Microfoni e Pickup

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ELECTRONIC MUSIC

Photo: Augusto Biagini


MICROFONI E PICKUP
MICROFONI
PICKUP
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Microfoni

I microfoni sono dei trasduttori.


Permettono cioè di passare da onda sonora a segnale elettrico.
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Microfoni
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Divisione per metodi di funzionamento: Il diaframma funge da


armatura mobile di un condensatore a
funzionamento: capacità variabile. La tensione proveniente
dalla phantom power carica il condensatore e
viene “modulata” dal condensatore variabile in
funziona della forma d’onda che lo investe.

a Condensatore
Microfono generalmente
molto sensibile, più costoso
e adatto per le registrazioni
in studio. Per funzionare
necessita di un’energia
ausiliaria che prende il
nome di phantom power
(48v) che può essere
fornita attraverso il mixer a
cui sono collegati oppure
con batterie interne al
microfono.
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Microfoni
Dimensioni della capsula
Nei microfoni a condensatore le dimensioni della capsula o dimensioni
del diaframma determinano molte delle caratteristiche del microfono.

Small diaphragm Large diaphragm


Condenser Condenser
< 1 inch (2,5 cm) > 1 inch (2,5 cm)
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Microfoni
Dimensioni della capsula

Small diaphragm Large diaphragm


Condenser Condenser

Disturbo intrinseco

Sensibilità

Capacità di far fronte a SPL importanti

Range di frequenze percepite

Influenza dell’ambiente

Range dinamico
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Microfoni
a Condensatore

Neumann AKG SE Electronics


M149 P170 SE 4400A
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funzionamento: è costituito da un diaframma al


quale è collegata rigidamente una bobina
mobile che si muove tagliando le linee di forza
di un campo magnetico. La tensione indotta che
si preleva ai capi della bobina risulta
proporzionale al movimento del diaframma e
quindi dell’onda sonora che lo investe.

Dinamico (o a
bobina mobile)
Generalmente meno
sensibile agli shock
meccanici e
all'effetto Larsen e
quindi adatto per il
live. Meno costoso
dei condensatori,
non necessita di
phantom power.
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Microfoni
Dinamico (o a bobina mobile)

Shure Shure AKG


SM58 SM57 D112
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funzionamento: è un caso particolare del microfono


a bobina mobile. Troviamo sempre un magnete ma
al posto della bobina qui abbiamo un sottilissimo
nastro metallico che funge contemporaneamente
da diaframma e da elemento trasduttore di energia
meccanica in energia elettrica. Tra le estremità del
nastro è prelevabile una tensione elettrica che è
proporzionale alla velocità con cui esso si muove.

a Nastro
(ribbon)
E’ molto delicato e
sensibile agli shock
meccanici. Può
raggiungere
un’elevata sensibilità
e risulta quindi ottimo
per la registrazione in
studio.
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Microfoni
a Nastro (ribbon)

Royer Labs RCA Sontronics


R-122V 44BX Apollo
(stereo)
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Microfoni “speciali”
funzionamento: È costituito da un materiale
detto piezoelettrico che ha la proprietà di
generare un segnale elettrico quando viene
schiacciato. Lo schiacciamento è dovuto
direttamente alla superficie del corpo
vibrante su cui è appoggiato il microfono.

Microfono
Piezoelettrico a
Contatto
Traduce in segnale audio le
vibrazioni dirette di un
corpo a cui è appoggiato.
Per questa ragione non
produce un segnale molto
fedele a quello che
ascoltiamo ma riduce a zero
il rischio di effetto Larsen,
risultando ottimo per
esempio per microfonare
strumenti ad arco in
situazioni dal vivo.
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Microfoni “speciali”
funzionamento: Sono praticamente dei
microfoni dinamici o a condensatore con
una capsula resistente all’acqua

Idrofoni
Gli idrofoni nascono
come strumenti scientifici
per lo studio dei fondali
marini, sostanzialmente si
tratta di membrane
microfoniche
impermeabili che
captano le vibrazioni
attraverso l’acqua.
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Microfoni
Risposta in frequenza
La risposta in frequenza di un microfono è la sensibilità del microfono alle diverse frequenze.
E’ rappresentata tramite un diagramma cartesiano: sulle ascisse la frequenza presa in esame, e
sulle ordinate il guadagno o l'attenuazione in dB della corrispondente frequenza.

Risposta in frequenza lineare Risposta in frequenza ottimizzata


Tutte le frequenze vengono riprese in modo Una risposta in frequenza ottimizzata è
equivalente dal microfono. Questa risposta si generalmente pensata per enfatizzare una
adatta ad applicazioni che necessitano di una particolare sorgente sonora in una certa
riproduzione naturale della sorgente sonora, applicazione.
senza “colorare” il suono originale.
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Microfoni
Risposta in frequenza

Frequency
response di
un Neumann
M 149
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Microfoni
Risposta in frequenza

Frequency
response di
un Beta SM57
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Microfoni
Risposta in frequenza

Frequency
response di un
Beta 58 A alle
diverse
distanze dalla
sorgente
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Microfoni
Regolazioni (pad e low-cut)
PAD
Permette di attenuare la
dinamica del suono in
ingresso.
Da utilizzare in caso di
sorgenti molto rumorose.

LOW-CUT filter
Permette di attenuare le
frequenze basse in
ingresso.
Di solito si attiva per
ridurre l’interferenza del
vento o altri tipi di
disturbo.
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Microfoni
Pattern polari

La caratteristica
polare (pattern
polare),
descrive la sensibilità
di un microfono
relativa all’angolo di
arrivo del suono, cioè
come il microfono
sente i suoni
provenienti dalle
diverse direzioni.
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Microfoni
Pattern polari

Cardioide
Ha la sensibilità più elevata
direttamente in asse davanti alla
capsula e la sensibilità minima a
180° fuori asse, dietro alla
capsula.
Questa caratteristica polare lo isola da fonti
sonore indesiderate ed offre una buona
immunità all’innesco dell’effetto Larsen
rispetto ai microfoni omnidirezionali.
Un microfono cardioide è quindi
particolarmente adatto all’utilizzo sui palchi
con elevate pressioni sonore.
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Microfoni
Pattern polari

Supercardioide e Ipercardioide
Offrono un’apertura di ripresa in
asse più ristretta rispetto a quelli
con la caratteristica cardioide e
una maggiore attenuazione del
suono ambientale. Di contro
sono caratterizzati anche da una
leggera sensibilità dalla parte
posteriore.
Quindi è importante posizionare i monitor
sul palco tenendo conto di questo fatto.
Questi microfoni sono più adatti alla
ripresa di sorgenti individuali in ambienti
rumorosi. Sono i più resistenti ai problemi
di feedback.
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Microfoni
Pattern polari

Omnidirezionale
Ha una sensibilità che non varia a
seconda dell’angolo dal quale
proviene il suono, perciò, il
microfono non deve essere
puntato in una direzione
specifica.
Questo è utile, soprattutto nel caso dei
microfoni lavalier.
Non permettendo di selezionare una
specifica sorgente sonora, contribuisce
facilmente all’innesco dell’effetto Larsen.
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Microfoni
Pattern polari

Figura 8 (bidirezionale)
Questo microfono riprende
sorgenti sonore dalle parte
anteriore e posteriore della
capsula, ma non dai lati. Nelle
due zone ha una ripresa con
angoli molto stretti risultando
quindi molto selettivo.
I microfoni con questa caratteristica
polare sono tipicamente microfoni a
nastro o microfoni a condensatore con
diaframma largo.
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Microfoni
Accessori
Supporto
antivibrazione (ragno)

Fondamentale in studio
di registrazione per i
microfoni a
condensatore e a nastro.
Ha lo scopo di attutire le
vibrazioni meccaniche
provenienti dall’asta e
quindi dal terreno su cui
l’asta è appoggiata.
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Microfoni
Accessori
Filtro antipop (pop filter)

E’ usato soprattutto in studio e


serve per ridurre o eliminare
gli artefatti causati in
particolare da alcune
consonanti (per esempio la ‘p’)
che sono generati dall’impatto
dell’aria sulla membrana del
microfono mentre si registra
una voce.

Permette anche di proteggere


il microfono dalla saliva che col
tempo può danneggiarlo.
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Microfoni
Accessori
Filtro antivento

Consiste di un involucro
spugnoso che va montato
sopra la capsula del
microfono e che, come
suggerisce il nome stesso,
rappresenta un efficace
sistema per ridurre il
disturbo provocato dal
vento e dalle consonanti
sibilanti.
E’ fondamentale per la
registrazione in esterno
(field recording).
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Microfoni
Accessori

Riflettore parabolico

Si applica prima della


capsula del microfono e
permette di puntare il
microfono stesso verso
una sorgente sonora ben
precisa. Il suono viene
raccolto fisicamente dal
riflettore che lo indirizza
alla capsula del
microfono rendendo
molto selettiva la ripresa.
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Microfoni
Tecniche di ripresa stereofonica
L’utilizzo di due o più microfoni per creare un’immagine stereo
fornisce profondità e localizzazione spaziale di uno strumento
nella registrazione. Ci sono tanti diversi metodi per ottenere la
stereofonia.
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Microfoni
Tecniche di ripresa stereofonica

MICROFONI COINCIDENTI
Per questi tipi di microfonazione, i
microfoni vengono collocati nello stesso
punto. Questo fa sì che ai due microfoni
arrivino due segnali pressoché identici,
e la differenza tra i due sarà dettata solo
dall’ampiezza e non dalla fase.

Per questo, una microfonazione di


questo tipo fornisce un segnale “mono-
compatibile” di frequente utilizzo in
ambito radiotelevisivo, ma anche nella
registrazioni di strumenti dalla spazialità
ridotta.
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Tecniche di ripresa stereofonica

La Tecnica X/Y
Utilizza due microfoni identici con
caratteristica polare cardioide, con
le capsule dei due posizionati
proprio in contatto una con l’altra
(coincidenti) o separate una
dall’altra da meno di 30 cm (quasi-
coincidenti). I microfoni vengono
orientati uno verso l’altro ad un
angolo da 90° a 135°, a seconda
delle dimensioni della sorgente
sonora e dell’immagine
stereofonica desiderata. La coppia
viene posizionata con il punto
centrale delle due capsule puntato
alla sorgente. I due microfoni
vengono indirizzati con il pan alla
destra e alla sinistra nel mix
stereofonico.
A causa della vicinanza dei due microfoni, il
suono arriva alle due capsule nello stesso
momento, riducendo (nel caso della coppia
quasi-coincidente) o eliminando
completamente (nel caso della coppia
coincidente) i problemi di sfasamento possibili
con la tecnica A/B.
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X/Y MICROFONI COINCIDENTI


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X/Y MICROFONI COINCIDENTI


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Tecniche di ripresa stereofonica

Tecnica Mid-Side (M/S)


La tecnica M/S impiega una
capsula microfonica con
caratteristica polare cardioide ed
una capsula bidirezionale,
configurate in modo coincidente.
La capsula cardioide (mid) viene
puntata direttamente alla sorgente
sonora mentre la capsula
bidirezionale (side) riprende a
destra e sinistra i suoni fuori asse
della capsula cardioide.

Il segnale del cardioide viene posto al centro


del mix, mentre quello del bidirezionale viene
mandato a due canali posizionati a destra e
sinistra, con uno dei due in controfase rispetto
all’altro. Regolando il livello del segnale “mid”
rispetto al segnale dei lati, si può creare
un’immagine stereo più ampia e più stretta,
senza spostare i microfoni. Questa tecnica è
perfettamente compatibile con la
riproduzione in monofonia e,
conseguentemente, viene utilizzata
moltissimo nella applicazioni radio-televisive.
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M/S MICROFONI COINCIDENTI


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M/S MICROFONI COINCIDENTI


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Microfoni
Tecniche di ripresa stereofonica

MICROFONI VICINI
Queste tecniche prevedono l'impiego di
due microfoni posti ad una piccola
distanza l’uno dall’altro. In caso di sorgenti
molto ampie tanto le distanze quanto le
inclinazioni reciproche tra i microfoni
possono essere modificate.
Con questa configurazione, oltre alle
differenze di ampiezza, si è un grado di
registrare anche le differenze di fase tra i
due segnali.
Questo da una parte migliora la resa
dell'effetto stereo ma pregiudica
sensibilmente la mono-compatibilità di
questa tecnica.
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Tecniche di ripresa stereofonica

Tecnica ORTF
Questa tecnica
stabilisce di
posizionare i due
microfoni a
condensatore con
diagramma polare
cardioide ad una
distanza di 17 cm e ad
un angolo di 110°.
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ORTF MICROFONI VICINI


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Tecniche di ripresa stereofonica

Tecnica NOS
Prevede l'utilizzo di
due microfoni a
cardioide posti a 30
cm di distanza con un
angolo di 90°.
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NOS MICROFONI VICINI


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Microfoni
Tecniche di ripresa stereofonica

MICROFONI LONTANI
I microfoni vengono posti a grande distanza gli uni dagli altri. La
distanza tra i microfoni dipende dalla dimensione della sorgente
sonora. La regola è di mantenere il rapporto 3:1 tra la distanza tra i
microfoni tra di loro e la distanza dei microfoni dalla sorgente sonora.
Queste tecniche impediscono di avere una compatibilità mono.
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Tecniche di ripresa stereofonica

Tecnica A/B (Coppia


Distanziata)
Utilizza due microfoni con
caratteristica polare cardioide
o omnidirezionale, separati da
una distanza da 1 a 3 metri e
indirizzati con il pan
completamente a destra e a
sinistra nel mix.
Questa tecnica si usa spesso
per la ripresa dell’immagine
stereo di un gruppo o di uno
strumento. La separazione
stereofonica in questo caso
risulta molto ampia.
A causa della distanza relativamente
grande tra i due microfoni e la
conseguente differenza nel tempo di
arrivo del suono ai microfoni, possono
risultare delle cancellazioni e delle
somme a certe frequenze.
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A/B MICROFONI LONTANI


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Microfoni
esempi di posizionamenti
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Microfoni
esempi di posizionamenti
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Microfoni
esempi di posizionamenti
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Microfoni
esempi di posizionamenti
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Microfoni
esempi di posizionamenti
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Pickup magnetici funzionamento: composto da una serie di nuclei di


materiale magnetico (uno per ogni corda) intorno ai
quali vengono avvolte numerose spire di sottile filo
conduttore. Può essere attivo (richiede energia
attraverso batteria o phantom) o passivo. La
vibrazione della corda (di metallo!) della chitarra
Sono i pickup produce un'interferenza nel campo elettromagnetico
del nucleo che a sua volta induce una debole
responsabili di corrente elettrica nelle spire avvolte intorno.
trasdurre il
suono di una
chitarra
elettrica, di un
basso
elettrico o di
un pianoforte
elettrico in
segnale
elettrico.
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Pickup magnetici CHITARRE E BASSI ELETTRICI

In relazione al numero di avvolgimenti che compongono il pick-up, si parla di


single coil (una sola bobina), e humbucker (due avvolgimenti).

Formato da una bobina di filo Sono due single coil accoppiati ma humbucker
con le bobine invertite
single molto sottile avvolta intorno ad
un certo numero di magneti. magneticamente ed elettricamente
coil una rispetto all’altra.

Il suono è caratterizzato da una


timbrica brillante, definita e con Il suono del pickup humbucker è più
potente, pieno, ricco nei medi e
rapido attacco.
quindi meno brillante rispetto a un
single coil.
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Pickup magnetici CHITARRE E BASSI ELETTRICI


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Pickup magnetici CHITARRE E BASSI ELETTRICI

La distanza di un pickup dalle corde e dal ponte determinerà il


volume e timbro:
più vicino il pickup alle corde e al ponte: più volume, più acuti, meno sustain.
più lontano il pickup dalle corde e dal ponte: più medio-bassi, meno volume e
meno acuti.
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Pickup magnetici PIANOFORTE ELETTRICO

In un pianoforte elettrico tipo


Fender Rhodes, l’azione è
simile a quella di un
pianoforte tradizionale, ma
mentre in quest'ultimo la
pressione sui tasti causa la
percussione di alcune corde
metalliche da parte di un
martelletto ricoperto di feltro,
nel Fender Rhodes i martelletti
percuotono cilindretti metallici
(di lunghezze diverse in base
alla nota), chiamati tine, per
creare un suono metallico.

Questi entrano anche in


risonanza con sbarre
accordate (risonatori) poste
sopra ogni tine creando così
un effetto morbido e
gradevole.
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Pickup magnetici PIANOFORTE ELETTRICO

La nota è prodotta, proprio come avviene nella chitarra elettrica, da


un pickup magnetico. L'uscita del pickup viene portata in ingresso
ad un amplificatore che può essere regolato all'intensità desiderata.

Risonatori Meccanica Amplificatore


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Strumenti elettrici
Negli strumenti elettrici che abbiamo visto, il timbro non è
dipendente solamente dallo strumento ma dall’intera catena.

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