Manifesto Ventotene

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I Quaderni di Ventotene

MANIFESTO DI VENTOTENE
E PROGETTO DI TRATTATO
CHE ISTITUISCE L’UNIONE
EUROPEA: PER RILANCIARE
L’EUROPA FEDERALE

ISTITUTO DI STUDI FEDERALISTI


ALTIERO SPINELLI
I Quaderni di Ventotene

MANIFESTO DI VENTOTENE
E PROGETTO DI TRATTATO
CHE ISTITUISCE L’UNIONE
EUROPEA: PER RILANCIARE
L’EUROPA FEDERALE

ISTITUTO DI STUDI FEDERALISTI


ALTIERO SPINELLI
Copyright © by Istituto di Studi Federalisti Altiero Spinelli
Ventotene (Italy), 2014
Internet: www.istitutospinelli.org
ISBN 978-88-89495-07-0

Questo quaderno è stato curato da Federico Brunelli,


Direttore dell’Istituto di Studi Federalisti Altiero Spinelli.
INDICE

5 Prefazione.
Prefazione. Una questione didei
Per un’Europa metodo
popoli e delle persone:
Giorgio Anselmi
ripartiamo dallo spirito di Ventotene
Nicola Zingaretti

7 Introduzione. Il progetto federale europeo


di Altiero Spinelli: dal Manifesto di Ventotene
al Progetto di Trattato di Unione europea
Lucio Levi

17 Nota editoriale

21 Il Manifesto di Ventotene (con prefazione


di Eugenio Colorni, 22 gennaio 1944), copia
anastatica da Problemi della Federazione europea
Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi

51 Progetto di Trattato che istituisce l’Unione europea,


copia anastatica da Bollettino ufficiale della Regione
Lazio, giugno 1984

65 La costruzione dell’Unione europea dal Manifesto


di Ventotene al Trattato di Lisbona: una possibile
cronologia
Gabriele Panizzi

76 I libri di Altiero Spinelli

3
Con la collaborazione di:

Europe Direct Venezia Veneto


Città di Venezia
numero verde gratuito 800 496200
fax 041 2748182
[email protected]
www.comune.venezia.it/europedirect
www.facebook.com/EuropeDirectVenezia

Il servizio Europe Direct Venezia Veneto della Città di Venezia, rete


d’informazione della Commissione europea, collabora con il mondo
della scuola e della società civile per sensibilizzare i giovani, e più
in generale tutti i cittadini, ai temi dell’integrazione europea e della
cittadinanza attiva.
Prefazione

Una questione di metodo

Giorgio Anselmi1

Una questione di volume e di peso: ecco a cosa si possono ridurre


i problemi dell’Europa. Chi leggerà nelle pagine seguenti gli 87 ar-
ticoli del Progetto di Trattato che istituisce l’Unione europea e poi
prenderà in mano il voluminoso Trattato di Lisbona, con le sue parti
(Carta dei diritti fondamentali, Trattato sull’Unione europea e Tratta-
to sul funzionamento dell’Unione europea) ed i suoi numerosi proto-
colli, si renderà conto che l’affermazione è tutt’altro che paradossale.
Due metodi hanno prodotto quei diversi risultati. Il Progetto Spi-
nelli fu elaborato ed approvato dal Parlamento europeo, che si at-
tribuì un ruolo costituente e seguì quindi le procedure tipiche delle
assemblee costituenti. Il Trattato di Lisbona non è invece che l’ultimo
dei trattati intergovernativi che hanno contrassegnato l’ormai lungo
processo di integrazione europea. Frutto di trattative laboriose e se-
grete tra i governi, fondato sul principio dell’unanimità, nato quindi
da continui compromessi per accontentare tutti, esso reca le stigmate
della sua origine e denuncia già ad una prima lettura le sue manche-
volezze.
Il testo del Progetto Spinelli è preceduto dal Manifesto di Vento-
tene, perché in quelle scarne pagine si trova l’ispirazione dell’intera
opera di questo grande padre dell’Europa. L’Introduzione di Lucio
Levi illustra con solidi argomenti il legame tra il Manifesto ed i due
tentativi attuati da Spinelli di dare una costituzione all’Europa. Come
ha scritto nelle sue memorie, tutte le avventure politiche di Altiero si
sono concluse con una sconfitta. Egli è rimasto però sempre fedele
all’ammonimento con cui si chiude il Manifesto di Ventotene: «La
via da percorrere non è facile, né sicura. Ma deve essere percorsa, e
lo sarà!»

1
Presidente dell’Istituto di Studi Federalisti “Altiero Spinelli”
Questo quaderno viene proposto dal servizio Europe Direct
Venezia Veneto della Città di Venezia ai giovani del territorio.
Essi troveranno nei testi qui riproposti non solo le motivazioni
di una grande impresa politica, quale è il tentativo di unificare il
Vecchio Continente, ma anche le soluzioni a quella che già nel
1941 Colorni, Rossi e Spinelli definivano “la crisi della civiltà
moderna”. Una crisi che le giovani generazioni percepiscono
forse con maggiore intensità proprio perché, pur in un mondo
sempre più globalizzato ed interdipendente, lo Stato nazionale
continua a ritenersi, per dirla di nuovo col Manifesto, «un’entità
divina, un organismo che deve pensare solo alla propria esistenza
ed al proprio sviluppo, senza curarsi del danno che gli altri pos-
sano risentirne.»
Completano il volume un’utile cronologia delle tappe del pro-
cesso di integrazione europea, aggiornata fino al dicembre 2014,
ed una bibliografia di Altiero Spinelli.

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Introduzione

Il progetto federale europeo di Altiero Spinelli


Dal Manifesto di Ventotene
al Progetto di Trattato di Unione europea
Lucio Levi 1

Il contesto politico nel quale si può interpretare il significato


del disegno politico di Spinelli è la turbolenta storia del 20° se-
colo. Spinelli non fu semplicemente un protagonista del secolo
scorso. Egli fu il fondatore di un nuovo movimento politico, il
movimento per l’unità europea.
Nell’estate del 1941, quando scrisse con Ernesto Rossi il
Manifesto di Ventotene, il documento che definisce il pro-
gramma di azione per la Federazione europea, le bandiere rosse
con la croce uncinata sventolavano su tutto il continente. In
quella tragica estate, quando le truppe naziste, dopo avere occu-
pato la Francia, muovevano all’attacco dell’Unione Sovietica,
nel confino di Ventotene i fondatori del federalismo europeo sep-
pero vedere, al di là delle apparenze, la linea evolutiva che la
storia avrebbe imboccato dopo la fine della guerra.
Per questa ragione Spinelli può essere definito un uomo sto-
rico. Hegel ha detto che gli uomini storici “sono quelli che hanno
detto per primi ciò che gli uomini vogliono”. Gli uomini storici
non sono filosofi, ma “uomini di azione”. Essi, ha detto Hegel,
“conoscono e vogliono la loro opera, perché essa corrisponde al-
l’epoca”.
Il nucleo del pensiero federalista di Spinelli può essere ricon-
dotto essenzialmente a due elementi, che egli svilupperà continua-
mente nel corso della sua opera. Il primo è la critica ai limiti dello

1
Già Presidente del Movimento Federalista Europeo e dell’Istituto di Studi Fede-
ralisti Altiero Spinelli.
Stato nazionale, che permette di dare una interpretazione chiara e
unitaria dei problemi della nostra epoca. La gigantesca onda d’urto
che emanava dalla seconda fase del processo di industrializza-
zione tendeva ad allargare le relazioni di produzione e di scambio
al di là dei confini degli Stati nazionali. È una tendenza che non
incontrava ostacoli negli sterminati spazi dell’Unione Sovietica e
degli Stati Uniti, mentre era frenata dalla divisione politica del-
l’Europa e dall’antagonismo tra gli Stati nazionali. L’imperialismo
europeo della Germania nell’epoca delle guerre mondiali era, per
usare una felice formula di Luigi Einaudi, “l’espressione negativa
del bisogno di unità dell’Europa”. Sconfitta la Germania, l’unifi-
cazione europea nel secondo dopoguerra si affermò con la coope-
razione tra gli Stati e la costruzione di istituzioni soprannazionali.
In questa fase della storia tendono a formarsi Stati che raggrup-
pano i popoli e gli Stati di intere regioni del mondo e assumono
una struttura multinazionale e federale.
Il secondo elemento è la Federazione europea, intesa come
mezzo per superare l’anarchia internazionale, sconfiggere il na-
zionalismo e assicurare la pace. Sulla base dell’esperienza del fe-
deralismo americano, Spinelli definì l’unità europea come un
obiettivo di carattere costituzionale. Le vicende che portarono
alla formazione degli Stati Uniti d’America illustrano chiara-
mente che la sovranità degli Stati era il fattore della divisione
dell’America del nord e che l’unità fu conseguita quando un po-
tere limitato ma reale fu attribuito al governo federale. Questa
concezione costituzionale dell’unità europea consentì a Spinelli
di denunciare i limiti delle soluzioni di carattere internazionale:
non solo la cooperazione tra gli Stati, ma anche le organizzazioni
internazionali, come la Società delle Nazioni e l’ONU.
Con il Manifesto di Ventotene ha cominciato ad affermarsi
una nuova visione della politica – il federalismo soprannazionale –,
che rappresenta un’autentica alternativa a quello che ancora oggi
è considerato come l’ordine naturale delle cose: il paradigma
stato-centrico. Il Manifesto di Ventotene segna il superamento
della vecchia visione del mondo, secondo la quale lo Stato na-
zionale è il centro dell’universo politico e il mondo intero ruota
attorno ad esso.

8
Nell’epoca della crisi dello Stato nazionale, dell’unificazione
europea e della globalizzazione il fronte principale dello scontro
tra le forze del progresso e quelle della conservazione si è spo-
stato a livello internazionale. Per esprimere questo concetto con
le parole del Manifesto di Ventotene, “La linea di divisione tra
partiti progressisti e partiti reazionari cade perciò ormai non
lungo la linea formale della maggiore o minore democrazia, del
maggiore o minore socialismo da istituire, ma lungo la sostan-
ziale nuovissima linea che separa quelli che concepiscono come
fine essenziale della lotta quello antico, cioè la conquista del po-
tere politico nazionale – e che faranno, sia pure involontaria-
mente, il gioco delle forze reazionarie, lasciando solidificare la
lava incandescente delle passioni popolari nel vecchio stampo, e
risorgere le vecchie assurdità – e quelli che vedranno come com-
pito centrale la creazione di un solido stato internazionale, che
indirizzeranno verso questo scopo le forze popolari e, anche
conquistato il potere nazionale, lo adopreranno in primissima
linea come strumento per realizzare l’unità internazionale”. Chi
sceglie l’impegno politico nazionale, anche se si propone di rea-
lizzare più democrazia o più socialismo, si pone sul terreno della
conservazione, perché la sua azione politica legittima e conso-
lida gli Stati nazionali. Mentre i seguaci delle ideologie del pas-
sato spendono le loro energie nel miglioramento degli Stati na-
zionali, solo il punto di vista federalista considera prioritario l’o-
biettivo internazionale. Di conseguenza, l’obiettivo da perse-
guire innanzi tutto da parte di chi vuole promuovere il progresso
è l’impegno per superare la divisione dell’Europa (e del mondo)
in Stati sovrani. L’epoca soprannazionale della storia fa emer-
gere una nuova linea di divisione tra le forze politiche e sociali:
quella tra nazionalismo e federalismo.

* * *

A meno di dieci anni dalla redazione del Manifesto di Vento-


tene, sorprendentemente la costruzione dell’unità europea co-
minciò a diventare realtà con l’istituzione della Comunità Eu-
ropea del Carbone e dell’Acciaio (CECA). Nel secondo dopo-

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guerra la costruzione dell’unità europea è diventata la linea di
fondo della politica estera degli Stati dell’Europa occidentale,
anche se i governi e i partiti, obbedendo alla legge bronzea della
conservazione del potere, hanno cercato di resistere all’impera-
tivo di trasferire una parte del loro potere a livello europeo. In
definitiva, alla luce di quanto è avvenuto dopo la seconda guerra
mondiale, non si può dire che l’idea dell’attualità della Federa-
zione europea fosse sbagliata. Semplicemente la sua realizza-
zione è stata graduale e tuttora il processo resta incompiuto.
La crisi dello Stato nazionale e il suo superamento attraverso
la costruzione dell’unità europea sono processi di lungo periodo.
La loro natura è tale che durano più a lungo del corso della vita
di un uomo. Tuttavia, a oltre cento anni dalla nascita di Spinelli
e a 65 anni dalla fondazione della CECA, possiamo affermare
che una notevole parte del disegno di Spinelli si è realizzata. La
Commissione Europea, il Parlamento Europeo, la Corte Europea
di Giustizia, la Banca Centrale Europea regolano ciò che un
tempo erano considerati affari interni degli Stati. Il poderoso svi-
luppo dell’unificazione europea ha eroso progressivamente la
sovranità degli Stati, promosso la costruzione di istituzioni so-
prannazionali e alimentato il rafforzamento delle competenze
economiche, monetarie, sociali e ambientali di quelle istituzioni.
Il gradualismo e il funzionalismo di Monnet si sono rivelati
certamente un’intuizione fondamentale nel promuovere la tran-
sizione dell’Europa dalla divisione all’unità. La visione di
Monnet si fonda su una solida concezione del ruolo delle istitu-
zioni nella storia. C’è una frase che egli amava citare: “Il cam-
mino di ogni uomo ricomincia da zero, solo le istituzioni diven-
tano più sagge”. E infatti il modello istituzionale delle Comunità
europee che egli inventò, pur includendo un organo intergover-
nativo dotato di grandissimi poteri (il Consiglio dei ministri),
prefigura gli organi di un emergente organizzazione federale. La
Commissione prefigura il governo federale, il Parlamento la Ca-
mera dei popoli, il Consiglio la Camera degli Stati, la Corte di
Giustizia il potere giudiziario.
Keynes scrisse che il lavoro di Monnet nella direzione del co-
mitato interalleato per gli approvvigionamenti di guerra consentì

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di abbreviare di un anno la seconda guerra mondiale. È un risul-
tato che farebbe la gloria di un uomo di Stato. Invece Monnet ha
ottenuto un risultato così rilevante agendo da solo con l’aiuto di
pochi collaboratori. La stessa considerazione vale per l’iniziativa
che ha portato alla fondazione della CECA. Faccio questa osser-
vazione per sottolineare che continua a esistere un ruolo storico
delle grandi personalità che non esercitano direttamente il po-
tere. Ed esiste perché chi non obbedisce alla ragion di Stato del
proprio paese può vedere problemi e soluzioni che sfuggono a
chi esercita il potere.
Lo stesso discorso vale per Spinelli e per il Movimento fede-
ralista, come emergerà subito dopo l’episodio della CECA, in
occasione delle vicende che porteranno al tentativo di istituire
una Comunità Europea di Difesa (CED) e di porre l’esercito eu-
ropeo, in corso di progettazione tra il 1951 e il 1954, sotto il con-
trollo di un governo europeo. Un paragone tra la visione federa-
lista di Monnet e di Spinelli mi sembra utile, perché contribuisce
a chiarire meglio la stessa posizione di Monnet. Infatti, mentre
organizzazioni economiche come la CECA hanno consentito di
approfondire la cooperazione tra gli Stati senza mettere in di-
scussione in modo significativo le sovranità nazionali, la costru-
zione dell’esercito europeo ha posto in modo ineludibile la que-
stione costituzionale del governo europeo. Infatti l’iniziativa co-
stituzionale di Spinelli si innestava sulla contraddizione aperta
dalla proposta dei governi di istituire un esercito senza Stato, che
avrebbe lasciato senza esercito i sei Stati membri della CED.
Con il concorso di De Gasperi, di cui guadagnò il consenso,
Spinelli riuscì a ottenere che all’Assemblea parlamentare della
CECA (che assunse il nome di Assemblea ad hoc) fosse affidato
il mandato di elaborare la costituzione della Comunità Politica
Europea, l’organismo politico a base democratica cui sarebbe
stato conferito il potere di esercitare il controllo sull’esercito eu-
ropeo. Benché il progetto elaborato dall’Assemblea ad hoc com-
binasse elementi di natura federale con istituzioni di carattere in-
tergovernativo, la struttura della Comunità Politica Europea
aveva forti potenzialità evolutive in senso federale. L’elezione di-
retta della Camera dei popoli avrebbe creato un centro di potere

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interessato a completare la democratizzazione della Comunità e a
estenderne i poteri dal settore militare a quello economico e mo-
netario. Ma il processo di ratifica del progetto di trattato fu bru-
scamente interrotto il 30 agosto 1954, quando l’Assemblea na-
zionale francese lo respinse sebbene quattro dei sei membri della
Comunità Europea l’avessero già approvato. Dopo la morte di
Stalin, la situazione internazionale era cambiata: l’esigenza di un
sistema difensivo europeo appariva meno imperiosa. Così fallì il
primo tentativo di fondare la Federazione europea.
Il secondo tentativo compiuto da Spinelli di dare un’unità co-
stituzionale all’Europa – il Progetto di Trattato di Unione eu-
ropea, approvato dal Parlamento europeo il 14 febbraio del 1984 –
ha forti analogie con il primo. Anche questa volta Spinelli si
trovò al posto giusto – nel Parlamento europeo, dove era stato
eletto nel 1979, quando si tenne la prima elezione a suffragio
universale – per potere esercitare la sua iniziativa costituente.
Egli ispirò la sua iniziativa in seno al Parlamento europeo a un’a-
zione trasversale, diretta a creare un grande schieramento uni-
tario, il solo che consentisse di promuovere un progetto di natura
costituente. La formula organizzativa che egli suggerì di adottare
fu quella dell’intergruppo, che consentì di evitare qualsiasi
forma di concorrenza con i gruppi politici dei partiti e di rima-
nere aperto all’adesione di qualsiasi membro dell’assemblea. Il
contesto nel quale maturò la sua iniziativa era la contraddizione
di un Parlamento europeo eletto a suffragio universale dotato di
soli poteri consultivi, che ha permesso di avviare la lotta per at-
tribuire al popolo sovrano, attraverso la sua rappresentanza par-
lamentare, il potere di fare le leggi e di controllare l’esecutivo.
La contraddizione aveva carattere strutturale e quindi l’azione
per superarla non poteva che avere natura costituzionale, anche
se il progetto di Spinelli non era una perfetta costituzione fede-
rale. Il progetto conteneva gli elementi che avrebbero promosso
l’evoluzione in senso federale delle istituzioni europee: si am-
pliavano le competenze della Comunità nella direzione dell’U-
nione economica e monetaria e dell’Unione politica, si toglieva
al Consiglio dei ministri il monopolio del potere legislativo e del
potere esecutivo, trasformando quest’ultimo in una Camera degli

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Stati che condivideva con il Parlamento europeo il potere legi-
slativo e si attribuiva alla Commissione il ruolo di governo eu-
ropeo responsabile di fronte al Parlamento. Questo tentativo fallì
a causa dell’opposizione del Regno Unito, che era disponibile ad
accettare soltanto un obiettivo più limitato: il completamento del
mercato interno entro il 1992, che fu deciso con l’approvazione
dell’Atto Unico Europeo (1986).

* * *

In definitiva, merita sottolineare il realismo delle proposte di


Spinelli, il quale, nel corso del primo tentativo di dare una Costitu-
zione all’Europa, ottenne il sostegno del Presidente del Consiglio
italiano Alcide De Gasperi e nel secondo tentativo quello del Pre-
sidente francese François Mitterrand. Nello stesso tempo, è da ri-
cordare che l’opposizione di un solo Stato fu sufficiente a determi-
nare il fallimento di entrambi i tentativi: la Francia nel primo caso,
il Regno Unito nel secondo. È la conferma che solo il metodo co-
stituente (e in particolare le decisioni a maggioranza in materia co-
stituzionale) consente di superare i limiti del metodo intergoverna-
tivo, che pretende che le decisioni siano prese all’unanimità.
È sul terreno dell’azione politica che l’opera di Spinelli ha un
significato veramente innovatore e rappresenta un punto di
svolta nella storia del federalismo. Egli ha sviluppato un nuovo
settore del pensiero federalista: una teoria dell’azione democra-
tica per unificare un insieme di Stati.
Spinelli ha sottolineato che la natura giuridica dell’obiettivo
della Federazione europea è duplice. Da una parte, è un trattato
con il quale gli Stati contraenti si impegnano a trasferire parte
del loro potere a un governo soprannazionale. D’altra parte, è
una Costituzione che definisce la forma dell’organizzazione del-
l’unione federale. Poiché la natura dell’obiettivo determina il ca-
rattere dei mezzi da impiegare, Spinelli trasse la conclusione che
non è possibile progredire lungo la strada della costruzione della
Federazione europea senza l’accordo degli Stati, anche se questi
ultimi rappresentano il principale ostacolo al trasferimento di po-
teri a livello europeo.

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Il modello della Convenzione costituzionale di Filadelfia era il
punto di riferimento costante delle sue riflessioni. Su questa base
Spinelli specificò le caratteristiche del metodo costituente, la sola
procedura possibile per completare la costruzione di un potere de-
mocratico europeo. Da una parte, un’assemblea costituente eu-
ropea rappresentativa dei popoli e delle forze politiche d’Europa è
il solo organo titolato ad agire con la legittimazione derivante dal
voto ed è quindi provvista dell’autorità necessaria a redigere e a
proporre una Costituzione. D’altra parte, in un’assemblea demo-
cratica le decisioni sono prese pubblicamente, con voto a maggio-
ranza e con procedure che permettono di identificare le responsa-
bilità e di giungere a decisioni democratiche ed efficaci. Esatta-
mente il contrario del metodo diplomatico, che si basa sul prin-
cipio delle decisioni prese in segreto e all’unanimità, richiede che
la sovranità nazionale non subisca limitazioni e comporta com-
promessi che devono tenere conto degli interessi di tutti gli Stati.
Quando si presentarono le due occasioni sopra ricordate per
mettere in atto la strategia costituente, Spinelli individuò negli
organi parlamentari rispettivamente della CECA e della Comu-
nità Economica Europea (CEE) le istituzioni alle quali attribuire
il mandato costituente. In entrambi i casi fu un organo parla-
mentare che redasse i documenti costituzionali e in entrambi i
casi il progetto fu sconfitto da un solo governo, rispettivamente
la Francia e la Gran Bretagna. Ciò pone il problema, tuttora irri-
solto, di superare il principio della ratifica all’unanimità dei do-
cumenti di revisione istituzionale.
La Convenzione convocata a Laeken nel 2001 per redigere la
Costituzione europea rappresenta la più recente incarnazione della
strategia costituente di Spinelli. Essa rappresenta nello stesso
tempo un’innovazione, poiché la procedura costituzionale europea
si fondava su un potere di co-decisione che associava istituzioni na-
zionali ed europee e organi parlamentari e di governo di entrambi i
livelli. Da una parte i governi hanno riconosciuto un aspetto fon-
damentale dell’approccio di Spinelli, cioè che è irrealistico affidare
a una conferenza intergovernativa il compito di redigere una Costi-
tuzione. I rappresentanti del popolo sono un soggetto indispensa-
bile per portare a termine quel compito. Nello stesso tempo però,

14
occorre riconoscere che il tentativo di eliminare l’influenza dei go-
verni nazionali dalla redazione e dalla ratifica delle riforme istitu-
zionali è un pio desiderio ed è destinato a fallire. Una Costituzione
federale è un patto tra Stati e cittadini. Ciò significa che i governi e
i parlamenti, le istituzioni nazionali e quelle europee sono parti in-
dispensabili del processo costituzionale.
Il limite che si deve denunciare nella procedura di revisione
costituzionale regolata dall’art. 48 del Trattato di Lisbona sta nel
fatto che la conferenza intergovernativa, che decide all’unani-
mità, ha l’ultima parola in fatto di ratifica. Questa norma co-
stringe l’Unione europea a procedere alla velocità del più lento
dei 28 Stati membri.
È questo il principale problema che una nuova Convenzione
dovrà affrontare e risolvere. Una doppia maggioranza di Stati e di
cittadini dovrà essere considerata sufficiente ad approvare gli
emendamenti ai trattati. L’adozione di questo principio segnerebbe
il passaggio a una Costituzione federale. È da ricordare che la Co-
stituzione degli Stati Uniti entrò in vigore quando fu ratificata da
nove Stati su tredici. In seguito tutti gli altri Stati si unirono al
primo nucleo e questo si estese fino a includere cinquanta Stati.
Se Spinelli fosse tra noi, di fronte alla decisione dei governi
di abbandonare la Costituzione europea e di ritornare al metodo
dei trattati internazionali (come mostrano non solo il Trattato di
Lisbona, ma anche, i trattati che regolano il Fiscal Compact e il
Meccanismo Europeo di Stabilità) direbbe: “Non importa, an-
diamo avanti”. Sono queste le parole che, secondo Max Weber
– mi riferisco alla famosa conferenza sulla politica come profes-
sione – esprimono la fermezza del leader politico di fronte al
naufragio delle sue speranze. Secondo Spinelli, la forza dell’uni-
ficazione europea stava nella sua “capacità di risorgere dalle sue
sconfitte”, come ha scritto nelle memorie. Possiamo quindi im-
maginare che oggi Spinelli, di fronte alla contraddizione di una
moneta unica senza politiche fiscali e di bilancio europee e al-
l’incapacità dell’Europa di parlare con una sola voce, chiede-
rebbe la convocazione di una Convenzione costituente. Questo è
l’insegnamento che si può trarre dalla storia: che la caduta della
Comunità Europea di Difesa nel 1954 fornì le premesse per isti-

15
tuire la Comunità Economica Europea, che il rifiuto del Trattato
di Unione e la sua sostituzione con l’Atto Unico Europeo nel
1985 crearono le condizioni per l’Unione monetaria. Così il Trat-
tato di Lisbona, che ha sostituito la Costituzione europea, per
quanto inadeguato, rappresenta tuttavia un passo avanti che può
generare aspettative e suscitare energie che possono costringere
i governi a considerare soluzioni più avanzate per quanto ri-
guarda il governo dell’economia europea, l’unificazione della
politica estera e di sicurezza e il voto a maggioranza nelle deci-
sioni relative alla revisione dei trattati.

* * *

I due documenti che qui pubblichiamo sono testi chiave del


processo di unificazione europea. Il primo rappresenta il momento
fondativo del movimento per l’unità europea, il secondo una
svolta fondamentale maturata a seguito dell’elezione diretta del
Parlamento europeo. Il confronto tra i due testi permette di ap-
prezzare la continuità dell’impegno politico di Spinelli. Dopo
avere affermato nel Manifesto di Ventotene che la costruzione
della Federazione europea era il problema centrale della nostra
epoca e avere constatato, vent’anni dopo, che le Comunità europee
rappresentavano l’avvio della realizzazione, in modo parziale e
precario, del suo piano, nel Progetto di Trattato di Unione europea
egli precisò ulteriormente i lineamenti del suo disegno politico e
la direzione lungo la quale si sarebbe sviluppato il processo di uni-
ficazione europea. Oggi, a trent’anni di distanza dall’approvazione
del progetto di Spinelli da parte del Parlamento europeo, possiamo
affermare con ammirazione che una gran parte di quel progetto si
è realizzata, anche se non si è realizzata integralmente.
Possiamo dunque concludere che l’osservazione del processo
di unificazione europea mostra che, lentamente ma progressiva-
mente, i lineamenti delle istituzioni dell’Unione europea ten-
dono a coincidere con il progetto politico di Spinelli. Questo pro-
getto è diventato una realtà visibile e riconoscibile da tutti (nella
versione incompiuta dell’Unione europea), ma è destinato a svi-
lupparsi ancora e a sopravvivergli.

16
Nota editoriale

Nelle pagine seguenti vengono pubblicati “Per un’Europa


libera e unita. Progetto d’un manifesto” e “Progetto di Trat-
tato che istituisce l’Unione Europea”.
Il primo documento, noto come “Manifesto di Ventotene”, è
tratto dal fascicolo intitolato “Problemi della Federazione Eu-
ropea”, pubblicato da Eugenio Colorni quando infuriava la
guerra e l’Italia era occupata dai nazisti, contrastati dalle bri-
gate partigiane, con una “Prefazione” dello stesso Colorni, da-
tata 22 gennaio 1944, e altri scritti di Altiero Spinelli ed Ernesto
Rossi, per contribuire alla diffusione e allo sviluppo del pensiero
federalista tra le forze politiche che, dopo la sconfitta del nazi-
fascismo, avrebbero assunto la responsabilità della ricostru-
zione politica, morale e materiale in Italia e in Europa.
Il secondo documento è tratto dal Supplemento ordinario del
Bollettino Ufficiale della Regione Lazio del 9 giugno 1984.

“Il Manifesto di Ventotene” per un’Europa libera e unita


Confinati dal regime fascista sull’Isola di Ventotene, ne per-
correvano la Piazza Municipio ragionando sulle cause della
guerra che, nel 1941, aveva assunto dimensioni mondiali, pur
non essendovi ancora stata l’entrata in guerra degli Stati Uniti
d’America (l’aggressione giapponese a Pearl Harbor avvenne il
7 dicembre dello stesso 1941).
Eugenio Colorni, Ernesto Rossi e Altiero Spinelli, un socia-
lista, un liberale e un ex comunista, approfondirono le cause
che, dall’inizio del secolo, avevano provocato due guerre mon-
diali, e, anche a seguito delle letture di articoli di Luigi Einaudi
e di testi di federalisti inglesi, conclusero che la sovranità asso-
luta degli Stati nazionali è il fondamento di un (dis)ordine inter-
nazionale basato sulla “legge del più forte”.

17
Le aggressioni coloniali e quelle effettuate in Europa da al-
cuni Stati che avevano affermato il proprio inaccettabile “di-
ritto” a uno “spazio vitale”, invadendo, con la prepotenza delle
armi, altri Stati, evidenziavano l’impossibilità di dirimere le
controversie internazionali in base al diritto vigente che non
prevedeva la limitazione della sovranità assoluta degli Stati na-
zionali.
Anche riferendosi all’esperienza della Federazione degli
Stati Uniti d’America, Eugenio Colorni, Ernesto Rossi e Altiero
Spinelli affermarono, per l’Europa, l’esigenza politica e istitu-
zionale di un ordinamento federale fra gli Stati che lo volessero,
al fine di evitare periodici conflitti bellici e concorrere a un or-
dinamento internazionale capace di organizzare e rendere dura-
tura la pace.
In conseguenza di quei ragionamenti, nacque “Per un’Eu-
ropa libera e unita. Progetto d’un manifesto”, scritto, nell’estate
1941 in Ventotene. Eugenio Colorni nel 1944 ne curò la reda-
zione in tre capitoli: il primo (“La crisi della civiltà moderna”)
e il secondo (“Compiti del dopoguerra. L’unità europea”) inte-
ramente elaborati da Spinelli, come anche la seconda parte del
terzo (“Compiti del dopoguerra. La riforma della società”),
mentre la prima parte di quest’ultimo è stata definita da Rossi.
Il “progetto”, denominato Manifesto di Ventotene, fu diffuso
negli ambienti antifascisti da Ada Rossi, moglie di Ernesto, da
Ursula Hirschmann, moglie di Colorni (dopo la morte di questi,
colpito dal piombo fascista il 28 maggio 1944, diverrà moglie di
Altiero Spinelli) e da Fiorella e Gigliola Spinelli, sorelle di Al-
tiero.

Per l’Unione Europea. Progetto di Trattato.


Le prime elezioni del Parlamento Europeo a suffragio uni-
versale e diretto si svolsero il 7-10 giugno 1979 e segnarono una
importante tappa verso un assetto istituzionale democratico so-
prannazionale dell’ Europa dei nove Stati che ne facevano parte.
Dopo la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (isti-
tuita con il Trattato di Parigi del 18 aprile 1951, primo Presi-

18
dente Jean Monnet, giunta a scadenza nel 2002) e dopo i Trat-
tati di Roma (25 marzo 1957) che istituirono la Comunità Eco-
nomica Europea e la Comunità Europea per l’Energia Atomica
(quest’ultima osteggiata nella prima metà degli anni sessanta
dal Generale Charles de Gaulle, Presidente della Quinta Re-
pubblica Francese, che non volle rinunciare alla fragile gran-
deur della Francia fondata sulla force de frappe atomica), il
Parlamento Europeo, eletto dai cittadini europei anche in con-
seguenza di tenaci battaglie politiche delle organizzazioni fede-
raliste e dei poteri regionali e locali europei, fu l’organo istitu-
zionale ove si svilupparono iniziative per il superamento del-
l’assetto intergovernativo della Comunità Europea (in partico-
lare per un bilancio europeo autonomo dai contributi degli Stati
nazionali e per il “Progetto di Trattato che istituisce l’Unione
Europea”).
Altiero Spinelli svolse un ruolo determinante nel Parlamento
Europeo, trascinando la maggioranza delle forze politiche,
anche attraverso la costituzione di un centro di elaborazione di
proposte politiche (il “club del coccodrillo”), all’approvazione
(14 settembre 1983) di un documento subito tradotto nel “Pro-
getto di Trattato”, anch’esso approvato a larga maggioranza
(237 voti a favore, 31 contrari e 43 astensioni) dal Parlamento
medesimo il 14 febbraio 1984.
Il “Progetto” venne osteggiato da alcuni Governi europei.
Tuttavia, dopo il summit dei Capi di Stato e di Governo della Co-
munità Europea svoltosi a Milano il 28-29 giugno 1985, l’Atto
Unico (Lussemburgo-Aja, 17-28 febbraio 1986), definito da Al-
tiero Spinelli un “topolino partorito dalla montagna”, portò al
Trattato di Maastricht (7 febbraio 1992) che istituì l’Unione Eu-
ropea.
Altiero Spinelli morì il 23 maggio 1986. Non ebbe la possibi-
lità di apprezzare quanto avvenuto sotto la spinta della sua
azione riformatrice e di contribuire al superamento delle con-
traddizioni e insufficienze che caratterizzano i Trattati di Maa-
stricht, di Amsterdam (2 ottobre 1997), di Nizza (26 febbraio
2001) e di Lisbona (in vigore dal 1° dicembre 2009). Quest’ul-
timo contiene alcuni articoli ai quali riferirsi per azioni di citta-

19
dini e di Governi volte a superare gli indugi, le reticenze e la
mancanza di volontà politica del Consiglio Europeo e della
Commissione, in direzione di una Unione Europea con caratte-
ristiche soprannazionali.
Il “Progetto di Trattato che istituisce l’Unione Europea” co-
stituisce, ancora, un riferimento utile per spronare il Parlamento
Europeo a svolgere il ruolo costituente per un assetto federale
dell’Unione Europea che possa concorrere strutturalmente al
superamento dell’attuale crisi, politica e istituzionale prima che
economica e sociale. (g.p.)

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La costruzione dell’Unione europea
dal Manifesto di Ventotene al Trattato di Lisbona
Una possibile cronologia

Gabriele Panizzi 1

1. 1914-1918. La prima guerra mondiale.

2. 1917. Rivoluzione russa. Unione delle Repubbliche Socia-


liste Sovietiche (URSS).

3. La disgregazione dell’Impero austro-ungarico e l’afferma-


zione dei nazionalismi.

4. 1918. La Società delle Nazioni e la critica di Luigi Einaudi.

5. La nascita dei regimi totalitari in Italia (fascismo, 1922),


in Germania (nazismo, 1933), in Portogallo (salazarismo,
1933) e in Spagna (franchismo, 1939).

6. Il consolidamento e l’affermazione del fascismo in Italia e


l’abolizione della libertà. Carcere e confino per chi pensa
diversamente e si oppone al regime.

7. 15 settembre 1935. Germania. Il nazismo e le “leggi di No-


rimberga” contro gli ebrei ed i non ariani.

8. 1938. Italia. 1° luglio, “Manifesto degli scienziati razzisti”, cui


fanno seguito, il 1° settembre, le “leggi razziali” antisemite.

9. 10 novembre 1939. Germania. “Notte dei cristalli”, pogrom


contro gli ebrei.

10. 1° settembre 1939. La Germania nazista invade la Polonia.


Inizia la seconda guerra mondiale.

1 Vicepresidente dell’Istituto di Studi Federalisti Altiero Spinelli.

65
11. 10 giugno 1940. L’Italia fascista entra in guerra.

12. 14 giugno 1940. Iniziano le deportazioni naziste nel campo


di sterminio di Auschwitz (Polonia).

13. 1941. Sull’isola di Ventotene, luogo di confino degli oppo-


sitori del regime fascista, Eugenio Colorni, Ernesto Rossi
e Altiero Spinelli, sulla base di articoli di Luigi Einaudi e
di scritti dei federalisti inglesi, elaborano e scrivono “Per
una Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto” (il Ma-
nifesto di Ventotene), pubblicato a Roma, in clandestinità,
da Eugenio Colorni nel gennaio 1944.

14. 7 dicembre 1941. Pearl Harbor. Gli Stati Uniti d’America


entrano in guerra.

15. 10 luglio 1943. Sbarco anglo-americano in Sicilia.

16. 25 luglio 1943. Caduta del fascismo.

17. 27-28 agosto 1943. Milano. Su iniziativa di Eugenio Co-


lorni, Ernesto Rossi ed Altiero Spinelli, nasce il Movi-
mento Federalista Europeo/MFE.

18. 8 settembre 1943. Armistizio dell’Italia con gli anglo-ame-


ricani.

19. 1943-1945. La Resistenza al nazifascismo in Italia ed in


Europa.

20. 30 maggio 1944. Muore Eugenio Colorni, a seguito di un


attentato fascista.

21. giugno 1944: 4, liberazione di Roma; 6, sbarco anglo-


americano in Normandia.

22. 27 gennaio 1945. Abbattimento dei cancelli del campo di


sterminio di Auschwitz-Birkenau (Polonia).

66
Con legge 20 luglio 2000, n. 211, in Italia, il 27 gennaio
sarà stabilito “Giorno della Memoria”, in ricordo dello
sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei de-
portati nei campi di stermino nazisti.

23. 4-11 febbraio 1945. Conferenza di Jalta (Crimea).


W. Churchill, F.D. Roosevelt e J. Stalin configurano l’as-
setto politico e territoriale del pianeta Terra nel dopoguerra.

24. 25 aprile 1945. Liberazione dell’Italia dal nazifascismo.

25. 26 giugno 1945. San Francisco. Organizzazione delle Na-


zioni Unite (ONU).

26. agosto 1945: 6, Hiroshima, prima bomba atomica; 9, Na-


gasaki, seconda bomba atomica. Fine della seconda guerra
mondiale.

27. 15-16 dicembre 1946. Parigi. Unione Europea dei Fede-


ralisti (UEF).

28. 12 luglio 1947. Parigi. Piano Marshall, per la ricostruzione


dell’Europa (European Recovery Program/ERP). Accettato
da 16 Stati europei, verrà formalizzato il 1° aprile 1948.

29. 17 agosto 1947. Montreux. Movimento mondiale per il


governo federale (dal 1991 Movimento Federalista
Mondiale/WFM).

30. 1° gennaio 1948. Costituzione della Repubblica Italiana.


Art. 11.

31. 3 aprile 1948. Parigi. OECE (Organizzazione Europea


Cooperazione Economica): vi aderiscono i 16 Stati che ave-
vano accettato il Piano Marshall.
OCSE (Organizzazione Cooperazione Sviluppo Econo-
mico) dal 1960, con Stati Uniti d’America e Canada.

32. 7-11 maggio 1948. L’Aja. Movimento Europeo.

67
33. 10 dicembre 1948. Parigi. ONU. Dichiarazione universale
dei diritti umani.

34. 5 maggio 1949. Londra. Consiglio d’Europa.

35. 1949. North Atlantic Treaty Organization (NATO), il


patto atlantico (USA ed Europa) per fronteggiare la mi-
naccia dell’URSS.

36. 9 maggio 1950. Dichiarazione di Robert Schuman ed


avvio del processo di unificazione europea.

37. giugno 1950. Invasione della Corea del Sud. La guerra


fredda si trasforma in guerra limitata.

38. 28-30 gennaio 1951. Ginevra. Consiglio dei Comuni d’Eu-


ropa (CCE, divenuto CCRE nel 1984, per riconoscere espli-
citamente il ruolo che le Regioni esercitano negli Stati nazio-
nali europei e per spronarle ad esercitare un ruolo europeo).

39. 18 aprile 1951. Parigi. Comunità Europea del Carbone e


dell’Acciaio (CECA). Belgio, Francia, Germania occiden-
tale, Italia, Lussemburgo, Olanda. Primo Presidente, Jean
Monnet.

40. 27 maggio 1952. Parigi. Comunità Europea di Difesa


(CED). Belgio, Francia, Germania occidentale, Italia, Lus-
semburgo, Olanda. Presidente dell’Assemblea ad hoc Paul
Henri Spaak.

41. 5 marzo 1953. Muore J. Stalin.

42. 18 ottobre 1953. Versailles. Il Consiglio dei Comuni d’Eu-


ropa adotta la Carta europea delle libertà locali.

43. 7 maggio 1954. Indocina. I vietnamiti sconfiggono le


truppe francesi a Dien Bien Phu. Indipendenza di Cam-
bogia, Laos e Vietnam.

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44. 19 agosto 1954. Muore Alcide De Gasperi.

45. 30 agosto 1954. Parigi. Assemblea nazionale francese. Ca-


duta della Comunità Europea di Difesa (CED).

46. novembre 1954. Parigi. UEO (Unione Europea Occiden-


tale). La Repubblica federale tedesca entra nella NATO.

47. 2 giugno 1955. Conferenza di Messina. Rilancio del pro-


cesso di unificazione europea.

48. 1956. Crisi di Suez (Egitto, Francia, Gran Bretagna). Re-


pressione sovietica delle rivolte in Polonia e Ungheria.

49. 25 marzo 1957. Roma. Trattati che istituiscono la Comu-


nità Economica Europea (CEE) e la Comunità Europea
per l’Energia Atomica (CEEA/EURATOM). Belgio,
Francia, Germania occidentale, Italia, Lussemburgo, Olanda.

50. 4 gennaio 1960. Su iniziativa della Gran Bretagna, nasce


l’Associazione europea di libero scambio (EFTA).

51. 13 agosto 1961. Muro di Berlino.

52. 4 luglio 1962. Philadelphia. 186° Independence day. John


Fitzgerald Kennedy, gli Stati Uniti d’America e la Atlantic
equal partnership.

53. 22 novembre 1963. Dallas (Texas). Assassinio di John


Fitzgerald Kennedy.

54. 1963-1965. La grandeur e la force de frappe del Generale


Charles de Gaulle: arresto del processo di unificazione eu-
ropea.

55. 15-17 ottobre 1964. Roma. VII Stati generali del CC(R)E.
Umberto Serafini e il Fronte democratico europeo.

69
56. 8 aprile 1965. Bruxelles. Trattato di fusione degli organi
delle tre Comunità: un Consiglio, una Commissione. In vi-
gore dal 1° luglio 1967.

57. 1967. Grecia. “Dittatura dei Colonnelli”.

58. agosto 1968. Repressione della primavera cecoslovacca.

59. 1° gennaio 1973. Primo allargamento CEE. Danimarca,


Gran Bretagna, Irlanda.

60. aprile 1974. Portogallo. “Rivoluzione dei garofani”. Fine


del “salazarismo”.

61. luglio 1974. Grecia. Cade la “dittatura dei Colonnelli”.

62. novembre 1975. Spagna. Muore il dittatore Francisco


Franco. Sale al trono Juan Carlos I di Borbone. Le prime
elezioni politiche generali, dopo 40 anni di dittatura, si
svolgeranno nel giugno 1977.

63. 7-10 giugno 1979. Prime elezioni a suffragio universale e


diretto del Parlamento europeo. I cittadini dei nove Paesi
CEE eleggono 410 deputati.

64. 1° gennaio 1981. Secondo allargamento CEE. Grecia.

65. 14 febbraio 1984. Il Parlamento Europeo approva il Pro-


getto di Trattato che istituisce l’Unione Europea, forte-
mente voluto da Altiero Spinelli.

66. 14-17 giugno 1984. Elezioni Parlamento Europeo. I citta-


dini dei 10 Paesi CEE eleggono 441 deputati.

67. 28-29 giugno 1985. Milano. Consiglio europeo e grande


manifestazione CCRE.

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68. 15 ottobre 1985. Consiglio d’Europa. Carta europea del-
l’autonomia locale.

69. 1° gennaio 1986. Terzo allargamento CEE. Portogallo,


Spagna.

70. 17-28 febbraio 1986. Lussemburgo - Aia. Atto unico eu-


ropeo (le quattro libertà di circolazione delle persone, delle
merci, dei capitali e dei servizi).

71. 23 maggio 1986. Muore Altiero Spinelli.

72. 14 aprile 1987. Domanda di adesione della Turchia alla


CEE.

73. 15-18 giugno 1989. Elezioni Parlamento Europeo. I citta-


dini dei 12 Paesi CEE eleggono 525 deputati.

74. 9 novembre 1989. Caduta del muro di Berlino.

75. 19 giugno 1990. Convenzione di Schengen (da parte di


Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi)
con la quale si eliminano i controlli alle frontiere comuni e
si introduce un regime di libera circolazione per i cittadini
degli Stati dell’Unione europea o di paesi terzi. La conven-
zione è entrata in vigore il 26 marzo 1995 in sette paesi.
Successivamente vi hanno aderito altri otto Paesi (l’Italia il
26 ottobre 1997), tra i quali Islanda e Norvegia che non
fanno parte della Unione europea.

76. 3 ottobre 1990. Riunificazione tedesca.

77. 7 febbraio 1992. Maastricht. Trattato che istituisce


l’Unione Europea (UE). Il Trattato formalizza il principio
di sussidiarietà e istituisce il Comitato delle Regioni, a
carattere consultivo, composto da rappresentanti delle col-
lettività regionali e locali.

71
78. dicembre 1993. LIBRO BIANCO della Commissione delle
Comunità Europee: “Crescita, competitività, occupa-
zione. LE SFIDE E LE VIE DA PERCORRERE PER EN-
TRARE NEL XXI SECOLO”.

79. 9-12 giugno 1994. Elezioni Parlamento Europeo. I citta-


dini dei 12 Paesi UE eleggono 567 deputati.

80. 1° gennaio 1995. Quarto allargamento. Unione Europea.


Austria, Finlandia, Svezia.

81. 28 novembre 1995. Dichiarazione di Barcellona sulla po-


litica euro mediterranea.

82. 2 ottobre 1997. Amsterdam. Trattato “consolidato” (reca


le versioni “consolidate” dei Trattati CE e UE).

83. 10-13 giugno 1999. Elezioni Parlamento Europeo. I citta-


dini dei 15 Paesi UE eleggono 626 deputati.

84. 23-24 marzo 2000. Lisbona. Consiglio Europeo. “Occu-


pazione, riforme economiche e coesione sociale. Politica
europea comune in materia di sicurezza e di difesa. Bal-
cani occidentali…”

85. 7 dicembre 2000. Nizza. Carta dei diritti fondamentali


dell’Unione Europea.

86. 26 febbraio 2001. Nizza. Trattato.

87. 15 dicembre 2001. Dichiarazione di Laeken e istituzione


della Convenzione per il futuro dell’Europa, con il com-
pito di elaborare una Costituzione per l’Europa.

88. 1° gennaio 2002. 11 Stati della Unione Europea adottano


l’€uro (poco dopo si aggiungerà la Grecia. Non fanno parte
della €uro zone Danimarca, Gran Bretagna e Svezia).

72
89. 1° maggio 2004. Quinto allargamento. Unione Europea.
Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repub-
blica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria.

90. 10-13 giugno 2004. Elezioni Parlamento Europeo. 25


Paesi UE. I cittadini europei eleggono 732 deputati.

91. 29 ottobre 2004. Roma. Trattato che adotta una Costitu-


zione per l’Europa.

92. 29 maggio e 1° giugno 2005. Francia e Olanda, con appo-


siti referendum popolari, bocciano il Trattato che adotta
una Costituzione per l’Europa.

93. 1° gennaio 2007. Sesto allargamento. Unione Europea.


Bulgaria e Romania.

94. 1° gennaio 2007. La Slovenia entra nella €uro zone (della


quale, pertanto, fanno parte 13 dei 27 Stati dell’Unione eu-
ropea).

95. 25 marzo 2007. Berlino. Dichiarazione sul futuro del-


l’Europa, in occasione del 50° anniversario dei Trattati di
Roma.

96. 21-22 giugno 2007. Bruxelles. Consiglio Europeo. Ac-


cantonato il Trattato che adotta una Costituzione per l’Eu-
ropa. Alla Conferenza Intergovernativa/CIG viene affidato
il mandato per la elaborazione di un nuovo Trattato (di
riforma) che modificherà il Trattato sull’Unione europea
(TUE) e il Trattato che istituisce la Comunità europea
(TCE): sarà denominato Trattato sul funzionamento del-
l’Unione.

97. 18-19 ottobre 2007. Lisbona. Consiglio Europeo. Ado-


zione del Trattato di riforma, nella versione proposta dalla
Conferenza Intergovernativa.

73
98. 20 novembre 2007. Il Parlamento Europeo approva l’in-
gresso di altri nove Paesi nell’area Schengen. Estonia, Let-
tonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Slovac-
chia, Slovenia e Ungheria si aggiungeranno agli altri 15
Paesi che già ne fanno parte, a partire dal 21 dicembre
2007.

99. 12 dicembre 2007. Il Parlamento Europeo, il Consiglio e


la Commissione proclamano la Carta dei diritti fonda-
mentali dell’Unione Europea (sostituirà il testo procla-
mato a Nizza il 7 dicembre 2000, a decorrere dall’entrata in
vigore del Trattato di Lisbona).

100. 13 dicembre 2007. Lisbona. Trattato che modifica il


Trattato sull’Unione Europea e il Trattato che istituisce
la Comunità Europea.

101. 1° gennaio 2008. Cipro e Malta entrano nella €uro zone.

102. 14 marzo 2008. Consiglio Europeo. Unione per il Medi-


terraneo. Comprende gli Stati membri dell’UE e gli Stati
costieri mediterranei non appartenenti all’UE.

103. 13 luglio 2008. Parigi. Vertice inaugurale dell’Unione per


il Mediterraneo. Adozione di una dichiarazione con-
giunta, sottoscritta dai rappresentanti dei governi di 44
Paesi che ne fanno parte. A causa del conflitto tra Israele e
la Palestina, solo nel gennaio 2010 sarà designato il Segre-
tario dell’UpM.

104. 1° gennaio 2009. La Slovacchia entra nella €uro zone.

105. 6-7 giugno 2009. Elezioni Parlamento Europeo. I citta-


dini dei 27 Paesi UE eleggono 736 deputati.

106. 19 novembre 2009. Bruxelles. Il Consiglio Europeo indica


il belga Herman Van Rompuy come Presidente e la inglese

74
Catherine Ashton come Alto rappresentante dell’Unione
Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza.

107. 1° dicembre 2009. Entra in vigore il Trattato di Lisbona


(che modifica il Trattato sull’Unione Europea e il Trattato
che istituisce la Comunità Europea) e, conseguentemente,
la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.

108. 10 febbraio 2010. Bruxelles. La Presidente della Regione


Piemonte e Presidente dell’AICCRE, Mercedes Bresso, è
eletta Presidente del Comitato delle Regioni.

109. 1° gennaio 2011. L’Estonia entra nell’€uro zone.

110. 1° luglio 2013. Settimo allargamento. Unione Europea.


Croazia.

111. 1° gennaio 2014. La Lettonia entra nell’€uro zone (com-


plessivamente fanno parte della €uro zone 18 dei 28 Stati
dell’Unione Europea).

112. 22-25 maggio 2014. Elezioni Parlamento Europeo. I cit-


tadini dei 28 Paesi UE eleggono 751 deputati. Il PE stabi-
lirà chi guiderà la Commissione Europea.

113. 1° luglio 2014. Presidente del Parlamento Europeo è il


tedesco Martin Schulz (Alleanza Progressista di Socialisti e
Democratici).
1° novembre 2014. Presidente della Commissione Eu-
ropea è il lussemburghese Jean-Claude Juncker (Partito
Popolare Europeo); Vicepresidente della Commissione Eu-
ropea e Alto rappresentante dell’Unione Europea per
gli affari esteri e la politica di sicurezza è l’italiana Fe-
derica Mogherini (Alleanza Progressista di Socialisti e De-
mocratici).
1° dicembre 2014. Presidente del Consiglio Europeo è il
polacco Donald Tusk (Partito Popolare Europeo).

75
I libri di Altiero Spinelli

A.S. e E.R. (A. Spinelli e E. Rossi), Problemi della Federazione


europea, prefazione di E. Colorni, Roma, Edizioni del
Movimento italiano per la Federazione europea, 1944: compren-
de Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto (Mani-
festo di Ventotene).
Il Manifesto di Ventotene è stato più volte ristampato: Roma,
Comuni d’Europa, Rivista dell’AICCRE, 1967; Napoli, Guida,
1982; Ventotene, Istituto di Studi federalisti Altiero Spinelli,
1988 (l’Istituto Spinelli ha pubblicato anche l’edizione inglese,
The Ventotene Manifesto, 1988 e quella francese, Le Manifeste
de Ventotene, 1988); Bologna, Il Mulino, 1991; Torino, CELID,
2001 (ristampa anastatica); Milano, Mondadori, 2006; Roma,
Consiglio Regionale Lazio, Provincia di Latina, Comune di
Ventotene, Federazione Lazio AICCRE, Istituto Altiero Spinelli,
2006 (ristampa anastatica); Roma, Regione Lazio, Istituto
Spinelli, 2008 (ristampa anastatica); Regione Lazio, Comitato
nazionale centenario nascita Altiero Spinelli, Sapienza
Università Roma, 2008 (nelle 23 lingue ufficiali dell’Unione
Europea); Milano, Corriere della Sera, 2010; Roma, Istituto
Fernando Santi, 2011; Roma, AICCRE, 2012; Roma, Il
Manifesto, 2014

Dagli Stati sovrani agli Stati Uniti d’Europa, Firenze, La Nuova


Italia, 1950

Lettere federaliste. 1953, Roma, Movimento Federalista


Europeo, 1954

Manifesto dei federalisti europei, Parma, Guanda, 1957 (ristampa


anastatica promossa dalla Federazione Lazio AICCRE, a cura
di Gabriele Panizzi, Roma, 2006); Manifeste des fédéralistes

76
européens. Projet, Paris, Société européenne d’études et
d’information, 1957; nuova edizione a cura di J.-F. Billion e
J.-L. Prevel, Gardonne, 2012

L’Europa non cade dal cielo, Bologna, Il Mulino, 1960

Tedeschi al bivio, Roma, Opere nuove, 1960

Che fare per l’Europa? (Atti dell’XI Convegno degli amici del
“Mondo”), a cura di A. Spinelli, Milano, Comunità, 1963

Rapporto sull’Europa, Milano, Comunità, 1965; The Eurocrats;


Conflict and crisis in the European Community, English Baltimore,
Johns Hopkins Press, 1966

Il lungo monologo, Roma, Ateneo, 1967

L’avventura europea, Bologna, Il Mulino, 1972. The European


Adventure: Tasks for the Enlarged Community, London, C. Knight,
1972. Agenda pour l’Europe, Paris, Hachette, 1972;

PCI, che fare?, Torino, Einaudi, 1978

La mia battaglia per un’Europa diversa, Manduria, Lacaita, 1979

Verso L’Unione Europea, Firenze, Istituto Universitario Europeo,


1983. Towards the European Union, Florence, European University
Institute, Luxembourg, Office for Official Publications of the
European Communities, 1983

Come ho tentato di diventare saggio. Io Ulisse, Bologna, Il


Mulino, 1984

Come ho tentato di diventare saggio. La goccia e la roccia,


Bologna, Il Mulino, 1987

Come ho tentato di diventare saggio (nuova edizione in un unico


volume), Bologna, Il Mulino, 1999 e 2006

Il progetto europeo, Bologna, Il Mulino, 1985

77
Discorsi al Parlamento europeo, 1976-1986, a cura di Pier Virgi-
lio Dastoli, Bologna, Il Mulino, 1987; Discours au Parlement
européen, 1976-1986, Bruxelles, Parlement Européen, 1986;
Speeches in European Parliament, 1976-1986, Roma, CSF, 1987

Battaglia per l’Unione. 1979-1986, Lussemburgo, Ufficio delle


pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee, 1988

Una strategia per gli Stati Uniti d’Europa, a cura di Sergio


Pistone, Bologna, Il Mulino, 1989

Diario Europeo, 1948-1969, 1970-1976, 1976-1986, a cura di


Edmondo Paolini, 3 voll., Bologna, Il Mulino, 1989-1991-1992

L’Europa tra Ovest ed Est, a cura di Cesare Merlini, Bologna, Il


Mulino, 1990

La crisi degli Stati nazionali: Germania, Italia, Francia, a cura


di Lucio Levi, Bologna, Il Mulino, 1990

Machiavelli nel secolo XX (scritti del confino e della clande-


stinità, 1941-44), a cura di Piero Graglia, Bologna, Il Mulino,
1993

La Rivoluzione Federalista (scritti 1944-47), a cura di Piero


Graglia, Bologna, Il Mulino, 1996

Interventi alla Camera dei Deputati, a cura di Luciano Violante,


Roma, Camera dei Deputati, 1996

Europa Terza Forza (scritti 1947-54), a cura di Piero Graglia,


Bologna, Il Mulino, 2000

Carteggio, 1961-1971 / Pietro Nenni, Altiero Spinelli, a cura di


Edmondo Paolini, Roma, Editori Riuniti, 2007

E. Rossi e A. Spinelli, “Empirico” e “Pantagruel”. Per un’Euro-


pa diversa. Carteggio 1943-1945, a cura di Piero Graglia,
Milano, Angeli, 2012

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I Quaderni di Ventotene

ITALIANO
1. A. Spinelli, E. Rossi. Il Manifesto di Ventotene, 1988, 1991
2. L. Levi, G. Montani, F. Rossolillo. Tre introduzioni al fe-
deralismo, 1989
3. M. Albertini, F. Rossolillo, G. Vigo, S. Woodard, Vento-
tene, il federalismo e la politica, 1995
4. M. Albertini, S. Pistone, Il federalismo, la ragion di stato
e la pace, 2001
5. G. Montani, Ecologia e federalismo. La politica, la natura
e il futuro della specie umana, 2004
6. Atti della celebrazione del ventesimo anniversario della
scomparsa di Altiero Spinelli (1986-2006), 2007
7. D. Grace, G. Montani, J. Pinder. Cambiamento climatico
e federalismo, 2008
8. D. Moro, S. Vannuccini. Il governo di un’economia fede-
rale sovranazionale e le sue istituzioni nell’esperienza
europea (Antologia di contributi), 2011
9. Manifesto di Ventotene e Progetto di Trattato che istituisce
l’Unione Europea: per rilanciare l’Europa federale, 2014

FRANCESE
1. A. Spinelli, E. Rossi, Le Manifeste de Ventotene, 1988
2. L. Levi, G. Montani, F. Rossolillo. Trois introductions au
fédéralisme, 1989
3. M. Albertini, F. Rossolillo, G. Vigo, S. Woodard, Ventotene,
le fédéralisme et la politique, 1995
4. M. Albertini, S. Pistone, Le fédéralisme, la raison d’État
et la paix, 2001

79
INGLESE

1. A. Spinelli, E. Rossi, The Ventotene Manifesto, 1988


2. L. Levi, G. Montani, F. Rossolillo, Three Introductions to
Federalism, 1989
3. M. Albertini, F. Rossolillo, G. Vigo, S. Woodard, Ventotene,
Federalism and Politics, 1995
4. M. Albertini, S. Pistone. Federalism, Raison d’État and
Peace, 2001
5. D. Grace, G. Montani, J. Pinder. Climate Change and
Federalism, 2008
6. L. Levi. Which Form of Government for the European
Union? 2010
7. D. Archibugi, G. Montani. European Democracy and
Cosmopolitan Democracy, 2011

Finito di stampare nel mese di dicembre 2014


dalla Tipografia Pi-Me Editrice srl - Pavia

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