Bollettino N. 356 Del 28 Febbraio 2022
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Precipitazioni Nel mese di febbraio 2022 sono caduti mediamente in Veneto 29.0 mm di precipitazione; la media del
periodo 1994-2021 è di 61.8 mm (mediana 49 mm). Gli apporti meteorici mensili sul territorio regionale
sono stati, come a gennaio, poco meno della metà rispetto alla media (-52%) e sono stimabili in circa
534 milioni di m3 d’acqua. Dal 1994 sono stati 9 gli anni con un febbraio meno piovoso, il più recente il 2020
(6.5 mm), ma si evidenziano in particolare i cinque anni dal 1997 (minimo con 4 mm) al 2001. Le massime
precipitazioni del mese sono state osservate dalle stazioni di Valpore Monte Grappa (Seren del Grappa BL)
con 72 mm, Follina (TV) con 69 mm, Turcati (Recoaro Terme VI) e Brogliano (VI) con 64 mm. Le minime
precipitazioni sono state rilevate sul Veneto centro meridionale dalle stazioni di Adria (RO) e Rovigo S.
Apollinare con circa 3 mm, Concadirame (RO) e Tribano (PD) con circa 5 mm. Nella seconda metà di febbraio
si sono registrate precipitazioni significative in Veneto solo il giorno 25, con piogge deboli o moderate
essenzialmente sulle province di Treviso, Venezia e Padova, altrove apporti esigui o assenti. Valore massimo
di 11 mm a Gaiarine (TV), a Jesolo (VE) e a Campodarsego (PD). A livello di bacino idrografico (solo parte
Veneta), rispetto alla media mensile 1994-2021, sono state riscontrate ovunque condizioni di deficit
pluviometrico, con scarti abbastanza diversificati: -71% sulla Pianura tra Livenza e Piave e sul Lemene, -
70% sul Fissero-Tartaro-Canal Bianco, -69% sul Bacino Scolante e Tagliamento, -61% sul Po, -56% sul Sile, -
51% sul Brenta, -39% sull’Adige, -37% sul Livenza, -35% sul Piave.
Nei cinque mesi dall’inizio dell’anno idrologico (1° ottobre) sono caduti sul Veneto mediamente 300 mm di
precipitazione; la media del periodo 1994-2021 è di 451 mm (mediana 430 mm). Gli apporti del periodo
appaiono ancora inferiori alla media (-33%, -151 mm) e sono stimabili in circa 5.531 milioni di m3
d’acqua. Le massime precipitazioni del periodo sono state registrate dalle stazioni di Valpore Monte Grappa
(Seren del Grappa BL) con 866 mm, Rifugio la Guardia (Recoaro Terme VI) con 642 mm e Turcati (Recoaro
Terme VI) con 630 mm. Le minime precipitazioni sono state rilevate in provincia di Rovigo dalle stazioni di
Rovigo S. Apollinare con 113 mm e Adria con 129 mm. A livello di bacino idrografico (solo parte Veneta),
rispetto alla media 1994-2021, si riscontrano ovunque condizioni di deficit pluviometrico, con scarti
compresi tra -38% sul Fissero-Tartaro-Canal Bianco e -24% sul Tagliamento.
Nel prospetto seguente (valore medio sul Veneto) il bilancio pluviometrico mensile dal 01 ottobre 2021.
precipitazione media ott- nov- dic- gen- feb-
ultimo quadrimestre ultimo trimestre ultimo bimestre
in Veneto 2021 2021 2021 2022 2022
mese (mm) 50 150 43.5 28.1 29.0 251 101 57
media storica (mm) 113 136 82.3 59.2 60.8 338 202 120
scarto (%) -56% 11% -47% -53% -52% -26% -50% -52%
scarto (mm) -63 14 -39 -31 -32 -87 -102 -63
Considerato il deficit pluviometrico già accumulato dall’inizio dell’anno idrologico (-151 mm), per riequilibrare
il bilancio già nel mese di marzo sarebbero necessari, come dato medio sul Veneto, circa 218 mm ossia più di
tre volte la precipitazione media di marzo (che è pari a circa 67 mm, periodo 1994-2021).
Indice SPI Per il periodo di 1 mese (febbraio): sono presenti condizioni di normalità su quasi tutta la regione ad
eccezione di un’area a sud est (medio e basso Polesine, parte meridionale delle province di Padova e Venezia)
dove sono presenti segnali di siccità da moderata a severa.
Per il periodo di 3 mesi: sono presenti condizioni di normalità su gran parte della regione ma con segnali di
siccità moderata su una vasta area della pianura centrale e sulle Prealpi veronesi e vicentine. Anche sulla zona
del Cadore e dell’Ampezzano si evidenzia una siccità da moderata a severa.
Per il periodo di 6 mesi: su quasi tutta la regione siccità da moderata (nord e ovest della regione) a severa
(parte centrale della regione) fino a diventare estrema (parte centrale del veneziano e medio Polesine).
Per il periodo di 12 mesi: generali condizioni di normalità sulla parte settentrionale del Veneto con alcune aree
di moderata siccità nel bellunese, mentre sul Veneto meridionale sussistono condizioni di siccità da
moderata/severa ad estrema. Le zone dove i segnali di siccità sono più marcati sono quelle situate a sud est
della regione (Polesine e veneziano centro-meridionale).
Riserve nivali Nelle Dolomiti la temperatura dell’aria in quota nel mese di febbraio è stata mite ma nella norma: -2.0 °C,
+1.2°C rispetto alla media. Particolarmente calda la prima decade (con le giornate del 9 e 10 con
temperatura oltre lo 0.9 percentile) e miti anche i giorni 17 e 18 febbraio, mentre le giornate più fredde sono
state il 27 e 28. Dopo i deboli episodi nevosi (2-15 cm) di inizio mese (giorni 1-4), che hanno interessato
soprattutto le Dolomiti settentrionali, ulteriori apporti nevosi (accompagnati da forti venti) si sono verificati nei
giorni 6 e 7 febbraio, con 5-15 cm di neve fresca e limite neve a circa 1000-1100 m nelle Dolomiti. L’episodio
nevoso più importante è avvebuto nei giorni 14 e 15 (neve fresca registrata le mattine del 15 e 16) con 45-55
cm di neve fresca nel basso Agordino e nelle Prealpi a 1600 m, e apporti minori nelle Dolomiti settentrionali e
nell’alto Agordino (20-30 cm sia in quota che nei fondovalle). Il giorno 22 ulteriori 2-5 cm ma solo in quota
nelle Dolomiti settentrionali, ed il 27 e 28 tracce di neve ma solo localmente nelle Prealpi.
Rispetto alla media recente (2009-2021) il deficit di precipitazione nevosa nelle Dolomiti è del 30% (pari a
circa 120 cm di neve fresca) e nelle Prealpi del 45% (pari a 110 cm di neve a 1600 m di quota). Nei
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www.arpa.veneto.it 28 febbraio 2022 N.356
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fondovalle il deficit è di circa 50 cm (1000-1200 m di quota). Il 28 febbraio la copertura nevosa (Snow Cover
Area) è di 1800 km2, con il 50% dei pendii innevati alla quota di 1550 m; dopo le precipitazioni del 15-16 la
copertura si è ridotta lungo i pendii al sole mentre in ombra è rimasta stazionaria. Il 28 febbraio l’indice di
spessore di neve al suolo (HSimed) è ancora nella norma sulle Dolomiti e pari a 70 cm (valori nella norma:
65-123 cm) mentre è appena sotto nelle Prealpi con 37 cm (norma: 40-97 cm). Pure l’indice SSPI
(Standardized SnowPack Index), che tiene conto anche della densità della neve, per il bacino del Piave-
Cordevole è nella norma e pari a -0.45 (norma compresa tra +1.0 e -1.0). Le riserve idriche nivali (Snow
Water Equivalent - SWE) sono ancora assai scarse e poco superiori ai valori di un mese fa: a fine
febbraio sono stimabili in 140-150 Mm3 di risorsa nivale nel bacino montano del Piave (negli ultimi 15 anni
solo il 2012 e 2017 presentavano un volume minore), 85-90 Mm3 nel Cordevole e 85-95 Mm3 nel bacino
montano del Brenta. La densità media della neve è di 270-290 kg/m3.
Lago di Garda Il livello del lago, pressoché costante dall’inizio del mese di dicembre 2021, alla data del 28 febbraio si
mantiene ancora leggermente superiore a quello medio mensile e compreso tra 50° e 75° percentile.
Serbatoi In febbraio il volume complessivamente invasato nei principali serbatoi del Piave ha mostrato un andamento
calante nella prima quindicina ed una sensibile crescita nella seconda parte fino a tornare ai valori di
inizio mese: al 28 febbraio il volume totale risulta di 81.3 Mm3 (solo -0.3 Mm3 rispetto alla fine di gennaio),
pari al 48% del volume massimo invasabile, tra il 25° percentile e la mediana della serie storica (1995-
2021) e nella media del periodo (-6%, pari a -5.2 Mm3). Negli anni recenti il volume attuale risulta
superiore solo al 2018 (+11.6 Mm3), al 2012 (+34 Mm3) e circa il doppio del 2006 (minimo storico per il
periodo con 41.3 Mm3). L’andamento nel mese è stato abbastanza diversificato per i tre principali serbatoi del
Piave: l’invaso di Pieve di Cadore si è mantenuto sostanzialmente stabile e a fine mese appare al 42% del
volume massimo invasabile (poco sotto la media storica del periodo, -12%), Santa Croce è in leggera ripresa,
dopo un sensibile calo nella prima quindicina, e al 28 febbraio si presenta alla metà del volume massimo
invasabile (e nella media del periodo, -10%), il Mis ha evidenziato una rapida crescita nelle ultime due decadi
fino ad arrivare al 56% del volume massimo invasabile (poco sopra la media storica, +11%). Anche il
serbatoio del Corlo (Brenta), dopo aver raggiunto a metà mese il minimo storico per il periodo, ha mostrato
un deciso incremento dei volumi invasati a partire dall’ultima settimana, pur se con un valore al 28 febbraio
ancora piuttosto basso: 12 Mm3 (-1.2 Mm3 dalla fine di gennaio), pari al 31% del volume attualmente
invasabile, tra il 5° e il 25° percentile e sotto la media storica (-38%, -7.4 Mm3), secondo valore più
basso degli ultimi 20 anni (di poco superiore solo al 2006), la metà del 2003 e -3.6 Mm3 sul 2012, quasi
doppio però del 1997 (minimo storico per il periodo con 7.0 Mm3).
Falda Le scarse precipitazioni di febbraio (unico evento degno di nota a metà mese), in continuità con un periodo
poco piovoso che comprende tutto l’autunno, portano ad un’accentuazione della situazione di scarsità
della risorsa idrica, più marcata nei settori dell’alta pianura tra Brenta e Piave (dove si registrano valori a
fine mese tra il 5° e l’11° percentile) ed in alcune zone della media e bassa pianura. Buona parte delle
stazioni mostrano andamenti e livelli paragonabili al febbraio 2017, mentre in altre la situazione è
leggermente migliore anche se, in genere, ben inferiore ai valori attesi per il periodo. In particolare:
- nel settore occidentale (alta pianura veronese) continua, come di consueto, il calo dei livelli iniziato a fine
settembre, che però sta avvenendo a ritmi più sostenuti del solito, con quote inferiori a quelle attese e valori
a fine mese paragonabili a quelli di febbraio 2017. Il confronto tra valore medio mensile e valore atteso si
attesta a -53% a Villafranca e -55% a San Massimo;
- nel settore centrale (alta pianura vicentina e padovana) la stazione di Dueville mostra un lieve incremento
con l’evento di metà mese mentre le stazioni di Schiavon (con livelli superiori a quelli del 2017) e Cittadella
(livelli paragonabili a quelli di febbraio 2017) proseguono il trend di calo iniziato nell’ultima metà di dicembre
(per Cittadella l’abbassamento è abbastanza lineare da metà settembre). Per le tre stazioni sopraccitate si
registrano rispettivamente: variazioni nel mese pari a -1 cm, -59 cm e -26 cm, differenze tra i valori medi
mensili e quelli attesi di -70%, -56% e -72%, livelli a fine mese pari al 16°, 22° e 7° percentile;
- nel settore orientale (alta pianura trevigiana) le 4 stazioni monitorate proseguono l’abbassamento in
continuità con quanto accaduto dalla seconda metà di dicembre. I cali in febbraio variano tra -32 cm
(Castelfranco) e -19 cm (Castagnole), il confronto tra media mensile e valore atteso tra -84% (Castelfranco)
e -47% (Varago) ed il valore a fine mese tra il 5° percentile (Castelfranco) ed il 20° (Mareno). Castelfranco
e Castagnole mostrano livelli paragonabili a quelli del febbraio 2017, Varago e Mareno livelli maggiori;
- nell’area di media e bassa pianura, pur nella variabilità della risposta delle singole stazioni, in genere si
registra una prosecuzione del calo dei livelli (in alcune stazioni si osserva però un rallentamento del calo nella
seconda metà del mese). La stazione di media pianura di Cimadolmo (molto influenzata dal fiume Piave) è
l’unica stazione analizzata con livelli nettamente superiori a quelli del 2017 e quasi nella norma: il livello a fine
mese è pari al 42° percentile ed il confronto tra valore medio mensile e valore atteso è pari a -12%. Invece la
stazione di bassa pianura di Eraclea, pur mostrando un’attenuazione della rapidità del calo cominciato a metà
gennaio, evidenzia a fine febbraio un livello pari al 4° percentile, con il confronto tra media mensile e livello
atteso che si attesta a -90%.
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Portate A seguito della necessità di ridefinire la scala di portata con ulteriori misure dirette in alveo, i dati delle
stazioni sul t. Posina (Stancari e Bazzoni) non sono al momento disponibili.
In febbraio ancora condizioni di magra invernale sulle sezioni montane del Piave a regime naturale, con
deflussi in generale assai lento esaurimento. I dati strumentali delle stazioni idrometriche, integrati con le più
recenti misure di portata in alveo, evidenziano per il giorno 28 febbraio portate quasi ovunque sotto la media
del periodo: Fiorentina a Sottorovei -36% (pari ad una Q352), Boite a Podestagno -32% (pari a una Q355),
Padola a Santo Stefano -31% (pari a una Q351), Cordevole a Saviner -25% (e Q332) e Piave a Ponte della
Lasta -18% (e Q335). Solo sul Boite a Cancia la portata appare più sostenuta, quasi coincidente con la
mediana e prossima alla media storica del periodo (-4%), corrispondente ad una Q318. Situazione
sostanzialmente analoga, pur se con scarti in qualche caso più ridotti, per la portata media del mese di
febbraio, quasi dappertutto inferiore alla media mensile storica con differenze più contenute sul Piave a
Ponte della Lasta, Boite a Podestagno e Cordevole a Saviner (rispettivamente -10%\-15%\-19%), un po’ più
marcate sul Padola e Fiorentina (-25%\-28%). Il Boite a Cancia conferma invece una portata media di
febbraio in linea con il valore medio storico (+2%) e pari al valore mediano. Considerata la tendenziale
stabilità del regime di magra invernale il valore del contributo unitario del giorno 28 è sostanzialmente lo
stesso del contributo medio mensile, ed è compreso tra i 7 l/s*km2 (Cordevole a Saviner e Boite a
Podestagno) ed i 12-14 l/s*km2 (Piave a Ponte della Lasta e Boite a Cancia).
Sul bacino prealpino del t. Sonna a Feltre deflussi piuttosto ridotti (circa la metà dei valori storici del periodo)
ed in leggero calo, a parte un leggero breve incremento per l’evento di metà mese, con valori prossimi al 25°
percentile sia come portata del giorno 28 febbraio (-51% rispetto alla media storica del periodo,
corrispondente ad una Q319), che come portata media del mese di febbraio (-48% sulla media mensile
storica). Il contributo unitario appare anche qui poco diverso tra il valore del giorno 28 febbraio (12 l/s*km2)
ed il contributo medio mensile (poco più di 13 l/s*km2).
Anche sull’alto Bacchiglione deflussi in continuo lento esaurimento e assai scarsi, come evidenziato dall’unica
stazione disponibile (Astico a Pedescala). I dati strumentali, integrati con le più recenti misure di portata in
alveo, mostrano per il giorno 28 febbraio una portata poco superiore al 25° percentile della serie storica
(equivalente ad una Q305), meno della metà rispetto alla media storica del periodo (-59%), con un contributo
unitario di soli 5 l/s*km2. Ancora più ridotta appare la portata media del mese di febbraio, compresa tra il 5°
e il 25° percentile e meno di un terzo della media mensile storica (-68%), con un contributo unitario
medio mensile di soli 4 l/s*km2.
Il volume defluito in questi primi cinque mesi dell’anno idrologico (dal 01 ottobre), per le stazioni con la
necessaria continuità nei dati, è in ogni caso inferiore al volume medio storico dello stesso periodo: -21%/-
24% sul Boite (Podestagno e Cancia, rispettivamente), -25%/-40% sull’alto Piave (Ponte della Lasta e Padola
a Santo Stefano), -40% sul Cordevole, Fiorentina e Sonna, -42% sull’Astico.
Alla data del 28 febbraio le portate dei maggiori fiumi veneti, in calo dalla metà del mese di novembre e poco
influenzate dalle precipitazioni di metà mese, si mantengono decisamente inferiori alle medie storiche su
tutti i principali corsi d’acqua ed al minimo storico sul Gorzone a Stanghella (dati dal 2004). Considerando
le stazioni con le serie storiche di maggiore durata, la portata media di febbraio si attesta tra il 5° ed il 25°
percentile su Brenta ed Adige, ed inferiore al 5° percentile sul Bacchiglione e sul Po. Rispetto alla media
storica mensile, la portata media di febbraio risulta decisamente inferiore, quasi ¼ in meno sull’Adige a Boara
Pisani (-24%) e all’incirca la metà sulle altre stazioni: -43% sul Brenta a Barziza, -58% sul Bacchiglione a
Montegalda e -47% sul Po a Pontelagoscuro.
Temperatura Si rappresenta l’andamento nell’anno idrologico 2021-22 della temperatura media giornaliera rilevata su
quattro stazioni considerate rappresentative dell’area montana e di pianura. I grafici di pag. 31 e 32 riportano
il confronto tra i valori medi giornalieri dell’anno idrologico in corso ed i valori giornalieri storici (medi ed
estremi) dal 1992-93.
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