che stabilisci i destini; qualunque
cosa è creata o distrutta, esiste con te»; gli dèi dicono a Marduk: «di
distruggere e costruire comanda: siano compiuti» 91 • Troviamo dun-
que già in accadico che i tre concetti di «divenire» o «creare»
(banu), «distruggere» (hulluqu), e «esserci» (bashu), si combinano
in un sistema; «tutto» si connette a quel modello - «nascere e mo-
rire, essere e non essere», y(yveo0a( -re1eaì,ÒÀ.À.uo0at,elva( -re1eaì,
oùx(,per usare la terminologia di Parmenide-.
Però l' Enuma elish presuppone che il dio possa solo «ordina-
re la distruzione», e sarà così; no, reagisce Parmenide, non può
fare questo - e la nostra concezione di scienza concorda con Par-
menide -. La più antica speculazione cosmogonica, trasformata
nella lingua greca, ha trovato con Parmenide la legge del vero es-
sere. Tutto ciò viene ora stabilito con un'argomentazione raziona-
le. Inoltre Platone ha introdotto i fondamenti della matematica
nella dimostrazione, il concetto di a priori - e ancor oggi cerchia-
mo di comprendere e di dominare la cosiddetta natura con il ra-
90
Parmenide, B 8, 20 Diels-Kranz.
91 Enuma clish 11 65, p. 241 Dalley; IV, 22, p. 250 Dalley.
56
COSMOGONIE GRECHE E ORIENTALI
2
'' Non si può Jiscutere qui la problematica del concetto di «essere»: si veda Ch.
Kahn, The verh Be in A11c1cnlGrcck, Dordrccht 1973; U. Hèilschcr, Dcr S11111 1•011 «.\cm»
111 ,l,·raltcrcn grià·hischc11Philowphic, Sitzungsbcr • Hcidelberg 1976, p. 3.
1
'' K. Lorcnz, Dic Rù,-J.-11·i1t•
des Spicgcls. Vcnuch cincr Natur/'..<'.l<hichl<'.lc.1mc11-
_1di/1chcnErkenncn.1,Mi.inchl'llI973.
57
3.
L'ORFISMO RISCOPERTO
Non esiste nessun altro ambito degli studi classici, e della sto-
ria delle religioni in particolare, in cui la situazione sia tanto cam-
biata negli ultimi decenni come nel caso dell'Orfismo. C'è stata
una tale serie di nuove scoperte che qualunque trattazione scrit-
ta prima, diciamo, del 1980 è superata. W.K.C. Guthrie scriveva
nel suo libro Orpheus nel 1935 (1x): «Su questo argomento non è
apparsa nessuna testimonianza notevole, né è probabile che ap-
paia» 1 • Siamo felici che si sia sbagliato.
Orfeo è un cantore mitico che ammaliava gli animali e che di-
scese nell'Ade per ritrovare la moglie Euridice. L'Orfismo è una
corrente religiosa che considera Orfeo come profeta e i libri di
Orfeo come testi sacri. L'Orfismo era diventato un campo di bat-
taglia, per così dire, tra razionalisti e mistici fin dall'inizio del XIX
secolo. Sullo sfondo stava la questione di quanto «classica» fosse
in realtà la Grecia classica. Quando, tra il Romanticismo e le cor-
renti filosofiche hegeliane, sorse la Geistesgeschichte e venne isti-
tuita la Storia delle religioni, Orfeo uscì dalla sfera dell'opera liri-
ca, dove era stato di casa fino a Gluck, e divenne la parola chiave
nei vari tentativi di trovare una forma di religione greca superiore
o più profonda in contrapposizione agli dèi omerici, che non po-
tevano essere presi sul serio da nessuno. Ci fu, in primo luogo, il
2
1
W.K.C. Guthrie. Orpheus and Grt'l'k Relr?,ron • voi. IX, London 1952.
59
DA OMERO Al MAGI
2 V. Ma~chioro, Zagreus Studi sull'Orfismo, Bari 1920; Zagreus. Studi intorno al-
l'Orfismo, Firenze 1930.
1 Wilamowitz, 1932, voi. 11, pp. 192-204; I.M. Linforth. The Arts o/ Orphcus, Ber-
keley 1941.
4
Bibliografia fino al 1922: OF. pp. 345-350; fino al 1950: Nilsson, 1952, pp. 628 s.;
si veda anche Riedweg, 1996. Una nuova edizic,nc di Orphimrum Fragmc11taè prevista
da A. Bernabé.
60
L'ORFISMO RISCOPERTO
61
DA OMERO AI MAGI
62
L'ORFISMO RISCOPERTO
senso più generale; la formula nel testo di Pelinna non lascia al-
cun dubbio. BaKXLOçricorre una dozzina di volte proprio nelle
Baccantidi Euripide, accanto a Atovucroç, BaKXoç, BaKXEuç. Ci
sono altre testimonianze a proposito di Awvucroç Aucrwç, «Dio-
niso che libera»; ÀUO'LOL 'tEÀE'taL,«riti che liberano», sono men-
zionati da Platone nel notissimo passo della Repubblica(366 a-b)
sugli Orfici. Nell'ultimo verso dei testi di Pelinna si legge
TEAEA con riferimento ai «beati sotto la terra». Così, l'afferma-
zione che abbiamo a che fare con documenti di «misteri bacchi-
ci», 'tEÀEi:al~aKXLK:aL, con lo scopo di garantire la beatitudine
dopo la morte, trova pieno riscontro nelle parole dei testi. Grazie
alla testimonianza della laminetta di lpponio, questi misteri si
possono far risalire almeno al v secolo a.C.
12
Burkert, 1991, p. 48.
11
Cfr. cap. 11 n. 25.
63
DA OMERO Al MAGI
Gero essere comunicate solo agli iniziati. Non c'è da stupirsi che i
'tEÀEO"taLvaganti coprissero le distanze tra la Tessaglia e Lesbo
da un lato e tra l'Italia e la Sicilia dall'altro, senza lasciare da parte
Creta. Può essere degno di nota il fatto che nessun documento di
questo genere sia stato finora ritrovato in Attica: qui dominava
Eleusi, e i suoi misteri non utilizzavano testi di tale carattere. È
sorprendente trovare delle laminette auree nelle tombe di Aigion
in Acaia, 1v/In secolo a.C., ma esse non dicono molto: hanno solo
la parola MYITA:I: in aggiunta al nome 14•
La più viva descrizione di tali purificatori è presentata da Pla-
tone, nel passo già menzionato della Repubblica:«Mendicanti e
indovini, convergendo alle porte dei ricchi, li convincono di aver
ricevuto dagli dèi il potere di rimettere le colpe, ricorrendo a feste
e a piacevolezze del genere, nel caso che loro stessi o i loro ante-
nati si fossero resi responsabili di azioni ingiuste... Presentano
una quantità di libri di Museo e Orfeo - poeti che a loro detta di-
scendono direttamente dalla Luna e dalle Muse -, seguendo i
quali compiono i riti. Con· ciò riescono a convincere privati citta-
dini e intere città, che ci sono remissioni e purificazioni dei pecca-
ti, grazie a certi sacrifici e a divertenti giochetti, sia per i vivi che
per i morti. Queste sono le cosiddette iniziazioni che fanno scam-
pare dai mali dell'aldilà. Se invece qualcuno non vi partecipa,
l'aspetta una sorte terribile» 15 • Anche l'autore di Derveni fa allu-
sione al praticante, «colui che fa professione delle cose sacre»
(col. 20[16]), o'tÉXvriv n:oLOuµEvoç 'tÙ LEQU.
I testi delle laminette non appaiono nella letteratura classica.
Sono una letteratura underground.Esistono però indizi e testimo-
nianze certamente compatibili con questi documenti. Aristofane,
nelle Rane, descrive la festosa processione dei µucrtaL negli inferi:
la festa mistica prosegue nell'aldilà. Aristofanè si riferisce ad Eleu-
si, come l'acclamazione di "IaKXoç prova 16 , ma l'idea generale del-
la prosecuzione della celebrazione estatica dopo la morte è identi-
14
Cfr. n. 7.
15
Repubblica364 b-366 a; cfr. 366 a-6.
16
Graf, 1974, pp. 40-50.
64
L'ORFISMO RISCOPERTO
65
DA OMERO Al MAGI
19
Ritenuto pitagorico da Sassi, I 989, p. 255, che rinvia a Filolao, A 30 Diels-Kranz;
Giamblico, Vita Pitagorica165; Diodoro, x 5, I = Scuola Pitagorica, D 1 Diels-Kranz;
Diogene Laerzio, vm 4 = Pitagora, A 8 Diels-Kranz. Cfr. Zuntz, 1971, pp. 380 s. Per
l'inizio della laminetta di lpponio, la lezione MVl)µO<ruVl)ç -robe0gi:ov (West; hLQ6vPu-
gliese Carratelli; HPION laminetta) sembra confermata da Aristofane, Rane 134.
20 Pugliese Carratelli, 1993, p. 54; p. 60 e pp. 62-63.
21
Ibid., p. 50. Cfr. p. 52.
22 Ibid., p. 32.
66
L'ORFISMO RISCOPERTO
sefone», dice uno dei testi di Turi 2i. Non è chiaro se dall'aldiquà
l'anima prosegua verso l'Elisio o le Isole, oppure se resti nei prati
e nei boschetti. In contrasto con questo, le tavolette provenienti
da Turi parlano inequivocabilmente del «divenire dio» 24; ciò può
avere un equivalente in Empedocle, ma non deve essere introdot-
to in tutti i testi.
Un problema, spesso dibattuto in una direzione o nell'altra, è
se la metempsicosi sia presente in questi testi, ed eventualmente
in quale misura lo sia; essi non sono espliciti riguardo a questa
idea, a differenza di Pindaro e Platone. Platone combina la me-
tempsicosi con le iniziazioni misteriche nelle Leggi (870 d):
21
Pugliese Carratelli, 1993. p. 60.
24
Ibid., pp. 54 e 60.
2~ /bid., p. 20; Platone, Repubblica621 a.
67
DA OMERO Al MAGI
68
L'ORFISMO RISCOPERTO
ITMBOAA. AN~PIKE
IlAI~00iPl:ON. AN~PIKEilA
1~00iPl:ON. BPIMQ. BPIMQ. Ell:10<1>
IEPON AEIMQNA. AilOINOl:
rAP O MiITHl: 28 .
Questo è differente da tutti gli altri testi, e tuttavia è in armonia
con loro. Si è sempre detto che la dichiarazione fatta ai guardiani
del lago è una sorta di parola d'ordine. Troviamo qui il termine va-
lido per questo, O"Uµ~oÀa -lo stesso termine è apparso anche sul-
la nuova laminetta di Sicilia-. Il senso del termine è confermato dal
suo impiego: le parole seguenti ricorrono due volte, come se fosse-
ro pronunciate dall'aspirante e ripetute dal posto di guardia come
conferma. Si trova un parallelo in una iscrizione di Olbia, del 300
a.C. circa, che si riferisce a un gruppo misterico «del nord»,
BoQELKol0taai:-rat: BIOL BIOL AIIOAAQN AIIOAAQN
HAIOL HAIOL KOLMOL KOLMOL <l>QL<l>QL(«Vita-Vita,
Apollo-Apollo, Sole-Sole, Ordine-Ordine, Luce-Luce») 29 • Il «sacro
prato» è un'immagine molto antica e diffusa, ben nota già dall'Odis-
sea; il fatto che sia proclamato «sacro» ricorda la «via sacra» nel te-
sto di Ipponio. La dichiarazione èin:otvoçoµvcrtT]çcorrisponde al-
la dichiarazione del defunto nei testi di Turi, provenienti dal Tim-
pone Piccolo, «ho espiato la pena per fatti ingiusti», n:otv1ìvò'
àvtan:Éi:Et<J(a)3°. La parola µ1JcrtT]ç
conferma: abbiamo a che fare
con i misteri bacchici, come suggerito dalla voce enigmatica:
-01JQ(JOV.
Il restante AN~PIKEIIAI~O0YPLON evidentemente è un
altro enigma, destinato a persistere. Si individua 01JQ<JOV,
e all'ini-
zio sembrano apparire «uomo» e «fanciullo», àvòQl 1ealn:atòoç,
28
Tsantsanoglou, 1997, p. 114 n. 38. Cfr. n. 10. Nel testo si individuano alcune pa-
role: cruµ~oÀa («segnale; parola d'ordine») alla I. l; àvbQi («uomo») e ,rmboç («fanciul-
lo») due volte alle li. 1-2 e 2-3; si leggono poi -0VQCJOV
(«tirso») e, due volte, il nome divi-
no ~QLµw (Brimo) alla I. 3. Segue quella che pare un'esortazione a entrare nello IBQÒV
Ànµwva («prato sacro»). Alla fine si legge chiaramente a,rmvoç oµVCJTT]ç («l'iniziato è
senza pena»).
29
Dubois, 1996, nr. 96.
111
Pugliese Carratelli, 1993, pp. 50 e 52.
69
DA OMERO AI MAGI
11
Nilsson. 1967, tav. 48, 1.
12
OF 31; Orfeo, B 23 Diels-Kranz.
11
Rusajeva, 1978, pp. 87-104; West, 1983, pp. 17-20; Zhmud', 1992; Dettori, 1996.
14 J.G. Vinogradov, Zur sachlichenund geschichtlichenDcutung der Orphiker-Bliitt-
70
1,'ORPISMO RISCOPERTO
11
Eradi10, B 14 Dids Kranz; B 28 Di,·ls Kn111z. CJr. rnp. IV 11. l 'J.
1
'' i:. Sokolowski, /,(//\ 1<1crà·1 di' l'lh1c· Mm,·uri·,l'aris 1'!5'5, IH. 48.
71
DA OMERO AI MAGI
72
L'ORFISMO RISCOPERTO
73
DA OMERO Al MAGI
74
L'ORFISMO RISCOPERTO
46
Schmidt, 1975, tavv. 1-6.
47 Schmidt, 1975, tavv. 7-8; Schmidt-Trendall-Cambitoglou, 1976, pp. 7-8 e 33-35;
tav. 11.
48
Burkert, 1972, p. 130.
49
The P.]. Getty Museum. Handbook o/ the Collection, Malibu 1986, p. 33; A. Bot-
tini, P.G. Guzzo, Orfeo e le sirene al Getty Museum, in «Ostraka», 2, 1993, p. 52.
io J.J.
Savage, in «TAPhA», 56, 1925, p. 236; W. Burkert, Orphism and BacchicMys-
teries: New Evidence and Old Problems o/ Interpretation, The Center for Hermeneutical
Studies, Colloquy 28, Berkeley 1977, p. 31.
ii Schmidt, 1974, pp. 120 s. e tav. 14; British Museum F 270.
75
DA OMERO Al MAGI
76
L'ORFISMO RISCOPERTO
51
Zuntz, 1971, pp. 370-376; E. Homung, Das Totenbuch der Àgypter, Ziirich 1979,
pp. 128-130. Si veda anche Maass - Lindemann e Maass, 1994.
H Erodoto, n 42, 2; 144, 2. Si veda Casadio, 1996.
55
Boardman, 1980, pp. 137 s. con figg. 162-3; Casadio, 1996, pp. 220-273.
56
Si veda cap. IV n. 19.
57
Pugliese Carratelli, 1993, p. 36.
77
DA OMERO Al MAGI
58
Laks-Most, 1997, con traduzione inglese di tutto il testo e bibliografia completa
di M. Funghi, e l'articolo di Tsantsanoglou, 1997.
59
Eraclito, B 3 e B 94 Diels-Kranz; D. Sider in Laks-Most, 1997, pp. 129-148;
Tsantsanoglou, 1997, pp. 96 s.
1
<~ W. Burkert, Orpheus und dic Vorsokra!tker. Bemcrkungen zum Dcrveni-Papyrus
und zur pythagoreiIChen Zahlenlehrc, in «A&A», 14, 1963, pp. 93-114.
78
· L'ORFISMO RISCOPERTO
"1 W. BP!kert, Der Autor von Dervem. Ste.umhrotoJ nEQÌ TEÀHtÌ>V;,, in «ZPE», 62,
)986, pp. l-5.
62
A. Henrichs, in «CronErc». 5, 1975, p. 18; D. Obbink, A Quotation o/ the Derve-
ni Papyrus in Phi/odemus' On Piety. in «CronErc». 24, I 994. pp. 111-35.
63
W. Burkert, DaJ Proomium des Parmenide.i und die KatahaJÙ de.1 Pvthaioras, in
«Phrones1s». 14, 1967. pp. 1-30.
79
DA OMERO AI MAGI
64
West, 1983, pp. 114 s.
65
OF 334~ 13 =Platone.Simposio 218 b.
80
L'ORFISMO RISCOPERTO
66
West, I 98,. pp. 85 s.; cfr. 114: ~eguito da Laks-Most, 1997, pp. 15 , .
.; Col. 8[-11. 'i. 7. IO; col. 9[51. Hl.
81
DA OMERO AI MAGI
6
~ Cfr. cap. 1 n. 15; 11 n. 63.
1,s Esiodo. Teogonù1 886-900.
82
,L'ORFISMO RISCOPERTO
e tutto questo svelando, di nuovo alla luce gioconda dal cuore sacra
portò, compiendo cose stupende.
i fiumi, il mare infinito, e tutte le altre cose, tutti gli immortali, gli dèi fe-
lici e le dee, quante cose erano nate e quante lo sarebbero dopo
Kai Jtotaµoi Kai :1tovtoç <ÌJtELQttoç, aÀÀa tE navta,
JtClV'tEçt' à0aVa'tOL µaKUQEç 0EOL~òÈ 0ÉatVUL,
ocrcra t' EflV' yEyawta Kai UCJtEQOV()JtJt()(J' ȵEÀÀEV...
83
DA OMERO Al MAGI
71
Platone, Leggi 715 e= Of 21.
84
L'ORFISMO RISCOPERTO
85
DA OMERO AI MAGI
86
4.
1 Cfr. cap. II n. 1. Un libro Mayuc6ç, Aristotele, fr. 32-36 Rose, fu attribuito ad au-
tori diversi. Si veda Suda s.v. Antisthenes = Aristotele, fr. H Rose. Cfr. anche Infra nn. 8,
13; pp. 108 s. I moderni sembrano talvolta presumere che un libro «magico» non possa
essere genuino e dunque non abbia valore storico.
2
Resoconti recenti: Briant, 1996; Wiesehofer, 1996.
87
DA OMERO AI MAGI
88
L'AVVENTO DEI MAGI
89
DA OMERO AI MAGI
90
L'AVVENTO DEI MAGI
91
DA OMERO Al MAGI
92
L'AVVENTO DEI MAGI
9
Si veda Widengren, 1965 e 1983.
10
R.C. Zaehner, Zurvan. A Zoroastrian Dilemma, Oxford 1955; Widengren, 1965,
pp. 283-295; West, 1971, pp. 30-33.
11
R. Reitzenstein, H.H. Schaeder, Studien zum antiken Synkretismus, Leipzig 1926,
pp. 38-68. Secondo Heubeck, 1955 questo è un caso chiaro dell'influsso orientale in
Grecia; l'origine orientale è infatti probabile, ma i testi iranici sono secondari. Cfr. Bur-
kert, 1983. Si veda anche Widengren, 1983, pp. 151-154.
12 Su cui cfr. A. Goetze, Persische Weisheit in griechischem Gewande, in «Zeit-
schrift fiir lndologie und Iranistik», 2, 1923, pp. 60-98 e pp. 167-177;}. Duchesne-Guil-
lemin, in «HThR», 49, 1965, pp. 115-122; 1966, p. 427.
93
DA OMERO AI MAGI
94
L'AVVENTO DEI MAGI
20
Iscrizione di Behistun (cfr. n. 3) par. 11. Cfr. parr. 13; 14; 16; 52; 68.
21
Una ricorrenza marginale: Yasna65, 7.
22
Koch. 1992, pp. 279 s.
95
DA OMERO AI MAGI
96
L'AVVENTO DEI MAGI
27 Yasna31,7;21.
28
Yasna43,3;35, 11.
29
Yasna 51, 15.
97
DA OMERO AI MAGI
3 ° F. Cumont, A/ter Li/e in Roman Paganism,New Haven 1922, p. 95; Lux perpe-
tua, Paris 1949, pp. 143-148; L. Rougier, L'origineastronomiquede la croyancepythagori-
cienne en l'immortalitécélestedes ames, Il Cairo 1933. Cfr. Burkert, 1972, pp. 357-368.
31 Epicarmo, 23 B 9; 22 Diels-Kranz.
32 Euripide, Eretteo 532, in C. Austin, Nova FragmentaEuripidea,Berlin 1968.
33 IG 12945 = 131179 = P.A. Hansen, Carmina epigraphicaGraeca saeculorum
98
L'AVVENTO DEI MAGI
99
DA OMERO AI MAGI
100
L'AWENTO DEI MAGI
44
West, 1971, pp. 88 s. Cfr. Kingsley, 1992; cap. II n. 85.
4~ Burkert, 1963, pp. 131 s.; cap. II n. 88.
4
<, Plutarco, Iside e Osiride46-47, 369 D-370 C = Tcopompo, FGrHist 115 F 65; Bi-
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dez-Cumont, 1938, vol. II, pp. 70-79. Per l'analisi del passo si veda anche}. Hani, Plutar-
que en /ace du dualisme iranien, in «REG», 77, 1964, pp. 489-525.
47 Ippolito, Confutazionedi tutte le eresie 1 2, 12 = Aristosseno, fr. 13 Wehrli.
4
Parmenide, B 8, 55-59 Diels-Kranz.
'
" Damascio, Problemie soluzioni sui primi prindpi 125, I, p. 322 Ruelle = Eudemo,
0
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Leggi896 d-e, 906 a; Plutarco, La generazionedell'animanel Timeo 1014 D; Iside
e Osiride370 E-D; J.Kerschensteiner, Platon und der Orient, Stuttgart 1945. Si veda an-
che J. Bidez, Eos ou Platon et l'orient, Bruxelles 1945; W.J.W. Koster, Le mythe de Pla-
ton, de Zarathoustrae des Chaldéenes,Leiden 1951; W. Spoerri, EncorePlatonet l'Orient,
in «RPh», 31, 1957, pp. 209-233.
12 Xanto, FGrHist 765 F 33. Cfr. Kingsley, 1995, pp. 185-191; P. Kingsley, Ancient
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scenze di µayoL iranici, anche se non c'è nulla nei suoi frammenti
che faccia riferimento a loro. Nemmeno il nuovo papiro empedo-
cleo di Strasburgo aggiunge informazioni in questo senso. L'in-
terpretazione di Empedocle non si deve fondare dunque su tali
ipotesi; la prospettiva iranica aiuta tuttavia a vedere la situazione
del v secolo in un modo più articolato, sullo sfondo della Persia
che aveva un ruolo così importante.
'3 Cfr. cap. III n. 5 e nn. 58-61. Per l'interpretazione si veda Tsantsanoglou, 1997.
Ringrazio il prof. Tsantsanoglou per avermi messo a disposizione il suo manoscritto già
prima della pubblicazione.
54 Diversamente Tsantsanoglou, 1997, p. 96, che pensa a dei «sinners» che «do not
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Tsantsanoglou, 1997, p. 113.
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'" Cfr. Tsantsanoglou, 1997, p. 113, che rimanda ai/ravashiiranici. Strano è il passo
sul ba(µwv col. 8(4), 5; 7; 10; col. 9(5), 10: il famoso ba(µwv è «trasmesso» da Crono a
Zeus (si veda cap. lii n. 67). È possibile riferirsi alla xvarena,la potenza risplendente del
re nella tradizione iranica (cfr. Wiesehofer, 1996, p. 167)?
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mente.
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67
Democrito, B 30 Diels-Kranz; Clemente cita rtavta dta µu0ÉE00m in Protrepti-
co 68, ma rtavta ZE'Ùçµu0E'i:1:min Stroma/a v 103;_egli ha malinteso il passo. Se si parte
dal testo di Stromata, µu0Et'tm rimane incomprensibile.
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FONTI E BIBLIOGRAFIA
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Porfirio, 84 Stige, 17
Poseidone, 15, 21 sumerica, lingua, 5, 42-43
Posidippo, 65, 66, 72 Talete, 15-16, 40, 48, 52-53, 108
Presocratici, 15, 37, 39, 51, 54-55 Tantalo, 74
Proclo, 24, 80 Telemaco, 11, 30
Prometeo, 32 telestai («iniziatori»), 63-64, 72
Protagora, 38 teletai («riti di iniziazione»), 71, 74
Proverbi(libro dell'Antico Testamento),43, Temi,24
46 Temistocle, 94
psyché,5, 97, 105-106, 110 T eofrasto, 109
purificatori, sacerdoti, 63-64, 94 Teogoniadi Esiodo, 22n, 39-40, 53
purificazione orfica, 75 Teogoniadi Orfeo, 61, 70, 78, 80, 82-84
Radamanto, 65-66 Teopompo, 92, 101
Ramses II, 12-13, 33 Terra, 3, 9, 18, 24, 47, 49, 79-80, 84, 100
Rane (commedia di Aristofane), 64 Tethys, 15-16, 29, 36, 49
Rea-Demetra, 85 Teti, 5, 16, 24, 32
Repubblica(dialogo platonico), 63-64 Teucri,4
Salomone, 42-43, 46 Tiamat, 5, 16-17, 33, 36, 49-50
San Pietro, 78 Tifeo, Tifone, 6, 25
santuario di Apollo, 7 Timeo (dialogo platonico), 51
sapienziale, letteratura, 39, 42, 46 Tiridate, 96
Sassanidi, 90, 92 Titani, 18, 19, 85
Scilace di Carianda, 40 Tolomeo Filopatore, 63
Scile, 71 Traci, 75
scribi mesopotamici, 10 trasmigrazione delle anime, 86
scuole filosofiche, 40 ugaritica, letteratura, 7
Selene, 50 ugaritica, lingua, 5, 10, 37
Semele, 74 Ulisse, 68
Semiti, 3-4, 42 Ullikummi, 6, 11
Sennacherib, 12 Urano,29,80,82,85
Senofane, 39 Utnapishtim, 5, 9, 11
Sesostris 1, 43 Veda, 91, 97
Sette Sapienti, 43-45 Venere (pianeta), 52
Sette, malvagi, 9, 18-19 Videvdat, 91, 107
Shamash, 12, 31, 50 Virgilio, 34, 75
Shu («Aria»), 49 Xanto di Lidia, 92, 103
Simon Mago, 78 Yahweh, 3, 55, 101
Sirene, 75 Yasht, 91
Sisifo, 74 Yasna, 91, 107
Socrate, 98 Zarathustra, Zoroastro, Sarastro, Zaratas,
Sofilo, 16 Zoroastres,35, 89, 91-92, 96-97, 101-103
Sofisti,39,42 Zenone,41
Sofocle, 65, 94-95 Zeus, 9, 15, 17-18, 22-25, 28-29, 32, 54,
Sole, 31, 45, 69, 100 65-66, 71, 76, 79,85, 108, 110-111
soma/haoma («droga rituale»), 97, 101 Ziusudra, 43
spandé («libagione»), 107 Zoroastrismo, Zoroastriani, 89-90, 92, 96,
Stasino di Cipro, 25 99
Stesimbroto di Taso, 79 Zurvanismo, 93
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