Bell'Italia
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Palazzo Ducale
a Sassuolo
INQUADRA IL CODICE
E SCOPRI LE NOVITÀ
IL MARE • LIGURIA
A VENTIMIGLIA, SULLA
VIA IULIA AUGUSTA
il weekend
>
40453
BRINDISI
ISSN 0394 7203
720006
venga
EDITORIALE GIORGIO sul sito
MONDADORI eurekaddl.hair
9
La costa del Ponente ligure verso capo Mortola
di collaborazione con Slow Guarda invece a Oriente, da sempre, la città di Brindisi. Per i Romani era il porto di
Food con il racconto dello
Sciacchetrà, il vino eroico partenza per la Grecia e l’Anatolia, nel Medioevo diventa snodo fondamentale della
delle Cinque Terre che via verso la Terra Santa per crociati e pellegrini. Di quell’epoca restano importanti
nasce sui muretti a secco
e contribuisce a rendere testimonianze che disegnano un itinerario cittadino tra il castello Svevo, la cattedrale
unico questo scorcio e tante chiese ricche di affreschi e mosaici. Due luoghi dove fare un bagno nella
del Levante ligure. Perché,
come spesso accade storia cullati dalle dolci seduzioni del mare d’inverno.
in Italia, qui l’agricoltura
disegna il paesaggio.
Slow Food tutela con
| Direttore di Bell'Italia
i presidi le nostre tipicità,
segnalando chi le porta in Emanuela Rosa-Clot
tavola: dal mese di marzo
allegheremo al nostro
mensile la guida di Slow
Food Osterie d’Italia 2024.
In copertina:
gli affreschi del
salone delle Guardie
nel Palazzo Ducale
60
di Sassuolo (Modena).
Foto di:
Fabio Gambina
PASSO ROLLE
CRISSOLO
SASSUOLO
VENTIMIGLIA
GENNAIO 2024
ROMA
BRINDISI
|
VENTIMIGLIA (Imperia) Via Iulia Augusta
DOVE IL MARE BAGNA LA STORIA 30
|
SASSUOLO (Modena) Palazzo Ducale
NUOVA LUCE SULLA REGGIA ESTENSE 44
|
ROMA Basilica di Santa Francesca Romana
ORO BAROCCO TRA LE PIETRE PAGANE 70
CRISSOLO (Cuneo)
AL COSPETTO DEL RE MONVISO 82
92
BRINDISI
IL MEDIOEVO CHE GUARDA A ORIENTE 92
44
DIRETTORE RESPONSABILE
Emanuela Rosa-Clot
[email protected]
106
[email protected]
Giovanni Mariotti [email protected]
IN AGENDA Carlo Migliavacca [email protected]
Raffaella Piovan [email protected]
Barbara Roveda [email protected]
LE MOSTRE D’ARTE 14 REDAZIONE
NOTIZIE 18 Terry Catturini [email protected]
Margherita Geronimo [email protected]
Lara Leovino [email protected]
Elena Magni [email protected]
IL PATRIMONIO SALVATO Sandra Minute [email protected]
Il contemporaneo a Sansepolcro 24 PHOTO EDITOR
Milena Mentasti [email protected]
Susanna Scafuri [email protected]
LA LETTURA ART DIRECTOR
Luciano Bobba [email protected]
di Vittorio Sgarbi Simona Restelli Coordinamento
[email protected]
Giovanni Bellini a Vicenza 26
IMPAGINAZIONE
Franca Bombaci [email protected]
Francesca Cappellato [email protected]
MUSICA 28 Isabella di Lernia [email protected]
SEGRETERIA E RICERCA ICONOGRAFICA
Mara Carniti [email protected]
Paola Paterlini [email protected]
I PIACERI PROGETTO GRAFICO E CONSULENZA CREATIVA
Silvia Garofoli
124
www.silviagarofoli.com
BUONA ITALIA HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO
di Silvia Frau Fabio Bottonelli, Giuseppe De Biasi, Silvia Frau, Albano
Marcarini, Paolo Massobrio, Vannina Patanè, Ettore Pettinaroli,
Pordenone e la val Tramontina 106 Vittorio Sgarbi, Claudia Sugliano. Angelo Surrusca
La ricetta 114
CIBO&PAESAGGIO
a cura di Slow Food
EDITORIALE GIORGIO MONDADORI
Lo Sciacchetrà ligure 116 divisione di
A TAVOLA
di Paolo Massobrio PRESIDENTE
Trattoria La Resca 118 Urbano Cairo
CONSIGLIERE ESECUTIVO
Giuseppe Ferrauto
CANTINE D’ITALIA CONSIGLIERI
di Giuseppe De Biasi Andrea Biavardi, Alberto Braggio,
Roberto Cairo, Ugo Carenini, Giuliano Cesari,
Cave Mont Blanc 119 Giuseppe Ferrauto, Uberto Fornara,
14
Marco Pompignoli, Mauro Sala
CAIRO EDITORE S.P.A.
I SENTIERI DIREZIONE, REDAZIONE, AMMINISTRAZIONE:
di Albano Marcarini Via Angelo Rizzoli 8, 20132 Milano,
tel. 02 433131, fax 02 43313927,
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LA DOLCE VITA 124 orario 9/13, da lunedì a venerdì
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GUSTO 127 ARRETRATI A PAGAMENTO / UFFICIO DIFFUSIONE:
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14.12.1994 Periodico associato alla FIEG
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(Filiale di Padova)
dell’ultimo tratto di costa ha visitato per noi Crissolo Piazza Gaetano Salvemini 13
ligure, tra Ventimiglia (p.82), in Piemonte, 35131 Padova
e la Francia (p.30). nella valle dove nasce il Po. Tel. 049/6996311 - Fax 049/7811384
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Bolognese, giornalista, grande appassionato di sci e di sport ha dedicato diversi libri. cairocommunication.it
invernali ma anche vitivinicoltore sui colli intorno alla sua Percorrendo l’amata
CAMPANIA-PUGLIA-BASILICATA
città, da anni racconta le Alpi e gli Appennini per Bell’Italia. Liguria di Ponente è andata CALABRIA-MOLISE
Frequentatore e cultore delle Dolomiti, di cui conosce le valli alla ricerca delle tracce (Filiale di Napoli)
e gli scorci più segreti, è sempre a caccia di destinazioni dell’antica via romana Iulia Centro Direzionale di Napoli
invernali ancora poco frequentate. È suo il servizio che ci Augusta, tra ville circondate Isola E/4 (int. 510)
accompagna tra i villaggi e le borgate di Crissolo (p.82), piccola da giardini rigogliosi Via G. Porzio 4 - 80143 Napoli
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8 BELL’ITALIA
risponde la redazione | scrivete a: [email protected] | Bell’Italia, Via Angelo Rizzoli 8, 20132 Milano | @bellitalia_magazine
10 BELL’ITALIA
LA MOSTRA DEL MESE
TESTI L AR A LEOVINO
L’UMANESIMO
MODERNO
DI ACHILLE FUNI
È la più importante rassegna antologica
degli ultimi cinquant’anni dedicata
al pittore ferrarese. Raccoglie 130 opere
e otto inediti, dal Futurismo ai murales
14 BELL’ITALIA
ACHILLE FUNI. Un maestro
del Novecento tra storia e mito.
Sede: Palazzo dei Diamanti
Date: fino al 25 febbraio.
INFO 0532/24.49.49;
www.palazzodiamanti.it
IL CONSIGLIO
DA VEDERE
La sala dell’Arengo del Municipio
di Ferrara (piazza del Municipio 2)
conserva il grandioso ciclo di affreschi
realizzato fra il 1934 e il 1937 da Achille
Funi. I dipinti ripercorrono la storia della
città ispirandosi ai capolavori di Ariosto
e Tasso. La sala è sempre visitabile durante
la mostra; Palazzo dei Diamanti organizza
anche tour guidati. Merita una visita
anche Palazzo Schifanoia (via Scandiana
23), famoso per il Salone dei Mesi,
decorato con affreschi quattrocenteschi
dei pittori della scuola ferrarese.
LA BUONA SOSTA
Trattoria La Gigina
(via San Giacomo 51, 0532/77.06.03).
Fondata nel 1901 e gestita sempre
dalla stessa famiglia, è un baluardo
gastronomico di Ferrara.
«Ha vissuto la contemporaneità con un inna- senta alcune pietre miliari di Novecento, mo- Nella pagina
to spirito filosofico, tanto da sembrare un uo- vimento che raduna autorevoli esponenti di precedente: Lettura
domenicale, 1926.
mo del Quattrocento, un umanista involonta- un moderno e maestoso classicismo. Lettura In alto: Il motociclista,
riamente calato nella modernità». Con queste domenicale (1926) è una di queste: Funi rap- 1914. Qui sopra,
da sinistra: L’acqua,
parole Nicoletta Colombo, una delle curatrici presenta una donna col capo coperto da un 1922, presentata
della mostra, ritrae Achille Funi (1890-1972), velo, assorta nella lettura. Non ci sono attributi per la prima volta in
celebrato nella città natale da una grande an- sacri ma la spoglia essenzialità del vano e la una mostra dopo un
secolo; Autoritratto
tologica. Il percorso raccoglie 130 opere tra luce cristallina che la illumina fanno pensare a con brocca blu,
cui figurano i suoi massimi capolavori. Il pit- una Annunciazione contemporanea. Anche il 1920, in cui Funi,
tore ferrarese attraversa la prima parte del XX Realismo magico con la sua visione sublimata assertore del “ritorno
al mestiere”, si
secolo abbracciando i principali movimenti della realtà, lo affascina fortemente, come si rappresenta come
artistici dell’epoca. Lo fa però alla sua manie- evince da L’acqua (1922), dipinto che ha per un energico operaio.
ra, come accade per il Futurismo nel quale protagonista una figura femminile con un’an-
Funi si cimenta con una forte carica visiona- fora sulla spalla, mentre sullo sfondo emerge
ria ma senza prescindere dal dato reale. Ne è l’incanto di un paesaggio lacustre. L’esposi-
© RIPRODUZIONE RISERVATA
prova l’opera Il motociclista (1914) dove più zione si conclude con la stagione della pittura
che il movimento del soggetto si avverte la sua murale: assieme a Sironi, Funi ha dato nuovo
staticità in una realtà in divenire. La rassegna, slancio alla gloriosa tradizione italiana dell’af-
che prosegue analizzando l’apporto dell’ar- fresco e del mosaico. In mostra una selezione
tista alla stagione del “Ritorno all’ordine” e di cartoni preparatori di murales realizzati in
alla restaurazione delle forme classiche, pre- tutta Italia tra gli anni Trenta e Quaranta.
BELL’ITALIA 15
LE MOSTRE D’ARTE
TESTI L AR A LEOVINO
RIVOLI (Torino)
AL CASTELLO I 29 “UFFIZI” DI PISTOLETTO
La Manica Lunga del Castello di Rivoli presenta, in occasione della mostra dedicata
a Michelangelo Pistoletto, un allestimento di 29 stanze, o Uffizi, aperte e collegate
l’una all’altra. Qui gli spettatori si muovono liberamente tra i più svariati ambiti del
sapere umano alla scoperta di una possibile città ideale del futuro. Nel percorso ci sono
alcune delle opere più celebri e stimolanti del maestro biellese dagli anni Sessanta a oggi.
Foto: Persona Segno Arte, 1998, serigrafia su acciaio inox lucidato a specchio.
MICHELANGELO PISTOLETTO. Molti di uno. Al Castello di Rivoli fino al 25 febbraio. INFO castellodirivoli.org
BRESCIA
L’INCONTRO TRA LOTTO E I PITTORI BRESCIANI
La mostra alla Pinacoteca Tosio Martinengo chiude l’anno di Bergamo Brescia Capitale
Italiana della Cultura. Il protagonista è Lorenzo Lotto (1480-1556), e gli incontri, talvolta
© RIPRODUZIONE RISERVATA
immaginati o auspicati, sono quelli con i maestri pressoché coetanei del Cinquecento
bresciano, come Savoldo, Romanino e Moretto. Il dialogo all’interno delle sale si crea
attraverso cinque opere del genio veneziano, quattro provenienti da prestiti e una della
Collezione Tosio. Foto: Profeta, 1525, affresco di Alessandro Bonvicino detto il Moretto.
LORENZO LOTTO. Incontri immaginati. A Palazzo Tosio Martinengo fino al 7 aprile. INFO 030/297.78.33.
16 BELL’ITALIA
FOTONOTIZIA
A CURA DI SANDRA MINUTE
FOTOGRAFIA DI MASSIMO LISTRI
|
MONZA ARTE E DESIGN NELLE SALE DELLA VILLA REALE
LA REGGIA CONTEMPORANEA
Arte contemporanea e design dialogano con le architetture neoclassiche della villa
Reale, capolavoro di Giuseppe Piermarini. Con il progetto Reggia Contemporanea, nelle
sale del primo e secondo piano nobile sono allestite cento opere di arte e design,
concesse a titolo gratuito da artisti, archivi, fondazioni e aziende. Tra i tanti nomi Enrico
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Castellani, Emilio Vedova, Mimmo Rotella, Afro e Mirko Basaldella, Pietro Consagra e
per il design Gio Ponti, Piero Fornasetti, Vico Magistretti e Giorgio Armani; Giovanni
Frangi, Chiara Dynys e Massimo Listri hanno realizzato tre grandi opere site-specific
(nella foto: il salotto del Principe di Napoli con due opere di Grazia Varisco, Gnomoni,
1984, al centro, e Variabile + Quadrionda, 1970, sulla parete).
Orario: da mercoledì a venerdì 10-16, sabato e domenica 10,30-18,30; 10 €. INFO reggiadimonza.it
venga sul sito eurekaddl.hair
BELL’ITALIA 19
TESTI SANDRA MINUTE
|
ANCONA AL MUSEO ARCHEOLOGICO
RITRATTO DELLE
MARCHE ROMANE
Il volto romano delle Marche torna a svelarsi
a palazzo Ferretti. A oltre mezzo secolo dal
terremoto del 1972 che ha profondamente
segnato la città di Ancona, al Museo Archeologico
Nazionale (Man Marche) ha riaperto la sezione
dedicata all’età romana: oltre trecento opere fra
ritratti, sculture, ceramiche e manufatti in bronzo
raccontano la vita pubblica e privata, le attività
e i commerci delle più floride città della regione,
centri che erano in contatto costante con l’Urbe
e aggiornate su mode, stili di vita e status symbol
della Capitale. Inaugurato nel 1959 nel bellissimo
palazzo Ferretti, il Museo Archeologico è stato
chiuso in seguito al sisma del 1972; a partire
dal 1988 sono state riaperte le sezioni civiltà
picena, preistoria, età del Rame, età del Bronzo,
Ancona ellenistica e romana. I lavori di restauro
e riallestimento, che interessano sia l’edificio
che il percorso museale, continuano ora con
i fondi del Pnrr, in vista della prossima riapertura
di altre sezioni, tra le quali il medagliere.
Orario: martedì e mercoledì 8,30-13,30, giovedì-sabato
8,30-19,30, domenica 14-19,30; ingresso 6 €.
INFO 071/20.26.02; www.musei.marche.beniculturali.it
20 BELL’ITALIA
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NUORO NUOVE ACQUISIZIONI
LA SCULTURA SARDA
A SPAZIO ILISSO
Da Melkiorre Melis a Maria Lai,
da Costantino Nivola a Eugenio
Tavolara, la collezione di Spazio
Ilisso si arricchisce di nuove opere
dei massimi protagonisti dell’arte
sarda. Il percorso del Museo della
scultura del Novecento sardo, aperto
nel 2019 dalla casa editrice Ilisso,
si è ampliato grazie alla generosità
di alcuni collezionisti privati con una
decina di nuove acquisizioni, tra cui
Modello per il poeta Sebastiano Satta
di Costantino Nivola (1966), Presepe
di Maria Lai (fine anni Novanta),
I dieci comandamenti di Eugenio
Tavolara (1939-40) e Madonna
di Loreto di Melkiorre Melis (1939).
Le opere si aggiungono alle altre
cento che delineano la storia della
scultura in Sardegna.
Orario: martedì 15-19, mercoledì-
A sinistra: restauro su un nel duomo di Milano, prima
ritratto maschile del I secolo e dopo il restauro. Sotto: domenica 10-13 e 15-19; ingresso 5 €.
a.C. al Museo Archeologico la Madonna con Bambino di INFO 0784/315.51; spazioilisso.it
delle Marche. Qui sopra: erme Sandro Botticelli riscoperta a
dal territorio marchigiano, del I Gragnano. A destra: Madonna
secolo. Pagina precedente, in di Loreto (1939), terracotta
basso: lo Scurolo di San Carlo, smaltata di Melkiorre Melis.
BELL’ITALIA 21
TESTI SANDRA MINUTE
|
SALTRIO (Varese) SUL MONTE ORSA
UN SENTIERO PER
NON DIMENTICARE
L’8 dicembre 1943 la senatrice
a vita Liliana Segre, allora tredicenne,
tentò la fuga in Svizzera con il padre
Alberto per sfuggire al lager. Ma alla
frontiera le autorità, inspiegabilmente,
li respinsero, segnando in modo
irrevocabile il loro destino.
A ottant’anni esatti da quel tragico
giorno, l’associazione Amo-Amici del
Monte Orsa ha inaugurato il Sentiero
del Silenzio, un percorso di 4 km tra
i boschi, dal paese di Saltrio al confine
italo-svizzero, dove è stata collocata
un’installazione commemorativa. |
IN TUTTA ITALIA A 100 GIORNI DALLA PARTENZA DELLA CORSA
INFO amicidelmonteorsa.com
MONUMENTI IN ROSA ASPETTANDO IL GIRO
Parte il conto alla rovescia per l’appuntamento ciclistico dell’anno e l’Italia
si colora di rosa. Il 25 gennaio, a 100 giorni esatti dall’inizio del Giro d’Italia,
tutte le città di partenza o arrivo delle varie tappe illumineranno
di rosa uno dei loro luoghi simbolo, dai monumenti alle bellezze naturali,
con effetto altamente spettacolare, come è avvenuto l’anno scorso con
la Mole Antonelliana di Torino, la fontana di Trevi a Roma, le Tre Cime
di Lavaredo, piazza del Plebiscito a Napoli, la cascata delle Marmore.
L’edizione numero 107 del Giro partirà il 4 maggio da Venaria Reale (Torino)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
22 BELL’ITALIA
IL PATRIMONIO SALVATO PRIVATI E FONDAZIONI AL SERVIZIO DEI BENI CULTURALI
A CURA DI CARLO MIGLIAVACCA
In queste foto:
gli spazi di palazzo
Muglioni in occasione
di due mostre del
2023. Da sinistra:
“Messo al muro”,
dedicata alla stampa
tipografica a caratteri
mobili; un’opera della
collettiva “Dune - Arti
Paesaggi Utopie”.
SANSEPOLCRO (Arezzo)
Il Polittico della Misericordia e la Resurrezione di Piero del- dotato di sale stuccate, corte con portico e loggia, terrazzo e
la Francesca sono a due passi, letteralmente. Meno di cento giardino pensile: antichi fasti sepolti sotto decenni di incuria,
metri di via Niccolò Aggiunti separano la sede dei Musei polvere e calcinacci. Ci hanno pensato nel 2013 gli studenti
Civici di Sansepolcro, dove si conservano i due capolavori, del Liceo “Città di Piero” di Sansepolcro e una loro docente,
da palazzo Muglioni, edificio storico in cui si sta scrivendo l’artista Ilaria Margutti: rimboccate le maniche, hanno ripu-
una nuova pagina artistica, culturale e sociale della citta- lito i primi spazi e li hanno aperti alla città organizzando
dina in provincia di Arezzo che ha dato i natali al grande mostre d’arte, concerti, eventi e attività culturali. È nato così
artista del Rinascimento. Un minuto di passeggiata unisce il percorso di rigenerazione urbana dal basso CasermArche-
il grande passato e il presente in divenire della creatività in ologica, che accanto agli studenti ha coinvolto nel tempo
questo lembo di Toscana ai piedi dell’Appennino, ma dieci professionisti, imprenditori, fondazioni e istituzioni.
anni fa la camminata avrebbe portato di fronte a un palaz- L’Associazione CasermArcheologica, diretta da Ilaria Mar-
zo in stato di abbandono. Ultima destinazione, tre decenni gutti e dalla project manager Laura Caruso, gestisce due
prima, caserma dei Carabinieri. piani recuperati del palazzo (di proprietà della Provincia di
Non era facile immaginare la rinascita del bell’edificio di im- Arezzo, in concessione al Comune di Sansepolcro), spazi
pianto rinascimentale voluto dalla nobile famiglia Muglioni, dalla patina antica lasciati volutamente incompiuti in cui
24 BELL’ITALIA
I PROGETTI SOSTENUTI DA
PAVIA
GLI HORTI APERTI DELL’ALMO
COLLEGIO BORROMEO
È il collegio universitario più antico d’Italia, fondato
nel 1561 a Pavia dal cardinale Carlo Borromeo. Da
allora l’Almo Collegio Borromeo non ha smesso
di accogliere studenti meritevoli che seguono i corsi
dell’ateneo pavese, dando loro ulteriori opportunità
di formazione. L’elegante palazzo accanto al fiume
Ticino, affidato al progetto di Pellegrino Tibaldi
e compiuto nel 1588, si è arricchito nei primi decenni
del ‘600 di due ali e di un giardino all’italiana
sul lato orientale, mentre frutteti e ortaglie ad uso
degli ospiti circondavano il complesso. Questa
vasta area verde (35 mila metri quadrati) è stata di
recente riqualificata dal Collegio grazie al progetto
Horti: da settembre 2022 il parco è stato aperto alla
libera fruizione del pubblico dopo un intervento
di riqualificazione che ha interessato l’aspetto
naturalistico – impianto di oltre tremila piante
e arbusti, definizione di percorsi d’acqua, iniziative
per la salvaguardia della biodiversità – e lo ha
messo in dialogo con l’arte contemporanea.
Tra gli interventi disseminati nello spazio verde
si incontrano opere di Arnaldo Pomodoro, Mauro
Staccioli, Gianfranco Pardi, Nicola Carrino e David
Tremlett, che ha decorato anche lo Spazio ExtraArt,
sala polivalente di Horti (foto in basso). Il progetto
ha una forte impronta etica, è aperto ad associazioni
e istituzioni del territorio che promuovono
l’inclusione sociale, la solidarietà e la sostenibilità.
Horti ha partecipato nel 2023 al “Bando per la
comunicazione strategica e branding dei progetti
di valorizzazione culturale e territoriale” della
Fondazione Italia Patria della Bellezza ed
le tracce del passato accolgono con naturalezza i segni e le è stato “adottato” dall’agenzia milanese di branding
presenze della contemporaneità, aprendo le porte all’arte e innovation Reflektor, che ne ha progettato il nuovo
di oggi ma anche al lavoro comune di giovani professionisti logo e i layout coordinati per la comunicazione.
e alle attività di formazione per bambini, ragazzi e adulti.
Horti, Pavia, Lungo Ticino Sforza 46, 388/827.81.57.
Un processo di crescita costante e sempre condiviso con
Il parco è visitabile gratuitamente da martedì a domenica,
la comunità cittadina che può vantare importanti ricono- dalle 10 alle 18 (10-21,30 orario estivo).
scimenti, come la presentazione nel Padiglione Italia della
Biennale di Venezia del 2018, e che nel 2023 ha celebrato
i primi dieci anni di vita forte di numeri importanti: 120
le mostre d’arte contemporanea e le residenze artistiche
ospitate dal 2013, novemila le presenze nel corso dell’an-
no appena trascorso. La sensibilità per i temi cruciali del
nostro tempo che segna l’orizzonte culturale di CasermAr-
cheologica, «luogo di utopie possibili» come lo definisco-
no i suoi animatori, si esprime con chiarezza nella mostra
in corso, aperta fino a metà gennaio: “Sconfinamenti”. Gli
artisti Elio Mariucci e Fabio Mariacci si confrontano con il
dramma di chi è costretto a oltrepassare confini per alimen-
tare la speranza di un futuro migliore.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
BELL’ITALIA 25
DI VITTORIO SGARBI
UNA CHIESA UN CAPOLAVORO
IL SUBLIME NATURALISMO
DI GIOVANNI BELLINI L’ITINERARIO
Dipinto nei primi anni del Cinquecento, il grande Battesimo di Cristo DUE GIOIELLI
esprime la peculiarità della pittura del maestro veneto, che grazie DEL RINASCIMENTO
al colore restituisce l’emozione di una realtà in armonia con il divino
Grazie al genio di Andrea Palladio,
Vicenza vanta alcuni dei più
importanti esempi di architettura
Pochi dipinti procurano felicità come Quando si trova a dipingere per Vicen- rinascimentale in Italia: la Basilica,
il Battesimo di Cristo nella chiesa di za su incarico di Giovan Battista Garza- i palazzi Chiericati e Valmarana (tra
Santa Corona a Vicenza, capolavoro di dori, in procinto di recarsi a Gerusalem- molti altri), la loggia del Capitaniato,
Giovanni Bellini dei primi anni del Cin- me, Bellini si sforza di innovare senza il teatro Olimpico. La pittura del
quecento. Bellini è il maestro grazie al però sconvolgere. Non fosse per l’unifi- periodo è ben rappresentata dalla
pala di Giovanni Bellini in Santa
quale la pittura veneta assurge a livelli cazione in un solo campo, il Battesimo
Corona e da un’altra preziosa
di poetica e qualità ineguagliati. Nato avrebbe un’impostazione abbastanza
testimonianza, la monumentale
a Venezia intorno al 1430 e morto nel tradizionale. Ciò che è nuovo è il rap- Cena di San Gregorio Magno
1516, deve la sua straordinaria moder- porto atmosferico, di grande coinvolgi- dipinta nel 1572 da Paolo Veronese
nità al fatto di non sentire più il legame mento emotivo, che il cielo aurorale e il (foto in alto). L’opera, dalla storia
col passato greco-romano attraverso la paesaggio di fondo – con i monti azzur- travagliata e oggetto di un recente
venerazione dei suoi modelli culturali, rati in risposta agli sfumati leonardeschi restauro, è stata realizzata per il
secondo i canoni della civiltà umanisti- – stabiliscono con la scurita natura dei refettorio dei monaci del santuario
co-rinascimentale, riconoscendosi piut- primi piani, punto di arrivo di una pro- Santa Maria di Monte Berico che
tosto in un’intuizione dello spirito, una spettiva ribassata che nel conferire mag- guarda da 140 metri di altitudine la
città e la pianura vicentina. A unire
filosofia di vita in grado di accomunare giore profondità allo spazio evidenzia
questi due gioielli artistici è una
l’uomo antico e l’uomo del presente: anche il poggiare per terra di Cristo, da
piacevole passeggiata di circa due
l’aspirazione a stabilire con la natura un uomo fra gli uomini. Dallo spuntone di chilometri che parte dalla chiesa,
rapporto di perfetta armonia in quanto roccia il Battista non può fare a meno attraversa il centro storico e risale
massima espressione del divino. di ammirare la divina simmetria di un il monte lungo la scalinata coperta
Per tradurre questa visione come su- corpo candido che, malgrado il gesto realizzata nel Settecento.
blime poesia bisognava inventarsi una pudico, quasi femminile con cui copre Chiesa di Santa Corona, contra’ Santa
nuova tecnica capace di concentrarsi il petto, si sta offrendo, analogamente Corona 2, 0444/32.08.54. Orario: martedì-
su ciò che poteva derivare direttamen- all’Uomo vitruviano di Leonardo, co- domenica 9-17; ingresso 4 €.
te dalla percezione ottica. Con Bellini me parametro universale di perfezione. Santuario Santa Maria di Monte
la maggiore risorsa della pittura non sta Una perfezione che non ha bisogno del Berico, viale X Giugno 87, 0444/55.94.11.
più nel congegnare spazi immaginari, calcolo e della ragione per essere cap- Orario: lunedì-sabato 6-12,30 e 14,30-18,
domenica 6-19; ingresso libero.
corpi dalle solidità statuarie o narrazioni tata dai nostri sentimenti.
fantastiche, ma nel comunicare sensa- Eccola la superiorità che Bellini ri-
zioni con cui smuovere gli animi di chi conosce al mondo moderno rispetto
guarda. Il mezzo espressivo a cui affida all’antico: l’avere scoperto la verità di Solo l’idealismo di Raffaello, in questo
le sorti della sua nuova pittura è il colo- Cristo, l’uomo fattosi unico Dio possi- momento, può valere l’altissimo natura-
re, nell’intensità delle tinte cariche co- bile, un Dio che a sua volta è natura lismo di Bellini. Disse bene di lui Ro-
me nella morbidezza di toni intermedi come avrebbe detto in seguito Spino- berto Longhi: «prima bizantino e gotico,
ottenuti mediante velature sovrapposte, za, nelle scogliere di lago ancora man- poi mantegnesco e padovano, poi sulle
in ripresa e sviluppo della tecnica fiam- tegnesche come negli alberi che sono tracce di Piero e di Antonello, in ultimo
minga. Il disegno tanto esaltato nella dritti al pari di Cristo perché a lui fra- fin giorgionesco; eppure sempre lui,
Toscana rinascimentale viene progressi- telli, oppure nel divertente pappagallo caldo sangue, accordo pieno e profon-
vamente circoscritto a un ruolo di pre- appena giunto dalle Americhe il cui do tra l’uomo, le orme dell’uomo fattosi
parazione rispetto al partito cromatico. verso ripete ossessivamente «ave». storia, e il manto della natura».
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26 BELL’ITALIA
altezza 410 cm
Unione di
cielo e terra
La scena è presentata
in un solo campo che
riunisce due registri
sovrapposti: in alto
Dio Padre fra nimbi
con cherubini, serafini
e la colomba
dello Spirito Santo;
in basso il Cristo
con il Battista
e le presumibili
personificazioni delle
Virtù Teologali, Fede,
Speranza e Carità.
In questa pagina:
due ambienti di villa
Necchi Campiglio,
la veranda (in questa foto) IL CONSIGLIO
e una sala (in basso);
i concerti della Società
del Quartetto sono anche DA VEDERE
un’occasione per visitarla.
Basilica di Santa Maria della Passione
(via Conservatorio, 02/76.02.13.70).
MILANO | DAL 20 GENNAIO AL 2 MARZO Nei dintorni di villa Necchi, fu eretta
a partire da fine Quattrocento.
28 BELL’ITALIA
In questa foto: una sala
di palazzo Maffei a Verona
con un Amorino di Antonio
Canova. In basso:
facciata del palazzo; la sala
di palazzo Brancadoro,
a Fermo, che ospita
i concerti del Circolo di Ave.
BELL’ITALIA 29
VENTIMIGLIA (Imperia) | Via Iulia Augusta
In questa foto: le
case e la parrocchiale
di Mortola Inferiore,
frazione di Ventimiglia
in prossimità del
confine con la Francia.
Pagina seguente:
uno scorcio del
piccolo centro abitato.
30 BELL’ITALIA
Dove
il mare
bagna
la storia
Nella Riviera Ligure di Ponente, vicino
al confine con la Francia, le tracce
di una strada romana rappresentano
il filo rosso per visitare una terra
in cui antiche memorie punteggiano
paesaggi di straordinaria bellezza
TESTI CLAUDIA SUGLIANO
FOTOGRAFIE MATTEO CARASSALE
In questa foto:
un tratto del tracciato
della via Iulia Augusta
presso villa Biancheri,
nel territorio di Latte,
altra frazione di
Ventimiglia. Pagina
seguente, in alto
da sinistra: il borgo
di Grimaldi Superiore,
ultima frazione di
Ventimiglia prima del
confine; uno scorcio
di Mortola Inferiore.
Pagina seguente, in
basso: Villa Biancheri
nella piana di Latte.
VENTIMIGLIA (Imperia) | Via Iulia Augusta
BELL’ITALIA 33
VENTIMIGLIA (Imperia) | Via Iulia Augusta
In questa foto:
il sentiero panoramico
sul mare che da
Ventimiglia conduce
alla spiaggia di sabbia
delle Calandre.
Pagina seguente,
in alto da sinistra:
i Giardini Botanici
Hanbury, creati sul
promontorio di capo
Mortola nella seconda
metà dell’800 da
Thomas Hanbury;
un tratto di mare e la
vegetazione lungo il
sentiero delle Calandre.
D
istesa in un magnifico contesto naturalistico, tra cittadino, coincideva con il tracciato della Via Iulia Augu-
un mare dalle sfumature affascinanti e un paesag- sta che poi, attraversato il fiume Roia, risaliva verso il colle
gio lussureggiante che a tratti si fa roccioso, Ven- dove sorse la città medievale. A Ventimiglia Alta, nella crip-
timiglia è ricca di suggestioni in tutte le stagioni ta della chiesa di San Michele (XI secolo) si conservano tre
dell’anno. Già nel 1836 il pittore e scrittore inglese Wil- cippi miliari riferiti uno all’imperatore Augusto e gli altri a
liam Brockedon ammirava «le fantastiche forme delle sco- Caracalla, che fece restaurare la via nel 213 dopo Cristo in
gliere di Ventimiglia [...] i fitti nodi del fico indiano che occasione del suo viaggio verso la Gallia. Vi era riportata la
insieme ai rami delle palme offre all’ambiente un aspetto distanza da Roma: 590 miglia, pari a 873 chilometri.
asiatico». La città alta, in particolare, arroccata con i suoi
monumenti e le vie costeggiate da storici palazzi, conduce Tra antiche memorie e affacci sul panorama
il visitatore in atmosfere ben diverse da quelle del centro All’ingresso del centro medievale di Ventimiglia, a picco
moderno, con il lungomare ombreggiato dalle palme, il sul mare, appare il forte dell’Annunziata, sorto tra il 1831
vivace mercato, il nuovo porto turistico. e il 1837 sui resti di un convento, mentre il piano soprae-
Una delle possibili direttrici per riscoprire il passato più levato risale al 1931. Dal 1984 ha qui sede il Museo Ar-
antico di queste terre è la via Iulia Augusta, importante cheologico Girolamo Rossi, dedicato allo studioso che lo
strada romana, di cui si conserva qualche tratto. Fatta co- fondò nel 1880, nelle cui sale si conservano molti reperti
struire tra il 13 e il 12 avanti Cristo da Ottaviano Augusto, di Albintimilium e si possono ripercorrere il tracciato e la
doveva collegare la Pianura Padana e la Gallia in seguito storia della via Iulia Augusta. Oltre alla collezione archeo-
alla conquista dei territori delle Alpi Marittime. Snodando- logica, il forte vanta una vasta piazza d’armi che è tra i
si tra il fiume Trebbia in Emilia e il Var in Francia, attraver- punti panoramici più affascinanti del Ponente ligure, con
sava la costa ligure. Per seguire le sue tracce nei dintorni di la vista che spazia dal capo di Sant’Ampelio a Bordighera
Ventimiglia si può partire dall’area archeologica di Albinti- fino al massiccio dell’Esterel in Francia. Da qui si ammira
milium, una delle più importanti città romane della Liguria anche la famosa spiaggia delle Calandre, lunga e stretta, di
di Ponente. Sorta agli inizi del II secolo avanti Cristo nella sabbia fine e dorata, raggiungibile, appena fuori dalla for-
piana alluvionale del torrente Nervia, si era in parte so- tezza, con una scala e un sentiero panoramico immersi
vrapposta a quanto rimaneva di un insediamento dei Ligu- nella macchia mediterranea. Un altro scorcio memorabile
ri Intemeli. Il decumano massimo, principale asse viario appare quando, seguendo via alle Ville in direzione del
BELL’ITALIA 35
In questa foto:
la costa rocciosa nella
zona dei Balzi Rossi,
area attraversata dalla
via Iulia Augusta che
si è rivelata ricca di
testimonianze risalenti
alla preistoria. Pagina
seguente, dall’alto:
un altro tratto del
percorso della via Iulia
Augusta presso Latte;
il litorale tra la
spiaggia delle
Calandre, la piana di
Latte e il promontorio
di capo Mortola.
VENTIMIGLIA (Imperia) | Via Iulia Augusta
BELL’ITALIA 39
VENTIMIGLIA (Imperia) | Via Iulia Augusta
Il porto di Ventimiglia,
chiuso a occidente
dallo sperone roccioso
su cui sorge il forte
dell’Annunziata,
costruito dai Savoia
tra il 1831 e il 1837
e in seguito rialzato.
confine con la Francia, si sale alla severa porta Canarda, l’aiuto del fratello Daniel e di Ludwig Winter, botanici di
ultima fortificazione di Ventimiglia verso occidente, eretta fama, uno dei più importanti giardini di acclimatazione
secondo la tradizione sul tracciato della via Iulia Augusta. d’Europa. Le piante esotiche provenienti dal mondo intero
Risalente al XIII secolo, epoca del dominio genovese, si alternano con elementi ornamentali di grande suggestio-
come testimonia un bassorilievo marmoreo con le armi di ne. Giunti quasi al mare, un ponticello scavalca un seg-
San Giorgio, è in puddinga e ha un solo arco. Una lapide mento dell’antica strada che divide i giardini e prosegue
ricorda il passaggio di personaggi come Napoleone, Carlo anche all’esterno, dove la discesa del Marinaio ricalca il
V, Niccolò Machiavelli e i papi Innocenzo IV e Paolo III. suo percorso in un tratto, delimitato da alti muri, dove si
ammirano graffiti cinquecenteschi che raffigurano navi.
La via romana affiora nel paesaggio Ormai in prossimità del confine francese si può salire a
Rievocata dallo scrittore Nico Orengo nei suoi romanzi, la Grimaldi Superiore, il nucleo più antico dell’abitato, dal-
sottostante frazione di Latte fu scelta fra ’500 e ’600 dalla la cui terrazza panoramica si contempla tutta la costa e,
nobiltà ventimigliese e dal vescovo come luogo di villeg- immersa nella vegetazione, la torre della villa Grimaldi
giatura. Verso il mare si conserva un segmento della Iulia Voronoff. Scendendo a Grimaldi Inferiore si giunge a uno
Augusta, che qui proseguiva il suo tracciato litoraneo. dei più importanti siti preistorici d’Europa, i Balzi Rossi,
Quello che rimane è un angolo appartato, una strada stret- dove le falesie celano ripari e grotte come quella del Ca-
ta che costeggia diverse ville signorili affacciate sulla costa viglione, l’unica oggi visitabile. I reperti, con resti faunisti-
e cinte da alti muri con fastosi portali settecenteschi, come ci, strumenti in pietra scheggiata e sepolture con i loro
quello di villa Orengo Sella, decorato da mascheroni e cra- corredi, sono conservati in due musei: il Nuovo, del 1994,
teri. Dell’antico tracciato sono visibili alcune pietre del e il Vecchio, costruito da Thomas Hanbury nel 1898, ria-
selciato, poco oltre villa Eva. Testimonianze del percorso perto lo scorso novembre dopo importanti lavori. È docu-
si trovano anche a Mortola Inferiore, in uno dei luoghi più mentato che la via Iulia Augusta, seguendo la costa, attra-
affascinanti di questo tratto di Riviera ligure, celato nella versava la falesia dei Balzi Rossi: oggi se ne può ancora
lussureggiante vegetazione dei giardini realizzati a partire identificare il percorso nella cosiddetta “tagliata”, un trat-
dal 1867 dall’inglese Thomas Hanbury. Grazie al patrimo- to roccioso di fronte alla grotta del Principe. Il sentiero
nio accumulato con il commercio di spezie, tè e seta, giun- antistante offre spiagge appartate e di particolare bellezza,
to al pittoresco capo Mortola Hanbury acquistò l’antico fra cui quella delle Uova, chiamata così per la forma dei
palazzo Orengo e il terreno circostante per crearvi, con ciottoli, lavorati dalle schiumose onde del mare.
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40 BELL’ITALIA
Dove Come Quando
VENTIMIGLIA (Imperia)
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Le rupi dei Balzi Rossi
TESTI CLAUDIA SUGLIANO
BELL’ITALIA 41
Dove Come Quando VENTIMIGLIA (Imperia)
OLIO EXTRAVERGINE
Tradizione e qualità
dall’albero alla tavola
Mercato Coperto Alla Farmacia L’olio extravergine d’oliva è “l’oro
verde della Liguria” e anche a
Ventimiglia se ne trova di ottima
qualità, come quello del Frantoio
Gaziello (via San Secondo 14,
0184/35.14.56). Fin dai primi
Le buone soste fra cui la pizza a metro e quella in pala, del ’900 la famiglia ha prodotto olio
davvero ottima. Conto medio 25 €. in val Roja, ma nel 1948 Giovanni
BALZI ROSSI Battista Gaziello si è trasferito
(via Balzi Rossi 2, 0184/381.32). Per gli acquisti nell’attuale sede con un frantoio
Ristorante raffinato tra le falesie dei Balzi azionato elettricamente. Il figlio
Rossi e il mare. Insignito di una stella Michelin, MERCATO COPERTO Giorgio ha realizzato un’altra
ha nello chef Enrico Marmo la sua anima. (via della Repubblica 5). rivoluzione tecnica nel processo
Fondamentale è il legame con il territorio e All’inizio mercato dei fiori, l’edificio è oggi produttivo: l’olio è ora estratto per
con i suoi prodotti: le ricette liguri vengono un tripudio di prodotti freschi locali con frutta, centrifugazione diretta dalla pasta
riproposte con sapienza e talvolta rivisitate. verdura, formaggi dei pascoli della val Roja, delle olive a freddo. Questo, insieme
Menu degustazione da 105 €. olio, olive, vino e specialità gastronomiche. all’attenta selezione delle olive,
CASA BUONO garantisce la qualità del prodotto.
(località Trucco, corso Cuneo 28, Per dormire Isolabona, in val Nervia, a circa tredici
340/518.85.38).
Lo chef Antonio Buono ha creato con la moglie HOTEL PROVENZA
Valentina Florio questo ristorante elegante, (via Cornelio Tacito 4, 0184/29.52.95).
premiato con una stella Michelin, dove predilige In posizione ideale in una tranquilla zona
prodotti a km 0. Fra le specialità, la fricassea residenziale, a 150 metri dal mare e vicino
di seppia, carciofo spinoso e sesamo bianco. al sito archeologico, ha 29 camere luminose,
Menu degustazione da 100 €. un’ampia hall, bar e ristorante.
ALLA FARMACIA HOTEL SOLE MARE
(piazza della Fontana, 320/823.81.52). (passeggiata Guglielmo Marconi 22,
Nel centro storico, un locale giovane dove 0184/35.18.54).
gustare la cucina dell’entroterra con tutti i suoi Di fronte al porto turistico, è collegato
profumi. Il menu comprende specialità come al centro storico da un ascensore e dispone
il turtun (torta salata) preparato con erbe di 26 camere, tutte con balcone vista mare. Frantoio Gaziello
spontanee d’inverno e zucchine Trombetta VILLA EVA HOTEL
nella bella stagione. Conto medio 40 €. (Latte, via Del Ricovero 7, 0184/22.00.44). chilometri da Ventimiglia, è un altro
LE DUE PALME In un moderno edificio, ha 48 camere luogo ideale per l’olivicoltura.
(via Giovanni XXIII 2, 0184/344.84). con vista sul mare e sul parco di palme L’Azienda Agricola Grillo (Isolabona,
Pizze con diverse tipologie d’impasto e pini marittimi. Il ristorante dispone di una via Molino 41, 0184/20.48.85) è
e con farine naturali macinate a pietra, splendida terrazza affacciata sul litorale. passata di padre in figlio e oggi conta
oltre settemila piante a un’altitudine
di oltre 600 metri. Eccelle nell’olio
extravergine di olive Taggiasche e nella
preparazione di olive in salamoia.
Anche l’olio extravergine di Taggiasche
dell’Azienda Agricola Paolo Cassini
(Isolabona, via Roma 62, 0184/
20.81.59) è prodotto nel frantoio di
famiglia con spremitura a freddo:
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42 BELL’ITALIA
SASSUOLO (Modena) | Palazzo Ducale
Nuova luce
sulla reggia
estense
Il monumentale edificio barocco nel centro storico della cittadina
emiliana offre straordinari affreschi del Seicento e opere
contemporanee. Da pochi mesi un nuovo allestimento
ne approfondisce la storia attraverso un suggestivo percorso
44 BELL’ITALIA
BELL’ITALIA 45
C
i sono molte storie da scoprire al Palazzo Ducale di Sassuolo,
reggia barocca nel cuore dell’Emilia. A cominciare dai suoi
affreschi che sembrano finestre aperte sul mito, la letteratura,
la Bibbia e le vicende della nobile casata degli Este. Narrano Sopra: l’elegante
facciata di Palazzo
con giocosa verve teatrale episodi avventurosi, romantici, tragici, spesso Ducale, il cui aspetto
curiosi e appassionanti. Un’enciclopedia di temi da riconoscere tra attuale risale al 1634.
L’edificio, nato come
paesaggi e architetture fittizie, figure sorprendenti e decori illusionistici. rocca fortificata
Spostandosi invece nell’appartamento Stuccato, a “parlare” non sono più nel Medioevo, diventa
dimora di delizia
gli affreschi ma una serie di dipinti monocromi d’arte contemporanea. nel ’600 con l’arrivo
Anche la storia di questi lavori – legata al collezionista Giuseppe Panza del duca Francesco I
d’Este. All’ingresso si
di Biumo, scomparso nel 2010 – è affascinante: a lui si deve nel 2001 vedono le grandi statue
l’invito a palazzo di importanti artisti contemporanei, tra cui Winston di Galatea e Nettuno.
Pagina seguente,
Roeth, Anne Appleby, Phil Sims, Ettore Spalletti, per creare opere site dall’alto: la vista
specific all’interno delle cornici barocche. Nasce così Monochromatic sul parco dalla
terrazza (un tempo
Light, esposizione di tele minimaliste allestite dove un tempo torre) della reggia;
c’erano i dipinti perduti della collezione di Francesco I d’Este. altre due tele
monocrome che
Tra le più suggestive quelle di Sims con i colori primari e secondari compongono l’opera
(il rosso, il blu, il giallo, il verde e il viola) e poi i dipinti celesti di di Phil Sims, dedicate
al rosso e al verde.
Spalletti, volutamente asimmetrici così da sembrare sul punto di cadere.
46 BELL’ITALIA
venga sul sito eurekaddl.hair
|
SASSUOLO Palazzo Ducale
11
10
2
6
12
NN
13
5
1
1350 circa
Il nucleo più antico del castello risalirebbe al 1167, a cui nel 1284 si affiancò un borgo esterno dotato
di un fossato e poi, dal 1320, difeso da mura; si formano così due aree distinte: la fortezza e il borgo.
1450 circa
Con Lionello e Borso d’Este il castello è oggetto di importanti lavori e raggiunge così la sua massima
estensione, molto simile a quella del palazzo attuale, con un’ala che viene adibita a dimora di villeggiatura.
I disegni documentano l’evoluzione della fortezza in quattro momenti diversi,
fino alla trasformazione nel Seicento in un’importante reggia europea
1550 circa
Con l’arrivo dei principi Pio a metà del Cinquecento si compie la trasformazione del complesso castellano
da rocca a palazzo fortificato. Si creano appartamenti con camini in marmo e decori ad affresco.
1650 circa
All’arrivo di Francesco I d’Este il castello è totalmente ripensato da Bartolomeo Avanzini e Carlo Vigarani
senza essere demolito. Con la trasformazione in reggia, le torri diventano terrazze e nasce la peschiera.
Sopra: uno dei riquadri
affrescati nella sala
della Fortuna, dove
sono rappresentate
storie di sventura
e rari casi di buona
sorte. A realizzarli
furono il pittore di corte
Jean Boulanger e altri
affreschisti di fama
come Angelo Michele
Colonna e Agostino
Mitelli. A sinistra:
dettaglio di un trompe
l’oeil nella galleria di
Bacco, che collegava
l’appartamento del
duca alle stanze della
duchessa. Vi sono
narrate le Storie
di Bacco, dio del vino
e dei misteri, dalla
nascita al trionfo.
di corte, soffermandosi sul rapporto tra il palazzo e il territorio che
lo ospita. Questo allestimento, inaugurato lo scorso ottobre nella reggia,
si chiama “Invito a corte” e interessa cinque sale, prima non visitabili.
È un percorso dal taglio coinvolgente e divulgativo, realizzato con Sopra: la volta
affrescata del salone
ricostruzioni, disegni, filmati e installazioni interattive, che permette delle Guardie, ambiente
una visita più consapevole del palazzo. Ma partiamo dall’inizio: di rappresentanza
degli Este. Vi sono
nell’XI secolo, in un paesaggio circondato da boschi, protetto da colline ritratti, al centro, Apollo
e lambito dal fiume Secchia, sorge un edificio fortificato che nel XIV e le nove Muse recanti
opere del mecenatismo
secolo viene ampliato dalla signoria dei Della Rosa. Nel 1373 c’è il estense; ai lati,
primo passaggio agli Este, con Borso d’Este che adatta la rocca a dimora Mercurio e Giunone
e Frine. L’intera sala
di villeggiatura. Nel XV secolo è la volta dei principi Pio di Savoia, è un ambiente a
che ingentiliscono gli austeri ambienti con affreschi rinascimentali. doppia altezza dipinto
come una complessa
Ma è con Francesco I d’Este, duca di Modena dal 1629, che l’edificio macchina illusionistica,
diventa una sontuosa dimora di rappresentanza, simbolo del fasto, opera dei quadraturisti
Angelo Michele
della potenza e delle virtù della dinastia estense. Alla sua corte Francesco I Colonna e Agostino
chiama i migliori artisti: Jean Boulanger, allievo di Guido Reni, realizza Mitelli. Alle pareti,
allegorie di Pittura,
gli affreschi delle sale; come architetto sceglie Bartolomeo Avanzini, Scultura, Geometria,
che lavora a Sassuolo insieme allo scenografo Gaspare Vigarani, Architettura e finti
palchi con musici.
chiamato in seguito a Versailles. A loro si deve la facciata, la sistemazione
del grande parco e la creazione della peschiera, monumentale fontana
in tufo che gli ospiti attraversavano in barca tra mirabolanti giochi d’acqua.
I soggiorni a corte dovevano essere un’esperienza da Le mille e una notte,
con grandiosi ricevimenti, balli e musica, spettacoli esotici, naumachie,
fuochi d’artificio, battute di caccia, pranzi e cene dai menu infiniti.
Ci si immerge in queste atmosfere con l’immaginazione, ma non
solo: nell’allestimento sono tante le suggestioni sulla vita di corte,
come il video che ripercorre le scene di celebri pellicole in costume In queste pagine:
alcuni ambienti
ambientate nelle regge d’Europa. E poi ci sono le lettere, i diari del nuovo allestimento
e le testimonianze degli ospiti illustri degli Este, come la regina di Svezia “Invito a corte”. Cinque
sale ricostruiscono
o il pittore Diego Velázquez. La leggenda della reggia è tale che attira la storia del palazzo
visitatori anche nei secoli successivi, diventando meta del Grand Tour. attraverso modelli,
disegni, video e
Dai documenti e dalle cronache dei viaggiatori si evince come gli Este dispositivi multimediali.
da metà Seicento fino all’arrivo di Napoleone (1796) portino a Sassuolo Il percorso illustra
sia le trasformazioni
ingegneri e maestranze da tutta Europa, creando un sistema di governo del complesso che
e di gestione delle terre molto avanzato. Questo patrimonio di quelle del territorio
circostante. Sopra:
conoscenze, nei secoli getta le basi per lo sviluppo di piccoli opifici la sala che illustra
che sfruttano l’abbondanza di materie prime, come acqua, argilla le diverse fasi
di edificazione.
e legna. È così che nascono le prime manifatture ceramiche, settore che Pagina seguente,
in questo territorio è ancora oggi ai vertici del mercato internazionale. dall’alto: la sala con
testimonianze di ospiti
illustri; il maxischermo
Dagli affreschi del piano nobile alla Peschiera nella sezione dedicata
a “La vita a corte”.
Il legame tra la reggia e Sassuolo non poteva non essere forte: la facciata
monumentale del principesco edificio si erge a pochi passi dal centro
storico della cittadina. All’ingresso le due colossali fontane di Galatea
e Nettuno, ispirate da Gian Lorenzo Bernini, rendono l’idea della
maestosità del progetto di Francesco I. Della reggia si visita solo
54 BELL’ITALIA
il piano nobile con le sue innumerevoli sale, molte delle quali affrescate,
arrivate fino a noi grazie ai restauri in più fasi degli scorsi decenni.
Dopo il periodo d’oro degli Este, Palazzo Ducale passa a una nobile
famiglia francese; nel 1943 è requisito dall’esercito tedesco e dopo Sopra: la peschiera
Ducale, chiamata
la guerra diventa di proprietà dello Stato. È sede dell’Accademia Militare Fontanazzo dai
di Modena fino ai primi anni Novanta, poi finalmente nel 1998 apre sassolesi. Si tratta
di un monumentale
al pubblico. Lo scalone d’onore conduce a un’infilata di stanze dai nomi teatro d’acqua
evocativi: il salone delle Guardie, la stanza di Giove, quella dell’Amore voluto dagli Este
per intrattenere i loro
e della Fortuna. E poi lo studiolo del Duca e la meravigliosa galleria ospiti: era ricco di
di Bacco. Insieme ai magniloquenti affreschi, ricchi di storie epiche fontane che attraverso
ingegnosi meccanismi
e dinastiche, lo stile barocco impone decori fittissimi sia alle pareti creavano mirabolanti
che sul soffitto, con dettagli incredibili: trompe-l’oeil, personaggi buffi, giochi d’acqua.
Sembra che nel
scimmiette, pappagalli, putti che si nascondono dietro finti arazzi. Seicento le numerose
Dalle terrazze, un tempo torri difensive, appare la peschiera Ducale, che nicchie fossero
decorate con affreschi.
suscita ancora ammirazione per il fascino fané del tufo e la sua maestosità. Per l’aspetto vetusto
Il giardino e le colline fanno capolino anche nelle nuove sale assunto nei secoli,
i viaggiatori del Grand
di “Invito a corte”: le finestre affacciano su quel che resta del grande Tour pensavano fosse
Parco Ducale, sottolineando la connessione tra la dimora e il paesaggio. un tempio romano
dedicato a Diana.
Le ultime stanze del piano nobile sono impreziosite da dipinti e sculture
provenienti dai depositi della Galleria Estense di Modena, fino all’elegante
appartamento Stuccato. Qui la luce e i colori delle tele minimal
esaltano le forme plastiche degli stucchi dorati: è il nobile omaggio
contemporaneo del conte Panza di Biumo alla Delizia di Sassuolo.
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Palazzo Ducale e San Francesco in Rocca
TESTI LARA LEOVINO
PIAZZA GARIBALDI
Detta dai sassolesi “piazza piccola”
o “piazza dell’Orologio”, si è sviluppata tra
il XVII e il XVIII secolo. I suoi elementi principali
sono la torre Civica, anche conosciuta
come “Campanone”, e il portico costruito
dall’architetto Pietro Bezzi. La piazza è
anche caratterizzata da due piccoli e antichi
canali detti “le Canalette”, che facevano
Castello di Spezzano
parte del sistema idrico della città.
VISITE E ATTIVITÀ
Il Museo Ferrari
e le curiose Salse
Osteria dei Girasoli Chi è appassionato di motori
non può perdere una visita al Museo
Ferrari (via Alfredo Dino Ferrari 43,
0536/94.97.13), che sorge a circa
300 metri dagli stabilimenti della
casa automobilistica, situati nella
Le buone soste LA TAVERNA VIA PIA vicina Maranello. Il percorso dà
(via Pia 113, 0536/80.45.35). ai visitatori l’opportunità di scoprire
OSTERIA DEI GIRASOLI Sia ristorante che pizzeria offre, oltre la storia del Cavallino Rampante
(via Circonvallazione alla classica cucina del territorio, anche e del suo fondatore in modo unico
Nord Est 217, 0536/80.12.33). pescato fresco, crudités e una selezione e coinvolgente. Nei diversi spazi
Locale contemporaneo con proposte di carni pregiate. Senza dimenticare sono esposti vetture Ferrari da strada
creative ma rispettose della tradizione. l’amore per la pizza, tirata o napoletana e da competizione ma anche premi,
Oltre al classico menu alla carta, che sia. Conto sui 30-35 €. fotografie e altri oggetti storici
propone varie degustazioni: “Territorio”, relativi alla storia dell’automobilismo
con ricette della cucina emiliana, Per gli acquisti italiano. Il territorio è ricco di spunti
“Riviera”, con piatti di pesce, il menu interessanti anche per chi ama
vegetariano e quello “Fiducia” con piatti DROGHERIA ROTEGLIA immergersi nel paesaggio e scoprire
a sorpresa scelti dallo chef. Conto 40 €. (piazza Garibaldi 16, 0536/88.10.49). itinerari a piedi nella natura.
PIFFERAIO MAGICO Storica drogheria nel centro di Sassuolo,
(via Montanara 156, 0536/181.20.28). fondata nel 1848. Tra arredi d’epoca
Tradizione e innovazione con tante varietà si respirano profumi di altri tempi
di carne e di pesce da provare, a partire e si acquistano spezie, dolci e liquori
dai bocconcini di spada ai semi di sesamo, come il Nocino e il Sassolino.
con salsa allo yogurt e insalata di olive,
arance, finocchi e misticanza, o dal gran Per dormire
fritto di pesce. Tra i piatti regionali,
il risotto mantecato al Parmigiano HOTEL TERME SALVAROLA
con aceto balsamico e i tortellini in brodo (via Salvarola 109, 0536/87.17.88).
ristretto di cappone. Conto 40 €. Nel verde delle colline, l’hotel ha 33 camere
LIBUM accanto a un importante stabilimento
(piazzale Della Rosa 19, 0536/07.63.95). termale liberty. I clienti possono usufruire Le Salse di Nirano
Cucina con cantina sullo stesso piazzale dell’ampio centro benessere.
di Palazzo Ducale. Propone piatti del territorio B&B LA GARROCHA La Riserva Naturale Regionale
come il tortellino in crema di Parmigiano 36 (via Vallurbana 35, 347/095.49.94). delle Salse di Nirano (via Rio Salse II
mesi o il guancialino di vitello con polenta, Bed & breakfast ricavato all’interno di una Tronco), nel territorio di Fiorano
ma anche hamburger speciali e la pizza “al storica scuderia, offre tre stanze confortevoli Modenese, offre un curioso panorama
tegamino” con lievito madre. Conto 30-35 €. e una buona e abbondante colazione. popolato da piramidi di argilla.
Le Salse sono un fenomeno geologico
dovuto all’emissione di fanghi
La Taverna Via Pia prodotti dalla risalita di acque fossili
che affiorano dal sottosuolo insieme
a idrocarburi gassosi (metano).
Nella riserva si possono anche
fare passeggiate alla scoperta delle
specie animali della zona, come
la donnola, la volpe e il tasso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
58 BELL’ITALIA
Le Pale di San Martino si specchiano nel piccolo lago vicino alla Baita Segantini, raggiungibile da Passo Rolle
con una facile escursione. Al tramonto le pareti si tingono di rosa grazie al fenomeno ottico dell’enrosadira.
La MAGIA delle
Pale di San Martino
Il valico tra le valli di Primiero e di Fiemme offre i migliori scorci sul gruppo dolomitico,
colorato al tramonto dalle tinte dell’enrosadira. Nei dintorni alcune facili escursioni
con le ciaspole percorrono la solitaria val Venegia e raggiungono i laghi di Colbricon
TESTI ETTORE PETTINAROLI FOTOGRAFIE ALBERT CEOLAN
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BELL’ITALIA 61
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Nella foto grande:
un cervo all’interno
della grande area
faunistica del Parco
Naturale Paneveggio
Pale di San Martino.
Qui a sinistra:
un pannello illustra
i sentieri dell’area protetta.
P
oco dopo la chiusura degli impianti di risalita, quando
gli ultimi sciatori sono tornati nei paesi di fondovalle,
a Passo Rolle va in scena uno dei più straordinari spet-
tacoli delle Dolomiti: l’enrosadira sulle Pale di San
Martino. L’incendio delle vicinissime pareti calcaree del Cimon
della Pala, della cima Vezzana e della cima dei Bureloni, colo-
rate dal tramonto, si osserva in silenzio, tra pochi intimi. Collo-
cato a 1.980 metri di quota e separato dalle ben più estese ski
area di San Martino di Castrozza e della val di Fiemme, il pas-
so è una meta per raffinati intenditori. I “cacciatori di immagi-
ni” si fermano giusto il tempo per fare qualche scatto e in bre-
ve lasciano campo libero ai “collezionisti di emozioni”.
L’atmosfera che ancora si respira quassù potrebbe cambiare in
un paio d’anni, quando saranno ultimati i lavori delle telecabi-
ne in partenza da San Martino di Castrozza.
64 BELL’ITALIA
BELL’ITALIA 65
66 BELL’ITALIA
Nella foto grande:
tramonto sulle Pale di San
Martino da Passo Rolle.
Il gruppo, al confine
fra il Trentino orientale
e il Veneto, raggiunge
i 3.192 metri di quota. Qui
a sinistra: Baita Segantini
con le Pale sullo sfondo.
FACILE!
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INFORMAZIONI DI QUESTE
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Chiesa di Santa Maria Assunta
LE ATTIVITÀ
Dalle escursioni con
le ciaspole allo sci alpinismo
A Passo Rolle c’è una ski area con
Da vedere
circa 15 chilometri di tracciati sempre
soleggiati. Gli appassionati di sci alpino
CENTRO VISITATORI PARCO NATURALE
possono contare anche sulle vicine
PANEVEGGIO PALE DI SAN MARTINO
piste di San Martino di Castrozza
(Predazzo, località Paneveggio,
(0439/76.88.67), tra le quali spicca la
0462/57.62.83).
Fantasia 2000, lunga oltre 5 chilometri.
Nuovo e interattivo, l’allestimento “Suona
Ben attrezzato per gli appassionati di
Foresta” è dedicato alla “foresta dei violini”.
snowboard è il Rolle Railz Park a Passo
La visita racconta anche i diversi habitat
Rolle. In alternativa si può andare al
degli animali e insegna come riconoscerli
San Martino Snowpark nella zona della
ascoltandone il verso. Il parco organizza
Tognola. Sono 9, invece, i chilometri di
Come arrivare escursioni guidate nell’area protetta.
tracciati per lo sci di fondo a Prà delle
Nasse, ai quali si aggiunge il breve
In auto: il Passo Rolle si raggiunge con CHIESA DEI SANTI MARTINO E GIULIANO
anello di poco più di due chilometri a
la A4 fino a Vicenza e poi con la A31 fino (San Martino di Castrozza,
Passo Rolle. Ampia la scelta di itinerari
all’uscita Superstrada Pedemontana Veneta. via Colbricon, 0343/50.118).
con le ciaspole: oltre a quelli descritti
Si prosegue quindi per Bassano e Cismon Costruita dalla fine dell’XI secolo,
nell’articolo, da segnalare le salite
del Grappa e poi per Arten, dove si imbocca dell’edificio originario conserva il campanile
alla statua del Cristo pensante (da Passo
la statale 50 fino alla meta. con le bifore romaniche e parte dell’abside.
Rolle) e a cima Fradusti, sull’altopiano
In treno: stazione di Borgo Valsugana, linea
delle Pale che si raggiunge in funivia.
Trento-Venezia, da dove si prosegue con CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA
Per lo sci alpinismo ci si può rivolgere alle
i bus di Trentino Trasporti (trentinotrasporti.it). (Fiera di Primiero, via del Dazio 5, 0439/624.93).
Aquile di San Martino (342/981.32.12).
In aereo: aeroporto di Venezia a 143 km. Consacrata nel 1495 e caratterizzata
da un alto campanile affrescato,
Per la visita fu costruita sul sito di una basilica
paleocristiana del V-VI secolo. L’interno
L’escursione con le ciaspole che percorre a tre navate è impreziosito da affreschi
la val Venegia dura circa un’ora e mezza rinascimentali e da tre altari barocchi.
di cammino da Passo Rolle (1.980 metri)
fino alla Baita Segantini (2.182 metri), mentre P-QUÌ
dalla Malga Venegia si può salire alla cima (Fiera di Primiero, piazzetta
del Lago (2.313 metri) in due ore. Dal passo del Dazio 2, 0439/76.23.44).
ai laghi di Colbricon (1.922 metri) si impiega Nel palazzo delle Miniere, il museo racconta
invece meno di un’ora, mentre chi vuole la storia della vallata con allestimenti originali,
proseguire fino a Malga Ces (1.658 metri) deve in molti casi realizzati con il legname degli
Ski Center San Martino Rolle
mettere in conto un’altra ora di percorso. alberi abbattuti dalla tempesta Vaia (2018).
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Hotel Vezzana
LE SPECIALITÀ
Botiro, Tosèla e Primiero:
la festa dei formaggi
Sono soprattutto i prodotti caseari
Rifugio Capanna Cervino a caratterizzare la gastronomia
della valle del Primiero. In prima
fila c’è il Botiro di Primiero di Malga,
un burro Presidio Slow Food, difficile
però da trovare nei mesi invernali.
Sempre presente sui banchi dei negozi
è invece la Tosèla, il tipico formaggio
fresco del luogo che si gusta tagliato
in fette spesse rosolate nel burro
Malga Rolle oppure crudo, tagliato sottile come
un carpaccio. Da provare anche
il Primiero, stagionato da due fino
a 16 mesi. L’indirizzo per gli acquisti
è il Caseificio Primiero (località
Mezzano di Primiero, 0439/76.56.16).
Lo squisito speck di Castrozza,
realizzato con carni salmistrate
Le buone soste natura. Qui si gustano gli strangolapreti a secco per tre settimane in una
e il “piatto malga” con polenta, Tosèla, salamoia con alloro, ginepro, aglio
RISTORANTE DA ANITA salsiccia e funghi. Conto 25 €.
(San Martino di Castrozza, località Prà
delle Nasse, 0439/76.88.93). Per dormire
Storico tempio della gastronomia a poca
distanza dal centro di San Martino di STORICO HOTEL REGINA
Castrozza. Cucina gourmet con prodotti (San Martino di Castrozza,
del territorio: da assaggiare le pappardelle via Passo Rolle 154, 0439/682.21).
al rosmarino e zafferano al ragù di cervo, Atmosfere di inizio Novecento in un edificio
la tagliata di cervo e lo strudel di mele che ha fatto la storia dell’ospitalità all’ombra
con gelato alla cannella. Conto 50 €. delle Pale: spazi comuni arredati con classe
MALGA ROLLE e con ricche collezioni di giocattoli, oggetti
(San Martino di Castrozza, località di antiquariato e utensili ormai introvabili.
Passo Rolle, 0439/76.86.59). Offre trenta camere e suite, una grande Spa Caseificio Primiero
Locale rustico affacciato sul passo: offre e un ristorante con i piatti della tradizione.
canederli al Fontal di Primiero, ricche HOTEL VEZZANA e pepe e affumicato con legno
grigliate e dolci fatti in casa. All’interno c’è (San Martino di Castrozza, di faggio, si trova da Taufer
un punto vendita dei formaggi del Caseificio località Passo Rolle, 0439/683.28). (via Laghetto 6, 0439/681.25).
Primiero, al quale la malga conferisce il latte. Di fronte al Cimon della Pala, è un hotel Da provare anche lo speck alle erbe
Conto 32 €. di antica tradizione più volte rinnovato e fiori di Primiero, impreziosito al
RIFUGIO CAPANNA CERVINO e con sole 13 camere. Nel suo ristorante termine dei due mesi di stagionatura
(San Martino di Castrozza, località Passo GourMont si gustano tagliolini fatti a mano con malva, santoreggia e calendula:
Rolle-Prati Castellazzo, 340/074.76.43). con i porcini e i finferli freschi, i fagot è prodotto a Siror dalla Macelleria
Completamente rinnovato lo scorso anno, da mont, pasta ripiena tipica trentina, Bonelli (via Asilo 22, 0439/76.22.33),
si trova sulle piste da sci. Sostanziosi piatti tagliata di cervo e gulasch con polenta. dove si trova anche la rinomata
della tradizione da gustare sulla terrazza HOTEL VENEZIA carne fumada. Bisogna poi spingersi
panoramica ai piedi delle Pale. Dispone (San Martino di Castrozza, località Passo fino a Caoria per trovare la lucanica
anche di nove camere. Conto 28 €. Rolle, 0439/624.55). cauriota, fresca o affumicata, prodotta
MALGA VENEGIA Una struttura semplice sul passo. Dispone con carne di maiale seguendo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
(San Martino di Castrozza, località di camere accoglienti con vista e di un buon lavorazioni antiche nella Macelleria
Val Venegia, 348/062.78.86). ristorante con piatti trentini e menu Caser (località Ghiaie 14, 0439/
Questa tipica malga d’alta quota che si alla carta. Tra le chicche dell’hotel c’è 71.00.16). Si fa infine scorta
incontra sul percorso di molte escursioni il servizio Zerobody, un innovativo “lettino” di birre artigianali non pastorizzate
con le ciaspole è anche un’ottima meta che permette di rilassarsi su 400 litri di al Birrificio Bionoc (Mezzano,
gastronomica durante un’escursione nella acqua calda e rigenerare corpo e mente. località Giare 45, 329/608.65.70).
BELL’ITALIA 69
ROMA | Basilica di Santa Francesca Romana
Oro BAROCCO
tra le pietre pagane
Il soffitto ligneo a cassettoni, da poco restaurato, è uno dei tesori d’arte della chiesa
costruita sopra l’antico tempio di Venere, all’interno del Foro Romano. È dedicata
alla compatrona della città, una nobile e pia matrona canonizzata nel 1608
TESTI SANDRA MINUTE FOTOGRAFIE GABRIELE CROPPI
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Il soffitto
a cassettoni lignei
della basilica
dopo il recente
restauro. Realizzato
tra 1612 e 1618,
è ispirato a quello
di San Giovanni
in Laterano.
BELL’ITALIA 71
N
on si può certo dire che si nasconda, anzi: la sua ghirlande e gruppi scultorei, angeli e stemmi, lastre mar-
bianca facciata barocca domina quasi trionfante moree e stucchi colorati. Il ricco apparato decorativo cele-
il Foro Romano, imponente presenza cristiana bra Francesca Bussa de’ Leoni in Ponziani (1384-1440),
tra le rovine pagane. Eppure la basilica di Santa fondatrice della Congregazione delle Oblate, una nobil-
Francesca Romana bisogna andarsela un po’ a cercare, donna romana che in una città devastata da pestilenze,
tanto la stradina d’accesso passa inosservata, stretta tra i fame e disordini si prodigò nell’assistenza ai malati e ai
cantieri della metropolitana di via dei Fori Imperiali e le file poveri, e alla morte del marito si ritirò tra le oblate che
eterne dei turisti in coda per l’accesso al Colosseo e al aveva riunito sotto la regola di San Benedetto. «Moglie e
Parco Archeologico. Salendo il Clivo di Venere Felice, si madre esemplare, vendette ogni cosa per aiutare gli appe-
abbandona la folla per approdare in una piazzetta inaspet- stati», spiega dom Benedetto Maria Toglia, superiore della
tatamente quieta; dopo un’occhiata a una inedita prospet- comunità di benedettini Olivetani che custodisce il com-
tiva del Foro, si varca la facciata in travertino per entrare plesso. «Nell’epidemia perse due figli, ma ebbe in dono da
nella chiesa della più romana di tutte le sante, compatrona Dio la visione perenne dell’angelo custode. E a chi la sgri-
della città insieme agli apostoli Pietro e Paolo. dava perché di notte camminava da sola nelle strade buie,
rispondeva “il mio angelo mi illumina la strada”». Non per
Uno scrigno d’arte abbellito nei secoli niente è stata proclamata protettrice degli automobilisti.
Storia e aneddoti, memorie pagane e devozione popolare La chiesa sorge direttamente sopra il tempio di Venere e
si intrecciano in modo indissolubile in un sontuoso scrigno Roma, il più grande dell’antichità, progettato dall’impera-
d’arte. Sotto il magnifico soffitto a cassettoni lignei della tore Adriano in persona e inaugurato nel 135 dopo Cristo.
navata, fresco di restauro, si dispiega una profusione di Di proporzioni grandiose (100 metri per 50, una selva di
72 BELL’ITALIA
Nella pagina precedente: timpano coronato da statue
la basilica di Santa Francesca risale al ’600, il campanile
Romana nel Foro Romano, è del XII secolo. A sinistra:
affacciata sulla Via Sacra, l’icona della Madonna
sullo sfondo del Colosseo. Odigitria o Glykophilousa,
Alle spalle del monastero del V-VI secolo, scoperta
olivetano si elevano le absidi nel 1949 sotto un altro
del tempio di Venere e Roma. dipinto. Sopra: un angelo
La facciata in travertino con di Gian Lorenzo Bernini
due coppie di paraste e il a destra dell’altare maggiore.
BELL’ITALIA 73
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Pagina precedente: l’interno della basilica in una veduta dall’alto che ne rivela tutta la ricchezza decorativa, con il soffitto a cassettoni
scolpito e dipinto, il pavimento cosmatesco della navata, la Confessione di Bernini con la balaustra marmorea e il transetto, illuminato
dal mosaico del catino absidale. In questa foto: il monumento a papa Gregorio XI di Pietro Paolo Olivieri (1584) nel transetto destro.
BELL’ITALIA 75
colonne tutt’intorno), era formato da due celle orientate il soffitto a catturare lo sguardo, un mosaico di scomparti
in senso opposto, una dedicata a Venus Felix, la mitica geometrici decorati con ghirlande, festoni, testine di ange-
progenitrice della gens Julia, l’altra a Roma Aeterna. Nel- li e un trionfo di sculture che si stagliano su sfondi d’oro,
l’VIII secolo sopra la cella di Roma fu eretto un primo ora- blu e amaranto. I riquadri centrali accolgono le effigi scol-
torio dedicato ai Santi Pietro e Paolo, poi trasformato nella pite di Santa Francesca Romana, della Madonna con le
chiesa di Santa Maria Nova, che andò a sostituire quella di Sante Cecilia e Agnese e di San Benedetto, oltre agli stem-
Santa Maria Antiqua, distrutta da un terremoto nell’847 mi degli Olivetani e del cardinale Paolo Emilio Sfondrati,
alle falde del Palatino. Nel complesso, ampliato nei secoli protettore dell’Ordine. Il prezioso soffitto è stato di recente
successivi, dal 1352 si insediarono i monaci benedettini di rinnovato da un completo restauro, reso necessario da alcu-
Monte Oliveto Maggiore. La chiesa fu completamente ri- ni distacchi che hanno anche comportato, nel 2020, la
disegnata nel ’600, dopo la canonizzazione di Francesca, chiusura della basilica; era ancora vivo il ricordo del dram-
che alla sua morte, nel 1440, era stata sepolta nel transetto. matico crollo, nell’estate di due anni prima, di un altro pre-
La sua tomba era divenuta subito meta di un incessante zioso soffitto ligneo, quello della vicina chiesa di San Giu-
afflusso di devoti e quando, nel 1608, papa Paolo V la pro- seppe dei Falegnami. Alla messa in sicurezza è seguito un
clamò santa, fu sentita l’esigenza di dare un aspetto più intervento complessivo di recupero e la chiesa è stata ria-
solenne alla chiesa, in piena adesione alle istanze della perta il 9 marzo 2021, nel giorno della festa patronale.
Controriforma. L’incarico andò all’architetto Carlo Lam- In fondo alla navata spicca l’altare della Confessione, rea-
bardi, che trasformò l’edificio paleocristiano a tre navate in lizzato tra 1638 e 1649 su disegno di Gian Lorenzo Berni-
un’aula unica fiancheggiata da quattro cappelle per lato e ni: un tempietto sorretto da colonne in diaspro rosso con
coperta da un sontuoso soffitto ligneo a lacunari. È proprio capitelli in bronzo, incorniciato da una balaustra mar-
76 BELL’ITALIA
Nella pagina precedente: la tradizione, San Pietro
il mosaico del catino absidale si sarebbe inginocchiato
(1161) raffigura al centro non durante la disputa con
il Cristo Pantocrator, usuale Simon Mago. Sopra:
in molti esempi coevi, ma la il gruppo scultoreo della
Madonna in trono, affiancata Confessione, disegnato da
dagli apostoli Giovanni, Gian Lorenzo Bernini. Gli
Giacomo, Pietro e Andrea. originali in bronzo, trafugati
A sinistra: le lastre di dai francesi, sono stati
pietra sulle quali, secondo replicati in marmo nell’800.
morea, accoglie il gruppo scultoreo che raffigura Santa nerva e accompagnato da un corteo di cardinali. Sulla pa-
Francesca con l’angelo. Le attuali statue in marmo sostitu- rete destra sono murate le pietre che, secondo la tradizione,
irono nel 1866 quelle originali in bronzo, trafugate (e fuse) conservano l’impronta delle ginocchia di San Pietro, a ri-
in età napoleonica. Due scalinate portano al presbiterio cordo della disputa con Simon Mago, che sarebbe avvenu-
sopraelevato, che corrisponde al podio dell’antico tempio ta proprio qui: lo “stregone” di Samaria aveva offerto del
pagano, e ne conserva in parte la pavimentazione in mar- denaro agli apostoli per comprare la facoltà di impartire il
mi colorati. Esattamente al di sotto si trova la cripta, realiz- battesimo (da cui il termine “simonia” per indicare la ven-
zata su disegno del Bernini, che conserva in una teca il dita di cose sacre) e per dimostrare i suoi poteri si era leva-
corpo di Santa Francesca, di recente restaurato. «Insomma, to in volo, ma San Pietro, inginocchiandosi al suolo e invo-
Santa Francesca è sepolta nel tempio di Roma», fa notare cando il Signore, lo aveva fatto precipitare al suolo.
dom Benedetto. Nel catino absidale splende il mosaico del Nella sacrestia si conserva il tesoro più prezioso della ba-
XII secolo: al centro spicca non il Cristo Pantocrator, ma la silica: l’icona della Madonna Odigitria, cioè “che indica il
Madonna in trono con il Bambino, affiancata dagli aposto- cammino”, del V-VI secolo, proveniente da Santa Maria
li Giovanni, Giacomo, Pietro e Andrea. Al di sotto, un ta- Antiqua, ritrovata fortunosamente dopo secoli di oblio.
bernacolo di legno racchiude la tavola della Madonna del Solo nel 1949, quando fu restaurata la Madonna dell’alta-
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Conforto, del XII secolo, di scuola toscana. re, al di sotto di questa fu scoperta l’antichissima icona,
A destra dell’altare spicca il monumento a Gregorio XI, il miracolosamente conservata. «E pensare che nel XII secolo
papa che nel 1377 riportò la sede pontificia a Roma da la chiesa è stata devastata da un incendio, il fuoco è infu-
Avignone: un grandioso altorilievo lo raffigura al suo in- riato per quattro giorni e cinque notti, ma la sacra immagi-
gresso in città, accolto da Roma nelle vesti della dea Mi- ne è uscita incolume», racconta dom Benedetto.
78 BELL’ITALIA
Dove Come Quando
ROMA
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Ninfeo della Pioggia
TESTI SANDRA MINUTE
DOMUS TIBERIANA
Dopo quasi cinquant’anni e un lungo
restauro ha riaperto al pubblico il grandioso
palazzo imperiale alle pendici del Palatino,
costruito da Nerone e ampliato da
Domiziano e Adriano. Il percorso di visita
si snoda attraverso tredici sale affacciate
sul Clivo della Vittoria; l’allestimento museale
“Imago Imperii” racconta la vita della reggia
con una ricca selezione di reperti, statue,
decorazioni e ceramiche.
BELL’ITALIA 79
Dove Come Quando ROMA
LE MOSTRE
Dalla Grecia di Fidia
al Barocco di Rubens
FH55 Grand Hotel Palatino Ce Stamo a Pensà Ricchissimo il panorama delle mostre
nella Capitale, a partire da Il tocco
di Pigmalione. Rubens e la scultura
a Roma, la rassegna allestita fino
al 18 febbraio alla Galleria Borghese
(piazzale Scipione Borghese 5). Circa
Le buone soste in questa minuscola gelateria artigianale 50 opere dai più importanti musei
nel cuore del rione Monti. Tanti gusti fatti del mondo raccontano il rapporto
RISTORANTE LE SPIGHE con ingredienti di qualità e rigorosamente tra la cultura italiana e l’Europa
(via Cavour 213m, 06/481.49.27). stagionali. Al top caramello salato attraverso gli occhi del maestro della
Il ristorante del Grand Hotel Palatino, aperto e cheesecake. pittura barocca. Ai Musei Capitolini è
alla clientela esterna, propone una cucina di scena Fidia, il più grande scultore
di mare e di terra con piatti della tradizione Per dormire greco dell’antichità, con una grande
romana e nazionale preparati dallo chef monografica allestita a Villa Caffarelli
Giuseppe Mulargia. Menu degustazione FH55 GRAND HOTEL PALATINO (via di Villa Caffarelli) fino al
“Taste the Chef”, con selezione di antipasti (via Cavour 213m, 06/481.49.27). 5 maggio. Tra le oltre 100 opere
e primi piatti a base di pesce, a 50 €. Un albergo storico, in posizione strategica spiccano i frammenti del fregio del
I VACCINARI per il Foro e la stazione e con straordinarie Partenone, mai usciti dalla Grecia
(via della Madonna dei Monti 55, viste sui tetti di Roma dall’alto dei suoi otto prima d’ora. Palazzo Bonaparte
06/79.78.62.69). piani. Ospita 200 eleganti camere e suite,
Verace trattoria romana nel rione Monti. ristorante e bar. Un’icona dell’architettura
Piatti della tradizione preparati con cura e anni 60-70 che il restyling in corso dello
servizio veloce e gentile. Da provare ravioli studio Giammetta trasformerà nel giro
cacio e gricia, coda alla vaccinara, coratella di un paio d’anni in un gioiello contemporaneo.
con cipolle e i fritti; una menzione speciale HOTEL ROMANO
per il tiramisù della casa. Conto 25-30 € (largo Corrado Ricci 32, 06/678.68.40).
CE STAMO A PENSÀ A poca distanza dal Colosseo, un boutique
(via Leonina 81, 06/69.36.31.54). hotel in un edificio del XV secolo. Camere
Per uno spuntino veloce, ma sostanzioso da standard a deluxe, curate e confortevoli,
e di gran gusto, un piccolo locale che offre alcune con bellissima vista sui Fori
ottimo cibo dI strada napoletano. Squisite Imperiali e piazza Venezia.
montanare, cioè pizzelle fritte variamente CIBELE BED & BREAKFAST Rubens alla Galleria Borghese
condite, ma anche carbonara, amatriciana, (via Leonina 80, 345/436.45.57).
parmigiana di melanzane e molto altro, Al secondo piano di un palazzo d’epoca (piazza Venezia 5) ospita fino al 1°
con un ottimo rapporto qualità-prezzo. nel rione Monti, un b&b ispirato a principi aprile la più grande mostra dedicata
GELATERIA DELL’ANGELETTO ecosostenibili. Quattro camere ampie e dal a Escher, con 300 opere, in parte
(via dell’Angeletto 15, 331/893.14.76). design curatissimo, ognuna intitolata a una inedite, e la ricostruzione dello
Per una pausa golosa, sosta d’obbligo dea o ninfa della mitologia romana. studio olandese dell’artista. Infine,
il centenario della nascita di Italo
Calvino è celebrata da due eventi:
Favoloso Calvino, il mondo come
opera d’arte, alle Scuderie del
Quirinale (via XXIV Maggio 16)
fino al 4 febbraio, e Sfida al
labirinto. Calvino, le città, i ritratti
di Tullio Pericoli, alle Terme
di Caracalla (viale delle Terme
© RIPRODUZIONE RISERVATA
80 BELL’ITALIA
CRISSOLO (Cuneo)
Al cospetto del
Re Monviso
82 BELL’ITALIA
In fondo alle valle Po, la piccola località è un’ottima
base di partenza per ammirare il “gigante” delle Alpi Cozie,
che si erge imponente su escursionisti e sci alpinisti
TESTI FABIO BOTTONELLI FOTOGRAFIE GISELLA MOTTA
S
i stacca dal profilo delle Alpi laggiù in fondo, a Pian del Re (2.020 metri), alle falde del Monviso stesso,
ovest: un triangolino bianco, lontanissimo ma anche se in realtà il fiume nasce da vari rivoli e dai so-
inconfondibile. È il Monviso. Dalle Langhe, vrastanti laghetti di altitudine. Senza dimenticare che il
dalla pianura pavese come da tutta la Lombar- Monviso si lega a Quintino Sella, artefice della prima
dia, dai crinali dell’Appennino Ligure e perfino da certi ascensione italiana il 12 agosto 1863 e fondatore del
punti della Riviera di Levante, il “Re di Pietra”, culmine Club Alpino Italiano. Il comune è formato da diverse bor-
delle Alpi Cozie nel Cuneese, fa immancabilmente ca- gate: il capoluogo Villa, allungato sul pendio lungo la di-
polino quando l’aria della Pianura Padana diventa più rettrice principale, e poi le solitarie frazioni Borgo, Serre,
limpida. Il motivo è molto semplice: la vetta, con i suoi Serre Uberto, Brich, Bertolini, Fenogli e Sagne, abitate
3.841 metri sul livello del mare, non trova ostacoli visi- soprattutto d’estate. Qua e là ci si imbatte in interessanti
vi poiché supera di almeno 500 metri qualsiasi altro dettagli degli stili costruttivi tipici della montagna occita-
rilievo nelle vicinanze. E che il Monviso sia una delle na e cuneese: muri in pietra, lobie (ballatoi o balconate in
montagne più appariscenti d’Italia, nonostante non arri- legno) e coperture con lastre di pietra (le lose). Particolar-
vi ai fatidici 4.000 metri, è ancora più evidente avvici- mente suggestive, con case sapientemente ristrutturate, le
nandosi a Saluzzo da est. Ora esibisce tutta la sua impo- frazioni più soleggiate di Serre e Borgo. Per tradizione
nenza, che promette avventure d’alta quota. anche il sacro riveste un ruolo importante nella valle,
con cappelle e chiesette ma anche santuari di una certa
La scalata di Quintino Sella, fondatore del Cai imponenza, molto cari alla gente di qui: poco fuori
La vallata del Po, che è tra le più brevi del Piemonte, Crissolo spicca San Chiaffredo, di origine quattro-cin-
all’ingresso si presenta ampia, poi piega più decisamen- quecentesca, che all’interno custodisce una collezione
te verso ovest restringendosi sensibilmente all’altezza di di ex-voto tra le più significative del Piemonte; nei mesi
Paesana, a poco più di 600 metri di quota. Fra spogli invernali è chiuso, ma visitabile su richiesta.
castagni e poi faggete si passa Calcinere e dopo strappi
decisi fra versanti più incombenti si lascia a mezzacosta Sull’altopiano che accoglieva gli sciatori
sulla destra il suggestivo borgo di Ostana, il meglio con- Sarebbe una grande emozione poter sciare al cospetto del
servato della valle. Proseguendo lungo un tratto sopra la Re di Pietra. Fino al 2022 era in funzione la piccola area
gola del “giovane” Po, la copertura della neve aumenta Monviso Ski, formata da due skilift e ora chiusa. È ancora
ed ecco apparire fra le foreste Crissolo, addossato alla possibile però godersi in modo diverso l’ormai ex com-
montagna a circa 1.300 metri. È il comune più alto del- prensorio che si distende su un pianoro di pascoli, una
la valle e conta appena 60 residenti d’inverno. Ha sem- sorta di terrazza naturale affacciata sulle pareti del Monvi-
pre goduto di una certa fama alpinistica e turistica, non so. Oltre che a piedi su una stradina battuta o su un sen-
fosse altro che per le sorgenti del Po di scolastica memo- tiero adatto alle ciaspole da Pian della Regina, d’inverno
ria, che per convenzione si collocano nella torbiera di si può salire ai 1.800 metri del piccolo altopiano anche
84 BELL’ITALIA
CRISSOLO (Cuneo)
A sinistra: il Po a Pian della Regina, in origine Sopra: la facciata del santuario di San
Pian Melzé (“larice” in occitano) e poi Chiaffredo, eretto nel Quattrocento su uno
ribattezzato nel Cinquecento. Le sorgenti sperone panoramico e poi rimaneggiato
del fiume sono nel vicino Pian del Re (2.020 nell’Ottocento. È dedicato a un soldato romano
metri), a un paio di chilometri di distanza. del III secolo martirizzato in questo luogo.
con una seggiovia biposto. Di proprietà del Comune, funzione avrebbe tutto per risplendere come un gioiellino
è tornata in funzione dopo un anno di pausa nel Natale nascosto. Le controversie ancora in corso fra gestori priva-
scorso, anche se non serve agli sciatori perché non c’è ti ed enti locali non fanno invece presagire sviluppi positi-
nessuna pista per il rientro a valle. Una volta in quota, vi per una riapertura a breve. E non bastano certo il tapis
nel bianco pianoro sommitale in precedenza occupato roulant a Pian della Regina e quelli montati quest’anno in
dagli impianti che arrivavano fino a quasi 2.400 metri, cima alla seggiovia. Ma forse è proprio per questa distan-
ci si può invece sbizzarrire con le ciaspole. I percorsi za siderale dalle patinate destinazioni montane di grido, e
pedonali vanno a formare una rete di tutto rispetto. La per la sua aria dimessa ma autentica, che il borgo di Cris-
presenza del Monviso è sempre incombente e magneti- solo emana uno speciale fascino romantico. E grazie agli
ca. Se tutto l’altopiano è dominato dalla sua caratteri- affacci privilegiati sul Monviso, un turismo soft potrebbe
stica mole di roccia, un punto di vista privilegiato si guadagnare vitalità. Tra i segnali benauguranti ci sono le
guadagna dall’altura tondeggiante del monte Grané, a attività divulgative del Parco Naturale del Monviso, che fra
oltre 2.300 metri, nei pressi del rifugio Ghincia Pastour. i 10 mila ettari protetti tra valle del Po e valle Varaita inte-
È la meta di un itinerario circolare a piedi che, se si par- ressa il 50 per cento del territorio di Crissolo. Inoltre, nel
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te da Pian della Regina, offre ben 600 metri di dislivello, giugno scorso la località è entrata nel circuito internazio-
con vedute aperte anche verso la pianura. nale dei Villaggi degli Alpinisti (Bergsteigerdörfer), un
Secondo Paolo De Chiesa, saluzzese, ex campione di sci progetto che riunisce alcuni centri alpini impegnati a svi-
alpino e ora commentatore televisivo che di queste nevi luppare un turismo montano ispirato al principio della
conosce ogni metro, se la ski area di Crissolo tornasse in sostenibilità, con interventi a basso impatto ambientale.
Qui sopra: un altro scorcio del Monviso, Pagina seguente, in alto: panorama
culmine delle Alpi Cozie. Chiamato Vesulus su Pian della Regina. Pagina seguente,
dai Romani, fu scalato la prima volta in basso: escursione nel bosco verso la zona
nel 1861 dall’inglese William Mathews, degli impianti di risalita. Tra i diversi itinerari
seguito due anni dopo da Quintino Sella. spicca quello al monte Grané (2.314 metri).
88 BELL’ITALIA
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Santuario di San Chiaffredo
FOTOGRAFIE GISELLA MOTTA
BORGO DI OSTANA
Un’escursione di 400 metri di dislivello
permette di scoprire Ostana, che vanta
un notevole patrimonio architettonico
tradizionale. Partendo da La Villa, capoluogo
comunale, si segue il sentiero che evita la
strada per arrivare fino alla chiesa di
Sant’Antonio e a Serre. Si cammina fra radure
Come arrivare e prati, puntando alla borgata Durandin SCI E PANORAMI
e infine al belvedere naturale di Pian del Ciarm. In pista tra valle Po e Varaita
In auto: Crissolo si raggiunge con la A55
Torino-Pinerolo fino all’innesto con la provinciale Per mangiare A Crissolo lo sci da discesa è possibile
23r, da dove si segue per Bricherasio e solo nei weekend nei campetti serviti
Paesana; l’ultimo tratto è sulla provinciale 26. RISTORANTE ALPINO da tapis roulant a Pian della Regina
In treno: stazione di Cuneo, a 70 chilometri, (Paesana, località Calcinere (0175/949.07). La seggiovia che porta
poi autobus che arrivano solo fino a Saluzzo Inferiore, 0175/98.72.38). in quota, gestita da Pro Loco e Comune,
e a Paesana (www.grandabus.it). Cucina stagionale in un ambiente curato: non serve alcuna pista ufficiale per
In aereo: aeroporto di Torino Caselle a 106 km. tra i piatti, carni crude, risotti, tagliolini il rientro con gli sci. In valle Po e nella
In camper: piccola area sosta camper, (si può scegliere il tris della casa) e scamone parallela valle Varaita è comunque
anche invernale, a Pian della Regina. fritto. Gran finale con il carrello di formaggi possibile sciare su poche ma spettacolari
da piccoli alpeggi e dolci come il sorbetto piste affacciate su pianura e Monviso.
Per la visita al Barolo chinato. Conto sui 35 €. Sopra Paesana c’è Pian Munè (328/
692.54.06): qui nei fine settimana
Lasciata l’auto a Pian della Regina si può salire Per dormire funzionano una seggiovia e uno skilift
con il sentiero o con la strada battuta fino fino a 2.060 metri. I 14 chilometri
al culmine della ex stazione sciistica (2 ore ALBERGO VISOLOTTO di piste sono sui declivi di un “panettone
e mezza di cammino per 600 metri di dislivello). (Crissolo, corso Umberto I 76, bianco”. Bella anche la passeggiata
Il tragitto fino a Pian del Re è invece di solito 0175/949.30). al villaggio di Pian Croesio. Nel comune
chiuso anche ai pedoni per pericolo valanghe. È l’unico piccolo albergo di Crissolo aperto di Bagnolo si trova Rucas (340/08.31.34)
Per escursioni guidate con le ciaspole tutto l’anno: offre ospitalità genuina con il lungo skilift Barmassa. In valle
contattare Monviso Outdoor (392/475.61.22). e piacevole, camere semplici e un ristorante. Varaita, Pontechianale (349/771.90.78)
Per info sul calendario di apertura della Per colazione, ottime torte fatte in casa. conta 15 chilometri di piste con skilift e
seggiovia che porta in quota e per visite AMELU una lunga seggiovia fino a 2.600 metri:
al territorio rivolgersi al Comune (0175/949.02) (Ostana, località Villa 35, 347/600.95.92). qui si è fatta le ossa la campionessa
o alla Pro Loco (0175/94.01.31). Questo eco-relais offre deliziose Marta Bassino. Altro nome storico
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90 BELL’ITALIA
il weekend
BRINDISI
IL MEDIOEVO
che guarda a Oriente
La città pugliese conserva importanti testimonianze dei secoli
in cui è stata uno scalo fondamentale per i viaggi diretti
verso la Terra Santa, base di partenza per pellegrini e crociati
TESTI VANNINA PATANÈ FOTOGRAFIE ANTONIO E ROBERTO TARTAGLIONE
Foto grande: porta
Lecce, lungo i bastioni
di Levante. Fu eretta
nel 1464 per volere di
Ferdinando d’Aragona
e fatta potenziare
nel 1530 da Carlo V.
In questa foto:
l’accesso alla piazza
d’Armi del castello
Svevo, la cui
fondazione risale
forse alla prima metà
del XIII secolo.
BELL’ITALIA 93
il weekend
BRINDISI
In alto: la cattedrale
dedicata a San
Giovanni Battista. Il
duomo cittadino fu
completato in forme
romaniche nel 1143
e ricostruito dopo il
terremoto del 1743.
A sinistra si scorgono
gli archi del portico
dei Templari, edificio
del XII-XIII secolo.
A sinistra:
un frammento del
mosaico che decorava
il pavimento della
chiesa originaria,
risalente al XII secolo.
Pagina seguente:
la cripta della chiesa
di Santa Lucia,
con resti di affreschi
del XIII secolo.
I mosaici della cattedrale e gli affreschi nella cripta della chiesa di Santa Lucia
documentano l’arte in città tra XII e XIII secolo
———————
D
ietro il piacevole aspetto moderno, Brindisi con- anche una seconda fortezza, il cosiddetto “castello di
serva le tracce della sua storia medievale, quando Mare”, sull’isola di Sant’Andrea. Dopo un periodo di ab-
il porto cittadino, allungato su una doppia inse- bandono, dal 1909 il castello Svevo è stato assegnato alla
natura a forma di corna di cervo, divenne uno Marina Militare. Qui dal 10 settembre 1943 all’11 febbraio
scalo nevralgico di collegamento con la Terra Santa e l’O- 1944 vennero ospitati Vittorio Emanuele III con la famiglia
riente. A svelarla sono le chiese, ricche di tesori, e alcuni e il generale Badoglio, riparati a Brindisi dopo l’armistizio.
edifici civili come l’imponente castello Svevo, detto “ca-
stello di Terra”, allungato a ridosso del centro storico e Architetture e dipinti raccontano il Medioevo
affacciato sul seno di Levante del porto interno. Federico Alle spalle della fortezza si apre il centro storico, un intrec-
Il, che proprio da Brindisi nel 1227 partì per la sesta crocia- cio di palazzi moderni ed edifici di epoche diverse che
ta, lo fece costruire sulle fondamenta di un precedente for- sbocca sull’arioso lungomare pieno di luce, ricavato dalle
te normanno, impiegando forse anche materiali recuperati vecchie banchine portuali. Il viaggio nel Medioevo prose-
dagli edifici in rovina della Brundisium romana. La struttu- gue nella cattedrale cittadina, ricostruita in forme baroc-
ra fu poi ampliata dagli Angioini e dagli Aragonesi, che per che alla metà del Settecento, dopo un terremoto: intorno
difendere la città dalle incursioni dei Turchi costruirono all’altare e in fondo alla navata sinistra si scoprono alcu-
BELL’ITALIA 95
Tra il porto e il centro storico, il castello ha accompagnato la storia di Brindisi
dall’età sveva. Oggi è sede di un comando della Marina Militare
———————
ni frammenti del grande mosaico che ricopriva per intero da ingresso al Museo Archeologico “Francesco Ribezzo” e
il pavimento dell’edificio normanno originario, dove nel ospita sotto le volte alcuni reperti di epoca medievale.
1225 furono celebrate le nozze fra Federico II e Jolanda di Alle crociate riporta anche il tempio di San Giovanni al
Brienne, erede della corona di Gerusalemme. Nel pro- Sepolcro, edificato nei primi decenni del XII secolo dai
gramma decorativo del mosaico, ricostruibile attraverso Canonici del Santo Sepolcro, l’ordine religioso fondato
testimonianze e disegni di viaggiatori del passato, a domi- da Goffredo di Buglione per proteggere i luoghi santi. A
nare erano scene dedicate all’epopea carolingia, tratte dal- pianta centrale, con due ambienti ad anello concentrici
la Chanson de Roland. Le eroiche vicende dei paladini di scanditi da colonne di recupero, l’edificio è una replica
Carlo Magno in lotta contro gli Arabi diventavano un mo- della rotonda dell’Anastasi, interna al complesso costan-
dello per i crociati riuniti in preghiera prima di salpare ver- tiniano del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Dopo secoli
so la Terra Santa. Su piazza Duomo affaccia il portico dei di incuria e abbandono, a partire dalla fine dell’Ottocen-
Templari, una loggia risalente al XII o al XIII secolo chia- to il tempio brindisino è stato recuperato, salvando quel
mata così nel Settecento per una erronea ricostruzione che restava della ricca decorazione parietale interna ori-
storica, con due arcate ogivali in pietra di carparo separate ginaria: a tratti sovrapposte le une alle altre, le pitture
da una colonna di recupero risalente all’antichità; oggi fa vanno dalla prima metà del Duecento al Trecento inol-
96 BELL’ITALIA
il weekend
BRINDISI
Pagina precedente:
l’ingresso del castello
Svevo dal ponte che
supera il fossato. La
fortezza, al centro di un
seno del porto, è stata
più volte rinnovata
e ampliata, soprattutto
tra XV e XVI secolo.
In alto: la chiesa
duecentesca
del Cristo e l’annesso
ex convento dei
Domenicani, nei pressi
di porta Lecce.
Nella elegante bicromia
della facciata spicca
il grande rosone con
sedici colonnine.
A destra: il Crocifisso
ligneo conservato nella
chiesa, oggetto
di antica venerazione.
In alto: la chiesa
di Santa Maria del
Casale, sorta verso
la fine del Duecento
fuori città in un’area
oggi prossima
all’aeroporto di
Brindisi. A sinistra:
particolare del Giudizio
Universale affrescato
nella controfacciata
di Santa Maria
del Casale da Rinaldo
da Taranto all’inizio
del Trecento.
Pagina seguente:
l’interno del tempio
di San Giovanni al
Sepolcro, realizzato nel
XII secolo a imitazione
della rotonda
del Santo Sepolcro
di Gerusalemme.
Il tempio circolare di San Giovanni al Sepolcro testimonia lo stretto rapporto
della città con la Terra Santa durante i secoli delle crociate
———————
trato. Alcune richiamano la tradizione bizantina e la cul- All’esterno resta un prezioso portale decorato: spiccano le
tura artistica connessa al movimento crociato, altre mo- scene di caccia sull’architrave, con due leoni e un drago
strano un linguaggio artistico rinnovato. Tra tutte emerge infilzati da guerrieri. L’interno dell’edificio è stato restaura-
la figura di San Giorgio a cavallo di un bianco destriero, to a metà del Novecento eliminando le decorazioni baroc-
con il mantello rosso al vento e l’armatura a scaglie mi- che e riportando alla luce la struttura originaria in pietra,
nute, simili alle spire del drago trafitto dalla sua lancia. con colonne sormontante da capitelli scolpiti. Altri interes-
L’ingresso avviene attraverso un portale riccamente deco- santi capitelli a motivi floreali o decorati con figure anima-
rato, incorniciato da un protiro retto da due leoni stilofori li si ritrovano nelle colonnette marmoree che scandiscono
in marmo. Stipiti e capitelli sono fittamente ricoperti da le grandi quadrifore del chiostro adiacente alla chiesa.
animali fantastici, simboli e figure umane: al centro dello
stipite destro si riconosce Sansone, dai lunghi capelli, che Tracce del passato in città e nel territorio
sloga le mascelle a un leone con la sola forza delle mani. Una bella scoperta è anche la piccola chiesa di Santa
Nelle vicinanze si trovano la chiesa e il chiostro di San Lucia, in via Lata. Formato da due ambienti sovrapposti,
Benedetto, risalenti all’epoca normanna, che in origine fa- l’edificio di origine duecentesca è stato riportato alla
cevano parte di un monastero femminile benedettino. configurazione originaria nel Novecento grazie a una
BELL’ITALIA 99
il weekend Il castello Alfonsino e il forte a Mare sull’isola di Sant’Andrea,
all’ingresso del porto. Il castello è opera aragonese e risale
alla metà del Quattrocento; il forte che munisce il resto dell’isola
BRINDISI fu voluto nel 1583 dal re di Spagna Filippo II d’Asburgo.
serie di restauri. Sono così tornate alla luce numerose va un’icona della Madonna, davanti alla quale avrebbe
pitture del Duecento e del Trecento. In quelle nella crip- sostato in preghiera San Francesco d’Assisi di ritorno dalla
ta prevalgono i richiami bizantini, mentre gli interventi Terra Santa. Le sue forme segnano la transizione dal Ro-
nella parte superiore oscillano fra tradizione culturale manico al Gotico. La facciata a capanna è notevole per la
orientale e occidentale. raffinatezza della decorazione a motivi geometrici che
Nelle vicinanze, a due passi da porta Lecce sorge la pic- giocano sulla bicromia, creata dall’alternanza fra il giallo
cola chiesa del Cristo, d’epoca angioina, che conserva dorato dei conci in carparo e il candore lucente della pie-
all’interno due preziose statue lignee policrome duecen- tra bianca di Carovigno. All’interno, ad aula unica, splen-
tesche: in una nicchia a destra dell’ingresso, una Madon- dono i preziosi affreschi trecenteschi tornati alla luce nel
na attribuita a maestranze italo-francesi; sull’altare mag- Novecento, occultati per secoli dalla calce e da altari ba-
giore, un Crocifisso oggetto di devozione popolare. Fuori rocchi. Sulle pareti sfila un mondo di principi e cavalieri
città, nelle vicinanze dell’aeroporto sorge la chiesa di che pregano per la salvezza delle loro anime inginocchia-
Santa Maria del Casale, fatta costruire alla fine del Due- ti dinanzi alla Madonna in trono, mentre nella controfac-
cento dal principe di Taranto Filippo I e dalla moglie Ca- ciata il potente Giudizio Universale di Rinaldo da Taranto
terina inglobando una preesistente cappella che custodi- continua ad ammonire fedeli e visitatori.
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100 BELL’ITALIA
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Il centro storico al tramonto
L’ESCURSIONE
Il colossale timone
che svetta sul porto
Nelle acque interne del porto opera
MUSEO ARCHEOLOGICO FRANCESCO RIBEZZO
una piccola motobarca che fa la spola
(piazza Duomo, 0831/54.42.57).
fra il centro e il quartiere Casale, fino
Si trova accanto alla cattedrale, con ingresso
al cosiddetto villaggio dei Pescatori.
dal portico dei Cavalieri Templari. Spicca
Da lì si raggiunge il Monumento
la sezione subacquea con i Bronzi di Punta
al Marinaio d’Italia (via Ammiraglio
del Serrone, ritrovati nel 1992 vicino al porto.
Millo, 0831/52.30.72), gigantesca
struttura a forma di timone che
TEMPIO DI SAN GIOVANNI AL SEPOLCRO
domina il porto, eretta negli anni 30
(via San Giovanni al Sepolcro 5,
del ’900 per commemorare i marinai
329/046.61.33).
caduti nella Prima guerra mondiale.
Fondato nel XII secolo dai Cavalieri del Santo
All’interno, una scala elicoidale
Come arrivare Sepolcro, fu danneggiato dai terremoti del
di 259 scalini porta alla sommità,
1743 e del1745. Nel 1878 è stato acquistato
con vista panoramica sulla città.
In auto: Brindisi si raggiunge seguendo dal Comune di Brindisi e restaurato.
Dal piazzale sottostante si accede
l’asse stradale E55 Bari-Lecce.
alla cripta-sacrario a forma di scafo,
In aereo: l’aeroporto di Brindisi dista CHIESA E CHIOSTRO DI SAN BENEDETTO
con arcate ogivali: sulle pareti, lastre
sei chilometri dal centro della città. (via Marconi 2).
di marmo con incisi i nomi dei marinai
In treno: la stazione, a ridosso del centro, Risale all’XI secolo il complesso
caduti; sull’altare, la statua in bronzo
è sulla linea Adriatica Ancona-Lecce. monumentale delle Benedettine nere
della Madonna Stella Maris. All’interno
In camper: area sosta Freeland, statale 16 di Brindisi. Dell’antico complesso restano
è custodita anche la campana della
14, 348/522.69.00. chiesa, campanile e chiostro: un portico
corazzata Benedetto Brin, affondata
a quadrifore con colonnine poligonali.
nel porto di Brindisi nel 1915.
Da vedere
CHIESA DEL CRISTO
CASTELLO SVEVO (via Cortine). Monumento al Marinaio d’Italia
(via dei Mille 4, 0831/64.32.42). Completata nel 1232, è ricca di riferimenti
La fortezza di fondazione sveva è cresciuta tra romanici, evidenti nella facciata a capanna
la città antica e la parte interna del porto fino con al centro il grande rosone. Sull’altare
al XVI secolo. Diventato penitenziario nell’800, maggiore, un crocifisso ligneo duecentesco.
dal 1909 è affidato alla Marina Militare.
SANTA MARIA DEL CASALE
CATTEDRALE (contrada Baroncino, via Ruggero de Simone).
(piazza Duomo 12, 0831/52.11.57). Fra gli affreschi all’interno spicca il Giudizio
La chiesa fu costruita fra XI e XII secolo Universale firmato «Rinaldus de Tarento»,
ma venne riedificata quasi per intero dopo pittore attivo fra Due e Trecento che dipinse il
il terremoto del 1743 in stile tardobarocco. medesimo soggetto nella cattedrale di Matera.
102 BELL’ITALIA
INFO Info Point Ufficio Iat,
palazzo Granafei-Nervegna, via Duomo 20,
0831/22.97.84.
CASTELLI DA VISITARE
Fortezze medievali
a presidio del territorio
Pane & Fantasie
La provincia di Brindisi è ricca
di castelli d’origine medievale. Su
Carovigno, che si allunga su una bassa
collina a pochi chilometri dall’Adriatico,
svetta il castello Dentice di Frasso
(via sant’Anna 2, 393/083.44.04),
un imponente edificio in pietra a forma
di triangolo completato nel ’400
guardando alle architetture militari
progettate da Francesco di Giorgio
Don Angus Ristorante Secca 48 Martini. Nei secoli successivi divenne
una dimora nobiliare, ma i suoi ultimi
proprietari, il conte Alfredo Dentice di
Frasso e la moglie Elisabetta, a inizio
’900 lo fecero restaurare nelle forme
originarie, dalle torri merlate
all’elegante loggiato e ai dettagli
architettonici delle tante stanze; oggi
Le buone soste casa che si possono anche acquistare. è di proprietà comunale. I discendenti
Il locale affaccia sul lungomare, accanto della famiglia Dentice di Frasso sono
PANTAGRUELE alla piazzetta dove si innalza la Colonna
(salita di Ripalta 1-5, 0831/56.06.05). Romana. Conto 35 €.
In centro, vicino al porto, questa trattoria
tradizionale è specializzata in cucina Per gli acquisti
di mare: da provare gli antipasti misti e il
pescato del giorno alla griglia. Conto 40 €. PANE & FANTASIE
RISTORANTE SECCA 48 (via Cesare Battisti 14, 348/069.22.78).
(piazza Cairoli 7, 0831/152.11.99). Oltre a pane e focacce di diverso tipo,
Curata cucina di mare nell’alberata piazza questa panetteria ha una buona selezione
Cairoli, non lontana dalla stazione. di dolci e altri prodotti tipici pugliesi.
Nel menu, ricette tradizionali e proposte più
fantasiose. Serve anche il crudo e la tartare Per dormire
di pesce del giorno. Conto 35-40 €. Castello Dentice di Frasso
LA LOCANDA DEL PORTO GRANDE ALBERGO INTERNAZIONALE
(via Montenegro 20, 0831/56.81.81). (viale Regina Margherita 23, 0831/52.34.73). proprietari del castello di san Vito
Locale molto frequentato nei pressi della Nell’800, i viaggiatori di passaggio a dei Normanni (via Crispi 6, 0831/
cattedrale che propone cucina regionale, Brindisi sulla via dell’Oriente soggiornavano 95.14.59), di fondazione normanna,
con ampia scelta di antipasti e primi piatti in quest’albergo elegante affacciato sul nato come residenza di caccia
di pesce. Da provare la degustazione lungomare. Una recente ristrutturazione e passato di mano in mano nel corso
di antipasti dello chef. Conto 35 €. ha rinnovato ambienti e servizi, conservando dei secoli. All’interno rivela sale
DON ANGUS la piacevole atmosfera rétro. decorate, tele e trofei di caccia
(via Guerrieri 16, 0831/52.89.68). HOTEL PALAZZO VIRGILIO (visite guidate su prenotazione, 339/
Qui si viene per mangiare la carne alla (corso Umberto I, 0831/59.79.41). 200.37.58). D’origine normanno-sveva
brace, con ampia scelta tra varietà pregiate A metà strada fra la stazione ferroviaria è anche il castello di Mesagne (via
e tagli diversi. Accanto al manzo, anche e il centro storico, questo albergo in stile Castello 10, 0831/73.22.85) che sorge
salsiccia, capocollo e bombette con moderno ha 66 camere e ristorante. Offre nel caratteristico centro storico del
differenti ripieni. Si ordina scegliendo buoni servizi e ambienti confortevoli, arredati paese, a forma di cuore. Nato come
dal bancone a vetrina in sala. Conto 35 €. in stile sobrio con colori chiari e luminosi. opera difensiva, nel corso dei secoli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
VINOTECA NUMERO PRIMO PALAZZO BELLOCCHI SUITES & APARTMENTS è stato trasformato in dimora nobiliare.
(viale Regina Margherita 46, 0831/179.55.37). (via Giudea 4, 0831/152.94.94). Oggi è di proprietà comunale
L’enoteca dell’azienda vinicola Tenute B&B di charme ricavato in un antico palazzo e al suo interno è allestito il Museo
Rubino serve insalate e piatti unici ispirati di recente ristrutturato, a pochi passi Civico Archeologico del Territorio Ugo
alle ricette tipiche pugliesi, a base di dal lungomare. La scelta è fra suite o mini- Grafei, con reperti che vanno dall’età
ingredienti locali. In abbinamento, i vini della appartamenti, ben arredati in stile moderno. del Ferro fino al tardo Medioevo.
BELL’ITALIA 103
Da Pordenone alla val Tramontina
N
elle belle giornate invernali il Pordenonese offre un cielo
particolarmente terso, grazie ai venti che soffiano dal mare.
Prima di approdare nel capoluogo scopriamo la zona di
Caneva, dove il microclima consente la coltivazione di preziosi
fichi. Poi la città ci accoglie con l’affascinante centro storico
intorno al corso porticato, un salotto su cui affacciano pasticcerie e storiche
locande. Il duomo conserva la Pala della Madonna della Misericordia
(1515-16) di Giovanni Antonio de’ Sacchis detto il Pordenone; la sua
città ospita anche, nel Museo Civico d’Arte, la pala con San Gottardo
tra i Santi Sebastiano e Rocco (1525). Si lascia Pordenone per le campagne
costeggiando il Meduna, tra campi di fagioli a San Quirino, vivai di barbatelle
di vite a Rauscedo e meleti, con le montagne innevate sullo sfondo.
Avvicinandosi al Tagliamento, da programmare una sosta a Spilimbergo,
famosa per i mosaici. Si prosegue poi in val Tramontina, nelle Prealpi Carniche,
aspra e contornata da fitti boschi. Vi si produce ancora la pitina, un salume
che si faceva per conservare la carne di animali selvatici anche d’inverno.
LA CUCINA FRIULANA
CHE PARLA IN DIALETTO
Tra castelli di confine e palazzi dipinti, un itinerario dalle storiche osterie in città alle specialità
della campagna tra i fiumi Meduna e Tagliamento, fino ai salumi e ai formaggi delle Prealpi Carniche
108 BELL’ITALIA
Pagina precedente: bruma
mattutina al Bosco delle
Agane, vicino a Tramonti
di Sotto. Sopra, da sinistra:
il gelato al figo moro
dell’Osteria Da Afro
a Spilimbergo; i Biscotti
Pordenone della Gelateria
Montereale, la cui ricetta
prevede anche vaniglia,
arance candite e grappa.
Qui a sinistra: i portici,
il campanile del duomo
e il palazzo Comunale di
Pordenone, costruito in stile
gotico e modificato nel 1452
in stile rinascimentale.
Sotto: Alessia Carlo,
presidente del consorzio
che tutela il figo moro, con
un barattolo di confettura.
A sinistra: il fianco
del duomo di Spilimbergo
visto attraverso le arcate
del palazzo della Loggia,
ora sede municipale.
Pagina precedente,
dall’alto in senso orario:
il battistero del duomo
di Pordenone con il fonte
battesimale (1534), opera
di Giovanni Antonio
Pilacorte; Anna Friolo
della Pasticceria Peratoner
all’ingresso del negozio
sotto i portici di corso
Vittorio Emanuele II;
le cipolle rosse di Cavasso,
protagoniste della cucina
della zona; degustazione
di Pitina Igp all’Azienda
Agricola Borgo Titol.
rossa laccata e con i pavimenti in marmo originale: del territorio, come la farina di grano tenero di mais,
uno scrigno di dolcezze che quest’anno compie le mandorle grezze, uova, burro, zucchero, vaniglia
un secolo e mezzo di vita. Una storia, quella di Peratoner, in bacche, arance candite, grappa e sale stiriano
che ha una pasticceria contigua dove ci si può di cava. Come consigliano i titolari della pasticceria,
accomodare e il laboratorio a pochi passi, portata avanti si può gustare con un calice di Ramandolo (un passito),
con passione da Anna Friolo e Giuseppe Faggiotto. ma anche come aperitivo, con caprino e un fico fresco
Un’attenzione particolare la dedicano al cioccolato, o del prosciutto di San Daniele, accompagnato
che scelgono dai paesi di origine per declinarlo da un vino del Collio; 100 g di biscotti a 5,5 €.
in tante preparazioni, dai cremini, uno dei loro cavalli
di battaglia, alle praline al caramello salato, ai Bassinati, SAN QUIRINO
“confetti” di cioccolato con arachidi, mandorle Il legume Slow Food al sapore di castagna
e nocciole. Da assaggiare una tazza di cioccolata Il fagiolo di San Quirino, Presidio Slow Food, è piccolo,
calda, la cui miscela si può anche acquistare; di colore marrone con un occhio bianco e la buccia
miscela cioccolata calda 14 € (340 g per 12 tazze). sottilissima, che in cottura svanisce rendendolo molto
digeribile. Il sapore ricorda quello delle castagne.
Comodo, ospitale e Moderno Walter Zamuner,agricoltore e apicoltore, lo coltiva
Indirizzo storico, di fronte alla zona pedonale con lo zafferano (per il quale ha ricevuto già molti premi)
di Pordenone, il Palace Hotel Moderno riserva insieme a Christian Rossi Mel e Donato Arese. «È merito
un’accoglienza calorosa, quasi familiare, a chi è in città delle loro famiglie se questo fagiolo è sopravvissuto»,
per lavoro o per svago. Gli ospiti trovano camere ampie racconta. «Si tratta di un prodotto bio e naturale, anzi
e spazi comuni con arredi moderni. Particolarmente è un indicatore ecologico perché non fruttifica in caso
piacevole la prima colazione, dove viene offerto un bel di trattamenti chimici». Lo si trova in vendita, nel negozio
buffet dolce e salato. L’hotel ha un grande parcheggio della vicina Azienda Agricola Le 4 Stagioni, secco, cotto
privato, anche coperto, con quattro stazioni di ricarica in barattolo e sotto forma di farina e di pasta nei formati
per le auto elettriche; doppia con colazione da 130 €. tagliolini e tagliatelle. Da provare i mieli di Zamuner,
tra cui quello allo zafferano; 300 g di fagioli a 6,50 €.
I biscotti cittadini per il passito o l’aperitivo
Un boccone friabile che sa di burro e, sul finale, SAN GIORGIO DELLA RICHINVELDA
di sale. Il Biscotto Pordenone della Gelateria Montereale Un caldo focolare nel paese dei vignaioli
è il dolce artigianale tipico di Pordenone, nonché Appena al di là del fiume Meduna, la località
un marchio registrato realizzato con diversi ingredienti di Rauscedo è ben nota a chi produce vino, come
BELL’ITALIA 111
Indirizzi località Rauscedo, via Borgo
Meduna 12, 0427/940.43.
CANEVA
SPILIMBERGO
Rivecoldefer, via Col de Fer 14,
0434/79.94.67. Osteria Da Afro, via Umberto I
14, 0427/22.64.
FACILE!
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112 BELL’ITALIA
Pagina precedente:
Matilde Siega nel frutteto
del Borgo delle Mele
con alcune delle varietà
coltivate. Sopra,
da sinistra: i fagioli
di San Quirino, tutelati
come Presidio Slow Food,
del produttore Walter
Zamuner; fiori di zucchina,
baccalà mantecato, chutney
al mango e maionese alle
acciughe da Al Gallo di
Pordenone. Qui a sinistra:
scorcio della valle del
Meduna, o val Tramontina,
che si estende dalla
forcella di monte
Rest fino alla pianura
friulana. Sotto: il frico
e un piatto di radic e fasui
con lis frizzis dell’Osteria
La Ferrata di Pordenone.
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COME SI
REALIZZA
LA RICETTA
La ricetta
Gnocchi ripieni
di formaggio con
pere, kren e ricotta
Dolce e salato si incontrano
in questo piatto contadino
114 BELL’ITALIA
Cibo & Paesaggio TESTI ANGELO SURRUSCA FOTOGRAFIE DANIELE TESTA E VALTER TURCATO
Monterosso al Mare, Vernazza, Corniglia, metà dell’800, al pittore macchiaiolo Te- Si presenta di un bel colore dorato con
Manarola e Riomaggiore: inserite tra i Pa- lemaco Signorini che, innamorato delle riflessi ambrati. Dolce ma mai stucchevo-
trimoni Mondiali Unesco nel 1997 le Cin- Cinque Terre, vi soggiornò a più riprese e le, al naso è intenso ed esprime piacevoli
que Terre, con le loro coste frastagliate e i le ritrasse tenendo un diario dettagliato. sentori di miele; in bocca è armonico,
loro sentieri nella natura, sono una roman- Signorini, peraltro, non fu l’unico intellet- persistente, di buona struttura e con retro-
tica meta turistica frequentata in ogni sta- tuale a parlare di Sciacchetrà, perché que- gusto mandorlato. Si accompagna bene a
gione. Questa regione del Levante ligure sto vino è stato in seguito celebrato da formaggi erborinati, biscotteria secca o
è anche nota per i caratteristici terrazza- Giosuè Carducci e Gabriele D’Annunzio. dolci lievitati, ma è perfetto anche da solo
menti: piani stretti, battuti dal vento e a come vino da meditazione.
picco sul mare dove, con immensa fatica, UN QUINTALE DI UVA Raggiunto un grande successo fra XIX e XX
quelli che il grande gastronomo e giorna- PER VENTICINQUE LITRI DI VINO secolo, lo Sciacchetrà ha vissuto anni di
lista Luigi Veronelli definiva «angeli mat- Lo Sciacchetrà si ricava da uve Bosco, Al- oblio a causa dell’abbandono delle terre
ti» portano avanti un’agricoltura che non barola e Vermentino. Dopo la vendem- e di una mancanza di ricambio da parte
è azzardato definire eroica. Poco più di 4 mia, i grappoli vengono fatti appassire su delle nuove generazioni. Il Presidio Slow
mila ettari sui quali da sempre si coltivano appositi graticci all’ombra e ventilati per Food sostiene attualmente cinque pro-
la vite e l’olivo. Uno dei prodotti più ap- non meno di 70 giorni. Quando gli acini duttori di Monterosso al Mare, Riomag-
prezzati è lo Sciacchetrà, un vino passito sono ricoperti di muffa nobile, i grappoli giore, Manarola e Vernazza, che lavorano
realizzato in quantità limitate. vengono diraspati e pigiati per ottenere, a mano in tutte le fasi dell’anno, dalla
Quanto all’origine del nome, c’è chi dice alla fine del processo di vinificazione e potatura alla vendemmia, alla manuten-
derivi da shekar, termine ebraico usato per affinamento in vasche d’acciaio, botticel- zione dei muretti a secco; un lavoro che
indicare una bevanda fermentata, e chi le di legno o anfore di terracotta, poco più moltiplica mediamente di sei volte i costi
invece lo fa risalire al dialetto locale, unio- di 25 litri da un quintale di uve: rese bas- di produzione. Mantenere viva la viticol-
ne di sciacàa (“schiacciare”) e trà (“tirare sissime per una qualità altissima. Il vino tura in quest’area significa preservare il
via”, “mettere da parte”, in riferimento viene immesso sul mercato dopo almeno paesaggio, stimolare i giovani a rimanere
all’appassimento delle uve). La prima ci- un anno di invecchiamento, ma può sul territorio e garantire un futuro a chi
tazione letteraria si deve, nella seconda evolvere per oltre dieci anni. dedica la vita all’attività agricola.
116 BELL’ITALIA
Dove Come Quando
LIGURIA
Pagina precedente:
i terrazzamenti a picco
Bonanini nel suo vigneto
insieme al figlio Jacopo. Pesce fresco e vini del territorio
sul mare coltivati a viti Sotto: l’appassimento dei
dell’azienda Possa grappoli per lo Sciacchetrà.
di Riomaggiore. Qui sopra: In basso: Bonanini nella Come arrivare realizzati con ottime materie
il titolare Samuele Heydi cantina della sua azienda. prime. Si sceglie alla carta
In auto: A12 Genova-Roma, oppure ci si affida a un menu
uscita Brugnato per Vernazza degustazione a discrezione
e Monterosso al Mare, uscita dello chef. I vini sono
La Spezia e statale 370 per soprattutto biologici e naturali.
Manarola e Riomaggiore. Conto 50-70 €.
In camper: Camping TRATTORIA LA GROTTA
Acqua Dolce, a Levanto, (Riomaggiore, via Colombo
via Semenza 5, 0187/80.84.65 247, 0187/92.01.87).
e 0187/80.73.65. Trattoria in attività dal 1873,
è gestita da cinquant’anni
Le buone soste dalla famiglia Signoretto.
La cucina, opera di Gianluca,
AGRITURISMO BURANCO è in buona parte di tradizione,
(Monterosso al Mare, via con ampio utilizzo di pescato
Buranco 72, 349/434.80.46). locale, specialmente quello
Azienda produttrice del Cinque considerato “povero”. Le erbe
Terre Sciacchetrà, è anche aromatiche arrivano dal vicino
agriturismo e propone una orto. I 500 vini in carta sono
cucina molto curata, in gran in buona parte di piccoli
parte a base di pesce locale. produttori. Conto 50-55 €.
Ampio spazio alle pregiate
acciughe di Monterosso. Per dormire
Disponibili anche tre
appartamenti per chi HOTEL VILLA ARGENTINA
vuole pernottare. Conto (Riomaggiore, via De Gasperi
60-70 €; doppia con 170, 0187/92.02.13).
colazione da 165 €. Poco fuori dal centro,
raggiungibile con un comodo
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L’OSTERIA
VECCHIO STILE
NEL CUORE
DELLA PIANURA
Tra il Po e l’Oglio, la tavola dei Crotti
è un “tempio” della tradizione,
a partire dagli imperdibili bolliti
A pochi minuti da Cremona, lungo la storica statale Padana Inferio-
re in direzione di Mantova, si incontra un inconfondibile edificio
rustico. La Trattoria La Resca ha l’aria delle vecchie osterie di un
tempo. Siamo nel cuore della pianura, tra i fiumi Po e Oglio, un po’
fuori dal centro storico di Vescovato con la bella piazza, le case
porticate e quel che resta della rocca Gonzaghesca, realizzata nella
seconda metà del Cinquecento su un precedente forte.
LA BOTTEGA
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118 BELL’ITALIA
TESTI GIUSEPPE DE BIASI Cantine d’Italia
MORGEX (Valle d’Aosta) | CAVE MONT BLANC
Cave Mont Blanc, Morgex (Valle d’Aosta), località La Ruine, strada Des Iles 31,
0165/80.03.31; www.cavemontblanc.com
Come arrivare: autostrada A5 Torino-Courmayeur, uscita Morgex, da dove
si imbocca la statale 26 per Courmayeur e poi si svolta a destra in strada Des Iles.
Visite e degustazioni: su prenotazione ([email protected]) dalle
10 alle 12 e dalle 15,30 alle 18; chiusa mercoledì pomeriggio e domenica.
La visita alla cantina, con degustazione di tre calici, costa 20 € a persona.
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BELL’ITALIA 119
TESTI E DISEGNI DI ALBANO MARCARINI I Sentieri
L’ITALIA A PIEDI E IN BICICLETTA | PONTREMOLI (MASSA-CARRARA)
Il borgo di Bagnone
N
ell’estremo lembo nord-occidentale della Toscana, piacevole sviluppo con caposaldo Pontremoli, considerato
la Lunigiana, incuneata tra l’Emilia e la Liguria il capoluogo della zona. Qui prende avvio il nostro
e percorsa dal fiume Magra, è una terra di castelli. percorso, all’ombra del poderoso castello del Piagnaro,
L’abbondanza di torri e fortezze è legata a due motivazioni: sede del Museo delle Statue Stele, le misteriose sculture
la prima è che fin dal Medioevo era uno snodo lungo antropomorfe dei primitivi abitanti della valle. Con una
la via del passo di Montebardone (oggi passo della Cisa), lunghezza di circa 50 chilometri, affrontabili in una giornata
la seconda è il suo turbolento passato, con frequenti in sella a una e-mtb (consigliata per via del considerevole
frazionamenti di poteri locali che si esprimevano appunto dislivello), l’itinerario inanella castelli e borghi vetusti
nella costruzione di fortilizi. Si dice siano ben 161 i castelli, come Bagnone e Villafranca o il sorprendente Ponticello,
o i resti di essi, che punteggiano le alture della valle villaggio delle case-torri. Si scopre anche una bella varietà
della Luna, come viene anche denominata la Lunigiana. di paesaggi: dai castagneti dei colli ai boschi del greto del
Molte delle fortificazioni erano appannaggio dei rami Magra. Da non perdere, a pranzo, una sosta ristoratrice con
della millenaria casata dei Malaspina, singolare esempio una ricca porzione di testaroli. La loro origine risalirebbe
di stirpe signorile che non disdegnava, insieme alla vita alla presenza romana: si racconta che una matrona
di corte, la razzia e le imprese brigantesche. Per avvicinare di nome Amalia li fece servire per la prima volta
alcuni di questi presidi militari spesso imponenti è stata durante un banchetto benefico. Secondo la tradizione,
disegnata nei comuni dell’Alta Lunigiana una ciclovia di sono considerati il tipo di pastasciutta più antico.
BELL’ITALIA 121
I sentieri
1
2 3 4
122 BELL’ITALIA
5 6
Virgoletta Villafranca
ITINERARIO AD ANELLO in e-mtb
o in gravel in Lunigiana (Massa-Carrara).
Seguendo il corso del Bagnone, con qualche tratto nei
boschi di castagno, si tocca Virgoletta, buon esempio
in Lunigiana PARTENZA E ARRIVO: Pontremoli,
Due nuclei posteriori all’anno parcheggio di via Chiosi; si raggiunge
di adattamento insediativo alla morfologia di un colle
lungo e stretto, con il castello malaspiniano e una Mille, uno difensivo sulla rupe da Parma o da La Spezia con l’A15.
chiesa che custodisce le reliquie di santi. La compatta del Malnido, prospiciente LUNGHEZZA: 50,8 chilometri.
cortina di case appare dopo la discesa nel bosco. il Magra, e l’altro abitativo, DISLIVELLO: 790 metri.
vicino al torrente Bagnone, TEMPO DI PERCORRENZA: 3 ore e mezza.
sono alle origini di Villafranca. SEGNAVIA: frecce e totem.
La località fu libera da
CONDIZIONI DEL PERCORSO: strade
imposizioni fiscali fino
asfaltate ma anche tratti su campestri.
al XIII secolo. Il tracciato della
strada di valle unisce i due estremi NOLEGGIO E-BIKE: Sigeric Point,
del caseggiato, dal ponte sul Pontremoli, via Ricci Armani 10,
Bagnone ai ruderi del castello di 331/886.62.41 e 366/371.28.08.
Malnido. Sulla destra del Magra si INFO: Ufficio Turistico, piazza della
risale verso Pontremoli, lungo tratti Repubblica 31, 0187/460.12.31.
su asfalto e su stradelle campestri.
Legenda
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INQUADRA IL PAESAGGIO
IL CODICE LUNGO
PER L’ITINERARIO
SAPERNE E SCARICA
DI PIÙ LA TRACCIA GPX
7 LE BUONE SOSTE
Oppilo Per mangiare Per dormire
Per evitare la provinciale si può
raggiungere, lungo una variante, LA CORTINA DI CACCIAGUERRA B&B AI CHIOSI
Oppilo, un’isola di vigneti tra i boschi (Pontremoli, piazza Repubblica 2, 0187/83.00.50). (Pontremoli, via Chiosi 15, 340/235.73.83).
dove si producono il rosso Ciliegiolo Nella storica piazza, un locale dove gustare gli Antica dimora rurale formata da due case
e il bianco Durella. Questa tratto immancabili testaroli, qui in versione biologica, coloniche, divise da un’aia e da un’area verde;
prevede una salita di tre chilometri la salsiccia e il coniglio della Lunigiana. il centro storico è a duecento metri.
su strada sterrata, ma vale lo sforzo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
BELL’ITALIA 123
La dolce vita TESTI LARA LEOVINO
124 BELL’ITALIA
Qui sopra: la sala degli Specchi di Villa della Torre, a cui si accede
da una delle porte cinquecentesche originali. La dimora si trova
a Fumane, tra i vigneti della Valpolicella, a otto chilometri da Aquardens.
A destra: il camino zoomorfo rinascimentale, metà pesce
metà uomo, nella sala del Mostro Marino, all’interno della villa.
BELL’ITALIA 125
La dolce vita TESTI MARGHERITA GERONIMO
FIUGGI (Frosinone)
SAPORI E BENESSERE NELLA CITTÀ LAZIALE
Con le sue acque benefiche, Fiuggi è la meta perfetta per qualche giorno di benessere
dedicato alla coppia. L’offerta “Soggiorni 4 notti, paghi 3” è del Silva Hotel Splendid,
un 4 stelle con centro benessere (nella foto) e piscine. Il pacchetto include colazione,
ingresso alla spa, un giro nel centro storico tra vicoli, chiesette e resti romani, cena
gourmet e degustazione tipica; prezzo a partire da 493 € a persona.
SILVA HOTEL SPLENDID INFO 0775/51.57.91; www.silvasplendid.it
VENEZIA
FINE SETTIMANA IN UNA NOBILE DIMORA
Il boutique hotel Madama Venice, storico ritrovo per artisti e collezionisti
d’arte, accoglie gli ospiti nel sestiere di Cannaregio con il suo ingresso sul canale
(nella foto). Ricavato in una ex dimora nobiliare, offre due notti in una delle
nove suite con la colazione e un tour guidato in città. Il pacchetto, da 875 €
a coppia, è valido dal 20 febbraio al 24 marzo prenotando a gennaio dal sito.
MADAMA VENICE INFO 041/523.92.74; www.madamavenice.it
VILLANDRO (Bolzano)
TRA MALGHE E BORGHI ALPINI
A pochi chilometri dal borgo storico di Chiusa, da sempre frequentato da artisti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
e pittori, si estende a 2.000 metri di quota l’alpe di Villandro. Qui l’hotel Ansitz
Steinbock offre quattro notti in una delle sue suite (nella foto) insieme alla colazione
royal, due cene di cinque portate e una gita in malga. Si scia nella vicina ski area
dell’Alpe di Siusi, collegata al comprensorio Dolomiti Superski; da 900 € a coppia.
ANSITZ STEINBOCK INFO 0472/84.31.11; www.ansitzsteinbock.com
126 BELL’ITALIA
TESTI PIETRO COZZI Gusto
In questa foto:
la Scuola Grande
della Misericordia,
“casa” di Wine
in Venice. Sotto:
degustazione
bendata.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
128 BELL’ITALIA
CATALOGHI D’ARTE
L’ARTE IN CUCINA
GLI ARTISTI INCONTRANO GLI CHEF
Trapani liberty
di Lina Novara e Maria
Antonietta Spadaro,
Kalós 2023, 144 pagine, 16 €.
Formato: 15x22 cm
ARCHITETTURA
Sicilia Belle Époque
Il volume è una delle preziose
“tessere” (questo il nome della
collana) che compongono il mosaico
con cui l’editore palermitano Kalós
rappresenta la multiforme identità
culturale della Sicilia. Si tratta
della riedizione del libro che le due
autrici hanno pubblicato nel 1990
per documentare la ricezione
a Trapani del linguaggio modernista
maturato tra la fine dell’800 e l’inizio
del ‘900 nelle capitali europee.
Una rassegna del Liberty in città
e nei dintorni che rivela una realtà
vivace, stimolata dall’ambizione
della borghesia cittadina di stare
al passo con i tempi e interpretata
da due figure di grande interesse,
qui adeguatamente valorizzate
nelle pagine di capitoli dedicati:
l’ingegnere e architetto Francesco
La Grassa, allievo di Ernesto Basile,
e l’ingegnere Giuseppe Manzo.
L a settima edizione della collana “L’Arte in cucina” vede
protagonisti quasi cinquanta artisti nell’ormai consueto
dialogo con le prelibatezze culinarie italiane, questa volta
Sagre d’Italia interamente dedicato a dolci, gelati e pasticceria. Spicca, in
di Donatella Alquati copertina, un meraviglioso panettone della Pasticceria Marchesi
e Giorgio Mininno,
Slow Food Editore 2023, di Milano, che nel 2024 festeggerà 200 anni di storia. Nel volume
386 pagine, 29,90 €. anche le interviste all’attore e regista Giammarco Tognazzi, allo
Formato: 17x24 cm chef e conduttore televisivo Alessandro Borghese, al Direttore
Generale di Marchesi 1824 Andrea Menicatti, al designer Mario
Luca Giusti, allo scultore Stefano Bombardieri e altri. Hanno
collaborato scrittori e curatori d’arte, tra i quali Claudio Roghi,
Elmar Elisabetta Marcianò, Giammarco Puntelli, Gianni Resti.
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Qualche indizio qua e là... Il nome deriverebbe da quello del rapace che, secondo la leggenda, indicò il luogo
adatto per l’insediamento. Appollaiato su un’alta rupe di arenaria, il borgo vanta
Chi invierà la risposta esatta in effetti una magnifica posizione, che apre lo sguardo a viste spettacolari sul mare,
potrà proporre il soggetto in particolare dalle antiche spianate per i cannoni, oggi trasformate in belvedere.
per uno dei prossimi numeri Molti monumenti impreziosiscono il centro storico, dal castello normanno al duomo.
Il borgo di dicembre
Una «città del silenzio» secondo Pier Paolo I primi lettori che hanno indovinato:
Pasolini, che aveva insegnato nella locale Giuliana Manfredi, Giuseppina Riitano,
scuola media. Il borgo è nato in antico Fausto Cappelletti, Carla Cavazzoni, Natale
a presidio del guado sul Tagliamento Da Col, Danilo Corradi, Daniela Cremonese,
e si è sviluppato intorno al castello dei conti Alessandro Covre, Maria Egidia La Ragione,
di Valvasone. Mantiene intatto l’aspetto Valentina Visani, Laura Lizzul, Renata
medievale tra vicoli, piazzette lastricate, Senigaglia, Manuela Pozzi, Enrica Morucci,
palazzi e portici ammantati di quiete Federica Zamboni, Giuseppe Mazzi.
(suggerimento di Renato Colledan). VALVASONE (Pordenone) Abbonati: Michele Patti, Valentino Morello.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
132 BELL’ITALIA