Tanto Gentile e Tanto Onesta Pare

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TANTO GENTILE E TANTO ONESTA PARE


Dante Alighieri
(Vita nuova, XXVI)

Lode a Beatrice
Tanto e tanto onesta pare sonetto che fa parte della raccolta Vita nuova, prosimetro, ovvero
insieme di testi in prosa e testi in rima, dedicati all’amore per Beatrice.
Beatrice è la donna-angelo della poesia dello stilnovo, creatura sublime di grande nobiltà d’animo
e modestia, il tramite per elevarsi a Dio.

TESTO PARAFRASI

[1] Tanto gentile e tanto onesta pare [1] La mia donna (donna mia - la signora, la padrona del
la donna mia quand’ella altrui saluta, mio cuore – latinismo da domina) si mostra (pare)
ch’ogne lingua deven tremando muta, tanto (tanto…tanto -anafora) nobile (gentile - nobile
e li occhi no l’ardiscon di guardare. d’animo) e onesta (onesta – latinismo – integra e pura),
quando saluta la gente (altrui - impersonale), tanto che
tutti fanno silenzio (ogne lingua deven tremando muta
- metafora) e gli occhi non osano (ardiscon) guardarla.

[5] Ella si va, sentendosi laudare, [5] Ella procede (si va), sentendosi lodare (laudare -
benignamente d’umiltà vestuta; latinismo), umile (d’umiltà vestuta – metafora) e
e par che sia una cosa venuta benevolente (benignamente - latinismo), e pare sia una
da cielo in terra a miracol mostrare. creatura scesa dal cielo (cosa venuta da cielo - cioè
creata da Dio) sulla terra per mostrare la potenza divina
(miracol mostrare - similitudine).

[9] Si mostra (mostrasi) talmente bella (sì piacente) a


[9] Mostrasi sì piacente a chi la mira, chi la guarda (la mira - latinismo), che infonde tramite
che dà per li occhi una dolcezza al core, gli occhi (per li occhi – topos ricorrente nel dolce
che ‘ntender non la può chi no la prova; stilnovo) una dolcezza al cuore che può capire solo chi
la sperimenta direttamente (che ‘ntender non la può
chi no la prova)

[12] e sembra che dal suo viso (labbia – latinismo -


[12] e par che de la sua labbia si mova sineddoche) emani (si mova - latinismo) un soave
uno spirito soave pien d’amore, sentimento (spirito - personificazione) pieno d’amore
che va dicendo a l’anima: Sospira. che dice (va dicendo - perifrasi) all’anima: Sospira.
Riassunto
Prima strofa (vv.1-4) – Il saluto della donna:
• Quando Beatrice appare e saluta, tutti gli uomini rimangono talmente colpiti che non sono
più in grado di parlare e di guardarla negli occhi.
Seconda strofa (vv.5-8) – Il miracolo della donna:
• La donna cammina con umiltà e sembra una creatura venuta dal cielo, una creatura
miracolosa.
Terza strofa (vv.9-11) – La bellezza della donna:
• La donna è così bella che trasmette una grande dolcezza al cuore di chi la ammira e solo chi
la prova direttamente può comprendere.
Quarta strofa (vv.12-14) – Il sospiro:
• Sembra che dal volto della donna uno spirito dolce e pieno d’amore dica all’anima: Sospira.

Tematiche della poesia


Le tematiche che emergono dal sonetto sono:
• La lode di Beatrice, creatura la cui natura simile ad un angelo la rende un tramite divino;
• Il saluto di Beatrice e il suo effetto benefico che porta salvezza a chi la guarda.

Analisi del testo


In questo sonetto, una delle più intense e alte espressioni della lode di scuola stilnovista, il
passaggio per la via rappresenta un momento beatifico e Beatrice è una creatura celestiale di alte
qualità morali e ineffabile dolcezza.
Manca del tutto ogni accenno alle sue qualità fisiche, infatti al centro del componimento vi è la
descrizione delle caratteristiche interiori della donna e la raffigurazione dei fenomeni da ella
causati.
Nel primo verso Dante presenta Beatrice come una donna gentile e onesta, questi due aggettivi
hanno in poesia un significato diverso da quello del linguaggio odierno:
• Gentile significa di carattere nobile, elevato. Si riferisce all’aspetto interiore: virtù morali ;
• Onesta significa dal comportamento dignitoso e rispettoso. Si riferisce all’aspetto
esteriore: gesti e portamento.
Dante mira quindi a descrivere non tanto la bellezza fisica di Beatrice quanto la bellezza della sua
anima perché Beatrice non è semplicemente una donna bella ma è soprattutto una creatura che
avvicina l’uomo a Dio, un angelo. Andando oltre l’apparenza ella è simbolo della divinità.
Per questo suo essere celestiale il suo saluto ha il compito di trasmettere il messaggi o di salvezza
inviato da Dio a coloro che sono in grado di coglierlo.
Per conferire alla lode un carattere di oggettività e verità Dante ricorre all’uso di vari indefiniti:
• altrui, v.2;
• ogne lingua, v.3;
• li occhi, v.4;
• chi, vv.9 e 11;
• al core, v.10;
• a l’anima, v.14.
L’unico riferimento soggettivo, alla persona del poeta, è dato dal possessivo mia del verso 2.

Parole chiave
Numerose le parole chiave del sonetto:
• pare / mostrare / mostrasi: termini relativi alla apparizione quasi divina, miracolosa, di
Beatrice;
• salutare: dal latino salutem dare = salutare augurando salvezza.
• miracol / mira: dal latino, il primo da miraculum = cosa meravigliosa e il secondo da mirare
= meravigliarsi;
• occhi / chi: termini collegati perché in poesia gli occhi sono le finestre dell’anima,
attraverso loro la dolcezza della donna arriva al cuore di chi la guarda. Inoltre, da notare
che il soggetto chi è contenuto nel termine occhi.

Il saluto
Nella prima strofa del sonetto emerge il tema del saluto, il cui effetto si ripercuote sia sulle facoltà
visive, sia su quelle espressive di colui che incrocia lo sguardo, in quanto in base al significato della
parola latina porta salute all’anima, ovvero dona la salvezza spirituale.
Il tema dell’incontro amoroso per via in Tanto gentile e tanto onesta pare si differenzia
radicalmente da quello raccontato da Guinizzelli nella sua lirica Lo vostro bel saluto e ‘l gentil
sguardo in cui lo sguardo e il saluto dell’amata provocano nel poeta dolore ed angoscia, qui, in
questo sonetto invece l’effetto è benefico e salvifico.

Influsso di Cavalcanti
Nel sonetto Tanto e tanto onesta pare il concetto di amore, tipico di Cavalcanti, visto come
angoscia e dolore per l’inadeguatezza del poeta di fronte alla perfezione della donna che la rende
inconoscibile e inarrivabile, è superato dall’entusiasmo della lode e dall’ammirazione per le qualità
della donna. Tuttavia, molte tracce dell’influsso di Cavalcanti rimangono in alcune riprese
lessicali, concetti e versi, per esempio:
• personificazione dello spirito d’amore;
• il tremore che rivela lo sgomento di chi ammira davanti a tanta perfezione;
• immagine del Sospiro;
• stilemi come: gentile, dolcezza, piacere, salute;
• il tema dell’ineffabilità dell’esperienza amorosa espresso nel concetto che chi non prova
direttamente non può comprendere cosa significhi.

Analisi metrica
Sonetto di 14 endecasillabi suddivisi in 2 quartine e 2 terzine. Schema a rima incrociata (ABBA /
ABBA) nelle quartine e invertita (CDE / EDC) nelle terzine, tipologia tipica della poesia stilnovistica.
Ritmo lento, pacato e lineare. L’aggancio tra quartine e terzine è costituito dalla ripresa del
termine chiave: mostrare / mostrasi.
Gli enjambements ai vv. 1-2, 7-8, 12-13 riferiti amplificano l’effetto dell’attesa dell’evento
miracoloso legato alla apparizione di Beatrice.
L’uso degli aggettivi è piuttosto scarso mentre, come caratteristico di Dante, prevale l’utilizzo dei
verbi, infatti, ad eccezione del penultimo verso, in tutti gli altri vi sono da uno a tre verbi per
ognuno.
Numerose le allitterazioni.
Vi è una simmetria strutturale tra la prima quartina e la prima terzina con l’utilizzo delle
preposizioni consecutive:
• tanto…che, vv.1-3;
• sì…che, vv.9-10.
Figure retoriche
Approfondimento di alcune figure retoriche:
Anastrofe
• Tanto gentile e tanto onesta pare / la donna mia, vv.1-2;
• quand’ella altrui saluta, v.2
• benignamente d’umiltà vestuta, v.6
• da cielo in terra a miracol mostrare, v.8
Chiasmo
• miracol mostrare / Mostrarsi…mira, vv. 8-9
Perifrasi
• va dicendo, v. 14 – va dicendo per dire dice è una perifrasi molto usata nell’italiano antico.
Similitudine
• par che sia una cosa venuta / da cielo in terra a miracol mostrare, vv.7-8
Sineddoche
• dolcezza al core, v.10 – la parte per il tutto: cuore sta per persona - non è il cuore ad essere
dolce ma la persona
• de la sua labbia si mova, v.12 – la parte per il tutto: labbra (labbia) sta per viso, volto.