Una Guerra
Una Guerra
Una Guerra
LE CONSEGUENZE ECONOMICHE
Lo sviluppo di tali armi contribuì a definire un’altra caratteristica della
guerra: in quanto grazie ad essa l’Italia si dotò di un’industria meccanica
così da favorire l’aumento dei profitti.
Ma insieme ad essi aumentarono anche l’occupazione e la produzione sia
quella militare sia quella civile.
Tra il 1915 e il 1918 l’intervento dello Stato nell’economia conobbe
un’espansione senza precedenti: si trattò di una guerra lunga,
impegnativa e costosa che poteva essere sostenuta soltanto
dall’intervento pubblico. Per fare ciò lo Stato divenne il principale
committente degli apparati industriali e si imposero nuove tasse: furono
lanciati prestiti nazionali e fu stampata un’enorme quantità di carta
moneta che portò all’inflazione.
Fu un’economia diversa da quella tradizionale, basata su un rapporto
triangolare tra Stato, industriali e sindacati. In essa le singole imprese
persero la libertà di movimento e quasi ovunque le industrie furono
militarizzate.
LE CONSEGUENZE POLITICHE
Lo stato di guerra provocò in tutti i paesi una diminuzione del potere del
parlamento e l’aumento di quelli dei governi dei militari.
In Gran Bretagna alla fine del 1916 diventò Primo Ministro Lloyd George
che costituì una sorta di super governo composto da un numero ristretto
di ministri (gabinetto di guerra).
In Francia, invece, si riuscì a stabilire un saldo controllo governativo
sull’esercito quando il comando fu affidato ai generali Philippe Petain e
Ferdinand Foch.
Ma anche in Italia viene approvato un governo di unità nazionale guidato
da Paolo Boselli in cui a fianco dei liberali entrarono socialisti riformisti,
repubblicani e radicali.
Ma i paesi dove si ebbero le limitazioni più forti furono quelli dove i
poteri del parlamento erano sempre più deboli: la Germania e l’Austria-
Ungheria:
- In Germania, in particolare, sufficiente che il governo avesse la
fiducia del sovrano e non più anche quella del Parlamento.
Con gli uomini mandati al fronte, una parte rilevante dei destinatari di tali
messaggi erano le donne che furono pienamente coinvolte nel conflitto.
Divennero infermiere negli ospedali, si attivarono nell’assistenza ai soldati
(cucire, cucinare) e furono madrine di guerra (portavano conforto a
militari sconosciuti). Trovarono inoltre molto spesso a dover sostituire gli
uomini nelle campagne per i lavori agricoli e nelle città entrando a
lavorare nelle fabbriche.
Uscite dalle mura domestiche, sia per scelta ma soprattutto per necessità,
acquistarono cosi maggiore responsabilità e indipendenza. La guerra
quindi stava trasformando la condizione delle donne dando loro una
maggiore visibilità nella società.
Tra questi motivi a spingere gli Stati Uniti verso la guerra furono le
simpatie verso gli ideali di libertà e giustizia che si contrapponevano
all’autoritarismo degli imperi centrali.
LA CONFERENZA DI PARIGI
La conferenza di pace si aprì a Parigi il 18 gennaio 1919 con la
partecipazione dei 32 Stati vincitori.
Alla base della discussione vi furono i 14 punti elaborati dal presidente
degli Stati Uniti Wilson-> Il testo esponeva i principi che avrebbero
dovuto ispirare la riorganizzazione del mondo e delle relazioni
internazionali a fine conflitto. Tra questi vi erano:
- Il rifiuto della diplomazia segreta;
- diminuire il protezionismo in favore del libero scambio;
- la libertà di navigazione;
- la riduzione degli armamenti,
- l’autodeterminazione, ovvero rispettare il diritto di ciascuno di essi
di decidere autonomamente il proprio destino in base alle
aspirazioni di indipendenza nazionale;
- costituire un’associazione generale delle nazioni, per discutere e
risolvere pacificamente i dissidi internazionali.
La conferenza di Parigi affrontò separatamente la situazione dei paesi
usciti sconfitti dalla guerra, definendo differenti trattati di pace.