Kriya Yoga - Metodologia e Tecniche (IMPORTANTE)

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METODOLOGIA E TECNICHE DEL KRIYA YOGA

Importante
Le tecniche qui descritte sono esposte solamente per motivi di studio, per servire
come raffronto col lavoro di altri ricercatori. Da questa condivisione spero derivi
un feedback intelligente. Osservazioni, critiche, correzioni e aggiunte saranno
ben ricevute. Prima di cominciare a porvi tutte le domande più strane possibili e
immaginabili, leggete completamente la Parte II e III di questo libro in modo da
avere una completa visione della materia. Scoprirete che molte domande trovano
risposta man mano che proseguite con la lettura.
Tengo a precisare che questo libro non è un manuale di Kriya Yoga! Forse
in futuro ne scriverò uno e allora affronterò il problema di come dividere l'intero
argomento in diverse lezioni cercando, per ciascuna fase d’apprendimento, di
fornire tutti i consigli necessari. In ogni caso, certe tecniche non possono essere
apprese leggendo un manuale. Ci sono tecniche delicate come per esempio il
Maha Mudra, il Kriya Pranayama, il Thokar, lo Yoni Mudra che è impensabile
apprendere senza l'aiuto di un esperto che controlli la loro esecuzione. Ogni
persona è diversa e nessuno può dire a priori quali saranno gli effetti di una
determinata tecnica, soprattutto se praticata in dosi consistenti.
L'autore non si assume alcuna responsabilità nel caso di risultati negativi,
particolarmente nel caso in cui uno decida di praticare le tecniche senza aver
cercato la supervisione di un esperto. Coloro che intendono portare avanti questa
pratica dovrebbero farlo con il dovuto senso del sacro e la consapevolezza della
ricchezza che essa potrà portare nella loro vita. Sebbene ognuno ha il diritto e il
dovere di controllare il suo destino, garantirsi il consiglio o la guida di un esperto
è indispensabile.

N.B. Quando ci si reca da un esperto, è necessario comunicargli l’esistenza di


ogni eventuale problema fisico, come ipertensione, problemi ai polmoni, segni di
iperventilazione… Se avete particolari problemi fisici, un esperto potrà
raccomandarvi una forma delicata di Kriya Pranayama e dei Mudra ad esso
collegati – e, se necessario, potrebbe raccomandare di praticarli solo
mentalmente. 1

1
Mi propongo di migliorare continuamente la spiegazione delle tecniche che seguono.
Potete visitare almeno una volta all'anno il sito www.kriyayogainfo.net per controllare
se ci sono dei raffinamenti nella spiegazione delle tecniche.

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CAPITOLO 6
IL KRIYA YOGA DI LAHIRI MAHASAYA – PRIMA PARTE

INTRODUZIONE
Le tecniche del Kriya Yoga sono spiegate nella seconda parte e nella terza
parte di questo libro. Altri argomenti interessanti come il valore della
Preghiera Devozionale o il Kriya delle cellule sono affrontati nella quarta
parte del libro.

La seconda parte del libro è dedicata alle persone curiose di conoscere tutti
i particolari del Kriya originale di Lahiri Mahasaya e di quello di Swami
Hariharananda.

Discuteremo prima il Kriya di Lahiri Mahasaya. È un Kriya che, a mio


avviso, ha origine dallo Hatha Yoga tantrico e da particolari scoperte fatte
dallo stesso Lahiri Mahasaya. I mistici sufi con il loro Dhikr danno un
enorme contributo. Questo Kriya è un insieme di metodi molto efficaci. Se
vuoi una guida pratica per imparare a praticarli, utilizza il capitolo 12.

Nel capitolo 6 viene introdotta la tecnica base del Kriya Pranayama. Nel
capitolo 7 trovi la descrizione di tutte le tecniche che tradizionalmente
vengono insegnate con il Primo Kriya. Nel capitolo 8 introduciamo il
Secondo, Terzo e Quarto Kriya. Questi Kriya, nel loro complesso, sono
l'arte del Thokar. Nel capitolo 9 introduciamo il Quinto e il Sesto Kriya.
Essi descrivono l'arte del Movimento Tribhangamurari.

Nel capitolo 10 discutiamo il Kriya di Swami Hariharananda. Questo


modo di insegnare il Kriya è stato influenzato dal Movimento Radhasoami.
L'ingresso nella dimensione Omkar gioca un ruolo predominante.

Le persone già iniziate al Kriya come insegnato da PY attraverso le sue


organizzazioni troveranno spunti interessanti di riflessione nel capitolo 11
che completa questa seconda parte. Essi potranno cercare di capire la
ragione per cui PY decise di apportare certe modificazione nelle tecniche
Kriya.

Il percorso Kriya di PY ha un potere di semplificazione senza precedenti.


Se la mente del lettore è aperta, questo capitolo potrebbe suggerire una
comprensione molto importante.

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Capitolo 12
Questa è la terza parte del libro. Contiene quello che io giudico essenziale.
A mio avviso un principiante autodidatta potrebbe incominciare il suo
Kriya da qui.
Questa parte prevede 8 routine essenziali da padroneggiarsi in un paio di
anni. Tale principiante si troverà ad affrontare anzitutto la tecnica di Kriya
Pranayama come insegnata da Sri Mukherjee. Questa tecnica non è
difficile da apprendere. Abbinata a 4 tecniche che non appartengono al
Kriya Yoga classico e che vengono fornite sempre in questo capitolo,
garantisce un risultato fantastico.

Nota sui vari livelli del Kriya di Lahiri Mahasaya

Primo livello
Il primo livello di questo Kriya è basato sulla tecnica del Kriya
Pranayama. Normalmente ogni sessione si apre con una breve
preparazione e termina con una fase che molti chiamano "Meditazione",
ma sarebbe più corretto chiamare "Pratyahara" che significa "ritiro dei
sensi". Dopo questa fase di transizione, un kriyaban si apre ad una
dimensione che è oltre la mente.

Nel primo livello raggiungiamo la fusione delle energie Prana e Apana.


Uno stato particolare accade nella nostra coscienza. Lahiri Mahasaya lo
chiama Equilibrio. Esso è situato a metà strada tra la consapevolezza della
realtà esterna e la consapevolezza dello stato interiore di pace.

Prima di iniziare la pratica del Kriya Pranayama, la Nadi Ida e Pingala


sono parzialmente bloccate e il Prana ha difficoltà a fluire. Attraverso
questa condizione di Equilibrio cambia lo stato del Prana nel corpo.
Diventa possibile guidare il nostro Prana nel canale sottile di Sushumna.

Un buon segnale che il respiro è diventato "sottile" è dato da una


particolare realizzazione: durante l'espirazione sentiamo che il nostro
respiro non esce dal corpo attraverso le narici ma viaggia internamente,
riempiendo di energia fresca le cellule del corpo.

Nel primo livello, l'ottenimento del Kechari Mudra è indubbiamente di


grande valore poiché crea la perfezione nel Kriya Pranayama e calma
enormemente le funzioni della mente. Altri eventi possono accadere
durante i mesi o gli anni in cui uno rimane occupato con il primo livello.
Altre procedure sono utili ma non necessarie.

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Secondo livello
In questo livello consideriamo un lavoro molto sottile sui Chakra e un forte
lavoro sul Chakra del cuore. Per quanto riguarda i Chakra, il nostro dovere
non è solo quello di risvegliarli ma andare oltre essi. Questo è il vero
significato del Secondo Livello. Useremo il potere del Thokar che è diretto
verso il Chakra del cuore – questo avverrà anche nel Terzo livello ma in
dimensioni più intense.
Nel Secondo Livello, la pressione mentale del Prana su ciascun
Chakra diventa più forte. Una trasformazione positiva si nota nella pratica
del Kriya Pranayama che diventa più solido.

Terzo livello
Il Terzo Livello del Kriya è dedicato alla pratica del Thokar usando un
lungo Kumbhaka (trattenimento del respiro). Qui un kriyaban esercita
un'azione molto grande sul Chakra del cuore. Sapendo che il cuore è il
luogo nel corpo in cui le tradizioni dicono che risiede il Sé immortale,
alcune scuole del Kriya considerano questo come il livello finale del Kriya.
Non conoscono altri livelli di Kriya.
Non c'è dubbio che attraverso un grande, lungo lavoro con questo
Terzo Livello del Kriya non è necessaria altra tecnica. C'è una forte
connessione tra il Chakra del cuore e Kutastha. Il punto luminoso (Bindu)
che appare nel Chakra del cuore durante la pratica del Terzo livello del
Kriya è la stessa realtà che appare come una stella bianca nel centro di
Kutastha. Entrare nella stella del Kutastha attraversando il cosiddetto
"tunnel dell'eternità" o entrare in uno stato profondo di estasi che si
esprime come la "contemplazione della luce increata nel cuore"
(espressioni tipiche degli esicasti) incarnano il stesso evento.

Quarto livello
Vuoi migliorare al massimo la pratica del Kriya Pranayama, mentre le
conquiste riguardanti il Chakra del cuore rimangono inalterate? Allora devi
praticare il Quarto Livello del Kriya dove il Thokar è applicato su tutti i
Chakra.
È stato detto che se si crea un grande impatto sul Muladhara
Chakra, Kundalini si alza e attraversa il centro del cuore portando le sue
potenzialità alla massima espansione. In questo stato il nostro respiro è
totalmente interiorizzato, quindi il Kriya Pranayama è praticato in uno
stato molto simile allo stato senza respiro. Questo deve essere tenuto
presente quando affrontiamo la misteriosa realtà del Macro Movimento
Tribhangamurari

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Un altro modo di considerare il Quarto livello
Parte I: Macro Tribhangamurari
In questo livello, coloro che accettano l'insegnamento di Satya Charan
Lahiri (uno dei nipoti di Lahiri Mahasaya) focalizzano la loro attenzione su
un flusso energetico discendente che si sposta verso il Muladhara, ma che
rimane fuori dalla colonna vertebrale. Ciò che accade percependo tale
corrente è difficile da esprimere perché non abbiamo parole per descrivere
una realtà che è al di là della mente. Questo livello è un procedimento che
è una derivazione del livello precedente ma sembra appartenere ad un'altro
mondo.

Parte II: Micro Tribhangamurari


La porta della colonna vertebrale è aperta. Ora possiamo incontrare la
sottile realtà trascendente di Omkar nell'aspetto di sensazione di micro
movimento. Non mi permetto di indulgere in citazioni retoriche di antichi
scritti sacri. Posso solo dire che attraverso questa procedura diventiamo
capaci di lasciare la dimensione del tempo e dello spazio per raggiungere il
più alto stato di Asamprajnata Samadhi che conduce allo stato di Kaivalya.

Nota sulla visione del Kriya di Swami Hariharananda

Primo livello
Questo è lo stadio in cui, principalmente attraverso semplici procedure (tra
cui un grande ruolo viene dato ai Piegamenti e al Maha Mudra), un
kriyaban riesce a percepire i suoni astrali, la luce e una sensazione di
movimento all'interno di ciascun Chakra, contemporaneamente le
percezioni del mondo esterno diminuiscono di potere. Attraverso la
ripetizione quotidiana di questa forma di meditazione, i kriyaban entrano
nel canale di Sushumna approfondendo il loro contatto con la realtà Omkar.

Secondo livello
Questo livello è più misterioso, perché in esso dissolviamo gli ostacoli
rappresentati dai Tattwa (cinque elementi). Facendo riferimento alla ben
nota teoria dei cinque elementi, comprendiamo che il nostro dovere è di
dissolvere la realtà ingannevole che è alla base . Dobbiamo raggiungere la
consapevolezza che ogni aspetto della realtà fisica è costituito da un'unica
sostanza: la Luce spirituale. I cinque Tattwa (terra, acqua, fuoco, aria,
etere) sono un'illusione.
Lavorando con questo ideale ben stampato nella mente, un kriyaban
guida il Prana dal corpo verso la colonna vertebrale e all'interno della
colonna vertebrale. Attraverso l'aiuto della concentrazione, utilizzando
anche uno strumento particolare come la ripetizione delle lettere

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dell'alfabeto sanscrito sui "petali" dei Chakra e su diverse parti del corpo, il
Prana viene risucchiato nella parte superiore della testa. Un kriyaban gode
di uno stato estatico ed è pronto per l'ultimo lavoro che avviene in una
nuova dimensione che ha la sua sede nella parte superiore del cervello e
sopra di esso.

Terzo livello
In questo livello viene iniziato un lavoro per pacificare il Prana nella
corona della testa. Alcuni movimenti della testa sono ancora necessari.

Quarto livello
In questo livello, viene stabilita l'immobilità in tutto il corpo, compresa la
testa. Una profonda concentrazione, che gradualmente diventa senza
sforzo, avviene nelle cinque parti della nostra testa: frontale, sinistra,
posteriore, destra e in un centro che si trova sotto la Fontanelle.
Gradatamente la mente si lascia calmare perfettamente e da questo nasce lo
stato estatico.

Quinto livello
Il kriyaban viene istruito su come raggiungere lo stato di perfetta assenza
di respiro. La consapevolezza di un kriyaban non è solo sul Prana calmo
che si trova in cima alla testa, ma anche sul corpo. Viene rivelato un nuovo
centro sopra il Sahasrara. La mente che è persa nella Luce divina, sopra
Sahasrara, scende gradualmente nel Cervelletto.

Sesto livello
Ci sono due modi per descrivere questo livello. Uno è dire che
raggiungiamo il Brahma Randra che è l'aspetto più sottile di Bindu – un
luogo che si trova al di là del tempo e dello spazio. Un altro modo è dire
che noi raggiungiamo la dimora della Luce spirituale che si trova nella
ghiandola pineale.

Conclusione

Nel Kriya di Lahiri Mahasaya lavoriamo per portare la Luce dello Spirito
in tutte le parti del nostro essere. Ogni Chakra è risvegliato, ogni Chakra è
considerato spirituale.

Nel Kriya di Swami Hariharananda troviamo la tendenza a sfuggire a ciò


che nel Kriya di Lahiri è considerato un dovere: affrontare la nostra natura
umana e vivere di più nel cuore e meno nel cervello. Nel Kriya di Swami
Hariharananda non troviamo questo enorme lavoro nella regione del cuore.

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C'è la tendenza a spostare il centro della nostra consapevolezza nelle
regioni più alte della dimensione astrale.

In entrambi i percorsi abbiamo procedure meravigliose per raggiungere la


regione situata nella parte più alta del cervello dove possiamo sperimentare
la dimensione di una grande, profonda pace. Il nostro cuore è pieno di gioia
inesprimibile. Ma questa gioia diventa alienazione se non è supportata da
un'opera sul cuore e, infine, sul Chakra di base Muladhara.

È stimolante leggere le parole che Lahiri Mahasaya ha lasciato nei suoi


diari.
'' Il respiro è normalmente orientato esternamente. Se, attraverso la pratica
del Pranayama, è reso orientato internamente, allora è possibile, attraverso
la tecnica del Thokar, aprire la porta del tempio interiore. Con una forte
azione sul Chakra Anahata la porta si apre. Si verifica un profondo
assorbimento e questo stato diventa stabile per un periodo prolungato.
Raggiungendo questo stato, la mente si rattrista vedendo la sofferenza negli
altri. "(Lahiri Mahasaya)

Questa frase è la sintesi del Kriya di Lahiri Mahasaya con le sue diverse
fasi. Dopo aver ottenuto la perfezione nel Pranayama è possibile ottenere il
frutto del Thokar. La porta infine si apre e ... '' la mente si rattrista vedendo
la sofferenza negli altri''. La promessa di Lahiri Mahasaya è di diventare
una cosa sola con l'umanità [Non puoi diventare UNO se non senti la
sofferenza negli altri esseri umani.]

Identificare il Sahasrara Chakra come il nostro obiettivo supremo significa


seguire un'illusione raffinata. Raggiungere il Brahma Randra, oppure la
ghiandola pineale ... non significa aver raggiunto il nostro obiettivo finale
ma solo una fase intermedia. La vera destinazione è la "Luce non creata"
(così dicevano gli esicasti) nella regione del cuore. L'ossessione di tenere
sempre la mente nella regione del Sahasrara ha prodotto persone piene di
ego che hanno perso il contatto con la realtà della vita e si sono fissate in
comportamenti e in teorie che sono la caricatura del percorso spirituale.

Nella mia vita ho fatto la scelta di rifiutare di vivere nel Sahasrara. Ho


detto un sì totale al Kriya di Lahiri Mahasaya.

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ANATOMIA SPIRITUALE

● Localizzazione dei Chakra


I Chakra sono sottili organi astrali localizzati entro la spina dorsale –
gradini ideali di una scala mistica che porta la coscienza del singolo ad
incontrare la più elevata esperienza estatica. Nel Kriya Yoga non è
importante visualizzare un Chakra coi petali, col Bija Mantra nel suo
centro, col Yantra... e con tutto quello che trovate sui libri classici di Hatha
Yoga o di orientamento New Age, quanto percepire approssimativamente
la sua sede. La pratica del Kriya Yoga raffinerà una iniziale localizzazione
approssimativa.

Quando certe condizioni particolari si stabiliscono – silenzio mentale,


rilassamento del corpo, intensa aspirazione dell’anima – la pratica del
Kriya Pranayama prenderà, per così dire, la "strada interiore" e la Realtà
Spirituale essendo qualcosa di concreto indipendente dalle visualizzazioni
e dai capricci della mente, si manifesterà spontaneamente. Realizzerete
allora la realtà dei Chakra nella dimensione astrale, sarete capaci di
ascoltare le loro vibrazioni astrali come pure percepirete particolari toni di
luce che emanano dalle loro sedi. La pratica del Kechari Mudra (spiegata
nel capitolo 7) favorirà questa esperienza specialmente nei momenti in cui
il respiro diventa estremamente sottile.

La natura di ciascun Chakra possiede due aspetti, uno interno e uno


esterno. L'aspetto interno di un Chakra, la sua essenza, è una vibrazione di
"luce" che attrae la consapevolezza verso l'alto, verso lo Spirito. L'aspetto
esteriore di un Chakra, il suo lato fisico, è una ''luce'' diffusa che desta e
sostiene la vita del corpo fisico.

Quando si sale lungo la spina dorsale durante il Kriya Pranayama, viene


naturale sentire i Chakra come piccole "luci" che illuminano il tubo cavo
che è la colonna spinale. Quando poi si scende, i Chakra vengono percepiti
come organi che distribuiscono energia nel corpo. Raggi di luce partono
dalla sede di ciascun Chakra e ravvivano quella parte del corpo che si trova
davanti ad essi.

II primo Chakra, Muladhara è localizzato alla base della colonna spinale


proprio sopra la regione del coccige; il secondo Chakra, Swadhisthana, si
trova nella regione sacrale a metà strada tra Muladhara e Manipura; il
terzo Chakra, Manipura, è nella regione lombare all'altezza dell'ombelico.
Il quarto Chakra, Anahata, (più semplicemente chiamato Chakra del

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cuore) è nella regione dorsale; la sua sede può essere individuata
avvicinando le scapole e concentrandosi sui muscoli tesi tra di esse. Il
quinto Chakra, Vishuddha, si trova dove il collo si unisce alle spalle. La
sua sede può essere individuata oscillando la testa lateralmente,
mantenendo il busto ben fermo, concentrandoci sul punto dove si
percepisce un particolare suono come di un qualcosa che viene macinato.

Fig. 1. Posizione dei Chakra

Il sesto Chakra si chiama Ajna. Il Midollo Allungato o Medulla e il punto


tra le sopracciglia (Bhrumadhya) sono in stretta relazione con Ajna e non
possono essere considerate entità separate. Il Midollo Allungato è
considerato la controparte fisica di Ajna Chakra. Quello che conta è che
trovando la stabilità di concentrazione in ciascuno dei tre punti, l'occhio
spirituale (Kutastha) un punto luminoso nel centro di una infinita radianza
sferica, appare alla visione interiore. Questa esperienza è l'entrata regale
nella dimensione spirituale. Talvolta il termine Kutastha è utilizzato al
posto di Bhrumadhya.
Per poter localizzare Medulla che si trova alla sommità della spina
dorsale, si solleva il mento e si tendono i muscoli del collo alla base
dell'osso occipitale; poi ci si concentra sulla piccola cavità che si trova
sotto tale osso. Medulla si trova proprio davanti tale cavità.

Muovendosi dalla sede del Medulla verso il punto tra le sopracciglia non è
difficile percepire la sede di Ajna Chakra: si oscilla la testa lateralmente
(alcuni centimetri a sinistra e poi a destra) cercando di percepire un
qualcosa che collega le due tempie. La sede di Ajna Chakra viene

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individuata concentrando l'attenzione presso il punto di intersezione di due
linee ideali: quella che collega la sede di Medulla con il punto tra le
sopracciglia e quella che collega le due tempie.

L'energia che fluisce attraverso la punta della lingua durante il Kechari


Mudra stimola stimola la ghiandola pituitaria. La ghiandola pituitaria (o
ipofisi) è una ghiandola endocrina della dimensione più o meno di un
pisello. Essa forma una protrusione sul pavimento dell'ipotalamo. È
necessario chiarire questo perché una scuola Kriya famosa consiglia di
focalizzarsi su questa ghiandola per ottenere l'esperienza dell'occhio
spirituale.

La stessa scuola sottolinea il ruolo della ghiandola pineale. Questa è


un'altra piccola ghiandola endocrina che ha la forma di una piccola pigna
(simbolicamente, molte organizzazioni spirituali, hanno usato la pigna
come una icona). Essa è situata dietro la ghiandola pituitaria, nella parte
posteriore del terzo ventricolo del cervello. Avere piena esperienza della
bianca Luce spirituale dopo lunga concentrazione sulla ghiandola pineale è
considerata l'ultima azione da farsi onde perfezionare la meditazione prima
di perdersi nello stato di Samadhi.

Nel commento alla Bhagavad Gita di Swami Pranabananda Giri troviamo


un cenno a due ulteriori centri spirituali nel cervello: Roudri e Bama.
Roudri si trova sul lato sinistro del cervello sopra l'orecchio sinistro mentre
Bama si trova sul lato destro del cervello sopra l'orecchio destro. Avremo
occasione di utilizzarli nella pratica di quei Kriya superiori che avvengono
nella regione del cervello che si trova sopra Ajna Chakra.

Bindu è localizzato nella regione occipitale e non è considerato un Chakra


in sé e per sé. Comunque è un centro spirituale molto importante perché
funzione come porta che conduce la consapevolezza al Sahasrara – il
settimo Chakra situato alla sommità del capo. Bindu è localizzato dove
l’attaccatura dei capelli forma una specie di vortice. (Questo è il punto
Sikha dove gli Indù, con la testa rasata, mantengono una ciocca di capelli.)

Per poter divenire consapevoli del Sahasrara alcune scuole consigliano di


concentrarsi sulla Fontanella [ci riferiamo alla Fontanella anteriore detta
anche ''Bregma''.]

L'ottavo Chakra è il centro spirituale più elevato di cui ci occuperemo.


Esso è situato circa 30 centimetri sopra la Fontanella.

100
● Posizione adatta alla meditazione
Ci si siede rivolti ad Oriente. Secondo Patanjali, la posizione dello Yogi
(Asana) deve essere stabile e comoda.

Mezzo-loto: La maggior parte dei kriyaban si trova a proprio agio sedendo


in questa posizione che è stata utilizzata per la meditazione da tempo
immemorabile perché fornisce una posizione seduta comoda, molto facile
da ottenersi. Il segreto è di mantenere una spina dorsale eretta sedendo sul
bordo di uno spesso cuscino in modo tale che le natiche siano leggermente
sollevate. Si può sedere a gambe incrociate mentre le ginocchia stanno sul
pavimento.

Sollevate il piede sinistro e portatelo verso il corpo in modo che la suola


del piede sinistro aderisca comodamente all'interno della coscia destra.
Tirate il tallone del piede sinistro il più possibile verso l'inguine. La gamba
destra è piegata al ginocchio ed il piede destro è posto comodamente sopra
la coscia sinistra o il polpaccio o entrambi. Il ginocchio destro è abbassato
il più possibile verso il pavimento.
La migliore posizione per le mani è con dita intrecciate come si può
osservare nella famosa foto di Lahiri Mahasaya. Ciò crea un buon
equilibrio di energie dalla mano destra alla sinistra e viceversa. La
posizione delle mani per la meditazione e per il Pranayama è la stessa in
quanto ci si muove dal Pranayama alla meditazione senza soluzione di
continuità. Di solito nemmeno ce se ne rende conto.
Quando ci sono problemi di salute o si verificano particolari
condizioni fisiche, può essere provvidenziale praticare il mezzo loto su una
sedia, purché non abbia braccioli e sia abbastanza grande. In questo modo,
una gamba alla volta può essere abbassata e l'articolazione del ginocchio
rilassata!

Siddhasana: (Posa Perfetta) è di difficoltà media. La pianta del piede


sinistro è posta contro la coscia destra mentre il tallone preme sul perineo.
Il tallone destro è posto contro l'osso pubico. Questa posizione delle
gambe, abbinata al Kechari Mudra, chiude il circuito pranico e rende il
Kriya Pranayama facile e proficuo. Si spiega che questa posizione aiuta a
divenire consapevoli dei movimenti del Prana.

Padmasana: (Posizione del loto) è una posizione difficile, a volte


impossibile da sostenere oltre pochi minuti. Il piede destro è posto sulla
coscia sinistra ed il piede sinistro sulla coscia destra con le piante dei piedi
rivolte verso l’alto. Si spiega che, accompagnata dal Kechari e dal

101
Shambhavi Mudra, questa posizione crea una condizione energica nel
corpo adatta a produrre l'esperienza della luce interna che proviene da
ciascun Chakra. Essa aiuta a mantenere il torso eretto quando, con il
raggiungimento del profondo Pratyahara, esso tende a piegarsi o a cadere.
Sedere in Padmasana (posizione del loto) è incomodo per un principiante,
le ginocchia e le caviglie danno un dolore intenso. Personalmente, non
consiglio a nessuno di eseguire questa difficile posizione. Ci sono yogi che
hanno dovuto farsi togliere la cartilagine dalle ginocchia dopo che per anni
avevano imposto alle loro membra la posizione Padmasana.

KRIYA PRANAYAMA

[I] Respirazione profonda con suono nella gola


Incominciamo la pratica del Kriya Pranayama. Assumi la posizione
preferita di meditazione. Siedi rivolto verso Est. Da questo momento in poi
puoi utilizzare l'espediente descritto precedentemente di sedere sul bordo
di un cuscino spesso in modo che le natiche siano leggermente sollevate. Il
mento è leggermente rientrato (i muscoli del collo e della nuca mantengono
una costante leggera tensione.) Le dita sono intrecciate come le tiene
Lahiri Mahasaya nella ben nota foto. Bocca ed occhi sono chiusi. Il centro
della consapevolezza è localizzato nel Medulla mentre lo sguardo interiore
converge senza sforzo sul Kutastha.

Inspira profondamente attraverso il naso producendo un suono sordo nella


gola, come nell'Ujjayi Pranayama. 2 Per essere certo che il suono sia
corretto, cerca di aumentare l'attrito dell'aria che passa attraverso la gola.
Ascolta questo suono sordo e smorzato. Esso cresce un po' di intensità man
mano che la pratica procede. Se l'ambiente è perfettamente silenzioso, una
persona riuscirà ad ascoltarlo entro un raggio di 4-5 metri – non sentirà
nulla oltre tale distanza.

Il Kriya Pranayama si pratica con una respirazione profonda ma


prettamente addominale. Ciò significa che durante la inspirazione, la parte
superiore del torace rimane immobile o quasi immobile, le spalle non
vengono sollevate, mentre l’addome si espande. Durante l’espirazione,
l’addome rientra. Conta il numero dei respiri utilizzando un Mala [grani di

2
Il suono della inspirazione è simile a quello prodotto da un altoparlante che trasmette
un rumore di fondo amplificato – un tranquillo schhhh… /ʃ/. C'è solo un leggero
sibilo durante la espirazione. La perfezione del suono verrà raggiunta con la pratica
del Kechari Mudra. Il suono della inspirazione diverrà molto sottile mentre il suono
della espirazione sarà come quello di un flauto, Shiii Shiii.

102
un rosario] o le dita. Per incominciare pratica 24 respiri. Col tempo
aumenterai di 12 in 12.

[II] Canta mentalmente Om in ciascun Chakra. Gioisci del processo


della respirazione
Durante l'inspirazione, canta Om mentalmente (meglio sarebbe dire "poni
mentalmente Om") in ciascuno dei sei Chakra dal Muladhara al Midollo
Allungato. Durante l'espirazione, canta mentalmente Om in ciascuno dei
sei Chakra ma in ordine inverso e quindi dal Midollo Allungato al
Muladhara.

Non perdere la focalizzazione del tuo sguardo interiore nel Kutastha. È


chiaro che salire e scendere ponendo Om nei Chakra e
contemporaneamente produrre i suoni nella gola è difficile. Ma Lahiri
Mahasaya scrisse che se tu procedi senza cantare Om in ogni Chakra, il tuo
Kriya diviene "tamasico" [di natura negativa] e ogni genere di pensieri
inutili sorgerà per disturbarti. Cerca di calmarti e di arrivare a tale risultato.

Fai un respiro profondo, poi un altro: non preoccuparti della lunghezza


della inspirazione o della espirazione. (Respirando varie volte si scopre
come il respiro si allunga naturalmente.) Gioisci della bella sensazione di
aria fresca che sembra salire attraverso la spina dorsale durante la
inspirazione, gioisci del tepore dell'aria espirata che permea ciascuna zona
del corpo dall'alto in basso. Tu percepisci realmente questo, non ti chiedo
di usare l'immaginazione! Immergi la tua consapevolezza nella bellezza di
questo respiro profondo. 3

Una breve pausa tra inspirazione ed espirazione e tra espirazione ed


inspirazione avviene naturalmente. La pausa non dura più di 2-3 secondi.
Ciascuna pausa è un momento di pace confortevole.

[III] Percepisci l'energia che si muove nella spina dorsale


Dopo alcuni giorni o settimane di pratica regolare, durante la inspirazione,
percepirai una corrente fresca che sale attraverso la spina dorsale – o
semplicemente una diffusa sensazione di fresco. Durante la espirazione
percepirai una sensazione di tepore. L'espirazione potrebbe essere più
lunga della inspirazione. Durante l'ultima parte della espirazione, c'è una
chiara percezione dell'ombelico che si muove verso la spina dorsale.

3
La letteratura di riferimento dice che un Kriya Pranayama perfetto prevede che si
facciano 80 respiri in un'ora – circa 45 secondi per respiro. Un principiante è ben
lontano dal raggiungere un tale ritmo. Per un principiante se ciascun respiro dura 20
secondi, questo significa che la pratica è molto buona.

103
Raffinando questa esperienza – divenendo più consapevole del movimento
dell’ombelico verso l’interno e dell'azione dei muscoli del diaframma –
sentirai un sensazione di gioia che aumenta.

[IV] Ascoltare il suono del respiro simile al suono di un ''flauto''


Il suono ''come di un flauto'' di cui abbiamo parlato è una cosa (è prodotto
dal respiro stesso), il suono interiore (non fisico ma astrale) di Om è altra
cosa. Ebbene, una lunga concentrazione su questo suono, è la migliore
azione per ascoltare i suoni astrali interiori. Questi suoni nascono dalla
attività dei Chakra. Una esperienza indimenticabile avviene quando
percepiamo con l'orecchio interno, il debole rintocco di una campana
distante (il suono di Anahata.) L'esperienza della ''campana'' si trasforma
nel suono di ''molte acque.'' Questo è il vero suono di Om che guida l'anima
a viaggiare lungo la spina dorsale, contattando la Luce Divina nella parte
alta della testa. Lahiri Mahasaya lo descrisse come un suono "prodotto da
un gran numero di persone che continuano a colpire il disco di una
campana; aggiunge anche che esso è continuo come l'olio che fluisce da un
contenitore." Di sicuro, quando ascolti il suono di onde che si frangono
sugli scogli, sei sicuro di muoverti nella direzione giusta.

La modestia è sempre la benvenuta, ma quando questo risultato è


realizzato, un'euforia positiva (come se uno avesse trovato la lampada
magica di Aladino) non potrà essere trattenuta. Nel letteratura Kriya si dice
che se uno ha realizzato un Pranayama perfetto, potrà ottenere attraverso
di esso qualsiasi cosa. Bene, se vogliamo pensare ad un Kriya Pranayama
ideale, quanto abbiamo descritto corrisponde a tale ideale.

Un fatto molto importante da capire è che l'evento di percepire questi suoni


non nasce dall'intensità di un unico momento di profonda concentrazione,
ma dall'accumulazione dello sforzo manifestato durante le precedenti
sedute di Kriya (lo sforzo è l'attenzione meticolosa a qualsivoglia suono
interiore, non importa quanto debole possa essere). Quello che è essenziale
è portare avanti una continua volontà di ascoltare internamente. Ogni canto
mentale delle sillaba Om dovrebbe essere permeato da una indomita
volontà di inseguire l'eco di questa vibrazione finché si diventa
consapevole dei suoni astrali. Le capacità di ascolto interiore di un
kriyaban migliorano con l'esercizio costante.

Coloro che non sono capaci di sentire alcun suono interiore, non
dovrebbero concludere che qualche cosa non va. Molto probabilmente
godranno del loro sforzo entro un paio di settimane. Un segnale che uno si
sta muovendo verso la direzione corretta è un senso di mite pressione,
come una pace liquida sopra o intorno alla testa spesso accompagnato da

104
un certo ronzio nella regione occipitale.

[V] Dopo molte ripetizioni di Kriya Pranayama, sposta il fuoco della


consapevolezza dal Kutastha alla Fontanella
Questa pratica è un vero gioiello, rappresenta la quintessenza della
bellezza; con essa il tempo vola senza accorgersi e quello che potrebbe
sembrare un compito spossante risulta essere facile come un momento di
riposo. Comunque è giusto sottolineare che la pratica del Kriya Pranayama
con una forte concentrazione sulla parte superiore della testa non è
appropriata per uno studente principiante o di livello medio. Sviluppare un
forte magnete energetico nel Sahasrara è il modo più potente per stimolare
il risveglio di Kundalini. Questo implica agire sul nostro Inconscio
portando nella sfera della nostra coscienza dei contenuti che non siamo in
grado di assimilare. La persona che sperimenta tutto questo, specie se è ben
lontano dalla maturità emotiva, potrebbe sperimentare tutta una gamma di
stati d'animo negativi.

Se decidi di affrontare questa situazione, puoi, d'ora in avanti, dopo circa


4x12 ripetizione di Kriya Pranayama, spostare il centro della tua
consapevolezza nella parte superiore della testa. Il Kriya Pranayama dovrà
essere praticato adottando un Mudra specifico che è l'evoluzione del
classico Shambhavi Mudra. Impariamolo.

Shambhavi Mudra è l'atto di concentrarsi sullo spazio tra le sopracciglia:


questo avviene avvicinando tra di loro le sopracciglia corrugando
lievemente la fronte. Ma c'è una forma evoluta di Shambhavi Mudra che
richiede palpebre chiuse o chiuse a metà. (Lahiri Mahasaya nel suo ben
noto ritratto mostra questo Mudra.) Gli occhi guardano verso l’alto il più
possibile, come se per guardare il soffitto ma senza fare alcun movimento
della testa. La leggera tensione che è percepita nei muscoli legati ai globi
oculari gradualmente scompare e la posizione può essere mantenuta
abbastanza facilmente. Chi osserva può vedere la sclera (il bianco
dell'occhio) sotto l'iride perché quasi sempre le palpebre inferiori si
rilassano. Per mezzo di questo Mudra, tutto il proprio Prana si raccoglie
in cima alla testa.

La pratica sembra avere una vita sua propria. A un certo momento avrai
l'impressione di attraversare uno stato mentale che assomiglia
all'addormentarsi per poi riacquistare improvvisamente la piena
consapevolezza, scoprendo di star nuotando nella luce spirituale. È come
quando un aereo emerge dalle nubi nel chiaro cielo trasparente.

105
NOTA IMPORTANTE

Varie descrizioni della tecnica centrale del Kriya Pranayama sono realmente
diverse una dall'altra?

Ce ne è una che può dirsi vera, mentre altre sarebbero delle deformazioni, delle
non opportune modifiche?

È corretto dire che la tecnica del Kriya Pranayama spiegata nei capitoli 6 e 7 è
quella di Lahiri Mahasaya e quindi l'unica corretta?

La verità è che anche questa versione (così vicina alla parole di Lahiri Mahasaya)
è comunque una PREPARAZIONE!

In questo libro si parla della versione di Lahiri Mahasaya, di Swami


Hariharananda, di PY, di Sri Mukherjee... tutte sono buone, questo è certo!

Ora chiariamo bene un fatto: ciascuna di queste versioni non è altro che un
metodi di lavoro per arrivare un giorno ad un Kriya Pranayama che avvenga con
un respiro praticamente inesistente che che sia in se stesso una esperienza di
estasi. Che rappresenti quindi il compimento, la realizzazione del concetto stesso
di Pranayama.

Ho sentito di una scuola che parlava dello ''Stato tipico del Kriya.''
Probabilmente si riferiva ad uno stato di coscienza caratterizzato dalla assenza di
respiro. Ecco, riflettendo su questo stato si può cominciare a capire che ogni
versione del Kriya Pranayama deve portare direttamente, senza perdite di tempo,
a questo stato.

106
CAPITOLO 7
IL KRIYA YOGA DI LAHIRI MAHASAYA – SECONDA PARTE
(Completamento della spiegazione della routine relativa al Primo
Kriya)

La pratica descritta nel capitolo precedente è unica, non ne troverai di


simili per quanto riguarda bellezza e dolcezza. Ora, aggiungervi qualche
cosa (Maha Mudra, Navi Kriya e Yoni Mudra) ha in sé una lieve
probabilità di danneggiare questo idillio. Tu sai, l'insegnamento
tradizionale del Primo Kriya include queste tre pratiche. Così Lahiri
Mahasaya ha deciso. Cercherò di spiegare come utilizzarle nel migliore dei
modi. Chiaramente, puoi evitarle, respingerle. Non solo, puoi decidere di
praticare altre tecniche – per esempio i Pranayama tradizionali come Nadi
Sodhana Pranayama, Kapalabhati, Bhastrika .... e puoi dirmi che questi
sono molto più utili di quello che è dato dalla tradizione del Kriya Yoga.
Questa vita è tua. Tu deciderai se trovare un posto per loro nella tua
routine.
A parte questo, troverai qui uno strumento estremamente utile: la
Routine Incrementale di una singola tecnica. Pochi kriyabans sono
informati su questa opportunità. Credimi, vale la pena soffermarsi su tale
concetto. Può cambiare la tua vita!

MAHA MUDRA
Utilizza un tappeto posto sul pavimento per praticare la seguente
procedura. Piega la gamba sinistra sotto il corpo in modo tale che il tallone
sinistro sia il più possibile vicino al perineo; la gamba destra è estesa in
avanti. Inspira profondamente, senti l'energia che sale nella testa. Trattieni
il respiro, piegati in avanti (in maniera molto rilassata) in modo di poter
afferrare le dita del piede destro con entrambe le mani, tirale gentilmente
un po' indietro. In questa posizione ben distesa (tipica dello stretching), il
mento è premuto sul petto in modo naturale. La base della spina dorsale è
contratta. Se possibile, i muscoli addominali sono leggermente tirati in
dentro. Il Mantra Om è cantato mentalmente nel punto tra le sopracciglia
da 6 a 12 volte. Ancora trattenendo il respiro, ritorna alla posizione iniziale
e con una lunga espirazione, visualizza l'energia tiepida che scende alla
base della spina dorsale.

107
Fig. 2. Maha Mudra

Ripeti la procedura con il ruolo delle gambe invertito e infine ripeti la


procedura tenendo ambo le gambe estese. Questo è un Maha Mudra;
richiede circa 60-80 secondi. Pratica tre Maha Mudra.

Nota 1
Questo Mudra deve riuscire facilmente, uno non deve farsi male! Molti
non riescono a tenere la gamba diritta: in questa situazione, è importante
che la gamba distesa sia un po’ piegata al ginocchio in modo che la
posizione sia confortevole!

Nota 2
Le scuole più serie di Kriya raccomandano che per ogni 12 Kriya
Pranayama, venga eseguito un Maha Mudra – fermo restando il fatto che
tre è il numero minimo. (Tanto per capirci chi pratica 60 Kriya Pranayama
dovrebbe praticare per cinque volte il Maha Mudra, mentre chi ne pratica
12 o 24 dovrebbe praticarne tre.) Purtroppo, avendo ascoltato vari
kriyaban, posso affermare che è un miracolo trovarne uno che pratica le tre
ripetizioni previste. Ci sono persone che s’illudono di praticare
correttamente il Kriya senza mai praticare neanche un solo Maha Mudra! È
chiaro che, privandosi permanentemente di esso e vivendo una vita
sedentaria, la spina dorsale diviene meno elastica. Col passare degli anni le
condizioni peggiorano e diviene quasi impossibile mantenere per più di
alcuni minuti la posizione corretta di meditazione – ecco perché il Maha
Mudra è così importante per un kriyaban.

Effetti
Il Maha Mudra contiene tutti i tre Bandha. Applicati simultaneamente con
il corpo piegato in avanti, senza usare una eccessiva contrazione, essi
aiutano ad essere consapevoli di entrambe le estremità del Sushumna e
producono la sensazione di una corrente energetica che si muove in alto
nella spina dorsale. Col tempo è possibile percepire l'intera Sushumna
come un canale raggiante. Ci sono resoconti di yogi che hanno raggiunto
esperienze fantastiche usando solo questa tecnica. Secondo quando dicono,

108
la percezione di Sushumna è aumentata enormemente. Ci sono kriyaban
che hanno accantonato tutti gli altri Kriya e stanno praticando 144 Maha
Mudra al giorno divisi in due sessioni. Essi considerano il Maha Mudra la
tecnica più utile di tutto il Kriya Yoga.

Dettagli di poca importanza


Ho notato che alcune scuole insistono su dettagli irrilevanti. Per esempio
insistono che quando si estende la gamba destra in avanti, si deve piegare
la gamba sinistra sotto il corpo in modo tale che il tallone sinistro sia il più
possibile vicino al perineo. Poi il tallone sinistro riesce ad esercitare una
pressione sul perineo. Questa pressione è il modo migliore per stimolare la
consapevolezza del Muladhara Chakra nella regione coccigea alla base
della spina dorsale. [Naturalmente quando si estende la gamba sinistra, è la
gamba destra a creare pressione.]

Un altro esempio è quando alcune scuole insegnano ad avvicinare il


ginocchio della gamba che sta per essere allungata (o entrambi i ginocchi,
prima del terzo movimento) al corpo, cosicché la parte superiore della
gamba sia il più possibile vicina al petto. Le mani, con le dita intrecciate,
sono poste attorno al ginocchio ed esercitano pressione su di esso. Dicono
che ciò aiuta a mantenere la schiena diritta e fa sì che il suono interiore del
Chakra Anahata diventi udibile.

Un altro dettaglio è questo: sappiamo che nella posizione estesa, l’alluce è


afferrato con fermezza. Ebbene si insegna che l’unghia dell’alluce destro
(sinistro) sia premuta col pollice della mano destra (sinistra) mentre
l’indice e il dito medio siano dietro di esso. La mano sinistra (destra) tiene
a mo’ di coppa la pianta del piede. Quando la procedura è ripetuta con
entrambe le gambe estese, le mani allacciate afferrano entrambi i pollici.

NAVI KRIYA (tre varianti)


Per molte persone questa tecnica è noiosa e la saltano. In effetti non è
strettamente necessaria. Lo diventerà quando si affronterà un particolare
insegnamento previsto nei cosiddetti Kriya superiori, precisamente: la
Forma Evoluta del Thokar. Io ho trovato tre varianti del Navi Kriya e
ritengo utile presentarle in modo che il lettore abbia una possibilità di
scelta.

Navi Kriya. Prima variante – la più comune


Dimentica il respiro, lascia che esso sia naturale. Abbassa il mento sulla
cavità della gola. Om è cantato 100 volte – o con la voce, o mentalmente –
nella zona dell'ombelico. Il mento è poi sollevato quanto possibile e Om è

109
cantato circa 25 volte nel terzo Chakra Manipura. Questo è un Navi Kriya.
Pratica quattro Navi Kriya.

In questo esercizio, volendo, anche le mani possono essere coinvolte. Con


le dita intrecciate, palme in basso e i polpastrelli dei pollici che si toccano, i
pollici premono leggermente l'ombelico assieme a ciascun canto di Om.
Quando poi il mento è sollevato, le dita vengono intrecciate dietro con il
palmo delle mani rivolto verso l’alto. Per ciascun Om, i pollici praticano
una pressione leggera sulle vertebre lombari. Questa tecnica viene ripetuta
quattro volte.

Navi Kriya. Seconda variante – la più bella e utile


Questa variante prevede uno straordinario lavoro sul Dantian. Il Dantian è
un importantissimo centro localizzato nella regione tra l'ombelico e il terzo
Chakra, ma un po più in basso di circa 6 centimetri. Può essere
visualizzato come una sfera di circa quattro centimetri di diametro. Entrare
con la consapevolezza all'interno del Dantian è qualcosa di fantastico.
Questa variante del Navi Kriya incatena l'attenzione in un modo che
nessun'altra variante riesce a produrre. Il suo dolce muovere l'energia lungo
la circonferenza della testa ha un effetto che non ha paragoni.

Come praticare. Abbassa il mento sulla cavità della gola. Fai una breve
inspirazione (due secondi al massimo, senza concentrarti nulla in
particolare), seguita da una lunga espirazione durante la quale percepisci
l’energia che scende dalla fronte lungo un sentiero esterno al corpo, si
muove verso l’ombelico, lo attraversa e raggiunge il Dantian. Durante
questa lunga espirazione, Om è cantato mentalmente, rapidamente, da 10 a
15 volte, seguendo la discesa dell’energia lungo il percorso. Dopo una
breve sosta nel Dantian, la testa ritorna nella posizione normale.

Una breve inspirazione solleva nuovamente l’energia in testa. Tutto ora si


ripete ma la discesa dell'energia avviene lungo un sentiero diverso. La testa
si piega, non in avanti, ma sulla spalla sinistra – la faccia non è girata, uno
guarda sempre in avanti. Una lunga espirazione (assieme al canto di Om,
Om, Om…) accompagna il movimento verso il basso dell’energia che
scende dalla parte sinistra del cervello, si muove lungo un sentiero
esternamente al corpo alla sua sinistra – come se spalla e braccio non
esistessero. L'energia scende fino alla parte sinistra della cintura,
l'attraversa e si muove verso il Dantian.

La testa ritorna nella posizione normale. Dopo una breve inspirazione, la


testa ora si piega indietro. Una lunga espirazione (assieme al canto di Om,
Om, Om…) accompagna il movimento verso il basso dell’energia che parte

110
dalla zona occipitale e si muove (esternamente al corpo) giù verso la
cintura dove si piega, passa attraverso il terzo Chakra Manipura e si
muove verso il Dantian. La procedura è ripetuta allo stesso modo sul lato
destro.

Fig. 3. Variante importante del Navi Kriya: l'energia entra nel Dantian lungo
quattro direzioni

Questa ultima espirazione chiude il piccolo ciclo costituito da quattro


espirazioni accompagnate da quattro discese dell'energia verso la cintura e,
attraversandola, verso la regione del Dantian. Questo mini ciclo è ripetuto
per 9 volte. In conclusione ci sono 4x9 = 36 discese di energia.
Quanto abbiamo descritto può durare da 8 a 10 minuti ed è
equivalente a 4 ripetizioni della forma base del Navi Kriya.

Navi Kriya. Terza variante – bella


Visualizza un sottile canale che esce dal punto tra le sopracciglia si piega e
scende nell'ombelico.

Si tratta di cantare il Mantra Om alternativamente tra il punto tra le


sopracciglia e l'ombelico. Precisamente, quando ti viene naturale fare una
inspirazione, inspira, sali con la coscienza lungo il canale visualizzato,
dall'ombelico al punto tra le sopracciglia, soffermati un istante e canta Om
mentalmente. Quando ti viene naturale espirare, espira, scendi con la
coscienza lungo il canale visualizzato fino all'ombelico, soffermati un
istante e canta Om mentalmente. Ripetendo questo, sentirai in modo molto
marcato, che il respiro si calma e tende a scomparire.

111
Fig. 4. Navi Kriya

Quando Om è cantato circa 100 volte, solleva il mento. Visualizza un altro


sottile canale che collega (esternamente al corpo) il Bindu con il terzo
Chakra. Lascia che il tuo respiro fluisca liberamente su e giù in quel
canale. Quando Om è cantato circa 25 volte in tutto, riprendi la normale
posizione del mento. Ripeti questo esercizio quattro volte.

YONI MUDRA
Dopo una profonda inspirazione, avendo guidato l’energia nella parte
centrale della testa, chiudi gli orecchi con i pollici, le palpebre con gli
indici, le narici con i medi, le labbra con l’anulare e il mignolo. Trattieni il
respiro ripetendo mentalmente diverse volte Om ed osserva qualsivoglia
luce nel punto tra le sopracciglia. Trattieni il respiro finché ciò è
confortevole. I gomiti sono paralleli al suolo e puntano verso l'esterno. Non
lasciare che scendano per la fatica, sostenili in qualche modo, se
necessario.

Durante questa azione volta a percepire la luce, gli indici non devono
premere sugli occhi – questo sarebbe dannoso e di nessuna utilità! Puoi
tirare in giù le palpebre con gli indici e premere sulla parte superiore degli
zigomi. Quando ne senti la necessità, espira, scendendo con la
consapevolezza lungo la spina dorsale. Questo è lo Yoni Mudra che è
eseguito, normalmente, una volta sola.

112
Fig. 5. Yoni Mudra

Dopo lo Yoni Mudra, rimani concentrato fin quando ti è possibile nel punto
tra le sopracciglia cercando di percepire la luce del Kutastha. Poi apri gli
occhi e guarda quello che è di fronte a te senza focalizzarti su nulla in
particolare. Guarda senza guardare. Dopo un po' diventerai consapevole di
una sottile linea di luce bianca, ammorbidita, come un alone, attorno a tutti
gli oggetti. La luce diverrà progressivamente bianca e più grande. Evita di
pensare. Mantieni lo sguardo fisso. Dopo 5 minuti chiudi i tuoi occhi e
rimani fermo un poco prima di alzarti.

L'istruzione fondamentale che viene data dopo aver chiarito bene la


tecnica, è di aumentare di una al giorno il numero delle ripetizioni di Om
(durante il trattenimento), fino ad un massimo di 200. Non si deve mai
forzare. Ma come è possibile arrivare a questi risultati senza forzare? Ci si
accorge che soddisfare questa richiesta è di una difficoltà enorme. Io credo
che si possa affrontare seriamente questa impresa solo dopo essersi
confrontati con la procedura del Thokar. Per il momento, per coloro che
vogliono almeno, incominciare tale cammino condivido un semplice
rimedio che può diminuire il disagio di un lungo Kumbhaka.

Alla fine di una moderata inspirazione (non la tipica del Kriya Pranayama,
ma una molto breve), chiudi fermamente tutte le aperture della testa tranne
le narici, lascia uscire una piccola quantità di aria, poi immediatamente
chiudi le narici. Rilassa i muscoli del torace come se tu volessi
incominciare una nuova inspirazione: ciò dà la sensazione che il respiro sia
divenuto calmo nella zona che va dalla gola al punto tra le sopracciglia. In
questa situazione, la concentrazione sul punto tra le sopracciglia e la

113
ripetizione di Om, può essere portata avanti abbastanza a lungo.

Osservazione
Alcuni dicono che questa tecnica si pratica solo di notte, come finale della
routine. In realtà lo si può praticare sempre! Nondimeno la tecnica è fatta
meglio nella calma profonda della notte, quando il silenzio è tutto attorno
ed uno è totalmente e perfettamente rilassato. Lo Yoni Mudra genera una
tale concentrazione di energia nel punto tra le sopracciglia che la qualità
del sonno seguente cambia per il meglio. In altre parole, dopo avere
attraversato gli strati del subconscio la consapevolezza può raggiungere il
cosiddetto stato di "Supercoscienza."

PRANAYAMA MENTALE
Questa è la parte più piacevole della routine. I Chakra sono come dei nodi
che possono essere sciolti se "toccati" con la concentrazione. Uno si sente
vasto e libero come il cielo e conosce la gioia senza forma. Pensare ad una
routine Kriya che non termini con una simile dolce azione, è come
immaginare un complesso musicale che salga sul palco, prepari tutti gli
strumenti, li accordi e poi abbandoni il palcoscenico!

Fai tre respiri profondi e poi dimentica totalmente il respiro. Muovi la


consapevolezza su e giù lungo la spina dorsale, fermandoti in ciascun
Chakra per 10-20 secondi.. Soffermati sul primo, spostati sul secondo,
fermati … e così via. Dopo la salita al Midollo Allungato, comincia la
discesa: quinto Chakra, quarto Chakra e così via... Un giro completo dura
2-4 minuti.

Cerca di afferrare la dolcezza che emana da ciascun Chakra. Non limitarti


ad esercitare una pressione mentale e talvolta anche fisica su ciascun
Chakra. Non complicare questa procedura aggiungendo dei dettagli che
potrebbero rivelarsi utili in altre tecniche ma non in questa – per esempio
contrarre i muscoli vicino a ciascun Chakra, utilizzare intense
visualizzazioni dei colori che la tradizione New Age abbina a ciascun
Chakra, utilizzare particolari bija Mantra... Rischi di disperdere tutta la
dolcezza. Persino il cantare Om mentalmente in ciascun Chakra potrebbe,
in questo momento, disturbare.

Il segreto sta nel mantenere la consapevolezza in ciascun Chakra finché


senti una particolare sensazione di dolcezza, come se quel Chakra si stesse
"sciogliendo". Assumi un atteggiamento passivo e paziente con totale
affidamento a quanto viene intuitivamente rivelato dalla pratica stessa.

Dunque ricorda: il Pranayama mentale deve essere portato avanti con

114
grande serietà fino al punto in cui un profondo silenzio si stabilisce nella
coscienza. Proseguendo col sentiero Kriya, scoprirai che il ''Pranayama
mentale'' si trasformerà nel Secondo Kriya e infine diventerà la forma
suprema di Kriya Pranayama, quella che Lahiri Mahasaya chiamava
Uttam Pranayama (Pranayama eccellente.)

Se pratichi col giusto spirito, imparerai ad utilizzare l'intuizione nata dalla


meditazione per affrontare i problemi che sorgono dalla vita. Entro la
perfetta trasparenza di un ordine interiore, tutti i problemi si lasciano
risolvere. Io credo che uno ''nasca'' al Kriya (comprenda la grandezza di
quello che sta facendo) quando percepisce gli effetti di tale dolce pratica: la
sua bellezza trabocca e inonda la vita.

".... è difficile restare arrabbiati, quando c'è tanta bellezza nel mondo. A
volte è come se la vedessi tutta insieme, ed è troppo, il cuore mi si
riempie come un palloncino che sta per scoppiare... e poi mi ricordo di
rilassarmi, e smetto di cercare di tenermela stretta, e dopo scorre
attraverso di me come pioggia. E io non posso provare altro che
gratitudine per ogni singolo momento della mia stupida piccola vita.
(American Beauty, film; 1999) "

VARI MODI PER CONCEPIRE UNA ROUTINE KRIYA


Ebbene, avendo tutte queste tecniche, come si può concepire una buona
routine Kriya? Ci sono varie possibilità.
Porto solo tre esempi. [Il discorso verrà ripreso nel capitolo 12.]

Primo esempio: Secondo esempio: Terzo esempio:


Maha Mudra Maha Mudra K. Pranayama (solo 12)
K. Pranayama Yoni Mudra Maha Mudra
Navi Kriya Navi Kriya Navi Kriya
Yoni Mudra K. Pranayama Yoni Mudra
Pranayama mentale Pranayama mentale ancora K. Pranayama
Pranayama mentale

115
DIGRESSIONE SUL KECHARI MUDRA

Kechari Mudra significa inserire la lingua nella cavità della faringe nasale.
Il Kriya Pranayama dovrebbe essere praticato con la lingua in tale
posizione. Dico ''dovrebbe'' perché non tutti riescono a praticare in tale
modo. [Nel prossimo capitolo illustreremo un metodo (Talabya Kriya) per
ottenere il Kechari Mudra.]

Gli antichi yogi scoprirono l'importanza di connettere la punta della lingua


con la sede del Prana calmo nel cervello. Di solito la lingua riesce
raramente a toccare l'ugola e quasi mai riesce ad entrare nella faringe
nasale. Si spiega che ciò ostacola l'essere umano dal collegarsi con la
grande riserva di energia esistente nella regione del Sahasrara.

La pratica del Kriya Pranayama col Kechari Mudra rappresenta una


esperienza incantevole, uno dei migliori momenti della vita di un kriyaban.
Comunque molti devono accontentarsi di tenere la lingua nella posizione
''baby Kechari.'' Cosa significa questo? Significa che con la punta della
lingua tocchi il palato superiore nel punto dove il palato duro diventa
molle. Questa semplice posizione della lingua è sufficiente a rendere la
mente molto quieta.

● Talabya Kriya
La lingua è rilassata, la punta tocca il lato interno dell'arcata superiore dei
denti. Ebbene, partendo da questa posizione, premi l'intero corpo della
lingua contro il palato superiore per creare un effetto ventosa. NON
VOLGERE LA LINGUA ALL'INDIETRO!

Quando hai creato l'effetto ventosa, abbassa la mascella inferiore (aprendo


ovviamente la bocca) sentendo distintamente l'allungamento del frenulo (il
frenulo è il tessuto che unisce la lingua alla base della bocca). Libera la
lingua con uno schiocco, poi spingila fuori dalla bocca in modo che punti
verso il mento. All'inizio non superare le 10 ripetizioni al giorno onde non
sforzare troppo o produrre una ferita al frenulo. In seguito potrai
raggiungere le 50 ripetizioni in circa due minuti (110-120 secondi.)

116
Fig. 6. Parte più importante del Talabya Kriya

Purtroppo alcuni non comprendono subito come far aderire la lingua al


palato come una ventosa prima di aprire la bocca e stirare il frenulo.
Talvolta, anche se glielo si mostra di persona, non sono capaci di eseguirlo
correttamente. A mio avviso il principale errore è di concentrarsi troppo su
dove porre la punta della lingua. L'effetto ventosa si ottiene con l'intero
corpo della lingua: la punta della lingua deve essere rilassata.

Nota
La tecnica del Talabya Kriya può essere arricchita massaggiando sia i
muscoli della lingua che il frenulo con le proprie dita. Lahiri Mahasaya era
assolutamente contrario al taglio del frenulo per ottenere risultati più veloci
e più facili. Nei testi di Hatha Yoga ci sono altri consigli per allungare il
frenulo. Uno molto noto è avvolgere un pezzo di tela attorno alla lingua e
con l'aiuto delle mani, tirare gentilmente (rilassando e ripetendo diverse
volte) la tela sia orizzontalmente che in su, verso la punta del naso.

Spero sia chiaro che Talabya Kriya e Kechari Mudra sono due pratiche
completamente diverse! Se tu apri la bocca davanti ad uno specchio
durante la prima parte del Talabya Kriya potrai vedere le parti concave che
si formano su ciascun lato del frenulo – esso appare isolato dal corpo della
lingua. Invece quando pratichi il Kechari Mudra, è l'ugola che viene in
avanti mentre la lingua rimane dietro essa.

Talabya Kriya è una tecnica che oltre a servire al raggiungimento del


Kechari Mudra, crea un percepibile effetto rilassante sul processo del
pensare. Quindi Talabya Kriya non dovrebbe essere considerato un
semplice esercizio per stirare (allungare) il frenulo della lingua. Quando la

117
lingua si attacca al palato e la bocca è aperta, in quell'istante la frattura
energica tra il nostro corpo e la riserva di Prana statico localizzata nella
parte superiore della testa è momentaneamente guarita. Questo fatto ti
conduce facilmente nello stato meditativo. Anche dopo aver padroneggiato
il Kechari Mudra, il Talabya Kriya non dovrebbe mai essere messo da
parte in quanto esso crea un distinto effetto calmante sul processo di
formazione dei pensieri. Non è facile giustificare per quale motivo, agendo
sul frenulo, sia possibile riuscire a calmare il processo di formazione di
pensieri inutili. Sta di fatto che chiunque può osservare questo effetto.

Strano a dirsi, il Talabya Kriya non richiede concentrazione su alcunché di


preciso, esso è solo una pura azione fisica. Proprio come semplice tentativo
di giustificare questo, possiamo far notare come la semplice pressione della
lingua contro il palato superiore, mantenendo l'effetto di suzione sul palato
per 10-15 secondi, può, in sé e per sé, generare particolare sensibilità
nell'area del Midollo Allungato, e questo avviene in poco tempo. Anche il
dettaglio di estendere la lingua gioca un ruolo importante. Quando la
lingua è pienamente estesa, essa tira con sé alcune ossa craniali e guida alla
decompressione di tutta l'area.

● Controlla se sei vicino al Kechari Mudra


Dopo diversi mesi di pratica quotidiana del Talabya Kriya, è giusto provare
a controllare quanto siamo vicini al Kechari Mudra. Controlliamo quindi se
la punta della lingua riesce a toccare l'ugola, utilizzando le dita per spingere
la base della lingua verso l'interno. Se la punta della lingua tocca l'ugola,
allora per alcuni minuti al giorno, prova a spingere di più la base della
lingua verso l'interno finché la punta riesce a superare l'ugola (ovvero ad
andare oltre essa) e forse anche a toccare la faringe dietro di essa.

Un giorno la punta della lingua entrerà per un breve tratto nella faringe
nasale. Probabilmente, non appena verranno tolte le dita che premono sulla
base della lingua, essa scivolerà subito fuori. Ma, dopo altri giorni di
esercizio, rimarrà come "intrappolata" in quella posizione.

Questo è un momento di svolta. Il palato molle (la parte da cui pende


l'ugola) funge da fascia elastica impedendo che la lingua scivoli fuori.
Sforzandoti ogni giorno di praticare almeno 6-12 Kriya Pranayama con la
lingua in questa posizione – nonostante ci siano degli inconvenienti come
per esempio un aumento della salivazione e quindi ogni tanto il dover
inghiottire – la pratica diventa facile e confortevole.

118
Fig. 7. Posizione della lingua quando uno entra nella faringe nasale

Dopo circa tre settimane che pratichi in tal modo, dovresti essere capace di
raggiungere la stessa posizione senza usare le dita. La lingua riuscirà ad
entrare da sola nella cavità naso faringea. Ci sarà sempre spazio in tale
cavità per inspirare ed espirare attraverso il naso.

La letteratura Kriya afferma che la lingua può anche essere spinta più in
alto. Come qualsiasi atlante d’anatomia può mostrare, la lingua, quando
riempie la faringe nasale, non può estendersi ulteriormente. Quella
affermazione dovrebbe essere perciò compresa come un cenno a quanto
una normale persona pensa che stia avvenendo. In effetti, estendendo la
lingua al massimo limite, è possibile sperimentare una grande forza di
attrazione verso il punto tra le sopracciglia, assieme alla sensazione di aver
raggiunto, con la punta della lingua una posizione più elevata.

● Primi effetti del Kechari Mudra


Durante le prime tre settimane di impiego del Kechari Mudra, si può
sperimentare un senso di "intontimento" dove le facoltà mentali sembrano
essere ottuse. Preparati per questa eventualità e prendi in considerazione
durante questo periodo di astenerti dal guidare e da qualsiasi lavoro che
implichi una significativa percentuale di rischio.

Il Kechari Mudra ha un effetto notevole sulla calma della mente. Quando


diventerai stabile in questo Mudra, noterai un calmarsi di tutti i pensieri
inutili. Il chiacchiericcio della mente cessa; il silenzio e la trasparenza
diventano la caratteristica del proprio stato di coscienza. La mente lavora in
modo più sobrio e gioisce di un indispensabile riposo; ciascun pensiero
diventa più concreto e preciso.

119
Dopo alcuni mesi di pratica costante e indomita, la punta della lingua
riuscirà a toccare il punto di confluenza del passaggio nasale entro la cavità
del palato. Il tessuto soffice sopra i fori nasali nella parte interna delle
narici è descritto nella letteratura Kriya come un' "ugola sopra l'ugola". La
punta della lingua tocca questa piccola zona e ci rimane "attaccata" in
modo confortevole.

● Necessità del Kechari Mudra per praticare i Kriya Superiori


La letteratura di riferimento sul Kriya afferma che raggiungere il Kechari
Mudra è cruciale per essere iniziati nei Kriya superiori. Non è raro che un
insegnante di Kriya chieda di vedere l’effettiva esecuzione del Kechari
invitando ad aprire la bocca di fronte a loro e controllando che la lingua
scompaia nella cavità nasale.

Quantunque grande sia l'effetto del Kechari Mudra, io credo fermamente


che esso sia importante ma non indispensabile. L'affermazione che ho
spesso ascoltato – "Finché uno non si è stabilito nel Kechari Mudra, non
può raggiungere lo stato di Eterna Tranquillità" – è FALSA!

È inconcepibile che il raggiungimento del Kechari crei una netta divisione


tra le persone. Relegati ad una classe inferiore resterebbero quei poveretti
che non avranno mai i Kriya superiori solo perché non riescono a
realizzare un qualcosa di fisico che non dipende dal loro sforzo ma solo
dalla loro costituzione. Non riusciranno mai ad accelerare il loro sentiero
spirituale come quei kriyaban che la natura ha dotato di un frenulo più
lungo o di una faringe nasale più accessibile alla punta della lingua....
questa idea è assurda!

La decisione di PY di concedere l'iniziazione ai Kriya Superiori a coloro


che sono incapaci di praticare il Kechari Mudra ha la mia piena
approvazione. Considerando poi l'attitudine di Lahiri Mahasaya a prendere
parte alle umane sofferenze, credo che anche lui si sia comportato
similmente.

120
CAPITOLO 8

IL KRIYA YOGA DI LAHIRI MAHASAYA – TERZA PARTE


( Kriya Superiori (II, III, IV) – L'arte del Thokar)

Thokar è l'arte di forzare (spingere) l'energia dal corpo (precisamente dalla


testa o dai polmoni) da qualche parte nella spina dorsale onde sciogliere un
nodo, un ostacolo interiore.

Il Thokar nelle sue varianti rappresenta la perfezione del Kriya


Pranayama. Gli antichi testi dello Hatha Yoga dicono che il Pranayama
senza i tre Bandha (Jalandhara, Mula e Uddiyana) è inutile. Dicono anche
che i Bandha sono inutili senza Maha Veda. Ebbene tutti Bandha sono
contenuti nel Thokar; Maha Veda è quella forma di Thokar che chiamiamo
Quarto Kriya.

La pratica del Thokar è sempre preceduta dalla pratica del Kriya


Pranayama e, se possibile, dalla pratica del Navi Kriya.

Secondo Kriya La concentrazione è sulla parte superiore dei polmoni (prima


[Thokar elementare] il destro e poi il sinistro), l'energia è guidata dal polmone
sinistro verso il Chakra del cuore. Questo avviene in modo
brusco e ciò si chiama appunto Thokar.
Terzo Kriya Fai la stessa azione del Secondo Kriya ma la ripeti tante, tante
[Thokar evoluto] volte continuando a trattenere il respiro.
Quarto Kriya Dopo aver colpito il Chakra del cuore, l'energia non si ferma
in tale punto. Dal cuore è guidata nel Chakra Muladhara. Qui
applichi la procedura del Maha Veda ovvero il Tadan.

SECONDO KRIYA

(Inspirazione)
Moderatamente contrai i muscoli alla base della spina dorsale. Il mento è
abbassato sul petto. Inspira e nello stesso tempo solleva la consapevolezza
lungo la colonna spinale.

121
Le mani (con dita intrecciate) sono poste sopra l'area dell'ombelico come
per spingere la regione addominale verso l'alto, creando così una pressione
mentale sui primi tre Chakra. Questa pressione è perfezionata aggiungendo
la pratica di Uddiyana Bandha. Durante la inspirazione, solleva il mento
seguendo il movimento interiore del Prana; canta mentalmente Om in
ciascun Chakra. Oppure puoi cantare mentalmente le sillabe del Vasudeva
Mantra (Om Namo Bhagavate Vasudevaya.) La sillaba Om è posta nel
primo Chakra, Na nel secondo, Mo nel terzo, Bha nel quarto, Ga nel quinto
e Ba in Bindu. Trattieni il respiro.

(Trattenimento)
Muovi la testa a sinistra di alcuni millimetri, poi ritorna al centro col mento
leggermente in su. Senza fermarti gira la faccia verso destra. Il mento
scende un po' per avvicinarsi alla parte frontale della spalla destra. Non c'è
stress in questo movimento. Canta mentalmente ''Teee'' nella parte
superiore del polmone destro. Poi muovi lentamente la testa nella
posizione simmetrica ponendo mentalmente ''Va'' nella parte superiore del
polmone sinistro.
Dunque mentre Teee e Va sono vibrati in punti simmetrici fuori dalla
spina dorsale, precisamente nella parte superiore del polmone destro e
nella parte superiore del polmone sinistro, la sillaba ''Su'' è sempre vibrata
nel Chakra del cuore e comporta un preciso stimolo di tale Chakra.
Questo è il Thokar che utilizziamo nel Secondo Kriya. Alla sua
applicazione segue una breve pausa per sentirne l'effetto. È bene anche
intensificare per brevi istanti la pratica del Mula Bandha.

122
Fig.8 Secondo Kriya
La persona è vista da dietro

(Espirazione)
Espirando continua a intensificare l'energia nella zona del cuore. Ripeti
mentalmente De, Va, Ya, rimanendo con la coscienza nel quarto Chakra.
Ripeti la procedura almeno 12 volte. Chiudi la pratica col Pranayama
mentale.

TERZO KRIYA [FORMA EVOLUTA DEL THOKAR]

L'inspirazione è la stessa che utilizziamo nella tecnica precedente. Dopo


l'inspirazione trattieni il respiro.

Muovi la testa a sinistra di alcuni millimetri, poi ritorna al centro col mento
leggermente in su. Senza fermarti gira la faccia verso destra. Il mento
scende un po' per avvicinarsi alla parte frontale della spalla destra. Canta
mentalmente ''Teee'' nella parte superiore del polmone destro. Poi muovi
lentamente la testa nella posizione simmetrica ponendo mentalmente ''Va''
nella parte superiore del polmone sinistro. Vibra la sillaba Su nel Chakra
del cuore mentre dirigi (con un rapido movimento) il mento vicino al

123
centro del tuo petto. Questo produce un forte stimolo (Thokar) sul Chakra
del cuore.

Non espirare, ripeti la procedura del ''Te Va Su''. ''Ripeti'' significa: solleva
il mento e concentrati per un istante sul Bindu dove hai vibrato la sesta
sillaba Ba, muovi la testa alcuni millimetri a sinistra, poi ritorna al centro
col mento leggermente in su. Senza fermarti gira la faccia verso
destra...vibra ''Teee'' nella parte superiore del polmone destro. Poi muovi la
testa nella posizione simmetrica ponendo mentalmente ''Va'' nella parte
superiore del polmone sinistro, poi pratica di nuovo il Thokar nel cuore
vibrando Su in esso.

…. ripeti e ripeti … : ''Te Va Su'' ''Te Va Su'' ''Te Va Su''...

Ad ogni Thokar percepisci una irradiazione di Luce che aumenta, Trattieni


il respiro fin tanto che senti che è corretto espirare. Per dare un'idea della
velocità dei movimenti, l'intero processo, inspirazione ed espirazione
incluse, con 12 ripetizioni del Thokar può durare circa 70-80 secondi.

Questa tecnica si pratica una volta sola al giorno.

Un primo consiglio per aumentare senza problemi il numero di


rotazioni

L'istruzione che troviamo sulla letteratura Kriya e che viene data


tradizionalmente è di incominciare con 12 Thokar per respiro e poi di
aumentare di uno al giorno fino ad arrivare a 200 Thokar sempre
trattenendo il respiro, senza creare alcun senso di disagio.

Ora, fino a quando riuscirai a cantare mentalmente Te, Va, Su, Te, Va, Su,
Te, Va, Su … sempre trattenendo il respiro? Tre volte? … Dodici volte?
Soddisfare questa richiesta è di una difficoltà enorme. Preparati al fatto che
anche solo dopo 20-30 rotazioni sarai costretto a fermarti.

Forse che la soluzione sta nel muovere la testa più rapidamente? No, questo
sarebbe sciocco. Prova a capire il consiglio che ora ti spiego.

Quando senti di aver raggiunto il limite nella capacità di trattenere il


respiro, non fermati sconfitto ma lasciate che un minimo (quasi
impercettibile) sorso di aria esca ogni qualvolta il mento si avvicina da
sinistra al centro del cuore. Lasciate anche che un sorso quasi
impercettibile di aria entri ogni qualvolta il mento è sollevato per ripartire

124
con un nuovo canto mentale di Te Va Su.

Attenzione: non dare il comando specifico di inspirare o di espirare.


Questo non va bene. Rilassati invece ed il fenomeno descritto accadrà
spontaneamente. La sensazione sarà sempre e comunque quella di non
respirare affatto. Mantieni il torace espanso ed i muscoli addominali e il
diaframma contratti e immobili.

Certo, questo trattenimento non sarà perfetto, ma se riuscirai a mantenere


l'energia nella parte superiore dei polmoni, la tua pratica metterà in moto
una particolare reazione del corpo che sicuramente ti farà raggiungere le
200 rotazioni – ovviamente dopo tanta pratica seria.

Osservazione
Il consiglio che ti ho dato sembra strano, ma se vai avanti con esso, un
giorno farai una bella scoperta: la strategia illustrata non sarà più
necessaria! Grazie all'effetto di questa pratica sui gangli nervosi che
regolano la frequenza cardiaca e respiratoria, la pratica avverrà in
condizioni sempre più ideali. Lo stato sperimentato sarà uno stato di
coscienza caratterizzato da un crescente senso di libertà dalle leggi fisiche.

QUARTO KRIYA [FORMA COMPLETA DEL THOKAR]


Inspira come hai fatto per il Secondo e il Terzo Kriya. Trattieni il respiro.

Prima parte
Fai la pratica ''Te Va Su'' una volta colpendo il Chakra del cuore. Prosegui
trattenendo il respiro. Colpisci il terzo Chakra con la sillaba De – il
movimento della testa comincia dalla parte superiore del polmone sinistro.
Nello stesso modo colpisci il secondo Chakra con la sillaba Va. Nello
stesso modo colpisci il primo Chakra con la sillaba Ya. Espira. Ripeti la
procedura almeno 12 volte.

125
Fig.9 Quarto Kriya

Seconda parte

Adesso intensifica la pratica del colpire il Muladhara Chakra producendo


un particolare effetto nella spina dorsale.

Quando scendi col Thokar nel Muladhara, solleva il tuo corpo con l'aiuto
delle mani (soltanto pochi millimetri) e poi lascia che le natiche tocchino il
sedile con un colpetto. Fai almeno tre colpetti. Assicurati che, mentre fai
questo, tu stai trattenendo il respiro! Espira, lentamente e profondamente.
Rilassa qualsiasi tensione, percepisci un sentimento estatico. Questo
dettaglio è molto importante: è un segnale che il Prana è entrato nella
spina dorsale e Kundalini inizia il suo viaggio verso l'alto. L'energia
mentale (non soltanto l'azione fisica) che tu poni in questo esercizio è un
fattore decisivo. Ripeti questo Kriya da 6 a 12 volte. Aspetta mesi prima di
aumentare.

126
Ora, dopo aver espirato, non fermarti, ma inspira molto, molto lentamente,
sentendo che stai veramente entrando nella spina dorsale. Sali il più
possibile, attraversando ciascun Chakra cercando di raggiungere la testa.
Proceda in grande delicatezza e sensibilità.

Scoprirai che puoi, molto facilmente, guidare il movimento dell'energia


verso l'alto entro la spina dorsale. Ma è possibile che tu senta che non hai
completato il percorso spinale. Non preoccuparti. Lascia che questo
compito rimanga incompiuto e incomincia la pratica di un altro Quarto
Kriya.

Fatto questo, prova di nuovo a sperimentare il Respiro Interiore. Qualsiasi


cosa avvenga, tutto quello che tu percepisci (una corrente molto delicata
che si muove in su entro la spina dorsale) è preziosa.

A un certo momento, sperimenterai con rinnovata gioia che sei veramente


all'interno della spina dorsale e il tuo Pranayama è diventato più sottile che
mai avresti pensato possibile. Sentirà la bellezza e la forza di questo
processo: per alcuni giorni non vorrai fare altra pratica.

ULTIME OSSERVAZIONI SUL THOKAR

Ci sono alcuni punti che desidero discutere qui prima di affrontare il


Capitolo 10.

Un kriyaban dovrebbe riprendere la pratica del Kriya Pranayama dopo la


pratica del Thokar. Questo è necessario perché tutta l'irrequietezza causata
dai movimenti fisici fatti durante il Thokar deve esser placata quanto più
possibile. Il Kriya Pranayama è appunto un ottimo strumento o per
ottenere questo.

Il secondo punto consiste nel forzare l'energia del corpo nel Kutastha, alla
fine della routine. A tale scopo io raccomando la pratica di Gayatri Kriya.
Questa tecnica è esistita prima che Lahiri Mahasaya cominciasse la sua
missione di diffondere il Kriya. La sua struttura è ben nota in India ed è
considerata il modo più sottile di usare il Gayatri Mantra.

GAYATRI KRIYA
Il Gayatri Mantra è considerato essere il veicolo supremo per ottenere
l’illuminazione spirituale. La sua forma più pura è Tat Savitur Varenyam
Bhargho Devasya Dhimahi Dhiyo Yonaha Prachodayat. (Oh grande Luce
Spirituale che hai creato l'Universo noi meditiamo sulla Tua gloria. Sei

127
l'incarnazione della Conoscenza. Sei Cotu che elimina l'Ignoranza. Possa
Tu illuminare il nostro Intelletto e risvegliare la nostra Coscienza
Intuitiva.)
Questo Mantra è preceduto o da una breve o da una lunga
invocazione. L’invocazione breve è: Om Bhur, Om Bhuvah, Om Swaha. I
termini Bhur, Bhuvah, Swaha sono delle invocazioni per onorare i piani di
esistenza (fisico, astrale e causale) e rivolgersi alle divinità che presiedono
ad essi. La lunga invocazione è: Om Bhur, Om Bhuvah, Om Swaha, Om
Mahah, Om Janah, Om Tapah, Om Satyam. Quest’invocazione è più
completa in quanto riconosce che ci sono più livelli di esistenza: i sette
Loka. Mahah è il mondo mentale, il piano dell’equilibrio spirituale; Janah
è il mondo della pura conoscenza; Tapah è il mondo dell'intuizione;
Satyam è il mondo della Verità Assoluta, Finale. Possiamo essere
soddisfatti dalla spiegazione secondo la quale questi sono i sette suoni che
attivano i nostri Chakra e li mettono in contatto con i sette grandi regni
spirituali dell’esistenza. Nella nostra procedura usiamo l’invocazione lunga
ma non tutte le componenti del Gayatri Mantra. La tradizione Kriya che
stiamo qui seguendo associa al Manipura Om Mahah e all’Anahata Om
Swaha. Il motivo di ciò è da ricercarsi nel fatto che il mondo del pensiero,
evocato da Om Mahah s'addice più alla natura del terzo Chakra, mentre il
mondo causale delle idee pure, evocato da Om Swaha è in relazione con
Anahata Chakra.

Istruzione pratica
Diventa consapevole del Muladhara Chakra. Contrai i muscoli vicino
all'ubicazione fisica del Chakra – la contrazione può essere ripetuta due-tre
volte. Tramite un'inspirazione profonda (non necessariamente lunga come
nel Kriya Pranayama) visualizza il Chakra che sale nel punto tra le
sopracciglia, dove lo percepisci come una luna piena. Il Chakra non sale
''toccando'' gli altri Chakra. Questi ora non esistono. Trattieni il respiro e
concentrati sullo "spazio interno" tra le sopracciglia. Questo riesce facile
col Kechari Mudra. 4 Sullo schermo tra le sopracciglia avviene (man mano
che la concentrazione si approfondisce) una particolare esperienza di
colore che è diversa per ciascun Chakra. Canta mentalmente almeno tre
volte il Mantra specifico per il Muladhara Chakra: Om Bhur.

4
"Ke-chari" è letteralmente tradotto come "lo stato di coloro che volano nel cielo,
nell'etere." Un particolare "spazio" è creato nella regione tra la punta della lingua ed
il punto tra le sopracciglia ed è percepito come un "vuoto", sebbene non sia un vuoto
fisico. Immergendosi in questo spazio vuoto, è più facile per un kriyaban percepire i
ritmi di ciascun Chakra e distinguerli uno da un altro.

128
Infine, tramite una lunga espirazione, abbassa idealmente il Chakra dal
punto tra le sopracciglia alla sua sede nella spina dorsale. Ora sai cosa fare
per ciascuno degli altri Chakra.

I Mantra che vengono utilizzati sono:

Om Bhur per Muladhara


Om Bhuvah per Swadhisthana
Om Mahah per Manipura
Om Swaha per Anahata
Om Janah per Vishuddha
Om Tapah per Medulla

Aggiungi una concentrazione particolarmente intensa nel punto tra le


sopracciglia. Trattieni il respiro; solleva le sopracciglia, divieni
consapevole della Luce. Ripeti Om Satyam. Ora completa il "giro"
sollevando i Chakra 5, 4, 3, 2, 1, sempre utilizzando la contrazione, il
canto del Mantra, il divenire consapevole di qualsivoglia esperienza di
Luce nel Kutastha. Se possibile, ripeti la procedura da 6 a 12 volte.

Nella tradizione Kriya, i primi cinque Chakra sono ciascuno in relazione


con uno dei cinque Tattwa: terra, acqua, fuoco, aria, ed etere. Come
abbiamo sopra spiegato, offrire ciascun Chakra e quindi ciascun Tattwa
individualmente alla Luce Divina che si raccoglie e si intensifica nella
regione tra le sopracciglia è l'azione definitiva per sciogliere l'ultimo
guscio dell'illusione. Tutto l'universo esiste nel Kutastha.

Pratica evoluta
Col tempo è possibile ripetere mentalmente ''Om Bhur" 36 volte
trattenendo il respiro. Questo permette di entrare in sintonia con il Tattwa
della terra sperimentando la particolare ''vibrazione'' del Chakra
Muladhara.
Similmente, ripetendo il Mantra ''Om Bhuvah'' 36 volte sarà possibile
entrare in sintonia con il Tattwa dell'acqua che ha la sede nel secondo
Chakra.... poi sarà la volta del Tattwa del fuoco...

Digressione sugli effetti di una intensiva pratica del Thokar


Ho provato a rintracciare l'argomento ''emozioni'' in alcuni libri orientali
ma ho incontrato tanta retorica, troppe parole che non dicono nulla. Tali
testi distinguono tra emozioni positive (affetto, felicità, appagamento...) e
negative (invidia, aggressività e illusione …) Dopo noiose e inutili
classifiche, ancora non si riesce ad afferrare il fatto essenziale: le emozioni
superficiali che non sono controllate (anzi diciamo pure ''dominate'')

129
possono creare disastri nella nostra vita. Purtroppo noi siamo governati da
emozioni superficiali ed istinti che includono il nostro condizionamento
religioso, le nostre paure e i nostri dubbi. Molto importante è l'abilità di
tenere a bada tali emozioni, proseguendo nella propria strada anche quando
soffriamo di un atroce conflitto.

Tutti sappiamo come delle emozioni violente, frenetiche ed isteriche spesso


sorgono improvvisamente nel nostro essere e dopo poco scompaiono. In
effetti, esse esprimono una realtà privata d’autentica profondità, ma
possiedono una forza propulsiva che termina in azioni affrettate, vissute in
una specie di febbre cerebrale nutrita da un meschino piacere viscerale.
Quando la passione infiamma l’intero essere, non è possibile ascoltare la
guida del buon senso; la conseguenza è che le più serie tra le nostre
decisioni, impegni solenni, spesso cedono ad arresti irrevocabili.

Proprio come in estate i grani di grandine sono creati, condensati ed


ispessiti nell'aria prima di precipitare sulla terra producendo tutti i possibili
disastri, decisioni fatali cominciano a prendere forma nella nostra
immaginazione. Durante quotidiane, frequenti fantasticherie, la prospettiva
di rinunciare a qualcosa di positivo ma che richiede molto impegno getta
una falsa luce sul nostro futuro immediato, così che ciò che in passato ci
avrebbe fatto vergognare per viltà, ora sembra brillare all'orizzonte della
nostra esistenza come un opaco, informe, tetro cielo che improvvisamente
diventa sereno e si accende di un azzurro luminoso. Quando veniamo
trascinati all'azione da simili seducenti emozioni noi spianiamo la strada
alla catastrofe. Una decisione errata sarà la nostra crocifissione, un patto
solido e definitivo con uno stato di delusione che durerà una vita intera.

In tali momenti, alcuni abbandonano il Kriya per sempre, altri


interrompono un corso di studi e gettano via una professione che hanno
sognato da anni, per cui avevano lottato, sofferto. Lo stesso fanno con la
persona amata, con gli amici, con la famiglia stessa. Nulla può fermare chi
è in preda di violente emozioni: le parole sagge di persone vicino a loro
non hanno più alcun potere. È come se una forza indomabile volesse
creare sciagure nella loro vita. Talvolta abbiamo l'impressione che una
persona voglia solo affermare pervicacemente il proprio "diritto al dolore e
alla sofferenza." [Questa è una espressione di Mére – principale discepola e
compagna di Sri Aurobindo.]

Qualche volta i kriyaban sono troppo orgogliosi per accettare il buon senso
di altri "non iniziati". Al contrario, è necessario ascoltare l'opinione di altre
persone, specialmente se viene dalla nostra famiglia o da tutte quelle
persone che ci vogliono bene. Coloro che sono divenuti preda di culti

130
distruttivi, non ascoltano l'opinione di alcuno. Essi distruggono alcuni
importanti legami con delle persone perché risentono del fatto che le loro
scelte spirituali siano criticate. Ammettiamo che talvolta una rottura di una
relazione umana sia inevitabile, ma altre volte è una grande perdita. Molti
persone sono infastidite da una critica sincera e costruttiva fatta loro da un
vero amico. La prendono come se fosse una inutile manifestazione di
crudeltà. Più la critica ha basi solide, più essi sentono come se dovessero
ingoiare un pezzo di pietra dai bordi taglienti.

Un kriyaban che crede di ascoltare il cuore ma che in realtà è guidato da


umilianti frustrazioni, può rifiutare ogni discussione e farsi del male in vari
modi con azioni che sbalordiscono le persone vicine. Alcuni giorni o alcuni
mesi trascorrono in una specie di febbre cerebrale ed ecco che il raggiante
senso di libertà esperito comincia a cedere il posto ad un senso di
pesantezza, di delusione, di incertezza che crea sgomento. Ma nulla
accade. Il sottile inganno della mente impedisce di ritornare sui propri
passi e crea la ferma convinzione che ogni persona dotata di dignità non
avrebbe potuto agire diversamente. Si vuole sostenere con ogni forza che
al di sotto delle errate azioni passate ci fosse uno sconosciuto piano del
destino, un motivo sacro, oppure ... un atto di genialità.

Con un senso sadico di soddisfazione sul volto, assistiamo al fatto che


l'errore viene rinnovato o ingrandito. La saggezza non ha nessuna
possibilità di prevalere. Una strana frenesia riempie la mente facendo sì
che ogni azione sia goduta con un’ininterrotta voluttuosità, circondata da
lampi d’azzurro. Eppure nel cuore rimarrà un dolore che non terminerà
mai. Una buona parte della propria aspirazione spirituale resterà
intrappolata in un passato che non può essere più raggiunto a causa del
timore di dover reggere il pieno impatto di un ricordo vero e onesto.

Ebbene un lavoro intenso con il Thokar, protratto, se necessario, per anni è


l'unica cosa che può intaccare il meccanismo perverso che abbiamo
descritto.

131
CAPITOLO 9

IL KRIYA YOGA DI LAHIRI MAHASAYA – QUARTA PARTE


(Kriya superiori (V, VI) – l'esperienza Tribhangamurari)

In questa scuola il Quinto Kriya avviene in tre passi chiamati


rispettivamente Amantrak, Samantrak e Thokar (questo Thokar è diverso
da quello che è stato descritto nel capitolo precedente.) Qui verrà introdotto
un nuovo concetto – il Macro movimento Tribhangamurari.

Il Sesto Kriya sarà allora introdotto scoprendo che il movimento


Tribhangamurari esiste anche all'interno di ogni Chakra. Lo chiameremo
Micro movimento Tribhangamurari.

Il Macro movimento Tribhangamurari è percepito prima muovendo


semplicemente proprio respiro e coscienza lungo un sentiero prescritto, poi
questa percezione avviene nello stato di respiro tranquillo ed è
accompagnata dal Vasudeva Mantra. Alla fine questa percezione è
rinforzata attraverso l'aiuto dei movimenti della testa. Ripetendo questa
procedura, salendo da Muladhara alla testa e scendendo poi lungo il
sentiero a tre curve (Tri-banga-murari = la forma con tre curve) ogni
Chakra è stimolato e parzialmente perforato.

QUINTO KRIYA

Amantrak
Incomincia una inspirazione lunga e profonda. La lingua è in Kechari
Mudra o in baby Kechari. Lentamente, solleva la consapevolezza lungo il
canale spinale, dal Muladhara al punto Sikha (Bindu) – mezzo minuto è
richiesto per fare questo. Non serve visualizzare i Chakra.

Poi incomincia una profonda espirazione. La consapevolezza sale di


pochissimo verso sinistra poi cambia direzione e scende lentamente lungo
il percorso Tribhangamurari che è indicato in figura 10. Espirando, scendi
verso destra raggiungendo un punto nella schiena che si trova circa 5-6
centimetri più in su dell’altezza del capezzolo destro. Poi cambi direzione e

132
ti muovi verso la parte sinistra del torace, attraversando la sede del quarto
Chakra. Dopo aver raggiunto un punto nella schiena che è 5-6 centimetri
più in basso dell’altezza del capezzolo sinistro, cambi di nuovo direzione e
punti verso il Muladhara.

Fig. 10. Sentiero Tribhangamurari visto da dietro

Le tre procedure Amantrak, Samantrak e Tribhangamurari Thokar non


sono concepite per essere praticate contemporaneamente. Non riusciresti a
praticarle al massimo delle tue capacità. L'unico effetto sarebbe di
imprimere in maniera indelebile nella tua mente un modo errato di
concepire la pratica. Quindi quando pratichi Amantrak pratica bene solo
quello.

Il respiro abbinato ad Amantrak dovrebbe durare un minuto. I kriyaban


esperti riescono a praticare in tal modo. Chi completa un giro in un tempo
più breve, diciamo 40 secondi, non deve pensare che la tecnica non faccia
effetto.

Veniamo a sottolineare l'aspetto più importante di questa pratica. La sua


essenza consiste in una costante intensificazione della pressione mentale
lungo l'intero circuito. Considera l'azione fisica di spremere con una matita

133
un tubetto quasi vuoto di dentifricio per fargli uscire tutto quello che
rimane. Ebbene, questa immagine ti dà una buona idea della quantità di
pressione mentale che devi applicare durante questa procedura. Quando
utilizzi una grande forza di concentrazione e volontà, non c'è limite
all'aumento del flusso energetico lungo il sentiero Tribhangamurari.

Per quanto riguarda la routine, alcuni insegnanti danno questo consiglio:


''Per due settimane ripeti questa tecnica 25 volte, una volta al giorno. Poi
per altre due settimane ripetila 50 volte, una volta al giorno; poi per altre
due settimane 75 volte .... e così via fino a 200 volte al giorno per due
settimane. Solo a questo punto pratica la seguente istruzione Samantrak.''

Una opzione più rapida è la seguente: ''Per un paio di mesi ripeti questa
tecnica 36 volte, una volta al giorno, poi comincia a praticare la seguente
tecnica.''

Samantrak
Samantrak significa ''con l'utilizzo di un Mantra.''

Figura 11. Sentiero Tribhangamurari arricchito dalle sillabe del Mantra

Dimentica il respiro: esso è libero. Le sillabe Om, Na, Mo, Bha, Ga sono
vibrate rispettivamente nei primi cinque Chakra, Ba in Bindu. Teee (con
eee … prolungato ) è cantato nel centro che si trova nella parte sinistra del

134
cervello. Le sillabe Va, Su, De e Va sono poste nei quattro nuovi centri fuori
dalla spina dorsale; Yaaa è vibrato nel Muladhara.

Questi cinque nuovi centri sono cinque "vortici" nel flusso principale della
corrente – non sono un nuovo insieme di Chakra. Ciascuna sillaba, quando
viene fatta vibrare, agisce come un Thokar mentale, come un colpetto che
si realizza nella immobilità. Siccome la tecnica è eseguita lentamente, c'è
tutto il tempo per rendere questa stimolazione molto efficace.

Anche il percorso completo di Samantrak dura circa un minuto. 45/50


secondi è un tempo ottimo.

Vale quanto abbiamo detto introducendo Amantrak: esercitare pressione


mentale lungo tutto il percorso. Ma adesso noi utilizziamo anche la
vibrazione di ciascuna sillaba per intensificare ancora di più la pressione
mentale lungo l'intero circuito.

Per due settimane ripeti questa tecnica 25 volte, una volta al giorno. Poi per
altre due settimane ripetila 50 volte, una volta al giorno; poi per altre due
settimane 75 volte .... e così via fino a 200 volte al giorno per due
settimane. Questi numeri vanno rispettati. In seguito a questo grande sforzo
sarai pronto a praticare il Thokar Tribhangamurari.

Non avere fretta


Le tecniche Tribhangamurari hanno il potere di creare una trasformazione
permanente nel tuo atteggiamento verso il Kriya facendoti fare la
conoscenza con uno stato di estasi finora sconosciuto mentre vivi
pienamente l'esperienza della vita.

Alcuni studenti cercano di assaporare subito il potere del Thokar


Tribhangamurari e lo fanno tramite una sporadica, disordinata
sperimentazione di Amantrak e Samantrak ben lontani dal rispettare le
regole dette. Quello che potrebbe essere il vero impatto della tecnica
Thokar Tribhangamurari rimane così sconosciuto e neanche lontanamente
presagito. È fondamentale infatti praticare questo Thokar quando il flusso
energetico Tribhangamurari è ben stampato nella coscienza.

Thokar Tribhangamurari
Dimentica il respiro. Le mani (con dita intrecciate) sono poste sull'area
dell'ombelico così da spingere in su la regione addominale, creando così
una pressione mentale sui primi tre Chakra. Poni il mento sul petto e
muovi energia e consapevolezza molto lentamente lungo la colonna spinale
dal Muladhara fino al Bindu. Il mento sale lentamente mentre tu ''tocchi''

135
internamente ciascun Chakra con le sillabe del Mantra (Om è posto nel
primo Chakra, Na nel secondo...). Quando energia e consapevolezza sono
nel Bindu, il mento è parallelo al suolo.

Ora comincia la discesa dell'energia. Il movimento della testa seguirà


millimetro dopo millimetro il flusso energetico lungo il sentiero
Tribhangamurari attraversando il Chakra del cuore. Tutto avverrà in modo
fluido, nello spazio di trenta secondi o meno, ma la descrizione che stiamo
per dare parrà, di primo acchito, complicata. Con un minimo di pazienza, il
giusto movimento della testa verrà appreso: basta capire che esso è stato
concepito nel modo più logico ed efficace per intensificare quel particolare
flusso energetico sinuoso. Veniamo dunque a descrivere i movimenti della
testa. 5

Senza girare la faccia, piega la testa verso sinistra, di un paio di centimetri,


poi solleva il mento e ritorna nel mezzo. Quando il mento è sollevato canta
Teee. Rimani solo un istante in questa posizione, con il mento sollevato e
lentamente volgi la faccia a destra (come se tu volessi guardare l'area alla
tua destra, il più indietro possibile.) Solo la faccia si muove, non il tronco.
Durante questo movimento LENTO il flusso interno di energia prima sale
dal Bindu in alto a sinistra di pochi centimetri, si intensifica col canto di
Teee, poi cambia direzione, scende verso destra nel punto della schiena che
abbiamo imparato a conoscere. Tutto è come in Amantrak, come in
Samantrak, il movimento della testa con cambia nulla, solo INTENSIFICA
il flusso.

Quando il flusso arriva nel punto della schiena, qui avviene il primo dei
cinque colpi psico fisici: il mento tocca la spalla destra per un istante e la
sillaba Va é fatta vibrare nell'ottavo centro. La spalla pure fa un piccolo
movimento verso l'alto per rendere il contatto col mento più facile. Ma
attenzione: se senti che stai forzando, non farlo! Se non riesci a toccare la
spalla destra col mento, accontentati di avvicinarti alla spalla il più
possibile e stimola il centro ottavo con la pura forza mentale e la
vibrazione della sillaba Va.

5
Mi raccomando: non essere influenzato dalle dinamiche della tecnica del Thokar
tradizionale che hai imparato precedentemente!

136
Figura 12. Thokar Tribhangamurari visto da davanti

137
Figura 13. Gli stessi movimenti (solo la discesa) visti da dietro

Poi la faccia si volge lentamente verso sinistra accompagnando, millimetro


dopo millimetro, il flusso interno di energia dall'ottavo al nono centro,
attraversando il quarto Chakra. Se possibile, il mento dovrebbe essere
posto sopra la spalla sinistra. Il secondo colpo avviene quando la sillaba Su
è vibrata nel nono centro mentre il mento tocca per un istante la spalla
sinistra – la spalla fa un piccolo movimento verso l'alto per rendere il
contatto col mento più facile.

Altri due colpi avvengono quando le sillabe De e Va vengono poste nel


decimo e undicesimo centro. La modalità è la seguente: il mento si muove
lentamente verso il centro del petto, sfiorando la clavicola sinistra. Durante
questo movimento, due leggeri colpi sono dati sulla clavicola sinistra in
posizioni intermedie. I colpi, ovviamente, vengono dati nel momento in cui
le sillabe del Mantra vengono fatte vibrare. Infine, un ultimo colpo è dato
sul petto (posizione centrale) quando la sillaba Ya è fatta vibrare nel
Muladhara.

Spero sia chiaro che l'essenza di questa particolare procedura consiste


nell'utilizzare i movimenti della testa (con i cinque colpi) per incoraggiare
una ulteriore intensificazione della pressione mentale lungo l'intero
circuito.

138
Ripeti la procedura 36 volte. Dopo aver completato il numero
programmato di giri, calma il sistema per mezzo di una pratica minima di
Samantrak, poi rilassati praticando un semplice Pranayama mentale.

La supervisione di un esperto aiuta ad evitare problemi – intendo problemi


fisici di sforzo eccessivo e di dolore nelle vertebre cervicali e nei muscoli
del collo. Movimenti bruschi dovrebbero essere evitati; al loro posto viene
utilizzata una grande intensità mentale di concentrazione.

Per un paio di settimane è bene evitare di praticare ogni giorno. Meglio


ogni due o tre giorni.

Osservazione
Abbiamo visto come il flusso Tribhangamurari è intensificato dai movimenti
della testa. Il problema è che molti kriyaban concentrano tutta l'attenzione
sull'impartire i colpi e non capiscono il valore di creare una pressione mentale
lungo ogni millimetro del percorso.

Abbiamo cominciato col percepire la sensazione di movimento che sale lungo la


spina dorsale e scende lungo il percorso a tre curve. Poi con la procedura
Samantrak abbiamo rafforzato la percezione dei 12 centri. Ora dobbiamo sentire
che i movimenti della testa accompagnano perfettamente, millimetro dopo
millimetro, il flusso della corrente interna. Compreso questo, possiamo cercare di
intensificare la percezione del flusso interno creando una pressione mentale
lungo ciascuna parte di esso. I movimenti della testa servono dunque per "toccare
con pressione" ogni millimetro del percorso. Il mento va mosso lentamente come
se stessimo cercando di vincere una forte resistenza. Abbiamo suggerito l'idea:
"come spremere con una matita un tubo quasi vuoto di dentifricio per farne
uscire l'ultima piccola parte. ''

Routine incrementale del macro movimento Tribhangamurari


Prima possibile, proponiti di completare la routine ad incremento
progressivo di questa procedura. Le dosi sono le seguenti: 36x2, 36x3,…..
36x35, 36x36. Attenzione: tra una tappa e la tappa successiva trascorre
sempre, come minimo, una settimana!
Questa routine è importantissima. Gli effetti sono forti e comportano
una grande trasformazione interiore. Un minimo di 8-10 mesi sono richiesti
per completarla.

Dunque, mentre Amantrak e Samantrak sono stati praticati ogni giorno, le


sedute incrementali del Thokar Tribhangamurari verranno praticate una
volta alla settimana (gli altri giorni si può comunque praticare fino a 36
ripetizioni.) La ragione di questa prescrizione è che il kriyaban deve avere

139
tutto il tempo necessario per metabolizzare il materiale subconscio che la
forte azione esercitata sul Muladhara porta alla superficie.

Si comincia con 36x2 giri; una settimana dopo si praticano 36x3, poi
36x4... si continua incrementando di 36 in 36 fino ad arrivare a 36x36
ripetizioni. Questo significa 1296 giri completi!

Si fa fatica ad immaginare quello che può accadere realmente. Significa


che tu cominci al mattino e finisci di notte, ripetendo tante tante volte la
stessa azione. Non c'è dubbio che riuscirai ad aprire la porta del Sushumna!
Naturalmente quando arrivi a 36x36 vuol dire che sei stato capace di
praticare 36x35, e prima 36x34 .... inoltre non dimentichiamo che hai
praticato Amantrak e Samantrak per vari mesi!

Cosa fare alla fine di questo lungo processo (Amantrak, Samantrak e


Thokar.)

Pranayama col Thokar Tribhangamurari


Inspira ponendo mentalmente le sillabe Om Na Mo Bha Ga Ba nei relativi
Chakra. Il mento viene sollevato accompagnando la corrente entro la spina
dorsale.

A questo punto trattieni il tuo respiro e, in questo stato di Kumbhaka,


scendi mentalmente lungo il sentiero a tre curve Tribhangamurari, facendo
i movimenti tipici del Thokar Tribhangamurari, ponendo le cinque sillabe
mentali Tee Va Su De Va nei centri che si trovano fuori della spina dorsale.
La sillaba Yaaa è posta nel Muladhara.

Di solito i tre colpi finali (De Va Yaaa) producono un senso di estasi.


L'ultimo movimento, cioè il colpo su Muladhara, è piacevole in modo
speciale: l'energia è spinta verso l'alto: dal Muladhara si muove verso
Chakra cardiaco.

Durante la espirazione crea un sottile ''eeee...'' nella gola e procedi molt


lentamente. Visualizza una luce bianca che entra nel Chakra del cuore.

La pratica è così bella che spesso entri in uno stato estatico durante la
pratica stessa. Ti senti ubriaco di gioia.
Ripeti questa procedura 36 volte.

140
SESTO KRIYA: MICRO MOVIMENTO TRIBHANGAMURARI
Questa procedura richiama l'insegnamento di Swami Hariharananda. Egli
ci insegnò a contattare la realtà Omkar costituita da suono, luce e
sensazione di movimento. L'aspetto oscillatorio della realtà Omkar è
centrale nel suo insegnamento. 6

I libri sullo Yoga spiegano l'importanza di sentire una sensazione di energia


in movimento nel corpo intero, per esempio che saliva dal Muladhara
lungo la spina dorsale o, come spiegò Sri Aurobindo, che scendeva dall'alto
e si infondeva nel corpo. Swami Hariharananda si riferiva invece ad una
sensazione di movimento o meglio di oscillazione entro ciascun Chakra.

Percepire una oscillazione entro ciascun Chakra non è esattamente come


percepire la forma Tribhangamurari in piccole dimensioni, comunque gli
effetti sono, più o meno, gli stessi. Lo ''stato di assorbimento'' creato
dall'avere questa particolare percezione in ciascun Chakra non ha paragoni.
Solo poche scuole di Kriya hanno svelato la natura di questo micro-
movimento e rivelato la sua importanza. Sfortunatamente molte persone
cercano freneticamente un impossibile surrogato di esso!

Istruzione pratica
Dopo un minimo di 12 ripetizioni del Thokar Tribhangamurari, impariamo
a sperimentare il movimento Tribhangamurari in piccole dimensioni [per
questo si parla di Micromovimento] entro i 12 centri del percorso Macro
Tribhangamurari.

Tramite una breve inspirazione, solleva il Prana dal Muladhara Chakra


nell'occhio spirituale tra le sopracciglia. Abbassa di poco il mento, trattieni
il respiro e guarda "in giù" il Muladhara Chakra. Visualizzalo come un
dischetto orizzontale avente un diametro di circa 2-3 centimetri. Percepisci
su quel disco il movimento Tribhangamurari in dimensioni ridotte.

6
Ricordo come durante gli incontri con i devoti egli toccava alcuni presenti in testa o
sul torace, vibrando la sua mano, cercando di trasmettere una sensazione come di
''oscillazione.''

141
Fig. 14. Micro movimento Tribhangamurari in ciascuno dei 12 centri

Non preoccuparti del tempo richiesto: può essere breve, può essere
lungo ... non importa. Esercita una moderata ma continua pressione sul
disco come se tu avessi una penna e tracciassi il tratto con forza. Ripeti
ancora due volte. Il respiro è trattenuto senza sforzo; il Prana rimane
totalmente in Ajna Chakra. Dopo tre percezioni del movimento completo
puoi rilassarti lasciando che il Prana scenda in basso. Avviene una sottile
espirazione, ma tu nemmeno la percepisci.

Passa al secondo Chakra e ripeti la stessa procedura. Ripetila per i Chakra


3, 4 e 5, poi per Bindu, poi per il centro che si trova sopra Bindu, poi per i
quattro centri al di fuori della spina dorsale che abbiamo descritto sopra, e
finalmente per il Muladhara.

Questo è il primo giro: pratica due ulteriori giri. Sii fedele a questa pratica
per almeno sei mesi prima di aumentare la pressione mentale in ciascun
centro tramite la ripetizione delle sillabe del Vasudeva Mantra.

142
Il Mantra di 12 sillabe, nella sua interezza, verrà ripetuto entro ciascun
centro.

Micro movimento Tribhangamurari utilizzando il Mantra


Questa tecnica è, a mio avviso, la più elevata contenuta in questa seconda
parte del libro. Essa possiede un mistero di Ultraterrena Bellezza.
Tra le rovine delle passate illusioni, l'esperienza che andiamo a
descrivere apre le porte della realizzazione spirituale. Essa incarna il più
profondo aspetto della realtà Omkar. Percepire il micro movimento
significa annientare ogni forma di dualità presente nei Chakra e quindi,
nella propria consapevolezza. È come se il centro tra le sopracciglia
diventasse una cosa sola con ciascun Chakra, fondendoli in un unica realtà.
Questo ci porta fuori dal tempo e dallo spazio. Ne nasce un'aspirazione di
amore bruciante verso il Divino.

Assumi la posizione di Kechari Mudra. Tramite una breve inspirazione,


solleva il Prana dal Muladhara Chakra nell'occhio spirituale tra le
sopracciglia. Dimentica il respiro e guarda "in giù" il Muladhara Chakra.
Ripeti mentalmente le sillabe "Om-Na-Mo-Bha-Ga-Ba-Te-Va-Su-De-Va-
Ya". Fai questo Japa senza fretta mentre percepisci il formarsi del micro
movimento Tribhangamurari.
Rimani immobile senza fare alcun movimento della colonna spinale
o della testa. Qui tutto il potere della pressione deve essere ottenuto con la
pura ripetizione delle sillabe del Mantra. Ciascuna sillaba è come una
piccola "pulsazione."

Per molte persone il canto del Mantra e, di conseguenza, il micro-


movimento dura approssimativamente 10-12 secondi. Rammenta la
raccomandazione di Lahiri Mahasaya: "Non abbiate fretta!". Cerca di
percepire la differenza tra andare piano e andare velocemente. Se vai
lentamente percepirai un enorme potere.

Ripeti il Vasudeva Mantra tre volte. Il Prana rimane totalmente in testa.


Dopo tre percezioni del movimento completo, ripeti la stessa procedura per
i Chakra 2, 3, 4 e 5, poi Bindu, poi il punto che sta sopra Bindu a sinistra,
poi i quattro centri al di fuori della spina dorsale e finalmente il
Muladhara. Questo è un giro: pratica da tre a dodici giri. Alla fine di
questa pratica, rimani con la consapevolezza centrata nella luce che
percepirai nella parte superiore della testa. Se hai proceduto senza fretta
otterrai uno stato che può definirsi ''al di là del tempo.''

Se, terminata la pratica, trovi il tempo per distenderti supino (Savasana)


otterrai un particolare stato di immobilità fisica e mentale dove l'energia

143
Kundalini potrà salire fino al Chakra del cuore mentre il Kutastha si
rivelerà.

Routine incrementale del micro movimento Tribhangamurari da


compiersi nell'ultima parte della vita
Quando ricevetti questa istruzione mi fu detto che, analogamente allo Yoni
Mudra che è praticato ogni notte nel momento in cui un kriyaban si
accinge a sottrarre la consapevolezza dal corpo e dal mondo fisico e si
prepara al sonno – che è una "piccola morte" – così la routine incrementale
del Micro movimento Tribhangamurari è un pacifico ritorno all'origine: un
prepararsi a "morire per sempre" – nel senso di divenire liberi per sempre,
liberi nello Spirito. È stato spiegato che quest'ultima routine incrementale,
oltre ad essere la migliore preparazione per l'uscita consapevole fuori del
corpo al momento della morte (Mahasamadhi), brucia per sempre la
necessità di reincarnarsi. 7

Nella routine incrementale basata sul Micro movimento abbiamo 36 sedute


di pratica. Quello che è nuovo è che la maggior parte di queste sedute
richiedono più di un giorno.

Vediamo di essere precisi. Nel primo giorno si percepiscono 36 Micro


movimenti in ciascuno dei 12 centri e basta. La seconda seduta prevede di
percepire 36x2 Micro movimenti in ciascun centro. [Si sperimentano 72
Micro movimenti nel primo Chakra senza interruzione, poi 72 nel secondo
Chakra e così via....] Dopo alcuni giorni, si pratica la terza seduta che
prevede 36x3 Micro movimenti in ciascun centro. Poi passano altri giorni.
Poi abbiamo i 36x4 la cui pratica può occupare un giorno intero.

I prossimi passi: 36x5, 36x6, 36x7 36x8 di solito richiedono un giorno


intero e anche parte del giorno seguente. Qui avviene quello che
normalmente non si fa: dormire una notte intera tra le due parti di quella
che viene considerata un'unica seduta. Quello che è importante è che nella
mattina del giorno seguente si riprenda più o meno immediatamente dopo
7
Per quanto riguarda quello che accade durante il processo del Mahasamadhi,
abbiamo sentito molte storie sui possibili ''modi Kriya'' di abbandonare il guscio
fisico, ma ovviamente non possiamo garantire la loro autenticità. Alcuni affermano
che il modo tipico è il Thokar, altri accennano a procedure che avvengono
completamente nel Kutastha. Possiamo ragionevolmente presumere che non sia
sempre possibile eseguire il movimento fisico del Thokar. Focalizzare la propria
consapevolezza nella spina dorsale o nel punto tra le sopracciglia può essere l'unica
cosa possibile. La cosa più interessante che ho sentito è che alcuni kriyaban, durante
le ultime settimane o mesi prima di lasciare il corpo, praticano solo una tecnica:
percepire il Micro movimento Tribhangamurari nel Kutastha. Al momento della
morte, essi si uniscono con l'Infinito attraverso questa stessa procedura.

144
la sveglia. Quindi non è permesso di andare a lavorare ed è anche
raccomandato di mantenere il silenzio, evitando ogni opportunità di
conversale. (L'uso del buon senso dovrebbe comunque sempre prevalere;
se è qualcuno ci rivolge la parola, una risposta gentile è sempre un dovere.)

Si può ora capire che se le sedute seguenti richiedono più giorni; l'ultima
seduta richiede circa 12 giorni!

Tanto per essere sicuri che uno abbia capito, proviamo a descrivere quello
che avviene durante l'ultima seduta. Dunque, io mi propongo di
percepire36x36 micro movimenti in ciascun centro! Questo vuole dire:
1296 micro movimenti nel Muladhara, 1296 nello Swadhisthana.... e così
via, finendo di nuovo dopo molti giorni nel Muladhara con 1296
percezioni.

Devo sottolineare che non è permesso saltare una tappa. Non pensate:
"Durante le mie prossime ferie estive troverò facilmente una dozzina di
giorni per praticare 36x36.'' No! Non funziona in questo modo. Prima di
percepire il movimento Micro 36x36 volte in ciascuno centro, tu devi
averlo percepito 36x35 volte. E prima di questo, 36x34 volte, e così via....
Mi pare chiaro che completare questa routine incrementale è realmente un
gigantesco conseguimento. Accadranno molte esperienze splendide e gli
ultimi ostacoli interni saranno dissolti uno dopo l'altro.

Quando la pratica è completata, si scopre che non si riesce a descriverla in


quanto la beatitudine sperimentata ha parzialmente cancellato dalla
memoria la modalità esatta dell'esperienza.

Un kriyaban dovrebbe fare ogni sforzo per creare l'opportunità di


concedersi un giorno (mentre la vecchiaia si avvicina) la gioia, il privilegio
di completare il numero raccomandato di ripetizioni senza mai cedere alla
tentazione di praticare in modo affrettato.

145
CAPITOLO 10
KRIYA YOGA NELLA VISIONE DI SWAMI HARIHARANANDA

Questa particolare forma di Kriya, a un certo punto, sembra trascendere la


spina dorsale con i suoi Chakra e rifugiarsi nella parte alta della testa.
Abbinando queste istruzioni, con qualche scelta intelligente, con quelle di
Lahiri, può guidarti in una dimensione di inesprimibile Bellezza. Nel mio
cuore rivolgo un grazie a quanto ho appreso ai piedi di questo Maestro.
Grazie anche a un paio di suoi discepoli che mi hanno aiutato a ragionare.

NOTA
In tutte le tecniche seguenti la lingua è nella posizione che abbiamo
definita ''baby Kechari Mudra''

PRIMO KRIYA

Routine Primo Kriya


Maha Mudra in due parti (Piegamenti e Maha Mudra vero e proprio)
Kriya Pranayama
Jyoti Mudra
Paravastha

Maha Mudra in due parti (Piegamenti e Maha Mudra vero e proprio)


In questa scuola il Maha Mudra è insegnato con una precisione insuperata,
rendendo, durante la pratica stessa, la realizzazione di Omkar quasi
tangibile anche ad un principiante. Questo Maha Mudra è diviso in due
parti: i Piegamenti e il Maha Mudra vero e proprio.

Piegamenti
Siedi sul pavimento nella posizione del mezzo loto o sui talloni. Espira.
Concentrati su Ajna nel centro della testa. Per mezzo di una profonda
inspirazione (non troppo lunga) visualizza il respiro che sale dalla sede del
Muladhara su per la spina dorsale e arriva fino ad Ajna. Trattieni il respiro.
Piega in avanti la zona sopra la cintura e, se puoi, tocca il pavimento con la
testa. (La testa è posta nella regione fra i ginocchi. Le mani possono essere
usate come più viene naturale onde raggiungere comodamente questa
posizione.)

146
Gentilmente espira e lascia che il respiro sia libero. Dopo aver toccato con
la fronte il pavimento, piegati prima a destra avvicinando l'orecchio destro
al ginocchio destro. La testa si avvicina al ginocchio destro, la faccia è
girata verso il ginocchio sinistro così che sia possibile percepire una
pressione sul lato destro della testa; una sensazione di spazio è percepita
entro il lato sinistro del cervello. Rimani in questa posizione da 3 a 30
secondi. Muovi la testa di nuovo verso il centro fin quando la fronte tocca
il terreno. Poi ripeti lo stesso esercizio con l'altro lato del corpo,
scambiando le percezioni. La testa si avvicina al ginocchio sinistro, la
faccia è girata verso il ginocchio destro cosi che sia possibile percepire una
pressione sul lato sinistro della testa; una sensazione di spazio è percepita
entro il lato destro del cervello. Rimani in questa posizione da 3 a 30
secondi. Muovi la testa di nuovo verso il centro fin quando la fronte tocca
il terreno. Una pressione è percepita sulla fronte. Una sensazione di spazio
è percepita entro la regione occipitale.

Figura 15. Piegamento in avanti. Prima posizione


[Ci si può anche sedere sui talloni]

Durante questo delicato processo tu stai respirando normalmente e la tua


consapevolezza si trova principalmente in Ajna Chakra mentre i tuoi occhi
sono focalizzati sul Kutastha. Poi sollevati con la schiena diritta inspirando
profondamente. Tramite una lunga espirazione, l'energia è guidata in giù
da Ajna Chakra al Muladhara. Per mezzo di una profonda inspirazione
visualizza il respiro che proviene dalla sede fisica del Swadhisthana su per
la spina dorsale e arriva fino ad Ajna. Ripeti tutto il processo come per
Muladhara. Alla fine per mezzo di una lunga espirazione guida la tua
energia da Ajna a Swadhisthana. Poi ripeti lo stesso processo per
Manipura, Anahata, Vishuddha e midollo allungato. In questo modo puoi
gioire di sei piegamenti.

147
Nota
Per aumentare il potere di questa procedura, puoi, quando sei giù, trattenere
il respiro. Proverai una sensazione molto forte di energia che sorge e si
intensifica nel punto tra le sopracciglia. Il trattenimento del respiro è un
potente stimolatore di Kundalini. Se non sei pronto per il potere generato
da questa procedura, se ti senti troppo irritabile, non trattenere il respiro.

Quando pieghi il tuo corpo a sinistra, la tua narice destra si aprirà. Quando
pieghi il tuo corpo a destra, la tua narice sinistra si aprirà. Quando ti pieghi
in avanti e la fronte è vicinissima al pavimento, ti accorgerai di un flusso
uguale di respiro nelle tue narici. Si apre così il passaggio che conduce
entro la corda spinale: otterrai equilibrio della mente e calma nel corpo.

Il canale lunare di Ida è situato al lato sinistro della spina dorsale; il canale
solare di Pingala è situato sul lato destro della spina dorsale. Entrambe le
corde si afferrano l'una all'altra. Ripetendo la procedura descritta, esse sono
separate, e, come conseguenza, un passaggio è aperto tra i due. L'apertura
del passaggio spirituale all'interno della spina dorsale (Sushumna)
rappresenta l'inizio della pratica della meditazione.

Maha Mudra
Piega la gamba sinistra sotto il corpo in modo che il tallone sinistro sia
vicino al perineo. Attira il ginocchio destro contro il corpo in modo che la
coscia sia vicina il più possibile al petto. Le dita intrecciate sono poste
proprio sotto il ginocchio e questo aiuta ad applicare pressione ai tuoi
organi interni. Prenditi da 5 a 6 respiri molto profondi applicando una
pressione moderata al ginocchio. Poi inspira profondamente e trattieni,
estendi la gamba destra, piegati in avanti, respira normalmente e massaggia
la gamba destra dal piede alla coscia e alla natica. Poi afferra il piede destro
in questo modo: la mano destra afferra le dita del piede destro e la mano
sinistra afferra il lato interno del piede destro (l'arcata del piede). La faccia
è girata verso sinistra.

Percepisci una sensazione di pressione interna sulla parte destra della testa.
Essa contrasta con la sensazione di spazio libero nella parte sinistra del
cervello. Canta Om sei volte nel punto tra le sopracciglia. Poi inspira e
trattieni, siedi di nuovo sul tuo piede sinistro col ginocchio destro piegato e
attirato verso il petto, poi espira in un respiro normale.

148
Pratica l'intera procedura scambiando le percezioni e la posizione di gambe
e uso delle mani. Non ripeto tutto – non dimenticare il canto di Om sei
volte nel punto tra le sopracciglia.

Figura 16. Qui la faccia è rivolta verso sinistra

Ora, attira entrambi i ginocchi contro il tuo corpo. Estendi entrambe le


gambe, piegati in avanti, respira normalmente e massaggia entrambe le
gambe dai piedi a cosce ed anche. Poi afferra entrambi i piedi: mano destra
per le dita del piede destro, mano sinistra per le dita del piede sinistro.
Respira normalmente, fletta i piedi 4 o 5 volte poi rilassali con la testa in
giù tanto più vicina ai ginocchi quanto possibile. Sperimenti pressione
interna sulla parte frontale della testa. Una sensazione di spazio è percepita
nella regione occipitale. Canta Om sei volte nel punto tra le sopracciglia.
Poi inspira e trattieni, sieda diritto e massaggia le dita del piede, poi porta
le gambe piegate di nuovo al petto ed espira. Come al solito, questo
esercizio è ripetuto tre volte.

Kriya Pranayama
Con gli occhi chiusi, inspira profondamente nella Fontanella. Poi espira
scendendo in Ajna. Trattieni il respiro per pochi secondi (3-4) e poi inspira
sollevando la coscienza di nuovo nella Fontanella. Trattieni il respiro per
pochi secondi. Poi espira scendendo fino a Vishuddha, trattieni per alcuni
secondi, poi inspira da Vishuddha alla Fontanella. Trattieni il respiro per
pochi secondi. Poi espira fino ad Anahata...
Continuando in questo modo, a un certo punto raggiungi il Muladhara.
Trattieni il respiro per pochi secondi. Poi inspira dal Muladhara alla
Fontanella.

149
Ripeti il tutto in ordine inverso. Espira dalla Fontanella al Muladhara.
Trattieni il respiro per pochi secondi. Poi inspira dal Muladhara alla
Fontanella, trattieni il respiro. Poi espira dalla Fontanella al Swadhisthana
Chakra... pausa... inspira... e così via finché espiri dalla Fontanella ad
Ajna. Questo è un ciclo (12 respiri). Puoi ripetere il ciclo per un paio di
volte.

Durante la pausa tra l'inspirazione ed espirazione (la consapevolezza è


nella Fontanella) il respiro dovrebbe essere trattenuto da 2 a 3 secondi, ma
dopo molte settimane di pratica, il tempo di ciascuna pausa può essere
gradualmente aumentato senza, ovviamente, provare disagio.

Jyoti Mudra
Chiudi le orecchie con i pollici mentre con gli indici premi leggermente gli
angoli degli occhi. Concentrati nel Kutastha. Lascia che una parte della tua
attenzione scenda nel Muladhara. Poi solleva idealmente questo Chakra
tramite una inspirazione nel punto tra le sopracciglia. Trattieni il respiro
fintantoché ti è facile (circa 10-15 secondi) mentre cerchi di percepire la
luce particolare del Muladhara nel Kutastha. Espira e poni idealmente il
Chakra Muladhara nella sua posizione originale. Parte dell'attenzione si
sposta ora sul secondo Chakra. Poi fai esattamente quello che hai fatto con
il Chakra Muladhara. Grazie ad una breve espirazione, questo Chakra
ritorna poi idealmente nella propria sede...

Lo stesso si ripete per i Chakra 3, 4, 5 e Medulla. Cerca sempre di


percepire la luce nel punto tra le sopracciglia. Senti che stai offrendo
ciascun centro nella luce dell'occhio spirituale. Alla fine della procedura
poni le palme delle mani sulle palpebre e rimani là vedendo la Luce per 2-3
minuti. Quando la Luce scompare, abbassa le mani.

Paravastha
Paravastha è lo stato che segue ad una buona pratica di Kriya. Rimani più
a lungo in meditazione ascoltando il suono divino, sentendo la vibrazione e
godendo della Luce divina. Percepisci il centro della tua concentrazione
che si solleva lentamente dal Kutastha alla Fontanella e sopra la
Fontanella oltre il corpo. Rimani senza pensieri percependo questo cielo
interiore che comincia dalla parte superiore della testa. Quando raggiungi
la fine della tua routine di meditazione, apri gli occhi. Fissa quello che è di
fronte a te ma non osservare alcuna cosa in particolare. Guarda senza
guardare. Mantieni il 99% della tua attenzione nella Fontanella. Dopo un
po' diverrai consapevole di una sottile linea di Luce bianca, morbida, come
una nebbia, attorno a tutti gli oggetti. La Luce si espanderà
progressivamente. Evita di pensare. Mantieni lo sguardo fisso. Dopo 5

150
minuti chiudi gli occhi e rimani così ancora un po' prima di alzarti in piedi.

SECONDO KRIYA

Secondo Kriya parte formale


Appoggia le mani con le dita intrecciate sull'addome. Inspirazione ed
espirazione sono divise in 6 + 6 parti. Cominciando dalla posizione col
mento appoggiato al petto, inspira sollevando simultaneamente il mento
con lentezza come per accompagnare e spingere l'energia nel suo cammino
verso l'alto. Poni mentalmente le sillabe del Vasudeva Mantra (Om Namo
Bhagavate Vasudevaya) nella sede di ciascun Chakra facendo una breve
pausa in ciascuno. Durante il primo "sorso" dell'inspirazione, la
concentrazione è sul Muladhara, dove viene idealmente "posta" la sillaba
Om; durante il secondo "sorso" la concentrazione è sul secondo Chakra,
dove viene idealmente posta la sillaba Na... e così via, finché Ba è posta nel
Bindu, l'inspirazione è completata e il mento è orizzontale.

Trattieni il respiro. Pratica il Kechari Mudra come meglio puoi. Piega la


testa in avanti verso la cavità di gola: la Luce divina fluisce in giù dall'alto
nella regione occipitale del cervello (perciò nella parte della testa che è
volta verso il soffitto.) Dopo avere sentito questo per un secondo o più,
riprendi la posizione normale ed immediatamente piega leggermente la
testa verso la spalla sinistra, senza girare la faccia. L'esperienza precedente
dell'infusione della Luce divina avviene di nuovo nella parte destra della
testa. Riprendi la posizione normale e piega leggermente indietro la testa:
l'esperienza della Luce divina avviene nella parte frontale della testa. Poi
piega la testa verso la spalla destra ... l'esperienza della Luce divina
avviene nella parte sinistra della testa. Chiudi il giro ripetendo il primo
movimento ovvero piegando la testa in avanti verso la cavità di gola: la
Luce divina fluisce in giù dall'alto nella regione occipitale del cervello.

Dopo aver concluso una rotazione della testa, comincia la espirazione.


Anche l'espirazione è divisa in sei parti ben marcate come pulsazioni.
Abbassando lentamente il mento sul petto, la consapevolezza scende lungo
la colonna spinale. Poni la sillaba Teee nel Midollo Allungato, Va nel quinto
Chakra.... e così via.... Su... De... Va, finché Ya è cantato mentalmente nel
Muladhara. Se ciò è confortevole fai una piccola pausa dopo la
espirazione. Durante questa la consapevolezza fa una completa rotazione in
senso antiorario attorno al Chakra Muladhara. Tutto questo io lo chiamo
Omkar Pranayama – per non stare ogni volta a dire ''Parte Formale del
Secondo Kriya.''

151
Il tempo globale di un Omkar Pranayama dipende dall'individuo: di solito
è di circa 45-50 secondi ma da un certo punto in poi, la velocità di ciascuna
ripetizione di Omkar Pranayama rallenterà. Il respiro è "risucchiato
internamente" e sembra essere dissolto. Da quel momento in poi, tutti i
dettagli fisici sono solo accennati.

Probabilmente hai letto da qualche parte che in un profondo Pranayama


l'energia attraversa i Chakra come il filo di una collana passa attraverso le
perle. Può anche avvenire che il ''filo'' di energia avvolge ciascuna ''perla.''
La rotazione antioraria delle consapevolezza attorno alla corona (indotta
dalla esperienza della Luce che scende dall'alto)
Quando comincia l'inspirazione e tu canti mentalmente Om, puoi
usare gli istanti iniziali della inspirazione per intensificare la pressione
psichica attorno al Muladhara Chakra. Questa azione interiore si estende
in modo naturale agli altri Chakra. Il percorso di salita è simile ad un'elica
che circonda e crea pressione attorno a ciascun Chakra. Procedi con calma,
non avere fretta, lascia dunque che questo processo si riveli
spontaneamente.

Secondo Kriya parte informale


Dimentica il respiro come nel Pranayama mentale. In ciascun Chakra
ripeti mentalmente la sillaba relativa molte, molte volte. Quindi nel
Muladhara ripeti Om, Om Om, Om Om... tante volte, come minimo 36.
(Non usare comunque il Mala per contare – rimani immobile.) La velocità
con cui canti le sillabe è approssimativamente due ogni secondo.
Visualizza tale Chakra come un disco orizzontale del diametro di circa tre
centimetri. Visualizza queste sillabe che si muovono in senso antiorario
all'interno del Chakra. Poi concentrati sul secondo Chakra dove fai
esattamente la stessa azione, utilizzando la seconda sillaba del Mantra,
ovvero Na, Na, Na, Na, Na... circa 36 volte.
Poi ti concentrerai sul terzo Chakra, ripetendo Mo, Mo, Mo, Mo,
Mo...circa 36 volte. Poi ti concentrerai sul quarto Chakra, ripetendo Bha,
Bha, Bha, Bha, Bha … poi sul quinto (Ga, Ga, Ga, Ga, Ga ....), poi su
Bindu (Ba, Ba, Ba, Ba, Ba ....).

Ora pratica i cinque piegamenti della testa ma in modo più lento.


La testa si piega in avanti verso la cavità della gola: la Luce divina scende
dalla regione che si trova sopra la testa (sede della Tranquillità Eterna)
nella regione occipitale del cervello. Dopo aver percepito questo per 10-20
secondi, riprendi la posizione normale della testa e piega la testa di poco
verso la spalla sinistra senza girare la faccia verso sinistra. La precedente
esperienza di infusione della la Luce divina avviene di nuovo. La Luce
divina scende dalla regione che si trova sopra la testa nella parte destra del

152
cervello, poi nella spina dorsale e nel corpo. Dopo aver percepito questo
per 10-20 secondi, riprendi la posizione normale della testa. Ora la testa si
piega indietro: avviene la stessa esperienza e la luce Divina scende nella
parte frontale del cervello....
Piega la testa verso la spalla destra senza girare la faccia. La stessa
esperienza avviene e la Luce divina scende nella parte sinistra del
cervello.... Per chiudere il giro, il mento si piega in avanti verso la cavità
della gola; la stessa esperienza avviene … La testa riprende la sua
posizione normale.
Hai percepito la Luce e le benedizioni divine in ciascuna delle
quattro Parti del cervello. In questo modo la Luce spirituale pervaderà
ciascun atomo della parte superiore della tua testa.

Ora concentrati su Medulla e ripeti Te Te Te Te Te Te .... …Lo ''stato di


assorbimento'' è davvero molto forte. Poi passerai a concentrarti sul quinto
Chakra usando Va, Va, Va ….
…. poi quarto.... terzo …. secondo …. Muladhara.
Salire così dal Muladhara al Bindu e discendere poi ripetendo
sempre quella procedura costituisce un giro: il tempo richiesto è
approssimativamente 4-6 minuti. Ripeti 3-4 giri e poi perditi nello stato
meditativo.

Punti chiave

[1] Passando da un Chakra al successivo, comincerai a notare il


cambiamento della vibrazione luminosa nella regione tra le sopracciglia. In
seguito avrai l'esperienza che un suono specifico emana da ciascun centro.
Rimanendo assorto nell'ascolto dei suoni astrali, si crea beatitudine
interiore, ponendo da parte – almeno momentaneamente – la coscienza
dell'ego. Questo è il momento in cui la realtà Omkar si rivela.

[2] Dopo molte ripetizioni di questa procedura, la parte superiore del


cervello rimarrà idealmente nello spazio, separata dal corpo fisico. Swami
Hariharananda disse che questa procedura finisce col separare la parte
superiore della testa dalla inferiore. Egli paragonò la testa ad una noce di
cocco e disse che questa procedura apre la noce di cocco colpendola da
quattro parti. Ovviamente molto sforzo è richiesto per raggiungere tale
risultato. Uno deve realmente ''invitare'' l'energia divina a scendere in
ciascuna parte della testa.

Durante il giorno rimani in questo stato il più possibile. Quando puoi


ritirarti per una breve meditazione, entra in sintonia con il Suono, la Luce,
il potere senza forma del Divino che ruotano entro il cranio.

153
Impiego della 50 lettere dell'alfabeto Sanscrito
Swami Hariharananda prese la decisione di insegnare una pratica tipica
dello Hatha Yoga tantrico per completare la pratica del suo Secondo Kriya.
In seguito cambiò idea e non la insegnò più perlomeno qui in Europa. È
interessante darne un cenno. Questa procedura serve ad aiutare il
ricercatore a percepire l'Energia Divina nei Chakra e in diverse parti del
corpo.

In ciascun Chakra
Le 50 lettere dell'alfabeto Sanscrito saranno cantate mentalmente
visualizzando i petali di ciascun Chakra. Non c'è controllo del respiro.
Incomincia con Hang Kshang in Ajna Chakra: Hang nell'emisfero sinistro
del cervello e Kshang in quello destro. Poi canta mentalmente le 16 vocali
nel Chakra cervicale (Ang Aang Ing Iing Ung Uung Ring Rring Lring
Llring Eng Aing Ong Oung Aung Ah) – canta ciascuna lettera solo una
volta e questo vale anche per i Chakra seguenti. In questa pratica visualizza
ciascun Chakra come un disco verticale che irradia Luce divina per mezzo
dei suoi petali. Visualizza il numero di petali che è previsto dalla
tradizione Yoga e visualizzali in direzioni oraria. Quindi poni le prime 12
consonanti nel Chakra del cuore (Kong Khong Gong Ghong Wong Chong
Chhong Jong Jhong Neong Tong Thong), canta le seguenti 10 nel
Manipura (Dong Dhong Nong Tong Thong Dong Dhong Noing Pong
Phong), poi le seguenti 6 nello Swadhistan (Bong Bhong Mong Jong Rong
Long) e infine le ultime 4 nel Muladhara (Vong Shhong Shong Song). In
ciascun Chakra, comincia dalla parte superiore a sinistra, poi scendi a
sinistra e sali dalla parte destra. Si raccomandano tre cigli. Si chiude
ripetendo le due sillabe Hang Kshang in Ajna.

Nella corona della testa


Le 50 lettere dell'alfabeto sanscrito sono fatte ruotare attorno alla corona
della testa attivando il suono Omkar che è percepito nel centro del cervello
– nella cosiddetta ''Grotta di Brahma'', la sede delle ghiandole ipofisi e
pineale. Si incomincia da dietro la corona con le vocali, poi si continua con
le consonanti fino a ritornare al punto di partenza. Fai il giro in senso
antiorario (se visto dall'alto) e poi ripeti orario. Si consiglia di farne 6+6.
I buoni effetti di questa procedura sono facilmente sperimentati ed è per
questo che questa procedura viene percepita come ''provvidenziale.''

In diverse parti del corpo


Le 50 lettere dell'alfabeto sanscrito sono poste in 50 parti del corpo. Non

154
c'è controllo del respiro. Poni la mano sulle seguenti parti del corpo,
cantando mentalmente la appropriata lettera.

1 ANG Fronte 2 AANG Bocca 3 ING Occhio sinistro 4 IING


Occhio destro 5 UNG Orecchio sinistro 6 UUNG Orecchio destro 7
RING Narice sinistra 8 RRING Narice destra 9 LRING Guancia
sinistra 10 LLRING Guancia destra 11 ENG parte interiore della
bocca (qui non si deve toccare) 12 AING Mento 13 ONG Parte
superiore del labbro e denti superiori 14 OUNG Parte inferiori del labbro e
denti inferiori 15 AUNG Fronte & cime della testa 16 AH Intero volto
(toccalo con entrambe le mani) 17 KONG Spalla sinistra 18 KHONG
Gomito sinistro 19 GONG Polso sinistro 20 GHONG Nocche delle
dita sinistre 21 WONG Articolazioni della dita sinistre 22 CHONG
spalla destra 23 CHHONG Gomito destro 24 JONG Polso destro
25 JHONG Nocche delle dita destre 26 NEONG Articolazioni delle dita
destre 27 TONG Articolazione della coscia sinistra 28 THONG
Ginocchio sinistro 29 DONG Caviglia sinistra 30 DHONG
Avampiede sinistro 31 NONG Dita del piede sinistro 32 TONG
Articolazione della cosci destra 33 THONG Ginocchio destro 34
DONG Caviglia destra 35 DHONG Avampiede destro 36 NOING
Dita del piede destro 37 PONG Costole sinistre 38 PHONG Costole
destre 39 BONG Schiena (toccatela in su e in giù) 40 BHONG Basso
addome 41 MONG Parte superiore dell'addome 42 JONG Centro del
cuore 43 RONG Spalla sinistra 44 LONG Parte posteriore del collo
45 VONG Spalla destra 46 SHHONG Dalla spalla sinistra alla mano
destra 47 SHONG Dalla spalla destra alla mano sinistra 48 SONG Dalla
spalla sinistra al piede destro 49 HAM Dalla spalla destra al piede
sinistro 50 AKSHAM Muoversi verso il basso lungo la parte frontale del
corpo

Jyoti Mudra Secondo Kriya


Secondo la mia comprensione questo è il vero e proprio terzo livello del
Kriya. Sappi però che ormai è entrato nella tradizione di presentarlo
sempre come Jyoti Mudra Secondo Kriya.

Durante questa pratica tu contrai e rilassi i muscoli vicino la sede fisica di


ciascun Chakra. La posizione delle mani e delle dita è la stessa che per lo
Jyoti Mudra che abbiamo prima illustrato: con i pollici chiudi le orecchie
mentre con gli indici copri gli occhi.

Diventa consapevole del Muladhara Chakra. Contrai i muscoli vicino al


Muladhara: la parte dietro del perineo. Poi solleva questo Chakra per

155
mezzo di una inspirazione fino al Kutastha. Trattieni il respiro il più a
lungo possibile purché ciò non crei disagio (circa 10 -15 secondi) mentre
cerchi di percepire (nel Kutastha) la particolare luce del Muladhara.
Rilassa la tensione fisica ed espira.

Poi sposta la consapevolezza sul secondo Chakra Swadhisthana e contrai i


muscoli della zona sessuale e del sacro. Puoi praticare il Vajroli Mudra
(contrai e rilassa lo sfintere uretrale ed i muscoli della schiena vicino al
centro sacrale.) Poi fai esattamente quello che hai fatto col Muladhara
Chakra, quindi lo sollevi nel Kutastha...
Quando Swadhisthana è di nuovo nella sua posizione iniziale,
concentrati sul terzo Chakra Manipura. Contrai i muscoli dell'addome al
livello dell'ombelico: contrai rapidamente e rilassa l'ombelico, i muscoli
addominali e l'area lombare della spina dorsale. Poi fai esattamente quello
che hai fatto con i due Chakra precedenti ...
Ripeti lo stesso schema per Anahata Chakra. Espandi il petto.
Avvicina le scapole e concentrati sulla spina dorsale, la parte vicina al
cuore. Senti la contrazione dei muscoli vicini al centro dorsale. Poi fai
esattamente quello che hai fatto con i tre precedenti Chakra...
Concentrati sul quinto Chakra Vishuddha. Muovi la testa
rapidamente destra-sinistra (senza girare il volto) un paio di volte,
percependo un suono nelle vertebre cervicali come di qualcosa che viene
macinato. Questo serve solo a localizzare il centro cervicale. Per
localizzare astralmente il Chakra Vishuddha c'è bisogno di una diversa
procedura. Inspira questo Chakra fino al punto tra le sopracciglia senza
particolare contrazione.

Ora, trattenendo il respiro, pratica le seguenti cinque inclinazioni della


testa:
a) gira la testa a sinistra (le mani seguono; la leggera pressione sulle
orecchie ed occhi non cambia) il gomito destro si avvicina alla parte destra
del petto,
b) gira la testa a destra, il gomito sinistro si avvicina alla parte sinistra del
petto,
c) ritorni alla posizione centrale e piega la testa in avanti;
d) piega la testa indietro
e) poi di nuovo davanti. Ritorna alla posizione normale
Espira dal Kutastha al Chakra Vishuddha.

Per il Medulla abbiamo la seguente procedura. Inspira molto lentamente


dalla base della spina dorsale. Durante questa inspirazione, contrai i
muscoli alla base della spina dorsale, poi i muscoli vicino l'organo
sessuale, poi i muscoli vicino l'ombelico e vicino il Manipura Chakra, poi

156
contrai i muscoli vicino il centro dorsale, vicino la regione della gola e,
infine, stringa i denti e crea delle rughe sulla fronte. Osserva la luce nel
punto tra le sopracciglia. Senti che stai offrendo il tuo sesto centro a Dio.
Espira e libera la contrazione.
Per il Sahasrara Chakra abbiamo la procedura seguente. Inspira,
contrai tutti i centri come abbiamo fatto per Ajna Chakra, poi con i denti
stretti, spingi la porzione della tua testa che è sopra le sopracciglia (cranio)
su nell'alto dei cieli, offrila al Divino. Espira, e libera la contrazione.
Per completare la procedura, metta i palmi delle tue mani sulle
palpebre e rimai là, osservando una Luce bianca lattea per 2-3 min. Quando
la Luce scompare, abbassa le tue mani ed inchina la fronte e prega alla
forma di Dio che preferisci. Apri gli occhi ma rimani concentrato
internamente, nella ghiandola pituitaria e osserva la Luce divina in tutte le
cose. Poi godi del Paravastha come nel Primo Kriya.

TERZO KRIYA
Qui incomincia la meditazione senza azione che avviene nella parte
superiore del cervello dove regna la dimensione del Prana statico.
Ovviamente, c'è sempre un minimo di azione: solo nello stato finale del
Samadhi non c'è azione.

Circolazione dell'energia entro il cervello dimenticando il respiro. Con


i movimenti della testa
Dimentica il respiro. Pratica il Kechari Mudra meglio che puoi. Piega la
testa in avanti. Senti l'energia nella regione frontale della testa e vibra
mentalmente Bha in quella zona. Senza ritornare con la testa nella
posizione normale, guida lentamente la testa nella posizione piegata verso
la spalla sinistra – come se tu cercassi di toccare la spalla sinistra con
l'orecchio sinistro. Senti l'energia presente sul lato sinistro del cervello,
sopra l'orecchio sinistro e vibra mentalmente Ga in tale luogo.

Da questa posizione piega la testa indietro e guida lentamente il flusso di


energia verso la zona occipitale del cervello. Mentalmente vibra Ba in tale
zona. Guida lentamente la testa nella posizione successiva, piegata verso la
spalla destra – come se tu cercassi di toccare la spalla destra con l'orecchio
destro. Senti l'energia presente sul lato destro del cervello, sopra l'orecchio
destro e vibra mentalmente Teee in tale luogo. Ora ritorna lentamente alla
posizione iniziale con la testa piegata in avanti. Il flusso di energia si
muove nella regione frontale del cervello. Vibra mentalmente Ba in quella
zona. Ora raddrizza lentamente la testa per ritornare col mento parallelo al
suolo mentre guidi l'attenzione indietro verso la parte centrale del cervello

157
sotto la Fontanella. Canta mentalmente Su in tale centro. Questo completa
il primo giro. Ripeti questa pratica 12 volte.

Figura 17. Circolazione di Prana calmo nella parte superiore del cervello

Questa rotazione dell'energia è da alcuni insegnanti chiamata Thokar


Kriya. La ragione di questo fatto è che, durante questa pratica, col lento
canto mentale di Bha Ga Ba Te Va Su l'energia si muove lentamente
attraverso la sostanza del cervello creando in esso una pressione psichica.
Rifletti: Thokar non ha il solo significato di ''colpire'' ma anche quello di
''toccare con pressione.'' Questa pressione interiore, questa frizione,
favorisce la manifestazione della Luce Divina.

QUARTO KRIYA

Circolazione dell'energia entro il cervello. Immobilità


Non è difficile percepire nell'immobilità fisica il movimento rotatorio del
Prana. Questo avviene dopo un certo numero di pratica della tecnica
precedente.

Senza muovere la testa, ripeti mentalmente, senza fretta e le sillabe Bha,


Ga, Ba, Te, Ba, Su cercando di percepire lo stesso movimento energetico
che è stato indotto prima per mezzo dei movimenti della testa. L'esperienza
è quella di una sfera di Luce che si muove in circolo entro il cervello,
concludendo il giro nel punto sotto la Fontanella. Prova a percepire almeno
36 di queste rotazioni durante ciascuna routine Kriya.

Nota

158
Se queste due ultime pratiche ti rendono poco concentrato durante la
giornata – come se tu fossi sotto l'effetto di qualche droga, sperimentando
cioè uno stato di eccessivo distacco dalle cose terrene – allora ogni volta
che pratichi questa tecnica falla seguire da alcune ripetizioni del Secondo
Kriya, sia la parte formale (6 ripetizioni) che la parte informale (tre
ripetizioni.)

Un altro problema è che, col tempo, esse creano un effetto molto forte sulla
sfera della consapevolezza. In maniera impietosamente chiara diventi
consapevole dei tanti espedienti dell'ego che guidano le tue azioni. Per
esempio la ragione di decisioni errate appare con definitiva chiarezza,
libera da veli e dissimulazioni. L'ego è una struttura mentale molto
complicata: non è possibile distruggerlo, ma solo renderlo più trasparente.
C'è un prezzo da pagare: possono apparire (ore dopo la pratica) ondate
inesplicabili di paura, la sensazione di non sapere chi sei e dove sei diretto.
Questa è una reazione naturale che proviene da quei sottili strati del
cervello che hai toccato.

Circolazione dell'energia entro il cervello – pratica completa


Questa pratica è il felice coronamento dello sforzo fatto con le due tecniche
precedenti. Essa fa sorgere naturalmente il suono cosmico di Om. Solo
questo ascolterai. Pertanto il canto mentale di Bha Ga Ba Te Va Su non
serve. [E nemmeno serve nelle tecniche successive a questa]

Concentrati sul centro del Muladhara. Inspira profondamente e solleva


idealmente il Chakra Muladhara nella parte centrale del cervello sotto la
Fontanella, sopra Ajna. Visualizza tale Chakra come un disco, largo come
il circuito di energia che hai precedentemente creato.

Senti che l'aria è spremuta dall'addome ed immagazzinata nella parte


superiore dei polmoni. Trattieni il respiro e comincia a mettere in moto la
rotazione dell'energia nella testa proprio come hai appreso
precedentemente.

La rotazione dell'energia avviene nella testa ma, allo stesso tempo, accade
anche attorno alla vera ubicazione del Muladhara Chakra. Quindi due
rotazioni di energia avvengono contemporaneamente: sembra difficile ma
diverrà naturale. [Ricorda anche che alla fine di ogni giro, il flusso di
energia è diretto in verso il punto sotto la Fontanella.] Durante questa
pratica ascolta il suono di Om.

159
Fig. 18. La Figura mostra il momento in cui il Quarto Chakra è sollevato. Si vede
la circolazione dell'energia nella parte superiore della testa e, allo stesso tempo,
intorno al Chakra del cuore

Il numero ideale di rotazioni associate con ciascun Chakra è 36 ma un


principiante si accontenta di un numero più piccolo. Di solito il bisogno di
respirare scompare. Espira non appena senti la necessità di espirare e guida
il Muladhara Chakra alla sua ubicazione alla base della spina dorsale. Ora
inspira sollevando il secondo Chakra e ripeti la procedura....

Ripeti la procedura per ogni Chakra, Ajna compreso. Ripetila di nuovo per
Ajna e poi per tutti gli altri Chakra fino al Muladhara. La pratica si chiude
respirando liberamente, con tutta l'attenzione nella Fontanella. Pace, gioia
interiore, ascolto dei suoni interiori, Luce Divina ... questo è ciò di cui farai
esperienza. La tua pratica del Kriya diventerà una storia d'amore con la
Bellezza stessa. Dopo un certo periodo di tempo, accadrà l'esperienza della
salita di Kundalini. Verrà a te e vincerà le tue resistenze. Senza provare
alcun senso di sorpresa, ti troverai trasportato da un dolce stato di calma ad
un autentico stato paradisiaco; ritornerai alla vita quotidiana con lacrime
sul tuo volto – lacrime nate da un'infinita devozione.

160
Quando riuscirai ad eseguire bene questa procedura – quando cioè un
Kumbhaka senza sforzo si manifesterà e sarà stabile e sarai capace di
sperimentare 36 (complete) rotazioni di energia nel tuo cervello per ciascun
Chakra, ovvero 432 rotazioni di energia durante 12 Kumbhaka. Allora
percepirai l'intero universo riempito di rifulgente Luce Divina. Durante il
giorno, un stato di chiarezza mentale mai sperimentato prima ti
sorprenderà. Il fondamento della tua coscienza verrà percepito come una
gioia continua, che esiste indipendentemente da fattori esterni.

Osservazione
È perfettamente naturale iniziare questa pratica aiutandosi col muovere
leggermente la testa (e, se ciò è d'aiuto, anche pensando sei sillabe del
Mantra.) Sebbene questo non sia richiesto, potrebbe essere utile ai
principianti. Se questo avviene, cerca di raggiungere comunque
gradatamente l'immobilità fisica e l'ascolto del vero Suono Omkar.

QUINTO KRIYA

Dissolvere il respiro in Brahmaloka


L'ottavo Chakra è la porta che ti dà il potere di entrare in contatto col corpo
astrale. La sua apertura implica la pulizia di quello che ci trattiene al
sistema della reincarnazione ovvero logori schemi psicologici. È il centro
della compassione spirituale e l'abnegazione spirituale. Un kriyaban che
realizza l'essenza di tale Chakra, sviluppa la qualità dell'altruismo e vive
nella dimensione della compassione e non del giudizio.
Alcuni insegnanti di Kriya o Kundalini Yoga spiegano che questo
Chakra si trova 5-6 centimetri sopra la fontanella. Altri dicono: 8 cm., 30
cm., 60 cm. .... Devi fidarti della tua percezione.

Oscilla dolcemente tronco e testa a destra e a sinistra con il centro della


attenzione sopra la testa finché sentirai questo Chakra. Questa è la giusta
localizzazione! Inspira, solleva lentamente Prana e consapevolezza dal
Muladhara all'ottavo Chakra. Durante questa azione, non concentrarti su
alcun altro Chakra nella spina dorsale. Muoviti verso l'alto sentendo
distintamente che l'energia attraversa la Fontanella e raggiunge l'ottavo
Chakra. Concentrati là e goditi lo stato di equilibrio tra inspirazione ed
espirazione. Espira lentamente, lasciando discendere il Prana dall'ottavo
Chakra al Muladhara. Senti distintamente che l'energia, scendendo,
attraversa la Fontanella. Nel Muladhara, concentrati sullo stato di
equilibrio tra espirazione ed inspirazione. Quando senti il bisogno di
inspirare ripeti la procedura. Ripeti tante, tante volte finché il tuo stato di

161
coscienza è totalmente cambiato e il respiro è molto sottile, quasi
inesistente.

Fig.19. Il respiro si muove tra Bhuloka e Brahmaloka e poi si dissolve

Ora inspira dolcemente dal Muladhara all'ottavo Chakra, sollevando


respiro e Prana. Espira dolcemente dall'ottavo Chakra in giù lungo la spina
dorsale ma non scendere intenzionalmente fino al Muladhara. Osserva
come la corrente legata alla espirazione raggiunge spontaneamente un
punto nella spina dorsale. Questo punto non è necessariamente uno dei vari
Chakra. Ovunque sia questo punto, esso diviene il punto iniziale della
prossima inspirazione. Inspira quindi da esso, in su fino all'ottavo Chakra.
Ora la lunghezza del percorso è evidentemente più breve. Concentrati di
nuovo sullo stato di equilibrio tra l'inspirazione ed espirazione. Espira
dolcemente in giù lungo la spina dorsale: probabilmente la corrente legata
alla espirazione farà un percorso ancora più corto del precedente. Ora c'è

162
un nuovo punto iniziale. Inspira da questo nuovo punto e risali all'ottavo
Chakra...

Ripetendo questa procedura raggiungerai una particolare condizione


mentale e fisica in cui rimarrai senza respiro mentre la concentrazione sarà
sull'ottavo Chakra. Se, dopo una lunga pausa, il respiro appare di nuovo,
ripeti l'intero processo dall'inizio, (inspirando dal Muladhara.) Prosegui in
maniera paziente e imperturbata. Si tratta di far cessare il respiro entrando
in una dimensione in cui esso non è più necessario.

163
SESTO KRIYA

Meditazione sulla luce nel cervelletto


Ruota la coscienza attorno all'ottavo Chakra. Osserva una sfera di Luce che
circola attorno all'ottavo Chakra. Lascia che la sfera di Luce (dopo avere
tracciato un cerchio attorno all'Ottavo Chakra) non venga internamente ad
esso ma venga in giù, di sbieco, attraversando la Fontanella. Mentre il
raggio scende solleva il mento; senti che tale raggio raggiunge il
cervelletto. Rimani immobile per alcuni secondi, completamente immerso
nell'intensità della bianca ed abbagliante Luce che splende nel cervelletto.
Abbassa il mento senza perdere la concentrazione sulla Luce. Rimani un
momento là, e poi ripeti la procedura. Gradualmente durante i prossimi
giorni ripeti l'esperienza tante tante volte. L'esperienza della Luce Divina
nel cervelletto deve divenire stabile.

Figura 20. La luce si muove dall'8th Chakra al cervelletto

164
Meditazione sulla luce nella ghiandola pineale
Percepire costantemente la Luce Divina nel cervelletto è uno stato molto
elevato, ma tu devi ora imparare come localizzare la ghiandola Pineale ed
entrarci. Ebbene, quando sei pienamente immerso nella esperienza della
Luce, solleva lentamente il mento (solo alcuni millimetri) fino a sentire
tensione nella nuca. Condensa intuitivamente la Luce che stai
sperimentando e dirigila verso la ghiandola Pineale. Tale ghiandola è
molto vicina al cervelletto, ma leggermente più avanti e sopra, lungo un
linea che forma un angolo di 60° (col pavimento.)

Figura 21. La luce si muove dal cervelletto alla ghiandola Pineale

Ripeti tante volte questo tentativo finché riesci ad entrare nella ghiandola
Pineale. Qui avviene l'unione con il Divino. Lo stato TAT TVAM ASI si
manifesta. Durante questo supremo stadio di unione, uno è privo di
coscienza fisica ed inconsapevole di ciò che lo circonda.

Dopo che il suono di Omkar cessa di esistere


appare la Forma Rifulgente.
Nulla esiste fuor che il Sole dell'Anima.
Io, Shama Churn, sono quel Sole. (Lahiri Mahasaya) 8

8
Lahiri Mahasaya è Shama Churn – Shyama Charan. Questa frase è contenuta nei
diari di Lahiri Mahasaya. Molte frasi dai diari si possono trovare nel libro Purana
Purusha del Dott. Ashok Kumar Chatterjee

165
CAPITOLO 11
DISCUSSIONE CON STUDENTI CHE SEGUONO IL CORSO PER
CORRISPONDENZA DI PY

Questa appendice è dedicata a coloro che sono seriamente intenzionati a


procedere sul sentiero Kriya utilizzando solo le tecniche che possono
essere ottenute dalle organizzazioni che diffondono gli insegnamenti di PY.
9
Tecnica Kechari Mudra a parte, spesso citata negli scritti di PY, il quale
sicuramente la praticava, questi devoti non sentono la necessità di
mescolare le tecniche di PY con altre procedure. Si sentono suoi discepoli e
quindi pensano che adottare altri insegnamenti equivale a tradirlo.

Quando seguivo gli insegnamenti di PY, la nostra ''Meditation counselor'' ci


spiegava che il peggiore male era la slealtà nei confronti del Guru e della
tuaorganizzazione. Per ''slealtà'', lei intendeva anche il solo fatto di leggere
quello che alcune persone che erano uscite dalla principale organizzazione
avevano scritto sul Kriya Yoga.

Dopo che il mio libro apparve sul Web, ebbi un intenso scambio di email
con vari ricercatori fedeli a PY. Dopo aver chiarito che non approvavano la
mia decisione di descrivere in modo così esplicito le tecniche del Kriya
Yoga di Lahiri Mahasaya, mi chiesero come potevo affermare che PY
avesse semplificato o modificato alcuni dettagli tecnici del Kriya Yoga.
Quando li incontrai mi accorsi che il loro cruccio era capire se nel Kriya
Yoga ci fosse qualcosa di importante che non era riportato nel corso per
corrispondenza, quindi qualche tecnica che loro non conoscevano, ma che
forse PY aveva condiviso solo con alcuni discepoli.

Quei kriyaban erano molto seri, onesti, fortemente motivati. Dalla loro
bocca non emersero mai sciocchezze. Anzi, li ascoltai con molta attenzione
quando corressero alcune mie interpretazioni fantasiose sul Kriya Yoga.
Molti, non per pura e semplice esibizione, sapevano citare a memoria delle
frasi che si trovano negli scritti di PY. Avevano letto e riletto tali testi
moltissime volte, tentando di decifrarne il senso profondo.
9
Molti kriyaban non considerano queste tecniche esattamente identiche a quelle di
Lahiri Mahasaya. Esse non sono qui descritte in dettaglio, ma liberamente
commentate a seconda della mia esperienza personale – per quello che può valere.
Do per scontato che il lettore le conosce. Per evitare confusione mi riferirò ad esse
come Primo Kriya di PY, Secondo Kriya di PY.....

166
Rimasi anche meravigliato per la loro straordinaria dedizione alla pratica
regolare del Kriya Yoga, due volte al giorno. Sebbene incerti per quel che
riguardava la comprensione dei sottili meccanismi che stanno alla base
delle procedure del Kriya e, quasi sempre tormentati da vari dubbi, non
avevano mai trascurato la pratica. Era chiaro che stavano seguendo il
percorso Kriya non per una curiosità esoterica, non per trovare una cura
alternativa all'ansia, alla depressione, non per sviluppare i potenziali della
loro mente, ma per una ragione soltanto: percorrere il Sentiero Spirituale
così splendidamente evocato nell'autobiografia di PY.

Per quanto riguarda i nostri dubbi, chiarisco che noi tutti speravamo che ci
fosse concesso dall'organizzazione un seminario sui Kriya Superiori, dove
fosse controllata non solo la pratica di tali procedure, ma fornita anche una
visione teorica che illuminasse il senso di ciascuna, ispirando quindi la
relativa pratica. Per molti, una crisi vera e propria con l'organizzazione era
incominciata proprio quando le reiterate richieste di lezioni dal vivo su
queste procedure ricevettero un incomprensibile, anacronistico, ''NO.''

Gli incontri organizzati per ripassare gli insegnamenti di base (Hong So,
tecnica Om e Kriya proper) furono sempre una fonte di inspirazione. La
delusione nel non godere di simile opportunità anche nel campo dei Kriya
superiori era insopportabilmente amara. 10

Ciascun studente voleva per lo meno vedere come tali tecniche venivano
eseguite. Ciascuna tecnica includeva alcuni movimenti fisici: se tu le studi
solo da un testo scritto non sarai mai sicuro di praticarle correttamente.

Con loro ebbi delle splendide conversazioni. Lo scopo di questo capitolo è


quello di riferire sinteticamente i principali punti su cui si discusse. Credo
proprio che ci siano in esse dei punti interessanti.

10
So che recentemente un paio di organizzazioni che diffondono gli insegnamenti di
PY hanno dimostrato di comprendere che comportarsi in tale modo non va bene e
quindi tengono regolarmente classi dal vivo sui Kriya superiori.

167
Questa sintesi è divisa in tre parti.
[I] Un approccio razionale alla routine dedicata al Primo Kriya.
[II] Aggiungere il Terzo Kriya di PY in modo intelligente
[III] Lavoro con il Secondo Kriya di PY fino agli ultimi giorni della
propria vita.

[I] UN APPROCCIO RAZIONALE ALLA ROUTINE DEDICATA


AL PRIMO KRIYA.

Consideriamo qui una routine Kriya dove le tecniche ben note di Hong so e
Om sono praticate alla fine.

È saggio incominciare con il Maha Mudra seguito dal Kriya proper.


Questo può essere praticato con la bocca aperta o semichiusa o chiusa.
L'ordine logico è: partire con la bocca aperta e poi chiuderla. L'ipotesi che
solo il Pranayama con la bocca aperta possa guidare l'energia a fluire
attraverso il canale di Sushumna – intendendo dire che in tal caso le
correnti laterali di Ida e Pingala non avrebbero alcun ruolo è senza basi. Il
respiro e l'energia si muovono in Sushumna solo quando il respiro è sottile,
interiorizzato e questo avviene dopo un grande sforzo di concentrazione e
rilassamento.

Per quanto riguarda il Kechari Mudra, un gran numero di kriyaban lo ha


raggiunto. 11 Uno dei miei amici kriyaban aveva una strana opinione:
affermò infatti che il Pranayama con il Kechari era troppo ''debole'',
essendo privo delle forti sensazioni nella spina che tu percepisci quando
pratichi il Pranayama con la bocca aperta. È chiaro che questo amico
rifletté molto prima di prendere la decisione di rinunciare al Kechari
Mudra.

Ricordando quell'episodio, penso che il problema fosse la bellezza dei


suoni del respiro ottenuti con la bocca aperta o semichiusa. Il fatto è che
con la bocca chiusa e la lingua in Kechari Mudra (persino il baby Kechari)
il suono è destinato a divenire pulito e bello come quello di un flauto.
Questo suono simile al flauto viene sperimentato dopo una seria pratica,
quando la spina dorsale è ''pulita'' come un tubo vuoto.

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PY nei suoi scritti e nei suoi discorsi ha dato la definizione di Kechari Mudra senza
fornire alcun esercizio pratico per ottenere tale Mudra.

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Una informazione importante sulla pratica Kriya è questa:
ci sono due versioni del Kriya proper, una insegnata nel 1930 e una, più
recente. A mio avviso un kriyaban serio dovrebbe conoscere ed avere
esperienza di entrambe. La prima versione concorda perfettamente con la
descrizione del Kriya che si trova in AOY: ''Il Kriya Yogi dirige
mentalmente la tuaenergia vitale a ruotare in alto e in basso, attorno ai sei
centri spinali... Non coincide con la procedura data successivamente.

Una buona pratica da farsi dopo il Kriya proper (e anche dopo l'eventuale
Jyoti Mudra) è la tecnica Hong So.
Dopo il Kriya proper puoi utilizzare la tecnica Hong So, praticandola nella
spina dorsale.

a) Mentre stai osservando il respiro, non permettere mai di stabilire un


ritmo nel canto mentale di Hong So. Se, cantando mentalmente questo
Mantra, tu segui un ritmo, questo ritmo non si calmerà mai. La tua mente
non potrà mai portarti nello stato di respiro calmo. Non permettere quindi
che il ritmo implacabile della litania: ''Hong So, Hong So, Hong So, Hong
So...'' prosegua all'infinito, implacabile come lo sferragliare ripetitivo delle
ruote d'acciaio di un treno.

Se il corpo si trova nella condizione fisiologica di rimanere senza respirare


per dei lunghi momenti, il ritmo non deve far sì che il processo di inspirare
ed espirare continui imperterrito. Se non permetti alle pause di esistere,
esse non esisteranno MAI! Non ti renderai mai conto di essere nella
condizione di poter vivere l'esperienza liberante dello stato di assenza di
respiro.

Devi essere fortemente consapevole di ciascuna pausa. Devi accettarla,


rispettarla, immergerti in essa. Devi gioire della bellezza di essa, non
importa se dura pochissimo!

b) Attenzione però, la pausa dopo la inspirazione è diversa da quella dopo


la espirazione. Nella respirazione normale, quella che tu non osservi, quella
in cui non ti sei immedesimato, c'è la tendenza ad espirare subito dopo la
inspirazione. Inspirando la cassa toracica si dilata, anche se di pochissimo,
e quindi, c'è una forza elastica, non importa quanto sia piccola, che tende
ad essere liberata immediatamente alla fine della inspirazione. Praticare
bene la tecnica Hong So significa allora non permettere che il riflesso
naturale di espirare non appena la inspirazione è completata, renda
impossibile una (seppur brevissima) pausa. Quindi, dopo la inspirazione è
necessario attendere con dolcezza e senza alcuna forzatura, che appaia

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naturalmente l'impulso di espirare. Questo impulso devi proprio sentirlo. È
qui che tante persone non capiscono. Credono che dire loro di attendere tal
impulso significhi controllare il respiro e quindi venire meno al principale
comando cui obbedisce che pratica la tecnica Hong So: non controllare il
respiro, lasciarlo naturale. Noi diciamo solamente che la pausa deve poter
avvenire. Non dobbiamo annientare in partenza tale possibilità.
Ovviamente quando appare l'impulso di espirare, si espira.

c) Visualizza il tuo respiro che sale e scende nella spina con Hoooong e
Soooo. Nessun controllo – il respiro è libero. Puoi andare avanti in questo
modo per alcuni minuti, poi, quando il respiro è così breve che la
procedura sembra scomparire e divenire un nulla, cerca di sentire questo
breve respiro avvenire in ciascun Chakra. Un respiro breve, quasi
invisibile, avviene nel Muladhara e viene fuso con in dolce canto di Hong e
So. Questo respiro è come una pacifica vibrazione in una mente silenziosa.
Allora poni la tua concentrazione sul secondo Chakra: qui avviene un altro
respiro, poi un altro respiro avviene nel terzo Chakra … e così via … in su
e in giù lungo la spina dorsale... finchè non cè più respiro.

Se pratichi in questo modo, un "circolo virtuoso" tra questa crescente


calma interiore e la ridotta necessità di ossigeno incomincia. Questo
conduce ad un straordinario risultato anche per coloro che pensano di
essere soltanto dei principianti pasticcioni. Stai volando lungo il tunnel
spinale verso uno stato di paradisiaca tranquillità. Col tempo realizzerai la
verità contenta nelle parole di un grande discepolo di PY: ''Ho imparato a
vivere di gioia interiore.'' (J.J.Lynn)

Una nota sulla tecnica di meditazione Om


Contrariamente a quello che alcuni pensano, la tecnica di meditazione Om
funziona. Funziona se tu la pratichi come è insegnata: nella posizione
raccomandata, con il poggia gomiti, chiudendo le orecchie come insegnato,
senza stoppini per chiudere le orecchie, cantando mentalmente Om, Om,
Om.... per tempi il più possibile lunghi, con impegno totale di ascolto inter

Spesso le mani si intorpidiscono e non le si sente più: quello è il momento


di procedere imperterriti. Di solito non si nota il momento esatto quando
incomincia l'ascolto dei suoni interiori. L'esperienza è questa: a un certo
momento tu realizzi che li stai ascoltando già da un certo tempo e,
semplicemente, non si sa come, non te ne eri accorto. Io credo che la cosa
si spieghi col fatto che I suoni interiori infatti non appaiono quando la
mente continua a lavorare col pensiero, ma solo quando essa è
perfettamente vuota, persino vuota della coscienza dell'io, ovvero anche del

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fatto di star eseguendo una certa tecnica Yoga. Quando raggiungi il vuoto
totale (ad alcuni questo appare come l'essere entrati in uno stato simile al
sonno), quando la ripetizione del Mantra ha prodotto una trasformazione,
allora vieni sorpreso dai suoni interiori e dolcemente ne divieni
consapevole.

Grandi esperienze interiori nascono da questa pratica. Ma è necessario


dedicare a questa tecnica il tempo necessario che essa richiede. Dopo la
tecnica Om nessun'altra procedura dovrebbe seguire.

[II] AGGIUNGERE GRADUALMENTE IL TERZO KRIYA DI PY

Pratica preliminare
La pratica del Kriya che abbiamo descritto abbinato alla procedura di Hong
So è la migliore preparazione per il Terzo Kriya. Attraverso quella routine si
apprende l'arte di produrre un respiro che è lungo e profondo, ma allo
stesso tempo SPONTANEO.

Quello che scrivo sembra illogico. Provo ad esprimere questo concetto in


altro modo: la lezione del Kriya proper e la lezione di Hong So si fondono
insieme. Nel Terzo Kriya si ha bisogno di utilizzare un respiro in cui non
c'è traccia di violenza. Non c'è possibilità di forzare questo evento perché il
Terzo Kriya è veramente un evento, non è qualcosa che tu fai, che produci
con la tua abilità. Il Terzo Kriya avviene nel Sushumna. ''Avviene''.. questo
è il punto! Solo un tale respiro in cui rispetti la pausa naturale dopo ogni
inspirazione ha il potere di guidare la tua coscienza nel Kutastha.

Utilizza un respiro naturale attraverso il naso. Ora, in questa pratica


preliminare per il Terzo Kriya, evita la pratica del Thokar (i movimenti
della testa.) Questa prima pratica deve avvenire nell'immobilità. Il tuo
scopo è quello di far sì che la tua coscienza si muova lungo il tunnel
spinale. L'abilità che hai raggiunto dopo di mesi o anni di Kriya proper è
utilizzata nel guidare la tua consapevolezza e Prana nel primo Chakra, poi
nel secondo... e così via …. Chakra dopo Chakra, fino al Kutastha e poi,
ritornando indietro, fino al Muladhara. Questo deve avvenire in uno stato
d'immobilità assoluta, ripetendo mentalmente le 12 sillabe del Mantra
tipico dei Kriya superiori di Lahiri Mahasaya. Il respiro è calmo,
impercettibile. Una micro pausa avviene in ciascun Chakra. Durante ogni
micro pausa ti rendi conto che c'è una forza nata nella regione addominale
che te permette di muovere il Prana. Durante questa pratica, sei in uno
stato di grande pace. Se il respiro diventa ''troppo calmo, impercettibile'',
questa non è un'indicazione che stai praticando in modo errato. No, è un
segno che la tua pratica è corretta.

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Puoi gradualmente aumentare il numero delle ripetizioni. Cerca di
rispettare il seguente piano: incomincia con la pratica di 25 ripetizioni, una
volta al giorno, per due settimane. Poi 50 ripetizioni al giorno per altre due
settimane. Poi 75 ripetizioni al giorno per altre due settimane... poi 100... e
così via, aumentando di 25 in 25 finché pratichi 200 ripetizioni al giorno
per due settimane. E poi? Poi sei pronto per la reale procedura del Terzo
Kriya. Intendo dire che nello stato di coscienza in cui ti trovi puoi utilizzare
la procedura del Thokar.

Seconda routine incrementale


Adesso sei pronto a trarre il meglio dalla tecnica completa – ''Completo''
significa: come da lezioni scritte. Come promesso, non descrivo la
procedura del Thokar. Scrivo (in questo capitolo) per persone che hanno già
ricevuto l'iniziazione. Durante questo seguente sforzo sottile incomincia
con la pratica del Kriya proper e poi la tua intuizione nata dalla
meditazione ti guiderà a far sì che il Terzo Kriya corretto avvenga nella tua
vita.

Comincia di nuovo con 25 ripetizioni della procedura completa. Il tuo


respiro è molto, molto sottile. Ti accorgerai che la corrente nella spina
dorsale inizia a muoversi spontaneamente. Sii concentrato, ma non forzare
il processo di sollevare l'energia durante la inspirazione e lascia spostarsi
pianamente giù durante espirazione.

Il piano incrementale è lo stesso: 25 ripetizioni della tecnica ogni giorno,


una volta al giorno, durante due settimane. Allora 50 ripetizioni al giorno
durante due altre settimane.... 75 …. 100... 125 …... 150... 175 ….200
durante due settimane! Il potere che questo piano può mettere in
movimento è indescrivibile.

Sfortunatamente se uno non ha il coraggio per vincere le 12 ripetizioni


prescritte di Terzo Kriya, mai realizzerà il potere contenuto in questa
tecnica! Aumenti perciò il numero di ripetizioni, aumento senza paura e
concluda la tua routine provando ulteriormente a calmare il respiro e
raggiungere lo stato senza respiro. Fai movimenti della testa inmodo molto
delicato onde evitare di mettere stressare le vertebre cervicali!

Che possiamo dire sul Quarto Kriya?


Come sai, la tecnica è la stesso del Terzo Kriya. C'è solo questo processo
lungo di trattenere il respiro e ripetere i movimenti principali.
Purtroppo molti del nostro gruppo dopo aver ricevuto Terzo e Quarto Kriya
di PY, non sono stati capaci di resistere alla tentazione di provare il Quarto

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Kriya immediatamente – «se conduce al Samadhi, perché non provarlo
adesso»? Dopo circa 15 - 20 rotazioni, il Kumbhaka è diventato stressante.
Invece di rinunciare, un paio di volte lo stesso tentativo, mentre il disagio è
aumentato mentre un sentimento di nausea o capogiro comincia a lanciare i
suoi segnali d'allarme. Alla fine ci siamo fermati, sconfitti. Quanto
ottenemmo fu zero, meno che zero! Non solo non avevamo ottenuto la più
lieve traccia di Samadhi, ma avevamo perso il tranquillo stato iniziale.

Adesso, dopo tutto il lavoro fatto, sperimenterete il Quarto Kriya in un


modo più comodo... Qui posso condividere solo una considerazione
comune che tutti i kriyabans con cui ho parlato si mettono d'accordo.

In una routine in cui tu sperimenti questo Quarto Kriya, immediatamente


dopo la pratica, goditi alcune rotazioni del Terzo Kriya e alcune rotazioni'
del Kriya proper. Pratichi finché non senti calma, poi concentrati, per molto
tempo, sul Chakra del cuore.

Adesso ci siamo familiarizzati col Primo, Terzo, e Quarto Kriya di PY. La


tendenza è quella di rinunciare all'uso del processo di respirazione e
lavorare solo con la pura consapevolezza. Il nostro respiro è diventato
quasi evanescente. Il lavoro che stiamo per fare avviene apparentemente
nella spina dorsale, in realtà avviene nel Kutastha. Il Kutastha ha diversi
strati diversi, come una cipolla. Cominciamo come divenire consapevoli di
questo strato esterno che è... il Chakra Muladhara!

Certamente continueremo a fare quello che abbiamo fatto per molto tempo,
vale a dire spostandoci dentro il tunnel spinale. Tuttavia adesso la nostra
intuizione cadrà in linea con un nuovo modo di concepire la realtà della
spina dorsale.

Ci concentreremo su Muladhara e scopriremo che siamo nel Kutastha, poi


ci concentreremo su Swadhisthana e ci renderemo conto che siamo nel
Kutastha ma in una dimensione più sottile, lo stesso avverrà con
Manipura... a un certo punto che saremo davanti alla stella bianca in
Kutastha..

Spostando il focus della concentrazione da Chakra a Chakra, raffineremo


la nostra sintonia con vibrazioni più sottili.

Attraverso gli strumenti del Terzo e Quarto Kriya abbiamo sciolto la


maggior parte parte del sottile ostacolo del Chakra cardiaco (Hridaya
Granti Ved.)

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Il Secondo Kriya di PY è la conclusione della fase lunga del nostro sentiero
dove il Pranayama è arricchito dai Bandha e dalla grande stimolazione che
avviene attraverso la procedura del Thokar.

Nel Secondo Kriya di PY forziamo la nostra concentrazione su ciascun


Chakra finché l'essenza di ciascuno di essi non viene rivelata. Dire che
incontreremo l'essenza dei Chakra significa che incontreremo anche
l'essenza di Tattwa (i cinque elementi.) Infatti i primi cinque Chakra
presiedono ai 5 elementi: terra, acqua, fuoco, aria, etere. Uno può pensare
che questa sia solo filosofia indiana. Bene, quello che avverrà nella nostra
esperienza è toccare, il sentire, realizzare questi cinque elementi.

In Kriya, sottili esperienze avvengono, e quello che accade è descritto


molto bene da PY nel suo corso per corrispondenza. Egli spiega molto
chiaramente i cambiamenti fisici che avvengono nei nostri corpi a seconda
della predominanza nella nostra coscienza di un Tattwa. Egli descrive
particolari schemi del flusso del respiro attraverso le narici, differenti
sapori diversi che percepiamo nella nostra bocca....

Certamente, è difficile da percepire l'essenza dei cinque elementi; è una


procedura che perfino nella letteratura esoterica è raramente e cautamente
menzionata.

Il Secondo Kriya di Yogananda aiuta ad ascoltare i suoni interni durante la


pratica del Kriya Proper. Alcune ''forti''esperienze avvengono nella spina
dorsale, particolarmente se uno si distene immediatamente dopo la pratica.
Ciascuna ''esperienza'' dà una tal intensità di devozione che uno è sorpreso
scoprirlo nella sua propria vita.

Il Primo e il Secondo Kriya tendono a fondersi insieme.

Essendo in sintonia con la vibrazione Om, un senso di vastità pervade la


nostra coscienza. La vibrazione Om prenderà un tono leggermente diverso
in ogni Chakra. Il Kriya Pranayama allora darà una sensazione di volo
attraverso regioni diverse di un cielo interiore.

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