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MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M.

SAMAEL AUN WEOR


MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

MESSAGGIO DI NATALE
1968-1969

LA MAGIA DELLE RUNE

Edito da: ISTITUTO CULTURALE GNOSTICO ITALIA SAMAEL AUN WEOR.


Edizione 01/2014
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

DEDICA
In onore e virtù del CONGRESSO GNOSTICO ECUMENICO che si
celebrerà in Barranquilla, Repubblica di Colombia, dal ventisette di
Dicembre del millenovecentosessantotto al due di gennaio del
millenoventossessantanove.

Maestro SAMAEL AUN WEOR (foto)

Presidente fondatore del Movimento Gnostico Cristiano Universale


pratico della Chiesa Gnostica.

Maestro GARGA CUICHINES JULIO MEDINA V.I


Sovrano commendatore per l'America Latina del Movimento Gnostico
Cristiano Universale.
Riuniti nel presente anno nella Città del Messico D.F.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

PROLOGO
L'insegnamento dei “Messaggi di Natale” va in forma progressiva
coordinata, è didattica e dialettica, si da in forma pedagogica al corpo
studentesco, capacitandolo per la sua comprensione. Abbandoniamo la
logica formale per non cadere nell'errore ed insegniamo la logica
superiore, il Terzo Organo o Terzo Canone del pensiero.

Durante il mese di Maggio ero in compagnia del Maestro Samael Aun


Weor in Messico, fu un mese dedicato allo studio e alla meditazione.
Quotidianamente andavamo nel Bosco di Chapultepec e sotto la sua
direzione studiavamo dalle nove della mattina alle quattro della sera,
così:
Un’ora di lettura intellettuale per mettere in movimento il Cervello
Intellettuale il cui posto è nella testa, finito questo tempo, mi diceva il
Maestro, mettiamo in azione il Cervello del Movimento, la cui sede è
situata nella parte superiore della spina dorsale, quindi facevamo una
lunga camminata per la strada del parco, piena sempre di studenti e
gente che si diverte semplicemente, poi passavamo per i giardini e
Parco Zoologico, per dare movimento al Cervello Emozionale, che ha
la sua sede nella bocca dello stomaco, dedicavamo mezz'ora ad
ognuno di questi due cervelli e passavamo nuovamente allo studio
ripetendosi ogni due ore la stessa pratica di mettere in movimento i tre
centri: Cervello, Movimento, Emozioni.

Per ottenere una lunga vita bisogna lavorare adeguatamente con i tre
cervelli, equilibrarli, saperli maneggiare poiché in essi è depositato il
capitale cosmico per avere lunga vita, sono i valori vitali di cui ci parla
nelle sue opere, questa è la cruda realtà dei fatti. Lo studio in queste
condizioni si convertirà in piacere, in pane bianco.

Deve esistere equilibrio tra l'essere ed il sapere. L'essere senza il


sapere, può convertirci in mentecatti e il sapere senza lo sviluppo
dell'essere, ci converte in bricconi.
Ecco lì la necessità dello studio metodico e la qualifica della nostra
personalità.

Quando studi questo libro, caro lettore, incontrerai dietro ogni termine
la corrispondente spiegazione ed in ogni racconto la conoscenza viva
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che ci si fornisce in forma di leggenda affinché si radichi di più nel


nostro cervello.

Esistono formule chiare per eliminare i difetti e uccidere gli Ego e le


loro legioni. Nella convivenza affiorano i difetti, li possiamo vedere
quando viviamo allerta e vigilanti, così li notiamo. Successivamente in
serena pace, per mezzo della meditazione li portiamo allo schermo dei
ricordi, lì li analizziamo, vediamo che possiamo vivere
indipendentemente da essi; dopo averli conosciuti invochiamo la
benedetta madre Kundalini il cui mantra sacro è RAM IO lo
pronunciamo tre volte e chiediamo a nostra madre che elimini l'Io e le
sue legioni che si personificano nel difetto analizzato e lo lanci
all'abisso con tutte le sue legioni, la nostra madre ci pulisce lanciando
all'abisso questo ego e le sue legioni.

Quando abbiamo pulito il primo piano, bisogna continuare facendo lo


stesso nei 48 livelli della coscienza dove si nascondono gli ego in
forma sottile e delicatamente; domandavo io al Maestro là in Messico:
Maestro quando io mi presenterò al tempio dei due volte nati, sarò
libero dagli Io? E mi rispose: La questione della presentazione al
tempio dei due volte nati è problema di trasmutazione quando tu
smettarai di unire l'Idrogeno Si 12 con gli altri idrogeni come il 12, il
24 ed un 48, sarai preparato per entrare al tempio dei due volte nati,
ma non vuol dire che tu abbia terminato con le tue legioni perché
questo è un lavoro che ti tocca fare nei 49 livelli della coscienza,
quindi quando li hai sterminati tutti per mezzo della benedetta madre
Kundalini, allora ti toccherà rimuovere i semi dell'ego che rimangono
nascosti aspettando il momento di potersi riprodurre, tu devi lavorare
molto in questo.

Gli studenti gnostici del Messico, praticano il Pratimokcha i giorni 14


di ogni mese e lo chiamano il quattordicesimo, è una pratica per
uccidere gli ego che consiste nel condannare pubblicamente gli errori
propri di ogni studente, le bassezze commesse durante il mese, a me
toccò il 14 di Maggio e assistei alla pratica, al mio turno io denunciai
pubblicamente una esperienza che ebbi con una donna: io la rifiutai e
le esposi che ero gnostico, per di più che avevo una moglie
sacerdotessa. Nell’essere studiata dal Maestro mi trovò colpevole, io
gli esposi: io rifiutai quella donna, ed egli mi contestò:
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Se tu non avessi questo io della lascivia nascosto in uno dei livelli


della coscienza, questa donna mai avrebbe potuto arrivare a te. Gli
domandai: Che cosa devo fare? Mi rispose: Riporta il quadro alla tua
mente per mezzo della meditazione, analizzalo e poi chiedi a Ram IO
la Benedetta Madre Devi Kundalini che ti distrugga questo demonio e
le sue legioni e li getti all'abisso affinché ti liberi di loro.

Bisogna ripulirsi al nostro interno se vogliamo avanzare nel sentiero


della purificazione. Si deve uscire in corpo astrale, si può fare
congiuntamente con gli studenti più avanzati avvalendosi dello
Scintillio del Maestro e profeta Ra -Hor- Ku utilizzare il mantra Solin
Sala Ra, ripetendolo tre volte.
Bisogna apprendere a difendere gli idrogeni, soprattutto il SI 12 che è
il sesso puro, l'ens seminis purissimo. Il 12 produce il corpo mentale,
bisogna evitare la immaginazione erotica. Il 24 lo produce il corpo del
desiderio, l'astrale. Il 48 lo produce il corpo fisico, bisogna evitare
passioni e lussurie.

L'intelletto causa danno all'idrogeno SI 12 lo stesso che i “campi” o


idrogeni dell'insieme uomo. L'idrogeno SI 12 puro, lo danneggiamo e
non serve per la grande opera quando abusiamo del lavoro con i
quattro corpi del peccato, dunque essi rubano al sesso il SI 12 e questo
poi per sopravvivere ruba l'idrogeno pesante ai ladri. Il corpo fisico è
uno strumento, egli obbedisce a quello che gli comandiamo. Quando
eseguiamo il lavoro nella forgia incendiata di Vulcano dobbiamo
preoccuparci di non introdurre l'Idrogeno 48 pesante del corpo fisico
per mescolarlo con il SI 12 puro del sesso.

L'Idrogeno è la base fondamentale di tutta la creazione: Carbonio,


Ossigeno, Azoto ed Idrogeno. Sono i numeri delle quattro facce della
Creazione: Carbonio: Corpo della volontà. Ossigeno: Corpo mentale:
Azoto: Corpo Astrale. Idrogeno: Corpo Fisico. Una volta che il devoto
del sentiero ha cambiato gli stracci lunari con i corpi solari, gli tocca
allora disintegrare i corpi solari. Rimane allora l'atomo semente di
ognuno di questi corpi che vanno a formare parte dell'Ain Soph.
Questo Ain Soph è lo spazio astratto assoluto.

L'Ain Soph senza autorealizzazione è caotico, l'atomo che non si


autorealizza fallisce, vivendo in quello che non ha nome.
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L'assoluto non conosce se stesso, per quello ci tocca cercare


l'autorealizzazione intima.

Mi diceva il Maestro là in Messico, scendere per lavorare nella forgia


incendiata di Vulcano è molto facile, quello che è difficile è risalire, la
maggioranza rimane nell'abisso perché non sa rubare il fuoco al
diavolo. Mi diceva anche, dove non c'è meditazione non c'è
profondità, tutto è orizzontale, e in tutto l'orizzontale c'è putrefazione.
Il cammino del Cristo è il cammino della non-violenza e solo a base di
tremendi sforzi si ottiene qualcosa. Questo sistema è contrario a quello
del mostro dalle 1000 teste che non solo cerca la distruzione di ogni
religione, ma il dominio economico mondiale e così di mantenere le
moltitudini a base di cedole di razionamento ed i suoi nemici li elimina
al muro, bevendo il piombo fuso.

Il Maestro fa figurare e include il nome di molte religioni affinché tutti


gli studenti esoteristi di tutte le religioni possano comprenderlo.
Tenete in conto studenti esoteristi che i tre nemici di Hiram Abif, il
Cristo Interno, il risplendente Dragone della Saggezza sono: il
desiderio, la mente, e la cattiva volontà.
Il demonio del desiderio, il demonio della mente ed il demonio della
cattiva volontà, essi sono i traditori del Cristo Interno.
La mente materia è l'abitazione del desiderio ed essa ha 49 regioni
dove i nostri demoni si sommergono e affiorano nella mente ma a base
di super-sforzi, il super-sforzo, si fa dopo che già abbiamo esaurito
tutti gli sforzi.

Ci sono 12 classi di idrogeni che vanno dall'Assoluto alla materia


sommersa , (Mondi Inferni) che danno fondamento ai 12 tipi di
materia che corrispondono ai 12 segni dello Zodiaco.

 Il Padre ci da la grazia della saggezza.


 Il Figlio ci da la grazia dell'Amore
 Lo Spirito Santo ci da la grazia del potere del fuoco.

Per chiamare la madre è con il mantra RAM IO, per parlarle dobbiamo
farlo con cuore puro, così ella ci ode e protegge sotto la protezione
dell'impulso del nostro amore.
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Per uscire in astrale bisogna pulirsi internamente, chi vuole uscire in


corpo astrale senza pulizia termina in fallimento, ricorda che mentre si
ha l'io non si conta nulla.

Non dimentichino gli studenti che alla Natura non interessa


l'autorealizzazione dell'uomo perché va contro i suoi propri interessi.
Questo la pregiudica, essa vive delle macchine umane perché le
trasmettono vita ed energia, perché siamo antenne viventi. L'Adepto è
un ribelle, un rivoluzionario, a noi non interessano i poteri della
personalità perché evidenziamo che sono satanici, noi desideriamo
essere atomi dell'Assoluto.

Dopo aver formato i quattro corpi solari ci aiuta la Devi Kundalini.


Vengono i gradi e le iniziazioni.
Ella ci aiuta a pulirci e più tardi ci consegna al Beneamato, quando già
ha fatto la sua opera, puliti e senza peccati, come la madre amatissima
che è.
Dentro il nome Maria si nasconde il mantra RAM IO. Bisogna che
apprendiamo a pregare la Madre degnissima con il Salve: “Dio ti
saluta Maria piena sei di grazia” ecc. Bisogna apprendere ad amarla.
Che cosa non è capace di fare una Madre per i suoi figli? Se la madre
carnale fa tanto per noi, che cosa non farà la divina Madre per noi?

Che questo “Messaggio di Natale” dia una nuova carica a tutti i devoti
del sentiero. Che la pace più profonda regni nei vostri cuori.

SUMMUM SUPREMUM SANTUARIUM

JULIO MEDINA V.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

INTRODUZIONE
Scrivo il QUINTO VANGELO, insegno la RELIGIONE-SINTESI,
che fu dell'umanità; la dottrina di GIANO e dei JINAS.

Questa è la Religione Saggezza degli antichi COLLEGI


SACERDOTALI, Gimnosofi o JINAS solitari dell'ASIA
CENTRALE,IOHANES,SAMANOS, ASCETI EGIZI, PITAGORICI
ANTICHI, ROSACROCE MEDIEVALI, TEMPLARI, MASSONI
PRIMITIVI e altre confraternite esoteriche, più o meno conosciute, la
cui sola elencazione occuperebbe decine di pagine.

Questa è la DOTTRINA SEGRETA dei CVALIERI del SANTO


GRIAL; questa è la PIETRA VIVA di GIACOBBE; il LAPIZ-
ELETRIX (MAGNES) spiegato dialetticamente.

Senza il QUINTO VANGELO i quattro restano velati; scrivo per


strappare il velo di ISIDE.

E' URGENTE svelare per insegnare. E' necessario predicare il


VANGELO DEL REGNO in tutte le Nazioni del Mondo.

Predicare senza svelare equivale a non insegnare. Abbiamo bisogno di


spiegare i quattro con il Quinto.

IL VANGELO DEL REGNO non è stato predicato mai perché non è


stato spiegato.

I quattro sono in CHIAVE e per questo nessuno può mai spiegarli


essenzialmente; con il Quinto risplende la Luce nelle tenebre.

Qui c'è dunque, un libro in più del QUINTO VANGELO. “A colui che
sa la parola da il potere, nessuno la pronunciò, nessuno la pronuncerà,
se non colui che l'ha incarnata".

PAZ INVERENCIAL

SAMAEL AUN WEOR


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Capitolo1
LA MADRE DIVINA E GLI DEI SANTI

“Vergine Madre, figlia del tuo figlio,


umile ed alta più che creatura,
termine fisso d'etterno consiglio,
tu se' colei che l' umana natura nobilitasti si,
che l' suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.
Nel ventre tuo si raccese l'amore per lo cui caldo ne l'etterna pace.
Così è germinato questo fiore.
Qui se' a noi meridiana face di caritate,
e giuso, intra ' mortali, se' di speranza fontana vivace.
Donna,se' tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia e a te non ricorre sua disianza vuol volar sanz'
ali.
La tua benignità non pur soccorre a chi domanda,
ma molte fiate liberamente a dimandar precorre.
In te misericordia in te pietate in te magnificienza,
in te s'aduna quantunque in creatura e di bontate.
Or questi, che da l'infima lacuna dell'Universo in fin qui ha vedute le
vite spiritali ad una ad una,
supplica a te, per grazia, di virtute tanto,
che possa con li occhi levarsi più alto verso l'ultima salute.
Ed io, che mai per mio veder non arsi più ch'i 'fo per lo suo,
tutti miei prieghi
ti porgo, e priego che non sieno scarsi,
perchè tu ogne nube li disleghi di sua mortalità co' prieghi tuoi,
si che' l sommo piacer li si dispieghi.
Ancor ti priego, regina, che puoi ciò che vuoli
che conservi sani dopo tanto veder, gli affetti suoi.
Vinca tua guardia i movimenti umani:
vedi Beatrice con quanti beati per li miei prieghi ti chiudon le mani!”.

(DANTE ALIGHIERI).
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“Oh Isis! Madre del cosmo,


radice dell'amore, stelo, tronco, foglia, fiore e seme di tutto ciò che
esiste!
Scongiuriamo te, forza naturalizzante!
Chiamiamo la Regina dello spazio e della notte e baciando i suoi
occhi amorosi,
bevendo la rugiada dalle sue labbra,
respirando il dolce aroma del suo corpo, esclamiamo: oh Nuit!
Tu, eterna Seità del cielo, che sei l'Anima Primordiale,
che sei ciò che fu e ciò che sarà, Isis a cui nessun mortale a sollevato
il velo,
quando tu sei sotto le stelle irradianti del notturno e profondo cielo
del deserto,
con purezza di cuore e nella fiamma del serpente, ti chiamiamo.”

(RITUALE GNOSTICO)

“Gloria, gloria alla Madre Kundalini,


che attraverso la sua infinita grazia e potere conduce al Sadhaka di
chakra in chakra e illumina il suo intelletto identificandolo con il
Supremo Brahmano.
Possano le sue benedizioni raggiungerci!”.

(SRI SWAMI SIVANANDA)

Non tu forse Enea figlio dell'eroe Anchise e della Dea Venere? Quante
volte la Madre Divina si mostrò favorevole ai troiani, inclinando a loro
favore anche la volontà di Giove (il Logos Solare), padre degli Dei e
degli uomini?
Oh Eolo! Signore del Vento, tu che hai il potere di calmare e di
increspare le onde dell'immenso mare, tu che sommergesti parte della
flotta troiana tra i flutti furiosi, dimmi: cosa ne sarebbe di te senza la
tua Divina Madre Kundalini? Da dove otterresti una potenza tanto
grande?

Oh Nettuno! Signore delle sublimi profondità marine, tu grande Dio


davanti al cui sguardo divino fuggono i venti e si calmano i furiosi
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elementi, puoi forse negare che hai una madre? Oh Signore delle
profondità! Tu sai bene che senza di lei non impugneresti nella tua
destra quel formidabile tridente che ti conferisce il potere sui
spaventosi segreti dell'abisso.

Oh Nettuno! Venerabile Maestro dell'umanità, tu che desti ai popoli


della sommersa Atlantide tanti saggi precetti, ricordati o grande
signore di noi che ti amiamo.

Quando l'Aquilone alza le onde fino al cielo e alcuni naufraghi si


vedono sollevati fino agli astri, mentre altri si sentono sommersi fra gli
abissi, non resta altra speranza che la tua misericordia.

Il Noto scaglia le navi contro gli scogli nascosti nel fondo e l'Euro le
precipita verso le coste avvolgendole nelle sabbie e rompendole contro
le scogliere, ma tu Signore Nettuno, salvi molti di quelli che nuotano e
poi tutto rimane in silenzio.

Le grotte dove abitano le ninfe marine nei misteriosi paraggi,


conservano il ricordo delle tue opere, oh Grande Dio.

Voi che avete conosciuto i pericoli dell'oceano tempestoso della vita,


la terribile rabbia di Scittà, dai muggenti scogli, le rocce dei vigili
Ciclopi, il duro cammino che conduce al Nirvana e i combattenti di
Mara il tentatore con le sue tre Furie, non commettete mai il delitto
dell'ingratitudine; non dimenticate mai la vostra Divina Madre.

Beati coloro che comprendono il mistero della loro Madre Divina. Lei
è la radice della propria Monade; nel suo seno immacolato si gesta il
bambino che porta nelle sue braccia, il nostro Budda Intimo.

Venere, discendendo dalle alte vette, si travestì da cacciatore per


visitare suo figlio Enea, l'eroe troiano, con il sano proposito di
orientarlo fino a Cartagine, dove regnava fiorente la regina Didone,
colei che dopo aver giurato fedeltà alle ceneri di Sicheo, si uccise per
passione.

L'adorabile ha il potere di rendersi visibile e tangibile nel mondo fisico


quando vuole.
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Oh ignoranti mortali! Quante volte, Dio mio, siete stati visitati dalla
vostra Divina Madre e tuttavia non l'avete riconosciuta?

Quanto fosti fortunato, oh illustre cittadino della superba Ilio, quando


la tua adorabile Madre ti coprì con la sua nube protettrice per renderti
invisibile.

Voi che bramate poteri magici, ignorate per caso che la vostra Sacra
madre è Onnipotente? Oh mia Signora, solo il cantore Iopa con la sua
lunga chioma e la sua cetra d'oro potrebbe cantare le tue bontà.
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Capitolo 2
UNIVERSI PARALLELI

E' sorta l'ipotesi audace che esista un universo fantasma simile al


nostro. Esiste solo un'interazione molto debole fra questi due universi,
in modo che non vediamo l'altro mondo che si mescola con il nostro.

Lo Gnosticismo scientifico rivoluzionario va molto più lontano in


questa questione, affermando enfaticamente la coesistenza armoniosa
di un'infinità di universi paralleli.

L'esclusione radicale di questo concetto scientifico trascendentale


lascerebbe senza spiegazione logica una serie considerevole di fatti
inclassificabili: sparizioni misteriose e via dicendo.

Nelle profumate e deliziose rive del fiume che allegro e felice scorre
canterino fra le selve profonde di una regione tropicale del Sud
America, un gruppo di bambini innocenti con orrore vide sparire la
propria madre; quest'ultima fluttuò nello spazio per alcuni secondi e
poi parve sommergersi in un'altra dimensione.

“Un giorno d'estate del 1809, Beniamino Bathurst, ambasciatore di


Inghilterra alla corte d'Austria, si trovava in una piccola città tedesca.
La sua carrozza si fermò dinanzi ad una locanda. L'ambasciatore scese
e fece qualche passo. I cavalli nascosero per un momento la sua figura
e l'oste smise di vederlo così come i suoi dipendenti e alcuni
viaggiatori che erano lì. Non apparve più”.

In questi giorni rischiosi della nostra vita, le sparizioni misteriose di


uomini, donne, bambini, barche, aerei e via dicendo, si moltiplicano
scandalosamente, nonostante i servizi segreti e le meravigliose
apparecchiature di radar e radio che teoricamente non dovrebbero
concedersi il lusso di permettere misteri in questo campo.

Il concetto degli universi paralleli risulta, sotto ogni punto di vista, più
esatto e più scientifico di quello dei famosi piani soggettivi dello
pseudo-occultismo reazionario.

Un'analisi di fondo ci porterebbe alla conclusione logica che tali


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universi esistono non solamente nelle dimensioni superiori dello


spazio, ma anche nelle infra-dimensioni sommerse.

In alcun modo è assurdo affermare con piena chiarezza che dentro


ciascun universo parallelo esistono delle serie di universi, chiamiamoli
atomi, molecole, particelle, cellule, organismi e così via.

Per favore, caro lettore, abbia la bontà di riflettere e comprendere: qui


non stiamo parlando di universi di antimateria, che è qualcosa di
totalmente differente.

Quest'ultima obbedisce esattamente alle stesse leggi della nostra


materia, ma ciascuna delle particelle che la compongono ha una carica
elettrica inversa a quella della materia che noi conosciamo.

Dentro al seno profondo dello Spazio-Madre esistono milioni di


galassie costituite da antimateria, ma esse hanno anche i loro universi
paralleli.
Nessun fisico ignora che l'universo in cui viviamo, ci muoviamo e
moriamo, esiste grazie a certe costanti: velocità della luce, costante di
Plank, numero di Avogadro, carica elementare, elettrovolt, energia in
riposo di un corpo di 1 Kg di massa e via dicendo.

Quando un universo possiede costanti radicalmente diversi risulta


totalmente strano e inimmaginabile per noi. Tuttavia se le differenze
non sono molto grandi, le interferenze con il nostro mondo diventano
possibili. I moderni sapienti hanno inventato uno specchio magico
stupefacente: l'acceleratore di protoni.

Le scene del nostro vicino universo parallelo situato nella quarta


dimensione sono certamente stupefacenti.

Causa perplessità, indecisione, incertezza, il comportamento di una


certa misteriosa particola chiamata mesone K.

Tre scienziati cinesi che risiedono e lavorano negli Stati Uniti, Lee,
Yang e la signora Wu, scoprirono con meraviglia e sorpresa che la
legge della conservazione della parità non si verifica con i mesoni K.
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Quest'ammirabile, stupenda e portentosa scoperta è venuta a


dimostrare che il mesone k si comporta in modo strano, perché è
perturbato dalle forze meravigliose e straordinarie di un universo
parallelo.

Gli scienziati moderni si avvicinano pericolosamente alla quarta


dimensione e cercano perfino di perforarla con l'aiuto del neutrino.

Il neutrino è prodigioso, portentoso, stupefacente e possiede la


capacità di attraversare uno spessore infinito di materia senza una
reazione apprezzabile.

I fotoni o grani di luce possono venire dall'inalterabile infinito, ma


basta un delicato foglio di carta per trattenerli; invece il neutrino può
attraversare il pianeta Terra nella sua totalità, come se fosse vuoto. E
perciò, sotto tutti gli aspetti, l'agente indicato per penetrare
nell'universo parallelo vicino.

Qualche tempo fa il famoso scienziato italiano chiamato Bruno


Pontecorvo propose di costruire un telescopio di neutrini; la sua idea
fu sorprendente e portentosa, con detto strumento ottico rivoluzionario
si potrebbe penetrare nel vicino universo parallelo.

E' certamente ammirevole sapere che i mesoni, il cui strano


comportamento permise agli scienziati cinesi di formulare l'ipotesi di
universi paralleli, si ottengono nelle disintegrazioni con emissioni di
neutrini.

Gli universi paralleli si compenetrano mutuamente senza confondersi,


possiedono ciascuno un suo spazio che non è il nostro ambito.

Lo gnostico scientifico rivoluzionario va molto più in là delle semplici


ipotesi e supposizioni e afferma solennemente l'esistenza degli
universi paralleli.

Gli studenti esoterici hanno bisogno di una rivoluzione culturale


spirituale; la questione dei piani e sotto-piani è una materia o un tema
che, oltre a non essere mai stato chiaro e obiettivo, ha condotto alla
confusione.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

E' urgente modificare il lessico esoterista; c'è bisogno di un nuovo


vocabolario occultista, di un linguaggio rivoluzionario speciale che
serva esattamente all'ideologia dell'Acquario.

Invece dei suddetti piani metafisici e di tante teorie ampollose, è


meglio parlare degli universi paralleli.
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Capitolo 3
RUNA FA

Amato lettore: nei nostri precedenti Messaggi di Natale abbiamo detto


in modo molto solenne, che il povero animale intellettuale è solo una
crisalide dentro la quale deve formarsi e svilupparsi ciò che si chiama
uomo.

Il fuoco solare è certamente ciò di cui c'è bisogno per fare e sviluppare
quella disposizione all'uomo dentro di noi.

Il Fohat è la forza generatrice, il fuoco centrale vivente e filosofale che


può originare dentro alla cosmo-biologia dell'animale razionale,
l'autentico e legittimo mutante, l'uomo reale e vero.

Esistono molti tipi di fuoco. Ricordiamo le luci di San Telmo, durante


la tempesta.

E' bene ricordarci di quella misteriosa colonna di fuoco che di notte


guidava gli israeliti nel deserto.

E' utile rammentare quelle strane meteore che, a suo modo, la fisica ha
catalogato sotto il nome di fuochi fatui nei cimiteri.

Esistono molte reminiscenze sui raggi a forma di sfere , di” meteore-


gatti” e via dicendo.

Helena Petrovna Blavatsky, nella sua opera monumentale intitolata


“La Dottrina Segreta” allude, in quel paragrafo che dice:” Il caos degli
Antichi”, a quel fuoco sacro di Zoroastro o Atash-Behram dei Parsi.

Come sono ineffabili le parole Helena Petrovna Blavatsky, quando


parla del fuoco di Ermete!

Sono notevoli le spiegazioni di questa grande martire del secolo


passato quando ci fa ricordare il fuoco di Ermete degli antichi
germani, il tempio folgorante di Cibele, la torcia di Apollo, la fiamma
dell'altare di Pan, le scintille brillanti sui cappelli dei Dioscuri, sulle
teste delle Gorgoni, sull'elmo di Pallade e sul caduceo di Mercurio.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Quanto fu sublime il fuoco inestinguibile nel tempio di Apollo ed in


quello di Vesta!

Quanto fu eccelso il Ptah-Ra egizio! Come risplendette grandioso


nella notte dei secoli lo Zeus Cataibate greca che, secondo Pausania,
discende dal cielo sulla terra.

Le lingue di fuoco della Pentecoste e il rovo fiammeggiante di Mosè


sono certamente molto simili al fico d'India che arde nella fondazione
del Messico.

La lampada inestinguibile di Abramo brilla ancora splendente e


terribilmente divina.

Il fuoco eterno dell'abisso senza fondo o Pleroma degli Gnostici è


qualcosa che mai si potrà dimenticare.

Parlando di fuoco sacro conviene menzionare, nominare e citare i


vapori fulgidi dell'Oracolo di Delfi, la luce siderale degli Gnostici
Rosa-Croce, l'Akasha degli adepti indostani, la luce astrale di Eliphas
Levi e così via.

I libri iniziatici sono scritti con caratteri di fuoco. Abbiamo bisogno di


fecondare la nostra natura intima se vogliamo veramente che dentro di
noi nasca l'Uomo Solare.

INRI: Ignis Naturam Renovatur Integram: il fuoco rinnova


incessantemente la natura.

Fra i molteplici fuochi che scintillano nell'Aquila divina, quello che


risplende, luccica e brilla nella ghiandola pineale, la parte superiore
del cervello, é sempre il cantore dello Spirito Santo che trasporta
l'Arca di città in città, vale a dire, di chakra in chakra, lungo la spina
dorsale.

Abbiamo bisogno con urgenza massima e improrogabile di risvegliare


la Coscienza, se vogliamo realmente auto-conoscersi a fondo.

Solo l'uomo autocosciente può penetrare a volontà negli universi


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paralleli.

Gli hata-yogi indostani parlano molto Devi Kundalini, la serpe ignea


dei nostri magici poteri e suppongono perfino di poterla risvegliare a
base di Esercizi respiratori e di molte altre pratiche fisiche complicate
e difficili.

Noi gnostici sappiamo che il serpente di bronzo che sanava gli israeliti
nel deserto, la Divina Principessa dell'Amore, si risveglia e sale
attraverso la spina dorsale solo mediante il Maithuna; tuttavia, non
conviene sottovalutare il Pranayama.

E' utile sapere che la magica scienza del respiro sapientemente


combinata con la meditazione scientifica, ci permette di utilizzare
certe scintille, fiammelle e raggi della Kundalini con il sano proposito
di ottenere il risveglio.

Lavorare coscientemente nei distinti universi paralleli, viaggiare a


volontà in modo lucido, brillante e chiaro in tutte quelle regioni
sovrasensibili, è possibile solo trasformando il subconscio in conscio.

Esiste lo judo dello Spirito; ci stiamo riferendo agli esercizi runici;


questi sono formidabili per ottenere il risveglio della Coscienza.

Chi vuole lavorare con questo judo dello Spirito deve cominciare con
la Runa di Mercurio, il cui colore violetto origina forze cosmiche
straordinarie.

E quindi necessario sapere che la menzionata Runa nordica racchiude


in se stessa tutta la potenza e l'impulso della fecondità.

Abbiamo bisogno dell'alito del Fohat per fecondare la nostra stessa


psiche, dalle scintille Pentecostali per renderci autocoscienti.

Se analizziamo le pratiche della Runa FA, potremo evidenziare che in


esse esiste Pranayama, preghiera, meditazione e una certa posizione
sacra.
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PRATICA:

Dobbiamo salutare ogni nuovo giorno con immensa allegria e alzarci


dal letto, sollevare le braccia fino al Cristo Sole, il nostro Signore, in
modo tale che il braccio sinistro resti un po' più sollevato del destro e
che i palmi delle mani permangano davanti alla luce in quell'attitudine
ineffabile e sublime di chi realmente anela a ricevere i raggi solari.

Questa è la posizione sacra della Runa FA; una volta così, lavoreremo
con il Pranayama respirando dal naso ed esalando l'aria dalla bocca in
modo ritmico e con molta fede.

In quegli istanti immaginiamo che la luce del Cristo Sole entri in noi
dalle dita delle mani, circoli per le braccia, inondi tutto il nostro
organismo, arrivi fino alla Coscienza, la stimoli, la risvegli, la chiami
all'attività.

Nelle notti misteriose e divine praticate questo judo runico davanti al


cielo stellato di Urania, con la stessa posizione e pregando così:

FORZA MERAVIGLIOSA DELL'AMORE,


RAVVIVA I MIEI FUOCHI SACRI,
AFFINCHE' LA MIA COSCIENZA SI RISVEGLI,
FA...,FE...,FI...,FO...,FU...

Questa piccola e grande preghiera si può e si deve fare con tutto il


cuore, tante volte quante uno vuole.
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Capitolo 4
GLI DEI PENATI

Quattro volte urtò violentemente il cavallo di Troia contro le mura


invitte, lasciando sfuggire dall'interno del suo mostruoso ventre
metallico il rumore di molte armi; tuttavia i troiani continuarono a non
fermarsi, accecati da un dio che così volle.

Allora profetizzò Cassandra, vaticinando la tremenda rovina e,


posseduta dallo spirito divino, si agitava convulsa con i capelli in
disordine, siccome era punita da Apollo, e chiaro che nessuno volle
ascoltarla.

Oh Cassandra!, Colei dai presagi meravigliosi; quanto fu terribile il


tuo karma, fosti trascinata per i capelli in modo crudele, spietato ,
inumano e barbaro, mentre nel palazzo dell'anziano Priamo i feroci e
sanguinari Achei abbattevano le auguste torri, smantellavano le
venerabili mura, profanando ogni cosa con il bronzo omicida.

Nella regia casa reale dell'anziano re, le sontuose e splendide camere


si riempirono di soldati crudeli e spietati.

Ecuba e le sue cento nuore, disperate, correvano come folli per le sale
e i corridoi, mentre il sangue dell'anziano Priamo macchiava con
porpora spaventosa il sacro altare degli Dei santi.

Sta scritto che quando gli Dei vogliono scoraggiare gli uomini prima li
confondono.

Furono inutili le maledizioni del venerando monarca, in ogni modo


Pirro rivolse la sua crudele arma contro il rispettabile anziano e lo
sgozzò accanto all'altare di Giove, padre degli Dei e degli uomini.

Un'orrenda sorte si sarebbe abbattuta contro la bella Elena, se Venere,


la Madre Divina Kundalini di Enea non avesse trattenuto il temibile
braccio di suo figlio.

Ella si rende visibile e tangibile davanti all'eroe troiano e piena di


dolore gli dice: “Oh figlio mio! Quale si gran dolore torna a destar
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l'indomito tuo sdegno? Perché questo furore?


Non prima guarderai dove lasciasti già sfinito dagli anni il padre
Anchise, e se Creusa tua ancora vive, e il figlio Ascanio?
A loro d'ogni parte le greche schierate armate intorno volano, e, se il
pensiero mio non s'opponeva, tutti già il fuoco avrebbe avvolti, o certo
trafitti avrebbe una nemica lancia!”.

“Non il bel volto, a te odioso, d'Elena,(...) ma l'ira divina questo regno


abbatte, e Troia dal suo culmine rovescia! Guarda, che da te tutta
dissolvo la nebbia che davanti agli occhi tesa offusca e vela la mortal
tua vista, e vedrai chi abbatte gli imperi!”

Dette queste parole, la Divina Madre Kundalini passò la sua adorabile


mano sui terribili occhi del figlio, l'eroe troiano e allora ogni cosa si
trasformò davanti alla sua vista da aquila ribelle.

I guerrieri, le lance, le macchine d'assalto, i generali e i consiglieri,


ogni cosa scomparve come per incanto e al loro posto vide qualcosa di
terribilmente divino: i sacri Dei colpivano duramente con le loro egide
le invitte muraglie della superba ilio che cadevano con grande strepito,
rumore e fragore.

Le vecchie tradizioni raccontano che dalla parte del mare il guerriero


troiano poté vedere il Dio Nettuno aprire, con il suo tridente d'acciaio,
un'enorme e profonda breccia.

Tutto ciò che vide il guerriero fu spaventoso: Giove tonante


dall'Olimpo lanciava i suoi raggi e Minerva, la Dea della Sapienza,
uccideva migliaia di guerrieri troiani con il suo implacabile scettro.

L'Adorabile Madre Divina Kundalini del troiano Enea disse: “Vedi,


siamo noi stessi, tutto e perduto! Tale è il celeste decreto, Troia doveva
perire!”
“Prendi la fuga, o figlio mio, ed a ogni pena ormai poni per sempre
fine! Mai lontana dai tuoi cari e da te, ti porrò salvo sulla paterna
soglia!”

Si afferma che il paladino troiano, obbedendo immediatamente alla


sua Madre Kundalini, abbandonò l'ecatombe regia e si recò alla
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propria dimora.

Ciò che trovò nella sua casa fu un vero dramma apocalittico, grida,
lamenti, parole di protesta del suo anziano padre, il capo di tutta la
famiglia, che in modo orribile si rifiutava di uscire dalla casa. Enea,
disperato, voleva tornare al fragore della battaglia, nonostante le
tenere suppliche della sua sposa.

Fortunatamente il divino Giove, il Cristo Cosmico, intervenne


inviando un prodigio straordinario che gli fece nascere delle speranze.

Il fuoco sacro dell'altare saltò e accese i cappelli del suo caro figlio
Julo e quando il nonno del bambino, il padre di Enea, il capo supremo
della famiglia, volle spegnerlo con l'acqua lustrale, riconobbe la
volontà di Dio, alzò le sue tremolanti mani e pregò; allora si udì
qualcosa di terribile, un tuono spaventoso e una stella fugace,
passando sopra la sua dimora, andò a perdersi in direzione del monte
Ida.

Tutto ciò fu definitivo, affinché l'anziano padre, prima riluttante ad


abbandonare i suoi lari del focolare, dove aveva visto scorrere gli anni,
si decidesse finalmente a rinunciare a tutto e uscisse con il preclaro
guerriero, col nipote e con tutta la famiglia.

La leggenda dei secoli racconta che prima di abbandonare Troia, il


rispettabile padre di Enea dovette penetrare nel tempio di Cerere, la
Madre Cosmica, per raccogliere con profonda devozione e terrore
divino i suoi Penati.

L'eroico generale Enea non poté toccare personalmente le sacre


sculture dei Santi Dei venerabili, poiché aveva combattuto e
ammazzato molti uomini, solo purificandosi con l'acqua pura di vita
avrebbe ottenuto il diritto a toccare queste effigi terribilmente divine.

Un sopore di innumerevoli secoli pesa sugli antichi misteri e gli Dei


Penati continuano ad esistere negli universi paralleli.

Nei mondi sovrasensibili delle dimensioni superiori dello spazio, gli


Ierofanti possono parlare con questi Dei Penati, reggenti di città, paesi,
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villaggi e focolari.

Il benedetto Patrono di un paese è il suo Dio Penate o santo angelo


custode. Il reggente segreto di qualsiasi città è la sua divinità
peculiare. Lo spirito protettore di qualunque famiglia è il suo direttore
spirituale. Tutti questi Geni o Jinas misteriosi di famiglia, razza,
nazione, tribù o clan, sono certamente gli Dei Penati dei tempi antichi
che continuano ad esistere nei mondi superiori.

Noi abbiamo parlato molte volte con questi Dei Penati, reggenti di
antiche città classiche, alcuni soffrono l'indicibile pagando terribili
debiti karmici.

Ulisse, vigilando il ricco bottino che dovevano ripartirsi, le coppe


d'oro, i preziosi gioielli d'incalcolabile valore, le tele pregiate e tutto il
resto, non poté vedere Enea, il troiano, che gridava in quella tragica
notte chiamando la sua sposa Creusa.

Si compì la volontà degli esseri santi; Troia arse nell'olocausto. Creusa


morì ma Enea, insieme al suo anziano padre, al figlio ed a molta gente,
fuggì verso le terre del Lazio, portando i suoi Dei Penati.
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Capitolo 5
I PUNCTA

Analisi scientifiche ci hanno dimostrato in modo contundente,


convincente e decisivo, che l'atomo non è assolutamente la particella
più infinitesimale della materia.

I fisici atomici hanno creato il dogma dell'atomo e in modo


irrevocabile, inappellabile e ostinato, scomunicano, maledicono, e
lanciano le loro imprecazioni e anatemi contro chiunque cerca di
andare un po' più lontano.

Noi Gnostici affermiamo con enfasi e solennità che la materia si


compone in certi oggetti determinati, conosciuti correttamente con il
nome di puncta.

La nostra teoria scientifica, di fatto, creerà uno scisma, un disaccordo


fra gli accademici, ma la verità bisogna dirla; abbiamo bisogno di
essere franchi e sinceri e di scoprire, una volta per tutte, le carte in
tavola.

Dentro ai puncta la nozione di spazio è qualcosa che non ha la minima


importanza

Sebbene sembri impossibile, dentro questi oggetti, il raggio dei sette


ultimi punti è senza dubbio la minore longitudine esistente.

Un certo gran sapiente, il cui nome non menziono, disse:” I Puncta si


attraggono quando si trovano abbastanza lontani l'uno dall'altro e si
respingono quando sono molto vicini. Poi, ad una certa distanza, si
esercita di nuovo una repulsione.”.

Ricerche approfondite con il senso spaziale completamente sviluppato


in modo integrale, mi hanno permesso di verificare che i Puncta hanno
un bel colore dorato.

L'esperienza mistica diretta mi ha permesso di evidenziare


chiaramente che i movimenti d'interazione dei Puncta, si svolgono in
accordo alla teoria della meccanica ondulatoria moderna.
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I sapienti gnostici, mediante rigorose osservazioni scientifiche, hanno


potuto comprendere profondamente che i Puncta non sono atomi, né
nucleoli, né particelle di alcun tipo.

Fuori di ogni dubbio e senza timore di sbagliarci, possiamo e


dobbiamo affermare categoricamente che i Puncta sono entità
assolutamente sconosciute dalla fisica contemporanea.

Sarebbe assurdo affermare che i Puncta occupano spazio. Per una


mente abituata alle pesanti discipline del pensiero, è illogico affermare
che tali oggetti possiedano qualche tipo di massa.

Sotto ogni punto di vista è chiaro capire che i Puncta non hanno
proprietà elettriche o magnetiche, sebbene tali forze e principi li
governino e li dirigano.

Diversi aggregati di Puncta sotto l'intelligente impulso del Logos


Creatore, vengono a costituirsi in tutto ciò che chiamiamo neutrini,
particelle, nuclei, atomi, molecole, stelle, galassie, universi ecc.
L'esperienza mistica dell'universo parallelo della settima dimensione o
regione dell'Atman Ineffabile, mi ha permesso di comprendere che
tutto ciò che esiste in uno qualsiasi dei sette cosmi, dall'atomo più
insignificante fino all'organismo più complesso, in ultima sintesi, si
riduce a numeri.

Qual è la quantità di Puncta indispensabile per la costruzione di un


elettrone? Quanto capitale di Puncta si richiede per costruire un atomo
d'idrogeno? Quale somma esatta di Puncta è necessaria per l'esistenza
di un atomo di carbonio? Quanti Puncta sono necessari per la
creazione di un atomo di ossigeno? Qual è la quantità precisa di
Puncta basici, cardinali per la formazione di un atomo d'azoto? Tutto
questo è qualcosa che purtroppo ancora ignoriamo. Dobbiamo creare il
segreto dell'universo e di tutti e ciascuno dei sette cosmi non nelle
forme illusorie, bensì nei numeri, nelle matematiche.

Dopo rigorose osservazioni e studi analitici di fondo, siamo arrivati


alla conclusione che il movimento ondulatorio meccanico dei Puncta
si processa in serie che passano da una dimensione all'altra e ad altre
ancora.
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I sette ordini di mondi hanno la loro causa causorum, origine e radice,


nelle sette serie di Puncta.

Sotto tutti i punti di vista risulta chiaro pensare che la prima serie
diede origine alla seconda, questa alla terza e così successivamente .

Analizzando, esaminando questa questione dei Puncta e il loro


sviluppo in serie che si processano multidimensionalmente, troviamo
la base stessa degli universi paralleli.

L'analisi, l'esperienza e la logica superiore, ci permettono di


comprendere che esistono universi che viaggiano nel tempo in modo
diverso dal nostro e che sono costruiti in maniera strana e soggetti a
leggi differenti. Per lo spazio stellato viaggiano mondi che sono situati
in altri tempi, strani per noi, misteriosi.

La natura ha molteplici insiemi nello spazio infinito, ma i Puncta sono


il fondamento vivo di qualsiasi tipo di materia.

In nessun angolo dell'infinito mai è scritto l'ultimo trattato della fisica


e se un Einstein si rincarnasse in qualche galassia di antimateria , con
stupore dovrebbe auto-riconoscere d'essere come un analfabeta.

Molto è ciò che i trattatisti di pseudo-esoterismo e pseudo-occultismo


hanno scritto sulla cosmo-genesi, ma nello spazio infinito esistono
milioni di micro-fisiche e di cosmogonie distinte, differenti.

E' urgente analizzare, osservare giudiziosamente e andare molto oltre


le particelle della fisica moderna, se si vogliono conoscere veramente
gli elementi primari, i Puncta fondamentali.
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E' arrivata l'ora di trascendere l'atomismo ingenuo e studiare


profondamente i Puncta e le leggi segrete della vita.
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Capitolo 6
RITORNO E TRASMIGRAZIONE

Antiche tradizioni raccontano che Enea, il troiano, si rifugiò per


qualche tempo con la sua gente nei boschi di Ida, finché i Greci
abbandonarono la vecchia Troia.

Quando gli Elleni abbandonarono le rovine eroiche della superba Ilio,


Enea costruì la sua flotta e piangendo abbandonò le rive della patria e
la pianura solitaria dove era collocata l'antica cittadella, ormai ridotta
ad una montagna di rovine fumanti.

Il vento soffia le dolci vele sotto la luce del plenilunio, il remo lotta
con il soave marmo e l'eroe giunge con le sue navi e la sua gente sulle
coste della Tracia, rude paese, dove confidava di trovare una terra
ospitale, giacché i Traci erano stati alleati dell'anziano Priamo.

La storia dei secoli dice che nella rude terra dei Traci, Enea fondò una
città alla quale diede il suo nome chiamandola Eneade.

Quando i troiani stavano per compiere il sacrificio a Giove, il Cristo


Cosmico, nei momenti precisi in cui si preparavano ad accendere il
fuoco ed immolare il toro bianco, successe un prodigio straordinario: i
rami che tagliarono per il fuoco lasciavano cadere, invece che linfa,
sangue nero e corrotto che macchiava la terra.

Enea rimase agghiacciato dal terrore e supplicò gli Dei ineffabili di far
sì che quel presagio si volgesse favorevole ai suoi disegni.

Racconta l'eroe che ruppe altri rami dallo stesso albero ma tutti
gocciolavano sangue finché, secondo le sue parole, arrivò alle sue
orecchie una voce profonda che sembrava uscire dalla radice della
pianta, dicendogli: “Oh Enea, perché un infelice strazi? Nella pace
lascia chi giace, ed alle mani tue tanta empietà risparmia!... Polidoro,
sono io che parlo! Qui trafitto caddi e di ferrati dardi densa selva coprì
il mio corpo che si crebbe in punte!”.

Le leggende riferiscono che sul mucchio di terra su cui erano


conficcate le radici dell'albero, Enea consacrò un altare ai Mani del
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morto e fece versare libagioni di vino e latte.

Così si celebrò il funerale di Polidoro, il guerriero morto nella dura


battaglia.

Sin dagli antichi tempi dell'Arcadia, quando ancora si rendeva culto


agli Dei dei quattro elementi dell'universo e alle divinità del tenero
mais, i vecchi Ierofanti incanutiti nella sapienza non ignorano mai le
molteplicità dell'io.
E forse, una cosa strana che alcune di quelle entità che costituiscono
l'ego si afferrarono con tanto affanno alla vita rinascendo in un albero?

Mi viene alla memoria il caso di quell'amico di Pitagora reincorporato


in un povero cane.

Non si aiutano forse anche i centauri? Cosa ci dice la leggenda dei


secoli?
Quegli epici guerrieri che sanguinando caddero fra gli elmi e gli scudi
dei morti gloriosi per amore della loro gente e della loro patria,
ricevono un ben meritato aiuto extra ritornando in questo mondo.

Sta scritto con parole terribili che i centauri eliminano una parte di se
stessi, del loro caro ego, prima di ritornare in questa valle di lacrime.

Che la parte meno perversa si reincorpora nel corpo umano e che la


parte decisamente criminale entra nel crematorio dei mondi inferni, è
legge per i centauri.

Dante, il vecchio fiorentino incoronato di alloro, incontrò nell'abisso


molti centauri; ricordiamo Chirone, il vecchio educatore di Achille e
l'irascibile Folo.

Il gran libro della Natura, scritto con carboni ardenti dice con tanta
chiarezza da atterrire: “Molte parti dell'ego si perdono prima di
ritornare a questo mondo”. Molti aggregati psichici del me stesso si
reincorporano in organismi di bestia, altri si afferrano disperatamente,
come nel caso di Polidoro ai rami degli alberi e infine, alcuni elementi
soggettivi propri dell'io, continuano la loro involuzione nel regno
minerale sommerso.
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La trasmigrazione è, indubbiamente, qualcosa di molto simile a questo


benché del tutto differente e con radici più profonde.

Fra le fiamme tremende della vita esistono persone talmente bestiali,


che se si estraesse loro ciò che hanno di grossolano, non rimarrebbe
niente. E' necessario che tali creature si riducano in polvere dentro le
viscere della terra, affinché si liberi l'essenza, l'anima.

Le leggende raccontano che Capaneo, uno dei sette re che regnarono a


Tebe, superbo nell'abisso, dice:” Qual io fui vivo, tal son morto. Se
Giove stanchi 'l suo fabbro da cui crucciato presa la folgore aguta
onde l'ultimo di percosso fui; o s'elli stanchi li altri a muta a muta in
Mongibello a la focina negra, chiamando “Buon Vulcano, aiuta!
Aiuta!”, si com'el fece la pugna di Flegra, e me saetti con tutta sua
forza: non ne potrebbe aver vendetta allegra.”

All'interno di questo afflitto mondo in cui viviamo, esistono


spaventose involuzioni. Lì è dove la Giustizia Divina ha scaraventato
Attila, che fu il suo flagello sulla terra; Pirro, Sesto, al quale
eternamente strappa lacrime con il fervore del suo sangue.

“Cadendo lì, dovrai soffrire patimenti insopportabili e dove non c'è


tempo certo di scappare.”

Omero disse: “E meglio essere un mendicante sul terra che un re


nell'impero delle ombre”.

La discesa nei mondi tenebrosi è, pertanto, un viaggio a ritroso nel


sentiero involvente, uno sprofondamento in densità sempre crescenti,
in oscurità, rigidità e in un tedio inconcepibile del tempo; una caduta
all'indietro, un ritorno, una ripetizione degli stati animale, vegetale e
minerale, un ritorno al Caos primitivo.

Le anime dell'abisso si liberano con la morte seconda; quando l'ego e i


corpi lunari si riducono in polvere , esse ricevono il lasciapassare per
la libertà.

Quelle anime provenienti dall'interno della terra, macchiate dallo


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spaventoso viaggio sotterraneo, coperte di polvere, si trasformano in


gnomi del regno minerale, più tardi in creature elementali del regno
vegetale, poi in animali e per ultimo riconquistano lo stato umano che
persero.

Questa è la sapiente dottrina della trasmigrazione insegnata in un'altra


epoca da Krishna, il Maestro indostano.

Milioni di anime morirono nell'inferno giocano ora come gnomi fra le


rocce.

Altre adesso son o piante deliziose, o vivono dentro le creature


animali, aspirando di ritornare allo stato umano.
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Capitolo 7
RUNA IS

Quando analizziamo profondamente la Runa IS, scopriamo con


mistico stupore il nostro stesso Essere, l'Intimo.

Il testamento della sapienza antica dice: “Prima che la falsa aurora


albeggiasse sulla terra, quelli che erano sopravvissuti agli uragani e
alla tormenta, glorificarono l'Intimo e a loro apparvero gli araldi della
Nuova Era.”

Nella notte profonda di tutte le età, là nel paese assolato di Kem,


quando si studiava nel segreto dei templi egizi la runa IS, si pensava
sempre alla bipolarità uomo-donna, maschile-femminile e da ciò è
chiaro che risultava ISIS, il nome sacro dell'Eterna Madre Spazio.

In occultismo si è detto molto sulla Prakriti, lo spazio come entità


femminile materna, ma gli pseudo-esoteristi non sanno niente in
relazione a questo punto matematico in cui si gesta sempre il Re Sole,
il Bambino d'Oro dell'alchimia sessuale.

Non c'è alcun dubbio che in quel punto misterioso risiede la radice
stessa della nostra Monade Sacra.

Il punto in se stesso è la nostra Madre Divina peculiare, adorabile ed


eterna, senza principio né fine.

Nella nostra Madre Divina Kundalini sono contenuti tutti i poteri sacri
della Monade (Atman-Buddhi-Manas).

A coloro che non sono molto pratici in Teosofia diremo che nella
Madre Divina peculiare di ognuno di noi si trovano tutti i poteri del
nostro stesso spirito.
Gli pseudo-esoteristi e gli pseudo-occultisti hanno detto molto sulla
triade immortale o spirito trino di ciascun vivente, ma non dicono
niente sugli sdoppiamenti dalla Prakriti. (la Madre Divina).

Lei, l'Immanifestata, fra i greci non ha simboli, ma nel suo secondo


aspetto manifesto nella natura e la Casta Diana, tanto adorata e
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benedetta.

Il terzo aspetto della Prakriti e la benedetta Dea Madre Morte, terrore


d'amore e di legge; la terribile Ecate, Proserpina, Regina degli Inferni.

Gli altri due sdoppiamenti dalla Prakriti ci conducono all'aspetto


negativo della natura, l'indesiderabile, quello che in nessun modo ci
converrebbe: il regno del terrore e della magia nera.
E' scritto che tutti gli sdoppiamenti dalla Prakriti si ripetono nel
microcosmo uomo.

Fondamentali sono i tre aspetti superiori della Prakriti e con essi


dobbiamo imparare a lavorare.

CHIARIMENTO
La Rivoluzione della Coscienza sarebbe radicalmente impossibile
senza l'aiuto speciale della nostra Adorabile Madre Divina peculiare,
propria.
Lei è in se stessa il nostro stesso Essere, la radice del nostro Spirito
Divino, la sua causa, la sua origine.

Lei è Iside, alla quale nessun mortale ha sollevato il velo e chiamiamo


sulla fiamma del serpente.

Molti Pseudo-esoteristi e pseudo-occultisti hanno letto Sivananda.


Non c'è dubbio che quell'uomo fu realmente un guru-deva che lavorò
con intensità per l'umanità addolorata. Confesso in verità che il suo
hatha yoga non mi è mai piaciuto, i virtuosismi di questo tipo mi sono
sempre parsi una cosa da circensi.

Mai mi passò per la mente che qualcuno potesse autorealizzarsi


trasformandosi in un giocoliere.

Indubbiamente, bisogna sapere che il suddetto yogi lavorò


profondamente ed in gran segreto nel sesso-yoga. Sembra che l'hatha
yoga lo utilizzasse solo come esca per pescare nel fiume della vita.

Ho il piacere di comunicare ai nostri amati lettori che il guru-deva


Sivananda disincarnò felice in un maha-samadhi (estasi).
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Io lo incontrai nell'universo parallelo della quinta dimensione. Fu


tremenda la mia allegria nel constatare che quell'uomo aveva
fabbricato i suoi corpi solari nella fucina di Vulcano.

Fu straordinaria la mia sorpresa nel verificare che questo Maestro


prima di spirare era già morto in se stesso.

Sivananda lavorò intensamente nella Grande Opera del Padre. Si


tratta, perciò, di un guru-deva nel senso più completo della parola.

Il nostro incontro fu molto singolare, avvenne in un bellissimo recinto


dove io svolgevo il mio compito di insegnare. All'improvviso entrò il
grande yogi e mi disse, come se volesse rimproverarmi: “Lei sta
volgarizzando la dottrina”.

E ovvio che volle riferirsi alla divulgazione del Maithuna(sesso yoga)


fra i profani.

In alcun modo rimasi zitto; la mia risposta fu franca e sincera, dal


momento che appartengo alla confraternita virile, non potrebbe essere
diversamente. Mi pronunciai in maniera energica dicendo: “Sono
disposto a rispondere a tutte le domande che mi vengono poste qui,
davanti a tutti e dentro questo recinto”.

Tuttavia, il guru-deva Sivananda, essendo nemico di qualsiasi disputa,


preferì sedersi nella sacra posizione del Budda ed immergersi poi in
meditazione profonda.
Sentivo la mente dello yogi dentro alle mie stesse profondità,
quest'uomo esplorava, indagava, esaminava nelle mie più profonde
intimità. Non c'è dubbio che Sivananda voleva parlare con il mio
Reale Essere, il cui nome è Samael e ci riuscì.

Stupito, non potei fare a meno di esclamare: “Sivananda! Tu sei un


vero Samyasin del pensiero!”

Il guru-deva, pieno di estasi, si alzò e mi abbracciò, aveva compreso il


fondamento rivoluzionario della nostra dottrina, ed esclamò dicendo:
“Ora sì, sono d'accordo con te e dirò a tutti di leggere le tue opere”.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Dopo aggiunse: “ ” Io conosco tua Madre (riferendosi alla mia Madre


Divina peculiare ), l'ho vista ben vestita con un mantello bianco che le
arrivava fino ai piedi”.

L'incontro fu formidabile e successero altre cose che ora taccio perché


non sono inerenti a questo capitolo.

Pratichiamo la Runa IS e meditiamo sulla Divina Madre Kundalini.

PRATICA:

In piedi sull'attenti, alziamo le braccia per formare una linea retta con
tutto il corpo e dopo aver pregato e supplicato aiuto alla Madre
Divina, cantiamo il mantra IS così:

IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIISSSSSSSSSSSSSSSSSSSIIIIIIIIIIIIIIIIII
IIIIIIIIIIISSSSSSSSSSSSS

Allungando il suono delle due lettere e dividendo la parola nelle due


sillabe: IS-IS.

Dopo, lo studente si distenda e con il corpo rilassato e pieno di estasi,


si concentri e mediti sulla Divina Madre.
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Capitolo 8
L'UOVO COSMICO

Einstein, il famoso autore della teoria della Relatività, al principio di


questo ventesimo secolo, concepì nella sua mente geniale un universo
curvo, finito, chiuso come un uovo.

Ci viene ancora alla memoria quella terribile esclamazione di tale


uomo straordinario, quando disse:” L'infinito tende ad un limite”.

Nessuno ignora che più tardi, Edwin Hubble, scoprì con infinito
stupore, nel famoso osservatorio del monte Wilson, che tutte le
galassie che popolano lo spazio infinito si allontanano a velocità
fantastiche, le une dalle altre. Questo fatto, in se stesso, è innegabile.
Disgraziatamente Georges Lemaitre non seppe comprenderlo e,
cercandone le cause, giunse a conclusioni sbagliate.

“Se l'Universo è in continua espansione-spiego in maniera assurda- è


perché un giorno esplose a partire da un centro, da un atomo
primitivo”.

Lemaitre, con i suoi calcoli errati, credette fermamente che questo


nucleo primitivo originale, avesse un diametro esiguo, piccolo,
insignificante. Teniamo in conto che solo la distanza tra la Terra e il
Sole e di 150 milioni di chilometri, certamente minuscola, parlando in
modo proporzionale, e immaginiamo, anche se solo per un istante, lo
spazio infinito.

Questo nucleo primitivo avrebbe, secondo Lemaitre, una densità


spaventosa tale che la prossimità stessa degli atomi eleverebbe la
temperatura, come naturale, a centinaia di milioni di gradi sopra lo
zero.

A questa temperatura inconcepibile, secondo tale teoria, l'energia


atomica liberata sarebbe tanta e la radiazione cosmica così intensa che
tutto finirebbe per dislocarsi e allora sopraggiungerebbe l'esplosione
profonda come l'eruzione di uno spaventoso e terribile vulcano.

Tutto questo e meraviglioso però, chi pose questo uovo cosmico?


MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Come esisteva prima? Perché l'esplosione cosmica dovrebbe


realizzarsi in un determinato istante matematico e non prima né dopo?
Dove il fondamento di questa teoria? Chi fu il testimone presente dei
fatti inclusi in questa ipotesi?
Noi gnostici comprendiamo a fondo che le galassie si allontanano le
une dalle altre e ciò è già dimostrato, però questo non significa
forzatamente che tutte siano partite da no stesso nucleo.

Einstein disse:” La massa si trasforma in energia”. Tutti i sapienti del


mondo si inclinarono riverenti dinanzi a questa tremenda verità. Il
gran matematico disse anche: “L'energia si trasforma in massa” e
nessuno poté confutare questo postulato.

Non c'è dubbio che “l'energia è uguale alla massa moltiplicata per la
velocità della luce al quadrato”.

Questi sapienti postulati vengono a dimostrarci che la massa di tutti gli


universi e eterna e immutabile; sparisce qui per riapparire lì, in una
specie di flusso e riflusso, attività e riposo, notte e giorno.

I mondi nascono, crescono, invecchiano e muoiono; smettono di


esistere per trasformarsi in energia e poi risorgono, rinascono quando
questa cristallizza nuovamente in massa.

Nel conteggio retrospettivo di tutti i sette cosmi che si agitano e


palpitano nello spazio infinito, non esiste un'ora zero radice comune
per tutti insieme. Chiariamo che dicendo radice comune in questo caso
concreto, ci riferiamo al concetto tempo come ora zero.

Ciò non significa, in nessun modo, che neghiamo l'ora zero in maniera
assoluta.
Questa esiste in particolare per ciascun universo; è lo stato pre-
cosmico normale per qualsiasi sistema solare.

In altre parole affermiamo che ogni sistema solare dell'inalterabile


infinito, ha i suoi Mahamvatara e i suoi Pralaya ossia, i suoi giorni e le
sue notti cosmiche, epoche d'attività e di riposo.

In questa galassia in cui viviamo, ci muoviamo e abbiamo il nostro


MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Essere, esistono milioni di sistemi solari e mentre alcuni si trovano


nella loro ora zero, altri sono in piena attività.

I tempi di attività e di riposo, i giorni e le notti cosmiche, si ripetono


anche nell'uomo e nell'atomo, in ciò che è stato, che è e che sarà.

Gli scienziati moderni cercano di spiegare tutte queste cose partendo


unicamente dalle leggi naturali. E' certamente ridicolo voler escludere
i principi intelligenti di tali leggi.

Ciascun mondo dello spazio stellato possiede il suo fohat che è


onnipresente nella sua stessa sfera di azione.

Senza dubbio possiamo e dobbiamo affermare enfaticamente che


esistono tanti fohat quanti sono i mondi, ciascuno dei quali varia in
potere e grado di manifestazione.

Esistono milioni, bilioni e trilioni di fohat; questi, in se stessi, sono


forze coscienti e intelligenti.

Realmente i fohat sono i costruttori, i figli dell'aurora del


Mahamvatara ( giorno cosmico<9 i veri creatori cosmici.

Il nostro sistema solare portato all'esistenza da questi agenti, è


certamente costituito da sette universi paralleli.

Il fohat è quindi il potere elettrico vitale personificato, l'unità


trascendente che congiunge tutte le energie cosmiche, tanto nel mondo
tridimensionale, quanto negli universi paralleli delle dimensioni
superiori e inferiori.

Fohat e Verbo fatto carne, il messaggero dell'ideazione cosmica e


umana, la forza attiva nella vita universale, l'energia solare , il fluido
elettrico vitale.

Fohat è chiamato “colui che penetra” è il “fabbricante”, perché


mediante i puncta dà forma agli atomi procedenti della materia
informe.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Nel fohat si trovano occulti: le matematiche, l'Esercito della Voce, la


Grande Parola.

Qualsiasi spiegazione circa la meccanica cosmica che escludesse il


noumeno dietro al fenomeno, il fohat dietro a qualsiasi cosmogenesi,
risulterebbe tanto assurda, quanto supporre l'apparizione di una
automobile per generazione spontanea, prodotto dal caso, senza
fabbrica speciale, senza ingegneri, senza meccanici e via dicendo.

La traiettoria delle galassie non indica mai che esse hanno la loro
origine o punto di partenza originale, in un nucleo tanto ridotto come
l'ipotetico uovo di Lamaitre.
Come prova di ciò, abbiamo che l'angolo di dispersione varia sempre
fra i 20 e 30 gradi ossia, che possono essere passate ad enormi
distanze dal presunto centro.
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Capitolo 9
L'ORACOLO DI APOLLO

Dopo i regi e sacri funerai di Polidoro, l'epico guerriero caduto


gloriosamente fra gli elmi e gli accerchiamenti nella cruenta battaglia,
Enea, il troiano, con le sue navi e la sua gente, salpò nel mare
burrascoso e tremendo e non tardò ad arrivare alla terra di Delo, luogo
di tante tradizioni iperboree, dove ardendo con la fiamma della fede,
consultò l'oracolo di Apollo sapientemente costruito sulla dura pietra.

Erodoto, nel IV libro, capitolo 32-34, racconta che gli iperborei,


vecchi antenati dei Lemuri, inviavano periodicamente a Delo le loro
sacre offerte avvolte in paglia di frumento. Queste venerande avevano
il loro sacro itinerario ben definito. Passavano prima nel paese Scita e
poi procedevano verso occidente fino al mare Adriatico, la stessa rotta
che seguiva l'ambra dal Baltico fino al copioso fiume Po, nella
penisola italica.

I Dodeni erano i primi che ricevevano le offerte iperboree fra i greci.


Poi questi scendevano da Dodena fino al golfo maliaco, e
continuavano poi fino a Eubea e Cariptia.

Vecchie leggende, che si perdono nella notte dei secoli, raccontano


che queste sacre offerte nordiche continuavano il loro viaggio da
Cariptia, senza toccare Andro e che da questo luogo, i catecumeni le
portavano a Teno e poi a Delo.

I Deli aggiungono sapientemente che gli Iperborei avevano l'abitudine


bella ed innocente di inviare le loro sacre offerte divinali per mano di
due vergini, deliziose ed ineffabili. Una di loro si chiamava Iperoca e
l'altra Laodicea.

Le sacre scritture affermano che per proteggere queste sante donne,


così deliziose e sublimi, nel loro pericoloso e lunghissimo viaggio le
accompagnavano cinque iniziati o perpheri.

Tuttavia ogni cosa fu inutile, perché quei santi uomini e quelle due
sublimi sibille furono assassinati nella terra di Delo, quando stavano
compiendo la loro missione.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Molte nubili donzelle leggiadre e belle della città, piene di dolore si


tagliarono i capelli e depositarono i loro boccoli attorcigliati in un
fuso, su un monumento eretto in onore di quelle sacre vittime che si
diceva fossero accompagnati dagli Dei Artemide e Apollo.

Reverendissimo luogo a cui approdò Enea: Delo! Luogo di arcaiche


leggende iperboree che si nascondono come pietre preziose nel fondo
profondo di tutte le età.

Prostrandosi a terra, mordendo la polvere dei secoli, invocò dentro il


sacro recinto Apollo, il dio del fuoco, supplicandolo con il suo cuore
addolorato di proteggere la città che si prestava a fondare, la seconda
Pergamo Troiana.

La storia sostiene che quell'inclito uomo, consultò Apollo


interrogandolo circa il luogo che gli designava per stabilirsi. Allora la
terra tremò spaventosamente. L'eroe e la sua gente, aggrappati e
abbracciati al suolo, posseduti da un misterioso timore, ascoltarono
tutti la terribile voce di Apollo che diceva:” O Dardanidi forti: quella
terra che dalla stirpe prima voi degli avi diede alla luce, quella stessa,
reduci, vi accoglierà, nell'ubertoso seno! Andate a ricercar l'antica
madre! Là tutte regenerà d'Enea la stirpe le vaste terre, e i figli dei suoi
figli e quelli che da loro un di verranno!”.

L'epico capo racconta che, dopo aver ascoltato l'oracolo di Apollo,


preoccupato , pensava a quale potesse essere la terra tanto remota delle
sue origini; ma l'anziano padre che ricordava vivamente le antiche
tradizioni di famiglia disse: ”Udite, - esclama- o prodi, dove volgere
dovete le speranze! In mezzo al mare, isola del Gran Giove, Creta,
giace con il monte Ideo di nostra stirpe culla. Cento città vi sorgono
popolose ed ubertosi regni...”

“Del Cibele la dea, la Grande Madre, (la Madre Divina Kundalini)


indi a noi venne, e il bronzo coribante; indi la selva idea, indi nei riti il
pio silenzio e le aggiogate belve che con il carro trassero la dea.
Animo dunque: là volgiamo il corso dove ci indica il cenno degli dei;
e, resi fausti i venti, ai cnosi regni volgiamo le vele! Non è lungo il
tratto! Purché Giove (il Cristo) ci assista, il terzo giorno vedrà la flotta
sui cretesi lidi.”
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“Voce correa- dice Enea- che dai paterni regni fosse fuggito Idomeneo
in bando, e fossero deserti i lidi a Creta, abbandonate le dimore, e
senza nemici il suolo”:

“Sorge il clamore intanto alla ciurma- continua a dire Enea- all'opra


intenta, e Creta e gli avi invoca, mentre l'andar a poppa aura seconda;
ed approdammo alfine dei Cureti al suolo antico. Subito le mura della
bramata sede al cielo innalzo, Pergamo detta, e tutti ovunque esorto,
lieti del nome, ai nuovi focolari e a costruir la rocca.”

Quel popolo eroico e terribile capitanato da Enea, illustre paladino


troiano, si sarebbe stabilito definitivamente su quell'isola, se una peste
maligna e disastrosa non l'avesse obbligato a portarsi in mare alla
ricerca di altre terre.

Nella decomposizione e putrefazione di quell'aria malsana, il contagio


sinistro infettava disgraziatamente tutti i corpi; alcuni cadevano
fulminati dal raggio della morte, mentre altri si trascinavano come
spettri fatali dalla febbre.

“Sirio affocava;-dice Enea- inaridiva l'erbe, né la messe ammalata


dava il pane.”
Nella mente di Enea, furibonda si scatenò la tempesta del pensiero e
disperato come un naufrago, aggrappato alla crudele pietra, pensò di
ritornare al Santuario di Apollo, il dio del fuoco, per consultare
nuovamente l'oracolo. Ma in quella stessa notte, in quelle ore deliziose
in cui il corpo dorme e l'anima viaggia nei mondi superiori fuori
dall'organismo fisico, Enea incontrò i suoi Dei Penati; i Geni tutelari
della sua famiglia, i Jinas o Angeli di Troia.

I Signori della Fiamma parlarono:” Ora la sede nuovamente muterai,


non questi lidi a te prescrisse Apollo, non a Creta t'ingiunse di
fermarti! Altrove è un luogo, cui nome i Greci diedero d'Esperia,
d'armi potente e di feconde glebe, antiche terre degli Entroi un tempo,
or è fama che “Italia”, i discendenti dal nome di un lor duce l'han
chiamata. Queste le nostre sedi, dove venne Dardano ed il padre Jasio
e nostra stirpe, che dai lui capostipite discese. Ed ora sorgi, e al
vecchio padre, lieto, questi veraci detti riferisci”.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Sorpreso suo padre ricordò allora Cassandra, la profetessa troiana,


quella povera donna che aveva detto la stessa cosa prima della
distruzione della superba Ilio e a cui nessuno aveva fatto caso poiché
Apollo l'aveva punita.

Questa nobile donna che si chiamava Cassandra, tanto adorata e


benedetta, pagò un tipo di Karma molto singolare, per il cattivo uso
delle sue facoltà divine nelle vite passate.
Racconta la leggenda dei secoli che Enea e la sua gente, senza perdere
tempo, si misero di nuovo in mare, verso le terre del Lazio.
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Capitolo 10
LA RUNA AR

Mi vengono alla memoria incanti ineffabili, poemi d'amore e cose


impossibili da descrivere a parole.

Ciò che ho conosciuto, visto e palpato nella casa di mio Padre e in


tutte quelle dimore risplendenti di quella Grande città di Luce,
conosciuta come Via Latte, può essere certamente descritto solo con il
verbo d'oro, nell'orto purissimo della Divina Lingua.

Era una notte punteggiata di stelle; i raggi proiettati della luna


penetravano nella mia stanza simulando uno scialle d'argento.
L'azzurro profondo del cielo sembrava piuttosto un oceano infinito
dove scintillavano le stelle.

Così, meditando, penetrai nell'estasi e abbandonai la forma densa; non


esiste piacere più grande di quello di sentirsi l'anima staccata, allora il
passato e il futuro si uniscono in un eterno adesso. Pieno di una
deliziosa voluttà spirituale inafferrabile, indefinibile, mi portai davanti
alle porte del tempio, spinto dalla forza misteriosa dell'anelito.

La porta del santuario era chiusa da una grande pietra che impediva il
passaggio ai profani. Non fermarti, cuore davanti alle cose del
mistero! Apriti Sesamo! Fu la mia esclamazione e la pietra si aprì
affinché entrassi. Quando alcuni intrusi vollero fare lo stesso, dovetti
impugnare la spada fiammeggiare e gridare con tutta la forza della mia
anima: “Indietro i profani e i profanatori!”.

Ero penetrato nel Grande Tempio della Via Lattea, il Santuario


Centrale di quella gigantesca galassia, la Chiesa Trascesa. In questo
venerando luogo regna il terrore d'amore e di legge. Davanti all'ara
sacra di quel tempio terribilmente divino, possono prostrarsi solo gli
Dei siderali.

Gioioso avanzai davanti al luogo delle prostrazioni e adorazioni. Qua


e là, da tutti i luoghi benedetti del Tempio, andavano e venivano
moltitudini di uomini umili e semplici, sembravano piuttosto contadini
sottomessi e obbedienti. Erano i bodhisattwa degli Dei, uomini nel
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senso più completo della parola, creature che godevano della


conoscenza oggettiva, autocoscienti al cento per cento.

Fuori da ogni dubbio potei evidenziare fino alla sazietà, che non
esisteva più in queste creature umane niente che potesse chiamarsi io,
me stesso, se stesso, realmente questi uomini erano ben morti.. Non
vidi in loro il desiderio di risaltare, di salire, di arrampicarsi in cima
alla scala, di farsi sentire e via di seguito. A queste creature non
interessa esistere, vogliono solo la morte assoluta, perdersi nell'Essere
e quello è tutto.

Quanto mi sentivo felice! Avanzando per il centro del tempio fino


all'ara sacra, procedevo certamente attivo, energico, con passo
trionfale. All'improvviso uno di quegli umili” proletari di piccone e
pala” si frappose lungo il mio percorso; per un momento volli
proseguire innanzi, altero, arrogante, sdegnoso.

Ma, mio Dio, un raggio intuitivo mi fulminò a morte e ricordai allora


vivamente che in un'altra epoca, in un remoto passato, avevo
commesso lo stesso errore in presenza di questo povero contadino.
Quell'errore passato divenne chiaro nella mia mente e con paura,
terrore e spavento, ricordai l'istante terribile in cui fui cacciato dal
tempio; le voci terrificanti che uscirono dall'ara sacra fra lampi,
fulmini e tuoni...

Tutto quel passato rivisse nella mia mente in millesimi di secondo;


allora pentito, fermai la mia altera e orgogliosa marcia e, contrito,
afflitto, compunto di cuore, mi prostrai dinanzi a quel paesano
modesto e sottomesso. Baciai i suoi piedi, esclamando: ”Tu sei un
grande Maestro, un gran saggio”; ma quella creatura, invece di sentirsi
soddisfatta per le mie parole, rispose:” Io non so niente, non sono
nessuno”. Si,- replicai- tu sei il bodhisattwa di uno dei grandi Dei,
governatore di varie costellazioni!”.

Fu grande la mia gioia quando quell'uomo autentico mi benedisse.


Sentii come se fossi stato perdonato e contento proseguii il mio
cammino fino all'ara sacra, poi ritornai al corpo fisico. Sono trascorsi
molti anni e non ho mai potuto dimenticare quel tempio sigillato con
la pietra sacra.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

“Ecco io pongo in Sion una pietra angolare, scelta, preziosa e chi


crede in essa non resterà confuso.”

La pietra che i costruttori hanno scartato è divenuta la pietra angolare,


sasso d'inciampo e pietra di scandalo.”

I vecchi alchimisti medioevali cercarono sempre la pietra filosofale ed


alcuni realizzarono con pieno successo la Grande Opera.

Parlando in tutta franchezza è nostro dovere affermare enfaticamente


che quella pietra è il sesso.

Pietro, discepolo di Gesù Cristo, è l'Aladino, l'interprete meraviglioso,


autorizzato ad alzare la pietra che chiude il santuario dei grandi
Misteri.

Il nome originario di Pietro è Patar, con le sue tre consonanti: P,T,R,


che sono radicali.
La P viene a ricordarci i Genitori degli Dei, nostro Padre che è in
segreto, i Phitaras. T è la Tau, la Croce, L'Ermafrodita Divino, il
lingam nero intarsiato nello Yoni. R è fondamentale nel fuoco, il Ra
egizio, la R è radicale nel poderoso mantra INRI ( IGNIS NATURAM
RENOVATUR INTEGRAM).

Nella pietra si trova latente il fuoco e gli antichi facevano saltare la


scintilla dentro il seno vivente della dura pietra focaia. Mi vengono
alla memoria le pietre del fulmine, le galattiti orfiche, l'ostrite
esculapiana, la Pietra con cui Mahcaon curava Philotete; la pietra
meteoritica magica di tutti i paesi; le pietre urlanti, oscillanti, runiche e
parlanti dei Terafini. Il calice della mente cristificata ha per base la
pietra viva, l'ara sacra.

Il mantra ARIO prepara gli gnostici all'avvento del fuoco sacro. Si


canti questo mantra ogni mattina, dividendolo in tre sillabe:
A...RI...O.... allungando il suono di ciascuna lettera. E' consigliabile
praticare dieci minuti quotidiani con questo mantra.
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Capitolo 11
PROTONE E ANTIPROTONE

L'esistenza reale del protone e dell'antiprotone fu assolutamente


dimostrata nell'anno 1955, dal gruppo di fisici di Berkeley. Quando si
bombardò una placca di rame, con un'energia di 6000 milioni di
elettrovolts, si estrassero dal blocco due meravigliosi nuclei
d'idrogeno, identici, ma di segno opposto: un protone positivo e un
altro negativo.

In tutti i modi è logico pensare che la metà dell'Universo è costituito di


antimateria. Se i sapienti moderni hanno potuto trovare antiparticelle
nei laboratori, e perché esistono anche nel fondo profondo della
grande natura. In nessuna maniera possiamo negare che è
spaventosamente difficile rilevare l'antimateria nello spazio.

La luce delle anti-stelle, sebbene apparentemente sia identica a quella


delle stelle e le placche fotografiche la registrino allo stesso modo,
deve avere una differenza sconosciuta ai sapienti.

Il concetto secondo il quale non c'è posto per l'antimateria nel nostro
sistema solare è ancora qualcosa di molto discutibile. La
trasformazione della massa in energia è qualcosa di molto interessante.
Che la metà sfugga sotto forma di neutrini è appena normale, che un
terzo si traduca in raggi gamma e una sesta parte in onda luminosa e
sonora, non deve sorprendere in alcun modo, e naturale. Quando si
pensa alla cosmogenesi, sorgono sempre gli stessi interrogativi: Cosa
esisteva pria dell'aurora del nostro sistema solare?

Il Rig Veda risponde:

“Non esisteva qualcosa, né esisteva niente;


il cielo splendente non esisteva;
ma l'immensa volta celeste si estendeva in alto.
Cosa copriva tutto? Cosa lo riparava? Cosa lo nascondeva? Era
l'abisso insondabile delle acque?
Non esisteva la morte; ma niente era immortale,
non esistevano limiti tra il giorno e la notte,
solo l'Uno respirava inanimato e per sé,
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poiché nessun altro all'infuori di Lui era mai stato.


Regnavano le tenebre e tutto il principio era velato.

Nell'oscurità profonda; un oceano senza luce.


Il germe fino allora occulto nell'involucro
fa germogliare una natura dal fervido calore.
Chi conosce il segreto? Chi lo ha rivelato?
Da dove, da dove è sorta questa multiforme creazione?
Gli stessi Dei vennero più tardi all'esistenza.
Chi sa da dove venne questa grande creazione?

Colui da cui è proceduta tutta questa immensa creazione,


sia che la sua volontà abbia creato, sia che fosse muta,
il più elevato veggente nel più alto dei cieli, lo conosce, o forse no,
neppure lui lo sa.
Contemplando l'eternità...
Prima che fossero gettate le fondamenta della terra,
Tu eri,
e quando la fiamma sotterranea
rompa la sua prigione e divori la forma,
tu sarai ancora, come eri prima, senza subire
alcun cambiamento, quando il tempo non esisteva.
O Mente Infinita, Divina Eternità!”

Prima del Mahanvatara (giorno cosmico) di questo universo nel quale


viviamo, ci muoviamo e abbiamo il nostro Essere, esisteva solo
l'energia libera nel suo movimento.

Prima dell'energia c'era la materia, quest'ultima esisteva in modo


organizzato, ha costituito l'universo precedente dello scorso giorno
cosmico ( Mahanvatara).

Del precedente universo ci resta come ricordo solo la Luna, il nostro


caro satellite che nella notte ci illumina.
Ogni volta che l'energia si cristallizza in forma di materia, questa
appare sotto la forma straordinaria di un paio simmetrico di particole.

La materia e l'antimateria si completano mutuamente. Si può affermare


che questo è un tema nuovo per la scienza contemporanea e in futuro
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progredirà ancor più.

In tutti i modi, è assurdo affermare che nel nostro universo solare non
c'è posto per l'antimateria.

La materia è sempre accompagnata dall'antimateria, senza la qual cosa,


è chiaro, che la fisica nucleare resterebbe senza fondamento,
perderebbe la sua validità.

Nell'aurora del Mahanvatara (giorno cosmico), l'universo appare sotto


la forma di una nube di plasma ossia, d'idrogeno ionizzato. Esistono
dodici idrogeni fondamentali nel nostro sistema solare e questo è già
stato analizzato dai grandi Maestri dell'umanità.

Ci è stato detto che in tale somma di idrogeni si trovano rappresentate


dodici categorie di materia contenute nell'universo, dello spazio
astratto assoluto fino al regno minerale sommerso. La nube di plasma
originale si presenta davanti alla mente degli studiosi in duplice forma.
Un esame giudizioso di questa faccenda ci permette di comprendere
che esistono il plasma e l'anti-plasma; e quello che un certo sapiente
ha chiamato “L'ambiplasma”.

Gli scienziati sanno molto bene, attraverso l'osservazione e


l'esperienza, che il campo magnetico intensivo che si trova nelle
galassie, origina la separazione radicale delle particelle in accordo alla
loro carica elettrica. Il plasma e l'anti-plasma non solo sono opposti
ma, oltretutto, si trovano anche separati. La materia e l'antimateria
coesistono separatamente e si condensano o si cristallizzano in stelle.

Quando la materia e l'antimateria entrano in contatto diretto, allora ha


origine la distruzione totale della materia.

Il fondo vivente della materia è precisamente l'antimateria, ma fra


entrambe le forme di vita esiste un campo neutro.

Le tre forze primarie: positiva, negativa e neutra, governano


certamente tutto il meccanismo universale.

Nello spazio infinito coesistono materia e antimateria, stelle e anti-


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stelle.
L'idrogeno e l'anti-idrogeno si cristallizzano con la forza
gravitazionale dando origine alla fusione nucleare.

E così, caro lettore, come i protoni dello stesso tipo si accumulano uno
sull'altro per formare tutti gli elementi della natura.
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Capitolo 12
LE ARPIE

Enea l'epico paladino troiano, navigando con la sua gente verso le


meravigliose terra dell'antica Etruria, fu sottoposto a nuove spaventose
prove.

Raccontano vecchie tradizioni, che si perdono nella notte dei secoli,


che in alto le spaventose forze di Nettuno alzarono terribili tempeste,
che sebbene (grazie a Dio) non fecero sprofondare la sua nave,
perlomeno fecero perdere la rotta a Palinuro, il più abile dei suoi
nocchieri, dopo che erano trascorse tre notti senza stelle.

Momenti orribili furono quelli in cui i troiani si avvicinarono alle


terrificanti isole Strofadi, che si trovano nel mare Ionio, ed in cui
abitavano le dantesche arpie, streghe rivoltanti con teste e collo di
donne che prima erano delle belle donzelle, ma che adesso sono
trasformate in orribili furie, che con il loro abietto contatto
corrompono tutto ciò che toccano.

Un mostruoso esercito quello delle abominevoli arpie, capitanate


dall'esecrabile Celeno e provviste di lunghi artigli, loro hanno sempre
nel volto il pallore della fame.

Il glorioso eroe con la sua gente arrivò a quella terra e sbarcò senza
pensare alle streghe abiette, né agli orribili sabba. Affamati com'erano
i forti discendenti di Dardano non tardarono a sacrificare le belle e
rilucenti vacche che pascolavano sulla terra di nessuno.

Ma, quando furono nella parte migliore del festino, scesero dai monti
le arpie, gracchiando come corvi e battendo le loro nere e ripugnanti
ali, si avvicinarono al cibo infettando tutto con le loro bocche
immonde. Orrendo l'aspetto di quella carne infetta, il fetore infestava
l'aria, il banchetto si fece stomachevole, ripugnante, nauseabondo. I
troiani fuggendo da tali sinistre donne trasformate in orripilanti
uccellacci, si rifugiarono in delle caverne misteriose appartate
dell'assolata spiaggia.

Ma per disgrazia di tali illustri guerrieri, quando si disponevano a


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mangiare dopo aver sacrificato nuovi capi di bestiame, ritornarono


quelle maledette streghe e contaminarono di nuovo gli alimenti.
Pieni d'ira, quegli uomini si disposero all'attacco e si armarono di archi
e di giavellotti per sterminare le tanto abominevoli arpie, ma la loro
pelle ripugnante non si lasciava attraversare dal bronzo ed i loro
fianchi erano invulnerabili come l'acciaio.

Terribile fu la maledizione che pronunciò Celeno quando, svolazzando


sulle teste gloriose dei valorosi troiani, disse:” Anche la guerra per la
strage fatta degli uccisi giovenchi, anche la guerra, razza di
Laomedonte, e insidie a morte vi accingete a portare, e noi Arpie
innocenti a scacciar dal patrio regno? Udite allora, l'Italia voi cercate e
venti fausti; e l'Italia avrete, e in porto arriverete; ma la vostra città
non cingerete di mura voi, se spaventosa fame, per l'oltraggio assalto a
noi rivolto, prima non vi costringa ad affondare i duri denti sulle
mense a morsi!”

Sorpresi e costernati, i troiani supplicarono gli Dei santi affinché li


liberassero da tali amarezze e poi abbandonarono quella triste terra e si
imbarcarono di nuovo.

Sacrificata la vacca sacra equivale, di fatto, ad invocare le crudeli


arpie dai funesti presagi.

E' opportuno citare qui la simbolica vacca sacra dalle cinque zampe,
guardiana terribile delle terre jinas.

Helena Petrovna Blavatsky vide realmente in Indostan una vacca


bianca con cinque zampe, la quinta le usciva dalla gobba, con questa si
grattava, cacciava le mosche e via dicendo. Tale animale era condotto
da un giovane della setta sadhu.

Se leggiamo le tre sillabe di CABALA all'inverso otteniamo LA-


BACA (vacca, mucca) il simbolo vivente dell'eterna Madre-Spazio. In
tutte le teogonie del nord e del sud, dell'est e dell'ovest del mondo, si
menziona sempre l'elemento femminile eterno della natura, la Magna
Mater, da cui provengono la M e il geroglifico dell'Acquario. Ella è la
Matrice <universale del grande abisso, la venere primitiva, la Grande
Madre Vergine, che sorge dall'onda del mare con Cupido Eros che è
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

suo figlio ed infine, è l'ultima variante di Gala, Gea o la Terra, che nel
suo aspetto superiore , è la Prakriti indostana.

Ricordiamo Telemaco scendendo al mondo delle ombre per accertarsi


della sorte che spettava a suo padre Ulisse. Il giovane cammina sotto
la luce della luna invocando la Prakriti, quella poderosa deità che
essendo Selene nel Cielo è parimenti la casta Diana in terra e l'Ecate
formidabile nel mondo sotterraneo.

I due sdoppiamenti ulteriori di Ecate-Proserpina, il quarto ed il quinto


aspetto della Prakriti, costituiscono l'ombra dell'eterna Madre Spazio,
riflessi persi nello specchio della natura.

Esistono jinas neri e bianchi. Le arpie seguono il cammino tenebroso;


Dante le ha incontrate nei mondi inferni tormentando le anime
involventi sommerse.

Le arpie sono jinas neri; utilizzano i due aspetti negativi inferiori della
Prakriti, con questi mettono il loro corpo nella quarta dimensione per
volare nell'aria.

Dentro la dimensione sconosciuta, il corpo umano può assumere


qualsiasi figura e belle fanciulle possono trasformarsi in uccellacci
orripilanti, come quelli che Enea incontrò nelle tenebrose isole
Strofadi.

Caronte, il dio infernale, la cui vecchiaia eterna è sempre malinconica


e abominevole, conduce le arpie che sono passate attraverso le porte
della morte fino all'altra riva dell'infausto fiume. Fangosa corrente
d'acque nere con melmose rive immonde dove vagano gli scettri dei
morti. Fiume fatale, dove naviga la barca del regno minerale
sommerso.

Orribile fine quella che spetta alle arpie dell'esecrabile Celeno:


involvere spaventosamente nel sub-mondo fino a pietrificarsi e a
ridursi in polvere cosmica. E' giusta la condanna di coloro che operano
il male. Le loro fauci sono come sepolcri aperti. Loro non conobbero
mai il sentiero della pace.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Capitolo13
RUNA SIG

In effetti, è difficile immaginarsi l'incanto, l'ebbrezza dell'estasi, la


comunione dei santi nelle notti di meditazione.

Fu in una notte simile che il patriarca Giacobbe, viva reincarnazione


del risplendente Angelo Israele, con la testa appoggiata sulla pietra
filosofale, lesse negli astri la promessa di una posterità innumerevole e
vide la settenaria scala misteriosa fra i cieli e la terra sulla quale
salivano e scendevano gli Elohim.

Solo in assenza dell'io possiamo sperimentare ciò che è la VERITA’ ,


la REALTA’, quello....
Io sono stato nel giorno del Signore, inquisendo, cercando, indagando
i misteri sulla mia ultima ora. Vidi ed udii cose che ai profani e ai
profanatori non è dato comprendere . Sperimentai in modo diretto gli
ultimi tempi, il tramonto dell'io, il finale catastrofico del me stesso.
Potei evidenziare la crocefissione del Cristo Intimo e la discesa al
Santo Sepolcro. La lotta contro Satana fu terribile..... la mia sposa
sacerdotessa sigillò il mio sarcofago con una grande pietra e sorrise
dolcemente. Dal Golgota del Padre uscivano voci terribilmente divine,
lampi e tuoni.

Tutto ciò mi ricorda la RUNA SIG, il raggio terribile del Sole Centrale:
SULU-SIGI-SIG, nome segreto della spaventosa vipera sacra
KUNDALINI.

La stella di cinque punte, certamente è una ripetizione costante della


runa SIG, sembra tracciata tutta con una zigzag del fulmine. Nei tempi
antichi gli uomini tremavano davanti alla pentalfa.

SIG nei misteri arcaici era il fallo e per questo sentiero ritorniamo al
Maithuna, al sesso – yoga.

SIG è il Sole la sua lettera è la S, il cui sapiente prolungamento si muta


nella voce sottile, in quella dolce e mite sillaba che Elia ascoltò nel
deserto.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

L'iniziazione finale è sigillata dal Fulmine, con la runa SIG e fra lampi
e tuoni si ascoltano parole terribili:” Padre , nelle tue mani consegno il
mio spirito.”

La spada fiammeggiante infuocata che si volge minacciosa da tutti i


lati, per vigilare il cammino dell'albero della vita, alla terribile forma
della runa SIG, ci ricorda lo zigzag del fulmine.

Sventurato il Sansone della Cabala che si lascia addormentare da


Dalila, l'Ercole della scienza che cambia il suo scettro di potere per il
fuso di Onfalia, sentirà ben presto la vendetta di Deianira e non gli
rimarrà altro rimedio che il fuoco del monte Eta per sfuggire dalle
divoranti termiti della tunica di Nesso.

Infelice colui che si lascia sedurre dalla diavola originaria, la donna


senza nome, rosa di perdizione dell'abisso infernale.

Disgraziato l'iniziato che cade ebbro fra le braccia ella sanguinaria


Erodiade, dell'arpia Gundrigia e di cento altre donne.

Guai ! Guai! Guai! A quegli iniziati che soccombono ai baci di fuoco,


non delle donne, bensì della donna per antonomasia della donna
simbolo, che non cerca di sedurre grossolanamente con la suggestione
della mera sensazione animale , ma con le arti più perfide e deliziose
del sentimento sottile e dell'emotività romantica.

Per costoro sarebbe stato meglio non essere mei nati o appendersi una
pietra di mulino al collo e gettarsi in fondo al mare.

Disgraziati! Invece di ascendere al Golgota del Padre e scendere al


Santo Sepolcro, saranno fulminati dal fulmine terribile della giustizia
cosmica. Perderanno la loro spada fiammeggiante e scenderanno nel
regno di Plutone per il sentiero nero.

Intorno al trono d'ebano del re dei mondi inferni, svolazzano sempre


tenebrose le premurose angosce, le spaventose gelosie che
amareggiavano l'esistenza, le crudeli differenze, in immonde vendette
coperte da ferite che distillano il sangue e gli abominevoli odi.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

La logorante avarizia divora sempre se stessa senza nessuna


misericordia e il ripugnante dispetto si strappa le carni con le sue
stesse mani. Infine lì ci sono: la folle superbia che rovina miseramente
tutto, l'infame tradimento che difende il frutto corrotto delle sue
perfidie.

Lì si trovano l'immortale veleno dell'invidia che distrugge se stessa


quando non può danneggiare gli altri, la crudeltà che precipita
nell'abisso senza speranze, le macabre e spaventose visioni, gli orribili
fantasmi dei dannati, spavento dei vivi, i mostri degli incubi e le
crudeli insonnie che causano tante angosce. Tutte queste e altre
immagini fatali cingono la fronte orripilante del fiero Plutone e
riempiono il suo fatidico palazzo. Telemaco, il figlio di Ulisse trova
nel regno di Plutone milioni di farisei ipocriti, sepolcri imbiancati,
facendo come sempre amore alla religione , ma pieni di superbia e
orgoglio.

L'eroe, discendendo nelle regioni ogni volta più sommerse, incontra


molti parricidi e matricidi, che soffrivano di amarezze spaventose;
trova anche molte spose che avevano bagnato le loro mani con il
sangue dei propri mariti, traditori che avevano tradito la loro patria e
violato tutti i loro giuramenti. Tuttavia, sebbene appaia incredibile,
essi pativano pene minori degli ipocriti e dei simoniaci.

Così avevano voluto i tre giudici dei mondi inferni perché dicevano
che costoro non si accontentavano di essere malvagi, come il resto dei
perversi, bensì presumevano inoltre di essere dei santi e con la loro
falsa virtù sviavano le persone, le allontanavano dal cammino che
conduce alla verità.

Gli dei santi, dei quali tanto empiamente ed ipocritamente si sono


burlati nel mondo e sono stati resi disprezzabili davanti a tutte le
persone, ora si vendicano con tutto il loro potere degli insulti che così
sono stati inferti loro.

Il fulmine terribile della Giustizia Cosmica precipita nell'abisso anche


i bodhisattwa caduti che mai vollero rialzarsi. Essi sono accusati di tre
delitti:
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

1. Aver assassinato il Budda;


2. Aver disonorato gli Dei;
3. Molti altri delitti.

Ogni grande opera, qualsiasi giudizio, si sigilla sempre tracciando la


runa SIG, con la spada fiammeggiante.

PRATICA:

Sigillare sempre tutti i vostri lavori magici, le invocazioni, le preghiere


, le catene di guarigione e via dicendo con questa runa: tracciate con la
mano ed il dito indice steso, lo zigzag del fulmine,
contemporaneamente fate risuonare la lettera S
(SSSSSSSSSSSSSSSS....) allungato come un sibilo dolce e soave.
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Capitolo 14
L'AIN SOPH

E' urgente comprendere, è sapere, che nel povero animale intellettuale


erroneamente chiamato uomo, esistono tre aspetti perfettamente
definiti.

Il primo di questi aspetti e ciò che si chiama “Essenza”; nel buddismo


Zen si denomina Buddhata. Il secondo aspetto è la “personalità” è
questa, in se stessa, non è il corpo fisico, sebbene lo utilizzi per la sua
espressione nel mondo tridimensionale. Il terzo aspetto è il “diavolo”,
l'io pluralizzato dentro ognuno di noi, il me stesso.

L'essenza, la Buddhata, dentro l'uomo è quello che ha vera realtà, ciò


che è proprio. La personalità è quello che non è proprio, ciò che viene
dal mondo esterno; ciò che si è appreso nel focolare, per strada, a
scuola e via dicendo.

L'io pluralizzato è quell'insieme di entità diversa, distinta, che


personificano tutti i nostri difetti psicologici.

Più in là della macchina organica e a quei tre aspetti che si


manifestano attraverso di essa, esistono molte sostanze, forza e
principi spirituali che in ultima sintesi emanano dall'Ain Soph. Cos'è
quest'Ain Soph? Noi diciamo in maniera astratta che è la Non-Cosa,
senza limiti, assoluta.

Però, è necessario particolareggiare e concretizzare qualcosa di più,


per poter comprendere. Ain Soph è il nostro Atomo Super Divino,
singolare, speciale, specifico, proprio e sovra-individuale.

Questo significa che in ultima sintesi, ciascuno di noi non è che un


atomo dello spazio astratto assoluto, quest'ultimo è la stella interiore,
atomica, che sempre ci ha sorriso.

Un certo autore diceva:” Alzo gli occhi in alto, fino alle stelle dalle
quali mi deve giungere l'aiuto, ma seguo sempre la stella che guida il
mio intimo”.
E' chiaro che quest'atomo super-divino non è incarnato, ma si trova
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

intimamente collegato con il chakra Sahasrara, il loto dai mille petali,


il centro magnetico della ghiandola pineale.

Io ho sperimentato direttamente l'Ain Soph, in stato di meditazione


molto profonda. Un bel giorno, non importa la data né l'ora, ottenni
quello stato che nell'Indostan si conosce come NIRVI-
KALPASAMADHI; allora la mia anima si assorbì totalmente nell'Ain
Soph per viaggiare nello Spazio Astratto Assoluto. Il mio viaggio
iniziò nella ghiandola pineale e continuò nel sonno profondo dello
spazio eterno. Vidi me stesso oltre ogni galassia di materia o di
antimateria, trasformato in un semplice atomo autocosciente.

Quale felicità! Mi sentivo in assenza dell'io e più in là del mondo e


della mente, delle stelle e delle anti-stelle.

Ciò che si sente durante il samadhi era inesprimibile, si comprende


solo sperimentandolo.

Entrai per le porte del tempio, inebriato dell'estasi; vidi e udii delle
cose che non è dato comprendere agli animali intellettuali.

Volevo parlare con qualcuno, con qualche sacerdote divino ed è ovvio


che ci riuscii e così potei consolare il mio cuore addolorato.

Uno qualsiasi di quei atomi autorealizzati dell'Ain Soph ( lo Spazio


Astratto Assoluto), aumentò la sua grandezza e assunse davanti alla
mia insolita presenza la veneranda figura di un Anziano dei Giorni.
Dalla mia laringe creatrice spuntarono allora domande spontanee che
risuonarono nello spazio infinito e domandai di qualcuno che
conoscevo nel mondo delle forme dense; l risposta del tanto inclito
Maestro Atomico fu certamente straordinaria:” Per noi abitanti
dell'Ain Soph, la mente umana è come il regno minerale per voi”. E
aggiunse: “Noi esaminiamo la mente umana nello stesso modo in cui
voi esaminate un qualsiasi minerale.

In nome della verità devo affermare che tale risposta mi causò stupore,
ammirazione, meraviglia, sorpresa. Dopo venne la dimostrazione:
quell'Amatore Essenziale studiò la mente della persona in merito alla
quale avevo domandato e mi diede l'informazione esatta.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Sono già passati molti anni, ma quell'esperienza mistica non ho potuto


dimenticarla.

Ebbi l'occasione di parlare con Kabir atomico, oltre gli universi


paralleli, nell'Ain Soph, ma non tutte le stelle atomiche del firmamento
spirituale sono autorealizzate.

L'atomo genesi ( Ain Soph) di qualsiasi persona che non ha fabbricato


i suoi corpi solari nella fucina incendiata di Vulcano, è certamente
molto semplice, non contiene altri atomi.

Un'altra cosa sono gli atomi genesi degli autorealizzati, quelli che
nella scienza occulta chiamiamo Ain Soph Paranishpanna; questi
contengono dentro se stessi quattro atomi semente che in alchimia si
rappresentano simbolicamente con le quattro lettere : C.O.N.H.
(Carbonio, Ossigeno, Azoto, Idrogeno).

Una notte qualsiasi d'estate, interrogavo un gruppo di studenti


gnostici, dicendo loro: “Se alla fine del Mahanvatara dobbiamo
disintegrare i corpi solari fabbricati con tanto sforzo alla nona sfera,
allora perché li fabbrichiamo? E' inutile affermare che nessuno dei
fratelli poté dirmi la risposta esatta; mi fu necessario spiegare. E'
chiaro-dissi loro- che al giungere del Grande Pralaya (Notte Cosmica),
l'Ain Soph assorbe le tre forze primarie e disintegra i quattro corpi, ma
trattiene e attrae verso la sua sfera interna, i quattro atomi sementi
corrispondenti ai quattro corpi. Così quindi, nell'Ain Soph
Paranishpanna, ossia l'autorealizzato, esistono le tre forze primarie e i
quattro atomi sementi.

La lettera C simboleggia il corpo della Volontà Cosciente. La O


corrisponde al veicolo della Mente Cristo. La N è in relazione con
l'Astrale Solare . La H allegorizza il Corpo Fisico.

Nell'Aurora del Mahanvatara , l'Ain Soph Paranishpanna ricostruisce i


suoi quattro corpi mediante i loro corrispondenti atomi semente.

I quattro corpi costituiscono il Mercabah ebreo, il carro dei secoli, il


veicolo solare dell'Ain Soph Paranishpanna, la Non -Cosa, senza
limiti, assoluta.
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I quattro corpi assumono la forma dell'uomo celeste manifestato, il


veicolo per scendere e manifestarsi nel mondo dei fenomeni”.
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Capitolo 15
IL RE ELLENO

Quando Enea, l'epico paladino troiano si avvicinava al ricco palazzo


del re Elleno, vide con stupore, ammirazione e grata sorpresa quella
donna chiamata Andromaca, la quale fu sposa di Ettore, il troiano
morto gloriosamente nella battaglia ai piedi delle mura invitte di Troia.

Enea ringraziò gli Dei santi ( angeli, arcangeli, principati, potestà,


virtù dominazioni, troni cherubini, serafini del cristianesimo),
ringraziò dal più profondo del suo cuore, questi esseri ineffabili, che
avevano liberato quella donna impedendo che gli Achei la portassero
prigioniera a Micene.

Nobile donna era sposa di Elleno, il re indovino, lo splendido monarca


che nel suo regio palazzo offrì ricca ospitalità ai troiani.

Enea la incontrò in un bosco sacro e aveva con sé, in una magnifica


urna d'oro, le care ceneri di Ettore, il suo antico sposo.

“Vero è il tuo volto? Vero nunzio giungi o figlio della Dea? Vivi tu
ancora? E se già ti lasciò la dolce vita Ettore mio dov'è?
Così esclamò la nobile donna e poi svenne.

L'infelice era stata prigioniera dal terribile Pirro, astuto guerriero


malvagio, assassino dell'anziano Priamo.

Fortunatamente la sorte della disgraziata donna cambiò radicalmente


dopo che Pirro morì per mano del terribile Oreste, allora si sposò con
il buon re Elleno.

Le antiche tradizioni raccontano che il terzo giorno Enea fu portato da


Elleno in una caverna solitaria per consultare la volontà di Apollo.

La cosa più importante delle sue predizioni consistette


nell'annunciargli che era ancora lontano dal giungere al termine del
suo viaggio e dallo stabilirsi definitivamente nella terra, che prima fu
l'antica Esperia.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Gli annunciò che doveva andare a consultare la Sibilla di Cuma, quella


divina Profetessa, che scriveva i suoi magici versi sulle foglie di un
corpulento albero che stava accanto alla sua grotta.

La leggenda dei secoli racconta che, di tanto in tanto, un qualsiasi


violento uragano strappava le verdi foglie profetiche e i versi si
mescolavano e si rigiravano straordinariamente, formando frasi
incomprensibili per i profani e per questo molti dei consultanti
uscivano maledicendo la Sibilla.

Fuori da ogni dubbio, possiamo e dobbiamo affermare enfaticamente,


che solo gli uomini dalla coscienza sveglia potevano intendere le
strane frasi e misteriosi enigmi della Sibilla di Cuma.

Elleno predisse anche ad Enea che avrebbe navigato davanti a Scilla e


Cariddi; che sarebbe passato vicino alle terre dei Ciclopi, ma di
astenersi di entrare ad Itaca dalle coste meridionali, che a quell'epoca
erano abitate da terribili greci.

Per ultimo il re Elleno consigliò ad Enea, l'illustre paladino troiano, di


cercare di guadagnarsi l'amore della dea Giunone, facendo devoti
sacrifici. Questa deità si era sempre dimostrata nemica dei troiani.

Il vento soffia le vele bianche sotto la luce del plenilunio ed il remo


lotta con il soave marmo, Palinuro consulta le stelle e le navi si
allontanano dai signorili domini del re latino, mentre Andromaca
piange la partenza dei troiani.

Elleno, re illuminato, profeta di Apollo, offristi regia e magnifica


ospitalità ai troiani e poi, pieno di amore, interrogasti il dio del fuoco
preoccupato per il tuo amico Enea.

Fosti tu Elleno, oh Dei, che consigliasti ad un così inclito uomo


troiano di visitare la Sibilla di Cuma.

Giunti a questa parte del nostro presente capitolo, mi vengono alla


memoria tutte quelle Sacerdotesse dell'Eritrea, di Endor e così via.
Dovunque ci fosse una santa Sibilla di queste, sicuramente esisteva
anche un mistero delfico, bacchico, cabirico, dattilo o eleusino.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Gli Dei e gli uomini sapienti non potranno mai dimenticare la


tremenda importanza che rivestirono i misteri negli antichi tempi; ad
essi dovettero tanta fama e gran rinomanza Saia, Menfi e Tebe
nell'Antico Egitto dei Faraoni.

Sin dalla notte dei tempi, gli iniziati ricordano ancora Mitra fra i Parsi,
Eleusi, Samotracia, Lemno, Efeso e via dicendo, fra i greci.

Formidabili furono i collegi iniziatici di Bibractis e Alexis fra i Galli


Druidi.

Ineffabili ed indescrivibili per la loro bellezza e splendore furono i


misteri di Eliopoli in Siria, Tara in Irlanda e così di seguito.

I Druidi, Sacerdoti dei Celti, praticavano a detta di Plinio la magia e i


misteri nelle loro caverne, secondo quanto verificarono anche Cesare e
Pomponio Mela.

Gli austeri e sublimi Ierofanti Druidi, coronati di rovere, si riunivano


solenni sotto la pallida luce della luna per celebrare i loro misteri
maggiori, specialmente nella Pasqua di Primavera, quando la vita
resuscitava esuberante e gloriosa.

I collegi iniziatici si chiusero in Oriente con la barbarie militare di


Alessandro ed in Occidente con la violenza romana.

La città di Cote d'Or, accanto a S. Reine, fu certamente la tomba


dell'iniziazione druidica, tutti i Maestri e le Sibille furono vilmente
sgozzati, senza alcuna considerazione, dalle orde sanguinarie di Roma.

La stessa sorte fatale e dolorosa toccò a Bibractis, l'emula gloriosa di


Menfi e seguirono in numero di vittime, Atene e Roma il cui collegio
Druida contava 40.000 alunni di astrologia, scienze occulte, filosofia,
medicina, giurisprudenza, architettura, letteratura, grammatica e via
dicendo.

IlMISTERIUM LATINO ed il greco TELETAI, la cui radice originaria


si trova nella parola teleuteria: morte.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Vana cosa è la morte del corpo fisico, l'importante è la distruzione


totale del me stesso.

L'illuminazione delle Sibille di Cuma, lo splendore delle Sacerdotesse


dell'Eritrea, l'estasi di un Mahatma, tutto ciò è per persone che
passarono realmente attraverso la grande morte.

Il risveglio della coscienza ed il cambiamento radicale e assoluto sono


impossibili senza la morte dell'io pluralizzato. Solo morendo avviene
il nuovo.

Il sentiero della vita è formato dalle impronte degli zoccoli del cavallo
della morte.
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Capitolo 16
RUNA TYR

Uccelli che cantano, ruscelli che scorrono, rose che profumano


l'ambiente, campanacci che chiamano, fermati ombra del mio bene,
bell'illusione del giorno perché è arrivata la notte.

Notte deliziosa punteggiata di stelle, permetti che ti offra l'oasi del


vecchio parco del mio cuore addolorato, e il mese di dicembre, ma con
il tuo canto romantico avrà le rose di un mese di maggio.

Vorrei indovinare quale voce è quella che lega sempre le cose vane,
che le rifiuta, che le ripudia con un no che non è odio e che permette
molti si.

Notte divina, eccomi qui, alla fine solo con me stesso ascoltando, nelle
voci d'Isaia, il tuo clamore insinuante che mi nomina.

Notte incantatrice, Urania, vita mia; per te essere malato è essere sano;
niente son per te o tutti i racconti che nell'infanzia remota divertono il
mortale, perché profumi meglio della fragranza di incantati giardini
assonnati e perché sei più diafana, bella mia, del diafano palazzo di
vetro.

Con ardore fecondo, senza alcun incidente, con semplice pietà,


attraversai le strade della capitale del Messico.

Città attraversata a mezzanotte, fra vetri ineffabili, puliti da ogni


nebbia.

Chi, gridando il mio nome, percorre la dimora? Chi mi chiama nella


notte così con un delizioso accento? E' un soffio di vento che
singhiozza nella torre, è un dolce pensiero.

Salì sulla vecchia torre della cattedrale metropolitana cantando il mio


poema con la voce del silenzio

Le nebbie si perdono sui picchi delle montagne. Da terre che hanno


sofferto tremende convulsioni, da crateri, vomiti e larve sorsero, come
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per incanto, per deliziare gli occhi l'Iztacihuatl e il Popocatepeti, i due


vulcani leggendari che come guardiani millenari custodiscono la valle
di Città del Messico.

Più in là delle montagne lontane, vidi mondi e regioni ineffabili


impossibili da descrivere con le parole.
Guardo ciò che ti aspetta! Mi disse una voce generosa che dava
musica dal vento.
Canzone che non ascoltava nessuno, che va suonando e suonando
dovunque io vada e nelle cui note mi pare di sentire la stessa mia voce.

Scendendo dalla torre qualcuno mi seguiva, era un chela o discepolo,


grande fu la mia allegria, mi sentivo inebriato da una squisita voluttà
spirituale il mio cuore non pesava niente, mi muovevo in forma
astrale, avevo abbandonato da tempo il mio veicolo fisico.

Nell'atrio della vecchia cattedrale, ai piedi delle mura vetuste che sono
state mute testimoni di tante liti, corteggiamenti e sfide durante i
diversi secoli vidi un variopinto e pittoresco insieme di uomini e
donne, bambini ed anziani per ogni dove che vendevano le loro
mercanzie.

Seduto come uno yogi orientale, vicino al muro e sotto la torre antica
in un angolo della vecchia cattedrale, un anziano atzeco d'età
indecifrabile meditava.

Qualsiasi addormentato avrebbe potuto confonderlo facilmente con


uno dei tanti mercanti; davanti a lui, sulla fredda pietra del suolo il
venerabile aveva un oggetto misterioso, una sacra reliquia azteca.

Umiliato, confuso e abbattuto davanti a questo santo indigeno


venerando, mi dovetti prostrare riverente, l'anziano mi benedisse.

Il mio chela ( discepolo) che seguiva i miei passi, sembrava un


sonnambulo, la sua coscienza dormiva profondamente e sognava...

Improvvisamente qualcosa succede, si inchina come per afferrare


qualcosa senza il minimo rispetto prende l'intoccabile reliquia, la
osserva nelle sue mani con infinita curiosità e io resto francamente
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terrorizzato davanti a quel modo di agire.

Questo mi parve terribile ed esclamai: “ma cosa sta facendo? Sta


commettendo un gran sacrilegio. Per Dio! Si allontani da qui, lasci
quella sacra reliquia al suo posto.”

Tuttavia, il Maestro pieno di infinita compassione replicò: “Egli non


ha colpa di tutto questo, è addormentato. “

Poi, come un qualsiasi viandante del cammino che vuole portare al


cuore afflitto un balsamo prezioso, afferra la testa del neofita
addormentato soffia sul suo volto il fohat di vita con il proposito di
risvegliarlo, ma tutto risulta inutile, il chela continua addormentato,
sognando.

Piena di profonda amarezza dissi:” ho lottato tanto là nel mondo fisico


affinché questi risvegliassero la coscienza e nonostante ciò,
continuano ancora ad essere addormentati”.

Il chela aveva assunto una figura gigantesca; l'io pluralizzato (un


insieme di entità distinte e diverse) messo dentro i suoi corpi lunari, gli
dava quell'aspetto.

Era curioso vedere quel gigante poco comune, di colore grigiastro,


camminare lentamente come un sonnambulo, nell'atrio vetusto
dell'antica cattedrale, allontanandosi da noi diretto alla casa in cui il
suo corpo fisico dormiva. In quei momenti non potei fare a meno di
esclamare: “che brutti corpi lunari” .

Tuttavia l'anziano venerando ebbro di compassione mi rispose: “nel


tempio in cui tu ora stai per andare ( un tempio Jinas, un santuario
azteco), ce ne sono molti come questo, guardali con simpatia”. “E'
chiaro che li guarderò con simpatia”, risposi.

Parliamo ora di reincarnazione. Si reincarnano forse queste creature


lunari? Potrebbe esistere reincarnazione, dove non esiste individualità.

La dottrina di Krishna nel sacro paese del Gange, insegna che solo gli
Dei e i semidei, gli eroi i deva e i titani si reincarnano.
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In altre parole che solo gli autorealizzati, coloro che hanno già
incarnato l'Essere possono reincarnarsi.

L'ego, l'io pluralizzato non si reincarna, è sottomesso alla legge


dell'eterno ritorno di tutte le cose, ritorna ad una nuova matrice, ritorna
in quella valle del Samsara, si reincorpora.

PRATICA:

Le pratiche corrispondenti alla RUNA TYR O TIR consistono nel


collocare le braccia in alto e abbassare le mani rendendole simili alle
conchiglie, facendo risuonare il mantra TIR (
TIIIIIIIIIIIIRRRRRRRRRRRRR allungando il suono delle sillabe I ed
R per risvegliare la coscienza).

La T o Tau colpisce la coscienza per risvegliarla. La I lavora


intensamente con il sangue, veicolo dell'Essenza e la R, oltre ad
incrementare la circolazione nelle vene e nel vasi sanguigni, opera
meraviglie con le fiamme ignee, intensificando e stimolando il
risveglio.
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Capitolo 17
LA MEDITAZIONE

L'informazione intellettuale non è esperienza vissuta. L'erudizione non


è sperimentazione.

La verifica, la prova, la dimostrazione esclusivamente tridimensionale


non è unitotale, integra.

Deve esistere qualche facoltà superiore alla mente, indipendente


dall'intelletto, capace di darci conoscenza ed esperienza diretta su
qualsiasi fenomeno.

Opinioni, concetti, teoria, ipotesi non significano verifica,


sperimentazione, coscienza piena su questo e quel fenomeno.
Solo liberandoci dalla mente possiamo sperimentare veramente quello
che è reale, quello che si trova in stato potenziale, dietro qualsiasi
fenomeno.
La mente esiste in tutto; i sette cosmi, il mondo, la luna e i sali non
sono altro che sostanza mentale cristallizzata, condensata.

Anche la mente è materia, sebbene più rarefatta. La sostanza mentale


esiste nei regni: minerale, vegetale, animale e umano.

L'unica differenza esistente fra l'animale, l'intellettuale e la bestia


irrazionale è ciò che si chiama intelletto. Il bipede umano diede alla
mente forma intellettuale.

Il mondo non è altro che è una forma mentale illusoria che si


dissolverà inevitabilmente alla fine del grande giorno cosmico.

La mia persona, il tuo corpo, i miei amici, le cose , la famiglia e così


via, sono in fondo ciò che gli indostani chiamano maya (illusione),
forme mentali vane che presto o tardi devono ridursi in polvere
cosmica.

I miei affetti, gli esseri più cari che mi circondano e vi dicendo, sono
semplici forme della mente cosmica, non hanno esistenza reale.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Il dualismo intellettuale, così come il piacere e il dolore, le lodi e il


vituperio, il trionfo e il fallimento, la ricchezza e la povertà,
costituiscono il doloroso meccanismo della mente.

Non può esistere vera felicità in noi, fino a quando siamo schiavi della
mente .

E' urgente montare sull'asino(la mente) per entrare nella Gerusalemme


celeste la Domenica delle Palme. Disgraziatamente oggigiorno l'asino
monta su di noi, miseri mortali del fango della terra.

Nessuno può conoscere la verità, mentre è schiavo della mente. Ciò


che è il reale non è questione di supposizioni, ma di esperienza diretta.

Gesù il Gran Kabir, disse:” Conoscerete la verità e la verità vi farà


liberi”. Tuttavia vi dico: la verità non è questione di affermare o di
negare, credere o dubitare, bisogna sperimentarla direttamente in
assenza di Io, oltre la mente.

Chi si libera dall'intelletto può sperimentare, verificare e sentire un


elemento che trasforma radicalmente.

Quando ci liberiamo della mente, allora essa si muta in un veicolo


duttile, elastico, utile, mediante il quale noi ci esprimiamo.

La logica superiore ci invita a pensare che liberarci, emanciparci dalla


mente sfuggire da tutti i suoi meccanismi, equivale di fatto, a
risvegliare la coscienza, a terminare con l'automatismo.

Quello che si trova oltre la mente è Brahama, l'eterno spazio increato.


Quello che non ha nome, il Reale.

Ma andiamo al sodo. Chi e che cosa deve disfarsi, liberarsi dalla


mortificante mente?

E' ovvio rispondere a questi interrogativi dicendo: la coscienza, il


principio budhico interiore, ciò che è l'anima in noi, è quello che può e
deve liberarsi.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

La mente esiste solo per amareggiarci l'esistenza. La felicità autentica ,


legittima, reale è possibile solo quando ci emancipiamo dall'intelletto.

Tuttavia dobbiamo riconoscere che esiste un inconveniente , un


ostacolo maiuscolo, un impedimento per quell'anelata libertà
dell'essenza, voglio riferirmi del tremendo battagliare delle antitesi.

L'essenza, la coscienza, quantunque di natura buddica,


disgraziatamente vive imbottigliata per pomposo dualismo intellettivo
degli opposti si o no, bene e male, alto e basso, mio o tuo, gusto e
disgusto, piacere e dolore e così di seguito.

In tutti i modi e opportuno comprendere a fondo che quando cessa la


tempesta nell'oceano della mente e termina la lotta degli opposti,
l'essenza sfugge, si sommerge in ciò che è il Reale.

La cosa difficile, laboriosa, ardua e penosa, è conseguire il silenzio


mentale assoluto in tutti ed in ognuno dei quarantanove dipartimenti
subcoscienti della mente.

Raggiungere, ottenere quiete e silenzio nel mero livello superficiale o


in alcuni dei dipartimenti subcoscienti, non è sufficiente, perché
l'essenza continua ad essere imbottigliata nel dualismo del sommerso,
infra-cosciente e incosciente.

Mente in bianco è qualcosa di troppo superficiale, vuoto ed


intellettuale; abbiamo bisogno della riflessione serena se veramente
vogliamo raggiungere la quiete ed il silenzio assoluto dalla mente

La parola cinese “mo” significa silenzioso e sereno; “Chao” significa


riflettere od osservare.

MO-CHAO, pertanto, può tradursi come riflessione serena oppure


osservazione serena.

Tuttavia risulta chiaro comprendere che nello Gnosticismo puro il


termine serenità e riflessione hanno eccezioni molto più profonde e
pertanto, si devono comprendere nell'ambito delle loro connotazioni
specifiche. Il senso di sereno trascende quello che normalmente si
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

intende per calma o tranquillità, implica uno stato superlativo che sta
oltre i ragionamenti, i desideri, le contraddizioni e la parola; indica
una situazione fuori dl tumulto mondano.

Allo stesso modo, il senso di riflessione sta oltre quello che sempre si
intende per contemplazione di un problema o di una idea. Non implica
qui attività mentale o pensiero contemplativo, bensì una specie di
coscienza oggettiva, chiara e riflessiva, sempre illuminata nella sua
esperienza peculiare.

Pertanto: SERENO e qui la serenità del non pensiero e RIFLESSIONE


significa coscienza intensa e chiara.

“Riflessione serena” e la chiara coscienza nella tranquillità del non


pensiero.

Quando regna la serenità perfetta, si ottiene la vera illuminazione


profonda.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Capitolo 18
IL DEFORME GIGANTE POLIFEMO

Ricordate uomini o Dei, quella terra maledetta in cui prima aveva


abitato immondo il deforme gigante Polifemo, accompagnato sempre
da un centinaio di suoi fratelli, uguali a lui nella crudeltà e nella
mostruosa statura.

Ulisse, l'astuto guerriero distruttore di città, accompagnato dalla sua


gente si rifugiò nella grotta dell'orco e questi, senza rispettare alcuna
ospitalità, cominciò a divorare tutti i suoi ospiti.

Però il sagace guerriero, abile, destro e acuto in tutti i tipi di inganno,


riuscì ad ubriacare con un vino delizioso quel maleducato gigante
sazio di carne umana.

Il mostro dormiva di spalle sul suolo accanto al focolare e vomitava


vino mescolato con la carne di coloro che aveva inumanamente
sacrificato.

Opportunità per niente disprezzabile per un guerriero messo nella


bocca del lupo ed è chiaro che il re di Itaca (Ulisse) ne seppe trarre
profitto.

La leggenda dei secoli racconta che l'astuto guerriero, furbo e scaltro


come nessuno, prese un'asta dalla punta acuta indurita dal fuoco e la
conficcò senza nessuna considerazione nell'occhio frontale del
colosso, fuggendo poi precipitosamente lontano da quella caverna.

Enea, l'inclito uomo troiano ha potuto verificare la realtà di questa


storia quando navigava alla volta del Lazio.

Con la sua gente sbarcò su quella terra inospitale, ascoltò ciò che
riferivano le labbra di Achemenide e vide comparire Polifemo tra le
montagne. Il gigante camminava cieco tra le sue greggi e si diresse
verso il mare dalla parte in cui si trovava un'alta scogliera.

I troiani presi dal panico s'imbarcarono in segreto portandosi


Achemenide e tagliarono gli ormeggi.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Il gigante sentì il battito dei remi e, sebbene non pensasse di seguire i


naviganti, grida a gran voce come quando un leone ruggisce e
apparvero cento titani simili in statura agli alti cedri o ai pini che
adornavano il bosco sacro a Diana.

Questi sono, quindi, i giganti dell'antichità, i Gibborim di prima e


dopo il diluvio della Bibbia.

Mi vengono alla memoria le cinque statue di Bamian scoperte dal


famoso viaggiatore cinese Hiouen Thsang.

La più grande rappresenta la prima razza umana il cui corpo


protoplasmatico semi-eterico, semi-fisico e così commemorata nella
dura pietra imperitura, per istruire le generazioni future poiché in altro
modo il suo ricordo non sarebbe mai sopravvissuto al diluvio
atlantico.

La seconda, alta 120 piedi, rappresenta con intera chiarezza il nato dal
sudore: la razza iperborea.

La terza misura 60 piedi e immortala sapientemente la razza lemure


che abitò nel continente Mu o Lemuria situato nell'Oceano Pacifico; i
suoi ultimi discendenti sono rappresentati nelle famose statue trovate
nell'Isola di Pasqua.

La quarta razza rappresenta dalla corrispondente statua, visse nel


continente Atlantideo situato nell'Oceano Atlantico e fu ancora più
piccola, sebbene gigantesca in confronto alla nostra attuale quinta
razza.

L'ultima di queste cinque immagini è un poco più alta della media


degli uomini appartenenti alla nostra razza attuale. E' ovvio che quella
statua personifica l'umanità Ariana che abita nei continenti attuali.

Esistono in tutti gli angoli del mondo, rovine ciclopiche e pietre


colossali come testimonianza vivente dei giganti.

Nei tempi antichi esistettero gigantesche pietre che camminavano,


parlavano, pronunciavano oracoli e perfino cantavano.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

La pietra del Cristo, la roccia spirituale che seguiva Israele, è scritto


che si convertì in Jupiter-lapis divorato dal suo padre Saturno sotto
forma di una pietra focaia.

Se non fossero mai esistiti i giganti che muovevano rocce tanto


colossali, non avrebbero mai avuto realtà Stonehenge, Carnac
(Bretagna) e altre simili costruzioni ciclopiche.

Se nei tempi passati non fosse esistita sulla faccia della terra la vera e
legittima scienza magica, mai ci sarebbero state tante testimonianze di
pietre “oracolari e parlanti”

In un poema attribuito a Orfeo, queste pietre sono divise in ofiti e


sideriti, la pietra serpente e la pietra stella.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Capitolo 19
RUNA AR

Parlando in lingua d'oro, nell'orto purissimo del divino linguaggio,


scopriamo con mistico stupore che BAR in siriano significa figlio.

Baron in se stesso si scompone in due sillabe sacre: bar-on che si


traducono intelligentemente come “figlio della terra”.

Cristo, il Logos Solare ha qualcosa di molto più profondo: in lingua


aramaica Bar-Ham il Figlio dell'Uomo.

Certamente il Cristo o Crestos Cosmico trionfante non è Gesù, ma in


lui si è incarnato; neppure è il Budda, ma fiori sulle sue labbra feconde
fatte Verbo; non fu Mosè, ma risplendette sul suo volto sul Monte
Nebo; non fu Ermete e visse incorporato in lui. Il Signore ha
sprovvisto d'individualità.

A colui che sa la parola da il potere, nessuno la pronuncia, nessuno la


pronuncerà, se non solamente colui che lo ha incarnato.

“E cominciò ad insegnar loro che il Figlio dell'Uomo ( lo si chiami


Gesù, Budda, Krishna o come si vuole) doveva molto soffrire, ed
essere molto riprovato dagli anziani ( o uomini ritenuti prudenti,
sensati e discreti nel mondo), dai sommi sacerdoti (o uomini rivestiti
d'autorità mondana) e dagli scribi (ossia da coloro che sono
considerati sapienti nel mondo), poi venire ucciso e, dopo tre giorni,
resuscitare.”

“In verità vi dico vi sono alcuni qui presenti, che non moriranno senza
aver visto il regno di Dio venire con potenza”.

“Se qualcuno vuol venire dietro di rinneghi se stesso (dissolva l'io)


prenda la sua croce e mi segua”.

“Perché chi vorrà salvare la propria vita (l'egocentrismo), la perderà;


ma chi perderà la propria vita (ossia colui che vorrà morire in se
stesso) per causa mia e del vangelo, la salverà.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Che giova, infatti, all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde


la propria anima?”

“Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa


generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'Uomo si
vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli
angeli santi.”

Studiando la grammatica cosmica possiamo verificare che esiste


un'intima relazione fra le rune TYR o TIR e Bar
Tir corrisponde esotericamente al segno zodiacale dei Pesci; BAR
risplende ardentemente nella brillante costellazione dell'Ariete; questa
ci ricorda l'occulta relazione esistente fra l'acqua e il fuoco, la morte e
la vita.
Se collochiamo davanti alla sacra sillaba AR una B, vogliamo con ciò
indicare la necessita di portare il Sole sulla Terra. AR-Barman è il
nome primitivo di Abramo.

Incarnate il Cristo in e dentro di sé, è vitale, cardinale, fondamentale,


per trasformarsi in un Figlio dell'uomo, solo così otteniamo il pieno
diritto di entrare nell'ordine di Melchisedek.

E' opportuno ricordare al “Figlio della Terra “, agli abitanti del mondo,
alla razza lunare, che così come l'acqua pose fine alla storia antica, il
fuoco distruggerà molto presto tutto ciò che ha vita.

Guai! Guai! Guai! Agli uomini della Terra; Guai! A questa razza
perversa di Adamo.
“Il giorno del Signore verrà come un ladro; allora i cieli con fragore
passeranno, gli elementi consumati dal calore si dissolveranno e la
terra con quanto c'è in essa sarà distrutta”.

E bene che i figli della terra sappiano che la razza solare dimora in
quelle fiabesche terre Jinas.

E' urgente, indispensabile e necessario trasformarci realmente in re e


sacerdoti dalla natura secondo l'ordine di Melchisedek, solo così
potremo essere salvi.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Fra i molteplici aspetti inquietanti dalla vita, possiamo e dobbiamo


affermare chiaramente che esiste accanto a noi un'umanità che ci è
invisibile a causa dei nostri peccati e abusi sessuali.

Con l'assenso dei venerabili e rispettabili Maestri mi si permette di


informare la gente lunare che l'Ordine di Melchisedek ha molte
confraternite ricordiamo per un momento il Montsalvat, trascendente,
l'esotico Shamballa, l'isola sacra del Nord situato nella calotta polare ,
l'Ordine Divino del Tibet, al quale ho l'alto onore di essere affiliato e
molte altre ancora.

E' ovvio che tali cooperazioni ineffabili sono inabbordabili, grazie al


Velo di Iside.

Conviene spiegare alle persone che il velo adamitico sessuale può


essere sollevato solo dal Cristo Intimo.

Il figlio dell'Uomo nasce dal fuoco e dall'acqua, questa è la religione


sintesi, la dottrina di Giano con i suoi tre radicali I.A.O.

Il figlio della Terra aborre questa dottrina, il suo lemma e “mangiamo


e beviamo che domani moriremo”.

Sta scritto che la razza atlantidea fu divorata dall'Averno, furono salvi


solo i figli del Sole.

D'accordo con la legge di ricorrenza questo avvenimento si ripeterà,


risulta evidente, notorio e palese l'ingresso dell'umanità attuale
nell'involuzione sommersa dell'organismo planetario su cui viviamo.

Esistono tre chiese:


1. La trionfante rappresentata brillantemente dai pochi cavalieri
del Grial che sono rimasti puri.
2. La fallita, quella di coloro che aborrono la Pietra iniziatica.
3. La militante, quella di coloro come Maria Maddalena, Paolo
di Tarso, Kundri e Amfortas, che ancora si rivoltano contro il
fuoco luciferino, seduttore.
La chiesa trionfante è certamente quella dei fratelli che sono già risaliti
pe l'aspro sentiero della salvezza “per aspera ad astra” come dice il
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

lemma latino, veri Figli di Dio nel più bel senso mistico.

Figli di Dio e Figli dell'Uomo in esoterismo cristico sono sinonimi.

Essi sono Cavalieri del Santo Grial.

PRATICA ESOTERICA:

Si combinano intelligentemente gli esercizi della Runa BAR con


quelli della Runa TYR o TIR
Si pongano le braccia in alto abbassando le mani a forma di conchiglie
e cantando i mantra TIR,BAR; così:

TIIIIIIIIIIIRRRRRRR, BAAAAAAAARRRRRRR.

Gli obiettivi di questa pratica sono:

1. Mescolare intelligentemente dentro al nostro universo


interiore le forze magiche delle due Rune.
2. Risvegliare la coscienza
3. Accumulare intimamente atomi cristici ad altissimo
voltaggio.
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Capitolo 20
LE DIECI REGOLE DELLA MEDITAZIONE

la meditazione scientifica ha dieci regole basilari, fondamentali, senza


le quali sarebbe impossibile emanciparci, liberarci dagli anelli
mortificanti della mente.

1° REGOLA: Renderci pienamente coscienti dello stato d'animo in


cui ci troviamo prima che sorga qualsiasi pensiero.
2° REGOLA: Psicoanalisi, ricevere la radice, l'origine di ciascun
pensiero, ricordo, affetto, emozione, sentimento, risentimento ecc.,
nella misura in cui vanno sorgendo nella mente
3° REGOLA: Osservare serenamente la nostra stessa mente,
ponendo attenzione piena ad ogni forma mentale che faccia la sua
apparizione sullo schermo dell'intelletto
4° REGOLA: Cercare di ricordare, rammentare quella sensazione di
contemplare di momento in momento durante il corso della vita
comune e ordinario della vita quotidiana.
5° REGOLA: L'intelletto deve assumere uno stato psicologico
ricettivo, integro, unitotale, pieno, tranquillo, profondo.
6° REGOLA: Deve esistere continuità di propositi nella tecnica di
meditazione, tenacia, fermezza, costanza, insistenza.
7° REGOLA: E’ gradevole, interessante assistere ogni volta che si
può alle sale di meditazione (Lumisial Gnostici).
8° REGOLA: E’ perentorio, urgente, necessario trasformarci in
sentinelle della nostra stessa mente, durante qualsiasi attività agitata,
convulsa, trattenerci per un istante ad osservarla.
9° REGOLA: E’ imprescindibile, necessario, praticare sempre con
gli occhi fisici chiusi al fine di evitare le percezioni sensoriali esterne.
10° REGOLA: Rilassamento assoluto di tutto il corpo e saggia
combinazione della meditazione con il sonno.

Caro lettore, è giunto il momento di ponderare, di analizzare


giudiziosamente queste dieci regole scientifiche della meditazione.

A. Il principio, base, fondamento vivo del samadhi (estasi), consiste in


una previa conoscenza introspettiva di se stessi. Introiettarci è
indispensabile durante la meditazione di fondo. Dobbiamo cominciare
a conoscere profondamente lo stato d'animo in cui ci troviamo prima
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

che appaia nell'intelletto qualsiasi forma mentale. E' urgente


comprendere che ciascun pensiero che sorga nell'intendimento è
sempre preceduto da dolore o piacere, allegria o tristezza, gusto o
disgusto.

B. Riflessione serena. Esaminare, ponderare, ricercare l'origine, la


causa, la ragione o motivo fondamentale di ciascun pensiero, ricordo,
immagine, affetto, desiderio etc, nella misura in cui vanno sorgendo
nella mente. Nella pratica di questa regola esistono: auto-scoperta e
autorivelazione.

C. Osservazione serena. Porre attenzione piena ad ogni forma mentale


che faccia la sua apparizione sullo schermo dell'intelletto.

D. Dobbiamo trasformarci in spie della nostra mente, contemplarla in


azione d'istante in istante.
E. Il Chitta (la mente) si trasforma in vritti (onde vibratorie). Il
mentale è come un lago tranquillo e profondo; vi cade una pietra e si
alzano bolle dal fondo. Tutti i diversi pensieri sono perturbatori sulla
superficie dell'acqua. Che il lago della mente permanga cristallino,
senza onda, sereno, profondo durante la meditazione.

F. Le persone incostanti, volubili, versatili, mutevoli, senza fermezza,


senza volontà non potrebbero mai raggiungere l'estasi, il satori, il
samadhi.

G. E' ovvio che la tecnica della meditazione scientifica si può praticare


sia in modo individuale isolato, sia in gruppi di persone affini.

H. L'Anima deve liberarsi dal corpo, dagli affetti e dalla mente. E'
evidente, noto e palese, che l'emanciparsi, al liberarsi dall'intelletto si
libera radicalmente di tutto il resto.

I. E' urgente, indispensabile, necessario, eliminare le percezione


esterne sensoriali durante la meditazione interiore profonda.

J. E' indispensabile apprendere a rilassare il corpo per la meditazione;


nessun muscolo deve essere in tensione. E' urgente provocare e
graduare il sonno a volontà.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

E' evidente, noto, indiscutibile che dalla saggia combinazione di sonno


e di meditazione, risulta ciò che si chiama illuminazione.

RISULTATI:

Sulla soglia misteriosa del Tempio di Delfi, era scolpita sulla pietra
viva una massima greca che diceva:” NOSCE TE IPSUM”, “Uomo
conosci te stesso e , conoscerai l'Universo e gli Dei”

Lo studio di se stesso, la serena riflessione e ovvio, palese, chiaro che


in ultima istanza si conclude con la quiete e il silenzio della mente.

Quando la mente è quieta e in silenzio non solo a livello superficiale,


intellettuale, ma in tutti ed in ognuno dei quarantanove dipartimenti
subcoscienti, allora avviene il nuovo: l'essenza, la coscienza esce fuori
dalla bottiglia e avviene il risveglio dell'anima, l'estasi, il samadhi, il
satori dei santi.

L'esperienza mistica del reale ci trasforma radicalmente. La gente che


non ha mai esperimentato direttamente ciò che è la verità, vive
svolazzando di scuola in scuola, non ha trovato il suo centro di gravità
cosmico e muore fallendo senza avere raggiunto la tanto anelata
autorealizzazione intima.

Il risveglio della coscienza, dell'essenza, dell'anima o buddata è


possibile solo liberandoci, emancipandoci dal dualismo mentale, dal
battagliare delle antitesi. Dagli ondeggiamenti intellettuali.

Qualsiasi lotta subcosciente, sommersa, infra-cosciente, incosciente si


trasforma in un ostacolo per la liberazione dell'essenza (anima). Ogni
battaglia antitetica, per insignificante ed incosciente che sia, segnala,
accusa punti oscuri ignorati e sconosciuti negli inferi atomici
dell'uomo.

Riflettere, osservare, conoscere, questi aspetti infra-umani del me


stesso, quei punti oscuri, è indispensabile per ottenere l'assoluta quiete
e silenzio della mente.
Solo in assenza dell'io è possibile sperimentare ciò che non è del
tempo.
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Capitolo 21
LA TRAGEDIA DELLA REGINA DIDONE

Nessuno può negare che l'Eterna Madre Spazio ha due aspetti rivali:
Venere e Astaroth, Eva e Lilith, Sophia e Achamoth e Sophia
Prunikos.

Parliamo ora di Venere o, per meglio dire, di Astaroth, l'aspetto


negativo della Prakriti, la sua antitesi tenebrosa nella natura e
nell'uomo.

Attraverso i secoli, troviamo che la crudeltà di Kali infiammò il cuore


della regina Didone. Non volle comprendere l'infelice sovrana che
quella passione era contraria alla volontà degli Dei Santi.

Oh Didone! Luce di sogno delizioso, fiore di mito incantatore, la tua


ammirabile bellezza canta la grazia di Ermafrodite con l'aureo di
Atlanta e della tua forma ambigua l'evocata musa antica innalza un
inno di fuoco.

Dall'anfora in cui sta il vecchio vino, Enea beve assetato, Febo corruga
le sopracciglia e Giunone deve corrugarle, ma Kali Astaroth ride come
sempre ed Eros versa il suo filtro nei calici di Ebe.

Prima di conoscere Enea, l'illustre uomo troiano, la sventurata regina


era stata richiesta in sposa da Iarbas, il re di Libia, uomo valente che
non sopportava le offese, terribile arciere che dimorava con il suo
popolo guerriero vicino al deserto africano.

Povera Didone! Quale terribile lotta dovrà sostenere, fra il suo sacro
dovere, l'amore al suo popolo e la crudele ferita di Cupido.
Quest'uomo cominciò il suo lavoro distruttore cancellando
insensibilmente dalla memoria della sovrana l'immagine di Sicheo, il
suo primo sposo.

Lilith- Astaroth! Quanto danno hai fatto! Dea dei desideri e delle
passioni, madre di Cupido, la tempesta umana a causa tua fa emanare
sangue dai cuori. Desti oblio, oh regina, al terribile giuramento e
trovasti sul cammino della tua vita un troiano che pose sul suo labbro
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

assetato un nuovo alito, un bel bicchiere e vino delizioso.

E al giungere di Cupido, nel tuo rosso sangue fiero una triplice


fiamma fu accesa e alla sua passione sessuale spaventosa consegnasti
la vendemmia della tua vita fra pampini di fuoco.

Bellezza a cui la sorte terribile ordinerà di martirizzarsi con tante


tenerezze, ricevette da Lucifero una rara perla nera per il suo diadema
di pazzie.

E la disgraziata regina consultò la sorella Anna ed entrambe ricorsero


agli altari dei differenti Dei in cerca di presagi che favorissero i loro
desideri.

Immolarono vittime a Cerere, a Febo, Apollo, a Dionisio e


specialmente a Giunone Dea delle donne che lavorano nella nona sfera
e che presiede le cerimonie nuziali giuste e perfette.

Molte volte, oh Dei!, la regina si inchino sui fianchi aperti delle


innocenti vittime sacrificate, ispezionando le loro interiora palpitanti,
ma una donna innamorata e con la coscienza addormentata è chiaro
che sempre è disposta a interpretare tutti i segni a favore del suo
sogno.

Dal cielo Giunone, la Dea delle donne iniziate assisteva indignata ai


tenebrosi progressi che Astaroth-Kali faceva con la povera Didone, ma
tutte le sue proteste e i suoi reclami furono inutili.

Consumata dalla passione l'infelice sovrana passava tutte le notti in


veglia pensando esclusivamente ad Enea.

Il troiano ricostruisce le mura di Cartagine e lavora per fortificare una


città straniera, follemente innamorato.

Ah! Se Mercurio, il Messaggero degli Dei non fosse intervenuto, assai


diversa sarebbe stata la sorte della povera Didone.

L'epico paladino troiano deve partire per il Lazio e dimenticare colei


che adora, tale è il comando si Giove, Padre degli Dei e degli uomini.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

No, tu non sei il discendente di Dardano, Nascesti freddo e duro, sulle


aspre vette del Caucaso e una tigre di Ircania ti allevò al suo seno, così
esclama disperata la sventurata sovrana.

Inutili furono le sue grida e i suoi lamenti.... La fidanzata disgraziata


non è stata ad Aulide sacrificando agli dei per invocare la distruzione
della città di Priamo, non fu mai alleata con gli Achei, perché? Perché
Dio mio, questa infelice doveva soffrire tanto?

La sfortunata sovrana trasformata in schiava dal crudele dardo della


passione sessuale invoca la morte.

Inutili furono le sue offerte davanti all'altare della Dea Giunone. La


passione animale non riceve risposta dagli Dei.

Ah! Se la gente sapesse che il veleno della passione animale inganna


la mente ed il cuore....

La disgraziata regina si credeva innamorata, il dardo di Cupido si era


conficcato nel suo cuore, ma nel fondo certamente ciò che aveva era
passione.

Grida la sventurata sull'altare di Giunone, all'improvviso vede che


l'acqua lustrale è diventata nera come silicio ed il vino sacro della
libagione rosso come sangue.

Terribili momenti...Sulla solitaria cupola del palazzo, il gufo della


morte lancia il suo urlo sinistro e lei sogna vedendosi a volte
camminare per un deserto senza limiti, in cerca del suo adorato Enea o
fuggendo disperata perseguitate dalle spietate furie.

Tuttavia l'infelice non ignorava i mezzi magici infallibili e


meravigliosi per dimenticare la passione bestiale.
Te lo dico, affinché tu mi aiuti – disse alla sorella Anna- “Or, di
nascosto, ergi al cielo una pira entro la reggia; e l'armi sue, che fisse al
letto mio lasciò quell'empio, e tutte le sue spoglie, e il letto coniugale
che mi perdé, gettavi sopra; ché la maga al rito prescrive e impone
ogni ricordo in cenere mandare di quell'empio”.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Disgraziatamente l'appassionata sovrana, invece di bruciare sulla pira


funeraria i ricordi dell'illustre uomo troiano, decide di immolarsi tra il
fuoco fiammeggiante.
Cinge le sue tempie reali con le sacre cinture delle vittime destinate al
sacrificio e in piedi sulla pira funeraria, chiama come testimoni i cento
Dei, Erebo, Caos ed Ecate, il terzo aspetto della Divina Madre Spazio.

Lei, la sfortunata sovrana che avrebbe potuto utilizzare gli effetti


magici delle erbe lunari; utilizzandoli come combustione per
incenerire i suoi ricordi, passioni e cattivi pensieri, desidera con
violenza ardere sulla pira della morte.

Prega il Sole, supplica Giunone, invoca le Furie della vendetta,


commette l'errore di maledire Enea e per ultimo si trapassa il cuore
con la spada del troiano. Sua sorella la trovò già che ardeva tra il
fuoco; così morì la regina Didone.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Capitolo 22
RUNA UR

Esplorando nello spazio infinito, indagando, spiando i Registri


Akashici della natura, ho potuto verificare da me stesso che la Luna è
la madre della Terra.

Con l'occhio aperto di Dagma, vado ora ad immergermi nel Gran


Alaya, la famosa super-anima di Emerson, l'anima dell'Universo. Vi
invito, cari lettori, a studiare molto a fondo questo capitolo, è
necessario meditare su di esso, approfondirne, conoscere il suo
profondo significato.

Se mi domandaste chi sono, vi risponderei.... sono uno dei sette


Ameshaspentas dei Zoroastriani che fu attivo nel passato Mahanvatara
del Loto d'Oro.

Vado, parola , a dare testimonianza di ciò che ho visto e udito.


Ascoltatemi, uomini e Dei: conosco a fondo i sette misteri della Luna,
i Sette Gioielli, le Sette Ondate di Vita che sono evolute ed involute in
quella, elle i teosofi chiamano “catena lunare”.

In realtà la Luna è il satellite della Terra, solo in un senso, ossia per il


fatto che gira attorno al nostro mondo.

Viste le cose da quest'altro angolo, osservate con l'Occhio di Shiva


(intensa visione spirituale dell'Adepto o Jivanmukta), la Terra risulta
in verità un satellite della Luna.

Sono evidenti in favore di ciò, le maree, i cambi ciclici in molte forme


di malattie che coincidono con le fasi lunari; può osservarsi nello
sviluppo delle piante e molto marcata è la sua influenza nei fenomeni
di concepimento e gestazione di tutte le creature.

La luna fu un mondo abitato, ora è un freddo residuo, un'ombra,


trascinata dal nuovo corpo dove sono passati, per trasfusione, i suoi
poteri e principi di vita, è condannata a seguire la Terra per lunghe età,
è una madre che gira intorno alla sua figlia, sembra un satellite.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Io vissi nell'umanità lunare, conobbi le sue sette razze, la sua epoca di


civiltà, di barbarie, gli alterni cicli di evoluzione ed involuzione.

Quando i seleniti giunsero alla stessa sotto-razza della quarta ronda,


età a cui sono giunti ora i terricoli, compii una missione simile a quella
che sto compiendo in questi momenti in questo pianeta in cui viviamo.

Insegnai alla gente della luna la religione sintesi, contenuta nella


Pietra Iniziatica, (il Sesso), la dottrina di Giano (I.A.O.) o dei Jinas.
Incendiai la fiamma della Gnosi fra i seleniti, formai un movimento
gnostico, gettai il seme. Tuttavia vi dico che parte della semente cadde
vicino al sentiero e vennero gli uccelli mondani e la inghiottirono.

Parte cadde fra i terreni sassosi e discussioni, teorie ed ansietà, dove


non c'era gente riflessiva, profonda; non resistette alla prova del fuoco
e si seccò alla luce del sole, non aveva radici.

E parte cadde fra le spine, tra i fratelli che si ferivano gli uni gli altri
con la calunnia, il pettegolezzo ecc., crebbero i pungiglioni e li
soffocarono.

Fortunatamente non si perse il mio lavoro di seminatore, perché una


parte cadde in una buona terra e diede frutto, parte al cento, parte al
sessanta e parte al trenta per cento.

Nella Devamatri, Aditi o Spazio Cosmico, nella UR runica, nel


microcosmo uomo-macchina o per meglio dire animale intellettuale,
esistono molte facoltà latenti che possono svilupparsi a base di
tremendi sforzi intimi.

Nell'Antica Luna, prima che si trasformasse in un cadavere, quelli che


accettarono la religione-sintesi di Giano furono salvi e si
trasformarono in angeli; però, la maggioranza, i nemici del Maithuna,
coloro che rifiutarono la Pietra Iniziatica ( il sesso) si mutarono in
luciferi di cui parla la Bibbia, demoni terribilmente perversi.

E' superfluo affermare che mai manca una terza posizione;


nell'Apocalisse lunare un certo gruppo freddo divenne caldo è accettò
il lavoro nella Nona Sfera, (il sesso); a quelle persone si diede una
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

nuova dimora affinché lavorassero con la pietra bruta fino a darle la


forma cubica perfetta.

“La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata testata d'angolo.”


Pietra d'inciampo e roccia di scandalo.

In quei tempi i seleniti ebbero una religione spaventosamente


sanguinaria; i pontefici di tale culto mi condannarono alla pena di
morte e fui crocifisso sulla cima di una montagna, vicino ad una
grande città.

Il trasferimento di tutti i poteri vitali della Luna a questo pianeta Terra,


lasciò senza vita la vecchia dimora selenita. L'anima lunare è ora
reincarnata in questo mondo in cui viviamo.

Mi assorbii nell'assoluto alla fine del Manvatara lunare che durò


311.040.000.000.000 anni, ossia un'età di Brahama.

E' indispensabile dire che le ondate monadiche della luna si


sommersero dopo il Grande Giorno fra la UR runica, nel ventre
profondo dell'eterna Madre Spazio.

E' urgente affermare che durante quel maha-samadhi (estasi senza


fine) penetriamo molto più in profondità e arriviamo al Padre ,
Brahama, lo Spirito Universale di Vita.

Si rende necessario dichiarare che Brahama si sommerse nell'Assoluto


durante tutto il periodo del Mahapralaya, la Grande Notte.

Nel terribile riposo Paranirvanico le tenebre sconosciute si mutano per


noi, i fratelli, in luce increata.

UHR è l'orologio, la misura del tempo, il Mahanvatara RUH è il


riposo, il Gran Pralaya.
La Notte Cosmica dura in realtà tanto come il Gran Giorno. E' mio
dovere affermare che ognuno di noi, i fratelli, si assorbì radicalmente
nel suo atomo primordiale Ain Soph.

All'inizio dell'Aurora del Nuovo Giorno Cosmico, l'eterna Madre


MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Spazio si espande da dentro verso fuori come il bocciolo del loto.


L'universo si gesta nel ventre della Prakriti.

PRATICA:

Amando la nostra Madre Divina e pensando a questo grande ventre


dove si gestano i mondi, preghiamo quotidianamente così:

“Dentro al mio Reale Essere interno risiede la luce divina,


RAM IO è la Madre del mio Essere, Devi Kundalini.
RAAAAMMMMM....IIIIIIIIIIIIOOOOOOOO............ aiutami,
RAAAAMMMMM...IIIIIIIIIIIIIOOOOOOOO............soccorrimi,
illuminami.
RAAAAMMMMM....IIIIIIIIIIIIOOOOOOOO............ è la mia Madre
Divina.
Iside mia, tu tieni il bimbo Horus, il mio vero Essere, nelle tue braccia;
ho bisogno di morire in me stesso, affinché la mia essenza si perda in
Lui, LUI, LUI”.

INDICAZIONI:

Questa preghiera si davanti al Sole, con le mani sollevate, le ginocchia


aperte ed il corpo abbassato, aspettando di ricevere luce e più luce.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Capitolo 23
STORIA DEL MAESTRO MENG SHAN

Raccontano le vecchie tradizioni che si perdono nella notte dei tempi,


che il Maestro Meng Shan conobbe la scienza della meditazione prima
dell'età di vent'anni.

I mistici gialli affermano che da quell'età fino ai trentadue anni, il


citato Maestro studiò con infinita umiltà ai piedi del Venerabile
anziano Wan Shan, il quale gli insegnò ad utilizzare intelligentemente
il poderoso mantra WU che si pronuncia come una doppia U imitando
sapientemente quell'ululato dell'uragano fra le gole delle montagne.

Questo fratello non poté mai dimenticare lo stato di allerta percezione,


allerta novità tanto indispensabile e tanto urgente per risvegliare la
coscienza.

Il Venerabile anziano Guru Wan Shan gli disse che durante le dodici
ore del giorno, è necessario stare in allerta come un gatto che tende un
agguato ad un topo o come una gallina che cova un uovo, senza
abbandonare nemmeno per un istante il compito.

In questi studi non contano gli sforzi, ma i super-sforzi. Fino a quando


non siamo illuminati dobbiamo lavorare senza riposo, come un topo
che rode una bara. Se pratichiamo in questo modo, finalmente ci
libereremo dalla mente e sperimenteremo in maniera diretta
quell'elemento che trasforma radicalmente, ciò che è la Verità.

Un giorno qualsiasi, dopo diciotto giorni e diciotto notti continuativi


di meditazione interiore profonda, si dovette prendere il tè e allora....
Oh meraviglia!...Comprese l'intimo senso del gesto di Budda al
mostrare il fiore e il profondo significato di Maha Kasyapa con il suo
esotico sorriso impossibile da dimenticare.

Interrogò tre o quattro anziani su tale esperienza mistica ma questi


mantennero il silenzio; altri gli dissero d'identificare questa esperienza
esoterica con il Samadhi del Sigillo dell'Oceano. Questo saggio
consiglio gli ispirò, come è naturale, piena fiducia in se stesso.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Men Shan avanzava trionfalmente nei suoi studi; ma nella vita non ci
sono solo rose, ci sono anche spine. Nel mese di luglio nel quinto anno
di Chindin (1264) contrasse disgraziatamente la dissenteria a
Chunking, provincia di Szechaun.

Con la morte sulle labbra decise di fare testamento e di disporre dei


suoi beni terreni. Fatto questo, si alzò lentamente, bruciò l'incenso e si
sedette su un sedile elevato; lì pregò in silenzio i tre Beati e gli Dei
Santi, pentendosi davanti a loro di tutte le cattive azioni commesse
nella sua vita.

Inoltre, sentendosi ormai sicuro della fine della sua esistenza, fece agli
ineffabili la sua ultima petizione:” Desidero che attraverso il potere di
Prajna e uno stato di mente controllato mi possa reincarnare in luogo
favorevole, dove possa farmi monaco (swami) a un'età precoce. Se per
casualità mi recupero da quest'infermità, rinuncerò al mondo,
prendendo l'abito e cercherò di portare la luce ad altri giovani
buddisti”.

Dopo aver formulato questi voti si immerse in profonda meditazione


cantando mentalmente il mantra WU; la malattia lo tormentava, gli
intestini lo torturavano spaventosamente ma egli decise di non porvi
attenzione.

Meng Shan si dimenticò radicalmente del suo corpo, le sue palpebre si


chiusero fissamente e rimase come morto.

Le tradizioni cinesi raccontano che quando Meng Shan entrò in


meditazione, solo il Verbo, ossia il mantra WU
(UUUUUUUUUUUU...uuuuuuuuuuuuu) risuonava nella sua mente;
dopo non seppe più niente di se stesso.

E la malattia? Cosa ne fu di essa? Cosa successe? Risulta chiaro e


lucido comprendere che ogni affezione, acciacco o dolore ha per
fondamento determinate forme mentali; se conseguiamo l'oblio
radicale, assoluto di qualsiasi patimento, il cimento intellettuale si
dissolve e l'indisposizione organica sparisce.

Quando Meng Shan si alzò dal sedile all'inizio della notte sentì, con
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

infinita allegria, che era guarito a metà; poi si sedette di nuovo e


continuò immerso in profonda meditazione fino a mezzanotte, allora la
sua guarigione fu completa.

Nel mese di agosto Meng Shan si recò a Chiang Ning e pieno di fede
entrò ne sacerdozio; rimase un anno in quel monastero e poi iniziò un
viaggio durante il quale egli stesso cucinava il suo cibo, lavava le sue
vesti ecc. Allora comprese in modo integrale che il lavoro della
meditazione doveva essere tenace, perseverante, forte, fermo, costante
, senza stancarsi mai.

Più tardi, camminando per quelle cinesi, arrivò al monastero del


Dragone Giallo, dove comprese a fondo la necessità di risvegliare la
coscienza, poi continuò il suo viaggio fino a Che Chiang.

Arrivato si prostrò ai piedi del Maestro Ku Chan di Chin Tien e giurò


di rimanere nel monastero finché non avesse ottenuto l'illuminazione.

Dopo un mese di meditazione intensiva recuperò il lavoro perso nel


viaggio, ma nel frattempo, il suo corpo si riempì di terribili vesciche,
le ignorò intenzionalmente e continuò la disciplina esoterica.

Un giorno qualsiasi, non importa quale, alcune persone lo invitarono


ad un pranzo delizioso; nel cammino prese il suo Hua Tou e lavorò
con esso e così, immerso in profonda meditazione, passò davanti alla
porta del suo anfitrione senza rendersene conto; allora comprese che
avrebbe potuto mantenere il suo lavoro esoterico stando in piena
attività.

Il sei marzo, quando stava meditando con l'aiuto del suo Mantra WU,
il monaco principale del monastero entrò nel Lumisial di meditazione
con l'evidente proposito di bruciare incenso, ma successe che
colpendo la cassa del suffumigio, si produsse un rumore e allora Meng
Shan riconobbe se stesso e poté vedere e udire Chao Chou, il notabile
Maestro cinese.

“Disperato, arrivai al punto morto del cammino; ho colpito l’onda ma


non era altro che acqua. Oh! Questo notabile vecchio Chao Chou, il
cui volto è tanto brutto.”
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

“Tutti i biografi cinesi sono d'accordo nell'affermare che in autunno


Meng Shan incontrò Hsueh Yen a Ling An e Tui Keng, Shih Keng,
Hsu Chou e altri notabili anziani.

Ho capito che il Kaon o frase enigmatica decisiva per Meng Shan, fu


senza il minimo dubbio quella con cui Wan Shan lo interrogò:” Non è
la frase:- La luce brilla serenamente sull'arena della riva,
un'osservazione prosaica di quel tonto di Chang?”

La meditazione su questa frase fu sufficiente per Meng Shan, e quando


Wan Shan lo interrogò più tardi con la stessa frase, ossia quando gli
ripeté la domanda, il mistico giallo rispose gettando a terra il
materasso del letto come dicendo:” Io sono già sveglio”.
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Capitolo 24
IL PAESE DEI MORTI

Enea, l'esimio uomo troiano, olimpico e solenne, sale sull'augusta


montagna di Apollo, sulla cui maestosa cima si trova il misterioso
antro della pizia.

Bosco sacro del terzo aspetto della Madre Divina Kundalini vicino al
tempio, selva ineffabile di Ecate, Proserpina, Coaticlue. Santuario
ermeticamente sigillato con cento porte, gloriosa entrato in cui Dedalo,
l'abile scultore, scolpì con straordinaria maestria meravigliosi rilievi.

Icaro con il suo IAO cesellato da suo padre, sulla sacra roccia di quella
misteriosa entrata, si dice che volle ascendere al cielo e trasformarsi
nel Figlio del Sole, ma le sue ali di cera si sciolsero e cadde
nell'orrendo precipizio.

Simbolo meraviglioso, vano tentativo di coloro che non sanno lavorare


con il Fiat luminoso e spermatico del primo istante, disgrazia, caduta
degli alchimisti, che verso la materia prima della Grande Opera.
E non fu per caso Dedalo, il famoso scultore, autore dell'Icaro, lo
stesso che insegnò a Teseo a fuggire dall'intricato labirinto di Creta?

Orrendo corridoio, al centro del quale stava sempre il famoso


Minotauro, metà uomo e metà bestia. Complicato intelletto
imbottigliato nel me stesso.
Solo eliminando la bestia interiore, possiamo renderci veramente
liberi; solo dissolvendo l'ego animale arriveremo all'autorealizzazione
intima.

“Non è questo il momento di ammirare le opere d'arte- esclama la


sacerdotessa- presto arriverà Apollo, simile ad un uragano”.

E cento agnelli neri sacrifica allora l'inclito uomo troiano in onore di


Proserpina, il terzo aspetto manifesto dell'eterna Madre Spazio, la
Regina degli Inferni e della Morte.

Mentre la sibilla dice questo, oh Dio, uno spaventoso terremoto scuote


le viscere della terra e, trasfigurata, la sacerdotessa esclama:” Apollo!
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Ecco qui Apollo!”.


“Indugi ai voti e alle preghiere, -disse- indugi Enea? Ma queste a dir
non prima s'apriranno le bocche veridiche dell'ispirata casa!”.

Racconta la leggenda dei secoli che, all'ascoltare queste parole


venerabili, il notabile uomo elevò ad Apollo le sue ardenti suppliche.

La vestale parlò con voce trasfigurata dall'estasi, avvertendo l'esimio


guerriero che sarebbe riuscito a porre piede sulle coste d'Italia e si
sarebbe stabilito a Lavinio.

Gli prognosticò che un secondo Achille, tanto forte quanto il primo,


gli avrebbe dichiarato guerra.

Gli disse che nei fiumi latini sarebbe corso il sangue come nello Xanto
e nel Simoenta di Troia, ma che non si scoraggiasse né cedere davanti
alle avversità e che alla fine avrebbe ricevuto la sua salvezza da una
città greca.
“In questo modo il Santuario di Cuma sparge sulla montagna il suo
sacro orrore; nel fondo del tempio, la terra ulula e la verità si traveste
di tenebre”. (DEMONIUS EST DEUS INVERSUS)

Enea prega la Sibilla, supplica , piange, invoca l'entrata nel paese dei
morti, vuole scendere alla dimora di Plutone e dice:”-Ma di questo
soltanto ora ti prego vergine santa: poi che di qui si dice l porta
dell'Averno e la palude ai flutti dell'Acheronte tenebrosa, possa al
cospetto andar al padre mio!

La via m'insegna, schiudi il sacro varco! Lui tra le fiamme e gli


avventato dardi su queste spalle dalla mischia tolsi; e, del mio lungo
errar sempre compagno, (…) E ben fu lui a ingiungermi e a pregarmi
poi tutto, e non inutilmente Ecate ti prepose al bosco Averno! Se
Orfeo, fidando nelle tracie corde, l'ombra poté con l'armoniosa lira,
della moglie evocare; (…) (a che ricordo Aclide e il gran Teseo?)
anch'io son stirpe dell'Olimpico Giove!”. (Enea fu un iniziato).

Certamente è facile scendere all'Averno per lavorare nella Nona Sfera


dissolvere l'io, ma è spaventosamente difficile ritornare. Lì sta il duro
lavoro. Lì la difficile prova.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Proserpina la Regina degli inferni e della morte è certamente molto


capricciosa e come regalo da coloro che vanno a trovarla esige sempre
il germoglio dorato, il ramo d'oro dell'albero della conoscenza con
abbondante semente.
Felice colui che trova l'albero magico che certo non è molto lontano, è
la nostra stessa spina dorsale, a costui si apriranno le porte di Plutone.

Colui che vuole salire deve prima scendere , quella è la legge.


L'iniziazione è morte è nascita al tempo stesso.

Tuttavia, tu che leggi queste righe: “Seguimi e lascia i morti seppellire


i loro morti”.
“Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua
croce e mi segua”.

Rinnegare se stesso significa dissolvere l'io, morire di momento in


momento, ridurre in polvere il se stesso d'istante in istante.

Portare sopra le nostre spalle la pesante croce del Maestro è qualcosa


si profondamente significativo; il palo verticale di quel santo simbolo
è maschile, l'asse orizzontale è femminile; nella croce sessuale di quei
poli si trova la chiave della Nascita Seconda.

Seguire il Signore di secondo in secondo significa sacrificarsi per


l'umanità, essere disposto a dare fino all'ultima goccia di sangue per i
nostri simili, immolarsi sull'ara sacra del supremo amore per tutti i
nostri fratelli del mondo.

E ora, Dei e uomini, ascoltatemi: La Sibilla ed Enea penetrarono nel


seno della terra della spaventosa grotta. Chiamo come testimone il
Genio della Terra per affermare solennemente che prima di penetrare
nell'Averno si passa per l'Orco (Limbo).

Quest'ultimo è in se stesso un vestibolo: in esso dimorano la malattia,


la fame orrenda e perversa consigliera, la miseria, le vane allegrie, la
guerra, le furie, la discordia con la sua capigliatura di vipere, il dolore
e il sonno della coscienza.

Lì Enea incontrò gli sciocchi sogni della gente; lì vide creature così
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

orribili come Briareo, il gigante dalle cento braccia, l'idra di Lerna che
Ercole uccise tagliandole con maestria le sue molteplici teste, la
Chimera delle genti, le Gorgoni, le Arpie (streghe) ecc.

Dall'Orco parte la rotta misteriosa che conduce le anime perse fino al


Tartaro (mondi Inferni). Enea e la Sibilla, seduti sulla barca di
Caronte, navigano fra le acque dell'Acheronte e arrivano sull'altra
sponda.

Nell'Averno Enea incontrò Cerbero, il demonio della Lussuria,


Minosse l'inesorabile giudice e vide il lugubre ruscello che serpeggia
nove volte nella nona sfera e le terribili acque dello Stige.

Nell'Averno, il pietoso Enea incontrò Didone la regina che lo amò e


poté anche abbracciare il suo defunto padre.
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Capitolo 25
RUNE DORN E TORN

Appena qualche giorno fa, mi capitò di visitare nuovamente il Tempio


di Chapultepec a Città del Messico.

Una certa sorella si prostrò umilmente davanti alle porte del tempio
implorando l'entrata; le suppliche sincere sono sempre ascoltate.

La Maestra Litelantes ed io entrammo dietro quella supplicante;


francamente non posso negare che, pieno di profonda venerazione e
devozione, avanzando in ginocchio come fanno molti penitenti,
salendo così, lentamente, per ciascun gradino del santuario.

Litelantes entrò molto allegra, giocherellando un poco; dovetti


diventare un po' severo, lei si sorprese del mio atteggiamento. Uno
volta nel tempio sono diverso; dovetti dirle.

L'opportunità delle porte aperte fu raccolta da un gruppo di persone


lunari, povera gente.

Litelantes e la mia insignificante persona che nulla vale, ci sentivamo


tanto diversi da tutte quelle persone vestite con brandelli lunari... In
verità come sono differenti i corpi solari!

Sorprendente fu allora il odo in cui avanzò il gruppo lunare, senza


venerazione, senza rispetto.
Tuttavia, potei comprendere chiaramente e con intera lucidità che
avrei dovuto guardare quel gruppo con simpatia, perché era gente
scelta e con molti meriti.

Sfortunatamente non era ora di riunione, il modo in cui entrarono


quegli individui non era neppure molto ordinato.

Il Maestro Superiore del tempio li sgridò severamente e li cacciò


perfino dal tempio; cantò in un linguaggio così delizioso... e tutti
dovettero ritirarsi.

Io sono rimasto a riflettere su tutto questo. L'amore del Cristo è


MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

formidabile; questo gruppo lunare è molto sincero, i poveretti non


sono arrivati alla Nascita Seconda, ma meritano che li si aiuti e il
Signore li cura e li coltiva come se fossero delicati fiorellini di serra,
alla fine saranno date loro buona opportunità per lavorare nella Nona
Sfera.

Allora si, saranno dei disgraziati se falliranno nella difficile prova! La


discesa all'Averno, nella Nona Sfera, fu fin dai tempi antichi la
massima prova per la suprema dignità dello Ierofante. Budda, Gesù,
Dante, Ermete, Krishna, Quetzalcoatl e via dicendo, dovettero
scendere nella dimora di Plutone.

Lì c'è l'antro dove ulula Cerbero, prodigio di terrore, che coni suoi
latrati, con le sue tre enormi teste schiacciate e il suo collo circondato
da serpenti riempie di spavento tutti i defunti.

In quella penosa profondità dimorano quelli che morirono ingannati


dal veleno della passione sessuale; Evadne, Pasifae, Laodamia e anche
la povera regina Didone, colei che prima aveva giurato fedeltà alle
ceneri di Sicheo.

Li vivono molti eroi dell'antica Troia: Glauco Medone, Tersiloco,


Polibete, Ideo tanto amato e tanto temuto.

Li stanno le terribili ombre di Agamennone e Aiace e di molti altri


achei che combatterono contro Troia; ebbri di luce e di sangue
fuggono e gridano tra quelle tenebre, rivivendo la vita come se
stessero ancora combattendo sulla pianura irrigata dal Sole.

Lì sta la sinistra città, cinta da triplici mura, da cui escono orribili


gemiti lamentosi e rumori di catene

Lì le tre furie( desiderio, mente e cattiva volontà) fustigano i colpevoli


con quelle fruste orribili che sibilano come lingue di vipere.

In quelle tenebrose regioni sommerse vivono anche i Titani dell'antica


Atlantide che tentarono di scalare il firmamento, di conquistare altri
mondi dello spazio infinito, senza aver raggiunto la vera santità.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Nel Tartaro vivono i fornicatori, gli adulteri, gli omosessuali, gli


assassini, gli ubriachi, gli avari, gli egoisti, i ladri , i truffatori, gli
iracondi, i violenti, gli avidi, gli invidiosi, gli orgogliosi, i vanitosi , i
pigri, i golosi , i fondatori di cattive dottrine, gli ipocriti farisei, i
traditori e i materialisti atei nemici dell'Eterno.

Immensa è, oh Dio, la moltitudine di delitti e seppure avessi cento


bocche, mille lingue e una voce di acciaio, non riuscirei ad enumerarli
tutti.

Scendete in quelle regioni; minerali della terra, in quel sottomondo, è


assai facile, ma tornare a salire, ritornare alla luce del Sole è
spaventosamente difficile, quasi impossibile.

Quando nacqui nel mondo causale, o diremo meglio nel mondo


parallelo della volontà cosciente, il panno sacro della Veronica
risplendette sull'altare del tempio.

Corrispondenti all'età del Bronzo, sulle rocce sono cesellate mille teste
con corone di spine.

Esistette un culto al Dio delle spine le quali, ben considerate ed


esaminate giudiziosamente, ci presentano con chiarezza la figura
simbolica della runa TORN

Nei sacri misteri del “Culto Spina” si davano pratiche speciali per
sviluppare la volontà cosciente.

DORN, spina, significa volontà ricordate fratelli gnostici che il nostro


lemma distintivo è Thelema.

Il divino volto coronato di spine significa thelema, ossia volontà


cosciente.
DORN è anche il fallo, il principio volitivo della magia sessuale
(Maithuna)
Bisogna accumulare intelligentemente, mediante il fallo, quest'energia
seminale che ad essere raffrenata e trasmutata si trasforma in thelema.,
volontà.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Armati con volontà d'acciaio ricorda, buon lettore, che senza la spina
che punge, che ferisce, non salta la scintilla, non germoglia la luce.

Solo con Thelema ( volontà Cristo) potremo ritornare dal Tartaro fino
alla luce del Sole. In verità vi dico, che la Volontà Cristo sa obbedire
al Padre, così nei cieli come in terra.

Fate attenzione alla cattiva volontà, quest'ultima in se stessa è la forza


di Satana, desiderio concentrato.

PRATICA:

In posizione militare d'attenti e con il viso rivolto ad oriente, collocate


il braccio destro in modo che la mano rimanga appoggiata sulla cinta o
sul fianco, descrivendo la forma di questa runa.

Cantate ora le sillabe mantriche:


TA,TE,TI,TO,TU,
(TAAAA...,TEEEEE...,TIIIII...,TOOOO...,TUUUUU...)
con il proposito di sviluppare il voi stessi la volontà Cristo.

Questo esercizio deve praticarsi tutti i giorni all'uscita del Sole.


MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Capitolo 26
L'IO

Voi che ascoltate con mistica pazienza l'arcano della notte misteriosa,
voi che avete compreso l'enigma che si nasconde in ciascun cuore, il
risuonare di una vettura lontana, un'eco vaga, un leggero suono in
lontananza.....ascoltatemi: negli istanti di profondo silenzio, quando
sorgono dal fondo della memoria le cose dimenticate, i tempi andati,
nell'ora dei morti, nell'ora del riposo, sappiate studiare a fondo questo
capitolo del Quinto Vangelo, non solo con la mente ma anche con il
cuore.

Come in una coppa d'oro, verso in queste righe i miei dolori di lontani
ricordi e sventurate amarezze, triste nostalgie della mia anima, ebbra
di fiori, dolore del mio cuore triste di feste.
Ma, cosa voglio dire? Anima mia! Ti lamenti per caso di tanti ieri con
vane lagnanze?

Puoi ancora cacciare l'odorosa rosa e il fiordaliso e ci sono mirti per la


tua pietosa testa grigia.

L'anima è piena di ricordi vani, crudele, immola ciò che rallegra l'ego,
come Zingua, regina d'Angola, lussuriosa nera.

Tu hai goduto in orribili baccanali, sciocchi piaceri nel tumulto


mondano e ora guai a te! Odi l'imprecazione terribile dell'Ecclesiaste.

Disgraziato te! Povero Ego! Il momento di passione ti affascina; ma


guarda come arriva il mercoledì delle ceneri: “MEMENTO,HOMO”

Perciò , le anime scelte vanno verso la montagna dell'iniziazione e si


spiegano Anacreaonte e Omar Kayan.

Il vecchio tempo rode tutto inclemente e va di fretta; sappiate vincerlo,


Cintia, Cloe e Cidalisa
In assenza dell'io e oltre il tempo, sperimentai ciò che è il reale,
quell'elemento che trasforma radicalmente.

Vivere il reale oltre la mente ! Sperimentare in modo diretto quello che


MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

non è del tempo è certamente qualcosa di impossibile da descrivere a


parole.

Ero in quello stato conosciuto nel mondo orientale come Nirvikalpa-


Samadhi.
Essendo un individuo ero passato oltre ogni individualità, per un
istante sentii che la goccia si perdeva nell'oceano che non ha rive,
mare di luce indescrivibile.... abisso senza fondo.... vuoto buddista
pieno di gloria e di felicità.

Come definire il vuoto illuminante? Come descrivere Ciò che sta oltre
il tempo?

Il Samadhi si fece molto profondo... l'assenza assoluta di io, la perdita


totale dell'individualità la spersonificazione ogni volta sempre più
radicale, mi causarono timore.

Si, timore! Temetti di perdere ciò che sono, la mia stessa particolarità,
i miei affetti umani! Com'è terribile l'annichilazione buddista!

Pieno di terrore e perfino di spavento, persi l'estasi, entrai nel tempo,


m'imbottigliai nell'io, caddi dentro la mente.

Allora, guai a me! Guai! Guai! Fu allora che compresi lo scherzo


pesante dell'ego; questo era colui che soffriva, temeva per la propria
vita, supplicava.

Satana, il me stesso, il mio caro ego, mi aveva fatto perdere il samadhi.


Che orrore ! Se lo avessi saputo prima...

Le persone che adorano tanto l'io, che o qualificano come divino,


sublime, certamente si sbagliano tanto. Povera umanità.

Allora, quando passai per quest'esperienza mistica, ero ancora molto


giovane ed essa (la notte , il firmamento) si chiamava Urania.

Ah folle gioventù, che gioca con le cose mondane e che in ciascuna


donna vede una ninfa greca, sebbene sia una rossa cortigiana.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Tempo ormai lontano! Ma, vedo ancora le zagare negli aranceti verdi
impregnati d'aromi o nelle vecchie fregate che arrivano da mari
lontani, o nel hicaco, o nelle folte piantagioni di mangrovie, sul tuo
volto adorato quel tempo, si affacciano come i primi dispiaceri e i
primi amori.

Compresi che avevo bisogno di dissolvere l'ego, di ridurlo in polvere


per avere diritto all'estasi.

Allora, Dio mio! Mi scontrai con tanti e tanti ieri; in verità l'io è un
libro dai molti tomi.

Come fu difficile per me la dissoluzione dell'io, ma l'ottenni.


Fuggendo dal male, molte volte entrai nel male e piansi.

Perché le vili invidie e lussurie, quando ritornano ritorcono, come


rettili, le loro pallide furie? Perché gli odi funesti degli ingrati? Perché
i lividi gesti dei Pilati?

Nel profondo degli uomini più casti vive il biblico Adamo, ebbro di
passione carnale, gustando con diletto il frutto proibito; ancora Frine
risorge nuda nell'Opera di Fidia.

Supplicai molto al cielo, dicendo: al Fauno che c'è in me, date scienza,
quella sapienza che fa tremare le ali all'Angelo; per la preghiera e la
penitenza, permettimi di porre in fuga le diavole malvage; dammi,
Signore, altri occhi, non questi che godono nel guardare la rotondità di
neve e labbra rosse; dammi un'altra bocca in cui rimangono impressi
per sempre gli ardenti carboni dell'asceta e non questa bocca di
Adamo, in cui i vini e i baci folli aumentano e moltiplicano
infinitamente le gole di bestia; dammi delle mani da flagellante e
penitente che fascino il dorso insanguinato e non queste mani
lussuriose di amante che accarezzano i pomi del peccato; dammi
sangue Cristico innocente e non questo che fa ardere le vene, vibrare i
nervi e scricchiolare le ossa; voglio restare libero dalla malvagità e
dall'inganno, morire in me stesso e sentire una mano affettuosa che mi
spinga nella grotta che accoglie sempre l'eremita.

E lavorando intensamente, fratelli miei , arrivai al regno della morte


MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

per la via dell'amore.

Ah! Se coloro che cercano l'illuminazione comprendessero veramente


che l'anima è imbottigliata nell'io...

Ah! Se costoro distruggessero l'io, se riducessero in polvere il caro


ego, allora l'anima rimarrebbe veramente libera, in estasi, nel samadhi
continuo; così sperimenterebbe direttamente ciò che è la verità.

Colui che vuole sperimentare il reale, deve eliminare gli elementi


soggettivi delle percezioni.

E' urgente sapere che tali elementi costituiscono le diverse entità che
formano l'io.

Dentro ciascuno di quegli elementi l'anima dorme profondamente.


Che dolore!
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Capitolo 27
LA CRUDELE MAGA CIRCE

Le antiche tradizioni del Lazio dicono: “Ed anche tu Caieta, ai nostri


lidi desti morendo imperitura fama, o nutrice di Enea: ed il nome tuo,
se questa è gloria, segna ancora il luogo che il tuo cenere copre in terra
ausonia. E poi che rese le rituali esequie ebbe il Troiano, ed innalzato
il tumulo, e quete si posaron l'onde interne, aprì le vele al vento e
lasciò il porto. Spirano lievi l'aure nella notte mentre nel ciel splende
la luna, tutto sotto il tremulo lume il mar scintilla. Radono quindi le
vicine coste della terra di Circe […]. Erano forme umane quelle un
giorno che la crudele Circe in ceffi e terghi di bestia tramutò con le
sue malie.”

Racconta la leggenda dei secoli che nettuno, signore del mare, dio
poderoso, favorevole ai troiani, si allontanò da quel luogo tenebroso
dove dimorava la spaventosa maga, mandando un vento propizio.

Ricordiamo il caso di Ulisse, l'astuto guerriero distruttore di roccaforti,


penetrò nella dimora di Circe.

Le vecchie scritture narrano che il guerriero si trova davanti alla porta


misteriosa, dove dimora la Dea dai bei capelli, bussò e lei lo invitò ad
entrare.

Ulisse stesso racconta la sua avventura nell'Odissea, dicendo:” Io la


seguii con il cuore pieno di Tristezza ed ella mi fece sedere su di una
poltrona con chiodi d'argento magnificamente lavorati. Sotto i miei
piedi avevo uno sgabello. A quel punto preparò una coppa d'oro il
beveraggio che stava per offrirmi, nel quale mescolò un incantesimo.
Dopo avermelo dato e mentre lo stavo bevendo, “Và ora al porcile e
stenditi al suolo con i tuoi compagni”. Questo disse, ma allora estrassi
dalla guaina la mia spada affilata e mi gettai sopra di lei, come per
ucciderla, ma lei, lanciando un grande urlo, si prostrò, abbracciò le
mie ginocchia e mi disse queste parole:” Chi sei tu fra gli uomini?
Qual è la tua città? Dove sono i tuoi genitori? Mi sorprende
straordinariamente che avendo bevuto quell'incantesimo non ti sia
trasformato,....”
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Circe trasformava gli uomini in maiali, ma questo forse è possibile?


Cosa dice la licantropia? Cosa dicono gli Dei Santi?

Abbiamo già parlato molto dei tre stati dell'Eterna Madre Spazio.
Esistono aspetti opposti per Deva-Matri? Cosa dice la scienza occulta?

Qualsiasi corpo che entra nella quarta dimensione può cambiare


forma, ma è necessario qualcosa di più. Cosa sarà?

Andiamo al punto, ai fatti. E' urgente comprendere a fondo che il terzo


aspetto della Madre Cosmica , chiamasi Ecate o Proserpina, ha sempre
la possibilità di sdoppiarsi in altri due aspetti di tipo opposto e fatale.

Definiamo, chiariamo: quei due aspetti negativi della Prakriti


costituiscono quella che si chiama Kali o Santa Maria.

L'Arcano 6 dei Tarocchi rappresenta le due polarità della Grande


Madre Spazio. Ricordiamo la virtù ed il vizio: la Vergine e la
Meretrice; Eva, la luna bianca e Lilith, la luna nera.

Ricordiamo le graziose spose di Shiva (il Terzo Logos): Parvati e Uma


-Kanya; le loro antitesi sono quelle donne sanguinarie e feroci, Durga
e Kali, quest'ultima è la reggente tenebrosa dell'attuale orribile età del
Kali Yuga.

Kali, come serpente tentatore dell'Eden, è l'abominevole organo


Kundartiguador del quale abbiamo parlato tanto nei nostri precedenti
Messaggi di Natale: e con il sinistro potere di tal organo fatale che gli
uomini si trasformano in maiali.

Che le abominevoli Arpie si trasformino in orripilanti e spaventosi


uccellacci, o che Apuleio muti in asino, o che i compagni di Ulisse in
maiali, non è certamente qualcosa di impossibile, quelli sono fenomeni
molto naturali della quarta dimensione, della quarta verticale o quarta
coordinata e si realizzano sempre con il potere tenebroso di Kali o
Circe.

A quei lettori che non hanno mai studiato i nostri precedenti messaggi
di Natale, potranno sembrare molto strane le nostre affermazioni,
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

tuttavia, in sintesi diremo, che quella tale Circe o Kali viene ad essere
in verità la forza fohatica cieca, l'Elettricità Sessuale Trascendente,
usata in modo maligno.

Se un'Arpia si mette con il suo organismo fisico nella quarta verticale


e poi si trasforma in un uccello del malaugurio, o in una bestia
qualsiasi, potete essere pienamente sicuri che ha basato tutto il suo
lavoro sul sinistro potere dell'Abominevole Organo Kundartiguador.

Avete sentito parlare della coda di Satana? Quello è il Fuoco Sessuale


proiettato dal coccige verso il basso, fino agli inferni atomici
dell'uomo.

Detta coda luciferina si trova controllata da un atomo maligno del


nemico segreto.

L'anatomia occulta insegna che tale demonio atomico si trova ubicato


nel centro magnetico del coccige.

Nell'abominevole organo Kundartiguador ( coda satanica) si trova


contenuto tutto il potere sinistro di kali, Circe o Santa Maria.

Gli adepti del tantrismo nero, Bonzi o Dugpa dal cappuccio rosso,
sviluppano in se stessi quella Forza Fohatica cieca del citato organo
malefico.

La licantropia, la scienza della metamorfosi commentata da Ovidio, è


sempre esistita e attualmente, sebbene appaia incredibile, in pieno XX
secolo, esistono ancora da qualche parte, in alcuni angoli del mondo le
moderne Circi.

Che se la ridano i bricconi, i pseudo-sapienti, i detentori di virtù.


Che cosa importa alla scienza e cosa a noi?

Nell'Istmo di Tehuantepec, in Messico, esistono abbondantemente la


licantropia e moderne Circi.

Conosciamo un caso concreto di un tipico dongiovanni e ubriacone,


un certo signore del tempo passato che ebbe il cattivo gusto d'avere
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

relazioni sessuali con una Circe ultramoderna della nuova ondata.

E' chiaro e in tutti modi risalta, che il dongiovanni pose tutto il cielo
stellato ai piedi dell'Arpia, dipingendole uccellini d'oro e facendole
promesse formidabili. “Se non compi la tua promessa, ti trasformerò in
un asino”, commentò scaltramente la bellezza diabolica. L'amante rise
allora di quella che gli sembrava una semplice burla.

Passarono i giorni e le settimane senza che il dongiovanni di rione


pensasse remotamente di dare compimento alle romantiche promesse.
Ma, qualcosa di insolito succede: una notte qualsiasi non è ritornato
nel suo appartamento; il compagno di stanza pensò che forse il
dongiovanni era impegnato da qualche parte in una nuova avventura.

Ma l'assenza si prolunga molto... passano varie notti e niente: alla fine,


preoccupato, vede che invece del dongiovanni si presenta un asino che
vuole insistentemente entrare nell'appartamento.

Il buon amico esce in strada in cerca del dongiovanni, interroga la


bella Circe, verifica e lei gli dice:” il tuo amico cammina qui intorno,
guardalo” e indica l'asino.

La sghignazzata, il sarcasmo malizioso, la risata rumorosa della sua


amica, (altra diavola bellissima), fu qualcosa di definitivo e l'amico
comprese tutto. Più tardi alcune persone gli consigliarono di
allontanarsi da quel luogo, prima che fosse troppo tardi.

La cosa migliore che fece il povero uomo fu di ritornare alla capitale


del Messico.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Capitolo 28
RUNA OS

E' urgente, indispensabile ed improrogabile, che in questo Messaggio


di Natale 1968-1969, studiamo a fondo il problema della
trasmutazione sessuale per celibi.

Costantemente arrivano a questa sede patriarcale del movimento


Gnostico innumerevoli lettere di molti fratelli che soffrono di
polluzioni notturne.

Certamente le polluzioni notturne sono schifose, immonde,


abominevoli; noi rispondiamo sempre prescrivendo la Magia Sessuale,
il Maithuna, contro tali stati soggettivi.

Ma, dobbiamo chiarire le cose. Certamente, mentre siamo ben vivi,


ossia, mentre l'ego esiste nelle quarantanove regioni del subconscio, i
sogni erotici continueranno inevitabilmente.

Tuttavia, facendo luce nelle tenebre, dobbiamo affermare con enfasi


che il Maithuna stabilisce, di fatto, il fondamento adeguato per evitare
le polluzioni notturne, sebbene tali sogni pornografici continuino.

Succede che con il Sahaja Maithuna (sesso-yoga) il chela (discepolo)


si abitua tanto a raffrenare l'impulso sessuale, che quando in realtà si
produce il sogno erotico, la mente raffrena per istinto e così evita ciò
che si chiama polluzione, la perdita lamentevole del liquido vitale.

E' chiaro, certo, evidente che tale ricetta serve quando esiste continuità
di propositi, si richiede tenacità, pratia quotidiana, anno dopo anno,
con intensità.

Disgraziatamente tale formula, serve solo quando si ha una moglie, ma


i celibi, quelli che non hanno moglie, allora cosa facciamo?

Proprio lì è dove sta il problema, certamente molto grave, è necessario


trovare moglie se veramente si vuole usare la ricetta.

Passiamo ora ad un'altra cosa simile, voglio riferirmi alla


MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

trasmutazione per celibi.

Sarebbe lamentevole che i celibi non potessero utilizzare l'energia


sessuale in alcun modo, anche loro hanno bisogno di progredire.
Come? Andiamo quindi al punto, ai fatti.

Non voglio dire con questo che i celibi possono autorealizzarsi a


fondo, no; è chiaro che senza il Maithuna è più che impossibile
arrivare al tanto anelato adeptato, però, si, si può e si deve utilizzare
l'energia creatrice per risvegliare la Coscienza.

Tutto si riduce a conoscere la tecnica ed è proprio a questo che è


dedicato il presente capitolo.

Entriamo ora pienamente nel terreno della runa OS.

Questa runa vibra intensamente con la Costellazione dello Scorpione,


ciò è molto importante perché quel corteggio di stelle si trova
intimamente collegato con gli organi sessuali.

Questa è la stessa runa OLIN del Messico azteca ed è esotericamente


collegata con la famosa runa SPINA.

OLIN, in azteco, è il segno mistico del dio del vento, il signore del
movimento; Ehecatl, quell'angelo che intervenne nella resurrezione di
Gesù trasmettendo prana, vita nel gran corpo del Gran Kabir ed
esclamando: “Gesù, alzati dalla tomba con il tuo corpo”.

Io conosco personalmente Ehecatl, il dio del vento; è certamente un


deva straordinario, vive nel mondo della volontà cosciente. Vediamo,
quindi, l'intima relazione esoterica esistente tra le rune OS e SPINA
(movimento e volontà)

Benché molti sciocchi “super trascesi” dello pseudo esoterismo e dello


pseudo occultismo a buon mercato, ridano delle creature elementali
della natura, considerandole pura fantasia, sebbene motteggino e si
burlano di Paracelso e dei suoi elementali: gnomi, pigmei, silfi,
salamandre ecc., questi sono esistiti, esistono e continueranno ad
esistere eternamente.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Ehecatl e certamente un Guru-Deva e ha potere sui silfi dell'aria e


allora ? Questo non piace ai tonti, ai mentecatti, agli stupidi e agli
sciocchi? Ridono degli elementali? Si burlano di noi? Francamente
quello non c'importa né ci molesta, colui che ride di ciò ignora e sulla
buona strada per essere idiota.

Quella sfinge millenaria, nella sacra terra dei Faraoni, corrisponde alla
sfinge elementale della natura, quel misterioso istruttore del Santo
Collegio Devico.
La sfinge elementale del vecchio Egitto, tanto intima mentre collegata
alla misteriosa sfinge di pietra, venne a me quando nacqui nel mondo
della Volontà Cosciente.

Aveva i piedi pieni di fango, allora esclamai:” I tuoi piedi sono pieni
di fango!” é chiaro, compresi tutto: in questa nera età governata dalla
dea Kali, tutto è stato profanato e nessuno vuole sapere niente del
Sacro Collegio della Sfinge.

Quando, pieno di amore la volli baciare, ella mi disse:” Baciami con


purezza”; così feci e la baciai sulla guancia; poi ritorno sul punto di
partenza, la sacra terra dei Faraoni.

Tutti i fratelli gnostici vorrebbero fare lo stesso, parlare faccia a faccia


con la sfinge elementale della natura, dialogare con i deva, camminare
con Ehecatl, ma prima è necessario risvegliare la Coscienza, aprire la
porta, supplicare con insistenza, porre in gioco la volontà.

Si osservino attentamente i due segni grafici della runa OS; così come
la runa FA ha le braccia verso l'alto, la runa OLIN le tiene verso il
basso e questo è profondamente significativo.

Durante le pratiche esoteriche bisogna alternare successivamente,


ponendo le braccia, ora nella prima posizione verso il basso, ora nella
seconda posizione delle braccia poste sulla cintura come nella runa
DORN o TORN. Ripeto: si esaminino attentamente i due segni grafici
della runa OS.

Durante queste pratiche di tipo runico si combinino movimento e


respirazione in modo armonioso e ritmico. S'inali il prana dal naso e si
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

esali dalla bocca, insieme al mistico suono TORN, allungando la


pronuncia di ciascuna lettera:
TOOOOORRRRRRRNNNNNNNNNNN...
Inalando, immaginate le forze sessuali che salgono, ascendono alle
ghiandole sessuali, attraverso quei due cordoni nervosi simpatici
conosciuti in India con i nomi di Ida e Pingala. Tali nervi o tubi
arrivano fino al cervello e continuano fino al cuore per mezzo di altri
canali, tra i quali c’è l'Amrita Nadi.
Esalando, immaginate che le energie sessuali entrino nel cuore,
penetrando più a fondo e arrivando fino alla Coscienza per
risvegliarla.

Colpite con forza sulla Coscienza, con Thelema (Volontà) combinando


così le rune : SPINA e MOVIMENTO.

Dopo pregate e meditate. Supplicate il Padre che è in segreto,


pregatelo di risvegliarvi la Coscienza.

Supplicate la vostra Divina Madre Kundalini, richiedetele con infinito


amore che elevi, che faccia arrivare le vostre energie sessuali fino al
cuore e anche oltre fino al fondo profondo della vostra Coscienza.

Amate e pregate; meditate e supplicate. Abbiate fede quanto un


granello di senape e muoverete le montagne. Ricordate che il dubbio è
il principio dell'ignoranza.

“Chiedete e vi sarà dato; bussate e vi sarà aperto”.


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Capitolo 29
ORIGINE DELL'IO PLURALIZZATO

“la mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato”.


Ascoltatemi, studiate a fondo con la mente e con il cuore questo
rivoluzionario capitolo del Messaggio di Natale 1968-1969.

Gli Elohim (Dei Santi) produssero da se stessi (per modificazione)


l'uomo a loro immagine; loro la crearono (l'umanità collettiva o
Adamo), uomo e donna, Egli (la deità collettiva) li creò.

La razza Protoplasmatica dell'Isola Sacra ubicata nel settentrione fu in


verità la loro prima produzione, una tremenda modificazione da e per
se stesse, della pura esistenze spirituali: ecco qui l'Adamo Solus.

Da quella primigenia razza POLARE provenne la seconda razza,


Adamo-Eva o Jod-Heva, la gente Iperborea, androgini inattivi.
Dagli iperborei provenne, sempre per modificazione, la terza razza, la
gente Lemure, l'ermafrodita separatore Caino e Abele che visse nel
gigantesco continente Mu o Lemuria, come si chiamò più tardi e che
era situato nell'Oceano pacifico.

Questa terza razza, l'ultima semi-spirituale, fu anche il veicolo finale


dell'esoterismo innato istintivo, puro, virgineo, ingenito degli Enoch,
gli illuminati di quella umanità.

L'ermafrodita separatore Caino e Abele produsse la quarta razza, Seth-


Enos, che visse nel continente Atlantideo situato nell'Oceano
Atlantico.

Dalla gente atlantidea proviene la quinta razza Ariana che dimora


perversa nei cinque continenti del mondo.

Ciascuna delle quattro razze precedenti perì mediante giganteschi


cataclismi e la nostra quinta razza non sarà un'eccezione. Ci hanno
assicurato che nel remoto futuro esisteranno, sulla faccia della terra,
altre due razze ed è ovvio che ognuna di loro avrà il loro scenario.

L'unità bisessuale primitiva della terza razza-radice è un assioma della


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sapienza antica.

I suoi individui vergini si elevarono al rango di Dei perché quelle


genti rappresentavano, di fatto, la loro divina dinastia.

La separazione in sessi opposti si realizzò certamente durante varie


migliaia d'anni e fu un fatto consumato la fine della terza razza
Lemure.

Parliamo ora dell'Eden, di quelle terre jinas paradisiache alle quali


avevano accesso continuo gli individui sacri della Lemuria, in quei
tempi in cui i fiumi di acqua pura di vita emanavano latte e miele.

Quella era l'epoca dei Titani, allora non esisteva né il mio né il tuo e
ognuno poteva cogliere dell'albero del vicino senza timore alcuno.
Quella era l'epoca dell'Arcadia, in cui si rendeva culto agli Dei del
fuoco, dell'aria, dell'acqua e della terra.

Quella era dell'oro, quando la lira non era ancora caduta sul pavimento
del Tempio, ridotta in pezzi.

Allora solo si parlava nell'orto purissimo della divina lingua cosmica,


che come un fiume d'oro scorre sotto la folta selva del sole.

In quell'antica età, la gente era molto ingenua e semplice e siccome


non era ancora nato l'io pluralizzato si rendeva culto agli Dei del mais
tenero e alle creature ineffabili dei fiumi e dei boschi.

Io conobbi la razza Lemure ermafrodita. Mi vengono alla memoria in


questi istanti quei terribili vulcani in costante eruzione; che tempi!
Tutti noi, gli iniziati, usavamo, normalmente una certa veste
sacerdotale molto comune; quelle tuniche sacre e venerate risaltavano
splendide con i colori: bianco e nero che simboleggiavano la lotta
tremenda fra lo spirito e la materia.

Quei giganti lemuri erano degni di essere ammirati e guardati con le


loro nobili vesti e quei sandali che ostentavano grandi nappe.

Nell’intraciglio di quei colossi risaltava la ghiandola pituitaria,


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il sesto senso, porta luce e paggio della ghiandola pineale.

All'epoca, la vita di qualsiasi individuo durava mediamente dai dodici


ai quindici secoli.

S'innalzavano gigantesche città protette con enormi pietre formate con


la lava dei vulcani.

Conobbi anche gli ultimi tempi della terza razza e vissi in quell'epoca
citata dalla Genesi, quell'antica età in cui Adamo ed Eva furono
cacciati dall'eden.

In quei tempi l'umanità si era divisa in sessi opposti; l'atto sessuale era
allora un sacramento che si poteva realizzare solo dentro ai templi.

In determinate epoche lunari, le tribù lemuri compivano lunghi viaggi,


uscivano in peregrinazioni dirette ai luoghi sacri, e on il proposito di
moltiplicare la specie (ricordiamo i viaggi della luna di miele).
I lemuri erano tutti figli della volontà e dello yoga; nella copula si
usava solo il Maithuna, nessuno commetteva l'errore di eiaculare
l'entità del seme.

La semenza passa sempre alla matrice senza necessità di spargere il


seme, le molteplici combinazioni della sostanza infinita sono
meravigliose.

I monarchi, re e regine si univano sessualmente davanti allo stesso


altare del tempio, le moltitudini realizzavano la copula dentro il sacro
recinto e nei patii di pietra pieni di misteriosi geroglifici.

Gli Dei santi dirigevano sapientemente quelle mistiche cerimonie


indispensabili per la riproduzione della specie umana; allora nessuno
pensava a porcherie perché non era ancora nato l'io pluralizzato.

Io vivevo in campagna con la mia tribù, lontano dalle murate città


ciclopiche, abitavamo in una grande capanna, accampamento o
capanno. Ricordo con intera chiarezza, che vicino alla nostra recintata
residenza con il tetto di palma c'era una caserma, i guerrieri della tribù
si riunivano lì.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Successe che una certa notte, tutti noi, affascinati da uno strano potere
luciferico, decidemmo di compiere l'atto sessuale fuori dal tempio;
ciascuna coppia si consegnò alla lussuria.
Di mattina molto presto e come se niente fosse successo, avemmo la
sfacciataggine, la sfrontatezza, l'insolenza e la baldanza di presentarci
al tempio come sempre; allora successe qualcosa di insolito, di
terribile.

Tutti vedemmo un Dio di giustizia, un grande Maestro, vestito con


chiari e immacolati abiti sacerdotali che minacciandoci con una spada
incendiata che si agitava da tutti i lati, ci disse: “Fuori, indegni!”, è
chiaro che allora fuggimmo terrorizzati.

E' ovvio che quest'avvenimento si ripeté in tutti gli angoli dell'enorme


continente Mu, fu così che l'umanità, Adamo-Eva fu cacciata dal
giardino dell'Eden.

Dopo tale avvenimento, registrato in tutte le Genesi religiose,


successero epiloghi orribili: milioni di creature umane, mescolando
magia e fornicazione, svilupparono l'abominevole organo
Kundartiguador.

E' opportuno citare qui Kalayoni, il re dei serpenti, il mago nero,


guardiano del tempio di Kali, l'antitesi fatale dell'Eterna Madre
Spazio.

Krishna vide uscire, al magico scongiuro di Kalayoni, un lungo rettile


azzurro-verdastro. Il serpente fatale raddrizzò lentamente il corpo,
rizzò la sua rossiccia criniera e i suoi occhi penetranti folgorano
spaventosi! Sulla sua testa di mostro dalle conchiglie rilucenti.
“O l'adori o perisci!” Gli disse il mago nero. Il serpente morì tra le
mani di Krishna.

Quando Krishna diede la morte al gran serpente guardiano del tempio


di Kali, la dea del desiderio, madre di Cupido, fece abluzioni e
preghiere per un mese sulle rive del Gange.

Quella vipera di Kali è il serpente tentatore dell'eden, l'orribile biscia


Pitone che strisciava nel fango della terra e che Apollo irritato ferì con
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

i suoi dardi.

E' indispensabile comprendere che tale sinistra biscia è senza dubbi la


coda di Satana, l'abominevole organo Kundartiguador.

Quando gli Dei intervennero eliminando dalla specie umana il citato


organo fatale, rimasero nei cinque cilindri della macchina (intelletto,
emozione, movimento, istinto e sesso) le pessime conseguenze della
coda di Satana.

E' ovvio che le suddette cattive conseguenze dell'abominevole organo


Kundartiguador, costituiscono quello che si chiama ego, io
pluralizzato, me stesso; tenebroso insieme di entità perverse che
personificano tutti i nostri difetti psicologici.

L'io pluralizzato è quindi, il fohat lunare negativo luciferico,


granulato. La cristallizzazione fohatica satanica costituisce ciò che si
chiama ego.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Capitolo 30
LE TRE FURIE

Parliamo ora delle tre furie che, con tutti i loro veleni gorgoniani, sono
sempre circondate da idre verdastre e hanno per capelli piccoli
serpenti e ceraste che cingono le loro orribili tempie.

Ascoltate M.M.: sappiate una volta per sempre, che questi sono i tre
traditori di Hiram Abif.

Quella di sinistra è Megera, sempre spaventosa e orribile; quella che


piange a destra, è Aletto, nel cui cuore si nascondono: la discordia, le
frodi che producono il disordine e le malvagità che portano via la
pace; quella in mezzo è Tisifone.

Le furie si lacerano il petto con le loro ripugnanti unghie, si


colpiscono sempre con le mani e lanciano forti esclamazioni dicendo:”
Vegna Medusa: s'il farem di smalto... mal non vengiamo in Teseo
l'assalto”.

Ricordate fratelli gnostici Mara, il dio dei cinque desideri, fattore di


morte e nemico della verità.

Chi lo accompagna sempre? Non sono per caso le sue tre figlie, le
orribili furie? Quelle tentatrici con tutte le loro legioni tenebrose che
assalirono il Budda?

Possono per caso mancare Giuda, Caifa, Pilato nel Dramma Cosmico?
Dante incontra nel nono cerchio nell'Inferno Giuda, Bruto e Cassio.

Giuda ha la testa dentro la bocca di Lucifero e agita le gambe fuori da


essa.

Colui che ha la esta pendente verso il basso dalla seconda bocca


luciferica è Bruto che si ritorce senza dire una parola.
Il terzo traditore è Cassio, che sebbene appaia molto membruto è nel
fondo molto debole.

I tre aspetti di Giuda , le tre furie, sono il demonio del desiderio,


MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

il demonio della mente ed il demonio della cattiva volontà; i tre


upadhis, principi, le fondamenta lunari dentro a ciascun essere umano.

Pensiamo alle tre presenze del guardiano sulla soglia all'interno di


ogni persona.

L'Apocalisse dice:” Poi dalla bocca del drago e dalla bocca della
bestia e dalla bocca del falso profeta vidi uscire tre spiriti immondi,
simili a rane: sono, infatti, spiriti di demoni che operano prodigi e
vanno a radunare tutti i re della terra per la guerra del gran giorno di
Dio Onnipotente.”

Chi è il Drago? Quella Bestia? Quel falso profeta? Ditemi Dei. Dove
sta?

Se capiamo che Mara, Lucifero, è la forza fohatica cieca


dell'abominevole organo Kundartiguador, il fuoco sessuale negativo,
padre delle tre furie, non ci sbagliamo.
Quel vile verme che attraversa il cuore nel mondo è la radice l'io
pluralizzato, il fondamento delle tre furie.

Lucifero-Mara, il tentatore, con tutta quella legione di io-diavoli che


ciascun mortale porta dentro, è l'origine dei tre dolori: vecchiaia,
malattia e morte.

Ah! se l'aspetto negativo della Dea Giunone non fosse intervenuto nel
Lazio, invocando Aletto, la più detestabile delle tre furie, il
matrimonio di Enea, l'inclito uomo troiano, con la figlia del buon re
Latino, non sarebbe stato preceduto da una spaventosa guerra.

“Oh figlia della Notte, - diceva Giunone,- alzati, per me, ora
intraprendi, o vergine; perché non cada il nome e l'onore mio, né con
le nozze possano i troiani circuire Latino, e dell'Italia prendere il suol.

Tu puoi fratelli unanimi l'un contro l'altro armare; puoi con l'Odio
sconvolgere le case; sai le sferze e le funeree fumiganti fiaccole nelle
case degli uomini avventare! Mille pretesti hai tu, mille di nuocere
insidiosi modi. Scuoti or dunque il tuo fecondo seno e, rotti i patti,
della guerra dovunque i semi spargi! Armi gridando i giovani
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

domandino, e armi tosto, e guerra abbian per mano!”.

Ah, Dio mio! Che dolore! Si presenta la spaventosa furia della mente
nelle regie stanze della regina Amata, suscitandole idee di proteste e di
ribellione contro la volontà del re Latino.

Sotto la perfida influenza di Aletto, la regina, disperata, esce dal


palazzo, corre per le montagne italiche, salta e danza come una
baccante, sembra una Menade furiosa, mossa come folle dall'impeto di
Bacco.

Lei, la sovrana indignata, protesta davanti al Monarca, non vuole fare


la volontà del signore, difende Turno, giovane pretendente greco,
figlio di quel popolo che in precedenza assalì le mura invitte di Troia.
La regina teme che Enea fugga con sua figlia lontano dal Lazio, sente
il dolore di perderla, piange.

E non termina lì il lavoro di Aletto, la regina adesso si trasporta alla


dimora del valente Turno, assume la forma di una vecchia dalla lingua
viperina, parla, gli racconta tutto ciò che sta succedendo nel palazzo
del re, insinuante e malefica risveglia le gelosie del giovane.

Poi viene la guerra; combatte il giovane per la sua dama, la bella


Lavinia, la splendida figlia del buon re Latino.

Il monarca non vorrebbe la guerra, nemmeno fu lui in persona che aprì


le porte del tempio di Giano (I.A.O.), il Dio Bifronte, le aprì per lui la
sua gente irritata.

In quel tempio di Giano si conservava segreta la dottrina di Saturno, la


rivelazione primitiva, originale, dei Jinas e si apriva solo in tempo di
guerra.

Fu così che si accese la guerra con i Rutuli. Quando la ripugnante


Aletto terminò il suo lavoro, penetrò nelle viscere dello spaventoso
abisso attraverso la bocca di un vulcano spento, che eruttava di tanto
in tanto i fetidi vapori della morte e, in poco tempo, arrivò alla sinistra
riva che circonda le acque di Cocito.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Turno morì, quale nuovo Achille, per mano di Enea e questo si sposò
sempre con Lavinia, la figlia del re Latino.

Tuttavia o Dio! Aletto come sempre accende dovunque focolai di


discordia e milioni di esseri si lanciano alla guerra.

Ah! Se la gente comprendesse che ciascuno porta Aletto dentro se


stesso.
Disgraziatamente, le creature umane dormono profondamente; non
comprendono nulla.
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Capitolo 31
RUNA RITA

In questi istanti mi vengono alla memoria scene di una mia passata


reincarnazione nel Medioevo.

Vivevo in Austria in accordo ai costumi dell'epoca; non posso negare


che ero menbro di un'illustre famiglia dell'antica aristocrazia.

A quell'epoca la mia gente, la mia stirpe, si pavoneggiava molto per il


fatto di essere di sangue blù, con complicati ascendenti e insigni
lignaggi.

Addirittura mi è difficile confessarlo ma, e questo è il fatto grave,


anch'io ero invischiato in quella bottiglia di pregiudizi sociali; cose
dell'epoca!

Un giorno qualsiasi, non importa quale, una mia sorella si innamorò di


un uomo molto povero ed è chiaro, questo fu lo scandalo del secolo; le
dame della nobiltà ed i loro sciocchi cavalieri, zerbinotti, azzimati,
damerini e cicisbei, scorticarono vivo il prossimo, schernendo
l'infelice.

Affermarono che lei aveva macchiato l'onore della famiglia, che


avrebbe potuto sposarsi meglio e vi dicendo.

La poveretta non tardò a rimanere vedova e come risultato de suo


amore, è chiaro, le restò un bambino.

Se avesse voluto tornare al seno della famiglia? Tuttavia, questo non


era possibile, lei conosceva anche troppo la lingua viperina delle dame
eleganti, i loro fastidiosi contrappunti, i loro sgarbi e preferì la vita
indipendente.

Che io aiutai la vedova? Sarebbe assurdo negarlo. Che m'impietosii di


mio nipote? Quello fu vero. Disgraziatamente ci sono volte in cui per
non mancare di pietà, uno può diventare spietato.

Quello fu il mio caso. Impietosito dal bambino lo rinchiusi in un


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collegio ( con la scusa di fargli ricevere robusta, energica e vigorosa


educazione). Senza che me ne importasse un fico secco dei sentimenti
di sua madre e commisi perfino l'errore di proibire alla sofferente
donna di visitare suo figlio; pensavo che così il mio nipotino non
avrebbe ricevuto danni di nessuna specie e più tardi sarebbe potuto
diventare qualcuno, arrivare ad essere un gran signore e così via.

Il cammino che conduce all'abisso è lastricato di buone intenzioni.


Vero? E' così.

Quante volte volendo fare il bene, si fa il male! Le mie intenzioni


erano buone, però il procedimento era sbagliato; tuttavia io credevo
fermamente di stare facendo la cosa corretta.

Mia sorella soffriva troppo per l'assenza di suo figlio, non poteva
vederlo in collegio, le era proibito.

In tutti i modi risulta che ci fu da parte mia, amore per mio nipote e
crudeltà per mia sorella, tuttavia credevo che aiutando il figlio avrei
aiutato anche la madre.
Fortunatamente dentro ognuno di noi, in quelle regioni intime dove
manca l'amore sorge, come per incanto, il poliziotto del karma, il
Kaom.
Non è possibile fuggire dagli agenti del Karma, dentro ciascuno di noi
c'è il poliziotto che inevitabilmente ci conduce davanti ai tribunali.

Sono ormai passati molti secoli da quell'epoca e tutti noi, personaggi


di quel dramma, siamo invecchiati e morti.

Tuttavia la legge di ricorrenza è terribile e tutto si ripete, così com'è


successo aumentato dalle sue conseguenze.

XX secolo. Noi, attori di quella scena, ci siamo incontrati tutti. Tutto è


stato ripetuto in un certo modo, però è chiaro, con le sue conseguenze.
Questa volta ho dovuto essere io il ripudiato dalla famiglia; così è la
legge. Mia sorella si trovò di nuovo con suo marito; a me non dispiace
di essermi riunito con la mia antica sposa sacerdotessa, conosciuta con
il nome di Litelantes.
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Il nipote tanto amato e discusso, rinacque questa volta in un corpo


femminile, è una bambina molto bella, il suo volto sembra una notte
deliziosa e nei suoi occhi risplendono le stelle.

In un tempo qualsiasi, non importa la data, vivevamo vicino al mare,


la bambina (l'antico nipote), non poteva giocare, era gravemente
ammalata, aveva una infezione intestinale.

Il caso era molto delicato. Vari bambini della sua età a quell'epoca
morirono per la stessa causa. Perché mia figlia avrebbe dovuto essere
un'eccezione?

I numerosi rimedi che le si applicarono, furono francamente inutili; sul


suo volto infantile già cominciava a designarsi con orrore quel profilo
inconfondibile della morte.

Sotto tutti i punti di vista risaltava il fallimento, il caso era perso e a


me non restava altro rimedio che visitare il Dragone della Legge,
questo genio terribile del Karma, il cui nome è Anubis.

Fortunatamente, grazie a Dio! Litelantes ed io sappiamo viaggiare


coscientemente e positivamente in corpo astrale.

Così, dunque, presentarci insieme al palazzo del Grande Arconte,


nell'universo parallelo della quinta dimensione, non era per noi un
problema.

Quel tempio del karma è impressionante, maestoso, grandioso.

Lì c'era il Gerarca, seduto sul suo trono, imponente, terribilmente


divino; chiunque si spaventerebbe a vederlo officiare con quella
maschera sacra di sciacallo, così come appare in molti bassorilievi
dell'antico Egitto faraonico.

Alla fine mi diede l'opportunità di parlargli ed è chiaro che non me la


lasciai scappare tanto facilmente: “Tu hai un debito con me” gli dissi.
“Quale?” Mi rispose come stupefatto.

Allora, pienamente soddisfatto gli presentai un uomo che in un altro


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tempo fu un perverso demonio; mi riferivo ad Astarte il grande duca.

“Questo era un figlio perso per il Padre”- continuai dicendogli- e


tuttavia lo salvai, gli mostrai il sentiero della luce, lo tirai fuori dalla
Loggia Nera, ora, è un discepolo della Confraternita Bianca e tu non
mi hai pagato quel debito.”

Il fatto è che quella bambina sarebbe dovuta morire in accordo alla


legge e che la sua anima avrebbe dovuto penetrare nel ventre di mia
sorella, per formarsi un nuovo corpo fisico. Così lo compresi e per ciò
aggiunsi: “Chiedo che Astarte vada nel ventre di mia sorella, invece
dell'anima di mia figlia”.

La risposta solenne del Gerarca fu definitiva: “Concesso, che Astarte


vada nel ventre di tua sorella e che tua figlia sia guarita.”

E' inutile affermare che quella bambina ( il mio antico nipote) guarì
miracolosamente e che mia sorella concepì un figlio maschio.

Avevo con cosa pagare quel debito, contavo con un capitale cosmico.
La legge del karma, non è una meccanica cieca come suppongono
molti pseudo-esoteristi e pseudo-occultisti.

Da come stavano le cose, risulta evidente e facile comprendere che


con la possibile morte di mia figlia, avrei dovuto sentire lo stesso
dolore del distacco, quell'amarezza che in epoche antiche, sentì mia
sorella per la perdita di suo figlio.

Così mediante la Grande Legge il danno sarebbe stato compensato, si


sarebbero ripetute scene simili, però questa volta la vittima sarei stato
io stesso.

Fortunatamente il karma è negoziabile; non è quella meccanica cieca


degli astrologi e dei chiromanti da baraccone.

Avevo capitale cosmico e pagai quel vecchio debito; così, grazie a


Dio, mi fu possibile evitare l'amarezza che mi aspettava.

Quando le persone comprenderanno tutti i misteri della runa RITA?


MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Certamente questa è la runa della Legge.

RITA viene a ricordarci le parole: ragione, ruota, religione, right ( in


inglese: giusto, equanime).

Il diritto romano ha come simboli della giustizia, la bilancia e la spada.

Non è, quindi, strano che nel palazzo di Anubis, il Grande Arconte


della legge, si vedano dovunque bilance e spade.

Il Grande Giudice è assistito nel suo lavoro dai quarantadue Giudici


della Legge.

Non mancano mai davanti ai Tribunali del Karma illustri avvocati


della Gran Legge che ci difendono quando abbiamo capitale cosmico
sufficiente, per cancellare i nostri debiti.

E' anche possibile conseguire crediti con i Signori della Legge o


Archivisti del Destino, però bisogna pagarli con buone opere
lavorando per l'umanità, o a base di supremo dolore.

Non si paga Karma solo per il male che si fa, ma anche per il bene che
potendosi fare, non si fa.
I mantra fondamentali della runa RITA sono:

RA...RE...RI...RO....RU...

Nella runa F, abbiamo alzato le braccia. Nella U abbiamo aperto le


ginocchia. Nella D, abbiamo posto una mano sulla cintura. Nella O, le
gambe aperte e le mani sulla cintura. Nella presente runa RITA,
dobbiamo aprire una gamba e un braccio. Così in questa posizione i
nostri studenti gnostici vedranno che sono loro stessi le lettere runiche
così come si scrivono.

PRATICA:

La presente runa ha il potere di liberare il giudizio interno, Abbiamo


bisogno di trasformarci in dei giudici di Coscienza; è urgente
risvegliare la Buddhata, l'Anima.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

La presente runa ha il potere di risvegliare la Coscienza dei giudici.

Ricordiamo ciò che si chiama rimorso, certamente quella è la voce


accusatrice della Coscienza.

Coloro che non sentono mai il rimorso, in verità sono molto lontani
dal loro giudice interiore, in genere sono dei casi persi.

Gente così deve lavorare molto intensamente con la Runa RITA e


liberare il proprio giudizio interno.

Abbiamo urgente bisogno d'imparare ad essere guidati dalla voce del


silenzio, ossia, dal giudice intimo.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Capitolo 32
LA DIVINA MADRE KUNDALINI

Oh Musa! Ispirami, affinché il mio stile non sia sconveniente rispetto


alla natura dell'argomento.

Oh Divina Madre Deva Kundalini! Tu sei Venere, Signora mia, sei


Eva, Iside, Sophia Achamoth, Parvati, Uma Tonantzin, Rea , Cibele,
Maria o per meglio dire Ram-Io.

Oh Devi Kundalini! Tu sei Adi-Zakti, Rajni, Adonia, Insoberta,


Tripurusndari, Maha-Lakshmi, Maha-Saraswati.

Senza di te Madre adorabile, la manifestazione del prana sarebbe


qualcosa di più che impossibile, dell''elettricità, della forza magnetica,
della coesione molecolare e della gravitazione cosmica.

Tu sei la Madripadma, la Devi-matri, Aditi o Spazio Cosmico, la


Madre degli Dei.

Oh eterna Madre Spazio! Hai tre aspetti luminosi durante la


manifestazione cosmica e due antitesi.

Che mi ascoltino gli uomini! E' detto che ciascun vivente ha la propria
Devi Kundalini, la sua Divina Madre particolare.

Sarebbe assolutamente impossibile eliminare veramente l'ahamrita


bhava, la condizione egoica della nostra Coscienza, se commettessimo
il crimine di dimenticarci della nostra Divina Kundalini.

L'animale intellettuale erroneamente chiamato uomo, non è altro che


un composto di aggregati che presto o tardi devono ridursi in polvere
cosmica.

L'unica cosa eterna in noi è il Budda Intimo e in verità, questo si trova


oltre il corpo, la mente e gli affetti.

Eliminare gli aggregati vani e perituri è qualcosa di cardinale e


definitivo per risvegliare la Coscienza.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Tali aggregati sono certamente quelle entità o io tenebrosi che abitano


nei cinque centri della macchina.

Nei nostri scorsi Messaggi di Natale già spiegammo e dicemmo con


intera chiarezza che i cinque centri della macchina umana sono:
intelletto, emozione, movimento, istinto e sesso.

Concretizziamo: gli io-diavoli costituiscono l'ego (l'io pluralizzato) e


dentro ciascuno di loro dorme la Coscienza.

Eliminare quegli io, quelle entità, quegli aggregati che personificano i


nostri difetti, è vitale per risvegliare la Coscienza e conseguire l'Atman
Vidja, la completa illuminazione.

Comprensione di fondo, fare coscienza chiara del difetto che vogliamo


estirpare è fondamentale, però non è tutto; è necessario eliminare e
questo è possibile solo con l'aiuto della Kundalini.

La mente non può alterare fondamentalmente niente; l'unica cosa che


fa è classificare, nascondere i difetti, passarli ad altri livelli e via
dicendo.

Eliminare gli errori è un' altra cosa e sarebbe assolutamente


impossibile senza Devi Kundalini, il Serpente Igneo dei nostri magici
poteri.

Una notte qualsiasi, non importa il giorno né l'ora, viaggiando in corpo


astrale per l'universo parallelo della quinta dimensione, ebbro di una
certa voluttà spirituale, arrivai estasiato davanti alla soglia di quel
tempio meraviglioso dei due volte nati.

Il Guardiano dei Grandi Misteri, ieratico e terribile come sempre, stava


sulla porta e quando volli entrare successe qualcosa di insolito.

Guardandomi fissamente disse con voce severa :” Fra un gruppo di


fratelli che lavorarono nella Nona Sfera e che dopo aver lavorato in
quella regione si presentarono in questo tempio, tu sei il più avanzato,
ma ora sei bloccato nel progresso.”
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Quelle parole del Guardiano pronunciate con tanta severità sulla soglia
del Mistero, certamente mi lasciarono perplesso, confuso ed indeciso,
non mi restò altro che domandare:” Perché”

Il Gerarca rispondendo alla mia domanda disse:” Perché ti manca


amore”.
“Come?”- replicai- amo l'umanità, sto lavorando per tutti gli esseri
umani, non capisco ciò che mi dici, in che cosa consiste quella
mancanza di amore?”

“Ti sei dimenticato di tua madre, sei un figlio ingrato! “Spiegò il


Guardiano ed il modo in cui intonò tali parole oltre che dolore,
confesso, che mi produsse terrore.

“Ma non so dove sta, è da tempo che non la vedo”, dissi così credendo
che si riferisse alla mia genitrice terrena dalla quale mi sono dovuto
allontanare quando ancora ero molto giovane.”

Com'è possibile che un figlio non sappia dov'è sua madre1 ribatté il
Guardiano e poi continuò dicendo” Te lo dico per il tuo bene, tu ti stai
danneggiando”.

Confesso che in verità solo dopo vari giorni e inutili ricerche per
localizzare nel mondo la mia madre terrena, potei alla fine intendere le
parole del Guardiano del Tempio.

Ah! Ma la letteratura di tipo pseudo-esoterico e perfino pseudo-


occultista, che tanto abbonda sul mercato, non dice niente di questo.
Se lo avessi saputo prima! Infine pensai tante cose e pregai.

Pregare e dialogare con Dio e io pregai in segreto l'eterno femminile,


Dio Madre.

Allora seppi che ciascuna creatura ha la propria Madre Divina


particolare e conobbi perfino il nome della mia.

E' chiaro che a quell'epoca soffrivo l'indicibile per dissolvere l'ego,


lottando per ridurlo in polvere cosmica.
Il fatto più terribile e che essendo arrivato alla seconda nascita,
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

comprendevo molto che se non fossi riuscito a morire in me stesso


avrei fallito, mi sarei trasformato in un aborto della Madre Cosmica, in
un Hanasmussen, con doppio centro di gravità.
I miei sforzi erano inutili, fallivo nelle prove e se avessi continuato
così, è chiaro che il fallimento totale sarebbe stato inevitabile.

Fortunatamente grazie a Dio! Il Guardiano del Tempio seppe


avvertirmi e consigliarmi.

Il lavoro fu terribile, i fallimenti m'indicarono con esattezza dov'erano


gli sbagli.

Ciascuna prova era sufficiente per indicarmi, segnalarmi il difetto


basico, l'errore.

La meditazione su ciascun errore fu sufficiente per la comprensione,


sebbene ho potuto evidenziare che nell'intendimento esistono gradi e
gradi.

Nella comprensione c'è molto d'elastico e di duttile; molte volte


crediamo di avere compreso in maniera integra qualsiasi difetto di tipo
psicologico e solo più tardi scopriamo che non lo avevamo realmente
compreso.

Eliminare è un'altra cosa, qualcuno può comprendere un difetto


qualsiasi senza che per questo riesca ad estirparlo.

Se escludiamo la Divina Madre Kundalini, il lavoro risulta incompleto


e allora è impossibile eliminare i difetti.

Io francamente mi trasformai in un nemico di me stesso, decisi di


equilibrare la comprensione e l'eliminazione.

Ciascun difetto compreso fu eliminato con il potere della Divina


Madre Kundalini.

Alla fine un giorno qualsiasi, revisionai il mio lavoro, nell'Averno, nel


regno minerale sommerso, in queste regioni infra-dimensionali o
universi paralleli sommersi.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Navigando tra le acque dell'Acheronte, dentro alla barca di Caronte,


arrivai sull'altra sponda per rivedere il lavoro e vidi allora migliaia di
io-diavoli, i miei aggregati, parti di me stesso che vivevano in quelle
regioni.

Volli resuscitare qualcosa, un'effige che simboleggiava il mio steso


Adamo del peccato che giaceva come un cadavere fra le fangose acque
del fiume.
Allora la mia Madre Divina vestita a lutto come una dolente, mi disse
con voce piena d'infinito amore:” Quello è già ben morto, ormai non
ho più niente da tirargli fuori”.

Certamente mia Madre aveva estratto da me tutta quella legione di io-


diavoli, tutto quell'insieme di entità tenebrose che personificano i
nostri difetti e che costituiscono l'ego.

Così fu come ottenni la dissoluzione dell'io pluralizzato, così fu come


riuscii a ridurre in polvere tutti quegli aggregati che formano il me
stesso.
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Capitolo 33
LA FUCINA DEI CICLOPI

Venere, la Madre Divina Kundalini, pregando Vulcano per suo figlio


Enea, insegna la chiave dell'autorealizzazione intima.

La Dea disse:” Quando gli argivi re, con aspra guerra, desolavano
Troia e la sua rocca a lor del fato consacrata e al fuoco, nessun aiuto
chiesi a te pei miseri, né l'armi mai dell'arte tua sublime, né che
l'esperta mano inutilmente affaticassi, o sposo mio diletto; benché
molti dovessi ai Priamidi obblighi antichi, e spesso fossi in pianto pei
duri affanni di mio figlio Enea!

Or, per voler di Giove, ha posta sede nelle rutule terre a lui nemiche;
onde, supplice, a te, pel figlio mio a te, sacro mio Nume, or l'armi
chiedo, la figlia di Nereo poté con il pianto vincerli di cuore, e lo poté
la sposa di Titone, l'Aurora. Oh quante, guarda, si raccolgono venti, e
quante rocche vanno affilando dentro le mura il ferro, contro di me,
allo sterminio nostro!”

“Non è un distruttore, perché cerca solo di difendersi contra coloro


che combattono i suoi propositi di feconda pace”.

Oh voi, che scendete valorosamente nell'Averno per lavorare nella


fucina infuocata di Vulcano (il sesso), ascoltatemi!
Nove mesi rimane il feto nel ventre materno; nove età rimase l'intera
umanità nel ventre di Rea, Cerere, Cibele, Iside, la Madre Cosmica.

Vulcano lavora nel nono cerchio dell'inferno forgiando il ferro


indomabile con i fuochi viventi dell'organismo planetario.

Gente di Thelema (volontà), uomini e donne dalla volontà d'acciaio,


lavorate senza stancarvi nella Nona Sfera. (il sesso).

Venere, la Madre Divina Kundalini, è, è stata, e sarà sempre la sposa


sacerdotessa di Vulcano, il Terzo Logos, lo Spirito Santo.

Dalle altezze del meraviglioso cielo discende l'Ignipotente fino alla


fucina terribile dei Ciclopi.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Grida a gran voce chiamando i suoi tre fratelli: Bronte , Steripe,


Piracmone, simboli viventi delle creature elementali dell'aria, delle
acque e della profumata terra.

Il lavoro è terribile nelle fucine dei Ciclopi (il sesso). Lì collaborano


nello sforzo i fulmini della tempesta, le forze segrete della tormenta, i
soffi dei venti impetuosi. Lì si trasforma il piombo in oro e si tempra
l'acciaio dalla spada fiammeggiante.

Lì si forgia il gigantesco scudo protettivo dell'anima, che da solo


basterebbe per parare i colpi degli eserciti tenebrosi più terribili;
armatura argentata, splendido scudo formato con atomi ad altissimo
voltaggio trasformati che risiedono nel sistema seminale, divino scudo
Aureo, settenario nella costituzione intima del vero uomo.

L'antro sessuale trepida sotto la spinta erotica dei fuochi dell'alito


durante il Maithuna e le robuste braccia, sudate, nello sforzo ritmico,
colpiscono le incudini.

Enea sfidando in combattimento i superbi Laurenti e l'impetuoso


Turno, sembra un Dio.

Enea, felice con il regalo della sua Divina Madre, si veste con le armi
fabbricate da Vulcano.

Vedete i corpi solari, il terribile cimiero e l'elmo adorno con fiamme


minacciose, la spada fiammeggiante e la corazza di bronzo, i lucenti
gambali e lo scudo piano d'innumerevoli figure.

In quello scudo aureo luminoso Vulcano, il Terzo Logos, lo Spirito


Santo, impresse stupefacenti profezie.

Lì risplendeva gloriosa la razza dei remoti discendenti di Ascanio; la


lupa che allattò Romolo e Remo e il primo di questi due fratelli.

Oh Dio! Rapì le donne sabine accendendo una cruenta guerra.


Ah! Se le persone comprendessero il mistero di quei due gemelli... una
sola anima con due persone distinte.... la buddhata divisa in due, è
chiaro, incarnata in due personalità differenti.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Romolo e remo allattati dalla lupa della legge: anima con due uomini,
due persone, due corpi.

Gli dei ben sanno che è possibile vivere simultaneamente in distinti


tempi e luoghi.

Quanta sapienza Vulcano impresse nell'aura brillante di Enea, quante


profezie!

Vedete lì, uomini e Dei, il re Porsenna, straordinario, meraviglioso,


scongiurando i romani, affinché ammettano Tarquinio nelle mura
invitte della città.

Guardate! L'oca d'oro nella cuspide dello scudo appuntito, agitando le


sue ali, chiedendo aiuto contro i Galli che cercano di invadere il
Campidoglio Romano.

Osservate, vedete la Confraternita Salia con le sue danze marziali e i


suoi cori guerrieri, le caste matrone nelle loro carrozze, il traditore
Catilina tormentato nell'Averno, le pallide furie, Catone il saggio
legislatore, le navi da guerra, Cesare Augusto, Agrippa aiutato dagli
Dei e dai venti, Marco Antonio e Cleopatra, Anubis il Signore della
Legge, Nettuno, Venere e Minerva la Dea della Sapienza.

Dopo oh Dio! Cesare che ritorna vittorioso nelle mura di Roma, le


nazioni vinte, file di schiavi, ricco bottino, troni d'oro, re vinti.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Capitolo 34
RUNA KAUM

Molto tempo fa, nella notte profonda dei secoli, là nel continente Mu o
Lemuria, conobbi Javhé quell'angelo caduto di cui parla Saturnino
D'Antiochia.

Certamente Javhè era un Venerabile Maestro della Confraternita


Bianca, un angelo glorioso di precedenti Mahanvatara.

Lo conobbi, lo vidi, fu sacerdote e guerriero fra le genti della Lemuria;


tutti lo amavano, lo adoravano e veneravano.

Gli Ierofanti della razza purpurea gli concessero l'alto onore di usare
corazza, elmo, spada d'oro puro.

Quel sacerdote guerriero risplendeva come le fiamme d'oro del sole


sotto la selva spessa.

Sul suo simbolico scudo, Vulcano aveva inciso delle profezie e


terribili avvertimenti.

Ahi! Ahi! Ahi! Quest'uomo commise l'errore di tradire i misteri di


Vulcano.

I Luciferi di quell'epoca che fluttuavano nell'atmosfera dell'antico


continente Mu, gli insegnarono il tantrismo nero, il Maithuna con
eiaculazione dell'ens seminis.

La cosa più grave fu che quest'uomo tanto amato e venerato da tutti, si


lasciò convincere e pratico quel tipo pernicioso di Magia Sessuale con
diverse donne.

Allora, è chiaro, discese per il canale midollare il serpente igneo dei


nostri magici poteri e si proiettò nel coccige verso il basso, formando e
sviluppando nel corpo astrale di Javhè, l'abominevole organo
Kundartiguador.

Così cadde quell'angelo, attraverso tutte le età, si trasformò in un


MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

demonio terribilmente perverso.

Nei mondi superiori abbiamo incontrato molte volte la Sposa


sacerdotessa di Javhè, è un angelo ineffabile.

Furono inutili gli sforzi di quell'uomo per convincere la sua sposa; lei
mai accettò il tantrismo nero dei tenebrosi e preferì il divorzio
piuttosto che mettersi sul cammino nero.

Javhè è quel demonio che tentò Gesù il Cristo e che, tentandolo nel
deserto durante il digiuno, gli disse:” Se tu sei il Figlio di Dio, dì a
questa pietra che diventi pane”.

“Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla
bocca di Dio”- rispose Gesù.
Raccontano le sacre scritture che allora Javhè portò Gesù, -il Gran
Kabir-, su un alto monte e che tentandolo gli diceva:- itibidabo ti darò
tutti i regni di questo mondo, se ti inginocchierai e mi adorerai”.

Il Gran Maestro, rispose:” -Vattene, Satana! Sta scritto: Adora il


Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto”.

Allora il diavolo “Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul pinnacolo


del tempio e gli disse:” Se tu sei Figlio di Dio, buttati giù; sta scritto,
infatti,: Ai suoi angeli darà ordine per te, perché essi li sosteranno con
le mani, perché il suo piede non inciampi in nessuna pietra.”

Gesù gli rispose:” Sta scritto anche: ”Non tentare il Signore Dio tuo.”
Quando Javhè ebbe terminato tutte le tentazioni, si allontanò da lui per
qualche tempo.

Se vogliamo comprendere a fondo tutti i misteri della runa KAUM,


dobbiamo parlare del tantrismo bianco.

Mi vengono in questi istanti alla memoria quei tempi dell'antico


Egitto.

Durante la dinastia del Faraone Kefren, nel paese assolato di Kem, fui
un iniziato egizio.
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Un pomeriggio qualunque, pieno di sole, camminando fra le sabbie del


deserto, attraversai una strada di sfingi millenarie e arrivai alle porte di
una piramide.
Il guardiano del tempio, un uomo dal volto ieratico e terribile, stava
sulla soglia; nella sua destra impugnava minacciosa la spada
fiammeggiante.

“Cosa desideri?”
“Sono Sus ( il supplicante o genuflesso) che vengo cieco in cerca di
luce”
“Cosa vuoi?”
“Risposi nuovamente “Luce”.
“Di cosa hai bisogno?”
“Di luce”, tornai a rispondere.

Mai ho potuto dimenticare quell'istante in cui girò la pesante porta di


pietra sui suoi cardini, producendo quel suono caratteristico dell'Egitto
Faraonico, quel DO profondo.

Il guardiano mi prese per mano introducendomi bruscamente nel


Tempio. Mi si spogliò della tunica e di tutti gli oggetti metallici e mi si
sottomise a terribili e spaventose prove.

Nella prova del fuoco dovetti mantenere un pieno controllo di me


stesso; fu terribile camminare fra travi d'acciaio incendiate al rosso
vivo.

Nella prova dell'acqua fui sul punto di essere divorato dai coccodrilli
del pozzo profondo. Nella prova dell'aria pendendo da un grosso
anello metallico sul fondo dell'abisso, resistetti con eroismo ai violenti
venti.

Nella prova della terra credetti di morire tra due massi enormi che
minacciavano di triturarmi.

Ero già passato per queste prove iniziatiche nei tempi antichi, ma
dovevo ricapitolare per riformare il cammino retto da cui mi ero
appartato.
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Fui vestito con la tunica di lino bianco e mi fu posta la croce Tau sul
petto, appesa al collo.

Entrai come un qualsiasi neofita, nonostante fossi un Bodhisattwa,


dovetti passare per studi rigorosi e discipline esoteriche e, quando
arrivai alla nona porta mi furono insegnati i grandi misteri del sesso.

Ricordo ancora quegli istanti in cui il mio Guru dopo profonde


spiegazioni, guardandomi fissamente mi disse con voce solenne:”
Scopriti il chechere” (il fallo).
Allora da labbra a orecchie mi comunicò il segreto indicibile del
Grande Arcano: la connessione sessuale del Lingam- Yoni senza
eiaculazione dell'ens seminis.

Dopo condusse una vestale vestita con una tunica gialla e piena di
straordinaria bellezza.

In accordo alle istruzioni del mio Maestro realizzai con lei il lavoro;
praticai il Maithuna, il Tantrismo Bianco.

“Questa pratica è meravigliosa”, dissi e scesi nella Nona Sfera; così


realizzai la Grande Opera.

Obiettivo: fabbricare i corpi solari nonché risvegliare e sviluppare il


fuoco serpentino dell'anatomia occulta.

A quell'epoca esistevano prostitute sacre nei templi, vestali speciali;


con loro lavoravano gli iniziati celibi.

Oggi giorno non converrebbe mettere nei Lumisial tali donne,


scandalizzerebbero; perciò il Maithuna, il Sesso Yoga, si può e si deve
praticare fra lo sposo e la sposa in focolari legittimamente costituiti.

Nell'Antico Egitto dei Faraoni, coloro che violavano i loro giuramenti


e divulgavano il Grande Arcano, erano condannati alla pena di morte;
veniva loro tagliata la testa, gli si strappava il cuore, si bruciavano i
loro corpi, infine i le loro ceneri gettate ai quattro venti.

La misteriosa Runa K rappresenta con intera esattezza la donna


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Sacerdotessa ed anche la spada fiammeggiante

La runa KAUM con il suo valore cabalistico sei, vibra con somma
intensità dentro la sfera di Venere, il pianeta dell'amore.

Uomini e donne del mondo, sappiate che solo con il Maithuna è


possibile porre in attività quel fuoco serpentino anulare nel corpo
dell'asceta.

Abbiamo bisogno con urgenza immediata di apprendere a manipolare


sapientemente l'eterno principio femminile delle forze solari.

Ricordate l'aquila con la testa di donna, la dama sole, il fondamento


diamantino della grande Opera del Padre.

Per primo dobbiamo trasmutare il piombo in oro e, più tardi, abbiamo


bisogno di fabbricare diamanti della migliore qualità

La RUNA RITA influisce decisamente sulle ghiandole endocrine


maschili e la RUNA KAUM esercita la sua influenza sulle ghiandole
femminili.

Esistono lì, nel labirinto di tutte le teorie, molti saltimbanchi


dell'Hatha Yoga.

Quei circensi suppongono di poter escludere il Maithuna ed


autorealizzarsi a fondo senza bisogno di scendere alla Nona Sfera.

Quei mistici della contorsione credono che a base di piroette e


ginnastiche assurde si possano fabbricare i corpi solari ed arrivare alla
seconda nascita.

Qualche tempo fa, ebbi l'alto onore di essere invitato ad un concilio


segreto della Grande Loggia Bianca. Devo informare chiaramente il
mondo che allora l'hatha yoga fu squalificato, riprovato, condannato
come autentica e legittima magia nera della peggior specie.

I rettori esoterici dell'umanità non accettano e mai accetteranno le


contorsioni assurde dell'Hatha Yoga.
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Chi vuole veramente autorealizzarsi a fondo deve trasmutare


l'idrogeno sessuale SI12, per mezzo del sesso yoga per fabbricare con
esso i corpi solari, il vestito di nozze dell'anima.

E' assolutamente impossibile incarnare in noi stessi in nostro Reale


Essere se prima non fabbrichiamo i corpi d'oro nella fucina dei
Ciclopi.

E' urgente camminare con fermezza sul sentiero del filo del rasoio.

E' arrivata l'ora di seguire il cammino del Matrimonio Perfetto,


ricordate che il nostro lemma distintivo è Thelema (Volontà).

I misteri della RUNA KAUM risplendono gloriosamente nel fondo


dell'arca aspettando l'istante in cui saranno realizzati.
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Capitolo 35
LA REGIONE PURGATORIALE

Quell'aquila con il piumaggio d'oro puro, che rapì Ganimede


portandolo sull'Olimpo per servire gli Dei come coppiere, ha sempre
l'abitudine di cacciare nella regione purgatoriale.

Quell'uccello maestoso della Spirito, eseguendo giri meravigliosi,


scende terribile come il fulmine e rapisce l'anima fino alla sfera del
fuoco per ardere con lei, entrambe trasformate in fiamme vive.

Ricordiamo il poderoso Achille, rigirandosi spaventato e senza sapere


dove si trovava, quando sua madre, rubandolo a Chirone, lo trasportò
addormentato sull'isola di Schiro, da dove poi lo fecero uscire i Greci.

Vengono alla mia memoria quei tempi in cui io abbandonai l'Averno


per entrare nella regione purgatoriale.

Già mia madre mi aveva istruito a fondo, trasformata in una vera


dolente; aveva navigato con me sulla barca di Caronte; mi aveva
dimostrato la dissoluzione dell'io pluralizzato e per ultimo mi aveva
insegnato che la mente, benché sprovvista di ego, continua con le sue
cattive tendenze.

Oh, Dio mio! L'io pluralizzato dissolvendosi lascia nella mente i suoi
semi di perdizione.

Gli yogi dicono che bisogna friggere i semi, incenerirli, ridurli in


polvere cosmica.

E' urgente comprendere che l'io rinasce dai suoi stessi semi come
l'erba cattiva.

Avevo quindi bisogno di incenerire quei cattivi semi d'erba velenosa;


mi era necessario entrare nella regione purgatoriale del mondo
molecolare inferiore per bruciare la semenza del me stesso.

Mi avvicinai fino ad arrivare al luogo che prima mi era sembrato una


rottura, simile ad una breccia che divide un muro; vidi una porta
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passando in cui si saliva per tre gradini di differenti colori, in quel


portico terribile era scolpita con caratteri indelebili la parola :
“PURGATORIO”

Vidi un portiere che non aveva proferito alcuna parola, quel Genio
stava in piedi sul gradino superiore, era un angelo di straordinaria
bellezza, imponente, severo, terribilmente divino; nella mano destra
aveva una spada sguainata, che rifletteva i suoi raggi.

Tutti quelli che cercano di entrare nella regione purgatoriale si


prostrano devotamente ai piedi di quell'angelo e lo supplicano per
misericordia di aprire , battendosi prima tre colpi sul petto.

Momenti indimenticabili e terribili sono quelli in cui l'angelo scrive,


con la sua spada, sulla fronte dell'Iniziato la lettera P ripetuta sette
volte.
Allora si ascolta dalle sue labbra la seguente frase:- Fa che lavi,
quando se' dentro, queste piaghe.”-

Ricordate il caso della moglie di Lot? Per guardare indietro fu


trasformata in una statua di sale.

Così anche l'angelo del Purgatorio avverte che colui che guarda
indietro dopo essere entrato nel mondo molecolare inferiore perde il
suo lavoro, riesce da dove è entrato.

Questo significa pentimento assoluto, non commettere di nuovo gli


stessi errori del passato, non delinquere.

Chi guarda indietro fallisce, ripete gli stessi errori, ritorna al passato
peccatore; non si purifica.

Tutti coloro che guardano indietro si mutano in un fallimento


purgatoriale. Nel purgatorio si deve camminare con fermezza in
avanti.

Nella regione molecolare inferiore, uno comprende quanto siano


assurdi la superbia e l'orgoglio; noi siamo semplici crisalidi, miserabili
vermi del fango della terra, dentro i quali può formarsi a base di
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tremendi sforzi intimi, la farfalla celestiale, ma non è legge che questo


succeda, tali crisalidi possono perdersi e ciò è normale.

Quanto sciocchi sono quegli individui che vedendo una persona felice
soffrono l'indicibile.

Perché porranno il loro cuore in ciò che richiede un possesso


esclusivo?

“Beati i pacifici, che son senz'ira mala!”


Disgraziatamente la collera, la stizza, può travestirsi con la toga del
giudice o con il sorriso del perdono; ciascun difetto è multiforme.

Nella regione purgatoriale soffriamo spaventosamente fra il fuoco


della lussuria; riviviamo in sfere subcoscienti, sommerse, tutti i piaceri
della passione sessuale, però questo ci causa profondo dolore.

“Adhaesit pavimento anima mea”

Povere anime che si attaccano alle cose terrene, quanto soffrono nella
regione purgatoriale.

Gente della regione purgatoriale! Ricordate, vi dico, Pigmalione, che


la passione per l'oro rese traditore, ladro e, per colmo dei mali
parricida.

Cosa diremo della miseria dell'avaro Mida, con le sue assurde


richieste, trasformato in un personaggio ridicolo per innumerevoli
secoli?

Che diremo della pigrizia; sirena che distrae i marinai nell'immenso


mare dell'esistenza?

Essa allontanò Ulisse dal cammino e dal suo orribile ventre esce il
fetore.

Ghiottoni del Purgatorio! Guardate Bonifacio che diede da mangiare a


tante persone, vedete Messer Marchese, che avendo avuto tempo per
bere a Forlì con meno arsura, fu tale che mai sentì sazio.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

“Ricordatevi”, diceva, “d'i maledetti nei nuvoli formati, che, satolli,


Teseo combatter co' doppi petti” Ricordatevi: “de li Ebrei ch'al ber si
mostrar molli, per che no i volle Gedeon compagni, quando veder
Madian discese i colli”

Io vidi ed udii nel Purgatorio cose spaventose; rivivendo li tutte le


bestialità dei tempi antichi, in verità, mi sentii trasformato in un
maiale.

Un giorno dei tanti, parlando con un'anima compagna del Purgatorio,


le dissi:” Sorella mia, qui noi siamo diventati dei maiali!” E così, mi
rispose; ”Qui ci siamo trasformati in porci!”.

Passava il tempo e soffrivo l'indicibile incenerendo i semi malvagi;


eliminando le porcherie.

Molte anime compagne della regione purgatoriale sembravano


cadaveri in decomposizione coricati su letti di dolore; eliminando
semenze, orribili larve immonde, cattive tendenze.

Quelle anime sospiravano e si lamentavano. Mai dimenticavo la mia


Madre Divina, sempre la supplicavo di aiutarmi in quel lavoro
purgatoriale, di eliminarmi questo o quel difetto psicologico, la lotta
contro me stesso fu terribile.

Alla fine, una notte, entrò nella regione purgatoriale la Benedetta Dea
Madre Kundalini travestita da uomo. Io la riconobbi intuitivamente:

“Perché ti sei travestita da uomo?” - le domandai-


“Per entrare in questa regione”- fu la sua risposta-
“Quando mi porterai via da qui?”
Lei, allora l'adorabile fissò allora la data e l'ora.
Continuò dicendo: "Poi verrà l'istruzione televeggente”; è chiaro che
compresi tutto.

Vari dettagli confermarono le parole di mia Madre; le sette P già si


erano cancellate a poco a poco, ad una ad una; le purificazioni erano
evidenti, palesi, chiare e positive.
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Capitolo 36
I TEMPI DI ERCOLE

Risplendente compagno di quel Tempio di Jagrenat, del quale dice


tante meraviglie A. Snider nella sua formidabile opera intitolata: “La
Creation e ses Mysteres”, il Santuario di Ercole ( il Cristo) risplendeva
gloriosamente nella sommersa Atlantide.

Indimenticabili tempi di profonda poesia sono quelli in cui il re


Evandro spiegava con eloquenza ad Enea, l'esimio uomo troiano, tutto
l'incanto delizioso del sacro banchetto offerto in onore di Ercole.

Se il Dio Vulcano, ( il Terzo Logos), merita in verità tanto elogio, cosa


diremo del Signore, il Cristo, il Secondo Logos, Ercole?

Il coro degli adolescenti nel sacro banchetto cantò deliziosamente,


intonando l'elogio del Signore e le sue alte gesta; enumerò con
singolare bellezza i suoi lavori: Ercole strangolando tutti i serpenti
velenosi che andavano a togliergli la vita quando era ancora bambino.
(Ricordiamo Erode e la decapitazione degli innocenti); Ercole
decapitando l'Idra di Lerna, il serpente tentatore dell'Eden, l'orribile
vipera del tempio sinistro della Dea Kali; Ercole, pulendo con il Fuoco
Sacro le stalle di Augia, ossia, le quarantanove regioni subcoscienti
della mente umana dove dimorano orrende tutte le bestie del desiderio;
Ercole, uccidendo valorosamente il furioso leone di Nemea, vale a
dire, eliminando ed estinguendo il fuoco luciferico e portando dalle
tenebre alla luce il Cerbero, il cane infernale (l'istinto sessuale), è
certamente ammirabile, degno di ogni lode e gloria.

E pensare... oh Dio! Che Ercole ripete sempre le sue imprese ogni


volta che viene al mondo, ciò è terribile , grandioso.
E' chiaro, e in tutti i modi risalta palesemente , che per primo
dobbiamo lavorare nella fucina incendiata di Vulcano, (il sesso), prima
di incarnare Ercole in noi stessi.

“Sventurato il Sansone della Cabala che si lascia addormentare da


Dalila; colui che cambia il suo scettro di potere per il fuso di Onfalia,
sentirà ben presto le vendette di Deyamira e non gli resterà altro
rimedio che il rogo del Monte Eta per scappare ai divoranti tormenti
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

della tunica di Nesso.”

Dalle altezze della roccia Tarpea sono precipitati sul fondo dell'abisso,
tutti coloro che hanno tradito Ercole.

Lì, ai tempi della sommersa Atlantide, si alzava il tempio di Ercole su


una mole rocciosa.
La straordinaria e marmorea scalinata che dava accesso al tempio e la
sua ciclopica e imponente massa, lo rendevano veramente il bellissimo
fratello gemello dell'egizia Philae e di molti altri santuari venerandi
dei Maya, dei Nahua e degli Aztechi.

Se pensiamo almeno per un momento alle città degli Dei (Teotihuacan,


Messico), ai sacri percorsi e alle cripte sotterranee di quel sacro luogo,
ignorati dai turisti, non dobbiamo dimenticare mai le colossali
costruzioni sotto il tempio di Ercole.

Certamente, sotto la facciata posteriore del tempio si apriva un regio


portico con dodici statue degli Dei zodiacali che simboleggiavano
chiaramente le dodici facoltà dell'uomo e i dodici Salvatori dei quali
parlò così sapientemente il Gran Kabir Gesù.

Dicono le vecchie tradizioni che tale portico era simile alla celebre
casa del Nano, chiamata anche casa del Mago, del grande Teocalli o
casa di Dio, del Messico.

Gli iniziati entravano, sotto quel portico terribile, riverenti e timorosi e


passavano sotto le colonne di Ercole.

Tali colonne erano di oro puro ed in esse erano scolpite con caratteri
sacri la parola Adam Kadmon; i M.M. Sapevano molto bene della J e
della B plus ultra.

Sette aurei scaloni per i quali discendeva l'iniziato lo conducevano


fino ad un grande recinto rettangolare.

Quel misterioso luogo era tutto rivestito di oro puro e corrispondeva


esattamente alla stanza superiore, sempre aperta alle preghiere del
mondo profano.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Quella era la camera del Sole; esistevano altre quattro camere ed in


tutte risplendevano i Misteri.

A seconda Cripta era ineffabile, ad essa si arrivava scendendo cinque


rampe di stagno argentato: il sacro metallo di Brihaspati, Giove o Io.

Nella terza Cripta risplendevano i Pianeti Marte e Venere, la rossa


colorazione dell'uno ed il candore della spuma dell'altro davano
all'ambiente quel rosaceo e bellissimo colore.

Dei sette palazzi solari quello di Venere-Lucifero il terzo, tanto nella


Cabala cristiana come in quella giudaica, è la casa di Samael.

I Titani dell'allegoria occidentali sono, allo stesso modo, intimamente


collegati con Venere-Lucifero.

Shucra, quindi, il reggente di Venere, si incarnò sulla terra come


Ushanas, in ebraico Unel, e diede agli abitanti di questo mondo leggi
perfette che disgraziatamente furono violate nei secoli successivi.

Io conobbi Ushanas o Unel nel continente polare durante la prima


razza; scrisse un bellissimo libro con caratteri runici.

Lucifero è l'aspetto negativo, fatale, di Venere. Nell'aurora risplende


sempre Venere e si agitano terribile le forze luciferiche.

Venere è realmente il Fratello Maggiore, il Messaggero di luce sulla


Terra, tanto in senso fisico come in senso mistico.

Nella quarta Camera iniziatica del tempio di Ercole risplendevano


sempre Saturno e la Luna, brillando fronte a fronte sull'Ara.

E' urgente ricordare che sin dall'epoca atlantidea si sono delineati


chiaramente i due sentieri, quello di destra e quello di sinistra, la cui
lotta da oltre 800.000 anni è simbolicamente cantata nel poema
orientale della Grande Guerra o Mahabarata.

Gli iniziati atlantidei discendendo un po' di più penetravano nella


quinta Cripta, quella di Ermete, di Mercurio, che riluceva
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splendidamente sull'Ara.

Mercurio, come pianeta astrologico, è il Nunzio e il Lupo del Sole


solaris luminis particeps.

Mercurio è il capo e l'evocatore delle anime, l'Arcimago e lo Ierofante.

Mercurio prende nelle sue mani il caduceo o martello dai due serpenti,
per evocare di nuovo alla vita le infelici anime precipitate nell'Orco
(Limbo), “TUN VIRGAM CAPIT, HAC ANIMAS ILLE EVOCAT
ORCO”, con il proposito di farle entrare nella milizia celeste.

Ricordate che nel Limbo vivono molti santi, uomini saggi e donzelle
che credettero di potersi autorealizzare, senza la magia sessuale.
Povere anime! Non lavorarono nella fucina dei Ciclopi; non
fabbricarono i corpi solari, l'abito nuziale dell'anima.

Beato chi comprende in maniera integra la sapienza delle cinque cripte


del tempio di Ercole.
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Capitolo 37
RUNA HAGAL

Parliamo ora degli elementali, Dei e Deva, scintille e fiamme. Che ci


ispirino le Muse! Che risuoni la lira di Orfeo!
Ricordiamo l'anziano Tevere in persona, sorgendo come una bruma
dalle acque de fiume che porta il suo nome, per parlare ad Enea.

Disse: “O stirpe degli Dei, che dai nemici la gente tua e noi salva
riporti, e Pergamo immortali; o tanto atteso nel suol laurente e nei
latini campi! Questa è la sede tua, e i tuoi Penati avranno qui lor
stabile dimora! Non esitare, non temere i rischi della guerra
imminente! Tutta l'ira svanita è ormai e il rancor dei Numi! E perché tu
non creda vane forme queste che a te davanti il sonno porge, tu
troverai, fra i lecci rivieraschi, giacer la grossa scrofa, or or sgravata di
trenta porcellini, bianca, e trenta candidi figli alle mammelle infamo .
Questo il luogo sarà della tua sede, questa la fine d'ogni affanno! E
quando dei decenni tre volte in cielo il giro sarà compiuto, Ascanio
fonderà dal chiaro nome la città di Alba. Né incerti eventi presagisco!
Ed ora come potrai ciò che più incalza vincere, io ti dirò. Ascolta. In
queste terre, gente discesa da Pallante, gli Arcadi, che seguirono
Evandro e le sue insegne, la loro sede posero, e sui monti rondaron la
città di Pallanteo detta dal nome di lor avo antico. Assidua guerra coi
Latini han questi: quali alleati ai tuoi in patio uniscili. Lo stesso lungo
il fiume fra le rive ti condurrò, si che potrai coi remi agevolmente il
flutto avverso vincere. A me l'onor darai già vincitore. Questo che
preme tumido le rive, e in ampio solco andar vedi tra i campi, son io, il
glauco Tevere, al ciel grato quale mai altro fiume. Quivi è posta la mia
dimora, ma corona eccelsa ha il corso mio fra le montagne rocche!
“disse, e nel vasto gurgite disparve fra le placide rive.”

Racconta Virgilio, il poeta di Mantova, che certamente allo svanire


della visione del Tevere, Enea si risvegliò, si mise in piedi e, dopo
essersi strofinato gli occhi, corse per i luoghi circostanti per vedere se
scopriva i segnali di cui gli aveva parlato il sublime anziano.
In effetti, non tardò ad avvistare la scrofa bianca con i suoi trenta
porcellini.

E' inutile affermare che le predizioni del Dio Tevere, il deva


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elementale del sacro fiume italico, si compirono totalmente.

Quelli erano i tempi in cui la nostra razza Ariana non era entrata nel
ciclo involutivo discendente; la mente umana non era ancora stata
avvelenata dallo scetticismo materialista del XVIII secolo; allora la
gente aveva fede nelle sue visioni e rendeva culto agli Dei! Quello è
ovvio.

Ricordiamo il monaco Barinto, che dopo aver navigato per qualche


tempo, ormai di ritorno alla sua patria disse a Brandan che oltre il
Monte di Pietra c'era l'isola delle Delizie, dove si era ritirato il suo
discepolo Mernoc con molti religiosi del suo ordine e che più lontano
ancora verso occidente, superando una cappa di nebbia, brillava con
luce eterna un'altra isola che era la terra promessa dei santi.

E' chiaro che Brandan non si fece ripetere la gloria due volte; pieno di
fede e compenetrato di santa alacrità, s'imbarcò a tale scopo in una
barca di vimini, rivestito di pelli conciate e bitumate e con lui
diciassette religiosi, fra i quali si contava anche il giovane San Malo,
uno dei suoi più illustri discepoli.

“Navigando pazientemente verso il tropico, fecero scalo in un'isola


ben scoscesa, ospitale.

Giunsero ad un'altra, ricca di animali della terra e di pesci di acqua


dolce, risplendente di luce e di bellezza.

Giunsero poi ad un'altra isola senza spiagge, arena né gigli, dove


decisero di celebrare la Pasqua, ma questa terra risultò essere una
grande balena, forse un gigantesco capodoglio.

Proseguendo, rimasero fino a Pentecoste nel paradiso degli uccelli,


dove l'abbondanza di foglie e di fiori rallegrava la vista e i variopinti
uccellini, l'udito.

Errarono molti mesi per l'oceano e in un altra isola abitata dai cenobiti
che avevano per Patroni San Patrizio e San Aibeo, stettero da Pasqua a
Natale fino all'ottavo giorno dell'Epifania.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Impiegarono in queste peregrinazioni un anno e nei sei mesi seguenti


si trovarono, sempre per Pasqua, nell'isola di San Patrizio e di San
Aibeo, per la Settimana Santa in quella dei Montoni, per la
Resurrezione sul dorso della balena e per Pentecoste nell'isola degli
uccelli.

Non erano ancora arrivati all'isola delle delizie, da dove Mernoc aveva
portato Barinto nella terra promessa.

Le strane e misteriose avventure proseguirono con i più curiosi


avvenimenti.

Nel settimo anno i nostri eroi lottarono eccessivamente: con una


balena, con un grifone e con i ciclopi.

Vennero altre isole e una molto piana che produceva grandi frutti rossi,
abitata da una popolazione che si chiamava “degli uomini forti” e
un'altra, imbalsamata dall'odore di alcuni grappoli che piegavano gli
alberi che li producevano.

Conosciamo molto bene il Dio Pipistrello Azteca, quell'angelo che


vive nell'Universo parallelo alla volontà cosmica e che lavora nella
quarta dimensione con gli angeli della morte.

Amiamo gli Dei elementali dell'Antico Egitto faraonico e mai


dimenticheremo la Sfinge millenaria.

La RUNA HAGAL è la meditazione di fondo ci permetteranno di


porci in contatto con quelle scintille, con quelle fiamme ineffabili.
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Capitolo 38
IL FIUME LETE

La Divina Madre Kundalini compie sempre la sua parola: Io aspettai


con somma pazienza il giorno, la data e l'ora.

La regione del Purgatorio è molto dolorosa e volevo uscire da lì,


anelavo l'emancipazione.

Catone, l'angelo del Purgatorio, lotta in quelle regioni molecolari per


la libertà delle anime.

Quest'angelo soffrì molto quando visse nel mondo. Qualsiasi iniziato


sa che quell'Essere fu un uomo e che preferì la morte ad Utica in
Africa, piuttosto che vivere sotto le catene della schiavitù.

Anch'io volevo la libertà, la chiesi e mi fu concessa, Ogni volta che


un'anima abbandona la regione purgatoriale, origina un'intensa allegria
nel cuore di Catone.

Arrivò il momento anelato.... avevo conosciuto il fuoco temporale e


quello eterno, ero uscito dai cammini scoscesi e dalle strettoie e dentro
alla mia anima mi dovetti incontrare con il Sole.

Sentii che qualcosa di misterioso forzava, violentava dall'ignoto, le


intime porte atomiche del mio universo interiore.

Inutili furono i miei timori, la vana resistenza; quello costringeva,


obbligava, intimava e alla fine, oh Dio mio! Mi sentii trasformato; il
Cristo Cosmico era entrato in me.

La mia individualità dov'era? Dov'era rimasta? Che era successo alla


mia personalità umana? Dove stava?

Alla mia memoria venivano solo i ricordi della Terra Santa; l'umile
Natale nella stalla del mondo, il Battesimo nel Giordano, il digiuno nel
deserto, l trasfigurazione, Gerusalemme, la città amata dai profeti; le
moltitudini umane in quei tempi, i dottori della legge, i farisei, i
sadducei e via dicendo.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Fluttuando nell'ambiente circostante al tempio avanzai


coraggiosamente fino a quella tavola davanti alla quale erano seduti i
moderni Caifà, i più alti dignitari della Chiesa fallita; loro, rivestiti con
i loro abiti sacerdotali e la croce attaccata al collo progettavano,
ideavano, tracciavano in segreto dei piani insidiosi e perfidi contro di
me

“Pensavate che non sarei tornato e sono qui un'altra volta”.


Quella fu l'unica cosa che mi venne da dire.

Momenti dopo il Signore era uscito da me e tornai a sentirmi un


individuo; allora insieme a Litelantes, riposai per brevi momenti ai
piedi della mia croce.

Non posso negare che le spine del mio pesante legno mi ferirono
lamentevolmente e di questo feci un breve commento a Litelantes.
Poi, lei ed io avanzammo fino alla piattaforma del tempio. Un Maestro
prese la parola per dire che il Cristo non ha un individualità e che
s'incarna e si manifesta in qualunque uomo che sia debitamente
preparato.

E' chiaro che la parola uomo è troppo esigente. Diogene non ne trova
uno ad Atene.

L'anima intellettuale non è un uomo, per esserlo, bisogna vestirsi con


l'abito di nozze dell'anima, il famoso TO SOMA HELIAKON, il
corpo, o meglio i corpi dell'uomo solare.

Fortunatamente io fabbricai quei corpi d'oro nella Forgia dei Ciclopi,


nella fucina incendiata di Vulcano.

Ercole ha ripetuto in me le sue prodezze, tutti i suoi lavori: dovette


strangolare tutti i serpenti velenosi che volevano togliergli la vita
quando era ancora molto piccolo, dovette decapitare l'Idra di Lesna,
pulire le stalle di Augia, uccidere il Leone di Nemea, tirare fuori
Cerbero, il cane infernale, dallo spaventoso Tartaro e tutto il
rimanente.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Il Cristo, Ercole, pratica ciò che predica ed ogni volta che si incarna in
un uomo, ripete tutto il suo Dramma Cosmico, perciò il Signore è il
Maestro dei Maestri.

E' scritto che il Figlio dell'Uomo deve discendere negli inferni atomici
della natura.
E' scritto che il Figlio dell'Uomo deve ascendere ai cieli passando per
la regione purgatoriale.

Il Figlio dell'Uomo deve immergersi accuratamente nelle Acque del


Lete per riconquistare l'Innocenza.

Dobbiamo con somma urgenza dimenticare il passato peccaminoso e


assurdo, origine di tante amarezze.

Il Lete e l'Eunoe sono certamente e senza il più piccolo dubbio, un


solo fiume d'acque chiare e profonde.

Da un lato discende cantando deliziosamente nel suo letto di rocce con


quella virtù meravigliosa che cancella la memoria del peccato, i ricordi
del me stesso e si chiama Lete.

Dall'altra sponda, tanto santa e sublime, ha l'incanto delizioso di


fortificare le virtù, e si chiama Eunoe.

E' ovvio che i ricordi tenebrosi di tanti ieri devono essere cancellati
perché, per nostra disgrazia, hanno la tendenza ad attuarsi, a proiettarsi
nel futuro attraverso il sentiero del presente.

In nome della verità devo affermare che il lavoro profondo nelle


Acque del Lete suole essere spaventosamente difficile e più amaro del
fiele.

Il fatto di passare più in là del corpo, degli affetti e della mente, non è
per niente facile; nel tempo vivono tante ombre desiderate... La
memoria del desiderio persistono, si rifiutano di morire, non vogliono
sparire.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

E il sesso? Il Maithuna? Il sesso Yoga? Allora cosa? Oh Dio mio! I


due volte nati sanno bene che non devono ritornare più nella fucina
incendiata di Vulcano.

E' ovvio che il Maithuna è vitale, cardinale, definitivo per fabbricare


l'abito di nozze dell'anima, il To Soma Heliakon; ma qualsiasi iniziato
sa che questo è solamente un lavoro inferiore dell'iniziazione.

Per il Figlio dell'Uomo il sesso è proibito; ciò lo sanno gli Dei e così è
scritto.

Prima dobbiamo lavorare con il Terzo Logos nella nona sfera fino a
raggiungere quella nascita seconda della quale parlò il Kabir Gesù al
rabbino Nicodemo.

Dopo dobbiamo lavorare con il Secondo Logos, allora il sesso è


proibito.
L'errore di molti pseudo-esoteristi e pseudo-occultisti, monaci ed
anacoreti, consiste nel rinunciare al sesso senza prima aver fabbricato i
corpi solari nella forgia dei ciclopi.

Quei sinceri in errore vogliono lavorare con il Secondo Logos senza


aver lavorato preventivamente con il Terzo Logos; ecco il loro sbaglio.

L'astinenza sessuale definitiva e radicale è obbligatoria solo per i due


volte nati, per i Figli dell'Uomo.

Chi entra nel tempio dei due volte nati deve dissolvere l'ego,
incenerire la Semenza dell'io e bagnarsi nelle Acque del Lete; questo
lo sanno gli Dei, le scintille, le fiamme, i Dragoni risplendenti della
Saggezza.

Nessuno potrebbe, in verità, andare molto più in là del sesso, degli


affetti e della mente senza essersi bagnato prima nelle Acque del Lete.

Dopo la nascita seconda dobbiamo fare a pezzi il velo sessuale


adamitico o velo di Iside, per penetrare nei Grandi Misteri.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Figli della Terra! Ascoltate i vostri istruttori, i Figli del Fuoco.

Adepti della Luce! Invocate la vostra Madre Divina Kundalini ed


immergetevi nelle profonde Acque del Lete.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Capitolo 39
LE NINFE

Iride, divina donzella ineffabile, dea messaggera dagli alati piedi, tu


proteggi le donne iniziate che lavorano nella fucina incendiata di
Vulcano.

Non fosti per caso tu, sublime bellezza, la stessa che consegnò a
Turno, il bellicoso capo rutulo, quel messaggio celestiale di Giunone,
la dea delle matrone iniziate?

Dopo le solenni libagioni, l'agguerrito Turno, come un novello


Achille, avanza minaccioso con il suo esercito sull'accampamento
troiano; così è scritto e ciò lo sanno i divini e gli umani.

Ma i troiani, né tardi né deboli, si riunirono nella piazza d'arme e


subito furono in assetto di battaglia.

Terrificante, dantesco, terribile, Turno gira incessantemente intorno


alle mura troiane, strano destino il ripetersi nel Lazio degli epici
combattimenti della distrutta Troia.

Tuttavia questa volta i troiani, pur essendo reduci da tanta guerra, non
osano affrontare il nemico in campo aperto a causa dell'assenza di
Enea che adesso no è presente.

Ciò che accadde poi? Lo sa leggenda dei secoli.... Crepitano


minacciosi: il fuoco, le fiamme e le ardenti torce.

I rutuli hanno voluto bruciare le navi di Enea. Supplica Cibele, la


Divina Madre Kundalini, il Cristo Cosmico, Giove, il figlio di Crono e
questo aiuta i troiani.

Fortunatamente quelle navi erano costruite con legno sacro di pino


tagliato nel santo Monte d'Ida, dove il Cristo ( Giove) aveva il suo
bosco favorito.

Sorpresa! Meraviglia, le misteriose navi, invece di ardere come un


olocausto fatale, si trasformano in ninfe dell'immenso mare.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Come si intenderà questa sapienza? Chi comprenderà questi prodigi?

Ah! La mente umana non fosse degenerata tanto... io si, ho visto delle
tenere donzelle vestite da sposa, come pronte per celebrare le nozze.

Si, Oh Dio! Le ho viste ai piedi di ogni pino, anime innocenti, vero?


Elementali vegetali.

Si, quelli sono in verità gli elementali dei pini, ognuno di questi alberi
di Natale ha la propria anima.

Quando torneranno i cultori del Cristo a stabilire i loro santuari nei


boschi pieni di pini?

Che questi alberi hanno dei poteri? Chi oserebbe dubitarne? I guerrieri
di Turno, ill novello Achille, poterono forse trasformare le navi troiane
in un olocausto?
Se le genti risvegliassero la Coscienza potrebbero conversare con gli
elementali dei pini.

Ma, che dolore mio Dio! Le genti dormono profondamente.


Ah! Se coloro che indagano nel campo dell'occultismo
comprendessero veramente l'autore della Metamorfosi delle piante, se
capissero Humboldt con i suoi cosmi, se veramente intuissero il Timeo
e il Critia del divino Platone! Allora si avvicinerebbero all'anfiteatro
della scienza cosmica e penetrerebbero nel mistero della magia
elementale.

Se coloro che studiano anatomia occulta comprendessero i misteri di


Devi Kundalini, se veramente amassero Cibele e il divino Giove, se
lavorassero nella Nona Sfera, allora sarebbero ammessi nei paradisi
elementali della natura.

Ricordiamo ora il coro della ninfa di Calipso nella così occulta opera
su Telemaco, di Fenelone.

Un certo gruppo esoterico che visitò qualche volta l'antica Olises nella
quarta dimensione, ebbe l'enorme gioia di essere assistito da un
gruppo di ninfe marine.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Quelle fate stesero sul muschio di una roccia millenaria una fine
tovaglia di merletto la cui bella figura potrebbe essere comparata a
quella dei sottili tessuti che formano a volte i cirri nel cielo, e lì stesso,
sul vasellame di fattura atlantidea che da lontano ricordava per i suoi
colori la ceramica di Talaverana, tanto di moda alcuni anni fa,
servirono loro un pasto dall'apparenza frugale ma tanto nutriente che
parve riempirli tutti di felicità e di giovinezza.

Il grano, la segale, le carrube, il mais, la coca, la noce di cola, il pane


“sopari”, che gli adepti indostani danno ai loro discepoli in segno di
alleanza, il miele, il mosto non fermentato, mille succhi e melasse
indescrivibili, costituivano i piatti.

Deliziosi piattini che nemmeno Brillat Savarin assaggiò mai e che


neanche Montillo e Altamira arriverebbero mai a comprendere.

Un liquore fragrante, servito in una coppa di agata che ricordava i


calice del Santo Grial, finì per immergere questo gruppo di fratelli in
uno strano stato, misterioso.

Si sentivano contenti, felici, pieni di vigore e ardimento, capaci


d'imbarcarsi senza nessun timore nell'avventura più terribile.

Va detto che il menzionato gruppo esplorò l'Atlantide e conobbe tutti i


misteri del continente sommerso.

Anch'io ho conosciuto due ninfe meravigliose quando navigavo su di


una nave nel Mar dei Caraibi.

Loro vennero al nostro incontro dalle infuriate onde; erano di una


bellezza incomparabile.
Una aveva il colore delle violette; la delicata donzella, fluttuava tra le
acque e a volte camminava con un passo ritmico ed innocente,
avanzamenti dolci, agili e semplici senza nulla di animale e con molto
divino, pareva piuttosto un indiana dai piedi nudi.

L'altra aveva il colore meraviglioso dei coralli, nella forma cordiale


della sua bocca la fragola lasciò la sua porpora e nel sottile disegno
delicato di quel volto risplendevano i suoi occhi.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Irradiava l'aurora sull'oceano. Le vidi e mi parlarono con il verbo della


luce, poi, molto piano, si avvicinarono alla spiaggia e salirono sulle
rocce delle scogliere.
Io mi feci amico di queste due ninfe meravigliose e quando penso ai
loro poteri e a quelle barche d'Enea trasformate, allora m'immergo in
meditazione e preghiera.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Capitolo 40
LA RUNA NOT

E' urgente, indispensabile, necessario che in questo Messaggio di


Natale 1968-1969 studiamo veramente e molto a fondo la famosa
RUNA NOT.
Continueremo studiando la questione del Karma.

Ascoltami, caro lettore: un giorno qualsiasi, non importa quale, Rafael


Ruiz Ochoa e la mia insignificante persona ritornavamo dalla
pittoresca città di Taxco, Guerrero, Repubblica del Messico.

Andavamo verso il Distretto Federale, in uno sconquassato veicolo


che, a causa dell'insopportabile peso degli anni, ruggiva
spaventosamente in modo tonante con molto chiasso e strepito.

Ero curioso vedere quell'anziano e malandato veicolo in piena marcia,


si riscaldava orribilmente ed era pauroso come qualcosa di dantesco; il
mio amico Rafael aveva la pazienza di combattere con esso.

Di quando in quando, ci fermavamo all'ombra di qualche albero della


strada per mettergli l'acqua e per raffreddarlo un poco.

Questo era un compito del mio amico Rafael; io preferivo approfittare


di quegli istanti per immergermi in profonda meditazione.

Ricordo ora qualcosa di molto interessante. Seduto sul bordo della


strada, fuori di quel curioso pezzo di antiquariato, vidi alcune
insignificanti formiche che laboriose e diligenti circolavano
dappertutto.

Subito, decisi di mettere ordine nella mia mente e di concentrare


l'attenzione esclusivamente su di una di loro.

Dopo passai alla meditazione e per ultimo sopravvenne l'estasi, il


samadhi, ciò che nel Buddismo Zen si denomina Satori.

Quello che sperimentai fu straordinario, meraviglioso, formidabile:


potei verificare l'intima relazione esistente tra la formica e ciò che
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Leibniz chiamerebbe la monade.

E' ovvio comprendere in maniera integra che tale monade direttrice


non è certamente incarnata, messa nel corpo della formica; è chiaro
che vive fuori dal suo organismo fisico ma è connessa al suo veicolo
denso per mezzo del cordone d'argento.

Tale cordone è il filo della vita, l'Antakarana settuple degli Indostani,


qualcosa di magnetico e sottile che ha il potere di stendersi o di
allungarsi infinitamente.

Quella monade dell'insignificante formica, da me osservata tanto


approfonditamente, sembrava veramente una graziosa bimba di dodici
anni, vestiva con una bella tunica bianca e portava sulle spalle un
piccolo mantello di colore azzurro scuro.
Molto si è parlato di Margherita Gautier, ma questa bimba è più
ineffabile e bella: occhi da evocatrice, gesti da profetessa, in lei c'è la
sacra frequenza dell'altare , il suo volto innocente è come quello della
Monna Lisa, con delle labbra che nessuno nei cieli e nella erra
oserebbe baciare.

Che disse la bimba? Cose terribili! Mi parlò del suo karma, certamente
orribile.
Parlammo approfonditamente dentro al veicolo; lei stessa vi entrò e
sedendosi mi invitò alla conversazione, io mi sedetti umilmente al suo
fianco.

“Noi formiche” disse “siamo state castigate dai Signori del Karma e
soffriamo molto”.

Conviene ora ricordare opportunamente le leggende delle formiche


gigantesche del Tibet di cui riferiscono Erodoto e Plinio (Erodoto:
Storia, Libro XI; Plinio, Storia Naturale, Libro 111).

Poi oh Dio, mi sarebbe difficile al primo tentativo immaginare


Lucifero come un'ape, o i Titani come delle formiche, ma è chiaro che
anche queste creature ebbero la loro caduta e questa, in se stessa, fu
della stessa natura dell'errore commesso da Adamo.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Molti secoli avanti che apparisse sulla faccia della Terra la prima razza
umana, vivevano in questo mondo tali creature non umane che oggi si
chiamano formiche e api.

Queste creature conoscevano a fondo il bene del male e il male del


bene. Certamente e in nome della verità devo dire che erano delle
anime vecchie, erano evolute moltissimo ma mai nella vita si erano
messe sulla via della rivoluzione della coscienza.

E' ovvio che l'evoluzione non può mai condurre qualcuno fino
all'autorealizzazione intima.

E' appena normale che ad ogni evoluzione segua inevitabilmente


un'involuzione. Ad ogni salita succede una discesa, ed a ogni ascesa
una discesa.

Queste creature rinunciarono all'idea della conoscenza superiore e del


circolo esoterico della vita e fondarono la loro sede su di un “gergo” di
tipo marxista-leninista, come quello dell'Unione Sovietica.

Il loro modo di intendere fu indubbiamente più sbagliato e più grave di


quello di Adamo e il risultato è palese a tutti.

Quelle sono le formiche e le api, creature involute, ritardatarie,


regressive.
Quegli esseri alterarono il proprio organismo, lo modificarono
orribilmente, lo fecero retrocedere nel tempo fino ad arrivare allo stato
attuale nel quale si trovano.

Maeterlinck, parlando delle civiltà delle termiti dice testualmente:” La


loro civiltà è la più antica di tutte e la più singolare, la più intelligente,
la più completa e in un certo senso, la più logica e la più adattata alle
difficoltà dell'esistenza di tutte quelle che sono apparse prima della
nostra sul globo. Da molti punti di vista questa civiltà, benché a volte
crudele, sinistra e spesso repellente, è superiore a quella dell'ape, della
formica comune e ordinaria e a quella dello stesso uomo.

Nel termitaio ( o nido delle formiche bianche) gli Dei del comunismo
si trasformano in insaziabili Moloch. Mentre più gli viene dato,
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

più chiedono; persistono nelle loro richieste finché l'individuo è


annichilito e la sua miseria completa. Questa spaventosa tirannia non
ha un parallelo con l'umanità giacché tra noi, almeno, alcuni sono
beneficiati ma nel termitaio nessuno viene beneficiato.

La disciplina è più feroce di quella dei carmelitani e dei trappisti e la


sottomissione volontaria alle leggi o ai regolamenti che provengono da
chissà dove, e tale che non ha pari in nessuna società umana.

La nuova forma di fatalità sociale, forse la più crudele di tutte, verso la


quale noi stessi ci incamminiamo, è stata aggiunta a quella che già
conoscevano e che già ci ha preoccupato sufficientemente. Non c'è
riposo eccetto che nell'ultimo dei sonni; l'infermità non si tollera e la
debolezza porta con sé la sua sentenza di morte.

Il comunismo è portato ai limiti del cannibalismo e della coprofagia.


Esigendo il sacrificio e la miseria dei molti, per il beneficio e la
felicità di nessuno è tutto ciò con l'obiettivo che una specie di
disperazione universale possa essere continuata, rinnovata e
moltiplicata finché vivrà il mondo; queste città di insetti, che
apparvero prima di noi, potrebbero servire quasi come una caricatura
di noi stessi, come una parodia del paradiso terrestre verso il quale
tende la maggior parte dei popoli civilizzati.”

Meterlinck dimostra in modo evidente qual' è il prezzo di questo


regime di tipo marxista-leninista.

“Solevano avere le ali, non le hanno più; avevano gli occhi, hanno
rinunciato ad essi, avevano un sesso, lo hanno sacrificato”.

A questo ci resta da aggiungere solo che prima di sacrificare le ali, la


vista e il sesso, le formiche bianche e tutte in generale, dovettero
sacrificare la loro intelligenza.

Se in principio hanno avuto bisogno di una dittatura di ferro per


stabilire il loro comunismo abominevole dopo, tutto diventò
automatico e l'intelligenza si atrofizzò a poco a poco rimpiazzata dalla
meccanicità.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Oggi noi ci meravigliamo al contemplare un alveare d'api o un


formicaio, lamentiamo solo che lì non esiste intelligenza e che tutto sia
diventato meccanicità.

Parliamo adesso del “perdono dei peccati”


Il Karma può forse essere perdonato?
Noi affermiamo che il Karma è perdonabile.

Quando una legge inferiore è trascesa da una legge superiore,


quest'ultima ha, in se stessa e fuori d'ogni dubbio, il potere
straordinario di lavare la prima.

Ma, ci sono casi persi come quelli delle formiche e delle api; dette
creature, dopo essere state delle personalità normali, sono involute, si
sono deformate, e sono rimpicciolite fino ad arrivare allo stato attuale.

Io dovevo il karma delle vite anteriori e fui perdonato. Già mi era stato
annunciato un incontro speciale con la mia Madre Deva Kundalini;
sapevo molto bene che arrivando ad un determinato grado esoterico
sarei stato portato al suo cospetto.

Certamente arrivò l'atteso giorno e fui portato davanti a lei: Un adepto


molto avanzato mi condusse davanti al santuario.
Lì, oh Dio! Gridai, pregai, invocai la mia Adorabile, l'evento cosmico
fu straordinario.
Lei venne a me, la mia Madre Adorabile. E' impossibile spiegare ciò
che sentii; in lei erano rappresentate tutte quelle madri che avevo
avuto nelle diverse incarnazioni.

Ma lei, andava più lontano; mia madre, si, però perfetta, ineffabile,
terribilmente divina.

Il Padre aveva depositato in Lei tutta la grazia della sua sapienza, il


Cristo l'aveva saturata col suo amore e lo Spirito Santo le aveva
conferito terribili poteri ignei.

Ho potuto comprendere che mia Madre, si esprimevano vivamente la


sapienza, l'amore e il potere.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Ci siamo seduti di fronte. Lei su di una sedia, io su di un'altra e


abbiamo parlato deliziosamente come madre e figlio.

Che felice! Come mi sentii gioioso! Parlando con la mia Madre


Divina. Avevo qualcosa da dire e parlai con una voce che stupì me
stesso:” Ti chiedo di perdonarmi tutti i miei delitti commessi nelle vite
anteriori, perché tu sai che io oggigiorno sarei incapace di cadere in
quegli stessi errori.”

“Lo so figlio mio” rispose mia Madre con una voce di Paradiso piena
d'infinito amore.

“Neanche per un milione di dollari tornerei a commettere quegli


errori”, continuai dicendo alla mia Madre Divina Kundalini.

“Cos'è quello dei dollari, figlio mio? Perché dici ciò? Perché parli
così?"

Allora, oh Dio! Mi sentii afflitto con me stesso; confuso, vergognoso e


pieno di dolore risposi: "Perdonami, Madre mia, ciò che accade è che
di là, in quel mondo fisico vano ed illusorio dove vivo, si parla così”.
“Comprendo, figlio mio." rispose mia Madre.

Queste parole dell'Adorabile mi restituirono la tranquillità e la pace.

"Adesso si, Madre mia, ti chiedo di benedirmi e di perdonarmi".


Così parlai pieno di estasi.

Terribile fu il momento in cui mia Madre, inginocchiata con infinita


umiltà e piena di sapienza, amore e potere, mi benedisse dicendo:
“Figlio mio sei perdonato”
“Permettimi d baciare i tuoi piedi, Madre mia” esclamai. Allora, oh
Dio! Al depositare il mio mistico osculo sulle sue piante sacre, lei mi
istruì con un certo simbolo indicandomi il lavacro dei piedi nella cena
del Signore.

Intesi e compresi tutto a fondo. Già avevo dissolto l'io pluralizzato


nelle regioni minerali, nei mondi inferni della natura, ma dovevo
bruciare le semenze sataniche nel mondo molecolare inferiore (regione
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

purgatoriale) e poi bagnarmi nel Lete e nell' Eunoe per cancellare le


memorie del male e fortificare le virtù prima di poter essere
confermato nella luce.

Più tardi, mi vidi all'interno di una scena molto dolorosa della mia vita
passata dove avevo commesso un lamentevole errore e, quando stavo
nel punto di essere investito da una macchina dentro al Distretto
Federale, Città Capitale del Messico, evidenziai totalmente fino alla
sazietà che ero già libero dal Karma.

Studiai il mio stesso libro del Karma nei mondi superiori e trovai le
sue pagine in bianco; incontrai scritto in uno dei suoi fogli solo il
nome di una montagna e compresi che più tardi avrei dovuto vivere lì.

“E' un Karma?” Chiesi ai Signori della legge


“Non è un Karma” mi fu risposto, “andrai a vivere lì per il bene della
Grande causa”.

Ma è chiaro che non sarà obbligatorio per me, mi si concede la libertà


di scelta.

Non devo più Karma ma devo pagare delle imposte ai Signori della
Legge.

Tutto ha un prezzo e il diritto di vivere in questo mondo bisogna


pagarlo; io pago con le opere buone.

Ho presentato alla considerazione dei miei amati lettori due casi: il


Karma irrimediabile come quello delle formiche e delle api ed il karma
perdonabile.

Concretizziamo con la RUNA NOT. Nella massoneria questo simbolo


s'insegna solo ai Maestri, mai agli apprendisti.

Ricordiamo il segno di aiuto del terzo grado, ossia, di Maestro: si


mettono le mani intrecciate sopra la testa, all'altezza della fronte con i
palmi verso fuori, pronunciando allo stesso tempo:” A me i figli della
vedova” (In ebreo: ELAI B'NE AL'MANAH)
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

A questo grido, tutti i massoni devono accorrere a soccorrere il fratello


in disgrazia e prestargli la loro protezione in tutti i casi e le circostanze
della vita.

Nella massoneria si pratica la runa NOT con la testa ed è stato e sarà


sempre un S.O.S., un segno di soccorso.

NOT , in se stessa , significa di fatto pericolo, ma è ovvio che dentro


la stessa runa c'è il potere di scamparlo intelligentemente.

Coloro che transitano sulla strada del filo del rasoio sono combattuti
incessantemente dai tenebrosi, soffrono l'indicibile ma possono e
devono difendersi con la runa NOT.

Con la RUNA NOT possiamo implorare aiuto, chiedere ad Anubis e ai


suoi quarantadue Giudici de Karma di accettare le negoziazioni.

Non dobbiamo lamentarci del Karma; queso è negoziabile. Chi ha un


capitale di opere buone può pagare senza bisogno di dolore.

PRATICHE:

Le pratiche con la RUNA NOT ci portano al Pranayama, alla saggia ed


intelligente combinazioni di atomi solari e lunari.

S'inali profondamente l'aria vitale, il prana, la vita, dalla narice destra


e si esali dalla sinistra contando mentalmente fino a dodici; poi si inali
dalla sinistra e si esali dalla destra e viceversa.

Si continui quest'esercizio per dieci minuti. ( in questa pratica le narici


si controllano con le dita: indice e pollice)

Poi lo studente gnostico si sieda o si sdrai supino (bocca verso l'alto,


di spalle) con il corpo rilassato; si concentri e cerchi di ricordare le sue
passate.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

PRATICA SPECIALE:

Nel caso in cui si ha la necessità dell'assistenza di Anubis, diventa


urgente negoziare con lui: si aprono le braccia e una volta in questa
posizione, si forma un runa aprendo un braccio che forma un angolo di
135 gradi e l'altro solo di 45.

Poi il braccio che forma l'angolo di 45 passerà a formarlo di 135 e


quello di 135 ne formerà uno di 45.
Durante l'esercizio si canteranno i mantra:

NA, NE, NI, NO, NU

NAAAAA...NEEEEE...NIIIII....NOOOO.....NUUUUU....

Tenendo la mente concentrata su Anubis, il Capo del Karma, si


supplica la negoziazione che si desidera chiedendo l'aiuto urgente.

Osservate bene la forma della RUNA NOT imitando questo segno con
le braccia che si alternano nel loro movimento.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Capitolo 41
PARSIFAL

Adesso parliamo dei Cavalieri Templari; discutiamo un poco di quei


fedeli custodi del Santo Grial.
Che ci ascoltino gli Dei, che ci ispirino le Muse.
Che diremo del Castello di Monsalvat? Cantiamo tutti l'inno del Grial:

INNO DEL GRIAL

“Volto all'ultima agape, giorno per giorno apprestata, sia pur la volta
ultima, ch'oggi quella io ristori, chiunque di buona opera s'allieta,
l'agape gli sia rinnovata; ei può accostarsi al ristoro, e il divin dono
ricevere.
Pei mondi peccatori, con mille dolori, come un giorno fu il suo sangue
versato: il corpo ch'Ei ci offerse a salvazione, viva dentro noi per la
sua morte.
La fede vive; si libra la colomba, del Salvator soave messaggera: del
vino bevete che per voi fluisce, e del Pane di vita vi nutrite!”

Guardate là, uomini e Dei! Cavalieri del Grial e i loro scudieri; tutti
veston con tuniche e mantelli bianchi simili a quelli dei Templari ma,
invece della rossa Tau do questi ultimi, ostentano a pieno diritto una
colomba in velo spiegato sulle armi e ricamata sui mantelli.

Straordinario simbolo del Terzo Logos, segno vivente dello Spirito


Santo, Vulcano, quella forza sessuale meravigliosa con la quale
possiamo fare tanti prodigi e meraviglie.

Bene, conviene penetrare intensamente nel profondo significato del


dramma wagneriano.

Che dicano qualcosa Anfortas, il prototipo specifico del rimorso,


Titurel, la voce del passato, Klingsor, il mago nero, Parsifal, la
redenzione, Kundry, la seduzione, Gurnemanz, la tradizione.

Le trombe meravigliose suonano la loro meravigliosa sveglia e


Gurnemanz e i suoi due scudieri s'inginocchiano e recitano silenziosi
la preghiera mattutina.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Vengono dal Grial due forti cavalieri con il proposito evidente di


esplorare il cammino che deve seguire Amfortas, il re del sacro calice.

Il vecchio successore del re Titurel viene prima del solito a bagnarsi


nelle acque sacre del lago, col desiderio di calmare i forti dolori che lo
affliggono da quando ha ricevuto, per sua disgrazia, lo spaventoso
colpo di lancia con cui il perverso mago nero Klingsor lo ha ferito.

Triste storia quella di Klingsor! Orrore! Sincero in errore come molti


altri in giro per il mondo.
Viveva in uno spaventoso eremo da penitente; volle essere un santo: Si
dichiarò nemico di tutto ciò che aveva un sapore sessuale; lottò
spaventosamente contro le passioni animali, portò sul suo corpo
flagellato cruenti cilici e pianse molto.

Ma, tutto fu inutile, la lussuria, la lascivia, l'impudicizia segreta se lo


inghiottivano vivo nonostante tutti i suoi sforzi e i suoi sacrifici.
Allora, oh Dio! L'infelice, assolutamente incapace di eliminare le
passioni sessuali, decise di mutilarsi con le sue stesse mani, di
castrarsi.

Dopo, supplicante tese le sue mani verso il Grial, ma fu rifiutato con


indignazione dal guardiano.

Il disgraziato credette che odiando lo Spirito Santo, rifiutando il Terzo


Logos, distruggendo gli organi genitali, avrebbe potuto essere
ammesso nel castello di Monsalvat.

L'infelice pensò che avrebbe potuto essere ammesso nell'Ordine del


Santo Grial senza il Maithuna, senza aver prima ottenuto la seconda
nascita, vestito con gli stracci lunari.

Questo povero addolorato e malandato cavaliere suppose di entrare a


lavorare con il Secondo Logos (il Cristo) senza prima aver lavorato
con il Terzo Logos (lo Spirito Santo, il sesso).

Alla fine indispettito, il tenebroso Klingsor, decise di vendicarsi


ingiustamente dei nobili Cavalieri del Santo Grial.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Trasformò quell'eremo da penitente in un giardino ammaliante e fatale


di voluttuosi piaceri e lo riempì di diaboliche donne pericolosamente
belle.

Lì, in quella dimora deliziosa, accompagnato dalle sue bellezze,


aspetta in segreto i cavalieri del Grial per trascinarli nella
concupiscenza che inevitabilmente conduce le genti ai mondi inferni.

Colui che si lascia sedurre dalle provocanti diavole è la sua vittima.


Riuscì a portare molti Cavalieri sulla via della perdizione.

Amfortas, il re del Grial, combatté lo sventurato Klingsor, volle


mettere limite alla piaga del fatal incanto, ma cadde vinto dalla
passione nelle impudiche braccia della lussuriosa Kundry.

Momento formidabile per Klingsor; sarebbe stato stupido perdere


l'opportunità.

Toglie audacemente la lancia sacra dalle mani di Amfortas e poi, è


chiaro che trionfante, si allontana ridendo.

Così fu come Amfortas, il re del Grial, perse la sua lancia benedetta


con la quale Longino ferì sul Golgota il costato del Signore.

Anche Amfortas, ferito nel costato con la lancia spaventosa del


rimorso, soffre l'indicibile.

Kundry deliziosa donna di straordinaria bellezza, soffre anch'ella di


rimorso, ma serve umilmente i fratelli del Santo Grial.
In fondo tu, donna fatale, sei solo uno strumento di perfidia al servizio
del mago delle tenebre; vuoi camminare sulla strada della luce ma cadi
ipnotizzata dal tenebroso.

Amfortas, immerso in profonda meditazione intima, ascolta in stato di


estasi le parole misteriose che escono dal Grial: “Per compassione
sapiente, il puro folle: costante attendilo, cui io ho eletto”.

Poi successe qualcosa di straordinario, qualcosa di insolito; si provoca


un gran chiasso tra le genti del Grial, perché precisamente al lato del
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

lago hanno sorpreso un ignorante ragazzo che, errabondo per quelle


rive, finisce per ferire a morte un cigno, uccello sacro d'immacolato
candore.

Ma, perché tanto scandalo? Per Parsifal ciò corrisponde ad un passato


fortunatamente lavato nelle bellissime acque del Lete.

Chi non ha ferito a morte il cigno sacro? Il Terzo Logos? Chi non ha
assassinato l'Hamsa miracoloso, lo Spirito Santo? Chi fornicando non
ha assassinato l'Araba Fenice del Paradiso? Chi non ha peccato contro
l'Ibis immortale? Chi non ha fatto sanguinare la Colomba Santa,
simbolo vivente della forza sessuale?

Parsifal è chiaro che aveva raggiunto l'innocenza totale dopo aver


sofferto molto.
Il figlio di Herzeleide ( una povera donna del bosco) ignorava
realmente le cose mondane; era protetto dalla sua innocenza. Inutili
risultarono le donne fiere di Klingsor, le infelici non poterono sedurre
l'innocente e caddero vinte.

Inutili risultarono gli sforzi seduttori di Erodiade, Gundrigia, Kundry;


tutte le sue arti fallirono e vedendosi vinta chiama, chiede aiuto a
Klindsor e quest'ultimo, disperato, getta inferocito la lancia sacra
contro il ragazzo.

Ma, Parsifal è protetto dalla sua innocenza e la lancia, invece di


attraversare il suo corpo, fluttua un istante sulla sua testa; il ragazzo
l'afferra con la mano destra e poi benedice con questa arma appuntita,
fa il segno della croce ed il catello di Klingsor sprofonda allora
nell'abisso, trasformato in polvere cosmica.

Dopo viene il meglio: Parsifal, accompagnato dal suo Guru


Gurnemanz, entra nel Tempio di Monserrat, Catalogna, Spagna.

Si aprono ora le porte del tempio ed in solenne processione penetrano


nel luogo santo tutti i Cavalieri del Santo Grial. Loro si vanno
collocando ordinatamente e con infinita venerazione davanti a due
lunghe tavole parallele ricoperte di tovaglie, in mezzo alle quali
rimane uno spazio libero.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Deliziosi momenti, quelli in cui si celebra la cena mistica il banchetto


cosmico dell'Agnello Pasquale.
Istanti straordinari, quelli in cui si mangia il pane e si beve il vino
della transustanziazione.

Risplende gloriosamente durante il rituale quel calice benedetto, dove


Giuseppe d'Arimatea raccolse il sangue che usciva dalle ferite del
Signore sul Golgota di tutte le amarezze.

Momenti ineffabili del Pleroma sono quelli in cui Parsifal cura


miracolosamente la ferita di Amfortas applicando sul suo costato la
stessa lancia che lo ferì. Simbolo formidabile quello di tale lancia,
fallico al cento per cento; sessuale in maniera integra.

Amfortas cadde a causa del sesso, soffrì spaventosamente con il dolore


del rimorso, ma grazie ai misteri sessuali si rigenerò, guarì totalmente.

Il Gran Kabir Gesù disse: “Se qualcuno vuol venire dietro a me


rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua”.

I Cavalieri del Santo Grial hanno rinnegato se stessi dissolvendo l'io


pluralizzato, incenerendo le semenze sataniche, bagnandosi nelle
acque del Lete e dell'Eunoe.

I Cavalieri del Santo Grial hanno lavorato nella fucina incendiata di


Vulcano; non hanno mai ignorato chela croce è il risultato
dell'inserimento del Phalus verticale nello cteis formale.

I Cavalieri del Santo Grial si sono sacrificati per l'umanità; hanno


lavorato con amore nella Grande Opera del Padre.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Capitolo 42
IL FUOCO SACRO

L'energia sessuale si polarizza in due modi vale a dire: statico o


potenziale (Kundalini) e dinamico, i quali, com'è risaputo da ogni
persona che abbia una cultura spirituale, sono sicuramente delle forze
che agiscono dentro l'organismo.

E' ovvio che nella spina dorsale esistono sette centri magnetici molto
speciali dentro ai quali si trovano latenti infiniti poteri ignei.

Con l'ascensione del fuoco sacro lungo il canale midollare tutta quella
molteplicità di poteri divini entra in attività.

La chiave fondamentale per risvegliare il fuoco sacro, la kundalini,


certamente è nascosta nel sesso yoga ed è il Maithuna. La connessione
sessuale del lingam-yoni, del fallo-utero, ma senza l'eiaculazione
dell'entità seminale (ens seminis), perché in questa sostanza semi-
solida, semi-liquida, si trova tutto l'ens virtutis del fuoco.

Il desiderio raffrenato farà salire l'energia sessuale verso dentro e


verso l'alto fino al cervello.

Quando gli atomi solari e lunari del sistema seminale hanno contatto
nel coccige, vicino al triveni, alla base della spina dorsale, allora si
sveglia il fuoco sacro per salire fino al cervello lungo il canale
midollare.

E' urgente comprendere, è necessario sapere che se l'entità del seme è


versata, allora il fuoco ascendente scende di una o più vertebre
secondo la grandezza dell'errore.

La Kundalini, il fuoco divino, ascende lentamente in accordo con i


meriti del cuore.

Coloro che camminano sul sentiero del filo del rasoio sanno molto
bene per esperienza diretta che la Divina Madre Kundalini, il fuoco
sacro, conduce Shiva, lo Spirito Santo, fino al centro cerebrale e, per
ultimo, al tempio cuore.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Nessun autentico esoterista mai si azzarderebbe a negare che dietro a


qualsiasi attività esiste sempre uno stato estatico.

Il centro estatico fondamentale dentro l'organismo umano possiamo


trovarlo, senza alcun dubbio, nell'osso coccigeo ( la base della spina
dorsale).

Il chakra coccigeo è, in se stesso, la chiesa di Efeso dell'esoterismo


cristiano; supporto radice del corpo e di tutti i movimenti della forza
vitale all'interno del nostro organismo.

Sappiamo per esperienza diretta, che in questo centro specifico del


corpo si trova, avvolto tre volte e mezzo, il serpente igneo dei nostri
magici poteri, quel fuoco serpentino anulare che si sviluppa
meravigliosamente nel corpo dell'asceta.

Un'analisi accurata del centro magnetico coccigeo ci permette di


comprendere che questo in se stesso, è la coscienza; non c'è dubbio
che possieda della quantità molto speciale.

La Kundalini, il potere contenuto nel citato centro coccigeo, risulta


efficace e definitivo per il risveglio della coscienza. E' ovvio che il
fuoco sacro può aprire le ali ignee del Caduceo di Mercurio nella
spina dorsale dell'iniziato; allora possiamo penetrare coscientemente
in qualsiasi dipartimento del regno.

Gli adepti indostani fanno distinzione tra la suprema coscienza


cosmica ed il suo potere energetico attivo, capace di penetrare nelle
zone più profonde del nostro subcosciente per risvegliarci realmente.

I sapienti orientali dicono che quando la coscienza cosmica si


manifesta come energia, possiede allora due facce gemelle: la
potenziale e la cinetica.

La Kundalini, il fuoco sessuale, è fuori ogni dubbio una verità


vedantina e jeohvistica che rappresenta, con piena esattezza, tutto il
processo universale come una saggia polarizzazione nella coscienza
stessa.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Utilizzare il fuoco sacro, il serpente igneo dei nostri magici poteri, per
risvegliare la coscienza, è una necessità intima, vitale, indispensabile.

L'essere umano, o meglio diremo, il povero animale intellettuale


erroneamente chiamato uomo, ha la coscienza totalmente
addormentata e pertanto è certamente incapace di vivere quello che
non è del tempo, ciò che è il reale,

Il fuoco sacro possiede delle virtù molto speciali ed efficaci per


togliere il povero bipede umano dallo stato incosciente nel quale si
trova.

Colui che sviluppa il fuoco sacro, e con tutti i suoi sette gradi di
potere, è ovvio che acquisisce certe facoltà con le quali può
comandare le creature del fuoco, dell'aria, dell'acqua e della terra.

Ma, è urgente comprendere che la spada forgiata da Vulcano


dev'essere temperata incandescente nelle Acque spermatiche della
palude Stige.

Disgraziato colui che versa il Vaso di Ermete, meglio sarebbe stato se


non fosse mai nato o se si fosse messo una pietra da mulino al collo e
se si fosse gettato in fondo al mare.

Enea, esimio uomo troiano con la spada fiammeggiante alzata,


guardando fisso verso il sole e pregando, dice delle parole che
possono essere capite solo da coloro che lavorano nel magistero del
fuoco: pone per testimone il Cristo Cosmico, la terra benedetta che
invoca, il Padre che è nel segreto e Giunone Saturnia.

Kundalini, l'eterna sposa del Terzo Logos.


Chiama Marte, il Signore della Guerra, tutte le creature elementali
delle fonti e dei fiumi, i figli del fuoco, le divinità del mare e
addirittura promette fedelmente che se la sorte gli è avversa nella
battaglia personale contro Turno, il suo nemico, si ritirerà dalla città di
Evandro; ma se la vittoria consente che Marte sia a suo favore, non
convertirà gli italici in schiavi e penserà solo a coesistere con loro
come amici e quello è tutto.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Risulta molto significativo, per tutti coloro che lavorano nel magistero
del fuoco, il giuramento del buon re Latino, con lo sguardo fisso nel
sole e ponendo come testimoni i fuochi sacri che sono accesi tra noi e
le divinità, dicendo: “....Nessun giorno romperan questa pace e questi
accordi gl'italici giammai, qual segua evento....”

Il re Latino pone come testimoni di tutti i suoi giuramenti le stesse


divinità: la terra, il mare, gli astri, la doppia discendenza di Latona,
l'immanifestata Prakriti, Diano, Apollo e Giano con le sue I.A.O., le
tre vocali che si cantano nella trance sessuale con il Maithuna.

Quel re Latino nella sua preghiera non dimentica la dimora terribile di


Plutone e degli Dei infernali, quegli esseri divini, quegli individui
sacri che rinunciarono alla felicità del Nirvana per vivere nei mondi
inferni lottando per i definitivamente persi.

Tutte queste orazioni, tutte queste preghiere e giuramenti del mondo


classico antico, sarebbero certamente incomprensibili senza la scienza
sacra del fuoco.

L'avvento del fuoco dentro di noi è l'evento cosmico più formidabile.


Il fuoco ci trasforma radicalmente.

In questi istanti mi vengono alla memoria quelle quattro lettere messe


sulla croce del Redentore del mondo: INRI, Ignis Naturam renovatur
integram. Il fuoco rinnova incessantemente la natura.

Là nella notte profonda dei secoli, nell'Antico Egitto dei Faraoni, il


Gran Kabir Gesù, praticando il Maithuna con la vestale di una
piramide, cantava i mantra INRI, ENRE, ONRO, UNRU,ANRA,
facendo risuonare ogni lettera in maniera allungata, profonda.

E' ovvio che ognuno di questi mantra si divida in due sillabe


esoteriche per essere pronunciato.

Dobbiamo essere divorati dal serpente, è urgente trasformarci in


fiamme vive, è indispensabile raggiungere la seconda nascita per
entrare nel regno.
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Capitolo 43
LA RUNA LAF

Io ero ancora molto giovane e lei si chiamava Urania. Una di quelle


tante notti, non importa quale, abbandonai per un periodo questo
corpo fisico.

Come mi sentii felice fuori dal corpo denso! Non c'è maggior piacere
di quello di sentirsi l'anima slegata, il passato ed il futuro si
convertono allora in un eterno adesso.

Penetrare negli universi paralleli e relativamente facile quando si ha la


coscienza sveglia.

Nell'universo parallelo della quinta dimensione sentii la necessità


intima di invocare un Maestro e gridai a gran voce chiamando,
supplicando, chiedendo.

Per un istante parve come se tutto l'universo si trasformasse, tale è la


forza del verbo.

Il filo d'argento ha il potere di allungarsi infinitamente; così le anime


possono viaggiare liberamente nello spazio stellato.
Io viaggiai molto e arrivai fino al tempio. Quando pieno di estasi
avanzavo per la strada misteriosa che conduce agli iniziati fino alle
porte del luogo santissimo, mi vidi attaccato in modo inaspettato da
una grande bestia, da un toro mitraico, oltremodo spaventoso.

Senza voler apparire coraggioso vi racconto cari lettori che non provai
paura, affrontai l'animale, in modo deciso ed intrepido lo presi per le
corna riuscendo allora a gettarlo a terra.

Ma, in quei precisi istanti successe qualcosa di insolito: una catena di


ferro cadde davanti alla mia stupita coscienza e il terribile animale
sparì come per incanto.

Compresi tutto intuitivamente in quei momenti, è chiaro, dovevo


liberarmi, rompere le catene schiavizzanti, eliminare l'ego animale.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Poi proseguii per la mia strada ed entrai dalle porte del tempio. Mi
sentivo ebbro di una squisita voluttà spirituale. Sicuramente non
cambierei quegli istanti per tutto l'oro del mondo.

Ciò che successe dopo, lo sanno bene gli dei ed ora lo racconto agli
uomini.

Vidi il carro dei secoli, questo era condotto da tre Maestri della Loggia
Bianca, un venerabile anziano andava in quel veicolo del mistero.

Come dimenticare quel volto? Quel sembiante? Quell'aspetto? Una


così sublime perfezione?

La fronte dell'anziano era certamente alta e maestosa, il suo naso alto e


perfetto, le sue labbra fini e delicate, la sua barba era bianca e
circondata di luce e la capigliatura, d'immacolato candore, gli cadeva
soavemente sulle spalle.

E' ovvio che non potevo evitare di domandare; il caso era terribilmente
divino, formidabile.

“Questo si chiama Pietro” mi rispose uno degli Ierofanti che


conduceva il carro dei secoli.

Allora , oh mio Dio! Mi prostrai a terra davanti a questo Anziano dei


Secoli e lui, pieno di amore infinito e di compassione, mi benedisse
parlando nel linguaggio sacro.

Da allora ho riflettuto molto e mai mi pentirò di aver insegnato


all'umanità il Vangelo di Pietro, il Maithuna, il sesso-yoga.

E dice Patar, Pietro: ”Ecco io pongo in Sion una pietra angolare,


scelta, preziosa e chi crede in essa non resterà confuso. Onore dunque
a voi che credete; ma per gli increduli la pietra che i costruttori hanno
scartato è divenuta la pietra angolare, sasso d'inciampo e pietra di
scandalo.”

Ma allora, il Santo Grial? Non è per caso la stessa pietra iniziatica?


MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Il Grial è una pietra preziosa portata sulla Terra dagli Angeli e affidata
ad una confraternita iniziatica che si chiamò “dei custodi del Grial”.

Eccoci qui, quindi, con la Pietra di Giacobbe, la Pietra Sacra del


Liafail scozzese, la Pietra cubica di Jesod ubicata dai cabalisti ebraici
nel sesso.

Il testo legittimo di Wolfran di Eschembach, relativo alla Pietra Santa


è la Confraternita Bianca che la custodiva sapientemente e,
effettivamente, come segue:

“Quegli eroi sono animati da una pietra.


Non conoscete la sua augusta e pura essenza?
Si chiama lapis electrix (magnes).
Con lei si può realizzare ogni meraviglia ( magia)
Lei, come la fenice che si precipita nelle fiamme,
rinasce dalle sue ceneri,
visto che nelle sue fiamme medesime rinnova il suo piumaggio
e brilla ringiovanita più bella di prima.
Il suo potere è tale, che qualsiasi uomo,
per infelice che sia il suo stato,
invece di morire come gli altri,
non conosce più l'età,
né per il suo colore, né per il suo volto;
e uomo o donna che si godrà della gioia ineffabile
di contemplare la pietra
per più di duecento anni.

La pietra iniziatica si trasforma esotericamente nel vaso di Ermete, nel


Calice Sacro.

Peter, Patar, Pietro, la rivelazione iniziatica, è nel sesso e tutto ciò che
non sia per quella vita è una perdita di tempo.

Risulta tremendamente significativo che tanto al Nord come nella


stessa America troviamo incisa nelle pietre la RUNA LAF, il
LAFTAR, che vuole dire Salvatore.

E' chiaro che dobbiamo innalzare la Chiesa del Cristo Intimo sulla
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pietra viva.
Guai a coloro che edificheranno il loro tempio interiore sulle sabbie
mobili di tutte le teorie; discenderanno le piogge, verranno i fiumi e la
loro casa sprofonderà nell'abisso dove si odono solo pianto e stridore
di denti.

Se uniamo due LAF per le braccia abbiamo allora la lettera M del


Matrimonio.
E' chiaro che da ogni punto di vista ed è verissimo che solo calcando il
sentiero del matrimonio perfetto si può conseguire l'abito di nozze
dell'anima, la sintesi perfetta dei corpi solari.

Guai a quegli infelici che si presentano al banchetto di nozze del


Signore senza l'abito nuziale!

E' scritto l'ordine del Re:” Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle
tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. Perché molti sono chiamati ,
ma pochi eletti.”

PRATICA:

La pratica corrispondente a questa runa consiste nell'andare verso il


sole la mattina, nel momento in cui ascende dall'Oriente, ma con
quell'atteggiamento mistico delle mani alzate come mostra la runa e
implorando auto esoterico.
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Capitolo 44
LA LIBERAZIONE FINALE

In nome della verità dobbiamo affermare la necessità della rinuncia.


Abbiamo bisogno di passare per la grande morte e questa è possibile
solo liberandoci totalmente della mente.

Quando la natura è stata dominata radicalmente vengono, com'è


logico, l'onnipotenza e l'onniscienza.

Quando lo gnostico autorealizzato rinuncia anche alle idee di


onnipotenza e di onniscienza, sopravviene la distruzione del vero
seme del male, quella che dopo ogni Pralaya (notte cosmica) ci porta
un'altra volta al Mahanvatara (giorno Cosmico).

E' ovvio che tutti coloro che abbiano raggiunto l'autorealizzazione


intima hanno il diritto di vivere nel Nirvana, ma se rinunciano a tale
felicità, continueranno per la via diretta che conduce all'Assoluto.

Tuttavia, è chiaro che esistono molti percorsi laterali e Dei tentatori


più pericolosi degli esseri umani. Loro ci tentano, non per cattiveria,
né per gelosia, nemmeno per il timore di perdere il loro posto, come
erroneamente suppongono alcuni autori orientali, ma per compassione.

Nell'istante in cui scrivo questo capitolo mi viene alla memoria


qualcosa di molto interessante.

Un certo giorno, dopo aver fatto una rinuncia nirvanica, mi trovavo


felice nel mio settimo principio (Atman) sulla bella terrazza di una
dimora ineffabile.

E' chiaro che ero nel Nirvana, la regione di Dharmakaya, il mondo


degli Dei.

Improvvisamente, fluttuando nello spazio sacro, vennero vicino a me


molti beati nirvani.

Guardare quegli esseri ineffabili vestiti con le loro tuniche da


Dharmakaya era, qualcosa di veramente degno di ammirazione.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Al vederli ho potuto verificare per esperienza diretta che questi esseri


erano fiamme viventi di tre stoppini e che questi, in se stessi, sono
immortali.

Alla fine, uno di quegli ineffabili prese la parola per dirmi: “Perché
fratello mio, hai percorso quella strada così stretta, tanto amara e dura?

Rimani con noi qui nel Nirvana, siamo tutti molto felici.”
“Non hanno potuto gli uomini con le loro tentazioni, tanto meno voi,
gli Dei; io sono diretto all'Assoluto” Questa fu la mia risposta. Poi
uscii da quel bellissimo luogo con passo fermo e deciso.

Gli gnostici che non raggiungono la perfezione assoluta muoiono e si


trasformano in Dei; commettono l'errore di abbandonare il grande
cammino diretto, intraprendendo le vie laterali e acquistano molti
poteri, ma poi è chiaro che hanno bisogno di ritornare ad incarnarsi
per mettersi un'altra volta sulla via diretta che deve portarli
all'Assoluto.

E' indispensabile impedire che il contenuto mentale acquisisca diverse


forme al fine di ottenere la quiete assoluta della mente.

La conoscenza diretta ci da delle bellissime qualità, ma chi va per la


via diretta non deve affezionarsi a tali virtù.

L'ottenimento dei poteri psichici non conduce mai ad alcuna


liberazione. Non è niente di più che una ricerca di vani godimenti.

Il possesso dei poteri occulti non fa altro che intensificare in noi la


mondanità e, alla fine, ci rende più amara l'esistenza.

Numerose anime, benché abbiano quasi raggiunto la liberazione totale,


falliscono perché non possono rinunciare in modo assoluto a tutti i
poteri occulti. Quegli esseri s'immergono per un periodo nella natura
per sorgere nuovamente come padroni, proprietari e signori.

Esistono migliaia di Dei di questo genere, sono divini, ineffabili, ma


non hanno il diritto di entrare nell'Assoluto.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Esistono molti autorealizzati immersi nella Natura, quelli sono


certamente dei fratelli che si sono fermati in questo lato della
perfezione e che, impediti per qualche tempo ad arrivare alla fine,
seguono governando questa o quella parte dell'Universo.

Gli Dei santi corrispondono certamente ad alcune funzioni superiori


della natura, che sono assunte da differenti anime, ma in verità loro
non hanno ancora ottenuto la liberazione finale.

Solo rinunciando all'idea di trasformarci in Dei, di governare i Kalpa


(cicli), possiamo ottenere la liberazione radicale, assoluta.

Il successo è immediato per colui che è straordinariamente energico.


Dobbiamo essere spietati con noi stessi.

E' urgente rinunciare e morire d'istante in istante; solo a forza di


moltissime rinunce e morti possiamo entrare nell'Assoluto.

Parlo agli esseri umani basandomi sull'esperienza diretta. Sono un


Avatara di Ishvara.

Realmente, Ishvara (il Maestro Supremo) è un Purusha molto speciale


esente dalle sofferenze, dalle azioni, dai loro risultati e desideri.

Immaginate lo Spirito Universale della Vita come un oceano senza


spiagge, senza sponde; pensate per un momento a qualche onda che
sorge per perdersi nuovamente nell'elemento liquido, tale onda
diamantina sarà allora Ishvara.

Brahma, l'oceano dello Spirito, si manifesta come Ishvara, il Maestro


dei Maestri, il Governatore dell'Universo.
In lui si fa infinita l'onniscienza che negli astri esiste solo come germe.
Lui è il Maestro, anche per gli antichi Maestri non essendo mai
limitato nel tempo.
La parola che lo manifesta è AUM
E venne a me Ishvara:
“Scrivi libri” mi disse, “messaggi, prospetti, tijitlis”
“Signore ! Esclamai, “cosa significa questa parola tijitlis?” “formare
l'esercito della salvezza mondiale, il Movimento Gnostico, il Partito
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Socialista Cristiano Latinoamericano, e via dicendo”


Così disse il Signore e io compresi.
Ishvara è il vero prototipo di perfezione che è certamente molto più in
là del corpo, della mente e degli affetti.

Ma, amatissimi gnostici, in verità vi dico che dovete prima arrivare


alla seconda nascita, morire in voi stessi e dare fino all'ultima goccia
di sangue per l'umanità addolorata.

Solo così potete calcare quella strada di Giovanni quel cammino


diretto che vi porterà fino all'Assoluto, più in là degli uomini e degli
Dei.

Non commettete l'errore di aspettare che la legge dell'evoluzione vi


conduca alla liberazione finale.

Questo cammino diretto è possibile solo attraverso incessanti


rivoluzioni intime.

Ora voi siete solo degli Imitatus; dovete trasformarvi in adepti prima
di cominciare a scalare i tre triangoli.

Gli angeli gli arcangeli e i principati costituiscono il primo triangolo;


le potestà le virtù e le dominazioni personificano il secondo triangolo;
i troni i cherubini ed i serafini, il terzo triangolo.

Molto più in là dei tre triangoli ineffabili c'è quello che non ha nome,
ciò che non è del tempo: l'Assoluto.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Capitolo 45
IL SONNO DELLA COSCIENZA

Amatissimi discepoli gnostici, con molto sforzo e con grande amore


siamo arrivati al penultimo capitolo di questo Messaggio di Natale
1968-1969, conviene, per il bene della gran causa, eliminare certe
erbacce che ostruiscono il cammino.

In tutto ciò esiste qualcosa di molto grave: voglio riferirmi con enfasi
al sonno della coscienza.

I quattro Vangeli insistono sulla necessità di risvegliare, ma


disgraziatamente la gente suppone di essere sveglia.

Per colmo dei mali esiste in giro un certo tipo di soggetti, certamente
molto psichici, che non solo dormono ma perfino sognano di essere
svegli.

Quelle persone si auto-denominano veggenti e sono molto pericolose


perché proiettano sugli altri i loro sogni, le loro allucinazioni e le loro
follie; sono quelli, precisamente, coloro che attribuiscono ad altri
delitti che non hanno commesso e rovinano i focolari altrui.

Risulta ovvio comprendere che non stiamo parlando contro i legittimi


chiaroveggenti, ci riferiamo ora solo agli allucinati, a quei sinceri in
errore che sognano di essere svegli.

Con pena profonda abbiamo potuto evidenziare che il fallimento


esoterico si deve in verità alla coscienza addormentata.

Molti devoti gnostici, sinceri e amanti della verità, realmente


falliscono a causa di quel lamentevole stato della coscienza
addormentata.

Nei tempi antichi, il Grande Arcano, il Maithuna, il sesso yoga, si


insegnava solo ai neofiti che risvegliavano la coscienza; gli Ierofanti
sapevano molto bene che i discepoli addormentati prima o poi
abbandonano il lavoro nella nona sfera.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Il peggio è che quei falliti si auto-ingannavano pensando il meglio di


se stessi. Quasi sempre cadono come delle meretrici tra le braccia di
qualche nuova “scuoletta” che offre loro una specie consolazione e
dopo, pronunciano frasi come la seguente:” Io non continuo con gli
insegnamenti gnostici perché questi esigono una coppia e questa è una
cosa personale. La liberazione, il lavoro, è una cosa che bisogna
cercare da solo”.

Naturalmente tutte quelle parole di auto-consolazione e auto-


considerazione hanno per oggetto solo la propria autogiustificazione.

Se quelle persone avessero la coscienza sveglia, verificherebbero il


loro errore, comprenderebbero di non essersi create da sole, di aver
avuto un padre e una madre , che un coito ha dato loro vita.

Se quelle povere persone avessero la coscienza sveglia,


verificherebbero da sole che così come in alto è in basso e viceversa,
sperimenterebbero in maniera diretta la loro cruda realtà, si
renderebbero conto esattamente del lamentevole stato in cui si
trovano, comprenderebbero la necessità del Maithuna per fabbricarsi i
corpi solari, il vestito di nozze dell'anima ed ottenere così quella
seconda nascita della quale parlò il Gran Kabir Gesù al rabbino
Nicodemo.

Ma tali “modelli di sapienza” dormono e non sono capaci, in verità, di


verificare da soli che sono vestiti con corpi protoplasmatici, con
stracci lunari, che sono degli addolorati e dei miserabili.

I sognatori, gli addormentati che suppongono di essere svegli, non


solo faranno danno a se stessi ma causano anche gravi danni ai loro
simili.

Io credo che il sincero in errore, l'addormentato che crede di essere


sveglio, il mitomane che si crede super-trasceso, l'allucinato che si
qualifica illuminato, in verità fa e suole fare all'umanità molto più
danno di quanto ne sperimenta colui che mai nella sua vita è entrato
nei nostri studi.

Stiamo parlando in un linguaggio molto duro, ma potete stare sicuri,


MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

cari lettori, che molti addormentati allucinati, leggendo queste righe,


invece di fermarsi un momento a riflettere, correggere e rettificare,
cercheranno solo il modo di appropriarsi delle mie parole con
l'evidente proposito di documentare le loro pazzie.

Per disgrazia di questo miserevole formicaio umano, le povere persone


portano dentro un pessimo segretario che interpreta sempre male gli
insegnamenti gnostici, mi riferisco all'io pluralizzato, al me stesso.

La cosa più comica di Mefistofele è il modo con cui si maschera da


santo; è chiaro che all'ego piace che lo pongano sugli altari e che lo
adorino.

Risulta palese ed evidente comprendere a fondo che mentre la


coscienza continua a essere imbottigliata nell'io pluralizzato, non
dormirà soltanto, ma quel che è peggio, avrà qualche volta il cattivo
gusto di sognare di essere sveglia.

Il peggiore genere di pazzia risulta dalla combinazione della


mitomania con le allucinazioni.

Il tipo mitomane e quello che si presume un dio, che si sente super-


trasceso, che desidera che tutti lo adorino.

I soggetti du questo tipo, studiando questo capitolo, accomodano agli


altri le mie parole e pensano di se stessi di aver già dissolto l'io,
benché lo abbiano più robusto di un gorilla.

Quando un mitomane addormentato lavora nella fucina dei Ciclopi,


potete stare ben certi che molto presto abbandonerà il lavoro dicendo:
”Io ho già ottenuto la seconda nascita; io sono libero, ho rinunciato al
Nirvana per amore dell'umanità, sono un Dio”.

Nel nostro caro Movimento Gnostico abbiamo viste delle cose molto
brutte. E' spaventoso vedere i mitomani e gli addormentati allucinati
profetizzare pazzie, calunniare il prossimo, qualificare gli altri come
dei maghi neri e via dicendo. Ciò è spaventoso.

Diavoli che giudicano altri Diavoli! Tutti quei modelli di perfezione


MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

non vogliono rendersi conto che in questo mondo doloroso in cui


viviamo è impossibile incontrare qualche volta un santo.

Ogni mago è più o meno nero; in nessuna maniera si può essere


bianchi mentre il demonio, l'io pluralizzato, è messo nel corpo.

Il fatto di andare dicendo qua e là che Tizio è caduto, è certamente uno


scherzo di cattivo gusto perché, in questo modo, tutte le persone sono
cadute.

Il fatto di calunniare il prossimo e distruggere i focolari con falsa


profezia è proprio degli allucinati, della gente che sogna di essere
sveglia.
Se qualcuno vuole veramente auto-svegliarsi, che si decida a morire di
momento in momento, che pratichi la meditazione a fondo, che si
liberi della mente, che lavori con le rune come abbiamo insegnato in
questo libro.

A questa Sede Patriarcale del Movimento Gnostico mi giungono


costantemente delle lettere di molti addormentati che mi dicono: mia
moglie, Tizio e Caio, è molto evoluto, è un'anima molto vecchia e via
dicendo.

Quei poveri addormentati che parlano così pensano che il tempo e


l'evoluzione possa svegliarli, autorealizzarli, portarli alla liberazione
finale.

Quelle persone non vogliono capire che l'evoluzione e la sua sorella


gemella, l'involuzione, sono esclusivamente due leggi meccaniche
della natura che lavorano in maniera armoniosa e coordinata in tutto il
creato.
Quando uno risveglia la coscienza comprende la necessità di
emanciparsi da quelle due leggi e di mettersi sulla strada della
rivoluzione.

Vogliamo gente sveglia, decisa, rivoluzionaria.

In nessun modo accettiamo delle frasi incoerenti, vaghe, imprecise,


MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

insipide, inodori e così via.

Dobbiamo vivere in stato di allerta e vigili come le sentinelle in epoca


di guerra.
Vogliamo gente che lavori con i tre fattori della rivoluzione della
coscienza.

Lamentiamo tanti casi di sinceri in errore, addormentati, che lavorano


solo con un fattore e molte volte, disgraziatamente male usato.

Dobbiamo comprendere ciò che siamo, povere bestie addormentate,


macchine controllate dell'ego.
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Capitolo 46
LA RUNA GIBUR

Quei dischi o monete di terracotta, abbondantissimi nelle meravigliose


rovine dell'antica Troia, sono pieni di croci Jina o svastiche.

Tutto ciò ci invita a pensare che le genti di Shekal-Mesha, benché


imparentate con gli atlantidei, portano nelle loro vene anche un lievito
ariano, come i celebri popoli dello Yucatan.

Dobbiamo ricordare che gli ariani cominciarono più di un milione


d'anni fa. La prima delle tre catastrofi atlantidee data 800.000 anni
addietro e l'ultima, come abbiamo già detto nel nostro precedente
Messaggio di Natale, avvenne circa 11,000 anni fa.

La svastica delle fusaiole è un simbolo esoterico profondamente


significativo.

Detto segno ineffabile brilla, in effetti, sul capo del gran serpente
Vishnu, lo Zecha-Ananta delle mille teste che abita il Patala o regione
inferiore.

Se studiamo a fondo questa questione veniamo ad evidenziare che tutti


i popoli antichi posero la svastica in cima ai loro emblemi religiosi
perché è il mantello di Thor, l'arma magica forgiata dai pigmei contro i
giganti o forze titaniche pre-cosmiche opposte alla legge di armonia
universale.

La svastica sacra è quindi il martello produttore delle tempeste che


usano gli Asi o Signori Celesti.

Nel macrocosmo, le sue braccia, disposte ad angolo retto, esprimono


chiaramente e senza il minor dubbio, le incessanti evoluzioni ed
involuzioni dei sette cosmi.

La svastica, nel microcosmo, rappresenta l'uomo che indica il cielo


con il braccio destro e la terra con il sinistro.

La svastica è un segno alchemico, cosmogonico e antropologico,


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sotto sette diverse chiavi di interpretazione. Ed infine, come il simbolo


dell'elettricità trascendentale, l'Alfa e l'Omega della forza sessuale
universale, dello spirito fino alla materia e perciò, chi arriva ad
abbracciare tutto il suo significato mistico, rimane libero da maya
(l'illusione).

Fuori da ogni dubbio, la svastica è il mulinello elettrico dei fisici;


dentro di essa si racchiudono tutti i misteri del Lingam-Yoni.

La svastica in se stessa è la croce in movimento; il sesso yoga, il


Maithuna, la magia sessuale.

Gli Gnostici sanno molto bene che l'ens seminis contenute nelle
ghiandole endocrine sessuali è “l'acqua della vita”, la “fonte
dell'immortalità”, “l'elisir di lunga vita”, il “nettare della spiritualità”.

L'autorealizzazione intima radica esclusivamente nel midollo e nel


seme e tutto ciò che non passa di lì, rappresenta una lamentevole
perdita di tempo.

Tutti vorrebbero immergersi nella corrente del suono per ottenere la


liberazione finale, ma in verità, in verità vi dico, che se non nascerete
di nuovo non potrete entrare nel Regno dei Cieli.

Quello di nascere nel Sanctum Regnum appartiene in realtà ai misteri


della croce, alla svastica.

Nel Messico atzeca, il Dio della Vita portava la croce svastica sulla
fronte ed i sacerdoti l'avevano come ornamento sulle loro sacre vesti.

E' ovvio che senza l'alchimia sessuale, senza il mulinello elettrico,


senza i sacri misteri della svastica, l'autorealizzazione intima, la
seconda nascita della quale parlò il Kabir Gesù al rabbino Nicodemo,
è qualcosa di più che impossibile.

Nel Buddismo Zen del Giappone, la cipolla, con i suoi diversi strati
sovrapposti, simboleggia l'essere umano con i suoi corpi sottili. Nel
mondo Occidentale diverse scuole di tipo pseudo-esoterista e pseudo-
occultista studiano tali veicoli soprasensibili.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

I monaci zen enfatizzano la necessità di disintegrare, di ridurre in


polvere tali corpi sottili per ottenere la liberazione finale.

La filosofia Zen asserisce che tutti quegli organismi sottili sono


semplici forme mentali che bisogna dissolvere.

E' evidente che quei corpi interni studiati da Leadbeater, Annie Besant
e molti altri autori, sono dei veicoli lunari, dei corpi protoplasmatici
che evolvono fino ad un certo punto perfettamente definito dalla
natura e poi si precipitano nel cammino involutivo fino a ritornare al
punto di partenza originale.

E' ovvio che i corpi lunari abbiano un principio e una fine; pertanto i
monaci zen non si sbagliano, quando cercano di dissolverli.

Ma andiamo un po' più lontano, diciamo qualcosa sul To Soma


Heliakon, il vestito di nozze dell'anima, il corpo dell'uomo solare.

Ricordate la parabola evangelica della festa di nozze; quando il re


entrò per vedere i convitati e vide lì un uomo che non indossava l'abito
nuziale, disse: “Amico, come hai potuto entrare qui senza abito
nuziale?”.

E' chiaro che lui si ammutolì, in nessun modo era pronto per dare una
risposta.

Fu terribile il momento in cui il re ordinò di legarlo mani e piedi e di


gettarlo nelle tenebre esterne, dove si odono solo il pianto e lo stridore
dei denti.

Che i diversi corpi solari compenetrandosi tra loro costituiscano l'abito


nuziale dell'anima è qualcosa che non deve sorprenderci.

Fondamentale e cardinale è fabbricare i corpi solari, ciò è possibile


solo trasmutando l'idrogeno sessuale SI-12.
E' ovvio che, a forza di incessanti trasmutazioni sessuali possiamo far
condensare l'idrogeno sessuale nella splendida e meravigliosa forma
del corpo paradisiaco della mente solare.
E' manifesto che lavorando al massimo nella nona sfera possiamo e
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dobbiamo dare forma al corpo solare della volontà cosciente.

Solo così, mediante queste cristallizzazioni alchemiche, possiamo


incarnare lo Spirito divino in noi.

Solo così, lavorando con i misteri della svastica, arriviamo alla


seconda nascita.

La mancanza assoluta di conoscenza di questi principi enunciati


conduce migliaia di studenti mistici ai più gravi errori.

Ignorare questi postulati fondamentali dello Gnosticismo è gravissimo,


perché da ciò risulta un imbottigliamento dell'intelligenza in diversi
dogmi e teorie, alcune volte incantevoli e affascinanti ma assurdi e
stupidi quando li esaminiamo realmente alla luce del tertium organum
(il terzo canone del pensiero).

Max Heindel pensa che il vestito di nozze dell'anima, il “soma


puchicon”, è esclusivamente costituito dagli eteri superiori del corpo
vitale o lingam- sharira degli indostani.

Quell'autore crede che aumentando il volume di quei due eteri


superiori si ottenga il soma puchicon.

Il concetto è molto bello ma falso; tali eteri non sono tutto, è urgente
fabbricare i corpi esistenziali superiori dell'Essere, vale a dire i veicoli
solari, se veramente vogliamo arrivare alla seconda nascita.

In nessun modo si potrebbero fabbricare i corpi solari, il vestito


nuziale dell'anima, senza i misteri sessuali della RUNA GIBUR

Questa runa è la lettera G della Massoneria; è un peccato che i M. M.


non abbiano compreso il profondo significato di questa misteriosa
lettera.

La G è la croce svastica, l'amen, il finale meraviglioso di tutte le


preghiere.
G è anche il GOTT o GOD, che significa Dio. E' bene sapere che
Gilbratar prima si chiamava Giburaltar ossia altare, l'ara della vita
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divina della GIBUR.

Ormai le persone si sono dimenticate le pratiche runiche, ma la runa


Croce, fortunatamente, ancora non è stata dimenticata.

Tracciando con le dita: pollice, indice e medio, il segno sacro della


svastica possiamo difenderci dalle potenze tenebrose. Davanti alla
svastica cadono le colonne dei demoni.

E' scritto nei precedenti capitoli e non ci stancheremo di ripeterlo: “Se


qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua
croce e mi segua”.

Pietro, crocifisso con la testa verso il basso, verso la dura pietra e con i
piedi alzati verticalmente, c'invita a scendere nella fucina dei Ciclopi,
nella nona sfera per lavorare con il fuoco e con l'acqua, origine dei
mondi, delle bestie, degli uomini e degli Dei.

Ogni autentica iniziazione bianca inizia da lì.


Protestano contro l'alchimia sessuale della svastica gli infra-sessuali, i
degenerati, i nemici del Terzo Logos.

Se qualcuno vi dice che è possibile ottenere l'autorealizzazione senza


la croce santa, senza la croce sessuale dell'uomo e della donna, ditegli
che mente.

Se qualcuno maledice il sesso, vi assicura che questo, in se stesso, è


bestiale, è satanico, ditegli che mente.
Se qualcuno vi dice che è necessario versare il Vaso di Ermete e che
quello non ha la minima importanza, ditegli che mente.

Se qualcuno vi insegna qualche bella dottrina che esclude il sesso,


ditegli che mente.

Guai a voi, sodomiti, omosessuali, nemici del sesso opposto. Per quelli
ci sarà solo pianto e stridore di denti.

Guai a coloro che dicono di essere cristiani e che portano la croce sul
petto, attaccata al collo, ma che detestano il Maithuna, il sesso yoga.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Per quegli ipocriti farisei ci sarà solo pianto e disperazione.


Ahi!Ahi!Ahi!
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

SALUTI FINALI

Amatissimi fratelli gnostici:


Vi auguro di trascorrere delle felici vacanze di natale ed un prospero
Anno Nuovo.
Che la stella di Betlemme risplenda sul vostro cammino.
Praticate con ordine queste rune. Cominciate i vostri esercizi runici il
21 marza e dedicate ad ogni runa il tempo che desiderate.
Scrivetemi, per favore, ma vi supplico, amatissimi, non inviate delle
adulazioni, delle lodi e delle lusinghe per posta.
Ricordate che tutti coloro che anteriormente ci hanno tradito sono stati
realmente degli spaventosi adulatori.
Voglio che vi decidiate a morire radicalmente in tutti i livelli della
mente.
Così come siete, con quel tremendo io dentro, siete realmente un
fallimento.
Molti si lamentano di non poter uscire a volontà nel corpo astrale; che
queste persone risveglino la coscienza.
Quando uno si sveglia, l'uscita in astrale smette di essere un problema.
Gli addormentati non servono a niente.
In questo Messaggio di Natale 1968-69 vi ho trasmesso la scienza di
cui avete bisogno per ottenere il risveglio della coscienza.
Non commettete l'errore di leggere questo libro come chi legge il
giornale. Studiatelo profondamente durante molti anni, vivetelo,
portatelo alla pratica.
A coloro che si lamentano perché non ottengono l'illuminazione
consiglio serenità e pazienza.
L'illuminazione viene a noi quando dissolviamo l'io pluralizzato,
quando veramente siamo morti nelle 49 regioni del subconscio.
Coloro che desiderano i poteri occulti, coloro che utilizzano il
Maithuna come un pretesto per sedurre le donne, entreranno
nell'involuzione sommersa dei mondi inferni.
Lavorate con i tre fattori della rivoluzione della coscienza in modo
ordinato e perfetto.
Non commettete l'errore di adulterare o fornicare.
Abbandonate la volubilità, coloro che vivono svolazzando di fiore in
fiore, di scuola in scuola, sono in realtà dei candidati all'abisso e alla
morte seconda.
MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

Abbandonate ogni auto-giustificazione e qualsiasi auto-


considerazione, trasformatevi in nemici di voi stessi se volete
veramente morire radicalmente.
Solo così otterrete l'illuminazione.
Amatissimi, partite da zero, abbandonate l'orgoglio mistico, la
mitomania, la tendenza a considerarvi trascesi.
Tutti voi siete solamente dei poveri animali intellettuali condannati
alla pena di vivere.
Solo così, facendo un inventario di voi stessi, potete sapere ciò che
siete realmente.
In verità possedete solo i corpi lunari e l'ego animale, quello è tutto.
Perché quindi cadere nella mitomania? La vostra anima, l'essenza è
imbottigliata, addormentata nell'io; allora, su cosa basate l'orgoglio
mistico?
Siate umili per ottenere la sapienza e dopo averla ottenuta, siate ancora
più umili.
“Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua
croce e mi segua”.

Paz Inverencial

SAMAEL AUN WEOR


MESSAGGIO DI NATALE 68-69 LA MAGIA DELLE RUNE V.M. SAMAEL AUN WEOR

INDICE

INTRODUZIONE
LA MADRE DIVINA E GLI DEI SANTI
UNIVERSI PARALLELI
RUNA FA
GLI DEI PENATI
I PUNCTA
RITORNO E TRASMIGRAZIONE
RUNA IS
L'UOVO COSMICO
L'ORACOLO DI APOLLO LA RUNA AR
PROTONE E ANTIPROTONE
LE ARPIE
RUNA SIG
L'AIN SOPH
IL RE ELLENO
RUNA TYR (TIR)
LA MEDITAZIONE
IL DEFORME GIGANTE POLIFEMO
RUNA BAR
LE DIECI REGOLE DELLA MEDITAZIONE
LA TRAGEDIA DELLA REGINA DIDONE
RUNA UR
STORIA DEL MAESTRO MENG SHAN
IL PAESE DEI MORTI
RUNE DORN E TORN
L'IO
LA CRUDELE MAGA CIRCE
RUNA OS
ORIGINE DELL'IO PLURALIZZATO
LE TRE FURIE
RUNA RITA
LA DIVINA MADRE KUNDALINI
L A FUCIAN DEI CICLOPI
RUNA KAUM
LA REGIONE PURGATORIALE
IL TEMPIO DI ERCOLE
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RUNA HAGAL
IL FIUME LETE
LE NINFE
LA RUNA NOT
PARSIFAL
IL FUOCO SACRO
LA RUNA LAF
LA LIBERAZIONE FINALE
IL SONNO DELLA COSCIENZA
LA RUNA GIBUR
SALUTI FINALI
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