1 - Geografia - Palermo Atlas

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Il traffico che transita per il Mediterraneo

rappresenta il 19 per cento del volume


dell'intero commercio globale, e il 25 p•3r
cento in termini di collegamenti marittimi.
I porti del Mediterraneo movimentano
quasi due milioni d! tonnellate di merci e
all'incirca 122 milioni di passeggeri l'anno.
Tutto il flusso di dati fra Europa ed Estre-
mo Oriente passa attraverso cavi in fibra
ottica che dal Mediterraneo si estendo--
no sul territorio egiziano fino al Mar Rosso
e al Golfo di Aden. Lungo le sue coste
circa 500 milioni di persone vivono in ven-
titré stati e territori diversi, abbracciando
tre continenti.
Pur essendo profondamente intercon-
nessi, l'Europa meridionale, il Vicino Oriien-
te e il Maghreb si rivelano teatro di sern-
pre nuovi conflitti e di forti ineguaglianze.
~instabilità di Libia e Siria in seguito al
collasso dei rispettivi regimi autoritari,
unita al conseguente vuoto di potere e
all'indebolimento delle frontiere, ha creato
le condizioni per le migrazioni di massa

17 Palermo Alias Geografia


- un fenomeno tuttora in corso.
In veste di controparte, l'Unione Euro~
pea si è ritrovata drammaticamente
impreparata, messa alla prova dalla crisi
dell'Eurozona che ha interessato soprat-
tutto Portogallo, lta.lia, Grecia e Spagna,
i paesi dell'Europa meridionale noti
come PIGS. Le profonde divisioni fra gli
stati sono enfatizzate dalla mancanza
di cooperazione, mentre gli inarrestabili
movimenti di matrice populista si ser-
vono della crisi dei migranti per influenza-
re l'opinione pubblica. Queste tensioni
hanno causato un inasprimento dei con-
trolli alle frontiere e una progressiva
militarizzazione delle estremità meridio-
nali dell'Area Schengen e oltre, fino
in Africa, in seguito agli accordi interna-
zionali fra i paesi dell'UE e gli stati
subsahariani.
Palermo si trova esattamente al cen-
tro del Mediterraneo, ai bordi meridionali
dell'Unione.Europea e a breve distanza
dall'Africa. E il punto d'incontro delle prin-

18 Monlfosto 12 Polormo 19 Polormo Atlos Googmffa Muhommad al-ldrisl. Tabula Rogorlano, 1154
Googmffo
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.'. Il Moditermnao è crocevia di un flusso di dati, di merci e di popolazlonl lungo due tratte
prlnclpalt da ovest o est fra lo Stretto di Gibilterra e il Canale di Suez. e da uud a nord
passando per 11tolla.La Siclfla trMalta rappresentano Il vero e proprio fulicro di questa
parte del mondo. In cui I sistemi sopracitati_entrano In collislone e condividono le
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ArJllond Colln, Porlgl 2012 / Eurol
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Pro]èct Meditcrronoan Trans \
structuro etwork, 2007 I ES N,

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Fortezza Europa
Numorose frontiere doffnlscono la ,.,glone euro-mediterranea.Oltre che al eontlnl tradi-
zionali fra stati e orgonlz:zozlonlsovranazlonall come l'UE e la NATO, rattenzlone è nvolto
al disposltl•I moterlall e loglslatlvl utlllzzatf per protegg8"' questi confini, In parttcola,.,
l'Area Schongen. La provo più rllevante è lo tendenza o definire l'Afrlca lo frorrttora mori·
dlonale dell'UE.

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Un terreno di scontro politico
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Fonti
Eurostot /The Wortd Bank, GINI JndoXI
27
UNSD Statlstk:al Databasas
Mondializzare da Sud
Nora Akawi, Architetto, Curatrice Centro Anlbo per I Diritti Uman
1AJ-Marsaddi Golan HelgnU. A/
ks Duy Protest• at t/le UN
Direttrice di Studio-X Amman ' ~orsod's Posltlon Paper on I/le Nol<bo ond :~ d:xup~,d Syrlon Go/on. 20
Monltored Ceosehre Une Neor Mojclol S"':enVup!oads/SSRN-ld:2197338.
5ettembnl 2011,golon-marsedofVlwp-eon
pdf (ultimo accesso 30 ~b,•rz,
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altri. Stromert ruSKJenU.cJttodmt
2 Seyta Benna.,. "' -•
Rattaello Cortina Edrtore.M~ano 21,~p<d Jdcnt,t,es. Bo,-ders. Orders:
In occasione ~el gi?rno d~lla Nakb~, il !~ mag_gio2011,nell'ambito di un 3 M Albert./onOD
Rothlnk,ng Interno 1
~:'1o~~ Theory, Unlversity of Minnesota PresS.

vimento che rivendicava libertà e gIust1zIasociale e che chiedeva la rno. M,nneapolls 2001 "Th 21•-Century Metropol,s: N.,w Geographlc• of
4 Ananya Roy, 8 6 ou Ilo 2009)
destituzione dei regimi coloniali e oppressivi nella regione araba migl· . . Theory·, Reglonol St~es, ;'?'c;~~';;,,,ts ~iobalrzatlon end tJ>eResearch
persone marciavano• • 'fi
in pacI ca pro t es_
t a verso Ie t rincee
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e il filo spinatoia1ad1 5 Arjun App8 ura' voL12 n.1 0nvemo 2000)
di Majdal Shams, che separano 11Jawlan, anche detto altopiano del Gola d
lmaginetlon", Pub/,c C=,; nd • é201<1-16Jè stato av.oato dallo Studio-X
6 ·Mapplng a . • sity' Graduate Scho<~of Archltecture.
resto della Siria1. I manifestanti erano soprattutto giovani palestinesi e sir~' _al Amman presso la Colu'!'bla Unive.r I ~umbia
Planning and Preservat,on o presso
Gtobal Centers I Amman, a

Jecui famiglie erano state allontanate con la forza dalla propria terra dur!"; cura d• Noni Akawl • Nina V.l(olowratnlk.

la sistematica pulizia etnica che ha accompagnato la creazione dello stato" e


d'Israele nel 1948, e la cui espansione ha portato all'occupazione del JawJan . . I t uroamericano della produ;zione . .
nel 1967.Quello stesso giorno erano state organizzate contemporaneament "richi~de una d1slocaz1onede ce~flro e_ med'1anteil concetto di 'mond1aliz-
delle marce lung? i ?on_finidi Li?an~, E~itto e_Gior?~nia,~osi co~e nella cittàe . " • na nuova n essIone
teoretica' cosi come u . ·mento ad autori che propongono un
di Haifa, nella striscia d1Gaza e in C1sg1ordarna. li rifiuto d1questi confini e la zazione' delle città4. R~y fa n;en ·toriali in particolare alla propost;a di Arjun
contestazione delle mappe eh~ li convalidano ha generato una manifestazione ripensamento delle sc1enzfe~~1 a "geografia dei tratti" a una "!geografia
di resistenza senza precedenti. Appadurai di spostare l'en asi a un di movimento incontro e scambio
Come può l'architettura, nelle sue varie pratiche, riven.dicareun ruolo dei processi": "in .~ltre ~.aro1€:,qu~~i~~t~t~ da tratti imm~tabili-s. Per Roy,~
attivo nelle lotte di rappresentanza e autodeterminazione? E plausibile che che sow~rtono I idea ' reg1onE: ografie dei processi" se si vogliono forgiare
questa disciplina costruisca alleanze con movimenti di liberazione a livello necessano pensare attrave_rso ge
locale per rimanere, spostarsi, tornare, commemorare, liberare, demilitarizza- nuove geografie per la teoria ur~an_a: " . Borderl;ands-e- che
In linea con tali affermazioni, il progetto ~apr;>ing. I d'
re,decolonizzare? Tali alleanze consentirebbero alla pratica architettonica, · · Nina V Kolowratnik nell ambito d1una scuo a 1
sia all'interno che all'esterno del mondo accademico, di partecipare allo :~c~~:~J~:at~:f~~~;in~va di c~ntribu,ire alla ra~presenta~~;~~!;;~ai:~~no
sforzo pubblico e transnazionale di definire gli immaginari collettivi di un zone di confine: le azioni che le consolidano, cosi come qu ·1 . , della
futuro decolonizzato.
Nell'introduzionea I diritti degli altri. Stranieri, residenti, cittadini, Seyla
in discussione. In che modo le proteste~ !e
.".lare€:durante i g1or~o Ila
Nakba del 2011 ridefiniscono quei confini nfiut~_tIc~e separano_lc'.ge;t~ da
Benhabib scrive che: "sebbene le vecchie strutture politiche siano tramonta- • ro ria terra? come possiamo descrivere la mIlitanzzaz1one ~e1e.on ni
te, le nuoveforme·politiche di globalizzazione devono ancora manifestarsi. ~tttata da Israele in seguito alle proteste, senza rappresE:ntar~~o~e ~~~mo
Siamo come viaggiatori che esplorano un territorio sconosciuto con l'aiuto di realtà nuova, una condizione statica, ma come la repressione I un egi 1
vecchie mappe disegnate in tempi diversi e in risposta a bisogni differenti. processo di resistenza? . G d t
Mentre il terreno sul quale stiamo procedendo, la società mondiale degli stati, "Mapping Borderlands" è un esperimen~o pedagogico dE;ll.a .ra u~ e
è cambiato, le nostre mappe normative non lo sono 02. School of Architecture Planning and PreservatIon della Columbia Univer~ity. I'
I curatori del volume ldentities, Borders, Orders: Rethinking lnternatio- t.:obiettivoè ridisegnar~ le mappe, mettendo in relazione le compE~tenze eg 1
nal Relations Theory contestano la teoria delle relazioni internazionali in studenti con gruppi, organizzazioni ed esperti del settore,_perseg~'.end~una
quanto largamentebasata su "stabilità, continuità e sovranità territoriale nuova idea di territorialità che si opponga alla natur~ statica ed _e.,clu~ivadel
come principio ordinatore dominante", un principio che si rivela insufficiente sistema statale. Il progetto è stato sviluppato a partire dalla ~oz1.one_~ I
per lo studio e la teoria di relazioni che sono in costante formazione 3. territorialità secondo la quale il mondo è diviso in conforma~1onrpolitic~e a
I curatori si rifanno alla domanda della studiosa della comunicazione Brenda compartim~nti stagni, distinte e incompati~ili. Esso n:iira a _v,suali~:z_are 1
D_ervin,_"come ci si può soffermare sulle azioni, quando tutto ciò di cui movimenti e le sospensioni di movimento, sia_regolari .c~e irreg_olc1n,. .
d1sp~n1an:10 sono nom(?".Si propongono modalità di pensiero processuali e riconosciuti e non, in quanto elementi centrali eh€:de_finrsc~noI teirntori
relaz1o~ah come soluzioneper afferrare identità confini e ordini costante- contemporanei e i terreni geopolitici: "mettend<;i!n~1s~uss1_one le·_rappr';l~en-
men~e•I~_-formaz!one' e 'in-relazione'.Come risp~sta, alcuni studiosi di tazioni statiche di quelle che sono di fatto cond1zIonrdinamiche E;insta~ili,
r~lazioniI~t~r_naz~onali hanno lavoratocon termini come 'confinare' 'garantire i progetti mobilitano strumenti cono~ci~ti di :-isualizzazione spaz1:~1':l _eh
sicurezzae rifugiare'. ' attivano non in quanto rappresentazioni statiche, ma come proce.~s1in s~ .
teoria u~~alogame~te, Anan_raRoy ci invita a ripensare le geografie della e per sé - non in quanto tecnologie di acquisizione, ma come tecnologie d1
anae regionale,a far saltare le geografie teoretiche", il che addizione - delineando processi di confinamento"'. La speranza è che

28 Monlfosta12 Palermo
Goograffe 29 Palermo Atles Geografie
7 Akawte Kolowratnik.programmadf"
8 Amnesty lnternationaf,"Syrfa-Jo MaPl>ing9orde
1rappedIn desert no man's fandin dire COnd~ian~rder. 75,Qo~,lo,
2016, www.amnesty.org/en/lotest1news1 ;'1~
2016~• •Amnesty.o,g_ 'I.
refugees-trepped-ln-<losert-no-mans-land-l . 9/syna-JOrdan~,
30 marzo 2018~ n-o,re~,tions1 c~·l1-,
~

attraverso un'analisi e una rappresentazione critica dei processi dico t .


ne e di smantellamento dei confini, possano emergere altri immagina~·ruz,o.
1
per i territori in questione.
"Earthworks, Borders and ln-Between Settlements" (2014) di Xi .
Chen descrive la terra di nessuno lungo il confine sirio-giordano (la zon!ox,
neutrale si rio-giordana). Salvo che per alcuni segmenti del confine con
Israele/Palestina e con la Siria, le frontiere internazionali della Giordania n
rispecchiano le caratteristiche del terreno. Gran parte dei confini a est delon
cam~o v~lcanic_odel Geb~I ~ruso sono ret:tili~ei,_taglidritti che attraversano
il terntono che e stato definito dalle negozIazIon1fra le potenze francesi
e britanniche dopo la Prima Guerra Mondiale. Il progetto analizza le forze
cruciali per la creazione e il mantenimento della triplice frontiera al confine
fra Giordania, Siria e Iraq nella regione (o deserto) di Badia per come la
conosciamo oggi, e le forze che ne minano l'integrità. Quando nel 2014 la
Giordania ha chiuso le frontiere ai profughi siriani, chi era in fuga dalla guerra
doveva dirigersi a est e attraversare il deserto, verso la terra di nessuno,
creando passaggi informali nella remota regione di Sadia. I profughi si
spostavano verso la frontiera del deserto con i mezzi pubblici e da Il a bordo
di camion venivano trasportati per dieci chilometri all'interno del territorio
giordano per circa 100 o 150 dinari giordani a persona, per poi percorrere
la distanza rimanente a piedi. !.:ultimo tratto di quattro o cinque chilometri
vicino al confine è particolarmente pericoloso e richiede fino a cinque ore per
essere attraversato. Le analisi delle immagini satellitari dell'UNOSAT scattate
a luglio, ottobre e novembre 2014 confermano l'attraversamento informale
nei pressi di Rubkan, nel mezzo della zona neutrale giordano-siriana. Le
immagini satellitari ad alta risoluzione a 50 cm/pixel rivelano tracce di
movimento e una concentrazione di ben 155 rifugi nella zona neutrale, dove
i profughi aspettavano di venire ricevuti dalle autorità o dalle ONG internazio-
nali dall'altro lato del confine. Qui il confine non è soltanto una linea, ma una
fascia di terreno definita sui lati da opere di scavo. La sabbia stessa
custodisce la storia del movimento e degli insediamenti nella zona neutrale.
A partire da allora, oltre 75.000 siriani sono rimasti intrappolati nella terra
di nessuno fra Giordania e Siria, un'area a lungo inaccessibile al personale
umanitario e ai giornalisti 8 .
"Means and Ends" (2015) di Jason Danforth è una ricerca e un
esercizio cartografico che problematizza l'immagine del trafficante come
figura singola, monolitica, identificandone i vari ruoli nella rete tentacolare
del contrabbando. Partendo dal modello di Bruno Latour, questo progetto
è un tentativo di 'tenere insieme le cose', di rappresentare le complesse
configurazioni sociali, economiche e territoriali del trafficante e la relazione
fra quest'ultimo e la 'crisi dei migranti' che attraversa il Medio Oriente e
l'Europ_~.AI tempo del progetto, la risposta alla crisi dei rifugiati siriani si era
fatta p,u complessa,estendendosi oltre i tentativi umanitari e includendo una

Manifesta 12 Palermo Goograffa


7 Akawte Kolowratnik.programmadf"
8 Amnesty lnternationaf,"Syrfa-Jo MaPl>ing9orde
1rappedIn desert no man's fandin dire COnd~ian~rder. 75,Qo~,lo,
;'1~
2016, www.amnesty.org/en/lotest1news1 ~• •Amnesty.o,g_ 'I.
2016
refugees-trepped-ln-<losert-no-mans-land-l . 9/syna-JOrdan~,
30 marzo 2018~ n-o,re~,tions1 c~·l1-,
~
attraverso un'analisi e una rappresentazione critica dei processi dico t .
ne e di smantellamento dei confini, possano emergere altri immagina~·ruz,o.
1
per i territori in questione.
"Earthworks, Borders and ln-Between Settlements" (2014) di Xi .
Chen descrive la terra di nessuno lungo il confine sirio-giordano (la zon!ox,
neutrale si rio-giordana). Salvo che per alcuni segmenti del confine con
Israele/Palestina e con la Siria, le frontiere internazionali della Giordania n
rispecchiano le caratteristiche del terreno. Gran parte dei confini a est delon
cam~o v~lcanic_odel Geb~I ~ruso sono ret:tili~ei,_taglidritti che attraversano
il terntono che e stato definito dalle negozIazIon1fra le potenze francesi
e britanniche dopo la Prima Guerra Mondiale. Il progetto analizza le forze
cruciali per la creazione e il mantenimento della triplice frontiera al confine
fra Giordania, Siria e Iraq nella regione (o deserto) di Badia per come la
conosciamo oggi, e le forze che ne minano l'integrità. Quando nel 2014 la
Giordania ha chiuso le frontiere ai profughi siriani, chi era in fuga dalla guerra
doveva dirigersi a est e attraversare il deserto, verso la terra di nessuno,
creando passaggi informali nella remota regione di Sadia. I profughi si
spostavano verso la frontiera del deserto con i mezzi pubblici e da Il a bordo
di camion venivano trasportati per dieci chilometri all'interno del territorio
giordano per circa 100 o 150 dinari giordani a persona, per poi percorrere
la distanza rimanente a piedi. !.:ultimo tratto di quattro o cinque chilometri
vicino al confine è particolarmente pericoloso e richiede fino a cinque ore per
essere attraversato. Le analisi delle immagini satellitari dell'UNOSAT scattate
a luglio, ottobre e novembre 2014 confermano l'attraversamento informale
nei pressi di Rubkan, nel mezzo della zona neutrale giordano-siriana. Le
immagini satellitari ad alta risoluzione a 50 cm/pixel rivelano tracce di
movimento e una concentrazione di ben 155 rifugi nella zona neutrale, dove
i profughi aspettavano di venire ricevuti dalle autorità o dalle ONG internazio-
nali dall'altro lato del confine. Qui il confine non è soltanto una linea, ma una
fascia di terreno definita sui lati da opere di scavo. La sabbia stessa
custodisce la storia del movimento e degli insediamenti nella zona neutrale.
A partire da allora, oltre 75.000 siriani sono rimasti intrappolati nella terra
di nessuno fra Giordania e Siria, un'area a lungo inaccessibile al personale
umanitario e ai giornalisti 8 .
"Means and Ends" (2015) di Jason Danforth è una ricerca e un
esercizio cartografico che problematizza l'immagine del trafficante come
figura singola, monolitica, identificandone i vari ruoli nella rete tentacolare
del contrabbando. Partendo dal modello di Bruno Latour, questo progetto
è un tentativo di 'tenere insieme le cose', di rappresentare le complesse
configurazioni sociali, economiche e territoriali del trafficante e la relazione
fra quest'ultimo e la 'crisi dei migranti' che attraversa il Medio Oriente e
l'Europ_~.AI tempo del progetto, la risposta alla crisi dei rifugiati siriani si era
fatta p,u complessa,estendendosi oltre i tentativi umanitari e includendo una
Manifesta 12 Palermo Goograffa
9 SI veda Benhablb,2004, le virgolett8
10 SI veda Roy,2009. sonoBgglunte.

varietà di iniziative strumentali orientate a una logica di profitto. I giurist'1


hanno rivolto ancora una volta la loro attenzione alla sottile linea che se . ,. . . d I diritto alla mobilità, e all'appello
Grazie all'azione locale per I 1st1tuw:>ne. e e politica la Palermo mondializzata
il contrabbando dal traffico di vite umane. In collaborazione con l'antro Para
per estendere l'acc~ss~ alla partec_,p~~1onovi immaginari e rappresentazioni
Luigi Achilli, questo progetto ha seguito la crescita delle reti che facilitcinologo . nta uno straordinario laboratorio , nu
il movimento di corpi attraverso i confini tradizionali nel momento in cu~ i~v~ografiche, quelli che provengono dal Sud.
terza parte entra in campo, e ha osservato le ripercussioni su chi è costre~una 0
ad affidarsi a tali reti per mettersi in salvo.
Sviluppato nell'ambito del corso "Drawing from the Jawlan" che ho
tenuto assieme a Khaled Malas e Aamer lbraheem, il progetto di Stephan v
Eeden, "Rewriting the Road in the Jawlan" (2017) si sofferma sull'uso del an
linguaggio e del testo nella cartografia in quanto metodologia di appropria-
zione territoriale, di colonizzazione e, in pratica, di confinamento. In seguito
alla pulizia etnica della popolazione arabo-siriana del Jawlan, centinaia di
villaggi e fattorie sono stati rasi al suolo, mentre a strade e terreni veniva
cambiato il nome. li Centro Arabo per i Diritti Umani di AI-Marsad, nelle alture
del Golan, ha riscritto le mappe della regione per riposizionare i villaggi
cancellati e rievocarne i nomi. li progetto di van Eeden rispetta questo
impegno sviluppando un nuovo atlante stradale delle alture del Golan,
un atlante che espone le realtà, le storie e le narrazioni cancellate di questa
terra. Questa mappa ha come punto di partenza il video di un viaggio in auto
nelle alture del Golan lungo la Highway 98, confine che limita la possibilità
di movimento e di crescita della popolazione siriana rimasta. li progetto
immagina la mappa come uno strumento utile non soltanto alla navigazione
del territorio attuale, ma anche all'incontro fra le realtà oppresse che
continuano ad abitarlo.
Questi esperimenti visivi rappresentano il rifiuto nei confronti di
un'idea statica di territorialità e, per estensione, di appartenenza politica (dei
luoghi e çlelle persone). Secondo Benhabib, le "nuove forme di globalizzazione
politica" vanno intese come inscindibili dalle nuove possibilità di apparte-
nenza politica, da quelle forme che rifiutano l'immobilità del sistema statale:
a livello sia 'sopranazionale' che 'subnazionale 19• Analogamente, Ash Amin
propone una lettura 'relazionale' e 'topologica' delle regioni del globo, tale che
il locale è considerato un "campo di partecipazione agonistica" con "diversi
livelli di azione [politica e] sociale".All'interno di un processo che intende "far
esplodere nuove geografie", Roy si sofferma sull'appello di Amin a una
lettura relazionale del territorio, e ci invita a prendere parte al programma
di studio sulla città del ventunesimo secolo attraverso la produzione teorica
nel Sud globalizzato, la quale "è incentrata su una pluralità di topologie
dinamiche e relazionalità profonde: il mondializzare le città, la produzione
e le politiche dello spazio, l'extraurbanizzazione e l'extraterritorializzazione•~0•
Manifesta 12 ci esorta a leggere e immaginare Palermo attraverso processi
di mondializzazione della città, in quanto definita storicamente da movimento
e transizione, oltre che da relazioni che sono in-formazione costante.
Pagina31
Stephan van Eedon, 'ReWrftlng tho Rood
In the Jawlln', 2017
32
33
Manifesta 12 Palermo GeograHe