Walter Scott

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Corso di LINGUE E CULTURE EUROPEE E DEL RESTO DEL MONDO

Laurea: LETTERATURA INGLESE 3


Insegnamento: 32
Lezione n°: Walter Scott
Titolo: 1
Attività n°:

Walter Scott
Corso di LINGUE E CULTURE EUROPEE E DEL RESTO DEL MONDO
Laurea: LETTERATURA INGLESE 3
Insegnamento: 32
Lezione n°: Walter Scott
Titolo: 1
Attività n°:

Walter Scott
Accanto a Jane Austen, altra figura di estremo rilievo del periodo è sicuramente Walter
Scott (1771-1832).
Poeta, narratore, saggista, esordisce come romanziere con Waverley , nel 1814,
dichiarando apertamente il suo debito verso una grande scrittrice irlandese Maria
Edgeworth (1767-1849), la quale aveva anticipato la vena storica e nazionalistica
romantica con il romanzo Castle Rackrent (1800). Rappresentazione del declino di
una famiglia gentilizia irlandese, visto attraverso gli occhi di un servitore, Castle
Rackrent, scritto in irish english , ma corredato da note e glossario in standard
english, si impose per il sapiente uso del punto di vista e l’adozione della tecnica
narrativa del memoir orale.
Walter Scott avrebbe in seguito affermato che i romanzi irlandesi della scrittrice
avevano cercato con tale impegno di mostrare agli inglesi il carattere gioviale e
generoso degli irlandesi che non era eccessivo affermare che quei romanzi avevano
contribuito al completamento dell’Unione più di tutti i provvedimenti legislativi mai
promulgati.
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Insegnamento: 32
Lezione n°: Walter Scott
Titolo: 1
Attività n°:

Walter Scott
Parimenti, quello che Scott riuscì a fare per la Scozia fu di aiutare i suoi connazionali a
comprendere meglio le caratteristiche distintive della storia e della cultura scozzesi,
mettendone in luce i contrasti e le contraddizioni non meno della vitalità.

Se sotto certi aspetti si può accusare Scott di avere notevolmente addomesticato il


tradizionale dissenso scozzese nei confronti delle norme politiche e sociali inglesi, il
suo merito è tuttavia quello di avere esaminato e chiarito intere aree della storia delle
regioni settentrionali che sino ad allora erano state ignorate tanto dagli “imperialisti
culturali” inglesi quanto dai progressisti scozzesi.

Scegliendo di non servirsi dello Scots né nella produzione poetica né in quella narrativa,
Scott rese ben accette le sue opere anche a quella vasta fetta del pubblico che
probabilmente non avrebbe gradito una troppo perentoria affermazione di orgoglio locale.
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Lezione n°: Walter Scott
Titolo: 1
Attività n°:

Walter Scott
Riscrivendo, analizzando e ricostruendo creativamente i passaggi cruciali della storia del
suo paese egli riuscì inoltre a fornire uno studio dei meccanismi che governano il divenire
della Storia in generale.

Rifacendosi al metodo perfezionato da Shakespeare nelle due parti di Henry IV e


adattandolo alle esigenze della narrativa in prosa, fondendo temi politici e toni comici con
dati sia storici sia d’invenzione, Scott riplasmò l’identità nazionale scozzese in modo da

sostenere il proprio punto di vista unionista ed essenzialmente tory .


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Insegnamento: 32/S1
Lezione n°: Walter Scott
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Walter Scott

Audiolezione – testo base


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Laurea: LETTERATURA INGLESE 3
Insegnamento: 32/S1
Lezione n°: Walter Scott
Titolo: 1
Attività n°:

Walter Scott
Walter Scott inventò la tradizione e al tempo stesso se ne servì.
Se, da un lato, lo si può rimproverare di avere sfruttato un’immagine palesemente
romantica del passato scozzese, dall’altro bisogna ammettere che grazie a lui il romanzo
britannico acquista una nuova dignità e si avvia alla conquista del rispetto critico.
Portando questo genere oltre gli eccessi fantastici del gotico e dando forma compiuta alle
intuizioni di Maria Edgeworth, Scott creò di fatto il romanzo storico ottocentesco − una
creazione che, grazie anche alla popolarità universale ottenuta dalle sue opere, avrebbe
esercitato un influsso incomparabile sulla letteratura sia europea che americana.
All’epoca della pubblicazione anonima di Waverley , nel 1814, Scott godeva già di
un’alta reputazione: era considerato il giovane poeta di maggior successo del suo tempo.
Attingendo a ricerche personali, alla propria vasta erudizione e ai ricordi della gioventù
trascorsa nella Scozia meridionale, Scott aveva pubblicato l’autorevole raccolta di ballate
Minstrelsy of the Scottish Border (Poesie della Scozia meridionale, 1802-03).
L’opera, già giunta alla quinta edizione nel 1812, inframmezzava poesia popolare inedita
a versi composti dall’autore stesso.
La raccolta riscosse un enorme successo, eguagliato solo da quello delle Reliquies of
Ancient English Poetry (1765) del vescovo Percy.
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Walter Scott
La passione antiquaria contrassegnò l’intera carriera di scrittore e collezionista di Scott,
ma le sue traduzioni giovanili di Goethe e delle ballate tedesche e il suo amore per la
storia della regione ai confini tra Scozia e Inghilterra lo spinsero a cimentarsi in prima
persona nella poesia narrativa.
The Lay of the Last Minstrel (Il lamento dell’ultimo menestrello, 1805) è
ambientato nel Cinquecento e racconta la storia di una faida famigliare infarcita di episodi
di stregoneria, alchimia e interventi del sovrannaturale.
Il metro energico, impetuoso, adottato da Scott, la variabilità della lunghezza dei versi e
dell’accentazione e l’efficace introduzione di brevi liriche o canzoni nel tessuto narrativo,
caratterizzano anche altri tre lunghi e complessi componimenti poetici: Marmion: A
Tale of Flodden Field (Marmion: racconto della battaglia di Flodden Field, 1808),
The Lady of the Lake (La signora del lago, 1810) e Rokeby (1813).
Questi poemi divennero immediatamente celebri e continuarono a godere di un’altissima
considerazione nel primo periodo vittoriano, tanto che, nonostante la loro lunghezza,
venivano non di rado imparati a memoria.
Oggi il loro fascino sembra svanito e, al di là di alcuni sprazzi di vivacità descrittiva, il
passare del tempo ha conferito a questi componimenti poetici un’aria logora sotto il
profilo sia tematico che stilistico.
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Walter Scott
I romanzi di Walter Scott, vero e proprio fenomeno epocale al tempo, hanno conservato
in misura maggiore l’impatto originario sul lettore, nonostante un certo calo del loro
successo di critica e di pubblico. Il filo rosso che lega i primi nove romanzi dell’autore si
deve rintracciare nel desiderio di trattare questioni scozzesi includendo però sempre nel
quadro lo sguardo e le impressioni di un outsider pragmatico, in genere un inglese.
La struttura e i temi di Waverley , che narra del progressivo coinvolgimento, in larga
misura inconsapevole, di un gentiluomo inglese di buon senso nella ribellione giacobita
del 1745 e della sua esperienza della cultura, affascinante ma “altra”, dei clan delle
Highlands, vengono scaltramente ripresi, seppur con diverse variazioni, in Guy
Mannering (1815), Old Mortality (Old Mortality: I puritani di Scozia, 1816) e Rob
Roy (1817). Lo stesso tipo di tematica e costruzione narrativa si trova invece
ingegnosamente ribaltato in The Heart of Midlothian (Il cuore del Midlothian,
1818), un racconto ambientato a Edimburgo all’epoca dei Porteous riots, le sommosse
antigovernative del 1736.
L’opera si serve infatti della ricostruzione dell’epica marcia compiuta da Jeanie Deans dal
“cuore del Midlothian” fino a Londra allo scopo di ottenere la grazia per la sorella,
condannata a morte, per mettere in scena il contrasto fra il puritanesimo un po’
soffocante di Jeanie e il raffinato edonismo della corte Hannover.
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In tutti questi romanzi Scott espone i suoi protagonisti a modi di vedere, pensare e agire
conflittuali; la Scozia che ci presenta è divisa da rivalità di vario genere − quella fra
giacobiti e unionisti, tra presbiteriani ed episcopalisti, tra i clan delle Highlands e gli
urbanizzati lowlanders (abitanti della pianura), ciascuna in procinto di sfociare in uno
scontro aperto che, in seguito, si risolverà in una graduale convergenza delle posizioni,
aprendo la prospettiva di un futuro di progresso.
Nell’ottica di Scott, le lacerazioni della storia scozzese assolvono il compito di additare la
via a un presente in cui le sorti del paese sono inestricabilmente legate a quelle di
un’Inghilterra liberale e mercantilista, meno vivace ma più omogenea. Questa tensione
dialettica permette alla narrazione di distaccarsi dalla semplice nostalgia per il passato, i
suoi costumi e le sue divisioni. Come Scott sottolinea nel capitolo CXXII di Waverley ,
nessuna nazione europea aveva subito tanti rivolgimenti quanto la Scozia fra il 1715 e il
1815. Per trasmettere ai lettori il senso e la portata di tali cambiamenti, Scott schiude
davanti agli occhi del lettore il passato, creando un quadro storico molto dettagliato e
realistico.
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Lezione n°: Walter Scott
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Walter Scott
Non ci vengono presentate più, come nella narrativa gotica, figure spesso grottesche in
costumi stravaganti o improbabili, bensì uomini e donne che si muovono con
naturalezza fra gli oggetti, i mobili e le opinioni della loro epoca. I suoi personaggi
immaginari incontrano i protagonisti della Storia reale e possono permettersi di maturare
un giudizio poco lusinghiero dato che, sia gli uni che gli altri, sono soggetti
all’interpretazione creativa e ideologica del narratore.
Cosa altrettanto significativa, nei romanzi è l’ambiente a plasmare e a determinare il
personaggio; e si tratta di un ambiente connotato in modo preciso sul piano spaziale e
temporale, definito dalla sua posizione geografica non meno che dalla sua collocazione
storica.
Se è vero che, sotto il profilo ideologico, Scott è irresistibilmente portato a celebrare il
sicuro trionfo della cultura dominante, egli rimane comunque un memorialista tollerante e
spesso persuasivo delle cause perse e delle tribù estinte, del dissenso e delle idee
alternative delle minoranze relegate ai margini da coloro che detengono il potere politico
e intellettuale.
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Nel 1820, con la pubblicazione di Ivanhoe , la narrativa di Scott intraprende una
direzione nuova e, a parte proprio Ivanhoe, non sempre felice, allontanandosi
bruscamente sia dalla Scozia sia dalla storia recente.
Assieme a The Talisman (Il talismano, 1825) e The Bethroted (La promessa
sposa, 1825), due romanzi assai meno convincenti ambientati all’epoca delle crociate,
Ivanhoe sviluppa un discorso critico unitario riguardante le origini e l’utilità del codice
cavalleresco medievale fondato sull’onore e riflette, avvalendosi del filtro della Storia, sul
suo perpetuarsi nell’epoca della Rivoluzione francese.
Tutti e tre i romanzi, tuttavia, necessitano di lunghe e ampie spiegazioni dei dettagli storici
e ricorrono a un dialogo spesso assai artificioso per fare apparire autentica
l’ambientazione nel secolo XII.
L’ampollosità dei dialoghi contrasta nettamente con le assai più naturali rievocazioni della
lingua di uso domestico che danno alla narrativa scozzese la sua caratteristica vivacità.
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Lezione n°: Walter Scott
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Difetti analoghi guastano i ritratti, altrimenti animati, dell’Inghilterra elisabettiana
contenuti in Kenilw orth (1821) e quelli del periodo della repubblica di Cromwell
in Woodstock (1826). The Fortunes of Nigel (Le fortune di Nigel, 1822) e
Quentin Durward (1823) sono altrettante potenti variazioni sul tema del
personaggio onesto e innocente che, all’estero, si trova a muoversi fra gli intrighi e la
corruzione.
Forse, però, la migliore delle opere tarde di Scott rimane Redgauntlet (Il guanto
rosso, 1824), che rievoca la fiamma ormai languente del giacobitismo scozzese, osservata
dalle diverse prospettive dei due eroi, il flemmatico Alan Fairford e il romantico
Darsie Latimer.
Purtroppo, la malattia e il dissesto economico rattristarono gli ultimi anni della vita di
Scott; la sua produzione, che continuò a essere eccezionalmente abbondante, reca il
segno delle tensioni e delle preoccupazioni e scade in una sperimentazione confusa,
anche se quasi mai banale. Resta indubitabile che proprio come grande autore di
romances Scott contribuì potentemente allo sviluppo del nuovo atteggiamento verso il
passato e del senso della comunità nazionale.
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Laurea: LETTERATURA INGLESE 3
Insegnamento: 32/S1
Lezione n°: Walter Scott
Titolo: 1
Attività n°:

Walter Scott
Scrittori come Fenimore Cooper, Manzoni, Hugo, Tolstoj sarebbero impensabili senza
l’esempio di Scott: primo tra i romanzieri occidentali, il “Mago del Nord”, come i
contemporanei lo definivano, ha saputo rendere il passato immaginabile ma a un
certo prezzo.

D’altro canto, sostiene Praz non senza ragione ( Storia della letteratura inglese, p. 459),
Walter Scott contribuì all’imborghesimento del romanticismo mettendo i motivi romantici
alla portata di tutti, impastandoli con once di buon senso, di humour, di pittoresco, così
da potersi intonare agli ambienti borghesi senza sforzo.

Il suo influsso sui romanzieri inglesi fu potente, ma non sempre positivo, perché a essere
accolte furono spesso più le sue debolezze che le virtù: soprattutto l’ossequio a un tipo
di trama complicata e arbitraria e la diffusione di eroi ed eroine omologati e
convenzionali.
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Laurea: LETTERATURA INGLESE 3
Insegnamento: 32/S2
Lezione n°: Walter Scott
Titolo: 1
Attività n°:

Esercitazione
tempo a disposizione 30 min.

Lo studente è invitato a svolgere l’argomento proposto utilizzando un massimo di 400


parole. Il tempo previsto per il completamento dell’esercizio è di 30 minuti.

Una volta completata l’esercitazione, il docente rimane a disposizione per fornire


feedback allo studente, previo upload dell’elaborato sul suo e-portfolio e
relativo avviso al docente dell’avvenuto caricamento.
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Laurea: LETTERATURA INGLESE 3
Insegnamento: 32/S2
Lezione n°: Walter Scott
Titolo: 1
Attività n°:

Esercitazione

Lo studente illustri, utilizzando un massimo di 400 parole, i temi sviluppati da Walter


Scott nei suoi romanzi maggiori.
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Laurea: LETTERATURA INGLESE 3
Insegnamento: 32/S3
Lezione n°: WALTER SCOTT
Titolo: 01
Attività n°:

Test 4
tempo a disposizione 30 min.
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Insegnamento: 32/S3
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Titolo: 01
Attività n°:

Test di autovalutazione
Il test è a risposta multipla chiusa (1 risposta corretta su 3 proposte); lo studente
dovrà rispondere ai dieci quesiti proposti nel tempo massimo di 30 minuti.

Il test si considera superato con il 90% delle risposte corrette. Al termine della
prova, al lavoro verrà attribuito un punteggio in percentuale.

Il superamento (o il mancato superamento) dei test non ha ricaduta sul voto finale
dell’esame in quanto i test sono intesi come semplice ausilio formativo e strumento di
autovalutazione.

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