Proposta Per La Pace Attività Con I Bambini

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PROPOSTA DI RIFLESSIONE E DI

PREGHIERA PER LA PACE


SCUOLE FISM- MARZO 2022

SCUOLE DELL’INFANZIA PROPOSTA PER MERCOLEDI’ 2 MARZO


(Giornata di preghiera per la Pace)

1. Stimolo di lettura
Leggiamo ai bambini la poesia “Promemoria” di Gianni Rodari

“PROMEMORIA”.
Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola a mezzogiorno.
Ci sono cose da fare di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
orecchie per non sentire.
Ci sono cose da non fare mai,
né di giorno né di notte,
né per mare né per terra:
per esempio la guerra.
Gianni Rodari

2. Domande stimolo per riflettere


Leggiamo con i bambini questa poesia fermandoci alle prime due strofe e chiedendo poi loro:
- Sai cosa è un Promemoria? Un promemoria è…? Il promemoria è per le cose importanti?
- Se dovessi scrivere un promemoria per gli amici e le persone a cui vuoi bene cosa scriveresti?
Quali sono le cose importanti che secondo te si dovrebbero fare ogni giorno? E quali si
dovrebbe fare ogni notte?
- E se volessi dire loro una “parola buona” ogni giorno, quali parole vorresti dire loro? E quali
“Parole buone” vorresti dire loro ogni notte prima di addormentarti?

Annotiamo i loro pensieri e le loro parole. Dopo questo breve momento di confronto chiediamo loro:
- Secondo te, quali sono invece le cose non si dovrebbero mai fare e le parole che non si
dovrebbero mai dire?

A questo punto leggiamo loro l’ultima parte della poesia.


- Cosa ci dice? Il poeta è d’accordo con noi?
- Cosa significa fare la guerra? Noi viviamo in un paese dove c’è pace o c’è guerra?
- Ti piacerebbe vivere in un paese in guerra? Di cosa avresti paura?
- Ci sono paesi in cui la guerra c’è? Sappiamo di paesi in cui la guerra è scoppiata da pochi
giorni?
3. Preghiera
Condividiamo con loro un momento di preghiera tenendoci per mano e proponiamo loro il Padre
Nostro. In questa preghiera chiediamo al nostro Padre nei cieli di donarci la pace, di insegnarci la
condivisione e il perdono, di proteggerci dal male e quindi anche dalla guerra.
Se sono presenti bambini di altra religione, ci prepariamo chiedendo ad un genitore di
farci avere lo scritto di una breve preghiera per la pace da recitare dopo il Padre Nostro.
Al termine della preghiera chiediamo ai bambini di abbracciare il compagno che hanno accanto e di
rivolgere loro una parola “buona”.
Diciamo ai bambini di “mandare a mente” la parola buona detta. Sarà il nostro promemoria per tutto
il giorno. “Attenti bambini perché ve la richiederò!”

ATTENZIONE. Questo momento sarà vissuto insieme da tutti i bambini delle


scuole Fism che aderiranno al progetto. Idealmente sarebbe bello che tutti
ci unissimo in preghiera alle 11 del mattino di mercoledì 2 marzo.

PROPOSTE PER LE GIORNATE A SEGUIRE (TEMPO DI QUARESIMA)

1. Pensieri e parole
Recuperiamo i pensieri in libertà condivisi nella giornata di preghiera del 2 marzo. Ricordiamo
brevemente il significato di promemoria e quello che i bambini hanno condiviso rispetto alle cose da
fare e non fare, alle parole da dire e a quelle da non dire.
Spieghiamo loro che se ognuno si impegnasse a fare ogni giorno quello che è scritto in questi
promemoria di pace il mondo riscoprirebbe davvero la pace. Ognuno però deve fare la sua parte.

2. Ognuno deve fare la sua parte


Per spiegare questo concetto proponiamo ai bambini la leggenda africana del colibrì
“Un giorno nella foresta scoppiò un grande incendio. Di fronte all’avanzare delle fiamme, tutti gli
animali scapparono terrorizzati mentre il fuoco distruggeva ogni cosa senza pietà.
Leoni, zebre, elefanti, rinoceronti, gazzelle e tanti altri animali cercarono rifugio nelle acque del
grande fiume, ma ormai l’incendio stava per arrivare anche lì.
Mentre tutti discutevano animatamente sul da farsi, un piccolissimo colibrì si tuffò nelle acque del
fiume e, dopo aver preso nel becco una goccia d’acqua, incurante del gran caldo, la lasciò cadere
sopra la foresta invasa dal fumo. Il fuoco non se ne accorse neppure e proseguì la sua corsa sospinto
dal vento.
Il colibrì, però, non si perse d’animo e continuò a tuffarsi per raccogliere ogni volta una piccola
goccia d’acqua che lasciava cadere sulle fiamme.
La cosa non passò inosservata e ad un certo punto il leone lo chiamò e gli chiese: «Cosa stai
facendo?». L’uccellino gli rispose: «Cerco di spegnere l’incendio!».
Il leone si mise a ridere: «Tu così piccolo pretendi di fermare le fiamme?» e assieme a tutti gli altri
animali incominciò a prenderlo in giro. Ma l’uccellino, incurante delle risate e delle critiche, si gettò
nuovamente nel fiume per raccogliere un’altra goccia d’acqua.
A quella vista un elefantino, che fino a quel momento era rimasto al riparo tra le zampe della
madre, immerse la sua proboscide nel fiume e, dopo aver aspirato quanta più acqua possibile, la
spruzzò su un cespuglio che stava ormai per essere divorato dal fuoco.
Anche un giovane pellicano, lasciati i suoi genitori al centro del fiume, si riempì il grande becco
d’acqua e, preso il volo, la lasciò cadere come una cascata su di un albero minacciato dalle fiamme.
Contagiati da quegli esempi, tutti i cuccioli d’animale si prodigarono insieme per spegnere
l’incendio che ormai aveva raggiunto le rive del fiume.
Dimenticando vecchi rancori e divisioni millenarie, il cucciolo del leone e dell’antilope, quello della
scimmia e del leopardo, quello dell’aquila dal collo bianco e della lepre lottarono fianco a fianco per
fermare la corsa del fuoco.
A quella vista gli adulti smisero di deriderli e, pieni di vergogna, incominciarono a dar manforte
ai loro figli. Con l’arrivo di forze fresche, bene organizzate dal re leone, quando le ombre della sera
calarono sulla savana, l’incendio poteva dirsi ormai domato.
Sporchi e stanchi, ma salvi, tutti gli animali si radunarono per festeggiare insieme la vittoria sul
fuoco.
Il leone chiamò il piccolo colibrì e gli disse: «Oggi abbiamo imparato che la cosa più importante
non è essere grandi e forti ma pieni di coraggio e di generosità. Oggi tu ci hai insegnato che anche
una goccia d’acqua può essere importante e che insieme si può spegnere un grande incendio. D’ora
in poi tu diventerai il simbolo del nostro impegno a costruire un mondo migliore, dove ci sia posto
per tutti, la violenza sia bandita, la parola guerra cancellata, la morte per fame solo un brutto
ricordo».

3. Riflessione
Al termine della proposta di lettura riflettiamo insieme ai bambini proponendo alcune domande
stimolo:
- cosa è successo nel bosco? Cosa ha fatto il colibrì? E gli altri animali?
- come definireste il colibrì? Cosa ha detto di lui il leone all’inizio? E alla fine?
- Se il colibrì non avesse iniziato per primo a portare l’acqua, cosa sarebbe successo al bosco?
- …
- …

A questo punto diciamo ai bambini che è giunto il momento che


anche loro facciano la loro parte, devono davvero fare quello che
hanno scritto nel promemoria e farlo ogni giorno, ma soprattutto
devono dare l’esempio.
Proponiamo di utilizzare i loro pensieri per scrivere altri
“Promemoria” che suggeriscano cosa è importante fare ogni
giorno, quali sono le “parole buone” che si dovrebbero dire ogni
giorno.
Prepariamo dei foglietti colorati e/o disegnati su cui i promemoria
scritti dai bambini e altri con la poesia di Rodari. Si può prendere
ad esempio quello riprodotto qui accanto. Questi foglietti
verranno collocati in uno spazio dove anche altri li possano
vedere, sia i bambini delle altre sezioni sia le famiglie della scuola.
Scegliamo un luogo di passaggio come un ingresso, un atrio, un
corridoio o (se i genitori non possono entrare a scuola) un cortile
coperto o un giardino (in questo caso i foglietti andranno plastificati).
4. L’angolo della pace
Creiamo questo angolo tirando dei fili a raggiera che serviranno per appendere i foglietti. Utilizziamo
nastri colorati che riproducano i colori dell’arcobaleno (a seconda del numero dei promemoria
creiamo più arcobaleni)
Appendiamo i foglietti con i promemoria dei bambini e
la poesia di Rodari.
Possiamo anche decidere che i foglietti siano appesi alle
zampette di tanti colibrì per ricordare il messaggio
dell’iniziativa “Ognuno deve fare la sua parte”.
Chiediamo ai bambini di coinvolgere i loro genitori in
questo progetto. Ogni mattina arrivando a scuola
potranno leggere un promemoria e impegnarsi insieme
perché quell’azione o quella parola scritte nel
promemoria letti li guidi durante tutta la giornata o
settimana

5. Il significato dell’arcobaleno
Dopo l’allestimento dell’angolo della pace proviamo a scoprire se i bambini conoscono la simbologia
dell’arcobaleno.
- Perché secondo voi l’arcobaleno ricorda la pace
- Sapete che la bandiera della pace ha i colori dell’arcobaleno
- Se dovessi scegliere un colore per la pace secondo te sarebbe?...
Probabilmente ognuno sceglierà un colore differente: allora l’arcobaleno è proprio il simbolo più
giusto per la pace.

6. Esperienze: racconto, gioco motorio, conversazione


Possiamo decidere di proporre il racconto della Bibbia che parla del Diluvio Universale. Il racconto
dovrebbe essere proposto in una versione “rivista”, perché i bambini possano essere aiutati non tanto
a vedere il tema della punizione, ma il dolore di Dio di fronte ad una terra dove c’erano ingiustizie,
cattiverie e guerre. Per questo Dio chiede a Noè di costruire un’arca dove raccogliere quanto di buono
era rimasto sulla terra: uomini, animali, piante. Il racconto può sottolineare alcuni passaggi emotivi:
- i quaranta giorni di pioggia in cui il cielo è rimasto grigio e nero e dove le cose scomparivano
alla vista;
- i suoni dei tuoni e della pioggia incessante;
- il freddo al chiuso dentro l’arca
e poi di contro l’arrivo del sereno:
- il cielo si rischiara e le nuvole scompaiono
- il sole torna splendere e gli uomini tornano ad uscire dall’arca e sono felici
- la ricerca di un luogo dove far attraccare la barca e dove far festa per la pace ritrovata

Recuperiamo il racconto con un gioco motorio in cui i bambini facciano esperienza del
diluvio/temporale. Ci facciamo aiutare da musiche di sottofondo che rievochino un senso di urgenza,
minaccia e altre che riproducano il suono della pioggia e del temporale. Prepariamo i bambini dei
“rifugi” e delle tane per ripararsi dalla pioggia. Utilizziamo dei teli neri e blu che facciamo ondeggiare
per riprodurre l0idea del mare minaccioso o l0idea del vento che soffia e ulula durante il temporale.
Poi passiamo alla fine del temporale: il passaggio può essere segnato dal cambio di musica. I bambini
possono uscire dai rifugi, si può tonare a camminare, si salta nelle pozze, si danza con la musica. Si
possono mettere a disposizione dei bambini delle stoffe colorate per esprimersi con il movimento e
la danza.
Al termine del gioco chiediamo loro:
- Come ti fa sentire il temporale? E il buio? Hai paura? Cosa desideri quando fuori piove?
- Come ti fa sentire il sole? Hai mai visto un arcobaleno dopo la pioggia? Come ti fa sentire
l’arcobaleno?
Concludiamo dicendo loro che la paura, la tristezza provata da loro nel gioco del temporale è un po’
quella provata nel racconto del diluvio da chi stava sull’arca e la gioia e il sollievo provati quando
finalmente si torna a vedere il sereno e l’arcobaleno in cielo sono le emozioni provate da Noè e i suoi
amici durante il diluvio. Ed è forse per questo che l’arcobaleno è diventato il simbolo della pace,
perché quando si è in pace c’è gioia, allegria, non si ha paura, non si prova tristezza, non abbiamo
bisogno di nasconderci o di trovare riparo, non abbiamo paura degli altri.
Recuperiamo le stoffe, un colore per una coppia di bambini, le tendiamo e formiamo un arcobaleno.
Scattiamo fotografie di questo arcobaleno. Poi ci avvolgiamo con queste stoffe, unendoci in un
abbraccio. Scattiamo altre fotografie

7. Dopo la pioggia
Leggiamo ai bambini la Poesia “Dopo la pioggia” di Gianni Rodari

“DOPO LA PIOGGIA”
Dopo la pioggia viene il sereno
brilla in cielo l’arcobaleno.
È come un ponte imbandierato
e il sole ci passa festeggiato.
È bello guardare a naso in su
le sue bandiere rosse e blu.
Però lo si vede, questo è male
soltanto dopo il temporale.
Non sarebbe più conveniente
il temporale non farlo per niente?
Un arcobaleno senza tempesta,
questa sì che sarebbe una festa.
Sarebbe una festa per tutta la terra
fare la pace prima della guerra.
Gianni Rodari

La poesia ci aiuta a fare sintesi delle esperienze precedenti. Possiamo chiedere ai bambini di farne
una rielaborazione grafica, ai più piccoli di colorare un arcobaleno con le tempere.

8. Arcobaleni e abbracci
Rivediamo insieme le foto scattate nell’esperienza
precedenti e le utilizziamo per un momento di
preghiera per la pace e perché torni a splendere il
sereno nei Paesi che ora sono in guerra.
Appuntiamo ciascuna preghiera formulata dai
bambini per la pace e uniamole alle preghiere del
Padre nostro e alle preghiere di altre religioni che con
la collaborazione dei genitori siamo riuscite a
raccogliere.
Creiamo anche in questo caso dei foglietti (plastificati se necessario) e li collochiamo nell’angolo della
pace, insieme questa volta a delle colombe (simbolo di pace incontrato nel racconto del diluvio)
Le preghiere sostituiranno i promemoria, ma anche queste potranno essere lette con i genitori
entrando a scuola.

9. Condivisione
Suggeriamo ai bambini l’idea di usare questo promemoria (che abbiamo rimosso dall’angolo della
pace) anche fuori dalla nostra scuola per ricordare agli adulti cosa si dovrebbe sempre fare e quali
parole si dovrebbe sempre usare per stare bene e vivere in pace.
Pensiamo ad alcuni luoghi dove le persone potrebbero vedere questo promemoria e fermarsi a
leggerlo.
Decidiamo di mettere i colibrì con i promemoria sul cancello della scuola e poi sulla piazza del paese
(dove si affaccia la Chiesa o il Municipio o entrambi)
Organizziamo un momento in cui andare a portare queste colombe nei luoghi individuati e chiediamo
al Parroco e al Sindaco di accoglierci e aiutarci a “esporre” questi messaggi e promemoria di pace.
Pensiamo ad una presentazione del progetto, magari accompagnata dalla Leggenda africana del
colibrì, perché il cammino intrapreso dai bambini venga narrato anche a chi, adulto o bambino, si
soffermerà a leggere i promemoria.

PROPOSTA PER LO 0-3 NIDI E SEZIONI PRIMAVERA.

Per i servizi alla prima infanzia, pensando al gruppo dei bambini più grandi, si potrebbe partire da
“Promemoria” di Gianni Rodari e stimolare un semplice dibattito riprendendo i contenuti della
filastrocca:
“PROMEMORIA”.
Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola a mezzogiorno.
Ci sono cose da fare di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
orecchie per non sentire.
Ci sono cose da non fare mai,
né di giorno né di notte,
né per mare né per terra:
per esempio la guerra.
Gianni Rodari

- Quali sono le cose che facciamo di giorno?


- Quali sono le cose che facciamo di notte?
Soffermandosi in particolare su...
- quali sono le cose che non dobbiamo fare mai?
Se il gruppo sostiene il dibattito si potrebbe chiedere cosa significhi per loro la parola PACE e
partendo dalle loro risposte portare esempi di quotidianità (es. quando chiedo scusa ad un amico a
cui ho portato via un gioco, quando prendo per mano un amico, quando do un bacio alla mamma…).
Anche per questa fascia d’età è possibile immaginare un simbolo che possa essere appeso fuori dal
nido o dalla sezione primavera e che per i bambini possa significare pace, amicizia, vicinanza: tante
manine, un girotondo, un cuore ecc
Questo simbolo potrebbe essere accompagnato dalle parole dei bambini raccolte durante la
condivisione iniziale e trascritte su un foglietto.
Anche in questo caso si cercherà un luogo all’esterno del nido o della sezione primavera, dove
collocare manina e parole dei bambini perché le famiglie possano conoscere quali sono i pensieri dei
bambini in merito alla guerra e alla pace (idea dei nastri colorati a formare un arcobaleno)
I simboli possono essere anche diversi se i bambini avanzano proposte differenti.

PROPOSTA DI PREGHIERA IN FAMIGLIA

La poesia di Rodari “La luna di Kiev” potrebbe essere


consegnata alle famiglie come invito, visto le esperienze che i
bambini stanno vivendo a scuola sul tema della pace, a fermarsi
ad un momento di preghiera anche a casa.
Una filastrocca quanto mai attuale, dato che la luna su Roma
non è mai stata così lontana e diversa da quella di Kiev: il cielo
sereno e i monumenti illuminati nella Capitale stonano con il
cielo quello squarciato dalle bombe lanciate durante l’attacco
russo. Eppure, anche se sembriamo dimenticarcene, tutti noi
facciamo parte dello stesso pianeta. Ed è proprio la luna a
ricordarci una sacrosanta verità: possono chiudere i porti,
possono chiudere le frontiere, può esserci una nuova ondata
di profughi, ma almeno in cielo, c’è la luna che può spostarsi, da un Paese all’altro, senza
passaporto e se pregando noi alziamo gli occhi a guardala, forse possiamo creare quella comunità
di persone, di pensieri e di cuore che potrà riportare la pace.

“LA LUNA DI KIEV”


Chissà se la luna
di Kiev è bella
come la luna di Roma,
chissà se è la stessa
o soltanto sua sorella…
Ma son sempre quella!
– la luna protesta –
non sono mica
un berretto da notte
sulla tua testa!
Viaggiando quassù
faccio lume a tutti quanti,
dall’India al Perù,
dal Tevere al Mar Morto,
e i miei raggi viaggiano
senza passaporto
Gianni Rodari

Per la preghiera durante la quale ciascuno, secondo la sua fede, potrà usare e scegliere le formule e le
parole che maggiormente sente chiediamo loro di unirsi per mano a formare un cerchio e di collocare
al suo interno una piccola luce a rappresentare la luna, che splende nei cieli e sopra le teste di ciascun
uomo, senza differenze e con la stessa bellezza e tranquilla serenità di sempre.
Anche per questa preghiera serale potremmo chiedere di scegliere un orario comune, per dare un
significato simbolico forte di unità e condivisione.

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