Cacciari - Sinisteritas
Cacciari - Sinisteritas
Cacciari - Sinisteritas
Bompiani
MASSIMO CACCIARI
SINISTERITAS
AvvrntpruzA Dnrr,'EnrronB
I1 progetto di questo libro è nato in occasíone del conve- 1. Mario Tronti inizia il suo recente saggio Sinistra chie-
gno su "fl concetto di sinistra" tenuto a Roma iI20,2I e22 dendosi se la sinistra si sia finalmente emancipata dagli origi-
ottobre, per iniziativa dell'Assessorato alla Cultura di quel nati connotati negativi del termine. Se è vero che il pensiero
Comune. Non era possibile raccogliere in volume tutti i concresce al linguaggio e che il linguaggio ci parla,l'interro-
contributi al convegno, e neppure i molti interessanti: si è gativo non appare afÍatto estravagante. 11 termine "sinistra"
dovuta fare una scelta. La decisione di interpellare soltanto patisce dawero una stotia Íatale,la sua vicenda, anzi, è meta-
gli autori che figurano nel libro è imputabile esclusivamente storica, appartiene ai simbolismi-chiave della nostra civil-
all'Editore. I loro testi sono, in gran parte, una rielaborazio- tà, al nosro inconscio collettivo. Difficile districarsene - ep-
ne o un rifacimento degli interventi pronunciati al convegno. però non vi è dubbio che questi originari, mitici connotati
si siano andati spegnendo progressivamente nelle lingue eu-
ropee moderne. fn realtà, essi permangono in modo evidente
solo nell'italiano. Link non ha alcun senso negativo-spre-
giativo, e così pure left o gauche. Per indicare qualcosa di
malvagio, nemico o anche semplicemente inquietante non si
userà mai, in queste lingue, il termine usato ad indicare
la sinistra.,L'antica accezione si conserva solo in locuzioni
particolari: left-handner.r per dire inettitudine, goffaggine,
ihe traduce alla lettera il latino sinisteritas; oppure links
anzieben, indossare qualcosa a roaescio. Si può perciò affer-
mare che, pur con I'importante "caso" italiano, le sinistre
europee si siano già di fatto emancipate da quel pesante arra-
tema che gîavava sulla mano sinistra, sinistra - spiegava
Ovidio - perché studiosa sinistri: natae ad furta sinistrae.
Le sinistte europee non soffrono complessi della mano
sinistra, né manifestano nostalgie della mano destra (fuor-
ché in Italia? ancora un "caso"?), ma si sono sempre raffi'
gurate come rette. La sinistra, in realtà, non si è mai conce-
pita come sinistra, bensì come quella patte dello schieramen-
to politico che insiste sulla posizione rerta. A guardar bene, sua geografia, verso la posizione giusta-retta, verso la posí-
già qui minaccia di fuanarc una geografia politica basata zione centrale ptopúa àeI régere-rex - e così costtetto, ma-
sullo schema destra-sinistra. Un tale schema non opera nella gari per le vie più impervie e con I'immaginazione più au-
immagine che ogni parte politica tende a darc di sé, poiché dace, a far propria l'animistica superstizione di poter fonda-
ognuna si considera come veîa detenrice della posizione re i propri " giudizi" su Diritti fondamentali.
retta (né desta, né sinistra) . Rectus viene da regere: indica L'irnpostazione del problema politico in termini destra-
la funzione di gouerno cui ogni forza politica si sente vo- sinistra tipica di un messaggio che intende indune
cata. Non però un governo qualsiasi, ma un govetno retto, a scelte ^pp^re
operative nette, tese a includere o a escludere rapi-
non un governo che si afiicola in leggi qualsiasi, ma che si damente e efficacemente da1 goaerno interi gruppi, interes-
esprime sulla base di un Diritto retto. Se si intende, come si si, culture. È inevitabile che un tale messaggio assuma anche
intende, e in particolarissimo modo da parte della sinistra tonalità moralistiche: ciò fa parte della necessità di fat ap-
in tutta la sua storia, la funzione di governo in quanto parire I'avversario come storto, contorto, sordo, sinistro. In-
regere, allora necessariamente la si esprime in quanto fonda- somma, la rappresentazione del sistema politico in questi
ta su un richtige Recht. Poiché, come Benveniste ci ha spie- termini vuole indurre decisioni drastiche, impore scelte di
gato, rex-regere viene dal greco orégo, stendere-tracciate, rec- schieramento: amico-nemico (con buona pace di chi usa tale
tus signlfica allora diritto conze la linea tracciata dal rex; schema, ma respinge pregiudízialmente Carl Schmitt).
regere significa ttacciare confini perfetti, assegnare stabili Ma, d'altta parte, e vicevefsa, l'intero sistema, che così
tòpoi, assoggettare ad essi. In opposizione a tutto ciò che si rappresenta, all'interno di ognuna delle sue articolazioni,
apparc storto, contorto, labirintico, e perciò infido, perfido, non privilegia affatto né destra né sinisra; anzi, si può
mentitore... sinistro. È nella Íamiglia semantica del orégo- quasi affermare che vi è proporzionalità, diretta tra il setta-
tegere-rex che rinraccerei alcune delle figure mitiche della rismo dicotomico della rappresentazione generale e la posi-
sinistra, piuttosto che in quella indicata dal suo nome. La zione di ptivilegio di cui godono, all'interno di ognuna delle
sinistra è la f.orza del ricbtige Recht, della "linea" diritta, forze che compongono il sistema, di ognuno dei suoi sotto-
bene ttacciata. Essa, semmai, irrompe da una parte, da sini- insiemi, le posizioni centrali, in quanto elementi retti, por-
stra, ma per giungere alla posizione retta, dove l'ordine è tatori del díkaion. 11 modello destra-sinistra è in realtà tutto
rístabilito, i confini segnati secondo verità. Essa ri-volge la articolato intorno alle posizioni di mezzo. Sono gli "assi che
situazione malata, contorta, mentitrice, la situazione " sini- non vacillano" dei diversi schieramenti, dove soltanto si è
stra", in nome di uî retto régere da stabilire o ri-stabilire. dawero "in linea", si dispone dell'arte, tipica del rex, di
Per la sinistra, la desffa è costituzionalmente inadatta a ciò, stendere-tracciare linee davvero diritte e perciò giuste. Il
incapace di esprimere un richtige Recht - e dunque incapa- mezzo denota, d'altronde, fortissime, originarie affinità col
ce di autentica ti-voluzione (rottura, salto che si impongono régere. Quelle del mezzo sono le posizioni che hanno rnisu-
soltanto laddove i rapporti sociali e culturali appaiono de- ra, le posizioni che sanno, cioè, rnediare, e che, mediando,
rugliati). Infatti, la sinistra non ha mai riconosciuto rivo- guariscono la comunità dai mali da cui è afÍLitta. Il mezzo è
luzioni di desma, ma soltanto contro-rivoluzioni; per la si- 1l tópos del ruedicu.s: arte della mediazione in quanto gua-
nistra, la desta impedisce sistematicamente che la situazio- rire. E Benveniste continua awertendoci che nell'antico osco
ne malata si ri-voluzioni. Speculare rappîesentazione ha la mediss era lo stesso iudex, colui che diceva lo ius.
destra della sinistra. Questa rappresentazione del sistema politico è perciò una
Un modello politico costuito sui termini destra-sinisua rappresentazione lineare-assiale. In essa, ogni posizione ha
appate, perciò, altamente paradossale , 91à alla luce di queste un proprio tópos ben definito, è soggetta a unNomos infles-
brevi considerazioni "linguistiche". Da un lato, infatri, esso sibile. Questi diversi tópoi vengono, però, contemporanea'
sembra strutturarsi secondo un massimo di dicotomicità, men- mente, gerutchizzati in base alla prepotenza del centro, del
tte, dall'altro, è in realtà tutto gravitante, in ogni luogo della mezzo, dove si colloca 1l medicus-rex. L'inteto sistema è in-
I
to politico che insiste sulla posizione rerta. A guardar bene, sua geografia, verso la posizione giusta-retta, verso la posí-
già qui minaccia di fuanarc una geografia politica basata zione centrale ptopúa àeI régere-rex - e così costtetto, ma-
sullo schema destra-sinistra. Un tale schema non opera nella gari per le vie più impervie e con I'immaginazione più au-
immagine che ogni parte politica tende a darc di sé, poiché dace, a far propria l'animistica superstizione di poter fonda-
ognuna si considera come veîa detenrice della posizione re i propri " giudizi" su Diritti fondamentali.
retta (né desta, né sinistra) . Rectus viene da regere: indica L'irnpostazione del problema politico in termini destra-
la funzione di gouerno cui ogni forza politica si sente vo- sinistra tipica di un messaggio che intende indune
cata. Non però un governo qualsiasi, ma un govetno retto, a scelte ^pp^re
operative nette, tese a includere o a escludere rapi-
non un governo che si afiicola in leggi qualsiasi, ma che si damente e efficacemente da1 goaerno interi gruppi, interes-
esprime sulla base di un Diritto retto. Se si intende, come si si, culture. È inevitabile che un tale messaggio assuma anche
intende, e in particolarissimo modo da parte della sinistra tonalità moralistiche: ciò fa parte della necessità di fat ap-
in tutta la sua storia, la funzione di governo in quanto parire I'avversario come storto, contorto, sordo, sinistro. In-
regere, allora necessariamente la si esprime in quanto fonda- somma, la rappresentazione del sistema politico in questi
ta su un richtige Recht. Poiché, come Benveniste ci ha spie- termini vuole indurre decisioni drastiche, impore scelte di
gato, rex-regere viene dal greco orégo, stendere-tracciate, rec- schieramento: amico-nemico (con buona pace di chi usa tale
tus signlfica allora diritto conze la linea tracciata dal rex; schema, ma respinge pregiudízialmente Carl Schmitt).
regere significa ttacciare confini perfetti, assegnare stabili Ma, d'altta parte, e vicevefsa, l'intero sistema, che così
tòpoi, assoggettare ad essi. In opposizione a tutto ciò che si rappresenta, all'interno di ognuna delle sue articolazioni,
apparc storto, contorto, labirintico, e perciò infido, perfido, non privilegia affatto né destra né sinisra; anzi, si può
mentitore... sinistro. È nella Íamiglia semantica del orégo- quasi affermare che vi è proporzionalità, diretta tra il setta-
tegere-rex che rinraccerei alcune delle figure mitiche della rismo dicotomico della rappresentazione generale e la posi-
sinistra, piuttosto che in quella indicata dal suo nome. La zione di ptivilegio di cui godono, all'interno di ognuna delle
sinistra è la f.orza del ricbtige Recht, della "linea" diritta, forze che compongono il sistema, di ognuno dei suoi sotto-
bene ttacciata. Essa, semmai, irrompe da una parte, da sini- insiemi, le posizioni centrali, in quanto elementi retti, por-
stra, ma per giungere alla posizione retta, dove l'ordine è tatori del díkaion. 11 modello destra-sinistra è in realtà tutto
rístabilito, i confini segnati secondo verità. Essa ri-volge la articolato intorno alle posizioni di mezzo. Sono gli "assi che
situazione malata, contorta, mentitrice, la situazione " sini- non vacillano" dei diversi schieramenti, dove soltanto si è
stra", in nome di uî retto régere da stabilire o ri-stabilire. dawero "in linea", si dispone dell'arte, tipica del rex, di
Per la sinistra, la desffa è costituzionalmente inadatta a ciò, stendere-tracciare linee davvero diritte e perciò giuste. Il
incapace di esprimere un richtige Recht - e dunque incapa- mezzo denota, d'altronde, fortissime, originarie affinità col
ce di autentica ti-voluzione (rottura, salto che si impongono régere. Quelle del mezzo sono le posizioni che hanno rnisu-
soltanto laddove i rapporti sociali e culturali appaiono de- ra, le posizioni che sanno, cioè, rnediare, e che, mediando,
rugliati). Infatti, la sinistra non ha mai riconosciuto rivo- guariscono la comunità dai mali da cui è afÍLitta. Il mezzo è
luzioni di desma, ma soltanto contro-rivoluzioni; per la si- 1l tópos del ruedicu.s: arte della mediazione in quanto gua-
nistra, la desta impedisce sistematicamente che la situazio- rire. E Benveniste continua awertendoci che nell'antico osco
ne malata si ri-voluzioni. Speculare rappîesentazione ha la mediss era lo stesso iudex, colui che diceva lo ius.
destra della sinistra. Questa rappresentazione del sistema politico è perciò una
Un modello politico costuito sui termini destra-sinisua rappresentazione lineare-assiale. In essa, ogni posizione ha
appate, perciò, altamente paradossale , 91à alla luce di queste un proprio tópos ben definito, è soggetta a unNomos infles-
brevi considerazioni "linguistiche". Da un lato, infatri, esso sibile. Questi diversi tópoi vengono, però, contemporanea'
sembra strutturarsi secondo un massimo di dicotomicità, men- mente, gerutchizzati in base alla prepotenza del centro, del
tte, dall'altro, è in realtà tutto gravitante, in ogni luogo della mezzo, dove si colloca 1l medicus-rex. L'inteto sistema è in-
I
terpretato misurando, di volta in volta, 7a distanza che sepa- rrIrrriri soltanto secondo equazioni di instabilità, assistiamo
ra le diverse forze da questo centro, Il tutto presuppone pie- ;rll'ínevitabile tîamonto del "centro,,.
na stabilità e trasparenza nei valori che caratterizzano i di- Nc'I1"'inquietudine geologíca" della nostra epoca (e lascia_
versi tópoi. Tali valori sono, per così dire, obbiettivati in rrr. che i Bouvard e Pecuchet vi si scaglino .oiúo, chiaman-
questi luoghi, così che i diversi soggetti in movimento lungo .l.lrr decadenza, tîamonto o semplicemùt. transizione, pada
I'asse del sistema si trovano ad assumedi, a seconda della rrrrrgica che serve ad esprimere tlaicam.nte" la fede pÀgres-
propria collocazione. Per riassumere, questa rapptesentazio- sista del perenne oltre-passare) il determinismo assiare éeve
ne è formata dalla combinazione di questi tre fattori: a) t'eclcre_ il posto a paradigmi che permertano chiare descri-
unidimensionalità assiale del sistema politico; b) gravitazio- zi.rri dei meccanismi corto-circuitaÀti, delle repentine rottu-
ne al "centto medico" delle diverse posizioni; c) obbiettiva- rc tra posizione e_ posizione: paradigmi che permettano la
zione dei valori ai diversi tópoi politici sistemati sull'asse lrrl)presentazione di quell'antagonismo catastùfico che ap_
destra-sinistra (sono di sinistra poiché qui mi colloco, e cesso 1r,u'c. la regola del rapporto sociale contemporaneo. Nei prà-
di essetlo quando mi colloco altroue). t'cssi che lo interessano, le valiabili di controllo tendonó ad
rrssLrrìere valori tra loro incompatibili. I soggetti sono spintí
rrrl agire secondo direzioni reìiprocam.nte" conradditàrie.
2. La fotza, il carattere "convíncente" di questa rappre- Quanto.-più _i conflitti sono collettiae-oriente,/, tanto più
sentazione consiste nella sua normalità. Normale è la situa- I'i'rstabilità che ne deriva si fa evidente e la possibilità^di
zione in cui vigono effettivamente le norme: situazione ec- tliscontinuità nel processo, di bruschí passaggi da posizione
cezionale olre ogni dire! Laddove il dio Termine di erasmia- rr 1-rosizione, si fa attuale e pressante. Ltantagònismd che non
na memoria stia ancora ben confitto sul terreno a indi- si sviluppa più tra posizioni economicamentf ideologicamen-
care i confini (e la sua auctoritas veng riconosciuta), laddo- tc o politicamente definibili in termini ,.sostanziali",,, è un
ve ogni soggetto si dia nella forma di un chiaro assoggetta- irrrtagonismo che sconta come proprio elemento costitutivo la
mento a tópoi definiti - questa ra'ppresentazione sembra lxrssibilità di rotture catastrofiche (dovrebbe risultare evi-
brillantemente teneîe. Ma quando si accende una situazione rlcnte dal contesto del discorso che qui il termine non ha nes-
critica? quando mutamenti repentini abbrevino di colpo le sLrn significato "sinistro", di anarchica esplosione, disastro,
distanze, diano luogo a corto-circuiti ffa tópos e tópos, ne ccc.). La fine della spiegazione unidimensionale (o il ,rro ,rro
confondano la natura? Una rappresentazione planare è con- limitatamente a "isole" di determinismo) non comporta così
cepibile dove i valori in conflitto appaiono stabili, "e-ducati" :rffatto una sorta di sterllizzazione del conflitto, bàsì il suo
da magmatici intrecci - ma quando questa stabilità vien mutare di forma. Esso va descritto secondo equazioni di
meno, come vien sempre meno in pfesenza del Cattivo Nuo- instabilità, qualitativamente incomparibili con lo sèhema clas-
vo? Anzi - ben più radicalmente - quando vien meno la sÌco, ma non per questo meno formalmente risolvibili, meno
stessa descrivibilità di uno stato in assenza di linguaggi atti a clotate di forza rappresentativa.
ticonoscetne i fenomeni di discontinuità, di rottura? La rzrp- Anzi, si può affermare che la crisi del determinismo as-
presentazione assiale del sistema politico è fisiologicamente siale è spia di una aporia più generale delle teorie del po-
inadatta a render conto delle situazioni critiche, del produr- litico in__quanto razionalizzazioné progressiva del conflitto in
si di discontinuità nei processi, di descrivere situazioni in- vista della sua riduzione a "gioco'l oiemplice ,,mefcato con-
trinsecamente instabili. Quando la possibilità di desuivere correnziale" (cioè, a guatdat bene, a conflitto tra alternative
secondo "cerchi sociali" definiti viene stabilmente meno, positive). È intrinseco a considerazioni neuftalizzanti del-
decade 7a f.orza della rappresentazione unidimensionale-assia- l'antagonismo politico il non poter affrontare il problema
le Íinalizzata al "cenÚo medico". Questo centro tiene finché della forrna delle situazioni critiche. Le varíe futuroiogie tec-
f instabilità è concepibile come semplice patologia, da gua- nocratiche- non possono che considerarle, organicisticinente,
rire. Quando il sistema appaîe descrivibile (e governabile) secondo il vecchio modello "medico", che* come effimeré
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terpîetato rnisurando, di volta in volta, \a àistanza che sepa- ,r|rrrrri soltanto secondo equazioni di instabilità, assistiamo
ra le diverse f.orze da questo centro. Il tutto presuppone pie- ;rll'irrcvitabile ffamonto del "centro".
na stabilità e trasparenza nei valori che caratterizzano i di- Ncll"'inquietudine geologica" della nostra epoca (e lascia-
versi tópoi. Tali valori sono, per così dire, obbiettivati in rrr.r clrc i Bouvard e Pecuchet vi si scaglino contro, chiaman-
questi luoghi, così che i diversi soggetti in movimento lungo ,lol,r clccadenza, tîamonto o semplicemente ffansizione, patr/ra
I'asse del sistema si ttovano ad assumerli, a seconda della rrr;rgica che serve ad esprimere "laicamente" la fede piogres-
propria collocazione. Per riassumere, questa rappresenlazio- sistrr clcl ,perenne olre-passare) il determinismo assiale deve
ne è formata dalla combinazione di questi re fattori: a) t't'tlcrc il posto a parudigmi che permeuano chiare descri-
unidimensionalità assiale del sistema politico; b) gravitazio- zioni dei meccanismi corto-circuitanti, delle repentine rottu-
ne al "centro medico" delle diverse posizioni; c) obbiettiva- rr' fra posizione e posizione: paradigmi che permettano \a
zione dei valori ai diversi tópoi politici sistemati sull'asse l'rrl)l)rcsentazione di quelT'antagonisrno catastrofico che ap-
destra-sinisma (sono di sinistra poiché qui mi colloco, e cesso l)iuc la regola del rapporto sociale contemporaneo. Nei pró-
di esserlo quando mi colloco altroue). t'r'ssi che lo interessano, le variabili di conrollo tendonó ad
rrssumere valori tra loro incompatibili. I soggetti sono spinti
:r.l agire secondo direzioni r..iprocam.ntà contraddittorie.
2. La fotza, il carattere "convincente" di questa rappre- ()rranto_più i conflitti sono collettiae-oriented, tanto più
sentazione consiste nella sua normalità. Normale è la situa- I'irrstabilità che ne deriva si fa evidente e la possibilità^di
zione in cui vigono effettivamente le norme: situazione ec- -da
rliscontinuità nel processo, di bruschi passaggi posizione
cezionale olre ogni dire! Laddove il dio Termine di erasmia- :r posizione, si fa attuale e pressante. L'antagonismo che non
na memoria stia ancora ben confitto sul tetreno a indi- si sviluppa pirì tra posizioni economicamenté, ideologicamen-
care i confini (e la sua auctoritas venga riconosciuta), laddo- tc o politicamente definibili in termini "sostanziali-", è un
'.re ogni soggetto si dia nella forma di un chiaro assoggetta- rrrrtagonismo che sconta come proprio elemento costitutivo la
mento a tópoi definiti - questa rappresentazione sembra 1'ossibilità dí rotture catasuofiche (dovrebbe risultare evi-
brillantemente tenere. Ma quando si accende una situazione ,lcLrte dal contesto del discorso che qui il termine non ha nes-
critica? quando mutamenti repentini abbrevino di colpo le srrrr significato "sinistro", di anarchica esplosione, disastro,
distanze, diano luogo a corto-circuiti tra tópos e tópos, ne ccc.). La fine della spiegazione unidimensioiale (o il suo uso
confondano 7a natura? Una rappresentazione planare è con- lirnitatamente a "isole" di determinismo) non comporta così
cepibile dove i valori in conflitto appaiono stabili, "e-ducati" rrlfatto una sorta di stetilizzazione del conflitto, bensì il suo
da magmatici intrecci - ma quando questa stabilità vien rrìutare di forma. Esso va descritto secondo equazioni di
meno, come vien sempre meno in presenza del Cattivo Nuo- instabilità, qualitativamente incomparibili con lo sèhema clas-
vo? Anzi - ben più radicalmente - quando vien meno la sico, ma non pet questo meno formalmente risolvibili, meno
stessa descrivibilità di uno stato in assenza di linguaggi atti a tlotate di forza rappresentativa.
riconoscerne i fenomeni di discontinuità, di rottura? La rzrp- Anzi, si può affermare che la crisi del determinismo as-
presentazione assiale del sistema politico è fisiologicamente siale è spía di una apotia più generale delle teorie del Po-
inadatta a render conto delle situazioni critiche, del produr- litico in quanto ruzionalizzazione progressiva del conflitto in
si di discontinuità nei processi, di descrivere situazioni in- vista della sua riduzione a "gioco" o semplice "mercato con-
trinsecamente instabili. Quando la possibilità di descrivere correnziale" (cioè, a guatdat bene, a conflitto tra altetnative
secondo "cerchi socíali" definiti viene stabilmente meno, lrositive), È intrinseco a consideruzioni neuÚalizzanti del-
decade 7a forza della rappresentazione unidimensionale-assia- l'antagonismo politico il non poter affrontare il problema
le finalizzata al "centro medico". Questo centro tiene finché tlclla forma delle situazioni critiche. Le varie fututologie tec-
l'instabilità è concepibile come semplice patologia, da gua- nocratiche non possono che considerarle, organicisticamente,
rire. Quando il sistema appaîe desuivibile (e governabile) sccondo il vecchio modello "medico", che come effimere
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patologie. La fotza del loro apparato previsionale consiste (:ontrasto ffa partiti che si organizzano intofno a stabili opzio-
per intero nella fede progressiva sul venir meno, sul deperi- ni ideologiche e rappresentativi di consolidati interessi po-
mento dei caratteri specificatamente "catastrofici" dell'anta- litico-economici e la rottura sistematica di questi stessi "cer-
gonismo a f.avore di una comune cultura scientífico-tecnolo- chi sociali".
gica. Si tratta di versioni secolaúzzate del sogno del filoso{o-re.
Questa lezione di \X/eimar ci porta alle aporie più comples-
E per quanto sia sempre preferibile qlresto Re tecnotronico sive del moderno partito di massa. Con i partiti di "integra-
al sacerdote-iudex, entrambi non potranno che ftovarsi co- zione sociale" ogni funzione "lineare" di rappresentanza vie-
stantemente spiazzati-sotpresi di fronte ai catatteri di un nc meno. Ma viene ptogressivamente meno anche I'ancorag-
conflitto che ha perduto ogni connotato "sostanzialistico". gio del partito a chiari fondamenti dotrinari o ideologici.
l,a stessa tradizionale evidenza nella distinzione tîa paîtiti
irlcologici e partiti come agenzie per la conquista di "offici"
3. È già possibile tracciare una fenomenolo gia abbastanza tcnde a confondersi. Ciò che emerge è la compiessità e va-
ampia di tali caratteri. Potremmo, anzi, dire che la riflessione rictà crescente dei motivi che condizionano l'azione di ogni
storica si muove, ormai da tempo, lungo una prospettiva me- partito, rendendo così ancora più apertt> e competitivo il
todologica di tipo "catastrofico" o, almeno, di sistematica sistema. La varietà dei motivi, la spinta complementare e
de-costruzione dei macro-soggetti che ne hanno retto la ('ontemporanea in diverse direzioni, anche opposte, spiegano
ttamatradizionale: grandi appúati di potere, costruzioni ideo- lrr rapidità nella trasformazione degli inditizzí, la mobilità
logiche universali. Ed è molto significativo come, nei suoi "sperimentale" delle suategie. Ai rischi di tale mobilità
risultati più importanti, questo lavoro non si sia arenato in ('ercano di opporsi i meccanismi burocratici di selezione e
sabbie impressionistico-relativistiche, ma abbia anzi permes- c<roptazione - ma anch'essi inceppati dal fatto che \a "fe-
so coerenti ricostruzioni di "onde lunghe", l'osservazione più tlcltà" all'otganizzazione può sempre meno essere richiesta
appropriata di elementi di continuità o regolarità. L'approccio sLrlla base di definiti tiferimenti dottrinali o di interesse
catastrofico non è, infatti, per nulla rizomatico-disseminati- srrcio-economico. Da qui il potenziale catasttofico, I'alta pos-
vo, bensì è attento a cogliere le forme della discontinuità e sibilità di pervenire a situazioni critiche, di rottura, dove si
perciò a ricostruire la struttura sulla base dei fattori critici al sl)czzano le forme che gatantivano il "continuismo" del-
suo intetno, delie forme dell'attuale antagonismo. l'organizzazione. Possibilità, queste, a stento oscurate dalle
fl processo, che Mosse in patticolare ha studiato, di "na- tlcfinizioni accademiche del sistema dei pattiti, quale sem-
zionalizzazione delle masse", ovvero la "scoperta", pet il
lrlice interazione tra organizzazioni elettorali significative in
movimento operaio, del ruolo per nulla in sé democratico- legimi rappresentativi. Qualsiasi trattazione di tale sistema
progressivo della determinante partecipazione delle masse srrlla base di modelli desunti da teorie dei giochi, peî quanto
nella vita politica contemporanea, si presenta come un luogo sofisticate, impedisce di apprezzare in pieno il potenziale
di eccezionale rilievo per esemplificate il discorso fin qui crrtastrofico che si sprigiona dal suo apparentemente inesau-
svolto. Ad un'analisi attenta, tale processo ci appare come ribile " trasformismo ".
un intricatissimo nodo di antagonismi catastroÍici tra attivi- Ma più che come esempio, addirittura come quadro di
smo di sinistra e decisionismo di destra, ra organicismo di insieme della natura dell'antagonismo contem'poraneo - per
destra e giacobinismo di sinistra - antagonismi che percor- il cluale, ripetiamo, îappresentazioni deterministiche possono
revano I'intera società e della cui natura pressoché nulla virlere soltanto per "isole" ristrettissime, per Utopie -, Po-
era recepito dai partiti tradizionali, in gran parte eredi della trcbbeto essere indicate le ffasformazioni subite dai rapporti
forma politica guglielmína. La grande catasrofe bellica scon- intcrnazionalí in questo secondo dopoguema: il passaggio, so-
volge le forme dell'antagonismo e mette fuori gioco tutti i stirnzialmente, àa uno schema onni-ordinante di tipo bipolate
partiti della costituzione weimariana. La cosiddetta "crisi" ,rrl una situazione " apeîta" catatterizzata dalTa proliferazio-
di Weimar tîova in ciò la sua veta radice: nell'insanabile rrc di potenza. Sommamente istruttiva è la "sorpresa" dei
l2 t3
patologie. La fotza del loro apparato previsionale consiste (:ontrasto ffa partiti che si organizzano intofno a stabili opzio-
per intero nella fede progressiva sul venir meno, sul deperi- ni ideologiche e rappresentativi di consolidati interessi po-
mento dei caratteri specificatamente "catastrofici" dell'anta- litico-economici e la rottura sistematica di questi stessi "cer-
gonismo a f.avore di una comune cultura scientífico-tecnolo- chi sociali".
gica. Si tratta di versioni secolaúzzate del sogno del filoso{o-re.
Questa lezione di \X/eimar ci porta alle aporie più comples-
E per quanto sia sempre preferibile qlresto Re tecnotronico sive del moderno partito di massa. Con i partiti di "integra-
al sacerdote-iudex, entrambi non potranno che ftovarsi co- zione sociale" ogni funzione "lineare" di rappresentanza vie-
stantemente spiazzati-sotpresi di fronte ai catatteri di un nc meno. Ma viene ptogressivamente meno anche I'ancorag-
conflitto che ha perduto ogni connotato "sostanzialistico". gio del partito a chiari fondamenti dotrinari o ideologici.
l,a stessa tradizionale evidenza nella distinzione tîa paîtiti
irlcologici e partiti come agenzie per la conquista di "offici"
3. È già possibile tracciare una fenomenolo gia abbastanza tcnde a confondersi. Ciò che emerge è la compiessità e va-
ampia di tali caratteri. Potremmo, anzi, dire che la riflessione rictà crescente dei motivi che condizionano l'azione di ogni
storica si muove, ormai da tempo, lungo una prospettiva me- partito, rendendo così ancora più apertt> e competitivo il
todologica di tipo "catastrofico" o, almeno, di sistematica sistema. La varietà dei motivi, la spinta complementare e
de-costruzione dei macro-soggetti che ne hanno retto la ('ontemporanea in diverse direzioni, anche opposte, spiegano
ttamatradizionale: grandi appúati di potere, costruzioni ideo- lrr rapidità nella trasformazione degli inditizzí, la mobilità
logiche universali. Ed è molto significativo come, nei suoi "sperimentale" delle suategie. Ai rischi di tale mobilità
risultati più importanti, questo lavoro non si sia arenato in ('ercano di opporsi i meccanismi burocratici di selezione e
sabbie impressionistico-relativistiche, ma abbia anzi permes- c<roptazione - ma anch'essi inceppati dal fatto che \a "fe-
so coerenti ricostruzioni di "onde lunghe", l'osservazione più tlcltà" all'otganizzazione può sempre meno essere richiesta
appropriata di elementi di continuità o regolarità. L'approccio sLrlla base di definiti tiferimenti dottrinali o di interesse
catastrofico non è, infatti, per nulla rizomatico-disseminati- srrcio-economico. Da qui il potenziale catasttofico, I'alta pos-
vo, bensì è attento a cogliere le forme della discontinuità e sibilità di pervenire a situazioni critiche, di rottura, dove si
perciò a ricostruire la struttura sulla base dei fattori critici al sl)czzano le forme che gatantivano il "continuismo" del-
suo intetno, delie forme dell'attuale antagonismo. l'organizzazione. Possibilità, queste, a stento oscurate dalle
fl processo, che Mosse in patticolare ha studiato, di "na- tlcfinizioni accademiche del sistema dei pattiti, quale sem-
zionalizzazione delle masse", ovvero la "scoperta", pet il
lrlice interazione tra organizzazioni elettorali significative in
movimento operaio, del ruolo per nulla in sé democratico- legimi rappresentativi. Qualsiasi trattazione di tale sistema
progressivo della determinante partecipazione delle masse srrlla base di modelli desunti da teorie dei giochi, peî quanto
nella vita politica contemporanea, si presenta come un luogo sofisticate, impedisce di apprezzare in pieno il potenziale
di eccezionale rilievo per esemplificate il discorso fin qui crrtastrofico che si sprigiona dal suo apparentemente inesau-
svolto. Ad un'analisi attenta, tale processo ci appare come ribile " trasformismo ".
un intricatissimo nodo di antagonismi catastroÍici tra attivi- Ma più che come esempio, addirittura come quadro di
smo di sinistra e decisionismo di destra, ra organicismo di insieme della natura dell'antagonismo contem'poraneo - per
destra e giacobinismo di sinistra - antagonismi che percor- il cluale, ripetiamo, îappresentazioni deterministiche possono
revano I'intera società e della cui natura pressoché nulla virlere soltanto per "isole" ristrettissime, per Utopie -, Po-
era recepito dai partiti tradizionali, in gran parte eredi della trcbbeto essere indicate le ffasformazioni subite dai rapporti
forma politica guglielmína. La grande catasrofe bellica scon- intcrnazionalí in questo secondo dopoguema: il passaggio, so-
volge le forme dell'antagonismo e mette fuori gioco tutti i stirnzialmente, àa uno schema onni-ordinante di tipo bipolate
partiti della costituzione weimariana. La cosiddetta "crisi" ,rrl una situazione " apeîta" catatterizzata dalTa proliferazio-
di Weimar tîova in ciò la sua veta radice: nell'insanabile rrc di potenza. Sommamente istruttiva è la "sorpresa" dei
l2 t3
tradizionali esegeti di fronte a " casi" come quello iraniano ni e dei rapporti politici), significa necessariamente che esso
o quello polacco. Poiché la loro " noîma" non esiste più se comporta la dissolvenza estetizzante delle distinzioni, delle
non nei loro cervelli, essi vivono in uno straordinario mondo decisioni, del prender-paîte " eroico " ? La risposta non può
di "casi", di miracolose eccezioni. Qualsiasi schema assiale essere univoca. Nel metodo proposto l'antagonismo perma-
uni-dimensionale (lo schema bipolare è l'esatto equívalente ne, e petmane in tutta la sua serietà. A differenza che nella
di schemi di politica interna retti dall'affrontamento destra- politica romantica, la dissolvenza di ogni forma di epistéme
sinistra) non potrà spiegare I'affermarsi di "nuovi soggetti", politica qui non è estetica: non pone, cioè, capo ad una ri-
né all'interno, né sul piano internazionale. Perciò quello duzione del Politico alle categorie estetico-economiche della
schema, da cbiunque usato, è divenuto oggi, molto concreta- produzione, del consumo, della soddisfazione. Anche I'oppo-
mente, un'arma di conservazione o di "semplificazione" del- sizione più radicale e pura è necessariamente compresa Úa le
le nuove domande di potere, le quali, al più, per sperare ri- forme possibili dei conflitto. Si potrebbe dire che questo
conoscimento, dovrebbero allearsi subordinatamente a uno metodo ripensa radicalmente I'occasionalismo della politica
o all'altro dei poli tradizionali. romantica: poiché "occasionale" è la nostta politica, nulla
Ovunque, insomma, dal sistema dei partiti, in quanto uni- nei suoi limiti, nei limiti del suo linguaggio, può escludere
che funzioni in grado di provvedere una effettiva base di l"'occasione" dello stesso antagonismo massimamente ta-
autorità in regime democratico, a quello dei rapporti inter- dicale. Volerlo escludere può far parte delle opzioni politi-
nazionali, da quella dimensione che un tempo si sarebbe che o deile assunzioni di valore che sempre intervengono,
detta "lotta delle idee" al confronto-concorrenza ta inte- che costituiscono certamente fattori decisivi del sistema e
tessi economico-politici diversi, rappresentazioni sistemico- delle sue tasformazioni, ma non conta ad illustrarne la lo-
catastrofiche subentrano a rappresentazioni semplicemente gica. Per queste ragioni, un occasionalismo catastrolico si dif-
planari. I diversi sotto-sistemi slittano continuamente I'uno Íercnzia da7la riduzione estetica romantica.
sull'altro, tentando di conservare l'equilibrio delf insieme di Eppure, anch'esso è amletico nell'essenza. Ultimo, forse
fronte a chocs esterni la cui frequenza, più che intensità, è in estîemo, certamente sofisticatissimo prodotto di quella ir-
"normale" aumento, fino a perveníre ad autentici turning- reversibile vicenda di amTetizzazione della politica, che segna
points, a discontinuità evidenti, repentini passaggi dall'una Ia storia europea. E in Amleto la natura della catastrofe
all'altra condizione. È davvero arduo concepire che si possa comprende anche, come è ben noto, il più serio conflitto. Nel
oggi "fare politica" senza riconoscere o cercando di rimuo- suo segno, I'antagonismo più puro e violento non si accom-
vere o, il che è, se possibiie ) ancora peggio, credendo di dover pagna a nessuna pura decisione, a nessuna dimensione di
"guafire", tale realtà. cpistemica certezza, né culturaie, né economica, né politica
slricto sensu. In ciò consiste I'autentico valore epocale del
romanticismo politico, più che nei suoi tenrativi di estetiz-
4. Sarebbe, però, scioccamente riduttivo anche il non af- zazione (i quali corrispondono piuttosto a un "punto di vista"
frontare direct i problemi che una simile impostazione com- storicamente molto circoscritto). È probabile che Schmitt
poîta. Dobbiamo chiederci: in che cosa essa si distingue da stesso lo avrebbe più facilmente riconosciuto se avesse com-
quel mondo romantico della confusio, da quel tipo delTa posto la sua opera sul romanticismo dopo il grande affresco
"politica romantica" in quanto scientificizzazione della "pe- del Nomos, dopo, cioè, iI definitivo chiarimento della pro-
rifrasi lirica della vita" , che Cartr Schmitt tentò di demolire gressiva scomparsa del Nomos dal ius publicum europaeurn.
in una sua opera famosa? Che il metodo della rappresenta- Se voler tornare ai Terminalia, alle feste in onore del dio
zione catasuofica sia opposto alle regolarità e r-rniformità Termine, è ormai teazionaria nostalgia (di sinistra e di de-
del "classico", che esso, nei confronti di quest'ultimo, sia stra), I'impostazione qui tratteggiata si distingue perciò an-
occasionalistico nella sostanza (riconosca, cioè, la sostanziaie che, nettarnente, da ogni riduzione del Politico all'arnbito
imprevediL,ilità - e, dunque, improgrammabilità - delle azio' cli quella che potremmo definire -. con tanti autori di questo
14 15
tradizionali esegeti di fronte a " casi" come quello iraniano ni e dei rapporti politici), significa necessariamente che esso
o quello polacco. Poiché la loro " noîma" non esiste più se comporta la dissolvenza estetizzante delle distinzioni, delle
non nei loro cervelli, essi vivono in uno straordinario mondo decisioni, del prender-paîte " eroico " ? La risposta non può
di "casi", di miracolose eccezioni. Qualsiasi schema assiale essere univoca. Nel metodo proposto l'antagonismo perma-
uni-dimensionale (lo schema bipolare è l'esatto equívalente ne, e petmane in tutta la sua serietà. A differenza che nella
di schemi di politica interna retti dall'affrontamento destra- politica romantica, la dissolvenza di ogni forma di epistéme
sinistra) non potrà spiegare I'affermarsi di "nuovi soggetti", politica qui non è estetica: non pone, cioè, capo ad una ri-
né all'interno, né sul piano internazionale. Perciò quello duzione del Politico alle categorie estetico-economiche della
schema, da cbiunque usato, è divenuto oggi, molto concreta- produzione, del consumo, della soddisfazione. Anche I'oppo-
mente, un'arma di conservazione o di "semplificazione" del- sizione più radicale e pura è necessariamente compresa Úa le
le nuove domande di potere, le quali, al più, per sperare ri- forme possibili dei conflitto. Si potrebbe dire che questo
conoscimento, dovrebbero allearsi subordinatamente a uno metodo ripensa radicalmente I'occasionalismo della politica
o all'altro dei poli tradizionali. romantica: poiché "occasionale" è la nostta politica, nulla
Ovunque, insomma, dal sistema dei partiti, in quanto uni- nei suoi limiti, nei limiti del suo linguaggio, può escludere
che funzioni in grado di provvedere una effettiva base di l"'occasione" dello stesso antagonismo massimamente ta-
autorità in regime democratico, a quello dei rapporti inter- dicale. Volerlo escludere può far parte delle opzioni politi-
nazionali, da quella dimensione che un tempo si sarebbe che o deile assunzioni di valore che sempre intervengono,
detta "lotta delle idee" al confronto-concorrenza ta inte- che costituiscono certamente fattori decisivi del sistema e
tessi economico-politici diversi, rappresentazioni sistemico- delle sue tasformazioni, ma non conta ad illustrarne la lo-
catastrofiche subentrano a rappresentazioni semplicemente gica. Per queste ragioni, un occasionalismo catastrolico si dif-
planari. I diversi sotto-sistemi slittano continuamente I'uno Íercnzia da7la riduzione estetica romantica.
sull'altro, tentando di conservare l'equilibrio delf insieme di Eppure, anch'esso è amletico nell'essenza. Ultimo, forse
fronte a chocs esterni la cui frequenza, più che intensità, è in estîemo, certamente sofisticatissimo prodotto di quella ir-
"normale" aumento, fino a perveníre ad autentici turning- reversibile vicenda di amTetizzazione della politica, che segna
points, a discontinuità evidenti, repentini passaggi dall'una Ia storia europea. E in Amleto la natura della catastrofe
all'altra condizione. È davvero arduo concepire che si possa comprende anche, come è ben noto, il più serio conflitto. Nel
oggi "fare politica" senza riconoscere o cercando di rimuo- suo segno, I'antagonismo più puro e violento non si accom-
vere o, il che è, se possibiie ) ancora peggio, credendo di dover pagna a nessuna pura decisione, a nessuna dimensione di
"guafire", tale realtà. cpistemica certezza, né culturaie, né economica, né politica
slricto sensu. In ciò consiste I'autentico valore epocale del
romanticismo politico, più che nei suoi tenrativi di estetiz-
4. Sarebbe, però, scioccamente riduttivo anche il non af- zazione (i quali corrispondono piuttosto a un "punto di vista"
frontare direct i problemi che una simile impostazione com- storicamente molto circoscritto). È probabile che Schmitt
poîta. Dobbiamo chiederci: in che cosa essa si distingue da stesso lo avrebbe più facilmente riconosciuto se avesse com-
quel mondo romantico della confusio, da quel tipo delTa posto la sua opera sul romanticismo dopo il grande affresco
"politica romantica" in quanto scientificizzazione della "pe- del Nomos, dopo, cioè, iI definitivo chiarimento della pro-
rifrasi lirica della vita" , che Cartr Schmitt tentò di demolire gressiva scomparsa del Nomos dal ius publicum europaeurn.
in una sua opera famosa? Che il metodo della rappresenta- Se voler tornare ai Terminalia, alle feste in onore del dio
zione catasuofica sia opposto alle regolarità e r-rniformità Termine, è ormai teazionaria nostalgia (di sinistra e di de-
del "classico", che esso, nei confronti di quest'ultimo, sia stra), I'impostazione qui tratteggiata si distingue perciò an-
occasionalistico nella sostanza (riconosca, cioè, la sostanziaie che, nettarnente, da ogni riduzione del Politico all'arnbito
imprevediL,ilità - e, dunque, improgrammabilità - delle azio' cli quella che potremmo definire -. con tanti autori di questo
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!
Non solo sembra derivare da due presupposti, I'uno, per così dire, iin-
secolo, e - "cultura.estetica"'
tra questi Schmitt di guistico, e l'altro propriamente politico. Il linguaggio, sap-
;'";i:'r"*i."i1"aa";;' ;; per il suo.sforzo rappresenta-
piamo, non si inventa. Il termine "sínistra" fa parte di un
;;;,'l.i'.""ni"o e delle situazioni
t.i,; ;.ri;il;-J;# è esattamente opposto a'quello della normale bagaglio di comunicazioni e inÍormazioni. I termini
critiche. Il
suo metodo r si usurano lentamente - i termini delle nostre lingue mortali,
conÍusio. Erro p"'*Ji"l i"u"tt' di seguire eanaliticamente
se non è cer- e non sacre - e continuamente usiamo, per intenderci, di
";r':l[:'; d"ilil;;i;n", ctisi' termini usurati, tanto è vero che ci meravigliamo allorché ne
'tittu'*nto' tempi o mo-
tamente in grado dì"|'"utd"te Pio$rlmmare nure ne conosce scopriamo un etimo e una storia ormai invisibili nel loro at-
dèl "salto"
#il;:#fi?'h. a"]l; itit"i"i''rL di quelle della
tuale sígnificato. Proibirci tali termini, significherebbe tace-
le forme fondr-.r,rlii'#;;;È-i
"àt'ot'' re. Ciò che possiamo esigere è soltanto che venga chiarito il
tomantica i;ii;i'e e li-litate' Inoltre' esso'
volgare "ra- significato del termine, contesto ,per conresto. Questa indi-
"r,^titita,"';;
come si è già accennato' non
comporta alcuna cazione sarebbe certamente di enorme utilità per la sinisffa,
a"i"ioifritt" nella' quale se-mpre poiché essa compota: a) finirla con la fede nella propria
zionalizzazion." -p"tiìico' ln de-
ttu'fó'ta surrettiziamente
i;::î*r;;;'d "i""-'ima neppure "ontologica" diversità, riconoscere che in sé e per sé "siní-
comporta. però, I'elimina- stta" non significa nulla, ma indica qualcosa solo per diffe-
scrizione der sistema, inf atti' implicito
zione neu tr ii';'i;";;";'ione' È' il momento a-Iogico renze relative ad alfte forze, scelte, programmi; b) finirla
^',,t^n'J'
nel "tipo" .u,u"'oiià iJit-'untugonismo con la declamazione di obiettivi che in realtà si presentano
indi-
dell'impegno - d"i'i"' ;;;;^;;;i;'
li'"'"'oonsabilizza come Fini al di là dell'orizzonte, e perciò inverificabili e in-
pace di quei moderni
vidualmente . to,'i"ítni"' cfn'1"-"1?' e farla felicemente controllabili; c) affermarc la propria panialità, e proprio in
Amleti .t'," uo""uitì;';d;'- or"tiu uno con il riconoscimento che la propria otganizzazione fun-
convivere con la suoceÎa"' ziona ad " inlegrazione sociale ": un rovescíamento rispetto
al Buon Antico, dove I'organizzazione sta ontologicamente
ancofata alla Classe e i suoi obiettivi, invece, valgono ecu-
in questo conte-
5. Come ridefinire il termine "sinistra" menicamente.
sto? Ha ancora ;';;;;;;ilo
fa"? Si dovrà concludere Come si vede, non si tratterebbe soltanto di una opera-
ttiìil 31 piano a-losico dell'im-
che esso uppu,ti""l L.J*"t rispetto' all'effettua'le zione di igiene linguistica. Una ridefinizione, per così dire,
pesno rerponsabiliz#; 1; .ttJtri", conaenzionale del termine " sinistra" può ottenere effetti
È- molto sisnificativo che da
àislocarsi d"l contlil"tJ'totiltoi un salvataggio strutturali nella sua forma otganizzativa e nella sua azione
più parti - e ngî *#tti"iil';;"iitil" -
si cerihi
da essere ttn- concreta. Ma non basta. L'altto pfesupposto del tentativo
sinistra ha
meramente ,""ouui""&J';t;it": di ridefinizione di Tronti sembra consistere nel semplice
opera "a destra"' Il ragio-
ché qualcuno 'i dìit di d"t"u-o poiché vale identico per
mattel ol lact che nai s'è data nella storia politica di radicale
namento a p"'t"tiii.'"iì" tittoturei trasformazione "nuda" di elementi mitici. Questo è un
iè"t'" la sinistra tende. a
la destra' c'n r^"iiii;;;";; the' it numero di coloro che osso duro per denti liberal-neutnlizzanti. Ammettiamo, oîa,
dilatare i propri ;;f-iffi"itiili' in costante re- che la sinistra si sia definita secondo i criteri appena indi
;i';;ilJ;"'attit"""tttte di Ji"ttoJ,e-stra
^DD'.Îe
di' quella ' gravitaztone cati; non vi è dubbio che il tratto differenziale rispetto alle
nr.rro' come di'i":i;:';9; altre "panialità" del sistema politico dovrà essere individua-
"..";r"";;; i;;;;^ i- tentativi di def inizione
resl-
to nel tasso di innovatività del suo .programma. Ma innova-
?i ^Iyi"Lio' upp"iot'o abbastanza dt-
duale del tetmine, o dei termini' zione reale senza mito è impossibile, Occorre il linguaggio
lriblico, occorre la tespublica îomana, occorrono le diverse
'o'i?li,,, alla fine del saggio cilato'
;-l]j:-'":*"11?"lt*
con torza gnosi della contemporanea "rivoluzione". Quale mito è pos-
"thiuut uolt' tipÀporre più proprta-
ter^ pars desftu;n;;1il -'i1 sibile oggi? Potrà la sinisra in tutto il proprio peso storico,
rni.tica' in
.politica chiave'
in tutta la sua ormai secolare ptegnaLnza ideologica, costi-
termine "sini'tral'1n del mito' 11 ragionamento
mente, di una
'a*i"iu* 17
16
n
tuire questo mito? Potranno i valori della sinistra costituire In altri termini: diremmo, anzitatto, sinistra quella parte del
ii Àir,i della sinistra? Si ha ragione da vendere nel ric6iama- sistema politico che opera efficacemente per rappresentare
;-ì ;;"t.*potanei ested delia politica 1.g.Yttt: domande' il potenziale liberatorio racchiuso nella perdita del Senso
che riflettonio regolarità storiche irremovibilí; alua cosa è, della Storia, nella perdita dei suoi "ordinatori" mitici.
però, la plausibilità delle risposte che ad esse vengono t€n- Questa definizione minima ci consente di concludete, ri-
iri..'rip-bl.-" può essere espresso anche molto semplice- capitolando in questa chiave, i temi fin qui affrontati. Di-
*.1r". Ún mito iolitico dichiàrato tale non funziona più ciamo sinistra la critica in atto di ogni dogmatismo organi-
.ÀÀ. -ito. Un ririto di cui si scopta immediatamente la cistico-teleologico, di ogni impostazione meccanicistico-assiale
;;; ilirti"itri.o-frrrrrion"l" si rasform^. ip!.o..facto in àe- nella rappresentazione dell'antagonismo culturale e politico.
bolissima ideologia. Un mito non- è- producibtle a volonta' Diciamo sinistra quella parte che si organizza al proprio in-
;econd; esigenzJ astîattamente stabiliie' O è o non è' O la terno e opera sulla base del riconoscimento della natuta ca-
;i;i; è olgi mito, lo costituisce, o non 1o è, e non pottà tasrofica dell'antagonismo. Manca in tutto ciò ogni sicura
costituirlo. 1'Í Principe sarà anche perfettamente ateo' ma epistéme? manca ogni príncipio-díttatura? manca ogni an-
to dichiara nelÀezzo della messa. Lo "sciopero.gene- coraggio a filosofie della stotia o a sociologie dualistiche?
rale" funzionava come mito dichiarato tale - e, infatti' non
"on manca il mito (la Classe e la Promessa che essa incarna)? Per
r;t *ui affermato nel movimento operaio' I1 marxismo ba negativo, si sarebbe tentati di dire che proprio il senso acu-
urr,rro, al suo int"rrro, il ruolo decisivò che tutti sanno,perché
to di queste perdite è di sinisma. La sinisma è parte del tem-
ha combattuto una politica del mito - ovvero, perché i
suoi po benjaminiano della povertà. In questo tempo tramonta la
Àiti non enno aff.itto dichiarati tali, perché, anzi, non era dimensione della Grande Politica? Può essere - certamente
iffnuo 'ateo" rispetto ai suoi miti' Cóme dire, che il mito non tramonta la possibilità di un Grande Opportunismo:
;i-;fi;t-; ;'involóntatiamente", o, meglio, che il suo. ad
"'iqo"
atler-
attenzione al catasrofico, duttilità programmatica, capacità
"plastica", Neraenlebez intellettuale. L'opportunismo "idio-
è imorevedibile-catasrofico. Potremmo giungere
mare'la esigenza di un mito, non certo a programmarne la ta" non ha nulla a che vedere con tutto ciò - se non il
costruzione.
fatto di esset nato dallo stesso grembo, di esser figlio delle
Dobbiamo limitarci al presupposto "linguistico" che ,ci stesse perdite. Come ho cercato altrove di dire, le dimensio-
consente una, assai "borghese" in verità, ridetintzrone
delia ni "terribilmente" serie della decisione assolutamente discri-
;i;i;;;;t i" indit*i.abilí aporie cui conduce un approccio minante, del Politico puro, sembrano oggi ritirarsi nell'Im-
lÀiri.o" al tema sembrano^obbligarci a una tale conclusio- politico, nella individualità non "giocabile". In questo ri-
,;:^ ù; luaiu-o b.ne ,llu straúdinaria--complessità .degli tiro, forse esse si consefvano - come le cose rilkiane nelf in-
.Ìf"rii.lr. ne derivano. Anzitutto, agli effetti che derivano dicibile. E tta i meriti non minori di un approccio grande-
aulfà-t"ai."le lintitazione del tempo dèl Politico che si opera opportunistico alla politica sta il riconoscere la possibilità
i-o.dendon.-.riticanione riformul azioni mitiche. Si
-può
dav- di questo ritiro, sta il sapersi, da parte del Politico, tutto-
;;il;;-;"tit. ii uut.o " ^ t)na politica che sappia finalmen- limitato dai luoghi indiaidui, nel senso etimologico del ter-
t. intàrptétare i1 potenziale libentorio racchiuso nella per- mine, dove la Decisione si consetva. Questo approccio non
aìr" a.iS.nso delia Storia" (Maramao)' Quella .mitica non detta condizioni, non proibisce, sulla base dell'hybris di un
J clre la forma ordinante-sensificante di ultirna istanza del' ottocentesco, ormai, disincanto secolatizzante, altti linguag-
ir;;; i.ri,i*; i"_.ortr"irla, de-srrurturarla èdelliberare la gi rispetto a quello della secolaizzazione. È troppo poaero
,-f*pU.ìA àei'teÀpi dal dominio del Tempo Politico. per tutto ciò - e in questa povertà dobbiamo sforzarci di ri-
trovare la sua fotza e la sua spennza.
ó;r;;;;if"tto" dÉl dis.otto fin qui svolto deborda già'
.;;;; .uid"n,., dall'ambito srfettaÀente convenzíonalistico la
della ridefinizione J.l t"t.ine "sinistra",.P€r affrontare
dimensione culturale, nel senso antropologrco' del problema'
18 79
b-.