Kriya Yoga - Metodologia e Tecniche (IMPORTANTE)
Kriya Yoga - Metodologia e Tecniche (IMPORTANTE)
Kriya Yoga - Metodologia e Tecniche (IMPORTANTE)
Importante
Le tecniche qui descritte sono esposte solamente per motivi di studio, per servire
come raffronto col lavoro di altri ricercatori. Da questa condivisione spero derivi
un feedback intelligente. Osservazioni, critiche, correzioni e aggiunte saranno
ben ricevute. Prima di cominciare a porvi tutte le domande più strane possibili e
immaginabili, leggete completamente la Parte II e III di questo libro in modo da
avere una completa visione della materia. Scoprirete che molte domande trovano
risposta man mano che proseguite con la lettura.
Tengo a precisare che questo libro non è un manuale di Kriya Yoga! Forse
in futuro ne scriverò uno e allora affronterò il problema di come dividere l'intero
argomento in diverse lezioni cercando, per ciascuna fase d’apprendimento, di
fornire tutti i consigli necessari. In ogni caso, certe tecniche non possono essere
apprese leggendo un manuale. Ci sono tecniche delicate come per esempio il
Maha Mudra, il Kriya Pranayama, il Thokar, lo Yoni Mudra che è impensabile
apprendere senza l'aiuto di un esperto che controlli la loro esecuzione. Ogni
persona è diversa e nessuno può dire a priori quali saranno gli effetti di una
determinata tecnica, soprattutto se praticata in dosi consistenti.
L'autore non si assume alcuna responsabilità nel caso di risultati negativi,
particolarmente nel caso in cui uno decida di praticare le tecniche senza aver
cercato la supervisione di un esperto. Coloro che intendono portare avanti questa
pratica dovrebbero farlo con il dovuto senso del sacro e la consapevolezza della
ricchezza che essa potrà portare nella loro vita. Sebbene ognuno ha il diritto e il
dovere di controllare il suo destino, garantirsi il consiglio o la guida di un esperto
è indispensabile.
1
Mi propongo di migliorare continuamente la spiegazione delle tecniche che seguono.
Potete visitare almeno una volta all'anno il sito www.kriyayogainfo.net per controllare
se ci sono dei raffinamenti nella spiegazione delle tecniche.
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CAPITOLO 6
IL KRIYA YOGA DI LAHIRI MAHASAYA – PRIMA PARTE
INTRODUZIONE
Le tecniche del Kriya Yoga sono spiegate nella seconda parte e nella terza
parte di questo libro. Altri argomenti interessanti come il valore della
Preghiera Devozionale o il Kriya delle cellule sono affrontati nella quarta
parte del libro.
La seconda parte del libro è dedicata alle persone curiose di conoscere tutti
i particolari del Kriya originale di Lahiri Mahasaya e di quello di Swami
Hariharananda.
Nel capitolo 6 viene introdotta la tecnica base del Kriya Pranayama. Nel
capitolo 7 trovi la descrizione di tutte le tecniche che tradizionalmente
vengono insegnate con il Primo Kriya. Nel capitolo 8 introduciamo il
Secondo, Terzo e Quarto Kriya. Questi Kriya, nel loro complesso, sono
l'arte del Thokar. Nel capitolo 9 introduciamo il Quinto e il Sesto Kriya.
Essi descrivono l'arte del Movimento Tribhangamurari.
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Capitolo 12
Questa è la terza parte del libro. Contiene quello che io giudico essenziale.
A mio avviso un principiante autodidatta potrebbe incominciare il suo
Kriya da qui.
Questa parte prevede 8 routine essenziali da padroneggiarsi in un paio di
anni. Tale principiante si troverà ad affrontare anzitutto la tecnica di Kriya
Pranayama come insegnata da Sri Mukherjee. Questa tecnica non è
difficile da apprendere. Abbinata a 4 tecniche che non appartengono al
Kriya Yoga classico e che vengono fornite sempre in questo capitolo,
garantisce un risultato fantastico.
Primo livello
Il primo livello di questo Kriya è basato sulla tecnica del Kriya
Pranayama. Normalmente ogni sessione si apre con una breve
preparazione e termina con una fase che molti chiamano "Meditazione",
ma sarebbe più corretto chiamare "Pratyahara" che significa "ritiro dei
sensi". Dopo questa fase di transizione, un kriyaban si apre ad una
dimensione che è oltre la mente.
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Secondo livello
In questo livello consideriamo un lavoro molto sottile sui Chakra e un forte
lavoro sul Chakra del cuore. Per quanto riguarda i Chakra, il nostro dovere
non è solo quello di risvegliarli ma andare oltre essi. Questo è il vero
significato del Secondo Livello. Useremo il potere del Thokar che è diretto
verso il Chakra del cuore – questo avverrà anche nel Terzo livello ma in
dimensioni più intense.
Nel Secondo Livello, la pressione mentale del Prana su ciascun
Chakra diventa più forte. Una trasformazione positiva si nota nella pratica
del Kriya Pranayama che diventa più solido.
Terzo livello
Il Terzo Livello del Kriya è dedicato alla pratica del Thokar usando un
lungo Kumbhaka (trattenimento del respiro). Qui un kriyaban esercita
un'azione molto grande sul Chakra del cuore. Sapendo che il cuore è il
luogo nel corpo in cui le tradizioni dicono che risiede il Sé immortale,
alcune scuole del Kriya considerano questo come il livello finale del Kriya.
Non conoscono altri livelli di Kriya.
Non c'è dubbio che attraverso un grande, lungo lavoro con questo
Terzo Livello del Kriya non è necessaria altra tecnica. C'è una forte
connessione tra il Chakra del cuore e Kutastha. Il punto luminoso (Bindu)
che appare nel Chakra del cuore durante la pratica del Terzo livello del
Kriya è la stessa realtà che appare come una stella bianca nel centro di
Kutastha. Entrare nella stella del Kutastha attraversando il cosiddetto
"tunnel dell'eternità" o entrare in uno stato profondo di estasi che si
esprime come la "contemplazione della luce increata nel cuore"
(espressioni tipiche degli esicasti) incarnano il stesso evento.
Quarto livello
Vuoi migliorare al massimo la pratica del Kriya Pranayama, mentre le
conquiste riguardanti il Chakra del cuore rimangono inalterate? Allora devi
praticare il Quarto Livello del Kriya dove il Thokar è applicato su tutti i
Chakra.
È stato detto che se si crea un grande impatto sul Muladhara
Chakra, Kundalini si alza e attraversa il centro del cuore portando le sue
potenzialità alla massima espansione. In questo stato il nostro respiro è
totalmente interiorizzato, quindi il Kriya Pranayama è praticato in uno
stato molto simile allo stato senza respiro. Questo deve essere tenuto
presente quando affrontiamo la misteriosa realtà del Macro Movimento
Tribhangamurari
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Un altro modo di considerare il Quarto livello
Parte I: Macro Tribhangamurari
In questo livello, coloro che accettano l'insegnamento di Satya Charan
Lahiri (uno dei nipoti di Lahiri Mahasaya) focalizzano la loro attenzione su
un flusso energetico discendente che si sposta verso il Muladhara, ma che
rimane fuori dalla colonna vertebrale. Ciò che accade percependo tale
corrente è difficile da esprimere perché non abbiamo parole per descrivere
una realtà che è al di là della mente. Questo livello è un procedimento che
è una derivazione del livello precedente ma sembra appartenere ad un'altro
mondo.
Primo livello
Questo è lo stadio in cui, principalmente attraverso semplici procedure (tra
cui un grande ruolo viene dato ai Piegamenti e al Maha Mudra), un
kriyaban riesce a percepire i suoni astrali, la luce e una sensazione di
movimento all'interno di ciascun Chakra, contemporaneamente le
percezioni del mondo esterno diminuiscono di potere. Attraverso la
ripetizione quotidiana di questa forma di meditazione, i kriyaban entrano
nel canale di Sushumna approfondendo il loro contatto con la realtà Omkar.
Secondo livello
Questo livello è più misterioso, perché in esso dissolviamo gli ostacoli
rappresentati dai Tattwa (cinque elementi). Facendo riferimento alla ben
nota teoria dei cinque elementi, comprendiamo che il nostro dovere è di
dissolvere la realtà ingannevole che è alla base . Dobbiamo raggiungere la
consapevolezza che ogni aspetto della realtà fisica è costituito da un'unica
sostanza: la Luce spirituale. I cinque Tattwa (terra, acqua, fuoco, aria,
etere) sono un'illusione.
Lavorando con questo ideale ben stampato nella mente, un kriyaban
guida il Prana dal corpo verso la colonna vertebrale e all'interno della
colonna vertebrale. Attraverso l'aiuto della concentrazione, utilizzando
anche uno strumento particolare come la ripetizione delle lettere
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dell'alfabeto sanscrito sui "petali" dei Chakra e su diverse parti del corpo, il
Prana viene risucchiato nella parte superiore della testa. Un kriyaban gode
di uno stato estatico ed è pronto per l'ultimo lavoro che avviene in una
nuova dimensione che ha la sua sede nella parte superiore del cervello e
sopra di esso.
Terzo livello
In questo livello viene iniziato un lavoro per pacificare il Prana nella
corona della testa. Alcuni movimenti della testa sono ancora necessari.
Quarto livello
In questo livello, viene stabilita l'immobilità in tutto il corpo, compresa la
testa. Una profonda concentrazione, che gradualmente diventa senza
sforzo, avviene nelle cinque parti della nostra testa: frontale, sinistra,
posteriore, destra e in un centro che si trova sotto la Fontanelle.
Gradatamente la mente si lascia calmare perfettamente e da questo nasce lo
stato estatico.
Quinto livello
Il kriyaban viene istruito su come raggiungere lo stato di perfetta assenza
di respiro. La consapevolezza di un kriyaban non è solo sul Prana calmo
che si trova in cima alla testa, ma anche sul corpo. Viene rivelato un nuovo
centro sopra il Sahasrara. La mente che è persa nella Luce divina, sopra
Sahasrara, scende gradualmente nel Cervelletto.
Sesto livello
Ci sono due modi per descrivere questo livello. Uno è dire che
raggiungiamo il Brahma Randra che è l'aspetto più sottile di Bindu – un
luogo che si trova al di là del tempo e dello spazio. Un altro modo è dire
che noi raggiungiamo la dimora della Luce spirituale che si trova nella
ghiandola pineale.
Conclusione
Nel Kriya di Lahiri Mahasaya lavoriamo per portare la Luce dello Spirito
in tutte le parti del nostro essere. Ogni Chakra è risvegliato, ogni Chakra è
considerato spirituale.
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C'è la tendenza a spostare il centro della nostra consapevolezza nelle
regioni più alte della dimensione astrale.
Questa frase è la sintesi del Kriya di Lahiri Mahasaya con le sue diverse
fasi. Dopo aver ottenuto la perfezione nel Pranayama è possibile ottenere il
frutto del Thokar. La porta infine si apre e ... '' la mente si rattrista vedendo
la sofferenza negli altri''. La promessa di Lahiri Mahasaya è di diventare
una cosa sola con l'umanità [Non puoi diventare UNO se non senti la
sofferenza negli altri esseri umani.]
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ANATOMIA SPIRITUALE
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cuore) è nella regione dorsale; la sua sede può essere individuata
avvicinando le scapole e concentrandosi sui muscoli tesi tra di esse. Il
quinto Chakra, Vishuddha, si trova dove il collo si unisce alle spalle. La
sua sede può essere individuata oscillando la testa lateralmente,
mantenendo il busto ben fermo, concentrandoci sul punto dove si
percepisce un particolare suono come di un qualcosa che viene macinato.
Muovendosi dalla sede del Medulla verso il punto tra le sopracciglia non è
difficile percepire la sede di Ajna Chakra: si oscilla la testa lateralmente
(alcuni centimetri a sinistra e poi a destra) cercando di percepire un
qualcosa che collega le due tempie. La sede di Ajna Chakra viene
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individuata concentrando l'attenzione presso il punto di intersezione di due
linee ideali: quella che collega la sede di Medulla con il punto tra le
sopracciglia e quella che collega le due tempie.
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● Posizione adatta alla meditazione
Ci si siede rivolti ad Oriente. Secondo Patanjali, la posizione dello Yogi
(Asana) deve essere stabile e comoda.
101
Shambhavi Mudra, questa posizione crea una condizione energica nel
corpo adatta a produrre l'esperienza della luce interna che proviene da
ciascun Chakra. Essa aiuta a mantenere il torso eretto quando, con il
raggiungimento del profondo Pratyahara, esso tende a piegarsi o a cadere.
Sedere in Padmasana (posizione del loto) è incomodo per un principiante,
le ginocchia e le caviglie danno un dolore intenso. Personalmente, non
consiglio a nessuno di eseguire questa difficile posizione. Ci sono yogi che
hanno dovuto farsi togliere la cartilagine dalle ginocchia dopo che per anni
avevano imposto alle loro membra la posizione Padmasana.
KRIYA PRANAYAMA
2
Il suono della inspirazione è simile a quello prodotto da un altoparlante che trasmette
un rumore di fondo amplificato – un tranquillo schhhh… /ʃ/. C'è solo un leggero
sibilo durante la espirazione. La perfezione del suono verrà raggiunta con la pratica
del Kechari Mudra. Il suono della inspirazione diverrà molto sottile mentre il suono
della espirazione sarà come quello di un flauto, Shiii Shiii.
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un rosario] o le dita. Per incominciare pratica 24 respiri. Col tempo
aumenterai di 12 in 12.
3
La letteratura di riferimento dice che un Kriya Pranayama perfetto prevede che si
facciano 80 respiri in un'ora – circa 45 secondi per respiro. Un principiante è ben
lontano dal raggiungere un tale ritmo. Per un principiante se ciascun respiro dura 20
secondi, questo significa che la pratica è molto buona.
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Raffinando questa esperienza – divenendo più consapevole del movimento
dell’ombelico verso l’interno e dell'azione dei muscoli del diaframma –
sentirai un sensazione di gioia che aumenta.
Coloro che non sono capaci di sentire alcun suono interiore, non
dovrebbero concludere che qualche cosa non va. Molto probabilmente
godranno del loro sforzo entro un paio di settimane. Un segnale che uno si
sta muovendo verso la direzione corretta è un senso di mite pressione,
come una pace liquida sopra o intorno alla testa spesso accompagnato da
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un certo ronzio nella regione occipitale.
La pratica sembra avere una vita sua propria. A un certo momento avrai
l'impressione di attraversare uno stato mentale che assomiglia
all'addormentarsi per poi riacquistare improvvisamente la piena
consapevolezza, scoprendo di star nuotando nella luce spirituale. È come
quando un aereo emerge dalle nubi nel chiaro cielo trasparente.
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NOTA IMPORTANTE
Varie descrizioni della tecnica centrale del Kriya Pranayama sono realmente
diverse una dall'altra?
Ce ne è una che può dirsi vera, mentre altre sarebbero delle deformazioni, delle
non opportune modifiche?
È corretto dire che la tecnica del Kriya Pranayama spiegata nei capitoli 6 e 7 è
quella di Lahiri Mahasaya e quindi l'unica corretta?
La verità è che anche questa versione (così vicina alla parole di Lahiri Mahasaya)
è comunque una PREPARAZIONE!
Ora chiariamo bene un fatto: ciascuna di queste versioni non è altro che un
metodi di lavoro per arrivare un giorno ad un Kriya Pranayama che avvenga con
un respiro praticamente inesistente che che sia in se stesso una esperienza di
estasi. Che rappresenti quindi il compimento, la realizzazione del concetto stesso
di Pranayama.
Ho sentito di una scuola che parlava dello ''Stato tipico del Kriya.''
Probabilmente si riferiva ad uno stato di coscienza caratterizzato dalla assenza di
respiro. Ecco, riflettendo su questo stato si può cominciare a capire che ogni
versione del Kriya Pranayama deve portare direttamente, senza perdite di tempo,
a questo stato.
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CAPITOLO 7
IL KRIYA YOGA DI LAHIRI MAHASAYA – SECONDA PARTE
(Completamento della spiegazione della routine relativa al Primo
Kriya)
MAHA MUDRA
Utilizza un tappeto posto sul pavimento per praticare la seguente
procedura. Piega la gamba sinistra sotto il corpo in modo tale che il tallone
sinistro sia il più possibile vicino al perineo; la gamba destra è estesa in
avanti. Inspira profondamente, senti l'energia che sale nella testa. Trattieni
il respiro, piegati in avanti (in maniera molto rilassata) in modo di poter
afferrare le dita del piede destro con entrambe le mani, tirale gentilmente
un po' indietro. In questa posizione ben distesa (tipica dello stretching), il
mento è premuto sul petto in modo naturale. La base della spina dorsale è
contratta. Se possibile, i muscoli addominali sono leggermente tirati in
dentro. Il Mantra Om è cantato mentalmente nel punto tra le sopracciglia
da 6 a 12 volte. Ancora trattenendo il respiro, ritorna alla posizione iniziale
e con una lunga espirazione, visualizza l'energia tiepida che scende alla
base della spina dorsale.
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Fig. 2. Maha Mudra
Nota 1
Questo Mudra deve riuscire facilmente, uno non deve farsi male! Molti
non riescono a tenere la gamba diritta: in questa situazione, è importante
che la gamba distesa sia un po’ piegata al ginocchio in modo che la
posizione sia confortevole!
Nota 2
Le scuole più serie di Kriya raccomandano che per ogni 12 Kriya
Pranayama, venga eseguito un Maha Mudra – fermo restando il fatto che
tre è il numero minimo. (Tanto per capirci chi pratica 60 Kriya Pranayama
dovrebbe praticare per cinque volte il Maha Mudra, mentre chi ne pratica
12 o 24 dovrebbe praticarne tre.) Purtroppo, avendo ascoltato vari
kriyaban, posso affermare che è un miracolo trovarne uno che pratica le tre
ripetizioni previste. Ci sono persone che s’illudono di praticare
correttamente il Kriya senza mai praticare neanche un solo Maha Mudra! È
chiaro che, privandosi permanentemente di esso e vivendo una vita
sedentaria, la spina dorsale diviene meno elastica. Col passare degli anni le
condizioni peggiorano e diviene quasi impossibile mantenere per più di
alcuni minuti la posizione corretta di meditazione – ecco perché il Maha
Mudra è così importante per un kriyaban.
Effetti
Il Maha Mudra contiene tutti i tre Bandha. Applicati simultaneamente con
il corpo piegato in avanti, senza usare una eccessiva contrazione, essi
aiutano ad essere consapevoli di entrambe le estremità del Sushumna e
producono la sensazione di una corrente energetica che si muove in alto
nella spina dorsale. Col tempo è possibile percepire l'intera Sushumna
come un canale raggiante. Ci sono resoconti di yogi che hanno raggiunto
esperienze fantastiche usando solo questa tecnica. Secondo quando dicono,
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la percezione di Sushumna è aumentata enormemente. Ci sono kriyaban
che hanno accantonato tutti gli altri Kriya e stanno praticando 144 Maha
Mudra al giorno divisi in due sessioni. Essi considerano il Maha Mudra la
tecnica più utile di tutto il Kriya Yoga.
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cantato circa 25 volte nel terzo Chakra Manipura. Questo è un Navi Kriya.
Pratica quattro Navi Kriya.
Come praticare. Abbassa il mento sulla cavità della gola. Fai una breve
inspirazione (due secondi al massimo, senza concentrarti nulla in
particolare), seguita da una lunga espirazione durante la quale percepisci
l’energia che scende dalla fronte lungo un sentiero esterno al corpo, si
muove verso l’ombelico, lo attraversa e raggiunge il Dantian. Durante
questa lunga espirazione, Om è cantato mentalmente, rapidamente, da 10 a
15 volte, seguendo la discesa dell’energia lungo il percorso. Dopo una
breve sosta nel Dantian, la testa ritorna nella posizione normale.
110
dalla zona occipitale e si muove (esternamente al corpo) giù verso la
cintura dove si piega, passa attraverso il terzo Chakra Manipura e si
muove verso il Dantian. La procedura è ripetuta allo stesso modo sul lato
destro.
Fig. 3. Variante importante del Navi Kriya: l'energia entra nel Dantian lungo
quattro direzioni
111
Fig. 4. Navi Kriya
YONI MUDRA
Dopo una profonda inspirazione, avendo guidato l’energia nella parte
centrale della testa, chiudi gli orecchi con i pollici, le palpebre con gli
indici, le narici con i medi, le labbra con l’anulare e il mignolo. Trattieni il
respiro ripetendo mentalmente diverse volte Om ed osserva qualsivoglia
luce nel punto tra le sopracciglia. Trattieni il respiro finché ciò è
confortevole. I gomiti sono paralleli al suolo e puntano verso l'esterno. Non
lasciare che scendano per la fatica, sostenili in qualche modo, se
necessario.
Durante questa azione volta a percepire la luce, gli indici non devono
premere sugli occhi – questo sarebbe dannoso e di nessuna utilità! Puoi
tirare in giù le palpebre con gli indici e premere sulla parte superiore degli
zigomi. Quando ne senti la necessità, espira, scendendo con la
consapevolezza lungo la spina dorsale. Questo è lo Yoni Mudra che è
eseguito, normalmente, una volta sola.
112
Fig. 5. Yoni Mudra
Dopo lo Yoni Mudra, rimani concentrato fin quando ti è possibile nel punto
tra le sopracciglia cercando di percepire la luce del Kutastha. Poi apri gli
occhi e guarda quello che è di fronte a te senza focalizzarti su nulla in
particolare. Guarda senza guardare. Dopo un po' diventerai consapevole di
una sottile linea di luce bianca, ammorbidita, come un alone, attorno a tutti
gli oggetti. La luce diverrà progressivamente bianca e più grande. Evita di
pensare. Mantieni lo sguardo fisso. Dopo 5 minuti chiudi i tuoi occhi e
rimani fermo un poco prima di alzarti.
Alla fine di una moderata inspirazione (non la tipica del Kriya Pranayama,
ma una molto breve), chiudi fermamente tutte le aperture della testa tranne
le narici, lascia uscire una piccola quantità di aria, poi immediatamente
chiudi le narici. Rilassa i muscoli del torace come se tu volessi
incominciare una nuova inspirazione: ciò dà la sensazione che il respiro sia
divenuto calmo nella zona che va dalla gola al punto tra le sopracciglia. In
questa situazione, la concentrazione sul punto tra le sopracciglia e la
113
ripetizione di Om, può essere portata avanti abbastanza a lungo.
Osservazione
Alcuni dicono che questa tecnica si pratica solo di notte, come finale della
routine. In realtà lo si può praticare sempre! Nondimeno la tecnica è fatta
meglio nella calma profonda della notte, quando il silenzio è tutto attorno
ed uno è totalmente e perfettamente rilassato. Lo Yoni Mudra genera una
tale concentrazione di energia nel punto tra le sopracciglia che la qualità
del sonno seguente cambia per il meglio. In altre parole, dopo avere
attraversato gli strati del subconscio la consapevolezza può raggiungere il
cosiddetto stato di "Supercoscienza."
PRANAYAMA MENTALE
Questa è la parte più piacevole della routine. I Chakra sono come dei nodi
che possono essere sciolti se "toccati" con la concentrazione. Uno si sente
vasto e libero come il cielo e conosce la gioia senza forma. Pensare ad una
routine Kriya che non termini con una simile dolce azione, è come
immaginare un complesso musicale che salga sul palco, prepari tutti gli
strumenti, li accordi e poi abbandoni il palcoscenico!
114
grande serietà fino al punto in cui un profondo silenzio si stabilisce nella
coscienza. Proseguendo col sentiero Kriya, scoprirai che il ''Pranayama
mentale'' si trasformerà nel Secondo Kriya e infine diventerà la forma
suprema di Kriya Pranayama, quella che Lahiri Mahasaya chiamava
Uttam Pranayama (Pranayama eccellente.)
".... è difficile restare arrabbiati, quando c'è tanta bellezza nel mondo. A
volte è come se la vedessi tutta insieme, ed è troppo, il cuore mi si
riempie come un palloncino che sta per scoppiare... e poi mi ricordo di
rilassarmi, e smetto di cercare di tenermela stretta, e dopo scorre
attraverso di me come pioggia. E io non posso provare altro che
gratitudine per ogni singolo momento della mia stupida piccola vita.
(American Beauty, film; 1999) "
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DIGRESSIONE SUL KECHARI MUDRA
Kechari Mudra significa inserire la lingua nella cavità della faringe nasale.
Il Kriya Pranayama dovrebbe essere praticato con la lingua in tale
posizione. Dico ''dovrebbe'' perché non tutti riescono a praticare in tale
modo. [Nel prossimo capitolo illustreremo un metodo (Talabya Kriya) per
ottenere il Kechari Mudra.]
● Talabya Kriya
La lingua è rilassata, la punta tocca il lato interno dell'arcata superiore dei
denti. Ebbene, partendo da questa posizione, premi l'intero corpo della
lingua contro il palato superiore per creare un effetto ventosa. NON
VOLGERE LA LINGUA ALL'INDIETRO!
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Fig. 6. Parte più importante del Talabya Kriya
Nota
La tecnica del Talabya Kriya può essere arricchita massaggiando sia i
muscoli della lingua che il frenulo con le proprie dita. Lahiri Mahasaya era
assolutamente contrario al taglio del frenulo per ottenere risultati più veloci
e più facili. Nei testi di Hatha Yoga ci sono altri consigli per allungare il
frenulo. Uno molto noto è avvolgere un pezzo di tela attorno alla lingua e
con l'aiuto delle mani, tirare gentilmente (rilassando e ripetendo diverse
volte) la tela sia orizzontalmente che in su, verso la punta del naso.
Spero sia chiaro che Talabya Kriya e Kechari Mudra sono due pratiche
completamente diverse! Se tu apri la bocca davanti ad uno specchio
durante la prima parte del Talabya Kriya potrai vedere le parti concave che
si formano su ciascun lato del frenulo – esso appare isolato dal corpo della
lingua. Invece quando pratichi il Kechari Mudra, è l'ugola che viene in
avanti mentre la lingua rimane dietro essa.
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lingua si attacca al palato e la bocca è aperta, in quell'istante la frattura
energica tra il nostro corpo e la riserva di Prana statico localizzata nella
parte superiore della testa è momentaneamente guarita. Questo fatto ti
conduce facilmente nello stato meditativo. Anche dopo aver padroneggiato
il Kechari Mudra, il Talabya Kriya non dovrebbe mai essere messo da
parte in quanto esso crea un distinto effetto calmante sul processo di
formazione dei pensieri. Non è facile giustificare per quale motivo, agendo
sul frenulo, sia possibile riuscire a calmare il processo di formazione di
pensieri inutili. Sta di fatto che chiunque può osservare questo effetto.
Un giorno la punta della lingua entrerà per un breve tratto nella faringe
nasale. Probabilmente, non appena verranno tolte le dita che premono sulla
base della lingua, essa scivolerà subito fuori. Ma, dopo altri giorni di
esercizio, rimarrà come "intrappolata" in quella posizione.
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Fig. 7. Posizione della lingua quando uno entra nella faringe nasale
Dopo circa tre settimane che pratichi in tal modo, dovresti essere capace di
raggiungere la stessa posizione senza usare le dita. La lingua riuscirà ad
entrare da sola nella cavità naso faringea. Ci sarà sempre spazio in tale
cavità per inspirare ed espirare attraverso il naso.
La letteratura Kriya afferma che la lingua può anche essere spinta più in
alto. Come qualsiasi atlante d’anatomia può mostrare, la lingua, quando
riempie la faringe nasale, non può estendersi ulteriormente. Quella
affermazione dovrebbe essere perciò compresa come un cenno a quanto
una normale persona pensa che stia avvenendo. In effetti, estendendo la
lingua al massimo limite, è possibile sperimentare una grande forza di
attrazione verso il punto tra le sopracciglia, assieme alla sensazione di aver
raggiunto, con la punta della lingua una posizione più elevata.
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Dopo alcuni mesi di pratica costante e indomita, la punta della lingua
riuscirà a toccare il punto di confluenza del passaggio nasale entro la cavità
del palato. Il tessuto soffice sopra i fori nasali nella parte interna delle
narici è descritto nella letteratura Kriya come un' "ugola sopra l'ugola". La
punta della lingua tocca questa piccola zona e ci rimane "attaccata" in
modo confortevole.
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CAPITOLO 8
SECONDO KRIYA
(Inspirazione)
Moderatamente contrai i muscoli alla base della spina dorsale. Il mento è
abbassato sul petto. Inspira e nello stesso tempo solleva la consapevolezza
lungo la colonna spinale.
121
Le mani (con dita intrecciate) sono poste sopra l'area dell'ombelico come
per spingere la regione addominale verso l'alto, creando così una pressione
mentale sui primi tre Chakra. Questa pressione è perfezionata aggiungendo
la pratica di Uddiyana Bandha. Durante la inspirazione, solleva il mento
seguendo il movimento interiore del Prana; canta mentalmente Om in
ciascun Chakra. Oppure puoi cantare mentalmente le sillabe del Vasudeva
Mantra (Om Namo Bhagavate Vasudevaya.) La sillaba Om è posta nel
primo Chakra, Na nel secondo, Mo nel terzo, Bha nel quarto, Ga nel quinto
e Ba in Bindu. Trattieni il respiro.
(Trattenimento)
Muovi la testa a sinistra di alcuni millimetri, poi ritorna al centro col mento
leggermente in su. Senza fermarti gira la faccia verso destra. Il mento
scende un po' per avvicinarsi alla parte frontale della spalla destra. Non c'è
stress in questo movimento. Canta mentalmente ''Teee'' nella parte
superiore del polmone destro. Poi muovi lentamente la testa nella
posizione simmetrica ponendo mentalmente ''Va'' nella parte superiore del
polmone sinistro.
Dunque mentre Teee e Va sono vibrati in punti simmetrici fuori dalla
spina dorsale, precisamente nella parte superiore del polmone destro e
nella parte superiore del polmone sinistro, la sillaba ''Su'' è sempre vibrata
nel Chakra del cuore e comporta un preciso stimolo di tale Chakra.
Questo è il Thokar che utilizziamo nel Secondo Kriya. Alla sua
applicazione segue una breve pausa per sentirne l'effetto. È bene anche
intensificare per brevi istanti la pratica del Mula Bandha.
122
Fig.8 Secondo Kriya
La persona è vista da dietro
(Espirazione)
Espirando continua a intensificare l'energia nella zona del cuore. Ripeti
mentalmente De, Va, Ya, rimanendo con la coscienza nel quarto Chakra.
Ripeti la procedura almeno 12 volte. Chiudi la pratica col Pranayama
mentale.
Muovi la testa a sinistra di alcuni millimetri, poi ritorna al centro col mento
leggermente in su. Senza fermarti gira la faccia verso destra. Il mento
scende un po' per avvicinarsi alla parte frontale della spalla destra. Canta
mentalmente ''Teee'' nella parte superiore del polmone destro. Poi muovi
lentamente la testa nella posizione simmetrica ponendo mentalmente ''Va''
nella parte superiore del polmone sinistro. Vibra la sillaba Su nel Chakra
del cuore mentre dirigi (con un rapido movimento) il mento vicino al
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centro del tuo petto. Questo produce un forte stimolo (Thokar) sul Chakra
del cuore.
Non espirare, ripeti la procedura del ''Te Va Su''. ''Ripeti'' significa: solleva
il mento e concentrati per un istante sul Bindu dove hai vibrato la sesta
sillaba Ba, muovi la testa alcuni millimetri a sinistra, poi ritorna al centro
col mento leggermente in su. Senza fermarti gira la faccia verso
destra...vibra ''Teee'' nella parte superiore del polmone destro. Poi muovi la
testa nella posizione simmetrica ponendo mentalmente ''Va'' nella parte
superiore del polmone sinistro, poi pratica di nuovo il Thokar nel cuore
vibrando Su in esso.
Ora, fino a quando riuscirai a cantare mentalmente Te, Va, Su, Te, Va, Su,
Te, Va, Su … sempre trattenendo il respiro? Tre volte? … Dodici volte?
Soddisfare questa richiesta è di una difficoltà enorme. Preparati al fatto che
anche solo dopo 20-30 rotazioni sarai costretto a fermarti.
Forse che la soluzione sta nel muovere la testa più rapidamente? No, questo
sarebbe sciocco. Prova a capire il consiglio che ora ti spiego.
124
con un nuovo canto mentale di Te Va Su.
Osservazione
Il consiglio che ti ho dato sembra strano, ma se vai avanti con esso, un
giorno farai una bella scoperta: la strategia illustrata non sarà più
necessaria! Grazie all'effetto di questa pratica sui gangli nervosi che
regolano la frequenza cardiaca e respiratoria, la pratica avverrà in
condizioni sempre più ideali. Lo stato sperimentato sarà uno stato di
coscienza caratterizzato da un crescente senso di libertà dalle leggi fisiche.
Prima parte
Fai la pratica ''Te Va Su'' una volta colpendo il Chakra del cuore. Prosegui
trattenendo il respiro. Colpisci il terzo Chakra con la sillaba De – il
movimento della testa comincia dalla parte superiore del polmone sinistro.
Nello stesso modo colpisci il secondo Chakra con la sillaba Va. Nello
stesso modo colpisci il primo Chakra con la sillaba Ya. Espira. Ripeti la
procedura almeno 12 volte.
125
Fig.9 Quarto Kriya
Seconda parte
Quando scendi col Thokar nel Muladhara, solleva il tuo corpo con l'aiuto
delle mani (soltanto pochi millimetri) e poi lascia che le natiche tocchino il
sedile con un colpetto. Fai almeno tre colpetti. Assicurati che, mentre fai
questo, tu stai trattenendo il respiro! Espira, lentamente e profondamente.
Rilassa qualsiasi tensione, percepisci un sentimento estatico. Questo
dettaglio è molto importante: è un segnale che il Prana è entrato nella
spina dorsale e Kundalini inizia il suo viaggio verso l'alto. L'energia
mentale (non soltanto l'azione fisica) che tu poni in questo esercizio è un
fattore decisivo. Ripeti questo Kriya da 6 a 12 volte. Aspetta mesi prima di
aumentare.
126
Ora, dopo aver espirato, non fermarti, ma inspira molto, molto lentamente,
sentendo che stai veramente entrando nella spina dorsale. Sali il più
possibile, attraversando ciascun Chakra cercando di raggiungere la testa.
Proceda in grande delicatezza e sensibilità.
Il secondo punto consiste nel forzare l'energia del corpo nel Kutastha, alla
fine della routine. A tale scopo io raccomando la pratica di Gayatri Kriya.
Questa tecnica è esistita prima che Lahiri Mahasaya cominciasse la sua
missione di diffondere il Kriya. La sua struttura è ben nota in India ed è
considerata il modo più sottile di usare il Gayatri Mantra.
GAYATRI KRIYA
Il Gayatri Mantra è considerato essere il veicolo supremo per ottenere
l’illuminazione spirituale. La sua forma più pura è Tat Savitur Varenyam
Bhargho Devasya Dhimahi Dhiyo Yonaha Prachodayat. (Oh grande Luce
Spirituale che hai creato l'Universo noi meditiamo sulla Tua gloria. Sei
127
l'incarnazione della Conoscenza. Sei Cotu che elimina l'Ignoranza. Possa
Tu illuminare il nostro Intelletto e risvegliare la nostra Coscienza
Intuitiva.)
Questo Mantra è preceduto o da una breve o da una lunga
invocazione. L’invocazione breve è: Om Bhur, Om Bhuvah, Om Swaha. I
termini Bhur, Bhuvah, Swaha sono delle invocazioni per onorare i piani di
esistenza (fisico, astrale e causale) e rivolgersi alle divinità che presiedono
ad essi. La lunga invocazione è: Om Bhur, Om Bhuvah, Om Swaha, Om
Mahah, Om Janah, Om Tapah, Om Satyam. Quest’invocazione è più
completa in quanto riconosce che ci sono più livelli di esistenza: i sette
Loka. Mahah è il mondo mentale, il piano dell’equilibrio spirituale; Janah
è il mondo della pura conoscenza; Tapah è il mondo dell'intuizione;
Satyam è il mondo della Verità Assoluta, Finale. Possiamo essere
soddisfatti dalla spiegazione secondo la quale questi sono i sette suoni che
attivano i nostri Chakra e li mettono in contatto con i sette grandi regni
spirituali dell’esistenza. Nella nostra procedura usiamo l’invocazione lunga
ma non tutte le componenti del Gayatri Mantra. La tradizione Kriya che
stiamo qui seguendo associa al Manipura Om Mahah e all’Anahata Om
Swaha. Il motivo di ciò è da ricercarsi nel fatto che il mondo del pensiero,
evocato da Om Mahah s'addice più alla natura del terzo Chakra, mentre il
mondo causale delle idee pure, evocato da Om Swaha è in relazione con
Anahata Chakra.
Istruzione pratica
Diventa consapevole del Muladhara Chakra. Contrai i muscoli vicino
all'ubicazione fisica del Chakra – la contrazione può essere ripetuta due-tre
volte. Tramite un'inspirazione profonda (non necessariamente lunga come
nel Kriya Pranayama) visualizza il Chakra che sale nel punto tra le
sopracciglia, dove lo percepisci come una luna piena. Il Chakra non sale
''toccando'' gli altri Chakra. Questi ora non esistono. Trattieni il respiro e
concentrati sullo "spazio interno" tra le sopracciglia. Questo riesce facile
col Kechari Mudra. 4 Sullo schermo tra le sopracciglia avviene (man mano
che la concentrazione si approfondisce) una particolare esperienza di
colore che è diversa per ciascun Chakra. Canta mentalmente almeno tre
volte il Mantra specifico per il Muladhara Chakra: Om Bhur.
4
"Ke-chari" è letteralmente tradotto come "lo stato di coloro che volano nel cielo,
nell'etere." Un particolare "spazio" è creato nella regione tra la punta della lingua ed
il punto tra le sopracciglia ed è percepito come un "vuoto", sebbene non sia un vuoto
fisico. Immergendosi in questo spazio vuoto, è più facile per un kriyaban percepire i
ritmi di ciascun Chakra e distinguerli uno da un altro.
128
Infine, tramite una lunga espirazione, abbassa idealmente il Chakra dal
punto tra le sopracciglia alla sua sede nella spina dorsale. Ora sai cosa fare
per ciascuno degli altri Chakra.
Pratica evoluta
Col tempo è possibile ripetere mentalmente ''Om Bhur" 36 volte
trattenendo il respiro. Questo permette di entrare in sintonia con il Tattwa
della terra sperimentando la particolare ''vibrazione'' del Chakra
Muladhara.
Similmente, ripetendo il Mantra ''Om Bhuvah'' 36 volte sarà possibile
entrare in sintonia con il Tattwa dell'acqua che ha la sede nel secondo
Chakra.... poi sarà la volta del Tattwa del fuoco...
129
possono creare disastri nella nostra vita. Purtroppo noi siamo governati da
emozioni superficiali ed istinti che includono il nostro condizionamento
religioso, le nostre paure e i nostri dubbi. Molto importante è l'abilità di
tenere a bada tali emozioni, proseguendo nella propria strada anche quando
soffriamo di un atroce conflitto.
Qualche volta i kriyaban sono troppo orgogliosi per accettare il buon senso
di altri "non iniziati". Al contrario, è necessario ascoltare l'opinione di altre
persone, specialmente se viene dalla nostra famiglia o da tutte quelle
persone che ci vogliono bene. Coloro che sono divenuti preda di culti
130
distruttivi, non ascoltano l'opinione di alcuno. Essi distruggono alcuni
importanti legami con delle persone perché risentono del fatto che le loro
scelte spirituali siano criticate. Ammettiamo che talvolta una rottura di una
relazione umana sia inevitabile, ma altre volte è una grande perdita. Molti
persone sono infastidite da una critica sincera e costruttiva fatta loro da un
vero amico. La prendono come se fosse una inutile manifestazione di
crudeltà. Più la critica ha basi solide, più essi sentono come se dovessero
ingoiare un pezzo di pietra dai bordi taglienti.
131
CAPITOLO 9
QUINTO KRIYA
Amantrak
Incomincia una inspirazione lunga e profonda. La lingua è in Kechari
Mudra o in baby Kechari. Lentamente, solleva la consapevolezza lungo il
canale spinale, dal Muladhara al punto Sikha (Bindu) – mezzo minuto è
richiesto per fare questo. Non serve visualizzare i Chakra.
132
ti muovi verso la parte sinistra del torace, attraversando la sede del quarto
Chakra. Dopo aver raggiunto un punto nella schiena che è 5-6 centimetri
più in basso dell’altezza del capezzolo sinistro, cambi di nuovo direzione e
punti verso il Muladhara.
133
un tubetto quasi vuoto di dentifricio per fargli uscire tutto quello che
rimane. Ebbene, questa immagine ti dà una buona idea della quantità di
pressione mentale che devi applicare durante questa procedura. Quando
utilizzi una grande forza di concentrazione e volontà, non c'è limite
all'aumento del flusso energetico lungo il sentiero Tribhangamurari.
Una opzione più rapida è la seguente: ''Per un paio di mesi ripeti questa
tecnica 36 volte, una volta al giorno, poi comincia a praticare la seguente
tecnica.''
Samantrak
Samantrak significa ''con l'utilizzo di un Mantra.''
Dimentica il respiro: esso è libero. Le sillabe Om, Na, Mo, Bha, Ga sono
vibrate rispettivamente nei primi cinque Chakra, Ba in Bindu. Teee (con
eee … prolungato ) è cantato nel centro che si trova nella parte sinistra del
134
cervello. Le sillabe Va, Su, De e Va sono poste nei quattro nuovi centri fuori
dalla spina dorsale; Yaaa è vibrato nel Muladhara.
Questi cinque nuovi centri sono cinque "vortici" nel flusso principale della
corrente – non sono un nuovo insieme di Chakra. Ciascuna sillaba, quando
viene fatta vibrare, agisce come un Thokar mentale, come un colpetto che
si realizza nella immobilità. Siccome la tecnica è eseguita lentamente, c'è
tutto il tempo per rendere questa stimolazione molto efficace.
Per due settimane ripeti questa tecnica 25 volte, una volta al giorno. Poi per
altre due settimane ripetila 50 volte, una volta al giorno; poi per altre due
settimane 75 volte .... e così via fino a 200 volte al giorno per due
settimane. Questi numeri vanno rispettati. In seguito a questo grande sforzo
sarai pronto a praticare il Thokar Tribhangamurari.
Thokar Tribhangamurari
Dimentica il respiro. Le mani (con dita intrecciate) sono poste sull'area
dell'ombelico così da spingere in su la regione addominale, creando così
una pressione mentale sui primi tre Chakra. Poni il mento sul petto e
muovi energia e consapevolezza molto lentamente lungo la colonna spinale
dal Muladhara fino al Bindu. Il mento sale lentamente mentre tu ''tocchi''
135
internamente ciascun Chakra con le sillabe del Mantra (Om è posto nel
primo Chakra, Na nel secondo...). Quando energia e consapevolezza sono
nel Bindu, il mento è parallelo al suolo.
Quando il flusso arriva nel punto della schiena, qui avviene il primo dei
cinque colpi psico fisici: il mento tocca la spalla destra per un istante e la
sillaba Va é fatta vibrare nell'ottavo centro. La spalla pure fa un piccolo
movimento verso l'alto per rendere il contatto col mento più facile. Ma
attenzione: se senti che stai forzando, non farlo! Se non riesci a toccare la
spalla destra col mento, accontentati di avvicinarti alla spalla il più
possibile e stimola il centro ottavo con la pura forza mentale e la
vibrazione della sillaba Va.
5
Mi raccomando: non essere influenzato dalle dinamiche della tecnica del Thokar
tradizionale che hai imparato precedentemente!
136
Figura 12. Thokar Tribhangamurari visto da davanti
137
Figura 13. Gli stessi movimenti (solo la discesa) visti da dietro
138
Ripeti la procedura 36 volte. Dopo aver completato il numero
programmato di giri, calma il sistema per mezzo di una pratica minima di
Samantrak, poi rilassati praticando un semplice Pranayama mentale.
Osservazione
Abbiamo visto come il flusso Tribhangamurari è intensificato dai movimenti
della testa. Il problema è che molti kriyaban concentrano tutta l'attenzione
sull'impartire i colpi e non capiscono il valore di creare una pressione mentale
lungo ogni millimetro del percorso.
139
tutto il tempo necessario per metabolizzare il materiale subconscio che la
forte azione esercitata sul Muladhara porta alla superficie.
Si comincia con 36x2 giri; una settimana dopo si praticano 36x3, poi
36x4... si continua incrementando di 36 in 36 fino ad arrivare a 36x36
ripetizioni. Questo significa 1296 giri completi!
La pratica è così bella che spesso entri in uno stato estatico durante la
pratica stessa. Ti senti ubriaco di gioia.
Ripeti questa procedura 36 volte.
140
SESTO KRIYA: MICRO MOVIMENTO TRIBHANGAMURARI
Questa procedura richiama l'insegnamento di Swami Hariharananda. Egli
ci insegnò a contattare la realtà Omkar costituita da suono, luce e
sensazione di movimento. L'aspetto oscillatorio della realtà Omkar è
centrale nel suo insegnamento. 6
Istruzione pratica
Dopo un minimo di 12 ripetizioni del Thokar Tribhangamurari, impariamo
a sperimentare il movimento Tribhangamurari in piccole dimensioni [per
questo si parla di Micromovimento] entro i 12 centri del percorso Macro
Tribhangamurari.
6
Ricordo come durante gli incontri con i devoti egli toccava alcuni presenti in testa o
sul torace, vibrando la sua mano, cercando di trasmettere una sensazione come di
''oscillazione.''
141
Fig. 14. Micro movimento Tribhangamurari in ciascuno dei 12 centri
Non preoccuparti del tempo richiesto: può essere breve, può essere
lungo ... non importa. Esercita una moderata ma continua pressione sul
disco come se tu avessi una penna e tracciassi il tratto con forza. Ripeti
ancora due volte. Il respiro è trattenuto senza sforzo; il Prana rimane
totalmente in Ajna Chakra. Dopo tre percezioni del movimento completo
puoi rilassarti lasciando che il Prana scenda in basso. Avviene una sottile
espirazione, ma tu nemmeno la percepisci.
Questo è il primo giro: pratica due ulteriori giri. Sii fedele a questa pratica
per almeno sei mesi prima di aumentare la pressione mentale in ciascun
centro tramite la ripetizione delle sillabe del Vasudeva Mantra.
142
Il Mantra di 12 sillabe, nella sua interezza, verrà ripetuto entro ciascun
centro.
143
Kundalini potrà salire fino al Chakra del cuore mentre il Kutastha si
rivelerà.
144
la sveglia. Quindi non è permesso di andare a lavorare ed è anche
raccomandato di mantenere il silenzio, evitando ogni opportunità di
conversale. (L'uso del buon senso dovrebbe comunque sempre prevalere;
se è qualcuno ci rivolge la parola, una risposta gentile è sempre un dovere.)
Si può ora capire che se le sedute seguenti richiedono più giorni; l'ultima
seduta richiede circa 12 giorni!
Tanto per essere sicuri che uno abbia capito, proviamo a descrivere quello
che avviene durante l'ultima seduta. Dunque, io mi propongo di
percepire36x36 micro movimenti in ciascun centro! Questo vuole dire:
1296 micro movimenti nel Muladhara, 1296 nello Swadhisthana.... e così
via, finendo di nuovo dopo molti giorni nel Muladhara con 1296
percezioni.
Devo sottolineare che non è permesso saltare una tappa. Non pensate:
"Durante le mie prossime ferie estive troverò facilmente una dozzina di
giorni per praticare 36x36.'' No! Non funziona in questo modo. Prima di
percepire il movimento Micro 36x36 volte in ciascuno centro, tu devi
averlo percepito 36x35 volte. E prima di questo, 36x34 volte, e così via....
Mi pare chiaro che completare questa routine incrementale è realmente un
gigantesco conseguimento. Accadranno molte esperienze splendide e gli
ultimi ostacoli interni saranno dissolti uno dopo l'altro.
145
CAPITOLO 10
KRIYA YOGA NELLA VISIONE DI SWAMI HARIHARANANDA
NOTA
In tutte le tecniche seguenti la lingua è nella posizione che abbiamo
definita ''baby Kechari Mudra''
PRIMO KRIYA
Piegamenti
Siedi sul pavimento nella posizione del mezzo loto o sui talloni. Espira.
Concentrati su Ajna nel centro della testa. Per mezzo di una profonda
inspirazione (non troppo lunga) visualizza il respiro che sale dalla sede del
Muladhara su per la spina dorsale e arriva fino ad Ajna. Trattieni il respiro.
Piega in avanti la zona sopra la cintura e, se puoi, tocca il pavimento con la
testa. (La testa è posta nella regione fra i ginocchi. Le mani possono essere
usate come più viene naturale onde raggiungere comodamente questa
posizione.)
146
Gentilmente espira e lascia che il respiro sia libero. Dopo aver toccato con
la fronte il pavimento, piegati prima a destra avvicinando l'orecchio destro
al ginocchio destro. La testa si avvicina al ginocchio destro, la faccia è
girata verso il ginocchio sinistro così che sia possibile percepire una
pressione sul lato destro della testa; una sensazione di spazio è percepita
entro il lato sinistro del cervello. Rimani in questa posizione da 3 a 30
secondi. Muovi la testa di nuovo verso il centro fin quando la fronte tocca
il terreno. Poi ripeti lo stesso esercizio con l'altro lato del corpo,
scambiando le percezioni. La testa si avvicina al ginocchio sinistro, la
faccia è girata verso il ginocchio destro cosi che sia possibile percepire una
pressione sul lato sinistro della testa; una sensazione di spazio è percepita
entro il lato destro del cervello. Rimani in questa posizione da 3 a 30
secondi. Muovi la testa di nuovo verso il centro fin quando la fronte tocca
il terreno. Una pressione è percepita sulla fronte. Una sensazione di spazio
è percepita entro la regione occipitale.
147
Nota
Per aumentare il potere di questa procedura, puoi, quando sei giù, trattenere
il respiro. Proverai una sensazione molto forte di energia che sorge e si
intensifica nel punto tra le sopracciglia. Il trattenimento del respiro è un
potente stimolatore di Kundalini. Se non sei pronto per il potere generato
da questa procedura, se ti senti troppo irritabile, non trattenere il respiro.
Quando pieghi il tuo corpo a sinistra, la tua narice destra si aprirà. Quando
pieghi il tuo corpo a destra, la tua narice sinistra si aprirà. Quando ti pieghi
in avanti e la fronte è vicinissima al pavimento, ti accorgerai di un flusso
uguale di respiro nelle tue narici. Si apre così il passaggio che conduce
entro la corda spinale: otterrai equilibrio della mente e calma nel corpo.
Il canale lunare di Ida è situato al lato sinistro della spina dorsale; il canale
solare di Pingala è situato sul lato destro della spina dorsale. Entrambe le
corde si afferrano l'una all'altra. Ripetendo la procedura descritta, esse sono
separate, e, come conseguenza, un passaggio è aperto tra i due. L'apertura
del passaggio spirituale all'interno della spina dorsale (Sushumna)
rappresenta l'inizio della pratica della meditazione.
Maha Mudra
Piega la gamba sinistra sotto il corpo in modo che il tallone sinistro sia
vicino al perineo. Attira il ginocchio destro contro il corpo in modo che la
coscia sia vicina il più possibile al petto. Le dita intrecciate sono poste
proprio sotto il ginocchio e questo aiuta ad applicare pressione ai tuoi
organi interni. Prenditi da 5 a 6 respiri molto profondi applicando una
pressione moderata al ginocchio. Poi inspira profondamente e trattieni,
estendi la gamba destra, piegati in avanti, respira normalmente e massaggia
la gamba destra dal piede alla coscia e alla natica. Poi afferra il piede destro
in questo modo: la mano destra afferra le dita del piede destro e la mano
sinistra afferra il lato interno del piede destro (l'arcata del piede). La faccia
è girata verso sinistra.
Percepisci una sensazione di pressione interna sulla parte destra della testa.
Essa contrasta con la sensazione di spazio libero nella parte sinistra del
cervello. Canta Om sei volte nel punto tra le sopracciglia. Poi inspira e
trattieni, siedi di nuovo sul tuo piede sinistro col ginocchio destro piegato e
attirato verso il petto, poi espira in un respiro normale.
148
Pratica l'intera procedura scambiando le percezioni e la posizione di gambe
e uso delle mani. Non ripeto tutto – non dimenticare il canto di Om sei
volte nel punto tra le sopracciglia.
Kriya Pranayama
Con gli occhi chiusi, inspira profondamente nella Fontanella. Poi espira
scendendo in Ajna. Trattieni il respiro per pochi secondi (3-4) e poi inspira
sollevando la coscienza di nuovo nella Fontanella. Trattieni il respiro per
pochi secondi. Poi espira scendendo fino a Vishuddha, trattieni per alcuni
secondi, poi inspira da Vishuddha alla Fontanella. Trattieni il respiro per
pochi secondi. Poi espira fino ad Anahata...
Continuando in questo modo, a un certo punto raggiungi il Muladhara.
Trattieni il respiro per pochi secondi. Poi inspira dal Muladhara alla
Fontanella.
149
Ripeti il tutto in ordine inverso. Espira dalla Fontanella al Muladhara.
Trattieni il respiro per pochi secondi. Poi inspira dal Muladhara alla
Fontanella, trattieni il respiro. Poi espira dalla Fontanella al Swadhisthana
Chakra... pausa... inspira... e così via finché espiri dalla Fontanella ad
Ajna. Questo è un ciclo (12 respiri). Puoi ripetere il ciclo per un paio di
volte.
Jyoti Mudra
Chiudi le orecchie con i pollici mentre con gli indici premi leggermente gli
angoli degli occhi. Concentrati nel Kutastha. Lascia che una parte della tua
attenzione scenda nel Muladhara. Poi solleva idealmente questo Chakra
tramite una inspirazione nel punto tra le sopracciglia. Trattieni il respiro
fintantoché ti è facile (circa 10-15 secondi) mentre cerchi di percepire la
luce particolare del Muladhara nel Kutastha. Espira e poni idealmente il
Chakra Muladhara nella sua posizione originale. Parte dell'attenzione si
sposta ora sul secondo Chakra. Poi fai esattamente quello che hai fatto con
il Chakra Muladhara. Grazie ad una breve espirazione, questo Chakra
ritorna poi idealmente nella propria sede...
Paravastha
Paravastha è lo stato che segue ad una buona pratica di Kriya. Rimani più
a lungo in meditazione ascoltando il suono divino, sentendo la vibrazione e
godendo della Luce divina. Percepisci il centro della tua concentrazione
che si solleva lentamente dal Kutastha alla Fontanella e sopra la
Fontanella oltre il corpo. Rimani senza pensieri percependo questo cielo
interiore che comincia dalla parte superiore della testa. Quando raggiungi
la fine della tua routine di meditazione, apri gli occhi. Fissa quello che è di
fronte a te ma non osservare alcuna cosa in particolare. Guarda senza
guardare. Mantieni il 99% della tua attenzione nella Fontanella. Dopo un
po' diverrai consapevole di una sottile linea di Luce bianca, morbida, come
una nebbia, attorno a tutti gli oggetti. La Luce si espanderà
progressivamente. Evita di pensare. Mantieni lo sguardo fisso. Dopo 5
150
minuti chiudi gli occhi e rimani così ancora un po' prima di alzarti in piedi.
SECONDO KRIYA
151
Il tempo globale di un Omkar Pranayama dipende dall'individuo: di solito
è di circa 45-50 secondi ma da un certo punto in poi, la velocità di ciascuna
ripetizione di Omkar Pranayama rallenterà. Il respiro è "risucchiato
internamente" e sembra essere dissolto. Da quel momento in poi, tutti i
dettagli fisici sono solo accennati.
152
cervello, poi nella spina dorsale e nel corpo. Dopo aver percepito questo
per 10-20 secondi, riprendi la posizione normale della testa. Ora la testa si
piega indietro: avviene la stessa esperienza e la luce Divina scende nella
parte frontale del cervello....
Piega la testa verso la spalla destra senza girare la faccia. La stessa
esperienza avviene e la Luce divina scende nella parte sinistra del
cervello.... Per chiudere il giro, il mento si piega in avanti verso la cavità
della gola; la stessa esperienza avviene … La testa riprende la sua
posizione normale.
Hai percepito la Luce e le benedizioni divine in ciascuna delle
quattro Parti del cervello. In questo modo la Luce spirituale pervaderà
ciascun atomo della parte superiore della tua testa.
Punti chiave
153
Impiego della 50 lettere dell'alfabeto Sanscrito
Swami Hariharananda prese la decisione di insegnare una pratica tipica
dello Hatha Yoga tantrico per completare la pratica del suo Secondo Kriya.
In seguito cambiò idea e non la insegnò più perlomeno qui in Europa. È
interessante darne un cenno. Questa procedura serve ad aiutare il
ricercatore a percepire l'Energia Divina nei Chakra e in diverse parti del
corpo.
In ciascun Chakra
Le 50 lettere dell'alfabeto Sanscrito saranno cantate mentalmente
visualizzando i petali di ciascun Chakra. Non c'è controllo del respiro.
Incomincia con Hang Kshang in Ajna Chakra: Hang nell'emisfero sinistro
del cervello e Kshang in quello destro. Poi canta mentalmente le 16 vocali
nel Chakra cervicale (Ang Aang Ing Iing Ung Uung Ring Rring Lring
Llring Eng Aing Ong Oung Aung Ah) – canta ciascuna lettera solo una
volta e questo vale anche per i Chakra seguenti. In questa pratica visualizza
ciascun Chakra come un disco verticale che irradia Luce divina per mezzo
dei suoi petali. Visualizza il numero di petali che è previsto dalla
tradizione Yoga e visualizzali in direzioni oraria. Quindi poni le prime 12
consonanti nel Chakra del cuore (Kong Khong Gong Ghong Wong Chong
Chhong Jong Jhong Neong Tong Thong), canta le seguenti 10 nel
Manipura (Dong Dhong Nong Tong Thong Dong Dhong Noing Pong
Phong), poi le seguenti 6 nello Swadhistan (Bong Bhong Mong Jong Rong
Long) e infine le ultime 4 nel Muladhara (Vong Shhong Shong Song). In
ciascun Chakra, comincia dalla parte superiore a sinistra, poi scendi a
sinistra e sali dalla parte destra. Si raccomandano tre cigli. Si chiude
ripetendo le due sillabe Hang Kshang in Ajna.
154
c'è controllo del respiro. Poni la mano sulle seguenti parti del corpo,
cantando mentalmente la appropriata lettera.
155
mezzo di una inspirazione fino al Kutastha. Trattieni il respiro il più a
lungo possibile purché ciò non crei disagio (circa 10 -15 secondi) mentre
cerchi di percepire (nel Kutastha) la particolare luce del Muladhara.
Rilassa la tensione fisica ed espira.
156
contrai i muscoli vicino il centro dorsale, vicino la regione della gola e,
infine, stringa i denti e crea delle rughe sulla fronte. Osserva la luce nel
punto tra le sopracciglia. Senti che stai offrendo il tuo sesto centro a Dio.
Espira e libera la contrazione.
Per il Sahasrara Chakra abbiamo la procedura seguente. Inspira,
contrai tutti i centri come abbiamo fatto per Ajna Chakra, poi con i denti
stretti, spingi la porzione della tua testa che è sopra le sopracciglia (cranio)
su nell'alto dei cieli, offrila al Divino. Espira, e libera la contrazione.
Per completare la procedura, metta i palmi delle tue mani sulle
palpebre e rimai là, osservando una Luce bianca lattea per 2-3 min. Quando
la Luce scompare, abbassa le tue mani ed inchina la fronte e prega alla
forma di Dio che preferisci. Apri gli occhi ma rimani concentrato
internamente, nella ghiandola pituitaria e osserva la Luce divina in tutte le
cose. Poi godi del Paravastha come nel Primo Kriya.
TERZO KRIYA
Qui incomincia la meditazione senza azione che avviene nella parte
superiore del cervello dove regna la dimensione del Prana statico.
Ovviamente, c'è sempre un minimo di azione: solo nello stato finale del
Samadhi non c'è azione.
157
sotto la Fontanella. Canta mentalmente Su in tale centro. Questo completa
il primo giro. Ripeti questa pratica 12 volte.
Figura 17. Circolazione di Prana calmo nella parte superiore del cervello
QUARTO KRIYA
Nota
158
Se queste due ultime pratiche ti rendono poco concentrato durante la
giornata – come se tu fossi sotto l'effetto di qualche droga, sperimentando
cioè uno stato di eccessivo distacco dalle cose terrene – allora ogni volta
che pratichi questa tecnica falla seguire da alcune ripetizioni del Secondo
Kriya, sia la parte formale (6 ripetizioni) che la parte informale (tre
ripetizioni.)
Un altro problema è che, col tempo, esse creano un effetto molto forte sulla
sfera della consapevolezza. In maniera impietosamente chiara diventi
consapevole dei tanti espedienti dell'ego che guidano le tue azioni. Per
esempio la ragione di decisioni errate appare con definitiva chiarezza,
libera da veli e dissimulazioni. L'ego è una struttura mentale molto
complicata: non è possibile distruggerlo, ma solo renderlo più trasparente.
C'è un prezzo da pagare: possono apparire (ore dopo la pratica) ondate
inesplicabili di paura, la sensazione di non sapere chi sei e dove sei diretto.
Questa è una reazione naturale che proviene da quei sottili strati del
cervello che hai toccato.
La rotazione dell'energia avviene nella testa ma, allo stesso tempo, accade
anche attorno alla vera ubicazione del Muladhara Chakra. Quindi due
rotazioni di energia avvengono contemporaneamente: sembra difficile ma
diverrà naturale. [Ricorda anche che alla fine di ogni giro, il flusso di
energia è diretto in verso il punto sotto la Fontanella.] Durante questa
pratica ascolta il suono di Om.
159
Fig. 18. La Figura mostra il momento in cui il Quarto Chakra è sollevato. Si vede
la circolazione dell'energia nella parte superiore della testa e, allo stesso tempo,
intorno al Chakra del cuore
Ripeti la procedura per ogni Chakra, Ajna compreso. Ripetila di nuovo per
Ajna e poi per tutti gli altri Chakra fino al Muladhara. La pratica si chiude
respirando liberamente, con tutta l'attenzione nella Fontanella. Pace, gioia
interiore, ascolto dei suoni interiori, Luce Divina ... questo è ciò di cui farai
esperienza. La tua pratica del Kriya diventerà una storia d'amore con la
Bellezza stessa. Dopo un certo periodo di tempo, accadrà l'esperienza della
salita di Kundalini. Verrà a te e vincerà le tue resistenze. Senza provare
alcun senso di sorpresa, ti troverai trasportato da un dolce stato di calma ad
un autentico stato paradisiaco; ritornerai alla vita quotidiana con lacrime
sul tuo volto – lacrime nate da un'infinita devozione.
160
Quando riuscirai ad eseguire bene questa procedura – quando cioè un
Kumbhaka senza sforzo si manifesterà e sarà stabile e sarai capace di
sperimentare 36 (complete) rotazioni di energia nel tuo cervello per ciascun
Chakra, ovvero 432 rotazioni di energia durante 12 Kumbhaka. Allora
percepirai l'intero universo riempito di rifulgente Luce Divina. Durante il
giorno, un stato di chiarezza mentale mai sperimentato prima ti
sorprenderà. Il fondamento della tua coscienza verrà percepito come una
gioia continua, che esiste indipendentemente da fattori esterni.
Osservazione
È perfettamente naturale iniziare questa pratica aiutandosi col muovere
leggermente la testa (e, se ciò è d'aiuto, anche pensando sei sillabe del
Mantra.) Sebbene questo non sia richiesto, potrebbe essere utile ai
principianti. Se questo avviene, cerca di raggiungere comunque
gradatamente l'immobilità fisica e l'ascolto del vero Suono Omkar.
QUINTO KRIYA
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coscienza è totalmente cambiato e il respiro è molto sottile, quasi
inesistente.
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un nuovo punto iniziale. Inspira da questo nuovo punto e risali all'ottavo
Chakra...
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SESTO KRIYA
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Meditazione sulla luce nella ghiandola pineale
Percepire costantemente la Luce Divina nel cervelletto è uno stato molto
elevato, ma tu devi ora imparare come localizzare la ghiandola Pineale ed
entrarci. Ebbene, quando sei pienamente immerso nella esperienza della
Luce, solleva lentamente il mento (solo alcuni millimetri) fino a sentire
tensione nella nuca. Condensa intuitivamente la Luce che stai
sperimentando e dirigila verso la ghiandola Pineale. Tale ghiandola è
molto vicina al cervelletto, ma leggermente più avanti e sopra, lungo un
linea che forma un angolo di 60° (col pavimento.)
Ripeti tante volte questo tentativo finché riesci ad entrare nella ghiandola
Pineale. Qui avviene l'unione con il Divino. Lo stato TAT TVAM ASI si
manifesta. Durante questo supremo stadio di unione, uno è privo di
coscienza fisica ed inconsapevole di ciò che lo circonda.
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Lahiri Mahasaya è Shama Churn – Shyama Charan. Questa frase è contenuta nei
diari di Lahiri Mahasaya. Molte frasi dai diari si possono trovare nel libro Purana
Purusha del Dott. Ashok Kumar Chatterjee
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CAPITOLO 11
DISCUSSIONE CON STUDENTI CHE SEGUONO IL CORSO PER
CORRISPONDENZA DI PY
Dopo che il mio libro apparve sul Web, ebbi un intenso scambio di email
con vari ricercatori fedeli a PY. Dopo aver chiarito che non approvavano la
mia decisione di descrivere in modo così esplicito le tecniche del Kriya
Yoga di Lahiri Mahasaya, mi chiesero come potevo affermare che PY
avesse semplificato o modificato alcuni dettagli tecnici del Kriya Yoga.
Quando li incontrai mi accorsi che il loro cruccio era capire se nel Kriya
Yoga ci fosse qualcosa di importante che non era riportato nel corso per
corrispondenza, quindi qualche tecnica che loro non conoscevano, ma che
forse PY aveva condiviso solo con alcuni discepoli.
Quei kriyaban erano molto seri, onesti, fortemente motivati. Dalla loro
bocca non emersero mai sciocchezze. Anzi, li ascoltai con molta attenzione
quando corressero alcune mie interpretazioni fantasiose sul Kriya Yoga.
Molti, non per pura e semplice esibizione, sapevano citare a memoria delle
frasi che si trovano negli scritti di PY. Avevano letto e riletto tali testi
moltissime volte, tentando di decifrarne il senso profondo.
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Molti kriyaban non considerano queste tecniche esattamente identiche a quelle di
Lahiri Mahasaya. Esse non sono qui descritte in dettaglio, ma liberamente
commentate a seconda della mia esperienza personale – per quello che può valere.
Do per scontato che il lettore le conosce. Per evitare confusione mi riferirò ad esse
come Primo Kriya di PY, Secondo Kriya di PY.....
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Rimasi anche meravigliato per la loro straordinaria dedizione alla pratica
regolare del Kriya Yoga, due volte al giorno. Sebbene incerti per quel che
riguardava la comprensione dei sottili meccanismi che stanno alla base
delle procedure del Kriya e, quasi sempre tormentati da vari dubbi, non
avevano mai trascurato la pratica. Era chiaro che stavano seguendo il
percorso Kriya non per una curiosità esoterica, non per trovare una cura
alternativa all'ansia, alla depressione, non per sviluppare i potenziali della
loro mente, ma per una ragione soltanto: percorrere il Sentiero Spirituale
così splendidamente evocato nell'autobiografia di PY.
Per quanto riguarda i nostri dubbi, chiarisco che noi tutti speravamo che ci
fosse concesso dall'organizzazione un seminario sui Kriya Superiori, dove
fosse controllata non solo la pratica di tali procedure, ma fornita anche una
visione teorica che illuminasse il senso di ciascuna, ispirando quindi la
relativa pratica. Per molti, una crisi vera e propria con l'organizzazione era
incominciata proprio quando le reiterate richieste di lezioni dal vivo su
queste procedure ricevettero un incomprensibile, anacronistico, ''NO.''
Gli incontri organizzati per ripassare gli insegnamenti di base (Hong So,
tecnica Om e Kriya proper) furono sempre una fonte di inspirazione. La
delusione nel non godere di simile opportunità anche nel campo dei Kriya
superiori era insopportabilmente amara. 10
Ciascun studente voleva per lo meno vedere come tali tecniche venivano
eseguite. Ciascuna tecnica includeva alcuni movimenti fisici: se tu le studi
solo da un testo scritto non sarai mai sicuro di praticarle correttamente.
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So che recentemente un paio di organizzazioni che diffondono gli insegnamenti di
PY hanno dimostrato di comprendere che comportarsi in tale modo non va bene e
quindi tengono regolarmente classi dal vivo sui Kriya superiori.
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Questa sintesi è divisa in tre parti.
[I] Un approccio razionale alla routine dedicata al Primo Kriya.
[II] Aggiungere il Terzo Kriya di PY in modo intelligente
[III] Lavoro con il Secondo Kriya di PY fino agli ultimi giorni della
propria vita.
Consideriamo qui una routine Kriya dove le tecniche ben note di Hong so e
Om sono praticate alla fine.
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PY nei suoi scritti e nei suoi discorsi ha dato la definizione di Kechari Mudra senza
fornire alcun esercizio pratico per ottenere tale Mudra.
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Una informazione importante sulla pratica Kriya è questa:
ci sono due versioni del Kriya proper, una insegnata nel 1930 e una, più
recente. A mio avviso un kriyaban serio dovrebbe conoscere ed avere
esperienza di entrambe. La prima versione concorda perfettamente con la
descrizione del Kriya che si trova in AOY: ''Il Kriya Yogi dirige
mentalmente la tuaenergia vitale a ruotare in alto e in basso, attorno ai sei
centri spinali... Non coincide con la procedura data successivamente.
Una buona pratica da farsi dopo il Kriya proper (e anche dopo l'eventuale
Jyoti Mudra) è la tecnica Hong So.
Dopo il Kriya proper puoi utilizzare la tecnica Hong So, praticandola nella
spina dorsale.
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naturalmente l'impulso di espirare. Questo impulso devi proprio sentirlo. È
qui che tante persone non capiscono. Credono che dire loro di attendere tal
impulso significhi controllare il respiro e quindi venire meno al principale
comando cui obbedisce che pratica la tecnica Hong So: non controllare il
respiro, lasciarlo naturale. Noi diciamo solamente che la pausa deve poter
avvenire. Non dobbiamo annientare in partenza tale possibilità.
Ovviamente quando appare l'impulso di espirare, si espira.
c) Visualizza il tuo respiro che sale e scende nella spina con Hoooong e
Soooo. Nessun controllo – il respiro è libero. Puoi andare avanti in questo
modo per alcuni minuti, poi, quando il respiro è così breve che la
procedura sembra scomparire e divenire un nulla, cerca di sentire questo
breve respiro avvenire in ciascun Chakra. Un respiro breve, quasi
invisibile, avviene nel Muladhara e viene fuso con in dolce canto di Hong e
So. Questo respiro è come una pacifica vibrazione in una mente silenziosa.
Allora poni la tua concentrazione sul secondo Chakra: qui avviene un altro
respiro, poi un altro respiro avviene nel terzo Chakra … e così via … in su
e in giù lungo la spina dorsale... finchè non cè più respiro.
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fatto di star eseguendo una certa tecnica Yoga. Quando raggiungi il vuoto
totale (ad alcuni questo appare come l'essere entrati in uno stato simile al
sonno), quando la ripetizione del Mantra ha prodotto una trasformazione,
allora vieni sorpreso dai suoni interiori e dolcemente ne divieni
consapevole.
Pratica preliminare
La pratica del Kriya che abbiamo descritto abbinato alla procedura di Hong
So è la migliore preparazione per il Terzo Kriya. Attraverso quella routine si
apprende l'arte di produrre un respiro che è lungo e profondo, ma allo
stesso tempo SPONTANEO.
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Puoi gradualmente aumentare il numero delle ripetizioni. Cerca di
rispettare il seguente piano: incomincia con la pratica di 25 ripetizioni, una
volta al giorno, per due settimane. Poi 50 ripetizioni al giorno per altre due
settimane. Poi 75 ripetizioni al giorno per altre due settimane... poi 100... e
così via, aumentando di 25 in 25 finché pratichi 200 ripetizioni al giorno
per due settimane. E poi? Poi sei pronto per la reale procedura del Terzo
Kriya. Intendo dire che nello stato di coscienza in cui ti trovi puoi utilizzare
la procedura del Thokar.
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Kriya immediatamente – «se conduce al Samadhi, perché non provarlo
adesso»? Dopo circa 15 - 20 rotazioni, il Kumbhaka è diventato stressante.
Invece di rinunciare, un paio di volte lo stesso tentativo, mentre il disagio è
aumentato mentre un sentimento di nausea o capogiro comincia a lanciare i
suoi segnali d'allarme. Alla fine ci siamo fermati, sconfitti. Quanto
ottenemmo fu zero, meno che zero! Non solo non avevamo ottenuto la più
lieve traccia di Samadhi, ma avevamo perso il tranquillo stato iniziale.
Certamente continueremo a fare quello che abbiamo fatto per molto tempo,
vale a dire spostandoci dentro il tunnel spinale. Tuttavia adesso la nostra
intuizione cadrà in linea con un nuovo modo di concepire la realtà della
spina dorsale.
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Il Secondo Kriya di PY è la conclusione della fase lunga del nostro sentiero
dove il Pranayama è arricchito dai Bandha e dalla grande stimolazione che
avviene attraverso la procedura del Thokar.
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