Archivi e Biblioteche Ecclesiastiche Del Terzo Millennio. Dalla Tradizione Conservativa Allinnovazione Dei Servizi.

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ARCHIVI E BIBLIOTECHE ECCLESIASTICHE

DEL TERZO MILLENNIO

Dalla tradizione conservativa


all’innovazione dei servizi

 English Abstracts
Ufficio Nazionale
per i beni culturali ecclesiastici

Atti della XVIII Giornata Nazionale dei beni culturali ecclesiastici


Roma – Biblioteca nazionale centrale – 18 maggio 2011

Traduzione / Translation
Erika G. Young

©
Proprietà letteraria riservata
Gangemi Editore spa
Piazza San Pantaleo 4, Roma
w w w. g a n g e m i e d i t o re . i t
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and abroad.

ISBN 978-88-492-7403-5

Questa pubblicazione è stata possibile grazie al contributo dell’8x1000 alla Chiesa Cattolica Italiana
ARCHIVI E BIBLIOTECHE ECCLESIASTICHE
DEL TERZO MILLENNIO

Dalla tradizione conservativa


all’innovazione dei servizi

a cura dell’
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
Indice

Mons. Stefano RUSSO Il lavoro del territorio.


Direttore dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici 7 Le biblioteche ecclesiastiche. Parte prima
Don Luca FRANCESCHINI
S. E. Mons. Mariano CROCIATA Incaricato regionale per i beni culturali ecclesiastici
Segretario Generale CEI 11 della Toscana 65
Mons. Stefano RUSSO Il lavoro del territorio.
Direttore dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici 15 Le biblioteche ecclesiastiche. Parte seconda
Maurizio FALLACE Elena SCARAVELLA
Direttore Generale per le Biblioteche, gli Istituti Culturali Ufficio per l’arte sacra e i beni culturali della Diocesi
e il Diritto d’Autore 23 di Massa Carrara-Pontremoli 73

Luciano SCALA Lavori in corso. Prospettive di archivi e biblioteche


Direttore Generale per gli Archivi 29 ecclesiastiche dopo l’Intesa
Paul Gabriele WESTON
Referente scientifico progetti archivi e biblioteche CEI 81
Il lavoro del territorio. Gli archivi
Anna Pia BIDOLLI Lavori in corso. L’attività della Commissione
Direzione Generale per gli Archivi 33 nazionale per l’elaborazione del Codice normativo
per i soggetti produttori d’archivio
Il lavoro del territorio. Le biblioteche Euride FREGNI
Angela BENINTENDE Direttore dell’Archivio di Stato di Modena 93
Direzione Generale per le Biblioteche,
gli Istituti Culturali e il Diritto d’Autore 47 Lavori in corso. La partecipazione dell’UNBCE
Il lavoro del territorio. Gli archivi ecclesiastici all’elaborazione dello standard nazionale
Paolo MARTINO per la descrizione dei record di autorità archivistici
Incaricato regionale per i beni culturali ecclesiastici Maria Teresa RIZZO
della Calabria 55 Centro Servizi per i progetti diocesani beni culturali 109
Lavori in corso. BNCF e UNBCE: La tecnologia a servizio del dialogo. Verso un portale
un progetto per lo sviluppo dell’indicizzazione per gli archivi storici ecclesiastici
nell’ambito delle scienze religiose Giovanni SILVESTRI
Anna LUCARELLI Responsabile del Servizio Informatico CEI 161
Biblioteca nazionale centrale di Firenze 119
La tecnologia a servizio del dialogo. Servizio
Lavori in corso. Il gruppo per l’accrescimento Bibliotecario Nazionale, Polo SBN di Biblioteche
e lo sviluppo del nuovo soggettario per i termini Ecclesiastiche e Anagrafe
di ambito religioso Rosa CAFFO
Paola SVERZELLATI Direttrice dell’Istituto Centrale per il Catalogo Unico
Università cattolica del Sacro Cuore, Associazione Bibliotecari delle biblioteche italiane 171
Ecclesiastici Italiani 127
La tecnologia a servizio del dialogo. Biblioteche
Lavori in corso. La tecnologia a servizio del dialogo. ecclesiastiche tra Polo SBN (PBE)
Il Sistema Archivistico Nazionale e Anagrafe degli Istituti culturali (AICE): l’affermarsi
Patrizia FERRARA di un’identità aperta a nuove sfide
Direzione Generale per gli Archivi 137 Francesca Maria D’AGNELLI
Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici 179
La tecnologia a servizio del dialogo. Alcune riflessioni
Padre Emanuele BOAGA La tecnologia a servizio del dialogo. La scelta della qualità
Direttore dell’Archivio Generale dei Carmelitani di Roma, Adriano BELFIORE – Silvia TICHETTI
Associazione Archivistica Ecclesiastica 147 Centro Servizi per i progetti diocesani beni culturali 197
La tecnologia a servizio del dialogo. CEI-Ar: Mons. Stefano RUSSO
un progetto di riordino e descrizione degli archivi Direttore dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici 213
storici a servizio della comunità ecclesiale
Francesca Maria D’AGNELLI ENGLISH ABSTRACT 219
Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici 151 APPENDICE 249
a presente pubblicazione muove le mosse
dalla XVIII Giornata Nazionale dei beni culturali ec-
clesiastici tenutasi il 18 maggio 2011 a Roma, presso
la Biblioteca Nazionale Centrale e dedicata alla ri-
correnza dei dieci anni dalla firma dell’Intesa tra
Stato e Chiesa su archivi e biblioteche ecclesiasti-
che. L’incontro ha visto la partecipazione di una nu-
merosa e qualificata assemblea composta per la
maggior parte da operatori provenienti da 121 Dio-
cesi italiane oltre che dal Ministero per i beni e le
attività culturali e dai suoi organi periferici. I ventidue
relatori che si sono alternati hanno portato la testi-
monianza del grande fermento che anima numerosi
archivi e biblioteche ecclesiastiche. Queste pagine
intendono raccontare il significativo cammino per-
corso da queste realtà che, con coraggio, nel
rispetto delle proprie caratteristiche di istituti
conservativi, stanno accrescendo la loro offerta di servizi e conseguente-
mente la loro azione sul territorio. In non pochi casi, in questi anni, a questi
istituti si è affiancato personale sempre più competente e qualificato che,
con il supporto delle moderne tecnologie, sta collaborando a descrivere,
catalogare, e mettere a disposizione il patrimonio che custodiscono.
La crescente presa di coscienza della particolare identità ecclesiale
inoltre, li sta facendo partecipare come lievito al progetto culturale della
Chiesa cattolica, dando qualità alla propria missione e concorrendo con-
testualmente alla crescita culturale del nostro Paese.
Le relazioni che riportiamo rendono conto inoltre del dialogo esi-
stente in Italia, tra la Chiesa e lo Stato a riguardo del lavoro intorno a
questi istituti culturali e ai loro relativi progetti, riferito particolarmente
a questi ultimi dieci anni.
Non vogliamo tanto celebrare un anniversario, ma piuttosto fare il
punto della situazione su quanto sta avvenendo, raccontando solo alcuni
dei momenti più significativi che però mettono in rilievo un metodo fon-
damentale: quello del rispetto del ruolo delle parti in causa ma anche
quello dell’ascolto intelligente, attento a cogliere le esigenze di base di
chi è chiamato ad operare sul campo per la tutela, la conservazione,
l’accrescimento, la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio cultu-
rale ecclesiastico. Un dato che emerge con evidenza è quello dell’impegno
significativo e crescente di tanti, laici, sacerdoti e consacrati che in mezzo
a non poche difficoltà, per e nella comunità cristiana, stanno realizzando
un servizio, nascosto ai più, che in realtà costituisce un atto di alta carità
nei confronti degli uomini del nostro tempo. È anche da queste esperienze
che si capisce come il servizio alla cultura può costituire prima di tutto un
servizio alla persona e di conseguenza alla edificazione della società

Mons. Stefano Russo


Direttore dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici

8|
XVIII Giornata Nazionale dei beni culturali ecclesiastici
Roma – Biblioteca nazionale centrale – 18 maggio 2011
o accolto ben volentieri l’invito che mi
è stato rivolto di aprire i lavori della XVIII Giornata
Nazionale dei beni culturali ecclesiastici, perché
ritengo che l’argomento al centro di questo in-
contro meriti particolare attenzione da parte della
Chiesa. L’Intesa stipulata dalla CEI e dal Ministero
per i beni e le attività culturali il 18 aprile 2000, sulla
conservazione e consultazione degli archivi di inte-
resse storico e delle biblioteche appartenenti ad enti
ed istituzioni ecclesiastiche, è figlia di un percorso
che parte da lontano e che ci riporta all’Accordo di
revisione del Concordato lateranense del 18 febbraio
1984. Dall’affermazione fondamentale contenuta nel
primo comma dell’articolo 12 “La Santa Sede e la
Repubblica italiana, nel rispettivo ordine, collaborano
per la tutela del patrimonio storico e artistico”, di-
scendono le successive intese, a livello nazionale e
regionali, finalizzate ad armonizzare l’applicazione della legge italiana con
le esigenze di carattere religioso. In questa sede, è sufficiente fare riferi-
mento all’Intesa del 26 gennaio 2005 per la tutela dei beni culturali di in-
teresse religioso appartenenti ad enti ed istituzioni ecclesiastiche, che
aggiorna quella datata 13 settembre 1996. La struttura di tale Intesa
delinea la metodologia dei rapporti tra la parte ecclesiastica e gli or-
gani dello Stato in ordine ai beni culturali della Chiesa, definendo in
modo chiaro gli obiettivi degli accordi e i livelli di competenza.
Qual è, in estrema sintesi, il denominatore comune che emerge da
questi testi e che va tenuto costantemente presente, per articolare in
maniera fruttuosa i rapporti tra le diverse istituzioni? Senza dubbio, è il
principio della collaborazione, che significa confronto e dialogo nella
gestione di un patrimonio che non ha pari al mondo e che costituisce
non solo il tesoro prezioso della fede delle generazioni che ci hanno
preceduto, ma anche la testimonianza eloquente di quelle radici cri-
stiane che segnano la storia e determinano l’identità del nostro popolo
e del nostro Paese.
Spetta alle realtà ecclesiali alimentare questo atteggiamento di dia-
logo, traducendolo in maniera ordinata in azioni che rendano sempre
più costruttivo il confronto con le istituzioni pubbliche competenti. A
questo proposito, riferendosi al sistema di relazioni delineato dalle in-
tese, qualcuno ha voluto parlare di “sviluppo della cultura della colla-
borazione”.
Per noi, il metodo del confronto costituisce uno stile e una ricchezza:
per questo siamo chiamati a ricercarlo, coltivarlo e sostenerlo in modo
propositivo. In questa direzione, sono ormai molte le esperienze che
vedono le comunità ecclesiali locali seriamente impegnate a ricercare
tale atteggiamento collaborativo. Non si può non evidenziare la ma-
turazione che c’è stata negli ultimi anni di non poche diocesi, nono-
stante la penuria di personale e di risorse a disposizione.

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Ciò avviene quando non ci si arrende davanti alle difficoltà che il
dialogo fra istituzioni di natura diversa può comportare, quando c’è di-
sponibilità reciproca a riconoscere e a rispettare il ruolo dell’altro: sulla
base di tali premesse, i frutti del dialogo diventano evidenti e la rela-
zione costituisce un arricchimento reciproco.
Vorrei aggiungere che la scelta dei Vescovi italiani di porre l’educazione
al centro del decennio pastorale è particolarmente stimolante e “pre-
miante” per quanti operano nel campo dei beni culturali. La cura che la
Chiesa ha avuto nel corso della sua storia millenaria nella conservazione
del proprio patrimonio attraverso gli archivi e le biblioteche testimonia uno
stile che l’ha sempre caratterizzata e che deve farvi sentire espressione
autentica del suo progetto di presenza a beneficio di tutta la società nella
salvaguardia della destinazione e delle finalità dei beni che custodisce e
per la loro effettiva fruizione. I documenti, i fondi di archivio, i libri mano-
scritti, le pergamene, i libri antichi come quelli moderni, gli statuti, gli stati
delle anime custoditi dalle nostre istituzioni sono la prova tangibile del le-
game con la vita delle persone. Il rinnovato impegno posto da molti archivi
e biblioteche ecclesiastiche in anni recenti per il riordino e l’inventariazione
del proprio patrimonio è il segno di una coscienza vigile e della volontà di
tener viva, in modo adeguato ai tempi, una tradizione che è anche con-
sapevolezza del peculiare contributo che la Chiesa arreca alla società.
Di fronte alle inevitabili difficoltà, vorrei ribadire l’invito a non abbas-
sare la soglia dell’impegno. C’è una vocazione all’azione culturale che
vi vede protagonisti e che ha il sostegno pieno dell’Episcopato italiano,
nella cura per un patrimonio di cultura e di storia che caratterizza le
Chiese che sono in Italia e le pone in fecondo dialogo con il Paese.

 Mariano Crociata
Segretario Generale CEI

| 13
ggi non parliamo di archivi e di bi-
blioteche ecclesiastiche in modo generico ma
vogliamo andare a vedere cosa è accaduto e
sta accadendo in virtù di un Intesa fra la Con-
ferenza Episcopale Italiana (CEI) ed il Ministero
per i Beni e le Attività Culturali (MIBAC) che ri-
sale a poco più di dieci anni fa. Cercherò in que-
sta mia breve relazione quindi di mettere in
rilievo alcune esperienze che nel rispetto dello
spirito dell’Intesa, hanno visto un incremento
nella conservazione e consultazione degli ar-
chivi di interesse storico e delle biblioteche ap-
partenenti ad enti ed istituzioni ecclesiastiche.
Dovrò necessariamente andare per titoli fa-
cendo sintesi di un’azione culturale che la
Chiesa che è in Italia sta portando avanti attra-
verso questi istituti.
Ho parlato di Chiesa che è in Italia ma sarebbe più corretto dire
“le chiese che sono in Italia” in quanto sono principalmente le
chiese locali e diocesane al centro di questa azione. L’intesa sugli
archivi e biblioteche ha delle conseguenze operative immediate sul
territorio venendo a stimolare l’impegno che sta alla base della ge-
stione di questi istituti. Essa mette insieme, distinguendole, due
realtà, che necessitano della condivisione di atteggiamenti di fondo
che soli possono determinarne la loro positiva evoluzione e la pos-
sibilità di rispondere in modo adeguato alle sfide del nostro tempo.

Da questo punto di vista l’intesa delinea una sorta di itinerario pe-


dagogico, di indirizzo, di orientamento, che ritengo abbia favorito la
crescita di queste realtà.

Anche soltanto volendo fermarci ai dati più semplici, l’aver sottoli-


neato la necessità della definizione di un regolamento apposito de-
dicato ai singoli istituti ha fatto si che sulla base degli schema tipo
predisposti dalla CEI, in diversi abbiano potuto fare una verifica della
propria condizione, impostando, con rinnovato impegno, una program-
mazione più attenta e ordinata del proprio servizio sul territorio.

Un altro dato che ritengo costituisca l’elemento di maggiore evi-


denza collegabile ai contenuti dell’Intesa è quello riferito all’inven-
tariazione del materiale archivistico e di quello librario.
Durante l’arco della Giornata avremo modo di vederlo.
L’esperienza di CEI-Ar e CEI-Bib rappresenta la risposta del-
l’UNBCE (Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici) nei con-
fronti della specificità del patrimonio culturale ecclesiastico nell’ambito
delle biblioteche e degli archivi dando la possibilità a questi di servizi
adeguati per la loro tutela, gestione e corretta valorizzazione.

16 |
CEI-Ar ha permesso a molti archivi di iniziare un serio e moderno
cammino di riordino e documentazione dotandoli di moderni ed ag-
giornati strumenti di inventariazione, rispondenti agli standard co-
muni; in pochi anni ha raggiunto risultati incoraggianti tanto che ad
oggi sono 606 gli archivi storici ecclesiastici che aderiscono al pro-
getto, di questi 116 sono gli archivi diocesani, 70 i non diocesani,
420 i parrocchiali.
CEI-Bib, rivolto invece alle biblioteche ecclesiastiche, si prefigge
a sua volta l’obbiettivo di rispondere alla specificità del mondo bi-
bliotecario ecclesiastico fornendo la possibilità a molte biblioteche
di accedere al Servizio Bibliotecario Nazionale, ambiente dal quale,
senza questo incentivo, sarebbero rimaste escluse.
Il Polo SBN di Biblioteche Ecclesiastiche (PBE) che ne è scatu-
rito sta aiutando di conseguenza queste a frequentare, nell’ambito
di un progetto condiviso, il complesso ma affascinante mondo di
SBN, andando ad arricchire di numeri e di contenuti un luogo che
solo alcune significative ed avvedute realtà bibliotecarie ecclesia-
stiche frequentavano. Anche le informazioni sullo stato di avanza-
mento di questo progetto, su cui saremo aggiornati, sono importanti,
non solo per i numeri delle adesioni raggiunte in un arco limitato di
tempo ma per tutto quello che ne consegue dal punto di vista del-
l’organizzazione generale delle biblioteche.
Ad oggi sono 152 le biblioteche ecclesiastiche aderenti, 82 di que-
ste sono diocesane e già operative nel PBE 87. Questa esperienza,
forse più di altre, scaturisce dalla corretta interpretazione dello spi-
rito dell’Intesa, che a livello centrale e conseguentemente sul terri-
torio ha visto l’intelligente e vivace confronto tra Chiesa e Stato. I
passaggi, che abbiamo ben presenti, sottolineano un itinerario in
cui costante è stato lo sforzo degli organismi coinvolti, di rispettare
l’identità e la condizione del vasto ed eterogeneo mondo delle bi-

| 17
Archivio Storico
Diocesano – Città di
Castello

blioteche ecclesiastiche. Faccio riferimento in particolare all’Ac-


cordo in materia di descrizione bibliografica e trattamento delle rac-
colte appartenenti alle biblioteche ecclesiastiche, del 5 dicembre
2006 sottoscritto tra l’Ufficio Nazionale per i beni culturali eccle-
siastici della Conferenza Episcopale Italiana ed il Dipartimento per
i Beni Archivistici e Librari – Direzione Generale per i Beni Librari
e gli Istituti Culturali–Istituto Centrale per il catalogo unico delle bi-
blioteche italiane e per le informazioni bibliografiche del Ministero
per i Beni e le Attività Culturali (ICCU). Dall’accordo è poi scaturita
la convenzione, del 29 luglio 2008, che ha reso pienamente opera-
tivo nel Servizio Bibliotecario Nazionale il Polo di Biblioteche ec-
clesiastiche. Mi piace anche qui evidenziare come, solo se si
affronta la fatica del confronto e del dialogo, si gettano poi quelle

18 |
basi solide che permettono, con gradualità e nel rispetto delle ca-
ratteristiche di ognuno, di costruire un edificio che con il tempo in-
crementa sempre più il suo valore.
La recente convenzione del 21 settembre 2010, per l’accresci-
mento e lo sviluppo del Nuovo soggettario per i termini di ambito
religioso, stipulata con la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze,
è il segno di un lavoro che vede la realtà bibliotecaria ecclesiale nel
cuore del progetto culturale della Chiesa mettendo in rilievo un la-
voro di Gruppo, collegiale, che permette a chi se ne fa lodevolmente
partecipe di mettere a disposizione il proprio “talento” per l’edifica-
zione comune in uno spirito eminentemente ecclesiale.

Ugualmente, tornando all’ambito degli archivi ecclesiastici, ma ri-


manendo all’interno di un discorso che nello spirito dell’intesa, ci ha
visti impegnati in questi anni nello sviluppo costante del rapporto con
l’istituzione pubblica, come non evidenziare alcuni lavori particolari.
Dal dialogo fra le persone e le istituzioni è scaturita spesso una mag-
giore capacità di interoperabilità degli strumenti di servizio. L’evolu-
zione e la crescente affidabilità di strumenti quale CEI-Ar sono
conseguenza oltre che del costante lavoro di ricerca e di sviluppo
degli operatori chiamati ad una attenzione specifica su questi pro-
getti, anche del confronto tra l’Unbce e la Direzione generale degli
archivi che ha visto l’Ufficio impegnato a realizzare la comunicazione
fra il sistema CEI-Ar e il Sistema Informativo Unificato delle Soprin-
tendenze Archivistiche (SIUSA). L’auspicio è che, nel rispetto della
identità di questi istituti culturali, che non mi stancherò mai di sotto-
lineare, si riescano a trovare delle strade per sviluppare sempre più
questo dialogo e conseguentemente l’interoperabilità fra sistemi di-
versi. In questo senso uno degli impegni attuali è quello di capire
come rapportare in modo adeguato queste realtà con l’erigendo Si-

| 19
stema Archivistico Nazionale, riuscendo ad arrivare ad una fruibilità
biunivoca.
Nel pomeriggio avremo modo di vedere il prototipo del portale di
archivi storici ecclesiastici con una prima proposta di servizi a favore
degli stessi e che aprono ad una utenza allargata. Poiché anche
questa pubblicazione on-line si configura principalmente come ser-
vizio offerto alla realtà ecclesiale, auspichiamo che possa ospitare
quanto prima anche i dati degli archivi ecclesiastici che hanno be-
neficiato dell’attività di catalogazione svolta dal Ministero nel corso
degli anni e che ora sono presenti in SIUSA.

Naturalmente rimangono da sviluppare e incrementare ancora


diverse potenzialità dell’Intesa non completamente espresse ma
mi sembra che la strada che si sta percorrendo è ben tracciata. In
tutto questo sempre molto prezioso è il ruolo di supporto alla realtà
ecclesiale delle associazioni di settore quali l’ABEI dedicata ai bi-
bliotecari ecclesiastici italiani e l’AAE dedicata agli archivi eccle-
siastici.

Un’immagine che fa sintesi in modo efficace e significativo di


quanto è avvenuto e sta avvenendo coerentemente con gli obiet-
tivi dell’Intesa del 2000, la troviamo nell’Anagrafe degli Istituti Cul-
turali Ecclesiastici (AICE) di cui pure si parlerà in giornata. Sono
ad oggi oltre 900 le biblioteche e gli archivi ecclesiastici, che con
un profilo comune hanno compilato la propria scheda descrittiva
in questo particolare “ambiente”. L’anagrafe include inoltre anche
la descrizione di 216 musei diocesani ed ecclesiastici. Il 13 giugno
prossimo, sarà attivata la pubblicazione web di questo servizio e
durante la conferenza stampa di presentazione verrà firmato l’ac-
cordo con l’Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Bibliote-

20 |
che italiane e per le informazioni bibliografiche del Mibac (ICCU).
Tale accordo di fatto inserisce, senza ulteriori interventi, le biblio-
teche presenti nell’AICE fra quelle descritte nell’Anagrafe Nazio-
nale dell’ICCU.

Il sostegno all’azione di questi istituti si attua anche attraverso le


risorse economiche che in tempi non particolarmente felici, come
quelli che stiamo percorrendo, diventano ancora più preziose, ac-
canto ai contributi indiretti che corrispondono a servizi, assistenza,
ricerca, produzione di software messi a disposizione a costo zero
alla realtà ecclesiastica, favorendone la crescita progressiva. Da
questo punto di vista, a parte le possibilità offerte dalla legislazione
civile, anche i contributi 8x1000 alla Chiesa Cattolica, seppur limitati,
in non pochi casi hanno permesso la crescita culturale di queste
realtà, coerentemente con lo spirito dell’Intesa. I contributi assegnati
nel 2010 per la conservazione e consultazione di archivi e bibliote-
che diocesane ed ecclesiastiche corrispondono a 4.251.000 euro
per 327 istituti culturali. Complessivamente, dal 1996, anno in cui
sono stati resi disponibili i fondi 8x1000 anche per queste finalità,
fino allo scorso esercizio finanziario sono stati erogati 52.621.000
euro.

Mons. Stefano Russo


Direttore dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici

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el breve tempo che ho a disposizione
per il mio intervento vorrei sinteticamente ripercor-
rere le tappe più significative di questi 10 anni di si-
nergia tra Ia Direzione Generale delle Biblioteche,
gli Istituti Culturali e il diritto d’Autore (già Direzione
Generale per i Beni Librari, gli Istituti Culturali) e,
l’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici.
In questi anni si sono avvicendati tre Direttori Ge-
nerali, il prof. Francesco Sicilia, il dr. Luciano Scala
e il sottoscritto e tutti, io credo, hanno lavorato nella
continuità guidati dalla ferma convinzione della ne-
cessità e del valore di un “Intesa” in senso lato tra
le due autorità.
Il quadro normativo di riferimento, come tutti
sappiamo, di questa fattiva collaborazione è in
primis l’Intesa del 2000, al cui decennale è dedi-
cata questa giornata; trattasi di un protocollo
d’intesa sottoscritto dal Ministero e dalla CEI, ove tra le disposizioni
relative alle biblioteche nei principi generali è esplicitato che la colla-
borazione é “diretta a favorire la conservazione e la consultazione degli
archivi di interesse storico e delle biblioteche appartenenti ad enti e
istituzioni ecclesiastiche” e così di seguito si indicano i vari momenti
in cui si deve concretizzare questo accordo: sulla vigilanza, le misure
di sicurezza, antifurto ed antincendio dei beni in essi custoditi; sull’o-
mogenizzazione dei sistemi di inventariazione e catalogazione del ma-
teriale librario, avendo come sistema di riferimento la rete del servizio
bibliotecario nazionale SBN e sulla collaborazione tra autorità eccle-
siastiche e autorità civili da attuare attraverso apposite convenzioni.
Io credo che l’attività svolta dalle due istituzioni ha realizzato appieno
lo spirito dell’Intesa; nello specifico vorrei citare l’Accordo tra il Ministero
(Direzione Generale) e l’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesia-
stici del dicembre materia di descrizione bibliografica e trattamento
delle raccolte appartenenti alle biblioteche ecclesiastiche, cui ha fatto
seguito la Convenzione del luglio 2008 sottoscritta dall’I.C.C.U. (Istituto
Centrale per il Catalogo Unico delle biblioteche italiane e per le infor-
mazioni bibliografiche) e l’Uncbe, al fine di assicurare la cooperazione
tra le biblioteche italiane, la creazione del catalogo collettivo e lo scam-
bio dei documenti.
Alla luce di tutto ciò nel febbraio 2010 è decollata la nascita di un nuovo
Polo Sbn, il Pbe, il Polo delle biblioteche ecclesiastiche; per garantire la
qualità degli interventi di allineamento l’Unbce, d’intesa ed in stretta col-
laborazione con l’ICCU, ha sostenuto straordinariamente un intenso e
ravvicinato programma formativo rivolto agli operatori delle biblioteche
del settore. Nel settembre 2010 è partita la Convenzione, firmata tra Fi-
renze e l’Unbce, per l’accrescimento e lo sviluppo del Nuovo soggettario;
con questa collaborazione si intende contribuire alla corretta individua-
zione delle voci di soggetto in ambito religioso e, nel contempo, avviare

24 |
la sperimentazione del Nuovo soggettario per l’indicizzazione del patri-
monio antico delle biblioteche ecclesiastiche aderenti al Pbe.
A tale scopo è stato formato un gruppo di lavoro con rappresentanti
dell’Abei (associazione bibliotecari ecclesiastici italiani), rappresentati
dell’URBE (Unione romana biblioteche ecclesiastiche), esperti e biblio-
tecari di Ordini religiosi e bibliotecari del Pbe; il Gruppo ha ricevuto la
formazione diretta della BNCF. Vorrei ricordare anche l’impegno del
Gruppo permanente di lavoro operante presso, previsto dall’art. 7 della
suddetta Intesa del 2000, al cui interno sono rappresentate tutte le parti
interessate: la CEI, il Ministero nelle sue componenti amministrative e
tecniche, gli ordini religiosi, l’ABEI, il Coordinamento delle Regioni. Al-
l’interno di detto Gruppo hanno lavorato 2 Commissioni, delle quali una,
come già si è detto, si è occupata della formazione del personale delle
biblioteche interessate e l’altra si è rivolta all’aggiornamento dell’ana-
grafe delle biblioteche ecclesiastiche. In via preliminare è stata effet-
tuata un’attività di ricognizione delle fonti da cui attingere le informazioni
sulle biblioteche ecclesiastiche: base dati dell’anagrafe delle biblioteche
realizzata dall’ICCU (in cui erano presenti già 1428 biblioteche eccle-
siastiche), anagrafe dell’ABEI e indagine della CEI, affidata all’ABEI, allo
scopo di individuare le biblioteche diocesane idonee ad attuare l’art. 6,
comma 2 dell’Intesa, in quanto “biblioteche di particolare rilevanza”.
La Commissione ha, inoltre, verificato i dati raccolti dai vari rileva-
menti per dare uniformità a tutte le informazioni acquisite e, soprattutto,
ha lavorato ad una messa a punto di un modulo per le biblioteche ec-
clesiastiche, idoneo allo scambio dati tra la base dati CEI e l’anagrafe
delle biblioteche italiane; a tal fine si è mantenuta la codifica già defi-
nita dall’ICCU per le biblioteche italiane per estenderla anche alle bi-
blioteche ecclesiastiche. L’Anagrafe prescinde dalla partecipazione
diretta al Polo (Pbe) e intende raccogliere e tenere costantemente ag-
giornati i dati di quante più biblioteche ecclesiastiche sia possibile. Così

| 25
potrei ancora continuare a lungo nello specifico degli accordi in atto,
ma non vorrei prolungarmi con nozioni tecniche che altri addetti ai lavori
dopo enunceranno in modo più dettagliato ed esaustivo di quanto
possa fare io. Terrei, tuttavia, a sottolineare come, al di là della collabo-
razione vincolata dall’Intesa, da sempre l’attenzione, l’impegno e l’inte-
resse della Direzione Generale, che ho l’onore di rappresentare sono
stati rivolti alla valorizzazione dell’inestimabile ed immenso patrimonio
bibliografico delle biblioteche e delle istituzioni culturali religiose.
Ricordo, un proposito, l’attività di collaborazione nel recupero dei beni
librari illecitamente sottratti sia in Italia che all’estero, l’applicazione della
Direttiva CEE che il Ministero attua in materia in quanto Autorità Centrale
dello Stato anche per i beni ecclesiastici e non ultimo il prezioso apporto
del Comando dei Carabinieri preposto alla Tutela del Patrimonio Cultu-
rale Italiano, posto alla diretta collaborazione del Ministro per i Beni e le
attività Culturali, fortemente impegnato in un intensa attività di indagine
e di ritrovamento e sequestro di beni librari ritrovati e molte volte prove-
nienti proprio da enti religiosi, proventi di furti debitamente denunciati.
Numerosi sono sati in questi anni e lo sono tuttora, nonostante la crisi
finanziaria in atto, le fonti di finanziamento cui possono accedere le isti-
tuzioni culturali religiose; cito la L. 29/2001, questa solo di durata triennale,
che, grazie ad un cospicuo stanziamento di un miliardo di vecchie lire
l’anno ha finanziato dal 2001 al 2003 diverse centinaia di interventi tesi al
potenziamento delle strutture e del patrimonio delle biblioteche ecclesia-
stiche. Ancora vigente, invece, la circ. 138/2002, in base alla quale ogni
anno le biblioteche di istituzioni religiose, al pari tutte le altre appartenenti
ad enti vari, possono accedere a dei contributi statali per finanziare pro-
getti inerenti la catalogazione in Sbn o l’acquisto di nuovi volumi. Tramite
un’altra procedura amministrativa, poi, diverse biblioteche ecclesiastiche
fruiscono da anni di donazioni di riviste specialistiche tramite abbonamenti
concessi in omaggio dalla Direzione e che vanno ad arricchire le loro col-

26 |
lezioni. Ancora vorrei ricordare gli interventi conservativi finanziati dal poi
per alcuni anni (ora per il momento sospesi per mancanza di fondi), ai
sensi della circ. 112/2003; tanto è stato realizzato anche grazie alla colla-
borazione delle Soprintendenze bibliografiche regionali, appartenenti alle
Regioni, in quanto, come noto, ai sensi del Codice dei beni culturali è a
loro che compete la tutela di tutto il patrimonio bibliografico non statale.
In questa procedura concorsuale, pertanto, sono state proprio le Soprin-
tendenze a effettuare i sopralluoghi sul territorio, a selezionare le priorità
degli interventi ed a redigere, se necessario, i progetti di restauro con-
servativo del patrimonio bibliografico danneggiato. Ed ancora, ogni anno,
anche se sempre con un minore stanziamento disponibile, le istituzioni di
cui trattasi che abbiano svolto una considerevole attività culturale, hanno
usufruito di un sostegno economico per il proprio funzionamento.
Nel rimarcare l’attenzione della Direzione Generale delle Biblioteche
alla valorizzazione del patrimonio ed alla ricerca e sviluppo delle te-
matiche culturali religiose, che costituiscono gran parte di tutto il pa-
trimonio culturale e storico artistico del Paese Italia, basta ricordare
le celebrazioni, che avevano tra i loro promotori enti ecclesiastici, di
Comitati Nazionali istituiti e finanziati in base alla L. 420/97, come
quello del “IV centenario dell’apertura della Biblioteca Ambrosiana”,
del “V centenario della fondazione della Basilica di San Pietro” o dell’
”Iconografia dell’Immacolata Concezione nell’arte e nella storia”.

Maurizio Fallace
Direttore Generale per le Biblioteche, gli Istituti Culturali e il Diritto d’Autore

| 27
l lungo percorso di collaborazione tra Ammi-
nistrazione archivistica e autorità religiose ha se-
gnato come importante punto di arrivo l’Intesa
siglata il 18 aprile 2000 tra il Ministero per i Beni e
le Attività Culturali e la Conferenza Episcopale Ita-
liana, che ha per oggetto la conservazione e con-
sultazione degli archivi di interesse storico e le
biblioteche degli enti e istituzioni ecclesiastiche.
Tale collaborazione, legata, non di rado, alla sensi-
bilità di singoli esponenti del mondo ecclesiastico
e statale, ha trovato nei dettami del Concordato del
1984 i presupposti per una impostazione diversa,
che ha permesso alle Soprintendenze archivistiche
di sviluppare una più incisiva azione in un clima di
sinergie di ampio respiro, grazie anche alla legge
253 del 1986, che consente la concessione di con-
tributi finanziari agli archivi ecclesiastici. La stipula
dell’Intesa formalizza questi rapporti, individuando
precisi obblighi degli enti ecclesiastici in materia di conservazione e con-
sultazione, a fronte dei quali lo Stato promette collaborazione tecnica e
contributi. In questi dieci anni l’azione delle Soprintendenze si è fatta più
intensa, potendo contare su interlocutori sempre più sensibili e attenti
alle risorse, potenzialità e problematiche degli archivi. Dall’esercizio di que-
sta sensibilità è scaturita una messe cospicua di censimenti, inventari,
riordinamenti, interventi di restauro, mostre, convegni, pubblicazioni. Il pa-
norama è ricco di risultati positivi e in molti casi gli obiettivi dell’Intesa sono
stati raggiunti, ma proprio il vasto lavoro ha evidenziato anche l’esistenza
di criticità che è bene analizzare, affinché si possano sciogliere prima di
affrontare con incisività un nuovo percorso di crescita. La prima osserva-
zione parte da una constatazione di segno positivo, cioè l’esistenza di una
più diffusa consapevolezza dell’importanza della conservazione degli archivi
da parte di coloro che ne hanno la responsabilità; complementare a tale
fenomeno è l’accresciuta rilevanza del ruolo delle Soprintendenze, che co-
stituiscono un punto di riferimento più certo cui guardare per i diversi
aspetti della gestione e tutela degli archivi. Qui si inserisce l’elemento critico
ovvero che non si frappongano resistenze e non permanga tuttora un’area
di scarsa consapevolezza circa impegni non ritenuti prioritari. Il lavoro fatto
ha interessato molti archivi diocesani, ma è stato indirizzato anche verso
una massiccia attività di censimento soprattutto di archivi parrocchiali, che
rappresentano una realtà di grande valore storico diffusa capillarmente in
tutta Italia, la cui salvaguardia rappresenta, a giudizio delle Soprintendenze,
la criticità maggiore. Gli archivi storici diocesani sono, in linea di massima,
strutture organizzate. Sono collocati in sedi più o meno idonee per una
corretta conservazione, sono in grado di garantire, magari su richiesta, la
consultazione e inoltre dispongono spesso di personale qualificato. Stesso
discorso non si può fare per le parrocchie e, in genere, per altre istituzioni
ecclesiastiche presenti sul territorio, quali congregazioni e associazioni lai-
cali. In questi casi, si rileva la carenza di personale specializzato e, non di
rado, di parroci; le attrezzature per la conservazione, anche le più semplici,

30 |
sono spesso del tutto inadeguate. Allargando il fuoco dell’obiettivo, emerge
un panorama più vasto, attraversato da fenomeni antropici di vasta portata,
con ricadute sulla realtà che stiamo esaminando: mi riferisco allo spopo-
lamento dei paesi che, in molti casi, è la premessa per la soppressione
delle parrocchie, con la conseguente difficoltà per gli archivi di trovare una
sicura sistemazione; d’altra parte, la collocazione di molti comuni in zone di
montagna non facilmente raggiungibili contribuisce spesso a rendere pro-
blematico, se non impossibile, l’accesso al bene archivistico. A questo pro-
posito, i censimenti realizzati rappresentano le mappe dei rischi di
dispersione di un patrimonio documentario fondamentale per la storia
nazionale. Ragioni di funzionalità ed economicità inducono a prospettare
una soluzione perseguibile – e che la stessa Intesa prendeva in conside-
razione –, consistente nel concentrare gli archivi parrocchiali presso gli ar-
chivi storici diocesani. La stessa Amministrazione archivistica sta
percorrendo una strada analoga, lavorando alla realizzazione di Poli archi-
vistici territoriali, in cui riunire la documentazione di più soggetti della Pub-
blica Amministrazione. Infine, va sottolineato l’aspetto innovativo dello
sfruttamento delle più avanzate risorse tecnologiche e informatiche. La
fruizione, obiettivo dell’Intesa, passa oggi anche attraverso le opportunità
offerte della rete. È importante segnalare che nel Sistema Informativo Uni-
ficato delle Soprintendenze Archivistiche risultano descritti oltre 4.700
complessi archivistici tra fondi e superfondi prodotti da enti ed associazioni
della Chiesa cattolica, di cui 1.176 visibili sul web. A sua volta la Conferenza
Episcopale Italiana si è dotata del software CEI-Ar come ausilio elettronico
agli interventi di riordinamento ed inventariazione degli archivi storici dio-
cesani e di altre istituzioni ecclesiastiche. Assicurare l’interoperabilità dei
due sistemi è uno degli obiettivi prioritari dell’Amministrazione archivistica.

Luciano Scala
Direttore della Direzione Generale per gli Archivi

| 31
IL LAVORO DEL TERRITORIO.
Gli archivi

Anna Pia Bidolli


Direzione Generale per gli Archivi

Questa manifestazione scaturisce dalla volontà di


fare il punto sul settore degli archivi ecclesiastici a
dieci anni dall’applicazione dell’Intesa del 2000. Si vo-
leva vedere come si è lavorato, cosa si è prodotto,
cosa c’è ancora da fare.
Per questa occasione è stato inviato alle Soprinten-
denze un questionario con cui rilevare alcuni dati. Le
informazioni richieste potevano essere più puntuali e
circoscritte. In questo momento serviva di disporre di
una serie di elementi che dessero la possibilità di di-
segnare un quadro di carattere generale per promuo-
vere un confronto, per diffondere notizie su come si
sta operando a livello locale. La speranza è che si
creino i presupposti per convogliare, tra quanti con-

| 33
corrono alla salvaguardia di questo patrimonio documentario, le
energie utili per migliorarne la tutela.

I dati, rielaborati del questionario e le osservazioni delle Soprinten-


denze sono stai inseriti in un CD dove sono stati inseriti anche gli
elenchi delle pubblicazioni curate dagli Istituti o con il loro contri-
buto, relative a inventari, cataloghi, saggi, oltre a quelle uscite nelle
collane della Direzione generale.
Questi elenchi non erano previsti, ma quando, leggendo le relazioni
ci siamo resi conto della quantità e del valore di questa attività, ab-
biamo ritenuto utile proporla per metterla a disposizione di tutti.
Nel CD si trova anche una elaborazione su quanto c’è in SIUSA re-
lativamente agli archivi ecclesiastici.

Una volta ratificato il Protocollo d’Intesa del 2000, la Direzione ge-


nerale per gli Archivi emanava il 24 aprile 2001 una circolare che
precisava tempi e modi di realizzazione degli accordi, di predisposi-
zione di progetti di censimento e inventariazione, di iniziative di tu-
tela e collaborazione.
Analoga circolare veniva indirizzata ai vescovi diocesani dal Segre-
tario generale della CEI.
Non si può dimenticare l’intenso e lungo rapporto di lavoro instau-
rato, prima e dopo l’aprile 2000, tra la Direzione generale e l’Ufficio
nazionale per i beni ecclesiastici: le riunioni, i confronti, l’azione fat-
tiva di Maria Grazia Pastura, allora responsabile del Servizio III Vi-
gilanza e di mons. Giancarlo Santi, direttore dell’Ufficio Nazionale
per i beni culturali ecclesiastici.

L’Intesa è espressione di una volontà pattizia di collaborazione e


nell’esaminare le relazione delle Soprintendenze abbiamo rilevato

34 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
che tutti i nostri Istituti sono concordi nell’affermare che in questi
dieci anni, si è creato o meglio, si è consolidato un effettivo rapporto
di cooperazione.
Per citare qualche considerazione. La S.A. per il Piemonte “ricono-
sce che l’attività ha conosciuto un significativo sviluppo”; “… il qua-
dro degli interventi attuati … nell’ambito della collaborazione con
gli enti ecclesiastici ha fatto registrare un miglioramento degli stan-
dards di rilevazione, un incremento degli accessi dell’utenza, un
maggiore afflusso di studenti e ricercatori”, così si esprime la So-
printendenza del Molise; “i rapporti con il mondo ecclesiastico locale
e la Soprintendenza archivistica per la Sardegna si sono indubbia-
mente rafforzati”; sappiamo che in Sicilia “i rapporti instaurati, anche
senza sfociare in specifiche iniziative a favore dell’ente, si sono
sempre mantenuti vivi ed improntati alla massima collaborazione”;
pur con qualche nota negativa, la S.A. per il Lazio afferma che “ si
deve comunque registrare un progressivo miglioramento dei rap-
porti negli ultimi dieci anni”.

Le Soprintendenze sono concordi nel riconoscere continuità nella


loro opera di tutela nei confronti degli archivi ecclesiastici, dovuta
alla sensibilità sia degli esponenti dell’Amministrazione, che delle
autorità religiose.
Un momento di svolta, riconosciuto da tutti, è stata l’introduzione
della legge 253 del 1986 che permette la concessione di contributi,
consente di effettuare vari tipi di intervento, primi fra tutti quelli di
restauro e di censimento.
Non va poi dimenticato l’effetto positivo dei finanziamenti derivanti
da leggi speciali quali la numero 145 del 1992 che prevedeva soste-
gni finanziari a favore dei beni culturali compresi quelli appartenenti
ad enti ecclesiastici. È grazie a queste opportunità, ad esempio, che

IL LAVORO DEL TERRITORIO.


Gli archivi | 35
ANNA PIA BIDOLLI
fu possibile il salvataggio in exstremis, di uno fra i più importanti
archivi capitolari sardi, quello di Cagliari, rimasto chiuso per secoli
nei malsani sotterranei del Duomo e ora recuperato e divenuto con-
sultabile.
È soprattutto nel corso degli anni Novanta che vengono avviate ini-
ziative rilevanti quali, ad esempio, il grande progetto di Ecclesiae
Venetae che vede l’intesa fra le sei diocesi di Venezia, Padova, Vi-
cenza, Verona, Treviso, Vittorio Veneto, la Direzione generale per gli
Archivi, la Soprintendenza archivistica per il Veneto, la Direzione
beni culturali della Regione Veneto e che ha condotto alla creazione
di molteplici strumenti di ricerca, di oltre 72.700 schede relative a
219 fondi tutt’ora in via di arricchimento.
A questo progetto si è ispirata la Soprintendenza archivistica per la
Calabria, quando nel 1998 ha avviato il capillare lavoro di censi-
mento delle quasi mille parrocchie, giunto ormai in fase conclusiva.
Il terremoto del Friuli del 1976 e, successivamente, il progetto Ana-
grafe informatizzata degli archivi italiani hanno dato impulso all’a-
zione della locale Soprintendenza.
Ancora prima del terremoto del 1997 in Umbria, la Soprintendenza
era intervenuta a vantaggio di numerosi archivi ecclesiastici come
quelli delle diocesi di Amelia, di Todi, dell’archivio della Confraternita
Maria Santissima dei Miracoli di Castel Rigone (Passignano sul Tra-
simeno) per citarne alcuni.
Di grande rilievo è quanto fatto in Emilia Romagna per censimenti,
restauri, inventariazioni grazie ai buoni rapporti da lungo tempo crea-
tisi con le istituzioni ecclesiastiche, attività che, analogamente, hanno
caratterizzato la vasta opera svolta in Puglia ancor prima del 2000.
Utilizzando proprie risorse interne la Soprintendenza per la Sicilia
ha promosso importanti riordinamenti quali quello della Cappella
Palatina di Palermo.

36 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
Numerose sono state le dichiarazioni di notevole interesse storico.
Se ne registrano 276 emesse tra il 1964 e il 1999. Tra il 2000 e il
2010 sono state 166 e riguardano principalmente diocesi e parroc-
chie. Il numero maggiore è concentrato, sia prima che dopo l’Intesa,
in Puglia e in Campania.

Emerge chiara dalle relazioni l’accresciuta rilevanza del ruolo delle


Soprintendenze riconosciute ormai generalmente come l’organo
tecnico che dà indirizzi metodologici, che svolge funzioni di super-
visione dei lavori anche quando sono finanziati con fonti economi-
che non statali.
Non manca qualche nota critica come riferiscono, ad esempio, i So-
printendenti del Lazio e della Toscana pur citando casi di grande
cooperazione. Non si è del tutto perfezionato il rapporto collabora-
tivo tra le autorità religiose e la Soprintendenza della Basilicata che
pure ha curato nell’ambito dell’accordo di Programma Quadro con
la Regione, un progetto riguardante tutti gli archivi diocesani i cui
esiti sono consultabili online.

Le funzioni svolte in questi anni dalle Soprintendenze riguardano


principalmente: consulenze sui vari aspetti dell’attività archivistica;
progettazione di interventi di restauro e conservazione, di riordina-
menti e inventariazioni; realizzazione diretta di interventi o con affi-
damenti ad esterni; valutazione dei progetti finanziati da esterni;
direzione, collaudo di lavori commissionati da altri; attività ispettiva;
emissione di dichiarazioni di interesse storico particolarmente im-
portante; recupero di documentazione sottratta anche in sede in-
ternazionale; attività di divulgazione.
Le tipologia di interventi attuati si riferiscono ad attività di conservazione
e restauro; censimenti; riordinamenti e inventariazioni; valorizzazione.

IL LAVORO DEL TERRITORIO.


Gli archivi | 37
ANNA PIA BIDOLLI
Il restauro documentario è l’azione attuata da tutte le Soprinten-
denze con un carattere di priorità, sollecitata a volte dalla necessità
di porre riparo a calamità naturali come i terremoti. Così si è verifi-
cato, ad esempio, in Molise dove, a seguito del sisma del 1985 è
stata avviata una campagna di restauri di oltre 2000 pezzi, che
hanno impegnato anche il laboratorio dell’Archivio di Stato di Cam-
pobasso. Analogamente in Umbria, la Soprintendenza si è attivata
per porre rimedio ai danni del terremoto del 1997 che, tra gli altri,
ha colpito particolarmente l’archivio della diocesi di Perugia e Città
della Pieve. Per tali interventi si è potuto usufruire di risorse dell’otto
per mille utilizzate anche per l’acquisto di scaffalature, contenitori
e per tutte le operazioni di depolverizzazione e trasferimento del-
l’archivio al nuovo centro di San Severo. Più recentemente la So-
printendenza dell’Abruzzo è stata impegnata nel recupero di
numerosi archivi, il più importante dei quali riguarda quello della
chiesa collegiata aquilana di Santa Maria Paganica, depositato
presso l’Archivio di Stato dell’Aquila.
Va sottolineata anche una certa attività riguardante adeguamenti
funzionali degli edifici per la loro messa a norma ai fini della sicu-
rezza.

Il censimento è l’azione preliminare, propedeutica a qualsiasi suc-


cessiva pianificazione, operazione fondamentale per scongiurare
danni e dispersioni.
In ogni regione si sono compiute, e si stanno compiendo campagne
di censimento che interessano le varie tipologie di archivi: diocesi,
capitoli, parrocchie, confraternite, congregazioni, ordini religiosi.
In alcuni casi esse hanno riguardato aree circoscritte a qualche dio-
cesi, in altri hanno interessato l’intero territorio regionale. Sono
frutto di iniziative della Soprintendenza archivistica o di intese con

38 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
le autorità religiose o per far fronte ad emergenze e rappresentano
vere e proprie mappe dei rischi. Il timore delle Soprintendenze è
quello che il lavoro fatto possa vanificarsi se non sostenuto da una
attività costante e regolare.

Il naturale sviluppo dei censimenti, promossi da soggetti diversi, fi-


nanziati con risorse di differenti producono riordinamenti e inven-
tariazioni, spesso realizzati con il software CEI-Ar, ormai sempre
più diffuso. Dà conto della quantità del lavoro effettuato dagli Isti-
tuti archivistici, il SIUSA, Sistema Informativo Unificato delle So-
printendenze Archivistiche, dove risultano descritti circa 5300
complessi archivistici, tra fondi e superfondi, di cui ca 1900 visibili
sul web.

L’attività di valorizzazione è diffusa ovunque: mostre, convegni, se-


minari, pubblicazioni sono l’espressione più evidente del vasto la-
voro realizzato in questi anni sotto il profilo sia degli interventi
archivistici sia di quello delle ricerche e degli studi resi possibili
dall’accesso ad un patrimonio di fonti sempre più ampio.

Tutte queste attività sono rese possibili grazie a risorse economiche


ordinarie e straordinarie provenienti da soggetti diversi: la CEI, la
Direzione generale per gli archivi, attraverso le forme dei contributi
e dei finanziamenti diretti degli interventi, le regioni o gli altri enti
territoriali, la Presidenza del Consiglio dei Ministri con l’otto per mille
a gestione statale, le fondazioni bancarie, l’Unione europea, istitu-
zioni come l’Unesco.
L’insufficienza delle risorse rispetto alle esigenze è sottolineato da
tutte le relazioni specialmente in considerazione delle fortissime ri-
duzioni che sono state effettuate nel bilancio statale.

IL LAVORO DEL TERRITORIO.


Gli archivi | 39
ANNA PIA BIDOLLI
Quello che si evince è la poca regolarità dei finanziamenti che do-
vrebbero garantire una pianificazione e una gestione non legata a
episodiche risorse. È soprattutto la gestione ordinaria, ossia quella
che consente le manutenzioni e i compensi agli operatori, a risentire
di questa instabilità.
Le risorse della Direzione generale destinate a questo settore dal
2002 al 2010 sono pari ad un importo complessivo di circa
2.300.000,00 euro, cifra che non tiene conto del costo delle missioni
e del lavoro effettuato direttamente dal personale dell’Amministra-
zione.
Dalle Regioni derivano risorse erogate a volte sulla base di conven-
zioni stipulate prima o dopo l’Intesa. A volte sono finanziamenti oc-
casionali, altre hanno un carattere di regolarità.
Quando i finanziamenti sono erogati direttamente dagli enti, la So-
printendenza è chiamata a intervenire, ormai con sistematicità sem-
pre più diffusa, nella valutazione degli interventi, nel loro controllo
e collaudo.

Anche con l’otto per mille a gestione statale sono stati finanziati
progetti di riordinamento e restauro. Nel 2010 un contributo è an-
dato all’archivio della Chiesa di Santa Maria delle Vigne di Genova,
rilevante complesso archivistico già oggetto di un censimento cu-
rato dalla Soprintendenza e utilizzato per elaborare il progetto pre-
miato con le risorse dell’IRPEF.
Altri finanziamenti di questa tipologia sono andati anche in Cam-
pania a vantaggio di vari archivi ecclesiastici.

Va ricordato anche l’Accordo di Programma Quadro tra la Regione


Basilicata e il Mibac del febbraio 2001, che ha visto inserito il “pro-
getto per il riordino e la inventariazione della documentazione affe-

40 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
rente gli archivi ecclesiastici della Basilicata” utilizzando fondi P.O.R.
(ca 450.000,00 euro) il cui soggetto attuatore è stata la Soprinten-
denza. L’intervento ha comportato la schedatura in formato elettro-
nico, riordinamento e inventariazione della documentazione degli
archivi diocesani.

I fondi UNESCO sono quelli che tramite il Save Venice Inc finan-
ziano Ecclesiae Venetae

L’azione dell’Amministrazione riguarda ogni tipologia di istituzioni


ecclesiastiche: diocesi, capitoli, seminari, parrocchie, congregazioni,
confraternite, associazioni laicali, ordini religiosi. Il quadro che
emerge dai rapporti delle Soprintendenze è che molti archivi storici
diocesani sono ben conservati e resi fruibili. Ci sono delle eccel-
lenze, ci sono però, anche casi di chiusura.
Hanno personale qualificato, in genere a tempo determinato. Hanno
sale di studio attrezzate, a volte dispongono di un regolamento, orari
di apertura definiti. Non pochi sono quelli accessibili dietro appun-
tamento.
Un elemento critico è, come sottolineato da qualcuno, una certa di-
sparità di trattamento dell’utenza che, anche negli archivi beneficiati
da finanziamenti pubblici, non sempre può accedere gratuitamente
alla consultazione. Risulta anche che in alcuni casi la consultazione
dei documenti è consentita o negata in base a situazioni troppo
soggettive. Sarebbe auspicabile una regolamentazione generale più
uniforme, pur nel rispetto delle singole situazioni.

Va sottolineato un processo che si sta affermando per quanto ri-


guarda questa tipologia di archivi storici: le diocesi, infatti, si
stanno configurando come istituzioni primarie di conservazione di

IL LAVORO DEL TERRITORIO.


Gli archivi | 41
ANNA PIA BIDOLLI
fondi documentari, andando ad arricchire il panorama degli enti
preposti a questa funzione quali gli Archivi di Stato, quelli storici
dei comuni, degli Istituti e Fondazioni culturali che negli ultimi anni
hanno acquisito un ruolo significativo per la salvaguardia e frui-
zione di archivi.
Numerosi sono gli archivi storici diocesani che custodiscono fondi
di altri enti, parrocchie, confraternite, ma anche archivi privati di sa-
cerdoti o di altri soggetti. Questa azione di concentrazione, realiz-
zata anche in anni passati, è comunque legata all’autonoma libertà
delle diocesi.

Le parrocchie sono enti capillarmente diffusi sul territorio. Grande


è la loro valenza storica basti pensare ai libri parrocchiali che in al-
cune realtà, suppliscono alla distruzione della documentazione degli
archivi comunali come, per esempio, ad Avezzano interessato dal
terremoto del 1915 e in molte aree campane dove rappresentano il
50 % delle testimonianze di quei territori.

Vasta è l’opera di censimento degli archivi parrocchiali avviata


anche in anni lontani su tutto il territorio nazionale anche se a mac-
chia di leopardo. Ci sono aree come la Calabria, dove è stato coin-
volto l’intero territorio. In Abruzzo rimane da operare nella diocesi
di Pescara. Campagne si sono fatte o si stanno facendo da Aosta
a Frosinone, da Milano ad Ancona, da Torino a Caserta.
Questo tipo di archivio, a giudizio generale, rappresenta per vari
aspetti l’anello debole degli archivi ecclesiastici, quelli che spesso
sfuggono al controllo specialmente quando si tratta di piccole e pic-
colissime parrocchie.
I motivi di queste criticità sono differenti, ma ricorrenti ovunque: la
collocazione geografica dal momento che un grande numero di par-

42 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
rocchie sono in zone di montagna, situazione che ostacola l’accesso
per le ispezioni come pure per la consultazione; la carenza di per-
sonale, quello tecnico, ma anche dei parroci; la scarsezza di strut-
ture e mezzi di conservazione; il persistere di problemi di vigilanza
e custodia; una visione privata e personalistica da parte di non pochi
parroci nella gestione degli archivi delle loro chiese; le soppressioni
che non sempre si accompagnano ad una collocazione precisa e
sicura dell’archivio.
Relativamente alla consultabilità aspetti critici sono presenti su
tutto il territorio nazionale. Significativo è quanto sostiene la So-
printendenza per il Molise secondo la quale: “alcune realtà sfug-
gono a tutt’oggi al controllo e la generosa disponibilità o, al
contrario, la totale chiusura da parte degli enti provocano opposti
danni, causando la prima l’affidamento per lunghi periodi dei pre-
ziosi documenti fuori della loro naturale sede di conservazione, la
seconda l’inaccessibilità”.

Analoghi rischi incombono anche su altre tipologie di piccoli archivi,


quelli delle Confraternite oggetto ora di interventi in più regioni, in
Piemonte come in Puglia. In Umbria già in passato, è stato fatto
un vasto lavoro da cui sono scaturite varie iniziative editoriali e non
solo.
La loro importanza è legata a vari fattori, spesso costituiscono fonti
documentarie anche piuttosto antiche. Le criticità riguardano la
buona conservazione e l’accessibilità soprattutto nei casi in cui gli
archivi non siano conservati presso la Confraternita ancora attiva,
ma presso case private di confratelli.

Gli ordini religiosi sono altre istituzioni religiose di grande rilevanza


con un patrimonio documentario vasto e diffuso oggetto di inter-

IL LAVORO DEL TERRITORIO.


Gli archivi | 43
ANNA PIA BIDOLLI
venti di vario tipo ovunque: nel Lazio dove si è intervenuti sull’ar-
chivio dell’Abbazia di Subiaco, in Sardegna dove si sta operando
sull’archivio della Provincia di Santa Maria delle Grazie dei Frati Mi-
nori di Sardegna, in Liguria dove la Provincia di Genova dei Frati
Minori Cappuccini è stato al centro di un progetto di inventariazione
che ha utilizzato il software CEI-Ar, per fare qualche esempio. Que-
sti ed altri archivi svolgono spesso una funzione di concentrazione
di archivi di conventi chiusi, di archivi di frati, di varie istituzioni che
hanno operato nell’orbita dell’ordine.

Volendo trarre qualche conclusione si può affermare che la con-


centrazione negli archivi diocesani è la soluzione che viene sugge-
rita. Gli archivi diocesani, infatti, sono attualmente, in linea di
massima, le strutture in grado di garantire personale, misure di si-
curezza, strumenti di consultazione. Non si esclude a priori, la pos-
sibilità di creare poli archivistici con istituzioni civili. Si pensi in
particolare agli archivi dei piccoli comuni di montagna che hanno
di fatto problematiche identiche a quelli della parrocchie.
Sulla rilevanza della rete come strumento di diffusione delle cono-
scenze abbiamo sentito e sentiremo in questa giornata.
Tra gli aspetti positivi va annoverata la maggiore consapevolezza
del valore del patrimonio archivistico e della necessità di conser-
varlo secondo metodologie scientifiche; c’è la percezione sempre
maggiore del dovere della salvaguardia.
Tra i motivi di criticità vanno riportati l’incapacità di garantire con-
servazione e fruizione degli archivi minori; la mancanza di personale
qualificato; la carenza o comunque l’insufficienza di risorse in grado
di garantire la gestione ordinaria con il pericolo che, dopo aver fatto
i censimenti, si determinino le condizioni per forme di dispersione
e danneggiamento.

44 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
I suggerimenti che vengono da molte Soprintendenze sono quelli
di creare sinergie che vedano coinvolti sul territorio i vari soggetti,
per condividere programmi e risorse umane e strumentali.

Una via da percorrere è comunque quella del confronto costante,


presupposto per mettere in comune esperienze e disegnare cam-
mini costruttivi. In tal senso il seminario odierno è un esempio da
tenere in considerazione

IL LAVORO DEL TERRITORIO.


Gli archivi | 45
ANNA PIA BIDOLLI
IL LAVORO DEL TERRITORIO.
Le biblioteche

Angela Benintende
Direzione Generale per le biblioteche, gli istituti culturali e il Diritto d’autore

Sono veramente lieta oggi di essere qui per ascoltare e


raccontare a mia volta esperienze positive dovute all’at-
tuazione dell’intesa. Noi amministrativi, per la natura del
nostro lavoro, siamo affetti da una sindrome particolare:
non ci limitiamo ad attuare le norme che ci vengono dal
parlamento. Cerchiamo di trovarci dentro un’anima. E
così andiamo alla ricerca delle motivazioni della norma,
cerchiamo di comprendere “cui prodest” per meglio rag-
giungere l’obiettivo, per riuscire a driblare eventuali dif-
ficoltà di attuazione o contraddizioni nella norma. In
questo particolare caso ho avuto il piacere di essere il
dirigente responsabile per l’attuazione dell’intesa, set-
tore biblioteche, attraverso questi ultimi 10 anni, ed at-
traverso tre differenti direttori generali e 6 ministri. Ad

| 47
onore di quanti si sono adoperati sia nella creazione dell’atto normativo,
che nella sua applicazione devo certificarne la buona riuscita.

Potrei dunque farvi una elencazione, speciosissima, di tutti gli inter-


venti che l’amministrazione ha fatto, di tutte le realtà anche piccole
che abbiamo conosciuto e sostenuto con contributi, ma vi faccio grazia
di tanta memoria e mi limito ad un quadro generale delle iniziative di
sostegno alle biblioteche ecclesiastiche.

L’intesa prevedeva la collaborazione su alcuni punti: articolo 5 comma


1) sicurezza (furti incendi e degrado degli edifici storici); articolo 5
comma 4) l’uniformità dei formati di descrizione catalografica e la dif-
fusione delle informazioni anche attraverso l’integrazione dei sistemi;
art. 8 comma b) e c) collaborazione in materia di tutela contro i furti,
alienazioni abusive e sulla vigilanza sul mercato

La prima attività in attuazione dell’Intesa nasce con la legge 29 del


2001 che permise per un triennio un finanziamento di 1 miliardo l’anno
per” il potenziamento delle strutture e del patrimonio delle biblioteche
ecclesiastiche”. Tra parentesi, un’altro vezzo di noi amministrativi è il
battezzare, quasi come confossero dei figliuoli, le nostre circolari
usando però i numeri, abbiamo così una 112, una 29,una 138 che ci
fanno somigliare più a cabalisti che a seri amministratori dello Stato.
Tornando alla “29”: per il primo anno furono finanziati progetti relativi
ai fondi abbaziali depositati presso le biblioteche annesse ai monu-
menti nazionali. Nei successivi due anni, con l’apporto di una specifica
commissione mista CEI MIBAC furono finanziate 92 biblioteche ec-
clesiastiche (38 nel 2002 e 54 nel 2003). il 30% dell’ammontare totale
è stato devoluto alle regioni del Mezzogiorno come voluto dal docu-
mento di programmazione finanziaria per gli anni 2002/2006.

48 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
Quasi contemporaneamente la direzione generale rifinanziò una linea
di bilancio per permettere la catalogazione, l’acquisto di patrimonio li-
brario e di attrezzature antifurto e antincendio grazie alla circolare 138
del 2002. Anche qui il finanziamento complessivo fu di circa un milione
di euro per anno. Hanno avuto accesso ai finanziamenti con procedura
paraconcorsuale tutte le biblioteche non statali. La tabella che segue
da’ una chiara visione dei finanziamenti erogati nel periodo.

ANNO N° BIBL. ECCL. AMMONTARE % SUL TOTALE FINANZIAMENTO


FINANZIATE TOTALE

2005 55 449.500 44,62% 1.007.300


2006 47 447.500 43,39% 944.100.
2007 60 350.050 43,16% 811.050
2008 60 404.425,45 50,84% 795.425,45
2009 74 292.200 43,77% 667.505,53
2010 70 261.229,85 42,34% 616.979,85

Va rilevatao all’interno di questi finanziamenti l’intento di sostenere i


progetti volti a permettere alle biblioteche di accedere al neo istituito
Polo PBE. Al momento la linea di bilancio è ancora attiva.
Unica attività non compendiata dalla circolare 138 era la tutela; ed
ecco un altro “figlio” la circolare 112 del 2003 (riedizione di un prece-
dente strumento di finanziamento in disuso da diversi anni. La tutela
delle biblioteche non statali non è, pero’, materia non di competenza
esclusiva dello stato; è stata quindi prevista una procedura in colla-
borazione con le Regioni.

Ogni Regione individuava una scala di priorità degli interventi sul pro-
prio territorio e le trasmetteva con motivato parere alla Direzione Ge-
nerale. L’Ufficio raccoglieva le priorità e, dopo aver fatto una sintesi a

IL LAVORO DEL TERRITORIO.


Le biblioteche | 49
ANGELA BENINTENDE
livello nazionale interveniva, tramite un finanziamento, non diretta-
mente attribuito alle biblioteche richiedenti ma alle biblioteche pub-
bliche statali più vicine che gestivano direttamente il contratto con il
restauratore fino al collaudo finale.

Lo schema sotto riportato indica l’andamento dei finanziamenti per


tutto il periodo in cui è stata attiva la linea di bilancio.

ANNO TOTALE DI CUI A BIB. TOTALE DI CUI A BIB. %


FINANZIAMENTI ECCL. INTERVENTI ECCL.

2004 700.000 398.635,42 34 29 56,95%


2005 700.000 445.469,35 42 34 63,64%
2006 284.295,06 223.875,06 14 12 78,75%
2007 668.590,40 515.734,77 39 36 77,14%

Tra i lavori degni di nota è da ricordare il restauro di 8 codici miniati


appartenenti alla biblioteca capitolare del duomo di Monza. Il lavoro
dovette essere frazionato in più riprese consegnando alla ditta restau-
ratrice due codici a volta, in tempi diversi, a causa dell’elevato costo
dell’assicurazione. I tempi di restauro furono preventivati in 720 giorni,
per un ammontare di 25.200 euro. Il lavoro fu di tale impegno che la
ditta chiese ed ottenne un altro anno di tempo e consegnò ai primi
del 2010 il lavoro avviato ai primi del 2007. Uno di questi codici, risa-
lente al IX secolo, fu anche digitalizzato su richiesta del dipartimento
di paleografia dell’università cattolica di Milano.

Purtroppo da alcuni anni i fondi sulla tutela si sono esauriti ed È stato


giocoforza sospendere l’attuazione della circolare 112.
Un altro intervento di rilievo che è d’obbligo ricordare, riguarda il fi-
nanziamento che la direzione generale per le biblioteche ha erogato

50 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
in favore di interventi di restauro del patrimonio bibliografico danneg-
giato dal sisma del 6 aprile del 2009 verificatosi i Abruzzo

Tra le biblioteche ecclesiastiche aiutate si ricorda il convento di Santa


Chiara : 52 volumi antichi, fortemente danneggiati sono stati imme-
diatamente congelati “in loco”, con strumentazione improvvisata onde
evitare ulteriori danni e nascita di muffe, e successivamente sottoposti
ad intervento di asciugatura attraverso una apposita macchina per il
vuoto, a cura dell’istituto centrale per il restauro.

Da quel momento ho guardato con altri occhi il congelatore di casa…


da elettrodomestico a strumento di tutela d’emergenza…

Altri interventi ancora in atto hanno riguardato la Biblioteca della curia


“Carlo Confalonieri” di cui l’Istituto Centrale per il Restauro ha curato
la redazione delle schede dei 245 volumi danneggiati e i fondi della
biblioteca “San Bernardino” dell’Aquila dove si stanno redigendo 2000
schede di volumi da restaurare.

Anche l’anagrafe delle biblioteche italiane si avvale oggi della colla-


borazione della Cei per l’implementazione della base dati.

Ma un settore davvero interessante è quello del recupero delle opere il-


lecitamente sottratte. Da pochi giorni infatti abbiamo segnato una vittoria
che non è di poco conto. Abbiamo ottenuto la restituzione di un foglio
miniato su pergamena del XIV secolo con l’immagine del battesimo di
Cristo,appartenente al primo di 4 volumi di un antifonario rubato nel 1979,
dalla Chiesa si Santa Maria Maggiore di Guardiagrele (CH)

Come comincia questa storia… quasi come nelle favole…

IL LAVORO DEL TERRITORIO.


Le biblioteche | 51
ANGELA BENINTENDE
C’era una volta…

…la prof. Manzari, storico dell’arte che, il 2 giugno del 2005, mentre si
trovava a Parigi individuava all’interno del catalogo Cristhie’s il foglio sot-
tratto a Guardiagrele grazie alla particolare e unica miniatura della prima
lettera della parola che dà inizio al foglio. Il foglio era stato estrapolato
per tentare di rendere irriconoscibile la provenienza. La denuncia fatta
avvio’ le indagini della procura di Roma. Le ipotesi di reato erano: furto,
ricettazione, esportazione illecita, riciclaggio volto a ostacolarne l’indivi-
duazione. Il sostituto procuratore presso la procura di Roma chiese con
queste accuse l’immediato sequestro dell’opera. Fu subito avviata una
azione civile di rivendica da parte del ministero. Intanto il foglio veniva
consegnato l’archivio di stato di Amburgo “ratrone materiae”

È stata esperita immediatamente la procedura di recupero per via bo-


naria, tramite l’autorità centrale di Amburgo. Rivelatosi infruttuoso il ten-
tativo di restituzione bonaria si è scartata la via giudiziaria, troppo costosa,
e ci si è costituiti parte civile nel processo penale contro i ricettatori.

L’11 febbraio di quest’anno i carabinieri hanno comunicato alla Dire-


zione Generale che la Procura della Repubblica di Amburgo, aderendo
alla nostra richiesta di assistenza giudiziaria internazionale in materia
penale ha deciso di restituire il foglio, al momento custodito presso la
sezione antiquaria dei Carabinieri pronto per essere riconsegnato al
legittimo proprietario.

Ed alla fine, come in tutte le favole che si rispettino, vissero tutti felici
e contenti, tranne, ovviamente, i cattivi che svernano nelle patrie galere.

Un’altra storia, anch’essa affascinante e dolorosa, riguarda due splen-

52 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
didi volumi sottratti nei primissimi anni settanta alla biblioteca del con-
vento dei Girolamini di Napoli, Monumento nazionale, e pertanto ap-
partenenti al patrimonio dello Stato, insieme a un prezioso messale
del 1370 appartenente all’Arcidiocesi di Trani.

Il valore: quasi 5 milioni di euro per un trattato de maniscalcheria e


quasi un milione di euro per un libro d’ore.

Dopo poco più di 30 anni, nel 2002, questi volumi ricompaiono su un


catalogo della casa d’Aste Sotheby’s. Pare siano in possesso di un
italiano con cittadinanza russa che li acquisto’ dal presunto ladro sulla
base di una valutazione della casa d’aste; costui, pur perseguito con
azione giudiziaria della procura della repubblica di Fermo, ebbe la
buona sorte di morire prima che si concludesse il giudizio.

La Casa d’aste, stretta tra due fuochi (lo Stato italiano che rivendicava
la proprietà e il possessore che ha comprato in buona fede), ha citato
lo Stato italiano davanti alla corte di giustizia di Londra chiedendo alla
corte di decidere quale fosse il reale proprietario dei beni.

L’avvocatura dello Stato, che ha patrocinato anche gli interessi del-


l’Arcidiocesi di Trani, È stata sempre attentissima curatrice degli inte-
ressi del nostro Paese, ed ha condiviso con noi amarezze e passi
avanti. In questi ultimi pochi mesi sembra avvicinarsi una soluzione
positiva della controversia con un tentativo di conciliazione stragiudi-
ziale che potrebbe riportare in Italia i libri senza costi.
Continuando con la metafora della favola non possiamo ancora dire:”
e vissero tutti felici e contenti” ma potremmo per il momento conclu-
dere con un altro noto adagio favolistico : “stretta la foglia larga la via
dite la vostra che ho detto la mia”.

IL LAVORO DEL TERRITORIO.


Le biblioteche | 53
ANGELA BENINTENDE
IL LAVORO DEL TERRITORIO.
Gli archivi ecclesiastici

Paolo Martino
Incaricato regionale per i beni culturali ecclesiastici della Calabria

Ad undici anni dall’Intesa dell’aprile 2000 tra Ministero per


i beni e le attività culturali e Conferenza Episcopale Italiana
si possono tirare le somme sull’attività che ha visto questi
due attori operare congiuntamente nel territorio calabrese
contribuendo al miglioramento di molti aspetti relativi alla
conservazione e alla consultazione del patrimonio archi-
vistico ecclesiale della Calabria come previsto dall’art. 4
comma 1 della suddetta Intesa.
L’esperienza condotta fino ad oggi è stata senza dubbio
positiva ed ha visto fin da subito applicati quasi tutti i punti
dell’Intesa.
La nostra Regione, di solito in difficoltà, in questo caso
è riuscita ad incamminarsi senza timidezze con il resto
dell’Italia verso un percorso di conoscenza e salvaguar-

| 55
dia dei propri beni culturali. La presenza della Soprintendenza Archi-
vistica per la Calabria con sede a Reggio Calabria istituita fin dal 1963
(DPR 30.novembre 1963 n° 1409) staccando la Regione dalla preesi-
stente Soprintendenza archivistica per l’Italia meridionale con sede a
Napoli, ha dato alla Regione ecclesiastica la possibilità di avere un in-
terlocutore immediato nell’attuazione dell’Intesa.
Il dialogo tra questa struttura regionale del Ministero e Chiesa, in Ca-
labria, è stato favorito dall’esistenza dell’Ufficio regionale beni culturali
ecclesiastici della Conferenza Episcopale Calabra, diretto dall’incari-
cato regionale, che tramite la sezione archivi, ha reso unitario il rap-
porto tra le Diocesi calabresi.
D’altronde il cambio di approccio nei rapporti tra la parte Statale e
le Chiese particolari, in materia di beni culturali ecclesiastici, che è
stato positivamente condizionato dal percorso tracciato dall’accordo
del 1984, dalle successive intesa del 1996, del 2000 e del 2005 e
dal codice Urbani hanno orientato e, direi guidato l’agire delle due
parti.
Di conseguenza avere degli interlocutori territoriali unitari,almeno in
Calabria, si è dimostrato particolarmente utile.
Premettiamo ancora che il nuovo scenario legislativo ha favorito una
nuova e straordinaria attenzione, specie del mondo laico (ricercatori,
studenti, semplici appassionati ecc.) verso gli archivi ecclesiastici che,
nella nostra regione, rappresentano una parte essenziale del patrimonio
storico documentale.
Vediamo in maniere schematica,per rimanere nel tempo che mi è stato
assegnato e rimandando agli atti il resto, che cosa è stato fatto in at-
tuazione dell’intesa e quante iniziative sono state da questa stimolate.

Per semplificare le cose ho seguito lo schema che la stessa intesa


propone agli articoli 2,3,4 .

56 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
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Art. 2 (interventi della chiesa Cattolica)
Grazie al coordinamento che si è realizzato dopo la firma ed alle sol-
lecitazioni continue dell’ufficio nazionale per i bb.cc.ee. della Cei, gli
archivi storici diocesani:
– Sono stati dotati di regolamento che disciplina apertura al pubblico,il
personale, la consultazione e l’eventuale riproduzione di documenti.
– Sono stati i muniti di sistemi di salvaguardia, attiva e passiva me-
diante istallazione di impianti antintrusione ed antincendio, sostitu-
zione di serramenti.
– Sono stati dotati di arredi ed attrezzature sicure e moderne.
– in tutte le diocesi sono ormai concluse le fasi di riordino finalizzate
alla successiva fase di informatizzazione degli archivi storici dioce-
sani tramite CEIar.Una Diocesi ha già completato anche la fase di
informatizzazione e le altre sono in fase avanzata.
L’aumentata sensibilità ha portato alcune Diocesi (Oppido-Palmi, Mi-
leto-Nicotera e Tropea) a realizzare nuove strutture più confortevoli e
sicure con specifica destinazione all’archivio.
Buona parte di questi interventi (ad esclusione delle nuove strutture)
sono stati possibili grazie ai contributi che la Conferenza Episcopale
Italiana, per tramite l’Ufficio Nazionale per i bb.cc.ee., concede annual-
mente alle Diocesi.
Si tratta di somme importanti che la Chiesa Italiana destina ogni anno
specificatamente alla conservazione e consultazione degli archivi.

Art. 3 (interventi dello Stato)


La collaborazione con la parte Statale è stata ed è continua, di sup-
porto e di confronto per la realizzazione dei progetti attivati da ogni
Diocesi calabrese, in sintonia con l’art. 3 comma 1 dell’Intesa, che tra
gli interventi previsti dallo Stato “per il tramite delle proprie Soprinten-
denze archivistiche collaborazione tecnica e contributi finanziari per:

IL LAVORO DEL TERRITORIO.


Gli archivi ecclesiastici | 57
PAOLO MARTINO
– la dotazione di attrezzature,
– la redazione di inventari,
– il restauro di materiale documentario,
– la dotazione di mezzi di corredo,
– le pubblicazioni
– lo scambio di materiale informatico.
– la formazione del personale.”

I fronti principali su cui si è lavorato in concerto con la Soprintendenza:

1-il riordino e l’informatizzazione archivistica.


L’adesione, ormai in fase avanzata, di tutte le Diocesi Calabresi al
progetto CeiAr per il riordino e l’informatizzazione degli archivi ec-
clesiastici ha fornito l’occasione per intensificare l’azione positiva
della Soprintendenza che si è svolta concretamente su più filoni d’in-
tervento :
a organizzando, in relazione agli effettivi bisogni delle singole realtà,
alcuni momenti formativi, tenuti dal personale della Soprintendenza
e strutturati in lezioni frontali, finalizzati alla formazione degli opera-
tori che si apprestavano al riordino e all’inventariazione dell’archivio
diocesano (esempio organizzazione di cartelle, titolazioni ecc.).

b realizzando una collaborazione e consulenza tecnica continua fina-


lizzata alla soluzione delle diverse problematiche emergenti sia nelle
fasi preliminari di organizzazione dell’intervento di riordino che du-
rante tutte le operazioni di ordinamento archivistico e la successiva
fase di informatizzazione.
Praticamente i tre soggetti che dialogano tutt’oggi attorno al progetto
CeiAr (ufficio diocesano, Soprintendenza ed esperti della Cei) lo
fanno scambiando le proprie esperienze e cercando soprattutto di

58 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
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trovare le soluzioni più congeniali alle specifiche particolarità territoriali
così da superare quelle difficoltà di adattamento dei contenuti agli
standard fissati. (esempio organizzazione di fondi sezioni, alberi ecc.)

c oltre a fornire l’assistenza tecnica la Soprintendenza sta interve-


nendo direttamente, con mezzi finanziari del proprio Ministero, e pro-
prio personale nella realtà diocesana reggina attivando progetti
finalizzati al riordino dell’archivio arcivescovile di Reggio Calabria.

2-la salvaguardia del materiale in cattivo stato di conservazione.


Altro aspetto, non meno importante, ha riguardato la salvaguardia del
materiale documentario in cattivo stato di conservazione, per il quale
considerevole è stato l’ausilio della Soprintendenza, anche in questo
caso rivolto a tutte le Diocesi della Calabria.

Essa si è fatta portavoce presso la Regione Calabria e il Ministero


delle necessità degli archivi ecclesiastici permettendo di definire un
piano finanziario annuale che agevolasse al soluzione dei problemi
conservativi riscontrati sul patrimonio cartaceo.
Con tale mediazione è stato colmato il difetto di comunicazione che
spesso in passato non ha consentito di intervenire correttamente sul
patrimonio archivistico ecclesiastico.

La Soprintendenza archivistica si è dunque attivata alla redazione ed


alla realizzazione di numerosi progetti di restauro, e in alcuni casi
anche al finanziamento con mezzi propri.
Tale attività ha avuto, per le realtà diocesane, un duplice beneficio:
– quello di potere godere gratuitamente delle competenze tecniche
altamente specialistiche della Soprintendenza per la redazione dei
progetti.

IL LAVORO DEL TERRITORIO.


Gli archivi ecclesiastici | 59
PAOLO MARTINO
– avere a disposizione somme ed uomini per numerosi interventi di
effettivo restauro.

Art. 4 (interventi in collaborazione Chiesa - Stato)


L’attivazione di “iniziative idonee ad accelerare e coordinare i pro-
grammi di inventariazione…” nonché la collaborazione tra le autorità
ecclesiastiche e le Soprintendenza per favorire “l’accesso agli archivi
per l’espletamento delle operazioni di ricognizione necessarie alla rea-
lizzazione dei programmi di inventariazione…” si è concretizzata nel
censimento degli archivi parrocchiali di tutte le Diocesi Calabresi, ese-
guito direttamente dalla Soprintendenza con proprio personale ed at-
tualmente in corso di completamento.
La mediazione ecclesiastica in questo caso si è rilevata necessaria e
fondamentale per favorire e semplificare l’accesso da parte degli or-
gani statali ai dati archivistici parrocchiali, talvolta scrupolosamente
conservati, ed ha consentito di conoscere la consistenza archivistica
documentale di ben 1022 parrocchie.
Il censimento degli archivi parrocchiali oltre a dare informazioni sulla
consistenza, la quantità e la qualità dei beni archivistici, fornisce una
localizzazione aggiornata del patrimonio, ne favorisce dunque la sua
rintracciabilità, descrive concretamente i bisogni dei singoli archivi e,
come conseguenza, permette l’avvio di una programmazione conser-
vativa partecipata tra i soggetti coinvolti.
L’informazione relativa all’esatta localizzazione del materiale documentario
consente che venga rispettato l’art.1 dell’Intesa in cui, tra i principi gene-
rali,si legge che il patrimonio documentario e archivistico appartenente a
enti e istituzioni ecclesiastici “deve rimanere, per quanto possibile, nei luo-
ghi di formazione o di attuale conservazione” e solo in “caso di necessità
…, nel caso di parrocchie e diocesi soppresse, …vengono depositati
presso l’archivio storico della diocesi competente per territorio”.

60 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
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Dall’azione di censimento condotta nell’ultimo decennio è emerso inol-
tre che pochi sono gli archivi diocesani in precario stato di conserva-
zione e quelli esclusi dalla libera consultazione, al contrario si è
riscontrata una considerevole lacunosità delle fonti parrocchiali.
I risultati di tale lavoro, saranno presto oggetto di una serie di pubbli-
cazioni a livello Diocesano per diventare utilissimi strumenti di lavoro
così come è già avvenuto per il censimento completato per la Diocesi
di Mileto-Nicotera-Tropea edito a cura di Don Filippo Ramondino e
del diacono Antonino Tripodi.

Quali sono gli elementi che hanno reso possibile in Calabria, un risul-
tato altamente positivo ?
Crediamo di poter identificarne e presentarne sinteticamente almeno tre.

Il primo che potremmo definire di ordine generale:


snellezza e chiarezza dell’intesa: (praticamente per gli archivi in tre ar-
ticoli il 2, 3, 4) viene chiarito “chi deve fare e che cosa”. La stessa cir-
colare n° 3 esplicativa, di fatto, si è potuta limitare ad un racconto di
come si è scritta l’intesa ed a qualche indicazione pratica sul come
operare subito a livello Diocesano e Regionale.

Il secondo specificatamente regionale:


L’esistenza dell’ufficio regionale per i beni culturali ecclesiastici della
Conferenza Episcopale Calabra.
Questo ufficio, presieduto da Mons. Luigi Renzo Vescovo delegato, è
diretto dall’incaricato regionale ai beni culturali ecclesiastici.
Ha quattro settori: musei, archivi, biblioteche, arte ed architettura sacra
con quattro responsabili. Per gli archivi il responsabile è il Prof. Don Filippo
Ramondino che con grande esperienza ha elaborato gran parte del lavoro
che si è fatto in questi anni a livello Regionale per la parte ecclesiale.

IL LAVORO DEL TERRITORIO.


Gli archivi ecclesiastici | 61
PAOLO MARTINO
Questo tipo di organizzazione regionale favorisce un linguaggio ab-
bastanza unitario facilitando il rapporto tra la parte ecclesiale e la parte
statale.
Consentendo anche di esporre alla stessa Conferenza Episcopale re-
gionale problemi,limiti organizzativi diocesani e soluzioni incidendo di-
rettamente con i Vescovi.
Per l’intesa, per esempio l’ufficio regionale si è reso subito conto del-
l’importanza tant’è che pochi mesi dopo ha organizzato a Lamezia
terme un primo incontro tra la Consulta regionale della C.E.C. con la
Soprintendenza archivistica Regionale.
Nel corso di quell’incontro si stabilirono, intesa alla mano, alcune linee
pratiche ed immediate di lavoro che in questi anni hanno i risultati che
oggi abbiamo illustrato.

Terzo motivo La continuità nella dirigenza della Soprintendenza Ar-


chivistica:
In questi 10 anni la struttura regionale del Ministero per gli archivi è
stata sempre diretta dalla Dott.ssa Francesca Tripodi, persona di
grande competenza e di straordinaria disponibilità.
Consentitemi che, per supportare l’importanza di questa continuità, mi
rifaccio anche all’esperienza, che come direttore regionale, ho vissuto.
In quattro anni in Calabria sono passati: – 4 Soprintendenti a i beni
architettonici – 3 ai beni storico artistici – 3 all’archeologica, 5 direttori
regionali.
Bene in questi settori il dialogo è stato complicato – solo da un paio
di anni si registra una relativa di stabilità negli importanti incarichi ed
il lavoro è ripartito – tanto che a settembre scorso abbiamo organiz-
zato una due giorni regionale a Lamezia,presente il Direttore dell’uf-
ficio Nazionale Mons. Russo, il Direttore Regionale ai beni culturali,
tutti i Soprintendenti della Calabria e l’Assessore Regionale al ramo.

62 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
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Archivio Diocesano
– Lamezia Terme

Occasione di lavoro comune che,oltre a favorire la reciproca cono-


scenza, ha consentito di sbloccare un protocollo di intesa con la Re-
gione Calabria per la formazione di un tavolo permanente di
consultazione e collaborazione tra: Conferenza Episcopale Calabra, Mi-
nistero (Direzione e Soprintendenze) e Regione.

IL LAVORO DEL TERRITORIO.


Gli archivi ecclesiastici | 63
PAOLO MARTINO
IL LAVORO DEL TERRITORIO.
Le biblioteche ecclesiastiche.
Parte prima

Don Luca Franceschini


Incaricato regionale per i beni culturali ecclesiastici della Toscana

L’intervento che mi è stato richiesto mi ha offerto, tra


l’altro, l’occasione per un incontro a livello regionale con
i rappresentanti delle diciassette Diocesi nonché di un
mio incontro personale con i funzionari della Regione
Toscana preposti al settore bibliotecario, con i quali già
da tempo esiste una fattiva e fruttuosa collaborazione.

Interventi legislativi e accordi tra Regione e Conferenza


episcopale regionale
Debbo premettere che in Toscana le relazioni tra la Re-
gione e la Conferenza episcopale regionale hanno un’e-
sperienza radicata nel tempo. Già nel 1975 fu stabilita la
creazione della Consulta Regionale Toscana dei beni
culturali1 prevedendo la presenza di tre rappresentanti

| 65
designati dalla Conferenza Episcopale Toscana (CET). Cinque anni
dopo, nel 19802 nella Legge su “Norme in materia di musei e di raccolte
di enti locali e di interesse locale” si assegnava uno spazio di intervento
all’autorità ecclesiastica relativamente ai musei ecclesiastici di inte-
resse locale. Relativamente alle biblioteche, in particolare, nel 19823 si
prevedeva il coinvolgimento delle biblioteche ecclesiastiche nel sistema
bibliotecario regionale. È tuttavia nel 19994 che si determina con mag-
giore chiarezza la valorizzazione delle biblioteche e degli archivi di enti
ecclesiastici da rendere fruibili tramite accordi con gli enti locali.

Comunque sia, già dal 1992 si era siglata un’intesa5 per la tutela e va-
lorizzazione del patrimonio culturale ecclesiastico della Toscana, volta
a favorire “un intervento coordinato tra Autorità ecclesiastiche, Go-
verno regionale ed Enti locali al fine di ottimizzare gli interventi tesi
alla valorizzazione dei beni culturali di interesse regionale e locale”.

Nel 2005 fu sottoscritta una nuova intesa tra la Regione e la CET6


proprio con l’intento di “un adeguamento agli impegni pattizi sotto-
scritti a livello nazionale, che indicano in maniera chiara come la strada
della cooperazione sia la via da percorrere per la realizzazione di in-
terventi di promozione e valorizzazione.”
Recentemente sono intercorsi accordi a livello regionale per ripensare
ulteriormente l’intesa, sia perché non si è riscontrata una completa li-
nearità nella sua esecuzione, sia perché molti aspetti si sono modificati
in questi ultimi anni.

La situazione delle biblioteche ecclesiastiche in Toscana


Gli accordi a seguito delle diverse intese sono stati di importanza vitale
per la creazione di una mentalità nuova nella gestione del patrimonio
ecclesiastico e in particolare di quello bibliotecario.

66 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
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La Toscana ha oggi, oltre all’abbazia territoriale di Monte Oliveto Mag-
giore, 17 diocesi che sono tuttavia il frutto dell’unificazione di oltre 20
antiche chiese locali7, aventi ciascuna il suo seminario con la sua bi-
blioteca.
Fatta eccezione per alcune diocesi che hanno biblioteche vescovili o
capitolari, sono proprio i seminari diocesani il luogo dove si è costituita
nei secoli un’importante biblioteca ad uso degli studentati teologici
ma frutto, spesso, del lascito di interessanti e significativi fondi di ve-
scovi, prelati, insegnanti.
Queste biblioteche, che hanno per molto tempo costituito il cuore ne-
vralgico bibliotecario delle diocesi, furono gestite in passato con mo-
dalità assolutamente diverse nei diversi luoghi. Nella seconda metà
del secolo scorso hanno vissuto un momento di crisi legata alla dimi-
nuzione del numero di studenti presenti nei seminari nonché alla di-
minuzione del clero che non consentiva più di avere un bibliotecario
ecclesiastico dedicato con sufficiente tempo alla cura e alla custodia
della biblioteca.
È soprattutto negli anni ’80 che si inizia a sentire la necessità di ri-
pensare le biblioteche, non più sentite come semplice bene per i se-
minaristi e di conseguenza, se messe a disposizione del pubblico,
necessitanti di nuovi criteri di gestione, fruizione e valorizzazione. Di
questo tratterà più dettagliatamente l’intervento seguente.

In Toscana, prima ancora dell’Intesa del 2000, assistiamo ad una pro-


gressiva trasformazione delle biblioteche dei seminari in biblioteche
diocesane che via via entrano in collaborazione con l’Ufficio Dioce-
sano per l’arte sacra e i beni culturali che nasce in tutte le diocesi, ma
soprattutto entrano nella “rete” bibliotecaria delle province. Si inizia la
formazione di personale specializzato, si introducono nuovi sistemi di
catalogazione elettronica.

IL LAVORO DEL TERRITORIO.


Le biblioteche ecclesiastiche. Parte prima | 67
DON LUCA FRANCESCHINI
Biblioteca del
Seminario vescovile
Pontremoli
– altra sede di
Biblioteca Diocesana
dei SS. Ambrogio
e Carlo di Massa

Positività dell’Intesa
Grazie all’Intesa è stato possibile realizzare alcuni progetti che hanno
visto coinvolti anche enti ecclesiastici quali ad esempio il lavoro di cen-
simento dei codici medievali8 e delle cinquecentine9. Si è rafforzata la
funzione di tutela e anche di consulenza della Regione in particolare
attraverso il laboratorio di restauro della Biblioteca Centrale Nazionale
di Firenze.
L’intesa del 2000 ha contribuito fortemente a stabilizzare questa in-
novazione del come “pensare” le nostre biblioteche e del come ge-
stirle. Ha rafforzato, attraverso il lavoro operato dall’Ufficio Nazionale
Beni Culturali della CEI, un’omogeneità di pensiero e di modalità di
intervento che si sono amalgamate con la diversità, che pure permane,
dovuta all’inserimento nelle “reti” provinciali.

68 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
Limiti delle “reti”
Le biblioteche delle diocesi hanno, ovviamente, una loro peculiarità
sia per il tipo di libri che le compongono, sia per la particolarità dei
loro fruitori e delle problematiche connesse.
Non sempre l’inserimento nella “rete” le valorizza. Benché le bibliote-
che diocesane siano di particolare rilievo e importanza, spesso si tro-
vano da sole – nel loro genere – all’interno della “rete” provinciale
che non sempre ha come priorità quegli elementi che invece per le
nostre biblioteche sono fondamentali.
È da aggiungere la difficoltà della suddivisione territoriale delle Diocesi
che non coincide con quella delle 10 province e pone in difficoltà le Dio-
cesi più piccole rispetto a quelle collocate in città sede di capoluogo.10

Le biblioteche degli ordini religiosi


È da annotare la particolarità delle biblioteche degli ordini religiosi,
anch’esse ecclesiastiche, ma con una loro autonomia rispetto alle
Diocesi ed una diversità di referenti sul territorio (per alcuni ordini
infatti la Toscana corrisponde alla circoscrizione ecclesiastica di go-
verno; per altri invece la circoscrizione può essere l’Italia intera e
possono avere la loro sede di governo fuori dalla Toscana).
Gli ordini religiosi, che nei loro conventi custodiscono preziose e tal-
volta immense raccolte librarie, hanno avuto in questi ultimi decenni
un importante situazione di riordino interno, chiusura di conventi, spo-
stamenti di biblioteche con notevoli punti critici che spesso hanno as-
sorbito l’attenzione degli uffici preposti a livello regionale, senza che
si riuscisse ad avere un coordinamento ed un confronto significativo

Limiti dell’Intesa
L’intesa ha coinciso con un periodo di enorme riduzione delle risorse
disponibili per la cultura ed ha consentito interventi talvolta irrisori ri-

IL LAVORO DEL TERRITORIO.


Le biblioteche ecclesiastiche. Parte prima | 69
DON LUCA FRANCESCHINI
spetto alla mole di lavoro che viene svolta e che ci sarebbe da svol-
gere. La Regione ha portato avanti il suo compito di tutela (ed anche
in questo ha favorito il progressivo crearsi di una mentalità sul come
si debba e non si debba intervenire), tuttavia si è potuto operare solo
con progetti che non sono stati frutto di un lavoro di programmazione
e confronto bensì di interventi a macchia di leopardo cercando di prov-
vedere ad alcune emergenze. Questi interventi sono stati sempre rea-
lizzati con fondi dai bilanci ordinari; non è mai stata posta una voce di
bilancio specifica per progetti realizzati in forza dell’Intesa se non, per
la prima volta e se pure con fondi assai limitati, nel 2010.
Quest’ultimo fatto, al di là dell’entità del contributo, evidenzia come le
intese sono uno strumento utile ma richiedono un permanente lavoro
di incontro, confronto, progettazione che spesso è venuto meno per
la delusione sui risultati, ma che -quando riprende campo- non manca
di portare frutto.

70 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
1 Legge n° 61 del 31-05-1975 art. 2 lett. h. LIVORNO Sede vescovile
2 Legge n° 89 del 04-12-1980. suffraganea di Pisa
3 Legge n° 86 del 30-11-1982. LUCCA Sede arcivescovile
4
immediatamente soggetta alla Santa
Legge n° 35 del 01-07-1999. Sede
5 Intesa del 18-11-1992 sottoscritta dal MASSA CARRARA PONTREMOLI
presidente della Regione, Vannino
Sede vescovile suffraganea di Pisa
Chiti, e dal Cardinale Silvano
Piovanelli, Presidente della CET. MASSA MARITTIMA PIOMBINO
6 Recognitio della S.Sede del Sede vescovile suffraganea di
27/02/2004 Prot. N°420/03 - Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino
Approvazione della Giunta della MONTE OLIVETO MAGGIORE Sede
Regione Toscana del 02/02/2004. Abbazia territoriale immediatamente
7 Diocesi storiche della Toscana: soggetta alla Santa Sede
Firenze, Pisa, Siena, Lucca, Arezzo, MONTEPULCIANO CHIUSI PIENZA
Volterra, Cortona, Montalcino, Sede vescovile suffraganea di
Montepulciano, Pescia, Fiesole,
Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino
Pistoia, Prato, Colle, San Miniato, San
Sepolcro, Livorno, Pontremoli, Chiusi, PESCIA Sede vescovile suffraganea
Pienza, Grosseto (Roselle), Massa di Pisa
Marittima (Populonia), Soana, Massa
Ducale. PISA Sede metropolitana
8 Progetto Codex. PISTOIA Sede vescovile suffraganea
di Firenze
9 Progetto Censimento e catalogazione
delle edizioni del XVI secolo. PITIGLIANO SOVANA ORBETELLO
10
Sede vescovile suffraganea di
DIOCESI DELLA TOSCANA
Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino
AREZZO CORTONA
PRATO Sede vescovile suffraganea
SANSEPOLCRO Sede vescovile
suffraganea di Firenze di Firenze

FIESOLE Sede vescovile suffraganea SAN MINIATO Sede vescovile


di Firenze suffraganea di Firenze
FIRENZE Sede metropolitana SIENA COLLE DI VAL D’ELSA
MONTALCINO Sede metropolitana
GROSSETO Sede vescovile
suffraganea di Siena-Colle di Val VOLTERRA Sede vescovile
d’Elsa-Montalcino suffraganea di Pisa

IL LAVORO DEL TERRITORIO.


Le biblioteche ecclesiastiche. Parte prima | 71
DON LUCA FRANCESCHINI
IL LAVORO DEL TERRITORIO.
Le biblioteche ecclesiastiche.
Parte seconda

Elena Scaravella
Ufficio per l’arte sacra e i beni culturali della Diocesi di Massa Carrara-Pontremoli

Il compito che mi è stato affidato all’interno del denso


programma di questa giornata è quello di portare la te-
stimonianza del lavoro svolto sul campo: di illustrare
quali siano state le conseguenze pratiche che le dispo-
sizioni previste dall’Intesa del 2000 hanno avuto sull’at-
tività di un ufficio diocesano che, come molti in Italia,
affronta quotidianamente le problematiche relative alla
gestione dei beni culturali ed in particolare, per ciò che
attiene al tema di oggi, all’organizzazione degli archivi
e delle biblioteche della diocesi.

A dire il vero, nel momento in cui ho letto il programma


e l’elenco dei partecipanti a questa giornata mi sono
chiesta: perché proprio io?

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Perché si è data voce ad una Diocesi periferica come la nostra, priva di
emergenze culturali significative se confrontata con realtà ben più rile-
vanti all’interno della Toscana stessa, per non guardare alle altre regioni
italiane? Perché a me e non ad archivisti e bibliotecari che sono i veri
protagonisti della vita e della rinascita delle nostre istituzioni culturali?
Purtroppo la sola ragione che ho trovato per giustificare la mia pre-
senza qui sta nell’anzianità. Nel fatto che ho partecipato all’attività
dell’Ufficio beni culturali della Diocesi di Massa Carrara-Pontremoli
fin dai primi mesi della sua fondazione, e posso portare la testimo-
nianza degli sviluppi, delle scelte metodologiche, dei cambiamenti av-
venuti nel tempo, compreso il passaggio da un direttore all’altro così
come da un Vescovo all’altro.
Se un merito mi si può riconoscere è quello di aver contribuito in prima
persona, in accordo con l’allora direttore dell’Ufficio e con il Vescovo mons.
Eugenio Binini, all’impostazione generale del lavoro sugli archivi e sulle
biblioteche, alla definizione dei progetti, ed in particolare alla scelta dei
nostri collaboratori. È grazie alla loro competenza e professionalità, unita
alla passione con la quale affrontano il loro impegno, se l’eco dell’opero-
sità delle nostre istituzioni culturali dalla lontana periferia è giunta fino a
Roma, offrendo a me l’opportunità di partecipare a questa giornata.
A loro va il mio ringraziamento insieme alle mie scuse dato che il breve
spazio a disposizione non mi permetterà di illustrare in maniera esau-
riente le peculiarità del nostro patrimonio librario ed archivistico né
tantomeno la complessità del loro lavoro.

Tralascerò quindi, per ragioni di tempo, l’elencazione delle numerose at-


tività che le nostre biblioteche svolgono per cercare di ricostruire il per-
corso di questi ultimi dieci anni mettendo in luce le difficoltà incontrate
piuttosto che i risultati raggiunti. Credo infatti che la fatica del quoti-
diano, disseminato di ostacoli di ogni genere costituisca l’esemplarità

74 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
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della nostra esperienza e ci accomuni a molte altre realtà italiane. Penso
inoltre che la professionalità dei nostri collaboratori acquisti valore dal
momento in cui apparirà chiaro che essi non operano in un contesto
d’eccellenza, ma nella assoluta normalità, se per normalità si intende la
situazione di difficoltà che le Diocesi italiane si trovano ad affrontare
per garantire la conservazione, la fruibilità e addirittura la valorizzazione
di un patrimonio ampio, diversificato, non ancora completamente cen-
sito, che spesso versa in cattivo stato di conservazione. Una situazione
alla quale l’intesa del 2000 ha cercato di fornire soluzioni in termini di
collaborazione tra enti pubblici ed enti ecclesiastici e che sul territorio
le Diocesi hanno saputo cogliere in tempi e modi diversi lasciandosi a
volte sfuggire importanti opportunità di crescita.

La nostra storia comincia alla fine degli anni ’90, nel momento in cui
l’Ufficio diocesano per i beni culturali, nato in funzione della campagna
di catalogazione del patrimonio storico artistico, muoveva i suoi primo
passi. Fin dall’inizio è apparso chiaro che anche il patrimonio bibliote-
conomico ed archivistico necessitava di urgenti provvedimenti che ar-
ginassero il lento processo di abbandono che ne metteva in grave
pericolo la conservazione.
Le biblioteche di rilevante interesse storico della nostra Diocesi sono
due, essendo essa frutto della recente fusione della Diocesi di Massa
con quella di Pontremoli.
Entrambe erano sorte in seno all’attività dei seminari vescovili e ad essi
erano strettamente connesse. I preziosi fondi formatisi nel corso dei
secoli grazie alla generosità di vescovi, rettori, eruditi locali venivano
gelosamente amministrati dai religiosi con sapiente meticolosità che
si tramandava da maestro ad allievo assicurando la buona conserva-
zione delle raccolte. Purtroppo negli ultimi anni la graduale riduzione
dell’attività dei seminari, che aveva addirittura condotto alla chiusura di

IL LAVORO DEL TERRITORIO.


Le biblioteche ecclesiastiche. Parte seconda | 75
ELENA SCARAVELLA
quello di Pontremoli, stava provocando l’abbandono delle biblioteche.
Con il diminuire dei seminaristi esse perdevano la loro primaria ragione
di essere, oltre al personale che fino ad allora se ne era preso cura.

Era necessario che la Diocesi si facesse carico della sopravvivenza


di questo patrimonio assicurandone, come poi l’Intesa avrebbe riba-
dito, la conservazione e la fruibilità. Ciò avrebbe comportato da una
parte la definizione di una nuova missione per le nostre biblioteche
in direzione di una maggiore apertura verso un pubblico vasto e di-
versificato, dall’altra l’adozione di metodologie di gestione ormai uni-
versalmente diffuse ma assai diverse da quelle in uso fino a quel
momento. È triste dover ammettere che le nostre biblioteche non solo
erano prive di un regolamento e di un regolare orario di apertura al
pubblico ma anche di un catalogo completo, se pure in forma carta-
cea, o di un inventario che permettesse di definirne almeno a grandi
linee la consistenza.
Dopo aver stabilito che la biblioteca del Seminario di Massa avrebbe
assunto il ruolo di biblioteca diocesana, fulcro dell’organizzazione di tutte
le attività non soltanto legate alla gestione delle raccolte ma anche alla
promozione della cultura, mentre quella di Pontremoli avrebbe mante-
nuto la sua originaria vocazione di biblioteca di conservazione, si è dato
inizio alla programmazione delle azioni necessarie per raggiungere gli
standard minimi di gestione che comportavano l’adeguamento dei locali,
la redazione dei cataloghi, la pianificazione dei servizi al pubblico.
La strada da percorrere era lunga ed è certo che il nostro Ufficio non
avrebbe potuto dare inizio all’impegnativo progetto di riorganizzazione
delle biblioteche diocesane se non si fossero presentate una serie di
opportunità di sostegno da parte di enti diversi che, se non erano la
diretta conseguenza dell’Intesa, scaturivano da quel clima di collabo-
razione di cui l’Intesa si era fatta promotrice o forse interprete.

76 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
Era proprio il 2000 quando, utilizzando i finanziamenti messi a dispo-
sizione dalla CEI, si è dato inizio alla catalogazione dei fondi della bi-
blioteca del seminario di Massa affidando l’incarico a personale
esperto e qualificato. Contemporaneamente la biblioteca ha aderito
alla costituenda Rete provinciale delle biblioteche che ci ha permesso
di condividere il software per la gestione dei cataloghi e tutte le attività
relative ai servizi al pubblico. Nel corso degli anni i progetti della Rete,
finanziati con fondi regionali, hanno previsto l’incremento delle attrez-
zature, possibilità di formazione del personale, contributi finanziari per
l’aggiornamento dei cataloghi, tutte cose che sono state di grande
aiuto perché la nostra biblioteca potesse entrare a regime.
Il motivo per cui siamo riusciti ad instaurare un rapporto di proficua col-
laborazione con gli enti locali e con le altre istituzioni del territorio su-
perando l’iniziale reticenza e la scarsa disponibilità degli amministratori,
sta probabilmente nella coincidenza di vari fattori. In primo luogo l’in-
trinseco valore del nostro patrimonio che costituisce motivo di orgoglio
per l’intero territorio. In secondo luogo il fatto che abbiamo avuto l’op-
portunità di partecipare alle fasi costitutive della Rete provinciale met-
tendo subito in evidenza da una parte le nostre esigenze, dall’altra le
nostre potenzialità. È certo che in quei momenti erano molte di più le
cose di cui avevamo bisogno rispetto a quelle che potevamo mettere in
campo, ma il fatto di avere definito un progetto coerente ed articolato,
benché a lunga scadenza, e soprattutto di disporre di personale quali-
ficato che dimostrava di essere in grado di portarlo avanti con compe-
tenza e caparbietà, ha fatto si che la Rete ci accordasse fiducia
contribuendo a fornirci gli strumenti per cominciare il nostro lavoro.

Certamente locali ben allestiti, cataloghi aggiornati servizi efficienti non


bastano per fare una biblioteca e rimangono cosa morta in mancanza
degli utenti. La biblioteca aveva bisogno di trovare il proprio pubblico.

IL LAVORO DEL TERRITORIO.


Le biblioteche ecclesiastiche. Parte seconda | 77
ELENA SCARAVELLA
Le porte del seminario erano rimaste chiuse per lungo tempo e molti
massesi non erano neppure a conoscenza della sua esistenza. Molte
energie sono state spese durante i primi anni di attività, anche grazie al
caparbio appoggio del Vescovo mons. Binini, per l’organizzazione di
eventi ed iniziative che facessero conoscere la biblioteca. Corsi, confe-
renze, presentazioni di libri, concerti realizzati in collaborazione con gli
altri uffici di curia e con istituzioni diverse, rivolti ad un pubblico diversi-
ficato, dagli studenti ai pensionati, dagli insegnanti ai portatori di han-
dicap, ha fatto si che si instaurasse un dialogo con quelli che sarebbero
poi divenuti gli abituali frequentatori dei nostri spazi.
Un percorso faticoso, pieno di ostacoli da superare, non ultime le re-
ticenze provenienti dall’interno in relazione al nuovo modo di vivere gli
ambienti del seminario, che ha visto la biblioteca prendere forma, de-
finendo la sua identità all’interno del tessuto cittadino.

Le cose da fare sono ancora molte e man mano che il lavoro va avanti
le esigenze sono sempre diverse. La biblioteca ha aderito a partire dal
2009 al progetto CEI-Bib, che ci ha permesso, con l’ingresso in SBN,
di gestire più facilmente la catalogazione, in particolare quella dei fondi
antichi. Con la Rete provinciale continuiamo a condividere tutte le at-
tività legate alla promozione e alla gestione dei servizi al pubblico ma
da qualche tempo ci risulta difficile ottenere contributi concreti da que-
sta collaborazione. I progetti di rete tengono giustamente in maggiore
considerazione le esigenze delle biblioteche pubbliche, in particolare
di quelle civiche, che in questo momento hanno obiettivi e bisogni di-
versi rispetto ai nostri.
È giunta assai gradita quindi l’iniziativa della Conferenza Episcopale
Toscana che, grazie all’impegno di mons. Giusti, ha cercato di trovare
un canale di comunicazione diretto con la Regione Toscana che per-
metta alle biblioteche ecclesiastiche di accedere a finanziamenti che

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UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
rispondano in maniera più mirata alle loro esigenze. Quest’anno, at-
traverso questo canale, è stato possibile ottenere contributi finanziari
da destinare al restauro. Si tratta di un capitolo estremamente impor-
tante nel contesto delle nostre attività che negli ultimi anni non era
stata inserito nei progetti della rete della nostra provincia per lasciare
spazio ad altre priorità. È auspicabile che questa collaborazione fra le
biblioteche ecclesiastiche toscane e la Regione continui nel tempo
offrendo nuove opportunità di crescita.

È difficile riassumere in poco tempo dieci anni di lavoro ma ciò che


spero sia emerso dal mio breve resoconto è che la gestione del pa-
trimonio culturale costituisce per le diocesi un impegno estremamente
gravoso al quale sarebbe difficile far fronte senza il sostegno di con-
tributi provenienti dall’esterno, primo fra tutti quello della CEI. Quello
in cui abbiamo sempre creduto però è che questo non ci autorizzasse
a delegare ad altri la gestione dei nostri beni ma costituisse uno sti-
molo a darsi da fare. Solo conoscendo a fondo quali fossero le nostre
necessità ed avendo chiari gli obiettivi da raggiungere, è stato possi-
bile nel corso del tempo cogliere le opportunità che man mano si pre-
sentavano, traendo da queste il maggior vantaggio possibile. Proprio
perché la collaborazione auspicata dall’Intesa si è concretizzate fino
ad ora in interventi molto sporadici, lo sforzo più grande è stato quello
di dare continuità al nostro lavoro.

IL LAVORO DEL TERRITORIO.


Le biblioteche ecclesiastiche. Parte seconda | 79
ELENA SCARAVELLA
LAVORI IN CORSO
Prospettive di archivi e biblioteche
ecclesiastiche dopo l’Intesa

Paul Gabriele Weston


Referente scientifico progetti archivi e biblioteche CEI

Una premessa s’impone. Conferire ad un intervento di circa


trenta minuti l’articolazione richiesta da un tema stimolante
e complesso come quello a cui fa riferimento il titolo che è
stato assegnato al mio contributo, ossia “Prospettive di ar-
chivi e biblioteche ecclesiastiche dopo l’Intesa”, è un com-
pito che va ben oltre le mie capacità. Al tempo stesso
ritengo che le testimonianze di coloro che parleranno que-
sto pomeriggio, tanto sul versante civile che su quello ec-
clesiastico, potranno fornire un quadro di problematiche e
di iniziative assai più interessante, e lasciatemi dire anche
convincente, in quanto faranno riferimento ad esperienze
concrete, più che a mere dichiarazioni programmatiche.
Vorrei pertanto limitarmi ad avanzare qualche osserva-
zione e concentrarmi in particolare su alcuni punti che

| 81
possono essere considerati i principi a cui si sono ispirati gli interventi
sinora messi in atto e che dovranno continuare a segnare il percorso
per gli anni a venire.

Il presupposto ineludibile perché possa compiutamente realizzarsi l’In-


tesa è che tutti abbiano la consapevolezza e l’orgoglio di essere parte
di un medesima Paese. Le vicende del passato hanno prodotto la di-
spersione dei patrimoni culturali e documentari, non soltanto tra le varie
aree territoriali, ma anche, ed è ciò che qui interessa, tra istituzioni civili
ed istituzioni ecclesiastiche. Èperciò quasi la norma che nel ricostruire
un fondo librario o nello studio della storia attraverso le fonti ci si debba
rivolgere contemporaneamente ad una biblioteca civica come ad una
ecclesiastica, all’archivio di stato come a quello diocesano.

Mi sia consentito a questo proposito richiamare quanto ebbi modo di


dire in occasione della presentazione del progetto per le biblioteche
il 14 settembre 2006 riguardo alla partecipazione delle biblioteche ec-
clesiastiche al Servizio Bibliotecario Nazionale vuoi nell’ambito dei poli
territoriali di appartenenza, vuoi attraverso il canale creato con l’alle-
stimento del Polo delle Biblioteche Ecclesiastiche: “prima ancora che
un’opportunità biblioteconomica l’adesione ad SBN è un dovere etico”.

In occasione del 150 anniversario dell’Unità d’Italia il concetto ha tro-


vato ben più elevata espressione in un passo del discorso del Presi-
dente della Repubblica Giorgio Napolitano alla Seduta comune del
Parlamento in occasione dell’apertura delle celebrazioni :

“Un fine, e un traguardo, perseguiti e pienamente garantiti


dalla Costituzione repubblicana e proiettatisi sempre di più
in un rapporto altamente costruttivo e in una “collabora-

82 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
zione per la promozione dell’uomo e il bene del paese” –
anche attraverso il riconoscimento del ruolo sociale e pub-
blico della Chiesa cattolica e, insieme, nella garanzia del
pluralismo religioso. Questo rapporto si manifesta oggi
come uno dei punti di forza su cui possiamo far leva per il
consolidamento della coesione e unità nazionale”.

Benedetto XVI, nel messaggio rivolto al Presidente Napolitano (17


marzo 2011), è ritornato sul concetto, mettendo in evidenza la comple-
mentarietà dell’azione e la necessità di un comune impegno a dare e
ricevere vicendevolmente:

“due principi supremi … sono chiamati a presiedere alle


relazioni fra Chiesa e comunità politica: quello della distin-
zione di ambiti e quello della collaborazione. Una collabo-
razione motivata dal fatto che, come ha insegnato il
Concilio Vaticano Il, entrambe, cioè la Chiesa e la comunità
politica, “anche se a titolo diverso, sono a servizio della vo-
cazione personale e sociale delle stesse persone umane”
(Cost. Gaudium et spes, 76). … La “promozione dell’uomo
e del bene del Paese”, nel rispetto della reciproca indipen-
denza e sovranità, costituisce il principio ispiratore ed orien-
tante del Concordato in vigore (art. 1). La Chiesa è
consapevole non solo del contributo che essa offre alla so-
cietà civile per il bene comune, ma anche di ciò che riceve
dalla società civile, come afferma il Concilio Vaticano II:
“chiunque promuove la comunità umana nel campo della
famiglia, della cultura, della vita economica e sociale, come
pure della politica, sia nazionale che internazionale, porta
anche un non piccolo aiuto, secondo la volontà di Dio, alla

LAVORI IN CORSO
Prospettive di archivi e biblioteche ecclesiastiche dopo l’Intesa | 83
PAUL GABRIELE WESTON
comunità ecclesiale, nelle cose in cui essa dipende da fat-
tori esterni” (Cost. Gaudium et spes, 44)”.

Riflettere su come possa oggi essere creativamente rivissuto lo sto-


rico nesso tra identità italiana e identità cattolica, appartenenza civile
ed appartenenza ecclesiale, nella vita della nazione e nelle comunità
locali a livello regionale e prima ancora comunale, appare di grande
importanza e coinvolge questioni che vanno ben al di là dello specifico
di questa manifestazione. È certo, tuttavia, che una tematica così de-
terminante e così delicata non possa esaurirsi in alcune circostanze
speciali, quali i messaggi del Santo Padre o gli autorevoli interventi
delle più alte personalità della politica, né dovrebbe essere confinata
nel dibattito tra studiosi e specialisti della ricerca storica, politica o so-
ciologica, ma necessita del coinvolgimento quotidiano degli operatori,
di tutti gli operatori, perché in fondo porsi la questione del nesso tra
identità civile ed identità ecclesiale significa oggi interrogarsi sul
senso e sulle modalità attuali di una presenza responsabile, intelli-
gente e feconda dei cittadini nella vita di questa nazione.

Per questa ragione, ho la speranza che tutti i soggetti coinvolti nei pro-
getti sui beni culturali, a partire dagli archivi e dalle biblioteche, accol-
gano queste esortazioni, superando quei condizionamenti e quegli
equivoci che spesso, nel passato, hanno determinato approcci difficol-
tosi, e rendano realmente integrati i patrimoni, le competenze e i servizi,
nella prospettiva di realizzare un sistema culturale del Paese che mostri
con orgoglio al mondo il frutto dell’ingegno nella cultura, nell’arte e nel
pensiero, nella dinamica incessante della storia, tenendo presente,
nell’ottica del terzo millennio e nell’era del web che “Only those who
show themselves will be seen”, come argutamente recitava il titolo del-
l’ATHENA International Conference tenutasi a Roma il 28 Aprile 2011.

84 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
Archivio Storico
Diocesano
– Molfetta

È stata evocata molte volte, questa mattina, la parola “cooperazione”, ter-


mine fortemente entrato nel vocabolario dei bibliotecari italiani a partire
dagli anni Ottanta. Allora, per ovvie ragioni legate allo stato delle tecno-
logie, la cooperazione veniva per lo più identificata nell’accettazione da
parte di tutti i soggetti di uno specifico software proprietario. Quelle
stesse tecnologie non sono oggi così determinanti, in quanto cardini
della cooperazione sono l’applicazione di standard, la correttezza delle
procedure, la condivisione degli archivi di dati, e, direi, in primo luogo, la
ricerca della qualità. La cooperazione determina uno stile di lavoro che
è fondamentale per raggiungere gli obiettivi prefissati. Chiunque usi
schemi di classificazione, vocabolari controllati, regole di catalogazione
o di inventariazione aggiornate si imbatte in problemi che si risolvono
solamente se si crea una comunità di operatori che elabora insieme la

LAVORI IN CORSO
Prospettive di archivi e biblioteche ecclesiastiche dopo l’Intesa | 85
PAUL GABRIELE WESTON
politica da seguire. La costituzione di comitati tecnici, che si riuniscono
periodicamente e trovano insieme le soluzioni, analizzando le esperienze
e migliorando ove possibile le procedure, è funzionale al mantenimento
di servizi di qualità anche perché consente al singolo di collocare il pro-
prio operato nella prospettiva di un progetto comune. Ciascuno ha così
modo di accorgersi che il proprio lavoro, le proprie scelte, l’attività dell’i-
stituzione di appartenenza non hanno valore e producono conseguenze
soltanto localmente, ma finiscono per determinare il successo o l’insuc-
cesso di una comunità reticolare, in cui ogni nodo rappresenta un ganglio
vitale.

Ciò implica necessariamente una professionalità elevata da parte dei bi-


bliotecari e degli archivisti, a partire da una adeguata consapevolezza
dei materiali documentari che si vanno a trattare, dell’organizzazione che
l’istituzione si è data nel tempo per l’assolvimento dei propri compiti, dei
criteri e dei linguaggi utilizzati per descrivere e documentare il patrimonio
fisico e le conoscenze che attraverso di esso vengono trasmesse. La
prospettiva del fai da te, pensato quasi esclusivamente nell’ottica di un
servizio interno alla propria struttura e fondato sulla disponibilità ammi-
revolmente generosa e non di rado ingenuamente entusiasta di volontari
che dedicano solo una parte della propria giornata a tale attività e sul-
l’apporto, anch’esso non sempre adeguato, degli obiettori, con l’affida-
mento della catalogazione dei materiali più antichi a personale esterno
qualificato, ma comunque occasionale, mal si concilia con l’esigenza di
assicurare un servizio di qualità ad una collettività ampia e variegata. L’a-
desione a progetti condivisi, in particolare la scelta di riversare i propri
dati all’interno di archivi elettronici a valenza nazionale e, auspicabilmente,
anche internazionale, richiede un progressivo processo di maturazione
che ci porti a valutare in modo diverso le nostre biblioteche e i nostri ar-
chivi, nonché i servizi che essi possono offrire alla comunità. La visibilità

86 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
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esterna che ne deriva comporta nel tempo un aumento ed una diversi-
ficazione dell’utenza, non soltanto di quella in presenza, ma soprattutto
di quella che a distanza richiede informazioni, sollecita prestiti interbi-
bliotecari, effettua ricerche sui documenti spinta da ragioni di studio o
anche semplicemente per conoscere di più la storia del proprio territorio
o della propria famiglia. Accogliere queste richieste e rispondere pron-
tamente e correttamente rientra senz’altro nei compiti della biblioteca e
dell’archivio e nel caso delle istituzioni ecclesiastiche ciò contribuisce ad
arricchire di contenuti la loro dimensione pastorale.

È di questi giorni, sollecitato da una serie di articoli apparsi sulla stampa


e dalle notizie di sensibili contrazioni nei bilanci in Paesi in cui la tradi-
zione bibliotecaria ha un radicamento sociale maggiore di quello di cui
godono nel nostro, una riflessione sull’importanza delle biblioteche
come luogo di socialità e di presidio della democrazia e sull’opportunità
di trasferire nello spazio del web quelle competenze di specialisti del-
l’informazione bibliografica che gli operatori hanno fino ad oggi eserci-
tato prevalentemente all’interno del proprio ambiente fisico. L’ampiezza
dell’universo documentale popolato di contenuti non sempre di qualità
richiede l’intervento di intermediari umani che provvedano a coadiuvare
il navigatore di internet nell’individuazione delle fonti di qualità e nel po-
polamento della rete con riferimenti culturali adeguati.

È in particolare ai più giovani che dovrebbe essere dedicata l’attenzione


maggiore, alla loro sensibilità e ai nuovi modi di comunicare e di so-
cializzare, affinché la rete non sia vista come il surrogato tecnologico
dei rapporti umani, ma una meravigliosa opportunità di conoscere il
mondo, gli altri, e per ricostruire anche attraverso il contatto con i testi
e i documenti, quelle conoscenze, quelle idee, quel gusto da cui sca-
turisce la storia delle persone. Nel progettare i sistemi di ricerca e le

LAVORI IN CORSO
Prospettive di archivi e biblioteche ecclesiastiche dopo l’Intesa | 87
PAUL GABRIELE WESTON
interfacce per il pubblico tutte queste esigenze hanno il proprio spazio.
Ci si sta impegnando per differenziare l’accesso ai dati rispetto all’ap-
proccio sin qui più tradizionale, adoperandosi nel chiarire il più possibile
l’organizzazione e i compiti delle strutture ecclesiastiche, nell’illustrare
il significato dei termini tecnici delle discipline religiose e di quelli del-
l’archivistica e della biblioteconomia, nell’individuare i percorsi più cor-
retti per il reperimento delle informazioni che più di frequente vengono
ricercate dagli utenti, attenti al tempo stesso a preservare il contesto
di riferimento dei documenti, per evitare da un lato il rischio della ba-
nalizzazione e dall’altro quello della musealizzazione.

Nel corso della giornata si è parlato e si parlerà ancora di interoperabi-


lità, che non è soltanto conseguenza dell’adozione di specifici dispositivi
e quindi fenomeno circoscritto alle tecnologie, ma investe tutti i soggetti
che svolgono una funzione di servizio documentario rivolto al cittadino:
biblioteche, archivi e musei. In ambito internazionale è un valore acqui-
sito in molti settori, a maggior ragione da quando gli istituti culturali coo-
perano nella realizzazione delle biblioteche digitali. Il problema della
forma autorizzata di un nome o l’individuazione di un toponimo, ad
esempio, si pone tanto per il bibliotecario quanto per l’archivista e per
l’operatore di museo. Da qui l’importanza di un approccio trasversale a
questioni di questa natura che porti alla realizzazione di dispositivi di
controllo che assistano tanto chi sta immettendo dati nel sistema infor-
mativo e chi del medesimo faccia uso in funzione del soddisfacimento
di un bisogno informazionale, contribuendo al tempo stesso a garantire
(per quanto possibile) quell’uniformità degli archivi elettronici che è tra
le principali condizioni di qualità del servizio.

Ragionando nei termini del web è perfettamente comprensibile l’im-


portanza di conformarsi agli standard descrittivi, in particolare per tutti

88 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
quegli elementi che costituiscono un punto di accesso nominale o se-
mantico alle notizie, e anzi di collaborare attivamente nelle occasioni
in cui tali standard vengano definiti, aggiornati o verificati, proprio per-
ché se dalla ricchezza e dalla varietà terminologica delle altre istituzioni
facciamo tesoro, a nostra volta possiamo contribuire a far crescere il
patrimonio di conoscenze altrui con le nostre specifiche competenze
disciplinari. Ritengo che alla luce della dispersione delle raccolte li-
brarie e documentarie cui si faceva riferimento prima, questa integra-
zione vicendevole di competenze sia un servizio prezioso (e doveroso)
verso i cittadini e gli utenti in genere.

Il continuo riferimento ai sistemi nazionali bibliotecario ed archivistico


non deve far passare in secondo piano l’importanza della dimensione lo-
cale degli archivi e delle biblioteche ecclesiastiche. A Pavia, la città in cui
lavoro, la biblioteca diocesana è parte della rete bibliotecaria cittadina,
imperniata sul sistema di ateneo al quale afferiscono anche la biblioteca
civica, l’universitaria, i collegi universitari, alcune scuole, una parte delle
biblioteche territoriali della provincia. Con la propria partecipazione la bi-
blioteca diocesana arricchisce l’offerta bibliografica a disposizione di stu-
denti e ricercatori, specie in considerazione dei suoi fondi storici. In altri
contesti la biblioteca diocesana, sempre in coordinamento con le realtà
del territorio, intercetta altre fasce di utenza, talvolta, uno potrebbe pen-
sare, inconsuete per quella tipologia di biblioteca. Penso al caso della
biblioteca di Trapani, ma non è l’unica, che si è dotata, con il coinvolgi-
mento delle famiglie e dei volontari, di un ampio corredo di libri e di giochi
per i lettori più piccoli ed ha messo i propri spazi a disposizione delle fa-
miglie. Molti e variegati sarebbero gli esempi, ma il tempo è tiranno. In
precedenti occasioni ho osservato che la realizzazione di un sistema
delle biblioteche e degli archivi ecclesiastici deve prescindere dall’ado-
zione di un unico software. Lo ribadisco oggi e con il massimo convinci-

LAVORI IN CORSO
Prospettive di archivi e biblioteche ecclesiastiche dopo l’Intesa | 89
PAUL GABRIELE WESTON
mento. Le tecnologie attuali consentono la realizzazione di sistemi infor-
mativi ad assetto variabile e la localizzazione dei dati all’interno di più
contenitori, eventualmente anche diversi per struttura e servizi erogati.
Quello che conta è il rispetto degli standard, l’esistenza dei protocolli e
la volontà delle istituzioni coinvolte. Perciò, nel momento in cui predispo-
niamo le strutture, gli archivi elettronici e i portali dei servizi, facciamo
ogni sforzo per consentire a ciascuna biblioteca e a ciascun archivio di
continuare a far parte o, se così non è già, di integrarsi pienamente con
le altre realtà culturali del territorio. Ovviamente ci aspettiamo che tale
disponibilità sia reciproca, sia a livello nazionale che locale.

Mi avvio alla conclusione.


A volte progetti, attività anche belle e significative, per le quali delle per-
sone hanno dedicato gran parte della propria vita, rischiano di naufra-
gare o di non essere più adeguatamente considerate perché ritenute
iniziative del singolo o non più corrispondenti alle nuove priorità. La par-
tecipazione ad SBN e al SAN comporta degli impegni che vanno sot-
toscritti e rispettati da ambo le parti, si firma una convenzione che
vincola gli enti coinvolti. Entrare in queste reti dovrebbe essere anche
un modo per garantire un futuro al lavoro che è stato e che verrà svolto.
L’adesione ai due sistemi comporta la necessità di un lavoro impegna-
tivo di revisione delle notizie pregresse, una impresa che richiede tempo
e risorse. Occorre dare a questo lavoro di revisione un senso positivo:
è un passo necessario per qualificare ancora più il nostro archivio e la
nostra biblioteca, per dare il nostro contributo alla preservazione e alla
divulgazione delle conoscenze racchiuse nei libri e nei documenti.

Anche se il cammino che abbiamo intrapreso è faticoso, sarebbe pe-


ricoloso pensare che per renderlo più agevole sia opportuno prendere
delle scorciatoie e saltare le tappe intermedie. Per aspera ad astra.

90 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
Biblioteca diocesana
Giovanni Biagio
Amico
– Erice (Trapani)

Ogni scelta che riduca le complessità facendo finta che non esistano
o che anteponga l’interesse, le consuetudini, le personalizzazioni del
singolo alla realizzazione di un bene comune finisce per minare prima
o poi la stabilità del progetto e a compromettere la sostenibilità delle
iniziative volte a dargli sostanza. Occorre, di conseguenza, che tutti
coloro che nelle realtà ecclesiali si occupano dei vari settori siano cor-
rettamente sensibilizzati e costantemente informati di quanto si sta
facendo e che abbiano chiara consapevolezza del patrimonio che
hanno e del servizio che rendono alla collettività.

Buon lavoro a tutti, dunque, e in quanto biblioteconomo, cittadino e


cristiano lasciatemi dire, sia pur molto indegnamente: “I have a
dream…”

LAVORI IN CORSO
Prospettive di archivi e biblioteche ecclesiastiche dopo l’Intesa | 91
PAUL GABRIELE WESTON
LAVORI IN CORSO
L’attività della Commissione nazionale
per l’elaborazione del Codice
normativo per i soggetti produttori
d’archivio

Euride Fregni
Direttore dell’Archivio di Stato di Modena

Lo standard presentato nelle Norme italiane per l’elabo-


razione dei record di autorità archivistici di enti, persone,
famiglie – NIERA EPF 1, di prossima pubblicazione, già
richiesto ed auspicato da ISAAR (CPF)2 e ad esso as-
sociato, è nato dall’attività congiunta della Direzione ge-
nerale per gli archivi3 del Ministero per i beni e le attività
culturali4, delle regioni, delle province autonome di Trento
e Bolzano, delle province e dei comuni, collaborazione
prevista dalla normativa in vigore in materia di beni cul-
turali5 e sancita dagli accordi del 27 marzo 20036 e del
25 marzo 20107, stipulati nell’ambito della Conferenza
permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni, le pro-
vince autonome di Trento e Bolzano, l’Associazione na-
zionale comuni italiani8 e l’Unione delle province d’Italia9.

| 93
Ha partecipato all’elaborazione dello standard nazionale archivistico
anche l’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici10, collabora-
zione questa cui fa da cornice l’Intesa del 18 aprile 2000 intercorsa tra
il MIBAC e la Commissione episcopale italiana11, di cui stiamo cele-
brando il decennale, che ha previsto, tra l’altro, l’adozione, nell’ambito
dei programmi di inventariazione degli archivi, “di criteri e modelli co-
muni che consentano l’interscambio delle informazioni”12.

La redazione delle NIERA è stata affidata alla Commissione nazionale


per l’elaborazione del Codice normativo per i soggetti produttori d’ar-
chivio13., istituita dalla DGA con decreto del 7 aprile 2010.
La Commissione, da me coordinata, è costituita da 14 membri che
sono stati nominati nell’ambito del personale del MIBAC, in particolare
della stessa DGA, dell’Istituto centrale per gli archivi14, dell’Archivio
Centrale dello Stato, degli Archivi di Stato di Bologna e Cagliari e della
Soprintendenza archivistica per l’Umbria; nell’ambito delle regioni, in
particolare Emilia Romagna, Lombardia, Umbria, Veneto, Piemonte,
della Provincia autonoma di Trento e di enti privati, in particolare il
Consorzio BAICR Sistema Cultura con sede a Roma15.
La Commissione si è avvalsa anche del supporto e del contributo di
esperti nel campo dell’elaborazione ed applicazione degli standard
descrittivi archivistici internazionali e della descrizione archivistica in
generale. Si tratta della prof. Paola Carucci, dei dirigenti dell’ammini-
strazione archivistica Paolo Franzese, Maurizio Savoja e Stefano Vitali,
del prof. Paul Weston.
Il prof. Weston ha partecipato alle attività proprio in qualità di referente
dei gruppi di lavoro e studio scientifici dell’UNBCE, con funzione di rac-
cordo tra questi gruppi e la Commissione stessa. A partire dal maggio
2010, inoltre, ha delegato Maria Teresa Rizzo a prendere parte in modo
sistematico alle riunioni della Commissione, contribuendo così alla discus-

94 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
sione ed elaborazione di tutte le questioni e problematiche affrontate.
L’attività dell’UNBCE si è inoltre espressa nella redazione di due specifi-
che appendici presenti nelle NIERA relative agli Ordini religiosi della
Chiesa cattolica e alle Principali figure e titoli nella Chiesa cattolica.

Le riunioni plenarie della Commissione si sono tenute a Bologna,


presso l’Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione
Emilia-Romagna16. Alcuni membri della Commissione si sono riuniti,
inoltre, in gruppi di lavoro ristretti, sempre a Bologna, ma anche a
Roma, presso la DGA e presso l’ICAR. Le riunioni plenarie si sono
svolte mensilmente, a partire dall’aprile 2010 e, nella fase finale dei la-
vori, con cadenza quindicinale; i verbali delle sedute, che sintetizzano
le elaborazioni e le discussioni collettive, sono in corso di pubblica-
zione nel sito della DGA. Intenso è stato anche lo scambio di mail tra
i componenti della Commissione e numerose le sedute telefoniche.

Le NIERA sono state elaborate e redatte in un clima di aperto e in-


tenso confronto tra i membri della Commissione.
Era inizialmente previsto che i progressivi risultati raggiunti nel corso
dei lavori fossero contestualmente sperimentati dalle redazioni locali
del SAN, dai gruppi CEI-Ar e dalla comunità archivistica italiana in
tutte le sue articolazioni. Nel corso dell’attività ci si è però resi conto
che le verifiche parziali non avrebbero prodotto i risultati auspicati e
si è, pertanto, deciso di concludere il lavoro della Commissione, giun-
gendo alla redazione di una prima versione completa delle NIERA,
che vede ora la luce, per poi procedere alle dovute e necessarie veri-
fiche ed all’apertura di una fase di dibattito locale e nazionale che
coinvolga il maggior numero possibile di soggetti e di strutture.
Le NIERA, del resto, non intervengono sulla metodologia di lavoro
dell’archivista italiano, ma costituiscono una proposta di convenzione,

LAVORI IN CORSO
L’attività della Commissione nazionale per l’elaborazione del Codice normativo per i soggetti produttori d’archivio | 95
EURIDE FREGNI
soprattutto per la scelta delle denominazioni e delle intestazioni di au-
torità, al fine di redigere liste di autorità nazionali con criteri da tutti
condivisi ed accettati.

All’avvio delle attività della Commissione sono stati in primo luogo as-
sunti i risultati della precedente Sottocommissione tecnica per l’ela-
borazione delle liste di autorità dei soggetti produttori e dei soggetti
conservatori degli archivi presenti all’interno del Sistema Archivistico
Nazionale17 che nel maggio 2009 aveva redatto, al termine dei suoi
lavori, il Tracciato descrittivo dei record di autorità dei soggetti produt-
tori dei complessi archivistici, poi utilizzato nell’ambito del SAN.
I contenuti delle NIERA sono stati poi elaborati a partire da ISAAR,
ma facendo riferimento anche a norme, convenzioni e standard na-
zionali ed internazionali. Sono stati utilizzati, in particolare:
– ISAD (G), norme del CIA per la descrizione dei complessi archivi-
stici18;
– EAC (CPF), standard descrittivo per gli enti, le persone e le famiglie,
messo a punto dal relativo gruppo di lavoro ed edito dalla Society
of American Archivists19, formato di comunicazione sviluppato sotto
forma di Document Type Definitions (DTDs) in XML (Extensible
Markup Language) e in SGML (Standard Generalized MarkupLan-
guage)20
– FRAD, requisiti funzionali per i dati di autorità redatti dall’Internatio-
nal Federation of Library Associations - IFLA21;
– REICAT, Regole italiane di catalogazione redatte dall’Istituto centrale
per il catalogo unico - ICCU22;
– standard ISO relativi ai formati delle date (ISO 8601:200423), ai codici
dei nomi dei luoghi (ISO 316624), ai codici dei nomi delle lingue (ISO
639-325), ai codici dei nomi delle scritture (ISO 1592426), ai codici
delle istituzioni (ISO 1551127).

96 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
– norme della Sottodirezione generale degli archivi statali del Mini-
stero della cultura spagnolo per l’elaborazione di punti di accesso
normalizzati di enti, persone, famiglie, luoghi e materie nella descri-
zione archivistica28;
– ISDIAH-International Standard for Describing. Institutions with Ar-
chival Holdings, lo standard internazionale per la descrizione degli
istituti conservatori di archivi29.
Sono stati utilizzati inoltre:
– Ontologie archivistiche, definizioni ontologiche di concetti archivistici
elaborate nell’ambito del progetto di analisi e descrizione ontologica
dei sistemi archivistici nazionali della DGA30;
– ACOLIT, liste di autorità di autori cattolici ed opere liturgiche31;
– HISCO, History of Work Information System, sistema di classifica-
zione delle attività umane storiche ed attuali32.

Come fonte di riflessione e studio sono state usate, invece, le descri-


zioni presenti nei sistemi informativi archivistici italiani, in quelli nazio-
nali come il SIUSA, il SIAS, la Guida generale degli Archivi di Stato
italiani e Archivi del Novecento, in quelli locali come la sezione Archivi
storici di Lombardia beni culturali, IBC Beni archivistici della Regione
Emilia-Romagna e in quelli tematici come Ecclesiae Venetae.
Da questi sistemi sono stati tratti molti degli esempi utilizzati a sup-
porto delle regole contenute nelle NIERA.

Il decreto di istituzione aveva affidato alla Commissione il compito di:


– redigere un codice contenente la normativa nazionale per la descri-
zione dei soggetti produttori di documenti archivistici, con particolare
riferimento alla definizione di regole per la compilazione delle inte-
stazioni di autorità di tali soggetti e per le loro relazioni e di regole
per la normalizzazione delle denominazioni;

LAVORI IN CORSO
L’attività della Commissione nazionale per l’elaborazione del Codice normativo per i soggetti produttori d’archivio | 97
EURIDE FREGNI
– predisporre una guida per la compilazione del record di autorità del
Portale Archivistico Nazionale – PAN, il cui tracciato era stato pre-
cedentemente definito dalla già citata Sottocommissione tecnica
per l’elaborazione delle liste di autorità dei soggetti produttori e dei
soggetti conservatori degli archivi presenti all’interno del Sistema
Archivistico Nazionale..

Il primo e più significativo risultato della Commissione nell’elaborare le


NIERA è stato quello di rendersi conto che esse sono valide per la de-
scrizione dell’ente, della persona e della famiglia, indipendentemente
dalla funzione che tali entità assumono come produttori di documenta-
zione. L’ente, la persona, la famiglia sono, infatti, entità che possono svol-
gere molteplici funzioni in rapporto alla documentazione, qualificate e
descritte in particolare nella parte relazionale del record di autorità, lad-
dove si stabilisce il legame tra l’entità descritta e il complesso archivistico,
altre entità e altro tipo di risorse ad essa collegate. Tra le tante funzioni
dell’entità emerge quella di produttore, ma anche quella di conservatore
della documentazione, che, tanto quanto il produttore, può essere de-
scritta utilizzando le regole messe a punto nelle NIERA, con la semplice
aggiunta di dati di natura anagrafica del conservatore stesso. E nume-
rose altre possono essere le funzioni che ci portano alla redazione di un
record di autorità di una entità, record che può essere elaborato e com-
pilato in presenza di almeno una denominazione certa dell’entità stessa
e di una data che la collochi in una dimensione temporale.

Molti sono stati i temi discussi durante i lavori della Commissione, al-
cuni anche ripetutamente, e in merito ad ognuno di essi sono state
fatte delle scelte, talvolta condivise dall’intera Commissione, talvolta
accettate anche da chi non ne fosse completamente convinto, come
testimoniano gli stessi verbali delle riunioni.

98 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
Il confronto è stato spesso vivace, in particolare, ma non solo, tra compo-
nenti di formazione archivistica e bibliotecaria. Si cita, a solo titolo di esem-
pio, la problematica relativa alla scelta tra una o più intestazioni di autorità,
che ha messo a confronto le peculiarità della descrizione archivistica con
l’impostazione, più consolidata e praticata nella tradizione bibliotecaria, di
una sola forma autorizzata del nome. Problematica, questa, presente
anche nel dibattito internazionale e richiamata da ISAAR, laddove sono
messi a confronto i record di autorità archivistici con quelli bibliografici e
sono esplicitate le caratteristiche peculiari dei primi, e laddove viene de-
mandata a norme nazionali la scelta tra una o più intestazioni di autorità.
La scelta della Commissione è stata quella di più intestazioni di autorità –
e questo costituisce un altro importante risultato raggiunto – intesa come
presenza, all’interno dello stesso record di autorità, di più forme autorizzate
della denominazione, laddove queste esistano e siano documentate dalle
fonti e come presenza, comunque, all’interno sempre dello stesso record
di autorità, di altre denominazioni, sempre laddove esistano, per le varianti
(linguistiche, grammaticali, sintattiche, etc.) delle forme autorizzate.

Passando ora brevemente ad illustrare le NIERA nelle loro caratteri-


stiche peculiari, mi preme innanzitutto ribadire quali siano le finalità
che ad esse ha voluto attribuire la Commissione che le ha elaborate,
proponendole alla comunità archivistica italiana.
Le NIERA sono state redatte con l’obiettivo di:
– individuare gli elementi che servono ad identificare in modo univoco
e a descrivere nel record di autorità le entità ente, persona, famiglia;
– stabilire quali tra gli elementi del record di autorità possono costi-
tuire chiavi di accesso;
– fornire le regole per la standardizzazione degli elementi strutturati
del record di autorità, in modo che essi costituiscano chiavi di ac-
cesso normalizzate;

LAVORI IN CORSO
L’attività della Commissione nazionale per l’elaborazione del Codice normativo per i soggetti produttori d’archivio | 99
EURIDE FREGNI
– stabilire, in particolare, le regole italiane per la redazione delle inte-
stazioni di autorità delle entità ente, persona, famiglia, al fine di ot-
tenere liste di autorità normalizzate, condivise e significative;
– stabilire la natura e descrivere le relazioni che intercorrono tra le
entità, ente, persona, famiglia e la documentazione, tra le entità e le
altre entità, tra le entità e risorse di altro tipo;
– predisporre vocabolari controllati e convenzioni da usarsi nell’elabo-
razione e nella scelta del contenuto degli elementi normalizzati del
record di autorità facendo proprie, per stilare ed aggiornare tali dizio-
nari, gran parte delle norme ISO già individuate da ISAAR33 ed altre
norme specificamente segnalate nelle parti delle NIERA in cui ne
viene fatto uso;
– rendere possibile l’applicazione delle NIERA in tutti i contesti, infor-
mativi e non, ed in particolare nel SAN;
– rendere possibile lo scambio tra istituzioni, sistemi e/o reti delle de-
scrizioni presenti nel record di autorità. L’applicazione dello standard
previsto dalle NIERA nella redazione di record di autorità archivistici
non è, però, condizione sufficiente per favorire lo scambio di infor-
mazioni di autorità relative agli archivi. Per raggiungere tale obiettivo
è necessario adottare, nell’ambito dei sistemi informativi archivistici,
un adeguato formato di comunicazione che, in conformità con
quanto suggerito da ISAAR34, è individuato in EAC-CPF35.
Quanto alla struttura che le NIERA hanno assunto nel corso della loro
elaborazione, la si può sintetizzare nella forma assunta nella pubbli-
cazione36.
In esse troverete:
– una Premessa, nella quale sono presentati il mandato della Com-
missione e la metodologia di lavoro da essa adottata, cioè una ste-
sura più completa e dettagliata di quanto ho cercato di illustrarvi
nella prima parte della mia comunicazione odierna;

100 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
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– una Parte generale, nella quale sono presentati l’ambito di applica-
zione e finalità delle NIERA, gli standard e linee guida ad esse cor-
relati, il glossario, la struttura delle stesse;
– l’illustrazione degli elementi che costituiscono il Record di autorità
delle entità ente, persona, famiglia;
– una riflessione sul Soggetto produttore di documentazione d’archivio;
– alcuni Allegati ed Appendici.

Mi preme soffermarmi, in particolare, sulla parte relativa al record di au-


torità e alle appendici ad essa connessi. Si tratta, infatti, del vero e pro-
prio corpo delle regole. Un tentativo di proporre alla comunità
archivistica italiana un “modo convenzionale e condiviso” di denominare
le entità, di formalizzare le date, di denominare i luoghi, di formulare le
intestazioni di autorità, di classificare le relazioni, il tutto nell’ottica di ot-
tenere una identificazione ed una descrizione certa e univoca dell’entità.

Le regole elaborate non nascono dal nulla, partono dalla tradizione ar-
chivistica italiana, fanno propria l’esperienza dei tanti sistemi dell’ammi-
nistrazione archivistica e di altri soggetti, condividendo anche scelte già
fatte da altri, come per esempio quella di ACOLIT, piuttosto che di REI-
CAT, di assumere il nome dei pontefici in italiano piuttosto che in latino.
Di nuovo hanno soltanto l’ambizione di essere state discusse, raccolte
ed organizzate in uno strumento di lavoro che possa diventare per gli
archivisti italiani quello che le RICA37 prima e le REICAT ora costitui-
scono per i bibliotecari italiani.

Per concludere, infine, un breve cenno alla parte relativa al soggetto


produttore di documentazione archivistica. In essa abbiamo voluto sof-
fermarci in una riflessione comune – e anch’essa proposta alla co-
munità archivistica italiana – che evidenzi innanzitutto quanto già è

LAVORI IN CORSO
L’attività della Commissione nazionale per l’elaborazione del Codice normativo per i soggetti produttori d’archivio | 101
EURIDE FREGNI
stato detto e sedimentato nella nostra tradizione nazionale in merito
alla descrizione del soggetto produttore, proponendo anche alcuni cri-
teri di individuazione, in particolare nel caso dell’ente e della famiglia.
Proposte e spunti di discussione che ci auguriamo possano permet-
terci al più presto, ma dopo un diffuso e critico uso delle regole messe
a punto, di tornare a riunirci per emendare ed arricchire il lavoro fin
qui svolto.

102 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
1 D’ora in poi NIERA. delle Province d’Italia e Associazione
2 Cfr. INTERNATIONAL COUNCIL ON Nazionale Comuni Italiani, pubblicato
ARCHIVES-CONSEIL INTERNATIONAL DES nell’Appendice A e consultabile al
ARCHIVES, ISAAR (CPF), Standard seguente indirizzo web:
internazionale per i record d’autorità http://www.conferenzanazionalearchi
archivistici di enti, persone, famiglie. vi.it/documenti/CNA2009_AccordoPr
Traduzione italiana di ISAAR (CPF) omozioneAttuazioneSAN.pdf (visitato
International Standard Archival il 20 giugno 2011).
Authority Records for Corporate 8 D’ora in poi ANCI.
Bodies, Persons and Families, 9 D’ora in poi UPI.
seconda edizione, 2004. D’ora in poi
10 D’ora in poi UNBCE.
ISAAR.
3 11 D’ora in poi CEI.
D’ora in poi DGA.
4 12 Cfr. Esecuzione dell’intesa fra il
D’ora in poi MIBAC.
5 Ministro per i beni e le attività culturali
Cfr. Codice dei beni culturali e del
e il presidente della Conferenza
paesaggio, ai sensi dell’articolo 10
episcopale italiana, firmata il 18 aprile
della legge 6 luglio 2002, n. 137,
2000, d.p.r. 189 del 16 maggio 2000,
decreto legislativo 22 gennaio 2004,
art. 4, c. 3 “Il Ministero e la C.E.I. si
n. 42, pubblicato nella Gazzetta
impegnano ad adottare iniziative
Ufficiale n. 45 del 24 febbraio 2004 -
idonee ad accelerare e coordinare i
Supplemento Ordinario n. 28, art. 17, c.
programmi di inventariazione,
2: “Le procedure e le modalità di
precisando luoghi, tipologie e durata
catalogazione sono stabilite con
degli interventi, a sviluppare
decreto ministeriale. A tal fine il
adeguatamente la rete informatica e
Ministero, con il concorso delle
a rispettare criteri e modelli comuni
regioni, individua e definisce
che consentano l’interscambio delle
metodologie comuni di raccolta,
informazioni”.
scambio, accesso ed elaborazione dei
13 D’ora in poi Commissione.
dati a livello nazionale e di
integrazione in rete delle banche dati 14 D’ora in poi ICAR.
dello Stato, delle regioni e degli altri
15 Sono stati nominati membri
enti pubblici territoriali”.
6
permanenti della Commissione:
Cfr. Accordo del 27 marzo 2003 in Brunella Argelli (Regione Emilia-
merito al «censimento e Romagna), Laura Bonanni (Direzione
inventariazione del patrimonio generale per gli archivi), Dimitri
archivistico» tra MIBAC, Regioni, Brunetti (Regione Piemonte), Maria
Province autonome di Trento e Pina De Simone (Archivio centrale
Bolzano, Province, Comuni e dello Stato), Carla Ferrante (Archivio
Comunità montane. di Stato di Cagliari), Stefania Franzoi
7 Cfr. Accordo per la promozione e (Provincia autonoma di Trento),
l’attuazione del Sistema Archivistico Agnese Galeffi (Regione Lombardia),
Nazionale del 25 marzo 2010 tra Ingrid Germani (Archivio di Stato di
MIBAC, Conferenza delle Regioni e Bologna), Antonella Mulè (Direzione
delle Province autonome, Unione generale per gli archivi), Leonardo

LAVORI IN CORSO
L’attività della Commissione nazionale per l’elaborazione del Codice normativo per i soggetti produttori d’archivio | 103
EURIDE FREGNI
Musci (Archivi del Novecento - BAICR Sottocommissione si sono conclusi
Sistema Cultura), Paola Panaccio con la stesura del documento
(Istituto centrale per gli archivi), “Tracciato descrittivo dei record di
Andreina Rigon (Regione del Veneto), autorità dei soggetti produttori dei
Maria Vittoria Rogari (Regione complessi archivistici”, redatto
Umbria), Rossella Santolamazza nell’aprile 2009. La Sottocommissione
(Soprintendenza archivistica per aveva il compito di: “a) definire le
l’Umbria). Sono stati nominati in caratteristiche delle liste d’autorità
qualità di esperti: Paola Carucci che dovranno servire per il controllo
(sovrintendente dell’Archivio storico della forma dei soggetti produttori e
della Presidenza della Repubblica), dei soggetti conservatori di archivi
Paolo Franzese (direttore dell’Archivio intesi come punti d’accesso alle
di Stato di Perugia), Maurizio Savoja informazioni contenute nel SAN; b)
(soprintendente archivistico per la definire e sviluppare, coordinandosi
Lombardia), Stefano Vitali con la Sottocommissione tecnica per
(soprintendente archivistico per la definizione dei metadati, i criteri per
l’Emilia Romagna), Paul Weston, l’individuazione dei soggetti produttori
referente dell’UNBCE, nell’ambito del e dei soggetti conservatori di archivi e
progetto CeiAR. Hanno inoltre gli elementi necessari per costituire le
partecipato all’attività ed alle riunioni rispettive intestazioni d’autorità; c)
della Commissione: Simona Luciani, individuare le soluzioni, anche
delegata da Leonardo Musci (in modo organizzative, più funzionali per
permanente dal 17 maggio 2010), favorire la formazione di gruppi di
Francesca Ricci (Regione Emilia- lavoro dotati delle competenze
Romagna), in sostituzione e, talvolta, necessarie per raggiungere gli
insieme a Brunella Argelli, Maria obiettivi di cui al punto precedente; d)
Teresa Rizzo, delegata da Paul definire i criteri per l’elaborazione e
Weston (in modo permanente dal 17 l’espressione delle informazioni
maggio 2010). relative agli elementi di descrizione;
16 e) elaborare i tracciati di scambio che
D’ora in poi IBC.
permettano la confluenza nel
17 La Sottocommissione è stata istituita Catalogo delle risorse archivistiche
con decreto n. 16/2009/13.01.10/2.3 delle intestazioni d’autorità presenti
del Direttore generale per gli archivi nei sistemi archivistici che saranno
in data 29 gennaio 2009. Coordinata resi interoperabili con il SAN; f)
anch’essa da Euride Fregni, era identificare le relazioni tra gli elementi
costituita da Brunella Argelli, Laura costitutivi delle intestazioni d’autorità
Bonanni, Dimitri Brunetti, Maria Pina compresi nel tracciato dei sistemi di
Di Simone, Pierluigi Feliciati, Agnese provenienza delle descrizioni e in
Galeffi, Ingrid Germani, Paolo quello del Catalogo delle risorse
Franzese, Antonella Mulè, Paola archivistiche; g) definire le linee di
Panaccio, Andreina Rigon, Diego indirizzo necessarie per garantire
Robotti, Maria Vittoria Rogari, l’interoperabilità con i sistemi esterni
Rossella Santolamazza, Maurizio e in particolare l’esportazione dei dati
Savoja, Daniela Simonini ed ha visto e l’allineamento dei contenuti e della
la partecipazione, in alcune riunioni, di struttura dei dati ai modelli
Stefano Vitali. I lavori della predisposti per il SAN”.

104 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
18 Cfr. INTERNATIONAL COUNCIL ON 2000. Questo standard internazionale
ARCHIVES-CONSEIL INTERNATIONAL DES per la rappresentazione di date ed
ARCHIVES, ISAD(G)-General orari fu pubblicato per la prima volta
International Standard Archival nel 1988 per uniformare diversi
Description, Seconda edizione, standard ISO: 2014, 2015, 2711, 3307 e
Adottata dal comitato per gli standard 4031; fu aggiornato nel 2000 e,
descrittivi, Stoccolma, Svezia, 19-22 successivamente, con la norma
settembre 1999, traduzione italiana a attuale ISO 8601:2004, pubblicata il 3
cura di S. VITALI con la collaborazione dicembre 2004.
di M. SAVOJA, Firenze 2000. 24 Cfr. ISO 3166-Codes for the
19 Cfr. Encoded Archival Context- representation of names of countries
Corporate Bodies, Persons, and and their subdivisions, Geneva,
Families, consultabile al seguente International Standards Organization,
indirizzo web: 1997. Lo standard è mantenuto dalla
http://eac.staatsbibliothek-berlin.de/ ISO 3166 Maintenance Agency. Dopo
(visitato il 20 giugno 2011). la prima pubblicazione del 1974 è
20 Cfr. INTERNATIONAL COUNCIL ON stato modificato nel corso degli anni,
ARCHIVES-CONSEIL INTERNATIONAL DES con l’emissione di varie edizioni
ARCHIVES, ISAAR (CPF)…, op. cit., par. successive. Si tratta di una codifica
Standard e linee guida correlati. geografica standardizzata divisa in tre
parti per i nomi degli stati, dei territori
21 IFLA. WORKING GROUP ON FUNCTIONAL dipendenti e delle principali
REQUIREMENTS AND NUMBERING OF suddivisioni amministrative dei paesi.
AUTHORITY RECORDS (FRANAR), Per l’Italia cfr. UNI EN ISO 3166-
Requisiti funzionali per i dati di 1:2002-Codici per la rappresentazione
autorità. Un modello concettuale, a dei nomi dei Paesi e delle loro
cura di Glenn E. PATTON, relazione suddivisioni-Codici dei Paesi, Roma,
finale, dicembre 2008, approvata dagli Ente nazionale di unificazione, 2002,
Standing Committee dell’IFLA ISO 3166-1, ISO 3166-2 e ISO 3166-
Cataloguing Section e dell’IFLA 2:IT.
Classification and Indexing Section,
25 Cfr. ISO 639-2-Codes for the
marzo 2009, Edizione italiana a cura
dell’ISTITUTO CENTRALE PER IL CATALOGO representation of names of
U NICO DELLE BIBLIOTECHE ITALIANE E languages, Alpha-3 code, Geneva,
PER LE INFORMAZIONI BIBLIOGRAFICHE, International Standards Organization,
Roma, ICCU, 2010. 1998. Lo standard è stato aggiornato
22
con la pubblicazione nel 2005
Cfr. Regole italiane di catalogazione: dell’ISO 639-3 che codifica l’insieme
REICAT, a cura della COMMISSIONE più completo possibile di lingue
PERMANENTE PER LA REVISIONE DELLE
ufficialmente riconosciute, siano esse
REGOLE ITALIANE DI CATALOGAZIONE,
attive, estinte, artificiali o antiche. Si
Roma, ICCU, 2009. tratta di un codice a tre lettere che
23 Cfr. ISO 8601-Data elements and riprende il lavoro della versione
interchange formats-Information precedente ISO 639-2, completando
interchange-Representation of dates e rettificando la suddivisione; ogni
and times, 2nd ed., Geneva, anno ne viene pubblicata una
International Standards Organization, versione aggiornata, chiamata Draft

LAVORI IN CORSO
L’attività della Commissione nazionale per l’elaborazione del Codice normativo per i soggetti produttori d’archivio | 105
EURIDE FREGNI
International Standard (abbreviata in redazione S. CHISTE, L. MOCATTI,
DIS in ISO/DIS 639-3). presentazione di B. TILLETT, Milano,
26 Cfr. ISO 15924-Codes for the Bibliografica, 2000. Fino ad oggi sono
representation of names of scripts, stati pubblicati i seguenti volumi:
Geneva, International Standards ACOLIT. Autori cattolici e opere
Organization, 2001 e ISO 15924:2004. liturgiche. Una lista di autorità, diretto
da M. G UERRINI. 1: Bibbia, Chiesa
27 Cfr. ISO 15511-International standard cattolica, Curia romana, Stato
identifier for libraries and related pontificio, Vaticano, papi e antipapi,
organizations, Geneva, International redazione M. G UERRINI... [et al.],
Standards Organization, 2003 e ISO Milano, Bibliografica, 1998; ACOLIT.
15511:2009. ISO 15511:2009 è la Autori cattolici e opere liturgiche. Una
versione più recente della norma ISO lista di autorità, op. cit.; ACOLIT.
e definisce come deve essere Autori cattolici e opere liturgiche. Una
composto il codice ISIL di ciascuna lista di autorità, diretto da M.
istituzione. Cfr. anche le NIERA al G UERRINI. 3: Opere liturgiche,
paragrafo 2.4.2.. redazione F. G UERRINI, con la
28 Cfr. MINISTERIO DE CULTURA. DI- collaborazione e la consulenza di G.
RECCIÓN GENERAL DEL G UERRINI ... [et al.], Milano,
LIBRO.SUBDIRECCIÓN GENERAL Bibliografica, 2004; ACOLIT. Autori
DE LOS ARCHIVOS ESTATALES, cattolici e opere liturgiche. Una lista
Norma para la elaboración de puntos di autorità, diretto da M. G UERRINI. 4:
de acceso normalizados de institucio- Padri della Chiesa e scrittori
nes, personas, familias, lugares y ma- ecclesiastici occidentali (secoli 2.-13.),
terias en el sistema de descripción a cura di P. PIERI, Milano,
archivística de los archivos estatales, Bibliografica, 2010.
Julio 2010, consultabile al seguente 32 Cfr. HISCO, History of Work
indirizzo web: http://www.mcu.es/ar- Information System,
chivos/Novedades/novedades_Pun- http://historyofwork.iisg.nl/index.php
tos_Acceso_Normalizados.html (visitato il 20 giugno 2011).
(visitato il 20 giugno 2011). Questa classificazione è ispirata
29 Cfr. ISDIAH. Standard internazionale all’International Standard
per la descrizione degli istituti Classification of Occupations
conservatori di archivi, prima edizione, (ISCO88) e, per questo motivo,
elaborato dal Comitato per le buone è completamente raccordabile sia ad
pratiche e gli standard Londra, Regno essa, sia alla versione adottata a
Unito, 10-11 marzo 2008. livello comunitario (ISCO88-COM).
30
Lo standard è il frutto di una ricerca
Cfr. http://www.archivi.beniculturali. comparativa effettuata, all’inizio,
it/servizioII/progetti/Ontologie archi- da alcuni studiosi dell’Università di
vistiche/Ontologie Leuven in Belgio, attraverso
archivistiche_intro.html (visitato il 20 lo spazio ed il tempo nel campo delle
giugno 2011). professioni e delle occupazioni
31 Cfr. ACOLIT. Autori cattolici e opere umane; rispetto allo standard
liturgiche. Una lista di autorità, diretto precedente, infatti, tiene conto
da M. G UERRINI. 2: Ordini religiosi, dell’evoluzione delle attività umane

106 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
nell’arco di tempo che va dal XVI ARCHIVES, ISAAR (CPF)…, op. cit.,
al XX secolo. Ad HISCO hanno par. Struttura e uso dello standard.
aderito già 12 paesi (Belgio, 34 Idem, par. 4.13.
Canada, Danimarca, Francia,
35 Idem e Encoded Archival Context…,
Germania, Gran Bretagna, Grecia,
Olanda, Norvegia, Portogallo, cit..
Spagna, Svezia); l’ICAR sta 36 Cfr. http://www.icar.beniculturali.it/get-
formalizzando l’adesione per l’Italia. File.php?id=360
L’Istituto sta anche provvedendo alla 37 Regole italiane di catalogazione per
traduzione delle voci, per ora solo nei
autori, Roma, Istituto centrale per il
livelli alti.
catalogo unico delle biblioteche
33 Cfr. I NTERNATIONAL COUNCIL ON italiane e per le informazioni
ARCHIVES -CONSEIL I NTERNATIONAL DES bibliografiche, 1979.

LAVORI IN CORSO
L’attività della Commissione nazionale per l’elaborazione del Codice normativo per i soggetti produttori d’archivio | 107
EURIDE FREGNI
LAVORI IN CORSO
La partecipazione dell’UNBCE
all’elaborazione dello standard
nazionale per la descrizione
dei record di autorità archivistici

Maria Teresa Rizzo


Centro Servizi per i progetti diocesani beni culturali

L’Ufficio Nazionale per i Beni Culturali Ecclesiastici


(UNBCE) della Conferenza Episcopale Italiana (CEI)
partecipa ai lavori della Commissione nazionale per l’e-
laborazione del codice normativo per i soggetti produttori
d’archivio in relazione alla stesura delle Norme Italiane
per l’Elaborazione dei Record di Autorità archivistici di
Enti, Persone, Famiglie (NIERA EPF)1. Questa parteci-
pazione è un evento importante perché conferma la vo-
lontà delle diocesi italiane e del sistema diocesano dei
beni culturali, attraverso l’UNBCE, di intervenire concre-
tamente e in prima persona a lavori scientifici di valenza
nazionale portando il proprio contributo specialistico.
L’iniziativa si colloca infatti all’interno di un più ampio
quadro di collaborazione, avviata a partire dal 1996, con

| 109
il Ministero per i Beni Ambientali e Culturali (MiBAC), e in particolare
con la Direzione Generale Archivi (DGA), e concretizzatasi nella par-
tecipazione ai gruppi di lavoro per il Sistema Informativo Unificato per
le Soprintendenze Archivistiche (SIUSA).
Questa prima occasione di collaborazione è stata creata contestual-
mente allo sviluppo dei progetti che l’UNBCE ha attivato nel 1997 per
l’inventariazione informatizzata dei beni culturali ecclesiastici, a partire
dai beni artistici mobili e successivamente archivistici.
La duplice prospettiva (collaborazione istituzionale e avvio dei progetti
di inventario) ha da subito sollecitato l’ipotesi di un’integrazione delle
banche dati dei diversi ambiti che ha portato l’UNBCE a rivolgere l’at-
tenzione, nel corso del 2002-2003, al tema dei punti di accesso auto-
revoli alle banche dati del patrimonio ecclesiastico, ossia alla gestione
degli elementi di contesto, studio avviato con il progetto Ecumene2.

La definizione e gestione di punti di accesso autorevoli, attraverso la


creazione di authority file, mirano alla migliore gestione e valorizzazione
delle risorse censite puntando al rafforzamento delle potenzialità di ri-
cerca attraverso elementi significativi del contesto di creazione e/o per-
tinenza (elementi come: autori, edifici conservatori, enti proprietari, istituti
culturali); in particolare, permettono il coordinamento delle denomina-
zioni, con la conseguente possibilità di ricercare una qualsiasi delle forme
del nome e ritrovare la corrispondente entità. Come ricorda il modello
concettuale FRBR (Functional requirements for Bibliographic Records3),
i punti di accesso devono consentire all’utente di trovare, individuare, se-
lezionare e ottenere le informazioni presenti in un catalogo. Attualmente
le banche dati disponibili nel sistema diocesano per i beni culturali ri-
guardano i beni mobili, gli edifici di culto, il patrimonio bibliografico e
archivistico diocesano e degli istituti religiosi, l’anagrafe degli istituti
culturali ecclesiastici (archivi, biblioteche e musei).

110 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
Alcuni punti di accesso (autori, parrocchie/enti) erano già gestiti se-
paratamente come archivi relazionati nelle varie banche dati ed è pro-
prio su questi che è stato avviato lo studio di fattibilità che ha condotto
alla realizzazione di veri e propri authority file.

Ovviamente non si è potuto prescindere dal fare riferimento a stan-


dard nazionali e internazionali consolidati per l’identificazione degli
elementi descrittivi di un punto di accesso.
Il sistema diocesano dei beni culturali ha sempre fatto riferimento a
modelli autorevoli di descrizione delle risorse (Strutturazione dei dati
delle schede di catalogo per OA e A, REICAT per le biblioteche, ISAD
(G) per gli archivi4). Così anche per la descrizione dei punti di accesso
l’UNBCE si è proposta di consultare le principali linee guida per l’e-
laborazione di record d’autorità: ISAAR (CPF)5 per i record archivistici,
GARR6 per la presentazione di informazioni relative alle intestazioni
di autorità e ai rinvii, allo scopo di creare liste di autorità nei cataloghi;
MLAR7 per identificare i dati minimi obbligatori per la creazione di un
record di autorità; FRAD8 che individua il set di attributi descrittivi per
le entità e i tipi di relazioni (basato sul modello concettuale di FRBR).

Conseguenza di queste analisi, tra il 2005 e il 2011 sono stati realiz-


zati servizi web per: gli AF Chiese e Autori per il censimento degli
edifici di culto; l’AF Autore per le opere mobili (disponibile nella ver-
sione online dell’inventario OA); l’Anagrafe degli archivi, biblioteche
e musei ecclesiastici; l’AF Parrocchie/enti; in ultimo, sono state
messe a punto le norme per la compilazione delle schede Entità dei
soggetti produttori di ambito archivistico (enti, persone, famiglie)9.
La gestione di questi archivi è a cura delle diocesi, con la supervi-
sione dell’UNBCE (in figura il modello del flusso di dati). Qualche
dettaglio su questi servizi.

LAVORI IN CORSO
La partecipazione dell’UNBCE all’elaborazione dello standard nazionale per la descrizione dei record di autorità archivistici | 111
MARIA TERESA RIZZO
Modello del flusso
di dati degli Authority
File della CEI

L’AF Chiese consente principalmente di gestire le denominazioni degli


edifici di culto, di confermare o ritrovare denominazioni ufficiali correnti
o passate, di recuperare e registrare la documentazione che ne attesta
la veridicità (decreti vescovili, gazzette ufficiali, bibliografia, ecc.). L’obiet-
tivo è quello di fornire il più completo e aggiornato elenco di edifici di
culto di pertinenza diocesana esistenti, indispensabile per la gestione
ordinaria del patrimonio e più in generale come testimonianza culturale10.
Non dissimile è l’obiettivo dell’AF Parrocchie/enti, un servizio online che
permette di aggiornare costantemente l’archivio digitale di parrocchie
ed enti diocesani, per le finalità legate alla gestione dei beni e degli isti-
tuti culturali presenti nel territorio diocesano. Il servizio11 consente di ge-
stire i dati descrittivi delle parrocchie/enti (denominazioni, indirizzo,
storia, funzioni) e di registrarne eventi e relazioni attuali e passate (ac-
corpamenti, soppressioni, frazionamenti, spostamento verso/da un’altra

112 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
diocesi, trasferimento di beni). Il proposito è di creare anche in questo
caso un elenco completo degli enti diocesani esistenti ma anche di ri-
costruire un quadro storico dei principali mutamenti incorsi nella strut-
tura e quantità degli enti territoriali (a partire almeno dal momento in
cui nasce il sistema diocesano dei beni culturali, ossia almeno dal 1996).
Infatti, navigando per denominazioni si possono ricostruire relazioni ter-
ritoriali con enti sovraordinati (regioni ecclesiastiche e diocesi) o di pari
livello (altre parrocchie) e visualizzare la consistenza patrimoniale degli
enti stessi (beni mobili, chiese, istituti culturali, fondi archivistici).
Nell’Anagrafe degli archivi, biblioteche e musei ecclesiastici12 è pos-
sibile registrare tutte le denominazioni degli istituti e dei rispettivi enti
proprietari, oltre a informazioni di carattere funzionale, gestionale, sto-
rico; ne sortisce l’identikit completo dell’istituto che risponde sia alle
esigenze di un punto di accesso controllato quanto a quelle di identi-
ficazione di un soggetto conservatore.
L’AF Autore, al momento concepito come strumento condiviso tra le ban-
che dati OA e A (ma a breve integrabile con le schede entità di archivi e
biblioteche)13, concorre a incrementare le conoscenze sugli artefici che
hanno lavorato alla progettazione e realizzazione delle chiese e del patri-
monio mobile. È noto infatti che gli autori rilevati sul territorio durante le
campagne di censimento sono spesso misconosciuti ai principali repertori
biobliografici per la loro qualificazione tipicamente locale o specialistica
(non solo autori singoli ma anche, per esempio, ditte specializzate nella
produzione di paramenti o parati); spesso solo il rilevamento di iscrizioni
o firme o di documentazione archivistica e bibliografica di pertinenza “lo-
cale” permette di riportare in superficie tali personalità. L’obiettivo è dun-
que quello di creare una serie di archivi di identificativi univoci (di nomi, di
toponimi, ecc.) configurati secondo i più aggiornati standard nazionali e
internazionali, consapevoli che non si possa prescindere da una riflessione
sullo scenario che ormai si prospetta in termini di web semantico, open

LAVORI IN CORSO
La partecipazione dell’UNBCE all’elaborazione dello standard nazionale per la descrizione dei record di autorità archivistici | 113
MARIA TERESA RIZZO
data, integrazione con archivi di riconosciuta valenza internazionale, come
VIAF (Virtual International authority File)14, ULAN (Union List of Artist
Names)15, TGN (The Getty Thesaurus of Geographic Names)16.

In questo contesto, la partecipazione alla Commissione è un’importante


occasione di confronto e crescita scientifica proprio su temi e standard
nazionali e internazionali, sull’applicabilità degli standard per i punti di
accesso ai sistemi di gestione delle risorse, su casi reali e soprattutto
l’occasione per collaborare fattivamente all’attività di traduzione degli
standard in un codice nazionale riguardo al settore archivistico.
In particolare, l’UNBCE è intervenuto con le proprie competenze spe-
cifiche e con contributi puntuali che hanno riguardato:
– indicazioni per la scelta e la forma del nome di chiese ed enti dioce-
sani (parrocchie, diocesi, ecc.), supportate dalla consultazione di fonti
autorevoli come le gazzette ufficiali, i decreti vescovili, gli annuari dio-
cesani ma anche dalla conoscenza di esigenze peculiari che scatu-
riscono dalle richieste quotidiane delle diocesi (denominazioni
adottate a livello locale, difficoltà di reperimento di documentazione);
– il confronto sulle metodologie e le norme adottate e che hanno de-
terminato scelte a volte divergenti ma importanti ai fini di una ri-
flessione comune che scaturisce dalla reciproca esigenza dello
scambio di informazioni;
– indicazioni per la scelta e la forma delle intestazioni degli Ordini re-
ligiosi della Chiesa cattolica con relativi esempi di voci d’autorità,
occasione per fare il punto sullo stato dei repertori autorevoli di in-
testazioni per queste voci, con particolare riferimento ad ACOLIT
(la lista di autorità per gli autori e le opere liturgiche), all’Annuario
pontificio, ai repertori degli istituti di perfezione17;
– definizioni relative alle principali figure e titoli della Chiesa cattolica
predisponendo un elenco di voci che si propone come strumento

114 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
terminologico/vocabolario controllato a supporto dell’identifica-
zione di qualificatori per l’elemento attività/qualificazione, previsto
nella stringa di intestazione per l’entità Persona.
Alla luce di questa esperienza emergono almeno due elementi di ri-
flessione:
– la necessità di sollecitare gli archivisti diocesani al trattamento pro-
fessionale dei loro archivi di autorità (per identificare univocamente
nomi, toponimi, ecc.), scontata la loro consapevolezza della speci-
ficità della documentazione in termini di indicazioni specialistiche
che può offrire (differenze tra gli ordini religioni, cariche ecclesia-
stiche, riti e momenti della liturgia, ecc.);
– la necessità di sollecitare a una sempre maggiore interazione e fi-
duciosa collaborazione tra istituzione civile ed ecclesiastica.

Le NIERA saranno presto poste all’attenzione della comunità scien-


tifica e aperte al dibattito che ne seguirà. La CEI conferma la sua di-
sponibilità all’eventuale futura attività di verifica e revisione.

LAVORI IN CORSO
La partecipazione dell’UNBCE all’elaborazione dello standard nazionale per la descrizione dei record di autorità archivistici | 115
MARIA TERESA RIZZO
1 Caratteri istituzionali e mandato CMSPortale/simpleUpload/IBC/000/
della Commissione sono sintetizzati 000/159/IBC.000.000159.0001.pdf
nell’intervento, ivi presente, 5 ISAAR (CPF) Standard internazionali
di E. FREGNI, L’attività della per i record d’autorità archivistici di
Commissione nazionale per enti, persone, famiglie, 2004,
l’elaborazione del Codice disponibile al link http://www.ica.org/
normativo per i soggetti produttori 10230/normes/isaar-cpf-norme-
d’archivio. internationale-sur-les-notices-dautorit
2 G. CAPUTO, I presupposti teorici del -utilises-pour-les-archives-relatives-
progetto Ecumene, «Bollettino di aux-collectivits-aux-personnes-ou-au
informazione», 15 (2006), n.3, Atti del x-familles-2me-dition.html
Convegno (Roma, 14 settembre 6 GARR Guidelines for Authority
2006), p. 23-25, in part. p. 24; Il Records and References, 2001,
progetto Ecumene: strumenti disponibile al link http://archive.ifla.
descrittivi per beni culturali di ambito org/VII/s13/garr/garr.pdf
archivistico e storico-artistico, a cura
7 MLAR Mandatory data elements for
di G. CAPUTO et al.,
«Archivi&Computer. Automazione e internationally shared resource authority
beni culturali», 12 (2002), n. 2, p. 96- records, 1998, disponibile al link
102; G. CAPUTO – C. POGGETTI – A. http://www.ifla.org/VI/3/p1996-
TOMASI, Il Progetto Ecumene, “Archivi 2/mlar.htm
& Computer. Automazione e beni 8
culturali”, XIV (2004), n. 1, p. 62-76. FRAD Functional Requirements for
3
Authority, 2004, disponibile al link
Presentazione e versione corrente: http://www.ifla.org/VII/s13/frbr/frbr.htm
http://www.ifla.org/VII/s13/frbr/, 9
pagina visitata il 25/10/2011. Le schede entità per i soggetti
4
produttori sono compilate a cura degli
Strutturazione dei dati delle schede di archivisti che partecipano al progetto
catalogo e precatalogo. Beni artistici di riordino degli archivi ecclesiastici
e storici. Schede OA – D – N, a cura nell’ambito del progetto CEI-Ar con il
di Serenita Papaldo, ICCD 1992, software omonimo, versione 4.1. È in
disponibile al link: corso uno studio di fattibilità per la
www.iccd.beniculturali.it/getFile.php?i realizzazione di un servizio di gestione
d=235; Regole italiane di online e condiviso per le schede entità.
catalogazione. REICAT, a cura della 10
Commissione permanente per la La banca dati degli edifici di culto è
revisione delle regole italiane di visitabile al link
catalogazione, Roma, ICCU, 2009; http://www.chieseitaliane.chiesacatto
ISAD (G). General International lica.it/chieseitaliane/index.jsp
Standard Archival Description, 11 Attualmente disponibile come servizio
Seconda edizione, Adottata dal intranet per gli utenti diocesani abilitati.
Comitato per gli standard descrittivi, 12
Stoccolma, Svezia, 19-22 Settembre http://www.anagrafebbcc.chiesacat-
1999, trad. ital a cura di Stefano Vitali, tolica.it/anagraficaCEIBib/index.jsp
con la collaborazione di Maurizio 13 Attualmente disponibile come servizio
Savoja, Firenze 2000, disponibile al link: intranet per gli utenti diocesani
http://ibc.xdams.net/media/IBC/IBC abilitati.

116 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
14 Si veda: http://viaf.org/ G UERRINI. 3: Opere liturgiche,
15 Si veda: redazione F. G UERRINI, con la
http://www.getty.edu/research/tools collaborazione e la consulenza di G.
/vocabularies/ulan/index.html G UERRINI ... [et al.], Milano,
Bibliografica, 2004; ACOLIT. Autori
16 Si veda: cattolici e opere liturgiche. Una lista
http://www.getty.edu/research/tools di autorità, diretto da M. G UERRINI. 4:
/vocabularies/tgn/ Padri della Chiesa e scrittori
17 ACOLIT. Autori cattolici e opere ecclesiastici occidentali (secoli 2.-
liturgiche. Una lista di autorità, 13.), a cura di P. P IERI, Milano,
diretto da M. G UERRINI. 1: Bibbia, Bibliografica, 2010; Annuario
Chiesa cattolica, Curia romana, Pontificio per l’anno 2010, Città del
Stato pontificio, Vaticano, papi e Vaticano, 2010; Dizionario degli
antipapi, redazione M. G UERRINI... [et Istituti di Perfezione, diretto da
al.], Milano, Bibliografica, 1998; Guerrino Pelliccia (1962-1968) e
ACOLIT. Autori cattolici e opere Giancarlo Rocca (1969-), Edizioni
liturgiche. Una lista di autorità, paoline, 1974; I religiosi italiani.
diretto da M. G UERRINI. 2: Ordini Annuario statistico 1990, a cura della
religiosi, redazione S. C HISTE, L. Conferenza italiana Superiori
M OCATTI, presentazione di B. TILLETT, Maggiori, Roma, Cism, 1990; Le
Milano, Bibliografica, 2000; ACOLIT. religiose in Italia. Annuario statistico
Autori cattolici e opere liturgiche. 1995, a cura dell’Unione Superiore
Una lista di autorità, diretto da M. Maggiori d’Italia, Roma, Usmi, 1995.

LAVORI IN CORSO
La partecipazione dell’UNBCE all’elaborazione dello standard nazionale per la descrizione dei record di autorità archivistici | 117
MARIA TERESA RIZZO
LAVORI IN CORSO
BNCF e UNBCE:
un progetto per lo sviluppo
dell’indicizzazione nell’ambito
delle scienze religiose

Anna Lucarelli
Biblioteca nazionale centrale di Firenze

L’Intesa, di cui si festeggiano i dieci anni, ai commi 3 e


4 dell’art. 5 (“Disposizioni relative alle Biblioteche”), fa
espresso riferimento all’importanza che fra il Ministero
per i beni e le attività culturali e la C.E.I. si instaurino
forme di collaborazione per “definire strumenti omoge-
nei in materia di catalogazione del materiale librario”,
una collaborazione che deve realizzarsi anche nell’am-
bito del Servizio bibliotecario nazionale (SBN) e che,
come esplicitato dal comma 5, si può concretizzare tra-
mite “convenzioni” e promuovendo “appositi progetti”.
È in questo quadro che l’Ufficio nazionale per i beni cul-
turali della Conferenza episcopale italiana e la Biblioteca
nazionale centrale di Firenze hanno avviato un lavoro
comune finalizzato all’impiego, allo sviluppo e all’incre-

| 119
mento terminologico del Nuovo soggettario, lo strumento di indicizza-
zione semantica elaborato dalla BNCF e, ormai da qualche anno,
messo a disposizione di tutte le biblioteche italiane e dei loro utenti.

Come è noto, la Biblioteca nazionale centrale di Firenze ha da sempre


svolto un ruolo importante nell’allestimento di strumenti impiegati nella
catalogazione per soggetto e classificazione, una funzione confermata
da recenti atti normativi, come il Decreto ministeriale (Decr. MiBAC
160 del 7 ottobre 2008) che ne definisce i compiti istituzionali (art. 6).
L’indicizzazione semantica si è fortemente evoluta negli ultimi tempi, av-
viandosi su percorsi nuovi. Non solo è mutato il concetto di documento,
di risorsa indicizzabile, di universo informativo, ma sono mutate anche
le modalità di acquisizione della conoscenza e di recupero dell’informa-
zione. Grazie al Web, sempre più le strutture che facilitano l’accesso a
contenuti concettuali, disponibili su supporti di varia natura, entrano in
comunicazione fra loro, riuscendo a colloquiare con modalità efficaci.
Gli strumenti di indicizzazione per soggetto, fino a qualche decennio fa
disponibili in formati “rigidi”, chiusi e sviluppati con cadenze temporali
dilatate, si stanno sempre più adeguando agli standard internazionali in
questo campo (ad esempio, alle Norme ISO sull’indicizzazione e alle
Linee guida dell’IFLA) e conoscono nuove forme di allestimento e di
gestione: sono accessibili online, aperti ed interoperabili con altri stru-
menti sia sul piano semantico che tecnologico, sono più flessibili, talvolta
capaci di accogliere corrispondenze multilingue e, come nel caso del
Nuovo soggettario, anche collegamenti con strumenti di varia natura,
come enciclopedie, lessici specialistici e vocabolari.

È in questo contesto, per molti versi affascinante, che si inserisce la Con-


venzione siglata nel 2010 fra Monsignor Stefano Russo (in rappresentanza
dell’UNBCE) e Antonia Ida Fontana (in quel momento direttrice della

120 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
BNCF). L’obiettivo è stato quello di favorire e ottimizzare la funzionalità
degli strumenti italiani d’indicizzazione per soggetto nell’ambito delle
scienze religiose, con particolare riguardo allo sviluppo del Nuovo sog-
gettario, in uno spirito di condivisione di idee, professionalità e risorse.
Nella collaborazione sono coinvolti, con un ruolo fondamentale, il neonato
Polo PBE del Servizio bibliotecario nazionale (http://www.polopbe.it/) e
l’Associazione dei bibliotecari ecclesiastici italiani (ABEI).
Il Nuovo soggettario, nato da un progetto della BNCF a cui hanno dato
la loro consulenza esperti italiani e stranieri, costituisce il sistema di in-
dicizzazione per soggetto che ha rinnovato il precedente Soggettario
per i cataloghi delle biblioteche italiane del 1956, per adeguarlo a prin-
cipi e standard internazionali, anche alla luce dei nuovi sistemi di recu-
pero dell’informazione. È uno strumento usabile per indicizzare risorse
documentarie di varia natura e disponibili su vari supporti (analogici,
digitali, ecc.); ha lo scopo di facilitare l’indicizzazione da parte dei bi-
bliotecari e la ricerca e il reperimento di informazioni da parte dell’u-
tente. Come già accennato, la componente terminologica del sistema
è una risorsa disponibile liberamente online attraverso il sito della
BNCF (http://thes.bncf.firenze.sbn.it/ricerca.php), mentre l’intero si-
stema, oltre che dal Thesaurus multidisciplinare, è costituito anche da
un apparato di norme pubblicate in volume (BIBLIOTECA NAZIONALE CEN-
TRALE DI FIRENZE, Nuovo soggettario. Guida al sistema italiano di indi-
cizzazione per soggetto. Prototipo del Thesaurus, Milano, Editrice
Bibliografica, ©2006, stampa 2007), da un Manuale applicativo an-
ch’esso online (http://thes.bncf.firenze.sbn.it/Manuale_applicativo.pdf)
e dagli archivi delle intestazioni di soggetto accessibili tramite gli Opac.

È evidente che questo strumento non entra in conflitto con le funzionalità


del web e dei motori di ricerca ma si integra con essi; serve a reperire
informazioni specifiche, articolate, a rintracciare soggetti complessi, sfrut-

LAVORI IN CORSO
BNCF e UNBCE: un progetto per lo sviluppo dell’indicizzazione nell’ambito delle scienze religiose | 121
ANNA LUCARELLI
tando le potenzialità degli Opac e offrendo un “valore aggiunto” rispetto
alla ricerca spesso troppo generica consentita da Google.
Il Thesaurus è in continua evoluzione: i 38.500 termini contenuti a
maggio del 2011, raggiungeranno quota 43.000 entro il mese di ottobre.
Ogni termine è provvisto di un ricco corredo di relazioni con altri ter-
mini, presenta note, indicazione di fonti utilizzate come riferimento per
controlli formali e semantici; prevede link ad altri thesauri, repertori,
enciclopedie, ecc. Tramite il tasto “Notizie bibliografiche” è attivato il
collegamento con l’Opac della BNCF nei cui soggetti dei vari record
bibliografici il termine è contenuto.
Sul totale dei termini afferenti alle più svariate discipline, circa 2.000 ap-
partengono all’ambito delle scienze religiose, un numero considerevole
che l’architettura flessibile del Thesaurus consente di accrescere ulterior-
mente, a fronte di specifiche esigenze catalografiche e in stretta relazione
con il principio della garanzia bibliografica. In quest’ottica, il Nuovo sogget-
tario accoglie abitualmente pacchetti di terminologia specialistica e setto-
riale e stabilisce dialogo e interoperabilità con thesauri, strumenti di
controllo terminologico di altri linguaggi di indicizzazione come Library of
Congress subject headings (LCSH), ma anche con classificazioni e con
repertori lessicografici ed enciclopedici, come avviene, ad esempio, con
l’Enciclopedia Treccani online (http://www.treccani.it), nei cui lemmi, è pos-
sibile transitare direttamente dai corrispondenti termini del Thesaurus, gra-
zie ad un collegamento indicato nel campo “Fonte” (cfr., ad esempio, termini
come, Apologetica; Ascensione <Feste cristiane>, ecc.).
I termini del Nuovo soggettario possono riferirsi ad attività, processi,
organizzazioni, ma anche ad oggetti (come nel caso di Documenti pon-
tifici, Ex-voto, Reliquiari), risultando così utili alla soggettazione anche
di documentazione materiale, museale, multimediale. Nel passaggio
dal vecchio al nuovo strumento, sono state fatte anche scelte innova-
tive; in una visione maggiormente interreligiosa, ad esempio, il termine

122 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
Teologia non rapppresenta più solo la teologia cristiana (che ora ha un
lemma specifico) ma si riferisce anche ad altre religioni monoteiste.

Non tutte le scelte fatte dalla BNCF potranno essere convincenti per
gli specialisti. E, a questo proposito, può essere interessante chiedersi,
come e quanto una Biblioteca generalista possa produrre strumenti utili
e efficaci anche in contesti culturali e documentari specifici, altamente
specializzati e di grande valore come sono, ad esempio, proprio quelli
che si sviluppano nell’ambito degli enti ecclesiastici. A chi opera nel
mondo della documentazione religiosa, potrà capitare di non essere to-
talmente d’accordo, ad esempio, con qualche nota d’ambito, oppure con
alcune relazioni di sinonimia, e dunque siamo disponibili a qualsiasi tipo
di confronto per ripensare, rivedere le nostre scelte. È chiaro che più si
è specialisti di un settore e più si vorrebbe garantire la ricchezza delle
varianti semantiche, senza appiattire il linguaggio. Ma è anche vero che
alla base di ogni vocabolario controllato c’è un processo di “conteni-
mento” dell’ampiezza lessicale che è, invece, una prerogativa del lin-
guaggio naturale.

Grazie alla collaborazione con la Conferenza Episcopale Italiana, che


si inserisce in un modello cooperativo avviato dalla BNCF anche con
altri enti nel 2009, il Nuovo soggettario potrà dunque allargarsi per
accogliere terminologia controllata di ambito religioso, introdurre
cambiamenti, anche correzioni, migliorando la propria efficacia. Ma
non solo. Come previsto dalla Convenzione stipulata, a settembre del
2010, la BNCF ha offerto giornate formative al neonato “Gruppo di
lavoro sulla soggettazione e sull’impiego del Nuovo soggettario”. La
C.E.I. offrirà consulenze specialistiche, suggerimenti sulle fonti reper-
toriali impiegate per il controllo del vocabolario, proposte di nuova
terminologia utile a rappresentare concetti di ambito religioso non

LAVORI IN CORSO
BNCF e UNBCE: un progetto per lo sviluppo dell’indicizzazione nell’ambito delle scienze religiose | 123
ANNA LUCARELLI
ancora presenti nello strumento. Diventando più attendibile dal punto
di vista concettuale e linguistico e più completo dal punto di vista les-
sicale, il Nuovo soggettario potrà entrare in relazione feconda con
l’ambito delle scienze religiose e rappresentare meglio la grande ric-
chezza semantica dei contenuti espressi dalla varietà delle opere, fa-
cilitandone l’indicizzazione.

Concludendo, vorrei porre alla riflessione di tutti noi alcuni concetti


interessanti per coloro che si occupano di integrare e mettere in co-
municazione “universi” generalisti e specialistici.
Un thesaurus multidisciplinare può essere impiegato anche in con-
testi specialistici purché abbia la capacità “strutturale” e “funzionale”
di ampliarsi, accogliere, ospitare anche terminologia (e quindi con-
cetti) di particolari settori, considerando che questi strumenti si de-
vono sviluppare non in astratto ma a contatto diretto con particolari,
reali e concreti documenti da indicizzare.
Non bisogna, inoltre, confondere le funzionalità degli strumenti di in-
dicizzazione con quelle di altri strumenti che, pur deputati all’organiz-
zazione della conoscenza, hanno altri scopi. Pensiamo alle
enciclopedie, ai trattati, a repertori ed opere che mirano a “ricostruire”
l’assetto, i paradigmi di una disciplina.
Le Enciclopedie, ad esempio, elencano ciò che può essere oggetto
di un’esigenza conoscitiva e ciò che può essere basilare per illustrare
i concetti fondamentali di una o più discipline. Mentre i thesauri non
sono e non devono riprodurre epistemologicamente i cardini di una
disciplina, hanno altri obiettivi; fra questi il principale è di elencare
terminologia utile per rappresentare l’argomento di un’opera (biblio-
grafica, documentaria, archivistica, multimediale, fotografica, …), for-
malizzando la varietà e la ricchezza della lingua e offrendo un
vocabolario che aspira alla neutralità.

124 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
Dunque credo che l’aspetto davvero coinvolgente del nostro progetto
consista proprio nella possibilità di arricchire, migliorare e condividere
medesimi strumenti per il recupero dell’informazione, seppur da pro-
spettive e da contesti documentari diversi.

LAVORI IN CORSO
BNCF e UNBCE: un progetto per lo sviluppo dell’indicizzazione nell’ambito delle scienze religiose | 125
ANNA LUCARELLI
LAVORI IN CORSO
Il gruppo per l’accrescimento
e lo sviluppo del nuovo soggettario
per i termini di ambito religioso

Paola Sverzellati
Università cattolica del Sacro Cuore, Associazione Bibliotecari Ecclesiastici Italiani

Il Gruppo per l’accrescimento e lo sviluppo del Nuovo


Soggettario per i termini di ambito religioso (d’ora in poi
Gruppo Nuovo Soggettario) è il luogo concreto dove si
sono felicemente incrociati percorsi autonomi, tanto sul
piano della riflessione quanto sul terreno operativo della
catalogazione e della ricerca semantiche, da parte di
soggetti diversi: da un lato la Biblioteca nazionale cen-
trale di Firenze, dall’altro in ambito ecclesiale l’Ufficio na-
zionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza
episcopale italiana, impegnato nello sviluppo del Polo bi-
blioteche ecclesiastiche, attivo nel Servizio bibliotecario
nazionale, e l’ABEI – Associazione dei bibliotecari eccle-
siastici italiani, che offre annualmente ai bibliotecari –
ecclesiastici e no – occasioni mirate di formazione e di

| 127
aggiornamento professionale1. Negli ultimi due Convegni annuali del-
l’ABEI, tenutisi rispettivamente a Genova nel giugno 2009 e a Chieti nel
giugno 2010, possiamo individuare i primi passi di questo cammino. Il
Convegno del 2009, intitolato Per un catalogo ecclesiastico di qualità
tra REICAT, Nuovo Soggettario e CDD (22. edizione), presentando nuovi
e importanti strumenti elaborati a servizio delle biblioteche, grazie all’in-
tervento di Isolina Baldi della BNCF, orientava in particolare l’attenzione
dei bibliotecari ecclesiastici sul nuovo metodo di lavoro previsto dal
Nuovo Soggettario e sollecitava ad una prima riflessione su quanto po-
tesse essere significativo un contributo da parte dei bibliotecari eccle-
siastici sul versante specialistico della terminologia di ambito religioso2.
Il Convegno del 2010, Contro la Babele terminologica a servizio dell’u-
tente: la catalogazione per soggetto nelle biblioteche ecclesiastiche,
aiutò i bibliotecari ad entrare nel vivo della questione, stimolando la ri-
flessione su come il valore dei servizi d’informazione offerti nel contesto
attuale dalle biblioteche risiedesse per gran parte nella qualità della ri-
cerca semantica che esse sono in grado di offrire. Quel contesto fu im-
portante, perché riuscì un primo tentativo di far interagire bibliotecari
esperti di soggettazione, di thesauri e di information literacy con studiosi
di scienze religiose, cioè professionalità collegate agli strumenti della
ricerca semantica con professionalità correlate a contenuti e linguaggi
disciplinari specialistici3. Quel contesto fu d’altra parte significativo, per-
ché offrì un’ulteriore possibilità di incontro a referenti istituzionali quali
la BNCF e l’UNBCE, che da qualche tempo avevano avviato un con-
fronto sull’opportunità di collaborare per lo sviluppo e l’accrescimento
del Nuovo Soggettario. Peraltro l’interesse da parte dei bibliotecari ec-
clesiastici alla conoscenza e all’utilizzo del Nuovo Soggettario fu ed è
stata di recente confermata dalla partecipazione agguerrita ai due corsi
di formazione sulla Soggettazione in ambito religioso offerti dall’ABEI a
Bologna nel febbraio 2010 e 2011.

128 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
Questo lavoro ha di fatto incoraggiato e sostenuto la promozione da
parte dell’UNBCE del Gruppo Nuovo Soggettario, che si colloca così
coerentemente nell’alveo di scelte d’indirizzo importanti e impegnative
portate avanti dal 2000 ad oggi per la valorizzazione dei beni culturali
ecclesiastici e, con particolare riferimento all’ambito di cui stiamo trat-
tando, per la valorizzazione delle biblioteche ecclesiastiche: ricordo il
già citato Polo SBN di biblioteche ecclesiastiche4.
Non a caso, dunque, il referente scientifico del Gruppo Nuovo Sog-
gettario è il medesimo, cioè il professor Paul Weston, docente presso
l’Università degli studi di Pavia. Il coordinamento operativo è invece
affidato all’UNBCE della CEI, mentre il Gruppo è composto attual-
mente da 21 membri. Si tratta di esperti di Biblioteconomia e di The-
sauri, di consulenti a vario titolo dell’UNBCE, ma soprattutto di
bibliotecari – sia laici sia religiosi – attivi presso differenti tipologie di
enti ecclesiastici propri degli Istituti di vita consacrata, quali monasteri,
eremi, conventi; oppure impegnati nella valorizzazione del patrimonio
librario posseduto per esempio da chiese collegiate; oppure ancora a
servizio di strutture del sistema formativo ecclesiastico, vale a dire se-
minari, istituti superiori di scienze religiose, atenei e istituti universitari.
Sono rappresentate biblioteche sia interne al circuito PBE, sia appar-
tenenti alla rete URBE – Unione romana biblioteche ecclesiastiche
(che comprende 16 istituti accademici romani), sia biblioteche, per così
dire, ‘esterne’ a tali progetti di cooperazione. La provenienza geogra-
fica dei membri è varia: oltre al Lazio, troviamo Lombardia, Liguria, Ve-
neto, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Puglia, Sicilia5.

Sottolineo che il Gruppo Nuovo Soggettario è attualmente così com-


posto, ma resta aperto a tutta la realtà bibliotecaria e non solo eccle-
siastica, dalla quale potranno affacciarsi altre professionalità, capaci
di arricchire la rete di collaborazioni.

LAVORI IN CORSO
Il gruppo per l’accrescimento e lo sviluppo del nuovo soggettario per i termini di ambito religioso | 129
PAOLA SVERZELLATI
Al settembre 2010 risale la prima convocazione del Gruppo a Roma:
si trattava in quell’occasione di fare conoscenza reciproca – umana e
professionale – e di focalizzare l’attenzione su significato, obiettivi,
metodo e strumenti del progetto di lavoro.

Furono pertanto presentati i contenuti della convenzione tra BNCF e


UNBCE, convenzione che, ben oltre i termini di operatività, sancisce nei
fatti l’opportunità di uno scambio fecondo sul piano professionale, del
quale siamo consapevoli e grati. Fu inoltre condivisa in quel contesto la
riflessione sul rilevante significato culturale del progetto. Si tratta infatti
di offrire collaborazione, per l’ambito che ci compete, allo sviluppo di
uno strumento di lavoro, che si colloca in un orizzonte nazionale e in-
ternazionale, che nel suo farsi aiuta la riflessione sugli standards e nel
contempo la verifica della loro funzionalità rispetto agli obiettivi perse-
guiti. Inoltre, il contesto di sviluppo e applicazione del Nuovo Soggettario
consentirà di avviare due importanti sperimentazioni, l’una secondo un
approccio diacronico, l’altra secondo una dinamica sincronica: mi riferi-
sco da un lato alla soggettazione del libro antico, che per esempio im-
plicherà particolare attenzione appunto allo sviluppo storico della
terminologia legata alle scienze religiose; dall’altro all’applicabilità e al-
l’efficacia trasversale di uno strumento terminologico rispetto ad una ri-
cerca semantica sui beni culturali tout court, non solo cioè su documenti
tradizionalmente o comunque attualmente conservati e acquisiti dalle
biblioteche. Ricordiamo infatti che il progetto complessivo portato avanti
dall’UNBCE della CEI prevede la possibilità di realizzare un portale dei
beni culturali ecclesiastici, siano essi, per l’appunto, librari, archivistici,
storico-artistici o architettonici. Pensiamo dunque in un’ottica di servizio,
a quale rilevanza potrà avere lo sviluppo di strumenti di ricerca seman-
tica su archivi di dati relativi a tutto quanto costituisce una «testimo-
nianza materiale avente valore di civiltà»6: beni tipologicamente affatto

130 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
differenti, ma caratterizzati da continue, variegate, talvolta impensate
relazioni culturali, che punti di accesso semantici ben strutturati possono
aiutare a far emergere. Sul terreno dei beni culturali un vero servizio di
informazione esige cioè di essere fondato e sostenuto da una consa-
pevole riflessione culturale, da un confronto tra ‘oggetti’ in senso lato,
contenuti e linguaggi delle discipline che li studiano.

I membri del Gruppo hanno sino ad ora avuto due importanti opportunità
di formazione: la prima sul Nuovo Soggettario, offerta dalla BNCF nella
sua sede fiorentina; la seconda sulla conoscenza dei Thesauri, promossa
a Roma dall’UNBCE e dall’ABEI e guidata da Piero Cavaleri e Laura
Ballestra della Biblioteca dell’Università Carlo Cattaneo di Castellanza.
Il Gruppo Nuovo Soggettario si muove su tre fronti. In primo luogo l’ag-
giornamento e la segnalazione di fonti autorevoli nell’ambito delle
scienze religiose per il controllo terminologico; in secondo luogo, viene
sottoposta a revisione la terminologia di ambito religioso già presente
nel Thesaurus BNCF, vale a dire un migliaio circa di descrittori estratti
per lo più dalla classe CDD 200. In terzo luogo l’attività di soggettazione
da parte di membri del Gruppo operanti in biblioteche esterne al Polo
biblioteche ecclesiastiche – all’interno del PBE infatti la catalogazione
per soggetto non è ancora stata avviata – porta a formulare proposte
di nuova terminologia. Varie fasi scandiscono il lavoro: un termine – og-
getto di revisione o proposto ex novo – passa In discussione: qui, se
già presente nel Thesaurus BNCF, può essere Confermato oppure Re-
visionato dal Gruppo; se si tratta invece di una nuova proposta, può es-
sere Validato o Rifiutato. Successivamente il termine ‘lavorato’ è inviato
Alla validazione BNCF, dove può essere Accettato o Non accettato.

Da ultimo, ma certo non in ordine d’importanza, ricordiamo che è pos-


sibile svolgere tali attività ‘a distanza’, grazie ad uno strumento

LAVORI IN CORSO
Il gruppo per l’accrescimento e lo sviluppo del nuovo soggettario per i termini di ambito religioso | 131
PAOLA SVERZELLATI
software, basato sul modello wiki, elaborato e sempre meglio adattato
alle esigenze del Gruppo dall’ UNBCE della CEI.

Gruppo per l’accrescimento e lo sviluppo del nuovo soggettario


per i termini di ambito religioso

Referente scientifico
WESTON Paul Gabriele
Referente scientifico dei progetti di catalogazione per i settori Biblioteche e Archivi
dell’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici

Coordinamento
BELFIORE Adriano
Centro di Assistenza sui Progetti dei Beni Culturali per le Diocesi. Referente per
l’assistenza informatica nel settore Beni librari
D’AGNELLI Francesca Maria
Referente PBE per l’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici
R IZZO Maria Teresa
Centro di Assistenza sui Progetti dei Beni Culturali per le Diocesi. Referente per
l’assistenza sui contenuti nei settori Inventario dei beni mobili ecclesiastici, Ana-
grafe Musei, Intranet Scrivania virtuale
TICHETTI Silvia
Centro di Assistenza sui Progetti dei Beni Culturali per le Diocesi. Referente per
l’assistenza sui contenuti nel settore Beni librari.

Membri
ACCORSI Sara
PBE – Biblioteca dell’Istituto superiore di scienze religiose Beato Contardo Ferrini,
Modena
BALLESTRA Laura
Biblioteca Mario Rostoni, LIUC – Università Carlo Cattaneo, Castellanza
Esperta di thesauri incaricata dell’ABEI
CABONI Alessandro
PBE – Biblioteca monastica dell’Abbazia territoriale di Santa Maria di Grottaferrata,
Grottaferrata (Roma); Biblioteca del Sacro Eremo Tuscolano, Monte Porzio Catone
(Roma)

132 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
CAPPELLI Giovanna
PBE – Biblioteca pubblica diocesana Pio XII, Teggiano (Salerno)
CAPUTO don Gianmatteo
Consulente dell’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici
Referente scientifico per i progetti di catalogazione delle opere d’arte e di archi-
tettura per l’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici
CICCARELLO Domenico
PBE – Biblioteca diocesana Giovanni Biagio Amico, Erice (Trapani)
CIOLLI Laura
Incaricata URBE – Unione Romana Biblioteche Ecclesiastiche
Biblioteca della Pontificia Università Lateranense
DEBANNE GIORGI Marta
Incaricata URBE
Direttrice della Biblioteca della Pontificia Università Gregoriana
GALEFFI Agnese
Scuola vaticana di Biblioteconomia. Docente di Teoria e tecnica della catalogazione
e della classificazione
IANNIELLO Patrizia
PBE – Biblioteca pubblica diocesana Pio XII, Teggiano (Salerno)
MARTINELLI Andrea
PBE – Biblioteca diocesana di Ascoli Piceno, Ascoli Piceno
MONTESI Ivana
PBE – Biblioteca del Sacro Eremo Tuscolano, Monte Porzio Catone (Roma)
PEZZONI Martina
PBE – Biblioteca del Seminario vescovile di Lodi, Lodi
PIAZZALUNGA Silvia
PBE – Biblioteca del Seminario vescovile Giovanni XXIII, Bergamo
QUAQUARELLI Maura
PBE – Biblioteca abbaziale, Nonantola (Modena)
RISI Andrea
Biblioteca capitolare di San Giovanni in Persiceto (Bologna)
SIGNORE Laura
PBE – Biblioteca dell’Istituto universitario Sophia, Frazione Loppiano, Incisa in Val
d’Arno (Firenze)

LAVORI IN CORSO
Il gruppo per l’accrescimento e lo sviluppo del nuovo soggettario per i termini di ambito religioso | 133
PAOLA SVERZELLATI
STEVANIN Elisabetta
Biblioteca provinciale della Provincia di Cristo Re dei frati minori dell’Emilia Roma-
gna, Basilica-Santuario di Sant’Antonio da Padova, Bologna
SVERZELLATI Paola
PBE – Biblioteca del Seminario vescovile di Lodi, Lodi
Università Cattolica del Sacro Cuore. Docente di Bibliografia e Biblioteconomia
Incaricata ABEI
ZAGATTI frate Stefano
Biblioteca provinciale della Provincia di Genova dei frati Cappuccini, Santuario di
Santa Caterina da Genova, Genova
ZUCCHINI Elisabetta
Biblioteca provinciale della Provincia dell’Emilia-Romagna dei frati Cappuccini, San-
tuario San Giuseppe sposo di Maria, Bologna
Incaricata ABEI

134 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
1 In questa sede saranno utilizzati gli giugno si tenne invece la tavola
acronimi BNCF = Biblioteca rotonda su Le scienze religiose e la
nazionale centrale di Firenze; SBN = ricerca semantica negli OPAC:
Servizio bibliotecario nazionale; PBE studiosi e bibliotecari in dialogo, cui
= Polo SBN di biblioteche parteciparono Laura Ballestra,
ecclesiastiche; UNBCE = Ufficio Alberto Cozzi, Stefano Russo,
nazionale per i beni culturali Leandra Scappaticci, Silvano Danieli,
ecclesiastici. Illustra qui il Sistema Giuseppe Tabarelli.
Nuovo Soggettario e in particolare il 4 Vedi il contesto normativo di
Thesaurus sviluppato dalla BNCF riferimento, qui sotto, Appendice 2.
l’intervento di Anna Lucarelli; il sito 5
internet del Nuovo Soggettario Vedi qui sotto, Appendice 1.
all’URL http://thes.bncf.firenze. 6 Celebre e sempre validissima la
sbn.it/index.html. Per conoscere definizione di bene culturale data
l’attività del PBE si consulti il sito dalla Commissione Franceschini nella
internet all’URL Dichiarazione I, Patrimonio culturale
http://www.polopbe.it/. Infine, il sito della Nazione, dopo due anni di
dell’ABEI all’URL http://www.abei.it/. indagine (1964-1966) sul patrimonio
2 Isolina Baldi coadiuva Anna Lucarelli culturale italiano: COMMISSIONE
D’INDAGINE PER LA TUTELA E LA
nel coordinamento generale del
VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO
Sistema Nuovo soggettario e si
STORICO, ARCHEOLOGICO, ARTISTICO E
occupa della costruzione del
DEL PAESAGGIO, Per la salvezza dei
Thesaurus BNCF.
beni culturali in Italia. Atti e
3 Nel convegno di Chieti la sessione documenti, I, Roma, Colombo, 1967, p.
pomeridiana del 22 giugno fu infatti 22. La definizione è stata inclusa
dedicata a La ricerca semantica e le anche nel Codice dei beni culturali e
scienze religiose: un problema aperto, del paesaggio (decreto legislativo 22
con gli interventi di Piero Cavaleri, gennaio 2004, n. 42), art. 2, comma 2,
Anna Lucarelli e M. Chiara Giunti, ma tralasciando l’aggettivo
Paul Weston; nella sessione del 23 «materiale».

LAVORI IN CORSO
Il gruppo per l’accrescimento e lo sviluppo del nuovo soggettario per i termini di ambito religioso | 135
PAOLA SVERZELLATI
LAVORI IN CORSO
La tecnologia a servizio del dialogo.
Il Sistema Archivistico Nazionale

Patrizia Ferrara
Direzione Generale per gli Archivi

Premessa
Il Sistema Archivistico Nazionale (SAN) è stato ideato
e promosso dalla Direzione generale per gli Archivi
(DGA) del Ministero per i beni e le attività culturali
(MiBac). È una dorsale informatica, che si pone come
punto di accesso primario alle informazioni esistenti sul
patrimonio archivistico italiano e come ponte di colle-
gamento con analoghi progetti nazionali ed internazio-
nali. La finalità sostanziale è quella di far conoscere le
risorse archivistiche del nostro paese, la loro disloca-
zione e come si possa accedervi, sia che si tratti di do-
cumentazione dello Stato sia di archivi non statali.
All’interno del SAN, dunque, sarà disponibile l’accesso ad
archivi informatizzati di natura eterogenea, oggi consul-

| 137
tabili separatamente; in particolare, si potrà accedere non solo ai sistemi
dell’Amministrazione archivistica, ma anche a quelli curati da Enti ed or-
ganizzazioni attente al proprio patrimonio documentario: anzitutto Re-
gioni, Province, Comuni, Università, Istituti culturali, Enti ecclesiastici e
pure sistemi di privati, Fondazioni o singole persone. In questo quadro
verranno stipulati dalla DGA accordi e convenzioni con gli enti possessori
degli archivi e dei relativi sistemi informativi, definendo di volta in volta le
modalità di interconnessione in coerenza con le tecnologie utilizzate dai
singoli enti. In tale ottica sono stati di recente avviati contatti tra Direzione
generale per gli Archivi e Ufficio beni culturali ecclesiastici della CEI fi-
nalizzati alla valorizzazione del software descrittivo CEI-Ar nel SAN e al
dialogo reciproco tra questo e altri sistemi di descrizione archivistica, che
hanno già aderito o aderiranno al Sistema Archivistico Nazionale.

Il SAN intende garantire l’accesso al patrimonio archivistico nazionale al


pubblico più vasto possibile e, oltre ad offrire la possibilità di ricerca sul-
l’intero patrimonio informativo del Portale, consente di ricercare specifici
contenuti (anche per aree tematiche) all’interno del patrimonio archivi-
stico italiano, utilizzando strumenti tecnologicamente evoluti. Prevede
inoltre – come già accennato - l’interconnessione con altri portali/archivi
(esistenti o nuovi), che consente il recupero di risorse dal web, l’harve-
sting dei sistemi aderenti, l’importazione ed esportazione di dati relativi
alle risorse archivistiche e la gestione delle informazioni bibliografiche. Il
progetto include anche l’unificazione dei tre sistemi dell’Amministrazione
archivistica (SIAS, SIUSA, Guida Generale degli Archivi di Stato) in un
unico Sistema Archivistico Statale (SAS), attualmente in fase di sviluppo.

Le fasi di avvio del progetto


Il SAN è nato nel 2009 ed è attualmente al collaudo1. La sua progetta-
zione prende concretamente avvio alla fine del 20082 con la stipula tra

138 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
DGA ed RTI3 del contratto esecutivo per la Progettazione, realizzazione
e gestione di servizi e siti web e conduzione sistemi in favore delle Pub-
bliche Amministrazioni, nell’ambito del “Sistema Pubblico di Connettività”.
Il progetto è stato sviluppato, in qualità di partner tecnologico dell’Am-
ministrazione, da Engineering Ingegneria Informatica spa.

Il quadro di riferimento istituzionale del sistema è costituito da diversi


soggetti (MiBac-DGA, Regioni, Province autonome di Trento e Bolzano,
province e comuni), che interagiscono nel rispetto della normativa in vi-
gore in materia di beni culturali4 e degli accordi (sul censimento e in-
ventariazione del patrimonio archivistico) del 27 marzo 2003 e (sulla
promozione e attuazione del SAN) del 25 marzo 2010, stipulati nell’am-
bito della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni,
le Province autonome di Trento e Bolzano, ANCI (Associazione Nazio-
nale Comuni Italiani) e UPI (Unione delle province d’Italia).

Determinante ai fini della realizzazione del sistema è stato il lavoro di


alcune commissioni e sottocommissioni SAN appositamente istituite
nel 2009, che hanno definito:
1. i formati degli elementi che concorrono alla descrizione degli archivi,
con riferimento alle ISAD(G) e alle ISAAR (CPS) e alle EAD ed EAC,
2. i tracciati per lo scambio dei dati tra sistemi,
3. le intestazioni di autorità,
4. i metadati degli oggetti digitali5.

Caratteristiche del SAN


Il Catalogo delle risorse archivistiche: un serbatoio contenente le descri-
zioni dei soggetti conservatori, dei soggetti produttori, dei complessi ar-
chivistici e degli strumenti di ricerca elaborate da altri sistemi e
comunicate al SAN attraverso i tracciati di scambio e con le modalità pre-

LAVORI IN CORSO
La tecnologia a servizio del dialogo. Il Sistema Archivistico Nazionale | 139
PATRIZIA FERRARA
viste dai protocolli che saranno siglati dai responsabili dei sistemi aderenti;
il catalogo contiene anche la lista di autorità dei soggetti produttori6.
La Digital library, che descrive e spesso contiene fisicamente le risorse
digitali, cioè documenti di vario genere e tipologia, descritti e rintraccia-
bili sulla base di metadati, definiti ad opera dell’apposita sottocommis-
sione prima citata. Ciascun documento riprodotto è contestualizzato per
la sua appartenenza ad un archivio e ad un progetto di digitalizzazione.
La Bibliografia rilevante per il settore degli Archivi, con collegamento
al Sistema Bibliotecario Nazionale, ed, eventualmente, alle descrizioni
bibliografiche presenti nei sistemi aderenti.
L’Ambiente destinato ad accogliere contenuti redazionali, in partico-
lare le news e la parte narrativa dei percorsi di ricerca e dei portali
tematici.

Modalità di ricerca
Esiste una duplice modalità di accesso alla ricerca: cartografica o te-
stuale. Per il primo tipo, è possibile ricercare i soggetti che hanno pro-
dotto gli archivi, a partire da un Atlante storico scandito dagli anni dei
trattati di pace che hanno influenzato la struttura degli stati preunitari
e dello stato unitario, a partire dalla pace di Lodi del 1454. Si tratta di
un modulo proposto dal sistema informativo Guida Generale degli Ar-
chivi di Stato, dalle antiche magistrature degli stati preunitari ai mini-
steri dell’Italia unita, che SAN ripropone.

Per il secondo tipo di ricerca, quella testuale, è possibile ricercare:


– i soggetti che hanno prodotto gli archivi;
– i soggetti che li conservano
– gli archivi stessi
– i singoli documenti conservati nella digital library, presenti, o da re-
moto.

140 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
Qualunque sia la modalità della ricerca intrapresa, il SAN fornisce le
descrizioni “alte” dei complessi archivistici (quelli di primo livello) e una
prima informazione, rinviando il ricercatore ai sistemi che forniscono
l’informazione completa; la ricerca può essere continuata all’interno
dei singoli sistemi. Ciascuna ricerca può essere raffinata attraverso
l’uso di svariate combinazioni di filtri in successione. È data anche la
possibilità di una ricerca alla GOOGLE, digitando uno o più lemmi
nell’apposito spazio, che investe tutti gli ambienti in cui il SAN si sud-
divide, anche i contenuti redazionali.

Sistemi di popolamento del SAN


a) Back Office:
Sistema di Gestione dei Contenuti, che consente la gestione dei
contenuti del Sistema, tramite CMS, in particolare: contenuti istitu-
zionali; glossario; news; community

Sistema di BackOffice redazionale, che consente la gestione delle


seguenti sezioni del portale: Risorse archivistiche; liste di autorità;
Archivio digitale; Risorse bibliografiche

b)L’interconnessione (import/export risorse archivistiche):


Servizi di interconnessione accessibili da interfaccia web, che con-
sentono di caricare nel catalogo i flussi basati sullo standard SAN ri-
cevuti dai sistemi federati, di effettuare esportazioni, nel formato XML
CAT, delle risorse archivistiche presenti in SAN e i relativi resoconti

OAI – PMH (Open Archives Iniziative Protocol for Metadata Harve-


sting) che permette la gestione dei data provider aderenti al SAN
che espongono l’interfaccia OAI-PMH, la pianificazione delle attività
di harvesting sui data provider aderenti che risultano attivi; consente,

LAVORI IN CORSO
La tecnologia a servizio del dialogo. Il Sistema Archivistico Nazionale | 141
PATRIZIA FERRARA
inoltre, di operare le richieste esplorative e di effettuare il monito-
raggio delle attività di harvesting

Importazione Metadati oggetti digitali, che consente di caricare


nell’Archivio digitale i metadati descrittivi, gestionali e amministrativi
conformi allo standard METS SAN associati agli oggetti digitali

Importazione risorse bibliografiche, che consente di caricare nella base


dati i flussi conformi a standard SBN ricevuti dai sistemi federati

Sistemi attualmente aderenti a SAN


(i cui dati sono inseriti nel sistema):
– Guida Generale Archivi di Stato (dal 23.3.2011)
– SIAS (Sistema Informativo Archivi di Stato) (dal 6.5.2011)
– SIUSA (Sistema Informativo Unificato delle Soprintendenze archi-
vistiche) (dal 4.5.2011)
– SIASFI, SIASBO, SIASVE (da marzo/aprile 2011)
– Lombardia Beni Culturali (dal 3.5.2011)

Quantità dei dati attualmente caricati in SAN:


– Soggetti conservatori 10.359
– Soggetti produttori 53.212
– Complessi archivistici 60.997
– Strumenti di corredo (inventari, guide,ecc.) 9.302
– Oggetti digitali (foto, video, audio, documenti, 2.683
pdf, ecc.) con relativi metadati

Portali tematici in SAN


Grande importanza e visibilità è data ai portali tematici, visti come un
particolare aiuto alla ricerca e un luogo nel quale rappresentare in ma-

142 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
niera organizzata, con riferimento al tema prescelto – come nel caso
degli archivi delle imprese italiane, o della moda - descrizioni conte-
nute nel catalogo delle risorse e documenti contenuti nell’archivio
delle immagini digitali per portarle in evidenza, corredandole di altri
aiuti, quali dossier specifici, predisposti da esperti, che illustrano il
tema trattato. I portali tematici realizzati o in fase di avanzata realizza-
zione attualmente sono cinque:
– “Archivi di impresa”: fonti archivistiche (relative a più di 1200 archivi
d’impresa); fonti bibliografiche, testi, immagini, audio, video dal 1861
a oggi, provenienti da archivi di piccole, medie e grandi imprese;
– “Rete degli archivi per non dimenticare”: fonti archivistiche e biblio-
grafiche sul terrorismo, sulla violenza politica e sulla criminalità or-
ganizzata in Italia dal 1946 a oggi;
– “Archivi della Moda del ‘900”: fonti archivistiche, bibliografiche, ico-
nografiche, audiovisive, conservate presso diversi soggetti afferenti
al mondo della moda;
– “Archivi di Musica”: fonti archivistiche, approfondimenti biografici,
percorsi tematici, cronologia sulla musica del Novecento e sulla mu-
sica popolare;
– “Archivi di Architettura”: fonti archivistiche, approfondimenti biogra-
fici, progetti immagini sugli archivi di architetti e ingegneri del No-
vecento.

Inoltre, il SAN dà accesso all’ ”Archivio Storico Multimediale del Me-


diterraneo”, che propone e promuove la rilettura della storia del Medi-
terraneo del secondo Millennio, attraverso una vastissima mole di
documenti e collezioni cartografiche, conservati negli archivi storici
dell’Italia e dei Paesi del Mediterraneo. Le fonti sono state opportu-
namente digitalizzate, schedate, organizzate e immesse nell’omonimo
portale multilingue (inglese, francese, spagnolo, arabo ed ebraico) do-

LAVORI IN CORSO
La tecnologia a servizio del dialogo. Il Sistema Archivistico Nazionale | 143
PATRIZIA FERRARA
tato di innovative funzioni di ricerca di Knowledge Management. Si
tratta in particolare di 64.621 schede per un totale di 456.583 immagini
digitalizzate; i toponimi censiti sono 11.000 e 105.000 sono i soggetti
produttori e attori (quali testes, rogatari, autori, destinatari, etc.).

SAN e CEI-Ar
Nel quadro di collaborazione per favorire la conservazione e la con-
sultazione degli archivi di interesse storico, sono state sviluppate ini-
ziative per la condivisione dei progetti mirati alla definizione comune
di standard descrittivi. Nell’apposito gruppo di lavoro del Sistema Infor-
mativo Unificato delle Soprintendenze Archivistiche (SIUSA), sin dal-
l’avvio del progetto nel 2002, è stato presente un membro della CEI,
condividendo discussioni e problematiche sulla descrizione e sulla
rappresentazione delle informazioni sul web.
Nel 2006 è stata avviata con la CEI la definizione di un formato per
l’importazione dei dati (dei soli livelli alti) da Cei-Ar - applicativo svi-
luppato ed utilizzato dalla CEI per l’inventariazione dei beni - al SIUSA.
Nel 2007 sono state realizzate sperimentazioni di caricamento con ri-
sultati positivi, anche se le informazioni presenti nella banca dati di
origine dovevano essere ulteriormente riviste sulla base delle modalità
di compilazione del SIUSA.
Recenti incontri con Mons. Stefano Russo, Nuccio Castorina, Giovanni
Silvestri, Francesca D’Agnelli e rappresentanti della Direzione Gene-
rale hanno riavviato il dialogo per concretizzare in ambito SAN la col-
laborazione impostata negli anni passati, con l’obbiettivo comune di
non vanificare l’esperienza effettuata, ma di far tesoro di quanto con-
solidato in precedenza per accelerare un concreto dialogo tra i si-
stemi.

144 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
1 La Commissione di collaudo Ufficiale n. 45 del 24 febbraio 2004 –
nominata nel dicembre 2010 è Supplemento Ordinario n. 28, art. 17,
costituita da Marina Giannetto, in c. 2: “Le procedure e le modalità
qualità di presidente, e da Maurizio di catalogazione sono stabilite
Savoja e Stefano Vitali in qualità con decreto ministeriale.
di membri. A tal fine il Ministero, con il concorso
2 Basilare per tale avvio sono stati il delle regioni, individua e definisce
finanziamento triennale ottenuto con la metodologie comuni di raccolta,
legge speciale 291/2003, finalizzato scambio, accesso ed elaborazione
proprio alla costituzione del Sistema dei dati a livello nazionale e di
Archivistico Nazionale, e l’attività integrazione in rete delle banche
pionieristica di una prima Commissione dati dello Stato, delle regioni e degli
incaricata di avviare il progetto, tra i cui altri enti pubblici territoriali”.
membri si ricordano Daniela Grana, 5 La Sottocommissione sui metadati
Pierluigi Feliciati, Maria Grazia Pastura, degli oggetti digitali ha completato
Euride Fregni, Giuseppe Mesoraca, i suoi lavori alla fine del 2010.
Maurizio Savoja, Stefano Vitali, attività Pertanto il caricamento degli oggetti
che ha portato alla stesura di un primo digitali nel sistema è iniziato a livello
piano dei fabbisogni. sperimentale nel 2011.
3 La sigla RTI sta per Raggruppamento 6 Dal momento che la Commissione
Temporaneo di Imprese con “Telecom nazionale incaricata di fissare
Italia spa” (capogruppo), “ElsagDatamat le regole generali per la definizione
(ora Selex Elsag) spa” e “Engineering delle liste di autorità sta
Ingegneria Informatica spa”. completando ancora i suoi lavori,
4 Cfr. Codice dei beni culturali e del sono state considerate d’autorità
paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 – nel caricamento dei dati utili per la
della legge 6 luglio 2002, n. 137, sperimentazione e per il collaudo – le
decreto legislativo 22 gennaio 2004, denominazioni di Guida Generale e
n. 42, pubblicato nella Gazzetta SIUSA.

LAVORI IN CORSO
La tecnologia a servizio del dialogo. Il Sistema Archivistico Nazionale | 145
PATRIZIA FERRARA
LA TECNOLOGIA A SERVIZIO DEL DIALOGO.
Alcune riflessioni

Padre Emanuele Boaga


Direttore dell’Archivio Generale dei Carmelitani di Roma, Associazione Archivistica Ecclesiastica

1. Il tema presenta aspetti assai delicati e complessi, nei


quali si intrecciano questioni già emerse in passato
e altre nuove, proprio in riferimento alla tecnica scelta
allo scopo. Nel presente intervento si offrono alcune
osservazioni di carattere generale, e poi altre per gli
aspetti specifici negli archivi ecclesiastici di interesse
storico, anche se vari punti sono validi anche per gli
archivi correnti, su cui è necessario un discorso a
parte sia a livello tecnico sia giuridico.
2. Prima di tutto, in questi ultimi decenni vi è una mag-
giore attenzione da parte dei responsabili degli ar-
chivi ecclesiastici sulle questioni che coinvolgono la
tutela, la conservazione e la fruizione del patrimonio
archivistico.

| 147
3. L’introduzione dell’informatica e del digitale negli archivi ecclesia-
stici, e non solo in essi, ha suscitato reazioni diverse, e si registra
un mutamento in parte del rapporto tra archivista e archivio, tra stu-
dioso o ricercatore e documentazione archivistica, specialmente ri-
guardo al modo di lavorare e alla svolta culturale che le tecniche
comportano. Su ciò è bene ricordare quanto è accudato con l’intro-
duzione selvaggia dell’uso dell’informatica negli archivi che ha ca-
ratterizzato un recente passato, e in alcuni casi è tuttora presente
anche con l’introduzione del digitale, senza tener conto della com-
plessità di situazione e diversità tipologica degli archivi ecclesiastici
e della storia delle singole relative istituzioni ecclesiastiche.
4. Molti archivi ecclesiastici, prima ancora di CEI-Ar, si erano forniti di
software, essenzialmente per inventariare, con le tre fasi di inven-
tario, catalogo (con parole chiavi utili per reperire informazioni) e ri-
produzione di documenti da mettere in rete.
L’aiuto però che le nuove tecnologie informatiche possono dare agli
archivi si rivolgono anche ad altri campi, favorendo così ancor più la
conservazione e la fruizione della documentazione archivistica.
5. Il dialogo permesso dalle nuove tecnologie si riassume intorno a
tre punti: l’accesso alla documentazione degli archivi ecclesiastici
d’interesse storico, la fruibilità di tale documentazione per motivi di
studio o scopo divulgativo, e infine anche la sua riproduzione ad uso
commerciale.
6. Di conseguenza, il dialogo in rete tra archivio di interesse storico e
utente per essere fruttuoso deve tener conto di tutta una serie di
osservazioni che vengono specificate nell’intervento.
7. In questo contesto di accesso e consultazione in rete a tutti gli inte-
ressati (archivista, studioso, ricercatore, ecc.), oltre al puro fatto tec-
nico e alle esigenze archivistiche, si deve tener conto anche degli
aspetti giuridici messi in rilievo nella legislazione civile ed ecclesia-

148 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
stica. Pertanto deve essere chiara e nota la legislazione non solo ci-
vile, ma anche quella ecclesiastica, tenendo conto che alcuni termini,
come “ente pubblico”, hanno accezioni diverse nelle due legislazioni.
8. Una questione particolare, che non si può dimenticare, è l’acquisi-
zione, a scopo di studio e ad uso commerciale, parte dell’utente nel
proprio computer delle riproduzioni dei documenti messi in rete dagli
archivi ecclesiastici di interesse storico, e accessibili attraverso i vari
livelli. Al riguardo le norme dettate dalle rispettive autorità ecclesia-
stiche mostrano una tendenza verso atteggiamenti comuni.
9. Ovviamente quando parte del materiale non possa, come nei casi
dei registri sacramentali, o non debba essere fruibile da ogni utente,
occorre inserire chiavi di accesso e richiesta di autorizzazione spe-
cifica da parte della rispettiva autorità ecclesiastica competente.

LA TECNOLOGIA A SERVIZIO DEL DIALOGO.


Alcune riflessioni | 149
EMANUELE BOAGA
LA TECNOLOGIA A SERVIZIO DEL DIALOGO.
CEI-Ar: un progetto di riordino
e descrizione degli archivi storici a
servizio della comunità ecclesiale

Francesca Maria D’Agnelli


Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici

Il 4 giugno 2004 è stato presentato a Roma il Progetto


proposto dall’Ufficio Nazionale per i beni culturali della
Segreteria Generale della Conferenza Episcopale Ita-
liana (in seguito UNBCE) agli archivi storici ecclesiastici
e in particolare a quelli diocesani, denominato CEI-Ar.

L’invito si inserisce all’interno di una più ampia iniziativa


che si propone il censimento sistematico del patrimonio
culturale ecclesiastico - beni storici e artistici, archivi-
stici, architettonici e librari - attraverso la condivisione
del metodo di lavoro e di strumenti informatici in modo
da realizzare banche dati consistenti, uniformi e di
buona qualità scientifica che possano prestarsi a ap-
profondimenti pastorali e tematici.

| 151
Queste iniziative hanno preso concretamente avvio dalla stipula della
Intesa1 del 1996, poi specificata e approfondita rispetto al settore ar-
chivistico e a quello bibliotecario2 nel 2000. Mentre l’Intesa del 13 set-
tembre 1996 si limitava a porre alcune premesse essenziali in vista
della collaborazione, identificando i soggetti, le forme e le procedure
della collaborazione tra Stato e Chiesa Cattolica, la nuova Intesa entra
nel merito della collaborazione, identificando le forme di collabora-
zione in riferimento a due settori ben determinati dei beni culturali, gli
archivi di interesse storico e le biblioteche appartenenti ad enti e isti-
tuzioni ecclesiastiche, allo scopo di agevolarne e favorirne la conser-
vazione e la consultazione3.

L’UNBCE ha ritenuto opportuno abbracciare fin dalle prime fasi di que-


sti progetti di censimento lo strumento informatico, che ha ereditato il
nome stesso del progetto, come inevitabile supporto per la raccolta e
la messa e disposizione dei dati e questo in ottemperanza a quanto
previsto per una fattiva collaborazione tra Stato e Chiesa Cattolica che
trova attuazione con l’inventariazione del patrimonio documentario e
archivistico, nel contesto delle operazioni di ricognizione effettuate dalle
Soprintendenze archivistiche e in occasione di mostre4.

L’iniziativa promossa e coordinata dall’UNBCE è, come consueto, diret-


tamente realizzata dagli istituti ecclesiastici aderenti, che hanno respon-
sabilità diretta sul lavoro, provvedono ad individuare le professionalità
da coinvolgere, verificano tempi e costi del progetto

L’UNBCE, quale coordinatore del progetto, ha istituito presso l’Ufficio


Nazionale un Gruppo di Lavoro (in seguito GdL), con il Professor Paul
Gabriele Weston referente scientifico, che vede la partecipazione di
esperti archivisti, e di altri settori dei beni culturali, e di informatici in

152 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
modo da indirizzare il progetto al meglio, nel rispetto degli standard
nazionali e internazionali, e secondo le più aggiornate possibilità tec-
nologiche. Un aspetto che non si perde mai di vista è il dialogo tra le
diverse banche dati ecclesiastiche dei beni culturali, le banche dati
archivistiche realizzate con altri strumenti informatici e la costante at-
tenzione agli strumenti di fruizione dei dati raccolti. Fra le assolute
priorità del GdL emerge l’attenzione costante e sempre più crescente
verso le possibili “letture” pastorali del lavoro archivistico.

Per partecipare al progetto è necessario inoltrare domanda scari-


cando i moduli dal sito dell’UNBCE5. Una volta ricevuta l’approvazione
della domanda di adesione, l’archivio frequenta una giornata di intro-
duzione all’uso del software, che si tiene a Roma 2-3 volte all’anno, e
riceve così il software potendo avviare il lavoro. È anche stato attivato
il servizio di e-learning che fornisce dispense, slide illustrative, filmati
e lezioni audio-video oltre a lasciar spazio ad eventuali sessioni live.

Il progetto vede in questo momento la partecipazione di 213 archivi


ecclesiastici, di cui 144 diocesani e 69 pontifici, regolari e congrega-
zionali. Le adesioni giungono costantemente e comportano l’ingresso
di una quindicina di nuovi archivi all’anno (Fig. 1-2). L’adesione è ugual-
mente diffusa su tutto il territorio italiano, con picchi nel Lazio dove
c’è un’intensa attività legata al progetto (Fig. 3)

Dalla periodica indagine svolta dall’assistenza risulta che gli archivi


diocesani impegnati nel progetto CEI-Ar sono orientati come primo
approccio alla realizzazione del riordino e alla descrizione dei fondi,
mentre una percentuale più circoscritta è già nella condizione di pro-
cedere con un inventario analitico.

LA TECNOLOGIA A SERVIZIO DEL DIALOGO.


CEI-Ar: un progetto di riordino e descrizione degli archivi storici a servizio della comunità ecclesiale | 153
FRANCESCA MARIA D’AGNELLI
Fig. 1 Andamento
delle adesioni al
progetto CEI-Ar dal
2004 ad oggi

Fig. 2 Adesione degli


archivi storici
diocesani al progetto
CEI-Ar

154 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
Fig. 3 Quadro delle
adesioni al progetto
CEI-Ar diviso per
Regioni
ecclesiastiche

Il progetto è supportato da un’assistenza coordinata dall’UNBCE dove,


oltre alla formazione, si offre sostegno per la corretta impostazione
dell’intervento, per eventuali incertezze compilative e per eventuali pro-
blemi informatici. L’assistenza è erogata attraverso un helpdesk mul-
ticanale, numero verde, email, e forum dei beni culturali archivistici6.
Inoltre, all’interno della rete Intranet curata dal Servizio Informatico
della CEI, è possibile realizzare interventi immediati tramite assistenza
tecnica passiva, videoconferenza, chat, monitorare la propria progres-
sione del lavoro, consultare la banca dati relativa alla propria Diocesi.

L’UNBCE intrattiene rapporti con le istituzioni pubbliche preposte, con


la Direzione Generale Archivi del Ministero per i beni e le attività cul-
turali, con le associazioni di settore, come l’Associazione Archivistica
Ecclesiastica7, e funge da raccoglitore delle segnalazioni giunte dalle

LA TECNOLOGIA A SERVIZIO DEL DIALOGO.


CEI-Ar: un progetto di riordino e descrizione degli archivi storici a servizio della comunità ecclesiale | 155
FRANCESCA MARIA D’AGNELLI
Diocesi e dalle Regioni ecclesiastiche, in modo da farsi portavoce
delle necessità più significative presso gli istituti specifici e procedere
in una direzione condivisa. Rispetto al Ministero è attivo un rapporto
di costante scambio ed aggiornamento delle iniziative nel rispetto
delle reciproche competenze; in linea con tali avvertenze il software
CEI-Ar è stato sviluppato nel pieno rispetto degli standard nazionali e
internazionali di descrizione archivistiche: ISAD (G) – International
Standard Archival Description (General) e ISAAR (CPF) – Internatio-
nal Standard Archival Authority Records (Corporate, Bodies, Persons,
Families), dispone di export SIUSA e EAD. Sono allo studio ulteriori
interventi che permettano il dialogo con il SAN del MiBAC.

Il software CEI-Ar è un sistema di descrizione dinamico molto vicino alle


tradizionali abitudini di lavoro degli archivisti. L’Ufficio Nazionale ha inteso
realizzare per il progetto un software con diverse caratteristiche peculiari
per le realtà ecclesiastiche, tra le quali spiccano due di grande interesse
per l’indirizzo culturale che l’Ufficio vuole dare agli istituti culturali ade-
renti: da una parte la necessità di programmare l’intervento chiarendo
fin dall’inizio i limiti del lavoro in modo da agire uniformemente all’interno
della banca dati (la programmazione riguarda sia la profondità della de-
scrizione dal livello fondi al livello unità archivistiche sia il dettaglio dei
campi per singola scheda); dall’altra lo strumento necessita di estrema
professionalità da parte di chi lo utilizza e questo impone che ad occu-
parsi dei progetti archivistici diocesani siano archivisti professionisti.

Per queste caratteristiche CEI-Ar si presta bene a successivi inter-


venti programmati sulla stessa realtà, partendo da livelli descrittivi ge-
nerali per poi scendere a quelli più specifici, e cominciando da
descrizioni sintetiche per poi arricchire di ulteriori dati le informazioni
raccolte. Obiettivo non secondario dell’UNBC è quello di responsabi-

156 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
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lizzare le Diocesi in modo che coinvolgano sempre di più personale
specializzato, ecclesiastico o laico, destinando anche attenzione pro-
gettuale e risorse personali ed economiche.

Il progetto dedicato al riordino e la descrizione degli archivi storici ec-


clesiastici ha prestato attenzione alla valutazione del recupero di ban-
che dati informatizzate pregresse, ed ha ulteriormente arricchito le
riflessioni e gli sviluppi riguardanti le intestazioni d’autorità parteci-
pando alla Commissione per le NIERA, di cui si occupa in questo
stesso volume Maria Teresa Rizzo (Fig. 4).

L’attività di censimento sul territorio ha già prodotto, allo stato attuale,


76 banche dati, mentre altre sono in lavorazione. Queste banche dati
sono consultabili attraverso l’Anagrafe degli Istituti culturali ecclesia-

Fig. 4 Quadro delle


attività del progetto
CEI-Ar

LA TECNOLOGIA A SERVIZIO DEL DIALOGO.


CEI-Ar: un progetto di riordino e descrizione degli archivi storici a servizio della comunità ecclesiale | 157
FRANCESCA MARIA D’AGNELLI
Fig. 5 Dalla raccolta
dei dati alla fruizione
e i servizi del portale
archivistico

stici, www.chiesacattolica.it/anagrafe, e troveranno più efficace visi-


bilità e disporranno di servizi all’interno del portale archivistico, breve-
mente presentato in questa stessa pubblicazione da Giovanni Silvestri.
Il portale archivistico convoglierà nel portale trasversale dei beni cul-
turali ecclesiastici dove oltre a poter interrogare banche dati di beni
diversi – archivistici, architettonici, storico e artistici e librari- saranno
attivati ulteriori servizi e percorsi tematici (Fig. 5).

A proposito dell’Anagrafe ecclesiastica ricordo che è attualmente po-


polata da 659 archivi, di cui 226 diocesani. La gestione delle descri-
zioni compete direttamente al responsabile dell’istituto che attraverso
l’accesso al sistema con utente e password può integrare e aggior-
nare i dati relativi al proprio istituto in tempo reale.

158 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
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1 Intesa 26 settembre 1996 relativa alla quesiti a riguardo dell’attività in corso
tutela dei beni culturali di interesse con visibilità esclusiva fra diocesi ed
religioso appartenenti ad enti e esperto CEI che risponde, questa
istituzioni ecclesiastiche. sezione s’intreccia con la terza che
2 Intesa 18 aprile 2000 per la prevede, qualora le domande siano
conservazione e la consultazione giudicate d’interesse comune, la
degli archivi di interesse storico e visibilità a tutti gli utenti abilitati (faq).
delle biblioteche appartenenti ad enti La quarta ed ultima sezione è quella
e istituzioni ecclesiastiche. delle evidenze e raccoglie
3 informazioni provenienti tanto dai
Intesa 18 aprile 2000; Circolare n. 3.
documenti quanto dalle faq.
4 Intesa 18 aprile 2000; Circolare n. 3. 7 L’Associazione Archivisti Ecclesiastici
5 All’indirizzo http://www.chiesacatto- (nota con l’acronimo A.A.E.) nasce il 4
lica.it/beniculturali/attivita/00007277 febbraio 1956… Il 10 luglio 1956 ebbe
_Come_aderire.html. luogo presso l’Archivio Segreto
6 Il forum dei beni culturali, ad accesso Vaticano, che ha ospitato
protetto, è composto da quattro l’associazione nei propri locali fino al
sezioni. La sezione documentaria che 1972, l’assemblea dei soci che scelse
raccoglie tutto quanto emanato a maggioranza il nome che ancora
dall’Ufficio e talvolta da altre porta di “Associazione Archivistica
istituzioni competenti, per Ecclesiastica”, elesse il primo
l’inventariazione informatizzata. La Consiglio di Presidenza e approvò lo
seconda sezione è quella che Statuto... Si veda:
permette alle diocesi di formulare www.archivaecclesiae.org.

LA TECNOLOGIA A SERVIZIO DEL DIALOGO.


CEI-Ar: un progetto di riordino e descrizione degli archivi storici a servizio della comunità ecclesiale | 159
FRANCESCA MARIA D’AGNELLI
LA TECNOLOGIA A SERVIZIO DEL DIALOGO.
Verso un portale per gli archivi storici
ecclesiastici

Giovanni Silvestri
Responsabile del Servizio Informatico CEI

L’idea e la proposta di un portale per gli Archivi storici ec-


clesiastici nasce da una duplice spinta. La prima è il na-
turale sviluppo dei quattro principali progetti portati avanti
dall’UNBCE (Ufficio Nazionale per i beni culturali eccle-
siastici) volti alla tutela, conservazione e valorizzazione dei
beni storico-artistici, architettonici, librari e archivistici. In
secondo luogo dalla domanda proveniente dagli archivi
aderenti al progetto CEI-Ar di disporre di uno spazio web
che permetta la consultazione e corretta valorizzazione
delle banche dati prodotte in questi anni.
Con questa iniziativa, e ulteriori sviluppi che nasceranno
nell’ambito dei Beni culturali ecclesiastici e Comunica-
zione, si intende non solo rivolgerci ad un pubblico di
specialisti, ma anche ad un pubblico più generico, gra-

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zie a percorsi di ricerca guidati ed agevolati. Il portale intende offrire
sia una consultazione generalizzata su tutte le realtà territoriali sia un
approfondimento delimitato a ciascuna di esse, valorizzando le pecu-
liarità del suo specifico patrimonio documentario.

Vuole essere al contempo: un portale di un insieme di archivi storici


ecclesiastici ma anche un portale a disposizione di ciascuno di essi.
I dati che confluiscono in questa iniziativa di pubblicazione provengono
sia dal progetto CEI-Ar per il riordino e inventariazione degli archivi
ecclesiastici che dal progetto Anagrafe degli Istituti culturali ecclesia-
stici (www.chiesacattolica.it/anagrafe).

Prima di procedere alla pubblicazione dei dati, l’UNBCE interpella cia-


scun archivio storico aderente all’iniziativa per l’esplicita autorizzazione
alla pubblicazione web. Questo fa sì che ciascun istituto sia piena-
mente consapevole delle modalità di trattamento e pubblicazione dei
dati, che sono e rimangono di sua proprietà. Anche l’evoluzione stessa
del servizio vedrà protagonisti gli archivi aderenti, che ci segnaleranno
nuove esigenze e suggerimenti di modifica e miglioramento. Specifica
attenzione è posta all’apertura verso altri sistemi archivistici: con il
SIUSA è da tempo consolidato il protocollo di scambio dei dati; con il
SAN si stanno approfondendo le modalità.

I principali servizi e contenuti previsti per www.chiesacattolica.it/archi-


vistorici sono subito evidenti nella home page, (Fig. 1)
1. Informazioni istituzionali: ad esempio illustrazione del progetto di in-
ventario archivi CEI-Ar, modalità di adesione, attività istituzionali, in-
tegrazione con il progetto Anagrafe Istituti culturali ecclesiastici.
2. Area delle News: le informazioni vengono fornite direttamente dal
territorio, in un’ottica di valorizzazione del lavoro di ciascuna realtà.

162 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
Fig. 1 – Home page
del portale
archivistico

3. Area delle ricerche: suddivisa in ricerca libera e avanzata, che per-


mette degli approfondimenti secondo esigenze specifiche dell’utente.
4. Area dei percorsi o ricerche tipo degli utenti: proposta di alcuni per-
corsi volti a mostrare ai “non addetti ai lavori” gli utilizzi cui si presta
la documentazione d’archivio. Potranno essere implementati con il
lavoro condotto dai singoli archivi storici.
5. Area riservata, ancora tutta da realizzare e qui solo citata come voce
di future funzioni, come ad esempio: la Sala Studio, con la possibilità

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Verso un portale per gli archivi storici ecclesiastici | 163
GIOVANNI SILVESTRI
di prenotare il materiale da consultare e gestirne la messa a dispo-
sizione per la consultazione; la visualizzazione di particolari docu-
menti digitalizzati; il profilo personale, ad esempio per riutilizzo di
ricerche precedentemente effettuate.
6. Sono poi previste sezioni per: lo studio dei luoghi nel tempo, e “per-
sone e famiglie”, per ricerche genealogiche o biografiche.

Se per esempio effettuiamo una ricerca alla voce soggetti conserva-


tori della home page avremo le specifiche tra archivi diocesani, gene-
ralizi, capitolari, parrocchiali.
Da altra voce in home page si accede ai soggetti produttori dei docu-
menti d’archivio; si riportano ad esempio: parrocchia, curia vescovile,
mensa vescovile, capitolo, confraternita.

In un altro percorso, sempre a partire dalla home page, ci si addentra nelle


tipologie documentarie, ovvero quali documenti sono presenti e come si
consultano. Per esempio vediamo riportati: visite pastorali, registri di ma-
trimonio, stati delle anime, registri dei defunti, registri di battesimo.

Tra le caratteristiche di base di tutto il portale, che evidenzio con rife-


rimento a questa sezione, cito:
– gli RSS Feed, per una agevole fruizione degli aggiornamenti da
parte degli utenti;
– la disponibilità della versione testuale/accessibile di tutti i contenuti
del portale, peraltro generata automaticamente.

Ci soffermiamo sulla sezione “Ricerche tipo degli utenti” (Fig. 2), che
vuole offrire percorsi di ricerca in modalità immediatamente comprensibili
ed utili per un utente generico, quindi non necessariamente specialista.
Dall’analisi degli interessi e delle richieste documentarie effettuate

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Fig. 2 – Ricerche tipo
degli utenti

dagli utenti che quotidianamente visitano gli archivi ecclesiastici è


stato possibile ricavare alcuni profili di ricerche tipo, tra cui: artistiche,
economiche, genealogiche, storiche.
Andiamo sulle ricerche genealogiche (Fig. 3), di cui è riportata una
descrizione che ne chiarisce il significato, le tipologie documentarie
ed i soggetti conservatori di questo tipo di documentazione.

Possiamo proseguire con gli stati delle anime. Viene descritto: cosa
sono, la loro storia e i luoghi di conservazione e reperimento, cioè gli

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GIOVANNI SILVESTRI
Fig. 3 – Un esempio:
ricerche genealogiche

archivi parrocchiali. Si fa notare come questa pagina fa parte di un


percorso di approfondimento che appartiene a “Tipologie documen-
tarie”. Infatti i percorsi proposti a partire dalla Home page sono tra
loro collegati anche trasversalmente, ai diversi livelli.
Andiamo alla voce archivi parrocchiali. Troviamo la pagina di descri-
zione. Ne vediamo riportati alcuni esempi e il blocco di Ricerca pre-
impostato per la consultazione specifica sul database degli Istituti
Culturali, nella sezione degli archivi parrocchiali. Approfondiamo uno

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degli esempi riportati, cioe’ l’Archivio parrocchiale di S. Maria Assunta
e S. Giacomo Magg. Ap. < Romano di Lombardia > della Diocesi di Ber-
gamo (Fig. 4).

In figura 4 è la pagina descrittiva dell’archivio parrocchiale selezionato.


Per una sua descrizione come Istituto Culturale, si accede alla voce
Anagrafe.
Qui è riportata la scheda dell’archivio parrocchiale selezionato, pre-
sente nella banca dati dell’anagrafe degli Istituti culturali ecclesiastici
(Fig. 5). Questo collegamento trasversale tra le due banche dati evita
una duplicazione della scheda anagrafica dell’archivio parrocchiale in
questione.

Fig. 4 – Un archivio
parrocchiale

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Verso un portale per gli archivi storici ecclesiastici | 167
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Fig. 5 – Scheda
archivio parrocchiale
in anagrafe
ecclesiastica
(www.chiesacattolica.
it/anagrafe)

Torniamo alla pagina del nostro archivio parrocchiale di Santa Maria


Assunta e, dalla sezione apposita, accediamo alla documentazione di
tale archivio (Fig. 6). Sulla sinistra è riportato l’albero archivistico.
Andiamo sulla scheda Fondo con l’evidenza delle serie archivistiche
ed eventuali unità se presenti. A destra i particolari della scheda di
volta in volta selezionata, e qui vediamo la scheda completa del Fondo
in questione. Da notare che, in questo percorso fino alla scheda ar-
chivistica, l’utente è stato accompagnato passo passo ed introdotto

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Fig. 6 –
Documentazione
dell’archivio
parrocchiale

gradualmente ai diversi livelli di conoscenza ed approfondimento. Ve-


diamo ora un esempio di Ricerca, a partire dalla home page. Effet-
tuiamo una ricerca libera, inserendo le parole “PIO X”. Come risultato
otteniamo un elenco di Documentazione, appartenente a diversi livelli
di descrizione (organizzata nei diversi livelli): fondo, serie, unità archi-
vistiche, che vengono presentati distinti anche graficamente da spe-
cifiche icone. Approfondiamo una scheda Fondo della Parrocchia San
Pio X di Bergamo. Vediamo riportata la sua scheda completa. Infine
un esempio di Ricerca avanzata. Effettuiamo una ricerca per “Sog-
getto Conservatore” e limitiamo la ricerca alle Diocesi della regione
ecclesiastica Campania.
Si ottengono gli archivi storici diocesani della Campania, visualizzati
in forma di elenco.

Gli stessi archivi possono essere visualizzati in forma di galleria delle


immagini, come risultano nel portale degli istituti culturali ecclesiastici
(www.chiesacattolica.it/anagrafe)

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Verso un portale per gli archivi storici ecclesiastici | 169
GIOVANNI SILVESTRI
LA TECNOLOGIA A SERVIZIO DEL DIALOGO.
Servizio Bibliotecario Nazionale,
Polo SBN di Biblioteche
Ecclesiastiche e Anagrafe

Rosa Caffo
Direttrice dell’Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle biblioteche italiane

Nell’ambito dell’Intesa per la conservazione e consultazione


degli archivi di interesse storico e delle biblioteche appar-
tenenti ad Enti e Istituzioni ecclesiastiche, stipulata il 18
Aprile 2000 tra il Ministero per i Beni e le Attività culturali
e la Conferenza Episcopale Italiana e il successivo accordo
del 5 dicembre 2006 in materia di descrizione bibliografica
e trattamento delle raccolte appartenenti alle biblioteche
ecclesiastiche abbiamo avuto due importanti realizzazioni,
frutto di una stretta collaborazione tra l’Ufficio Nazionale
per i Beni Culturali Ecclesiastici (UNBCE) e l’Istituto Cen-
trale per il catalogo unico (ICCU) del MIBAC:
– Il protocollo di intesa MiBAC-CEI, siglato nel luglio
del 2008, che ha dato vita al polo delle biblioteche
ecclesiastiche

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– l’accordo tra l’Ufficio Nazionale per i Beni Culturali Ecclesiastici
(UNBCE) e l’Istituto Centrale per il catalogo unico (ICCU) del
MIBAC per l’interoperabilità e l’aggiornamento della base dati AICE
e della base dati Anagrafe delle biblioteche italiane realizzata dal-
l’ICCU, che sarà siglato in occasione della conferenza stampa pre-
vista per il 13 giugno 2011.

Il Servizio bibliotecario nazionale è la più grande infrastruttura nazio-


nale per la conoscenza e l’informazione culturale e scientifica. È un
progetto del Ministero per i beni e le attività culturali nato e sviluppa-
tosi grazie alla collaborazione con le Regioni e le Università. Per di-
mostrare l’importanza del sistema basta ricordare i dati:
71 poli che raggruppano 4.500 biblioteche italiane, 11 milioni di record
55 milioni di localizzazioni, 32 milioni di ricerche sull’OPAC andate a
buon fine nel 2010

Il Polo SBN di Biblioteche Ecclesiastiche (PBE) è entrato in produ-


zione a febbraio 2010. Ha notevolmente incrementato il numero delle
biblioteche passando dalle 55 dell’avvio in esercizio alle attuali 85 (+30
biblioteche in poco più di un anno).
Pur mantenendo l’impegno assunto dalla CEI di non imporre l’ade-
sione al nuovo Polo di biblioteche ecclesiastiche che avessero già
aderito a poli territoriali, il polo ha accolto la richiesta spontanea di al-
cune biblioteche già attive in SBN di trasferirsi sul Polo PBE.
L’applicativo che ha in uso è EOSWeb, applicativo sviluppato dalla
EOS International (California), che dalla Ifnet è stato dotato di un mo-
dulo di colloquio con l’Indice SBN tramite protocollo SBNMARC ed
adattato alle esigenze delle biblioteche ecclesiastiche, tanto che il
software modificato è individuato con il nome di CEI-Bib, come il pro-
getto da cui ha tratto origine. L’applicativo dispone di un proprio OPAC

172 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
http://www.ceibib.it/EOSWeb/OPAC/Index.asp che oltre alla consul-
tazione del catalogo locale, consente agli utenti registrati l’inserimento
da remoto delle richieste di servizi.

Il personale dell’ICCU ha erogato al Polo corsi di formazione sulla ca-


talogazione nel 2009 in SBN e sulla logica del colloquio con l’Indice
nel mese di febbraio 2010 subito prima dell’avvio in esercizio.
Tramite l’adesione al Servizio Bibliotecario Nazionale al terzo livello1, il
Polo, pur non allineandosi, contribuisce all’arricchimento del catalogo
collettivo. In merito all’attività del Polo, in poco più di un anno di attività
(febbraio 2010 - metà aprile 2011), si rilevano i seguenti dati:

ANNO CATTURE CREAZIONI % DI CATTURE % DI CREAZIONI


2010 161901 8909 94,78 5,22
2011 27032 2453 91,68 8,32

Interoperabilità della base dati AICE e della base dati Anagrafe delle
biblioteche italiane realizzata dall’ICCU
L’Anagrafe delle biblioteche italiane nasce dal progetto di censimento delle
biblioteche avviato agli inizi degli anni ’90 dall’allora Ufficio centrale per i
beni librari, al quale hanno dato la loro adesione le Regioni, le Università e
molte istituzioni culturali. La spinta iniziale è stata una forte esigenza cul-
turale di creare uno strumento d’informazione unitario ed aggiornato sulla
realtà bibliotecaria in Italia in modo da offrire una più agevole conoscenza
delle biblioteche, dei patrimoni bibliografici e dei servizi, non solo agli utenti
sia italiani che stranieri, ma anche agli stessi bibliotecari.
La cooperazione delle Regioni al progetto, è stata avviata mediante
l’accordo stabilito tra il Coordinamento degli assessori regionali alla
cultura e l’Ufficio centrale per i beni librari e gli Istituti culturali (oggi

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Servizio Bibliotecario Nazionale, Polo SBN di Biblioteche Ecclesiastiche e Anagrafe | 173
ROSA CAFFO
Direzione Generale per le Biblioteche, gli Istituti culturali e il Diritto
d’Autore). L’apporto è stato necessario ed in alcuni casi molto positivo,
perché ha dato sostegno al progetto sul territorio e ha consentito di
tessere la rete di conoscenze aggiornate sulle biblioteche.
Per le biblioteche ecclesiastiche, infine, prezioso è stato l’incontro con
l’Associazione bibliotecari ecclesiastici italiani (ABEI) che stava con-
ducendo anch’essa il censimento delle biblioteche appartenenti ad
enti ecclesiastici. Abbiamo infatti potuto non solo confrontare deno-
minazioni, enti, e alcune informazioni sulle biblioteche, ma anche rag-
giungere molte istituzioni che per vari motivi non avevano risposto al
censimento.

L’Istituto centrale per il catalogo unico (ICCU) ha assunto il compito


del coordinamento tecnico-scientifico dell’opera, con l’obiettivo di
creare uno strumento d’informazione generale, unitario ed aggiornato,
sulla realtà bibliotecaria in Italia mediante la realizzazione di una base
dati integrata nei servizi della rete del Servizio bibliotecario nazionale
e finalizzata anche alla pubblicazione del repertorio a stampa “Cata-
logo delle biblioteche d’Italia”. La serie dei volumi che raccolgono le
informazioni sulle biblioteche, suddivise per regione, è stata ultimata
e ha prodotto in totale 35 volumi. La base dati Anagrafe delle biblio-
teche italiane (consultabile all’indirizzo http://anagrafe.iccu.sbn.it e
anche tramite Internet Culturale e Cultura Italia) fornisce una serie di
dati sul complesso delle biblioteche italiane, che vanno da quelli ana-
grafici a quelli sul patrimonio e sui servizi, organizzati in modo tale che
ne sia facile la consultazione e l’aggiornamento in internet. Il quadro
sintetico della consistenza attuale della base dati è il seguente:

– biblioteche presenti in indirizzario 16913


– biblioteche censite 12367

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UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
La consistenza numerica più significativa è relativa alle biblioteche di
enti locali (6723), seguita dalle biblioteche dell’università (2587) e dalle
biblioteche degli enti ecclesiastici (1435).
La base dati Anagrafe può inoltre costituire anche un punto di riferi-
mento, una piattaforma unitaria, dalla quale partire per sviluppare suc-
cessive indagini, parziali o complessive, diverse per finalità e
caratteristiche: indagini statistiche del tipo dei censimenti anagrafici,
indagini di misurazione e valutazione dei servizi.
Attualmente ad esempio, su parte delle informazioni raccolte (numero
di biblioteche e suddivisione regionale, appartenenza amministrativa,
ripartizione geografica per regione e provincia, numero di volumi per
regioni, tipologia funzionale per regione) l’ICCU ha elaborato dati sta-
tistici che vengono forniti regolarmente all’ISTAT, per la pubblicazione
nell’Annuario Statistico italiano e nell’Annuario delle statistiche cultu-
rali, disponibile sia in rete che a stampa.
La necessità di mantenere la base dati aggiornata per poter rispon-
dere a tali finalità è evidente ed ha spinto l’ICCU da una parte a rea-
lizzare nuove funzionalità informatiche e dall’altra ad avviare nuove
forme di collaborazione possibili con le Regioni, con i ministeri, gli enti
e le istituzioni culturali.
In particolare é stato messo a punto un formato di scambio, conforme
alla specifica XML Schema, che consente importazione ed esporta-
zioni di dati con basi dati locali, in particolare:
-acquisizione di dati dalle fonti di informazioni istituzionali (basi dati
delle regioni, università, di enti) che possono correttamente fornire
l’aggiornamento relativo alle biblioteche di loro competenza;
-scarico dei dati dall’Anagrafe verso altre basi dati (delle regioni, delle
università, di altre istituzioni).
Tale formato pubblicato sul sito dell’ICCU, è già stato utilizzato per lo
scambio dati con la Regione Veneto e verrà utilizzato per lo scambio

LA TECNOLOGIA A SERVIZIO DEL DIALOGO.


Servizio Bibliotecario Nazionale, Polo SBN di Biblioteche Ecclesiastiche e Anagrafe | 175
ROSA CAFFO
dati con la l’Anagrafe degli istituti culturali ecclesiastici (relativamente
alle biblioteche ecclesiastiche) (AICE) dell’Ufficio nazionale per i beni
culturali ecclesiastici della CEI.
A tal fine sono state fornite da parte dell’ICCU le liste di biblioteche
ecclesiastiche presenti nella base dati Anagrafe delle biblioteche ita-
liane (attualmente sono presenti in base dati 1435 biblioteche eccle-
siastiche), il questionario di rilevamento dati e il tracciato per il formato
di scambio. L’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della
CEI in collaborazione con l’ICCU ha lavorato all’analisi delle liste di
voci controllate collegate ai campi del questionario di rilevamento, per
allineare i dati raccolti e facilitare lo scambio dei dati; la codifica defi-
nita dall’ICCU per le biblioteche italiane (codice ISIL), costituirà il co-
dice identificativo anche per le biblioteche ecclesiastiche.
A sua volta l’ICCU ha inserito nel tracciato della base dati Anagrafe
(come codice interno) il codice unico nazionale CEI per le biblioteche
ecclesiastiche.

Al codice ISIL sono legate tutte le informazioni sulle biblioteche. L’ICCU


è infatti dal 2009 “ISIL Registration Agency per l’Italia”. Il codice ISIL,
come è noto, è l’identificativo standard internazionale per le biblioteche
e le organizzazioni collegate come archivi e musei ed è ovviamente uti-
lizzato nella base dati Anagrafe. Inoltre l’ICCU ha progettato e sviluppato
un applicativo web open source, (in fase di test) che intende fornire a
tutte le regioni la possibilità di un aggiornamento costante, in particolare
a quelle regioni prive di una base dati locale. L’applicativo realizzato è
corredato dal formato di import/export con l’Anagrafe delle biblioteche
italiane e sarà reso disponibile per le regioni che non hanno una base
dati locale e che ne faranno richiesta; naturalmente dall’Anagrafe sa-
ranno esportati dei dati verso le regioni che adotteranno tale applicativo
al fine del popolamento iniziale delle relative basi dati.

176 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
Con questi strumenti l’ICCU intende creare le condizioni favorevoli ad
un regolare e costante aggiornamento della base dati, che però non
può prescindere dalla collaborazione con le istituzioni; proprio per que-
sto l’accordo tra l’ICCU e UNBCE è da ritenersi particolarmente im-
portante, data la significativa consistenza sul territorio di biblioteche
ecclesiastiche.

1 Il terzo livello di adesione prevede che propri finché non sono localizzati da
il Polo possa catturare e localizzare altri, perché non allineandosi non è
per possesso i documenti, creare abilitato a correggere i record
nuovi record, ma correggere solo i condivisi.

LA TECNOLOGIA A SERVIZIO DEL DIALOGO.


Servizio Bibliotecario Nazionale, Polo SBN di Biblioteche Ecclesiastiche e Anagrafe | 177
ROSA CAFFO
LA TECNOLOGIA A SERVIZIO DEL DIALOGO.
Biblioteche ecclesiastiche tra Polo
SBN (PBE) e Anagrafe degli Istituti
culturali (AICE): l’affermarsi
di un’identità aperta a nuove sfide

Francesca Maria D’Agnelli


Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici

Il Polo SBN di Biblioteche Ecclesiastiche (PBE)1, parte


del più ampio progetto a servizio delle biblioteche pro-
mosso e coordinato dall’Ufficio Nazionale per i beni cul-
turali ecclesiastici della CEI, ha avuto concreto avvio
nel 2010, ha connotazione tipologica, ed è diffuso in
tutta Italia2. Le basi del progetto affondano le radici in là
nel tempo. Ancor prima del 2006 quando c’è stato il con-
vegno di presentazione del progetto Le biblioteche ec-
clesiastiche. Lineamenti di un progetto condiviso3. Fin
dal titolo si traccia con evidenza la scelta metodologica
intrapresa e nel programma si legge quanto fossero ben
delineati i rapporti istituzionali intrecciati, quali fossero le
ricadute scientifiche e pastorali auspicate e quali i sup-
porti tecnologici necessari. Il progetto ha avuto fin dall’i-

| 179
nizio come referente scientifico Paul Gabriele Weston4. Se la condivi-
sione è evidente a livello istituzionale sono altrettanto chiare alcune
linee di sviluppo, il Servizio bibliotecario nazionale da una parte e il por-
tale bibliografico prima e trasversale dei beni culturali ecclesiastici dal-
l’altro5. Partecipare, condividere, collaborare senza perdere di vista la
propria storia, i propri caratteri distintivi, le proprie caratteristiche: solo
così l’apporto che si può offrire è veramente significativo e duraturo.
Gli elementi distintivi del progetto c’erano tutti fin da allora, quando
veniva messo a disposizione il software on-line per la catalogazione
e la gestione delle biblioteche aderenti.
A partire dal 2006 le attività si sono intensificate. Si è consolidata la
procedura d’ingresso al progetto delle biblioteche, è nato il Polo SBN
e si è definito metodologicamente il lavoro dello stesso, si è studiato
il possibile supporto per il recupero del pregresso6. Parallelamente si
è avviato il progetto per l’Anagrafe degli istituti culturali ecclesiastici,
biblioteche ma anche archivi e musei7, e si è ulteriormente approfon-
dito lo studio sugli Authority File, principalmente enti, persone e fami-
glie, che già coinvolgeva i beni storici e artistici, architettonici e
archivistici8.
Nel frattempo insieme al costante rapporto con il MiBAC, l’ICCU e
l’ABEI hanno preso vita nuove collaborazioni. Se con l’adesione al Ser-
vizio bibliotecario nazionale si guarda all’Italia, con l’utilizzo del formato
Marc21 si parla internazionale. Anche per coniugare queste istanze e
studiare sempre più punti di contatto e arricchimento reciproco, il Polo
SBN di biblioteche ecclesiastiche partecipa al Gruppo utenti italiani
del Marc219, e ai lavori dei sottogruppi che man mano si sono costituiti:
quello dedicato alle risorse elettroniche, quello dedicato alla catalo-
gazione del libro antico, quello dedicato alle risorse musicali a stampa
e in ultimo, il costituendo gruppo per la catalogazione delle registra-
zioni di autorità. Si è portato alla firma un prezioso accordo con la Bi-

180 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del XXI secolo. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
blioteca nazionale centrale di Firenze10 che ha previsto la formazione
di un Gruppo per l’accrescimento e lo sviluppo del Nuovo soggettario
relativamente ai termini di ambito religioso. I primi risultati del lavoro
aprono lo sguardo a prospettive estremamente interessanti, già illu-
strate brevemente alla Giornata Nazionale del 18 maggio 201111.
Concretamente il Polo SBN di biblioteche ecclesiastiche, certificato
al terzo livello per il libro antico e moderno, dispone di una articolata
serie di funzionalità (CEI-Bib derivata da EOS-Web International): il
modulo di catalogazione in dialogo diretto con l’Indice, il modulo di cir-
colazione che permette la gestione automatizzata del prestito e della
consultazione interna, i moduli per la gestione dei periodici e degli ac-
quisti, che consentono di gestire e archiviare le informazioni relative
all’acquisto del materiale per la biblioteca e ai fornitori. Attualmente si
sta procedendo inoltre alla richiesta di certificazione per la cataloga-
zione musicale.
Con l’ICCU è stata anche firmata il 15 novembre 2011 una convenzione
che fissa le modalità e le condizioni d’uso del software ManusOnLine
per la descrizione di materiali manoscritti e la loro visualizzazione nel
catalogo da parte delle biblioteche del Polo SBN di Biblioteche Ec-
clesiastiche (PBE). All’accordo è seguita un’indagine interna che ha
evidenziato come 44 biblioteche, tra le 73 che hanno partecipato al-
l’indagine, possiedono collezioni manoscritte e 40 esprimono la ne-
cessità di partecipare ad iniziative formative sia di base che sullo
strumento del software, dichiarando la disponibilità ad avviare la de-
scrizione informatizzata. Si sono così intensificati gli incontri con
l’ICCU al fine di definire la formazione necessaria per dare il concreto
avvio delle attività. La formazione, articolata su 6 giorni intensivi di la-
voro, darà elementi base di archivistica, codicologia, paleografia e, na-
turalmente, illustrerà le caratteristiche fondamentali del software
ManusOnLine e si terrà entro il 2012 (Fig. 1).

LA TECNOLOGIA A SERVIZIO DEL DIALOGO.


Biblioteche ecclesiastiche tra Polo SBN (PBE) e Anagrafe degli Istituti culturali (AICE): l’affermarsi di un’identità aperta a nuove sfide | 181
FRANCESCA MARIA D’AGNELLI
Fig. 1 – Quadro delle
attività del Polo SBN
di biblioteche
ecclesiastiche (PBE)

Il catalogo PBE è oggi costituito per l’88% da documenti i cui record


sono stati catturati dal SBN e localizzati in Polo, per l’8% da nuove
descrizioni create in Polo e inserite nel SBN, da un residuo 4% di do-
cumenti non condivisi con l’Indice (tesi, spogli, ecc.)12. La significativa
quantità di nuove creazioni documenta la presenza nelle biblioteche
ecclesiastiche di pubblicazioni estremamente specialistiche o a ca-
rattere locale altrimenti non documentate.
Ogni passaggio fin qui avuto e quelli ancora di là da venire guardano
alla qualità e alla scientificità del lavoro. Dal momento dell’ingresso
nel progetto è stato costituito un comitato che valuta e approva le
nuove adesioni ponendo particolare attenzione alla specializzazione e
alla presenza costante dei catalogatori e alla conseguente possibilità
di erogare servizi. Dopo l’ammissione ogni biblioteca è tenuta a fre-

182 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
quentare una settimana di formazione sul modulo di catalogazione
per ottenere l’accesso all’ambiente di training. Entro tre mesi i catalo-
gatori devono sostenere una verifica con l’assistenza dell’Ufficio Na-
zionale per i beni ecclesiastici (UNBCE) per accedere al main
database. Da questo momento le biblioteche, attraverso i propri cata-
logatori, sono effettivamente nel PBE.
Uguale attenzione è stata posta anche nella migrazione, all’interno
del Servizio bibliotecario nazionale, del catalogo realizzato dalle bi-
blioteche ecclesiastiche (con derivazione dall’OPAC SBN tramite la
cattura con protocollo z39.50) nel periodo 2007 – 2009 precedente
al dialogo diretto con l’Indice2. Per ottimizzare la migrazione dei dati
e sostenere gli operatori coinvolti, l’UNBCE ha predisposto un ap-
posito software, denominato Pre-Importer, che ha agevolato il recu-
pero e la correzione dei record, e si è occupato della migrazione
automatica dei record risultati già allineati. Con l’obiettivo del rispetto
della qualità, i catalogatori hanno dovuto verificare, validare e migrare
i record risultati non perfettamente coincidenti e si sono occupati
manualmente dell’inserimento in Indice2 dei record non ancora pre-
senti (nessun nuovo record è stato inserito automaticamente). Que-
sto spiega, nei mesi immediatamente successivi alla migrazione nel
SBN, il disequilibrio tra le copie presenti nel Polo e le localizzazioni
in Indice a vantaggio delle prime.
Lo stesso metodo è stato seguito per il recupero del pregresso. I bi-
bliotecari usufruiscono di un software che interroga SBN e processa
i record come perfettamente coincidenti, parzialmente coincidenti o
non riscontrati. Ma è ancora il bibliotecario che verifica uno ad uno i
record prima di migrarli.
L’UNBCE, in quanto coordinatore del PBE, predispone strumenti
software e li mette a disposizione della realtà ecclesiastica organiz-
zando anche un costante affiancamento alle biblioteche aderenti. Tra-

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Biblioteche ecclesiastiche tra Polo SBN (PBE) e Anagrafe degli Istituti culturali (AICE): l’affermarsi di un’identità aperta a nuove sfide | 183
FRANCESCA MARIA D’AGNELLI
mite attività di formazione in presenza e a distanza (e-learning), in-
contri, Forum di progetto e help desk multicanale, l’Ufficio risponde
ad ogni necessità dei catalogatori, dei collaboratori e dei responsabili13.
Una piccola equipe a disposizione del progetto assicura un reciproco
continuo scambio che arricchisce e qualifica il lavoro di tutti e fa cre-
scere professionalmente e umanamente.

Al 3 giugno 2012, sono 112 le biblioteche partecipanti al PBE, di cui 67


diocesane. Le adesioni al PBE giungono costanti e in un anno e
mezzo si sono praticamente raddoppiate. Le biblioteche aderenti ri-
sultano equamente distribuite sul territorio nazionale con una leggera
maggioranza nel centro, dove più numerose sono le biblioteche ro-
mane. Eccetto il Friuli Venezia Giulia, il Molise, il Trentino Alto Adige e
la Valle d’Aosta, in tutte le Regioni esistono biblioteche ecclesiastiche
che partecipano al PBE (Fig. 2).

Fig. 2 – Andamento
delle adesioni al Polo
SBN di biblioteche
ecclesiastiche (PBE)

184 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
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Adeguata e crescente attenzione viene posta dalle biblioteche del
PBE all’erogazione di servizi. La quasi totalità assicura assistenza in
sala e informazioni bibliografiche mentre la metà organizza visite gui-
date all’interno della biblioteca stessa e garantisce agli utenti l’accesso
ad internet. Più ridotte sono le iniziative circa l’organizzazione di labo-
ratori didattici e l’attivazione di servizi in cooperazione con altre biblio-
teche.
Tutti gli aggiornamenti e gli approfondimenti che riguardano il PBE
sono disponibili sul sito: www.polopbe.it.
Parte del progetto dedicato alle biblioteche ecclesiastiche è l’Anagrafe
degli Istituti culturali ecclesiastici. L’Anagrafe è uno strumento on-line,
costantemente aggiornato e incrementato direttamente dai respon-
sabili degli istituti, che pubblica le descrizioni di archivi, biblioteche e
musei. È una vetrina attraverso la quale dare visibilità agli istituti for-
nendo le prime informazioni (recapiti e contatti), illustrando i servizi
erogati ed il patrimonio posseduto.
In questo momento l’Anagrafe è popolata da 377 descrizioni di cui 343
riferite alle sedi principali, sulle quali insiste la nostra analisi, e 34 ri-
ferite a sedi così dette staccate14. Le strutture diocesane rappresen-
tano il 37% delle biblioteche presenti nell’anagrafe e sono equamente
distribuite sul territorio nazionale15.
Per comprendere più concretamente uno dei possibili utilizzi dei dati
tratti dall’Anagrafe, se ne può analizzare un certo numero cercando di
capire lo stato dell’arte, di evidenziare i punti di forza e di debolezza,
per contribuire ad una riflessione più puntuale sull’investimento cul-
turale rivolto a queste realtà.
Se ci si sofferma sugli edifici che accolgono le biblioteche ecclesia-
stiche si evidenzia che solo 65 strutture su 343 si trovano in edifici
appositamente costruiti, mentre ben 223, ospitate in edifici storici, pre-
sentano barriere architettoniche. Ben documentata è la presenza e la

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Biblioteche ecclesiastiche tra Polo SBN (PBE) e Anagrafe degli Istituti culturali (AICE): l’affermarsi di un’identità aperta a nuove sfide | 185
FRANCESCA MARIA D’AGNELLI
messa a norma dell’impiantistica: su 343 sedi principali, 236 hanno un
impianto anti incendio e un numero minore ha impianti anti intrusione
e di climatizzazione. Solo 15 biblioteche sono dotate di impianto anti-
taccheggio forse anche perché l’inserimento dell’etichetta nei libri non
è sempre agevole (Fig. 3).

Fig. 3 – Situazione
degli impianti nelle
biblioteche
ecclesiastiche (dati
tratti da Anagrafe
degli istituti culturali
ecclesiastici)

Un dato interessante che cattura il nostro interesse riguarda il rileva-


mento annuo delle presenze: 191 biblioteche registrano questa infor-
mazione e di queste 48 superano le 1000 presenze annuali. Se si prova
a ridistribuire queste presenze più correttamente all’interno dei reali
giorni di apertura, che generalmente sono distribuiti in 10 mesi nel-
l’anno, risulterebbe una frequenza media di 100 utenti al mese. Sono
numeri che, al di là dell’apparenza, vanno letti con attenzione soprat-
tutto se correlati con la specializzazione delle collezioni – il 47% delle
biblioteche si dichiara specializzata – e con le funzioni svolte da molte

186 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
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delle biblioteche presenti nel data base: in massimo numero seminari,
dedicati in particolare alla formazione di seminaristi e sacerdoti, numeri
più ridotti ma qualitativamente significativi sono relativi a biblioteche di
Istituti superiori di scienze religiose, di Facoltà teologiche e di Istituti
universitari dedicate alla formazione specialistica in materie teologico
pastorali (Fig. 4). A fronte di un’utenza qualificata è necessario conse-
guentemente far crescere in quantità e qualità l’erogazione dei servizi.

Fig. 4 – Quadro
riassuntivo delle
specializzazioni delle
collezioni di
biblioteche
ecclesiastiche (dati
tratti da Anagrafe
degli istituti culturali
ecclesiastici)

Negli ultimi anni si è fatto molto per estendere e diversificare l’orario


di apertura al fine di rispondere alle specifiche seppur diverse esi-
genze emerse. Allo stesso tempo si effettua abitualmente nel 66%
delle biblioteche il prestito locale, che per circa la metà di queste è
anche interbibliotecario. È consolidata l’assistenza di sala (284 bi-
blioteche su 343), così come le informazioni bibliografiche (256 su
343) e si diffonde sempre di più l’accesso ad internet per gli utenti

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Biblioteche ecclesiastiche tra Polo SBN (PBE) e Anagrafe degli Istituti culturali (AICE): l’affermarsi di un’identità aperta a nuove sfide | 187
FRANCESCA MARIA D’AGNELLI
(184 su 343)16. Cresce anche l’offerta rivolta ad un pubblico più ge-
neralizzato per contribuire così alla crescita culturale dei cittadini, fin
dall’età scolare, e all’avvicinamento agli istituti bibliotecari. 144 istituti
organizzano visite guidate e 43 dispongono di un laboratorio didat-
tico (Fig. 5).

Fig. 5 – Quadro
riassuntivo dei servizi
erogati nelle
biblioteche
ecclesiastiche (dati
tratti da Anagrafe
degli istituti culturali
ecclesiastici)

La biblioteca ecclesiastica ha le sue radici nel territorio e coltiva rela-


zioni positive e costruttive con le altre istituzioni presenti: 71 biblioteche
hanno stabilito servizi in cooperazione con altre biblioteche e 100
hanno costituito commissioni di valutazione bibliografica. È interes-
sante vedere inoltre la distribuzione percentuale di questi servizi in
Italia: il centro della penisola risulta essere il fanalino di coda, mentre
il sud e il nord si contendono un alto numero di servizi ed in particolare
il sud risulta più attivo ed in crescita (Fig. 6).

188 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
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Fig. 6 – Distribuzione
geografica dei servizi
erogati nelle
biblioteche
ecclesiastiche (dati
tratti da Anagrafe
degli istituti culturali
ecclesiastici)

Spero di essere riuscita a fornire una prima significativa lettura dei dati
comunicati dalle biblioteche. Molte altre informazioni si possono trovare
nell’Anagrafe degli istituti culturali ecclesiastici e gli stessi dati da me
interpretati in una direzione possono suggerire ulteriori e certamente
più raffinati ragionamenti sullo stato di salute delle biblioteche eccle-
siastiche. La realtà ecclesiastica ha subito una vera trasformazione. Si
è dotata di personale altamente qualificato, impiegando in servizi di mi-
nore rilievo l’importantissima risorsa rappresentata dai volontari; si è
attrezzata o si sta attrezzando per realizzare cataloghi informatizzati
aggiornati e in dialogo con i principali sistemi; inizia gradualmente ad
investire nei servizi, soprattutto con il prolungamento dell’orario di aper-
tura al pubblico. Ritengo che la realtà bibliotecaria ecclesiastica stia
cambiando e, a fianco della tradizionale conservazione, si adoperi per
promuovere se stessa e per valorizzare le proprie specificità. Oggi più
che mai, alla luce di queste considerazioni, credo che la comunità bi-

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Biblioteche ecclesiastiche tra Polo SBN (PBE) e Anagrafe degli Istituti culturali (AICE): l’affermarsi di un’identità aperta a nuove sfide | 189
FRANCESCA MARIA D’AGNELLI
bliotecaria ecclesiastica debba essere sostenuta e incoraggiata a pro-
seguire nel virtuoso cammino intrapreso.
A fronte delle caratteristiche emerse con evidenza dalla lettura dei dati
come la presenza sul territorio, l’inestricabile intreccio con la comunità
del luogo, in particolare con la comunità di fede, la conseguente spe-
cializzazione delle collezioni e la presenza di tipologie rare - manoscritti,
libri antichi, materiali di musica sacra - le biblioteche ecclesiastiche si
orientano a svolgere un servizio a favore di tutta la comunità, in un prin-
cipio di sussidiarietà verso le altre biblioteche mantenendo sempre ele-
vata qualità, professionalità e complementarietà.
La strada già aperta e che va consolidata consiglia attenzione verso
la normativa degli edifici, la sempre maggiore diffusione degli standard
nazionali e internazionali. Riguardo a quelli nazionali è bene favorire
la partecipazione al Servizio bibliotecario nazionale. Non si deve altresì
dimenticare la bontà di monitoraggi puntuali, attendibili e aggiornati.
Per queste ragioni è indispensabile favorire l’aumento delle descrizioni
di biblioteche ecclesiastiche nell’Anagrafe e fornire un costante ag-
giornamento dei dati già immessi. L’attendibilità dei dati è la naturale
conseguenza dell’inserimento degli stessi da parte dei responsabili
dei diversi istituti.
Un aspetto che va tenuto in conto è la partecipazione a progetti nei
quali sia possibile dare un apporto significativo e qualificato aggiun-
gendo in particolare il plus valore dell’esperienza delle biblioteche ec-
clesiastiche. Sottolineo pertanto l’importanza del Gruppo per
l’accrescimento e lo sviluppo del Nuovo soggettario, nel quale esperti,
operatori, bibliotecari, professori, studiosi e studenti delle biblioteche
ecclesiastiche, in altre parole l’intera comunità cattolica, possono dare
un valore aggiunto, e collaborare attivamente, nella scelta dei termini
specifici di ambito religioso, al pregevole e assai meritorio progetto
della Biblioteca nazionale centrale di Firenze.

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UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
In questo quadro è giusto chiederci quale ruolo può ulteriormente as-
sumere il servizio per le biblioteche dell’Ufficio Nazionale per i beni
culturali ecclesiastici. Il Polo SBN di biblioteche ecclesiastiche è il
primo passo. Il progetto dell’Ufficio Nazionale guarda alla realizzazione
di un portale bibliografico nel quale partecipino le biblioteche del PBE,
quelle aderenti ad altri poli, ma anche singole realtà o reti di bibliote-
che estranee all’universo rappresentato dal Servizio bibliotecario na-
zionale17. La costituzione di un portale che raccolga tutti i materiali
bibliografici relativi a biblioteche ecclesiastiche, oltre a far emergere
la ricchezza e la specializzazione di tale patrimonio, può e deve con-
tribuire alla valorizzazione delle istituzioni che lo posseggono, lo con-
servano, lo amministrano e lo mettono a disposizione della comunità.
Le caratteristiche del portale bibliografico ecclesiastico, che non in-
tende creare inutili duplicati, porterà alla piena valorizzazione dei ca-
taloghi e delle descrizioni presenti in Anagrafe. All’interno del portale
potrà trovare applicazione la ricerca e la valorizzazione degli interventi
sugli Authority file, peraltro trasversali, che andranno a costituire un
riferimento fondamentale per il portale che interessa trasversalmente
tutti i beni culturali ecclesiastici. Il patrimonio ecclesiastico è oggetto
di ricognizione, inventariazione e catalogazione sistematica ormai da
diversi anni, grazie a progetti che hanno goduto dei contributi
dell’8x1000 alla Chiesa cattolica. Al primo progetto, attivo dal 1996,
hanno aderito con entusiasmo le diocesi italiane e ha riguardato i beni
storici e artistici: attualmente sono state create oltre tre milioni e
mezzo di schede e immagini informatizzate, relative a beni rilevati in
circa 19.000 parrocchie (71% del totale). Successivamente sono state
censite le chiese con il progetto avviato nel 2003: le chiese rilevate in
elenco controllato sono 65.281, delle quali 1.949 hanno una vera e pro-
pria scheda di censimento architettonico. Si è inoltre progettato, dal
2004, il riordino e l’inventario dei beni archivistici con la realizzazione

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Biblioteche ecclesiastiche tra Polo SBN (PBE) e Anagrafe degli Istituti culturali (AICE): l’affermarsi di un’identità aperta a nuove sfide | 191
FRANCESCA MARIA D’AGNELLI
di un centinaio di banche dati ed infine è stata attivata la cataloga-
zione dei beni librari e l’Anagrafe degli istituti culturali.
Con la nascita del portale bibliografico si porranno le basi per l’avvio
di un sistema collaborativo che potrà offrire ricerche bibliografiche,
documenti analogici e digitali, servizi di carattere informativo e di re-
ference. Ma gradualmente il portale bibliografico ecclesiastico dovrà
crescere e offrire ulteriori servizi specifici per le biblioteche (abstract,
arricchimento bibliografico, ILL e document delivery, OPAC perso-
nalizzati per singole biblioteche o reti), condividere le “buone prati-
che”, offrire formazione e aggiornamento a distanza, valorizzare i
prodotti editoriali dell’editoria cattolica. In ultimo offrire anche servizi
diretti agli utenti.
Questi primi passi, intrapresi nella consapevolezza del lungo cammino
ancora da compiere, segnano sicuramente la giusta direzione.

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UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
1 www.polopbe.it. Si consulti: 18 aprile ecclesiastiche. CEI-Bib: obiettivi
2000, Intesa tra il Ministro per i beni e strumenti e prospettive, «Bollettino
le attività culturali e il Presidente della AIB», 47 (2007), n. 1-2, p. 43-62;
Conferenza Episcopale Italiana Stefano Russo, Significato del
relativa alla conservazione e servizio dell’Ufficio nazionale per i
consultazione degli archivi d’interesse beni culturali ecclesiastici (UNBCE)
storico e delle biblioteche degli enti e nell’ambito della Chiesa italiana, in
istituzioni ecclesiastiche e la Babele Bibbia e Corano dal testo al
conseguente Circolare attuativa n.3; 5 contesto: dalle culture ai libri di culto:
dicembre 2006, Accordo in materia di funzioni moderne delle biblioteche
descrizione bibliografica e nelle tradizioni religiose delle civiltà
trattamento delle raccolte del Mediterraneo, Atti della Offsite
appartenenti alle biblioteche Session Religious Libraries in
ecclesiastiche firmato tra l’Ufficio occasione del 75° Congresso IFLA
Nazionale per i beni culturali (Milano, 23-27 agosto 2009),
ecclesiastici della Conferenza proceedings edited by Silvano Danieli
Episcopale Italiana e il Dipartimento and Mauro Guerrini, Roma 2010, p.
per i Beni Archivistici e Librari – 165-176; Francesca Maria D’Agnelli -
Direzione Generale per i Beni Librari Silvia Tichetti, Polo SBN di
e gli Istituti Culturali – Istituto biblioteche ecclesiastiche (PBE):
Centrale per il catalogo unico delle mission, caratteristiche e attività, un
biblioteche italiane e per le progetto che guarda lontano,
informazioni bibliografiche del «Accademie & Biblioteche d’Italia»,
Ministero per i Beni e le Attività (2010), n. 1-2, pp. 59-64.
Culturali; 29 luglio 2008, Convenzione 3 Le biblioteche ecclesiastiche.
tra la Direzione Generale per i Beni
Lineamenti di un progetto condiviso,
Librari, gli Istituti Culturali e il diritto
«Bollettino di informazione», 15 (2006),
d’autore – Istituto Centrale per il
n.3, Atti del Convegno (Roma, 14
catalogo unico delle biblioteche
settembre 2006).
italiane e per le informazioni
4 Paul Gabriele Weston, Strumenti e
bibliografiche del Ministero per i Beni
e le Attività Culturali e l’Ufficio prospettive della cooperazione
Nazionale per i beni culturali interbibliotecaria, «Bollettino di
ecclesiastici della Conferenza informazione», 15 (2006), n.3, Atti del
Episcopale Italiana che rende Convegno (Roma, 14 settembre
pienamente operativo nel Servizio 2006), pp. 19-23.
Bibliotecario Nazionale il Polo di 5 Gianmatteo Caputo, I presupposti
Biblioteche Ecclesiastiche. teorici del progetto Ecumene,
2 Stefano Russo, Il sistema di progetti «Bollettino di informazione», 15 (2006),
condiviso per la tutela e la n.3, Atti del Convegno (Roma, 14
valorizzazione dei beni culturali settembre 2006), p. 23-25 . Si veda
ecclesiastici: l’iniziativa per le anche: Il progetto Ecumene: strumenti
biblioteche e la convenzione MIBAC- descrittivi per beni culturali di ambito
CEI, «Bollettino di informazione», 15 archivistico e storico-artistico, a cura
(2006), n.3, p. 5-9; Manuela di Gianmatteo Caputo…[et al.],
Corbosiero – Assunta Di Sante, Il «Archivi&Computer: automazione e
catalogo collettivo delle biblioteche beni culturali», 12 (2002), n. 2, pp. 96-

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Biblioteche ecclesiastiche tra Polo SBN (PBE) e Anagrafe degli Istituti culturali (AICE): l’affermarsi di un’identità aperta a nuove sfide | 193
FRANCESCA MARIA D’AGNELLI
102; Gianmatteo Caputo – Cecilia Gli archivi conventuali degli ordini
Poggetti – Andrea Tomasi, Il Progetto maschili», Atti dei Convegni di
Ecumene, in «Archivi & Computer Spezzano (Spezzano,16 settembre
automazione e beni culturali», XIV 2005) e di Ravenna (Ravenna, 30
(2004), n. 1, pp. 62-76. settembre 2005), a cura di E.
6 Le specifiche tecniche circa il Angiolini, Modena 2006, pp. 105-121.
recupero del pregresso sono L’Ufficio Nazionale per i Beni Culturali
disponibili sul sito PBE e, in maniera Ecclesiastici partecipa ai lavori della
maggiormente particolareggiata, nel Commissione nazionale per
forum biblioteche riservato agli utenti l’elaborazione del codice normativo
autorizzati. per i soggetti produttori d’archivio
7
(attualmente in bozza con il titolo
www.chiesacattolica.it/anagrafe. Si Norme italiane per l’elaborazione dei
veda: 18 aprile 2011, Lettera circolare record di autorità archivistici di enti,
riguardo la collaborazione all’Anagrafe persone, famiglie. NIERA). Si
biblioteche italiane attivata tra l’Ufficio consultino, all’interno di questa stessa
Nazionale per i beni culturali pubblicazione, i contributi di Euride
ecclesiastici della Conferenza Fregni e Maria Teresa Rizzo.
Episcopale Italiana e l’Istituto Centrale
9 Si veda http://gumarc21.unicatt.it/.
per il catalogo unico delle biblioteche
italiane e per le informazioni 10 21 settembre 2010, Convenzione per
bibliografiche del Ministero per i Beni l’accrescimento e lo sviluppo del
e le Attività Culturali. Francesca Maria Nuovo soggettario tra la Biblioteca
D’Agnelli, Anagrafe delle istituzioni Nazionale Centrale di Firenze del
ecclesiastiche, in XVI Giornata Ministero per i Beni e le Attività
nazionale per i beni culturali Culturali e l’Ufficio Nazionale per i
ecclesiastici, Atti on-line, consultato il Beni Culturali Ecclesiastici della
27 ottobre 2011, Conferenza Episcopale Italiana.
http://www.chiesacattolica.it/benicult
11 Si consultino, all’interno di questa
urali/formazione/00006494_XVI_GIO
RNATA_NAZIONALE_PER_I_BENI_ stessa pubblicazione, i contributi di
CULTURALI_ECCLESIASTICI_.html. Anna Lucarelli e Paola Sverzellati.
Si veda: Stefano Russo, Le iniziative 12 La percentuale dei record non condivisi
dell’Ufficio Nazionale per i Beni è alterata dai record appartenenti a due
Culturali Ecclesiastici a sostegno della biblioteche che non hanno ancora
formazione e delle attività educative, completato l’allineamento dei dati nel
in L’azione educativa per un museo in passaggio al SBN.
ascolto. VIII Convegno AMEI, Trento,
13 Al 3/6/2012 sono 19 i corsi
19-21 ottobre 2011, Museo diocesano
tridentino, 2012, pp. 144-151. residenziali realizzati, con 334 utenti
8 formati; è inoltre attivo un corso
Francesca Maria D’Agnelli – Assunta
e-learning sul modulo software di
Di Sante – Maria Teresa Rizzo, Il
Circolazione.
progetto informatizzato di riordino e
14 Al 3 giugno 2012 sono presenti in
inventariazione degli archivi
ecclesiastici proposto dall’Ufficio anagrafe 1.267 istituti culturali
Nazionale per i beni culturali ecclesiastici ossia 377 biblioteche,
ecclesiastici, in «Cum tamquam veri. 656 archivi e 234 musei.

194 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
15 Esattamente il 37% delle biblioteche ai loro istituti e ai relativi servizi
descritte sono nel meridione erogati (98 su 343).
d’Italia, il 31% nel centro e il 32% 17 Il progetto per il portale
nel nord. bibliografico che segue metodo
16 Nella stessa direzione si inseriscono e finalità annunciate con il PBE
gli investimenti delle biblioteche è allo studio per la relativa valutazione
che hanno realizzato un sito dedicato di fattibilità.

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Biblioteche ecclesiastiche tra Polo SBN (PBE) e Anagrafe degli Istituti culturali (AICE): l’affermarsi di un’identità aperta a nuove sfide | 195
FRANCESCA MARIA D’AGNELLI
LA TECNOLOGIA A SERVIZIO DEL DIALOGO.
La scelta della qualità

Adriano Belfiore – Silvia Tichetti


Centro Servizi per i progetti diocesani beni culturali

Fin dalla prima ideazione del progetto biblioteche ec-


clesiastiche è stato chiaro che perseguire gli obiettivi di
base – quindi creare le condizioni affinché tutte le bi-
blioteche ecclesiastiche fossero in grado di valorizzare
e mettere a disposizione il patrimonio culturale in esse
contenuto, con la consapevolezza del ruolo che esso ha
rispetto alle finalità pastorali della Chiesa e dotare le bi-
blioteche ecclesiastiche di uno strumento condiviso di
comunicazione bibliografica che garantisse loro di man-
tenere la propria identità tipologica e gestionale –
avrebbe comportato l’adozione di scelte di qualità.

Identità, sussidiarietà e servizio sono i principi individuati


fin dall’avvio del progetto, avvenuto nell’estate del 2004,

| 197
e dichiarati nel 2006 da mons. Stefano Russo in occasione della pre-
sentazione del progetto stesso, che, come più volte affermato, non si
limita al coordinamento di attività di inventariazione e catalogazione,
ma alla creazione di una rete di condivisione della complessità dei ser-
vizi bibliotecari. A questi principi, già in quell’occasione, è stato da su-
bito affiancato quello della qualità: “I progetti che l’Ufficio propone non
vanno letti dunque, come spesso è accaduto, solo nel loro e più im-
mediato significato di rinnovamento tecnologico; essi intendono fun-
gere soprattutto da chiave di volta per la diffusione della qualità di
gestione e per la creazione di una rete di rapporti di qualità tra istitu-
zioni, a sostegno di quelle attività di gestione che le istituzioni preposte
alla conservazione e valorizzazione del patrimonio ecclesiastico pos-
sono svolgere nel paese e nella società.”1
La qualità nell’ottica della scelta delle soluzioni migliori, quelle ritenute
più adeguate e appropriate all’attività specifica.
Questo orientamento ha riguardato i diversi aspetti del progetto: la
sua inclusione all’interno del Servizio Bibliotecario Nazionale, con la
conseguente necessità di aderire in pieno agli standard e alle proce-
dure di catalogazione e di allineamento dei dati previsto per l’Indice
Nazionale di SBN; l’adozione di uno standard di marcatura a carattere
internazionale, quale è il Marc21; l’individuazione e lo sviluppo di
software e soluzioni tecnologiche avanzati e personalizzati per rispon-
dere ad esigenze specifiche; la realizzazione di un sistema articolato
di formazione, assistenza e supporto.

Il progetto biblioteche ecclesiastiche ha inteso da subito configurarsi


come un polo SBN caratterizzato dalla specifica natura delle istituzioni
partecipanti e non dalla localizzazione geografica. La partecipazione
alla rete gestita dall’ICCU, l’Istituto centrale per il catalogo unico delle
biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche, è stata certa-

198 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
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mente una felice concretizzazione dell’Intesa2. Non si è trattato, però,
solo di questo, ma del risultato di una valutazione attenta e meditata
dell’intero gruppo di lavoro e di Paul Gabriele Weston, che fin dai primi
passi dell’avvio del progetto, ne è stato il referente scientifico e punto
di riferimento principale: “Oltre a rappresentare una delle forme più
compiute di cooperazione interbibliotecaria, che ha portato alla costi-
tuzione di un ingente archivio bibliografico, SBN ha avuto il grande
merito di aver diffuso tra i bibliotecari italiani la consapevolezza del-
l’importanza di aderire a degli standard e di condividere delle proce-
dure, apportando un bagaglio di conoscenze in un Paese nel quale la
formazione in campo biblioteconomico non era capillarmente diffusa,
anche per la mancanza di strutture deputate”3.
Il patrimonio ecclesiastico, fortemente caratterizzato dalla sua identità
ecclesiale e quindi strumento essenziale per la missione evangelizza-
trice della Chiesa, costituisce la memoria del territorio nel quale è stato
realizzato, ricoprendo un ruolo inestimabile nella valorizzazione dell’in-
tero Paese. “In questo senso, la partecipazione delle singole istituzioni
bibliotecarie, ivi comprese quelle ecclesiastiche, prima ancora che es-
sere presa in esame per le opportunità che dischiude in termini bi-
blioteconomici, è da intendersi come un dovere civico, al quale sono
chiamati quanti operano nel settore.”4 Questa consapevolezza è alla
base dei rapporti di collaborazione e di reciproco scambio tra l’Ufficio
Nazionale e le istituzioni civili per tutti i progetti di censimento pro-
mossi e quindi anche della scelta che ha portato alla sottoscrizione
dell’Accordo in materia di descrizione bibliografica e trattamento delle
raccolte appartenenti alle biblioteche ecclesiastiche5, prima, e alla
firma della Convenzione6 che ha sancito la nascita del Polo SBN di
Biblioteche Ecclesiastiche (PBE), poi.
La collaborazione con l’Istituto centrale per il catalogo unico e con le
istituzioni civili non si esaurisce con la costituzione del PBE. Altri im-

LA TECNOLOGIA A SERVIZIO DEL DIALOGO.


La scelta della qualità | 199
ADRIANO BELFIORE – SILVIA TICHETTI
portanti progetti sono stati condivisi quali l’Anagrafe degli istituti cul-
turali ecclesiastici7 che è alla base dell’accordo per il popolamento e
l’aggiornamento dell’Anagrafe biblioteche italiane8, la formazione del
Gruppo per l’accrescimento e lo sviluppo del Nuovo soggettario per i
termini di ambito religioso in collaborazione con la Biblioteca Nazio-
nale Centrale di Firenze9, l’accordo per la descrizione e valorizzazione
dei fondi manoscritti attraverso il software Manus OnLine10.

L’adozione del Marc21 quale standard di marcatura è stata tra le prime


soluzioni tecniche approvate, per le caratteristiche di qualità e flessi-
bilità che contraddistinguono il formato e per il vantaggio di adottare
uno standard di marcatura e scambio dati al cui sviluppo e alla cui
manutenzione dedicano così tante risorse istituzioni di grande rile-
vanza internazionale.
Il Marc21 è, infatti, il formato di marcatura bibliografica più diffuso nel
mondo bibliotecario internazionale del cui mantenimento e aggiorna-
mento si prende carico la Library of Congress, insieme alla Library
and Archives Canada e alla British Library. Sviluppato nella comunità
anglosassone, ha ormai assunto connotazioni internazionali, raggiun-
gendo anche paesi europei come la Germania e la Spagna. Il suo ag-
giornamento costante garantito dalla Library of Congress è teso a
garantire un agevole scambio di dati, fondamentale per ridurre i costi
della catalogazione permettendo la cooperazione; in questi ultimi anni
sta riguardando i cambiamenti necessari per soddisfare i requisiti ri-
chiesti dal nuovo standard internazionale RDA – Resource Description
and Access – con il quale mira ad ottenere la piena compatibilità.
Nonostante le qualità riconosciute, l’adozione del Marc21 all’interno
del progetto biblioteche ecclesiastiche non è stata facile né indolore.
Anche se un rilevamento sistematico di dati sull’utilizzo del Marc21 in
Italia11 ha consentito di accertare che i suoi utenti rappresentano una

200 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
comunità dalle dimensioni consistenti, caratterizzata da una diffusione
piuttosto omogenea sul territorio e da una grande varietà tipologica
delle istituzioni, il PBE è stato il primo polo ad utilizzarlo in colloquio
diretto con l’Indice2 di SBN. Questo ha richiesto di affrontare tutte le
difficoltà legate alla conversione dei dati bibliografici, che l’applica-
zione del protocollo SBN Marc non garantisce, affrontando altresì
tutte le complicazioni legate alla coesistenza del Marc21, come for-
mato nativo, con le REICAT e le norme SBN, compresa la descrizione
a livelli. Nonostante le richieste di attenzione espresse dal Gruppo ita-
liano Utenti Marc2112 (GUMarc 21) – gruppo promosso dall’Università
Cattolica del Sacro Cuore di Milano e da quella di Valencia con l’o-
biettivo di realizzare strumenti di lavoro in lingua italiana e instaurare
regolari rapporti di scambio tra le varie realtà che impiegano il formato
– l’ICCU non supporta per ora il formato realizzando le implementa-
zioni necessarie per consentire la conversione diretta dei dati in
Marc21, anzi il 19 giugno 2012 le pagine del suo sito dedicate all’ac-
cesso Z39.50 all’OPAC SBN sono state aggiornate indicando SUTRS
e Unimarc come i soli formati di esportazione13.
L’attività dell’Ufficio Nazionale nel perseguimento della scelta fatta
verso il Marc21 si conferma con la collaborazione attiva, in qualità di
coordinatore del PBE, al GUMarc21. L’ambizione del Gruppo Utenti –
del quale nel prossimo novembre 2012 l’Ufficio Nazionale ospiterà il
4° incontro annuale, presso la sede della CEI – è quella di inserirsi a
buon diritto nel circuito del dibattito internazionale inoltrando all’or-
gano competente (il Network Development and MARC Standards Of-
fice della Library of Congress) proposte per lo sviluppo dello standard,
che prendano in considerazione le criticità proprie delle norme italiane.
A questo proposito sono stati creati tavoli di lavoro ad hoc ai quali
l’Ufficio Nazionale partecipa attivamente: il primo dedicato all’utilizzo
del Marc21 nella catalogazione del libro antico, il secondo nella cata-

LA TECNOLOGIA A SERVIZIO DEL DIALOGO.


La scelta della qualità | 201
ADRIANO BELFIORE – SILVIA TICHETTI
logazione delle risorse elettroniche e il terzo alla catalogazione della
musica a stampa.
L’adesione al Gruppo è in linea con lo spirito di servizio che anima le
iniziative dell’Ufficio e vuole corrispondere alle richieste provenienti dalle
diverse biblioteche che afferiscono al PBE. L’Ufficio, infatti, ha ritenuto
così di poter offrire alle biblioteche del Polo l’occasione di approfondire
la conoscenza e quindi i possibili sviluppi del formato in un contesto al-
tamente specializzato che si muove in ambito internazionale.

La definizione e la conseguente ricerca delle soluzioni informatiche


che risultassero le più adeguate possibili a rispondere alle esigenze
delle diocesi, ha impegnato lungamente il gruppo di lavoro all’avvio
del progetto.
Per la gestione delle pratiche di catalogazione e dell’erogazione dei
servizi è stato individuato EOS.Web Enterprise, un sistema ILS (Inte-

Fig. 1 – Architettura
per dialogo
con Indice2 di SBN

202 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
Fig. 2 – Interfaccia di
CEI-Bib con vista su
maschera di
Inserimento in SBN
grated Library Sistem) completamente web-based, con un’architet-
tura a moduli scalabile, che utilizza le tecnologie. NET e SQL Server
di Microsoft. Il software è stato personalizzato e migliorato per rispon-
dere alle esigenze specifiche del PBE ed è diventato CEI-Bib, un si-
stema integrato di servizi in colloquio diretto con l’Indice2 di SBN
(Fig. 1); le interfacce di dialogo sono completamente integrate, con-
sentendo la catalogazione in SBN attraverso il formato bibliografico
Marc21, caratteristica, questa, cercata e richiesta specificatamente
dal gruppo di lavoro dell’Ufficio Nazionale e del Servizio Informatico
della CEI, che rende oggi l’applicativo all’avanguardia sul piano na-
zionale (Fig. 2). Il modulo di dialogo di CEI-Bib è certificato al terzo
livello di adesione.
Il PBE si avvale anche di altre soluzioni tecniche, il cui sviluppo è stato
commissionato per soddisfare esigenze particolari del progetto: tra
queste il Pre-Importer e il CEI-Impoter2.

LA TECNOLOGIA A SERVIZIO DEL DIALOGO.


La scelta della qualità | 203
ADRIANO BELFIORE – SILVIA TICHETTI
La popolazione del catalogo locale è stata, infatti, avviata nel dicembre
2006, prima dell’effettiva costituzione del PBE quale polo SBN avve-
nuta solo nel 2010. Questa decisione è stata dettata dalla volontà di
consentire alle prime biblioteche che hanno aderito con entusiasmo
al nuovo progetto dell’Ufficio Nazionale di avviare tempestivamente
la catalogazione informatizzata delle proprie collezioni. La realizzazione
del Pre-Importer ha inteso rispondere alla urgenza di allineamento di
questa banca dati CEI-Bib all’Indice di SBN agevolando il recupero e
la correzione delle descrizioni e occupandosi della migrazione auto-
matica dei record risultati già allineati. Le indicazioni catalografiche
sono state fin dall’inizio coerenti con quelle dell’ICCU, avendo già
chiaro l’obiettivo di integrazione con l’Indice, ed è stata da subito indi-
cata come necessaria la derivazione da SBN. Nel periodo 2006 –
2010, in mancanza del colloquio diretto, la cattura è stata possibile at-
traverso il protocollo Z39.50, pur con le difficoltà derivate all’inesat-
tezza della codifica dei dati e dalla completezza solo parziale degli
elementi bibliografici restituiti dall’OPAC nazionale nel formato Marc21.
Questo lavoro, però, ha consentito all’avvio del polo di allineare auto-
maticamente proprio grazie al Pre-Importer il 50,8% dei record delle
54 biblioteche in quel momento attive, per un totale di 76.112 item sugli
oltre 149.000 presenti.
Il principio sempre perseguito della necessità di puntare alla qualità,
in questo caso alla qualità dei dati, ha comportato scelte decise nello
sviluppo del software di allineamento, orientate ad evitare l’automati-
smo “indiscriminato”.
Nonostante la banca dati CEI-Bib fosse in gran parte costituita, a se-
guito della derivazione Z39.50, da record corredati del numero identi-
ficativo SBN (BID), questo non è stato considerato sufficiente ad
assicurarne l’allineamento: il Pre-Importer si è occupato, quindi, del
confronto dei record con BID presente, con le descrizioni con BID

204 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
equivalente in Indice2. Solo per i record che sono risultati effettiva-
mente corrispondenti, il sistema ha consentito l’allineamento in Polo
e la localizzazione automatica in Indice per conto delle biblioteche,
mentre i record che non hanno superato la comparazione sono stati
considerati “disallineati”; la stessa sorte è stata prevista per i record
sprovvisti di BID. L’Ufficio Nazionale ha richiesto alle biblioteche coin-
volte di prendersi carico dell’allineamento manuale dei record disalli-
neati, assicurando la presenza attiva di personale qualificato già
operante in CEI-Bib da destinare alle operazioni di allineamento e re-
visione e richiedendo che a queste attività fosse data un’alta priorità,
così da concludere in tempi brevi la fase di transizione. Intendendo
come sempre assicurare il massimo supporto alle biblioteche aderenti,
sono state messe in campo molteplici misure di sostegno quali report,
documenti esplicativi, note tecniche e momenti di formazione mirata
nei quali sono state mostrate le operazioni di allineamento, oltre ad
assicurare la massima disponibilità del gruppo di lavoro a interventi
diretti per i casi più complessi.
Il CEI-Impoter2 è stato, invece, realizzato per agevolare il recupero dei
cataloghi elettronici implementati nelle biblioteche ecclesiastiche pre-
cedentemente all’adesione al progetto. Si tratta di un software web-
based che consente l’importazione dei dati bibliografici e di copia nel
catalogo del PBE e automaticamente la loro localizzazione nell’Indice2
di SBN e quindi da subito nel catalogo nazionale. Anche in questo
caso sono state evitate scelte di automatismo indiscriminato, nel ri-
spetto della qualità dei dati e delle banche dati di riversamento, non
solo quella locale, ma anche soprattutto quella nazionale. Innanzitutto
la fattibilità dell’operazione di recupero viene valutata e comunicata
alle biblioteche richiedenti dopo un’analisi attenta delle banche dati,
che, per poter essere recuperate, devono essere state costruite nel
rispetto degli standard minimi di descrizione bibliografica e devono ri-

LA TECNOLOGIA A SERVIZIO DEL DIALOGO.


La scelta della qualità | 205
ADRIANO BELFIORE – SILVIA TICHETTI
guardare un numero significativo di record bibliografici che giustifichi
l’attività stessa di recupero. L’impegno dell’Ufficio Nazionale ha con-
sentito di ampliare la tipologia delle banche dati di cui è possibile il
recupero: oltre ai cataloghi realizzati con software che consentono
esportazioni in formato standard (ISO 2709) come Cds-isis e Teca, è
ora possibile recuperare anche dati raccolti in formato non standard
(Access, software proprietari, ecc.) purché venga prodotto e inviato
all’Ufficio Nazionale un export in formato testo delimitato, definito
come formato CEI-Bib.
Il processo di importazione del pregresso va programmato all’interno
delle attività correnti svolte dalla biblioteca in quanto l’operazione pre-
vede una lavorazione preliminare da parte dell’Ufficio stesso così
come un impegno imprescindibile da parte della biblioteca che ha la
totale responsabilità catalografica sui record migrati. Prima di essere
caricati sul CEI-Impoter2, i dati vengono trasformati in formato xml-
Marc; quindi viene avviata attraverso il software una interrogazione
automatica dei record sorgente nell’Indice2 di SBN attraverso lo
stesso gateway di colloquio utilizzato dal gestionale di catalogazione
CEI-Bib; il risultato di questa interrogazione fornisce un database con
i record originali della biblioteca e la proposta di associazione al cor-
rispondente record trovato su SBN (se unico) o all’elenco dei record
riconosciuti compatibili, fino ad un massimo di dieci (Fig. 3). È a questo
punto che viene richiesto l’intervento diretto e consapevole della bi-
blioteca, che dovrà occuparsi attraverso le interfacce web del CEI-Im-
porter2 della validazione dei record, che è consentita anche a blocco
nel caso dei record la cui interrogazione automatica ha individuato
un’unica corrispondenza. Il sistema consente anche all’operatore di
ripetere le ricerche con criteri da lui impostati, per accertare con esat-
tezza l’esistenza di un record in Indice a cui ricondurre la propria de-
scrizione. A seguito della validazione, la funzione di export dal

206 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
CEI-Importer2 consente con un’unica operazione l’importazione in
Polo del record SBN individuato nell’associazione e contestualmente
anche la sua localizzazione in Indice per conto della biblioteca. Coe-
rentemente con la scelta del rispetto della qualità delle banche dati
di riversamento, i record per i quali l’interrogazione automatica non re-
stituisce alcuna corrispondenza non vengono automaticamente con-
divisi con l’Indice: l’export dal software di recupero comporta il loro
trasferimento nella banca dati di Polo, ma poi viene richiesto che siano
i catalogatori stessi della biblioteca ad occuparsi del perfezionamento
della descrizione bibliografica nel rispetto delle norme SBN e poi del-
l’invio consapevole in Indice come record ex-novo attraverso la stessa
procedura di colloquio prevista da CEI-Bib nell’attività di catalogazione
ordinaria.

Fig. 3 – Fasi
per il recupero
del pregresso

LA TECNOLOGIA A SERVIZIO DEL DIALOGO.


La scelta della qualità | 207
ADRIANO BELFIORE – SILVIA TICHETTI
L’Ufficio Nazionale mette a disposizione per tutti i progetti di inven-
tariazione dei beni culturali ecclesiastici servizi di coordinamento,
consulenza e assistenza specialistica sia sui contenuti che tecnico-
informatica. In collaborazione con il Servizio Informatico della CEI,
come già evidenziato nell’intervento di Francesca D’Agnelli, è stato
predisposto un Centro Servizi dedicato a questo scopo, con l’attiva-
zione di un help desk multicanale – che comprende numero verde,
mail dedicata e sistema intranet per la gestione delle assistenze –,
di momenti di formazione in presenza e a distanza (e-learning) e
Forum di progetto per la condivisione di documenti e linee guida.

L’attività di assistenza e supporto occupa uno spazio privilegiato nelle


attività del Centro Servizi, con un numero di richieste di assistenza
che è aumentato esponenzialmente negli ultimi anni, soprattutto per

Fig. 4 – Aula corsi CEI

208 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
quanto riguarda i beni culturali librari, raggiungendo il numero di 794
nel 2011 e quasi 500 in questi primi mesi del 2012.
Con l’obiettivo del mantenimento di un profilo di qualità nel popola-
mento dell’archivio bibliografico del PBE, massima attenzione è posta
alla formazione all’uso del software CEI-Bib, della quale l’Ufficio Na-
zionale si fa carico organizzando periodicamente corsi residenziali a
Roma, presso la sala corsi della CEI (Fig. 4). Al termine del corso, che
riguarda esclusivamente i moduli di catalogazione e colloquio con
SBN, i partecipanti vengono abilitati in un ambiente di training, dove
possono verificare e sperimentare le funzionalità del software e la loro
abilità al suo utilizzo. Solo quando il periodo di formazione personale
viene considerato sufficiente all’operatività all’intero della banca dati
condivisa, si procede all’abilitazione dell’operatore nella banca dati di
produzione. Le descrizioni prodotte nella banca dati di training non
possono in nessun caso essere recuperate.
Per gli altri moduli CEI-Bib, che prevedono funzioni e attività meno ar-
ticolate e delicate, si sta procedendo alla realizzazione di corsi e-lear-
ning da mettere a disposizione tramite l’area riservata del Forum di
progetto, così da agevolare la loro frequentazione agli utenti abilitati;
già nel dicembre scorso è stato reso disponibile il corso relativo al
modulo di circolazione.

Le scelte di qualità descritte richiedono necessariamente che il profilo


del bibliotecario ecclesiastico sia adeguato ai compiti e alle aspettative
richieste. Questo prima di tutto a partire dalla catalogazione, che è uno
dei compiti di maggiore importanza e complessità, dal momento che gra-
zie ad essa si allestisce lo strumento di mediazione tra il lettore e il pa-
trimonio delle biblioteche, ma non solo: l’adesione al progetto non implica
semplicemente scegliere di adottare il software CEI-Bib, poiché la forza
trainante di questo progetto è anche la conoscenza e non la tecnologia.

LA TECNOLOGIA A SERVIZIO DEL DIALOGO.


La scelta della qualità | 209
ADRIANO BELFIORE – SILVIA TICHETTI
I beni culturali ecclesiastici svolgono un ruolo fondamentale rispetto
alle finalità pastorali che l’azione della Chiesa è chiamata a soddisfare.
“La formazione dei bibliotecari che aderiscono a CEI-Bib dovrà tener
conto di tutto ciò, mirando in alcuni casi a creare delle competenze
sugli strumenti catalografici, in altri all’uso e alla creazione degli stru-
menti di reference o alle procedure di prestito interbibliotecario, e in
tutti i casi alla familiarizzazione con gli strumenti di base della ricerca
bibliografica e documentaria in rete. Ma ancor più importante, la for-
mazione dovrà prevedere una riflessione sugli obiettivi complessivi del
progetto in modo che ciascun bibliotecario abbia chiaro il proprio ruolo
nell’ambito della rete per condividerne obiettivi e finalità, prima ancora
di conoscerne gli strumenti”14.

La condivisione degli obiettivi e il coinvolgimento dei collaboratori è


elemento essenziale per il prosieguo del progetto. I contatti diretti e
continui compiuti in assistenza sono tesi non solo alla risoluzione delle
difficoltà specifiche segnalate, ma anche a raccogliere suggerimenti
e desiderata per convertirli, se ritenuto utile, in nuove iniziative e nuovi
prodotti e per delineare le priorità e le linee guida del progetto stesso.
La collaborazione, perseguita con costanza, è un elemento altamente
qualificante del progetto e sta producendo significativi risultati sia per
le biblioteche aderenti che per la più ampia comunità delle biblioteche
ecclesiastiche italiane.

210 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
1 Stefano Russo, Il sistema di progetti informazioni bibliografiche del
condiviso per la tutela e la Ministero per i Beni e le Attività
valorizzazione dei beni culturali Culturali e l’Ufficio Nazionale per i
ecclesiastici: l’iniziativa per le beni culturali ecclesiastici della CEI,
biblioteche e la convenzione MiBAC- Roma 29 luglio 2008.
CEI, Atti del Convegno Le biblioteche 7 http://www.chiesacattolica.it/
ecclesiastiche: lineamenti di un anagrafe
progetto condiviso, Roma 14
8 Lettera circolare UNBCE-ICCU per
settembre 2006 in Bollettino di
informazione ABEI, 15 (2006)3 scambio dati anagrafe delle
fascicolo speciale monografico biblioteche, Roma 13 giugno 2011.
dedicato al servizio CEI-Bib, p. 8. 9 Convenzione per l’accrescimento e lo
2 Intesa tra il Ministro per i beni e le sviluppo del Nuovo Soggettario,
attività culturali e il Presidente della Firenze 21 settembre 2010.
C.E.I. circa la conservazione e la 10 Convenzione tra l’UNBCE e l’ICCU
consultazione degli archivi storici e circa la descrizione informatizzata dei
biblioteche degli enti e istituzioni documenti manoscritti, Roma 15
ecclesiastiche, Roma 18 aprile 2000. novembre 2011.
3 Paul G. Weston, Strumenti e 11 L’indagine è stata avviata nel 2008 dal
prospettive della cooperazione Gruppo italiano Utenti Marc21
interbibliotecaria, Atti del Convegno (GUMarc21). Per dettagli sui risultati
Le biblioteche ecclesiastiche: vedi: Susanna Peruginelli – Paul G.
lineamenti di un progetto condiviso, Weston, Il Marc21 in Italia in
Roma 14 settembre 2006 in Bollettino «Biblioteche oggi» n. 9, 2008, pp. 30-33.
di informazione ABEI, 15 (2006)3 12
fascicolo speciale monografico http://gumarc21.unicatt.it/
dedicato al servizio CEI-Bib, p. 20. 13 http://www.iccu.sbn.it/opencms/
4 Idem, p. 20. opencms/it/archivionovita/2012/
novita_ 0010.html (consultato
5 Accordo in materia di descrizione l’11/07/2012)
bibliografica e trattamento delle 14 Paul G. Weston, Strumenti e
raccolte appartenenti alle biblioteche
prospettive della cooperazione
ecclesiastiche, Roma 5 dicembre
interbibliotecaria, Atti del Convegno
2006.
Le biblioteche ecclesiastiche:
6 Convenzione tra la Direzione lineamenti di un progetto condiviso,
Generale per i Beni Librari, gli Istituti Roma 14 settembre 2006 in Bollettino
Culturali e il diritto d’autore – Istituto di informazione ABEI, 15 (2006)3
Centrale per il catalogo unico delle fascicolo speciale monografico
biblioteche italiane e per le dedicato al servizio CEI-Bib, p. 22.

LA TECNOLOGIA A SERVIZIO DEL DIALOGO.


La scelta della qualità | 211
ADRIANO BELFIORE – SILVIA TICHETTI
e dovessi fare sintesi di quanto quest’oggi
abbiamo potuto ascoltare userei la frase “lavori in
corso”. Le testimonianze che abbiamo ascoltato ci
incoraggiano a proseguire il cammino intrapreso.
Paradossalmente, l’impegno profuso in questi anni
da molti archivi e biblioteche ecclesiastiche ha
messo in evidenza, in generale, la necessità di un
cambio di marcia nella gestione e informazione in-
torno a questi istituti. Cambio di marcia che per
molti è avvenuto e che per l’appunto sta coinvol-
gendo in modo crescente la realtà ecclesiale. Tanti
hanno ormai compreso che quando si parla di beni
culturali ecclesiastici come quelli che sono stati
oggetto del nostro incontro, non ci si può fermare, alla veritiera ma limi-
tata e limitante costatazione che ne mette in evidenza il loro altissimo
valore, per i contenuti che normalmente li caratterizzano.
Abbiamo avuto modo di constatare in questa giornata come le mo-
derne tecnologie costituiscono un ausilio molto importante per la cre-
scita di questi istituti culturali. Dobbiamo saperle sfruttare in modo
adeguato. Esse, lo abbiamo capito, ci aiutano ma non possono essere
viste come la soluzione a tutte le problematiche che invece vanno af-
frontate in modo approfondito, avendo il coraggio di “fermarsi” a pro-
gettare e programmare a breve e a lunga distanza la crescita
dell’istituto culturale che si è chiamati a servire (mi rivolgo in questo
caso soprattutto ai responsabili di questi istituti). La tecnologia e il
servizio degli informatici non vanno mai pensati in sostituzione o in
supplenza di quelle competenze che richiedono, specializzazione, pas-
sione ed apertura, facendo lo sforzo di mettere la propria professio-
nalità a servizio di una realtà che è più grande del singolo istituto che
si serve.
È in questa ottica che l’Ufficio Nazionale si è sempre posto ed ha
improntato i diversi servizi che abbiamo potuto intravedere in questa
giornata e che sono messi a disposizione degli archivi e delle bi-
blioteche ecclesiastiche che ne fanno richiesta. È una linea questa
che ci teniamo a ribadire con chiarezza, sia nei confronti della nostra
realtà che nei confronti delle istituzioni con le quali c’è stato in que-
sti anni a livello centrale un continuo, impegnativo e vivace con-
fronto.
Ho parlato di servizi messi a disposizione di chi ne fa richiesta e mi
preme sottolineare questo aspetto. Non è più il tempo, se mai ci fosse
stato, di aderire a progetti e servizi promossi dall’Ufficio Nazionale,
solo perché vengono proposti dalla CEI. Lo sanno bene coloro che li
hanno attivati. L’adesione a questi, che per lo più sono servizi di base,

214 |
Biblioteca diocesana
– Lanciano

va fatta in modo responsabile, avendo piena consapevolezza che per


il loro migliore utilizzo è necessaria la volontà e la determinazione ad
essere fedeli ad un impegno che richiede fatica, investimenti, conti-
nuità, programmazione ordinata.
Si dirà: ma le risorse per far fruttare le potenzialità spesso nascoste
di questi istituti sono limitate! È vero, bisogna essere realisti ed attenti
a non fare il passo più lungo della propria gamba ma è necessario
comunque mettersi nella condizione di farli questi passi percorrendo
con gradualità un sentiero che è orientato, che non può essere im-
prontato alla casualità o condizionato principalmente dalle occasioni
che vengono a determinarsi. Quello che abbiamo potuto vedere e
che vediamo ogni giorno dal nostro osservatorio particolare è che
quando si affronta in modo coerente la fatica di questo impegno,

| 215
anche piccole ma significative realtà diventano capaci di trarre note-
voli benefici dall’adozione di tale atteggiamento.
In tutto questo sottolineo il ruolo particolare delle associazioni di set-
tore quali l’ABEI (Associazione dei bibliotecari ecclesiastici italiani) e
l’AAE (Associazione archivistica ecclesiastica) il cui servizio può es-
sere, anche in virtù del cammino degli istituti culturali, molto prezioso.

Allo stesso tempo è fondamentale il rispetto di queste realtà che hanno


delle caratteristiche originali derivanti dalla loro natura ed origine ec-
clesiale. Questa loro particolarità rappresenta una ricchezza che dob-
biamo far risaltare sempre di più e che va a beneficio non solo della
comunità cristiana ma di tutta la società. Questo certamente costituisce
un altro importante impegno che ci è richiesto ma che allo stesso tempo
richiede, a coloro che si accostano dall’esterno per tanti motivi, agli ar-
chivi e alle biblioteche ecclesiastiche, il rispetto della loro identità.
La comunità ecclesiale è chiamata ad occuparsi direttamente in modo
attento e competente di queste realtà. Non dovrebbe più capitare che
si accolgono in modo acritico progetti di inventariazione, cataloga-
zione, digitalizzazione, come è capitato in passato, magari solo perché
già finanziati, senza porsi il problema se questi sono adeguati e rispet-
tosi della realtà nella quale si va ad intervenire.
Così come ormai è antistorico e irresponsabile da parte di una
qualsiasi istituzione pubblica proporre alla realtà ecclesiale progetti
preconfezionati che non tengano sufficientemente conto dell’im-
pegnativo lavoro che si sta affrontando, obbligando magari questi
istituti culturali all’adozione di procedure estremamente rigide, con
il supporto di tecnologie diverse da quelle che si stanno utilizzando.
Questo tipo di operazioni portano in genere ad uno spreco di ri-
sorse e tra l’altro quasi mai prevedono l’effettiva interoperabilità
dei sistemi.

216 |
Uno dei segreti per far si che si arrivi sempre più ad una efficace pro-
mozione di questi istituti veniva evidenziato con forza da S.E. Mons.
Mariano Crociata nel suo saluto iniziale: continuiamo a lavorare reci-
procamente, istituzione ecclesiastica ed istituzione pubblica, affinché
si incrementi la cultura della collaborazione, del confronto del dialogo,
della concertazione degli interventi.
Rendiamo sempre più operativi, nell’ambito della comunità ecclesiale,
quei tavoli di confronto quali ad esempio le Consulte regionali per i
beni culturali ecclesiastici, che favoriscono lo scambio e l’arricchi-
mento. Impegniamoci affinché si realizzino concretamente sul territorio
situazioni che, in corrispondenza agli indirizzi dati dalle intese, favori-
scano di fatto lo scambio e la conoscenza fra istituzione ecclesiastica
e pubblica. Facciamo in modo che le risorse investite a favore di que-
ste realtà siano rispettose della loro particolarità e vadano a premiare
soprattutto coloro, e sono in tanti, l’abbiamo visto, che stanno affron-
tando in modo consapevole, l’impegnativo cammino della modernità.

Mons. Stefano Russo


Direttore dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici

| 217
ENGLISH ABSTRACTS

OPENING ADDRESS Rather than a homage to considerable difficulties,


these ten years of work, and unknown to the
Stefano RUSSO the book takes stock of majority, they provide a
Director, National Office the progress made so far. service which in actual fact
for Ecclesiastical Cultural Heritage Although only some of the is an act of charity towards
more salient moments in our fellow citizens. It is an
This book not only this ten-year history are example of how working in
illustrates the lively and presented here, they favour of culture is, first
important work of illustrate the key approach and foremost, a way of
ecclesiastical libraries and adopted by all players: working in favour of our
archives in Italy, it also respect for all parties contemporaries and, as a
bears witness to the involved and a pro-active result, towards the
dialogue between the listening process involving construction of society.
Church and Italian State all those who have the I’d like to tell you a story
regarding these cultural hands-on responsibility of which in my opinion
institutions and their protecting, preserving, illustrates what this book is
projects. enhancing and increasing trying to communicate.
The methods and knowledge about the The episode I wish to
implementation church’s cultural heritage. relate is part of a tragic
procedures are set out in It is very clear that many event in Italy’s recent
the agreement, signed a people – seculars, priests history, one which took
little over ten years ago, and the consecrated – place on April 6, 2009 - a
between the Ministry of have increasingly date not many people will
Cultural Heritage and committed much of their ever forget. That was the
Activities and the Italian time to, and in, the day when a violent
Bishops’ Conference. Christian community; amid earthquake killed hundreds

ENGLISH ABSTRACTS | 219


and severely damaged our as CEI-Ar we were able to Dioceses actually saved
buildings and architectural quickly move all the time and money when this
and artistic heritage in the archival material. Instead of emergency made it
Abruzzi. A few days later I arbitrarily filling the boxes, absolutely necessary to
received a call from Mr. cataloguing allowed us to move the archive so as not
Luciano Scala who at that know exactly what it was to loose these important
time was the Director we put in each box, so historical documents. If we
General of Archives of the when we unpacked them hadn’t, this heritage might
Ministry of Cultural afterwards we already have been scattered and
Heritage and Activities. Mr. knew what it was in them; lost; at best it would have
Scala was in L’Aquila to this also facilitated logical been stored in warehouses
coordinate the efforts to and methodical or storerooms where for
save and protect the transportation. The Ministry many years it would have
extensive and important immediately gave us the lain dormant and unused.
historical archival heritage staff and vehicles we Re-opening the archives in
in the city of Pope needed to transfer the the future would have
Celestine V. documents and thanks to required extensive
We arranged to meet in the cataloguing it was easy investments, even just to
Piazza del Duomo to jointly for the fire brigade to work catalogue the documents.
decide how to recover the very quickly because they
heritage in the historical knew where and how to The story I’ve told you is
archive of the dioceses recover the documents. part of a rather unusual
located in the Bishopric As a result, a little over a event, but the work that
which was out-of-bounds year after the earthquake the Church has been doing
after the earthquake. Very we were able to re-open in recent years is very
probably, most of the the episcopal historical important. Many people
documents were buried archives in another have understood that the
under the rubble. location in L’Aquila; it is still time “wasted” in looking
The inspection was also there and users can once after the cultural heritage
attended by the diocesan again access its heritage. I of the Church is instead
official responsible for think that even people who time “gained” not only for
cultural heritage, the head are not experts in this field the Church, but also for
of the archiepiscopal can understand how society at large.
historical archive, several important it was, and is, for
representatives of the local the archives to be
Superintendency and a accessible in a place
team from the fire brigade. where we still don’t know Mariano CROCIATA
We realised immediately how to go about rebuilding. Secretary General of the Italian
that although the archive The happy ending to this Bishops’ Conference
was completely story can be written thanks
condemned, none of the to a well-established, I willingly accepted your
contents had been challenging and constant invitation to deliver the
seriously damaged. So we dialogue and to the daily, opening address at the
needed to immediately find invisible work carried out XVIII National Day of
a way to recover the by the Dioceses to Ecclesiastical Cultural
archival documents and catalogue the documents Heritage because I believe
secure them in another within the framework of a the topic of today’s
location because the joint project involving all meeting deserves more
quakes continued daily. official institutions. focused attention by the
Since everything had been Even economically Church.
catalogued and classified speaking, the continuous,
by the Dioceses using the everyday, meaningful, yet The Agreement signed by
modern software we know limited investment by the the CEI (Italian Bishops’

220 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
Conference) and the exploit the relationship people reciprocally
Ministry of Cultural between the various acknowledge and respect
Heritage and Activities on institutions involved? It is the role of the other party:
April 18, 2000 regarding undoubtedly the principle based on these premises,
the conservation and of collaboration, in other this dialogue bears fruit
consultation of the words teamwork and and the relationship
archives of historical dialogue in the becomes mutually
interest and libraries management of a heritage beneficial.
belonging to ecclesiastical unparalleled anywhere in
bodies and institutions the world; this heritage is I would like to add that the
follows on from the not only a precious legacy Bishops’ decision to give
document revising the of faith left by previous education a central role
Lateran Concordat signed generations, it also during this pastoral decade
on February 18, 1984. All eloquently testifies to the is particularly encouraging
subsequent national and Christian roots of the and “rewarding” for those
regional agreements hinge history of Italy and our of you involved in cultural
on the key statement identity as Italians. It is the heritage. The care taken
made in comma one of task of the ecclesiastical by the Church to preserve
Article 12 (“The Holy See authorities to nurture this its own heritage in archives
and the Italian Republic, collaborative approach and and libraries during its
each in its proper order, ensure it is properly centuries-old history is
shall collaborate for the implemented in order to indicative of the its
protection of the historical further enhance the approach to these issues;
and artistic heritage”) teamwork between the you should feel like key
aimed at harmonising the public institutions involved. players in the Church’s
implementation of the Some people have defined mission to safeguard the
Italian law with religious the relationship use and scope of its
requirements. Today we established by the assets and their fruition for
need to refer to the agreements as the all members of society. The
Agreement signed on “development of the documents, archival
January 26, 2005 for the culture of collaboration”. holdings, manuscripts,
protection of religious parchments, old books,
cultural heritage belonging We believe debate and statutes, and parish family
to ecclesiastical bodies collaboration are a books and Status
and institutions which resource and a way of life: animarum, housed in our
updated the one dated this is why we are asked to institutions are tangible
September 13, 1996. The proactively seek, cultivate proof of their connection
Agreement establishes the and sustain it. Many with people’s lives. The
way in which ecclesiastical initiatives are moving in renewed commitment by
institutions and the Italian this direction implemented many ecclesiastical
State should work together by local ecclesiastical archives and libraries in
to protect the cultural communities seriously recent years to reorganise
heritage of the Church; it committed to this and take stock of their
also clearly defines the collaborative approach. heritage testifies to their
aims of the agreement and Despite the lack of staff desire, attention and
the responsibilities of each and resources, in the past commitment to maintaining
party. few years many dioceses a tradition that reflects the
have evolved positively. Church’s special
In short, what is the This happens when people contribution to society – in
common denominator tackle and solve the keeping with modern
behind these documents? difficulties inherent in the methods and techniques.
what should we always dialogue between different I know you are faced with
remember in order to fully institutions and when inevitable difficulties, but I

ENGLISH ABSTRACTS | 221


ask you not to lower your institute encouraged would like to highlight
guard or the level of your several of them to take several important projects
commitment. The Italian stock of their status and all undertaken, however, in
Episcopate fully supports implement a more the spirit of the Agreement
the cultural initiatives focused and structured which in recent years has
which you, as protagonists, plan of their services with led to increased
implement in favour of renewed vigour and cooperation with public
cultural heritage; these commitment. institutions. The dialogue
initiatives not only involve between the latter and
the safeguard and I believe another people involved in the
protection of the cultural fundamental aspect in the projects has often led to
and historical heritage of Agreement is the greater interoperability of
Churches in Italy, they also reference to the these service tools. The
create a successful cataloguing of archival and development and
dialogue with the country literary material, a topic we increased reliability of tools
at large. will be able to discuss such as the CEI-Ar are the
during today’s meeting. result not only of the
One example is the CEI-Ar constant research and
project which has allowed development implemented
Stefano RUSSO many archives to begin a by people involved in
Director, National Office major, modern specific projects, but also
for Ecclesiastical Cultural Heritage reorganisation and the joint work of the
documentation of their Unbce and the Directorate
The Agreement regarding own institution. In a few General of Archives. This
archives and libraries has short years the results made it possible to link the
produced immediate results have been very CEI-Ar with the Unified
in Italy, enhancing the encouraging; the Centre of Computer System of
commitment of those who Ecclesiastical Libraries Archival Superintendencies
manage these institutions. which earlier saw many (SIUSA) and now awaits
While acknowledging the libraries sign up to the the development of the
differences between CEI-Bib and is helping National Archive System
archives and libraries, it them, through a (SAN).
takes both into participated project, to
consideration since they become part of the Obviously other potential
require the same basic complex world of the and as yet underexploited
approach in order to ensure National Library System aspects of the Agreement
positive development and (SBN). still have to be developed
the possibility to and enhanced, but I think
satisfactorily tackle the The recent convention we have set our course.
challenges of our age. The dated September 21, 2010, That said, we have
Agreement is a sort of regarding the received invaluable support
pedagogic plan outlining enhancement and for our work by sectoral
guidelines and setting a development of a New associations such as the
course which, I believe, has indexing tool of religious ABEI and the AAE.
de facto allowed them to terms stipulated with the
grow and develop. National Central Library of Another important and
Florence reveals how successful example of
Even if we focus just on ecclesiastical libraries are projects implemented in
simple data, the fact that core to the Church’s keeping with the
the Agreement cultural programme. Agreement signed in 2000,
emphasised the need for is the Register of
a regulation specifically With regards to Ecclesiastical Cultural
dedicated to each ecclesiastical archives I Institutions (AICE) which

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we will discuss later on in General for Libraries ecclesiastical cultural
the day. On June 13, this briefly outlined the work heritage regarding the
service dedicated to carried out in the last 10 enhancement and
archives, libraries and years by the Directorate development of a new
museums will go online; General for Libraries, indexing tool.
during the Press Cultural Institutes and
Conference a circular letter Authors’ Rights to draft the The most visible outcome
will be signed with the Memorandum of of this collaboration was
Central Institute of the Understanding 2000 the new SBN Centre
General Catalogue of Italian signed by the Minister pro established in February
Libraries and bibliographical tempore Honourable 2010; known as the Sbe,
information (ICCU). Once Giovanna Melandri and the the Centre of ecclesiastical
the Agreement is signed President of the CEI, libraries; the Uncbe and
the libraries listed in the Cardinal Camillo Ruini. the ICCU worked together
Register (AICE) will to provide training to
immediately become part of The three Director ecclesiastical library staff.
the ones recorded in the Generals in office during
National Register of the that period (Prof. In his address Mr. Fallace
ICCU. Francesco Sicilia, Dr. also mentioned the
Luciano Scala and Dr. permanent work group,
These institutions are Maurizio Fallace) worked provided for in Article 7 of
supported not only by seamlessly to achieve the Agreement, and its two
economic resources - synergy between the two Committees, one for the
which in this rather difficult signatory parties, including register and one for training.
moment in time become the signing of specific
even more important and Agreements and Mr. Fallace went on to
crucial - but also by Conventions. emphasise how the
indirect contributions such commitment of the D.G. to
as ecclesiastical services, For example, the 2006 enhance the Church’s
assistance and fruition Agreement between the bibliographical heritage
which contribute to steady Directorate General and was more far-reaching
growth. In this regard, the the National Office for than the goals established
provisions established by ecclesiastical cultural by the Agreement. He also
civil legislation, even the heritage regarding cited other collaboration
8x1000 contributions - bibliographies and the agreements with
regardless of how limited holdings in ecclesiastical ecclesiastical library
they may be - have in libraries, and the July 2008 institutions including one
several cases made the Convention, signed by the to recover illegally removed
difference and prompted Central Institute for a assets. He also mentioned
the cultural growth of Single Directory and the the many sources of funds
archives and libraries in National Office for made available by the
keeping with the spirit of ecclesiastical cultural Mibac for the protection
the Agreement. heritage, regarding the and enhancement of non-
creation of a collective state libraries, including
catalogue and the the ones managed by
exchange of documents. religious institutions. Finally
Maurizio FALLACE he also referred to the
Director, Directorate General Another example is the creation of National
for Libraries, Cultural Institutes Convention signed in Committees where the
and Author’s Rights September 2010 between promoters were often
the National Central ecclesiastical bodies, for
After addressing the Library of Florence and the example the Biblioteca
participants, the Director National Office for Ambrosiana.

ENGLISH ABSTRACTS | 223


Luciano SCALA greater commitment of these historically important
Director, Directorate General of people involved in solving archives is the most critical
Archives the problems of archives. problem.
The result was an
The Agreement signed on abundant ‘harvest’ of In fact, diocesan archives
April 18, 2000 between the censuses, inventories, are, generally speaking,
Ministry of Cultural restructuring and well organised, located in
Heritage and the Italian restoration projects, places more or less suited
Bishops’ Conference exhibitions, conferences to proper conservation, and
regarding the conservation and publications. able to guarantee
and consultation of the consultation (perhaps
archives of historical There have certainly been upon request).
interest and the libraries of many positive results and, in Furthermore, they are
ecclesiastical bodies and many cases, the objectives normally staffed by
institutions, marks a of the Agreement have qualified personnel, unlike
milestone in the long been achieved; however, parishes and other small
history of collaboration the incredible amount of ecclesiastical institutions
between Archival work carried out so far has such as congregations and
Administrations and highlighted problems we lay associations.
religious authorities. should analyse in order to
solve them and begin the Unfortunately specialised
In the past this next stage of our fruitful staff is hard to come by
collaboration frequently journey. and, sometimes, so are
depended on the personal parish priests; even the
commitment of members The first is the widespread most simple conservation
of the Church and State; a awareness of the tools are often inadequate.
new approach was importance of preserving In many cases,
established when the the archives by those depopulation is the
Concordat was signed in responsible, as well as the premise for the elimination
1984. Furthermore, Law enhanced role of the of parishes and their
253 (1986) providing funds Superintendencies which archives are often never
to ecclesiastical institutes have increasingly become satisfactorily relocated.
allowed the a point of reference for all These archives are
Superintendencies for issues regarding the frequently inaccessible
archives to implement a management and because it’s difficult to
more incisive plan based protection of archives. It reach many of the
on a broader and more would, however, be municipalities in the
synergetic programme. unrealistic to say that mountains.
exceptions are still The censuses are like
The Agreement formalised uncommon, that there is maps illustrating the risks
these relations and no resistance or little of loosing a documentary
established the obligations awareness for non-priority heritage that is a crucial
of ecclesiastical bodies commitments. part of Italy’s history.
regarding conservation One way of solving the
and consultation; as a Up to now the work has problem, which the
result, the State promised involved many diocesan Agreement also took into
to provide technical archives, but most of it has consideration, is to transfer
assistance and funds. focused primarily on parish archives to the
censoring parish archives diocesan historical
In the past ten years the located far and wide archives. This solution
work of the across the country. The would be functional and
Superintendencies has Superintendencies believe economic and the Archival
intensified due to the that the conservation of Administration is moving in

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this direction by trying to data about their activities often a priority in order to
create territorial archival involving ecclesiastical protect the documentation.
centres to house the archives pursuant to the
documentation of several agreement signed on April The diocesan, capitulary
public administrations. 18, 2000 between the CEI and parish archives of
Another objective of the and the Ministry of Cultural religious orders or
Agreement is to exploit the Heritage and Activities. confraternities and
opportunities provided by congregations can now be
the web. In fact the Unified The objective was to consulted everywhere in
Information System of the provide all those Italy; much has been done
Archival Superintendencies responsible for the in the field of conservation
includes the description of conservation of and enhancement. State
over 4,700 archival ecclesiastical archives with and regional resources, as
complexes, holdings and information about the work well as those of other
superholdings created by carried out in recent years, public agencies, concur
bodies and associations of as well as compare the with those made available
the Catholic Church: 1,176 various topics involved. by the CEI to promote
are now available on the these initiatives.
web. In turn, the Italian The 2000 Agreement
Bishops’ Conference now established rules and Several critical areas,
uses the CEI-Ar software responsibilities to enhance however, still remain.
as an electronic tool to and boost the work of the Diocesan archives are
reorganise and catalogue Superintendencies which normally kept in
diocesan historical for many years have established premises
archives and those of focused extensively on this where thanks to
other ecclesiastical sector. specialised staff the
institutions. One of the following services are
priority objectives of the The reports by the available; cataloguing, the
Archival Administration is Institutes revealed an development of archival
to ensure the increased awareness by tools, and public
interoperability of these ecclesiastical authorities of consultation. The same
the importance of cannot be said for parish
two systems.
documentary heritage and archives or the archives of
the need to preserve it by confraternities, often small
using appropriate or very small, with
methodologies. This led to inadequate supervision or
THE WORK
a closer relationship surveillance. They often
OF THE REGIONS. between the lack specialised staff and
THE ARCHIVES
Superintendencies security is minimal. Despite
considered as the intense survey activities
Anna Pia BIDOLLI technical organisations these archives often
Directorate General of Archives,
responsible for the escape the attention of the
Service II – Protection and
safeguard of the archives. Superintendencies.
conservation of archival heritage
Although there are For many reasons, one
On the occasion of the exceptions, collaboration is functional solution is to
XVIII National Day of now widespread, making it relocate these archives to
ecclesiastical cultural possible to implement the diocesan historical
heritage, the Directorate initiatives such as archives and avoid the risk
General of Archives sent censuses, reorganisation, of loosing them forever.
the Archival cataloguing, and numerous
Superintendencies a restoration and Hopefully synergies will be
questionnaire to collect conservation projects - created between the

ENGLISH ABSTRACTS | 225


players involved - the disinfection, disinfestation Directive 93/7/CEE dated
Superintendencies, the and cataloguing of the March 15, 1993 regarding
ecclesiastical as well as Church’s ecclesiastical the return of cultural
regional authorities – with heritage. It has also objects unlawfully removed
a view to planning participated in projects from Italy, the Directorate
coordinated scientific and such as the installation of is the only agency
management initiatives. fire alarm and anti-theft responsible for recovering
systems and has provided the bibliographical assets
funds to enhance removed from Italy and
bibliographical heritage currently located abroad.
THE WORK and cataloguing in the
OF THE REGIONS. SBN. At present these recovery
THE LIBRARIES initiatives have produced
On the other hand, one important result: the
Angela BENINTENDE mention should be made return of a sixteenth-
Directorate General for Libraries, of the enormous effort by century illuminated
cultural institutes and authors’ the Italian Bishops’ manuscript of the Baptism
rights. Service II “Bibliographic Conference to create an of Christ removed from the
heritage and cultural institutes I” ecclesiastical library centre church of Santa Maria
that uses the SBN Maggiore in Guardiagrele.
The Ministry of Cultural cataloguing system - the To achieve this successful
Heritage and Activities, in Italian national library outcome the Directorate
particular the Directorate service; it has also actively General for libraries, in
General for libraries, participated in the collaboration with the
cultural institutes and constitution of the register Secretariat General in the
authors’ rights, has always of Italian libraries and the Ministry, developed a
dedicated special attention development of a new difficult and complex
to the world of indexing system. recovery procedure.
ecclesiastical libraries. In
fact, since 2000, and The concern of the In this case, we can say
despite cuts in the Directorate General for that the work of these last
Ministry’s budget, regular non-state bibliographical ten years has been
initiatives have been heritage was expressed successful for everyone
implemented in favour of again after the earthquake concerned.
cultural ecclesiastical in the Abruzzi. In fact the
institutions. Directorate General for
In the past ten years, Law libraries approved a
29 (2001), circular 138 specific grant in favour of THE WORK
(2002), and Law 112 (2003), safeguard measures for OF THE REGIONS.
have been milestones several libraries, including THE ECCLESIASTICAL
leading to a series of ecclesiastical libraries; for ARCHIVES
important initiatives in example, the library in the
favour of the conservation Convent of Santa Chiara, Paolo MARTINO
and enhancement of the the library of the “Carlo Regional Official for the
Church’s bibliographical Confalonieri” Curia and the ecclesiastical cultural heritage
heritage. “San Bernardino” library in of Calabria
L’Aquila.
In recent years, Service II Eleven years after the
of the Directorate General At the same time, the Agreement signed in April
for Libraries has supported Directorate worked with 2000 between the Ministry
these initiatives either by regional offices to try and of Cultural Heritage and
sponsoring or co- recover unlawfully removed Activities and the Italian
sponsoring the restoration, assets. In keeping with Bishops’ Conference it is

226 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
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possible to assess the support and assist the with the regional Archival
work jointly carried out in implementation of projects Superintendency on other
Calabria to improve the enacted by dioceses in aspects of the Agreement.
conservation and Calabria in keeping with
consultation of the article 3, comma 1, of the First and foremost the
Church’s archival heritage, Agreement. The work topic cited in article 4,
as per article 4, comma 1, provided by the State is comma 2, regarding the
of the Agreement. cited as follows: “the projects to be jointly
Ministry provides the carried out by the Catholic
The work carried out so far archives…, through its Church and the State,
has undoubtedly been archival superintendencies, stating that “collaboration
successful and has included technical collaboration and should start with the
the implementation of nearly funds… for the purchase computerisation of
all the clauses in the of equipment, the drafting documentary and archival
Agreement. of inventories, the heritage…”.
restoration of documentary
In Calabria, the relationship material, the purchase of We established
between the Archival furniture, as well as permanent technical
Superintendency and the publications… the collaboration with State
Church was facilitated by exchange of computerised authorities on this issue
the presence of a Regional material, the training of during the preliminary
Office of the Bishops’ staff”. stages of the
Conference of Calabria reorganisation process,
responsible for Work with the during all subsequent
ecclesiastical cultural Superintendency focused archival operations, and
heritage. The archival on three main issues: during the computerisation
section of this office is reorganisation and process aimed at solving
managed by a regional computerisation of archival problems which emerged
representative who material; during the project.
coordinates all the protection of badly
dioceses in Calabria. preserved material; With grants by the Ministry,
promotion and fruition of the Superintendency is
In relation to comma 2, documentary material. also acting on its own in
article 2 of the Agreement the dioceses in Calabria by
(commitments of the Several projects focusing financing projects to
Catholic Church), thanks on these three common reorganise the
to the coordination objectives were archiepiscopal archives in
established after the implemented across the Reggio Calabria.
Agreement and the region; they provided a
continuous snapshot of the Training sessions were
encouragement of the documents present in the organised according
national office for dioceses in Calabria and to the real requirements of
ecclesiastical cultural indicated priority areas for each diocese; these
heritage of the CEI, all the the conservation of this sessions included
historical archives in the heritage. teacher-led lessons for
dioceses now have a operators charged with
regulation governing the Most of the dioceses in reorganising and
staff and public opening Calabria have signed up to cataloguing the diocesan
hours. the CEI-Ar project to archives (see Oppidi
reorganise and June/July 2001).
The continuous computerise ecclesiastical
collaboration with State archives; this helped to The protection of badly
authorities helps to reinforce our collaboration preserved documentary

ENGLISH ABSTRACTS | 227


material was another no The census will be made Conference date back
less important issue in available to the dioceses many years, for example,
which the Superintendency and become an important Laws n. 61/1975, n.
played a key role. work tool; this has already 89/1980, n. 86/1982,
The work involved all the taken place in the n.35/1999, and the
dioceses in Calabria and dioceses of Mileto- Agreement dated
focused on the drafting, Nicotera-Tropea thanks to November 18, 1992 and
financing and the work of Don Filippo signed by the President of
implementation of several Ramondino. the Region, Vannino Chiti,
restoration projects all and Cardinale Silvano
financed by the Last, but not least, the Piovanelli, President of the
Superintendency. collaboration between CET.
the Church and State to In 2005 a new agreement
Commas 3 and 4 of article facilitate the fruition and was signed between the
4 of the Agreement promotion of archival Region and the CET
regarding the material by organising (Recognitio by the Holy
“initiatives to speed up documentary exhibitions See on 27/02/2004 Prot.
and coordinate the and events (art. 4, comma N.420/03 - Approval
cataloguing 5 of the Agreement). by the Council of the
programmes…” as well as The Week of Culture was Regione Toscana on
the much-awaited an excellent opportunity 02/02/2004).
collaboration between the to jointly organise
ecclesiastical authorities historical theme 2. The situation of
and the archival itineraries for a wider and eccclesiastical libraries in
Superintendencies to less elite public. Visitors Tuscany.
facilitate “access to the were able to personally The activities following on
archives in order to take examine certain from the agreements were
stock of the material prior documents and decisive in inspiring a new
to cataloguing understand the important mentality vis-à-vis the
programmes…” role they play in the management of
were implemented credible reconstruction of ecclesiastical heritage, in
through a census of the the history of a region. particular library heritage.
parish archives of After the unification of
dioceses in Calabria. The over 20 old local churches
census was carried out Tuscany now has 18
directly by the regional THE WORK dioceses.
Archival OF THE REGIONS. Important libraries used by
Superintendencies using THE ECCLESIASTICAL theological students were
its own staff and is LIBRARIES. created in diocesan
currently being finalised. PART ONE seminaries, often thanks to
holdings bequeathed by
Assistance by church Luca FRANCESCHINI bishops, priests and
authorities was not only Regional Official for the teachers.
required but was crucial to ecclesiastical cultural heritage In the past the
facilitate and simplify of Tuscany management of these
access by state libraries depended on
representatives to parish 1. Legislation and where they were located.
archives which are agreements between the In the eighties people
sometimes scrupulously Region and the regional began to realise that these
preserved; this census Bishops’ Conference. libraries had to be
provided information about In Tuscany, relations reorganised; many became
archival documentation in between the Region and “diocesan libraries”, but
1022 parishes. the regional Bishops’ above all they became part

228 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
of the provincial library recent decades religious THE WORK
“network”. Specialised staff orders have been OF THE REGIONS.
began to be trained and reorganised, convents THE ECCLESIASTICAL
new electronic cataloguing closed and libraries shifted. LIBRARIES.
systems were adopted. They have often been the PART TWO
focus of work by the
3. Positive aspects of the regional offices although Elena SCARAVELLA
Agreement. no significant coordination Diocesan Office for cultural
The Agreement made it or debate has taken place heritage, Diocese of Massa
possible to implement about this issue. Carrara - Pontremoli
several projects in which
ecclesiastical bodies also 6. Limits of the Agreement. The task entrusted to me
participated; the role The Agreement coincided was to report on the
of the Region in the with a period of severe experience of fieldworkers
protection and consultation cuts in resources for and the practical
of the documents was culture; this meant that consequences that the
reinforced. The Agreement little could be done provisions of the
in 2000 contributed compared to the work Agreement have had on
enormously to stabilising which could and should be the work of diocesan
this initiative of how to done. Although the Region offices.
“imagine” our libraries and continued to protect this Far from being perfect, our
how to manage them. heritage (and this also experience can however
contributed to creating a illustrate the difficulties
4. Limits of the provincial mentality about how to dioceses face in order to
“networks”. and how not to intervene), safeguard their heritage.
Diocesan libraries the projects that were I take no credit for the
are rather special given the implemented were not part results which, on the
type of books they house, of a proper plan set up contrary, are due to the
the people who consult after an in-depth debate, commitment and
them, and all the problems but projects carried out professional expertise of
associated with their use. piecemeal to solve urgent our librarians to whom I
Being part of the “network” emergencies. apologise for not being
does not always Funds for these initiatives able to fully illustrate their
provide added value. came from ordinary complex tasks.
Often they are unique in budgets; no specific items The office for cultural
the “network” and the were included in the heritage was charged with
latter doesn’t always budget for projects drafting a project to
prioritise the elements implemented because restore diocesan libraries
which, instead, are crucial of the Agreement, with and establish a network of
for our libraries. one exception contacts and the
Another difficulty is the (and with limited funds) collaboration required to
territorial division of the in 2010. implement it.
dioceses which doesn’t Apart from the size of the
coincide with that of the grant, this proves that At the end of the nineties
Provinces. agreements are useful but we began to study the
require continuous libraries of the two
5. The libraries of religious meetings, discussions Episcopal seminaries of
orders. and planning, activities the diocese which were
The libraries of religious which have often been gradually being abandoned
orders are independent absent due to poor due to the slow decline of
vis-à-vis the dioceses and results, but which - if the seminary itself.
have different reference reinstated - will certainly The first thing to do was to
points in the region. In be successful. decide the new mission of

ENGLISH ABSTRACTS | 229


the two institutions. purchase new equipment, any sort of proper
Having decided that the train our staff and update assistance from this
library of the Seminary in the catalogues: all this was collaboration.
Massa would become a critical if the library was to The network projects
diocesan library, while respect the new rules and focus, quite rightly, on
the one in Pontremoli approach. civilian libraries which, at a
would maintain its original time when funds are
role as a conservation The reason why we could scarce, have different
library, we then make our voice heard in objectives and needs
implemented the work the provincial Network compared to ours.
required to achieve (not always an easy task) Therefore the initiative of
minimum management was probably because the Tuscan Bishops’
standards. This was an we actively participated in Conference was
enormous task which its initial development particularly welcome.
included upgrading the stage, but above all Thanks to the work of
rooms, creating catalogues because we were able to Mons. Giusti, the
based on universally show that we had a Conference tried to find a
recognised criteria – very long-term coherent project direct line of
different to previous and qualified staff with communication with the
criteria – and a plan to which to implement it. Regione Toscana in order
provide services to the to allow ecclesiastical
public. We also started a big libraries to be funded.
The Office would never campaign, strongly This year we have been
have been able to supported by the former granted funds for
implement this demanding Bishop, Mons. Binini; restoration - an extremely
project without the support the campaign included important aspect of our
of several agencies which, events, courses, work.
although not the direct conferences, book
result of the Agreement, presentations and concerts It’s difficult to summarise
had been created thanks which not only attracted a ten years of work in a few
to the spirit of new public but also short sentences, however I
collaboration that the allowed us to establish hope that my brief report
Agreement had good relationships with shows that the
encouraged or perhaps other curia offices and management of cultural
intercepted. agencies and institutions in heritage is an extremely
the region. demanding task for the
Starting in the year 2000, dioceses which they
we used the funds The library became a cannot not tackle without
provided by the CEI to member of the CEI-Bib contributions from other
start cataloguing the project in 2009; this gave sources, first and foremost
holdings of the library in us access to the SBN the CEI. Up to now the
the Seminary in Massa, a making it easier for us to collaboration encouraged
task carried out by manage cataloguing, in the Agreement
qualified professionals. We especially the cataloguing has led only to sporadic
also registered with the of ancient holdings. projects. Our biggest
new provincial Library We continued to work hurdle is continuity: our
Network. We were then with the provincial Network eyes have to remain fixed
able to share the software regarding all activities on our goal while we make
used to manage the linked to the promotion up for the lack of
catalogues and all the and management of economic resources with
services related to the services to the public. the commitment and
public; we were also able However it’s recently goodwill of our
to access regional funds to been difficult to receive collaborators

230 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
THE OUTLOOK of cultural and advancement of humanity
FOR ECCLESIASTICAL documentary heritage, not and the good of the
ARCHIVES only in different regions of Country” also through the
AND LIBRARIES AFTER the country, but also – and recognition of the social
THE AGREEMENT this is the key point - and public role of the
between secular and Catholic Church and,
Paul Gabriele WESTON ecclesiastical institutions. together, in the guarantee
Reporting Member for the CEI When studying history or of religious pluralism. This
archives and libraries project recreating a library relationship is manifest
collection, nine times out today as one of the points
I have to start by saying of ten we have to consult of force on which we can
that the task I have been several libraries and put leverage for the
set here today - to archives: a public library, an consolidation of the
illustrate in thirty minutes a ecclesiastical library, a cohesion and national
topic as stimulating and state archive or a diocesan unity”.
complex as the one to archive.
which I refer in the title Pope Benedict XVI, in his
“The outlook for Let me reiterate what I message to President
ecclesiastical archives and said on September 14, Napolitano (March 17, 2011),
libraries after the 2006 when the library again brought up the
Agreement” - goes far project was presented; concept, underscoring the
beyond my capabilities. referring to the need for complementary
Nevertheless, I believe that participation of action and joint
the secular and ecclesiastical libraries in commitment to reciprocally
ecclesiastical speakers the National Library give and take:
who will deliver their Service, either through
presentations this their own regional “two overriding principles
afternoon will provide a networks, or the Centre that must govern relations
much more interesting, and of Ecclesiastical Libraries, between the Church and
may I say, convincing I said: “participation the political community:
picture of the problems in the SBN is an ethical the separation of contexts
and initiatives because obligation rather and cooperation. This
they will refer to their own than an opportunity for collaboration is motivated
experience rather than libraries”. by the fact that, as the
make mere policy Second Vatican Council
statements. During the Opening teaches, both the Church
Ceremony for the 150th and the political
So I shall just make a few Anniversary of the Unity of community, “under
comments and focus on Italy, this concept was different titles, are devoted
certain points considered expressed perfectly by the to the personal and social
the principles behind the President of the Republic vocation of the same men”
work carried out so far and Giorgio Napolitano during (Const. Gaudium et spes,
ones which will influence the Joint Session of n. 76). … The “promotion
our work in the years to Parliament: of the human person and
come. the good of the country”
“An end, and a goal, which, in respect for the
The inevitable premise for pursued and fully independence and
the success of the guaranteed by the sovereignty of both parties,
Agreement is that Republican Constitution is a principal inspiration
everyone be proud and and projected more and and orientation of the
aware that they are more in a very constructive Concordat now in effect
Italians. In the past, events relationship and in a (art. 1). The Church is not
have led to the dispersion “cooperation for the only aware of the

ENGLISH ABSTRACTS | 231


contribution she makes to between secular and so important; cooperation
civil society for the ecclesiastical identity now hinges on the
common good, but also of means debating the application of standards,
what she receives from meaning behind the ways accurate procedures,
civil society, as the Second in which citizens can be a shared data archives and,
Vatican Council affirms: responsible, intelligent and I’d say, first and foremost,
“whoever promotes the productive presence in the the search for quality.
human community at the life of the country. Cooperation creates a
family level, culturally, in its This is why I’m confident work method which is
economic, social and that all those involved in crucial to achieving our
political dimensions, both cultural heritage projects, established goals. Anyone
nationally and first and foremost archives who uses classification
internationally, such a one, and libraries, will heed this models, controlled
according to God’s design, recommendation and move vocabularies, updated
is contributing greatly to beyond the conditioning cataloguing or indexing
the Church as well, to the and misunderstandings rules has to tackle
extent that she depends which in the past have problems which can only
on things outside herself” often led to difficult be solved if we create a
(Const. Gaudium et spes, attitudes or approaches. group of operators who
n. 44). I’m confident they will work collectively develop the
to fully integrate heritage, policy to be implemented.
Notwithstanding the fact competences and services Technical committees who
that this debate involves in order to create an Italian meet periodically and
issues which go far cultural system which will together find solutions by
beyond the scope of this proudly show the world the studying the situation and
meeting, it’s extremely fruits of our talents in the improving the procedures
important to reflect on how world of culture, art and required to maintain
we can creatively intellect and in the service quality, last but not
experience the historical continuous dynamics of least because the latter
bond between Italian history, without ever will allow each individual to
identity and catholic forgetting in the third work within the framework
identity, our membership of millennium and the internet of a common project.
civil society or the church, era that “Only those who Everyone realises that
in the life of the nation and show themselves will be although their work, their
local and regional seen” – as per the shrewd choices, the activities of
communities and, before title of the ATHENA their institution, are
that, communal International Conference ineffective and produce
communities. However, held in Rome on April 28, only limited results, in the
such an important and 2011. end they decree the
sensitive topic cannot be success or failure of a
delivered only during a few We’ve heard the word network organisation in
special events, such as the “cooperation” several times which every crossroads is
messages of the Holy this morning; in the a crucial ganglion.
Father, the authoritative eighties it became part of
speeches of important the language of Italian This requires librarians and
politicians, or the debate librarians. For obvious archivists to have excellent
amongst historians, reasons, in the eighties it professional skills; in the
political or sociological referred to technologies first place they must be
scholars and specialists. and cooperation mainly sufficiently familiar with
Operators, all operators, associated with the use of the documentary material
should be involved on a software proprietary by all involved, the way in which
daily basis, because the players involved. Those the institution has been
discussing the link technologies are no longer structured to fulfil its tasks,

232 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
the criteria and language institutions, it helps to and interfaces for the
used to describe and enrich their pastoral public. To try and
document the physical mission. differentiate the current
heritage, and the data access approach
information transmitted by The papers have recently compared to the more
the latter. Notwithstanding been full of articles about traditional one adopted so
the commendably budgetary cutbacks in far, we are committed to
generous and often naively countries where libraries clarifying, as best we can,
enthusiastic work of are traditionally a more the set-up and tasks of
volunteers who only spend widespread social ecclesiastical bodies, to
part of their daily lives in phenomenon than in Italy; illustrating the meaning of
this activity, the often this should lead us to the technical terms used in
unqualified contribution of consider the importance of religious disciplines,
conscientious objectors, libraries as democratic archives or librarianship, to
and the cataloguing of places in which to identifying the best way
older material by qualified socialise, and whether or and to recover the data
temporary staff, A do-it- not the web should be that users look for most. At
yourself approach (almost delegated the reference the same time, we must
always focused on tasks which operators focus on preserving the
providing in-house have so far carried out reference context of the
service), doesn’t help to mainly in their own documents to avoid, on the
ensure the service quality physical environment. This one hand, running the risk
expected by a broad and extensive documentary of becoming banal and, on
varied public. Participation universe, often with less the other, of musealisation.
in joint projects, especially than quality contents,
the decision to place one’s requires the work of We have talked, and will
data in national, and human intermediaries to talk today about
hopefully international help the internet user interoperability: this isn’t a
databases, requires a slow identify quality sources and by-product of the use of
learning curve during provide the web with specific tools and therefore
which we begin to see our quality cultural references. a trend limited to
libraries, archives, and the technology, it involves all
community services we We should focus above all the subjects that provide a
can provide, in a different on the young, their documentary service to the
light. In time, this increased sensitivities and new ways public: libraries, archives
visibility attracts more and to communicate and and museums.
different kinds of users, socialise, so that the web Internationally it is an
not only the users who are is not considered as a added value in many
physically present, but technological surrogate of sectors, increasingly so
remote users who require human relationships, but a ever since cultural
information, request marvellous way to get to institutes cooperate to
interlibrary loans, carry out know the world and other create digital libraries. For
documentary research people, a way to use this example, the problem of
either for their studies or contact with texts and the authorised form of a
to learn and understand documents to recreate the name or the choice of a
more about their own knowledge, ideas and toponym is a problem for
region or family. Satisfying experience behind librarians, archivists and
these requests and people’s lives. museum specialists alike.
answering promptly and This is why a transversal
accurately is undoubtedly All these requirements approach to these
one of the tasks of must be taken into problems is so crucial, an
libraries and archives and, consideration when approach which will lead to
as regards ecclesiastical designing search engines the creation of control

ENGLISH ABSTRACTS | 233


devices which will help network centred on the portals, we must make
people who input data into university; the network every effort to allow each
the computerised system, includes the civic library, library and each archive to
and people who use that the university library, the continue to be part of what
system, to satisfy their university colleges, several we create; if this isn’t the
desire for information. schools and some of the case, we must give it the
It will also help to regional libraries in the chance to become a fully-
guarantee (as far as province. Participation by fledged part of other
possible). The uniformity the diocesan library cultural bodies in that
of databases, which is one enhances the bibliography region. Obviously we hope
of the key factors in quality available to students and this reciprocal approach is
service. researchers, especially if adopted nationally and
you consider its historical locally.
When talking about the holdings. Elsewhere other Every so often, projects or
web, we all understand diocesan libraries, again in important, wonderful
why we need to adopt coordination with regional activities that people have
these descriptive bodies, attract other kinds made their life’s work risk
standards, especially for all of users which we could coming to un untimely end,
the elements which consider unusual for that or being considered no
provide a nominal or kind of library. For example, longer satisfactory, because
semantic access to the the library in Trapani which people believe they were
information. What’s more, involved families and either the initiatives of
we must actively volunteers to create a single individuals or they no
collaborate in the collection of books and longer correspond to new
definition, updating or games for children and priorities. Participation in
control of those standards then made these rooms the SBN and SAN involves
because we can gain from available to the families. a commitment endorsed
the rich variety of terms Trapani is not alone, I could and respected by both
provided by other cite many more and parties; the convention
institutions and, in turn, different kinds of binds the bodies involved.
help to increase the examples, but time is of the Being part of these
intellectual heritage of essence. On other networks is a way to
others with our specific occasions I’ve mentioned ensure that the work that
disciplinary expertise. that creating a system of has been and will be
Bearing in mind the ecclesiastical libraries and carried out, continues in the
dispersion of library and archives should not depend future. Participation in
documentary collections I on the adoption of one these two systems involves
mentioned earlier, this type of software. I’m even a challenging and
reciprocal exchange of more convinced of this demanding task to review
know-how is a valuable today. Modern technology the continually updated
(and respectful) service we makes it possible to create information, something that
can provide to the public flexible computerised requires time and
and users in general. systems and place data in resources. We need to
more than one repository, consider this revision work
This continuous reference even different repositories as something positive,
to national library and according to the structure something that will improve
archival systems shouldn’t and service involved. But our archives or library and
overshadow the we must respect standards, contribute to the
importance of local protocols and consider the preservation and
ecclesiastical archives and goals of the institutions dissemination of the
libraries. In Pavia, where I involved. So when we knowledge contained in
work, the diocesan library organise these structures, books and documents.
is part of the city’s library electronic services and Even if the path we have

234 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
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chosen is difficult and Standards for the places, the Archivistic
demanding, it would be elaboration of the archival Ontology elaborated by the
dangerous to think that to authority records of DGA, the standards of the
make it easier we should corporate bodies, persons, General Subdirectorate of
take shortcuts or skip families – NIERA EPF, the state archives of the
intermediate stages. Per was jointly prepared by the Spanish Ministry of Culture
aspera ad astra. Every time Directorate General for for the elaboration of
we choose to reduce the Archives and the standardised ports of
difficulties, pretending they Independent Regions and corporate bodies, persons,
don’t exist, or consider Provinces of Trento and families, places and issues
personal interests or habits Bolzano in collaboration in archival description.
before the common good, with the National Office of Instead, we used the
sooner or later this will Ecclesiastical Cultural descriptions in national
undermine the stability of Heritage. and territorial Italian
the project and The drafting of the archival computerised
compromise the Standards was entrusted systems as a source of
sustainability of the to the National Committee inspiration and study; we
initiatives we undertake to for the drafting of the took examples from the
enhance the project. As a Legal Code for producers latter to support and
result, all those who in of archives, created by the explain the standards we
ecclesiastical circles are DGA (Decree dated April 7, drafted.
involved in any capacity 2010).
should be properly The 14-member These are the goals of the
informed and constantly Committee, which I NIERA EPF:
kept updated about coordinated, included Establish the elements
developments. They must archivists and librarians required to identify and
understand the heritage who had worked describe, in the archival
they are dealing with and extensively with territorial authority records, the
the service they are and thematic computer entity, be it a Corporate
rendering to the community. systems at national, Body, Person or Family,
regional or local level. The independently from its
May I wish you all the best Committee was also function as a producer.
in your work, and as a assisted by 5 consultants Provide rules for the
library specialist, citizen specialised in general standardisation of the
and Christian let me say, archival description and structured elements of the
although I am unworthy: “I the elaboration and authority records so that
have a dream…”. application of international they become standardised
standards in informatics passwords.
systems. Establish, in particular, the
The NIERA EPF were National Italian rules for
THE WORK OF THE elaborated and drafted the drafting of the heading
NATIONAL COMMITTEE after an intense but open of Corporate Bodies,
FOR THE DRAFTING discussion, a lively debate Persons, Families in the
OF THE LEGAL CODE that often highlighted the authority list.
FOR PRODUCERS difference in training Select dictionaries and
OF ARCHIVES between archivists and conventions to be used in
librarians. The NIERA EPF the elaboration and choice
Euride FREGNI were drafted based on the of contents of these
Director of the State Archives ISAAR (CPF) and EAC elements, adopting in the
in Modena (CPF) and, as reference, drafting and updating of
the ISAD (G), FRAD, these dictionaries, the ISO
The standards in the soon REICAT, ACOLIT, the ISO standards already
to be published Italian standard for dates and identified by ISAAR (CPF)

ENGLISH ABSTRACTS | 235


and other standards UNBCE) has taken part in context elements which
specifically indicated in the the National Committee for had begun with the
parts of the NIERA EPF the drafting of the legal Ecumene project.
where they are used. code for producers of The management of the
Make it possible to use the archives (hereafter authority ports was
NIERA EPF in all contexts, Committee) coordinated by intended to enhance the
computerised or not, and in Prof. Paul G. Weston. This censored resources and
particular in the SAN is important as it confirms boost the search potential
The NIERA EPF are made the intentions of Italian by using meaningful
up of: dioceses (and the elements of the creation
– an Introduction, diocesan system of and/or relevance context
illustrating the mandate cultural heritage) to (authors, conservation
of the Committee and practically and directly buildings, property
work method adopted; contribute their own agencies, etc.); in
– a General part, specific expertise, through particular, it was possible
illustrating the scope the UNBCE, in nationwide to ‘coordinate the names’
and aims of the scientific projects. and therefore search for
Standards, associated The initiative is part of a any one of the forms of
standards, glossary and much broader the name and find the
definitions, and the collaboration process corresponding corporate
structure of the initiated in 1996 with the body.
Standards; Ministry for Cultural At present the diocesan
– an explanation of the Heritage and Activities system for cultural
elements in the (MiBAC), in particular the heritage contains the
authority Records of Directorate General for authority files Churches
Corporate Bodies, Archives, which led to and Authors for the census
Persons and Families; participation in the of religious buildings,
– considerations workgroups for SIUSA Authors for moveable
regarding the Producer (Unified Computerised works, Register for
of archival System for Archival ecclesiastical archives,
documentation; Superintendencies). This libraries and museums and,
– several Annexes and took place in parallel with recently, the authority file
Appendixes. projects implemented by Parishes/Corporate
the UNBCE in 1997 and bodies. The objective is to
the computerised create: tools allowing
cataloguing of diocesan users to manage
PARTICIPATION ecclesiastical cultural the multiple names (and
BY THE UNBCE heritage, starting with not only the multiple
IN THE DRAFTING moveable and archival names) of corporate
OF NATIONAL artistic heritage. bodies, buildings and
STANDARDS One idea which persons involved in the
TO DESCRIBE immediately came to mind, daily administration of the
ARCHIVAL AUTHORITY given this double approach diocesan heritage and
RECORDS (institutional collaboration cultural and pastoral
and the start of the enhancement, and make it
Maria Teresa RIZZO cataloguing project), was easier to search all related
Service Centre for diocesan to merge all the databanks. resources; several univocal
cultural heritage projects During 2002-2003, the identification archives
UNBCE focused on the (names, place names, etc.)
Since April 2010, authority ports of customised according to
the National Office for databanks of ecclesiastical the latest national and
Ecclesiastic Cultural heritage, in other words international standards,
Heritage (hereafter the management of the fully aware that we need to

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discuss the scenario now Italian subject cataloguing sciences, as well as
opening up with the system in order to bring it improve its efficiency.
semantic web, open data into line with international Thanks to the Convention
and integration with standards and principles. In signed with the National
international archives light of the new Office for ecclesiastical
(VIAF, Virtual International information retrieval heritage, the BNCF
authority File; ULAN, systems and the fact organised training courses
Union List of Artist documentary searches for the new CEI
Names; TGN, The Getty now involve several Workgroup and will benefit
Thesaurus of Geographic resources (bibliography, from specialist
Names; etc.). archives, museums, etc.), consultancies, suggestions
In this context, the tool has a set of norms about the sources used to
participation in the (published as a book in control the vocabulary, and
Committee was an 2007) and a continually proposals for new
important opportunity for updated and freely terminology for the
scientific growth and available online Thesaurus. Since the New
discussion; it allowed the multidisciplinary Thesaurus Indexing System is
UNBCE to efficiently with approximately 38,000 conceptually and
collaborate in turning terms that can be used in linguistically more reliable,
standards into a national semantic indexation. The and lexically more
code for the archival New Indexing System, complete, it is not only
sector, intervening with its already incorporated in the more suited to
specific know-how and electronic catalogue of the representing the semantic
expert input, in particular: BNCF, can be richness of the contents
suggestions regarding the incorporated in other Opac. contained in the endless
choice and form of the Its flexible architecture variety of religious works,
headings of religious means it can not only be but will also facilitate
Orders of the Catholic continually expanded, but indexation.
Church; definitions relating also allows the introduction
to the main figures and of new groups of specialist
titles of the Catholic or sectoral terminology.
Church. Furthermore, it can GROUP FOR THE
establish a dialogue and ENHANCEMENT
interact with specialist AND DEVELOPMENT
thesauruses and other OF THE NEW INDEXING
GROUP FOR THE indexation tools and SYSTEM OF RELIGIOUS
ENHANCEMENT lexicographical and TERMS
AND DEVELOPMENT encyclopaedic repertoires,
OF THE NEW INDEXING making them interoperable.
SYSTEM OF RELIGIOUS Paola SVERZELLATI
Catholic University of the Sacred
TERMS The cooperative system
Heart, Association of Italian
adopted for the project
Ecclesiastical Librarians
Anna LUCARELLI continues to grow day by
National Central Library of day; one example is the
Florence valuable collaboration The year 2009 marked the
which began in 2010 with beginning of the initiative
One of the most important the Italian Bishops’ which roughly one year
initiatives undertaken in Conference. This later led to the creation of
recent years by the collaboration allows the the Group for the
National Central Library of New Indexing System to enhancement and
Florence is the revision of develop and enter into a development of the new
the New Indexing System constructive relationship Indexing System of
amending the previous with the field of religious religious terms sponsored

ENGLISH ABSTRACTS | 237


by the CEI National Office location and how they can Office for ecclesiastical
of ecclesiastical cultural be accessed; these cultural heritage is part of
heritage together with the resources include the this framework; the
National Central Library of archives of the State, the collaboration aims to
Florence (BNCF) and the Public Administration, enhance the descriptive
Association of Italian religious or private bodies software CEI-Ar in the
Ecclesiastical Librarians (foundations, enterprises, SAN, as well as the
(ABEI). The joint work and individuals, etc.). reciprocal dialogue
considerations elaborated between this system and
by librarians, thesaurus The SAN will guarantee other archival description
specialists and scholars of access to Italy’s systems.
religious sciences documentary heritage by
regarding subject as many people as
indexation and possible. Its location and
thesauruses, as well as ad role will support the work CONSIDERATIONS
hoc training sessions, of archivists and act as a
helped those involved to rationale and guide for the Emanuele BOAGA
understand not only how many computerisation Director of the General Archives
important it was to initiatives in order to of the Carmelites in Rome,
collaborate regarding the guarantee the required Ecclesiastical Archives
terminology used by interoperability. The latter Association
religious sciences but also is crucial to enhance the
the need to create a work carried out so far and 1. This exceedingly
BNCF Thesaurus to allow the public to access delicate and complex
support the ongoing unusual fact-finding paths. topic involves issues
projects implemented by which have surfaced in
the National Office of The SAN will be used to the past and new ones
ecclesiastical cultural enable users to exploit regarding the most
heritage. The names of the technologically advanced appropriate technology
members of the New Index tools to search for specific we should use to
Group are listed in the contents in our archival achieve our goal. This
Appendix. heritage. article will present
general considerations
Heterogeneous archives as well as other, more
which now have to be specific comments
consulted separately will regarding ecclesiastical
A SYSTEM all be included in the SAN; historical archives, even
FOR ENHANCEMENT to achieve this goal though some points
AND DIALOGUE specific agreements and also hold true for
conventions will have to be current archives which
Patrizia FERRARA signed with the most require, however, a
Directorate General of Archives important archives, separate technical and
establishing on a case by juridical evaluation.
The National Archive case basis the 2. First of all, in the last
System (SAN) provides interconnection / few decades people
information about Italy’s integration modes responsible for
archival heritage and acts according to the ecclesiastical archives
as a link between similar technologies used by each have increasingly
national and international party. focused on issues
projects. The key objective involving the protection,
of the system is to The work between the conservation and
publicise existing archival Directorate General for fruition of archival
resources in Italy, their Archives and the CEI heritage.

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3. The advent of following advantages: 9. Naturally, when some
computerised digital access to the parts of a document
ecclesiastical archives, documentation in cannot or should not be
as well as other ecclesiastical historical used by all users, for
archives, has been met archives; use of this example sacramental
with mixed reactions; it documentation for study records, then a
involves changes in the purposes or disclosure; password has to be
relationship between commercial inserted as well as a
archivists and archives, reproduction. request for authorisation
between scholars or 6. As a result, in order to from the competent
researchers and archival be helpful the online ecclesiastical authority.
documentation, dialogue between
especially changes historical archives and
induced by these users has to take into
techniques in work consideration several TECHNOLOGY AT THE
methods and culture. It’s issues specified in the SERVICE OF DIALOGUE.
well worth remembering article. CEI-AR: REVISION
what happened when 7. Apart from access and AND DESCRIPTION OF
computers were online consultation for THE ECCLESIASTICAL
recently – and rather all interested parties HISTORICAL ARCHIVES
savagely – introduced in (archivists, scholars,
the world of archives, an researchers, etc.) and Francesca Maria D’AGNELLI
experience in many the purely technical and National Office for Ecclesiastical
ways repeated with the archival requirements, Cultural Heritage
advent of the digital consideration must also
age; no consideration, be given to juridical The Project sponsored by
was given to the issues highlighted in the National Office of
different kinds of civil and ecclesiastical cultural heritage, part of
ecclesiastical archives, legislation. the Secretariat General of
their complexity, or the As a result, all users the Italian Bishops’
history of each must be familiar with, Conference for
ecclesiastical institution. and have a good ecclesiastical historical
4. Many ecclesiastical understanding of, civil archives, known as CEI-Ar,
archives, well before the and ecclesiastical was launched in 2004.
CEI-Ar, basically used legislation, bearing in
software to file their mind that some terms, The project was part of a
books in three stages: such as “public body” more wide-ranging
inventory, catalogue mean different things in initiative to conduct a
(with key words useful each legislation. systematic census of the
to retrieve information) 8. One other issue which Church’s cultural heritage
and the reproduction of should not be ignored is (historical, artistic, archival,
documents to be put that users employ their architectural and literary
online. own computers to assets) using the same
The support that new reproduce all kinds of work method and
computer technologies online ecclesiastical computer tools; the aim of
can give archivists can historical documents for the project was to create
also be applied to other study purposes or standard, uniform and first-
areas, further enhancing commercial use. The rate scientific databanks to
conservation and the regulations drafted by be used in pastoral and
fruition of archival the various thematic studies. This was
documents. ecclesiastical authorities the idea behind the work
5. These new technologies appear to be very on the Portal of
can basically provide the similar. ecclesiastical historical

ENGLISH ABSTRACTS | 239


archives and, later on, international standards of the UNBCE to protect,
the transversal portal of archival description: preserve and enhance
ecclesiastical cultural ISAD (G) – International historical, artistic,
heritage. Standard Archival architectural, library and
Description (General) archival heritage.
The initiative is and ISAAR (CPF) – The second involves the
implemented directly by International Standard need to satisfy the demand
the ecclesiastical institutes Archival Authority Records of the archives
involved; they are (Corporate, Bodies, participating in the CEI-Ar
responsible for their part of Persons, Families) and project to have a web page
the project, the schedule can be exported in SIUSA where recent databases
and costs, and they and EAD. Options are can be published,
decide which professionals being studied to allow consulted and properly
to involve. dialogue with the SAN enhanced.
of the MiBAC.
The Project is currently The scope of this portal
participated by 213 The CEI-Ar software is a (currently being
ecclesiastical archives, of dynamic description developed) is to succeed
which 144 diocese archives system very similar to the in opening ecclesiastical
and 69 pontifical, regular traditional way in which archives to as many people
and congregational archivists worked. as possible while
archives. To date, the 76 maintaining the scientific
complete databanks that The project to revise nature of the data and a
have been created can be and describe ecclesiastical high quality service.
consulted on the website historical archives focused As a result, expert
of the Register of on recovering existing users who use, or have
ecclesiastical Cultural computerised databanks; used, the archives
Institutes, it also inputted into will be able to use
www.chiesacattolica.it/ana developments regarding advanced research tools,
grafe. authority headings while guided itineraries
by participating in the will be provided for the
The UNBCE provides Commission for the public at large
coordinated assistance; NIERA. to help them access a
this includes training world often complicated by
and support to adopt technicalities.
the correct approach
to the project, TOWARDS A PORTAL The main characteristic
clarify any queries FOR ECCLESIASTICAL of the portal is that it
regarding compilation, HISTORICAL ARCHIVES provides access to all the
or solve computer archives in Italy; at the
problems. Giovanni SILVESTRI same time, it enhances
System Manager for the IT and highlights each
Within the framework of Service of the CEI archive and the individual
each party’s own characteristics of their
responsibilities there is a The idea and proposal to documentary heritage.
continuous exchange and create a portal for The data used in this
updating of the initiatives Ecclesiastical Historical initiative come from the
with the Ministry; Archives is based on two CEI-Ar project (revision
in this regard, the CEI-Ar considerations. The first is and cataloguing of
software, that takes its inspired by the natural ecclesiastical archives)
name from the project, development and and the Register of
was developed according implementation of the four ecclesiastical cultural
to national and key projects sponsored by institutes.

240 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
Before publishing the data, allow initial access to TECHNOLOGY
the UNBCE contacts all available AT THE SERVICE
each historical archive documentation; and OF DIALOGUE:
involved in the initiative t advanced research, NATIONAL LIBRARY
o obtain authorisation to which will allow for in- SERVICE, SBN CENTRE
publish their data on the depth study depending OF ECCLESIASTICAL
web. Each institute on each user’s specific LIBRARIES
is fully aware of how the needs; AND REGISTER
data is processed and – Area of the itineraries:
published. several itineraries will Rosa CAFFO
be proposed to show Central Institute for a Single
The website “non-experts” how Directory of Italian Libraries
www.chiesacattolica.it/arch archival documents can
ivistorici is part of a project be used; they can be Thanks to the close
to implement implemented according collaboration between the
interoperability with other to the studies and National Office for
cultural heritage systems, research being carried Ecclesiastical Cultural
first and foremost the ones out and can be Heritage (UNBCE) and
supervised by the MiBAC: considered basic the MiBAC Central
the data exchange guidelines to help Institute for a single
protocol with the SIUSA further the task at directory (ICCU), two
System has been hand; important steps forward
consolidated for quite – Restricted area, with have been achieved within
some time and we are now access to several the framework of the
assessing how to make the advanced functions; “Agreement for the
system dialogue with the Study Room, with the conservation and
SAN: possibility to reserve consultation of historical
the documents to be archives and libraries of
Main services and consulted; reuse of Ecclesiastical Bodies and
contents included in the previous searches; Institutions” signed on April
www.chiesacattolica.it/ access to special 18, 2000 between the
archivistorici contents, with Ministry of Cultural
reproduction of Heritage and Activities and
– Institutional documents and the Italian Bishops’
information: images. Conference, and the
presentation of the subsequent agreement
CEI-Ar archives This initiative is a work dated December 5, 2006
project, membership in progress. regarding bibliographic
procedures, It is improved and evolves descriptions and use of
institutional activities, over time thanks to collections kept in
integration with the the requests submitted ecclesiastical libraries:
Register of by archival groups; - the MiBAC-CEI
ecclesiastical cultural the aim is to satisfy the memorandum of
institutes project; demands of each understanding, signed in
– News: information ecclesiastical community July 2008, establishing
provided directly by the as well as the stimuli and the centre of
regions to enhance the requirements which will ecclesiastical libraries
work of all the emerge in the future; the - the agreement between
corporate bodies latter will gradually be the National Office for
involved; shared Ecclesiastical Cultural
– Area of research: among participants in Heritage (UNBCE) and
divided into free order to further develop the MiBAC Central
research, which will this tool. Institute for a single

ENGLISH ABSTRACTS | 241


directory (ICCU) several libraries affiliated INTEROPERABILITY OF THE
regarding to the SBN to transfer to AICE DATABASE AND THE
interoperability and the PBE. DATABASE OF THE R EGISTER
updating of the AICE The PBE currently uses an OF ITALIAN LIBRARIES
database and the application developed by CREATED BY THE ICCU
database of the EOS International
Register of Italian (California) and known as The Register of Italian
libraries created by the EOSWeb. The Ifnet has Libraries developed out of
ICCU, which will be installed a dialogue the library census project
signed during the press module with the SBN launched in the early
conference on June 13. Index using the nineties by the former
SBNMARC protocol Central Office for library
The National Library and has adapted it to the heritage; Regions,
Service is the biggest requirements of Universities and many
national infrastructure for ecclesiastical libraries, cultural institutions
cultural and scientific so much so that the participated in the project.
knowledge and modified software is now The initial idea was based
information. called CEI-Bib, on the cultural need to
The project was launched like the project from which create a unitary, updated
and developed by the it takes its name. info tool about libraries in
Ministry of Cultural The app has its own OPAC Italy in order to facilitate
Heritage and Activities in http://www.ceibib.it/EOS information about libraries,
collaboration with Italian Web/OPAC/Index.asp bibliographic heritage and
Regions and Universities. which allows users to services, not only for Italian
The data below consult the local but also foreign users, and
underscores the catalogue and insert even librarians themselves.
importance of the system: service requests from a Regions cooperated in the
71 centres grouping 4,500 remote. project thanks to the
– Italian libraries agreement between the
– 11 million records ICCU staff organised Coordination Committee of
– 55 million localisations training courses regional councillors for
– 32 million successful for the Centre culture and the Central
searches on the OPAC in February 2010 just Office for library heritage
in 2010 before it began functiong; and Cultural Institutes
topics included (now known as the
The Centre of cataloguing (2009), Directorate General for
Ecclesiastical Libraries the SBN and the logic of Libraries, Cultural Institutes
(PBE) began functioning dialogue with the Index. and Authors’ Rights). Their
in February 2010. Since Although the Centre input was essential and in
then the number of does not fully conform, some cases very positive
libraries has increased third level membership of because it boosted the
enormously from an initial the National Library project all over Italy and
55 to the current 85 Service helps to enhance made it possible to update
(+ 30 libraries in a little the collective catalogue. information about the
over a year). libraries.
Although the CEI did not Regarding the activities At the time, the
oblige the ecclesiastical of the Centre, in a little Association of Italian
libraries already affiliated over a year since its Ecclesiastical Libraries
to territorial centres to join inception (February 2010 – (ABEI) was also
the new Centre of mid-April 2011), figures are conducting a census of
Ecclesiastical Libraries, the as follows: libraries belonging to
Centre has spontaneously ecclesiastical bodies. For
accepted the request by See Table page 173 ecclesiastical libraries

242 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
this happy coincidence The libraries of local -acquisition of data from
led to joint work on authorities are the largest institutional information
names, bodies, and in number (6723), followed sources (databases of
certain aspects of by university libraries regions, universities and
information about (2587) and ecclesiastical agencies) that can
libraries. It also allowed libraries (1435). accurately provide updates
us to contact many The database of the relating to the libraries for
institutions which, for Register can also be used which they are responsible;
whatever reason, had not as a reference or a unitary -download of data from
immediately participated platform on which to base the Register to other
in the census. further limited or full-blown databases (of regions,
The Central Institute for a studies on different issues universities and other
single directory (ICCU) and with different institutions).
coordinated the technical characteristics: statistical This format posted in the
and scientific part of the surveys similar to register- ICCU website has already
project; the aim was to based censuses or been used to exchange
create a general, unitary, assessment and evaluation data with the Regione
updated IT tool about of services. Veneto and will be used to
libraries in Italy by At present the ICCU has exchange data regarding
establishing a database elaborated statistics about ecclesiastical libraries with
integrated in the services part of the data (number of the Register of
provided by the National libraries, regional ecclesiastical cultural
Library Service network. subdivision, administrative institutes (AICE) of the
Another goal of the project branch, geographical CEI National Office for
was to publish the breakdown per region and ecclesiastical cultural
“Catalogue of Italian province, number of books heritage.
Libraries”. per region, functional Therefore, the ICCU has
The series containing typology per region). These provided a list of
information and data about statistics are regularly sent ecclesiastical libraries
the libraries, divided by to ISTAT to be published in (currently 1,435) present in
region, was completed and the Italian Statistics the database of the
produced a total of 35 Yearbook and the Register of Italian libraries
books. Yearbook of cultural as well as the
The database of the statistics, available online questionnaire regarding
Register of Italian Libraries and in paper format. data acquisition and the
(online consultation at It’s obvious that this data exchange layout. The
http://anagrafe.iccu.sbn.it requires the database to CEI National Office for
and also at Internet be kept updated. To ecclesiastical cultural
Culturale and Cultura achieve this goal, the ICCU heritage, in collaboration
Italia), provides data about has created new with the ICCU, examined
all Italian libraries, ranging computerised functions as the lists of controlled
from registry-based well as initiating new forms entries present in the
libraries to heritage and of collaboration with the domains of the acquisition
service libraries; they are regions, ministries, local questionnaire in order to
arranged so as to be easily agencies and cultural align the acquired data and
consultable and updated institutions. facilitate data exchange;
on the web. In particular, an exchange the final identification code
In short, the database has format has been created in used by the ICCU for
the following information: accordance with the Italian libraries (ISIL code),
– libraries present in the specific XML Schema that will also apply to
mailing list: 16,913 allows the import and ecclesiastical libraries.
– libraries censored: export of data with local In turn, the ICCU has
12,367 databases, especially: inserted the CEI single

ENGLISH ABSTRACTS | 243


national code for ecclesiastical libraries Ecclesiastical Cultural
ecclesiastical libraries (as disseminated all over Italy. Institutes, libraries, archives
an internal code) in the and museums was put into
layout of the database of practice; collaboration
the Register. began with the Marc21
All data about libraries are ECCLESIASTICAL Italian Users’ Group and
linked to the ISIL code. In LIBRARIES, BETWEEN with the Group for the
fact, since 2009 the ICCU THE SBN CENTRE (PBE) enhancement and
is the “ISIL Registration AND THE REGISTER development of the new
Agency for Italy”. The ISIL (AICE): EMERGENCE Indexing system of
code is the international OF A BODY OPEN religious terms. This two-
identification standard for TO NEW CHALLENGES year period was also useful
libraries and associated to implement local OPAC,
organisations such as Francesca Maria D’AGNELLI the cataloguing module
archives and museums, National Office for Ecclesiastical with a template for old
and is therefore used for Cultural Heritage books, as well as step up
the database of the the tests on the software
Register. Furthermore, the In his address, Mons. Russo used to recover earlier
ICCU designed and illustrated the institutional computerised catalogues;
developed an open source measures implemented in this tool makes it possible
web application (currently the last few years to ensure to automatically elaborate
being tested) to give all a positive relationship the records by directly
regions, especially those between the Church and interrogating the SBN
regions without a local State; these measures all Index2 which, after
database, the possibility to stem from precise cognisant validation by the
update frequently. The agreements. library, simultaneously
application has an proceeds to insert it into
import/export format with However, the principles in the Centre’s OPAC and to
the Register of Italian those agreements have to localise it in the SBN.
libraries and will be made correspond and be applied Based on these initiatives,
available to regions without to actual facts. This is the this year’s objective is to
a local database, as well as topic of my presentation, continue along the same
to those that request it; especially as concerns lines, first by uploading the
naturally, data will be libraries. Register of Cultural
exported from the Register Institutes, then by
to the regions which adopt The project for activating the circulation
this application so as to fill ecclesiastical libraries was module that manages
the databases involved. presented in 2006; much all aspects of library loans
has been done since then and users and, finally,
Using these tools the and much still remains to the recovery of databanks.
ICCU intends to lay the do. From the very
groundwork for a regular beginning our commitment The Centre would also
and continuous updating focused on the tests like to begin subject
of the database which, required to improve and indexing and the
however, also requires the normalise the module to cataloguing of musical
collaboration of the dialogue with the National material and manuscripts
institutions involved; this is Library Service. 2009 and through participation in
why the agreement 2010 were crucial years. Manus-online.
between the ICCU and the The SBN Centre of
UNBCE (National Office Ecclesiastical Libraries and We have also begun to
for ecclesiastical cultural its website became draft an agenda for 2012:
heritage) is considered so operational and the membership of the
important, given the many intranet of the Register of Italian Catalogue of

244 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
Periodicals (ACNP) and it/anagrafe/iscrizione and the advantage of
the creation of the WEBSITE adopting a standard to
Centre’s OPAC http://www.chiesacattolica. which important
for the consultation of it/anagrafe online since international institutions
manuscripts – the first June 13, 2011 dedicate so many of their
steps towards the (Press Conference) resources to develop and
development of a maintain; the identification
bibliographic portal. and development of
software and advanced
Our activities increase day C HOOSING QUALITY and personalised
by day, adding to the ones technological solutions to
already underway. Are Adriano BELFIORE satisfy specific
ecclesiastical libraries in Silvia TICHETTI requirements, such as the
Italy in good health? Are Service centre for Diocesan CEI-Bib (a completely
they ready to deliver on Cultural Heritage Projects web-based ILS system in
their commitments and direct contact with the
accept new ones? Ever since the National Index thanks to
We will try and get a good ecclesiastical library completely integrated
idea of the state-of-the-art project was first conceived dialogue interfaces that
starting with the 85 it focused on quality. allow direct SBN
libraries of the PBE and Identity, subsidiarity cataloguing using the
then broaden our horizon and service are the bibliographic Marc21
to include the 305 principles chosen from the format) and the
descriptions of very beginning and CEI-Importer2
ecclesiastical libraries illustrated by Mons. (a web-based software
present in the Register. Stefano Russo when the developed to facilitate the
project was presented in recovery of electronic
PBE: SBN Centre of September 2006. catalogues implemented in
Ecclesiastical LIbraries During that meeting, ecclesiastical libraries
(Updated data, quality was immediately previously affiliated to the
May 12, 2011) added to these principles: project); the creation of a
Affiliated libraries: 88 quality in trying to complex system
of which 52 diocesan choose the best solutions, of training, assistance
libraries, 30 in North Italy, the most suitable and support provided by
34 in Central Italy and 24 and appropriate to the the National Office
in the south of the country. task. and the IT Service of the
Records number 184.207. CEI.
OPAC These principles guided
http://www.ceibib.it/OPAC several tasks of the These quality choices
WEBSITE project: its inclusion in the inevitably require
http://www.polopbe.it National Library Service ecclesiastical librarians to
which is defined by its be able to carry out their
Anagrafe: Register of participating institutions duties and satisfy
Ecclesiastical Cultural rather than geographical expectations.
Institutes (Updated data, location; the adoption of First and foremost
April 27, 2011) the cataloguing standards, regarding cataloguing,
Affiliated libraries: 305 procedures and data one of their most important
of which 190 diocesan alignment used by the and complex tasks,
libraries, 94 in North Italy, National Index; although there are others:
94 in Central Italy and 117 the use of the international participation in the project
in the south of the country. Marc21 format chosen does not involve only
REGISTRATION primarily due to the quality choosing the CEI-Bib
http://www.chiesacattolica. and flexibility of the format software, because

ENGLISH ABSTRACTS | 245


knowledge and not understand that when we that require specialised
technology is the engine speak of ecclesiastical knowledge, passion and
behind this project. cultural heritage, openness; we need to put
the way we have today, we our professional skills to
Sharing the same cannot only make limited work in the service of
objectives and involving and limiting remarks something that is bigger
all the collaborators is key about the importance of its than our own individual
to the future of the project. assets. institutes.
Collaboration between
the libraries, and between It’s true, we can boast This is the long-standing
the libraries and the about having a nice approach adopted by the
National Office, is the restaurant, where we can National Office which has
prime quality of the project, eat great food that can be influenced the services
one which is producing found only in that presented here today,
significant results for particular restaurant, services available to the
participating libraries food which needs cooks ecclesiastical archives and
and for Italian who know about special libraries who request them.
ecclesiastical libraries in ingredients… I’d like to clarify this once
general. but all this is useless if the again, for both the
restaurant is on the top ecclesiastical world and for
floor of a building without the institutions with which
stairs… in recent years the central
C ONCLUSIONS office has had a
Today modern continuous, demanding
Stefano RUSSO technologies allow us to
and lively relationship,
Director, National Office build stairs as well as
one which has often
for ecclesiastical cultural heritage good, fast lifts. And we
produced very positive
need to exploit them
If I had to sum up results.
properly. Although we’ve
what I’ve heard here understood they’re I mentioned services
today, I’d say “work in extremely important and available to anyone who
progress”. useful, they’re not a asks for them, and I’d like
All the presentations panacea for all evils in the to repeat this. Gone are
we’ve listened to today “area” to which we the days when projects or
encourage us to continue delegate – and this services sponsored by the
what we’ve begun. unfortunately still happens National Office are
– the solution to problems participated only because
Strangely enough, the that should be tackled they’re proposed by the
commitment of many more in detail; we need to CEI, or at least I sincerely
ecclesiastical archives and be courageous and “take hope this is the case.
libraries in the past few time” to plan and The people who initiated
years has, generally programme, both short and them are only too aware
speaking, highlighted the long term, the evolution of of this: a responsible
need for a change of pace the cultural institute we are decision should be taken
in the management of called to serve (in this case to participate in these
these institutes and what my words are addressed basic services;
people know about them. chiefly to the managers of people should realise that
A change of pace which in these institutes). to fully exploit them they
many cases has already have to be determined to
taken place and Technology and IT services respect a commitment
increasingly involves the should never be that requires effort,
ecclesiastical world. considered as a substitute investment, continuity
Many people now or support for the skills and good planning.

246 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
Without this sort of commitment we must the Church pre-packaged
awareness, it’s better to make; it also requires projects that ignore the
keep the top floor anyone coming in from the demanding work involved
restaurant and avoid outside world to respect and perhaps require the
building the stairs to their identity because use of extremely rigid
reach it. otherwise we will loose the procedures, often with
Someone will say: but we special contribution that technologies that are
only have limited resources these institutes can make different to the ones that
with which to make the not only to the Christian are used. This kind of
often hidden potential of community but to society operation generally leads
these institutes profitable! at large. to a waste of resources
It’s true. We have to be Going back to the and almost never to an
realistic and careful not to metaphor I used earlier: if I efficient interoperability of
overstep the mark, but we don’t understand that this the systems involved.
also need to equip restaurant provides an
ourselves to move slowly added value to the food One of the secrets to
forward along the path we that is cooked there, one achieve a more efficient
have chosen, and this can’t which requires special and successful promotion
be left to chance or ingredients carefully mixed of these institutes was
influenced by what by people trained and with vigorously illustrated this
happens along the way. the necessary expertise, morning by His Excellency
What we have seen, and then it will be easier for me Mons. Mariano Crociata.
see, from our special to propose a Let’s continue to work
observation point is that predominantly international together, ecclesiastical
when this challenging task cuisine, similar to so many institution and public
is rationally tackled, then other cuisines. In short, it institution, to enhance the
even small but important will no longer be special, culture of collaboration,
players can benefit and will loose the special discussion, dialogue and
enormously from this characteristics which are, concertation.
approach. in fact, what we need to
preserve and protect. Within our ecclesiastical
This is why I’d like to community, let’s enhance
emphasise the special role The Church, the Christian the discussion forums that
played by sectoral community, must be already exist and facilitate
associations such as the directly involved and focus inter-ecclesiastical
ABEI and the AAE; in the carefully and competently exchange and enrichment
framework of the decisions on this issue. No-one (regional councils).
taken by the cultural should accept, as they Let’s commit ourselves to
institutes, their services are have in the past, to making sure that within the
becoming increasingly participate in projects - framework of the
valuable. whether they be indexing, agreements ecclesiastical
cataloguing or and public institutions
At the same time, respect digitalisation projects - effectively exchange data
for these institutes is without careful and information so that the
crucial since the fact they consideration, without resources invested in
are ecclesiastical means asking themselves whether these institutes respect
they have special they corresponded to and their special characteristics
characteristics. This is not respect the institute where and compensate, first and
only a limitation but a they are to be foremost, those who (and
resource, and as such we implemented. Likewise, it there are many, we know)
have to make it emerge to is antihistorical and are intentionally tackling
a greater extent. This is irresponsible for any public the demanding path to
another important institution to propose to modernity.

ENGLISH ABSTRACTS | 247


APPENDICE LEGISLATIVA
Contesto normativo di riferimento

1996, 13 settembre
Intesa tra il Ministro per i beni culturali e ambientali il Presidente della Conferenza
episcopale italiana relativa alla tutela dei beni culturali di interesse religioso appar-
tenenti ad enti e istituzioni ecclesiastiche

In: «Notiziario della Conferenza episcopale italiana», n. 9 (1996), pp. 337-341.


URL, http://www.chiesacattolica.it/cci_new/documenti_cei/2006-02/13-26/IntesaCEI_
MinisteroBBCC.pdf

2000, 18 aprile
Intesa tra il Ministro per i beni e le attività culturali e il Presidente della Conferenza
episcopale italiana relativa alla conservazione e consultazione degli archivi d’interesse
storico e delle biblioteche degli enti e istituzioni ecclesiastiche

In: «Notiziario della Conferenza episcopale italiana», n. 6 (2000), pp. 168-179.


URL, http://www.chiesacattolica.it/cci_new_v3/allegati/19417/IntesaArchiviBiblioteche.pdf

2005, 26 gennaio
Intesa tra il Ministro per i beni e le attività culturali e il Presidente della Conferenza
episcopale italiana relativa alla tutela dei beni culturali di interesse religioso appar-
tenenti a enti e istituzioni ecclesiastiche

In: «Notiziario della Conferenza episcopale italiana», n. 5 (2005), pp. 169-176.

APPENDICE | 249
URL, http://www.chiesacattolica.it/cci_new/documenti_cei/2006-02/13-26/Intesa-
CEI_MinisteroBBCC.pdf

2006, 5 dicembre
Accordo in materia di descrizione bibliografica e trattamento delle raccolte appartenenti alle
biblioteche ecclesiastiche [Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza
episcopale italiana e Dipartimento per i Beni Archivistici e Librari – Direzione Generale per
i Beni Librari e gli Istituti Culturali – Istituto Centrale per il catalogo unico delle biblioteche
italiane e per le informazioni bibliografiche del Ministero per i Beni e le Attività Culturali]

In: «Notiziario della Conferenza episcopale italiana», n. 11/12 (2006), pp. 457-463
URL, http://www.chiesacattolica.it/cci_new_v3/allegati/9770/Accordo.pdf

2008, 29 luglio
Convenzione tra la Direzione generale per i beni librari, gli Istituti culturali e il diritto
d’autore – Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le
informazioni bibliografiche del Ministero per i beni e le attività culturali e l’Ufficio Na-
zionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza episcopale italiana [Polo
PBE operativo all’interno del Servizio bibliotecario nazionale]

In: «Notiziario della Conferenza episcopale italiana», n. 3 (2008), pp. 93-96


URL, http://www.chiesacattolica.it/cci_new/documenti_cei/2008-11/19-3/Conven-
zione%20MBAC%20CEI.pdf

2010, 21 settembre
Convenzione tra la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e l’Ufficio Nazionale per
i Beni Culturali Ecclesiastici per l’accrescimento e lo sviluppo del Nuovo Soggettario

URL, http://www.polopbe.it/cci_new_v3/allegati/15432/convenzione_BNCF.pdf

2011, 13 giugno
Lettera circolare riguardo la collaborazione all’Anagrafe biblioteche italiane attivata
tra l’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale
Italiana e l’Istituto Centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le
informazioni bibliografiche del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

URL, http://www.polopbe.it/cci_new_v3/allegati/9770/letteracircolare.pdf

2011, 15 novembre
Convenzione tra l’Ufficio Nazionale per i Beni Culturali Ecclestiastici (unbce) della
Conferenza episcopale italiana e l’Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle biblio-
teche italiane e per le informazioni bibliografiche (iccu) del Ministero per i Beni e le
Attività Culturali circa la descrizione informatizzata dei documenti manoscritti

URL, http://www.polopbe.it/cci_new_v3/allegati/9770/manus.convenzione.pdf

250 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
APPENDICE BIBLIOGRAFICA
Contesto bibliografico di riferimento

SULL’ANAGRAFE DEGLI ISTITUTI CULTURALI ECCLESIASTICI (AICE)

Stefano RUSSO, Le iniziative dell’Ufficio Nazionale per i Beni Culturali Ecclesiastici


a sostegno della formazione e delle attività educative in L’azione educativa per un
museo in ascolto. VIII Convegno AMEI, Trento, 19-21 ottobre 2011, Museo diocesano
tridentino, 2012; pp. 144-151.

URL, http://www.anagrafebbcc.chiesacattolica.it/anagraficaCEIBib/index.jsp

SUL PROGETTO BIBLIOTECHE ECCLESIASTICHE (CEI-Bib)


E SUL POLO SBN DI BIBLIOTECHE ECCLESIASTICHE (PBE)

Francesca Maria D’AGNELLI, Biblioteche ecclesiastiche tra Polo SBN (PBE) e Ana-
grafe degli istituti culturali (AICE): l’affermarsi di un’identità aperta a nuove sfide, in «Di-
gitalia: rivista del digitale nei beni culturali», Anno VI, Numero 2 - 2011, pp. 118-128.

URL, http://www.polopbe.it/beniculturali/pbe/00009770_Documenti.html

Francesca Maria D’AGNELLI - Silvia TICHETTI, Polo SBN di biblioteca ecclesiastiche


(PBE): mission, caratteristiche e attività, un progetto che guarda lontano, in «Acca-
demie & Biblioteche d’Italia», n. 1-2 /2010, pp. 59-64.

URL, http://www.polopbe.it/beniculturali/pbe/00009770_Documenti.html

APPENDICE | 251
Manuela CORBOSIERO - Assunta DI SANTE, Il catalogo collettivo delle biblioteche
ecclesiastiche. CEI-Bib: obiettivi, strumenti e prospettive, in «Bollettino AIB», 47
(2007), n. 1/2, pp. 43-62.

URL, http://www.aib.it/aib/boll/2007n1.htm (solo sommario)

Le biblioteche ecclesiastiche: lineamenti di un progetto condiviso


Atti del convegno
Roma, Pontificia università lateranense, 14 settembre 2006

URL, http://www.polopbe.it/beniculturali/pbe/00009770_Documenti.html

SUL PROGETTO ARCHIVI STORICI ECCLESIASTICI (CEI-Ar)

Giovanni SILVESTRI, Informatizzazione degli archivi ecclesiastici: programmi ad uso


locale e ipotesi di un sistema integrato, in «Archiva Ecclesiae», nn. 43-44 (2000-2001),
pp. 197-205

Il progetto Ecumene: strumenti descrittivi per beni culturali di ambito archivistico e


storico-artistico, a cura di G. Caputo, N. Castorina, L. Gavazzi, L. Pieraccini, C. Pog-
getti, G. Silvestri, A. Tomasi, L. Trubian, in «Archivi&Computer Automazione e beni
culturali», anno XII, 2 (2002), pp. 96-102

Francesca Maria D’AGNELLI – Assunta DI SANTE – Maria Teresa RIZZO, Il progetto


informatizzato di riordino e inventariazione degli archivi ecclesiastici proposto dal-
l’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici, in «Cum tamquam veri. Gli archivi
conventuali. 1. Gli ordini maschili», Atti del Convegno di Spezzano (16 settembre 2005)
e di Ravenna (30 settembre 2005), a cura di E. Angiolini, Modena 2006, pp. 105-121

Francesca Maria. D’AGNELLI, Dall’adesione delle diocesi emiliano romagnole al pro-


getto CEI-Ar alla proposta per la guida agli istituti culturali ecclesiastici di conserva-
zione: partecipare e concorrere al Progetto Culturale della Chiesa italiana, in «Gli
archivi diocesani dell’Emilia Romagna Patrimonio, gestione e fruizione», Atti del con-
vegno di Spezzano (13 settembre 2007) e di Ravenna (27 settembre 2007), a cura di
G. Zacchè, Modena 2008, pp. 115-132

252 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
APPENDICE DOCUMENTARIA

Intesa tra il Ministro per i Beni Culturali e Ambientali e il Presidente della Conferenza
Episcopale Italiana relativa alla tutela dei beni culturali di interesse religioso
appartenenti ad enti e istituzioni ecclesiastiche

IL MINISTRO PER I BENI CULTURALI E AMBIENTALI

quale autorità statale che sovraintende alla tutela, alla valorizzazione e alla conservazione
del patrimonio culturale, previa autorizzazione del Consiglio dei Ministri del 12 luglio 1996, e

IL PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

che, debitamente autorizzato dalla Santa Sede, agisce a nome della Conferenza stessa,
ai sensi dell’articolo 5 del suo statuto e in conformità agli indirizzi contenuti nelle norme
e negli orientamenti approvati dalla Conferenza episcopale italiana, rispettivamente del
14 giugno 1974 e del 9 dicembre 1992,
ai fini della collaborazione per la tutela del patrimonio storico ed artistico di cui all’arti-
colo 12, n. 1, commi 1 e 2, dell’accordo Italia-Santa Sede del 18 febbraio 1984, concordano
sulle modalità previste, in prima attuazione, dalle seguenti disposizioni.

Art. 1

1. Sono competenti per l’attuazione delle forme di collaborazione previste dalle presenti
disposizioni:

APPENDICE | 253
a) a livello centrale, il Ministero per i beni culturali e ambientali e i direttori generali degli
uffici centrali del Ministero da lui designati; il Presidente della Conferenza episcopale
italiana e le persone da lui eventualmente delegate;
b) a livello locale, i Soprintendenti e i vescovi diocesani o le persone delegate dai vescovi stessi.
2. Per quanto concerne i beni culturali di interesse religioso, gli archivi e le biblioteche
ad essi appartenenti, gli istituti di vita consacrata, le società di vita apostolica e le loro
articolazioni, che siano civilmente riconosciuti, concorrono, a livello non inferiore alla
provincia religiosa, con i soggetti ecclesiastici indicati nel comma precedente, secondo
le disposizioni emanate dalla Santa Sede, nella collaborazione con gli organi statali di
cui al medesimo comma.

Art. 2

1. Ai fini di cui alla premessa della presente intesa, i competenti organi centrali e periferici
del Ministero per i beni culturali e ambientali, allo scopo della definizione dei programmi
o delle proposte di programmi pluriennali e annuali di interventi per i beni culturali e relativi
piani di spesa, invitano ad apposite riunioni i corrispondenti organi ecclesiastici.
2. In tali riunioni gli organi del Ministero informano gli organi ecclesiastici degli interventi
che intendono intraprendere per i beni culturali di interesse religioso appartenenti ad
enti e istituzioni ecclesiastiche e acquisiscono da loro le eventuali proposte di interventi,
nonché le valutazioni in ordine alle esigenze di carattere religioso.
3. Nelle medesime riunioni gli organi ecclesiastici informano gli organi ministeriali circa
gli interventi che a loro volta intendono intraprendere.

Art. 3

1. Gli organi del Ministero per i beni culturali e ambientali e gli organi ecclesiastici com-
petenti possono accordarsi per realizzare interventi ed iniziative che prevedono, in base
alla normativa vigente, la partecipazione organizzativa e finanziaria rispettivamente dello
Stato e di enti e istituzioni ecclesiastici, oltre che, eventualmente, di altri soggetti.

Art. 4

1. Fra gli organi ministeriali e quelli ecclesiastici competenti ai sensi dell’art.1 è in ogni
caso assicurata la più ampia informazione in ordine alle determinazioni finali e all’at-
tuazione dei programmi pluriennali e annuali e dei piani di spesa, nonché allo svolgi-
mento e alla conclusione degli interventi e delle iniziative di cui agli articoli 2 e 3.

Art. 5

1. Il vescovo diocesano presenta ai soprintendenti, valutandone congruità e priorità, le


richieste di intervento, di restauro, di conservazione e quelle di autorizzazione, concer-
nenti beni culturali di proprietà di enti soggetti alla sua giurisdizione, in particolare per
quanto previsto dal precedente art.2.
2. Le richieste di cui al comma 1, presentate dagli enti ecclesiastici di cui all’art. comma
2, sono inoltrate ai soprintendenti per il tramite del vescovo diocesano territorialmente
competente.

254 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
3. Le richieste di intervento riguardanti i beni librari vengono presentate, per il tramite
del vescovo diocesano, all’ufficio centrale competente del Ministero per i beni culturali
e ambientali.

Art. 6

1. A norma dell’art. 8 della legge 1 giugno 1939, n.1089, i provvedimenti amministrativi


concernenti i beni culturali appartenenti ad enti e istituzioni ecclesiastiche sono assunti
dal competente organo del Ministero per i beni culturali e ambientali previa intesa, per
quel che concerne le esigenze di culto, con l’ordinario diocesano competente per ter-
ritorio e sono comunicati ai titolari dei beni per il tramite dell’ordinario stesso.

Art. 7

1. Al fine di verificare con continuità l’attuazione delle forme di collaborazione previste


dalle presenti disposizioni, di esaminare i problemi di comune interesse e di suggerire
orientamenti per il migliore sviluppo della reciproca collaborazione fra le parti, è istituito l’
“Osservatorio centrale per i beni culturali di interesse religioso di proprietà ecclesiastica”.
2. L’Osservatorio è composto in modo paritetico da rappresentanti del Ministero per i beni
culturali e ambientali e della Conferenza episcopale italiana ed è presieduto, congiuntamente,
da un rappresentante del Ministero e della Conferenza episcopale italiana e sono convocate
almeno una volta ogni semestre, nonché ogni volta che i presidenti lo ritengano opportuno.
3. Alle riunioni possono essere invitati a partecipare rappresentanti di amministrazioni
ed enti pubblici e di enti e istituzioni ecclesiastiche in relazione alle questioni poste al-
l’ordine del giorno.

Art. 8

1. Le presenti disposizioni possono costituire base di riferimento per le eventuali intese


stipulate, nell’esercizio delle rispettive competenze, tra le regioni e gli altri enti autonomi
territoriali e gli enti ecclesiastici.

Roma, 13 settembre 1996

Il Ministro per i beni culturali e ambientali


VELTRONI

Il Presidente della Conferenza episcopale italiana


RUINI

APPENDICE | 255
Intesa tra il Ministro per i beni e le attività culturali e il Presidente della C.E.I.
circa la conservazione e la consultazione degli archivi storici e biblioteche degli enti
e istituzioni ecclesiastiche

IL MINISTRO
PER I BENI E LE ATTIVITA CULTURALI

quale autorità statale che sovrintende alla tutela, alla conservazione e alla valorizzazione
del patrimonio culturale, previa autorizzazione del Consiglio dei Ministri del 28 gennaio
2000,

IL PRESIDENTE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

che, debitamente autorizzato dalla Santa Sede con lettera del Cardinale Angelo So-
dano, Segretario di Stato, in data 30 ottobre 1999 (Prot. n. 8568/99/RS), agisce a
nome della Conferenza stessa, ai sensi degli articoli 5 e 23, lettera q), dello statuto
della medesima,

ritenendo necessario procedere alla stipulazione dell’intesa di cui all’articolo 12, n. l,


comma terzo dell’Accordo che apporta modificazioni al Concordato Lateranense dell’l
febbraio 1929, firmato a Roma il 18 febbraio 1984 tra la Repubblica Italiana e la Santa
Sede, convengono sulle seguenti disposizioni.

PARTE I
DISPOSIZIONI RELATIVE AGLI ARCHIVI D’INTERESSE STORICO

Articolo 1
Principi generali

1. Il Ministero per i beni e le attività culturali (di seguito denominato Ministero) e la Con-
ferenza Episcopale Italiana (di seguito denominata C.E.I.) concordano che siano consi-
derati di interesse storico, ai fini della presente intesa, gli archivi appartenenti a enti e
istituzioni ecclesiastiche in cui siano conservati documenti di data anteriore agli ultimi
settanta anni, nonché gli archivi appartenenti ai medesimi enti e istituzioni dichiarati di
notevole interesse storico ai sensi della normativa civile vigente.

2. Il Ministero e la C.E.I., fermo restando quanto previsto dalla normativa civile vigente,
concordano anche sul principio per il quale i beni culturali di carattere documentario e
archivistico di interesse storico appartenenti a enti e istituzioni ecclesiastiche devono
rimanere, per quanto possibile, nei luoghi di formazione o di attuale conservazione.

3. Il Ministero e la C.E.I. concordano inoltre sulla necessità di assicurare, secondo le ri-


spettive competenze, ogni possibile intervento per garantire misure di sicurezza, anti-
furto, antincendio e contro il degrado degli edifici ove sono conservati gli archivi di cui
al comma l.

256 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
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4. Per agevolarne la conservazione e la consultazione, gli archivi di cui al comma l vengono
depositati, quando necessario, presso l’Archivio storico della diocesi competente per ter-
ritorio. Nel caso di soppressione di parrocchie o di diocesi, gli archivi delle parrocchie o
delle diocesi soppresse vengono depositati presso l’archivio della parrocchia o presso
quello storico della diocesi cui le medesime vengono ad appartenere a seguito del prov-
vedimento di soppressione. Nel caso di archivi appartenenti a istituti di vita consacrata o
a società di vita apostolica il deposito, quando necessario, avviene presso l’archivio storico
della provincia corrispondente; in mancanza di questo, presso l’archivio storico generale
o presso struttura analoga, purché siti in territorio italiano, dei medesimi istituti o società.

Articolo 2
Interventi della Chiesa cattolica

1. Ferme restando le disposizioni pertinenti contenute nella normativa civile vigente,


l’autorità ecclesiastica competente si impegna ad assicurare la conservazione e a di-
sporre l’apertura alla consultazione degli archivi degli enti e istituzioni ecclesiastiche di
cui all’articolo l, comma l.

2. L’autorità ecclesiastica competente si impegna, in particolare, a dotare gli archivi storici


diocesani: di apposito regolamento, approvato dalla medesima sulla base di uno schema-
tipo predisposto dalla C.E.I., che disciplini tra l’altro l’orario di apertura al pubblico; di per-
sonale qualificato; di inventari e di strumenti di corredo aggiornati. Lo schema-tipo di
regolamento stabilisce i termini di consultazione, previa intesa con il Ministero.

3. L’autorità ecclesiastica competente si impegna a promuovere l’inventariazione del ma-


teriale documentario e archivistico e l’adozione di dispositivi di vigilanza, custodia e si-
curezza, nonché a controllare che venga rispettata la normativa civile e canonica in
materia di divieto di alienazione, trasferimento ed esportazione di beni culturali. Vigila,
per quanto le compete, sulla circolazione del materiale documentario e archivistico nel
mercato antiquario.

4. La C.E.I. destina agli archivi storici diocesani specifici finanziamenti nell’ambito delle
risorse disponibili.

Articolo 3
Interventi dello Stato

1. Il Ministero fornisce agli archivi di cui all’articolo l, comma l, per il tramite delle
proprie Soprintendenze archivistiche, collaborazione tecnica e contributi finanziari,
alle condizioni previste dalle leggi vigenti, per la dotazione di attrezzature, la reda-
zione di inventari, il restauro di materiale documentario, la dotazione di mezzi di cor-
redo, nonché per le pubblicazioni previste da apposite convenzioni, lo scambio di
materiale informatico (software) relativo a programmi e progetti di inventariazione,
la formazione del personale.

2. Al fine di favorire l’accesso agli interventi indicati nel comma l, la C.E.I. predispone
un apposito elenco di archivi di interesse storico e lo trasmette, periodicamente ag-

APPENDICE | 257
giornato, al Ministero, il quale lo deposita presso le Soprintendenze archivistiche. Di
tale elenco fanno parte anche gli archivi di interesse storico appartenenti a istituti
di vita consacrata o a società di vita apostolica, segnalati alla C.E.I. dai superiori mag-
giori competenti. In relazione agli interventi da programmare, il Ministero dà la priorità
agli archivi storici diocesani nonché agli archivi generalizi e provinciali di particolare
rilevanza appartenenti a istituti di vita consacrata o a società di vita apostolica.

3. Gli archivisti ecclesiastici possono essere ammessi, in soprannumero, nella misura


massima del 10% dei posti, alle Scuole di archivistica, paleografia e diplomatica degli
Archivi di Stato e ai corsi di restauro, nei casi in cui sia previsto il numero chiuso. Con
particolari accordi, ove lo consentano le risorse disponibili, potranno essere attivati
presso le predette Scuole corsi specificamente destinati agli archivisti ecclesiastici, in
collaborazione tra l’Amministrazione archivistica e la C.E.I.

4. Il Ministero si adopera per l’incremento dell’attività di vigilanza sul mercato antiquario


anche tramite i competenti organi di polizia giudiziaria. A tal fine le autorità ecclesiasti-
che prestano la propria collaborazione.

Articolo 4
Interventi in collaborazione tra la Chiesa cattolica e lo Stato

1. La collaborazione tra autorità ecclesiastiche e civili è finalizzata ad assicurare la con-


servazione e la consultazione degli archivi di cui all’articolo l, comma l.

2. La collaborazione si attua, in primo luogo, nell’ambito dell’inventariazione del patri-


monio documentario e archivistico, che costituisce fondamento conoscitivo di ogni ela-
borazione scientifica e di ogni intervento di tutela.

3. Il Ministero e la C.E.I. si impegnano ad adottare iniziative idonee ad accelerare e coor-


dinare i programmi di inventariazione, precisando luoghi, tipologie e durata degli inter-
venti, a sviluppare adeguatamente la rete informatica e a rispettare criteri e modelli
comuni che consentano l’interscambio delle informazioni.

4. Le autorità ecclesiastiche competenti offrono alle Soprintendenze archivistiche la


più ampia collaborazione, favorendo l’accesso agli archivi di cui all’articolo l, comma l,
per l’espletamento delle operazioni di ricognizione necessarie alla realizzazione dei pro-
grammi di inventariazione, fermi restando gli obblighi previsti dalla normativa vigente.

5. Le mostre che riguardino il patrimonio documentario e archivistico di proprietà eccle-


siastica possono essere organizzate mediante convenzioni tra le competenti autorità ec-
clesiastiche e civili, nel rispetto della normativa canonica e civile. Tali convenzioni
prevedono anche la ripartizione degli oneri derivanti dall’organizzazione delle mostre,
nonché la ripartizione delle entrate e dei diritti d’autore relativi ai cataloghi e a eventuali
pubblicazioni.

6. In caso di calamità naturali le autorità ecclesiastiche e civili collaborano per il sollecito


accertamento dei danni, la valutazione delle priorità di intervento, il deposito temporaneo

258 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
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del materiale documentario e archivistico in archivi ecclesiastici o statali, nonché per il
restauro del materiale danneggiato.

PARTE II
DISPOSIZIONI RELATIVE ALLE BIBLIOTECHE

Articolo 5
Principi generali

1. Il Ministero e la C.E.I., nell’ambito della collaborazione diretta a favorire la conservazione e


la consultazione delle biblioteche appartenenti a enti e istituzioni ecclesiastiche, concordano
sul principio che i beni librari di interesse storico (manoscritti, a stampa e su altri supporti)
appartenenti ai medesimi enti e istituzioni rimangano nei rispettivi luoghi di conservazione.

2. Il Ministero e la C.E.I. concordano, inoltre, sulla necessità di assicurare ogni possibile


intervento atto a garantire misure di sicurezza, antifurto, antincendio e prevenzione con-
tro il degrado degli edifici e dei fondi storici anteriori a 50 anni delle biblioteche appar-
tenenti ai predetti enti e istituzioni.

3. Al fine di consentire ogni approfondimento scientifico e ogni intervento tecnico volti


alla conservazione e alla tutela del relativo patrimonio, il Ministero e la C.E.I. si impe-
gnano a concordare indirizzi e a definire strumenti omogenei in materia di inventaria-
zione e catalogazione del materiale librario.

4. Al fine di garantire l’uniformità dei formati di descrizione catalografica, la diffusione


delle informazioni bibliografiche e l’erogazione dei servizi, anche mediante l’integrazione
dei sistemi, il Ministero e la C.E.I. concordano che -nel quadro dei processi di cooperazione
tra biblioteche per quanto attiene l’informatizzazione- la rete italiana per le informazioni e
i servizi bibliografici del Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN) costituisce il sistema di ri-
ferimento.

5. La collaborazione tra autorità ecclesiastiche e autorità civili si realizza attraverso con-


venzioni, finalizzate alla conservazione, consultazione e valorizzazione del patrimonio
bibliografico mediante attività di inventariazione, catalogazione, censimento, anche pro-
muovendo appositi progetti.

Articolo 6
Interventi della Chiesa cattolica

1. L’autorità ecclesiastica si impegna: ad assicurare la conservazione e a disporre l’a-


pertura alla consultazione delle biblioteche appartenenti a enti e istituzioni ecclesiasti-
che; ad assicurare l’inventariazione, la catalogazione nonché la revisione dei cataloghi
esistenti; a favorire la consultazione attraverso l’erogazione dei servizi, quali le informa-
zioni bibliografiche, le riproduzioni e il prestito, tutelando comunque il patrimonio raro e
di pregio.

APPENDICE | 259
2. Un elenco, periodicamente aggiornato, delle biblioteche di particolare rilevanza esi-
stenti nelle diocesi è trasmesso dalla C.E.I. al Ministero. L’elenco è integrato con l’indi-
cazione delle biblioteche di particolare rilevanza appartenenti a istituti di vita consacrata
e a società di vita apostolica, segnalate alla C.E.I. dai rispettivi superiori maggiori. L’au-
torità ecclesiastica competente si impegna a dotare le biblioteche comprese nell’elenco:
di apposito regolamento, approvato dalla medesima sulla base di uno schema-tipo pre-
disposto dalla C.E.I., che disciplini, tra l’altro, l’orario di apertura al pubblico; di personale
qualificato; di inventari e di cataloghi aggiornati.

3. L’autorità ecclesiastica promuove attività sistematiche di censimento e aggiorna-


mento dei dati relativi alle strutture e al patrimonio librario, al fine di verificare in modo
continuativo lo stato di conservazione dei beni bibliografici e di tracciare o completare
la mappa delle biblioteche appartenenti a enti e istituzioni ecclesiastiche presenti in
Italia.

4. L’autorità ecclesiastica predispone una programmazione triennale, aggiornata an-


nualmente, degli interventi e attività di cui al presente articolo, avendo cura di individuare
ordini di priorità e di fornire progetti di massima con le relative previsioni di spesa, te-
nendo anche conto degli interventi in materia programmati dalle Regioni e dagli altri
Enti locali. Tale programmazione deve essere contestualmente inviata alle competenti
autorità pubbliche.

5. La C.E.I. destina alle biblioteche di cui al comma 2 specifici finanziamenti nell’ambito


delle risorse disponibili.

Articolo 7
Interventi dello Stato

1. L’Ufficio centrale per i beni librari, le istituzioni culturali e l’editoria provvede alla co-
stituzione di un gruppo permanente di lavoro, al quale partecipano due esperti dell’Isti-
tuto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni
bibliografiche (ICCU), un esperto dell’Istituto centrale per la patologia del libro, due rap-
presentanti dell’Ufficio centrale per i beni librari, le istituzioni culturali e l’editoria, due
rappresentanti del Coordinamento degli assessori regionali alla cultura, tre rappresen-
tanti della C.E.I., due rappresentanti dell’Associazione bibliotecari ecclesiastici italiani
(ABEl), due rappresentanti degli organismi di coordinamento dei superiori e delle su-
periore maggiori degli istituti di vita consacrata e delle società di vita apostolica.

2. Il gruppo permanente di lavoro di cui al comma l, anche in attuazione degli orienta-


menti formulati dall’Osservatorio centrale per i beni culturali di interesse religioso di
proprietà ecclesiastica secondo quanto previsto dall’articolo 7 del decreto del Presi-
dente della Repubblica 26 settembre 1996, n. 571, svolge i seguenti compiti:
a) coordina le richieste di intervento in favore delle biblioteche di cui
all’articolo 6, comma 2, sulla base della programmazione inviata dagli Ordinari dioce-
sani competenti per territorio;
b) individua le priorità, gli strumenti finanziari, nonché le strutture competenti per la rea-
lizzazione degli interventi di cui alla lettera a);

260 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
c) formula pareri e proposte in ordine alla inventariazione, catalogazione, tutela del pa-
trimonio librario (prevenzione, conservazione, restauro, decreti di vincolo, etc.) e forma-
zione del personale.

3. In relazione alle problematiche e ai progetti concernenti l’inventariazione, la catalo-


gazione e i censimenti, l’ICCU trasmette agli enti e alle istituzioni interessati le norme
uniformi per il trattamento dei dati relativi al patrimonio librario (manoscritto, a stampa
e su altro supporto).

4. La Commissione per la conservazione del patrimonio librario nazionale istituita presso


l’Ufficio centrale per i beni librari, le istituzioni culturali e l’editoria fornisce le indicazioni
tecnico-scientifiche relative alle problematiche e ai progetti relativi alla conservazione
e alla tutela del patrimonio bibliografico.

Articolo 8
Interventi in collaborazione tra la Chiesa cattolica e lo Stato

Il Ministero e la C.E.I. collaborano nei seguenti settori:


a) Beni librari di diocesi, parrocchie ed enti soppressi. I beni librari appartenenti a diocesi,
a parrocchie o ad altri enti o istituzioni ecclesiastiche soppresse sono considerati, dal-
l’autorità ecclesiastica e dall’autorità civile, in via prioritaria nei programmi di intervento
per l’inventariazione e la catalogazione. Gli eventuali interventi di restauro e di trasferi-
mento in deposito presso biblioteche ecclesiastiche, statali o di enti locali, sono valutati
dal gruppo permanente di lavoro, di cui all’articolo 7, in relazione anche alla qualità e
alla quantità del patrimonio storico conservato nelle biblioteche stesse.
b) Tutela contro i furti e le alienazioni abusive. L’autorità ecclesiastica si impegna ad
assicurare l’adozione di adeguate misure di sicurezza allo scopo di evitare furti e alie-
nazioni abusive dei fondi storici anteriori a 50 anni di biblioteche appartenenti a enti e
istituzioni ecclesiastiche. In particolare, promuove la catalogazione del materiale, adotta
dispositivi di sicurezza, custodia e vigilanza e controlla che venga rispettata la normativa
canonica e civile in materia di alienazione, trasferimento ed esportazione di beni culturali.
L’Ufficio centrale per i beni librari, le istituzioni culturali e l’editoria si impegna ad adottare
iniziative idonee, volte ad accelerare e coordinare l’inventariazione e la catalogazione,
a sviluppare adeguatamente la rete nazionale informatica (SBN) e a raccordarla con
le strutture informatiche degli organi ecclesiastici.
c) Vigilanza sul mercato antiquario. L’Ufficio centrale per i beni librari, le istituzioni cul-
turali e l’editoria mediante il gruppo permanente di lavoro, di cui all’articolo 7, si adopera
per l’incremento dell’attività di vigilanza sul mercato antiquario, di concerto con le au-
torità regionali, anche attraverso i competenti organi di polizia giudiziaria, ai fini dell’ap-
plicazione della normativa italiana e comunitaria in materia. Le autorità ecclesiastiche
prestano la propria collaborazione per il raggiungimento della medesima finalità.
d) Prestiti e mostre. Le mostre che riguardino il patrimonio bibliografico di proprietà ec-
clesiastica possono essere organizzate mediante convenzioni tra le competenti ammi-
nistrazioni ecclesiastiche e pubbliche, nel rispetto della normativa canonica e civile. Tali
convenzioni prevedono anche la ripartizione degli oneri derivanti dall’organizzazione
delle mostre, nonché la ripartizione delle entrate e dei diritti d’autore relativi ai cataloghi
e a eventuali pubblicazioni.

APPENDICE | 261
e) Calamità naturali. In caso di calamità naturali le autorità ecclesiastiche e civili colla-
borano per il sollecito accertamento dei danni, la valutazione delle priorità di intervento,
nonché per il reperimento di mezzi e supporti tecnici e organizzativi necessari al depo-
sito, sistemazione e restauro del materiale danneggiato.

2. Per favorire la formazione del personale addetto alle biblioteche ecclesiastiche la


C.E.I. e il Ministero si impegnano a promuovere attività di formazione e corsi di aggior-
namento, anche in coordinamento con quelli effettuati da altri enti, che sono realizzati
congiuntamente dall’ABEI e dall’Ufficio centrale per i beni librari, le istituzioni culturali
e l’editoria.

3. Per quanto riguarda le iniziative già avviate dall’Ufficio centrale per i beni librari, le
istituzioni culturali e l’editoria, viene assegnata priorità ai progetti di cui all’allegato A.

PARTE III
DISPOSIZIONI FINALI

Articolo 9
Attuazione della presente intesa

1. Il Ministro per i beni e le attività culturali e il Presidente della Conferenza Episcopale


Italiana, nell’emanare, secondo le rispettive competenze, indirizzi e direttive per l’attua-
zione della presente intesa, provvedono alla necessaria reciproca informazione e agli
opportuni coordinamenti.

Articolo 10
Entrata in vigore

Le norme della presenta intesa entrano in vigore in pari data:


a) nell’ordinamento dello Stato con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del decreto
del Presidente della Repubblica che approva l’intesa;
b) nell’ordinamento della Chiesa con la pubblicazione nel Notiziario della Conferenza
Episcopale Italiana del decreto con il quale il Presidente della Conferenza medesima
promulga l’intesa.

ALLEGATO A
1) Censimento delle biblioteche ecclesiastiche.

Per ampliare la conoscenza delle biblioteche ecclesiastiche, in relazione alla


base dati dell’Anagrafe biblioteche italiane curata dall’Istituto centrale per il catalogo
unico delle biblioteche italiane (ICCU), e di quella dell’Associazione bibliotecari eccle-

262 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
siastici italiani (ABEl), sono stabilite iniziative comuni finalizzate all’integrazione delle
basi dati, alla consultazione e interscambio dei dati, all’aggiornamento regolare delle
informazioni. Tale finalità può essere perseguita mediante apposita convenzione.

2) Censimento delle edizioni italiane del XVI secolo.

Allo scopo di definire compiutamente il patrimonio bibliografico nazionale co-


stituito dalle edizioni del secolo XVI si provvederà al recupero dei dati relativi alle pre-
dette edizioni conservate nelle biblioteche ecclesiastiche. L’opera di recupero terrà
presente che dal catalogo di alcune biblioteche ecclesiastiche il Laboratorio per la bi-
bliografia retrospettiva dell’ICCU già seleziona e censisce gli esemplari in esse con-
servati.

3) Bibliografia dei manoscritti in alfabeto latino posseduti dalle biblioteche in Italia e


censimento nazionale dei manoscritti.

Allo scopo di definire e catalogare il patrimonio manoscritto nazionale si prov-


vederà al recupero dei dati relativi al materiale conservato nelle biblioteche ecclesia-
stiche, le quali potranno utilizzare le procedure informatiche Bibman per la bibliografia
dei manoscritti e la procedura Manus per la catalogazione uniforme dei manoscritti.

4) Catalogo degli incunaboli.

Saranno condotte a termine, anche dalle biblioteche ecclesiastiche, le attività


di rilevazione dei dati curati dalla Biblioteca nazionale centrale di Roma, che riguardano
gli incunaboli conservati in Italia.

5) Censimento delle legature medievali.

Il censimento delle legature medievali sarà condotto attraverso le attività di de-


scrizione e di rilevamento fotografico presso tutte le biblioteche italiane, comprese
quelle ecclesiastiche. L’autorità ecclesiastica e l’autorità civile collaboreranno alla mi-
gliore realizzazione del censimento e favoriranno le attività di valutazione del rischio re-
lativo alla conservazione delle legature medievali nelle biblioteche ecclesiastiche.

Roma, 18 aprile 2000

Il Ministro
per i beni e le attività culturali
On. GIOVANNA MELANDRI

Il Presidente
della Conferenza Episcopale Italiana
CAMILLO Card. RUINI

APPENDICE | 263
Intesa tra il Ministro per i Beni e le Attività Culturali e il Presidente
della Conferenza Episcopale Italiana relativa alla tutela dei Beni Culturali di Interesse
Religioso appartenenti a enti e istituzioni ecclesiastiche

IL MINISTRO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI

quale autorità statale che sovrintende alla tutela, alla conservazione e alla valorizza-
zione del patrimonio culturale, previa autorizzazione del Consiglio dei Ministri del 3
agosto 2004, e

IL PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

che, autorizzato dalla Santa Sede con lettera del Cardinale Segretario di Stato del 18
novembre 2004, agisce a nome della Conferenza stessa, ai sensi degli articoli 5 e 27,
lettera c), dello statuto della medesima e in conformità agli indirizzi contenuti nelle
Norme e negli Orientamenti approvati dalla Conferenza Episcopale Italiana, rispettiva-
mente del 14 giugno 1974 e del 9 dicembre 1992,

ai fini della collaborazione per la tutela del patrimonio storico ed artistico di cui all’arti-
colo 12, comma 1, primo e secondo periodo, dell’Accordo, con Protocollo Addizionale,
firmato a Roma il 18 febbraio 1984, che apporta modificazioni al Concordato Latera-
nense dell’11 febbraio
1929, tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede, dovendo tenere conto delle modifiche
alla legislazione dello Stato italiano successivamente intervenute e, in particolare, di
quanto disposto dal decreto legislativo
22 gennaio 2004, n. 42, recante il Codice dei beni culturali e del paesaggio, e dalla
legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, recante modifiche al Titolo V della parte se-
conda della Costituzione,

DETERMINANO

di adottare la seguente Intesa, che abroga e sostituisce quella sottoscritta il 13 settem-


bre 1996 fra le medesime autorità, resa esecutiva nell’ordinamento dello Stato con il
decreto del Presidente della Repubblica 26 settembre 1996, n. 571, e nell’ordinamento
della Chiesa con il decreto del Presidente della Conferenza Episcopale Italiana 29 ot-
tobre 1996, n. 1251/96.

Art. 1

1. Ai fini della presente Intesa debbono intendersi con:

a) Ministro e Ministero: il Ministro e il Ministero per i beni e le attività culturali;

b) CEI: la Conferenza Episcopale Italiana.

2. Sono competenti per l’attuazione delle forme di collaborazione previste dalle presenti
disposizioni:

264 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
a) a livello centrale, il Ministro e, secondo le rispettive competenze, i capi dei dipartimenti
o i direttori generali del Ministero; il Presidente della CEI e le persone da lui eventual-
mente delegate;
b) a livello regionale, i direttori regionali e i Presidenti delle Conferenze episcopali re-
gionali o le persone eventualmente delegate dai Presidenti stessi;
c) a livello locale, i soprintendenti competenti per territorio e materia e i vescovi dioce-
sani o le persone delegate dai vescovi stessi.

3. Per quanto concerne i beni culturali di interesse religioso, gli archivi e le biblioteche
ad essi appartenenti, gli istituti di vita consacrata, le società di vita apostolica e le loro
articolazioni, che siano civilmente riconosciuti, concorrono, a livello non inferiore alla
provincia religiosa, con i soggetti ecclesiastici indicati nel comma 2, secondo le dispo-
sizioni emanate dalla Santa Sede, nella collaborazione con gli organi statali di cui al
medesimo comma.

4. Ai fini della più efficace collaborazione tra le parti per la tutela del patrimonio storico
e artistico, i competenti organi centrali e periferici del Ministero, allo scopo della defi-
nizione dei programmi o delle proposte di programmi pluriennali e annuali di interventi
per il patrimonio storico e artistico e dei relativi piani di spesa, invitano ad apposite riu-
nioni i corrispondenti organi ecclesiastici.

5. In tali riunioni gli organi del Ministero informano gli organi ecclesiastici degli interventi
che intendono intraprendere per i beni culturali di interesse religioso appartenenti ad
enti e istituzioni ecclesiastiche e acquisiscono da loro le eventuali proposte di interventi,
nonché le valutazioni in ordine alle esigenze di carattere religioso.

6. Nelle medesime riunioni gli organi ecclesiastici informano gli organi ministeriali circa
gli interventi che a loro volta intendono intraprendere.

Art. 2

1. Le disposizioni della presente Intesa si applicano ai beni culturali mobili e immobili di


interesse religioso appartenenti a enti e istituzioni ecclesiastiche, fermo restando quanto
disposto in materia di conservazione e consultazione degli archivi d’interesse storico e
delle biblioteche degli enti e istituzioni ecclesiastiche dall’Intesa del 18 aprile 2000 fra
il Ministro e il Presidente della CEI.

2. Al fine di armonizzare l’applicazione della legge italiana con le esigenze di carattere


religioso in materia di salvaguardia, valorizzazione e godimento dei beni culturali di cui
al comma 1, il Ministero e la CEI concordano sui principi enunciati nel presente articolo.

3. L’inventariazione e la catalogazione dei beni culturali mobili e immobili di cui al comma


1 costituiscono il fondamento conoscitivo di ogni successivo intervento. A tal fine, la
CEI collabora all’attività di catalogazione di tali beni curata dal Ministero; a sua volta il
Ministero assicura, ove possibile, il sostegno all’attività di inventariazione promossa dalla
CEI e le parti garantiscono il reciproco accesso alle relative banche dati. Per l’attuazione

APPENDICE | 265
delle forme di collaborazione previste dal presente comma, il Ministero e la CEI possono
stipulare appositi accordi.

4. Fermo restando quanto disposto in materia dalla legislazione statale vigente, i beni
culturali mobili di cui al comma 1 sono mantenuti, per quanto possibile, nei luoghi e nelle
sedi di originaria collocazione o di attuale conservazione. Qualora il mantenimento in
situ dei beni medesimi non ne garantisca la sicurezza o non ne assicuri la conserva-
zione, il soprintendente, previo accordo con i competenti organi ecclesiastici, ne può
disporre il deposito in musei ecclesiastici, se muniti di idonei impianti di sicurezza, o in
musei pubblici.

5. Gli interventi di conservazione dei beni culturali di cui al comma 1 sono eseguiti da
personale qualificato. A tal fine la CEI collabora con il Ministero per assicurare il rispetto
della legislazione statale vigente in materia di requisiti professionali dei soggetti ese-
cutori, con particolare riferimento agli interventi sui beni culturali mobili e le superfici
architettoniche decorate. Gli interventi di conservazione da effettuarsi in edifici aperti
al culto rientranti fra i beni culturali di cui al comma 1 sono programmati ed eseguiti,
nel rispetto della normativa statale vigente, previo accordo, relativamente alle esigenze
di culto, tra gli organi ministeriali e quelli ecclesiastici territorialmente competenti. Qua-
lora l’accordo non sia raggiunto a livello locale o regionale e in presenza di rilevanti
questioni di principio, il capo del dipartimento competente per materia, d’intesa con il
Presidente della CEI o con un suo delegato, impartisce le direttive idonee a consentire
una soluzione adeguata e condivisa.

6. La sicurezza dei beni culturali di cui al comma 1 riveste primaria importanza. A tal
fine, il Ministero e la CEI assicurano, secondo le rispettive competenze e disponibilità
finanziarie, adeguate misure di sicurezza, con particolare riguardo agli edifici aperti
al culto e ai beni maggiormente esposti al rischio di furti, del degrado e dell’abban-
dono.

7. L’accesso e la visita ai beni culturali di cui al comma 1 sono garantiti. Ove si tratti di
edifici aperti al culto o di beni mobili collocati in detti edifici, l’accesso e la visita sono
consentiti nel rispetto delle esigenze di carattere religioso. A tal fine possono essere
definiti orari e percorsi di visita in base ad accordi tra i soprintendenti competenti per
materia e per territorio e gli organi ecclesiastici territorialmente competenti.

8. La richiesta di prestito per mostre avente ad oggetto i beni culturali di cui al comma
1 è formulata in conformità alle disposizioni procedurali fissate dalla normativa canonica.
Il prestito dei medesimi beni è autorizzato nel rispetto della normativa statale vigente
in materia.

Art. 3

1. Gli organi del Ministero e gli organi ecclesiastici competenti possono accordarsi per
realizzare interventi ed iniziative che prevedono, in base alla normativa statale vigente,
la partecipazione organizzativa e finanziaria rispettivamente dello Stato e di enti e isti-
tuzioni ecclesiastiche, oltre che eventualmente di altri soggetti.

266 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
Art. 4

1. Fra gli organi ministeriali e quelli ecclesiastici competenti ai sensi dell’art. 1, comma 2,
è in ogni caso assicurata la più ampia informazione in ordine alle determinazioni finali
e all’attuazione dei programmi pluriennali e annuali e dei piani di spesa, nonché allo
svolgimento e alla conclusione degli interventi e delle iniziative di cui agli articoli pre-
cedenti.

Art. 5

1. Il vescovo diocesano presenta ai soprintendenti, valutandone congruità e priorità, le


proposte per la programmazione di interventi di conservazione e le richieste di rilascio
delle autorizzazioni, concernenti beni culturali di cui all’art. 2, comma 1, di proprietà di
enti soggetti alla sua giurisdizione, in particolare per quanto previsto dal precedente
art. 1, commi 4-6.
2. Proposte e richieste di cui al comma 1, presentate dagli enti ecclesiastici indicati
all’art. 1, comma 3, sono inoltrate ai soprintendenti per il tramite del vescovo diocesano
territorialmente competente.

3. Circa i progetti di adeguamento liturgico da realizzare negli edifici aperti al culto rien-
tranti fra i beni culturali di cui all’art. 2, comma 1, presentati con le modalità previste dai
commi precedenti, il soprintendente competente per materia e territorio procede, rela-
tivamente alle esigenze di culto, d’accordo con il vescovo diocesano, in conformità alle
disposizioni della legislazione statale in materia di tutela. Qualora l’accordo non sia rag-
giunto a livello locale o regionale e in presenza di rilevanti questioni di principio, si pro-
cede ai sensi dell’art. 2, comma 5, ultimo periodo.

Art. 6

1. I provvedimenti amministrativi da adottarsi a norma della legislazione statale vigente


che abbiano ad oggetto beni culturali di cui all’art. 2, comma 1, sono assunti dal com-
petente organo del Ministero, previo accordo, relativamente alle esigenze di culto, con
il vescovo diocesano competente per territorio.

2. Gli scavi e le ricerche archeologiche da effettuarsi in edifici di culto rientranti fra i


beni culturali di cui all’art. 2, comma 1, sono programmati ed eseguiti, nel rispetto della
normativa statale vigente, previo accordo, relativamente alle esigenze di culto, tra gli
organi ministeriali e quelli ecclesiastici territorialmente competenti. Qualora l’accordo
non sia raggiunto a livello locale o regionale e in presenza di rilevanti questioni di prin-
cipio, si procede ai sensi dell’art.2, comma 5, ultimo periodo.

3. Per l’accesso e la visita alle aree archeologiche sottostanti o connesse a edifici di


culto di cui al comma precedente si applicano le disposizioni di cui all’art. 2, comma 7.

4. In relazione ai beni culturali mobili di cui all’art. 2, comma 1, già in proprietà di diocesi
o parrocchie estinte o provenienti da edifici di culto ridotti all’uso profano dall’autorità
ecclesiastica competente e che non possano essere mantenuti nei luoghi e nelle sedi

APPENDICE | 267
di originaria collocazione o di attuale conservazione, il soprintendente competente per
materia e territorio valuta, d’accordo con il vescovo diocesano, l’opportunità del deposito
dei beni stessi presso altri edifici aperti al culto, qualora gli stessi siano idonei a garan-
tirne la conservazione, ovvero presso musei ecclesiastici, se muniti di idonei impianti di
sicurezza, o musei pubblici presenti nel territorio.

5. Nel caso di calamità naturali che coinvolgano beni culturali di cui all’art. 2, comma 1, il
vescovo diocesano trasmette al soprintendente competente per materia e per territorio
ogni utile informazione ai fini del sollecito accertamento dei danni e argomentate valu-
tazioni circa le priorità di intervento, legate alle esigenze di culto; gli organi ministeriali
ed ecclesiastici competenti si accordano poi per garantire il deposito temporaneo degli
stessi beni culturali mobili presso musei ecclesiastici, se muniti di idonei impianti di si-
curezza, o musei pubblici presenti nel territorio, ovvero presso laboratori di restauro ido-
nei, anche sotto il profilo della sicurezza, ad effettuare i necessari interventi conservativi.

6. Il Ministero si impegna a rendere omogenee le procedure di propria pertinenza per


l’accesso alle agevolazioni fiscali previste dalla normativa statale vigente in materia di
erogazioni liberali destinate alla conservazione dei beni culturali di cui all’art. 2, comma 1.

Art. 7

1. Al fine di verificare con continuità l’attuazione delle forme di collaborazione previste


dalle presenti disposizioni, di esaminare i problemi di comune interesse e di suggerire
orientamenti per il migliore sviluppo della reciproca collaborazione fra le parti, continua
ad operare l’Osservatorio centrale per i beni culturali di interesse religioso di proprietà
ecclesiastica.

2. L’Osservatorio è composto, in modo paritetico, da rappresentanti del Ministero, indi-


viduati a livello di capi dei dipartimenti, e da rappresentanti della CEI ed è presieduto,
congiuntamente, da un rappresentante del Ministero e da un vescovo, in rappresentanza
della CEI; le sue riunioni sono convocate almeno una volta ogni semestre, nonché ogni
volta che i presidenti lo ritengano opportuno.

3. Alle riunioni possono essere invitati a partecipare rappresentanti di amministrazioni


ed enti pubblici e di enti e istituzioni ecclesiastiche in relazione alle questioni poste al-
l’ordine del giorno.

Art. 8

1. Entro i limiti fissati in materia dalla Costituzione della Repubblica e dai principi della
legislazione statale, le presenti disposizioni costituiscono indirizzi per le eventuali intese
stipulate tra le regioni o le province autonome di Trento e di Bolzano e gli enti eccle-
siastici, fatte salve le autorizzazioni richieste dalla normativa canonica.

Art. 9

1. Le norme della presente Intesa entrano in vigore in pari data:

268 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
a) nell’ordinamento dello Stato, con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del decreto
del Presidente della Repubblica che approva l’Intesa;
b) nell’ordinamento della Chiesa, con la pubblicazione nel «Notiziario della CEI» del de-
creto con il quale il Presidente della Conferenza medesima promulga l’Intesa.

Roma, 26 gennaio 2005

Il Presidente Il Ministro
della Conferenza Episcopale Italiana per i beni e le attività culturali

Camillo Card. Ruini On. Giuliano Urbani

APPENDICE | 269
Accordo in materia di descrizione bibliografica e trattamento delle raccolte
appartenenti alle biblioteche ecclesiastiche tra l’Ufficio Nazionale
per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana
e il Dipartimento per i Beni Archivistici e Librari – Direzione Generale
per i Beni Librari e gli Istituti Culturali – Istituto Centrale per il Catalogo Unico
delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche

L’ufficio Nazionale per i Beni Culturali Ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana
(d’ora in poi denominato Ufficio Nazionale) nella persona del suo direttore, previa auto-
rizzazione del Presidente della Conferenza episcopale italiana in data 5 dicembre 2006,

il Dipartimento per i Beni Archivistici e Librari – Direzione Generale per i Beni Librari e
gli Istituti Culturali – Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche Italiane e
per le Informazioni Bibliografiche del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (d’ora In
poi denominato ICCU), nella persona del Direttore Generale per i Beni Librari e gli Istituti
Culturali

VISTE le norme dell’Intesa 18 aprile 2000 per la conservazione e la consultazione degli ar-
chivi di interesse storico e delle biblioteche appartenenti ad enti e istituzioni ecclesiastiche
stipulata tra il Ministero per i beni e le attività culturali (di seguito Ministero) e la Conferenza
Episcopale Italiana (di seguito CEI) e attuata da decreto del Presidente della Repubblica
16 maggio 2000, n. 189 e da decreto del Presidente dalla CEI 15 luglio 2000, n. 904,

VISTE le disposizioni della circolare 6 dicembre 2002, n. 138 del Ministero che disciplina
l’erogazione di contributi finanziari per il funzionamento e le attività delle biblioteche non
statali aperte al pubblico con esclusione di quelle di competenza regionale, sulla base di
progetti di valorizzazione del patrimonio bibliografico e di potenziamento delle strutture,

VISTO in particolare l’articolo 2 della suddetta circolare, relativo ai requisiti per l’ammis-
sione ai contributi,

VISTI i principi ribaditi dal decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42– Codice dei beni
culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137 – re-
lativamente ai beni culturali di interesse religioso (articolo 9) e alla fruizione e valoriz-
zazione dei beni culturali (titolo II),

VISTO l’aggiornamento del testo dell’Intesa 26 gennaio 2005 tra il Ministero e la CEI
relativa alla tutela dei beni culturali di interesse religioso appartenenti a enti e istituzioni
ecclesiastiche, attuata da decreto del Presidente della Repubblica 4 febbraio 2005, n.
78 e con decreto di promulgazione del Presidente dalla CEI 31 gennaio 2005, n. 88,

PREMESSO che è compito essenziale di ogni biblioteca che intende erogare servizi
finalizzati alla fruizione del proprio patrimonio documentario e informativo l’adempimento
di tre ordini di obiettivi:

270 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
– selezionare, raccogliere e conservare i documenti
– renderli accessibili e mediarne il contenuto
– incentivarne e facilitarne l’uso,

PREMESSO che l’allestimento e la manutenzione di strumenti di mediazione catalo-


grafica costituiscono il necessario mezzo per assicurare la conoscenza, la fruizione e
la tutela delle raccolte bibliografiche,

PREMESSO che l’ICCU, attraverso la realizzazione del Servizio bibliotecario nazionale


(di seguito SBN) e delle altre attività volte a migliorare la conoscenza delle raccolte bi-
bliografiche e a semplificarne l’accesso per l’utente, incentiva e promuove la cataloga-
zione e la documentazione del patrimonio bibliografico nazionale e persegue tale
obiettivo grazie a una strategia di cooperazione tra biblioteche anche di diversa titolarità
amministrativa, a garanzia dello sviluppo di servizi su tutto il territorio nazionale, nel ri-
spetto dell’autonomia dei singoli istituti bibliotecari,

PREMESSO che la CEI è impegnata in un progetto di conoscenza, tutela e valorizzazione


dei beni, librari e non, appartenenti alle raccolte delle biblioteche ecclesiastiche delle diocesi
italiane e degli altri enti religiosi e che in virtù di tale progetto, denominato Progetto Biblio-
teche Ecclesiastiche (di seguito PBE), vuole portare tali biblioteche a condividere uno stru-
mento utile di mediazione garantendo loro di mantenere la propria identità tipologica e
gestionale,

NELLA PROSPETTIVA di una collaborazione con lo Stato italiano e i suoi organismi in


nome del fine più alto – la comunicazione della conoscenza – e di una condivisione delle
metodologie e delle strategie di dialogo tra istituti statali e religiosi di cultura, quali sono
le biblioteche, secondo i principi del suddetto decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42,

CONCORDANO sulle necessità di assicurare:


– lo scambio dei dati per la valorizzazione coordinata del patrimonio culturale
– la condivisione di obiettivi e strumenti per l’erogazione e la gestione cooperativa dei servizi
– la comunicazione e la gestione di sistemi di controllo di archivi di autorità
– l’aggiornamento condiviso dell’anagrafe delle strutture bibliotecarie
– la condivisione di strumenti formativi volti ad assicurare l’aggiornamento e quindi la
qualità del lavoro svolto dagli operatori del settore e in virtù di tali presupposti si im-
pegnano reciprocamente attraverso le seguenti disposizioni:

1. Dialogo e cooperazione tra PBE, SBN e le altre attività nazionali coordinate dall’ICCU
1.1 L’Ufficio Nazionale costituisce entro giugno 2007 il polo SBN per tutte le biblioteche
ecclesiastiche italiane afferenti riconosciuto dall’ICCU sia nell’ambito del libro moderno,
sia in quello del libro antico, della musica, della grafica e della cartografia, svolgendo le
seguenti attività:
– cattura di notizie
– localizzazione degli esemplari
– creazione di notizie titolo
– creazione di notizie autori
– modifica e allineamento dei record.

APPENDICE | 271
1.2 Le parti concordano tutte le attività necessarie al corretto e ottimale svolgimento
delle procedure di cui sopra:
– formazione degli operatori
– accreditamento dei livelli di responsabilità occorrenti allo svolgimento delle singole
procedure
– documentazione delle attività svolte, dei problemi incontrati, delle soluzioni indivi-
duate ecc.

1.3 Ai fini dello sviluppo del polo, PBE nell’ambito delle iniziative catalografiche svilup-
pate dalle diocesi e dagli altri enti ecclesiastici, riceverà da SBN, mediante esportazioni
periodiche, i record relativi alle pubblicazioni possedute dalle biblioteche ecclesiastiche
che non afferiscono a PBE, sia nell’ambito del libro moderno, sia in quello del libro an-
tico, della musica, della grafica e della cartografia.

1.4 Il fine dell’Ufficio Nazionale è la costituzione attraverso il PBE di un OPAC collettivo


delle biblioteche ecclesiastiche, a sua volta integrabile in sistemi di MetaOPAC a livello
locale, nazionale e internazionale.

1.5 È assicurato il dialogo e la collaborazione con i sistemi catalografici già presenti sul
territorio, in primo luogo SBN di cui PBE condivide procedimenti e pratiche, ma gli am-
biti di cooperazione saranno anche altri:

1.5.1 Attraverso un procedimento di import/export l’Ufficio Nazionale riceverà per PBE


dall’ICCU i dati di Edit16 relativi alle biblioteche ecclesiastiche e contribuirà con le
proprie biblioteche al censimento nazionale delle edizioni italiane del XVI secolo.

1.5.2 Similmente l’Ufficio Nazionale collaborerà al censimento relativo ai mano-


scritti e alla loro bibliografia, ricevendo dall’ICCU i dati relativi alle biblioteche ec-
clesiastiche che hanno implementato la base dati bibliografica Bibman e il
catalogo Manus.

1.5.3 L’Ufficio Nazionale intende cooperare ai progetti di censimento delle attività di


digitalizzazione e ai progetti integrati di valorizzazione dei beni culturali sul territorio
nazionale attraverso percorsi di studio e fruizione on-line e per questo riceverà dal-
l’ICCU tutte le informazioni e i dati necessari alla costituzione di una completa base
dati ecclesiastica.

1.6 Si garantisce il riconoscimento della provenienza dei dati, la cui proprietà rimane
degli enti proprietari. La gestione della banca dati ecclesiastica è della CEI.

2. Condivisione di obiettivi e strumenti per una gestione cooperativa dei servizi


2.1 Al fine di garantire il dialogo e la cooperazione di cui si è detto, si assicura la massima
aderenza alle normative e agli standard bibliografici, adottando nell’ambito del PBE un
sistema informatico denominato CEI-Bib.

2.2 CEI-Bib consente di gestire sia le pratiche di catalogazione (derivata e partecipata)


che l’erogazione di servizi, come la gestione dei prestiti (interni e interbibliotecari).

272 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
2.3 CEI-Bib è conforme alle normative nazionali relative a:
catalogazione in SBN
descrizioni bibliografiche (ISBD)
indicizzazioni nominali controllate (RICA).

2.4 CEI-Bib adotta gli standard bibliografici a maggiore diffusione in ambito interna-
zionale.

2.5 L’Ufficio Nazionale coopera nell’individuazione e definizione delle normative nazio-


nali, assumendo la responsabilità della formulazione, manutenzione, documentazione,
diffusione e applicazione relativamente agli ambiti di propria competenza.

2.6 L’Ufficio Nazionale coopera nelle attività connesse allo sviluppo, alla documenta-
zione e alla diffusione di normative e standard da parte degli organismi internazionali
di settore per gli ambiti di propria competenza.

2.7 Nei casi in cui specifiche esigenze richiedano scostamenti rispetto alle predette
normative, vengono messi in atto i dispositivi volti a rendere comunque fruibili dati e
risorse.

3. Impegno nella costituzione di un archivio di autorità


3.1 L’Ufficio Nazionale coopera nella realizzazione dell’archivio di autorità nazionale
anche in relazione all’attuazione dei dispositivi volti a garantire l’armonizzazione con
le intestazioni in uso negli altri ambiti culturali (beni archivistici, beni storico-artistici,
beni architettonici).

3.2 L’Ufficio Nazionale coopera nella realizzazione dell’archivio di autorità nazionale, as-
sumendosi la responsabilità di garantire il popolamento e la manutenzione della com-
ponente relativa all’ambito ecclesiastico/religioso (nomi di persona, di ente e di famiglia,
titoli uniformi, altri vocabolari controllati), avviando, fin da subito, iniziative di collabora-
zione tese a realizzare tale scopo.

3.3 L’Ufficio Nazionale coopera nello sviluppo dei dispositivi necessari alla fruizione dei
dati e delle risorse digitali nell’ambito del progetto Internet culturale, allo scopo di ren-
dere accessibili ed integrati negli strumenti di ricerca i dati e le risorse digitali ospitati
nei propri archivi elettronici e ritenuti di comune interesse per la conoscenza, la valo-
rizzazione e la tutela del patrimonio culturale nazionale.

4. Collaborazione nella realizzazione dell’anagrafe delle biblioteche


4.1 L’Ufficio Nazionale contribuirà al popolamento dell’anagrafe nazionale degli istituti
bibliotecari, tramite il censimento e il coinvolgimento delle diverse realtà bibliotecarie
ecclesiastiche afferenti alla CEI secondo il formato di scambio concordato con
l’ICCU.

4.2 Attraverso un reciproco procedimento di import/export, l’Ufficio Nazionale partecipa


al popolamento dell’anagrafe nazionale delle biblioteche e riceve a sua volta dall’ICCU
le notizie relative alle istituzioni bibliotecarie ecclesiastiche presenti in tale anagrafe.

APPENDICE | 273
5. Cooperazione nella formazione e produzione di materiale didattico
L’Ufficio Nazionale coopera nella produzione di materiale didattico in qualunque formato
ad uso degli operatori delle biblioteche e condivide l’uso di quello prodotto da o per
conto dell’ICCU.

L’Ufficio Nazionale garantisce, di concerto con l’ICCU, la formazione del personale che
collabora al PBE sugli standard catalografici di cui al punto 2.3, e secondo quanto di-
chiarato al punto 1.2.

La presente Convenzione ha durata di anni 3 (tre) dalla data della sua stipula e si in-
tende tacitamente rinnovata, salvo disdetta con preavviso di 6 (sei) mesi. Essa è pas-
sibile di revisione in qualsiasi momento, previo accordo tra le parti.

Roma, 5 dicembre 2006

Per l’Ufficio Nazionale per i beni culturali Per il Dipartimento per i beni
ecclesiastici della Conferenza Episcopale archivistici e librari – Direzione
Italiana generale per i beni librari e gli istituti
culturali – Istituto Centrale per il
Catalogo Unico delle biblioteche
italiane e per le informazioni
bibliografiche

Il Direttore Il Direttore Generale per i Beni Librari


e gli Istituti Culturali

Don Stefano Russo Dott. Luciano Scala

274 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
Convenzione tra la Direzione Generale per i Beni Librari, gli Istituti Culturali
e il diritto d’autore –Istituto Centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane
e per le informazioni bibliografiche del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
e l’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana

Premesso

– che in data 18 aprile 2000, tra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali (d’ora in poi
indicato come Ministero) e la Conferenza Episcopale Italiana, è stato sottoscritto un
protocollo di Intesa per la conservazione e la consultazione degli archivi di interesse
storico e delle biblioteche appartenenti ad enti e istituzioni ecclesiastiche;
– che in data 26 gennaio 2005 tra il Ministero e la Conferenza Episcopale Italiana è
stato sottoscritto un protocollo di Intesa relativa alla tutela dei beni culturali di interesse
religioso appartenenti a enti e istituzioni ecclesiastiche;
– che in data 5 dicembre 2006, tra il Dipartimento per i Beni Archivistici e Librari – Direzione
Generale per i Beni Librari e gli Istituti Culturali – Istituto Centrale per il catalogo unico delle
biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche del Ministero per i Beni e le Attività
Culturali e l’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale
Italiana (d’ora in poi indicato come UNBCE), è stato sottoscritto un Accordo in materia di
descrizione bibliografica e trattamento delle raccolte appartenenti alle biblioteche ecclesia-
stiche che al punto 1.1 prevede la costituzione di un polo SBN per le suddette biblioteche;

– che il Ministero ha affidato all’Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche
italiane e per le informazioni bibliografiche (d’ora in poi indicato come ICCU) il compito
di coordinamento tecnico scientifico del Servizio Bibliotecario Nazionale (d’ora in poi
indicato come SBN) e del suo sviluppo evolutivo;
– che in data 5 dicembre 2006 l’UNBCE ha stabilito di costituire un
Polo SBN (PBE) per le biblioteche ecclesiastiche;

– che con il decreto del Presidente della Repubblica 26 novembre 2007, n. 233, recante
il regolamento di riorganizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali, la Dire-
zione Generale per i beni librari e gli Istituti culturali ha cambiato la denominazione in
Direzione Generale per i Beni Librari, gli Istituti Culturali e il diritto d’autore;
– che con il Decreto Ministeriale 18 giugno 2008 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale
Serie generale n. 158 dell’8 luglio 2008 è stata determinata l’articolazione degli uffici di
livello dirigenziale non generale dell’Amministrazione centrale e periferica del Ministero
e che la Direzione Generale per i beni librari, gli istituti culturali e il diritto d’autore man-
tiene le precedenti competenze in materia di catalogazione e gestione del Servizio Bi-
bliotecario Nazionale (SBN)

tra

la Direzione Generale per i Beni Librari, gli Istituti Culturali e il diritto d’autore –Istituto
Centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliogra-
fiche del Ministero per i Beni e le Attività Culturali nella persona del dott. Maurizio Fal-
lace, Direttore Generale per i Beni Librari, gli Istituti Culturali e il diritto d’autore

APPENDICE | 275
e

l’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana
nella persona del Direttore, Don Stefano Russo, previa autorizzazione del Presidente
della Conferenza Episcopale Italiana in data 10 luglio 2008

si conviene e si stipula quanto segue:

la Direzione Generale per i Beni Librari, gli Istituti Culturali e il diritto d’autore –Istituto
Centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliogra-
fiche del Ministero per i Beni e le Attività Culturali si impegna a:

– fornire attraverso l’ICCU, sia nelle fasi di sperimentazione che successivamente, la


consulenza tecnico-biblioteconomica necessaria all’avvio e al funzionamento del
polo SBN (PBE) per le biblioteche ecclesiastiche;
– adeguare le proprie strutture informatiche alle esigenze della cooperazione e dei
servizi di rete previste dal SBN;
– svolgere ogni iniziativa volta ad assicurare in via continuativa il finanziamento del SBN
con apposito capitolo di bilancio nello stato di previsione della spese del Ministero;
– garantire su richiesta l’esportazione dei dati delle biblioteche ecclesiastiche presenti
sul SBN.

L’UNBCE, per conto delle biblioteche appartenenti al Polo, si impegna a:

– definire l’organizzazione dei propri servizi bibliotecari in relazione al Polo denomi-


nato PBE-Polo delle Biblioteche Ecclesiastiche, con riferimento alla più razionale
individuazione delle unità di servizi, alla determinazione dei loro compiti con ri-
guardo alla specificità di ciascuna, al vincolo della reciprocità per i servizi coope-
rativi e di rete;
– incrementare il catalogo collettivo del SBN tramite l’inserimento dei dati catalografici
relativi al patrimonio e garantire la circolazione dei documenti in originale o in copia
tramite prestito interbibliotecario;
– garantire agli utenti la ricerca bibliografica libera e gratuita sulla banca dati del Polo
PBE-Polo delle Biblioteche Ecclesiastiche;
– garantire l’accesso al patrimonio bibliografico, sia attraverso il servizio fornito dal-
l’Opac del sistema di polo (www.ceibib.it/opac) per l’informazione bibliografica e i
servizi all’utenza, sia attraverso i diversi modi atti a consentire la regolare consulta-
zione del materiale librario e documentario in sede o in prestito nelle diverse forme
compatibili con la natura e la possibilità delle singole biblioteche;
– provvedere alla formazione e all’aggiornamento degli addetti al SBN con il supporto
tecnico e scientifico forniti dall’ICCU e definiti dal Polo;

– prevedere l’attivazione di contributi economici, nell’ambito delle proprie disponibilità


finanziarie, utili a favorire l’adozione delle tecnologie necessarie per l’ingresso e il
dialogo nel SBN, e per le relative attrezzature informatiche, nonché per la gestione
del Polo, fermo restando la possibilità, per le biblioteche ecclesiastiche, di benefi-
ciare dei finanziamenti ministeriali previsti dalla legge;

276 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
– garantire l’adozione da parte delle biblioteche partecipanti al PBE, di tutti gli stan-
dard previsti dal progetto;
– aderire al sistema del SBN inizialmente con il livello di cooperazione “3”, che com-
prende le attività di cattura e localizzazione per possesso e gestione, creazione e
correzione secondo quanto previsto dal nuovo protocollo SBN-MARC;
– nominare un referente di Polo, che si impegni a diffondere a tutte le biblioteche di
Polo, le informazioni ricevute dall’ICCU sulle attività dell’Indice, sulla rete e sugli
standard catalografici.

La presente convenzione ha la durata di 3 (tre) anni dalla data della sua stipula
e si intende tacitamente rinnovata, salvo disdetta con preavviso di 6 (sei) mesi. Essa è
passibile di revisione in qualsiasi momento, previo accordo tra le parti.
Per quanto non espressamente previsto dalla presente convenzione, si rinvia ad
altri atti eventualmente sottoscritti dalle parti e alla normativa vigente.
La presente convezione è redatta in triplice copia.

Roma, 29 luglio 2008

Per l’Ufficio Nazionale Per la Direzione Generale


per i beni culturali ecclesiastici per i Beni Librari, gli Istituti Culturali
della Conferenza Episcopale Italiana e il diritto d’autore–Istituto
Centrale per il catalogo unico
delle biblioteche italiane
e per le informazioni bibliografiche
del Ministero per i Beni e le Attività Culturali

Il Direttore Il Direttore Generale per i Beni


Librari, gli Istituti Culturali e il diritto d’autore

Don Stefano Russo Dott. Maurizio Fallace

APPENDICE | 277
Convenzione tra la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e l’Ufficio Nazionale
per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana
per l’accrescimento e lo sviluppo del Nuovo soggettario

Premessi

Dgls. 42/2004 – Codice dei beni culturali e del paesaggio (artt. 111 e ss.),

Accordo in materia di descrizione bibliografica e trattamento delle raccolte appartenenti


alle biblioteche ecclesiastiche (5 dicembre 2006),

Convenzione tra la Direzione Generale per i Beni Librari, gli Istituti Culturali e il diritto
d’autore – Istituto Centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le infor-
mazioni bibliografiche del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e l’Ufficio Nazionale
per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana (29 luglio 2008),

considerato che la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze (BNCF)

cura il Nuovo soggettario, il sistema di indicizzazione adottabile da biblioteche (soprat-


tutto del Servizio bibliotecario nazionale), da centri di documentazione, archivi e musei;
allestisce il Thesaurus on-line contenente termini che consentono di svolgere ricerche
tramite chiavi di accesso coerenti e aggiornate dal punto di vista linguistico, nell’ottica
di garantire approfondimenti bibliografici e scientifici di alto livello qualitativo;
aggiorna costantemente il Thesaurus (al momento di circa 36.000 termini), allestito se-
condo standard internazionali, interoperabile con altri thesauri e banche dati di istituzioni
culturali ed enti di ricerca, integrato con il catalogo della BNCF ed accessibile sul web
gratuitamente a partire dal 19 luglio 2010;
intende sviluppare la collaborazione con enti e istituti interessati all’accrescimento del
Thesaurus;

considerato che l’Ufficio Nazionale per i


Beni Culturali Ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana (UNBCE)

svolge il suo servizio a favore delle biblioteche ecclesiastiche, anche in qualità di coor-
dinatore del Polo SBN di Biblioteche Ecclesiastiche (PBE);
intende sostenere l’adesione agli standard bibliografici nazionali;
intende contribuire alla corretta individuazione delle voci di soggetto di ambito
religioso, allo sviluppo della terminologia del Nuovo soggettario e quindi di favorirne
l’uso da parte delle biblioteche, migliorando la qualità dell’offerta informativa e contri-
buendo al raffinamento della ricerca nell’ambito delle scienze religiose;
intende favorire un uso sperimentale del Nuovo soggettario per l’indicizzazione
dell’ingente e ricco patrimonio antico delle Biblioteche Ecclesiastiche aderenti al Polo;

si conviene e si stipula

l’attivazione di una collaborazione fra BNCF e UNBCE tramite la presente Conven-


zione.

278 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
Impegni della Biblioteca nazionale centrale di Firenze

contribuirà alla formazione del Gruppo di lavoro istituito da UNBCE, offrendo un corso
d’introduzione al linguaggio del Nuovo soggettario;
accoglierà le proposte di nuova terminologia a cui verrà data precedenza per la strut-
turazione completa e l’inserimento nel Thesaurus;
predisporrà ed eventualmente aggiornerà documenti tecnici e procedure impiegate per
la collaborazione.

Impegni dell’Ufficio nazionale per i


Beni Culturali della Conferenza Episcopale italiana (UNBCE)

istituirà un Gruppo per la soggettazione del quale garantirà il coordinamento;


si impegnerà affinché il polo SBN di Biblioteche ecclesiastiche (PBE), nelle abituali
operazioni catalografiche, adotti il Nuovo soggettario;
invierà, periodicamente, proposte di nuova terminologia per il Thesaurus e fornirà con-
sulenze sulla terminologia di ambito religioso già presente.

Nell’ambito di una condivisione di modalità, risorse e benefici, la collaborazione sarà di-


chiarata nell’interfaccia web del Nuovo soggettario (Enti che collaborano e Crediti), nei
siti web delle due Istituzioni, e in ogni altra documentazione in cui sia ritenuto utile e ri-
levante, nonché segnalata in occasione di incontri pubblici e professionali.

Per l’attuazione, le metodologie e le specifiche procedure seguite da entrambe le Isti-


tuzioni, si fa riferimento ai Documenti tecnici allegati (Allegato 1; Allegato 2), in cui sono
indicate anche le rispettive figure di riferimento.

La collaborazione operativa prenderà avvio dal 15 settembre 2010. La Convenzione avrà


una durata biennale e verrà tacitamente rinnovata salvo eventuali comunicazioni.

Firenze, 13 settembre 2010

La Dirigente della BNCF Il Direttore dell’UNBCE, CEI

dott. ssa Antonia Ida Fontana Mons. Stefano Russo

APPENDICE | 279
Lettera circolare

riguardo la collaborazione all’Anagrafe biblioteche italiane attivata tra l’Ufficio Na-


zionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana e l’Istituto
Centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliogra-
fiche del Ministero per i Beni e le Attività Culturali

considerati l’Intesa per la Conservazione e consultazione degli archivi d’interesse sto-


rico e delle biblioteche appartenenti ad enti e istituzioni ecclesiastiche stipulata tra il Mi-
nistero per i Beni e le Attività Culturali e la Conferenza Episcopale Italiana (18 aprile
2000) e il successivo Accordo in materia di descrizione bibliografica e trattamento delle
raccolte appartenenti alle biblioteche ecclesiastiche stipulata dall’Ufficio Nazionale per
i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana e il Dipartimento per i
Beni Archivistici e Librari – Direzione Generale per i Beni Librari e gli Istituti Culturali –
Istituto Centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bi-
bliografiche del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (5 dicembre 2006),

nell’ambito dell’attività di collaborazione svolta tra l’Ufficio Nazionale per i beni cul-
turali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana (di seguito UNBCE) e l’Istituto
Centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliogra-
fiche del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (di seguito ICCU),

ICCU e UNBCE concordano sulla necessità di sottoscrivere un documento relativo


alle procedure condivise per il popolamento e l’aggiornamento dell’Anagrafe biblioteche
italiane curato dall’ICCU. Per il perseguimento di tale scopo l’UNBCE, d’intesa con
l’ICCU, ha predisposto un apposito strumento denominato Anagrafe degli istituti cultu-
rali ecclesiastici (AICE), originariamente predisposto con le descrizioni ecclesiastiche
già presenti nell’Anagrafe biblioteche italiane e con quelle provenienti dall’Associazione
dei bibliotecari ecclesiastici italiani.

Conseguentemente, le biblioteche ecclesiastiche potranno inserire i propri dati


nell’AICE e aggiornarli periodicamente. Tali operazioni eseguite all’interno dell’AICE
da parte delle singole biblioteche costituiranno atto ufficiale di implementazione del-
l’AICE; tali dati, presenti nella base dati AICE, saranno periodicamente riversati nella
base dati Anagrafe delle biblioteche italiane (ABI). Al fine del riversamento dati da
AICE ad ABI, l’ICCU e l’UNBCE hanno concordato una architettura di scambio reci-
proco dei dati, secondo le specifiche tecniche di cui all’allegato A del presente do-
cumento.

I dati pubblicati nell’Anagrafe delle Biblioteche italiane, potranno essere scambiati,


per attività di import/export, con partner istituzionali come le Regioni, che contribuiscono
all’aggiornamento della base dati oppure forniti ad Enti istituzionali come ISTAT per la
pubblicazione di statistiche annuali. Nella pubblicazione delle schede delle biblioteche
gli Enti che ricevono i dati, avranno un riferimento alla “Fonte: Anagrafe degli Istituti
Culturali Ecclesiastici (AICE)” ed un “link” che permetterà la consultazione della scheda
della biblioteca nel contesto originale (AICE)

280 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
Qualsiasi altra forma di trasferimento, diffusione, pubblicazione o comunicazione su
altre iniziative, proprie o di terzi, non espressamente menzionate in questo accordo,
dovrà essere oggetto di comunicazione e approvazione preventiva.

L’ICCU e l’UNBCE convengono sulla necessità di promuovere contatti con la Con-


ferenza delle Regioni e delle Province autonome al fine di condividere gli obiettivi della
presente circolare.

Nell’ambito di una condivisione di modalità, risorse e benefici, la collaborazione tra


ICCU e UNBCE sarà dichiarata nei siti web delle due Istituzioni, e in ogni altra docu-
mentazione in cui sia ritenuto utile e rilevante, nonché segnalata in occasione di incontri
pubblici e professionali.

Roma, 13 giugno 2011

Dott.ssa Rosa Caffo Mons. Stefano Russo


ICCU UNBCE

APPENDICE | 281
Convenzione tra l’ufficio Nazionale per i Beni Culturali Ecclestiastici (Unbce)
della Conferenza Episcopale Italiana e l’Istituto Centrale per il Catalogo Unico
delle Biblioteche Italiane e per le Informazioni Bibliografiche (Iccu)
del Ministero per i Beni e le Attività Culturali circa la descrizione informatizzata
dei documenti manoscritti

Visti gli obiettivi condivisi tra le parti per la conoscenza e la valorizzazione dei fondi mano-
scritti, per la condivisione dello standard adottato e dello strumento software predisposto
dall’Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche Italiane e per le Informazioni
Bibliografiche per la gestione dei documenti manoscritti ossia Manus on-line

si stipula tra l’Ufficio Nazionale per i Beni Culturali Ecclesiastici, d’ora in poi UNBCE, e
l’Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche Italiane e per le Informazioni
Bibliografiche, d’ora in poi ICCU

una convenzione che consente l’utilizzo a titolo gratuito di Manus on-line da parte delle
biblioteche di proprietà ecclesiastica segnalate dall’UNBCE all’ICCU e afferenti al Polo
SBN di biblioteche ecclesiastiche

Si specifica che

rimangono proprietari dei dati inseriti nella base dati di Manus on-line le biblioteche
che partecipano al progetto, riservandosi l’ICCU la loro pubblicazione on line, solo in
seguito al consenso espresso dalle medesime;

il software Manus on-line è di proprietà dell’ICCU, che garantisce all’UNBCE l’utilizzo


a titolo gratuito dello stesso a favore delle biblioteche segnalate dallo stesso UNBCE;

che l’UNBCE si avvarrà gratuitamente di tutte le evoluzioni che nel tempo potranno
essere apportate dall’ICCU al software Manus on-line;

che l’UNBCE potrà richiedere l’esportazione in XML dei dati relativi alle biblioteche af-
ferenti al Polo SBN di biblioteche ecclesiastiche;

che l’ICCU si impegna a formare permanentemente il personale che ogni volta verrà
coinvolto, a seguire in ogni momento le diverse fasi del progetto e a garantire l’assi-
stenza tecnico scientifica necessaria;

che tra le finalità per la richiesta dei contributi economici annuali al Ministero per i Beni
e le Attività Culturali rientra la partecipazione alla catalogazione dei manoscritti.

Roma, 15 novembre 2011

Mons. Stefano Russo Dott.sa Rosa Caffo


Direttore dell’UNBCE Direttrice dell’ICCU

282 | Archivi e biblioteche ecclesiastiche del Terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi
UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLA CEI
I miei appunti
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