Generla Probiotics Techniques
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Giovanna Franciosa
Istituto Superiore di Sanità
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ISSN 1123-3117
Rapporti ISTISAN
08/36
Istituto Superiore di Sanità
Metodi microbiologici tradizionali e metodi molecolari per l’analisi degli integratori alimentari a base di o con
probiotici per uso umano.
Paolo Aureli, Alfonsina Fiore, Concetta Scalfaro, Giovanna Franciosa
2008, ii, 63 p. Rapporti ISTISAN 08/36
Il presente rapporto, indirizzato in particolare ai laboratori preposti al controllo ufficiale degli alimenti, descrive i
metodi di analisi microbiologici e di biologia molecolare e i criteri per valutare la conformità degli integratori a base
di o con probiotici, per uso umano. L’effetto benefico dovuto all’assunzione, in adeguate quantità, di microrganismi
vivi denominati probiotici, ha portato al crescente aumento del consumo di preparazioni a base di o con probiotici;
per questo motivo sta diventando sempre più importante garantirne la qualità numerando e tipizzando i microrganismi
probiotici presenti in tali preparazioni. Fino ad oggi, la mancanza di metodi analitici per la numerazione differenziale
dei probiotici negli integratori alimentari per uso umano ha solo raramente permesso ai laboratori del controllo
ufficiale di verificarne la conformità alle Linee Guida 2005 del Ministero della Salute (Dipartimento di Sanità
Pubblica Veterinaria, Nutrizione e Sicurezza Alimentare).
Parole chiave: Probiotici, Integratori a base di o con probiotici, Metodi di analisi
The present report, specifically directed to the official control laboratories, shows traditional and molecular
methods and criteria for assessment of the compliance of probiotic food supplements intended for human
consumption. The perceived health benefits associated to the conscious ingestion in adequate amounts of certain live
microorganisms (named probiotics) have led to an increased consumption of products containing or consisting of
mono- or mixed microbial cultures, therefore it is important to guarantee their quality to the consumers by counting
and typing the probiotic microorganisms. At present, the official control of the probiotic food supplements to verify
the compliance of the probiotic food supplements to the Guidelines 2005 for probiotic and prebiotic issued by
Ministry of Health (Department of Veterinary Public Health, Nutrition and Food Safety) is rarely performed because
of absence of analytical methods for the differential enumeration of probiotics in mixed culture preparations.
Key words: Probiotics, Probiotic based food supplements, Analytical methods
INDICE
Introduzione........................................................................................................................................ 1
Campionamento................................................................................................................................ 6
Fasi del campionamento ................................................................................................................ 6
Quantità di materiale da prelevare.......................................................................................... 6
Fase del processo dove effettuare il prelievo.......................................................................... 7
Modalità di trasporto e tempi di consegna del campione prelevato al laboratorio.................. 7
i
Rapporto ISTISAN 08/36
Conclusioni ......................................................................................................................................... 52
Bibliografia .......................................................................................................................................... 53
Appendice
Terreni di coltura ........................................................................................................................... 57
ii
Rapporto ISTISAN 08/36
INTRODUZIONE
1
Rapporto ISTISAN 08/36
Drafting Guidelines for the Evaluation of Probiotics in Food ), nel maggio 2002, a London,
Canada (8), ha, tra le altre cose, identificato e stabilito i requisiti minimi con cui poter
qualificare “probiotico”, in maniera oggettiva, una specie microbica.
A livello nazionale, la Commissione Consultiva per gli integratori alimentari e i prodotti
destinati ad un’alimentazione particolare del Ministero della Salute ha elaborato una prima linea
guida nel 2002 che, più recentemente alla luce dei criteri valutativi raccomandati dai gruppi di
esperti FAO/OMS, è stata sottoposta ad aggiornamento. Le nuove Linee Guida ministeriali (9)
emanate nel dicembre 2005 che hanno recepito tutti gli elementi di rilievo dei suddetti
documenti FAO/WHO, rappresentano il punto di riferimento obbligato per qualunque impresa
interessata al settore nel momento in cui notifica l’etichetta di un integratore a base di probiotici
al Ministero della Salute (10) e redige un proprio piano di autocontrollo. Inoltre, le stesse linee
guida rappresentano il punto di partenza obbligato per qualunque programma di valutazione di
conformità degli integratori alimentari con probiotici e di verifica dei piani di autocontrollo
delle aziende produttrici da parte delle autorità preposte al controllo ufficiale.
Si tratta di un documento che introduce più precisi elementi di valutazione dei microrganismi
probiotici così riassumibili:
– sicurezza per l’impiego nell’uomo secondo i criteri indicati dalla European Food Safety
Authority (EFSA); in particolare, assenza di determinanti genetici di antibiotico-resistenze
acquisite e/o trasmissibili (11);
– attività e vitalità a livello intestinale in quantità tale da giustificare gli eventuali effetti
benefici osservati in studi di efficacia;
– persistenza e moltiplicazione nell’intestino umano;
– capacità di conferire un beneficio fisiologico.
Ovviamente il tutto preceduto dalla verifica dell’identità tassonomica e dalla
caratterizzazione dei microrganismi a livello di specie e di ceppo integrando la verifica
fenotipica con l’analisi dei caratteri genotipici mediante tecniche per lo studio del DNA
batterico specificatamente indicate nelle citate Linee Guida.
In base a tale documento un integratore con microrganismi probiotici è da ritenersi conforme se:
– la quantità di cellule vive per porzione/posologia giornaliera è almeno di 109;
– i microrganismi sono vitali;
– la specie è correttamente indicata in etichetta utilizzando le denominazioni specificate in
nomenclature tassonomiche internazionalmente riconosciute;
– la/le specie microbica/he è/sono sicura/e per l’impiego umano;
– i germi patogeni sono assenti.
2
Rapporto ISTISAN 08/36
Dato il crescente aumento del consumo di preparazioni a base di o con probiotici, sta
diventando sempre più importante garantirne la qualità, assicurandone tra l’altro la verifica
microbiologica di conformità alle linee guida ministeriali. Infatti, in base a quanto riportato in
tale documento, è necessario che le preparazioni probiotiche, per poter avere l’effetto benefico
vantato, contengano microrganismi vivi e vitali in quantità non inferiori alla concentrazione
minima stabilita per dose/posologia, per tutto il periodo di vita commerciale.
Appare pertanto evidente la necessità di sottoporre a controllo tali preparazioni, al fine di
assicurare la soddisfazione di tali requisiti e tutelare i consumatori.
La numerazione differenziale dei batteri probiotici nelle preparazioni che contengono più
specie simili è però indubbiamente difficoltosa e, la mancanza di una raccolta organica e
omogenea di procedure analitiche specifiche per tale valutazione, a disposizione dei laboratori
del controllo ufficiale, non ha permesso finora la realizzazione dei programmi di monitoraggio
annuali di tali prodotti.
Per questa ragione si è ritenuto necessario realizzare il presente documento nel quale
vengono descritti un protocollo operativo e le metodiche analitiche adeguate alla valutazione di
conformità degli integratori alimentari a base o con probiotici, limitatamente alle specie
considerate nel presente lavoro. Si tratta di una raccolta di metodi verificati e validati in
laboratorio secondo riconosciute procedure (12), dagli autori del presente documento.
Consapevoli dell’esistenza di un’ampia varietà di terreni colturali per la ricerca di
microrganismi probiotici da integratori alimentari, quelli da noi scelti sono i terreni risultati più
idonei allo scopo.
Si precisa che anche se preparazioni farmaceutiche, dispositivi medici e alimenti qualificano
probiotici i microrganismi che li compongono/caratterizzano, i criteri di valutazione di
conformità di seguito riportati e le metodiche analitiche non possono al momento essere
considerati per essi adatte.
3
Rapporto ISTISAN 08/36
Molte specie microbiche per talune loro proprietà hanno trovato impiego in vari settori
industriali, quali quello del farmaco, quello dei presidi medico-chirurgici e, infine, quello
dell’alimentazione umana e animale. Ovviamente per ognuno di essi l’impiego dei
microrganismi è subordinato al rispetto di una serie di norme che tutelano la salute dei
consumatori e, per talune applicazioni, all’assicurazione dell’efficacia.
Nel settore alimentare, i microrganismi hanno trovato impiego nella produzione di
ingredienti alimentari, in quella dei coadiuvanti tecnologici e nella produzione di alimenti
fermentati, rispettando sempre le regole che governano la produzione e l’immissione in
commercio degli alimenti nel caso in cui per le specie microbiche impiegate fosse possibile
vantare una lunga tradizione d’uso, mentre per quelle che non presentano tale requisito viene
richiesta una specifica valutazione di sicurezza (regolamento CE 258/1997).
Un particolare e recente campo di applicazione dei microrganismi è quello della produzione
di integratori alimentari. Da alcuni anni i microrganismi che vantano effetti benefici e che
vengono commercializzati in forma diversa dagli alimenti, sono stati inclusi dal Ministero della
Sanità prima e Salute poi, tra gli integratori alimentari e conseguentemente soggetti al rispetto
delle regole di questi particolari prodotti alimentari. Questa scelta ministeriale è stata rafforzata
dalla recente pubblicazione della direttiva 2002/46/CE del 10 giugno 2002 (13), recepita in
Italia con il DM 21 maggio 2004 n.169, che definisce gli integratori alimentari, come “prodotti
alimentari destinati ad integrare la dieta normale e che costituiscono una fonte concentrata di
sostanze nutritive o di altre sostanze aventi effetto nutritivo o fisiologico, sia monocomposti che
pluricomposti, in forme di dosaggio, vale a dire in forme di commercializzazione quali capsule,
pastiglie, compresse, pillole e simili, polveri in bustina, liquidi contenuti in fiale, flaconi a
contagocce e altre forme simili, di liquidi o polveri destinati ad essere assunti in piccoli
quantitativi unitari”. In altre parole, gli integratori alimentari sono un complesso di prodotti il
cui uso risponde all’obiettivo di migliorare il metabolismo e le funzioni fisiologiche
dell’organismo attraverso un insieme di effetti aggiuntivi alle normali funzioni nutrizionali.
In questo senso, gli integratori, pur non essendo alimenti dietetici a tutti gli effetti in quanto
non destinati a rispondere ad esigenze nutrizionali o condizioni fisiologiche particolari, sono in
ogni caso prodotti dell’area alimentare e come tali assoggettati ai criteri di conformità e
sicurezza da verificare con i criteri propri di tutti gli alimenti. A questo proposito, il Ministero
della Salute, Dipartimento per la Sanità Pubblica Veterinaria, la Nutrizione e la Sicurezza
Alimentare, ha varato, già da qualche anno, un piano annuale di vigilanza degli integratori
alimentari, commercializzati come prodotti alimentari e presentati come tali (14), indirizzato
alle Regioni. Gli integratori a base di probiotici e/o preparazioni alimentari contenenti probiotici
stanno incontrando un crescente favore tra i consumatori proprio per i benefici effetti ad essi
attribuiti e/o dai consumatori percepiti. Gli alimenti probiotici sono una categoria di integratori
caratterizzata dalla presenza di specie microbiche particolari alla cui assunzione si riconosce la
capacità di favorire lo stato di benessere del consumatore.
La possibilità che una qualunque specie o ceppo probiotico possa essere impiegato in
alimentazione umana è subordinata alla sua sicurezza d’uso. Su tale aspetto, del tutto
recentemente, si è pronunciata l’EFSA (11) che ha introdotto il concetto di qualified
presumption of safety (QPS), per riconoscere quei microrganismi o loro componenti che
possono essere utilizzati negli alimenti o per la produzione di alimenti, in quanto accompagnate
da una ben stabilita storia e status di sicurezza, senza che l’autorità richieda un’opportuna
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Rapporto ISTISAN 08/36
CAMPIONAMENTO
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Rapporto ISTISAN 08/36
Il protocollo analitico illustrato nel presente documento è suddiviso in fasi sequenziali (Figura
1). Nella prima fase, le analisi molecolari vengono direttamente effettuate sul DNA totale estratto
dal campione, al fine di identificare i diversi gruppi tassonomici dichiarati in etichetta. Con la
seconda fase, propriamente microbiologica, viene verificata la vitalità e il numero presuntivo delle
specie microbiche mediante conta su terreni differenziali e selettivi. Nelle fasi successive le
colture vengono sottoposte a conferma dell’identità e del numero.
Le fasi del protocollo analitico, sono riportate in uno schema riassuntivo, per rendere più
agevole la visualizzazione dei principali passaggi da effettuare.
FASE II: Numerazione presuntiva delle colonie tipiche relativa alle specie microbiche vive dichiarate in etichetta
Estrazione del
Estrazione del
DNA da coltura batterica
DNA da coltura batterica
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Rapporto ISTISAN 08/36
Introduzione
Il fatto che gli integratori alimentari vengano commercializzati utilizzando forme
tipicamente farmaceutiche e non substrati alimentari su cui i microrganismi una volta
moltiplicati possono essere distribuiti, impone l’adozione di accorgimenti tecnologici tesi a
conservare la vitalità delle specie utilizzate e la loro durabilità per un ampio periodo di tempo.
Varie procedure possono essere utilizzate a questo fine, per lo più riconducibili
all’essiccamento della coltura. Questo può comportare una riduzione della vitalità per effetto
di più o meno importanti lesioni cellulari variabili da genere a genere e addirittura da specie a
specie. In particolare nel caso di preparazioni con colture miste, vi è la necessità di stabilire se
nella materia prima, nel semilavorato o nel prodotto finito, una o più specie siano morte o se,
per un qualsiasi errore nella miscelazione delle colture, una o più specie siano riscontrabili
con i test di vitalità.
Il ricorso ai metodi molecolari appare, pertanto, una scelta obbligata; essi permettono,
infatti, di fugare ogni dubbio sulla reale presenza di tutte le specie previste, poiché il DNA
rimane essenzialmente stabile e non è influenzato dalle condizioni di coltura, né suscettibile,
almeno a breve termine, agli eventuali stress ambientali.
In particolare, i geni che codificano l’rRNA (RNA ribosomiale) (5S, 16S e 23S) sono tra i
più conservati nel genoma dei microrganismi, sono presenti in un elevato numero di copie,
sono ubiquitari ed essenziali per tutte le funzioni cellulari; oltre alle regioni conservate, le
sequenze dei geni per l’rRNA comprendono motivi altamente variabili, presenti unicamente in
certi gruppi tassonomici, che riflettono le distanze filogenetiche fra i microrganismi. Queste
caratteristiche rendono l’analisi dell’rRNA lo studio più utilizzato per l’identificazione
tassonomica dei microrganismi.
Il metodo molecolare adottato è stato quello dell’amplificazione dei geni codificanti
l’rRNA mediante PCR (Polymerase Chain Reaction). La scelta di primer (corti
oligonucleotidi complementari alla regione d’interesse), specifici per le zone polimorfiche
dell’rDNA, permette l’amplificazione genetica specificamente dei microrganismi che
posseggono quelle regioni, e conseguentemente il loro riconoscimento al grado tassonomico
desiderato (genere, specie, e talvolta fino a sottospecie). In alcuni casi sono stati selezionati
target diversi dall’rRNA, sulla base della specificità riportata in letteratura.
I primer specifici per l’identificazione delle specie batteriche (Tabella 1), sono stati
selezionati dalla letteratura scientifica disponibile. Per l’identificazione accurata di alcune
specie batteriche, sono stati utilizzate diverse coppie di primer. Solo nel caso di Bacillus
coagulans e di Lactobacillus kefiri, non essendo disponibili dati in letteratura, i primer sono
stati selezionati sulla base delle sequenze del 16S rDNA per B. coagulans e del gene per la
subunità α della RNA polymerase (rpoA) per Lactobacillus kefiri, presenti in banca dati.
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Rapporto ISTISAN 08/36
Bacillus Spo3: 5’-TCT TGC GGC TCA ACC GCA AGC GG-3’ 16S rDNA 720 /
coagulans Spo4: 5’-TGC AGG CGG GTT GCA GCC TGC-3’
a
Bifidobacterium Idb21F: 5’-TGAGGTAACGGCTCACCAAGGCT-3’ 16S-23S IS 1018 (16)
bifidum Idbc1R: 5’-ATC CGA ACT GAG ACC GGT T-3’
Bifidobacterium BifidF: 5’-CTC CTG GAA ACG GGT GG-3’ 16S-23S ISa 563 (17)
spp BifidR: 5’-GGT GTT CTT CCC GAT ATC TAC A-3’
L. acidophilus b Acido: 5’-TGA ACC AAC AGA TTC ACT TC-3’ 16S rDNA 1000 (18)
Lac: 5’-TGA CGA CAG CCA TGC ACC A-3’
a
Idlc4F: 5’-AGGGTGAAGTCGTAACAAGTAGCC-3’ 16S-23S IS 606 (19)
Idl22R: 5’-AACTATCGCTTACGCTACCACTTTGC-3’
L. casei W1: 5’-TGC ACT GAG ATT CGA CTT AA-3’ 16S rDNA 295 (20)
Y2: 5’-CCC ACT GCT GCC TCC CGT AGG AGT-3’
L. delbrueckii Ldel7: 5’-ACA GAT GGA TGG AGA GCA GA-3’ 16S rDNA 450 (21)
subsp. bulgaricus Lac2: 5’-CCT CTT CGC TCG CCG CTA CT-3’
c (22)
L. delbrueckii Lb1: 5’-AAA AAT GAA GTT GTT TAA AGT AGG TA-3’ pepIP 1600
subsp. lactis Llb1: 5’-AAG TCT GTC CTC TGG CTG G-3’
L. fermentum Ferm1: 5’-GTT GTT CGC ATG AAC AAC GCT TAA-3’ 16S rDNA 889 (23)
Lowlac: 5’-CGA CGA CCA TGA ACC ACC TGT-3’
L. helveticus Tri f: 5’-TCT TAT TAC GCA ATG GAC CAA-3’ HtrA 918 (24)
Tri r: 5’-AAT ACC GTT CTT GAG GTT AGA-3’
L. kefiri LK1: 5’CAA CAA TCA AAG GGG TTG TTG-3’ RpoA 500 (25)
Lk2: 5’TCA CTA GGA GTA ATT GAA CCA-3’
L. paracasei W2: 5’-CCGAGATTCAACATGG-3’ 16S rDNA 295 (20)
Y2: 5’-CCC ACT GCT GCC TCC CGT AGG AGT-3’
L. plantarum Plant: 5’-ATC ATG ATT TAC ATT TGA GTG-3’ 16S rDNA 996 (23)
Lowlac: 5’-CGA CGA CCA TGA ACC ACC TGT-3’
L. reuteri Reut1: 5’-TGA ATT GAC GAT GGA TCA CCA GTG-3’ 16S rDNA 1000 (23)
Lowlac: 5’-CGA CGA CCA TGA ACC ACC TGT-3’
L. rhamnosus W3: 5’-TGC ATC TTG ATT TAA TTT TG-3’ 16S rDNA 295 (20)
Y2: 5’-CCC ACT GCT GCC TCC CGT AGG AGT-3’
L. salivarius Sal1: 5’-ATT CAC TCG TAA GAA GT-3’ 16S rDNA 993 (23)
Lowlac: 5’-CGA CGA CCA TGA ACC ACC TGT-3’
Lactococcus lactis G1: 5’-GAA GTC GTA ACA AGG-3’ 16S-23S ISa 380 (26)
L1: 5’-CAA GGC ATC CAC CGT-3’
Propionibacterium PffI: 5’-GTA CTG CTG GTG CCC TG-3’ 16S rDNA 241 (27)
freudenreichii PrfII: 5’TAG CTT GCT ACA CAA AAC TC-3’
subsp. shermanii PfrI: 5’AGG AGC CTT TTC GCC ATC-3’ 16S-23S IS
a
346
PrfII: 5’TAG CTT GCT ACA CAA AAC TC-3’
S. thermophilus ThI: 5’-ACG GAA TGT ACT TGA GTT TC-3’ 16S-23S ISa 600 (28)
ThII: 5’-TTT GGC CTT TCG ACC TAA C-3’
* base pair
(a) Intergenic Sequence
(b) sensu strictu
(c) Gene per la prolina-imino peptidasi
10
Rapporto ISTISAN 08/36
11
Rapporto ISTISAN 08/36
B. coagulans Spo3+Spo4 95 °C 95 °C 65 °C 72 °C 30 72 °C
x5min x1min x1min x1min x10min
B. bifidum Idb21F+Idbc1R 96 °C 94 °C 63 °C 72 °C 35 72 °C
x2min x30s x40s x30s x5min
Bifidobacterium BibiF1+BibiF2 96 °C 94 °C 63 °C 72 °C 35 72 °C
spp x2min x30s x40s x30s x5min
L. acidophilus Acido+Lac 95 °C 95 °C 55 °C 72 °C 30 72 °C
x5min x1min x1min x1min x7min
L. acidophilus Idlc4F+Idl22R 94 °C 94 °C 51 °C 68 °C 35 68 °C
x2min x20s x40s x30s x7min
L. casei W1+Y2 94 °C 50 °C 72 °C 94 °C 45 72 °C
x3min x45s x1min x45s x5min
L. delbruekii Ldel7+Lac2 95 °C 94 °C 58 °C 72 °C 35 72 °C
subsp. bulgaricus x3min x30s x1min x1min x10min
L. delbruekii Lb1+Llb1 94 °C 94 °C 58 °C 72 °C 35 72 °C
subsp. lactis x2min x45s x30s x30s x10min
L. helveticus Tri f+Tri r 94 °C 94 °C 50 °C 72 °C 35 72 °C
x2min x45s x45s x1min x7min
L. kefiri LK1+Lk2 95 °C 95 °C 50 °C 72 °C 35 72 °C
x10min x1min x1min x1min x10min
L. paracasei W2+Y2 94 °C 50 °C 72 °C 94 °C 45 72 °C
x3min x45s x1min x45s x5min
L. plantarum Plant+Lowlac 95 °C 95 °C 65 °C 72 °C 45 72 °C
x10min x30s x30s x1min x10min
L. reuteri Reut1+Lowlac 95 °C 95 °C 65 °C 72 °C 45 72 °C
x10min x30s x30s x1min x10min
L. rhamnosus W3+Y2 94 °C 50 °C 72 °C 94 °C 45 72 °C
x3min x45s x1min x45s x5min
L. salivarius Sal1+Lowlac 95 °C 95 °C 65 °C 72 °C 45 72 °C
x10min x30s x30s x1min x10min
Lc. lactis G1+L1 - 94 °C 55 °C 72 °C 25 72 °C
x1min x2min x3min x10min
Propionibacterium PffI+PrfII 94 °C 94 °C 50 °C 72 °C 35 72 °C
freudenreichii PfrI+PrfII x2min x30s x30s x30s x10min
subsp. shermanii
S. thermophilus ThI+ThII 92 °C 95 °C 55 °C 72 °C 30 72 °C
x2min x30s x30s x30s x5min
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Rapporto ISTISAN 08/36
Materiali Concentrazione
Agarosio per biologia molecolare --
Tampone per elettroforesi (TAE o altro equivalente) 10X
Soluzione colorante (Blu di bromofenolo o equivalente) 6X
Bromuro d’etidio 10 mg/mL
Marker molecolare 100 bp --
1
Si raccomanda di mantenere sempre in ghiaccio i campioni da analizzare e tutti i reagenti della reazione.
2
ATCC = American Type Culture Collection.
DSMZ = Deutsche SammLung von Mikroorganismen und Zellkulturen GmbH.
NCDO = National Collection of Dairy Organisms.
3
Colorante fluorescente intercalante tra le basi del DNA, che viene stimolato utilizzando luce ultravioletta a una
lunghezza d'onda di 300nm.
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1. BACILLUS COAGULANS
Amplificazione genica di sequenze del 16S rRNA, attraverso l’utilizzo di primer specifici
per il riconoscimento di specie e/o sottospecie.
Per l’estrazione del DNA, vedere quanto riportato al paragrafo “Estrazione diretta del
DNA totale dal prodotto” a pagina 11.
Spo3: 5’ TCT TGC GGC TCA ACC GCA AGC GG 3’ 16S rRNA 720
Spo4: 5’ TGC AGG CGG GTT GCA GCC TGC 3’
Condizioni di PCR
Denaturazione 95 °C x 5’
Amplificazione 95 °C x 1’
Annealing 65 °C x 1’ (30 cicli)
Estensione 72 °C x 1’
Estensione finale 72 °C x 10’
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2. BIFIDOBACTERIUM BIFIDUM
Amplificazione genica di sequenze del 16S rRNA IS, attraverso l’utilizzo di primer
specifici per il riconoscimento di specie e/o sottospecie.
Per l’estrazione del DNA, vedere quanto riportato al paragrafo “Estrazione diretta del
DNA totale dal prodotto” a pagina 11.
Condizioni di PCR
Denaturazione 96 °C x 2’
Amplificazione 94 °C x 30’’
Annealing 63 °C x 40’’ (35 cicli)
Estensione 72 °C x 30’’
Estensione finale 72 °C x 5’
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3. BIFIDOBACTERIUM SPP
Amplificazione genica di sequenze del 16S rRNA IS, attraverso l’utilizzo di primer
specifici per il riconoscimento di specie e/o sottospecie.
Per l’estrazione del DNA, vedere quanto riportato al paragrafo “Estrazione diretta del
DNA totale dal prodotto” a pagina 11.
BibiF1: 5’ CCA CAT GAT CGC ATG TGA TTG 3’ 16S rRNA IS 278
BibiF2: 5’ CCG AAG GCT TGC TCC CAA A 3’
Condizioni di PCR
Denaturazione 96 °C x 2’
Amplificazione 94 °C x 30’’
Annealing 63 °C x 40’’ (35 cicli)
Estensione 72 °C x 30’’
Estensione finale 72 °C x 5’
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Rapporto ISTISAN 08/36
Amplificazione genica di sequenze del 16S rRNA, attraverso l’utilizzo di primer specifici
per il riconoscimento di specie e/o sottospecie.
Per l’estrazione del DNA, vedere quanto riportato al paragrafo “Estrazione diretta del
DNA totale dal prodotto” a pagina 11.
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Rapporto ISTISAN 08/36
Amplificazione genica di sequenze del 16S rRNA IS, attraverso l’utilizzo di primer
specifici per il riconoscimento di specie e/o sottospecie.
Per l’estrazione del DNA, vedere quanto riportato al paragrafo “Estrazione diretta del
DNA totale dal prodotto” a pagina 11.
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Rapporto ISTISAN 08/36
6. LACTOBACILLUS CASEI
Amplificazione genica di sequenze del 16S rRNA, attraverso l’utilizzo di primer specifici
per il riconoscimento di specie e/o sottospecie.
Per l’estrazione del DNA, vedere quanto riportato al paragrafo “Estrazione diretta del
DNA totale dal prodotto” a pagina 11.
W1: 5’-TGC ACT GAG ATT CGA CTT AA-3’ 16S rRNA 295
Y2: 5’-CCC ACT GCT GCC TCC CGT AGG AGT-3’
Condizioni di PCR
Denaturazione 94 °C x 3’
Amplificazione 50 °C x 45’’
Annealing 72 °C x 1’ (45 cicli)
Estensione 94 °C x 45’’
Estensione finale 72 °C x 5’
22
Rapporto ISTISAN 08/36
Amplificazione genica di sequenze del 16S rRNA, attraverso l’utilizzo di primer specifici
per il riconoscimento di specie e/o sottospecie.
Per l’estrazione del DNA, vedere quanto riportato al paragrafo “Estrazione diretta del
DNA totale dal prodotto” a pagina 11.
Ldel7: 5’ ACA GAT GGA TGG AGA GCA GA 3’’ 16S rRNA 450
Lac2: 5’ CCT CTT CGC TCG CCG CTA CT 3’
Condizioni di PCR
Denaturazione 95 °C x 3’
Amplificazione 94 °C x 30’’
Annealing 58 °C x 1’ (35 cicli)
Estensione 72 °C x 1’
Estensione finale 72 °C x 10’
23
Rapporto ISTISAN 08/36
Per l’estrazione del DNA, vedere quanto riportato al paragrafo “Estrazione diretta del
DNA totale dal prodotto” a pagina 11.
Lb1: 5’ AAA AAT GAA GTT GTT TAA AGT AGG TA 3’ pepIP 1600
Llb1: 5’ AAG TCT GTC CTC TGG CTG G 3’
Condizioni di PCR
Denaturazione 94 °C x 2’
Amplificazione 94 °C x 45’’
Annealing 58 °C x 30’’ (35 cicli)
Estensione 72 °C x 30’’
Estensione finale 72 °C x 10’
24
Rapporto ISTISAN 08/36
9. LACTOBACILLUS HELVETICUS
Per l’estrazione del DNA, vedere quanto riportato al paragrafo “Estrazione diretta del
DNA totale dal prodotto” a pagina 11.
Tri f: 5’ TCT TAT TAC GCA ATG GAC CAA 3’ htrA 918
Tri r: 5’ AAT ACC GTT CTT GAG GTT AGA 3’
Condizioni di PCR
Denaturazione 94 °C x 2’
Amplificazione 94 °C x 45’’
Annealing 50 °C x 45’’ (35 cicli)
Estensione 72 °C x 1’
Estensione finale 72 °C x 7’
25
Rapporto ISTISAN 08/36
Amplificazione genica di sequenze del gene per la subunità α della RNA polymerase
(rpoA), attraverso l’utilizzo di primer specifici per il riconoscimento di specie e/o
sottospecie.
Per l’estrazione del DNA, vedere quanto riportato al paragrafo “Estrazione diretta del
DNA totale dal prodotto” a pagina 11.
Condizioni di PCR
Denaturazione 95 °C x 10’
Amplificazione 95 °C x 1’
Annealing 50 °C x 1’ (35 cicli)
Estensione 72 °C x 1’
Estensione finale 72 °C x 10’
26
Rapporto ISTISAN 08/36
Amplificazione genica di sequenze del 16S rRNA, attraverso l’utilizzo di primer specifici
per il riconoscimento di specie e/o sottospecie.
Per l’estrazione del DNA, vedere quanto riportato al paragrafo “Estrazione diretta del
DNA totale dal prodotto” a pagina 11.
Condizioni di PCR
Denaturazione 94 °C x 3’
Amplificazione 50 °C x 45’’
Annealing 72 °C x 1’ (45 cicli)
Estensione 94 °C x 45’’
Estensione finale 72 °C x 5’
27
Rapporto ISTISAN 08/36
Amplificazione genica di sequenze del 16S rRNA, attraverso l’utilizzo di primer specifici
per il riconoscimento di specie e/o sottospecie.
Per l’estrazione del DNA, vedere quanto riportato al paragrafo “Estrazione diretta del
DNA totale dal prodotto” a pagina 11.
Plant: 5’ ATC ATG ATT TAC ATT TGA GTG 3’ 16S rRNA 996
Lowlac: 5’ CGA CGA CCA TGA ACC ACC TGT 3’
Condizioni di PCR
Denaturazione 95 °C x 10’
Amplificazione 95 °C x 30’’
Annealing 65 °C x 30’’ (45 cicli)
Estensione 72 °C x 1’
Estensione finale 72 °C x 10’
28
Rapporto ISTISAN 08/36
Amplificazione genica di sequenze del 16S rRNA, attraverso l’utilizzo di primer specifici
per il riconoscimento di specie e/o sottospecie.
Per l’estrazione del DNA, vedere quanto riportato al paragrafo “Estrazione diretta del
DNA totale dal prodotto” a pagina 11.
Reut1: 5’ TGA ATT GAC GAT GGA TCA CCA GTG 3’ 16S rRNA 1000
Lowlac: 5’ CGA CGA CCA TGA ACC ACC TGT 3’
Condizioni di PCR
Denaturazione 95 °C x 10’
Amplificazione 95 °C x 30’’
Annealing 65 °C x 30’’ (45 cicli)
Estensione 72 °C x 1’
Estensione finale 72 °C x 10’
29
Rapporto ISTISAN 08/36
Amplificazione genica di sequenze del 16S rRNA, attraverso l’utilizzo di primer specifici
per il riconoscimento di specie e/o sottospecie.
Per l’estrazione del DNA, vedere quanto riportato al paragrafo “Estrazione diretta del
DNA totale dal prodotto” a pagina 11.
W3: 5’-TGC ATC TTG ATT TAA TTT TG-3’ 16S rRNA 295
Y2: 5’-CCC ACT GCT GCC TCC CGT AGG AGT-3’
Condizioni di PCR
Denaturazione 94 °C x 3’
Amplificazione 50 °C x 45’’
Annealing 72 °C x 1’ (45 cicli)
Estensione 94 °C x 45’’
Estensione finale 72 °C x 5’
30
Rapporto ISTISAN 08/36
Amplificazione genica di sequenze del 16S rRNA, attraverso l’utilizzo di primer specifici
per il riconoscimento di specie e/o sottospecie.
Per l’estrazione del DNA, vedere quanto riportato al paragrafo “Estrazione diretta del
DNA totale dal prodotto” a pagina 11.
Condizioni di PCR
Denaturazione 95 °C x 10’
Amplificazione 95 °C x 30’’
Annealing 65 °C x 30’’ (45 cicli)
Estensione 72 °C x 1’
Estensione finale 72 °C x 10’
31
Rapporto ISTISAN 08/36
Per l’estrazione del DNA, vedere quanto riportato al paragrafo “Estrazione diretta del
DNA totale dal prodotto” a pagina 11.
Condizioni di PCR
Amplificazione 94 °C x 1’
Annealing 55 °C x 2’ (25 cicli)
Estensione 72 °C x 3’
Estensione finale 72 °C x 10’
32
Rapporto ISTISAN 08/36
Condizioni di PCR
Denaturazione 94 °C x 2’
Amplificazione 94 °C x 30’’
Annealing 50 °C x 30’’ (35 cicli)
Estensione 72 °C x 30’’
Estensione finale 72 °C x 10’
33
Rapporto ISTISAN 08/36
Per l’estrazione del DNA, vedere quanto riportato al paragrafo “Estrazione diretta del
DNA totale dal prodotto” a pagina 11.
Condizioni di PCR
Denaturazione 92 °C x 2’
Amplificazione 95 °C x 30’’
Annealing 55 °C x 30’’ (30 cicli)
Estensione 72 °C x 30’’
Estensione finale 72 °C x 5’
34
Rapporto ISTISAN 08/36
Introduzione
Per valutare il numero dei microrganismi vivi relativo alle specie microbiche dichiarate in
etichetta, pur consapevoli dell’esistenza di una diversa vitalità tra i vari componenti di una
popolazione microbica, si è ritenuto opportuno dare la preferenza a metodi basati sul conteggio
delle colonie in un terreno agarizzato, dopo opportuna rivivificazione e incubazione, partendo dal
presupposto che ogni cellula viva dia luogo ad una popolazione (colonia).
A tal fine vengono di seguito descritte metodiche di numerazione standardizzate e/o specifiche
per ciascun genere dei seguenti microrganismi Lactobacillus, Bifidobacterium, Streptococcus,
Lactococcus, Bacillus, Propionibacterium e strategie di coltivazione finalizzate alla numerazione
differenziale di specie diverse nell’ambito non solo di una popolazione mista di generi diversi, ma
anche di specie diverse appartenenti allo stesso genere. Più precisamente, si propone l’utilizzo di
particolari accorgimenti che sfruttano le caratteristiche fisiologiche proprie di una data specie
batterica, quali la capacità di crescere a temperature diverse, la capacità di metabolizzare
particolari substrati, la capacità di produrre colonie facilmente distinguibili su determinati terreni
selettivi per la presenza di sostanze come gli antibiotici (29).
La composizione e le modalità di preparazione dei terreni selettivi per ciascun microrganismo
considerato, sono riportati nell’appendice 1.
È opportuno effettuare la ricerca dei microrganismi patogeni Salmonella spp (30) e Listeria
monocytogenes (31, 32), in quanto inseriti tra i criteri microbiologici per la valutazione della
sicurezza degli alimenti (33).
Sia i metodi microbiologici per la ricerca e numerazione di microrganismi probiotici, che quelli
per la ricerca dei microrganismi patogeni sono stati opportunamente verificati e validati secondo
quanto previsto dalla norma ISO 17025 (12).
35
Rapporto ISTISAN 08/36
ΣC
___________
N=
V x 1,1 x d
Dove:
ΣC è la somma delle colonie ottenute dalla conta delle piastre relative alle due diluizioni
successive prese in considerazione, e di cui almeno una contiene 10 colonie;
V è il volume, espresso in millilitri, dell’inoculo seminato in ogni piastra;
d è la diluizione corrispondente alla prima diluizione considerata.
36
Rapporto ISTISAN 08/36
Esempio:
Calcolo:
ΣC 116 + 24 140
_____________ _________________ __________
N= = = = 127272,7
V x 1,1 x d 0,1 x 1,1 x 10-2 0,0011
Arrotondando il risultato, il numero di microrganismi sarà 130000 o 1,3 x 105 per grammo o
millilitro di prodotto.
37
Rapporto ISTISAN 08/36
38
Rapporto ISTISAN 08/36
39
Rapporto ISTISAN 08/36
40
Rapporto ISTISAN 08/36
19.4. Procedimento
Prelevare asetticamente un’opportuna quantità del campione da esaminare e diluirla in
rapporto 1:10 (sospensione iniziale) in MRD. Omogeneizzare opportunamente.
Trasferire asetticamente 5mL della sospensione così ottenuta in una provetta sterile e
riscaldare in bagno termostatato a 80 °C per 10 minuti. Raffreddare ed eseguire diluizioni
decimali fino a quella ritenuta utile per un adeguato conteggio.
Con una pipetta sterile, trasferire in ogni piastra di TSA 0,1mL della sospensione iniziale
(diluizione 1:10) o 0,1mL del campione in esame, se liquido. Ripetere la procedura per le
diluizioni successive. Utilizzando una spatola sterile, (una per ogni diluizione), distribuire
con attenzione l’inoculo sulla superficie dell’agar il più rapidamente possibile, cercando
di non toccare i bordi della piastra.
19.5. Incubazione
Incubare le piastre in aerobiosi a 37 °C per 24h.
41
Rapporto ISTISAN 08/36
20.4. Procedimento
Prelevare asetticamente un’opportuna quantità del campione da esaminare e diluirla in
rapporto 1:10 (sospensione iniziale) in MRD. Omogeneizzare opportunamente.
Eseguire ulteriori diluizioni decimali fino a quella ritenuta utile per un adeguato conteggio.
Con una pipetta sterile, trasferire in ogni piastra di HHD agar[ e/o MRS agar + 0,05% L-
cisteina HCl] 0,1mL della sospensione iniziale (diluizione 1:10) o 0,1mL del campione in
esame, se liquido. Ripetere la procedura per le diluizioni successive. Utilizzando una spatola
sterile, (una per ogni diluizione), distribuire con attenzione l’inoculo sulla superficie dell’agar
il più rapidamente possibile, cercando di non toccare i bordi della piastra.
20.5. Incubazione
Incubare le piastre in anaerobiosi a 37 °C per 48-72h.
42
Rapporto ISTISAN 08/36
Semina per spatolamento sulla superficie di un terreno solido selettivo (MRS agar) di
0,1mL della sospensione iniziale e delle successive diluizioni decimali. Incubazione delle
piastre a 37 °C per 3gg.
21.4. Procedimento
21.5. Incubazione
43
Rapporto ISTISAN 08/36
44
Tabella 6. Condizioni di coltura differenziali di specie appartenenti al genere Lactobacillus
Microrganismi* MRS agar + MRS agar + blu di MRS agar MRS agar MRS agar MRS agar HHD incubato a
vancomicina bromofenolo incubato incubato a 30 °C incubato incubato 37 °C per 48-72 h
incubato a 37 °C incubato a 15 °C in anaerobiosi a 45 °C a 52 °C in anaerobiosi
per 72h a 37 °C per 48 h in
in anaerobiosi anaerobiosi
L. acidophilus / colonie piatte dai assenza / / / colonie blu con
margini irregolari di crescita alone bianco
L. bulgaricus / colonie dai margini / / / assenza colonie blu
irregolari di crescita
L. casei crescita§ ^ / crescita§ / assenza / colonie bianche
di crescita
L. helveticus / / assenza / crescita§ crescita§ colonie di colore
di crescita variabile dal blu al
verde
L. kefiri crescita§ / / crescita§ / colonie bianche
L. lactis / / / / / crescita§ colonie di colore
45
variabile dal blu al
verde
§
L. paracasei crescita piccole colonie / / / / colonie bianche
bluastre dai margini
regolari
L. plantarum crescita§ colonie con centro crescita§ crescita§ assenza / colonie bianche
blu scuro e dai di crescita
margini regolari
L. rhamnosus crescita§ ^ / crescita§ / crescita§ / colonie bianche
L. reuteri crescita§ colonie dai margini assenza / crescita§ / colonie bianche
irregolari di crescita
L. salivarius / / / / / / colonie di colore
variabile dal blu al
verde
* specie più frequentemente incontrate nelle preparazioni
§
colonie di colore variabile dal bianco al crema
^ nel caso in cui in uno stesso campione siano presenti entrambi questi microrganismi, per determinare il numero di L. casei, si procede sottraendo il numero di L. rhamnosus
ottenuto dopo incubazione a 43 °C per 72 h in anaerobiosi dalla conta microbica totale (L. casei e L. rhamnosus) ottenuta dopo incubazione a 37 °C per 72 h in anaerobios
Rapporto ISTISAN 08/36
Rapporto ISTISAN 08/36
22.4. Procedimento
Prelevare asetticamente un’opportuna quantità del campione da esaminare e diluirla in
rapporto 1:10 (sospensione iniziale) in MRD. Omogeneizzare opportunamente.
Eseguire ulteriori diluizioni decimali fino a quella ritenuta utile per un adeguato
conteggio.
Con una pipetta sterile, trasferire in ogni piastra di M17 agar 0,1mL della sospensione
iniziale (diluizione 1:10) o 0,1mL del campione in esame, se liquido. Ripetere la
procedura per le diluizioni successive. Utilizzando una spatola sterile, (una per ogni
diluizione), distribuire con attenzione l’inoculo sulla superficie dell’agar il più
rapidamente possibile, cercando di non toccare i bordi della piastra.
22.5. Incubazione
Incubare le piastre in aerobiosi a 30 °C per 72h.
46
Rapporto ISTISAN 08/36
23.4. Procedimento
Prelevare asetticamente un’opportuna quantità del campione da esaminare e diluirla in
rapporto 1:10 (sospensione iniziale) in MRD. Omogeneizzare opportunamente.
Eseguire ulteriori diluizioni decimali fino a quella ritenuta utile per un adeguato
conteggio.
Con una pipetta sterile, trasferire in ogni piastra di Propionibacterium isolation medium
0,1mL della sospensione iniziale (diluizione 1:10) o 0,1mL del campione in esame, se
liquido. Ripetere la procedura per le diluizioni successive. Utilizzando una spatola sterile,
(una per ogni diluizione), distribuire con attenzione l’inoculo sulla superficie dell’agar il
più rapidamente possibile, cercando di non toccare i bordi della piastra.
23.5. Incubazione
Incubare le piastre a 30 °C in anaerobiosi per 8-9gg.
47
Rapporto ISTISAN 08/36
24.4. Procedimento
Prelevare asetticamente un’opportuna aliquota del campione da esaminare e diluirla in
rapporto 1:10 (sospensione iniziale) in MRD/[è possibile utilizzare in alternativa HHD in
cui il microrganismo forma colonie blu]. Omogeneizzare opportunamente.
Eseguire ulteriori diluizioni decimali fino a quella ritenuta utile per un adeguato conteggio.
Con una pipetta sterile, trasferire in ogni piastra di M17 agar 0,1mL della sospensione
iniziale (diluizione 1:10) o 0,1mL del campione in esame, se liquido. Ripetere la
procedura per le diluizioni successive. Utilizzando una spatola sterile, (una per ogni
diluizione), distribuire con attenzione l’inoculo sulla superficie dell’agar il più
rapidamente possibile, cercando di non toccare i bordi della piastra.
24.5. Incubazione
Incubare le piastre in aerobiosi a 37 °C per 48h.
Nel caso in cui in uno stesso campione fossero presenti S. thermophilus e batteri
appartenenti al genere Lactococcus, è consigliabile incubare l’M17 agar a 45 °C.
48
Rapporto ISTISAN 08/36
Introduzione
La corretta identificazione delle specie dei batteri utilizzati a scopo probiotico è un pre-
requisito fondamentale per la loro sicurezza d’uso e funzionalità.
A tale scopo, seguendo le indicazioni delle linee guida ministeriali, per l’identificazione genetica
delle specie, si è proceduto ad un approccio polifasico o combinato, nel quale cioè l’identificazione
fenotipica è stata integrata da un metodo molecolare, basato sullo studio del DNA.
5
MRS broth a 37°C x 24-48h, in anaerobiosi per i Lattobacilli; HHD broth a 37°C x 48-72h in aerobiosi, per i
Bifidobatteri; M17 broth a 37°C x 24-48h in aerobiosi, per Streptococchi e Lactococchi; TSB a 37°C x 24-
48h in aerobiosi, per i Bacilli sporigeni; Cooked meat medium a 37°C x 48-72h, per i Propionibatteri.
6
Tale procedura è risultata essere la più adatta allo scopo del lavoro; in alternativa possono essere
utilizzati altri sistemi equivalenti compresi i kit di estrazione disponibili in commercio.
49
Rapporto ISTISAN 08/36
Per ogni piastra presa in considerazione per la conta totale, selezionare un numero (A) di
colonie (in genere A = 5) che presentano caratteristiche morfologiche simili e sottoporle a test di
conferma (identificazione genetica) come indicato nella sezione “Metodi per l’identificazione
genetica di microrganismi probiotici”. Sulla base della risposta dei test di identificazione,
calcolare, per ogni piastra, il numero (a) di colonie conformi ai criteri di identificazione, usando
la formula (35):
b
a= _________
xC
A
Dove:
b è il numero di colonie conformi ai criteri di identificazione tra le A colonie identificate
C è il numero totale di colonie presuntive contate su una piastra
Calcolare il numero N di microrganismi identificati presenti nel campione analizzato
utilizzando la formula
ΣC
N = ______________
V x 1,1 x d
sostituendo ΣC con Σa.
Esempio:
Prima diluizione considerata: 10-2 ,
Numero di colonie contate alla diluizione 10-2 = 160
Delle 160 colonie contate, 10 sono state sottoposte ai test identificativi; 8 colonie sono
risultate conformi ai criteri di identificazione.
b 8
a = _________ x C = _________ x 160 = 128
A 10
50
Rapporto ISTISAN 08/36
Arrotondando il risultato il numero di microrganismi sarà 1300000 o 1,3 x 106 per grammo o
millilitro di prodotto.
Per il calcolo dell’incertezza di misura, previsto per i metodi microbiologici di numerazione
batterica fare riferimento alla norma ISO 19036 (47).
In caso di specie batterica diversa da quella attesa riportare il risultato come segue: meno di
1/d nome della specie ricercata per millilitro o per grammo di prodotto analizzato dove d è il
fattore di diluizione della sospensione iniziale o della prima diluizione inoculata.
51
Rapporto ISTISAN 08/36
CONCLUSIONI
La partita o sottopartita è ritenuta conforme alle linee guida ministeriali o a quanto dichiarato
in etichetta se:
– la carica batterica è uguale o superiore al dichiarato in etichetta;
– ogni microrganismo dichiarato è presente in forma vitale;
– la denominazione di specie è in accordo con la nomenclatura tassonomica riconosciuta
dalla International Union of Microbiological Societies;
– il prodotto non contiene specie patogene (Salmonella spp e L. monocytogenes, secondo
il regolamento CE 1441/2007) (33).
Sono in corso approfondimenti per includere le metodologie con cui procedere alla
numerazione e identificazione di specie probiotiche utilizzate in prodotti immessi sul mercato
dopo il 2006.
Si stanno altresì valutando metodi molecolari con cui poter effettuare contemporaneamente
conta e identificazione di specie.
52
Rapporto ISTISAN 08/36
BIBLIOGRAFIA
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Rapporto ISTISAN 08/36
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55
Rapporto ISTISAN 08/36
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Rapporto ISTISAN 08/36
APPENDICE
Terreni di coltura
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Rapporto ISTISAN 08/36
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Rapporto ISTISAN 08/36
Preparazione
Sciogliere in 1000mL di acqua distillata i vari componenti o l’opportuna quantità del terreno completo
disidratato. Riscaldare se necessario. Sterilizzare in autoclave a 121 °C per 15min.
pH 7,0 +/- 0,2 a 25 °C.
Preparazione
Sospendere 1 grammo del terreno completo disidratato in 10mL di acqua distillata contenuti in una
provetta. Lasciare a riposo per 15 minuti e sterilizzare in autoclave a 121 °C per 15 minuti. Evitare di
raffreddare le provette troppo rapidamente.
pH 7,2 ± 0,2 a 25 °C
HHD AGAR
Fruttosio 2,5g
Saccarosio 0,2g
Potassio fosfato monobasico 2,5g
Idrolisato triptico di caseina 10g
Peptone di soia 1,5g
Idrolisato acido di caseina 3,0g
Estratto di lievito 1,0g
Verde bromo cresolo 0,066g
Agar 20,0g
Acqua 1000mL
59
Rapporto ISTISAN 08/36
Preparazione
Sospendere in 1000mL di acqua distillata i vari componenti o l’opportuna quantità del terreno
completo disidratato*. Aggiungere 1g di Tween 80. Scaldare fino ad ebollizione, sotto continua
agitazione Sterilizzare in autoclave a 121 °C per 15 minuti.
pH finale 7,0±0,1.
*nella forma commerciale il terreno completo è presente solo nella formulazione HHD brodo, per
ottenere il terreno agarizzato basta aggiungere 20 grammi di agar a 1000mL di terreno completo.
HHD BRODO
Fruttosio 2,5g
Saccarosio 0,2g
Potassio fosfato monobasico 2,5g
Idrolisato triptico di caseina 10,0g
Peptone di soia 1,5g
Idrolisato acido di caseina 3,0g
Estratto di lievito 1,0g
Verde bromo cresolo 0,066g
Acqua 1000mL
Preparazione
Sospendere in 1000mL di acqua distillata i vari componenti o l’opportuna quantità del terreno
completo disidratato. Aggiungere 1g di Tween 80. Scaldare fino ad ebollizione, sotto continua
agitazione. Sterilizzare in autoclave a 121 °C per 15 minuti.
pH finale 7,0±0,1.
Preparazione
Sospendere in 1000mL di acqua distillata i vari componenti o l’opportuna quantità del terreno
completo disidratato. Sterilizzare in autoclave a 121 °C per 15 minuti.
pH 7,0 ± 0,2 a 25 °C.
60
Rapporto ISTISAN 08/36
M17 BRODO
Tryptone 5,0g
Peptone di soia 5,0g
‘Lab-Lemco’ powder 5,0g
Estratto di lievito 2,5g
Acido ascorbico 0,5g
Solfato di magnesio 0,25g
Di-sodio-glycerofosfato 19,0g
Acqua 950mL
Preparazione
Sospendere in 950 mL di acqua distillata i vari componenti o l’opportuna quantità del terreno
completo disidratato. Portare ad ebollizione e sterilizzare in autoclave a 121 °C per 15 minuti.
Raffreddare a 50 °C e aggiungere 50 mL di una soluzione sterile di lattosio al 10%.
pH 6,9 ± 0,2 a 25 °C
M17 AGAR
Tryptone 5,0
Peptone di soia 5,0
Estratto di carne 5,0
Estratto di lievito 2,5
Acido ascorbico 0,5
Magnesio solfato 0,25
Di-sodio-glicerofosfato 19,0
Agar 11,0
Acqua 950mL
Preparazione
Sospendere in 950 mL di acqua distillata i vari componenti o l’opportuna quantità del terreno
completo disidratato. Portare ad ebollizione e sterilizzare in autoclave a 121 °C per 15 minuti.
Raffreddare a 50 °C e aggiungere 50 mL di una soluzione sterile di lattosio al 10%.
pH 6,9 ± 0,2 a 25 °C
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Rapporto ISTISAN 08/36
MRS AGAR
Peptone 10,0g
Estratto di carne 10,0g
Estratto di lievito 4,0g
Glucosio 20,0g
Tween 80 1,08g
Idrogeno fosfato di-potassio 2,0g
Sodio acetato 3H2O 5,0g
Triammonio citrato 2,0g
Magnesio solfato 7H2O 0,2g
Manganese solfato 4H2O 0,05g
Agar da 12,0g a 18,0ga
Acqua 1000mL
a
dipende dal potere gelificante dell’agar
Preparazione
Sospendere in 1000mL di acqua distillata i vari componenti o l’opportuna quantità del terreno
completo disidratato. Portare ad ebollizione e sterilizzare in autoclave a 121 °C per 15 minuti.
pH: 6,2 ± 0,2 a 25 °C
Distribuire il terreno raffreddato in piaster di Petri.
MRS BRODO
Peptone 10,0g
Estratto di carne 10,0g
Estratto di lievito 4,0g
Glucosio 20,0g
Tween 80 1,08g
Idrogeno fosfato di-potassio 2,0g
Sodio acetato 3H2O 5,0g
Triammonio citrato 2,0g
Magnesio solfato 7H2O 0,2g
Manganese solfato 4H2O 0,05g
Preparazione
Sospendere in 1000mL di acqua distillata i vari componenti o l’opportuna quantità del terreno
completo disidratato. Sterilizzare in autoclave a 121 °C per 15 minuti.
pH 6,2 ± 0,2 a 25 °C
62
Rapporto ISTISAN 08/36
Preparazione
Sospendere in 1000mL di acqua distillata i vari componenti. Sterilizzare in autoclave a 121 °C per 15
minuti.
pH 7,0± 0,2 a 25 °C
Distribuire il terreno raffreddato in piastre di Petri.
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