CESNUR - A Proposito Di Cecilia Gatto Trocchi
CESNUR - A Proposito Di Cecilia Gatto Trocchi
CESNUR - A Proposito Di Cecilia Gatto Trocchi
Il genere letterario del diario di viaggio è stato largamente usato per i nuovi movimenti religiosi e magici
dagli inizi del secolo fino circa al 1950, producendo una serie di opere curiose come quelle di Geyraud
(pseudonimo dell'ex-trappista Guyader). Successivamente il genere sembrava essere stato abbandonato - con
occasionali riscoperte in chiave giornalistica, come Les nuits secrètes de Paris di Guy Breton (2a ed., Presses
de la Cité, Paris 1973) - a mano a mano che i nuovi movimenti religiosi e i gruppi magico-esoterici
cominciavano ad essere studiati sistematicamente dagli storici e dai sociologi, e classificati secondo le
rispettive famiglie spirituali e stili di pensiero, al di là della semplice aneddotica e dei quadretti curiosi. Il
genere del carnet di viaggio non è stato tuttavia abbandonato, come dimostra il successo del volume del
sociologo americano Randall Balmer Mine Eyes Have Seen The Glory : A Journey into the Evangelical
Subculture in America (2a ed., Oxford University Press, Oxford-New York 1993), diario di una serie di
avventure nella subcultura evangelica e fondamentalista degli Stati Uniti, così gradito al pubblico da essere
stato ora accompagnato perfino da una serie televisiva. Lo stile piacevole e leggero - che facilita certamente
la lettura, anche (il termine sembra particolarmente appropriato) per i non iniziati - si ritrova in questo lavoro
di Cecilia Gatto Trocchi, docente di Antropologia culturale presso l'Università di Perugia. Come nel caso del
libro di Balmer sul mondo evangelico-fondamentalista, l'autrice non ha inteso ricostruire in chiave storica le
linee di evoluzione dei movimenti magici italiani, le loro relazioni con gruppi stranieri, gli aspetti più
complessi della loro ideologia, ma ha preferito presentare un diario della sua interazione con alcune
formazioni ritenute più significative o più curiose. Costituisce un'ulteriore analogia con il fortunato volume di
Balmer il fatto che la studiosa romana non si limita a registrare le opinioni - spesso effettivamente bizzarre -
dei suoi interlocutori, ma spesso le confuta mostrando che le presunte scoperte e misteri altro non sono che
ripresentazioni banali di temi antichi quanto la cultura esoterica. Per il lettore (e non ne mancheranno) che
leggerà il libro come un racconto di intrattenimento queste parti saranno forse le meno interessanti e le più
prevedibili, perché l'antropologa si presenta come armata di una cultura superiore rispetto ai suoi interlocutori
ed è quindi, in modo scontato, sempre vittoriosa negli scambi dialettici. D'altro canto, mentre Balmer si è
presentato ai gruppi che ha visitato esplicitamente come sociologo (non senza, è vero, una certa ambiguità, in
quanto è nato e cresciuto in una nota famiglia fondamentalista), Cecilia Gatto Trocchi dichiara: "In nome
della tecnica antropologica dell'osservazione partecipante mi infiltrai in incognito nella nebulosa magico-
occultistica, subendo più di sessanta iniziazioni" (p. IX).
Questa affermazione lascerà perplesso più di un sociologo, a cui sarà nota l'ampia discussione che si è svolta
in ambito anglo-americano sull'osservazione partecipante, proprio a proposito dei nuovi movimenti religiosi,
la quale ha dato come risultato un consenso ormai vasto che considera contraria alla deontologia
professionale l'osservazione partecipante "coperta", particolarmente da parte di studiosi che intendano
criticare, mettere in ridicolo o in altro modo danneggiare il gruppo che studiano (cfr. per es. Allan J.Kimmel,
Ethics and Values in Applied Social Research, Sage, Beverly Hills-London 1988). I sociologi hanno inoltre
spesso osservato che l'osservazione partecipante esplicita - nota almeno ai dirigenti del gruppo che si intende
studiare - dà spesso, anche a prescindere dalle questioni deontologiche, risultati migliori di quella "coperta";
basterebbe richiamare in proposito le importanti acquisizioni metodologiche (e anche fattuali) dello studio di
William Sims Bainbridge Setta satanica (tr. it., SugarCo, Milano 1992), un classico dell'osservazione
partecipante in cui il noto sociologo della religione californiano partecipò per diversi anni alla vita di un
gruppo di satanisti anglo-americani, The Process. Lo stesso uso dell'espressione "osservazione partecipante"
nel volume di Cecilia Gatto Trocchi sembra, del resto, discostarsi dal linguaggio sociologico corrente, in
quanto l'osservazione partecipante viene in genere definita come una tecnica di indagine che si protrae nel
tempo per un periodo ragionevolmente lungo (diversi anni per Bainbridge con The Process, o per David van
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Zandt con i Bambini di Dio; vari mesi in moltissimi altri casi), mentre nel caso di Viaggio nella magia
sembra si sia trattato spesso soltanto di un breve numero di visite.
I problemi del metodo scelto dall'autrice si riflettono nel testo, che contiene un numero di imprecisioni
notevole, anche considerato il genere letterario prescelto. Benché qualcuno degli errori sia forse imputabile a
una frettolosa correzione delle bozze, i nomi propri sono riportati così spesso in modo inesatto da sembrare
trascritti nel corso di conversazioni orali piuttosto che verificati sui testi dei movimenti, pure non
difficilmente reperibili. Così i seguaci di Rudolf Steiner, gli antroposofi (talora in anni antichi chiamati
"antroposofisti"), diventano "antroposofiti" (sic: p. 25); il ricercatore psichico inglese Hodgson diventa
"Hobgson" (p. 26); il prestigiatore (e nemico dei maghi) James Randi viene citato come "Jamer Randi" (p.
37); la Chiesa Universale e Trionfante diventa "Chiesa Universale Trionfante" (p. 115); la divinità giapponese
Izunomé Sama è "Izu Dome Sama" (p. 166); il gesto rituale del movimento Sukyo Mahikari, l'okiyomé, è
"Oki iomo" (p. 169); Suza - il tempio del Dio Su dello stesso movimento a Takayama (Giappone) - diventa
curiosamente "Susa", e l'oggetto sacro omitama è "Onitana" (p. 173); Giuliano Kremmerz figura nel
dizionarietto finale come "Kremmers" (p. 207). I problemi, del resto, non si limitano allo spelling. Alcuni
episodi e movimenti su cui esiste una buona letteratura, anche scientifico-accademica, sono descritti in modo
per dire il meno impreciso. Ai seguaci di Nuova Acropoli l'antropologa parla "di un testo che fece notevole
scalpore negli anni Cinquanta, testo in cui si pretendeva di aver fotografato le fate" (p. 159). L'episodio delle
fotografie delle fate è effettivamente notissimo, ma non risale agli anni Cinquanta: le fate furono fotografate a
Cottingley, nello Yorkshire, nel 1917 e delle fotografie si interessò il noto scrittore spiritista Arthur Conan
Doyle che le rese note nel suo volume Il ritorno delle fate (The Coming of the Fairies) del 1922. Nel 1992 ne
ho curato, con Michael W. Homer, un'edizione italiana (SugarCo, Milano). Ci furono altre fotografie di fate
negli anni 1920 e 1930, ma sia la prima edizione del volume di Conan Doyle sia la seconda del 1928 (che
riportava altri casi) erano out of print negli anni Cinquanta. Che "la setta detta Thule ... fu un po' la culla del
nazismo" costituisce, dopo gli studi di Nicholas Goodrick-Clarke (sul punto definitivi), una palese
esagerazione; in ogni caso la Thule-Gesellschaft non "prendeva i testi di Madame Blavatsky come oro
colato" (p. 27) ma, pure talora servendosene, li criticava vivacemente su diversi punti in conformità alla
tradizione ariosofica austro-tedesca da cui derivava. A proposito di Sukyo Mahikari - un altro movimento su
cui esiste una buona letteratura (anche antropologica, sia pure in chiave positivistica, con gli studi di Winston
Davis) - un buon adepto del movimento non parlerebbe del "Terzo Occhio" (p. 167) - secondo la
terminologia di un buddhismo divulgativo rifiutata dai gruppi neo-scintoisti di scuola Oomoto come è
appunto Mahikari - ma piuttosto di "punto otto". "Gioiello di luce" non è il nome di Mahikari (p. 170); è
invece il significato di Kotama, nome sacro assunto dal fondatore Yoshikazu Okada al momento di fondare il
movimento. Goseighen o Goseigen (parola sempre scritta di seguito e non "Go sei ghen": p. 172) non
significa "battesimo del fuoco" ma "libro delle rivelazioni". L'Attività religiosa I Am, fondata dalla famiglia
Ballard, non ha inventato il termine Sarmoun (p. 207); l'intera idea della scuola di Sarmoung (la grafia
"Sarmoun" è tipica dell'omonimo gruppo teosofico piemontese) risale a Gurdjieff, che affermava appunto di
essere entrato in contatto con una misteriosa Fratellanza di Sarmoung nel corso dei suoi viaggi in Asia. Nella
corrente magica di cui ha fatto parte Giuliano Kremmerz non è la Fratellanza di Myriam che pretende "di
padroneggiare le anime e di costruire per gli adepti un corpo di gloria" (p. 207); al contrario Kremmerz ha
sempre insistito che la Myriam deve limitarsi ad un'attività terapeutica magica "isiaca" mentre le pratiche
alchemiche relative al "corpo di gloria" sono riservate ad una diversa organizzazione, l'Ordine Osirideo
Egizio (di cui gli adepti della Myriam non fanno necessariamente parte). Che l'O.T.O. oggi cerchi "di attuare
gli insegnamenti del Crowley" (p. 209) è vero soltanto a metà: nel mondo esistono oltre una ventina di
organizzazioni che si denominano O.T.O. (circostanza di cui l'autrice non sembra rendersi esattamente
conto), con dottrine molto diverse, e alcuni O.T.O., non fra i minori, accettano soltanto le dottrine tantriche
del fondatore Carl Kellner, si dichiarano "pre-crowleyani" e rifiutano perfino di ammettere che Crowley sia
mai stato legittimamente eletto come leader del movimento. L'elenco potrebbe continuare, ma questi accenni
sono sufficienti a mostrare che la base fattuale - e talora l'uso della letteratura scientifica già disponibile a
proposito di taluni movimenti - è spesso insufficiente, e spiega le carenze di un'interpretazione in chiave di
semplice marginalità o curiosità. E' certamente normale dissentire dall'O.T.O. o da Sukyo Mahikari, ma
l'influsso che (evidentemente in modi molto diversi) queste due organizzazioni hanno avuto su aspetti della
letteratura e della cultura rispettivamente anglo-americana e giapponese (si vedono per l'O.T.O. gli studi di
Melton, per Mahikari gli atti dei convegni dello Yoko Civilization Institute e gli studi di Nagami) non
permettono di liquidarli in modo sbrigativo. Così leggere che "nel mondo dello spirito la Blavatsky sta a
Plotino come Fantozzi sta a James Bond" (p. 23) forse non divertirà eccessivamente il centinaio e più di
accademici europei, indiani e americani che si riuniscono annualmente alla Fullerton State University negli
incontri della Theosophical History Association, dai cui atti l'autrice di Viaggio nella magia potrebbe derivare
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interessanti informazioni sull'influsso decisivo della Società Teosofica - per esempio - sulla politica indiana,
su Gandhi, sull'arte astratta e sulla moderna psicologia transpersonale.
Un ultimo aspetto curioso di Viaggio nella magia è l'improvvisa apparizione nel testo di brani tratti da studi
precedenti sull'argomento, senza che la fonte sia in alcun modo citata o segnalata. giacché l'autrice ci assicura
che si tratta sempre di ricerche originali o di informazioni che le provengono dai maghi che ha intervistato, si
è costretti a ritenere che costoro - vittime inconsapevoli di fenomeni di criptomnesia - si siano auto-descritti
in termini tratti da opere di terzi, anche critiche, nei loro confronti. L'ipotesi è obbligata per quanto possa
sembrare paradossale. benché - per usare un termine spiritico - gli "apporti" nel testo siano diversi, mi
limiterò a qualche esempio tratto dai volumi del sottoscritto Le nuove religioni (SugarCo, Milano 1989) e Il
cappello del mago (SugarCo, Milano 1990). A proposito dell'avatar italiano Francesco Isa Atmananda
(Babaji) apprendiamo che
Dal 1988 si era presentato al pubblico di Roma e di Milano Si è presentato al pubblico di Roma e di Milano dal 1988,
raccogliendo in breve tempo qualche centinaio di seguaci. A raccogliendo in breve tempo qualche centinaio di seguaci.
detta dello stesso Francesco, egli è l'Avatar più importante di Francesco è l'avatar più importante di tutta la storia: per
tutta la storia. Per comunicare con lui, che è la stessa Coscienza comunicare con lui, che è la stessa Coscienza Universale, non è
universale, non è necessario parlargli, e neppure scrivergli; necessario parlargli, e neppure a rigore scrivergli; quando
quando pensiamo di scrivergli la comunicazione è già stabilita. pensiamo di scrivergli la comunicazione con l'avatar - che tutto
Francesco Isa aveva scritto il Settimo Vangelo, che se letto sa - è già stabilita. (...) Francesco ha rivelato Il Settimo Vangelo:
almeno sette volte permette all'adepto di diventare "Dio". Nel chi lo legge sette volte "diventa Dio". I temi tipici dei movimenti
Vangelo del nuovo Avatar italiano risuonano i temi tipici dei magici - con una vibrante difesa della reincarnazione - risuonano
movimenti magici (...) una intensa difesa della reincarnazione" nel vangelo del nuovo avatar" (Il cappello del mago, pp. 319-
(Viaggio nella magia, p. 47). 320).
Ascoltiamo addirittura un frequentatore dei corsi di Scientology descriverne il mito di origine nei termini di
un volume (il mio Le nuove religioni) che pure Scientology aveva, al suo apparire, criticato:
I thetan esistevano da soli, onnipotenti, indistruttibili e "Thetan, lo 'spirito puro' che esiste 'fin dall'origine', onnisciente,
immortali. Avevano il dono dell'onniscienza. Ma non avendo indistruttibile e immortale (...). All'origine i thetan vivevano
nulla da fare, soffrivano della loro immortalità. Per uscire dalla nell'eterno presente di una beatitudine indefinita. Trovando
noia decisero di giocare, creando vari universi. I thetan caddero ultimamente questo stato noioso, decisero di 'giocare un gioco'
vittime del loro stesso gioco, si fecero assorbire dagli universi creando gli universi. Ma i thetan finirono per cadere vittime del
che avevano creato, universi fatti di materia, energia, spazio e loro stesso gioco, lasciandosi assorbire negli universi di MEST
tempo, fino a dimenticare che essi stessi ne erano i creatori. (...) (materia, energia, spazio e tempo) che avevano creato fino a
Credono di essere soltanto dei corpi" (Viaggio nella magia, p. dimenticare di esserne i creatori (...) e a credersi imprigionati nei
93). corpi" (Le nuove religioni, p. 364).
La criptomnesia porta naturalmente con sé (come sempre accade in questi fenomeni) il rischio della pseudo-
citazione e di curiosi equivoci. A proposito di Nuova Acropoli si afferma che in un suo testo si parla di:
"Nani, Fate, Gnomi, Ninfe e Ondine (...) è possibile e utile "Con gli elementali - nani, fate, gnomi, ninfe e ondine - è
entrare in contatto con questi spiriti, giacché svolgono una possibile (anche se difficile) e utile entrare in contatto giacché
funzione essenziale per la vita dell'universo. Questi esseri (...) svolgono una funzione essenziale per la vita dell'universo. Gli
vivono non senza problemi: i più piccoli sono vittime dei gatti elementali peraltro (...) non vivono senza problemi: i più piccoli
domestici che per gioco li agganciano con le proiezioni fra loro sono spesso vittima dei gatti domestici che per gioco 'li
magnetiche delle loro unghie" (Viaggio nella magia, pp. 158- agganciano con le proiezioni magnetiche delle loro unghie'" (Il
159). cappello del mago, pp. 182-183).
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L'autrice di Viaggio nella magia assicura di avere appreso queste idee "dopo che io lessi un libro del
fondatore di Nuova Acropoli, Angelo Livraga, che era intitolato Gli spiriti della terra" (p. 158). Chi consulti
in una qualunque delle maggiori biblioteche latino-americano la copiosa lista degli scritti di Jorge Angel
Livraga scoprirà che non esiste nessun testo dal titolo Gli spiriti della terra; esiste invece un testo tradotto in
italiano con il titolo Gli spiriti della natura, debitamente citato in nota nel mio Il cappello del mago a
proposito dei problemi dei poveri elementali con i gatti domestici.
Irresistibili sono infine i segreti alchemici in materia di magia sessuale rivelati all'antropologa, che non sono
poi così nuovi:
"Seguire le teorie alchemiche di questa Fratellanza era di una "Sulla rivista della Miriam, 'Ibis', nel 1950 parlano di (...) 'due
difficoltà estrema. Nelle riunioni di faceva un gran parlare di un diverse essenze provenienti da piante della Repubblica
misterioso alambicco, di piante essiccate che provenivano Argentina: una di colore rosso fiammante e un'altra di colore
dall'Argentina. Una di queste piante era rossa come il sangue e bianco latte'. Senonché, leggendo le note preparate dal gruppo
l'altra bianca come il latte (...). che si definisce Ordine Osirideo Egizio (...) diventa evidente
'Allora avanti. Perché l'Argentina?' come il riferimento alla 'Repubblica Argentina' e alla luna
'La luna!' esclamai. (l'astro di 'argento') a cui corrispondono le due 'piante': 'rossa' (il
'Già'. sangue mestruale della donna) e 'bianca' (il seme maschile)" (Il
'E l'erba rossa fiammante?' cappello del mago, pp.303-304).
'La luna regola le maree, la crescita delle sementi, e ...'
'Il mestruo delle donne!'
'Brava!'
'L'erba rossa è il sangue mestruale? O mio Dio!' (...) 'E l'erba
bianca?'
(...) 'Ma sarà, non sarà per caso, il seme maschile?!'" (Viaggio
nella magia, p. 130).
Qui - per la sola e unica volta nel testo - a distanza di una pagina farà capolino un riferimento al fatto che la
magia sessuale "sta in tutti i libri di alchemia e di occultismo, da quelli di Eliade al Cappello del mago di
Introvigne" (p. 131), senza tuttavia che si spieghi al lettore che la decrittazione dell'apparente enigma sulla
Repubblica Argentina e sulle "erbe" non è cosa nuova né («O mio Dio!») particolarmente sconvolgente.
Sarebbe tuttavia ingeneroso insistere su questi (e altri) incidenti, che certamente non tolgono al libro la sua
piacevole freschezza narrativa. Il lettore dotato di familiarità con i nuovi movimenti magici sarà soltanto
spinto a mettere in dubbio le affermazioni dell'autrice secondo cui a proposito di "associazioni segrete"
"occorre come al solito far parlare i pentiti" (p. 88) - le osservazioni di un sociologo autorevole come David
Bromley sulla inaffidabilità degli "apostati" sembrano, al contrario, pertinenti - e la confessione secondo cui
l'antropologa non si sentiva nelle sue indagini "particolarmente rilassata" perché, se avesse dato notizia della
sua qualifica di studiosa, "certamente la tanto decantata tolleranza di tutti gli Acquariani si sarebbe
trasformata in una violenta forma di intolleranza e di rigetto nei miei riguardi" (p. 80). Quest'ultima
osservazione viene formulata a proposito del Villaggio Verde, una pacifica comunità teosofica piemontese
dove tanto il sottoscritto quanto studiosi e sociologi stranieri (fra i quali Eileen Barker e J. Gordon Melton)
hanno potuto soggiornare proficuamente presentandosi con il proprio nome e le proprie qualifiche e
ricavando sui numerosi gruppi che si riuniscono presso il Villaggio informazioni certamente più ampie e
articolate di quelle di cui si dà conto in Viaggio nella magia. Se a qualcuno queste ricerche - su cui ha
riferito, con una prima analisi, in due suoi articoli una collaboratrice di J.G. Melton, Isotta Poggi - dovessero
apparire poco interessanti, possiamo almeno assicurare che durante l'osservazione partecipante esplicita e
dichiarata del Villaggio Verde e di altri luoghi citati in Viaggio nella magia non abbiamo mai sperimentato
"violente forme di intolleranza e di rigetto" e, rianimati anche dalla buona cucina che si trova spesso nelle
comunità "acquariane", ci siamo perfino sentiti "particolarmente rilassati".
Massimo Introvigne
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