Fotosintesi
Fotosintesi
Fotosintesi
Questa energia si accumula nelle piante verdi ma viene distribuita a tutti gli esseri viventi
compreso l’uomo, il quale si trova al primo posto come consumatore di energia fotosintetica,
non solo come alimento ma anche per far funzionare le macchine (petrolio, carbone).
Lo studio della fotosintesi interessa numerosi campi, dall’agricoltura alla fisica.
La quantità di energia solare catturata dalla fotosintesi è immensa, dell'ordine dei 100 TW
(terawatt) all’anno, che è circa sei volte quanto consuma attualmente la civiltà umana (14
TW
anno).
Oltre che dell'energia, la fotosintesi è anche la fonte di carbonio dei composti organici degli
organismi viventi.
La fotosintesi trasforma circa 115·109 Kg di carbonio in biomassa ogni anno.
Tra gli organismi autotrofi il ruolo di gran lunga più importante è svolto dai fotoautotrofi, che
coprono totalmente il loro fabbisogno di energia mediante l’energia radiante della luce;
PROCESSO
Nelle piante le foglie sono le responsabili della fotosintesi.
Attraverso l’apparato radicale e il fusto, esse ricevono H2O e sali minerali
Attraverso gli stomi catturano la CO2
I cloroplasti, uno dei diversi tipi di plastidi (cromoplasti, leucoplasti) contengono elevate
quantità di clorofilla, pigmento in grado di catturare la luce.
I PIGMENTI FOTOSINTETICI
Per catturare la luce nello spettro del visibile le piante utilizzano dei pigmenti
Le piante autotrofe in natura traggono l’energia dalla radiazione solare innescando il
processo della fotosintesi che è dipendente dalla luce. Indichiamo come luce la forma di
energia radiante che può essere percepita dall’occhio umano; è questo l’ambito di lunghezze
d’onda (λ) comprese tra 380 e i 700 nm circa. Questa zona dello spettro si può pertanto
definire fotobiologia.
Il pigmento più abbondante nelle foglie e responsabile della fotosintesi è la clorofilla, che
assorbe luce alla lunghezza d’onda del viola, dell’azzurro del rosso, riflettendola luce verde;
La più importante è la clorofilla a, di colore verde-azzuro, ma vi sono anche le clorofille b, di
colore verde-giallo, c e d, e altre forme che si trovano solo nelle cellule procariote
(batterioclorofille).
I carotenoidi sono pigmenti di colore giallo o arancione
Nelle alghe rosse e nei cianobatteri vi sono pigmenti rossi e azzurri, le ficobiline, che
assorbono la luce giallo-verde, gialla e arancione
La clorofilla
Una molecola di clorofilla può essere paragonata a un chiodo. La testa del chiodo è formata
da un anello porfirico idrofilo, la coda da un alcol a lunga catena altamente idrofobo il quale
è collegato all’anello porfirico attraverso un legame estereo
Il diossido di carbonio è assorbito nelle foglie dall’aria, attraverso delle piccole aperture
dell’epidermide chiamate stomi.
Una volta nella foglia, il diossido di carbonio e l’acqua diffondono nei cloroplasti, gli organuli
in cui ha luogo la fotosintesi.
La membrana tilacoidale contiene la clorofilla e altri pigmenti che assorbono la luce solare
utile alla fotosintesi.
La via metabolica in cui il diossido di carbonio viene dapprima legato a un composto
organico, quindi convertito in un carboidrato, si svolge nello stroma del cloroplasto.
La fotosintesi
La fotosintesi è un processo redox, come la respirazione cellulare
Nella fotosintesi l’H2O viene ossidata e la CO2 viene ridotta.
La fotosintesi è un sistema di reazioni di ossido riduzione attraverso le quali le piante
convertono l’energia della radiazione solare, l’anidride carbonica contenuta nell’aria e
l’acqua, nell’energia chimica dei carboidrati prodotti, liberando come prodotto di “ scarto “
l’ossigeno
Può essere distinta in due fasi:
• Fase luminosa • Fase oscura
La fotosintesi
La fotosintesi avviene in due stadi collegati tra loro dall’ATP e dal NADPH
• Il processo completo della fotosintesi avviene in due stadi collegati, ciascuno composto da
diverse tappe.
• Le tappe del primo stadio sono note come reazioni luminose.
• Quelle del secondo come reazioni al buio o ciclo di Calvin.
Le fasi fotosintetiche
le reazioni luce-dipendenti svolgono membrane dei tilacoidi;
le reazioni luce- indipendenti nello stroma.
In una molecola di clorofilla isolata, un elettrone eccitato dalla luce torna allo stato
fondamentale, emettendo luce e calore
Una molecola di clorofilla all’interno di un fotosistema cede i propri elettroni eccitati alle
molecole vicine prima che essi tornino allo stato fondamentale
Esistono due tipi di fotosistemi distinti secondo la lunghezza d’onda che assorbono in
maniera preponderante
Il fotosistema I ha il massimo di assorbimento ad una lunghezza d'onda di 700 nm, perciò
viene chiamato P 700.
Il fotosistema II, per ragioni analoghe, P 680.
I due fotosistemi lavorano in modo integrato, generando un flusso di elettroni, alimentato
dall’energia luminosa, che li percorre partendo dall’acqua fino a raggiungere il NADPH.
1) Gli elettroni del centro di reazione del fotosistema II (P680), spinti dai fotoni assorbiti ad
un livello di energia superiore, vengono captati dall’accettore primario del fotosistema.
2) Gli elettroni vengono successivamente ceduti dall’accettore primario del fotosistema II
attraverso una catena di trasporto degli elettroni, al centro di reazione del fotosistema I
(P700) che si trova ad un livello energetico inferiore. Durante questa discesa si libera
energia che viene utilizzata per sintetizzare ATP (fotofosforilazione).
L’ATP è il primo prodotto della fase luminosa, che verrà utilizzato nella fase oscura.
3) Gli elettroni giunti al centro di reazione del fotosistema I, spinti dai fotoni assorbiti ad un
livello di energia superiore, vengono captati dall’accettore primario del fotosistema I e da qui
vengono ceduti al NADP+ che si riduce a NADPH che è il secondo prodotto della fase
luminosa, che verrà utilizzato, per il suo potere riducente, nella fase oscura.
4) Il centro di reazione del fotosistema II viene continuamente rifornito di elettroni dalla
reazione di fotolisi dell'acqua, l’acqua, in presenza di luce, viene ossidata ad ossigeno
molecolare
Nel flusso ciclico degli elettroni fotosintetici il movimento avviene lungo un percorso che si
chiude ad anello con il P700 del fotosistema I.
Gli elettroni passano dall'accettore primario del fotosistema I ad un trasportatore che non fa
parte della via Z, il citocromo b6 e vengono restituiti al centro di reazione del Fotosistema I.
Questo processo, poco efficiente, è probabilmente molto antico dal punto di vista evolutivo
ed appare come un residuo delle prime vie metaboliche messe a punto dai primi
microrganismi procarioti
fotosintetici
CHEMIOSMOSI
Il meccanismo che accoppia la sintesi di ATP con il trasporto degli elettroni nei cloroplasti
viene spiegato dall'ipotesi chemioosmotica di Mitchell poiché la sintesi è innescata dal
gradiente di H+ che si stabilisce tra i due lati di una membrana.
FASE OSCURA
Nella fase indipendente dalla luce, gli zuccheri si formano a partire dal diossido di carbonio
attraverso un processo ciclico
Il ciclo di Calvin-Benson :
• detto anche ciclo C3 poiché la maggior parte delle molecole che lo costituiscono
possiedono 3 atomi di carbonio
• avviene nello stroma dei cloroplasti;
• è composto dalla fissazione del carbonio, dalla riduzione e dalla produzione di G3P e dalla
rigenerazione di RuDP.
1. la fissazione del CO2 - il CO2 atmosferico si combina con il RuBP (ribulosio bifosfato),
producendo una molecola C6 che si scinde immediatamente in due molecole C3
(3PG-fosfoglicerato);
2. la riduzione del CO2 - ciascuna molecola di 3PG viene ridotta in G3P
(gliceraldeide-3-fosfato);
3. la rigenerazione del RuBP - le molecole di G3P sono usate per riformare le molecole di
RuBP (ribulosio 1,5 bifosfato) in modo che il ciclo non si arresti.
Quando il RuBP si lega con l’ossigeno, produce fosfoglicolato, un composto a due atomi di
carbonio:
Questa via prende il nome di fotorespirazione perché consuma O2 e libera CO2 .
Essa utilizza l’ATP e il NADPH prodotti nel corso delle reazioni luminose, ma ha un
rendimento netto inferiore di un quarto rispetto al ciclo di Calvin.
Una visione d’insieme: la fotosintesi utilizza l’energia luminosa per costruire molecole
organiche
PIANTE C4 e CAM
Presentano speciali adattamenti per risparmiare acqua a differenza delle piante in cui il
ciclo di Calvin utilizza direttamente il CO2 dell’aria (dette piante C3 ).
C4
Le piante C4 prima fissano il CO2 in un composto a quattro atomi di carbonio che fornisce
il CO2 al ciclo di Calvin.
In queste piante l'anidride carbonica non partecipa direttamente al ciclo di Calvin, ma viene
"temporaneamente" trasformata, a livello delle cellule del mesofillo della foglia, in un
composto detto PEP (fosfoenolpiruvato) con successiva formazione di ossalacetato, un
composto a 4 atomi di carbonio (da cui il nome C4). Questo viene a sua volta trasformato in
un altro composto a 4 atomi di carbonio, il malato (o l'aspartato, a seconda della specie
vegetale), che migra dal mesofillo alle cellule che circondano i fasci conduttori (cellule della
guaina del fascio). Qui il malato (o l'aspartato) viene riconvertito in anidride carbonica, CO2
il carbonio del CO2 viene fissato a un accettore a tre atomi di carbonio, il fosfoenolpiruvato
(PEP), formando un composto intermedio a quattro atomi di carbonio chiamato ossalacetato;
per questo motivo esse prendono il nome di piante C4
La PEP carbossilasi non svolge attività di ossigenasi ed è in grado di fissare il carbonio
anche a concentrazioni molto basse di CO2. Perciò, nei giorni caldi, quando gli stomi sono
chiusi e la concentrazione fogliare di CO2 è molto inferiore a quella di O2, la fissazione del
carbonio può procedere.
Le piante CAM
Le piante CAM aprono i propri stomi di notte, producendo un composto a quattro atomi di
carbonio usato come fonte di CO2 durante il giorno.
piante grasse, molti cactus e l’ananas
Il metabolismo del CO2 tipico di tali piante si chiama metabolismo acido delle crassulacee
• Durante la notte, quando il clima più fresco riduce al minimo la perdita d’acqua, gli stomi si
aprono, Il CO2 si fissa nelle cellule del mesofillo formando ossalacetato, che poi si trasforma
in malato, anch’esso a quattro atomi di carbonio.
• Durante il giorno, quando gli stomi si chiudono per ridurre la perdita d’acqua, il malato è
trasferito ai cloroplasti; qui viene decarbossilato per produrre il CO2 necessario per il ciclo di
Calvin, mentre le reazioni della fase luminosa forniscono ATP e NADPH