Moroni. Dizionario Di Erudizione Storico-Ecclesiastica Da S. Pietro Sino Ai Nostri Giorni. 1840. Volume 71.
Moroni. Dizionario Di Erudizione Storico-Ecclesiastica Da S. Pietro Sino Ai Nostri Giorni. 1840. Volume 71.
Moroni. Dizionario Di Erudizione Storico-Ecclesiastica Da S. Pietro Sino Ai Nostri Giorni. 1840. Volume 71.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI
S 1' E C I A L A] E N T E I N TOR iN O
AI PRINCIPALI SANTI, DEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VàRII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA, ALLE CITTA PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCI LII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.
COMPILAZIONE
\ OL. LXXI.
IN VENEZIA
DALLA tipografìa E>IILIANA
MDCCCLV.
La presente edizione è posta sotto la salvaguardia delle leggi
vigenti, per quanto riguarda la proprietà letteraria, di cui
l'Autore intende godere il diritto, giusta le Convenzioni
relative.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
SUD SUD
Suddiacono oSoddiacono, fuoco sull'altare degli olocausti. Ne'pri-
Siibdiaconiis,Hypodiaconus,ITypodiae. mordi della Chiesa esistevano i suddiaco-
Chierico che ha il sagro ordine, e l'uni- ni. Il Ilinaldi negli Annali ecclesiastici,
zio e la dignità dtìSuddiaconalo, Subdia- all'anno 34, n.°'287,ed all'anno 44> "•"
conalus, Hypodiaconalus, Ordine (F.) 7() e 80, riferisce che s. Ignazio vescovo
ecclesiastico inferiore a quello del Dia- d'Antiochia, sede che consegui dopo l'an-
conato {f), come lo espriuie il suo no- no 7 I per morte di s. Evodio successore
me, però è il3.° degli ordini maggiori del- del principe degli apostoli s. Pietro (e di
la chiesa latina; ed il nobile minìsterodei cui riparlai a Siria meglio descrivendo il
cassai congiunto a quello suhlimede'dia- piu.i ei2 agli antiocheni, che pe'primi
I
coni. Alcuni scrittori ecclesiastici riferisco- si chiamarono cristiani, disse loro: Salu-
no, che i suddiaconi sono succeduti a'Na- to sacros diaconos, hypodiaconos, lec.lo-
taneì o Natinei della legge Mosaica, che resycantores jjanitorcs, lahoranles, exor-
servivano appresso Sacerdoti e Leviti
i i cistas, confessores. Saluto cnstodes sacro •
nel tabernacolo e poi nel tempio di Dio rum vestibuloruiii diaconissas.\\\ altra e-
presso gli ebrei, nelle incumbeiize più fa- pistola scrisse pure: Saluto sanctum pre-
ticose, come di portare l'acqua e le legna sbyteroruni collegiuni, saluto sacros dia-
necessarie pe'sagriflzi. Condotti in ischia- conos, hypodiaconos, leciores, cantores,
vitù dagli assiri colla tribadi Giuda, quel- jaìiitores,laborantcs,exorcistiis,confts-
liche poterono poi tornare in Gerusalem- sores, cnstodes sacroruni vesùbuloruni.
me con Esdra, non bastando pel servigio E che tulli questi ministeri derivassero
del tempio, venne in seguilo istituita una nella chiesa mediante gli apostoli, egli ab-
festa chiamala SWoiona ,Xylophoria , nel- bastanza dimostra, parlando cogli slessi
il
tori, degli accoliti e de'suddiaconi o hip- Y Arcidiacono j^d\ Priore [V.) de'cardi-
))odiaconi, come dimostra s. Cipriano. Le nali diaconi; denominandosi il capo dei
Diaconesse {V.) erano Vedo\'e (/'.) ses- suddiaconi Archisuhdiaconus, che quale
sagenarie,assistevano alle /3or/ef/e//t- c/i/e- antichissimo uffizio della chiesa romana
se^ per dove entravano le donne, e però se ne fa spesso menzione negli Ordini Ro-
s. Ignazio le chiamò custodi de'sagri ve- inani, leggendosi: Archisubdiaconiis le-
lativi, non meno a Pkesbitera o Presci- tanto fiorirono, e delle differenti loro spe-
TEEESSA, così chiamandosi talora le vedo- cie, credo più conveniente parlarne poi.
ve vecchie per riguardo all'età, come di- Qui solo dirò, che nell'enumerazione del
chiara il can.i I del concilio di Laodicea clero romano, falla dopo il 254 d'ordine
cclehrato nel secolo IV. Più di frequente di Papa s. Cornelio, trovansi compresi 7
«lire donne prendevano! nomi di Preshi- diaconi, 7 suddiaconi, e i5oo vedove, fra
teresse. , Diaconesse eSucldiaconesse, per- le quali molle preshileresse , diaconesse
chè essendo ordinati i mariti preli, dia- e suddiaconesse. Si può vedere Gaspare
coni, suddiaconi, le mogli viveano celi- Zieglero, Comvienlario de diaconis et
l)i, come facevano ancora le mogli d'al- diaconissis i'cleris ccclesiae. Nel prece-
cuni creali vescovi, e perciò delle tahol dente anno n.°72 Rinaldi parla dell'uf-
ta Vescovee J^cscovesseA quali nomi tut- fizio del cursore, congiunto con l'uffizio
del 5G6 e d' Auxerre del SyS, e nelle ope- dovendo S.Cipriano mandare importanti
re de'ss. tasiliOj Gregorio e altri. I sud- lettere al clero romano, uè essendo lecito
diaconi furono pure ricordali nelle opere inviare le lettere eccle.-.iasliche senon per
di s. Cipriano, che nel i\^ fu consagra- ecclesiastici, perchè gli altri chierici era-
to vescovo di Cartagine. Quanto alle ii'»r/- no assenti, ordinò per questo Saturo let-
diaconcsse, dice Piazza nella Gerarchia tore, ed Otluloconfessore suddiaconi. Sif-
cardinalizia.'' Lo slesso poi, che fanno i fatte Lettere tcdesiasliche dicevansi For-
suddiaconi a'diaconi nelle funzioni ectle- viate, delie quali riparlai nel voi. LWI,
siasliclie, facevano colle dovute propor- p. 90, anzi pure lescri\evano. Inolile Ili-
zioni le matrone dette suddiaconesse, ri- ualdi all'anno 824,0.° 128, narra che nel
spetto alle diaconesse , recando loro gli concilio adunato in Roma da Papa s. Sil-
nale sempre a'servigi della chiesa, senza suddiaconalo divenne ordine sagro, se-
però veruna imposizione delle mani, ma condo alcuni autori, perchè in altri pae-
venivanoelelle col consensodel clero, dai si non si Osservò tale disposizione, pren-
vescovijdopo un diligente scrutinio di lo- dendo mogli suildiaconi. Il vescovo Sar-
i
ro vita e costumi". Lo stesso Piinaldi al- uelli, Lettele ecclesiastiche l. 8, leti. 3: Del
noi diciamo, e altro ordine maggiore. Il suddiaconato fu posto lia gli ordini sa-
suddiaconato detto irapropriamente or- gri avanti tempi di s. Gregorio Idei :")i)0,
i
dine minore, tu veramente sempre ordi- per essergli stalo aimesso l'obbligo dellii
ci tiis rffertur. Il p. Chanlon nella Storiti II, nel 58() impose a'suddiacoiii di Sicilia
de sagrainenti t. 3,cap. i : (ìuaiido il sud- (/'.) la legge della continenza
secondo ,
diesi faccia all'altare. Ma se vale questa za far prima volo al vescovo ili continen-
ragione, dice il p. Alartene, che nel 700 i za, come leggesi neìì'Episl. 44 scritta .1
za de'suddiaconi, e che forse ancora tal conde nozze, alfermando essere loro ciò
peso mettesse loro nella chiesa romana, lecito, perchè non sanno d'avere ricevu-
fosse s. Leone I del 440, neWEpìst. 1 2 ad ta In benedizione del vescovo. Perciò, af-
Anastasio diTessalonica; ma è d'avvertire finchè non rimanga loro in avvenire pre-
col p. Tournely, che neppure nella chie- testo di scusa, vogliamo, che il vescovo
sa romana fu dipoi costante l'osseivauza in ordinandoli dia loro colla beuedizio-
6 SUD SUD
uè o va$i destinati ai loro
gli stt'ODienti, cora reputato ordine sagro il suddiacona-
inioistero, siccome è costume antico di to. Ma un altro canone d'Urbano II, nel
in
farsi inceitecliiese, e la tiadizioneha sta- concilio da lui nel 1095 tenuto in Cler-
Quindi osserva il p. Chardon, che
Ijilito". niont, si decreta che » nuUus laicus, cle-
allora nella Spagna e nella parte delleGal- ricus vel tantum subdiaconus in episco-
lie dominata da'visigoli, si ordinavano i pum eligatur". Perciò acconsenti che con
suddiaconi colla sola orazione e imposi- pontilìcìa licenza potesse un suddiacono
zione delle mani, come in oriente. Euge- eleggersi a vescovo. Nondimeno fu credu-
nio li nel sinodo romano che celebrò nel- to comunemente, e notai a Ordine, che
r826,decretò:«Si quispiam sacerdotuin, istituito il suddiaconato fino da'teinpi a-
idest presby ler,vel diaconuSjVel subdiaco- divenne sagro circa il tempo di
postolici,
iius de quacumquo foemina crimine fur- Urbano li, come vuoIeTomassini, De ve-
primam, secuu-
iiicatiouissuspectus, post ler.el nov.Eccles.discij). par. i,lib. 2,cap.
dam,et lei liam ammonilionem invenitur 33,§ 2 e 3; ed essendosi propagato a poco
tabulari cura ea, etc." Questo testo pare a poco l'uso della chiesa lomana alle al-
fòrte, e si dubita che possa senza violenza tre chiese dell'occidente, fu compreso tra
spiegarsida chi mette più tardi l'epoca gli ordini maggiori da Innocenzo 111, co-
del suddiaconato divenuto ordine sagro. me dimostra il cardinal Bona, Rer. li-
bauo li, e che fu poi da Innocenzo III al- fiori Doauni dopo il concilio di Beneven-
legato in una lettera a Domenico patriar- to, afferma che al tempo suo il suddiaco-
ca di Grado." Erubescant aper- iuipii, et nato era ordine minore e il p. Fdipjto ;
posili, mulieroulas non abjecerunt, et ca- sacerdoti e diaconi sono onorati degli or-
ste non vixerunt, excludere ab eorum- dini sagri. Ma oltre questi, altri vi sono
demgraduum dignilale". Trecanoni ab- destinati al ministero dell'altare, e ordi-
biamo intorno a'suddiaconi d'Urbano II; nati perciò da'vescovi, quali, quantun- i
uno è del 1089 e vi determina: « Eos qui que non possa negarsi che abbiano qual-
in subdiaconatu uxoribus vacare volue- che grado di santità, non si chiamano tut-
« int, ab omoi sacro ordine removemus". tavia sagri gli ordini loro conferiti". Av-
Ma questo canone piuttosto dimostra, che verte jNovaes, checomunemente si crede
ordine sagro non era il suddiaconato, ma avere Urbano III deli i85 elevato suil- il
scala a'sagri ordini. L'altro è del 1091, fat- diaconato a ordine sagro; ma io temo che
to nel concilio di Benevento. « ÌNullus in pel nome fu confuso con Urbano ll,o gli
episcopum eligatur, nisi in sacris ordi- fuatlribuitoper congeltura a seconda del
nibus religiose vivensfuerit invenliis. Sa- riferito da Pietro Cantore, e che poi dirò.
eros autem ordines dicimus diaconatum, E vaglia il vero, ecco quanto scrive il cri-
etpresbyteratumjhos siquidera solos pri- tico e dotto p. Zaccaria. Dopo Urbano II
mitiva legiturhabuisse Ecclesia. Subdia- si celebrarono 3 primi concilii generali
i
fic: iMirainur de senns non ordtnandis, più verosimile ch'egli medesimo l'abbia
il quale scrive: Nani Ucct sacerordo non stabilito, decidendo la (jueitione diedi-
rtpntarelur (d suddiaconato) in Ecclesia bjltevasi, e rendendo uniforme dapper-
prinntiva, (amen a conslitutione Grego- tutto ciò che prima era vario, il che fece
riil,atqne Urbani II secundn/n moder- poi col permettere, che i suddiaconi po-
na tempora sacer gradus esse minime dti- tessero essere creati vescovi, del pari che
hitatur. Imperocché rimarca il p. Zacca- i sacerdoti e i diaconi. Finalmente (|ui ri-
ria, che s. Gregorio non altro fece, che 1 cordo, che Pio VI nel 1782 fece vescovo
in una lettera a Leone vescovo di Cata- di Sutri e Nepl mg."" Sinioni o Sinieonij
nia riconfermare il comandamento del poi cardinale,(|uanttin(|ue semplice chie-
suo antecessore Pelagio II, che vescovi i rico, e lo rilevai nel voi. XV, p. 222.
nou ordinassero alcun suddiacono, se non La chiesa romana sino da'principìi di
fjcea promessa di continenza. Concluile: sua fondazione gloriosa fu tanto fecond.»
I ."che errarono quelli che ad Urbano II, ne'frutti delia fede, che immenso stuolo
e molto più quelli che ad Innocenzo HI di seguaci vantò sotto lo stesso crudele
lifcriscono, siccome ad autore, che sagro persecutore Nerone, non solotia il po[)0-
addivenisse il suddiaconato; 2.° che tut- lojina nel palazzo slesso imperiale, corno
tavia Innocenzo 111 fu il i.° il quale chia- apprendasi da Tacito e da s. Paolo. Quin-
ramente aifermasse Subdiaconatuni ho- di a sostenere le cure gravissime del sa-
die inler sacros ordines conipnlarij 3.° gro ininislero sembrando fino da' primi
che la ragione, per la quale a sagro ordi- momenti insudicienti i Diaconi [f-^.), fu
ne fu innalzalo il suddiaconato quella , per conseguenza necessità di allegerir-
stessa fu per la quale Urbano II avea ai li dal peso de' molteplici uffizi, e stabi-
suddiaconi conceduto di potere qualche lire sotto la loro dipendenza de'ministri
volta col permesso dellas. Sede essere pro- subalternijChe perciò furono chiama ti .vo^
mossi al vescovato, cioè quia ti ipsi al- todiaconi, suddiaconi. Papa s. Urbano
taribus adimnislrant; che sino al
4.'' IX I del 226 dichiarò nel can. Nullusin E-
secolo non fu il suddiaconato tenuto sa- piscopuniy*ì\si. 60: Nullusin Episcopuni
gro; 5.° che da quel tempo fu varia intor- cligatur, nisi in sacris ordinibus religio-
no a ciò la disciplina della chiesa roma- se viveurfuerit ini>entus . Sacros auleni or-
na, ma che dopo Innocenzo III costan- dines dicinius diaconaluni et presbyte-
temente fu per sagro riguardalo tal or- ratum. Hos quidtni solos (idest sacros)
dine. Uipelepoicol p. Sbaraglia, che sot- primitiva leguur habuisse Ecclesia: sub •
8 SUD SUD
diaconos vero^ quia et ipsi altarìbiis mi- vidono soprannumerari ed in onora-
in
ci sc.ientiac: (juod ipsuin noiisine Roma' ferire le lauree dottorali, tranne quelle
fieri ptrmitlimus. Già narrai a Notabo, e canonico, in ollero vel ulroque jare, e
a Protonotari apostolici e luoghi ana- per ciascuna di tali due scienze soltanto
lof^hi,che il suddetto Papa s. Fabiano del per 4 individui presenti iti Roma, previa
238 per maggior precauzione e scrupo- licenza della s. Sede, e previo il loro esa-
losa esattezza, destinò in Roma 7 suddia - me da da 5 protonotari professo-
farsi
coni, uno per Regione (/^.), ed agU uni ri dell'università romana. Dichiarò non
e agli ahri aggiunse 7 diaconijalìinchè so- poter pili il collegio creare ogni anno un
printendessero e vegliassero sui notari re- protonotario di titolo,senza aver consul-
gionari istituiti da s. Clemente 1, di cui tato la s. Sede. Soppresse i privilegi di
era capo il Priiiìiccriodclla s. Sede (^ .), creare notari pubblici,e di legittimare gli
e gli assistesseio nell'opera tanto santa s[)uri per le successioni ereditarie. Vietò
della compilazione de'processi de'marti- la delazione delle armi proibite, senza su-
ed ancora perchèscrivessero gli atti di-
ri, periore permesso, in Roma e nello sta-
stesamente e non con iscritlura abbrevia- to, a'protonotari e loro parenti e servi.
to, e quindi li deponessero nello scrinio Distinse i prolonotari aposlolici parieci-
sanXoo Archivio della s. Sede (/'.) custo- panti, òa prolonotari di titolo, ed ordinò
dito dagli Scriniari[f^.) e dal Proloscri- che 7 partecipanti continuino ad esse-
i
niario^P'.). Gli atti poi che si compilava- re esenti dagli ordinari, non cos'i tito- i
no nelle Provincie (A.), si chiamavano lari, che assoggettò a' rispettivi ordinari.
proconsolari. In detti articoli, nel celehra- A'partecipanli confermò il privilegiodel-
je il nobilissimo collegio de'notari della l'altare portatile, non però nelle case al-
s. Sede, primari uHlziali del s. palazzo La- trui, eccettuato il caso di viaggio, poten-
teranense, e che dicrono origine apralo- dovi bensì celebrare o fjrvi celebrare la
tìolari aposlolici, descrissi le jmìplissime messa anche nelle feste solenni, con a-
dignità, ed i che e-
ragguardevoli ulllzi dempimento del precetto estensivo a'soli
sercitarouo nella chiesa romana e per la parenti e servi. A'iitclari poi tolse tal pri-
Sede apostolica, il che torna a grande o- vilegio dell'altare portatile, ed invece ac-
iiore dei suddiaconi della medesima, Qual- cordò loro l'indulto dell'oratorio priva-
che mese dopo la pubblicazione dell'ar- to da visitarsi dagli ordinari, e nel esto 1
ticolo FnoTONOTARi APOSTOLICI il Papa Pio sia per la celebrazione della messa, che
to che gli si assegnassero de'riofii o chie- trimonii che possedeva la chiesa romana
se da governare; Piazza, La Gerarchia nelle varie provincie, ed alcuni con l'e-
cardinalizia, in cui a p. 707 narra, che sercizio delle Regalie maggiori, solevano
7 suddiaconi regionari fucono corrispon- i Papi ad essi commettere le loro veci ne-
denti a'7 diaconi istituiti d<i s. Fabiano, gli affari pili ai dui e gelosi per l'osservan-
per assistere come »opraslanli a'7 notari za della disciplina ecclesiastica, ed anconi
a raccogliere gli ulti de'ss. martiri; Nar- furono inviati Apoerisari e Nunzi apo-
di, Dc'panochi, t. a, p. 199, dice che i stolici (/'.)a|)otenti sovrani. Il iNIaraiigo-
prelati suddiaconi trovansi da'primi tem- nxjsloria dell' oratorio di Sancfa Sancto-
pi della Chiesa stabiliti in numero di 7 rum, p..\ j., col più antico Ordine Roma'
(la s. Fabiano, acciò presiedessero a'7 no- fio, che il p. Mabillon nel Musacuin iLt'
tari che nelle 7 regioni raccoglievano gli lictim attribuisce al secolo XI, racconta
alti de' martiri. Questi suddiaconi regio- come il l*apa nel giovedì santo in dello
nari non erano addetti precisamente ad oratorio faceva la Lavanda de'piedi If.)
ima chiesa, ma al servigio della s. Sede, a 1 1 suddiaconi (in uno al proprio priore,
ed erano prelati che sotto il cardinal dia- e ornati di colla e rocchetto), ca[)pellani
cono aveano incombenze nelle regioni, e poulilicii, mentre da'canlori cantavasi il
60j>rinlendevano a'notari regionari. Che vespero, dipoi eseguendo nella vicina ba-
anzi da antichi codici rilevasi chenelleiS^a- silica di s. Zaccaria la lavanda ai?, pove-
zioni sagre delle chiese di Roma (/'.), vi- ri. I diaconi ne'Ioro ragguardevoli mini-
sitale dal Papa, da'cardinali, dal clero e steri eranocoa(huvali ilai suddiaconi, dil-
dal popolo, era incombenza de'suddiaco- le diaconesse e dalle suddiaconesse. Tut-
ni regionari il cantare \'
Kpistole e le Le- ti gli ordini de'suildiaconi della chiesa ro-
zioni [f^.),c\ok noni suddiaconi delle chie- mana anticamente erano soggetti e dipen-
se nazionali, ma i suddiaconi della chie- devano dal cardinalearcidiacono, il qua-
saromana e pontiOcii. Si raccoglie da un le era pure ficario del Papa. Il Hinaldi
frammento della lettera di Papa s. Cor- all'anno 198,11.°! G,lasciòscrillo:"In que-
nelio, immedialo successore di s. Fabia- slanno da s. Gregorio 1 fu aggiunto o-
no, diretta a Fabio vescovo antiocheno, nore e dignità all'ufllzio de' Z?//è/j5on(/^.)
e presso Eusebio, Hist. eccl. lib, G, cnp. iiiIloma,volendoche fossero regionarijCO-
43, che allora suddiaconi della romana
i me similmente erano i notari ed i sud-
chiesa erano7e denominali regionari per- ,
diaconi; imperocché (pielli a'quali era da-
chè fatti presiedere, sotto l'ispezione dei to il nome e la dignità di regionario, con-
diaconi, alle 7 regioni ecclesiastiche in cui venivano insieme col Pontefice alle sagre
era Roma divisa, e facevano la Collctta funzioni (come ampiamente ragionai a
di rjuesLua (^.). 1 suddiaconi nella chie- Cai'I'Elle pontificie e ne' tanti analoghi
sa romana successivamente si auinenta- articoli); e siccome i diaconi legionari e-
rouo e cùD dilfcreuli specie, dal iNurdi e raiio 7^ così delliilcsso mistico numero
IO SUD SUD
erano notali, suddiaconi, difensori re-
i i i distinguevano da quelli delie altre cl)ie«
gionari, ed in assenza del Pontefice sede- se, come si ha da s. Gregorio I, Epist.
vano col clero, ma essendo presente sta- 12, lib. 9; dall' Ordine Romano i.°; e
vano in piedi; ed era privilegio tanto ilei dal Micrologo o Ivone di Chartres, De
regionari l'assistere ^1 Papa in chiesa, es- ecclesiasticis qf/iciis cap. 8. Oltre le ac-
sendo per altro in Uonia, ed in ciascuna cennate prerogative, maneggiavano i va-
chiesa diaconale, nolari, suddiaconi, e di- si sagri, sebbene contenenti le specie eu-
fensori noti regionari. I difensori poi era- caristiche del Pane e del Fino {F.), co-
no princi[)aln)enle impiegati nella difesa me riferiscono pili Ordini Romanij pri-
de'poveri e delle chiese, e solevansi mau- vilegio distintissimo, cui i canoni sem-
daredalsonimo Ponlefice in di verse pro- pre rifiutarono ai suddiaconi delle al-
vincie, e delegavaiisi loro diverse cause, tre chiese. I suddiaconi regionari, come
e cotnnietlevasi la cura dei Patrininni i diaconi regionari, furono sempre 7, e
della Sede [r .),inìcììc con titolo di ReC'
s . gli altri erano come semplici titolari la :
Nelle cpjali ancora pone la furmola, con parto ecclesiastico delle regioni di Roma,
cui si creavano difensori, secondo lo-
i i si aumentarono secondo i\ suo iiuuiero
ro niinisteri, e avvertendoli con quanta tanto i diaconi, che i suddiaconi regiona-
modestia e con quanta piacevolezza si do- ri. Fra' suddiaconi regionari eran vi il sud-
vessero portare nelle cause de' vescovi. Di diacono staziotiario, e il suddiacono obla-
che riprese certo difensoie, il cpiale aven- zionario, de' quali parlerò poi. 1 suddia-
do a poco capitale il vescovo, faceva che coni Cantori pontificii (F.), periti nel
i chierici di lui al suo tribunale rappre- Canto ecclesiastico {F".), ed aventi a loro
sentati fossero, e determinò che la .' i- t superiore il Primicerio (^'.)di grande au-
stanza si facesse appresso il vescovo". Da torità,qual capo e regolatore del clero,
(\\\e^\\ Difensori , e da' Difensori della ìncond)eva loio di cantare quando cele-
chiesa romana (/''.), derivarono i nobi- brava il Papa nelle basiliche, nelle solen-
lissimi collegi tuttora fiorenti, degli Udi- ni messe, nelle stazioni, nelle processioni,
lori di Rota {P' .), e degli Avvocati con- e nelle principali feste della città; e fra
cistoriali [y.), tra i (|uali è ancora cospi- le loro prerogative e diritti ricorderò il
cuo l'antico uffizio dell'avvocalo de'/'o- sottoscriversi agli atti de Sinodi vomaiìì,
\cri(l^.). 1 sudtiiaeoni della chiesa roma- ed a'ponliflcii Dlplomi;\\ diritto d'inter-
na si aumentarono col corso de'secoli fino venire all' Elezione de' sommi Pontefici
al numero di i\ nel concilio di Raven- {F.), e di dare il loro suffragio ne'prirai
na del 967, e 28 come affermano l'anna- secoli della Chiesa, finché neh 179 il con-
lista Baronio negli Annali eccleùasliciiyX- cilio di Laterano definitivamente riservò
l'anno oSy, e GiovanniDiacono nel pon-
1 tale diritto a 'soli cardinali di s. romana
tificalod'Alessandro III deli i5q,nel li- chiesa. Nel loro articolo e altrove, notai
bro De Ecclesia Laleranensica\).'j;\ào\\- che s. Gregorio I eresse la scuola de'can-
de ne'secoli XI e XII ancora sussisteva- lori, chiamala Orfanotrofio, ed era come
no i suddiaconi in 3 classi distinti, e cia- un seminario di nobili o onesti giovanet-
scuna composta di <j chierici, cioè Regio- tiche desideravano dedicarsi al chierica-
narii, ch'era la i.'\ Cantori, e Palatini erano istruiti con ogni cura da uo-
to; ivi
Ira'quali uno esercitava l'ulliziodi Snh- mini valentissimi, massime ne'sagri riti
pnlnientario (/^'.). I suddiaconi regiona- e nel cauto, sotto la cura del primicerio
ri vestivano la tonaca ili lino bianco o de'cantori, ed aiutavano nella salmodia i
Camice e la Pianeta, sagre vesti che li nuovi nominati cantori, e cresciuti in età
SUD SUD II
ment., dichiara che 7 erano i suddiaconi fatto vasi e croci d'argento per le stazio-
palatini; e lo confermano Magri e Piaz- ni, di cui fu tanto benemerito. Il Magri
za,aggiimgendo che portavano avniili al chiama suddiacono Stationarius, civ\e\io
Papa la Croce pontifìcia [f^.). Dal me- che ministrava al Papa celebrando nel-
desimo Caroiiio airannoio57, n.° 22, e la chiesa della stazione, h' Oblazionario
da un antico /i/7»(7/e della basilica Vati- [P^.) fu diacono e suddiacono, e riceveva
cana si ricava, che suddiaconi della chie-
i rOA/(isi'0^2ede't'edeli,cioèil diacono il vi-
sa romana erano: 7 regionari,] quali c;in- noj suddiacono il pane nella messa, e
il
tavano l'epistoìe e le lezioni nelle stazio- se ne ha memoria che già esisteva nel
ni;
7 palatini, che facevano lo stesso nel- 5(3o:gli oblazionari della chiesa romana
la basilica Luleraueusci e 7 della scuola aveano il priore e il sotto-priore, ed era-
12 SUD SUD
no uffizi distinti. Ne tratta il p. Berlen- 2 11. Pelagio II del 578 si servi molto
di, Delle oblazioni all'aliare, e dice che dell'opera de'suddiaconi della chiesa ro-
l'oblazionario suddiacono raveano pure mana in delicati incarichi. Neil' elezio-
altre cliiese; nella cliiesa romana i sud- ne del vescovo Gregorio I
di Milano, s.
torio {f^-)j di che esiste memoria nelle l'esame della causa d'un vescovo accu-
messe solenni, ove il suddiacono olire al sato dal clero di sua chiesa. Da Antemio
diacono, dopo l'evangeloe cantatoli sim- suddiacono rettore del patrimonio diNa-
bolo, la patena col pane, il calice e poi il poli fece intimare al vescovo Pascasio di
vino. Fattele oblazioni del pane e del vi- eleggere vicedominoe il maggiordomo,
il
le oblazioni, ed era capo di tutti i sud- sa romana e rettore del suo patrimonio
diaconi , chiamato dai greci Dontcstico in Dalmazia, comandò che intimasse a
(/-^.),come scrìve Anastasio Bibliotecario: Natale vescovo di Salona di ripristinare
Priniuin subdiaconoruin ^raeci Dome' Onorato nel suo arcidiaconato, per aver-
sticum vocant,qHciìi romani Obladona- lo per forza ordinato prete, quantuncjue
rius. Molte dùNnrdi sui
notizie erudite ci avesse nominato il nuovo arcidiacono.
suddiaconi della chiesa romana, prelati Doveano questi rettori invigilare su' ve-
nobilissimi della s.Sede,e diversi da'sud- scovi, riprenderli e per ordine del Papa
diaconi minori delle chiese. Riferisce che puniili : aveano facoltà per le cause tra i
cilia a Pietro suddiacono Scdis noslrac. Chiesa, che da'Papi si mandavano a go-
papa Vigilio del 54" creò cardinale suil- vernare da' sudiliaconi regionari ; e nel
diacono il celebre Aratore, personaggio 7iv5 s. Gregorio li avea Teodinio sud-
che uvea esercitate grandi cariche nel- diacono regionario rettore della s. Salo,
Taupcro, e riparlai di lui nel voi. LV, p. e disponsalorc della diaconia di s. AuJrea
SUD SUD i3
di Nnpoli. Baronio ha credulo che il
Il l'ebbe a successore. Sergio II ordinò sud-
i.° suddiacono eletto Papa fosse s. Adeo- diacono Nicolò, e s. Leone IV l'innalzò a
dato 1 nel 6i5, ma Novaes lo nega e lo cardinale diacono, e nell'SSB divenne Pa-
dice figlio d'un suddiacono. Prima di lui pa <«. Nicolò I. INIartino li creò prete car-
e nel 536 alcuni vogliono che Papa s.Sil- dinale Stefano, che Adriano li avea or-
verio fosse suddiacono, ma piti piobabil- dinato suddiacono, indi nell'SSS fu Papa
menle diacono regionario. Molli opinano Stefano Y detto VI. Neh i65 Alessandro
che l'esclusione de'suddiaconi dal ponti- HI creòcardinale/ir/v/Jrt/J/zOjSuddincono e
ficatodebba ripetersi dal decreto del sino- notaro apostolico. Lucio ili nel i i 82 creò
do romano convocato nel 769 da Stefa- cardinaliPandolfo/J/rt5CrteSoftiedo Gae-
no III dello IV in cui fu stabilito: » Ne (ani, suddiaconi del palazzo apostolico,
ullus unquam praesumat laicorum, nc- il I ."dell'ordine de' preti, il 2.° di quello
que ex alio ordine,nisi per dislinctos gra- de' diaconi. Clemente III nel i 188 fece
dos ascendens diaconus, aut presbyter cardinale Alessio Arcipreti, ch'era slato
cardinalis fuerit ad sacrum Pontificalus ordinalo suddiacono della chiesa roma-
honorem posse promoveri". Il Cenni che na. Innocenzo III neli2o5 elevò al car-
ne pubblicò gli atti, dice che tal decreto dinalato (j/0i'rtt/ji2i suddiacono, notaro a-
fu fatto a cagione dell'antipapa Costan- postoli co e Uditore di Rota {^''.). Urba-
tino, intruso senz'ordine alcuno, e perciò no IV nel 1262 creò cardinale diacono
il I ° Laico ( V.) che occupò la cattedra a- Pirunto Conti suddiacono apostolico. Bo-
poslolica; e siccome anche prima erano nificioVIlI nel I2C)5 fece cardinaleFran-
i suddiaconi esclusi dal pontificalo, cosi cesco Gaelani cnppeWauo pontificio ossia
Cenni non conviene che da tal grado vi uditore di iota. E per non ricordare al-
fosse sollevato s. Adeodato I. Opina Lau- tri esempi, Nicolò V fece suddiacono a-
renli, che nel secolo XI non fosse in vi- postolico Piccolomini, che nella corona-
gore tal decreto, poiché Stefano X mo- zione gli portò la croce avanti ; Calisto
rendo nel o58, consultaloe richiesto dai
I III lo creò cardinale, e gli successe col
romani di designare il Successore[V.)y 5 nome di Pio 11. Nell'BgG fu intruso Bo-
ne propose, Ira' quali Ildebrando allora nifacio VI, u»a fu deposto prima dal gra-
suddiacono della chiesa romana ed eco- do di suddiacono, poi da quello di pre-
uomo della s. Sede fatto da s. Leone IX, te. Anche nel voi. IX, p. 276 feci men-
Apostolicae Sedis sub diaconus, che poi zione de' cardinali suddiaconi, ed il Co-
Nicolò II ordinò arcidiacono cardinale, e liellio riporta Lolaruigo fatto nel loSy
quindi fu Papa s. Gregorio VII. Aggiun- da Vittore II; econTomassini notai, che
ge luttavolta, che molti suddiaconi asce- nel sinodo romano del C)63,dopo Giovan-
sero al ponlificato,ma èquestione inqual ni suddiacono cardinale, trovasi Stefano
tempo ne sicno slati nuovamente esclu- arciaccolito coli tutti gli accoliti, non pe-
si; e che finalmente Pio IV colla bolla la rò facenti parte del Sagro collegio [F.).
cligendis tccltsiarum praelatis, iXvkh\\i ili Degli accoliti (/'.) della s. Sede, palatini,
non doversi ammettere al Conclave ( r.) regionari, stazionari e ceroferari con pri-
que'cardinali che non fossero almeno dia- micerio,riparlai a SEGNATURA,dicendo dei
coni. Nondimeno al cardinalato sino dai prelati votanti accoliti apostolici. Degli
primi furono elevati molli sud-
secoli vi accoliti della chiesa romana si deve rife-
diaconijComepuò vedersi nelle biografie, rire l'origine a' primi tempi della mede-
e qui ne ricorderò alcuni. Stefano IV det- sima; ministri inferiori dell'altare, pre-
to V era nel grado di suddiacono della paravano gli arredi sagri e servivano i
chiesa romana quando s. Leone IH del ministri superiori, e perciò con ministe-
793 lo sollevò a cardinale diacono, e poi ro assai diverso da'diaconi e da'suddia
i4 s U D SUD
coni; imperocché gli accoliti soleva no am- declinar del secolo XII crebbero iodefi-
luinistrare a've.scovi,(la'<|uali erano spes- nitamente,senzache piìi determinato fos-
re a'fedeli, e le Eiilogie [F.) o pani be- d'Innocenzo Ili deli 198 cominciò a di-
nedetti; e perciò erano astretti all'obbli- menticarsi e cessare lu loro antica classi-
go del silenzio e della disciplina (.lell'ar- ficazione in regionari, palatini e cantori;
cano, ne'primi tempi in cui i fedeli erano finalmente cessò altresì ogni idea dell'an-
ad ogni passo insidiati da'gentili. Gli ac- tica distinzione nel secolo XV, in cui ven-
coliti servivano ancora a'diaconi nel pre- nero promiscuamente appellali Suddia-
parare i v;isi sagri e gli altari, nell'accen- coni apostolici. Subdiaconi apostolici ,
dere e portare i Lumi (^'.), de'quali fa- che intervenivano a' Possessi de Papi a
cevasi uso da' fedeli nelle sagre Sinassi cavallo. Quando la cavalcata si faceva in
(^.), e sostenendo i CandeWcn (/^.)_,on- paramenti sagri, suddiaconi incedevano i
liti regionari^ che servivano co' suddia- graccus, subdiaconi. Allora essendo uni-
coni i diaconi nelle f;?/Vico/j/e cardinalizie, ta alla funzione del posse>so la preceden-
ed erano 7 e portavano co'suddiaconi
7 i te coronazione, nel pontificale di questa
candellieri nelle processioni e pontidcali il diacono e i suddiaconi Ialini e greci nei
del Pa[ia, il che rimarcai ancora nel voi. due aveano cantato l'epistola e il
idiouìi
LVIlIj p. 5. l'ero il p. Mal)illon ammet- vangelo; mentre il cardinale diacono che
te duesoli generi di accoliti nella chiesa avea cantato l'evangeio in latino, caval-
romana, regionari che prestavano il loro cava tra'due cardinali diaconi assistenti
servigio a'diaconi e al Papa, e titolari che del Papa. Quindi il Papa dispensava il
servivano nel Zi7o/o delle loro chiese: no- Presbiterio {^'.), inclusi vamente a'Sub-
mina pure gli accoliti ^a/cz/i«/jma li cre- diaronis, Audtloribus, Clericis Camerae,
de della basilica Laleranense, e che gli Acolitis. Dopo il I 5 3
1 e il possesso diLeo-
accoliti stazionari si prendessero da' re- neX, la cavalcata non ebbe più luogo col-
gionari, i quali sono coetanei alla divisio- le sagre vesti, laonde i suddiaconi apo-
ne ecclesiastica diRoma in ^regioni o par- stolici proseguirono il loro intervento a
li. Verso il V secolo era ullicio degli ac- cavallo, Clini habito violaceo, cum roc-
coliti regionari il trasferire la ss. Eucari- chrlto et mantelletto, dopo gli accoliti e
stia die si consagrava dal Papa, alle chie- gliuditori di rota; gli accoliti nella basili-
se titolari di Roma. Nelle Cappelle pon- ca Laleranense assumevano la colla sul
tificie sono acculiti apostolici i ricordali rocchetto, i suddiaconi la lonicelia, e con
prelati di segnatura; accoliti ceroferari i questa uno di loro portava la croce pon-
cubiculari Cappellani comuni del Papa tificia, e cantavano le Laudi o acclama-
{f.), e talvolta sono suppliti iW Chierici zioni come nella funzione della Corona-
della cappella pontificia (/'.). Ritornan- zione del Papa. Nel Cercmoniale della
do a'suddlaconì della chiesa romana, sul chiesa romaua,con)pilato daAgoslinoPa-
SUD SUD i^
trizi nel poDlificalotl'InnocenzoVIII, tro- pella pontificia, e delle s;igre funzioni che
vasi una celta disliuzione fra'sudcliaconi in essa, e nelle basiliche e chiese di Ro-
partecipanti nei numero ili 5,ene' sud- ma celebra o assiste, col h\-c\ti Niiper cer-
diaconi non partecipanti, il cui numero tis ex cautis, de'26 ottobre 1
655, presso
era indeterminato, e furmanti il collegio il Bull. Roni. t. G, par. 4, p- 57, e il Der-
de' suddiaconi apo<;(oUci. Scrisse i\Ia,^ii ni no, Il tribunale della Rota romana s.
munione con tutti cattolici, riunisce i i lico godevano la sola parte del pane dio-
due riti latino e greco specialmente nel nore,e loro accrebbe pure quella del vino,
canto \\t\V Epistola e dell' £"t'^'?^e/o(^'.); etpiivalente a scudi 5o annui per ciascu-
e per le sagre vesti che indossano e uffizi no; e siccome da secoli vestivano di ne-
che esercitano tutti i ricordati sagri mi- ro, volle che vestissero di paonazzo e con
nistri, come degli altri seguenti, ne trat- fiocco simile al cappello. Ad alcuni udi-
tai in tutto il citato dilfiisissimo articolo, tori non piacque il variato colore in loro
edinque'mollissimiche gli sono relativi. ripristinato, perchè col nero erano gli u-
Quindi parlai de'suddiaconi apostolici, e nici in Pvoma a portare il rocchetto. Pen-
degli accoliti apostolici. Di questidue col- dendo litedi precedenza co'chieiici di ca-
legi narraicome Alessandro VII, per mag- mera, il Papa considerando le antiche pre-
gior decoro, splendore e dignità della cap- rogative degli uditori, eche i\ea,VIngres-
iG SUD SUD
si solenni in Roma {V.) degl'imperalo- de' cantori pontificii, e della loro antica
li, scfjm'halur subcliaconi omnes, jiuli- nfliiiatura quotidiana, feriale e comune,
res lìolac, clerici caiiterae,ncolylhi, cu- eseguita nel palazzo apostolico, sino alla
ìncularl eie, la concesse agli uditori di metà del pontificato di Pio VI. Degli uf-
rota, e dopo di essi al HJaestro del Pa-
s. fici del suildiacono apostolico e degli ac-
lazzo (/^.), compensando in altri modi i coliti apostolici nella cappella pontificia
cliieiici di camera; onde i éna collegi pa- tratta ancora ilChiapponi.L'ulliciodidia-
cificamente tornarono ad assistere alle cono e di suddiacono della cappella pon-
pontificie funzioni. Gli uditori erausi ri- tificia, ha ancora l'onorevole prerogati-
tiratipure dall'intervenlonelle cavalca- va di unmediataraente assistere la perso-
leda o anni, perchè il romano Innocen-
I na del sommo Pontefice nella rispettiva
zo Xj benché stalo (jditoie di rotn,avea qualifica di diacono e suddiacono in tut-
permesso a'baroni di sua patria d'occu- te le funzioni che esso faccia, fuori il so-
pare il luogo vicino alla croce papale, go- lenne pontificale (oltre quelle altre de-
duto per l'addietro dagli uditori. Ales- scritte a Cappelle pontificie), nel quale
sandro VII perii suo possesso ad essi lo ri- un cardinale diacono esercita il ministe-
pristinò, facendo dire a'baroni, che l'in- 10 di diacono, ed un uditore di rota quel-
cedere presso la croce meglio conveniva lo di suddiacono. Per cui nella stretta e-
al cetodi quello che la portava e i cui pre- tichetla, i canonici delle 3 patriarcali ba-
lati ei-;ino capjìellani del Papa. Dice No- siliche Lateranense, Vaticana e Liberia-
vaes nella Storia d' Alessandro VIl^ che na (alle quali classi appartengono, come
questi obbligò gli uditori di rota ad es- ho detto, i 3 ministri sacri della cappel-
sere veri suddiaconi, con prendere gli or- la pontificia), fino a recentissimo tempo
dini sagri. A'volanti di segnatura surro- mai non accettavano 1' invilo di fire da
gati gli accoliti apostolici, Alessandro VII ministri sagri a'cardinali stessi, fuori cioè
commutò la pai tedi pane comune di pa- della cappella pontificia, ritenendosi che
lazzo, in parte più nobile, eguale a quel- i ministri sagri i quali iminediataiuen-
la de'cardinali. Raccontai pure che Ales- le assistono il i*apa, non sia conveniente
sandro VII col breve Pro pasioralis offi- che assistano altri. Da questa regola pe-
r/i,de'io dicembre 1 655, Z?«//.cit. p. 66: rò si ritiene eccettuato il caso nel qua-
Ut in Mifsamm soleniniuniyet l'espera- le, compreso il celebrante, sieno tutti ca-
rtim in Cappcllis pontificiis celebratio- nonici delle patriarcali basiliche mento-
ne sacerdoiis assisteniix, ne diaconia, et vate. Come ancora l'assistenza a'cardina-
subdiaconis officia per canonicoss. Joan- li nelle benedizioni nella Chiesa di s. Teo-
ìiis Lateranensis, ac s. Petti, et s. Ma- doro àeW A rciconfraternità del ss. Cuore
rine fliajorisde Urbe respective peragan- di Gesìidelta <\e Sacconi, considerando-
nir. Vale a dire, 1' uflìzio di prete assi- si lutti come confratelli. Al sommo Ponte-
slente, e(|uivalente all'arcidiacono, do- fice inoltre si assiste dal diaconoesuddia-
ficiae, Buasolanti (/'.). Dissi per ultimo Sagraoieulo, ed altre consimili. Si deve
SUD SUD 17
avvertire, che ritenendosi i lie capitoli to il rinomalo concilio iV Elvira, celebra-
ne nella sua basilica Lateranense, depu- La forma dell' ordine consiste nelle pa-
tando un, proprio concanonico all'unizio role che il vescovo indirizza a'suddiaco-
di suddiacono. Vi sono esempi che il dia- ni. Le funzioni de'suddiaconi ponno ri-
cono e suddiacono fecero a' Papi da mi- dursi a 6 principali, secondo il Pontifica-
nistri assistenti a funzioni, nelle quali in- le romano: .°a ver cura àtvasi s 7gri che
i
combe ad esercitare 1' uffizio a due car- servono pel sagrifizioj 2.° versare il vi/io
Lucidi canonico Vaticano, diacono; mg.r computazione fra' maggiori ordini. Gli
Francesco Pentini canonico Liberiano, ordinandi si prostrano, come (juelliche
suddiacono. vanno a ricevere il diaconato e il presbi-
All'ordinazione de' suddiaconi decre- terato, e sicantano per loro come per gli
tò nel 253 il concilio di Cartagine, che altri le Litanie de' santi. Anùcavùeìdeìa.
la materia fosse la patena e il calice vuo- loro ordinazione più semplicemente fa-
to, che il vescovo facesse toccare agli or- cevasi, come dispose il ricordalo conci-
dinandi , ricevendo dall' arcidiacono le lio di Cartagine. Anche adesso nella chie-
ampolle piene, il bacile e il pannolino per sa latina non s'impongono le mani a'sud-
asciugar le mani. Vedasi WPontificaie Ro- diaconi,mail vescovo porge loro il calice
ìuaniim: De ordinatione subdiaconi. Pro vuoto colla patena, e gli altri ornamenti
ordinatione subdìaconoruni parenlurca- che convengono al loro ordine; arnictUy
lix vacuus, Clini patena super posila, ur- non tamen super caput, alba, cingulo,
ceoli cuni manutergio, et liher epistola- manipulum in mano sinistra, tunicellant
rum. Pel conferimento del suddiacona- sive dalmatica^mper brachio sinistro, et
VOL. LXXI.
nella chiesa. Cos'i il loro ministeio è ri- mitra in capo; subito il Papa ripiglia la
dotto al servigio dell'altare, e a ministrar mitra, e gli vien dato il manipolo; poi le-
fizi. Il vescovo oidinante, dopo aver in- se gli pone la tonicella,e cos'i vestito sie-
tena vuoti, lo avverte delle virtù che de- sue stanze". L'ultima volta che si prati-
ve avere, e fa una preghiera colla quale cò l'ordinazione d'un Papa in suddiaco-
chiede per esso a Dio i doni dello Spiri- no, pare che fosse per s. Celestino V nel
lo santoi indi lo veste della dalmatica, e I2g4,che presto fece la solenne e clamo-
glimettein mano il lihro dell'epistole che rosa Rinunzia del pontificalo (^.). Que-
si cantano nella messa. Aggiunge Char- sto Papa concesse a fr. Francesco de Api
don, che anticamente suddiaconi erano i sacerdote francescano, la facoltà di con-
segretari de'vescovi, che gl'impiegavano ferire gli ordini minori a Lodovico figlio
no il nuovo eletto Pontefice. "Comparirà nai nel voi. LII, p.i49- Riferisce il p.Be-
il sommo Pontefice vestilo col rocchet- noflì. Storia minoritica p. 1 08, che Boni-
to, sopra del quale metterà l'amilto in facio Vili promosse al vescovato s. Lo-
maniera che lo possa porre in testa, poi dovico, ma ricusò accettare se prima non
il camice e il cingolo, e finalmente il pi- gli veniva accordata la dispensa di pro-
viale, che dal collo gli penda tutto dietro fessare la regola minoritica per adempie-
le spalle, e con la mitra io capo. Fatta la re il volo fallo quando fu in ostaggio pel
confessione col vescovo celebrante, leg- padre; ciò che eseguilo, fu poi consagrato
gerà l'introito della messa nel suo trono, dcd Papa. Vi furono de'vescovi mai con-
e l'altre orazioni conforme al solilo. Nel sagrati, anzi neppure ordinati suddiaco-
tempo delle litanie de'santi, il Papa s'in- ni, che figli di sovrani o gran principi fece-
ginocchierà nel faldistorio senza n)ilra,ed ro da altri governare la loro chiesa. Paolo
il vescovo nello sgabello posto alla sini- V ad istanza del re di Francia creò arci-
stra, ma colla mitra per dare poi a suo vescovo di Reims e cardinale Lodovico
tempo in piedi la benedizione solila. Fi- Guisa, il quale restò suddiacono, coiue
nite le litanie, il Papa ritorna al suo tro- vuole Novaes. Il Sarnelli nel t. 8 ci die la
no, ove sedendo con la mitra in lesla ri- lelt. 2 li: Essendo taluno ordinato per for-
ceve dal vescovo, che sta in piedi, la pa- za suddiacono, se sia tenuto osservare
tena,calice,ampolline,ec. col bacile e sciii- la castità, il cui voto è annesso ali'oidi-
gamano, culla solita founa. Al tempo ili ne. Oj)ina che se la forza è stala assolu-
licevere gli abiti sagri, sedendo il l'apa ta e precisa, non è tenuto ad osservare la
SUD SUD 19
continenza, percliè non ha ricevuto neui- fu l'abito proprio e antichissimo de'sud-
uieno il caialteie clelsagiamenlo; ne ri- diaconi, della forma della^«/m<3</cfl(/^^.),
porta le ragioni, ed una risoluzione della ma con maniche più strette: le altre ve-
s. che dichiarò nulla uu'ordinazio-
rota, sti suddiaconali sono V ainitlo^ il cami-
uè simile d' un suddiacono. Rinaldi al- ce, il manipolo. Nola Sarnelli
cingolo, il
l'anno 847, n.° 3i, registra una dispensa che il manipolo del suddiacono era un
concessa da s. Leone JV al suddiacono fazzoleltoche leuevanoattacoato al brac-
SwiliuooEtelvolfo,chesuccedendoal pa- cio sinistro per nettaree pulire i sagri va-
dre dovea di venir re degli angli, e di pren- si: perciò se non
forma,almeno nel-
nella
der moglie: ciò prova che allora era il sud- l'uso fu differente il manipolo sacerdo-
diaconato ordine sagro. Di (juesle e di al- tale. 11 p. Bonanni, La Gerarchia eccle-
tre dispense trattai a Dispense celebri. siastica, ca^. 53: Della dalmatica della
IN'arra JN'ovaes ueila Storia di Clemente volgarmente tonacella, dice che fu as-
Xr, che avendo questi concesso a Filip- segnata a'suddiacoui molto tempo dopo
po Ernesto conte d'Hohenlohe siuldiaco- de'diaconi, ma più angusta, e ne accenna
no, la dispensa di contrarre mairi nionio l'uso s. Gregorio I colle parole, ut induti
con una cattolica, ed avendo esso sposalo lineis tunicis procederent. Quanto alla
un'eretica, con breve de'ao giugno 706 1 forma, vuole Baronio che fusse pectora-
al vescovo d'Erbipoli, il Papa ricusò di leni tunicani siue manicis textam. Che si
convalidarlo, nou ostante i gravi danni usasse diversa la veste del suddiacono da
che potevano conseguile da taleriOuto: (juella del diacono, lo dissi con altre a-
bensì esorlò il prelato a procurare la con- naloghe notizie a Dalmatica. Oltre la
versione della ilonna al cattolicismo. A touicella, veste propria de'suddiaconi,essl
Ordinazioni de'Pontefici, e negli artico- in determinali tempi usano la Pianeta
li degli ordini sagti, notai molti esempi [f^.) ripiegala nella parte anteriore,ed il
degli ordini conferiti da'Papi. Qui ricor- Piviale (/ Osserva Piazza nella Ge-
.).
vescovati che gli avea conferito, e di am- loro la stola sacerdotale, il manipolo nel
mogliarsi. BenedetloXI 11 facilmente con braccio destro, pi onuiiziando quasi le stes-
feriva tutti gli ordini sagri, inclusivamen- se parole usate uell'ordinazione de'dia-
le alsuddiaconato. Benedetto XIV dopo coni e suddiaconi: le vergini così consa-
aver conferito gli ordini minori al car- grate cantano l'epistola alla loro messa
dinale duca di York, 1' ordinò suddia- conventuale, usano la stola quando can-
cono e diacono. Il regnante Pio IX pro- tano il vangelo all'ullizio notturno di 1 1
mosse a'sagri ordini sino al presbiterato lezioni, e con ornamenli sono sepol-
tali
uig.r Edoardo Borromeo, ora suo mae- te. Nell'articolo Sepoltura, dicendo co-
stro di camera. Dice il IJernino utW Islo- me si seppelliscono gli ecclesiastici ed i
ria delCtresiey che l'elagio lì Pa[)a del suddiaconi, per questi rimarcai senza sto-
578 obbligò suddiaconi alla recita delle
i la. Alcuni Papi concessero per privilegi)
7 Ore canoniche [F.). La Touicclla{r.) r uso de' Sandali (/'.) a' suddiaconi di
20 SUD SUD
qualche chiesa,come S.Leone IX ed Eu- incardinati nelle proprie chiese, fissi e
genio III a'y suddiaconi della calledrale sfabili,essendo considerata la cattedra ve-
diCoionia. In alcune cattedrali,egualmen- scovile il cardine su cui tutto poggiava
le per privilegio pontificio, hanno l'uso e tulio si aggirava. Quindisiccorae il col-
della Mitra [F.) il diacono e suddiacono legio de'preti, diaconi e suddiaconi cat-
ministrando al vescovo, come in quella tedrali, ossìa Presbiterio o Capitolo, tltr-
l'epoca si cominciò a far canonico qual- dinalis, ch'è lo stesso, si usava per cano-
che suddiacono, ciò che però non erasi nico anche a tempo Gregorio I del
di s.
mai costumato ne' secoli anteriori. Nel 590, e poi restò ad alcune chiese più ao-
concilio di Ravenna del 967 Papa Gio- ticheepiù illustri metropolitane. Nel det-
vanniXlI concesse all'arci vescovo dilMag- to concilio di Ravenna Giovanni XI nel- 1
cleburgo gli stessi onori che aveanogli ar- l'indicato senso chiamò curduiali preti, i
ma che i suddiaconi canonici erano sti- cardinalizi, vale a dire cappelle e oralo-
mati come gli altri canonici, e reputati lii urbani e suburbani soggetti a'cano-
assai più de'preli e diaconi del clero mi- nici chiamati cardinali,nome generico di
nore. Qualche raro esempio di ciò si vi- onore attribuito un tempo a quasi tutti i
l'essere gli unici ex cardine j€X sede^cìoc vivano all'altare sotto i diaconi, e face-
SUD SUD 2t
vanolefiiQZÌODÌ de'siiddiaconi, prima che cano, secondo l'insegnamento di gravis-
questi s'istituissero: ora il Pontilicale »'o- simi dottori, quali dichiarano che nou
i
che fu poi introdotto. Cominciò tale uso mediato del suddiacono. Anticamente il
di leggersi l'epistola da'suddiacoai nella suddiacono teneva la patena, non dietro
chiesa romana, per pura permissione,cO' il sacerdote, ma in faccia, essendo l'altare
me notò il Micrologo, /^e ecc/e^. oZ»5en'. isolato, per denotare la costanza delle san-
cap. 8, e narrai meglio ad Epistola. Ivi te donne, le quali seguirono Cristo nella
rilevai, che di qua è nata la ceremonia passione,quaudo gli apostoli, figurati nel
di cavarsi la pianeta piegata nel tempo diacono, chesta dietro il celebrante, tutti
del digiuno (restando col camice,de'cui fuggirono. Mentre il suddiacono tiene il
ricami feci parola nel voi. Vlll,p. ^-70), hbroaldiaconoche canta revangelo,niai
quando il suddiacono, vuol cantare l'epi- s'inginocchierà,come né anco gli accoli-
stola nella messa, non facendo allora l'uf- che allora sostengono camlellieri, ma
ti, i
re era uffizio del suddiacono di tener la re/noniale Episcoporuin lib. i,cap. io.
patena involta nel velo in tempo del ca- De'suddiaconi e loro uffizi molte erudi-
none, ma che poi la conse-
dell'accolito, zioni abbiamo dalSarnelli. Li chiama Hy-
gnava al suddiacono; non usava in prin- peretes, sinonimo A' Hypodiaconi o Stib-
cipio la touicella, ma il solo camice, co- minister, sotto-ministro, sotto-diacono;
me costumano greci; per cui in Sicilia
i e sebbene ne'tempi del concilio di Lao-
si fece lamento contro s. Gregorio quale I dicea, tenuto nel iV secolo, l'ordine del
introduttore de'riti greci, fra' quali si fa suddiaconato era già maggiore rispetto
ministrare da'suddiaconi senza veste sa- agli altri 4 minori, non però ancora sa-
gra e col solo camice. U Papa scrivendo gro, perciò il suddiacono, per divieto di
al vescovo di Siracusa
\' Epist. 53, lib.
7, quel concilio, non potevaentrare nel^/a-
si con queste parole. «Subdiaconus
difese coiiico (di cui riparlai a Sagrestia) desti-
autem utspoliatos procedere facerefn an- nalo alle persone sagre, ma stava alla sua
tiqua consuetudo Ecclesiaefuit; sed pla- porla; né eragli lecito toccare i vasi sa-
cuit cuidam nostro Fontilìci, nescio cui, gri, che ivi erano co'sagramenti, perchè
quieos vestitos procedere praecepit.Nam l'uffizio del suddiacono è di toccare vasi i
vostrae Ecclesiae numquid tradilioneni sagri, ma vuoti; infatti nella messa so-
a graecis acceperunl? Linde habent ergo lenne pone suir altare il corporale che
hodie ut subdiaconi lineis in tunicispro- cava dalla borsa, pulisce il-caliceela pa-
cedant, nisi quia hoc a matre sua roma- tena col purijicalorio, sostiene la pate-
na Ecclesia perceperunt? " Esorta Ma- na coperta colle estremila del t'e/o che
gri suddiaconi, che cantando V episto-
i pende dalle sue spalle (ricevendo eoo es-
la in peccato vieppiù mortalmente pec- sa l'incensazione dal diacono, che gli dà
. o
22 SUD SU D
poi Io prive dfUa messa, ed il suddiaco- latore del s. romano impero, o altro so-
no la porta al coro, coinunicandoh al i Mono, assistendo nella notte di Natale
(li qualunque ordine,e in fine all'accolito nella cappella poDlificiaall'uffizialuradel
che l'ha accompagnato: però nella ^'(7^- mattutino, dopo avere dal Papa ricevuti
pella pontificia il prete assistente la pren- i distintissimi donativi dello stocco e ber-
de dal cardinal ° prele e dà a'cardinali,
i rettone ducale benedetti da lui, vestiva-
prelati e altri, ecomunicalala al cerenio- no la cotta e il piviale (l'iuìperatoi e an-
niere, questi termina di dispensarla; que- che la 5^o/<z); l'imperatore cantava la mi
sto ufiizio ne' pontificali l'esercitano il lezione, gli altri sovrani o gran principi
cardinal vescovo assistente, ed un udito- la V. Che quando l'imperatore interve-
re di rota qual suddiacono apostolico), niva alla messa pontificata dal Papa, ve-
ed a suo tempo dopo che il celebrante ha stito di colta, sloia, dalmatica o tonicel-
adoperalo la patena, la cuopre colla /^rtr/- la, esercitava all'altare alcuni uffizi dia-
/^, piegai! corporale.Io ripone nella bor- conali esuddiacoDali; poiché dopo il can-
sa, e questa pone sul calice, che coperto to dell' evangelo, ministrando al Papa,
col velo lo la»cia sull'altare o porta alla gli presentava il co'y;orc7/fj la patena con
credenza. Anche il concilio di Agde proi- i'oslia, il calice col vino, 1' ampolla con
bì a'suddiaconi l'ingresso nel diaconico l'acqua; presentando il libro, versando
segretario, sebbene il sovrallegato con- l'acqua per la lavanda delle mani, soste-
cilio di Cartagine determinò l'ordinazio- nendo l'estremità del manto pontificale,
ne suddiacoiiale colla tradizione del ca- ollrealtri riverenti omaggi. Ne'citati luo-
lice e della patena vacui, ed il concilio di ghi pure dissi le ceremonie solenni della
Braga vietò a'chierici inferiori di toccarci coronazione imperiale,in cui ancora l'im-
vasi sa^ri, se non suddiaconi. Bal<amo- peratore fungeva diversi uffizi del diaco-
ne ed altri fecero la distinzione,che sud- i no e del suddiacono; quali ornamenti ec-
diacorti non ponno toccaie vasi sagri i clesiastici i Papi attribuirono agl'impe-
menti-e contengono divini sagra nienti,
i ratori ed altri sovrani, e come essi furo-
non già quando sono vacui, appartenen- no annoverali Ira'canonici Vaticani con
do al loro utlizio il nettarli,e perciò fu ad assumerne l'insegne corali, ed secondi i
essi concesso il manipolo, non però la stola per venerare da \\c\ì\o'\\ f'^ olio santo {^
f'.],
ch'è loro interdetta. Di altre ingerenze e le alti e reliquie maggiori diesi vene-
che esercitarono suddiaconi e degli al-
i rano in quella basilica. Il Durando nel
tri loro uffizi ragionoa' loro articoli; co- Rationalediv.off(C. lib. 2,cap. 8, dice che
me e per non dire di altro del licenziare l'imperalore deve avere l'ordine Suddia-
dalla Chiesa Catecumeni o Neofiti jche
i conale, perchè nel codice f'alentimanus
risponde all'invilo óeW Orate fratres, del dist.q, 3, l'imperatore è detto; Actj'utor,
celebrante; e dell' invito Levate ^ dopo et defensor Itius, ut nifuni ordineni de-
V intimazione del Flertamus genita del cetysemper existam. Ed inoltre, che nella
diacono (che anticamente diceva l'invi- funzione della coronazione, dopo essere
lo), di che trattai a Gexuflessioxe, Ore- Stato ricevuto per canonico dal capitolo
mus, Preghiera. Per l'uffizio del suddia- di s. Pietro, si vestiva de' sandali, della
cono nella messa solenne, si può leggere fonicella e sopraassumeva il paludamen-
l'ab. lì'\c\\c\\, Dizionario sacro-liturgico : to imperiale. La Glossa nel citalo capo,
Messa solenne. Negli articoli Imperato- sopra la parola Ord iti e tn, ecco come si e-
re, Sovrani, Diacono, Stocco e Berret- sprime: Ex hoc verbo dixerunt quidam,
tone DUC AIE benedetti, CORONAZIONE DEL- qnod imperator debet habere ordineni
i' imperatore, ed in quelli analoghi a siibdiaconalem : sed non est veruni , quia
quanto accennciò, narrai come l'impe- luibet militarem cìiaractereni. Altre ra-
SUD S U D 23
gioni ponno vedere inSarnelli nella let-
si vntis, dice che Carlo V dopo l'oflertorio
tera 1 7 del t. 6 e ricordala anche a Stocco olili 3o doppie da 4 ducati l'una, e come
con altri scrittori Se l' imperatore ro-: suddiacono vestito andò all' altare con
mano deve avere l'ordine suddiaconalc. Clemente VII, e ministrò il calice e la pa-
^'ella lettera 3.' del t. 8 egli discorre: Del tena, e l'acqua che s'infonde nel vino) a
suddiaconalo e accolilato, streilainente piedi del Papa; indi l'imperatore colla so-
e in largo modo intesi: Ede principi be- la tonicella segue il Papa all'altare, et Uh
nerneriti di s. Chiesa, onorati dalla me- in locuni subdiaconi calicem et paLenani
desima. Pertanto riferisce, che nella so- Clini hostiis ojfertj deinde aqiiain in/un
Jeune coiouazione dell' imperatore, de- dendani in i'inum,et retrahent se ad par-
scritta in un Pontificale antico stampato tem dextram stat u<;qne(jiio Pondfex ad
in Venezia nel 072, è notato che se gli
i sedem eniinenlem coniunicalurus re\'er-
la fare l'uffizio del suddiacono per ono- ^a//ir". Quanto all'^c'co/iVo.che deve pre-
revolezza,non altrimenti perchè abbia tal parare i sagri vasi, e anticamente soste-
ordine, poiché per conferire 1' ordine ci neva, oltre la patena involtata, anche la
vuole la furma,e nelle messe
materia e la Fistola (f^-) colla quale si dispensava al
private si tollera che un laico faccia cjue- popolo il Sangue di Cristo sotto le specie
sti uffizi. «L'imperatore nel giorno della -sagrainenlali, sostiene il candelliere colla
coronazione, nella basilica Vaticana, pri- candela accesa quando il diacono canta
ma indossa la cotta e l'almuzia, e viene il vangelo, ricorda e come narrai altro-
ricevuto tia'canonici di s. Pietro, J«cfl- ve, doge di Venezia quando ince-
che il
nonicum et fratrem, e dopo altre cere- deva solennemente, fra le altre insegne
monie nella cappella di S.Gregorio siede d'onore e di dignità, che lo accompagua-
e si mette i sandali, e stando in piedi si vauo,era preceduto da un accolito in ve-
veste della tonicella, e sopra questa il pa- ste paonazza con un cereo non acceso io
ludamento imperiale nella cappella di s. mano (altri dicono acceso e su candellie-
Matuizio, dali ."vescovo cardinale è un- re), per concessione d'Alessandro ili. In-
to coll'olio de'catecumeni nel braccio de- di ritornando a parlare dell'imperatore
stro e nelle spalle, perchè all'altare di s. nuovamente riporta dalla Glossa il can.
Pietro non si unge, riè si ordina che il solo Porro, 63, verbo Ordine: Ex hoc
dist.
24 SUD SUE
coli tle'palriarcali, delle nazioui,o in quel- the non vi dovevano assistere, non che
li litiiigici, o delie vesti sagre; mentie di serrare le porte (ìe\Sancla Sanctoriini,di
(juelle (le'suddiaconi greci ne parlai nel cui è custode in tempo della celebrazio-
\ol.XXXll, p. 145 ei 48.1 greci cliiaraa- ne. V eda%\?\.eQaudol,LUurgiarum oritn-
lono il suddiaconato Hypodiaconalus, e laliuin collecli'o.
gli ch'è divenuto n)inistro delle cose si- per essere stata metropoli civile della na-
gnificale per tali slromenti, e recitando zione,e per conseguenza ivi precipuamen-
un'o!a7Ìone che esprime la santità delle te fu promulgato il cristianesimo,sid per
funzioni di quest'ordine. 11 suddiacono la costante tradizione e pel consenso co-
quindi subito esercita il suo ulilzio.dan- mune degli scrittori. Ili ."vescovo che si
tlo da lavare le mani al vescovo, stando conosca è s. Giorgio d' Eslampachet del
però alla porta del Sancla Sanctomni, suburbio di Cagliari, nato da genitori co-
non essendogli permesso di entrarvi, né spicui per pietà, onde meritarono che nel
toccare i sagri vasi, secondo il decreto del battesimo del figlio un angelo gì' impo-
concilio di Laodicea. Anche il p. Chardou nesseil nome. Smo dalla tenera età di-
asserisce, che mentre sacerdoti e diaco-
i venne chiaro per santità di vita e per sa-
ni greci sono ordinati dinanzi l'altare in pere, perito non meno nell'idioma lati-
tempo della messa solenne, i suddiaconi no che nel greco, per cui di 2 2 anni ever-
si ortlinanu prima del suo cominciamen- so la metà del secolo XI fu scelto in ve-
to in sagrestia o fuori del santuario, ma scovo di Snelli. A lui si atliibuisce l'edi-
coirim[)osizione delle mani e per le ra- ficazione della cattedrale, ove fu tumu-
gioni che riporta, e cosi viene conferito il lato quando mori nel principio del seco-
lettorato, ch'è altro ordine minore trai lo Xlljdopo lunghissimo vescovato, ono-
greci. Le funzioni del suddiacono sono rato da Dio colla gloria de'miracoli. Fu-
di preparare i vasi sagri per la celebra- rono suoi successori:Giovanni; Pietro del
zione del sagrifizio, e che devono essere 1 12; N. del 1 220, eletto poi da'canoni-
portati all'altare dal diacono. Egli mini- ci di Cagliari in loro arcivescovo; Sergio
stra il suo uflicio vestito di tonaca stret- deli237; N. deli263; Giacomo de Mal-
ta, e si cinge d'una zona, veste che Ma- tio francescano e custode della provincia
gri chiama camice. 11 capo de' suddiaco- di Milano, creato neli38o daUrbano VI,
ni o arcisuddiacono, come già rimarcai, il quale nel 1887 gli sostituì l'agostinia-
del vescovo in Suert,che altri chiamano vescovile di Suerto Sert è sulfraganea del
Sert OiS"cer/Oi5c-ere/,capoluogo d'un san- patriarca ih Babilonia {^.) de' Caldei
giacato, paese dell' antica Assiria, diver- (f .), che prima risiedeva in Diarbthir o
so da quello dtìlla Media, provincia cor- Anudo celebre e antica, ed ora in iI7t>-
rispondente all'antica Gordiana o paese sul (/^.). Dal i838 n'è vescovo mg.rMi-
de'carduchi o kurdi.Suert è una delle cit- cl'.ele Catul Catulla, già vicario del pa-
tà della Turchia asiatica, pascialato 3o triarca caldeo mg.rMar-Giovanni d Hor-
leghe distante da Diarbekir, in una pic- niez.
cola pianiua circondata da aite monta- SUESSA. r. Sessu
gne ed irrigata dal Khabur. Ha l'appa- SUESSULA o S CESSOLA o SES-
renza d'un "rande villassio.e contiene 3 SLLA o SESSOLA. Sede vescovile an-
piccole moschee, collegio e chiesa arme- tica d'Italia, che alcuni prelesero essere
na e caldea, poiché oltre turchi è abi- i succeduta a Suessa Auriinca,à\ cui e del-
tata da' caldei e dagli armeni. La situa- le divergenti opinioni parlai a Sess», che
zione di questa città e la tradizione de- altri impropriamente chiamano Stzze ,
gli abitanti fanno presumere ch'essa oc- città vescovile dello stato pontificio e af-
cupi l'area dell'antica Tigranocerta^iun- fatto dalla precedente diversa. Dappoiché
data (non pare da Tigrane li e al tem- Siiessola, nella Terra di Lavoro, provin-
po della guerra di Mitridate VII) nella cia delreguodi Napoli, come trovo inSar-
Grande Armenia presso sponde delTi-
le nelli,Memorie degli arciicsco^'idi Bene-
gri e del iXicefurio, da Tigrane I fiorito vento, p. 67 e 227, era una città 4 tri-
505 anni avanti l'era nostra e re d'Ar- glia lontana da Acerra, 2 da Benevento,
i
prese questa piazza l'anno Gq prima di milmente nel privilegio di Papa Grego-
nostra era, la saccheggiò, e rimandò gli rio V, concesso nel c^qS all'arcivescovo
abituati uclle diverse cUlù dalle quali e- di Dcncvculu Aliàuu, è cuufcrujala sua
-
26 SUE SUE
suffragnnea Sessulae: alfrettanlo fece s. vento, e Landolfo I. "arci vescovo di Bene-
Leone lXneIio53 con l'arcivescovo Ul- vento nel 970 consagrò il
1. "vescovo Ma-
(Jarico, e le loro bolle riporta i' Ut^lielli delfrido, e così restituì alla città la cat-
da'popoli di Terra di Lavoro. Dal mon- indifiorì nel 1075 Bernardo; nel loSEn- I
te sopra Sessula ha la sua origine il fiu- rico,sotto il quale recatosi nel 1 o Papa 1 1
mostrando questi che pressodi essasi fe- la s. Sede: dipoi l'ebbero gli agostiniani,
ce gran battaglia fra romani e Sanni- i i indi il collegio scozzese di R.oma. Dopo
ti, i quali furono vinti per la 3.' volta a Andrea del i i 52,ricorderòUrsone,aI qua-
Snessuhi, venendo posti in fuga da M. Va- le Rainolfo conte di s. Agata de^Goti nel
lerio. Piacque poi al senato romano, che I I Bidonò beni econcessediritli. Neil 190
na.M. Claudio da Casilino passò per Ca- morte di Giovanni, il capitolo contro lo
jazia,e quindi varcando il fiume Voltur- slatuitodal concilio di Laterano IV, eles-
no, procedendo pel territorio Saticulanu se Bartolomeo canonico di Beneveatojma
Trebeiano, sopra Sessula, pe'monti arri- Gregorio IX, annullata l'elezione, lo creò
vò a Nula. Anche Plinio rammentai sues- di sua autorità nel 1234- Urbano IV nel
sidani nel lib. o. ^eW Italia sacrmldì' U 1262 con diploma riportato da Ughelli,
ghelli t.io, p. 164, si tratta del Sessula- eli surrogò con molte lodi il nobile Nico-
nus Episcopalns, e si dice che per le vi la de Morrone canonico di Caserta. Per
cende delle guerre e per l' ingiuria del compromesso il capitolo elesse fr. Eusta-
tempo fu soppressa la cattedra vescovi- chio teologo domenicano, coll'assenso di
le di Suessula, e venne unita al vescova- Martino 1 V,che lo confermò nel i 282 .Nel
to di s. Agaia de' Goti (/'), colonia dei I2q4 s- Celestino V fece anuninislratore
neli i38 Ruggero re di Sicilia, ed ebbe pitolo eletti lloberto Ferrari arcidiacono
poscia il titolo di ducato. Avendo nell'ar- e Pietro MontedeNovione cappellano re-
ticolo s. Agata de' Goti celebrato suoi i gio,Giovanni XXII nel 3 8 confermò il 1 1
La sede vescovile è antica, Giovanni Xlll di traslato a Caserta nel 3jo,e invece il 1
nel qGc) la dichiarò suiUagunea di Bene- pastore di quella chiesa JNicola di s. Aiu-
SUE SUE 27
bioglopa<sò in questa. Nel 1894 fu rimos- nicano diProcida del 1 663; Giacomo Cir-
so il colpevole fi. Antonio «li Sarno fran- ci di Monreale, già preside di Matelica
cescano, soslituendogli Ijonifrtcio IX il ca- e Foligno, che nel 1 68 r celebrò un rino-
nonico di Gaeta Giacomo l'apa. Al vesco- mato sinodo pubblicalo colle stampe; nel
vo Pietro Gatta nobile napoletano, e per J699 il molto encomiato Filippo Albini
sua istanza, Innocenzo VII dichiarò nul- nobile romano e di Benevento sua patria,
la la peiinuta Hilta delia baronia vesco- e di essa primicerio e vinario capitolare;
vile di Castro Balneolì con altre posses- celebrò nel 1 706 con molta pompa il si-
sioni col conte di s. Agata Carlo, senza il nodo che stampò, grandemente provvi-
con<;enso della s. Sede; indi pe'suoi me- de e migliorò il seminario nel formale e
riti nel 142 3 fa trajferilo a Brindisi. E- nel materiale; arricchì la sagrestia della
giialrnente fu traslafo all'altro arcivesco cattedrale di sagre suppellettili, fu bene-
vato di Antonio bretone nel
Sorrento i\\ fico in altro, zelante e operoso, fu ezian-
i44o- Nel 1494 Piglio Paolo Capobian- dio munifico colla cattedrale^ pose in or-
co decano di sua patria Benevento, assi- dine l'archivio, e per amore alla sua chie-
slentedella cappella pontificia e della ba- sa ricusò quella di Parma. Terminando-
silica Vaticana soltoAlessatidro VI: ilsuc- si con esso sacra la serie dei
r\e\\' Italia
go, dotto e integerrimo. Dopo di Ini e nel 1800, Pio VII colla bolla De utiliorido'
)583 il celebre fr. Feliciano Ningnarda niinicae, de'28 giugno 18 8, riunì la se- 1
na il successore e correligioso fr. Giulio Agata de' Goti e Acerra unite, come si
Santucci di Monte Filoltraiio deli 593, praticò con altre sedi e leggo ne'regislri
liitli nel I G08 Ettore Diotallevi nobile ri- concistoriali.Il Papa conservò ad ambe-
njinese, benefico colla sua chiesa, acerri- due separatamente la dipendenza metro-
mo difensore della giurisdizione barona- politana, confermando s. Agata de'Goli
le di Castri Ba ineoli e traslalo a Fano. sulfraganeo dell'ai ci vescovo di Beneven-
Fu degno successore nel 1 635 Gio. Ago- to, e Acerra di quello di Napoli, e lo sono
slino Can(Iolfi,già vescovo di Fondi, co- ancora. Innanzi di terminare la serie dei
me propugnatore dell'immunità ecclesia- vescovi di s. Agata de Goti e di Acerra del
stica, che lo fece esidare, e la sua spoglia nostro secolo, in supplenza all'articolo A-
riposa nella cattedi'ale. Di molto zelo con- CERRA, ricorderò quesuoi particolari ve-
tro gli eretici neh 653 fu fr. Domenico scovi più meritevoli di speciale ricordo.
Campanella di Putignaiio e procuratore Acerra, Comes. Agata de' Goti, e l'an-
generale de'carmelitani, perciò da Inno- tica Sitessula, è posta nella provincia ili
rtlurn e Cerenlliia,onde non va confusa tore della cattedrale; indi neh 363 Gio-
né con Cerreto, unito a Teluse con Ali- vanni, il cui coadmtore fi-. Nicola di Na-
fej né con Gerenza j\n latino Geruntia,(X\ poli francescano, amando la vita ritira-
cui riparlai a .Stro.ngoli perchè con f|uc- ta rinunziò a Bonifacio IX. Neh 434 f''-
sla e colla sede (\' Umbrialico, l'u unita a Nicola d'Urbino domenicano, illustre per
a Cariali. Fu città assai forte e munici- dottr'ma e virtù;- neh 497 fi"- Roberto de
pioromano, in premio di sua fedeltà a Noya domenicano, chiaro per
pugliese,
lìoma contro Annibale, che in vendetta pietà e scienza, già di Minervino, poi ar-
d'averla abbandonata gli abitanti, la pre- civescovo Pariensis.^t\i5ii fr. Giovan-
se d'assalto e bruciò, ina risorse da <jue- ni de Vico fu al concilio di Laterano V;
ste e da altre lovine. Uiftirisce l'avv. Ca- cui successe nel i 527 Carlo Ariosti nobi-
stellano nclloiSyvar/i/o geografico slori- le liirrarese, canonico e vicario della ba-
cof)oiilico,c\n:\ napuletanieblieroin »ni- silica Vaticana, dignità che ritenne. A
radi schernire il volgare dialetto, Ungen- questi Ughellidà per successore neh 535
do originario della Cerra il notissimo per- ilcardinal Caraffa [)oi PaololV (piale am-
sonaggio istrionico di Pulcinella; ma gio- ministratore, che dopo 4 ^Qiii l'inunziò;
condo, lepido, faceto, e talvolta senten- però giustamente Lucenzi lo corregge, sia
zioso. Celebrò la sua anticliilà e pregi an- nell'epoca che fu il 1 537 e per due anni,
che li'^\\<À\\nti\V Italia sacra t. G, p. o. 1
6, che nella persona, cioè il cardmal Vm-
Acerraiii Episcopi, ed i suoi annotatori cenzo (Gio. Vincenzo) Caralfa {f^.); in-
Coleti,eLncenzi \\ rpialeavverle non tro- di nel I 53() Gio.l'aolo de Thisds referen-
varsi nel concilio romano del 4<)0) ''^^''^'' dario delle due segnature, e il designato
nalodal'apas. .Simmaco,sottoscnttoCou- successore l^aolo Riccardo d' A versa mo-
cordioi. "vescovo di Acerra,come prete» li prima d'essere consagrato. Invece fu e-
se Ughelli, sibbene Adeodiilo Cerrenus Ictlo neh 555 il virtuoso Gio. Francesco
l'piscopus, cioè di Ceri (/ .) piesso Ro- Severino napoletane; indi nel 56o Gio. 1
ma. Laonde non con Conconlio riporta- Fabrizio Severino napoletano, che si recò
lo peli. "da Ughelli, ma col ?..° bartolo- al concilio di Trento ,
poscia Iraslato a
lomeo, cheneli iji) intervenne al conci- Trivento. Lodatissimi furono , Scipione
lio generale di Lalerano 111, e celebrato della nobile famiglia Salernitana napole-
i\iì l'apa Alessandro ili, dcvesi inco(nin- tana del I 57 r, di somma prudenza e pe-
ciare la serie de' vescovi Acerrani; caden- rizia ne'graviatfarida lui trattali; e il tea-
do nell'indicalo abbaglio pure Comman- tino Marcello .Majorana napoletano, tra-
ville, che lìtlì'IJisloire de long Ics AVe- sfeiito da Crotone, di santa vita, dottissi-
schez, dice erroneamente istitmta la se- mo e versato ne'sagri riti, illustre per ze-
Ccrra o Accrra nel secolo V, di-
tle di lo pasloialciVel 1
597 gli '^» sostituito lai
venendo sulfraganea della metropoli di tro teatino Gio. IJattista del Tulò patri-
Napoli. Indi trovasi notatoli vescovo Ro- zio d' Aversa, insigne vescovo; indi nel
mano, torse (nonaco; poiTeodino mona- i6o3 Giovanni Gorrea nobile spagnuo-
co di IMon te Cassino, intruso neh 2G3 per lo , dotto teologo e pretlicatore ;
poi nel
Manfredi principe di Taranto e invasore i()oG Vincenzo Pagani nobile teatino na-
del regno tli Sicilia, come rilevasi dal di- l)oletano,elo(juenle, scienziato e virtuoso
ploma d'Urbano IV prodotto da Ughelli. frugalissimo; nehG44 '' barnabita Man-
De'successori di Tommaso del i 28G, ri- sueto Merotti milanese, degnissimo ed e-
corderò rpielli più rimarchevoli. Nel 1
344 Fu degno successore
gregio predicatore.
fr. Enrico del IMonte domenica-
sicili;in(), iichGG3 IMacido CaralVa nobile teatino
no e insigne duUunidcU'accadcmia di ViX- uapolclauo; uchGij.ì Carlo Itili nobile
SUE S L l''
29
(revirensejZelanleederutlilissimOjlrasla- 2 3 canonici prebendati, fra i quali il teo-
to a JMonopoli; indi Giuseppe Roderio no- logo e il penitenziere,oltre 3 canonici non
bile napoletano, perito in molte scienze, prebendati, ei4 mansionari. Il capitolo
di felice esperienza, eccellente ed esem- d'Acerra ha 3 dignità, e per la i .^l'arci-
plare pastore. Nell'/tó/Za sacranti termi- prete, 1 5 canonici colle due prebende teo-
na la serie de'vescovi con fr. Benedetto logale e peuilenziale,e6ebdomadari. Am-
de Norie"a d'Oviedo minore osservante bedue hanno altri preti e chierici pel ser-
col domenicano fr. Giuseppe IM."^ Posita- cura d'anime un prete eletto dal capito-
ni nobile domenicano: la completerò col- lo e approvato dal vescovo, nella 2.' la
ché talvolta le medesime iVb //z /e sta m pi- ducali, ma con alcuni pesi. Le due dio-
no prima la chiesa à'Jccrra, come le pre- cesi unite si estendono per quasi 37 mi-
senti. Nel 829 gli successe Emanuele iM.^
1 glia, e contengono più luoghi.
Bellorado già arcivescovo di R.eggio. Per SUFARoSUFASAR. Sede vescovile
sua morte, Gregorio XVI dichiarò suc- della Mauritiana Cesariense, nell'Africa
cessore nel 1834 Taddeo Garzilli di So- occidentale, sotto la metropoli di Giulia
lofra arcidiocesi di Salerno, traslato da Cesarea. Ne furono vescovi Reparato che
]ìojano. Pel suo decesso il regnante Pio fu alla conferenza di Caitagine nel 4' '»
IX nel concistoro lenutoa'20 aprile 849 ; Vittore esiliato nel 484 ^^^ Unnerico re
in Gaeta, preconizzò l'odierno mg.' Fi an- de'vandali, e Romano forse donatista e
cesco Javarone napoletano, trasferito da non cattolico. Moi'celli, Afr. dir. t. i.
3o SUF SUF
si al conciliodi Cartagine nel255, Giocon- nelle loro diocesi,con quelle funzioni e au-
do donatista che fu alla conferenza diCar- torità a cui essi li abilitano, si;i come loro
tagine nel 4B4d'ordined'Unneiico re dei Coadiutori {F.) con futura Successione
vandali, Presidio cattolico esilialo da tal {/^.),sia semplicemente come loro /ausi-
re per essersi in essa opposto a'douatisli, liari o aiutatori, o per la loro assenza e
Morcelli, Jfr. chr. t. i. impotenza, od a motivo dell'ampiezza del-
SUFFETEoSUFFETO. Luogo d'A- le diocesi e arcidiocesi, e quali loro Fi-
fiica,ove nel 024 fu tenuto un concilio, cegerenti con giurisdizione locale e dele-
Concilium Siiffelanutn. Vi assistè il ce- gata; e notai che alcuni vescovi e arcive-
lebre e dottissimo s. Fulgenzio vescovo scovi, secondo la vastità delle diocesi e ar-
di Ruspa, e per tnotleslia lo fece presie- cidiocesi, di questi ultimi sulìraganei ne
dere dal vescovo Quod vull Deus, che hanno due, tre e anche (juattro, come va-
gli avea contrastata la preminenza nel do dicendo nel descriverle. 3.°De'vescovi
concilio di Junca nella Bizacena e tenuto parimenti m partibus, de'patriarchi e ar-
uell'istesso anno. Diz. de ConcUii. civescovi in partibus, suff'raganei di solo
SCFFRAG Ax^^EO, Suffragancus, Fi- nome, di quelle provincia ecclesiastiche
ce sacra Antisles. IN'onie che dà al Fc si dalle qualiun teujpo dipendevano, non
5rot'oeal tscovato[ì\) comprovincia-
ì avendo su loto giurisdizione tali patriar-
le d'una Provincia ecclesiastica, rispetti- chi e arcivescovi ,
perchè essi stessi doq
vamente all'arcivescovo, primate o pa- ponno esercitarla nelle provincia e anti-
triarca nelle Provincie del quale si trova: che sedi di cui portano il semplice titolo
Suj[frngnncusepiscopnsunoaichicpisco- onordìco , comechè esistenti nelle parti
pò suhduns, si legge nel cap. Pasloralis, degl'infedeli. Negli articoli de'patriarcati
in princ. De Ofjic. or<^/. cap. 1, Deforma earci vescovati riporto i loro sottoposti ve-
compet. in Sexlo, Si dà eziandio al J'c- scovi sulfraganei, anche in parlibusj e ad
scoi^'O in partibus (F.) che estiicha i pon- ogni articolo di sede vescovile residenzia-
tiiìcali, le ordinazioni e talvolta anche la le o di seuìplice onorillco titolo in par-
giuristliziune del vescovo titolare d' una Libus, (\\cQi\\ chi furono e sono sullVaganai;
Diocesi {F.) , al quale lu deputato o lo a IluMA poi riprodussi l'elenco de'vescovi
richiese per aiuto o per farne le veci, an- Esenti (K) e immediatamente soggetti
che se assente nel F escovato {F.). Nel voi. al Papa e alla Sede Apostolica (però a
XV, p. 247 ed altrove Ilei le distinzioni: Si'Ar.NA notai che non [)iù lo sono Leon
l.^De'vescovi sudi aganei, più o meno nu- e Oviedo). Le aunuali Notizie di Roma
merosi, d'un ilIelropolilanOj d'un Prima- pubblicandoli no vero al fubetico delle dio-
te o d'un Patriarca (F.) con giurisdizio- cesi, si legge pure quelle che hanno coa-
i
re? gentnt. TI IM.'igii, Notizia flc' vocaboli re Ira il T'^escovo suffrnganeo,ei\ il T'e-
cnìcsia siici, veì\)o Coni provinciali^ ,(\\cc: scnvo ausiliare o Ausiliario, Episcopus
''ìLvaW vescovo òitWa meò("^\m^ provincia aux.iliarius, auxilium, a sentimento dei
soggetto ad un melropolilano, cliinmalo canonisti asserenti e confcirmanti: Suffra-
oggi Siijfraganeo, di cui fa menzione s. ganeus dalur Ecclesiae ,ct A uxiliarìs da-
Beiiifirdo ixeWEpist. ^2". Nel vocabolo tur Episcopo, s'intende e chiamasi Snf-
Suffrnganeus, lo dichiara: «^Questo nome fraganeoqnel soggetto, cheilPapa in con-
appresso gli scriltori ecclesiastici in rigo- cistoro con Proposizione concistoriale
re denota il vescovo soggetto aWarcive- [F.) o con breve apostolico, promove ail
scovo o nìctropolilcino. Fti cos'i denomi- una chiesa vescovile in partihus, e lo de-
nalo perchè dava il sufTragioe voto nel- puta (talvolta a istanza e per proposizio-
l'elezione dei suo aici vescovo (o la con- ne del vescovo a cui si dà, previa la pon-
fermavano co'Ioro suffragi), il quale an- tificia approvazione) siiffraganeo d' una
cora concorreva con il suo voto nell'e/e- determinala chiesa, o d'un preciso luogo
zione àe'Fescovi (/ .) della sua provin- di qualche diocesi, affinchè aiuti il vesco-
cia. Al presente questo medesimo notue vo nell'esercizio pastorale. Simile suffra-
abusivamente significa un vescovo titola- ganeo resta tale nella medesima chiesa e
re, il quale esercita le funzioni pontificali luogo, seguila ancora morte del pro-
la
invece deW arcivescovo o vescovo". Chia- prio vescovo residenziale, il di cui Succes-
masi dunque diocesano un vescovo rela- sore[T^.) è obbligato di ritenerlo siuo che
tivamente alla sua propria diocesi ordi- venga trasferito ad altra chiesa, ovverei
naria in rapporto alla sua giurisdizione, cessi di vivere. Non si deve confondere coi
è il più ordmario, come rxtW Elezione del Sede. Nessun sovrano ha il /«*o padro-
Papa {/ .). Il capitoIoQuù? propler, dice nato di nominare i sulfiaganei, ma i soli
rhe colui che avrà in suo favore la mag- vescovi nelle proj^rie cinese che governa-
gior parte de'suffragi, sarà canonicamen- no, per piivilegi loro accordali da'Papi.
te eletto; ed i canonisti, in dici, cnp., sta- Ciò non pertanto negli ultimi tempi in-
l)iliscono che il maggior numero de'suf- cominciarono i sovrani a fare essi la let-
lìagi si conta per rapporto a quelli che tera di nomina o presentazione al Papa,
hanno il diritto all'elezione, e per rappor- cioè dello stesso soggetto che il vesco\o
to a quelli che assistono. Si fa uso di pal- presenta o propone. Se la chiesa è di no-
leo schede segiete per nianilestare il pro- mina o presentazione regia, nomina pu-
prio suffragio; e colui il (juale ha la mag- re ramuiinistratore, Ecclesiae adnitni-
gior parte de'suffragi, è considerato ave- stralor datus. Ria pel suffiagnueo si sia
re anche la parte più sana. Dell'elezione allanomina del vescovo, ch'è pure la no-
per Sorte, parlai a quell'articolo. mina regia, ed equivale ad un'ap[)rova-
Quanto alla distinzione che si deve fa- zione del disposto del vescovo. 11 Papa e-
32 S U F S U G
samlna meriti del proposto^ gli conferi-
i li. Indi furono regolate le Appellazioni
sce una chiesa tilolnie in partlbus, e lo de'comprovinciali al Primate o alla Sede
f
rleputa in sufTiagnneo. Quanto a'coadiu- y4posloiica {f^ .), contro gli abusi, le vio-
no per diocesi di stati in cui siavi la no- metropolitani dovevano assistere tulli i
mina o presentazione sovrana, nondime- vescovi sulfraganei comprovinciali, e poi
no rpiesta si accenna con l'espressione ne- fu stabilito bastare 3. Alla morte del me-
cedente consensn, perchè è di assoluto di- tropolitano, i vescovi sulfraganei compro-
ritto della s. Sede l'accordare i coadiu- vinciali gli celebravano! Funerali [V.),
tori a'vescovi, e in seguito i titoli onori- e onoratamente accompagnavanoallaó'e-
fici inpartihus, che si accordano dal Pa- pollura {^'.).
concedono pure gli ausiliari. Le provviste fmno a Dio, pe'fedeli che ricorrono al-
de'vescovi in partihiis , sulliaganei, ausi- l'intercessioneeflìcacedel lorobenignopa •
liari, o coadiutori degli ordinari diocesa- trocinio. Chiamansi piccoli suliragi dei
ni, si detraggono dalla mensa di questi, santi le Orazioni, le Antifone, i ì'erset-
ed un tempo non erano minori d'annui ti ij!) che s'inseriscono nn' Divini uffìzi
scudi .^oo. Oli antichi CorcpiscopH^Ì .) per la Con{WJemor<7sro/7ede'medesimi san-
orano sacerdoti che esercitavano alcune ti. Sulfragide'vi vi ede'morti sono la Pie-
o la maggior parte delle funzioni vesco- ghiera (/^) che fjnno fedeli vivi o de- i
vili, dalla confermazione in fuor», ne'ca- funti, e le buone opere che loro si appli-
stelli e villaggi ove vescovi non poteva-
i cano: quando l'applicazione è fitta a no-
no andare: erano riguardati come vi- i me e dai ministri della Chiesa, chiaman-
cegerenti, o f icari [/.) de'vescovi, per si suffragi comuni, cownHf/nV7j ma se l'ap-
cui furono detti Vicaridc' vescovi, Coa- plicazioneè fatta da'semplici fedeli, esen-
diutori devescovi ^ f^escavi foranei. Al- zachesiain nomedella C/t/e^^ (/'.), chia-
cuni di loro furono decorati del caratte- mansi suffragi privati o particolari, pri'
questi nella loro provincia ecclesiastica, gine del Suffragio [t\\ cui riparlai nel voi.
già trovavasi stabilita nel 3.° secolo,' ed Ll,p. 328), la quale ha per peculiare sco-
il concilio di Nicea I del SaS regolò l'e- po di sulfragare viem maggiormente i fe-
stensione della giurisdizione de'melropo- deli lìlord (F.) colle preghiere, l'elemo-
Titani sui sulTiaganei, anche per contri- sine, i sagriflzi. Inoltre in diverse dioce-
buire o confermare l'elezione de'vescovi, si vi sono sodalizi con tale titolo e pio in-
nel castello di lai nome, appartenente al in tempo del p. Maltei avea il capitolo
monastero di Laon,o in Parigi secondo composto dell'arciprete, dell' arcidiaco-
altri. Essendo vice-cancelliere guarda- no, di 9 canonici e di altri beneficiati e
sigilli del regno di Francia e arcidiaco- chierici: di poco differisce l'odierno capi-
no di Bruges nella chiesa di Tournay, di tolo. Vi erano i domenicani, i conven-
cui neliSoo una parte del capitolo l'a- tuali, i cappuccini, i gesuiti e le mona-
vea senza effetto eletto vescovo, si trovò che di s. Chiara: tranne i gesuiti, gli altri
presente nel I 3o2 all'assemblea del clero reli"iosi esistono. Il can. Bima nella Se-
di Francia tenutasi in Parigi. Nel i 3o5 rie cronologica dt vescovi di Sardegna,
a'i5 dicembre Clemente V lo creò car- seguendo il p. ^lix\.\.é\, Sardinia sacra p.
dinale prete di s. Ciriaco alle Terme, e 125, Ecclesia Sulcilana, ne tratta nel-
nel 1 3o6 il re Filippo IV gli conferì una la cronologia de'vescovi ò' Iglesias (^.),
pensione di 1000 lire lornesi. Indi il Pa- perchè a questa sede fu unita quella di
pa deputò neli3o7 col cardinal Fre-
lo Sulci, protestando essere malagevole da-
doli a formare il processo a'templari. Nel re la precisa serie de'suoi pastori per man-
1 o col cardinal Brancacci s'interpose,
3 I canza di documenti, essendo dubbiosa la
d'ordine di Clemente Vecon ottimo suc- tradizione di far risalire 1' esistenza del
cesso, tra il re di Francia e l'arcivescovo vescovato di Sulci al i ."secolo della Chie-
di Lione, Ira'quali stava per iscoppiare sa. Ove risiederono i vescovi fra le città
peiicolosa guerra a motivo del dominio di Sulci, Palma, Cornu o altra che fu-
di quella città, e colla sua prudenza e sa- rono distrutte, non si può definire. Sem-
viezza indusse l'arcivescovo, il capitoloe bra verosimile al can. Bima, che dopo la
i cittadini di Lione a mantenere la sta- distruzione di dette popolazioni, abbiano
bilita pace, e a prestare al re il dovuto o- i vescovi fissata la loro sede nell'isola ap-
maggio, Nell'istesso anno il Papa l'inca- partenente a Sulci, chiamata S.Antioco,
ricò di ricevere gli scritti che si produce- e in essa si sono fatte scoperte di fabbri-
vano in favore e coiìlro la memoria il- che: esiste in gran parte delle (nuraghe
lustre di Bonifacio Vili, ed insieme col il castello denon)inato anche al presente
cardinal Brancacci lo spedì alla corte di Castro, ed uu gran tratto di tempio sa-
Parigi per la conclusione di gelosi e rile- gro, tuttora chiamato la chiesa di Selle
VOI , LXXI. ù
- 1
34 SUL SUL
porle. Se questa fosse la calledrale non Ecclesiensi ossia Iglesias, e così restò uni-
vi è documento, e neppure Irovasi a fi»- ta agli arcivescovi di Cagliari, finché Cle-
discepolo di Gesù Cristo abbia stabilito re che gli scrisse il Papa lo chiama uomo
per i.° vescovo di Sulci s. Melilo o Meli- prudente, discreto e nobile,non meno per
tene di Cagliari, cui successe s. Antioco, sangueche per virtù. Lo stesso feceio Ce-
poi AymOjindi Alberto; ma essendo dub- lestino III e Innocenzo III, conferman-
bi, i critici vi ripugnano,onde il 1 ."e ceilo dogli il diritto primaziale nella provincia
vescovo che si conosca è Vitale del 484 di Bordeaux, che visitò qual primate di
esilialo da Unnerico re de' vandali; il 2." Aquitania,e alla presenza dell'arcivesco-
Eutalio, ch'ebbe a successori nel 5 1 o Ei- vo di Bordeaux consagrò la calledrale di
legio, nel 53'j Frodonio, e quegli altri ri- Saintes solennemente. Morì in Bourges
portati dal p. Matleiedal can.Bima. Do- nel 1200, e rimase sepolto con brevissi-
po Simone Vargio del 1487. seguita la mo epitalfio nel monastero del suo ordi-
traslazione della sede di Sulci in Iglesias, ne, denominalo il Regioluogo, ov'era sta-
Leone X nel i5i 3 l'unì alla metropolita lo abbate.
Dadi Cagliari quando promosse il vesco- SULLY Simone, Cardinale. ^alo in
vo di SulciGio vanuiPilares a quella chie- Soliaco nelle Gallie, fu eletto co' voti con-
sa, colla ritenzione della sede Sulci tana- cordi di 70 canonici arcivescovo di Bour-
S L L SUL 35
ges, Onorio III gli CDofermò il diiillo di marmi, nonché di splendide suppellettili
primate (Iella provincia di Boi de;in\, es- e utensjli sagri, per mimificenza de' ve-
sendo legato della s. Sede in Francia a scovi e del capitolo. Questo si compone
Filippo 11 per esorlarlo a contribuire coi della dignità dell'arcidiacono, di i 3 ca-
Terra santa.
suoi sussiilii alla guerra di nonici comprese prebende del teologo
le
Nemico implacabile dfgli eretici, die una e del penitenziere, di mansionari e di al-
fiera sconfitta agli albigesi, e assistè in f r i preti e chierici pel servigio di vino. Nel-
Rlompensiei- nel 1226 alla morte di Lui- la cattedrale vi è il battisterio e la cura
gi Vili, che gli raccomandò di far coro- d'anime, e nella città altre 8 chiese par-
nare re il figlio s. Luigi IX, che lasciava rocchiali, non però munite del s.fonte,due
d'i I anni,come incontanente fu esegui- delle quali sono collegiate: l'episcopio è
to in Reims da Giacomo di Dasochi ve- alquanto distante dalla cattedrale, aven-
scovo di Soissons, qua) decano de'vescovi te anch'esso bisogno di ristorameolo. Vi
decanta la sua antichità e risalire la sua sunse il 2.° cognome dalla fimigtia n>a-
prima edificazione al III secolo, avendola terna: Lodovico Migliorati nipotedell'a-
Pio VII dichiarata basilica minore con pa,fu da questi fatto marchese dellail/ir-
grazie e privilegi, mediante il breve la ca. Si gloria ancora d'aveidatoi natali
<!iimmoopostola(us,de'2.5se\.[emhveiSiS, a Publio Nasone Ovidio, 43 anni avanti
Bull. Rom.cont. t.i5, p. 1 18, inconside- l'era nostra, pel suo talento uno de'pri-
razioiiedegl'illuslri pregi della città e del mari autori dell'antichità, e il più sven-
tempio ampliato e decorato di preziosi turato e fecondissimo tie'pueti chesi cu-
1
36 SUL S U L
iioscano, pel suo funesto esilio da Roma do il nome di Celestino F {7^.)A\\o\a pre-
ti'ordined'AugustoaTomi : in mezzo al- gò Roberto a tenergli cotnpagnia,e<jue-
l'indecenza e alla seduzione de'molli suoi sto degno discepolo, gli die una risposta
componimenti,mesce pensieri e sentimen- conforme alle istruzioni cheaveada lui
ti salutari e savi, anzi di sovente dà pre- ricevute: Non mi obbligate a gallarmi con
oetli gravi e onesti; i suoi apologisti vo- voi nelle spine; io sono il compagno del-
gliono notare, che le parti perniciose dei la vostra fuga, non del vostro esaltamen-
suoi poemi si devono riguardare piutto- to. Roberto ottenne d'essere in libertà di
sto come traviamenti d'una immagina- ritornare al suo ritiro. Recatosi il Papa
zione rotta a'piacerijchequal fruito d'un nella città d' A quila,si fece consagra re (an-
deliljerato sistema di morale. Inoltre fu che iS</f/f//V7ro»o,comedicono alcuni) dal
sulnioncse il rinomato poeta Marco Bar- cardinal Ugo Billomi vescovo d'Ostia (a
])ato. A poca distanza della città trovasi tal uopo fallo già da s. Celestino V con-
dezza d'animo fu dal Petrarca qualilicata che insorgevano nella vasta regione, la
affatto divina. Parli segretamente Pie- ridusse in due parti, cioè in Abruzzo Ci'
tro di Morrone da Napoli, perSulmona, tra o Citeriore, di cui è metropoli Chieti,
onde chiudersi presso il monte di Morro- di cjua dal fiume Pescara, ed iti Abruzzo
iie,nelsuo monastero di «.Spirito, ove spe- Ultra o Ulteriore II di là da detto fiume,
rava passare tranquillamente i suoi gior- di cui è capo Aquila, dicendosi II quan-
ni assorto nella preghiera. Ma visitato ivi do fu diviso col paese di Abruzzo Ulte-
d'ogni parte, poiché molti tenevano per riore I,di cui è capo Teramo. Inoltre l'A-
nulla l'elezione del successore Bonifacio bruzzo dalla natura fu diviso in parte al-
/^///, questi ad evitare uno scompiglio o ta e in parte bassa: l'alta essendo piti ri-
scisma nella Chiesa, e che fomentavano i gida e nevosa, comechè circondata d'al-
potenti suoi nemici, lo rilegò nella rocca lissi(ni monti, però con pascoli famosi; la
di Fumone, ove santamente spirò dicen- bassa generalmente ha il clima piti dol-
do: Ogni spìrito lodi il Signore. ce e tempeiato. La contea di Celano (co-
Sulmona, Sulnio, si pregia di remota me Sora, Arpino, l'Abruzzo, i Marsi, sog-
origine, ed Ovidio che ne'suoi versi eter- getta al dominio temporale della s. Sede,
nò il nome di questo luogo natale, ne at- come ripetei a Sovranità) essendo domi-
tribuisce la fondazione a Solimoo Solemo nata dal conte lUiggierone, questi si ri-
riparlai in molli luoghi, come a Pescina), ficato di Paolo V deli6o5, il redi Spa-
una sola provincia comprese, ed il suo giù- gna Filippo HI, a istanza di tal Papa di-
38 SUL SUL
chiaiò grande diSpagii.» econcesseil pnn- gnore a'28 aprile, e Sulmona che nella
cipato (li SulinoiKi al suo nipote d. IMar- cattedrale ne venera il corpo celebra la
c'Anlonio Borghese, figlio del liatello d. sua festa. Indi Gradesco Valvenseni re-
Gio. Battista castellano di Castels. Ange- xil ecclesia. Vadeperto o Valperto visse
lo: tuttora i principi Borghese poifano il nel pontificato d'Adriano I del 777.; poi
titolo di principi di Sulmona. Pe'lerre- Ha venno; quindi Arnolfo deir843 secon-
moti del 7o3 61776, Sulmona come A-
I do Baronio, ma in un monumento del-
quila restò diroccata, indi a poco a poco la chiesa di Valve si dice intruso, poiché
veschez, dice erette le due sedi vescovili Transono, Tcui successe Sua villo in tem-
nel secolo V, chiama Sulmona esente, e po di Papa s. Leone X del 049, che fu 1 1
che ad essa si unì Valve, ma le pone tra potente nell'opere e nel sermone, e se ne
le sudraganee della metr()[>oli di Chieti, fa menzione un documento della chie-
in
cioè come esistenti nella sua provincia sa di Valve. Nel io 54 s. Leone I\ colia
ecclesiastica, non essendo dipendenti da bolla £V.«i/tiief7J«r, pubblicata da Ughel-
quella metropolitana. Peli."Ughelli re- li, creò vescovo di Valve Domenico mo-
ria di Trenicbe, figlio d' Oderisio conte due designarono Oderisio per ve-
capitoli
de'Marsi, al quale Giovanni di Valve a- scovo di Valve, che Papa Alessandro III
bitante diSulmooa donò nel 1 078 de'be- riconobbe, einterveuneal suoconcilio di
ni al vescovato di s. Pelino: si dimise nel Laterano III: indi seguironoquelle dona-
1080, e s. Gregorio VII scrisse un'esor- zioni al vescovatodi s. Panfilio, che si leg-
tatoria a tutti gli abitanti del vescovato gono in Ughelli. Neh 200 Guglielmo fu
di Valve. Nel 1081 Giovanni Peccatore, confermato da Papa Innocenzo III, e coi
cbe restaurò la cattedrale di s. Pelino; nel canonici donò de'beni a Sante di Cucul-
I 102 altro Giovanni che sostenne una li- io, con l'annuo censo dita denari nella
te cogli abitanti di Popoli, a difesa de'di- festa dis. Panfilio e le decime. Anche que-
ritti di sua chiesa. Verso e avanti il i i o4 sto, co'seguenti documenti riportaUghel-
Valtero, al quale pel vescovato di s. Pe- li. Neh 206 i capitoli di s. Panfilio e di s.
fece l'mvenzione del corpo di s. Pelino, retta a' canonici di s. Pelino di Valve e
cis s.Pelini,sanclique Pamphili r.t\i (4o, se Oddone o Ottone suo suddiacono e cap-
fu riconosciuto da detto Papa; a suo tem- pellano, e siccome canonici di Sulmona
i
con alto presso Ughelli. Di più neh 160 nio colla lettera Sua nol>i'>. Indi il vesco-
01 167 Pernaldo del contado di Valve do- vo Oddone cou diploma assolse dalla sco-
nò al vescovato di s. Panfilio la chiesa di munica Burello milite d'Aversa, per es
s. Andrea, facendo il simile Gervasio e sersi approprialo quanto appa itene va A
4o SUL SUL
la chiesa di Sulmona, previa restituzio- beneventano (e nel settembre lo creò car-
ne. Nel 1208 Gregorio vescovo di Chitti dinale), come chiama Sarnelli,e cardi-
lo
sa Nova della diocesi di Penne. Dopo il al I 299 non si trovano titolari. Bensì Sar-
vescovo Giacomo vacò la sede nel i 25o, nelli corresse quelli che prelesero il car-
cessi con pubblico scandalo, a mezzo di scovo Federico Raimondo ile Ledo no-
due speciali procuratori, due ea[)itoli di i bile di Chicli, e fieli 3o5 per sua morie
s. Panfilio e di s. Pelino ricorsero alla s. Clemente V dichiarò vescovo di Sulmo-
Sede, dalla quale impetrarono la confer- na e Valve Bernardo di Bojano, che non
ma apostolica della stipulata imione sud- trovasi ne'registri Vaticani, e soltanto nel
detta. Neil 276 Innocenzo V diresse al ca- I307 Landolfo già preposto elelloda Cle-
pitolo di Sidn)ona la lettera Sua nobis, mente V. Neli3i9 Andrea Capograsso
per esercitare I' antica cognizione delle salernitano; neli33o vi fu traslato dalla
cause: Ughelli l'avea riportala ali28G, e chiesa Calinenseo Carinola fr. Pietro dei
Lucenzi lo corresse. Nel 279 fu vescovo 1 minori, il quale neh 33 1 co'27 canonici
fr. Egidio di Liegi francescano, che nel del capitolo di s. Panfilio stabilì leggi fuo
j 290 rinunziò, onde Nicolò IV commi- Z/OMO della chiesa di Sulmona, Neh 333
se l'amministrazionedel vescovato aGu- pure da Carinola vi fu trasferito Nicola
glielmo abbate benedettino Miniaccnse che nel 338 sottomise a disposizione del
i
nella diocesi di Monreale, e governò 5 an- capitolo di Sulmona l'altare della B. Ver-
ni. Nel 1294 s. Celestino V fece \escovo gine, ciijus vocabulo ecclesia s. Paniphi'
il suo discepolo fr. Pietro deli'/i/ywj/t/ {f.) li a principio cxlclU decorala, Neil 343
^
SUL SUL 4f
Francesco de Sangro napolelano canoni- niano napoletano e già vescovo di Con-
co Sulmona, dal capilolodi Sulmona
di versano, che mirabilmente ornò la cat-
e di Valve in parte diviso, postulalo a tedrale di Sulmona e donò di vari uten-
Clemente VI e da questi confermato, C(M1- sili sagri. 463 Pio 11 creò fr. Bario-
Neil
tro Andrea Capogalti eletto da altra par- lomeo de Scali sulmonese e domenicano,
te; per sua moi te il l'apa nel 348 gli so- i successo da' concittadini Giovanni Ga-
stituìil preposto Landolfo, e siccome po- liardi nel 491, Giovanni Acuti nel 1499.
1
co visse, neli349 f''- Francesco de Sila- Per sua morte Giulio II fece ammini-
ni minorità, il quale essendosi appropria- stratore il cardinale Farnese poi Paolo
to gli spogli del predecessore senza l'au- III [t^-), ma presto rinunziò, perchè fu
torizzazione della s. Sede, fu assoluto dal- eletto a'3 marzoi5i2Ìl vescovo Prospe-
la scomunica incorsa dall'abbate di s. Se- ro de Piustici romano; però avverte Lu-
bastiano commissario apostolico. Indi col cenzicheoeli5i2 eneli5i3 trovasi sot-
capitolo di Sulmona slabiPi leggi pel go- toscritto al concilio di Laterano V, AL-
veruodi questa chiesa, e col di[)lomaóuflt bcrlus P'ah'ensis Episcopus. Ad esso in-
nobis fu assolto da Clemente VI per a- tervenne pure il vescovo Gio. Battista Ca-
Ter alienalo molendini. Nel j 36o il vesco- dichi aquilano del i5i4- Nel 1 5 19 ammi-
vo decretò un nuovo sigillo, con l'iscri- nistratore il cardinal Andrea della Valle
zione di s. Maria, s. Panfilio e s. Pelino; (/'.); nel 1529 Bernardino Cavalieri no-
nel 1 364 cede parte della mensa al capi- bile romano e canonico Valicano, vesco-
tolo di Sulmona, e dal vescovo dell'Aqui- vo di Valve e Sulmona, lodato per peri-
la ricuperòdiverse giuri sdizioni. Nel 1 365 zia e bontà d'animo. Per regresso aliti
ftlartinode Martini di Sulmona; Paolo sua morte nel 532 riprese l'aiuminislra-
I
fu vescovo di Val vesollo UrbanoVI; Bar- zione il cardinal Falle, ma a'4 noveru-^
tolomeo deGasparedi Sulmona del 384- i bre la cede al vescovo Bernardino Fu-
Bartolomeo de Tocco nobile diCliieti del marelli di s. Germano, già d'Alife. Nel
i4o2, sagace ed egregio dottore, al cui 1 547 Pompeo Zambeccari nobile bolo-
tempo il sulmonese Innocenzo VI col di- gnese,commendatoredi s. Spirito diRoma
ploma Ecclesiain Sulinoncnseni aposlo- e abbate commendatario della chiesa di s-
licae Stdis filiam speciale, donò la sua Spirito dell'Aquila, spedito d.iPio IV nun-
mitra pontificale per uso perpetuo della zio in Polonia, fu al concilio di Trento,
chiesa di s. Panfilio. Nel 1420 Lotto de e magnificamente restaurò l'episcopio di
Sardi pisano, traslato a Spoleti nel 14^7, Sulmona. Nel 57 fr. Vincenzo Donzelli
1 i
signani.Con esso terminando la serie dei recò molti beni, magli fu presto tolta dal-
vescovi di Sulmona e Valve nvWItalia la morte. Questa circostanza lo disgustò
sacra, la compirò colle Notizie di Ro- del mondo, e perciò risolvette di voltare
ma, nelle quali l'Odierna ed il succes- ad esso le spalle. Vuoisi che i discorsi e
sore sono riportati al titolo Sul/nona e gli esempi di sua matrigna Bassu la, colla
/ alve uniti,\ successori in quello ù\l'al- quale viveva nella più stretta concordia,
ve e Sulmona «/lù/, dicendosi a Sulmo- contribuissero non poco a ralfermarlo in
na,\&à\Falve. Nel 7 38 fu traslato da Ve-
i questa risoluzione, ch'egli esegui verso
nosa I^ielro Antonio Corsignani di Ce- l'anno 392, probabilmente in età di 32
lano, precisamente 1' encomiato autore anni. Quindi impiegò tutte
le sue entrate
della da lui già pubblicata /?eggjrt /I/iir- in elemosine ed altre opere pie, dimo-
sicaiia. Nel 1732 Carlo de Ciocchis del- doché piuttosto che proprietario de'suoi
l'ai cidiocesi di Manfredonia; nel 1762 beni, era il depositario e l'economo del-
Filippo Paini di Chieti : vacò la sede dei la chiesa e de' poveri. Non curando le
consagrarono al divino servigio. Tutti si stanze della vita dis. Martino, e sopra i
coricavano sulla paglia o sopra cilizi ste- suoinìiracoli;e molte Lellere. La sua sto-
si per terra; non mangiavano che pane ria sagra può dirsi il libro da lui meglio
bigio,legumi ed erbe bollite, che condi- fatto, esembra aver superato se stesso nei
vano solo con un po'd'aceto. Verso il 394 suoi dialoghi. Sottoil suo nome furono
Sulpizio recossi a visitare s. Martino di ancora stampate altre opere, che ripu-
Tours, e ne divenne uno de'piìi grandi gnano i critici.
nanze di quella città. ÌN'on si conosce pre- settimo anno del suo episcopato. Fu se-
cisamente l'anno di sua morte, che av- polto nella chiesa di S.Girolamo di Bour-
venne nel principio del V secolo, e secon- ges,dondeilsuocorpofu in appresso tras-
do Baronio nel 432. S. Paolino di Nola, portato in quella dt s. Ursino,i.° vesco-
Paolino di Perigueux, Venanzio Fortu- vo di quella città. Ilnome è
suo inserito
nato e molti altri fanno grandi elogi di nel martirologio romano ai 29 di gen-
s. Sulpizio Severo; e Gennadio dice ch'e- naio, ed in tal giorno la diocesi di Bour-
gli era sopra tutto commendevole per la ges ne celebra la festa.
sua umilia e per l'amore straordinario SULPIZIO soprannominalo il
II (s.),
che avea alla povertà: questo autore rac- Pio o Bonario, vescovo di Dourges. Di-
il
conta che in sua vecchiezza Sulpizio si scendente da una delle primarie famiglie
lasciò sorprendere dagli artifizi de'pela- del Berry, venne con molta cura educa-
giani; mache riconobbe il suo errore, e to nelle scienze e nella pietà. Appena tii
cura neir istruire i poveri, verso i quali d' averlo presso di se per istruirlo nelle
nutriva la più tenera carità. La beata sua virtù ecclesiastiche, il che non segui per
iTiorle avvenne nel G44- Credesi ch'egli la beata morte del prelato. Proseguendo
fondasse a Bourges, sotto l'invocazione gli studi si rese famigliare il greco idio-
della ss. monastero che prese
Vergine, il ma, e gli servi di grande aiuto per lo stu-
dipoi il suo nome,della congregazione di dio della s. Scrittura e de'ss. Padri. Men-
s. Mauro. Una parte delle sue reliquie tre nella Sorbona
avanzava nella co-
si
conservasi in questa chiesa, e la parroc- gtiizione delle scienze, Dio gl'ispirò di con-
chiale di s. Sulpizio a Parigi possiede uu dursi in Pioma a studiar 1' ebraico, ove
osso del suo braccio. La di lui festa si ce- malatosi negli occhi gravemente, fece vo-
lo per guarire di recarsi a piedi al san-
lebra a' I
7 gennaio.
SULL'1ZIC)(di s.) Ebrardo, Cardina- luariodella C.Verginedi Loreto. Per tale
le. V Ebrardo.
. strapazzo fu colpito da violente febbri, ma
SULl'lZIO (Seminario di s. ). Con- giunto a Loreto di esse e degli occhi si
gregazione e società di sacerdoti secola- trovò perfettamente risanalo. Tornato a
ri, che ha per principale oggetto l'istru- Roma, la morte del padre l'obbligò re-
zione e l'educazione dtì'giovani ecclesiasti- stituirsi in Parigi, ove in s. Lazzaro nel-
ci nt'ser/iinari, per formarli alla virtù e la casa de' preti della missione si prepa-
alle scienze, pel inanleni(neuto e propa- rò a riceveie il suddiaconato, e fu dal fon-
gazione della fede cattolica, singolarmen- datore s. Vincenzo de Paoli aggregato al-
te nelle missioni straniere. La casa o se- la compagnia degli ecclesiastici, diesi ra-
minario principale è in Parigi, edi sacer- dunavano ogni martedì in s. Lazzaro. Con-
doti componenti la congregazione sono li- cepì fin d'allora un sì gran desiderio d'i-
beri nel loro stato, ne fanno alcun voto. struire i poveri contadini , che stette in
sua vita, ove dovea finire i suoi giorni, e guì con ardore, non solo con aiutare gli
che la parrocchia di s. Sulpizio, in van- operai della missione, ma facendo con es-
maggiori fatiche, fosse il luogodi sua pri- va per le vie di Parigi per istruire i po-
ma educazione. Fu osservato nell'uifau- veri, che domandavangli limosina, e dis-
'/ia che per fermare il piantolacile ue'fm- porli alla confessione generale portando-
ciulli, bastava portarli nella parrocchia,o- li nella sua casa. Intanto conseguì il ca-
ve subitosi rasserenavano. 1 genitori l'ini- nonicato di Urioude, e l'abbazia di Pe-
ziarono allo stato ecclesiastico, ma osser- brac. Appena innalzato al sacerdozio, si
bolai bi, puichc Dio, di cui uvea iuipluruto Auverguc alla sua abbazia di Pcbrac, per
SUL SUL 45
far le missioni in quelle monlngne. Dopo suo desiderio a molli ecclesiastici d'un me*
immense fatiche, dalla persecuzione di rito distinto ch'erano da lui diretti, tra •
quelli che si opponevano alia riforma di quali era vi l'Olierjed essi tutti approvan-
sua abbazia fu costretto di ritirarsi a Pa- done il disegno si unirono insieme per for-
rigi; licenziando tulli i domestici, dimise mare un seminario, che fece poi grandis-
la carrozza e restò con un servo. Intanto simi progressi, e divenne una scuola di
un vescovo Io stimolò ad assumere il suo virtù sotto la condotta dell'Oiier, il qua-
vescovato, e v'interpose l'enicacia di s. Vin- le essendo stalo da Dio destinato a que-
cenzo de Paoli,clie tanto poteva sul di lui st'impresa, fu da lui sperimentalo, con te-
spirilo; ma avendoeglideterminatodi an- nerlo due anni avanti questo stabilimen-
dare nel Canada a predicarvi la fede, pre- to in uno stato di sofferenza e d'abbiezio-
cogliere dalla missione. Non essendosi po- essere il capo degli altri comparisse in que-
tuto effettuar il viaggio, tornò con molli sto tempo il ridulo degli uomini. Essen-
ecclesiastici in Auvergne, e peri 8 mesi fe- dosi quindi uniti questi santi ecclesiastici
cero le missioni per tutta la provincia e con intenzione di formare un seminario,
nel Velay, ad onta di essere allraversa- quando la divina provvidenza ne fornis-
tone'suoi disegni dagli usurpatori de'be- se la favorevole occasione, si occuparono
ni di sua abbazia. Scorse pure cantoni ì intanto in far molle missioni, finché fer-
delle diocesi diClermont,di s. Flour e di matisi in Charlres designarono di stabi-
Puy, il di cui clero e popolo divennero il lirne uno; ma passali 8 mesi senza suc-
buon odore di Gesù Cristo, traiti dal suo cosso,ripigliarono il corso delle missioni;
mirabile esempio, per cui un capitolo lo indi incoraggiti a riprendeie l'intralascia-
domandò al re per vescovo; e i suoi per- ta impresa, non senza titubanza passaro-
secutori ravvedutisi, colle loro famiglie si no a dimoiare in Vaugirard presso Pa-
recarono a riceverne la benedizione. Do- rigi, ad istanza d'un buon sacerdote. Nel
po questa missione si sentì slimolalo da 1641 ritiratosi l' Olier a fir gli esercizi
un movimento della grazia a trasferirsi spi rituali, si sentì tal mente ani ma lo al l'im-
in Bretagna, ove riformò un monastero presa, che non dubitando essere da Dio
di religiose. Tornato a'suoi ordinari ufli- voluta, indusse molli ecclesiaslici ad u-
zi eallemissioni, il cardinal Kichelieu gli nirsi a lui per intraprenderla; in un 2.
scrisse aierlo il XIII nominalo
re Luigi ritiro Iddio lo confermò nella risoluzio-
coadiutore al vescovo diChàlons sur Mar- ne, e lo riempì dellospiritocbe dovea in-
ne. Con meraviglia e sorpresa di tulli sup- fondere comunità da lui finalmente
alla
plicò d'essere dispensalo, ignorando che stabilita a\augirard, ove a quest'effetto
Dio lo avea destinalo islitulore di molte sul cominciar del 1642 pre-^e una casa a
comunità o seminari ecclesiaslici, che do- pigione. Sparse Iddio ben tosto tali bene-
veano riuscire l'ornamento e il buon e- dizioni su quesl'inipiesa,che quantunque
sempiodi molle diocesi. Il p. Pietro diCoii- il pio islitulore fosse albergalo co'suoi ec-
dren, allora generale della congregazio- clesiastici in una delle più anguste e po-
ne deli'oralorioe poi arcivescovo di Sciis, vere case del villaggio, un tempo signo-
non menozelantedel bene luiiversaledtl- ria dell'abbazia di s. Germano de'Prati
la Chiesa, che dell'incremento e vantag- e a'uoslri giorni dichiarata città, e che le
gio di sua compagnia, bramando da lun- spese fatte per le missioni e per loslabi-
go tempo di veder loslabilimenlo di qual- limenlo del seminario che si voleva for-
che seminario, nel quale si disponessero mare in Charlres lo avessero ridotto a vi-
i giovani chierici agli ordini sagri calle vere con quel solo, che a lui somministra-
fuuzioui ecclesiastiche, comunicò questo va pel suo manlcnimcnto una persona
46 S L' B SUB
pia, nondimeno fin da'primi mesi molle porzionati all'ardua risoluzione, e in falli
persone ingguardevoli si slimarono felici a lui unirono egregi preti, olirei con-
si
d'essere ricevuti nella santa compagnia, dotti dal seminario di Vaugirard, e coi
per apprendere l'esercizio delie virtù e quali visse esemplarmente io profonda u-
delle funzioni ecclesiasliclie sotlo la con- miltà: gl'impiego secondo la loro vocazio-
dona de! sacerdote Olier. Aveano appe- ne, assegnando agli uni la cura del mini-
na dimorato 4 mesi in Vaugirard, che la stero esterno della parrocchia, incarican-
divina provvidenza li trasseda quel luogo do gli altri d'istruire i giovani ecclesiasti-
per stabilirli a Parigi:scelse ella per questo ci negli uffizi e nelle cognizioni del loro
un mezzOjclieaprìairOIier un largo cam- stalo. Ai primi raccomandò vivamente di
po per esercitare la sua carità nella me- nulla esigere nell'amministrazione del ss.
tropoli della Francia. Era in quell'epoca Viatico, e di ricusare qualunque presen-
curalo di s. Sulpizio il sacerdote Fiesque te pel sagramento della penitenza. Volle
o Freschi, estremamente afflitto pe'disor- che tulle le oblazioni offerte da'fedeli per
dilli che regnavano nella sua parrocchia, gli altri servigi, fossero messe in comune,
malgrado tutte le sue sollecitudini, e in- e che ciascuno si contentasse secondo il
di loro per elfettuare il suo proponimen- to ebbe eccellenti sacerdoti che si affati-
to; e presa l'occasione d'una processione carono nella vasta parrocchia per la sa-
che fncevasi da s. Sulpizio a Vaugirard, per lute delle anime. Aumentata io breve la
domandar ad alcuno della compagnia se comunità di molli operai evangelici si ,
vi fosse chi volesse addossarsi la sua cu- accinse l'Olier alla riforma de'parrocchia-
ra, e per mutare qualche benefizio sem- ni,cominciando prima dalla conversione
plice col suo. La proposizione non fu ac- degli eretici, ch'erano ivi ingrandissimo
colla, ma persistendo il curato nella li- numero. Intraprese in pari tempo l'istru-
soluzione, fece tante istanze,che molte per- zione de'caltolici con frequenti prediche
sone pie rappresentarono a Olier, nomlo- eco'catechismi; ristabilì la maestà de'di-
ver trascurareun'occasioneche l'iiitrodu- viui uffizi e il cullo del ss. Sagramento,
ceva in nn luogo di abbondante messe; che v' erano slati alquanto trascurali. I
laonde accettò la cura e ne prese possesso duelli erano così frequenti nella parroc-
nell'agosto 1 642.11 sobborgo s. Germano, chia, che si contavano sino a 17 persone
ov'è situata la parrocchia di s. Sulpizio, per settimana morte in tanto detestabile
ima delle maggiori e piìi ragguardevoli di combattimento. A rimediare ed elimina-
Parigi, serviva allora di ritiro a tutti i li- re questo deplorabile disordine, persua-
bertini e a tutti coloro che menavano vi- se molli signori di far insieme solenne
ta licenziosa; quindi per opporsi alla pie- protesta di non accettare alcun cartello di
na di questi mali, e ricondurre le pecore disfida e dinon assistere alcun duellante,
smarrite all'ovile di Gesù Cristo, il nuo- ilche fedelmente osservandosi, il loro e-
vo fervoroso pastore determinò impiegar- senipio fu seguito da gran numero di per-
vi piuttosto i buoni esempi e la dolcez- sone, prima ancora che l'autorità del re
za, che i rimproveri e gli atti violenti. A arrestasse il corso a questo pessimo uso,
tal eiTetto risolse di menar vita più che stato sino allora sì funeslii mente comu-
niìu santa e ne fece voto nella metropoli- ne. Aboh ancora molli sregolamenti su-
l;ina,supplicaudoDioa dargliopcrai prò- perstiziosi ch'eransi propagali in certe a-
SUL SUL 47
<lunanze d'artisti, estiibiPi molli sodalizi bolenti equelli che si trovavano colpiti nei
pose poi la I
.'
pietrn nel 1 646, e fabbricò sbiterale. Gli amici d'Olier l'obbligarono
presso la medesima il suo seminario. Men- a rifugiarsi nel palazzo d'Orleans, e per
tre rOlier cos'i occupa vasi per la sua par- autorità del parlamento fu subito rista-
rocchia e pel suo principale proponimen- bilito nella cura; ma nello stesso giorno
non lasciava
to, di vegliar la condotta di i tornarono al presbiterio, e sfor-
scellerati
sua comunità e d' affaticarsi ad ottenere zandone la porla, furono arrestati da al-
lettere patenti dalla regina reggente per cune compagnie di guardie spedile dalla
lii legale erezione del suo seminario. Do- regina. Cessala la persecuzione, die opera
po superate alcune opposizioni, e conse- a ripristinar l'ordine nella parrocchia; e
guito colle lettere patenti il consenso del- le guerre civili succedute in Francia nel
l'ai ci vescovo di Parigi,al tri dicono deli ab- i649ei652,nellaminoiitàdiLuigi XIV,
bate di s. Germano de'Prati esente, fu fi- gli dierono campo d'esercitar la sua ca-
nalmentestabilita nella via deCoiombier, lila non meno co'suoi parrocchiani, che
a'23 ottobre 645, l'associazione del
1 se- verso i contadini che si rifugiarono nel
minario in comunità ecclesiastica, in cui sobborgo s. Germano, manlenendo la sua
si riceverebbero allievi piovenieoti dalle parrocchia ne'sentimenli d'ubbidienza e
diverse parti del regno. Compito l'edifi- di fedeltà alsovmno. Accorse al manteni-
tio del seminario, l'ab, Olier l'intitolò a mento d un gran numero di religiose d'or-
Maria Madre di Dio, e per rispetto alla dini diversi, quali faceva vivere in comu-
s. Sede desiderò che il nunzio del Papa nità, per impedire che il commercio del
InnocenzoXpel ."celebrasse la messa nel- 1 mondo facesse loro perdere lo spirilo del-
la cappella. jVel 65i l'assemblea del clero 1 la vocazione, e si prese altresì cura di mol-
approvò regolamenti della compagnia,
i ti inglesi e irlandesi, ch'eransi rifugiati in
e accettò diversi membri di lei pei ser- Francia per restare fedeli al cattolicismo
vizio delle diocesi; qnal segno di quest'aie- ed evitare la persecuzione de'fjnatici e-
cettazione die loro il nome di Preti del relici. Istituì diverse associazinni di cari-
riero di Francia. ìSon lardò molto a lieu)- tà a soUievode'poveri edegl'infermi, scuo-
pirsi di numerosi pii ecclesiastici, che il le pe'fanciullijCase pegli orfani d'ogni spe-
superiore formava oltimi missionari, e in- cie, tanto per l'istruzione degl'ignoraDli,
sieme disponendo a ricevere degnamen- che per sollievo degl'infelici. L'ab. Olier
te gli ordini sagri quelli che ne abbiso- a'3 agosto 1664 ebbe la consolazione di
gnavano. Frattanto volendo Dio speri- vedere suo seminario di
l'istituzione del
mentar la costanza del suo servo, permi- s. Sulpizio approvata e confermala con
se che l'antico curalo Fiesque, provoca- ledere patenti del cardinal Chigi legalo
to da alcune persone ma linleuziona le,ten- a laiere dei suo zio Alessandro VII. As-
tasse rientrar nella cura, pretendendo che salitoda grave infermità nel 652 e mu- 1
il benefizio ricevuto in cambio fosse in- nito de'ss. Sagramenti, rinunziò la cura
feiiore al promesso. Non mancarono tur- all'abbate di s. Germano de'Prati, da cui
48 SUL SUL
tlippndeVa come titolare d'una cura fuo- di Dio una grande reputazione di capa-
ri tlflln giiiristlizione(lell'or(linaiio;il qua- cità e di virtù. Bossnet in una delle sue
le ;il)l)ale la conferì al sacerdote Le R.a- opere lo chiama virnm praeslanlissiinnni
gois lìretonvilliers che ne prese possesso ne fanctilatls odore florcntein; e Tasseui-
nel giugno-Nell'agostorOlier potè recar- blea del clero di Francia del 1 tSo, in uni
si alla campagna per ove ope-
ristabilirsi, lettera a Papa Clemente XII, lo dice e-
rò nioltecose a gloria di Dio, e continuan- xiniiutn sarerdolaìi, insigne cleri nostri
do a governare il seminario di s. Sulpi- derus etornamtntuin. Fenelon professan-
zio. Oltre i seminari da lui stabiliti in Pa- do glande stima per la corporazione isti-
rigi, Mandese Viviers, ne fondò altro in tuita dall'ab. Olier, lasciò scritto: Nonav-
Puy nel Velay a istanza del vescovo e del vì istituto con apostolico e eoa venerabi-
capitolo, e procurò iu)a generale missio- lequanto quello clis. Sulpizio. Si può ve-
ne in Vivarets, ristabilendo in Privas e dere Picot, Essai hislor. sur linflnence
in uìolli luoghi l'esercizio della religione de la religion enFrance pendant le Xf' Il
cattolica da molti anni sbandilo, e da 3o SH'cle. L'ab. Olier meritava questi elogi
dalla detta città. Tornato aParigi, con in- pel suo niirabile disinteresse, per la sua
stancabile attenzione procurò perfeziona re edificante umiltà, e per l'esemplare e pia
le anime da JJio a lui afTidalc, finché nel pratica di tulle le virtìi del suo stato. I
i653 colpito d'apoplesia e divenuto pa- suoi scritti sono: 1° Trattalo dt's<!. Ordini^
ralitico nella metà del corpo, fu costret- Parigi 1676,' e furislampato. 2.° //i/zW/z-
to a desistere dall'operare; ma nel 16^4 zione. alla vita e alle virlii cristiane, l*a-
essendosi alrpianto sollevato da'suoi mali, rigi iGHq. 3.° Catechismo cri.itiano perla
tornò a impiegar- al servizio della Chiesa vita interna, LovanioiG86, Parigi i(3i-)?.,
ni per propagar la religione e la civiltà blicata a Versailles una /'ila d' Olier de\-
Ira' selvaggi. Così i sulpiziani anche dal- l'ab. Nagot di s. Sulpizio, il quale in essa
l' America, come in Europa, trassero u- insiste assai sulle vii lìi del pio fondatore.
bertosi frutti dallo .spirilo apostolico che Abbiamo pure del p. Ilei voi. Storia degli
gl'informa. Finalmente alTranto dalle fi- ordini nionasliei f. 8, cap. 18: Dc'scmi-
liche, do[)oa ver prestati Gio. Giacomo O- nari di s. Sulpizio fondali dal signor O-
lier rilevanti servizi allaChiesa,Oìorìsan- lier, curalo di s. Sulpizio a Parigi, con
lameiile, com'era vissuto,a'2 aprile iGjy, la vita di questo fondatore. Fie de M. O-
di quasi 49 anni, nel seminario di s. Sul- licr Jondateiir du seininaire de s. Sulpi-
pizio, e fu tumulalo nella chiesa. Le sue ce,iiccoiììpagnce de noiices sur un gran-
fatiche e austeiità gli aveano procaccialo de nombre de personnages conleinpo-
molte infermità, e nell'ultima fa visitato rains, Parisi84i. All'ab. Olier successe
da S.Vincenzo di Paoli, col quale era mol- eziandio nella direzione del seminario il
a soqquadro il termine del secolo passa- celebri superiori generali successori del
lo, simili comunitàdisacerdoti nelle gran- fondatore. L'ab. Emery fabbricò la nuo-
di parrocchie di Parigi. I sacerdoti del se- va e attuale chiesa di s. Sulpizio, e lo lo-
minario composero ^compagnia o Con- dai nella biografia di Piof II , perchè
gregazione del seminario di s. Sulpizio. Pa-
nella prigionia in cui era tenuto quel
il p.Helyot, che ogni anno in un
Iliferisce pa, procurò illuminare l'imperatore, da
determinato giorno, dopo la messa che cui per la sua saviezza e dottrina era sli-
viene ordinariamente celebrata nel semi- matOjdopo la sua pubblicazione ùk& Nuo-
nario di Parigi da un arcivescovo o vesco- vi opuscoli dell' ab. F/e«rjjCÌoè sulle con-
vo, tutti i ministri accostandosi per or- troversie colla s. Sede e sul suo princi-
dine all'altare e piegandole ginocchia a- pato temporale, che Napoleone I preten-
vanli al vescovo, rinnovano le promesse deva fondato da Carlo Magno (cosa pro-
fatte a Dio di prenderlo per loro eredità priamente fece questo magnanimo prin-
entrando nel chiericato, e pronunziando cipe benemerito della Chiesa, lo dichiarai
le parole Dominus pars haereditatis
: con discussione a Sovranità DE''R0M.ì><t
ììieae, et calicis mei, tu es qui reslitues Po.-vTEFici E DELLA s. Sede); e mentre du-
hatreditateni ineani milv. Dice pure il p. ravano le sue conferenzecol stiperiorege-
Helyotjche dopo la morte dell'ab. Olier nerale de'sulpiziani, venuti all'udienza di
si fondarono ancora degli altri semina- Napoleone I i redi Baviera, di Wiirtem-
ri in Lione, Bourges, Avignone, e in al- berg e d'Olanda, ed annunziati ad alta
tre città ragguardevoli, e persino nel Ca- voce con molte ceremooie, l'imperatore
nada. A suo tempo ve n'erano circa o, o i asciuttamente lispose: Aspettino! E bea
19., chedipendevanodalsuperioredi quel- naturale ch'egli credesse aver diritto di
lo di s. Sulpizio di Parigi, ch'è come ge- far aspettarenell'anlicamerade're ch'egli
nerale di tutti questi seminari. Nel Dizio- stesso avea creati, come osservò l'Artaud
nario degliordini religiosi, stampato do- nella Storia di Pio FJf, t. 2, riferendo
po la metà del secolo passato in Francia, nel cap. 61 le conferenze tra Napoleone I
e disse con dolce e pia semplicità: Ecco le sedi a cui furono elevati, inoltre ne'io-
una persona, che molto ha amato laChie- ro luoghi rimarcando ove sono seminari
sa. Lo stesso Arlaud, nella Storia di Pio ealtri stabi lime nti sulpiziani. Allorcliè la
FUI, I. 2,cap. 27, racconta che nel 1 83o, Nuova Orleans dalla Spagna fu ceduta a-
dopo la rivoluzione di Parigi, in Roma gli Stati Uniti, mg.' Carroll fu incaricalo
servigi che presta alla religione, colla in- tenuto alcuni preti della missione per lu
tera approvazione di lutto 1' e[)iscopato fondazione del suo seminario, trascorse
francese. La congregazione de' sulpiziani l'Italia, la Francia e il Belgio, ricevè vi-
lia missioni iti America, cioè nel Cana- stosi soccorsi d'ogni maniera per le sue
da, seminario, collegio, parrocchia, n)is- mis>ioni,e ritornò alla diocesi con un drap-
sione di selvaggi: negli Stati Uniti due se- pello di pili che 5o operai apostolici, coi
minari, un collegio e la missione. Essen- quali potè tornire a'bisogni urgenti di quei
do in incremento, i loro stabilimenti si vastissimi paesi alla sua pastoral cura com-
saranno aumentati. Nella Memoria della messi, e preparare la via all'erezione d'al-
chiesa callolica ne^li Slati Uniti, com- tre diocesi, che presto si formarono nelle
pilata da un membro della società Leo- varie porzioni slaccate dalla Nuova Or-
poldina di Vienna^ altra ausiliaria della leans.
fr. Giovanni 2. "domenicano del 398, tra- 1 l.i principale autorità in una cooiunilà,
sferito a Naxivan. Seguono Nicola eletto che soprasta, contrario d'inferiore, l'op-
per traslazione da Ferrara neli4oi; fr. posto di subalterno, ed è anche nggiini-
Guglielmo 2.° Celets del i4o4; h"- Gio- to di tulli gli ulliziali dal cripilano sino
vanni 3." domenicano del i.i.23; fr. Gio- al generale, che si denominano ullìzi ili
mente il \ni:d\)o\o A\ supcriore generale, dottori. L'avv. Martinetti nel suo codi-
sunnuus usano seguenti e
niogisler, V i ce de' doveri di tutti, o La Diceologia,
qualche Girolamini abbate e su-
altro. I nel t. 2,cap.i4: Doveri de'superiori ver'
periore generale. 1 Filippini ocougìe^a- so gl'inferiori, traila eruditamente il va-
y.ione dell'Orrt/o/v'o, non avendo il supe- sto argomento. Nelle debite proporzioni,
riore generale, in ogni casa e comunità quanto si é detto sui doveri e altre no-
hanno il superiore speciale di ciascuna. zioni del superioie, riguarda pure la Su-
1 sacerdoti della Missione hanno il su- periora (f.), Antistia, chiamala anco-
periore generale, così i fratelli dellciScv/o- ra Abbadesia, Priora e simili vocaboli,
de'mo-
le crisliane.S\non\(n'ì di superiori di cui altresì ragionai ne'rispeltivi arti-
iiasleri, conventi, riliri, sono Abbate, : coli. Alcune congregazioni religiose han-
jPriore, Guardiano, Rettore, Ministro co- no per capa \,\ superiora generale, come
me i Trinitari,e quegli altri notati a'Ioro quelle delle Sorelle o Figlie delta Cari-
luoghi, a Religioso, a MoNAco.ec. Quasi tà (F.). La congregazione delle Oblaie
tutti i superiori de' monasteri antichi e- di S.Francesca romana {F.), ha per su-
lano perpetui; ma siano essi perpetui o periora la Presidente con estesi poteri.
triennali, non avvi alcuna dilleienza fra Le religiose non ponno essere governa-
(ti loro quanto alla dignità e autorità, ed te se non che da uomini quanto allo spi-
i triennali non sono amovibili prima del rituale, e per tutte le funzioni che so-
tempo. Anche circa alla durata e prero- do interdette alle donne; ma per ciò che
gative de'superiori delle case religiose o riguarda la disciplina interna del chio-
comunità di preti secolari, ne tratto ai stro, la superiora vi esercita un autorità
loro articoli. Un superiore saggio e ze- simile presso a poco a quella che viene
lante deve fare nel suo monastero o con- generalmente accordata a' superiori dei
vento o comunità, ciò che Gesù Cristo religiosi. Quanto al temporale delle re-
vi farebbe se vi fosse egli medesimo, ren- ligiose, canoni esortano vescovi, ed an-
i i
dendo per così dire visibile quel Pastore co impongono loro di sorvegliare a lui-
de'paslori invisibile, per la sua esattez- tociòche liguarda l'amministrazione dei
za nell'adempimento a tutti i suoi dove- beni slabili, all'impiego delle rendile, al-
ri, colla prudenza, colla pietà, carità, vi- l' esame de' conti, ed alla sicurezza per
gilanza, dolcezza unita alla salutare fer- l'impiego del denaro.
mezza, e finalmente con tutte le virlìi, SUPElllSTA. Antica carica ragguar-
colle quali sole gli è permesso di distin- devole della s. Sede, che esercita va^i da
guersi da'suoi inferiori. 1 superiori che un nobile signore, comeché il i
.°
tra'ma -
mancano essi medesimi o tollerano che gnati secolari di Roma e consigliere pon-
gli altri manchino a'propri doveri, pec- tificio, dell'antica corte e curia de' Papi.
cano più o n)eno, secondo la gravezza o Presiedeva al loro Palazzo apostolico o
leggerezza della materia. Ma essi devono Patriarchio (^''•), qual preside eziandio
bene avvertire che peccano gravemente (ìeWii Faiìiiglia pontificia {r.).Di sua di-
quando lasciano andare in obblio un'os- gnità eminente fece menzione il Nardi,
.scrvanza,benché leggera e la cui tras- De'parrochiX. i, p. '2oG;la chiama i. 'ca-
S U P S U P 53
ned. I. 29, l. 2, p. 5o3. Opina quindi, dardo il corpo di s. Sebastiano. Leone e-
che al siiperista sembra succeilere oggi- minentissimo console (della quale digni-
dì il Maresciallo del Conclave (f^.); tut- tà, sia della repubblica, sia dell'impero,
tavolta dichiara che esso gli sembra ave- sia del medio evo, trattai a Roma), duca
re incoMibenze assai diverse, ed in que- e superista comparisce in una carta del-
sto dice bene. Il Galletti in diversi luo- l'archivio benedettino di Subiaco, nell;l
ghi Del Piiniicero parla del siiperisla,ed quale egli insieme con Anastasia nobil
a p. 96 particolarmente, citato perciò dal donna sua consorte l'B marzo 8 j ) ricevè
Zàccsióa neWOnoniaslicon rimale ^\\(\\ìA- a titolo di locazione da Zaccaria Scrinia-
le alvocabolo iSf^^em/rtJo qualifica: (^«i /•/o (/'.) della s. romana Chiesa e abbate
Palalio Pontifici praeesl. Riferisce duu- del monastero di s. Erasmo martire nel
<\ue Galletti, che il superista in genere, MonteCeliOjUii terreno posto fuori la por-
crede che malamente dal Du Gange nel ta MitrobijUcl fondo chiamato Stroma-
Glossariutn si spieghi \^q\' Aediluus,eà chiauo in caput prataDecii. A questoLeo-
ha ragione. In Roma era per certo un uf- ne e nel medesimo 855 successe proba-
llziale prÌDcipalissimodelpatriarchioLa- bilmente nel superistalo Graziano supe-
leranense, e dalle cariche che avea, e dai rista del sagro patriarchio, chiamato dal
titoli co' quali è distinto, si vede ch'era Bibliotecario in s. Leone IV, Ronianas
iliijnità secolaresca. La i.'menzione del Urbis superista. Questi prima de' 17 lu-
superista è nella vita di Adriano I presso glio di tale anno fu da Daniele maestro
Anastasio Bibliotecario. iXel 772 Paolo de'militi calunniosamente accusato, che
Aliarla Cubiculario o Cameriere i^P'.) q macchinasse di chiamare a R.oma i greci
superista fu da cjuel Papa spedito in am- contro Lodovico II imperatore, il quale
basceria con S te la no iS'iZcce//«/vo(^.) del- venuto in fretta nella città, e conosciuta
la s. Sede, a Desiderio re de'longobardi, l'innocenza di Graziano, lo rimise nella
per concludere la restituzione alla Chie- sua buona grazia,consegnandogli Danie-
sa di que'domiuii temporali che le avea le suddetto, perchè ne potesse far ciò che
tolto. Paolo Aliarla era stato guadagna- volesse. In Benedetto III dell' 855 è ri-
to da Desiderio, e nel pontificato del pre- mentovato dal Bibliotecario col titolo di
decessore Stefano IV (/'.) co' scellerati sacri superista palatii, quando tu invia-
suoi partigiani fu cagione della morie to a' messi di detto imperatore, che so-
crudele di Cristoforo Priniicero [V.) e stenevano ì'aniìpaT^a Anastasio, come ri-
di suo figlioSergio Secondicero (^.), <li- levai nel voi. LV, p. 22 3, avendone ri-
fensori delle ragioni della s. Sede. Tut- parlato nel voi. XLV, p. 97. A'tempi di
lavolta Adriano I non avea conosciuto la Giovanni Vili dell' 872 fiorì Pietro con
malvagità del superista Paolo,che segre- questa carica. In una lettera scritta al-
tamente se l'intendeva col re. Scoperto l'imperatore Carlo II il Calvo, dice d'hì'
autore della violenta uccisione, si portò \\iìv^\\Petruni insignein palalii nostri su-
a Ravenna (V.), onde il Papa coujmise perista (deve dire si\pevì:>[d03)deliciosu'ii
a Gregorio saccellario d'imporre all'ar- (conquesto vocabolo e di </e//c/o>"/ si quali
civescovo e a'cittadini di lasciarlo sano e flcaronopurealtri intimi famigliari ponti-
salvo, per procurare il pentimento e la fici io P<7^^tjil che ri le vai a F.\MIGLI\ po.v-
conversione di lui; ma Paolo fu ucciso. TiFicix)consiliariuiìi[\av\ signori secolari
Circa r82G Quirino superista fu uno di erano nel medio evo fO'tt'^/Vzno.v della Se-
que'persoiiaggi della corte romana, che de apostolica, e lo notai pure a quell'arti-
si aduprò presso il Papa Eugenio Ii,ac- colo e altrove)/<o?Z/»m/)/o lotiiin terraes.
ciocchù si contentasse di concedere a Uo- Pelri salute prislinaque rcstilutione. ^c-
doino preposto del monastero di s. Me- gli^-/.'i/iu//Lauibeciaui di Francia all'an-
,
54 SUI» S U P
no 882 si legge: Quidam Gregorius no- superstare, sinonimo di superesse, cioè
mine, queni romani supcristani vocanl, essere sovrabbondante; per conseguenza
dii'es valdt in Paradiso s. Pelri a suo col- la superstizione è un culto eccessivo e su-
lega occisus est.D'i questo soggetto e del- perfluo. I greci lo appellavano, il timore
la sua moglie Maria si torna a far men- de' demonii o geni che prendevano per
zione in una carta del 954, conlenente Dei; perciò dicono alcuni filosofi moder-
lina peimuta di beni, che fu fatta da Co- ni, che la superstizione è una lurbazione
fondo ch'era stato donato al detto mo- passione alcuna dell'uomo che non possa
nastero di S.Lorenzo per cartulam dona- renderlo superstizioso; altri scrittori più
tionis a quadam Maria nobilissima fe- istruiti l'accordarono. Il Vermiglioli, Le-
ìnina uxorein quondam Gregorio super- zioni di diritto canonico, lib. 5, lez. 2 1
stite, che Gaììtlù crede debba dire supe- De sortdegi , dichiara: Superstizione è lo
riste. Presso il Labbé, Concil.t, 9, evvi slesso che falsità ed errore nel culto, pre-
Stephanus fiims Johannis superisla, il standosi culto, venerazione e sommes-
quale intervenne al conciliabolo che si ra- sione a chi non si deve, come agi' idoli e
dunò nel 963 in Pioma alla presenza di false divinità , attribuendo loro quello
OHo4iel iniperatore, in cui si prelese va- che si deve a Dio, a Maria ss., a' Santi.
namente deporre (iiovnnni XII legit-
di Aggiunge che il sortilegio è tutto quel-
timo Papa, e s'intronizzò Leone Vili an- lo ch'è superstizione. Divinazione, Ma-
tipapa. gia, Male fizio {P' .),saudi osservanza. Ma-
vin Creatore, e questa si chiama Idola- e riceve il suo parlicolar nome dagli og-
tria {V.); 2.°adorando il vero £>/o(/^.), getti su de'quali si fa l'ispezione; come
ma con Ceremonie o Riti^f^.) superflui, !»e sui corpi terrestri, dicesi Geomanz'ia;
e con modi indebiti, e questa si chiama se sui segui apparenti nell* acqua Idro-
vana osservanza. Onde dice s. Isidoro, O- manzìa; nell'aria Aeromanz'ia; nel fuoco
rig. lib. 8, cap. 3: Superstitio dieta est, Piromanzìa; se sul canto o volo degli uc-
quod sit superflua, aut supcrstatuta ob- celli e sulle viscere delle bestie, Augurio,
strvatio. Il Bergier, Z^/s/o/zc/r/o enciclo- Auspicio,Aruspicio, e ne parlai a Sacer-
pedico della teologia ec, all'articolo iV"- dozio trattando di quello degl'idolatri, e
perstizioso, Superstizione, uice che que- colle latitudini sugli auguri e aruspici iu
sti due terniini sono derivali dal Ialino che eslcudevano la loro superilizlonc,cun
su P S U P 55
quanto focevasi per eludere o espiare i vita spande essa un'agitazione ed un'in-
presagi contraii per evilanie i inali, e certezza chea se stesso lo rendono insop-
derivalianche da'sogni. Ciò che in occi- portabile, mentre gli allri lo disprezza-
dente furono "li aruspici, in oriente lo e- no per lo meno lo compassionano. Tra i
ranoi maghi che infettarono del reo con- peccati opposti al i.° comandamento di
tagio, onde diss\ Arnohio ^Jagi Ha- : Dio, vi è quello della superstizione,che si
nispicum fralres. Annibale ficevasi bef- commette: ." col rendere a Dio un culto
i
fe del re Piusa, il quale preferiva di con- che sia contrario alle regole prescritte e
sultare piuttosto gì' intestini d'un vitel- stabilite dalla Chiesa; 2.° colpretendere
lo, che i più abili capitani; e Catone di- di ottenere lui elfetto
da cose che non han-
ceva, eh' egli non sapeva comprendere, no relazione o connessione con l'effetto
come gli auguri e gli aruspici potessero bramato, il che dicesi vana osservanza.
incontrarsi fra loro, e guardarsi senza ri- Anche la divinazione è un peccato op-
dere, conoscendo la vanità della super- posto ah. "divino comandamento, come
stiziosa loro scienza. Quanto al sogno, quella che cerca per mezio di patto o e-
Somnium, è la serie e complesso d' im- spresso o tacito col demonio d'arrivare
magini e d*idee,che il sonno ven-
durante a conoscere l'avvenire, o alcuna cosa se-
gono airanimo,e il piìi delle volte in mo- greta o nascosta; ovverosenza simile pat-
do strano collegate, presentandosi allo spi- to, nel procurarsi tal cognizione co'mez-
rito confusamente, onde il sogno è un'al- zi che non ponno naturalmente condur-
terazione e accidente del dormire, illu- vi. Adunque i teologi definiscono la su-
sione e vano fantasma. Se da'sogni avuti perstizione, peccato contrario alla virlù
si vuoldedurrequalchespiegazione opre- di religione, col quale trasportasi alla
dizione, dicesi Onirocrazia. Gli antichi creatura il culto dovuto soltanto a Dio,
che davano forma e figura a tutti gli af- o col quale si rende a Dio un culto in-
fetti,! sentimenti, le passioni dell'animo, debito, facendo eolrare in questo culto
a tutte le scienze e le arti, a tulli gli es- delle maniere che non gli convengono.La
seri del mondo morale, a tulle le crea- superstizione consiste in un cidlo illegit-
zioni dell'ideale, come toccai a Simbolo timo e disordinato, o perchè è frilso o per-
e Simbolica, simboleggiarono pure la Su- chè è indecente, vano,superlluo;poichè bi-
perstizione. La mitologia e l'iconologia sogna considerare due cose nel cullo, l'og-
personificano Supers [izione aollo la for-
\i\ getto al quale si rende, e la maniera con
ma d' una vecchia donna portante una cui si rende. Se l'oggetto del culto non
civetta sul capo, una cornacchia a fian- è vero o legittimo, come se si rende al
co, un libro sotto il braccio, una cande- demonio o a (|ualche altra creatura, il
sono disegnate le stelle, ch'essa crede con Se l'oggello è legittimo, come quando si
VAslroloi^ia (/^.) giudiziaria per la loro rende u Dio, ma che visi facciano entra-
Le vienedato ezian-
iniltienza pericolose. re delie maniere basse, indecenti, vane,
dio una benda, e vi si aggiunge il volo superflue, poco convenienti, il culto è su-
ilegli uccelli e i [mlli sagri,e qualche altra perstizioso dal lato della maniera d'ono-
superstizione degli antichi. La supersti- rare l'oggetto veroch'è Dio,e che esclu •
zione giunta all'eccesso, non lascia veru- de silfiitta maniera bassa e indecente di
na sorte di godimento a chi debolmente onorarlo. Se si considera la superstizio-
vi si abbandona con ridicola puerilità. ne dal lato dell'oggetto, cinque ne sono le
La superstizione scacci.! dal suo cuore la raininentale specie; cioè l'idolatria, la
lranq(iillità,esopra tulli grislatiti di sua magio, il luuleiioio^la divinazione, la vaiiu
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osservanza. Se si esamina la supersliiio- lo.Ora, quando un'azione o una parola
nedal lato delle circostanze o delle manie- non ha alcuna virtù, né secondo l'ordi-
re di culto, due ne sono le specie; cioè il ne della natura, né secondo l'istituzione
culto falso, che consiste nel rendere a Dio di Dio e della Chiesa, per produrre l'ef-
ìm cullo falso e apparente,corae se si vo- fetto che si attende, non si può attribui-
lesse onorarlo osservando la legge di/l/o- re questo effetto atteso, né alla natura,
ic [F.), predicando falsi Miracoli {r.\ perché non avvi né legame, né propor-
venerando false Piclicjuie{F.); ed il culto zione colle cause naturali, né all'opera-
superfluo, che consiste nell' impiegare zione immediata di Dio e al ministero de-
nell'esercizio della religione certe cose di gli angeli, giacché Dio non ha istituito
cui la Chiesa non si serve, e che sono va- néquelle azioni, nèquelle parole per pro-
j)e e inulilijCome d'aggiungere alla Mes- durre gli effetti che loro si attribuiscono,
ì/ienli {F.) qualche ceremonia non no- go, né nelle sagreScritture,né per la boc-
tata nelle Rubriche (/'.), il che è proibi- ca della sua Chiesa, che avrebbe prodot-
to dal concilio di Trento. 1 trattatisti sul- to quegli effetti, immediatamente egli
per produrre un elfetlo che si attende, è do certe parole per produrre la scienza.
un segno che quell'azione o quella pa- Quale virtìi altresì naturale o divina può
iola è superstiziosa. Imperocché devesi aver la membrana che talvolta scorsesi
mettere per principio che ogni ellelto è sui bambini appena nati per renderli for-
prodotto o dalla natura, vale a dire dal tunati ? Quale proporzione tra certi ca-
meccanismo del mondo, dalle leggi ordi- ratteri e la guarigione di certe malattie?
narie delle comunicazioni de'movimenti Quale proporzione tra gli Aninleti [f'.),
de'corpi, o dalla potenza immediata di detti pure fascini edagli arabi talismani,
gi ordinarie,o dal ministero degli Angeli prelesi preservativi, ed i mali e gli acci-
(de'tjuali riparlandone a Curo degli A?f- denti di cui pur si pretende che ci preser-
oELijdissi delle superstizioni cheli riguar- vino? Quale legame tra il A^ liniero (f'.)
dano, come faccio in tutti gli articoli in tredici e la morte nell'anno di una delle
effetto è prodotto dalle leggi ordinarie crede colpirà la più giovane delle 3 che
delle comunicazioni de' movimenti dei assestano e acconciano un letto. Della
corpi, è un effetto naturale; se viene da rottura d'uno Specchio, i.\e\\o spargimen-
Dio immediatamente o pel ministero de- to deW'OliOj del rovesciamento del vaso
gli angeli, è un vero miracolo; se viene che contiene il5"<i/(' sulla mensa; e di tan-
dal demonio è un prestigio(del (piale trat- te altre umilianti e degradanti supersti-
tai anche u Strega) o un fuUo miraco- zioni, sia sui numeri del Lolla, sia sullo
SUP S U P 57
Starnuto, non che altre innumerevoli né scandaloso, ne ingiurioso a Dio oalla
che vado riprovando a'ioro hioghi,come Chiesa, non sono punto mot tali di loro na-
indegne d'un cristiano e nel sedicente se- tura. Si può, secondo queste regole, giu-
colo illuminato! 2. "Quando si mischia a dicare COSI de' casi seguenti, i. "E per la
ciò che si qualche circostanza vana e
fa meno un cullo superfluo e che partecipa
inutile, è un segno di superstizione, come della superstizione, l'applicare una chia-
il cogliere l'erbe allo spuntar del giorno ve arroventata d'una chiesa, dedicata a
della natività di s.Gio. Battista, nella cre- s. Pietro, sulla testa de'bovi, de'caiii e al-
denza che quelle erbe così colte hanno tri animali, per preservarli dalla rabbi;i;
una virtìi particolare. 3.° E" un segno di giacché non si vede sopra qual fondamen-
superstizione impiegar delle Preghiere
1' to la chiave d'una chiesa di s. Pietro può
(/'.) ridicole, e che non partecipano della avere una tale virtìi piuttosto che quella
pietà cristiana, per ottenere qualche co- d'una chiesa di s.Paolo odi qualche altro
sa, e l'abuso del Salmo [F.) 1 08; ovvero santo, né essendo arroventata, piuttosto
l'impiegardelle pieghiereodellecose san- che applicata fredda. A Santi ricordai gli
te per produrre qualche effetto vano e ri- abusi e le superstizioni che li riguardano.
dicolo, come per far girare un anello, ov- 2." E' una pratica superstiziosa l'attende-
vero impiegare de'termini osceni e sco-
nosciuti, delle storie e leggende false, a-
re uu ellelto certo,'
d'una maialila, da certe preghiere piut-
come co
la s;uari^i(>Me
per giudicare quando una superstizione zione vana, che non avere la virlìi
si sa
è peccalo mortale o veniale,secoudo i (ue- naturale di cooperare all'effetto atteso,
desimi trattatisti delle superstizioni,sono si pecca di superstizione. 4-" E' una su-
le seguenti, i." Tutte le superstizioni che perstizione il credere, che alcunodella fa-
contengono la magìa, gl'incanti, male- i miglia e de' vicini morirà bentosto, per-
fjzi, r idolatria, la divinazione, la vana ché qual funesto presagio si è inteso uà
osservanza, i patti impliciti o espliciti coi cane urlare^stridare una civetta,o un cor-
demonii,sono mortali di loro natura, per- vo gracchiare, o uu gufo cantare, o altro
chè sono troppo ingiuriose a Dio, con- uccello nolturno di triste cattivo augu-
trarie al I
." suo comandamento, e perchè rio, nelle adiacenze dell'abitazione. Biso-
impegnano gli uomini a trasportar alla gna fare lo stesso giudizio di coloro, i qua-
creatura (|ueironorech'è unica mente do- li portano al colio i detti sacchetti colhi ru-
vuto alCreatore,come già notai in princi- ta benedetta, alcune parole dell'Evange-
pio.3.°Le superstizioni, che hanno l'igno- lo scritte sulla pergamena, e altre cose,
ranza e la semplicità per principii, e che alle quali si pretende sia attaccata una vir-
non provengono die da un cullo super- tù [jailicolure couUu i aoi tilcgi e le stre-
iluo,ilqu«le uou è uè falso, uè iudcceule, gonerie.
-
58 S U P S U P
Presso i Pagani e i Gentili (
V.), e spe- temente o intraprendevano o diSerìvauo
cialniente presso romani, la superstizio-
i le più essenziali operazioni dello stato; per
ne fu portata ad un apice veramentesto- quanto vantaggioso fosse preso il mo-
inachevole, e gli storici sono ridoudanti mento di dare una battaglia, se ne aste-
di tratti die la dipingono sì eccessiva, da nevano, ove sagri polli che allevati dai
i
indurre a coaipiangere la miserabile lo- sacerdoti servivano per gli augurii, aves-
ro cecità. Animiano Marcellino fra gli al- sero ricusato di mangiare. Nulla intra
tri si diffonde assai su tal punto, ed è sin- prendevasi nel senato di ragguardevole,
golarmente osservabile ch'egli noi fi già se prima non si erano presi gli auspicii dei
vista de'mali che l'accompagnano; ma si incredibile, più inetta e più assurda del-
ma erano adorati 3o,ooo dei, che avea- cerone con gravi parole si lagnò della va-
no tutti delle distinzioni tra essi, e con ri- nissima onirologia, che occupò tutto il
li superstiziosi, oltre i dei Mani {F.), la- inondo e tutti secoli, mentre essendo il
i
ri o penati. Pare impossibile, come tra la sonno co(>;eduto dalla provvidenza al ri-
saggezza de'suoi senatori e il valore dei poso della natura, la superstizione de'so-
suoi soldati, il debuie della gran nazio- gni lo riempiva di aifmni e paure, per
ne, che qual verme la rodeva, era la su- cui esclamò: Pcrfugiiini videtur omnium
perstizione gigante, e formava il tormen- laboram et sollecUudinem esse soninusj
to de'parlicolari , sconvolgendo spesso i at ex eo ipso pluriniae ciirae metusque
generali romani piìi
all'ari. 1 di qiialim- iiascuntur. Abbiamo i libri del gran Ar-
fpie altro popolo provarono sì terribile lemidoro intorno a'sogni, ma ciò è nulla
flagello. Sembra die gli egizi ne abbiano in paragone di quanto ne scrissero tanti
pursollerto, ma essi erano più concentra- (llosoh ricordali da Cicerone e da altri.
ti in loro medesimi, ed aveano ben mi- E ben riflettè quel saggio: Nescio quo-
nori cognizioni straniere; d'altronde se- inodo nihil tani absurde dici polest, qiiod
guivano eglino gli ordini de'sacerdoti da non dicatnr ab aliquo philosophomni.
cui erano governati,e il carattere dell'uo- Tulle le azioni domestiche dei romani,
mo è tale, che ove l'autorità die lo go- della vila e della morte, erano accom-
verna somministri al suo spirito qualche pagnate da innumerabili superstizioni ;
soggetto di critica, e desti nel suo cuore così lo Sposalizio (^''.), come la Sepol-
delle segrete ribellioni, si consola egli al- tura(ì^.),àA\i\ quale le iS/reg/if (/^.) nel-
meno colla libertà ch'essa autori/za, eco- le notturne ricerdie traevano i cadave-
gì' intervalli di sollievo cli'essa gli accor- ri pe'Ioro prestigi e incantesimi. Il Gua-
da, come si esprime Caylus, nella Raccol- sco, / riti funebri di Roma pagana ^ a p.
ta cCoiilìcliuà, t. 3, p. i53. 1 romani al «48 parla degli errori de' romani circa
contrario erano giunti da se stessi, in for- r a[)parizione notturna delle ombre dei
za d'una generale debolezza, di un una- morti, de'Iemuii e delle tl'slelenuiralijche
nime sentimento e di una adottata pra- celebravano [ler placare quelle vaganti e
tica, al punto d' indicare con atti e con moleste, di che trattai a IMani. Tutte fal-
pubblici voli persino i G/o/7a"(F.) fausti laci e immaginale visioni, prodolteda una
e ndìisli, felici o sfortunati ; ninno ar- fantasia alterala, e da una mente guasta
iossivadÌ6Ìirallapreveuzioue,cousegueu- e corrotta dalla supeisliziune. Questa su-
s u p su P 59
perslizione con arlificiosa impostura era come i lauti Oracoli{f^\ i lil)i i delle Si-
alimentala da'sacerdoli, dagli auguri, e /'///<-{ A'.), oltre allrestravag.uiliimposlu-
dagli artistici. Costoro conoscendo i ro- re, segreti e giuramenti esecrabili; guaz-
inaui essere inclinali alla sn|)erslizione, ^.aboglioaltroMdi errori einililTerentisruo
seppero scaltramente prevalersene; e pò- religioso,di demagogia e di sedizione,mol-
nendoa profìitola loroautorità,elascioc- le vanissime supeislizioni invadendo pa-
ca e solenne credulità del volgo, spaccia- re le credenze e le pratiche degli Erelici
vano che geni tutelai delle città veni-
i i e dcScisniallci (/'.) altri settari. Che do-
vano di notte tempoa manifestar loro le pò gli egizi la superstizione più ipocri-
cose future: con questo mezzo facilmen- la e trista sembra essere stata (pjella do-
te deludevano cjuegl' infelici che avida- gli etruschi, che ammorbarono tutta l'I-
lume molestie, oltre di adorare il dio A- fantastici e strani riti superstiziosi. Parlai
vernnco, a cui era altiibuitala podestà ancora delle misteriose e superstiziosissi-
di scacciare le fanta>me, aveano ancora me sette de'popoli LÌttìì'Itulic orientali^ e
certe feste, che appellavano Compilalia delle nefande settede'maghi che infetta-
e dedicate alla dea Mania, detta altresì rono tulio l'oriente di reo contacio su-
Lara e Larunda, le cui immagini tene- perstizioso, e furono colà imaghi, ciòche
vausi appese in varie parti delle case, sic- in occidente gli aruspici. Però ss. 3/agi i
come credula madre de' Lari o Penati, (F.) che si recarono a venerare nel Ae-
deità domestiche e geni d'ogni casa, qua- sepio (/*.) Gesù Bambino, non erano,CQ-
li custodi di ciascuna famiglia. Un cumu- mealcuni preteseroerroneamente,incau-
lo di supeislizioni si leggono nell'erudi- latori e nelle diaboliche superstizioni i-
ne Iu sempre avvolta iu qualche arcano, iciupli de'fd>i dei, iu chiese di Dio e dei
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suoi santi, le Reliquie de* quali, e come queste frodi e biasimevoli sciocchezze,per-
dissi in tale articolo, furono l'of^tjelto del- chè tal piede a veano preso ne'secoli decor-
la più tenera venerazione; the se talvolta ai queste mal'erhe, che vanno esse qua e
stizioni ne' secoli scuri dell'Italia, narra coli barbari massimamente crebbe la su-
c!ie se ne'secoli barbari non mancarono perstizione, sì perchè lebuone lettere gia-
santi e liotnini pii, non si può negare che cevano troppo depresse, esì perchè le na-
Ira' tanti vizi in voga per que'lenipi v'eb- zioni settentrionali, presso le quali più a-
l)e adito pure la superstizione; male che gevolmenle avea trovato ricovero quella
talvolta la l'urberia e malizia, n)a più so- peste, calate in Italia aggiunsero le loro
vente l'ignoranza, oppure ambedue uni- cattive usanze a'corrolli costumi de'po-
te,costumarono d'introdurre e fomenta- poli d'allora; e poscia i Saraceni [f'.), pro-
depravazione non deve recar
re. In tanta fessando il superstizioso t\laoinettisrno
meraviglia che arico la supeistizione si
,
(/''.), insignoritisi della miglior parte del-
mescolasse co'disordini d'allora, per cui la Spagna e Calabi la, e di tutta la Sici-
i concdii condannarono i riti e i costumi lia (f^.), e praticando inoltre ne'porli del
superstiziosi. Il Muratori volle riportare Mediterraneo distiano , colle loro arabe
alcuni esempi, per paragonare costumi i corruttele infettarono non pochi de'trop-
nostri con que'dcgli antichi, per rallegrar- po creduli cristiani. A Giudizi di Dio, a
si della felicità e saviezza del secolo in cui l'uRCAziOM, a Prova, già trattai e anche
vivea nell'Italia. Dovealberga l'ignoran- con Muratori, de'giudizi superstiziosi, cioè
za, ivi facilmente ancorasi trova la super- dell'acqua bollente o fredda, della croce,
stizione, la quale può accompagnarsi con del fuoco, del ferro rovente, ec. ch'erano
una buona volontà, e allora avviene ciò, una volta in uso, e quel ch'è più da stu-
(juando alcuno ingannato nella sua opi- pire, venivano approvati dal giudizio di
nione, o crede di dovere onorare Dio con molti vescovi; nondimeno altri vescovi di
altrocultoo forma diverga dalla prescritta maggior senno e dottrina, ed i Papi, cul-
da lui; crede che s'abbiano a contribuire la voce ecogli scritti detestarono silFatli ri-
onori divini a chi none Dio; o incauta- ti, siccome invenzioni della superstizione,
mente unisce colle cose divine le profane. e questi in fine furono in tutta la Chiesa
E' noto che le nazioni di Russia [f-^.) cri- vietati e distrutti. Un'altra sortedi super-
stiane e scismatiche abbondano di molte stizione, la più perniciosa di tutte a'po-
superstizioni, pie in apparenza; e vi ha chi poli, furono i Duelli (^'.), de' ([uali con
si lamenta per trovarne anche in Germa- tutti i più vigorosi rigori dellaClnesa e dei
nia, nella Svizzera (/^.) e altrove. ìMa per principi, non ad estin-
si è giunto (inora
Io piùl'umana cupidigia unita colla igno- guere alfatto Alcune poche u-
la pazzia.
ranza, è quella che produce la supersti- sanzedifetloseMuratori accennò nella dis-
zione.Ueodi questo vizio ileve dirsi chiun- sert. 58: Della venerazione de'cnstiani
que di maniere non istituiteda Dio, anzi verso isantidopo la declinazione del ro-
da lui riprovate, si serve per procacciare mano impcroj alcune altre ne riporta in
a se stesso o ad altri la sanità, oppure te- quella di cui vado estraendo un sunto, e
sori e licchezze, ovvero per penetrare nei serviranno a maggiormente conoscere i se-
SUI» S L P 6i
Ilio e poi convellila al cattolicismo), mol- la superslizione gentilesca. Scrive Sarnelli
li del rozzo popolo con nnzza credulità ueWe 3Ieiiìorie de.\'excovi e arcivescovi di
Teneravano certi alberi, da loio chiamati Benevento, p. 33, che s. Barbato sveUe
Sa/ictii'i, come se fossero cose sagre. Gran un certo albe-
a tal fine sino dalle radici
Sacrilegio [l\) avrebbero credulo il ta- ro, da cuipendeva una vipera d'oio che
gliarli;sembra ancora che prestassero ad sacrilegamente adoperavano longobar- i
credere che fossero reliquie del supersti- ce IMaga Beneventana, creduta convegno
ziosissimo paganesimo,pi ofessato una vol- notturno delle slreghe,come notai aSxRE-
ta da'Iotìgobardi. Trovansi anche a'noslri GA. Dell'operato da s. Barbalo e del rino-
tempi delle nazioni sulla costa occiden- malo noce beneventano parlò pure Bor- il
tale dell'Africa, infatuate della medesima gia nelle Memorie storiche di Benevento
superstizione. Pelò Liutprando re de'lon- t.i, p. 2 12. Narra come l'imperatore Co-
gobardi giave pena intimò a coloro che stante II co'suoi greci assediando Bene-
avessero adorato gli alberi e \e fonti, ani vento per cacciarne i longobardi, duca il
fetto de'demonii".Ma ripeterò col citalo ceva la statua della madre degli Dei; e
Vermiglioli, non havvi dubbio che sen- cpiello operato da altra vergine, che con
za la volontà di Dio demoni! nulla pon- i un crivello portò l'acqua senza che ne u-
ilo fare, e le cose mirabili a questi attri- scisse goccia pe'forami: ma soggiunge il
non veri prodigi e miracoli soprannatu- per opera del demonio, uìa per opera del-
rali. Ponno è vero idemonii per mezzo de- l'Angelo buono, dimostrando quanto Dio
gl'incantatori o stregoni fare deli' opere abbia a cuore la castità; e dice pure che
non vere,e che appariscono meravigliose, ciò potrebbe avvenire,permeUendoloDio,
perchè avendo la scienza delle cose ualu eziaudio per opera del demonio.
SUI' S U P 63
Rilornando al Minatori, firoiiscp che dentali, e piona di mille bugie seppe qui-
nel secolo X Azzo vescovo diVeicclIi as vi piantare il benché sua pv(j[)rie-
piede,
sicura, che pure a'suoi dì durava in Ita- là fosse d'es<;er'>em pie vagabonda e greg-
lia la peste della suppr>tizione, nudrita ge di ladri. Non campi, non arie avea-
da'magiii, aruspici, ani^uri e altri che fa no e che desse loro da vivere : il furto, la
cevano sortilegi, e che se mai tra loro vi rapina, le frodi erano un granaio ed e-
fosse qualche ecclesiastico, sia deposto rario inesausto per loro. Ni- questo loro
dall'ouoie di sua dignità, e soggettalo a mestiere era cosa incognita agl'italiani, e
penitenza perpetua. Muratori crede che pure si tollerava sì lurida canaglia, per-
forse niun secolo andò esente di fatti veri chè faceva credere alla gente golia, che
o falsi dell'arte magica e della pur ripro- per penitenza importale era forzata ad
vata divinazione, e insieme dagli an^tte- andar vagabonda per 7 anni, portando
mi della Chiesa condannata; anzi dichia- seco l'arte e il dono di C\v V Indovino e
ra lepntare che neppure il secolo pas- d'indovinar le cose avvenire. Spacciava»
sato, in cui fiorì, era totalmente esen- no ch'era loro vietato di fermarsi più di
te da simile contagio, avendosi molti li- 3 giorni in un luogo, e aver essi privile-
bri contro la magia, ne'quali abbonda- gio del Papa ili poter in qualunque luo-
no le favole e dubbiosi racconti. Sapersi
i go dove si fermassero, procacciarsi il vit-
the in qualche paesedel cristianesimo pò- to necessario. Nel 1 4 7 andarono
' in Sas-
veie innocenti donne talvolta accusate di sonia, dopo aver nel 1 4 1 i percorso laDa-
malìe e fattucchieiie, o furono bruciate viera, e da per tutto sparsero le loro bu-
() con didìcollà scapparono la morle,non gie e furberie; con pari successo si spar-
per altro che per essere vecchie e credu- sero per Fiandra e per la Francia, ove
la
le perciò streghe. Qui non intendo d'an- furono denominati egiziani e boemi, e
dare d'accorilo con Muratori, il cui solo nella Spagna in cui furono chianìati gil-
nome in erudizione vai meglio d'ogni e- tanos. Nel 1^11 si recarono in Dologna
logio, per quanto riportai a Strega, ove una turba di zingari, con donne e fan-
dimostrai in parte vero il suo asserto, ma ciulli, il cui capo chiamavasi il duca An-
altresì che vi furono realmente le stre- drea d'Egitto: aveano un decreto di Si-
ghe, e forse esisteranno, e furono giusta- gismondo imperatore e re d' Ungheria,
mente Trova quindi ìMuiatori
punite. che lì abilitava a rubare per 7 anni, e in
presa e affare in quel giorno sfortunato brezzo ch'ebjiero gli antichi romani, e il
so delle mancie e de' donativi, denomi- poo grosso tronco d'albero con varie su-
nati ancora Strenna [f'.). Inoltre Mura- perstizioni, donde forse derivò il brucia-
lori compiange coloro che non ardisco- menlodel ginebro in Bologna e Modena.
no assidersi a mensa ove sono già 2 per- i Sebbene il concilio di Trento, e s. Carlo
sone, per l'erronea opinione che uno di Borromeo combatterono tanti abusi su-
essi nell'anno morrà; compiange quelli perstiziosi, ciò che mosse altri vescovi nei
che si persuadonoessere imminente qual- loro sinodi e editti a liberar le loro dio-
che disgrazia, se il sale per caso fortuito cesi da queste spine, lultavolta sus-istono
si sparge sulla tavola, di che si ridono le di nascosto domestiche e clandestine su-
personegiudiziose; pure tali follie neppur perstizioni, e molte ne produsse il giuoco
colle tenaglie si può levar dal capo a'iimi- i\e\ Lotto od\Sorle[/'^.),ed i sogni,contro le
toi^rfifin enciclopedica del Bazza ri ni ni- nitri furono vere ispirazioni, per mezzo del-
l"iirlicolo Sogno, e nella Mìlologia negli le (piali Dio fece conoscere la sua volon-
nr ticoli Sogni e Onirocrazin o arie d'in- tiia' divotisuoi servi e ad altri personag-
tLr[)ielarli, la cui origine si (a rimontare gi,ovvero gl'islrui intorno a'futuri avve-
ad Arnfjarao, secondo Plinio, mentre Fi- nimenti ch'egli solo poteva prevedere. /V
lone ebreorattribuiscead Àbramo e spe- questa 2.' categoria appartengono sogni i
al dir di lui fu ih ."de'mortali che giusta- Giuseppe, de're Faraone, Salomone eXa-
mente interpretò i sogni. Non deve però bucodonosor, del profeta Daniele, di Giu-
confondersi l'arte vana e umana, con l'i- da Maccabeo, e di s. Giuseppe sposo di
spirazione divina, ed in Giuseppe vi con- Maria Vergine. Dio senza dubbio è pa-
corse. Terlidliano enumerò molli che se- drone d' istruire gli uomini in qualun-
guirono l'arte vana, e tra quesliEpicarmo, que maniera che {)iù gli piace, o diretta-
nel hb./-^<'/7//f//;(7,cnp.4^ì.Qnello che in se- mente o per mezzo de'suoi angeli, o cou
guito si è più distinto sulla prelesa arte causenaturali dicuidirigeil corso;equan-
d'interpretare sogni fu i il ricordato Arte- do lo fa ha egli cura d'aggiungervi del-
niidoro d'Efeso, scrittore de'lempi d'An- le circostanzeede'molivi di persuasione,
tonino Pio, che vanamente nescrisse,ma in virtù de'quali non pos>iamo dubitare
utilmente per la cognizione che dà degli che Dio medesimo che agisca. I\Ia col-
sia
antichi riti. Si può vedere il Vossio, De la della condotta. Dio non ha però auto-
jìliilosoph. cap. 5. Diverse erudizieni si rizzato la confidenza ne'sogni in genera-
leggono nel p. INIenochio, ly/^ore o trai- le. I sogni misteriosi però vanno distinti
tcninicnli CI udili, t. ì , ceni. 3, cap. 77: Del dalle apparizioni e dalle f'isioni {^)j
sogno di Salomone, e di quelli che fanno non meno che dal le/ìù'f/r/z'0A7/(/''.) piene
varie operazioni dormendo, come se fos- di misteri divini, poichèDio le fece piìi vol-
sero desti; t, 3, ceni. io, cap. 80: Del so- te nel sonno,come ad alcuni de'noininali,
gno col quale pare che fosse significalo a così ad Adamo,a Samuele, a're Magi, a s.
Costante II imperatore, che perseguita- Paoloeadaltii servi suoi.Tanto nel sogno
va s. Papa, che dovea esser vin-
ìMartino I come nella visione l'anima è traltenula
to in battaglia nav;de; cap. 8 Se si deb- i : dalle rappresentazioni , come se fossero
ba o possa dar qualche fede a'sogni; cap. non solo immagini e similitudini delle co-
iÌ2: D'alcimi sogni mirabili riferiti da s. se, ma le cose medesime, il che spiega Ric-
Agostino e da altri autori; cenl.i i, cap. cardi, Storia de santuari. Nella stessa s.
84: Del sogno della moglie di Pilato nel Scrittura proibisce agi' israeliti di dare
darla sentenza contro Cristo; cent. 2, cap. 1 retta a'sogni, e chi cadde nella supersti-
85: De'sogni morali se debbano raccon- zione gli fu rimproveralo a grave delitto;
tarsi. Fu curioso il sogno del famoso Co- che sogni ponno cagionare grandi dispia-
i
la di Rienzo tribuno di Roma {f^-), e le ceri, e per molti furono sorgente di erro-
(pjeslioni che vi fece l'autore di sua vita, ri; si scaglia contro i falsi profeti, che pro-
per conoscere comesi pensava nel secolo fetizzando la menzogna in nome di Dio,
XIV in cui visse quel popolare agitatore. dicono ho sognato e vorrebbero che gli
11 Medici ragiona de' sogni degli Ebrei ebrei si scordassero di Dio per dare iella
(/ .), e delle superstizioni che usano iu es- a'sogni che ciascuno di essi racconta; proi-
si, credendo che la loro bontà o maligni- bisce quinili di prestarvi {\n\c, dicendo :
tà consista nell' esser bene o male inter- Non M seducano i falsi profeti che sono
pretali. Dirò pure, che nella s. Scrillura Ira voi, e i vostri indovini, e non date u-
j)arlasi più volte de'sogni de' PioJcti[f'.), dienza a'sogni da voi sognali. 1 padri del-
i (juali provenivano ccrtamenle da Dio; la Chiesa, come s. Cirillo di Gerusalem-
VOL. LXXI.
66 S li P S U P
aie, s. Gregorio l\isseDo,i Pnpi s. Grego- permette che il conduttore della casa, il
rio I Magno, e s. Gregorio li hanno ri- quale ignorava prima di prenderla a fit-
petute le medesime ingiunzioni a'cristia- to tali inquietitudini, possa lasciarla sen-
ni: il concilio di Parigi deU'SaGdichiaròj za pagarne la pigione. Dio peimelte sif-
perstizioni che degradano la specie uma- lib. 4) cap. De Dado episcopo lìJedioln-
na,erimbecillitàdi quelli che vi fanno po- nensì. 11 p. Menochio, cent. io, cap. 98:
sitivo fondamento. Ciò non ostante è a de- De'rimedi contro l'infestazione degli spi-
plorarsi che si èsenipre mantenuto alcun rili tnaligni, ragiona prima delle varie i-
credito sui sogni, non mancando mai te- nulili e vane superstizioni adoperale dai
ste deboli che ne hanno fitto conto, se- gentili, con Lustrazioni, Espiazioni j iS^a-
gnatamente nelle donne. Il Sarnelli, Ltt- gr/7?z/(/^.)o altro, per liberarsi dalle in-
tere ecclesiasticht 1. 1 o, lett. 9 1
, discorre festazioni degli spirili maligni, da'cpiali le
sul come si conosce qualche ceremonia es- loro case e persone ricevevano molestia,
sere superstiziosa. Pensa che certe divo- il demonio lo faceva [)er
e che se cedeva
zioni usate ab antico si debbono [)ermet- maggiormente nuocere, stabilire la super-
lere, perchè sono di gloria a Dio, e d'u- stizione e gli errori nelle nienti degli uo-
tile al nostro prossimo, purché non vi sia mini. 1 veri edicaci rimedi contro simili
mescolata qualche superstizione.che si de- infestazioni degli spu ili sono quelli che a-
condizioni concorrono nella cerenionia, servare gli auguri!; al cap. 78: Delle su-
dichiara: I. "Si fa celebrar la messa, dun- perstizioni degli antichi per impedire il fa-
que si ricorre a Dio, da cui per interces- scino o malia riprese da'ss. Padri; al cap.
sione della Vergine la grazia si atten-
Vi. 74: D'alcune superstizioni (le'turchi.^'el-
de. 9, adoprino parole di niuna
."Non si l'opuscolo contenente il Concilinni pro-
sorla. 3.°Vengano contriti e umiliali. 4-" vinciale sive naiionale Jlbanum, Komae
Jl girare che si fa intorno all'altare in cui lypis s. congr. de propaganda fidei 8o3,
sono le reliquie de'marliri orando, è uso weWAppendix, Const. Aposl. ad Epiri
antico de'primilivi cristiani. Nel t. 5, leti. ecclesias speclantium, a p.xSS si riporta
5'] parla degli spiriti che infestano talvol- V Istruzione della s.congregazione di pro-
ti! alcune case, onde sono inabitabili per paganda fide, peri missionari della Bul-
l'infestazioni degli spiriti immondi che in- garia, intorno alla pratica de'Kurbani.
quietano gli abitanti co' loro tumulti, e Questi kinbani erano i mal couvcrtitifc-
nella Spagna dice che la pratica forense deli esistenti nelle diocesi di Nicopoli e di
S U P S U P G7
Sofia, che conservando ti verse nntiche su-
i gnns Dei benedetti, riferisce che fi"a le sue
perstizioni erano malvagi ncH'esleiuo e origini evvi quella che furono sostituiti al-
varne, o portarne via o venderne alcuna tre simili figure santificale da'sacerdoti,
cruda porzione, ma mangiarle tutte in- e nelle solenni feste de'saturnali distribui-
teramente e roderle fino alle ossa l'in- : te, fosse inaccessibile a'presligi delle ma-
censo fumante, le candele accese, et conce- liarde. Quindi è probabilissimo che per
pia i'erba precationum yche accompagna- cancellare dall'animo de'uuovi fedeli la
vano la mensa: la distinzione di nomi e superstizione di queslenon raen vane che
di fini determinali pe' diversi kurbani: turpi ceremonie, ed imprimeie nella lo-
l'urigiiie antica, l'uso costante, l'imitazio- ro mentela fede diGesù Crislo,arma po-
ne tenace di pratiche, già nate nello sci- tentissima contro l'insidie del demonio,
sma,si portarono dopo la conversione nel i saggi pastori sostituissero invece degli a-
seno della Chiesa. Venula la Congrega- niuleli, quelle cere che dall'impressione
zione di propaganda fide\n piena cogni- dell'Agnello, simbolo della soave mansue-
zione dell'esercizio di siffatte vane osser- tudine del medesimo Gesù Cristo, poi si
vanze de' kurbani, considerandole super- dissero Agnus Dei (e ne tratto ancora nel
stiziose e riprovale,comechè seguile dagli voi. LXII, p. 83)3 e co.sì mutala la super-
scismalicijdagli ebrei e da'lurchi,ed essere stizione in rito cristiano per la benedizio-
una mescolanza di sagro e profano, dopo ne, se i gentili dall'immagine d'un cuore
matura ponderazione giudicò di proibir- efligiatosugli amuleti imparavano prima
le con solenne, positivo e universale de- ad essere coraggiosi, fatti poi cristiani im-
cretOjCon istruzione pe'missionari aposto- parassero dall'immagine di Gesù Cristo,
lici, onde svellere abusi tanto perniciosi Agnello immacolato, ad essere puri e u-
e antichi, acciò non più si sentisse dalla mili di cuore. Parlando quindi il p. Ce-
bocca de'paslori e di sovente, est e non, resole delle virtù degli Agnus Dei bene-
tanto vietato da s. Paolo. A'Ioro articoli detti, dice che fin da'priniitivi tempi del
parlai delle diverse specie de'crislianisu- cristianesimo si è creduto sempre nella
\ìeìs\iz\o%'ì, come (ìeSabeij/ihìssini, Etiopi Chiesa di Dio, che gli Agnus Dei vales-
(F.)col \oìoPreieGianni{r'.),eó aliri; ed sero a proteggere i divoti fedeli dalle in-
inoltrede'riti superstiziosi proibiti da det- sidie de'maligni spiriti, da'turbmi, dalle
ta s. congregazione,come della Cina ( /''.)e procelle e da altre simili sciagure. Non è
del Maialar [f\), per cui Cleruenle \I dun(|ue meraviglia, se i cristiani avessero
spedi nell'Indieorientali il celebrecardi- per essi un particolare rispetto, e li cu-
nalCai \oTournon Mai Hard {/'.).\\ p.Ce- stodissero religiosamente nelle loro case
resole, Notizie storico-morali sopra gli A- per servirsene comedi possente scudocon-
G8 S U P S U P
tro le illusioni diaboliche, e li esponessero nediceva eljattezzava con rilo stabilito da
tuitliene'campiper preservarli dallegran- s. Gì egorio I. Dipoi si formarono dal sa-
dini,eli portassero appesi a! collo per non grisla, da'cappellani e chierici della cap-
essere colpiti da'fulmini. Oltreché la Cro- pella pontificia, ed ora da'monaci cister-
ce segno [F.) è un potentissimo preser- ciensi. Avere i Papi perpetualo il rito in
vativo contro gl'inganni del demonio, le memoria dell'antico modo di battezzare
illusioni e la superstizione, la Chiesa suc- nella Pasqua, poiché a quelli che aveano
cessivamente permise che altri fossero le ricevuto il battesimo si dava poi per por-
Jnimagini e Rciicjuie clt santi, il Rosario, tare al collo un sigillo di detta cera bian-
lo Scapolare j le Medaglie benedette (/'.) ca coH'immagine dell'Agnello, quale in-
e altri venerabili divozionali. Questi il di- segna di liberi e trionfanti figli della Chie-
stiano deve portare al collo ©indosso, e sa.Imperocché siccome per le vesti bian-
non la figura ridicola de'corni ealtii sup- che che catecumeni e neofiti (spoglian-
i
posti superstiziosi preserva ti vi jChe degra- dosi delle vesti penitenziali assunte nella
dano, umiliano e disonorano la sua digni- quaresima, quando riceveano il battesi-
tà.Siccome gli AgnusDei benedetti ser- mo) portavano per 7 giorni e deponeva-
\irono principalmente e prima degli al- no nel sabato m///tz.j (per cui la seguen-
tri divozionali a togliere le superstizioni te domenica fu pur detta Dominica post
pagane degli amuleti, de'fascini e de'la- Alias, Dominica in Albis depositis), ve-
lismani, e siccome essi formansi anche niva espresso che da servi del demonio
colle polveri de' ss. Martiri, trovo indi- erano fatti liberti di Cristo, cos'i per tale
.«spensabile di farne una breve digressio- sìgilloerano dichiarati liberi cittadini del
ne, perciò è intrinseco che io ritocchi me- paradiso e trionfatori di Satana, con al-
glio la loro origine; ed inoltre dirò poi lusione alle bolle d'oro degli antichi pa-
qualche cosa di que'brevelti e altri di- gani, usate per distinzione e contro le ma-
vozionali diesi pongono in dosso a'bara- lie. 1 quali sigilli nella seguente domeni-
bini a preservazione di disgrazie, di ma- ca appendevano al loro collo dopo depo-
Icfizi, e da'maligni spiriti, originati an- ste le vesti bianche, per ricordarsi dell'in-
cor essi per rimuovere del tutto i su- nocenza di Cristo, che aveano ricevuto nel
perstiziosi preservativi che gl'idolatri ap- battesimo, e studiosaniente li custodiva-
pendevano al collo de'Ioro bambini. no.L'impronta del sigillo essore l'agnel-
L'agostiniano fr. Giuseppe Panfilo ci lo di natura mansueto, acciò batlez/a- i
tWedc: L'origine dtlconsagraregli Agnus ti, chiamati Agni, conoscessero dover es-
Dei con le virtù che in quelli si conten- sere mansueti come gli agnelli e in tulle
gono j Romai5G6. Dice sembrare a lui, le cose pazienti. Replicarsi poi la bene-
»;he ninno particolairoente avca trattato dizione ogni 7 anni, perchè colla rarità
di tale 01 igine: certo è che il libro è ra- degli y/g'i«iZ^e/ fossero questi in maggior
ro odi molla importanza. Dichiara con- pregio e venerazione a'buoni fedeli. Es-
tenere la benedizione molle delle stesse sere loro proprietà il preservare da'ful-
ccrcmonie sagre che usavano dagli an-
si mini e dallelenipeste,e da ogni cosa ma-
tichi sacerdoti nel ballezzare catecume' i ligna, il custodire dal peccato, salvare le
pa formava gli Agnus Dei colle proprie parlo, distruggere la fòrza del fuoco, li-
mani, con molta riverenza, aiutato dai berare dall'acque, a chi con fede di vola
.suddiaconi e dagli accoliti, mollificando liporla indosso, non essendovi cosa gran-
lacera pasquale, dopo essere stala sull'al- de che non si ottenga colla fede. Kolerò,
tare di s. Pietro, con l'olio santo e il crisma che lecere benedette che davano vesco- i
avanzali ne! precedente anno, indi libe- vi a'novelli battezzati nella domcuicu in
su P S U P r>()
AlhiSy erano ili altre forme dalle ponli- santi Martiri j indicando così ilioro con-
fjcie; e che uell'Egilto e altrove gli aclul- tenuto. Anche questi divozionali sono ri-
tr battezzali continuavano a portare le cevuti e conservati con venerazione dal-
vesti bianche per tutto il tempo di loro la pietàde'fedeli. L'encomiato cistercien-
v\\.a.G\\ Agnus Deis\ formavano coU'ini- se p. Ceresole, nel suo completo trattato
pronla principalmente della figura del- sopra gli Agnus Dei, e benché suoi cor- i
l'Agnello, qual simbolo di Cristo pazien- religiosi sieno quelli che li furmano, a p.
formarle figure dell'Agnello per rappre- fanno del Cereo Pasquale benedetto nel-
sentare Cristo, alcuni allegano il canone l'anno precedente, e in quelli si mescola-
82 del concilio generale VI, nel quale si no allora le ossa de'ss. Martiri ridotte in
vieta espressamente l'effigiare Cristo sot- minutissima polvere. Ma di quest'uso non
to la figura dell'Agnello, ma solamente abbiamo potuto rintracciare l'origine".
si prescrive di esprimerlo in figura uma- Ha ragione, poicliè non posso abbastan-
na; decreto che poi confermòPapa Adria- za esprimere quante pazienti e minuziose
no r. Ma insieme avverte Alagri, che al- ricerche io abbia fatto nella mia domesti-
lora fu decretata tale proibizione, perchè ca e co[)iosa libreria, senza alcun buon e-
alcuni solevano dipingere s. Gio. Battista sito, ad onta dell'impegno che neaveaper
che col dito mostrava un agnello, senza le domande di cui fui onoralo. Dirò al-
mai vedersi la vera effigie di Cristo, sic- meno qualche parola relativa all'argo-
ché veniva a cancellarsi dalla mente ilei mento. Magri al ^oc,.\ho\o Pastello, di-
11
fedeli le sembianze umane del Verbo iu- chiara soltanto che significa il sigillo che
carnato. Al presente però non corre tal si poneva nelle scritture pubbliche, e coni-
pericolo tra' cristiani, vedendosi di con- ponevasi di cera morbida a modo di pa-
linuonellechiese moltissime immagini di sta.Sino dalla primitiva chiesa insegna-
Cristo. Nell'articolo Bussolanti (di cui ri- rono nostri maggiori e ss. Padri, ordi-
i i
parlai a Scudieri del Papa), dicendo del narono concilii e Papi, di custodire con
i i
bussolante sotto guardaroba, già Came- venerazione e difendere da ogni empio in-
riereextra muros, notoch'è pure custo- sulto degli eretici, le sagre ceneri de' ss.
de non solo degli Agnus Dei benedetti dal Martiri, quali loro depositari, per non per-
Papa, e li dispensa in suo nome, ma an- dere giammai la memoria de'loro meriti,
cora àe'^W Agnus De* impastati colle pol- professando alle medesime religioso cd-
veri de'ss. Martiri, cioè formati di cera to, come richiedeva la nostra gratitudine.
del Cereo Pasquale o degli altri Agnus Dalla fiducia fervorosa de' cristiani nel
Dei e di tali polveri, che taluni chiama- possente patrocinio de' ss. Martiri, nacque
no PfZ^^er/e'^^. Martiri. Veramente e con l'antico lodevole costume di tenere i loro
più proprietà diconsi Paste de' ss. Mar- avanzi nelle case e indosso contro i ma-
tiri quelle figure divote che si fauno dal- lefizi e le superstizioni. Dichiarai a Mar-
le monache, ili sagre immagini, Crocefis- tire quanto riguarda questi gloriosi eroi
si, cuori di Gesù e di Maria, in forme di- del cristianesimo,che la cristiana religio-
verse e colonile o coperte di materie vi- ne sigillarono col proprio sangue, e del-
tree e luccicanti, nelle quali conuna pa- la grande venerazione e solenne culto dei
sta da loro composta mischiano le ossa fedeli per le loro memorie, iSI/'J5:we(^^.),
tritm-ate de'ss. Martiri, e vi a[)pongono ceneri e reli(|uie, non che pergl'istrumen-
un tassello di carta con (pieste cifre: D. tidel loro Martirio[f' .), (piali pure fu- i
JP. S. j'I/., iniziali di queste paiolo: Di piii rono con grandissima cura conservati da
,
70 S U P S UP
gli ariliclii cristiani e sovente deposti nei te a carissimo prezzo, notandoli perciò di
Sepolcri liagl'i stessi uiartirì. La limatura manifesta contraddizione. Tanta fu la di-
delle loro catene, massime de'ss. Pietro e vozione de'fedeli perle sagre reliquie, che
Paolo, si pose dentro anelli a Chiavi, e un tempo avidamente s'involarono e ru-
furono speciali donativi de' Papi. E qui barono, e vi riunii varie nozioni, quan-
noterò, che di recente il eh. pi'of. Vincen- do cioè difficilmente si potevano conse-
zo Anivitti negli Annali delle scienze re- guire. Ivi pur trattai, che in ogni tempo
Z/g/o5e,2."ser.,t. i ^jp.yy e 3f)7,t. 1 3,p. 5 1
la Chiesa curò rigorosamente l'identicità
ila pubblicato la versione da lui fìilta e cor- delle sante reliquie, allliichè i fedeli non
redala di sue imporlanli note, della dot- fossero ingannali colle false, e insieme im-
ta opera del p. Pietro Lazeri gesuita: Dei pedì che nou se ne facesse abuso con su-
tormenti de'ss. Martiri, e della sincerità perstizioni, ma si onorassero con di voto
che puh argomentarsene de' loro Atti. N ai e sincero afTetto, Se dunc|ue fu sempre
mio articolo Reliquia de'santi, celebrai somma la venerazione de'fedeli per le re-
gli avanzi de'Ioro corpi e la costante ve- lìquie de'martiri e altri santi, ritenendo
nerazione de'fedeli per le medesime, per per grazia segnalata d'aver la polvere
gl'istrumenti del Martirio, e persino per ch'era sopra o intorno a'ioro sepolcri, e
la polvere raccolta intorno a'ioro sepol- le custodivano gelosamente come prezio-
cri, l'erbe, i fiori, i veli e altro che li a- so tesoro, con più di ragione si venera-
vessero toccali, ed i quali davansi agl'in- rono quelle delle loro ossa e mischiate
férmi per ricuperare la sanità} ed oltre a collacera del Cereo Pasquale negli Agnus
ciò Volio e l'avanzo di altri lumi d'i cera £)e/ benedetti dal Papa, ovvero si pongo-
tenuti efiicaci a guarire prodigiosamente no in que'brevetli divozionali che si ap-
i mali e liberare gli ossessi; le quali cose pendono a'bambini(|uali preservativi dai
tutte furono pure denominale relicjuie dei malefizi e da disgrazie cui sono tanli e-
martiri e altri santi. 11 Kinaldi negli An- sposti; ma con deplorabile contradilizio-
nali ecclesiastici diverse notizie fornisce nesi pongono loro a un tempo le umilian-
sulle polveri raccolte ue'sepolcri de'sanli, ti e superstiziose figure de'corni! Ninno
e tenute operatrici di gran virtù, che da- avendo parlato, per quanto sia a mia cu-
te a bere stemprate nell'acqua guariro- gnizione,di questi brevetti divozionali, ne
no perfettamente malati, mentre quelli i darò un cenno, come divozionali che fu-
che chiamarono de'maghi onde ricupera- rono sostituiti a' superstiziosi amuleti e
re la salute per arte diabolica, o si abban- talismani idolatrici, e prego Dio che mag-
donarono ad altre superstizioni, infelice- gior fede infonda a coloro che li pongo-
mente perirono. Clic gli Agnus Dei si ve- no a'propri figli, per bandire la sussisten-
ti e gl'increduli che ci deridono e taccia- nistro, anche con tiiscie [)reziose tessute
no di superstizione pel culto che rendia- con oro: le filatlerieerano pure alcune
mo alle reliquie de'iS'^/jf/, con riprodur- scritture che usavano attaccate al collo
re parecchi esempi di cose appartenenti contro le infermitìi. Uifcrisce Magri, che
a uomini illustri e per memoria compra- le matterie di CUOIO e di lana adottate da-
S U P S UP 71
gli non sono riprensibili quando le
ebrei, manto li ricopre; colle benedizioni delle
parole cbe contengono sieno sagre e non quali i Papi implorano a chi le inviano le
cellapendentedal collo con reliquie, an- nano dalle monache, coperti di drappi di
che della ss. Croce, ed il Vangelo entro vari colori, adorni di nastri di seta, d'oro
una borsa: s. Gregorio 1 donò alla regi- e d'argento, e con simili ricami anco ab-
na Teodolinda pel suo neonato Adaloal- belliti da lustrini, co'portentosi nomi di
do de'lilatteri. Questo costume derivò nei Gesù e di Maria. Le loro ordinarie for-
cristiani onde rimuovere quello del la5o^ me sono come i mostaccioli,o rotondi o io
la ci oro degli antichi romani (f^.) , ed guisa di cuore. Dentro vi sono pezzetti di
anco degli etruschi, portate da'fanciulli cera dei Lumen Christi o Tricereo[f^.),
eda'giovinetliconenlro scritti di lieti au- e talvoltad'//g^^H^5Z?e/odelCereoPasqua•
guri e preci a'nurai per
i la preservazione le, non che foglie di Palma benedetta, e
da'malefìzi e dalle streghe,esseudo riguar- de'frantumi o polveri delle ossa de'ss. Mar-
date come amuleti. Servivano pure a di- tiri. inoltre negli stessi brevetti si pongono
stinguere con privilegi i fanciulli liber- alcune stampe approvatedall'autorilà ec-
le, deponevano le loro bolle d'oro ne'do- sere lecito il portare le parole sagre, co-
mestici larari a'Dei penati o ne'templi al- sì le reliquie de'santi indosso, colia fidu-
le deità. In seguito alcune piccole bolle cia di vota in essi e in Dio), In principio
d'oro furono portate per ornamento e- erat P'erbum, senza però le superstizio-
ziandio dalle donne. Siccome ne'primiti- ni accennate di sopra; l'inno di s. Anto-
vi cristiani costume di portare le
passò il nio di Padova, Si quaeris mirnculaj la
divozioni òe^W/dgniis Dei in £ovinaò\ cuo- benedizione di s. Francesco d'Asisi , ec,
re e pendenti dal petto, così fu supposto ed anche sagre immagini di Gesù Cristo,
diedi tal forma potessero essere pure al- della B. Vergine e de'santi, ec. ec. ec.
cune bolle d'oro de'gentili. E qui credo L'erroneo principio fondamentale dei
opportuno ancora una volta di far meu- Protestanti {^'•), che concede a ciascimo
zìoDe, cbe Papi da vari secoli sogliono
i il diritto di farsi guida a se slesso nel fat-
inviare a'figli de'sovrani, massime eredi to <li religione, e di alfrancarsi dall'ub-
del trono, le Fascie heiiedcUe (e ne ripar- bidienza di qualunque autorità esteriore
lai per l'ultimodonativonel voi. LXVllI, e insegnante , induce orgogliosamente
p. "202), per dimostrare che laChiesa ap- l'uonio a contìdtr ciecamente nelle pro-
pena vengono alla luce quelli cui la di' prie cognìzioni,sÌQO a riputarsi come pri-
vina provvidenza ha destinati suoi rap- vilegiato da ispirazioni immediale, che lo
presentanti sulla terra, ne prende solle- conducono alla mania religiosa. Lo stuo-
cita e amorosa cura, e col suo materno lo de' visionari protestanti vanta preci-
I
•
72 SVV S U P
piiamenteTjohmeeSveclenhoi'g, cnpiset- rica settentrionale, e in parte della Ger-
la de Si'eclcJiòors'isfi [P^.), i quali colla lo mania, una turba di superstiziosi pro-
vi è
lodotliina teosofica ci'ecierono die tulle testanti, quali mentre allermano voler
i
e può
pi, sorvolò a cpaello degli spiriti, ed ora cantano; ora mormorano insolite
bene immaginarsi quali scoperte potè fd- preghiere, ed ora sono rapiti in eccesso di
re colassù. Millantavasi d'aver familiari mente, e Dio vi dica sino a quale de' cie-
colloqui cogli esseri spirituali, che gli co- li empirei. Si può vedere l'intéressantis-
municavano rivelazioni innumerevoli, i- simo articolo: // mondo degli spiriti, nel
slruendolo intorno al culto da prestarsi 1.2, p. 5q3 della Civilià cattolica, 2." se-
alla divinità, spianandogli il senso delle rie. Significante è questa nota che si leg-
ss. informandolo dello stato de-
vScritture, ge a p. 5g7.>» Sarebbe cosa a sentir no-
gli uomini dopo la loro morte, e a dirla stro non curiosa solamente, ma istruttiva
in bievc, aprendogli ogni più segreto ar- ed utile, il cercare come le infestazioni e
cano concernente il cielu, l'inferno, i glo- le ossessioni diaboliche andassero sceman-
))i celesti e gli abitatori di essi. Egli lese do nel mondo in ragione inveisa dello al-
ve), o vogliam dire di quel superstizioso ne de'barbari, e negli ultimi tempi si è fat-
influsso vicendevole degrindinidui,giusta ta cosa rarissima tra noi. Non ci stupire-
una corrispondenza vera o supposta di vo- mo che in un paese di così poca fede com'è
lontà, d'immaginazione e di sensibilità. l'America del Nord nel suo complesso, i
Che queste tali dottrine sieno acconcie ad demonii acquistassero grande potenza". Il
infiammare la fantasia di tutti e special- p. Carrara nella Storia di Paolo 1/', lib.
mente del debole sesso, ò cosa lrop[)o ma- I i,§8. Contro le superstizioni, narra che
nifesta. Indi venne che ne'paesi [)rotestan- anco in quel tempo infelice demonii in i
ia moltissimi aderenti tra' seguaci tlclla parla di certa maga africana abilanle in
pretesa rifórma. lqInghillcrra,ncirAme- Trastevere, che voleva guarire colla sua
e
S U l' 8 U P -3
arie Cesare scllaro pontificio , die a un critici racconti il p. Carrara ritnarca, co-
liatlo divenuto cadaverico si credeva in- me allora era contaminala la terra dalle
demoniato, purché lesi concedesse il per- diaboliche superstizioni, da'fattucchieri
niessodi poterlo fare; dappoiché Paolo I V da altre superstizioni, alle (juali recò va-
co'nuovi salutari rigori da lui decretati lido rimedio il santo rigore di Paolo IV.
contro le superstizioni, 1' avea ridotta a Al piìi volle ricordato articolo Strega ri-
materia della Congregazione del s. Offl- portai le condanne e l'energiche provvi-
zzo, ossia deir//?<7/i/*/s;'o?2e,eIa maga n'e- denze de'Papi, contro le superstizioni, le
ra impaurita e si asteneva d'esercitare il divinazioni, i sortilegi, le slregonerie, con
richiesto diabolico ministero per guarire severissime leggi; contro le quali sonoot-
Cesare. Il p. Ghislieri commissario del s. timi preservativi i divozionali di cui par-
offizio e poi s. Pio V, non solo negò tale lai, sia tenuti in dosso,sia custoditi nelle a-
hcenza, ma fece carcerare la mago, e seb- bitazioni,ed in ispecie s^WAgnusDei bene-
bene non si potè provare che fosse stringa, detti, le reliquie de'ss. Martiri edi altri san-
per la sua pessima fama l'esiliò; indi rac- ti, l'acqua benedetta, le palme benedette,
comandò al p. Rossi l'infeliceCesare. Que- ec. Scrissero sulla superstizione: Paolo Me-
sti dopo essere stato esaminato dal reli- dici, Riti ecostumi degli ebrei confatali,
gioso, si trovò ch'era indemonialo, onde Venezia i 'j5i. Gio.Dattista Thiers, Trat'
il p. Rossi ordinò alla madre che si faces- tato delle supcrslizìoni,Vav\^\i6'jq; Trat-
sero indagini per la casa del derelitto suo tato delle superstizioni che riguardano i
figlio, ne'letti, nelle coltri, sotto i limita- sagramenti, Parigi 704. Spinei, De stri-
i
ri delle porte, ove i nialiardi sogliono na- gìbus yliomaeiG'jG.Vievaùs, De strigi ma-
sconderegl'incanlesimi, eDio permiseche garum, Piomae iSyS. Pietro Le Brun,
per caso sotto un mattone non lungi dal- Storia critica delle pratiche siiperstizio-
la porta si liovasseun pentolino sudicio se che hanno sedotto i popoli e imbaraz-
e polveroso. In esso si trovò un involto di zato i dotti, 1 75o; Raccolta di documenti
carte e di sordidi cenci; uu circolo di ca- per servire di supplemento alla storia
pelli bellissimi biondi come l'oio, con uu delle pratiche superstiziose, i 73 i ',Lettera
nodo niente stretto; ilue larghe corleccie per provare V illusione defilosofi sulla
o unghie di mulo; due penne di gallina verga divinatoria. Cavalli, Delle appa-
piegate a forma di triangolo; due aghi (it- rizioni ed operazioni degli spirili, Mila-
ti in un cuore di cera; un rilagliod'un'un- no I 765. Arte magica de spectri et ap-
ghia; alcune cicerchie e altri semi, .^el fon- paritionihus spirituj De valicin iis divìna-
do eranvi 3 carte piegate, nella prima del- tionibus, Lugduni Rat. lOTS. landa ou
le quali eravi rozzaniente la figura d'un la Superslilion,ronian historique, Paris
uomo trafìtto da due saette, che s'incro- 1 834. Civiltà caitolica,i. i o, p. 627: La
ciavano come la lettera X; nella seconda superstizione tra'caitolicijì. i i
, p.2 4, art.
8Ì videro scritti i 3 nomi ignoti, che si cre- 2; p. 1 56, art. 3.
derono di demonii; nella terza stava scrit- SUPIAO./^. Shpixo. Non va confuso
to: Cesare come qui sopra passerai, per con Supino comune dello slato ecclesia-
dieci anni in gran pena starai, oltre al- stico, di cui parlai nel voi. X WII, p.280;
tre parole inintelligibili. Questo magico ina siccome iS'fYJi/zo del regno di Napoli e
pentolino fu riposto in lui vaso [)ieno d'ac- già sede vescovile dicesi pure Supino, per
qua santa, e posto in luogo sicuro. Frat- incidenza dissi già sede vescovile il detto
tantoCesare passati o giorni si trovò per- i comune XXIII,p. 2C)3, e qui mi
nel voi.
fettamente libero, e da disperato e maci- correggo, dovendosi riferire all'allro Su-
lente ch'era di venuto, ricuperò la sua tran- pino.
C|uillilùellurìdc2za aulcriorc. Con questi SUPPELLETTILE SAGRA, Ó'///Jt'/-
74 s U P SU P
lex sacra. Arnesi della chiesa e aldi og- I dell 32, comequello che determinò che
gelti iiiseivieiiti alle funzioni ecclesiasti- i sagri vasi del calice e della patena, non
che, ornamenti della niedesitna, ed al cul- si potessero toccare che da'roinistri sagri.
to divino. Esse si comprendono negli U- Del meilesimo vocabolo in questo senso
tensìti safari [F.), Arredi sagri [^ .), Va- si servìSlrabone: Urbanus I Papaomnia
si sa grii^l^.), Parante mi sagri (/'.), Pan- ministeria sacra fecit argentea. E in tat-
nilini sagri (^.), Fesll sagre [f'^.). Il lii- ti si chiamò Ministeriali s , il Calice che
naldi negli Annali ecclesiastici ^ all'unno serviva a dispensare il Sangue di Cristo
293,n.''2, [)arla delle suppellellili de'cri- al popolo quando comunicavasi sotto am-
sliani in quell'epoca trovate al vescovo s. bedue le specie sagrameutali. Anche il
Cirillo, e consistevano nella (igura della Zaccaria, Onoinasticon rituale, alla voce
hbro degli alti apostolici, un tur-
croce, il Ministeriuni, la definisce: Vasa et instru-
ribolo terra, ima lucerna, due stuoie
ili menta potiora, et escaria, Ministeria o-
spiegate sulla nuda terra, una cassetta di mnia, scu supellectili sacrae ad Encìia-
legno nella quale tenevasi riposta la ss. ristiani cotificitndani, niensaeque dwinae
Eucaristia per comunicarsi secondo l'uso cullui destinatae, sacri vel sancii ministe-
di que'tempi, e che tali erano le masseri- rii nomea indiderunt. Di quanto riguar-
zie de'cristiani primitivi. Il Sarnelli, Let- da le suppellettili sagre non solo ragionai
lei e ecclesiastiche, t. 3, lett. i, tratta co- ne'citati articoli, ma in ciascuno di ipiel-
me lieve essere la suppellettile del vesco- li che si comprendono nelle loro moltepli-
vo.Ma propriau)enle delle suppellettili sa- ci pure dirò, che va-
categorie. Solo (jui i
gre e di chiesa, leggo nel lUnnart, Atti si ornamenti nuovi non ponno
sagri e gli
sinceri (ìe'prinii martiri dclluChiesa,l. 3, essere adoperati nella chiesa, se prima nun
questo vocabolo appresso gli scrittori sagri lio [f' .) coiue vuole anche il Zaccaria nel-
spesso sigiiillca un vaso destinato al s. Sa- VOnomasticO'i rituale. Pallio o Raziona-
gri/ìzio, ovvero al servizio dell' Altare. le lo chiamòeziandio Cancellieri ncWiìDe-
Consliluiijiii rninistcria sacrata non tan- scrizione de' tre pontificali, p. 104, ed è
gerentiir, nisi a niinislris sacratis, riferi- in questo senso che alcuni scrittori usa-
praumerale. iVou si deve confondere con lej e che presso greci il Camice fu detto
i
ce il popolo, usandosi pure quando si cora- mo sacerdote degli ebrei. E qui dirò pure
])arte la benedizione con ['ostensorio. Tut- del Supergenitale oStthgmitale o Subge-
ti i ricordatiornamenti o vesti sagre fu- miale,o Ipogonatio con vocegreca.orna-
rono talvolta appellatiSnperumerale, co- meuto proprio de'vescovi greci, e per pri-
me quelle che si >ovrappongono sugli o- vilegio l'usano anco sacerdoti, che de-i
le spalle. Infatti, trovo nel Magri, Noti- sacerdote sopra la tonaca di bisso indos-
zia de vocaboli ecclesiastici, aWu vocaSu- sava altra veste più preziosa e denomi-
perhunierale,i\iia\\iìcdlo VAniitto, e che nata ^««/cfl, del colore di giacinto, indi so-
alcune volte significa presso gli antichi vrapponeva ad esse la veste detta Sopra-
\oScapolare de'monaci detto pu-
scrittori umerale, perchè era sostenuta dagli 0-
ve pazienza. Anzi notai a Basilia.\e, per- meri o spalle, composta di due parli, una
chè anche diverse monache usano lo sca- delle quali pendeva avanti il petto, l'al-
polare, dissiche il loro sopramnerale era tra dietro la schiena: cpieste si univano
una sopravveste di lana senza ornato. In sopra le spalle con fìbbie ornate di due
favore del vocabolo talora appropriato al- pietie preziose, e si cingeva nella cinlu-
V Aniitto, arroge quanto ivi scrissi , cioè la, restando con essa coperta piii della me-
che anticamente si sovrapponeva sul ca~ tà del cor()o sacerdotale. Superava questa
mfce, e si assumeva dopo Wcingolo. IhMa- veste tutte le altre, sì per la materia che
grichiama ramiltu anche Huinerale, A- l)er l'artifizio con cui era tessuta. La ma-
naholagium , Àniholagiwn , Anagola- teria era di bisso di 3 colori, cioè di coc-
giuni, derivato dalla voce greca vestirsi. co, diporpora e di giacinto, a'cjuali era-
]Vola che aoticaoiente tutti lo portavano no aggiunte fila d'oro sottilissimo, onde
sul capo, come oggidì usano diversi reli- rendeva vista molto vagì, non inferiore
giosi, e poi lo pieg.ivaiio sulla pianeta; cre- alla preziosità della materia. Dl^^eDlonel-
de simboleggiarci con esso la corona di V Esodo, cap. 28, n.' G: Facitnt supcrhu-
spine del Uedenlore, o il velo col quale gli rnerale de auro, et hyacindio, et purpu-
quan-
fu coperta lafjccia nella passione, o ra, coccoque bis tincto byssoque retorta
do nell'incarnazione comparve sulla ter- opere poly mito. Circa la forma di tal ve-
ra colla divinità velata. Aggiunge che an- ste scrisse Filone, ch'era simile ad una co-
ticamente nella chiesa romana i' amitlo razza, ma ciò si può verificare perchè co-
df'cardinali diaconi era più slreltodi quel- priva il petto e In schiena, essendo per al-
lo de'cardinali preti, come ricavasi dal ce- tro molto dissìmìleda essa. Circa la qua-
remoiiialedel Duvanlria fiorilo nel i SiD. lità de'colori, e dell'oro in fili non raggi-
11 ceiemonicre Chiapponi, Acta canuiit- rati sopì a la bela, lua bensì sullilmente la-
76 S U P S U P
gliali da una lastra pure sottilmente spia- le, quanto le gemme del razionale, avea-
nata, il p.Booanni ne fa eludila spiegazio- no tralasciato tramandare il miracoloso
di
ne. Quanto all'ordine che la veste fosse splendore, essendo Dio sdegnato degli e-
fatta opere polyniilo, si spiega o che fosse biei per l'inosservanza de'suoi comanda-
tessuta inulùsfdis varioruni colorum,ov- menti. Il Sarnelli, Lettere ecclesiastiche
vero falla a rnaglia,o fatta in maniera che t. 3, lett. 26: Della stola abito pontifi-
non si congiungesse una parte coll'altra. cale, spiegando f|uella del sommo sacer-
Sopra le spalle del superumerale erano dote degli ebrei, la chiama tonaca di gia-
aggiunte due pietre preziose chiamate o- cinto, della dal libro dtìì' Ecclesiastico,
nieliinosj delie quali parlando Pluiio, di- Umerale, perchè era tonaca senza mani-
ce che hanno il colore bianco simile al- che e pendente dagli omeri. E benché il
l'unghie umane. Giuseppe ebreo le disse raedesì mo Ecclesiastico cbiam'ìStola san-
sardoniche^ e secondo Filone e la versio- ta il Suprautnerale, non si può negare
ne de'Seltanta si dicono smeraldi: erano che fosse sagrosanla la tonaca delta stola,
queste incastrale in oro, e in esse erano mcnlre il sommo sacerdote se senza di es-
intagliati inomi delle XII ZV/Z'/f, e si chia- sa si fosse accostato al santuario sarebbe
mavano lapides ruenioriales.OìUe queste morto. Riconosce anche Sarnelli, che col-
eranvi due anelli d'oro, a'quali si attac- la stola erano congiunti il superumera-
cava il Razionale o pettorale, misterioso le e il [)eltorale, ambedue ragguardevoli
ornamento, e si adattava alla lacuna o a- per le pietre preziose; quindi passando a
pertura lasciata nel superumerale stesso. ragionare dell' odierna stola pontificale,
Jl p. Bonanni riprodusse le figure del su- sacerdotale e diaconale,osserva che se non
perumerale a p. 28 e 54- Il superumerale è della stessa fn-ma pende pure dal collo,
fu dello anche Efod o Ephod, al quale ed è altreA un)ernle,essendo sopraumera-
articolo feci la d>stiiiiione di quello pro- le ad essa o la Pianeta o il P/V/Vz/e. Dichia-
prio del sommo sacerdote, da (pjello u- ra poi con Durando, Bona, INIabillon e al-
satoda'semplici sacerdoti. L'annalista Ri- tri che anticamente la nostra stola era
,
naldi, al l'anno 1
7, n.°2, parlando del la iS/o- ancora tonaca umerale, attorniata da una
la del sommo sacerdote, dice che ad essa gran fascia che serviva anco per camice,
eranocongiunli dueallri vestimenti chia- e dipoi introdotto il camice reslò la fJ^cia
raali Superhoiiierale e Pettorale, ambe- sola, e di tonaca umerale diventò colla-
due insigni per le pietre preziose. Intor- na o stola.
no a (juelle del ."riferisce Giuseppe, che
i SUP PLICA. F. Memori ale,Registra-
quando si sagri fica va quella che stava,
TORi, Spedizioniere, Rescritto. Quanto
sulla spalla destra, mandava fuori contro agli amanuensi e copisti che scrivono le
la sua natura tanto splendore che si ve- sup|>liche, ne parlai nel voi. Lll,p.3«4»
deva eziandio assai di lontano; meraviglia a Scrittura o arte dello scrivere, ed a
maggiore poi era che soleva Dio perle XII Segretario.
Gemme cucite nel Razionale, prenunzia- SUPRALAPSARI.Seltadileologi pro-
re le vittorie con istraordinario splendo- testanti, i quali per combattere gli erro-
re, onde tulio il popolosi rassicurava del- ri ile Manichei C^Oi facevano Dio auto-
l'assistenza e aiuto di Dio, per la qual co- re del peccato. /'. Infrìlassari.
sa i greci certificati del miracolo, chiama- SUPRASLIA (Supraslien). Città con
rono ilRazionale o Pettorale , Oracolo. residenza rescovile di rito greco-ruteno
I\Ia lo sle>so Giuseppe, nato nell'anno 87 unita alla chiesa cattolica nella Prussia
di nostra era e scritture di^WAnlicliiui giu- (A*.) orientale, soggetta immediatamen-
daiche, tiirermache già da 200 anni tan- te alla s. Sede. Ha la cattedrale dedicata
to la gejuuìa saidouioa del superumcra- allAnuunziazioue della D. Vei^iueedi
S U P SUP 77
s.Gio.T]!vangeIisìn,(li eleganlo firma, ch'è nuovo re Federico Guglieluìo III ricor-
l'unicn chiesa della cillìi; bensì nella dio- se alla s. Sede per l'erezione d'un vesco-
cesi, che uovera più di4o>ooo cattolici, e- vato cattolico di greco-ruteni uniline'no-
sislono 60 chiese parrocchiali. Vi è inSu- velli suoi stati. Onofrio Gaetano Szem-
praslia un monastero di monaci basilia- beck fi alello del vescovo di Plock oPlosk
ni, i quaU sono di aiuto al vescovo nelle fu incaricato di a.^segnare i limiti della
funzioni ecclesiastiche. Nel i553inSu- nuova diocesi, stabilendosi la sede del ve-
piaslia fu fjudata e riccamente provve- scovo nell'abbazia di Supraslia,abitala al-
duta l'abbazia del suo nome dall'arcive- lora da 22 basiliani.Pio VI, in quel tempo
scovo Ialino diRioviaconleGiuseppe Sul- diraorantenella Certosa di Firenze, tutto
tan, e dal non meno piissimo conte Ales- approvò colla bolla Siisceptam a nobls,
sandro Chodkiewic2,indi nel 5c)5 fu da- 1 de'6 marzo 79S (meglio 1 709 per quan-
i
mendatore, magnifico palazzo per abita- la quale leggo che il Papa ere.<se la chie-
pio coro, di un organo assai stimato, di tà comuni alle altre cillà vescovili ; di-
leggiadro campanile, e di vasto cimiterio ciiiaiò il vescovato esente dalla soggezio-
separalo dai sepolcro de'monaci, adorno ne al meliopolilauo, e immediatamente
di sontuosa cappeila.il 3.' smembramen- sottoposto alla Sede apostolica, coll'iden-
to della Polonia {l\) fu confermato dal tilà delle prerogaliveedell'immunilà de-
trattato de'i 4 ottobre 1795 in favore del- gli altri ve.scovati ruteni. A seconda delia
l'Austria, Russia e Prussia. Le due ul- pontificia disposizione sul capitolo della
time potenze acattoliche fecero a'novelli cattedrale, il re pi omise la fonilazione di
loro sudditi gravissime promesse di ser- due dignità e 4 canonicali pe' sacerdoti
bare inviolata, anzi di proleggere ia loro secolari, con assegnamento conveniente,
religione catlolica romana, come riportai e di mantener ia chiesa col palazzo ve-
ne'Ioro due articoli. 11 re di Prussia Fe- scovile: al vescovo si assegnò l'annua ren-
dii ico Guglielmo li ciò avea di giù pro- dila ili 4000
moneta prussiana. Pio
scudi
messo con lettere de'2 5 marzo 1793, e VI a'27 marzo 799 nominò e contérmò
I
!iedie ancor più solenne parola nel tral- I ."vescovo di Supraslia d. Teodosio Wi
t:ito de'25 del seguente settembre. Per slocki abbate del monastero e presenta-
ide 3. '^divisione della Polonia vennero in to d;il re, nato nelirSS della diocesi di
potere della Prussia la provincia di Bia- Premislia, uomo di altissimi mei ili, co-
lÌNlr.k e porzione della diocesi di Bresl, me narra il p. Theiner, J icende. dtlla
coll.i celebre abbazia di Supraslia.\ elea chiesa cnttolica di ameiidue i riti nella
ragione che si provvedesse a'bisogni spi- Polonia e nella Russia j però nelle No-
rituali degli abitanti, i quali pressoché tizie di Roma trovo che fu fatto vesco-
tulliseguivano ia chiesa catlolica di rito vo a'2 aprileiSoo da Pio VII, ciò deve
r>uleno[F.). Guidalo da senlimenli di e- intendersi per la promulgazione in con-
i|intà e mosso dalle istanze de'fedeli, ac- cisloio. Poscia pel trattalo di Barlensleiii
ciocchè non avessero a dipendere da've de'?G apriIci8o7, stipulalo tra ia Bus
scovi ruteni residenti liiori del regno, il sia e la Prussia, e dopo la pace di Tdsil
78 SUR S U S
de'9 luglio, fu dalla Prussia ceduto alla mondo Albrand e vicario apostolico di
Russia il dislrellodi Bialistok, onde l'im- Rouei-Rou, e lo è tuttora.
peratore russo Alessandro 1 soppresse il SURISTE o SURITA.Sede vescovi-
vescovato di Supraslia,giaccliè Leone Sa- le d'Africa nella Mauritiana di Sitili, sot-
redi Persia. Oricns dir. t. 2, p. C)5o. Nel- nisio, ed alla diramazione delle due stra-
l'articolo Maroniti dissi che nel suo pa- de del Monte Cenisio oMoncenis, e dei
triarcato vi è l'arcivescovo di Suro Ti- Monte Ginevra. E" pur sede d'un tribu-
ro, di quel rito. Inoltre Sura, Snreii, è nale di I." istanza e delle autorità della
un titolo vescovile in parlibus, sullo il si- provincia, piccola città mediocremente
mile arcivescovato di Gerapoli, che con- fabbricata, nia non manca di pregievoli
f-risce il Papa. Gregorio XVI a'27 mar- edifizi.La caltedrale.anlico edi(lcio,è sot-
zo 184G vi nominò mg.r Stefano Rai- to il titolo della 13. Vergine Maria, di s.
su s Sl}S 79
Giusto martire e di s. Mauro abhate.con tata in setteml)re. Il .suo territorio pro-
battisterio e cura d'anime die auiuìini- duce poco grano, ma molto vino, casta-
stra la 2." dignità del capitolo. Questo si gne e frutti, tra'quali primeggiano le bel-
compone di 2 dignità, l'ai cidiacono ch'è le poma di Susa che conservansi per più
la i/jil preposto la 2.^, di 1 i canonici com- stagioni in istatodi freschezza esenza per-
prese le prebende del teologo e del pe- dere sapore. Importante è l'educazione
nitenziere, e di altri preti e cbierici ad- della quantità grande de'bachi da seta, e
detti al servigio divino. L'episcopio è al- si trae del ferro dalle circostanti miniere,
quanto dislanlc dalla cattedrale, oltre la e dalle cave una pregiatissima specie di
quale non sonovi altre parroccliie, ben- marmo detto Verde di Susa. Scendendo
sì altre chiese, diversi sotlaiizi, due ospe- dal Cenisio per entrare in Susa, si vedo-
dali, seminario con alunni, e altri stabi- no rimasugli di baloardi e altri avanzi in-
limenti benefìci e d' istruzione, come il formi d'una rocca smantellata: (juesta era
reale collegio. Vi si conserva un bell'ar- la fortezza di s. Maria, chiamata volgar-
co trionfale di marmo bianco, eieltoad mente la Brunetta, e formava parte del-
Augusto dal re Cozio vassallo dell' im- le fortificazioni un tempo rilevanti per
pero romano, sotto la cui clientela egli cui chiudevasi col passo di Susa la poita
signoreggiava quella parte delle Alpi clie dell'Italia. Fu distrutta come piazza di
divide la provincia di Saluzzo, Pinerolo guerra unitamente a tante al tre per la pa-
e Susa,da Francia e Savoia, eche da lui ce fatta co'francesi nel 796, ed ormai so-
i
appunto prese il nome A' Alpi Coz/V, al lo resta a far contrapposto coll'arco roma-
quale articolo ed a Patrimoni della s. no che le sta a fronte, e colla magnifica
Sede, narrai que'che questa vi possede- strada che vi si apre tra l'uno e 1'
altra.
va pingui e D'ordine corintio e di
vasti. Può dirsi che qui si riuniscono 3 monu-
ottimo stile è l'arco, ma guasto e spoglia- menti caratteristici di 3 epoche memo-
to delle sue iscrizioni, le quali però so- rabili nella storia. Imperocché ricordate
no ri[)orlale ne' Ulonuuienla Jii^loriaepa- per essi ivi ricorrono insieme alla fmlasia
triae, t. 4» p- 1 5^ ' , o'e si legge che re Co- le pompose glorie delle arti, ({uelle delle
zio forse l'edificò per testimoniare la sod- conquiste presso la nazione che già ebbe
disfazione che avea provato per le vitto- l'impero del mondo, e le ostinate difese
rie riportale da Augusto su d'alcuni po- in secoli più recenti da un piccolo popolo
poli alpini più vicini a' suoi confini, ed guardiano delle Alpi, che vanta prodi
in occasione del passaggio di queirini|)e- guerrieri e tra gli altri illustri il celebre
ratore per le Alpi,mentre andò o ritor- caidinal Ostiense (1'.)^ oltre l'attuale in-
viaggiatori che rccansi a Torino. Vi si solo per cui si potesse tragittare non so-
trovano tuttavia alquante oilicine di co- himenlcdal Piemonte in Savoia, ma da
rami, hannovi luogo settimanali mercati tutta Italia in Francia, Spagna, parte di
di bestiami, td una fiera assai (lequen- Ccrmania e ln<^hiltcrra. Proseguiva a
8o S U S S U S
fjiie'tempi In strada por una valle piana no il duca e l.i duchessa
re e la regina, il
da Su'ia alla Novalesa, terra antica posta di Genova, ricevuti dal vescovo di Susa.
n pie dellMonte Cenisio, ma colà era for- Sixsn, Segusiiii/ì, antichissima e rino-
za il dislogare minutamente i legni e o- mata pel suo vetusto e già potente mar-
gni parte di essi caticare co'bagagli,e co- chesato longobardo, di cui fu capitale e
si tutte le merci sopra i muli, salendosi il perciò di quasi tutto il Piemonte (^^.),
monte oa piedi o a cavallo, o eziandio io per la situazione suddescritta, sopra i so-
portantina, sino all' ultimo piano o sua li antichi sbocchi fra l'Italia e la Francia,
vetta. Dal [ìiinto poi donde cominciava fu un tempo di grande importanza 'come
e principia tuttora la discesa, solevasi da piazza di guerra,e la chiave della nostra
molti calare velocissimamente a Lansle- penisola da quel lato; (|uindi fu spesso at-
boigo, abbandonandosi giù per l'erta chi- taccata e devastata nelle guerre diverse,
na in certe slille che un uomo solo guida- e immense rovine patì ne'passaggi me-
va co'piedi e col bastone sopra la neve morabili de'galli, de'carlaginesi,de'goti,
battuta. Allora molti inglesi risalirono de'vandaii. L'imperatore Costantino I,
stria. ha a
Nel salire si destra la profonda recarono. Narra Feronio, che Carlo Ma-
valle della Novalesa trascorsa dal torren- gno avendo nel 773 vintoDesiderio re dei
te Cenisio, poi al di là l'altissimo Roccia- Longobardi (Z-^.) e conquistato il suo re-
melone, in cima di cui è la piramide in- gno, ha gli altri governatori costituì due
nalzata nel 1821, che porta l'iscrizione marchesi per guardare passi della Fran-i
già ivi collocata nel i65(:)quando il duca cia dall'Italia, uno a Susa e fu Abone, l'al-
CarloEmanuele II vi andò in peilegrinag- tro aSaluzzo (^f^.) c\\\aayà\.o Portado,ain-
gioa una cappelletta,oggetto tuttora d'an- bi nobili francesi. Abone già si trovava
nuo concorso pegli abitanti delle sottopo- signore di molte terre da Novalesa sino
ste valli di Lanzo e di Susa. Siccome al a Torino, e possedendone altre al di là
cader delle prime nevi e peggio in prima- de'monti. Del marchesato e de'marche-
vera piombano d'ogni parte terribili va- si di Susa, molte notizie sono riportale
langhe, per soccoi rere i passeggieri Napo- ne' Monumenta suddetti, donde 1 ilevasi
leone I vi stabiPi e dotò una famiglia reli- che marchesato dipendeva dal regno di
il
giosa per ospitarli. Di essa, e di quella ce- liorgogna e perciò dall'impero; che al re
lebre e benemerita dell'ospiziodelGran s. Bosone nel X secolo si ribellò il conte di
I5ernardo,parlaiaSioxedaSvizzERA.A'22 Susa Olderico Manfredi, marito di Ber-
maggio 1854 fu inaugurata la strada fer- ta figlia di Autberlo credulo della stirpe
rata che da Torino riesce a Susa, com- de'marchesi d'Ivrea, fondatoredel mona<
messa e condotta a termine dall' inglese siero diCaramagna,che perciò strinse al-
Carlo Henfrey, il quale solennizzò tal leanza co'genovesi. Dipoi tentò di caccia-
giorno con gran feste e invili: vi si recaro- re dalla Moriana il conte Bcroldo sasso-
s e s S U S 8 .
no, cnpifano genernic e liioqntcnenletlel di s. Gregorio VII, (piando esso volle ca-
ifgnodi l>oi)^<i^n;i pel re lìosoiie. Gran lare in Italia, non gli accordò il passaggio
(lamio allies'i lèccio a Susa le sue iiile- the a condizione (Iella cessione di que'rag-
siine cliscorilie, e r ullimo suo incendio guardevoli dominii che descrissi nel del-
le arrecò quello giavissimo ilella perdi- lo articolo, e poi accompagnò il genero
ta degli archivi preziosi del inarcliesalo a Canossa, interponeudosi col Papa pel
e della casa di Savoia, onde riniangono suo perdono. Adelaide si compiaceva di
buie al di là d' Umberto I le origini del- soesiorna re nel l'antico Castel lo di A vi«lia-
ia nobilissima casa di Savoia (/'.), di cui na, ameno pe'suoi due deliziosi laghi del-
(juel conte di Moriana fu stipite. Egli nac- la Madonna e di s. Bartolomeo, e abbon-
que da Ceroldo già rammentato, princi- danti di buoni pesci. Dopo di lei parec-
pe sassone e nipote d'Ottone III impera- chi conti di Savoia dimorarono in Avi-
tore, clie riportò vittoria contro il signor gliana,e in uno de'Iaghi dipoi si affogò Fi-
(liStisa e suoi alleali a pièdeLAIonleCeni- lippo primogenito di Giacomo principe
sio, indi chiamali da Germania la moglie d'Acaia. Celebrata Adelaide per le sue
e il figlio Umberto I, fu cosi il fondatore pie fondazioni e religiose liberalità, come
di sua eccelsa prosapia, e solennizzando per la Lorenzo d'Oulx,per la
chiesa di s.
il loro arrivo con giostre e tornei. Trova- sua prudenza nel governo dopo la mor-
vasi alla sua epoca e sul principio del se- te d'Oddone, e per le sue qualità, mori
colo XI la città di Susa, porta e ingresso nel logi, ma dove fosse sepolta non si
della M\Iarca d'Italia, dominando suoi
I i sa di certo. Chi la vuole a Canischio nel
potenti marchesi come legali degl'impe- Canavese, chi nella cattedrale di Susa, e
ratori alla difesa delle Alpi, la contea di chi liualmenle in Torino nella cappella
glia ed erede dell'ultimoericordato mar- del Corpus Domini. Il Papa Eugenio III
chese Oldeiico Manfredi, divenuta già ve- fuggendo da Roma le persecuzioni degli
dova in prime nozze d'Ermanno duca di arnaldisli, in principio dclii47 licove-
Svev/a,poiin seconde d'Enrico di IMunfer- rossi in Francia, ove celebrò la Pas(jua
ralo, sposò (Jdone o Oddone figlio d Um- col re. Egli fece la via di terra, e passan-
berto l verso il Io3?,,o come vuoisi da al- do pel Piemonte arrivò a Susa accom-
cuni nel I o4t>. Questa diustre marcliesa- pagnato da molli cardinali, e dal conte
un, o contessa come la cliiainano diversi d\ vSavoia Amedeo HI, insieme al suo fi-
storici, portò alla casa di Savoia il retag- glioUmberto HI, quali due principi agli
i
la stirpe regnante de're diSardegna, duchi secusini, acciò servissero in p.irtealle spe-
di Savoia e marchesi di Susa, titolo che se necessarie al viaggio di Siria consiglia-
assunto allora tuttora conservano. Nel- to dal Papa. Quindi Eugenio III aven-
l'articolo Savoia celebrai Oddone, e di do asceso e disceso il .Monte di Ginevra,
piìiAdelaide per le sue virtù e saggezza, s'inoltrò per l'arcidioccii d'.Vmbrun nel
ed avendo maritato la sua figlia bei la al- Delfinalo, ed in Parigi accomiatò .\me-
riiiiperalore Enrico IV nemico acci rimo dco 111 che cou altri principi por tossi iu
VOL. I.XXI.
8?. S U S S U S
Siria. Fralfanto il marchcsnio di Sii(,a vendo repubblicani francesi occupalo
i
colla (il là sua rapitale sogiù le vicemle violentemente pure gli stati della s.Sede,
e i destini de'conli di Savoia, e soggiar- detronizzarono Pio VI e prigione lo con-
(|iie alle tenibili e desolanti fazioni dei dussero a Valenza di Francia. Il Baldas-
Guelfi e Ghibellini [F.), col resto d'Ita- savìyPkflazione (Ielle avversità e patimenti
de l'imperatore portò aspra guerra nei dotto a Susa, fermandosi prima al vil-
sa, e in quel fuoco perirono ricordali ar- i bergo d'osteria. Non lungi nella sua ab-
chivi. Allorché il nipote di detto impera- bazia di s. Michele di Chiusa vivea riti-
tore, Federico li, perseguilo la chiesa ro- rato il cardinal Gerilil, che ansioso di os-
mana e Papa Innocenzo IV, questi rifu- sequiare il Papa per l'ultima volta, dal
giandosi in Francia, a'2 novembre, altri commissario francese Cola gli fu dura-
dicono a' 3, per Asti giiuise in Susa, do-
I
mente negato, onde il Pap;i pure ne restò
ve trovò ad allenderloHcardinali,ancli'es- addolorato. Verso sera arrivò aSu>>a,ove
si temendo le insidie e la furia dell'im- la guarnigione era tutta piemontese e so-
peratore nemico. Valicate con loro le Al- lo ilcomanilante di piazza era f/itncese (è
pi, giunse a Lione a'2 dicembre, ricevuto vero che l'egiegio storico era testi njonio
con indicibile allegiezza e venerazione. oculare e accompagnò il Papa, ma poi di-
Susa rivide un altroPapanel i4iB,quan- ceche questo comandante era de'Saluzzi
do Martino V, do[)o il soggiorno di Gi- di Torino), ma manieroso e discreto, il
nevra, di che ripailo a Svizzeha descri- quale sollenlrò al Cola nell'ullizio di so-
vendo il cantone, a'3 settembre passò per prastante alle cose del Papa. Fuori della
Susa nel recarsi aTorinoeManlova, e allie- città attendeva Pio VI uno squadrone
tò colla sua presenza la città, regnando al- di soldati a cavallo, che gli tributarono
lora Amedeo Vili ."duca di Savoia e poi I gli onori militari, e tra molta folla di di-
antipapa FeliceFiìe\ 439, onde col resto 1 voli spettatori raccouìpagnarono sinoal-
de'suoi dominii Susa lo venerò come fos- l'episcopio.Quivi trovò alla porta per ac-
se stato legittimo Papa, scisma che finì coglierlo riverentemente, io abito prela- »
colla sua viituosa rinunzia neli449' ^ tizio il vescovo (ma il can.Bima dice ch'e-
francesi s'impadronironodiSusaneiiG^g, ra morto nel i 798), e i canonici con vesti
l'occuparono di nuovo per le guerre nei da coro, Papa venne condotto in co-
e il
torioAoiedeo ll,che fu poi il i.°re di Sar- scante n'ebbe pietà, e non ostante i con-
degna. Essendo la città assai ben forlifl- trari orduii ricevuti, facilmente concesse
caln,e come dissi difesa dalla fortezzaBru- di farlo fermare in Susa sino a'28, ma lo
netta, dopo la rivoluzione di Francia i avvertii che non a Gre/joi/c, come gli si
francesi calando in Italia invasero Susa, era fallo credere,ma aBriancon d'aspris-
e nel 798 ottennero il diroccamento del
I simo clima l'avrebbero portato: tullavia
propuguacolo, impiegando nella demo- poi ottenne il Pa[)a di andarvi. A'27 a-
lizione le braccia degl'itoliani diPiemon- prilePio VI die udienza di Su- al vescovo
te. In tal niodo fu annientala Brunetta sa con paterna amorevolezza, e lo stesso
tagliata nel vivo sasso e meraviglia del- fece con alquante al tre persone, ecclesia-
l'arte, destinata a proteggere Susa e gua- stiche e secolari, fra le quali il coman-
rentire l'Italia dalle galliche irruzioni. A- dante di piazza. Nel di seguente sollìando
s u s s u s 83
un vei'fo boreale e con pungente fietìtlo, spguenle Napoleone ripassò il s. Bernar-
]'io VI dopo udita In nicssr» fu colloralo do e s'impadrom di tutte le sue foltezze;
in poilniilina (sostenuta da 8 rolmsli por dipoi nel luglio i8()'T'.fu riuniloaFrancia,
tatoii oltre le mute) per valicare il Mon- e tacendo parte dell'impero francese,.Su-
te Cenisio, i prelati e la corte si accoi)- sa divenne capoluogo d' un circondario
ciarono sopra muli e cavalli. Giovò mol- nel dipartimento del Po. Indi nel 1804
to al Papa che il capo mulattiere gli die l'onorò di sua presenza Pio V 1 con 5 car- 1
ra l'arciprete con diversi sacerdoti, il qua- glio riseduto Susa e il Monte Cenisio, al
le cede la sua stanza e letto, edimostiò cui ospizio si fermò due giorni alfranto
ossequiosa premura per tutti, restando dalla Idtica del viaggio, ove veiuie rag
Pio Vi il 2 0) in Dui X, acciò i circostanti giuntodal cardinal Pacca; quindi fu tra-
comuni facessero aprire tra le nevi un sen- sportalo a Savona (/^.),da dove nel giu-
tiero, nel quale poi nondimeno il Irepi gnoi8i2 Napoleone I lo fece trasporta
dante corteggio dovette smontar da'niu- re a Fontainebleau, pel narralo nella bio-
li e cavalli per le frequenti cadute, nel- grafia. Perciò il l'apa ripassò per Susa,
le quali si ruppero le fragili suppellettili, e valicò di nuovo il disastroso MonteCe-
e sebbene camminavano tra nevi e ghiac- nisio, langiienlee febbricitante tra il sem-
ci, iu cui le gambe talvolta restavano se- piterno ghiaccio: dovette fermarsi all'o-
polte, pure per la fatica grondavano di spizio pel male di slrnngui ia, eil a'i J
es-
sudore. CosìPioVI tra la commozione del- sendo in pericolo ricevè il ss. Viatico da
If pietose e Hìcste popolazioni usci d'Italia nig.'I»erlazzoli,non l'estrema unrionr co-
I ultimo d'aprile, ed entrò iu Francia che nte scrisse il rispettabile storico Aitaiid.
«icoUc l'ultimo respiro del suo grande a- Tanti terminarono nel 8 4, resti-
strazi i 1
n uno.ìSell'istesso anno prevalendo gli al- tuendolo Dio alla sua sede; ce^sò la do
leati control francesi, li cacciarono daSusn mi nazione francese anche nel Piemonte,
V dal Piemonte, ma poi nella piimnvcra t .Susa litoinò all'ubbidienza dc'suoi le.
84 S V s SU S
La sede vescovile fu ere!ln, nel istnn- nati del più leggiadro stile di quel tempo,
Emanuele III, da Papa
za del re Carlo eseguiti in terra cotta, con un prcgievole
C\emcrAeX\\ coUahoWnQiiod iiobisvo- quadro del secolo XV offerto a s. Antonio
tis, de' 3 agosto 1772, Bull. Roni. coni. dagli abitanti di Moncalieii per pestilen-
t.4, p.47i5fo>"'"fi"do la diocesi e la men- za.Eravi anticamente unito un ospedale
sa vescovile colle abbazie di s. Giusto, o ricovero di pellegrini, servito per lun-
de'ss. Pietro e Andrea di Novalesa, e di ghi anni da fiati ospedalieri, cui succes-
s. Michele di Chiusa; eresse la collegia- sero i cavalieri gerosolimitani, ed ora la
ta in cattedrale, e la dichiarò suflWiga- commenda di s. Antonio èdell'ordine dei
Donici regolari d'Oulx alle falde del Mon- altare in onoredellaC. Vergine e de'santi,
te Ginevra, ed i cui preposti dichiarò ca- con l'assistenza del cardinal Imaro o Ic-
nonici della cattedrale di Torino, acciò maro vescovo di Tusculo, e di Guglielmo
più comodamente potessero mantenere arcivescovo d'Ambrun. Nel i4yEugenio i
l'osservanza religiosa,ed esercitare in qua' III a'i4 maggio in Losanna spedi la bol-
luoghi alpestri l'ospitalità verso i pf)veri la Pine posUilalio, presso i ricordati Mo-
passeggieri; il diploma si legge ne'citati unrutnla, p.3q7, in favore della piepo-
Aloniimcnla t. 2, p. 34 Oulx è un bor-
1 • situra di Oulx, alla quale confermò tut-
go, capoluogo di mandamento sulla de- lociò che in di versediocesi possedevo; mo-
Dora-Riparia nella valle omoni-
stra del numento interessante pel novero delle
ma; è ben fabbricato e vi si tengono fie- molte chiese delle Alpi marittime s'i orien-
re considerabili. Anticamente si chiamò che occidentali.e de'cardinali che se-
tali
Jìlartis Fanuin, Morùs Slatto o Oliitim, guirono il Papa nel viaggio. INe'medtsi-
ri'hsMartiriini. Si rese celebre perla sua mi Monumenta sono rammentali gli ab-
s. Lorenzoa piedi del Mon-
p. epositura di bati di s. Giusto, Giacomo de' signori Des
te Ginevra nella diocesi di Torino, e Ge- Echelles, già abbate della Novalesa; Si-
rardo divoto ecclesiasticoche la reilaurò, mone; Giacomo, uno degli esecutori te-
nel 060 fu fatto vescovo di Sisteron. Nel
I stamentari di Tommaso di Savoia con-
1 073 perla dedicazionedella nuova chie- te di Fiandra; Giovanni de l'OiioI, indi
donazioni Guigone conte d'AI-
sa, le fece vescovodi Nizza e abbate di s. Ponzio; Fi-
bon, Grenoble e del Viennese. I ca-
di lippo di Savoia, poi vescovo di Ginevra.
nonici regolari poco dopo stabilitivi dai Quanto a Novalesa, Novalicium , borgo a
vescovi di Torino, nel 1 1 1 g vi riceverono pie del ÌNlonle Cenisio, sussiste ancora un
Papa Calisto li, che eletto in Clugny ca- monastero di benedettini, ed eravi anti-
lava in Italia, con ogni ossequio; quindi camente la rinomata abbazia de'ss. Pie-
approvò la loro regola, e confermò quan- tro e Andrea, nel fondo più cupo di ro-
to possedevano in diverse diocesi, ema- mita valle. Ivi nel 726 il francese Abbo-
nando un breve contro il vescovo di iMo- ne senatore fondò il a.° monastero di Pie-
riana che loro avea usurpata la chiesa di monte, poiché il i.°era stato islituitoaRob-
s. Maria di Susa. Aggiungerò, che Calisto bio nel 612 da s. Colombano, e vi costi-
li consagrò la chiesetta gotica di s. Anto- tuì peri, abbate il ven. Gedone. Crebbe
nio di RinversopressoA vigliana,sul con- esso rapidamente in potenza e ricchezze
fine della provincia di Susa, bel monu- per donazioni di principi e signori, giun-
mento del medio evo, iu cui sono molti or- gendo i suoi monaci a oltre 5ou. Tale era
I
s u s S U S 85
ssccoli dopo la sua fondazione, quando i gnore francese, reduce da Pioma ov'era-
saraceni di Spagna annidati in un luogo siportatoa d ottener l'assoluzione di qual-
vicino a Nizza detto Frassineto, e soliti a che suo gran fallo, edificò sul monte Fir-
spingere da colà le loro scorrerie per tutte cheriano,per comando di Papa Silvestro
le Alpi, giunsero nel go6 alla JVovalesa, II del 999, quest'insigne abbazia, di cui
sncclieggiarono raljbHzia,e vi posero tutto ora rimangono solo in piedi pochi avanzi
a fiiocoesangtie. Da'monaci salvatisi allo- di cenobio, la chiesa di forma antica, ed
ra coll'abbate Dotiiverto presero origine un ampio scaIone,lungo il quale si vedo-
l'iibbaziadis. Andrea inTorino.ora chiesa no certi scheletri di monaci rizzali con-
dellalj. VergineConsolata,e quella diDre- tro il muro, e ben conservali per la pu-
nie in Lomellina. Ma non uien celebre ri- rezza e siccità dell' aria. I vescovi di Su-
mase intanto IaNovaIe.*a per lecronachedi sa si riportano dalle Notizie di Roma, e
cui eia stata la cullri, come per la consei- dal can. Biina, Serie cronologica àe\>e-
viizione praticata pure in tutti i monasteri scovi del regno di Sardegna e sono se- , i
benedettmi dique'preziosi avanzi di scien- guenti. PioVI fece I.' vescovo diSusa a'20
ze storiche e altre, cui l'Europa andò poi luglio 778GiuseppeFrancescoM. 'Ferra-
I
debitrice d'ogni sua dottrina, non che del ris di Genola di Tonno, che l'ospitò nel
restaurato suo incivilin)ento. Altra abba- 1799 e poco dopo mori. Restata vacante la
zia benedettina fu la Sagra di s. Michele, sede Pio VII la soppresse e nel i8o3 l'unì
che fu eretta sopra un monte quasi segie- a Torino, mentre n'era arcivescovo Carlo
galo e sorgente in mezzo alla valle di Susa, Luigi Buronzo del Signore,a cui nel 80 5» 1
e scosceso sovrasta al borgo di s. Ambro- successe Giacinto della Torre, che morto
gio, ove si vedono i suoi avanzi.E impo- neli8r4 fu governala la diocesi di Susa
nente la moledelle antiche fabbriche, cui dal vicario generalecapifolaredi Torino,
ripidissiiuosentiero conduce a stento dal Emanuele Gonetti. Quindi Pio VII colla
luogo di s. Ambrogio mentre una più , bolla B. Pelriapostoloriiììi principis,iìe.\
lunga via praticabile a' cavalli vi ascen- I 7 luglio 1817, Bull. Roni. coni. 1. 4, p-
1
allorché verso il 7'-3 calò dalle Alpi con ti suoi diocesani. GregorioX. VI nel 832,
i
1
per altri passi. E quindi fu che inoltra- mg.'' Pio Vincenzo Forzani di Mondovi,
to Carlo Magno, vinse poi e fece prigione già canonico pro-vicario generale di sua
Desiderio in Piivia sua capitale, distrug- patria, e consagrato in Roma;indi nel con-
gendo per sempre la dominazione longo- cistoro de'2 5 gennaio i
844 '<^ liasferi al-
barda in Italia. Quasi 2 secoli e mezzo do- la sedediVigevano,che paternamentcgo-
po Ugoncdi Monlboissier,ricchiS5Ìmo si- verua. Fiualmeutc GregorioX VI nel con-
86 S U S S U S
ci'>lorode'243p''''*^'^4^'^'cli'^>ò l'odier- me, ed infieritosene Diocleziano, la fece
ilo vescovo Gio. Antonio Odone d'LIville decapitare nel luogo slesso di sua casa e
arcidiocesi di Vercelli, canonico preposto nel solteiraneo, ove riposa il suo cor[)o;
di quella melropulilana, e poi arcidiaco- chiesa che il cardinal Riislicucci magni-
no i.\lignità, esaminatore pio sinodale e ficamente restaurò e abbellì. Il p. Far-
d (juale convertì in chiese la propria ca- Avan IV riunita a'suoi stali. Eretta in arci-
sa e quella di dello suo fratello, dopo il vescovato nel secolo XII, le furono unite
mai lirio della nipote e del di lei patire e le sedi vescovili di Torusk e Yeriaw. Si
propriofratellos.Gabino.il Piazza nel- conoscono i suoi vescovi N. che accompa-
V Jùiitrologio di Ronujj dice che la san- gnò a Kiovia Isidoro nuovo metropolita-
to pati il martirio per avere ricusato le no di quella chiesa; N. che sedeva sotto
nozze di Galerio adottivo dell' iu)pera- Giovanni BasilioII granduca di .Moscovia;
loie Diocleziano, e che da Serena Au- s. ^'ifonecheassislè alla coronazionedi De-
gusta fu persuasa a perseverare nel suo metrio nel 1498 granduca di IMosiCovia;
eroico proponimento. Il suo angelo cu- Ignazio che vivea nel secolo X\ II. O-
stode la preservò dagli attentali inonesti ricns dir. t.i, p. j3i6.
ih Massimiano associato all' impero, e SUSOS o TEOS. Sede vescovile del-
condotta a sagrificare a un idolo gli spu- l'anticaLidia, della i .'provincia dell'Asia,
lò in faccia; caduto perciò u terra il uu- uell'esarculu del suo nome, sullo la me-
s u s SU S 87
tropoli d'Efeso, la cui città fu eretta in ve- niicilio,anclie con assistenza eaiutoagl'iu-
scovato ne'prinii tempi dell.iCliieSi), chia- fermi elargiti dalle secolari Sorelle della
mata ancora Te/, Tuis e Thtrpolis,i\\ CUI Carila (f^-ìj nou meno di (juelli che con-
Coinniaiiville ritarda il princìpio della di* feriscono sussidii di Dote[y.) pe'maritag-
giiilà episc<ipale al secolo V.Si li. inno pe- gi alle Zitelle, e per le monacazioni alle
lò i seguenti vescovi iu prova di sua re- f'ergini che si vogliono consagrare a Dio.
mota aiiticliilà. Dapuo o Dafnn, coiiteiu- E qui noterò che anco la pia società del-
poianeo di s. Policaipo vescovo di Smir- le conferenze di s, Fincenzo de Paoli ( ^.)
ne che morì nel 11 secolo; IMassiuio si tro- soccorre i poveri e li visita, adoprandosi
va nel 3^5 tra i padri del i ."concilio ge- all' istruzione elementare e cristiana dei
nerale di JNicea; Gennadio era presente loro fanciulli: Gregorio XVM l'eresse cano-
Sisinnio di Smirne, le reliquie del (piale gni epoca indefessamente Papi e molli i
sono venerate a Torcello nella chiesa ili s. cardinali e prelati, non cheedificauti laici
Giovanni, come riporta Ferrari, ss. Ila- d'ambo i sessi, operarono per sovvenire
liae, 1 febr., i\jid. Le Quien, Oriens la reale indigenza, e insieme per eliminare
c/ir. t.i,p. 727. Al presente Susos o Teos, il deplorabileoziosoe pericoloso vagabon-
Tt-j'en, è un titolo vescovde in parlibus, daggio, piaga delle nazioni e presso mol-
delsimìle arci vescovato d'Efeso, che con- te quasi incurabile con funeste conseguen-
ferisce la s. Sede. ze , rilevando gli ostacoli a conseguirne
SUSSI Oli (Commissione). Benefica i- il pieno etretto. Quanto fecero per solle-
stituzioue dell'animo caritatevole e pre- vare la miseria, e l'ignoranza che suole
vidente di Leone XII (^ •)> *^^*^ eziandio accompagnarla, con salutifere e provvide
celebrai a Roma e in tutti quanti gli ar- disposizioni per alleviarne l'infelice condi-
ticoli che lo riguardano, per diminuire il zione. Così dichiarai le belle istituzioni per
triste, allliggente e immoralissiino vaga- la cura dell'infermità de' poveri, per la lo-
bondaggio del vero o finto povero dall'al- ro istruzione morale e religiosa, e persi-
ma città e metropoli del moudocaltolico. no per la difesa da'prepolenti;in tuttode-
La compose d'un cardinal presideute, di gne della sede e centro del cristianesimo,
I 5 deputali della commissione, di i 2 con- e della pietà e inesauribile carità roma-
gregazioni di carità distinte e regionarie, na sempre generosa, oltreché ne' Papi e
formate di 1 2 deputati detti prefelli regio- nella gerarchia ecclesiastica, nei diversi
nari, di deputati e deputate parrocchiali, gradi de'suoi abitanti. E tuttociò per se-
poiché divise in tali congregazioni tutte le guire i! comando del divino fondatore di
parrocchie di lloma: iu ogni parrocchia nostra ss. Religione, e pel quale fu emi-
poi stabilì una congregazione parrocchia- nentemente migliorata l'intera specie u-
le, coinpunendula del parroco e di due mann, inclusi vamente agli schia\i, di che
deputali parrocchiali, uno uomo e l'altro riparlerò aTniMTARi che saranno succes- i
vo povero, d'ordinario umile e vergo- n>a per motivi religiosi erano condotti al-
gnoso, colla sua esigente arroganza e in- V Ospizio della ss. Trinità de'ptllegrini,
sistenza indiscreta, ad esso in tutti i luo- dove un commissario dell'istituto di ca-
ghi toglie la più gran parte di quanto la rilù prendeva con esso gli opportuni prov-
carità de' fedeli, per corrispondere alle vedimenti. 1 questuanti romani si divise-
divine ingiunzioni, contribuisce per sol- ro in 3 classi: i poveri assoluti e que'clie
levare l'indigenza languente. Tale prov- per naturali imperfezioni o per cadente
vido consiglio si ridestò nel nostro seco- salute non potevano lavorare; poveri re- i
Io nel glorioso Fio VII, il quale, come lativi, che lavorando traevano un gua-
accennai all'articolo Povero ed altrove, dagnoinsufllcienteal viverloro edellelo-
per estirpare o almeno diminuire sen- rofamiglie; ipoveri viziosi, che ripugna-
sibiln)enle la pubblica e petulante roen- \ano di lavorare. A'primi si dovea prov-
dicilà, appena reintegrato de'suoi domi- \edcre in tutto, a'secondi a misura de'bi-
iiiilemporali,trovando che l'amministra- sogni,i terzi si doveano correggere e obbli-
yione fiancese avea raccolto i questuanti gare al lavoro. I mezzi economici co'quali
nel monastero di s. Croce in Gerusalem- sorgeva quest'opera erano 5o,ooo scudi
ineenel palazzo apostolico Lateranense, che dava l'erano pubblico, e le private c-
jna che tutta volta la città era piena d'ac- lemosine che si sarebbero raccolte da e-
cattoni veri o simulati, divisò di porre in sattoria ciòdestinati, da'parrochi, ila'pre-
\igore gli ordinamenti del gran Sisto e V dicalorie dalle casselle perciò poste in al-
del benchccntissimo Innocenzo XII. Per- cune chiese; di pilli notari doveano ram-
lanto con notificazione del celebre cardi- mentare alla pietà de'lestatori l'assegno
iialConsalvi segretario di statOjde'sGmag- di qualche soccorso. Le massime fonda-
j^io 1 8 i6, comandò che tutti i questuanti mentali dell' opera erano, il non aver af-
si presentassero al chiostro contiguo alla latto reclusorii,essendoci in Uoina nume-
chiesa di s. Maria degli Angeli sulla piaz- rosi ospedali e case di ricovero, ed essen-
jiubbIicobene,e conseguenza de'loro stu- Spii iloc \' Ospizio apostolico dis. Uliclie-
fato nell'opuscolo: Piano ddl'ìslituto gè- fìncliè poi lutti conoscessero il modo col
ìierale delta Carilàe sua /4ppendice,l\.o- quale si dispensavano i soccorsi dall'isti-
jnai8ic). In seguilo del quale gli accal- luto, questo ogni G mesi rendeva conto,
toni iòrcslieri dovevano da mg.' gover- 1 reclusorii quindi di s.Crocee Lateranen-
jiatore di Roma inviarsi alle loro patrie, se si doveano disciogliere, e furono lia>f"e-
tosìquellidclloslato pontificio,maconun riti neli8i8 ncìVIslituto di carità, che
fusfcitlio pel viaggio, eccettuati quelli che poi Leone Xll chiamò Pia casa d'inda-
du lungo tempo erausi fissali nella città siria^ ora Ospizio di s, Diaria degli Jn-
s u s S U S 89
geli (f^.) nella piazza di Termini: cioè vi ^/7/jrt.?. Adunque Leone XII col chirogra-
si collocarono i poveri privi di sussisten- fo stabili la commissione composta d'un
za, portandosi agli ospedali griiilernii di cardinale per[)residenle,di8 (nendjri che
inalatlie di carallere. Al pio islilnlo fu- furono il tesoriere, l'elemosiniere, un u-
rono preposte 3 congregazioni : la prin- ditore di rota, due altri prelati deputati
cipale, la direttiva, la prel'etloriale. Lai.' il primo de'sussidii, il 2.° qual presiden-
componeasi di cardinali e prelati, e si a- te della suddetta pia casa d' industria, e
dunava per la revisione de'conti e l'esa- tre altri soggetti, e di un segretario, cui
me delle provvidenze prese dalla congre- nominò lo stesso uditore di rota mg.r Co-
gazione diretti va. La a.^clie propriamen- simo Corsi ora cardinal arcivescovo di Pi-
te reggeva l'opera, formavasi di prelati e sa: l'incaricòdi compilare lo stato di tut-
deputali, ecclesiastici e laici, ed eia pre- te le somme che si erogavano per pub-
sieduta da mg.r vicegerente. La 3." si di- blica beneijcenza dalla Dataria, Segre-
videa in tante parli (juant'erano le pre- teria de' BrevijCainera A postolica,Lolti^
fetture ecclesiastiche della città, e si f'or- e qualunque altro istituto benché partico-
n^avano da'pairoclii, da'depulali e dalle lare;quindi si formasse una soia cassa ge-
dame di carità. In breve, le benelìche in- nerale detta de'sussidii, onde una fosse la
di carila come loformò Pio VII durò o i sciati a istituti di carità e luoghi pii, ec-
anni, (piando il successore Leone XII sti- cettuati quelli di estere nazioni, per dar-
mando che meglio si raggiungesse lo sco- li secondo il disposto de' leganti. Inoltre
lio, se tutte le beneficenze si unissero in nellamedesima cassa doveasi versare l'im-
un sol centro, formò la Commissione dei porto de'dazi diretti e indiretli imposti a
snssidii, tuttora esistente, e dichiarando- benefìzio de'poveri, le limosiue de' testa-
ne presidente il cardinal Tommaso Ria- tori, quelle raccolte nelle chiese,nelle bus-
rio-Sforza, gli diresse il chirografo: Es- sole destinale o nelle prediche, il ricava-
sendo uno de'pili sagri doveri, i\&'i'] feb- to da'pubblici spettacoli dati a favorede-
braio 1826, Indi a' 16 dicerabreemanò il qualunque altro sussidio.
gl' indigenti, e
tà di N. S. Papa Leone XII per lo sia- nuissero che secondo i bisogni, e restasse
hilimenlo della Commissione de'sussidii, sempre un soprappiìi per casi imprevisti.
ed Istruzioni per i deputati parrocchiali, Dovea egualmente prendere ad esame
Pioma i8?.G. Tutto fu ristampato nella tutte le pensioni concedute gratuitamen-
Raccolta delle leggi e disposizioni ^ pub- te, levarle agl'immeritevoli, assegnarle ai
blicata sotto Gregorio XVI, t. y.p. 2?.3 degni, dovendosi la grazia firmare dal Pa-
ese^.ieoeì Bull, liom. coni. t. iG, p.4oa, pa. Inuna parola sussidii a domicilio si
ì
e 1. 1
7, p. 1 6, mentre a p. 27 si riporta il doveano stabilire in maniera,chegumgcs-
hvcvcIVihilprofecto,de' ^gennaio 1827, 1 scro a tutti i poveri specialmente vergo-
/Impliaùo donationis favore puellarum gnosi, esommiuisliasscro mozzi per lavo-
rccciHarnm in domo udTIiennas Dioclc rare agli accattoni, i quali alfallo si prò-
i
90 S U S s u s
scrissero. La commissione adempì pun- tà, durano in ufTizioG anni. Tutta la cit-
lualaienteairincaiico, pi esentò al Papa il tà èdivisanonne'i4 Rioni, ma ini 2 par-
ririullato delle sue discussioni, e fu quindi ti, che con l'aulico nome romano si dico-
da Leone XII segnalo il citato moto-pro- no Regioni, ed ogni regione è divisa in
ligione non servisse di pretesto all'ozio, gli perciò prelèlli regionari. Tutti questi pre-
slessi pellegrini non potevano limosinar stano gratuitamente ro|)era loro carita-
pubbliciuucnle, ma doveano raccogliersi tevole. Ogni regione poi ha un segreta-
iiegl'istiluli loro assegnali. Le case reli- rio e ui) bidello salariati, e la commissio-
giosedovennsi [)orredicoi»cerlocolla nuo- ne ha la computisteria e segreteria cen-
va commissione per distribuir più van- trale con pili ministri egualmente salaria-
taggiosamente i sopravanzi della loro li da qualche anno esislente nell'edifi-
(e
mensa. La nuova commissione de'sussi- zio del Munte di pietà, mentre il magaz-
diiLeone XII la formò di i5 soggetti: di- zino de'sussidii in oggetti è situato in via
chiarò presidente lo stesso cardinal Ilia- di IMonserialo). Le congregazioni parroc-
lio-Stbrza, e per deputati i prelati teso- chiali e regionarie, e la commissione, so-
riere generale, l'elemosiniere pontilìcio, gliono adunarsi una volta il mese. soc- I
due uditori di rota, altro prelato, il pre- corsi che si accordano sono personali, e
sidente della pia casa d'industria, 3 ca- siccome procedesi nel concederli previa
nonici e pe! regnantePonledce ch'era
i ."il visita domiciliare e con opportune inda-
presidente dell'ospizio apostolico, un allro gini sulla condizione del sussidiato, essi iu
tà ili Roma, 1. 1 , cap. 1 9, tratta della com- dinari, urgenti. Isussidìi ordinari o "ior-
missione de'sussidii,e d;i il seguente suo nalierisonoindenaroesi concedono tem-
slato a quell'epoca. La commissione dei poraneamente per G mesi; se continua la
sussidii si compone d'un cardinale presi- condizione bisognosa del ricevente, si pro-
dente ei5 membri, cioè il tesoriere ge- roganoa più lungo leinpo.Gli straordina-
nerale, l'elemosiniere del Papa, un depu- ri si dividono in sussidii detti d'una sol vol-
tato che f.i le funzioni di segretario dell, ta, in sussidii dotali pure in denaro, e iu
commissione, e altri 12 de|)ulali prefelli sussiilii in oggetti che sono cose di vestia-
regionari che presiedono alla distribuzio- rio, letti, fascie per bambini, cinti, ordi-
ne dc'sussidii nella città. 1 deputati della gni da lavoro. Questi oggelti fabbricansi
commissione, nominati dal Papa e scelti ipiasi tulli tìtiìi' Ospizio di s. Marta de-
parie uclla prelatura e parie nella nubil- i^li Angeli, %\ marcano cou bollo, uè poa-
s u s SU S 91
no vendersi o comprare sollo pena di i o la precisa osservanza)<'>Art.7. Il caidinal
giorni di carcere e della perdila delToq- presidente ci darà conto diretta mente ino-
gelto. I sussidii urgenti sono altresì in de- ijuisetlimanadcgli alf-u'i relativi all'azien-
chialianaloga supplica, diretta al cardi- pra la cassa generale, a quelle persone che
nal presidente. Il deputato o la deputa- giustificherà meritevoli di tali liguardi;
ta, secondo il sesso de'poveri ricorienli, ed in questo caso il cardinal presidente ne
li visita, verifica l'esposto nel memoria. farà relazione a Noi, e la grazia dovrà es-
le,e ne fa relazione alla congregazione par- sere segnata di Nostro pugno. Art. 83. O-
rocchiale o direttamente al prefetto regio- giiicongregazione regionaria discuterà e
nario. La concessione de'sussidii urgenti formerà dentro il mese di novembre di
e in oggetti è in facoltèi del prefetto. Le ciascun anno il conto generale preventi-
altre specie di sussidii si discutono nella vo delle rendite e spese dell'anno futuro,
congregazione parrocchiale, la quale tra- sull'appoggio delle spese dell'anno ante-
smette alla regionaria le istanze col suo cedente, tenendo a calcolo tulle le osser-
parere sulla qualità e quantità del sussi- vazioni proposte ne' preventivi delle di-
dio. Esaminale nuovamente le domande verse congregazioni regionai-ie, e in quel-
nella congregazione regionaria, il prefet- le degli amministratori de'|)ubblici sta-
to presenta quelle de'meritevoli alla com- bilimenti menzionati nell'art. 80. Alt. 84.
missione cui spelta approvare le conces- Questo conto preventivo sarà a Noi pre-
sioni proposte. Altri soccorsi si accorda- sentato dal cardinal presidente della com-
no ancora dal cardinal presidente diret- missione. Art. 86. Dentro mese di mar-
il
tamente o per mezzo de' parrochi, fra i zo di ciascun annoia commissione forme-
«juali si comprendono le casse, mortuarie rà il bilancio generale delle rendite e spe-
per seppellirei poveri. Finalmente a mez- se dell' anno antecedente, che accompa^
zo della commissione de'sussidii sono pa- guaio da un rapporto relativo tanto all'e-
gate certesovvenzioni fìsse o temporanee conomia, quanto a'buoni elfetli prodotti
ottenute con rescritto del l^apa, mensili nel costume ed educazione [)ubblica dal-
operletre aimue fe-ilivilà di Pasqua, As- lo zelo de'depulati della commissione, e
simta e Natale. LeoneXIl volle che nelle ili tulli gli altri componenti le congrega-
dicità e il modo di porvi rimedio, ordi- che possa coll'andar del lem[)o introdur-
nando al bisogno relativo i soccorsi; che visi, sarà sottoposto a Noi dal cardinal pre-
lacommissione facesse rapporto al Papa sidente dentro i primi giorni del mese di
sull'andamento dell'economia, sui buoni aprile per la Nostra sovrana approvazio-
clfetli prodotti dalla distribuzione dell'e- ne, e per le analoghe provvidenze". Os-
lemosine, sul costume e sull'educazione serva il cardinal Morichini,che lacommis-
del popolo, sul zelo de'depulati, in som- sionede'sussidii negli anni i827 e 1828 di-
ma sopra ogni cosa che riguardasse il per- stribuì 648,1 20 scudi, come si ha d.i'Z?(-
fi'zionamento morale ed econotnicode'po- lufìci stampati in tali anni dal cardinal
come ricavo dal
veri. Prescrisse quindi, presidente,cioè324,o6orauuo,nellacjual
motu-proprio(c G regorio X V ne esigeva I somma si comprendevano 72,000 agli u-
92 S U S S U S
spedali, 35,oooairislituto che allora chia- nella popolazione di i54>632 individui,
iDavasi pia casa cVindtistria, 6000 airZÌ"- lelamigliesussidialec[uolidianamente fu-
lernosìneria apostolica {^•), e cos\ altri rono 3855, per scudi 72,758; gl'indivi-
assegni ad alili luoghi di beneficenza, im- dui sussidiali mensilmente 375, per scu-
perocché in quegli anni tutto era riunito di 3, I2();
i sussidii nelle 3 festive ricor-
i
nella commissione. In seguito si tornaro- renze dati a 1046 individui, per scutli
no a dividere l'elemosine, e le casse della 48o3, ed ad urgenza somma-
i sussidii
Dataria, de Dre\'i e de' Lotti [f^.) diero- rono a scudi 35io;in oggetti dislribuiti,
110 direllameute a'poveri i loro soccorsi, scudi g2o4; in sussidii dolali, scudi 73o;
come per l' innanzi. Tranne questo, nel in sussidii per una sola volta, scudi 4o32;^
rimanente restò fermo l'ordinamento di l'importo de'prowisionati ascese a scudi
leeone Xll <|iinnto alla sua forma orga- 4 104 e le licognizioni 120 totale delle :
nica e modo di tlislrihuzione de'soccorsi, somme, scudi 9,, 388. In esse non si com-
1 1
la (jiude esseiuhj basala sulla verifica do- presero i sus>idii dati con rescritti del Pa-
miciliare del povero, è il meglio che pos- pa e del cardinal presidente, la spesa del-
sa farsi. Ma l'estirpazione dell'accallonag- le Scuole di Roma (^.) regionarie e del-
gio straniero e locale fatalmente non si le casse mortuarie, la spesa del ministe-
raggiunse , ed ora per la condizione dei ro e dell'uHizio centrale, le quali tulle u-
tempi aumentato in proporzioni spa-
si è nite a ciò che si eruga per l'ospizio ili s.
ventevoli, ingombrando vagabondi dei i Maria degli Angeli, esaurivano l'intero as-
due sessi tutte le strade, petulando insi- segno annuo della commissione. Il cardi-
stenti di porla in porla, e sturbando e- nal presidente della commissione de'sus-
ziandio nelle chiese il raccoglimento dei sidii distribuisce inoltre 3o,ooo scudi au-
fetidi. Nel 1842 la commissione ile'sussi- nui per cause pie, derivanti dalla cassa dei
dii, rifcirisce il cardinal ìMorichini , avea lotti, i (juali furono permessi a condizione
172,1 45 scudi annui dall'erario, a'quali che il profitto, detratte le spese deirmi-
si aggiungevano circa scudi 1000 prove- presa, si desse a'poveri e nel modo che con
nienti da'decimi sui rescritti graziosi, da qualche dillusione riportai nel suo arti-
lascile testamentarie e legati pii, da'pub- colo. Ed è perciò, che con ordinamento
blici spettacoli per le serate a beneficio dei stabilitoda Gregorio nel 836, po- WI 1 i
poveri, dall'elemosine delle cassette poste veri danno le loro suppliche a'parrochi,
in diversechiese, dalle prediche e da'nuo- e questi al cardinal presidente, il qualesu
\i cardinali. Laonde, tranne ricordali i tle- di esse fa i rescritti, ed i petenti in giorno
cimi, la lassa della de'zampetti in favore ileterminato vanno a riscuotere l'accor-
deli' Ospizio di s. Maria degli Angeli, il dalo soccorso nel Monte di Pielà:così veii •
mezzo baiocco imposto sopra ogni giuo- nero sussidiati circa 1000 individui pero-
cala de'lotli.che per Roma rendeva an- gni mese. Una parte della suddetta som-
nui scudi i^fioo, non si gravarono ric- i ma de' lotti è data alle ricordate scuole,
chi d'alcun peso per alimentare i poveri, altra impiegavasi per le spese necessarie
come si pratica in liighillei ra. La della pel deposilo di mendicità al Colosseo. Di
ilotedella commissione de'sussidii si ero- questo all'articolo Povero notai, che Gì e-
ti e delle spese pel uiìuìslcro; risulta che sero prcbculaisi alle prcsidcuze regiona-
S L S S L .S ()3
ser visilnti da'professori sanitari per giu- sinodal i 83 i avea leintegrato il cardinal
dicare s'erano abili a qualche arie. Gl'in- Tommaso Piiario-Sforza della presiden-
validi riceverono una patente e una me- za, e promovendolo indi a legalo aposto-
daglia da portarsi visibile onde essere au- lico d'Urbino e Pesaro, neh 83 7 nomi-
torizzati a questuare: i validi se stranie- nò presidente il cardinal Luigi del Dra-
ri furono rinviali alle proprie patrie, ed go (la cui biografia scrissi Ira fl/aggior' i
trawentoii si punirono: lar.^ volta con ce ])u\ e presidente della commissione ani-
prigione, pane e acqua, recidivi con pe- i ininistratÌK'a de' lavori di pubblica bene-
iiepiìi gravi. Perciò si npi'i il detto depo- jftcenza,t\e'([Uiì\\ ragionai ne'vol. LV, p.
sito di mendicità al Colosseo, per riunir- 18, LIX, p. 61. Avendo rinunziato nel
vi quelli die accattavano senza permes- I836, il Papa conferì la presidenza al car-
so; gli uomini erano se[»arati dalle don- dinal Mario IMaltei. A questo porporato
ne, lutti e ciascuno ricevendo 24oncie di nella micidiale e ricordata pestilenza fu
pane e una minestra, e per dorniire il pa- afi'idata la speciale vigilanza delle com-
glione e la coperta di lana. Ivi restavano missioni regionarie sanitarie pe' colerosi,
tempoiaiieamenle, finché non partivano e molto con zelo si allaticò in quella pub-
per le loro patrie se forestieri, o impie- blica calamità. Nel seguente anno j838
gati alle arti o in altri modi se lomani. persuase Gregorio XVI aH'appIuuilila i-
vole; alcuni custodi e soldati li sorveglia- di scuola e istruzione di sordi e muti d'am-
vano. Quanto a'cardinali presidenti del- bo i sessi in s. /Ilaria degli Angeli, così
la commissione de' sussidii, il cardinal dello per essere collocato adiacente al-
Tommaso Riario-Sforza tieWe Notizie di romoiiimoO>p/s/o(chepel Papa, pel car-
Roma lo trovone'ponlifjcatidi LeoneXIl dinale e pe'fralelli delle Scuole cristiane
e Pio Vili ìniìloìalo: Presidente dell'ani- tanto fiorì), di cui pure era presidente co-
mìnislrazione e della distribuzione de' sus- me presidente della commissione de'sus-
sidii carilalii>i, e nel i 859 fu da Pio VI 1 1 divenne ancoia (\e\\' Istituto dei
sidii, e lo
dataria e de' brevi corrispondessero alla gnole poi vescovo di Sabina (delle bene-
commissione de'sussidii , e come regolò ficenze di cui fu largo a quella diocesi ri-
ì' Elenio sineria apostolica. D\ piùPioVIII parlai nel voi.LXIII, p. 3 1). Nevol. L, 1
to interni, con notificazione che leggesi gnole, di questo gliene conservò la presi
nel f.i, p. yo della citala Raccolta delle (lenza. Alla medesima romana magislra-
leggi: Che i caritatevoli soccorsi diesi pa- liiia il Papa attribuì indire la piesideu-
f)4 'S u s 8 U S
zadclln commissione (le'lavori di pnhljli- ne de' sussidii nuovamente quella dell'i-
caljencfìcenza; nonché II- spezierio, i me- stituto de* sordo-muli, nella pei<«ona del
dici, i chirurghi, gii osteti ici e levatrici, cardinal IMaltei, e per sua cura ebbe luo-
le scuole regionarie, togliendoli dalia di- go quel saggio che celebrai a Sordo-Mu-
pendenza dell' hlcmofìimere del Papa. to. Divenuto il cardinal IMaltei sotto de-
Quindi nel 8'> dichiarando Pio IX pre-
i i cano del sagro collegio, ed a' 23 giugno
sidente de'sussidii l'encomiato cardinal 1854 ti il vescovato subuibicario di Fra-
IMaltei, gli restituì lutto il concesso alla scati trasferito a quelli uniti di Porto e s.
il decreto genei ale della s. congregazione hanno in cura il sesso femminile dell'o-
dell'indulgenze, che Papa Pio IX appro- spizio di s. Maria degli Angeli e de'sor-
vò, per lucrare le indulgenze anco sor- i do-muli, di loro avendorifalla onorala
do- muti, sebbene è prescritta la condizio- menzionenel vol.LXin,p. 1^. Nelle No- 1
ne delle preghiere vocali, e ciò ad istau- tizie di Roma del 1 8^4 si riporta la Cnni-
ra del cai (linai Brignole. Pertanto Fu pro- niissione. de' sussidii composta del cardi-
posto a detta s. congregazione il dubbio: nal presidente, di 6 deputali, cioè un u-
Ànelqnoniodo suvdo-niuli supplcre va ditore di rota e segretario, <leirelemo>i-
leanl inipolentiae, qua delinentnr preces niere, di due altri prelati, e deminislri
recilandi prò iiidulgenliis acnuirendis in- delle finanze e de'Iavori publici;di 1 7. ile-
dire judicaverinl. A'aS giugno 853, per 1 vano a' Concila e Sinodi, riscuotevano
la morte del cardinal Uiignole, che de- un certo diritto per supplire al le spese che
plorai nel voi. LXllI, p. ^5, il Papa Pio I perciò incontravano, qual diritto c\i\n-
3, cap. 2 1. Questo cnnonisla, con molli rupi fia le quali è scavata la strada sono
altri, appoggialo alle diirerenli autorità di tufa color lionato ,
tagliale a picco e
del diritto, stabilì:!.^ Che il vescovo ed i vestile di vigorosa vegetazione; retfello
prelati superiori, col parere del loro ca- viene acciesciuto da'sepolcri sulrini, che
pitolo e della loro coninnità,hanno l'au- le forano, ora disposti in ima linea, ora
torilà d'esigere in caso di necessità il sus- in due, una all'altra sovrapposta, e vero-
sidio caritatevole da quelli che sono loro similmente formarono già ne'lempi etru-
soggetti; 2.° Che quel sussidio non è fi';- schi la necropoli sutrina, e quindi furo-
satOjnia che dipende dalle circostanze;3." no convertili in rifugio de'primitivicii-
Che il Papa può esigere quel sussidio da stiani, altri che desciiveiò. So-
o negli
tutti gli ecclesiastici e da tutte le chiese; no questi sepolcri molteplici, vari per la
4.°Che cardinali hanno
i il medesimo di- grandezza, per la forma e per la decora-
ritto nella estensione de'loro titoli, ed i zione ricavata dal masso stesso, incavati
legati nelle loro piovincie; 5." Che i pa- nella pietra, ornati di pilastri e frontoni
triarchi, prim;ili,gli arcivescovi
i non han intagliali senzaombra d'intonaco e di co-
no questo privilegio nella estensione dei struzione; essi investono per quasi un mi-
luoghi di loro competenza, perchè non glio i colli che precedono e coronano la
hanno che una maniera di giurisdizione città, la quale si presenta in magnifico
sante, come le spese perle bolle e la consa- sloriche cìedmlorni della città di Nepi,
grazione,i debili falli dal vescovo perilife- cioè del Feii etrusco, di Fa Ieri i antico
sa della sua chiesa,ovvero perla causa co- e de'liioglù e città ad esso soggette, To-
mune della diocesi, o per viaggio di estre- di 1
847, cap. 6: Sutri città della Penta'
ma necessità alla curia diRomajec.;^.' Che poli etrusca nel territorio Falisco. Il sa-
il sussidio non dev'esseie pagato che dagli cerdote d. Paolo Bondi, Memorie stori-
vernatore residente, lungi circa 28 mi- Francesco all'est. Questa grossa nave si
glia da Roma, essendone Nepi quasi So vede come sbalzata sopra d' un rilevato
dalla stessa capitale, e da Sutri 7; situa- scoglio di tufo da ogni parte faglialo a
la inclima dolce,alquanlo umido nell'in- per[)endicolo, che le forma un basamen-
verno, mediocre nell' eslate, sorge fra* toquanto stabilealtrellanlo forte,e som-
monti Cimini.Dopo Monte Rosi e un mi- mamente opportuno per la fortificazio-
glioprima d'arrivarvi, la via che cundu- ne della cillà, in caso che avesse bisogno
96 S U T S fj T
di trarne pnitifo. Sopra Io sroj^linè nn pa- con delle fici e delle figure che
trusoo, si
liipello di muro co' inerii hastanlenicn- tengono per mano, e una col manto in
ducenti saporiti poponi ed abbondanti er- e molte ti accie di queste mura si couser-
baggi, innafìlate all'ovest dal perenne fiu- vano, specialmente nel lato meridionale.
micello Pozzuolo, ed all'est dal uìinore INel lato sellenlrionale però, olire le ve-
Bivorolto, che quindi non molto huigi stigia ilelle mura, rimane ancora una por-
si unisce col 1° Al termine esteriore di ta antica verso Toscana e semiulerrata,
questo ubertoso piano si rialza un circon- la quale conserva il suo arco : questo nel
dario di tufi, su'quali tuttavia vegetano destro lato spicca immediatamente dalla
un gran tratto di vigneti, che son)miiii- rupe che gli serve di pilone e di stipite,
strano vino gentile e gustoso. Gli altri e nel sinistro da un pilastro costruito di
jìrodotli, r olio ed i cereali vi sono co- massi enormi. Taleporlaèdel tulio chiu-
piosi ed eccellenti, le campagne sono a- sa, e il volgo da tempo immemorabile la
mene e ubertose, il tralìico dei suoi ge- chiama porta Furia, nome che ricorda
neri è attivo, il territorio vastissimo, e limpresa che dirò di Marco Furio Ca-
lo era maggiore negli antichi tempi, in- millo dittatore romano: solo qui nolerò
nanzi che dalla parte del Cimino fosse che il) memoria di quel prode che per es-
sraetnbralo a favore de'posteriori caslel- sa feccilsuo maestoso ingresso nella città,
\\ confinanti, poiché eslendevasi sino al- l'antico statuto sulrino esentava da cpja-
le campagne Sabazie e Veienli per un lunque imposta le famiglie che ne abita-
gran tratto Laonde soggior-
di paese. il vano la contrada. due dirupi su' quali I
no è dilettevole, senza mancare a' biso- sorgeva l'antica città sono bagnali verso
gni della vita, godendo pure acque sa- mezzodì dal rivo di Proraonte, quasi rivo
lubri. La fontana pubblica è ornata da del Promontorio; e verso settentrione da
uno de'più belli sarcofaghi di marmo di- quello dello Torto, come li chiama Nib-
solterrali in alcuni luoghi della ciltà,e vi by (poiché anco 1' avv.° Castellano, ^o
si scorgono scolpili due yrifì all' uso e- sialo jwnli/ìcio, dichiara Irovaiii l'auli-
S U T S U T 97
CI città diSiilii in liva alPozzoio o Poz- pliòd. Antonio abbate, come si legge nel-
zuolo, eziandio secomlo Marocco, die pu- la lapide riprodotta con tutte le altre del-
re col vocabolo Rivorot'o appella l'allro la città da Marocco , IMonunienti dello
fìiimicello), e si riuniscono sotto la città stato pontifìcio \. i4, articolo Sutri. il ca-
verso Oliente, varcandosi questo su! pon- pitolo si compone della dignità dell'arci-
te. Di là dal ponte attira l'aMimirazione prete, di 1 4 canonici comprese le preben-
il bel bosco sempre verde di elei, abeti e de del teologo e del penitenziere.colle in-
cipressi, delizia della villa del conte .Muti- segne corali della cappa, di due benefi-
Papazzurri-Savorelli. Aggiunge Nibby, ciati, e di altri preti e chierici addetti al
che più uno si avvicina a Sutri, più la servigio divino. Nella sagrestia esiste
una
scena si fa magnifica e imponente, mas- lapide, chedopo Grillerò pubblicarono
sime nel punto dove si discende alla val- Bondi, Nibby, Marocco e il p. Rangliia-
le che isola questa città dalle circostanti sci in tempo del .°stava in un altare. È
: i
di altri. Due di esse celebrano l'erezio- mili a quelle delle catacombe di Nepi j
ne e restauro della chiesa di s. Maria del che ivi i cristiani si rifugiarono a cele-
Monte,e l'edificazione eabbellimento del- brare le sagre sinassi, e che furono tali
lato del colle sul quale giace, dal canto nome di palazzo di Carlo Magno. Tra-
di scllenlrione,incavata nel masso di tu- versando il boscosi perviene all'anfitea-
fa una piccola chiesa,com posta d'una spe- tro sutrino illustrato brevemente e perla
cie d'atrio,della chiesa propriamen le det- i.'' neliS^i dall'avv. prof l'ielio
volta
ta, con un solo altare inciso nel tufo, di- Ruga, con Lellera suW anfiteatro sutri-
visa in 3 navi da pilastrini ricavati pure no, alcav. Michele Ardili, direttore del
nello stesso masso e riquadrali, e di una r. museo Borbonico e dell' escavazioni
sagrestia. La chiesa è dedicala alla Ma- del Poni pei a no, co' pùuàpnli brani delle
donna del Parto, e dalle traccie ancora viccndestoriche diSutri,e pubblicato dal
esistenti è chiaro che fu intonacata e di- Giornale arcadico di Roma 1. 1 i,p. 3 i r,
pinta nel secolo XIV, e forse in quell'e- insieme al disegno della pianta. Breve-
poca medesima venneformata, profittan- mente lodescriveNibby,dicendo che fan-
do di qualche sepolcro etrusco più gran- fitealro,il podio, i gradini, i battei, le nic-
de, come pensa Nibby. Altri sepolcri a- chie, i vomilorii, le porte e corridoi, tut-
diaceuli furono ridotti a cimilerio, e da to è interamente scavalo dentro il eolie
uno di questi sepolcri o catacombe che di tuta locale, sul quale è pure la memo-
si lega con altri, si ricavò la tradizione rala villa, e lo crede o;)t;ia de'lempi di
o favola, al dir di IN'ibby, che si unisse Augusto. Le misure assegnale dal Kiiga
colle catacombe di Nepi dell'antichissi- all'arena, eh 'è al solilo di forma eliitica
ma chiesa di s. Giovenale, or quasi del ossia ovale, e nella direzione da mezzo-
tutto distrutta, mediante un cunicolo o giorno a stUentrione, sono di palmi 222
S U T SUT 99
ili lunghezza ei8o di larghezza. Il podio spiega l'ignorarsi il sutrino per mancar
non conserva il parapetto, ma le traccic Sutri allora d'una storia antiquaria, ad
d'una gola intagliata pure nel masso clic onta che lo meritasse perla sua origine
lo fasciava: nel lato orientale visibili so- della più rimola antichità, e per le vicen-
no le traccie dell'ambulacro che girava de e onori di che fece luminosa mostra in
sotto il podio medesimo. Si ravvisano pu- tutte l'età, poiché Sutri esisteva prima
re 3 meiiiani o precinzioni: la .^ha 6 gra - i che Roma sorgesse, ed ifiammenti di Ca-
dini, così la 2.^; la 3.^ i i, e quest'ultima tone fanno credere fondata da'pelasgi,
la
ècoronata superiormente da una via, cin- prestando sufrini culto speciale a Satur-
i
ta intorno da un balteo, ch'è interrotto no e alla dea Noicia. Noterò, che trovo
da nicchie, probabilmente per uso dedi- nelle Memorie del Soratte e luoghi con-
s>'gnntores, poi tribuni voluplaUim , os- vicini, à\ Degli Effetti, avere gli etruschi
sia degl'impiegati che assegnavano po- i adorato la dea Horchia o Orcia, da Massa
sti, e incaricati al buon ordine dello spet- stimata Pomona, dea de'frutti e de'giar-
tacolo: altre di tali niccliie si vedono in- dini, talvolta confusa colla dea Nortia,da
cavate nell'intervallo fra la 2/e la 3.' pre- Tertulliano detta dea peculiare de'sutri-
cinzione: 4 sono vomitorii, ed una scala ni e volsinesi, e Gir;ddi chiama Nortia e
lo mette in comunicazione colla villa. Es- Nursia.La/l7/7o/pg'a l'appella Norzia, cre-
so poteva inondarsi e nettarsi per mezzo duta pure Nemesi, e da'volterrani deno-
del fosso di Promonte, ch'è il rivo prin- minata gran dea, nome proprio di Ci-
cipale della contrada. La metà della ca- bele, soprannome di Rea madre degli dei
vea verso occidente è molto più degrada- e perciò moglie di Saturno, il quale sog-
ta dell'orientale: due vontitorii meridio-
i giornando in Italia, il suo regno fu cele-
nali sono ben conservati, i settentriona- brato l'età dell'oro per l'incivilimento
li appena ponno tracciarsi; l'ambulacro che v'introdusse, essendo la falce il suo
sotto il maggior parte im-
portico è per la principale attributo, sia io significato di
rare ch'è massima l'imponenza di que- tempo, sia per aver insegnato agli uomi-
sto anfiteatro, e che l'esterno non è né ni l'arte di tagliare frumento colla fal- il
le vicinanze di Roma e non lungi dalla gettura che la gloria dell'erezione del-
via Cassia verso il monte Cimino, e nep- l'ampio e magnifico anfiteatro sutrinoin
pure fu conosciuto da Giusto Lipsio, il eccellente luogo, ove si conciliò la solidi-
quale, come Everardo Ottone, nel Sag- tà con l'economia, debbasi aStatilio Tau-
gio dcglt anfiteatri exlra Rom/im,ai^tiv- ro il f'ecchio ,
personaggio consolare e
mònou esservi stato appena nell'antichi- trionfale,furse cittadino o magistrato del-
tà municipio o colonia, che non avesse la città, il quale fiorì sotto Augusto che
un anfiteatio, per cui l'Arditi colla de- pel I ."eresse in Roma nel Campo Marzo
scrizione dell' anfiteatro di Pompei ri- un solido edifizio di tale forma, serven-
battè il singolare assunto del marchese dosi dell'opera sua; od almeno a Statilio
Malfei, quale tiasportato per soverchia
il Tauro il Giovane, che egualmente vis-
venerazione pel suo aniìtealro di Vero- se opulente a'tempi di Claudio, il quale
na, solo riconobbe que' di Roma Ca-
e regnòdall'anuo 4i al 54di nostra era, o
pita; egli pq.ò non pili esisteva quandosi ad altro della potente famiglia de'Tauri.
disotlerròil magnifico d'Otricoli, e si sco- Congettura pure che nell'anfiteatro la ro-
prì quello importante d* Ancona. Ruga nnna colonia Giulia Sutriua die gran-
loo SUT SUT
diosi spettacoli all'imperalore Caracalla vedesi rovinato per l'insulto di tanti seco-
del 2 I I jclie vi passò nel ritorno dalleGal- li e per la poca cura che se n'ebbe. Per-
lie;parere che fonda sull'iscrizionedi mar- ciò loda i conti Antonio e Alessandro Sa-
mo bigio posta inSutri a quel principe, e vorelli di Forlì, eredi de'JMuti-Papazzur-
nel 1819 trovata negli scavi dentro la cit- ri, per averlo tolto dallo squallore in cui
tà dal conte Luigi Fiacchi Gialli, nell'in- giaceva, facendolo ripulire dagli sterpi e
gresso al suo delizioso giardino, per la cui alberi che 1' ingombravano, unitanriente
importanza pubblicò Piuga.AncheCa-
la alle macerie delle parti cadute. Il p. Ran-
lindri crede l'anllleatro eretto da Stati- ghiasci ripete l'asserto di Micali, che vuo-
lio Tauro il Giovane. Indi con deltaglio le etrusco l'anfileatro, perchè gli etru-
descrisse l'anfiteatro il Doridi, ma pel di- schi ebbero anfiteatri non di materiale,
chiaralo amore di lui per la città, pel ve- ma scavati nel tufo, ed avverte che il pa-
scovo, pel capitolo, per la nobile casa Sa- rere di Micali viene sostenuto anche da
Torelli ornamento e decoro della città, un'erudita dissertazione inseri ta nel G/or-
e per la nobile e antica famiglia Fiacchi nale arcadico di Roma, che non mi riu-
Gialli, che qualifica per altro lustro e so- scì riscontrare per essere sbagliata la ci-
stegno patrio, e propugnatrice degli an- tazione, essendo pure eirata quella che
tichi diritti e privilegi, l'esegui con trop- ricorda la ^e//era di Ruga. Dice inoltre,
po entusiasmo e poca critica, come fece che gli anfiteatri che non presentano i-
fronti deprimenti e non necessari. Egli ri- re di Sutri la ragione, che essendo città
petè la volgare opinione della contrada antica e cospicua d'Etruria, sembra do-
e già rigettata da Ruga, che riporta l'o- vesse avere sin da qiie'tempi l'anfiteatro.
rigine dell'anfiteatro a'tempi degli anti- Quanto a poter contenere r 0,000 spelta-
chi etruschi, quali pare che
i non l'usas- tori, fa osservare che il dia metro di quel lo
sero secondo il Ruga. Niente meno che di Marcello in Roma essendo di 4oo pie-
dall' origine di Sutri nel 1 836 calcolò es- di, riceveva 22,000 spettatori secondo il
terbi e dieci Nepil Marocco nel descri- re capace che di 26,000 abitanti, men-
vere l'anfiteatro, rimarca tali ampollose tre sillalli pubblici edifizi d'ordinario ac-
espressioni, e non solo dice esagerazione coglievano un S.'^della popolazione e do-
il calcolo di contenervi tanta moltitudi- veasi accordar luogoa'forastieri,e ripor-
ne, ma censurò altro scrittore, chegiudi- ta le ragioni per non ammettere cheSutri
cò esser capace di circa 0,000 individui; r potesse avere ue'iempi elruschi 60,000
egli ne accorda poco più di G o 7 mda,ed abitanti. Narra Nibby, che uscendo dal-
.nggiunge che ora viene reso dignitoso e l'anfileatro per la porta settentrionale, e
pittorico da una corona di vecchi alberi costeggiando la falda meridionale diSu-
the vegetano sull'estremità del i. "ambu- tri,di tanto in tanto si presentano allo
lacro, e dalla parte sinistra sul contorno sguardo gli avanzi imponenti delle mura
di masso che serviva di muro di circonfe- antiche; indi dopo la parte ancora abi-
renza a tutto l'edifizio dal destro latore tata e costeggiando quella abbauduudta
S U T S U T loi
si giunge alla chiesuola di s. Maria della cava a destra dalla Cassia, ed ivi si vede
Gioita, così detta perchè ivi spalancasi un arco del ponte antico che varcava il
sotto la rupe una naturale caverna va- fosso Triglia, e di là direltamenle anda-
stissima, e di una bellezza meravigliosa va a Nepi, Faleri, Orte e Amelia da cui
che |)oche la eguagliano, e chiamata la prese il nome. Ne celebra la qualità e l'ef-
Grotta di Oliando: essa serve di rico- lìcacia,ne descrive l'ulteriore progressi-
vero a'bestiami;i massi caduti per gli sco- vo corso, e parla delle terme che proba-
scendimenti della rupe, il capelvenere bilmente vi ebbe la potente famiglia dei
che pende a guisa di chiome dalla volta Gracchi, eccitando JN'epi a iniziarvi i ba-
dell'antro, gli effetti vari della luce, ne gni sopra le antiche solidissime mura an-
fanno un oggetto meritevole d'essere vi- cor parlandone Ceccarelli croni-
visibili,
grotta, andando verso Capranica di Su- lutifere esorgenti nel suo fertilissimo ter-
tri, incontrasi un'opera grande moderna ritorio. Il governo di Sulri comprende
piloni, per l'elevatezza de'fornici, e per cipale della città: Sutriuni condUus a Pc-
la comodila che avrebbe recato alle co- lasgis. Dice il p. Raughiasci che non sa-
municazioni, è una delle opere più gran- prebbe opporsi a questa tradizione, ma il
di di questo genere,degna di rivaleggia- fissarne poi l'epoca, come osarono altri,
re co'Iavori des'li antichi. Una via reca a sembrargli temerità, come già erasi e-
Bassano di Sulri. Il p. Pianghiasci nel t. spresso iMarocco nel riconoscere che esi-
17, p. 207 àeW Album di /ìor;za pubbli- steva assai prima di Roma, reputandola
cò un erudito articolo suH'acque terma- fondata dagli etruschi. Certo è che può
li di Sulri salutevolissime pe'bagni e per vantare grandi reminiscenze storiche e
beversi, la cui al)bondantissima scaturi- di vetuste glorie, ed antichità remotissi-
gine è situata nel suo territorio lungi 3 ma e anici iore a f'iterbo {/'.) metropoli
miglia dalla città, nel luogo detto Castel- delhi provincia, che ^Mariani vilerbese,£>e
laccio, ove anticamente esisterono nobi- Hctruria nittropoU, chiama Helruria^
lissimi bagni con sotterranee condottu- fondata da'figli di Noè e metropoli della
re, reslanduvi ruderi di mura reticolate, stessa Etruria antica. Forse opportune e-
pianciti lastricali a st.igno, di musaico e scavazioni potrebbero illustrare vieppiù
di marmo. Tali acijue sono d'una legge- la CI llà,e forni rie |n-egie voli anticaglie. Pù-
rezza singolarissima e limpide, altre sol- ferisce Calindri, che si vuole da alcuni e-
furee e Solcano di sotterra al-
crislallijie. diflcata da'pelasgi greci, altri da Satur-
la volta di Nepi,e fan capo di nuovo ri- no, altri al tempo de'falisci,de'quali par-
sori^i'iulo a ponte Nepesino lontano da lai anche a iMo.\TEFiAscù.NE,a I^'ErI,aPo-
Nepi due miglia, per la strada Ameriua LlMARZ(o. Situala nel suolo dell'antica
che conduce verso Roma alla stazione di Toscana, a questa furono ristretti con- i
Selle N'cnCjda dove la viuAiuerinu si stac- lluiucUa pace d'Ascauio re del Lazio e
I02 S U T S U T
figliod'Enea, dandogli per limite il cor- detto dal frumento, desunto dal vocabo-
so del Tevere all'asserire di Tito Livio. lo Sutoche significa frumento, ed a Tri-
Baccoula Bondi che Sutri fu una delle bus, da frumento triplicato avvero dalie
primarie città dellaToscana appellate an- 3 spighe che la città usa nel suo stemma
che 0/?piV/H/«, ma centro degli abitati suoi e poste nella destra della regia figura, de-
castelli, e non pochi secoli ancora prima sunte secondo le norme blasoniche dal-
diViterbojCon suo particolare agro o ter- l'etimologia del suo nome; spiegando il
iitorio,e poi prefetto, pretore e altri ma- re a cavallo in modo trionfale, per deno-
gistrati, osservando che Strabene chia- tare l'antica opinione de'sutrini sulla lo-
mando parvas Sulriurn, non fa al-
città ro patria, cioè che ne' primitivi tempi e
cuna menzione di Viterbo, benVi succe- segnatamente dopo soggiogato Fcii (/' )
duta ad antichissime e illustri città, in- fosse una città forte e belligera, in grado
di spiega come potesse contenere 7 0,000 a prevalere contro il nemico, e tanto u-
abitanti colle sue adiacenze, secondo la bertosa di non aver mai bisogno di umi-
tradizione sutrina. Pieteude con Fedele liarsi ad altri. Scrisse Ndjby, che Sutri
Onofii che fosse fondata da Saturno re conserva il suo nome piiinitivo si tri,
del Lazio {f-), venerato pure come nu- che gli etruschi dissero lovz (Sutri) ei
me tutelare da Sutri, che tuttora usa la romani latinizzarono in 5rr/f/j'jtfj nome
sua immagine per istemma municipale, che secondo il Lanzi, Saggio di lingua e-
figurato a cavallo con regio paludan)eu- trusca^dae derivarsi da io Fz[Si\iìù) Sa-
to e corona in capo, colle bionde spighe lus, dea particolarmente venerata dagli
nella mano destra per simbolo della fer- etruschi, siccome può vatlersi anche nel
tilità del paese (o come quello che \nMi- recente Miiller, ricordandosi l'aneddoto
tologia dichiarandolo dio, re e legislato- riferito daTacito,diScevino che avea tol-
re, incivili i suoi sudditi che conduceva- to un pugnale nel tempio di questa dea
no una vita errante e selvaggia, e inse- nell'Elruria.col quale erasi proposto uc-
gnò loro l'arte di tagliare il frumeiito, la cidere Nerone. Pertanto egli ritiene pro-
cui specie migliore è grano racchiuso
il babile che il tempio sagro a quella dea
nella spiga). Quest'arme, che riprodusse desse nomee origine alla città, della qua-
Eoudi, si vede in pietra e di forma anti- le però poche volte menzione negli
si fa
chissima sulla facciata del baloardo di antichi scrittori,e mai non si nomina pri-
porta Ptomana, stabilendo Bondi la fon- ma della presa di Veiijimplacabile e pos-
dazione di Sutri ij.52 anni avanti l'era sente nemica diRoma; poiché egli crede,
nostra e 5 secoli circa prima di quella di che Sutri, come Nepi, Rossuluoi (Monte
lìoma, e fors'anche da'pelasgi t^reci; pen- Rosi,di cui nel voi. LVlII.p. 1 i
7) e altri
sa inoltre potersi congetturare che dal luoghi, fosse una città dalla metropoli
uoiue Sulriurn sia derivalo Saturno,qua- di Yeii dipendente, e dopo la caduta di
si Saluniiuni {^supple Oppiduni) cioè , ossa (ostacolo fortissimo alle romane con-
città di Saturno, abbreviata poi in Su- quiste, onde dopo la sua distruzione il
triurit. Anche lutto questo racconto ri- dittatore Camillo rivolte le sue armi vit-
pugna a Marocco, esigendo tempi e la i toriose sulle due piìj prossime città diSu-
critica prove e monumenti e non asser- tri e Nepi, gli riuscì indurle ad acconsenti-
zioni bizzarre; e gli fa eco il p. Uanghia- re alla famosa alleanza e confederazione,
sci,che quanto aSaturno dice essergli sta- perchè apr\ dipoi più agevole la via alla
le attribuite le viti anziché le spighe, e conquista delle altre etrusche, facendo
circa al nome, con Annio riportato da U- Roma compartecipi Sutri e Nepi de'pro-
ghelli, Jìalia sacra t. r, p. 1273,6 ripro- pri privilegi e cittadinanza), Sutri fosse da
dotto da Marocco,opìnache Sutri fu cosi Romacousiderata con gelosia. JuallrciVib-
sur S U T io3
l>y nell'iirticolo Nepì dice che questa era rono forzati a capitolare; e mentre su- i
soltopostaa Falerii, laonde dopo la presa lrini inermi con una sola veste, cacciati
di Veii e la dedizione di Faleiii, riinasle dalla cillà in miserabile schiera abbando
eNepi dalla aietiopoli Veii,
staccateSutii navano i Fu-
loro penati, sopraggiunse
luimaroiio due piccoli stati che s'assogget- rio Camillo coH'esercito romano. I sutri
tarono alia Ibiza predominante di Roma, ni allora si gettarono per terra doman-
prima quali alleate, poi come colonie. Che dandosoccorso ne'modi piùcompassione-
venisse Sulri particolarmente favorita e voli, e Camillo rassicuratili, ordifiò all'e-
custodita da'rumani, essendo riguardata sercito di deporre ivi le bagaglie,a'sutrini
come una chiave, porta e barriera, come di rimanere, e lasciato un piccolo presidio
Wepi, verso l'oriente dell'Etruria relati va- comandò a'soldati di portar solo le armi,
mente aIioma,e con Nepi sue frontiere, f/e- e speditamente avanzossi a Sutri. Ivi col
triiria claiistrajCome ambo forti e rispet- se all'improvviso gli etruschi, e s'impadro-
tabili,per testimonianza di Livio. Questi n'i nello slesso giorno della città, che po-
poi narra, che dopo la presa diA'e»",il più che ore prima era stata dagli ctrusclù oc-
formidabile baloardo clell'anticaElruria, cupata. Rlolti de'nemici uccise, molti al-
e la catastrofe di Roma, incendiata dai tri fece prigionieri, e prima della notte rese
galli, i volsci e gli etruschi mossero le ar- a'sutrini la loro città intatta dao^tii dan-
mi contro romani l'anno 366 di Roma;
i no,perchè gli etruschi avendola avuta per
iquali scelsero per dittatore M. Furio Ca- capitolazione non vi aveano fatto alcun
ujìIIo, ed egli destinò generale della ca- male. Il Rondi, che con minuto dettaglio
valleria Caio Servilio Ahala, Il dittatore riporta questa iujpresa e l'altra prece-
fece una leva forte di mdili e divise i co- dente ommessa da Nibby, differisce dal
scritti in 3 corpi: unonemandò nell'agro suo narrato, imperocché egli dice che
veieote a far fronte agli etruschi, sotto il nell' anno 364, dopo sei anni dall'ester-
comando di Lucio Eu)ilio tribuno de'sol- minio di Veii, essendo andata fallila la
dali; lui altro ne fece accajnpare avanti sorpresa degli etruschi coiitio Sutri, per
la città per riserva, sotto gli ordini dell'al- staccarlo colla forza dalla romana allean
tro tribuno Aulo Manlio; ed alla lesta del za, pei- esservi accorsoFurio Camillo con
3." si pose egli stesso. Quindi disfece vol- i diverse delle particolarità riportate d.«
sci pressoLanuvio,e schiacciò gli equi che Nibby.il quale pare abbia confuso 2 azio-
sierano pur mossi, presso Boia. Frattan- ni in uiia,ed attribuì alias.' di esse l'origi-
to però gli etruschi (sdegnati ilell'espu- nedel nolo \)voveih\o Quasi ea/itSutriiioi,
gnazione di Veii e della romana politica se pure non appartiene ad altro avveni-
cui loro toglieva coli' alleanza floride e inento che narrerò. Adunque fu nel 364
valorose con grandi forze si erano
ciltJi) che gli etruschi preseroSutria patti da'cit
portati contro Sutri e Nepi, che strinse- ladini impotenti di più difendersi, onde col
ro d'assedio. Era Sutri come Nepi alleata dello umile atteggiamento implorarono
dei popolo romano, onde i sulrini e i ne- l'aiuto diRom<i,eCamillo destinato alla li-
pesini spedirono legati a Roma a doman- berazione della città e a vendicarli, fatte
dar soccorso, eil il senato decretò che il deporre dall'esercito le biigaglie,co'sulri-
dittatoi'e tralasciasse di perorare l'espu- un presidio a guardia e
ni erranti vi las(;iò
gnazione di Anzio (di cui riparlai a Por- marciò su Sulri. Trovandogli etruschi oc-
ti), e immediatamente accorresse in aiu- cupati a far bollino, falle chiudere le por-
to de'nepesini e sulrini. Ma questi non le fece man bassa su di loro, e nello stes-
poterono resistere più a lungo; poiché es- so giorno che i sutrini aveano perduto la
sendo pochi, oppressi tlalle fatiche edal- cillà a loro gliela lesliliù inlatta, e [>er s'i
le ferite pe' combutlimeuli sostenuti^ fu* gloriosa iiberdziouu il senato romano gli
io4 SUT SUT
decretò per la 3.' volta l'onore del Irion- sempre pacifica e grata alla memoria del-
fb. Gli etruschi dipoi, colta l'opporluni- le generosedimostrazioni diRonia, vivea
là nel 36G di vedete i romani occupati a lei fedele e alleata, senza molivi di la-
nella fiera guerra contro i volsci, piom- gnarsene. Tuttavia pare, per quanto ri-
Larono con maggiori forze sopra Sutri e che assai dopo l'alleanza me-
ferisce Livio,
suNepi, acciò una non potesse aiutar l'al- desima incominciassero sutrini a rical- i
tra. Avendo! due popoli inviali ambascia- citrare contro Roma, ed un principio del-
tori in Iiouìa pel soccorso, questo fu su- la diserzione fu il rifiuto di somministra-
bito accordalo sotto il comando del dit- re le pattuite milizie ne'bisogni della re-
tatore, ed avendo Camillo preso a colle- pubblica. Si ribellarono sutrini scuoten- i
vano i cittadini debolmente e a stento con- millo, non già come le altre volle per fa-
tro la forza e l'impelo del nemico. Non vore e difesa, ma per sottometterli e pu-
j)ertaiito la venuta del soccorso romano nirli. Camillo senza loro dar tempo a por-
le mura senza venire alle mani. Tutto e- ne otliinamenle eseguita die motivo al
^eguitosi, gli etruschi furono compresi di proverbio ripetuto presso Plauto, Festo
spavento vedendo romani penetrati nel- i e Plutarco: Quasi Sutri iim e/75. Laonde
la città e far strage di loro; gli altri fug- derivò il proverbio per chiunque si mo-
girono e furono tagliati a pezzi in gran stri aifaccendato a fare speditamente al-
numero da Valerio che gl'insegui. Libe- cuna cosa, oa partire sollecitamente ecou
rata per la 2.' volta da'romani Sutri, e islraordinaria precipitazione: Chequi a
resa agli alleali cittadini, fu condotto l'e- Sulii? D'allora in poi i sutrini conobbe-
sercito romano a Kepi, che si era già re- ro essere vano e impossibile cozzare coi
so agli etruschi, i quali debellati da Ca- potenti.^simi romani, senza provarne i fu-
millo fu subito presa la città, nello stesso nesti eHelli. Sebbene questo latto, secondo
?)(\6,(i non nel 87 con»e riportai a PSEr»
1 l'espressione di Livio, pare che dehba es-
seguendo Nibby e il p. Ranghiasci,per cui sereaccadulopiìi lardi, qui loriportoco-
il .° ivi cadde in anacronismo nel riferi-
I me fecero Bondi e Marocco, e per non al-
je poi a Sutri ravvenimento al 3G6,ch'è lontanarmi dalla narrazione di INibby.
la vera epoca, però della 2.'' aggressione Questi poi dice, che romani conoscen- i
elrusca della città di Sutri e insieme del- do l'importanza della posizione di Suti i,
l'espugnazione di Kepi; lai. "venendo pu- non vollero che rimanesse esposta a qual-
redescrilta da IMarocco, e come Bondi ri- che altro colpo di mano etrusca, e per-
j)rodusse la lapide monumentale presso ciò 4 anni dopo la 1.' liberazione, nel 870
ilDenislero,//('^/7<n(3 lib. 4,cap.44)llllio- vi dedussero una colonia, se pure non ne
^li parla dell'origine del proverbio ricor- fu causa la tentala defezione. L'anno 44^
dato pel -seguente fitto, e non per l'im- di Roma Sutri andò soggetto ad un al-
presa narrala da K'ibby. Dichiara Uondi, tro assedio forte per parte di tulli glie-
ch'erano passali degli anni dacché Sutri Iruschi, ud ecccziouc degli urcliui, irrita-
SUT SUT loj
ti di vederSulrìe Nepi,già lorocitlà.fat- uccisi e prigionieri etruschi. Da questo
te colonie romane, e particolarmente la prende motivo di opinare che gli alleati
I. aperta sua vantaggiosa posizione (/«/•;*- eliuschi almeno ascendessero a 8o,ooo,
pe liiphis undicjHe praerupta), propu- e che per difendersi da'primi loro assalti
gnacoli e antemurali a difesa di qualun- Sutri doveaalmenoavere in armi i o,ooo
que aggressione ostile contro Ronia, al- combattenti, e di conseguenza essere a-
lora impegnala nella guerra de' sanniti. bitata per lo meno da 8o,ooo individui
Si porlo a Sutri il console Q. Emilio per compresi i fanciulli e le donne, pei ciò non
liberarla dall'assedio, ed i sulrini si recn- credere esagerata la tradizione che aves-
rono alsuocam[)0 con abbondanti vet- se Sutri una popolazione di (juasi 8o,ooo
Quindi da'romani contro nu-
tovaglie. i abitanti. ÌNIarocco non reputa ragionevole
merosi etruschi si die una battaglia acca- siffatto calcolo, poiché sarebbe stalo d'uo-
nita presso la città colla peggio di questi, po d'un fabbricato più grande io volle
ma ancora con grave perdila de' valorosi dell'odierno Sutri, a cui il p. Ilanghiasci
romani, in guisa che due eserciti rima- i die 2750 Apprendo da Nibby,
abitanti.
sero pertuttoquell'anuouno a frontedel- che dopo la presa di Capua fatta da'ro-
l'altro. Nel 444 §^' etruschi rafTorzali co- mani, e la rilegazione de' campani di là
piosamente da altre truppe strinsero nuo- dal Tevere (come nlevni a Roma descri-
vamente Sutri: romani condotti dal con-
i vendone la Cotnarca), fu ordinato che
sole Q. Fabio e dal suo collega C. INIar- niuiio di loro potesse possedere terre al-
zioE.utiliosi ralTorzarono anch'essi e cer- trove che nell'agro ve;enle, sulrino o ue-
carono per il loro minor numero lungo 5o iuge-
pesino, e solo nell'eslerisione di
le falde de'mouti di prestar soccorso agli una superfìciedii j44ojOOO piedi
ri, ossia
amici assediati. Si venne ad una nuova pu- quadrali. Degli ttfelti dice che campa- i
la sagace strategia del console, nella quale si, porzione furono rilegali a Campo Su-
gli etruschi furono conipiulamenle disfat- lrino, altri presso Nepi e Sutri. Nel 53G
ti da' romani co' dardi e con iscagliare scoppiò la 2/ guerra punica co'cartagi-
pietre di cui abbondava il luogo; perdu- nesi,in cui prese parie il formidabile An-
te 38 insegne e molte migliaia di soldati, nibale, per cui errò Bondi nell'allribui-
tagliati fuori del campo quasi disarmati, re al 44^ quanto sono per dire con Nib-
gli etruschi cercarono salvezza dal peri- by, e fu seguito da .Alarocco, il quide pre-
colo d'essere tutti trucidati nella folta e tese, pure con Condì, che romani oblia- i
e quella fu la i.\olta che i romani pene- darono a'romani il loro contingente nel-
trarono in tal selva. Avvertirò che essen- la guerra d'Annibale alla battaglia per
descrivere la 3.'san"uinosissiu)a battaglia tre che fecero tal protesta fu costretta dal-
avvenuta fia gli eserciti romano ed etru- la (enne/za del senato a fornire il dop-
sco per lu guerra di Sutri e presso ili es- pio di (|uanlo uìai magi^ior numero aves-
sa, calcoUudo Livio a quasi Go,ooo gli se dillo di f.iuli dopoché Auuibalc era iu
I oG S U T S U T
Jtalia;a darei 20 cavalli o3 fanti per cia- da Strabene fra le città dell'Etruria me-
scun cavallo, che non avesse potuto for- diterranea suburbicaria, insieme con A-
nire; a sborsare lo stipendio di eoo assi 1 rezzo, Perugia e Volseno o Bolsena; men-
ili bronzo a testa, e ad essere sottoposta tre come piccole città nomina Iheda, Fé-
al censo di Pioina.Livio,clie tuttociòiac- renio, Falerio, Falisca, Nepi e Statonia;
conta, chiama tali colonie latine, come per cui la via Cassia vi passava per man-
quelle che godevano il/^sZ^^z///. Nelle ter- tenervi la popolazione e l'opulenza. Nel-
ribili gueriè civili di Siila e Mario, e poi l'itinerario d'Antonino, Sulri si pone xii
in quelle tra Giulio Cesare e Pompeo, non miglia distante da Baccano e xxxiu da Ro-
si sa qual partito abbracciasse Sutri, ma ma, cioè dalla porla anlica,ossia poco me-
non deve essere andata esente da molli no di xxxii dalla porta attuale. \jn gran
guasti, così ne' suoi insigni monumenti. piedistallo con iscrizione onoraria del-
Imparo da Kibby, che Sulri rimase sein- l'imperatore Antonino Pio, eretto da'de-
pre una piazza di guerra e d'importanza curioni e dal popolosutrino nell'anno 1 44
militare, quindi nella tremenda guerra di nostra era, esisteva in Sulri per far mo-
che seguì la morte di Giulio Cesare, fra stra che quell'ollirao principe qualche be-
Ottaviano suo nipote e Lucio Antonio, neficio insigne facesse ancora a questa co-
Agrippa seguace deli. "per impedire che lonia, e si legge pure in Nibby. Egli di-
Salvidenio coll'esercitoreduce dalle Cal- chiara essere l'ultima memoria antica di
ile non fosse circondato da Lucio Anto- che di questa città ci rimane
ilata certa,
nio, celeremente occupò Sulri e la muni- prima della caduta dell'impero d' occi'
lissima rocca sulrina, luogo che dice Ap- dente. Nelle irruzioni barbariche, massi-
piano nelle CwcrreCiV/V/, sarebbe stalo u- me de'goli, seguì l'infelice sorte della vi-
tde a Lucio, il quale per necessità si ri- cina Roma, e gravissimi danni e distru-
tirò a Perugia. Circa quell'epoca stessa, zioni patì. Si ricava da Paolo Diacono,che
dopo formazione del celebre Iriumvi-
la nella 1.' invasione de'longobardi verso il
1 alo, una nuova colonia venne dedotta a 56f) fu occupala del pari che alcune altre
Sulri, la (|uale assunse il nome di Colo- dell'Etruria e dell' Umbria, insieme a Po-
nia CoiiJHiìcta Julia Sulrina, siccome si limaizio, Orle, Todi, Amelia e altre. Nel
ha dalla suddetta lapide esistente nella sa- declinare del secolo VI fu ripresa da Ro-
grestia della basilica cattedrale, torse [)er mano patrizio ed esarca di Ravenna, uai-
onorare Giidio Cesare, o Giulia unica li- tamente alle altre ricordate città. Pel nar-
glia di Ottaviano Augusto. Il Ruga fu di ralo a Sovranità DE'noMA?(i Pontefici e
parere, che Sulri fosse nel numero delle DELLA s. Sede, verso il 727 Sulri con tut-
28 colonie che Augusto o di nuovo l'omlò to il ducalo romano, di cui faceva parte
o rinforzò colla deduzione de' veterani, co- e descrissi a Roma, ed insieme a Nepi
me lo dimostra la frase co/7/'«vit/<7. Fron- si sottopose spontaneamente al principa-
tino o l'autore De Coloniis, dice che fu to temporale della medesima, nel ponti-
dedotta ab oj)pidanis, IVase oscurissima ficato di s. Gregorio II, a cui giurò ub-
e forsemale scritta da'copisli in luogo di bidienza e ledellà. Nel 728 Luitprandore
a triwnviris, come di filli lo mostra il de'longobardi, ad istigazione dell'esarca
nome di Julia che ebbe. E come colo- Eutichio, con un colpo di mano la invase
nia ebbe suo collegio de' decurioni
il , i di nuovo; ma dopo 4° giorni la restituì
duumviri, ponlellci, il curatore del de-
i al Papa, comechè facente parledel duca-
naro pubblico, come si trae dalla lapide lo romano, per testimonianza dello stes-
riprodotta da rs'ibbyegiù esistente nell'or- so Paolo storico contemporaneo,e del Si-
to della cattedrale,e dalla ricordata della gonio, De regno lial. lib. 3. Altrettanto
sagrestia. Poco dopo trovasi rammentala trovo nel De ftlugisUis, O s se iw azioni alla
S UT SUT 107
zecco pontificia, p. Ro-
46, e dicendo: clie tre città al giogo feudale de'baroni; ma
ma e il suo ducalo da'cenni di s. Grego- lìspettata sempiee distinta perquelloche
rio II in tulio dipendesse, non può dubi- la in tempo dell'antica romana potenza,
tarsi da chiunque sa aver lui ricuperala non riconobbe altro padrone che la s. Se-
alla chiesa romana
la cillà di Sutri ap- de, da cui riportò sempre elogi ben do-
parlenente ducalo nnedesiino, che oc-
al vuti alla costante sua fedeltà, perchè mai
cupala da Luilprando re de'longobardi, riconosciuta ribelle alla medesima, come
fu poi resti lui la per le istanze del Papa tante altre di cui parla la storia, e in mo-
a s. Pietro, non già all'imperatore o al se- do particolare nel pontificato di Nicolò V.
nato rontauo come olire 1'
Anastasio Bi- Nel declinar del secolo X già esisteva uà
bliolecario, narra l'antico poeta Flodonr- monastero e abbazia benedettina suiiMou-
do. Tain Sulriense doli captuni per re- te di Sutri, nel quale s. Piomualdo fonda-
tà del ducalo romano, e per far f(onte al ca, per l'infelice condizione de' tempi e
greco duca di Napoli Esilarato, il quale prepotenza delle fazioni , Benedetto IX
unito con Atlriano suo (Iglio invase una [f .) nel 1044 pei' denaro cede il pontifi-
parie dello slesso ducato, sovvertendo i calo a Greg'or/o F7(/'.)jOvveio fu costret-
popoli contro il Papa, perchè di nuovo to a rinunziare, onde di comun consenso
ubbidissero allo scomunicato imperatore fu eletloGregorio VI, mentre insorsel'an-
greco, da cui eransi sollralli. Né minor tipapa SUve.stro 11I[T^.). Deturpata cosi
zelo mostrò il successore s. Gregorio III, lasededis. Pietro, nell'autunno 1 o46 ca-
formando nel concilio del 782 la confe- lò in Italia con polente esercito l'impera-
derazione de'romani, per opporsi all'em- tore Enrico III, anche per contribuire al-
pietà degl'imperatori iconoclasti di Co- la quiete di Roma turbata da'scismi eoa
slanlinopoli,nel farsi resliluireGallesedal iscandalo del cristianesimo. Giunto a Su-
duca di Spoleti; e s. Zaccaria che gli suc- tri alcuni giorni prima del s. Natale, ivi
cesse nel 74i persuase re Luilpiandua fece radunare un gran concilio di vesco-
restituirgli diverse città e patrimoni del- vi, e v'invitò pure Gregorio VI acciò lo
la s. Sede, e la Valle Grande nel territo- presiedesse. Egli vi si recò colla speranza
rio di Sutri, confermando quindi il re la che degradati Benedetto IX e il pseudo
pace statuita col ducalo romano. Rimar- Silvestro III, restasse unicoe pacidco pos-
cò Rondi, che giova il riflettere che la cit- sessore della romana sede. Nel concilio (a
tà di Sutri,anco dal tempo in cui i Papi dimque esaminata la causa di lutti e tre,
cominciarono ad esercitare l'assoluto do- e trovalo che con male arti e colla simo-
minio dello slato pontificio, non soggiac- nia aveano conseguito il papato, furono
que come Nepi,clie neirVIlI secolo era dichiarate nulle e illegittime le loro di-
divenuto un ducato possente (come lo gnità; ovverocomealtri vogliono, Grego-
chiama Nibby, ma ha torto nel dire che rio VI essendo virtuoso, per le difficoltà
dopo il duca Tolone non ebbe altri signo- e contrasti che notava pel suo riconosci-
ri, e mai non fu terra feudale, ma imme- mento, rinunziò il pontificalo, si spoglio
diatamente dipendente alla s. Sede: mi de'suoi ornamenti, e rinuse la ferula pa-
appello ul mio articolo Nei'i), e laute al- storale. Su questo delicato punto si può
oB S UT S UT
vedeie oltre mie biografie citate e luo-
le do tollerare che i capitani e potenti ro-
ghi analoghi, come Grolla Ferrata per mani, e segnatamente i conti del Tusculo
lei penitenza che clicesi avervi fatta liene- avessero occupati tanti beni patrimoniali
iletto IX, la biografia di s. Gregorio VII e stati della chiesa romana, con tenere an-
già discepolo di Gregorio Vf, ed ancheLo- che in certa guisa umiliati e soggetti i Pa-
dovicoAgnello Anastasio, Sloria dtgllAn- pi, cominciò a valersi dei bellicosi nor-
iipapij t.i, p. 197 e seg. Dopo l'operalo manni feudatari della s. Sede, per far tor-
da'vescovi nel concilio, l'imperatore pas- nare al dovere questi sudditi ribelli. In-
sò in Uoma, e radunatosi il clero e popo- viò un loro esercito controPalestrina ,Tu-
lo romano nella basilica Vaticana, co've- sculo, Nomentoe Calerla, i quali luoghi
scovidel concilio, a designazione di Euri- furono messi a sacco sino a Sutri, forzan-
co 111 l'u con unanime con-
eletto l^apa do que'nohili alla dovuta ubbidienza al
senso di degno Clemente II [f^.),
tutti il Papa, e così restò Roma liberata dalla lo-
il (jLiale con gian ripugnanza accettò a'2 £ ro tirannia. Aggiunge Bondi, che Sutri fe-
dicembre 1046 e l'u coronato a'aS. Dopo ce argine alla piena rovinosa de'nor.naau-
la morte di Papa Stefano X, nel d'i se- ni avventurieri, e non masnadieri co-
guente 3o marzo io58 fiancheggiato dai me li chiama, essendo capitanali dal va-
polenti romani usurpò il pontificato l'an- loroso Roberto Guiscardo. Trovo però iu
lipa[)a Benedetto X (/^.) figlio del pode- Degli Eifetti a p. 63, che nel o63 nor-
i i
però non conserva notizie particolari. Ui- diati dall'imperatore Enrico V, fiero ne- 1
ferisce il lìundi, citando l'annalista Mu- mico della s. Sede, uniti co'roinani, viter-
ratori, che nello 59 Nicolò II non poteu- Lcsìj coruelaui e altri dì parte imperiale,
S U T ii U T 109
assetllaronoMonle Fiasconc e. d.innpgqia- l)ero ucciso l'antipapa, se Calisto II non
rono i Farnesi, i conti lldebiantli, ed i si- lo faceva strappare dalle loro mani, indi
gnori di Bisenzio e di INIonlorio. Avendo lo rilegò nelmonastero della Cava (di cui
l'imperatore Enrico V, come il padre En- anche a SALERNo),e perseverando ne'suoi
rico IV avverso alla chiesa romana, fat- ei'rori morì nel castello di Fu mone (del
sio II l'antipapa G/rg:ono/"77/(/.) Cur- saggio che altri negano; mentre altri ri-
dino, per prepotenza del suo proiettore feriscono che non in Cava, ma fu rinchiu-
fu introdotto in Uoma,ove avea partigia- so in una cavea, piccola e oscura spelon-
ni, e intronizzato passò ad abitare il pa- ca, altri in PiOcca Gianula o Janula, for-
triarchiOj perciò scomunicato da Gelasio se Mote Rosi e perciò diversa da quel-
li nel concilio di Capua , e in quello di la di Blonte Cassino {^•). Pacificatosi il
Pveims da Calisto li insieme a Enrico V. Papa con Enrico V, celebrò il concilio ge-
Recatosi in Roma Calisto li a'i giugno nerale di Laterano I, dichiarando nulle
1 I 20 vi fu ricevuto con miiabile giubilo le ordina7Ìoni fatte dal Burdino, e nulle
di tutto il popolo, tranne ifazionari im- lealienazioni di benidichiesajSpecialmen-
periali scismatici. L'antipapa non tenen- te della città di Benevento. L'Amelot ri-
dosi più sicuro in R.oma, pieno di confu- ferisce, che Sinibaldo di Clermont aven-
sione e di spavento rapidamente fuggì, ap- do cacciato da Roma in Sutri l'antipapa,
piattandosi in Sutri,dove attese a forti- Calisto li in premio gli concesse d'usare
ficarsi, sperando soccorso dall'imperato- co'suoi discendenti nello slemma le chia-
re. Q«iindi Calisto il radunalo un possen- vi papali intralciate colla croce di s. An-
teesercito, col rinforzodegli ausiliari nor- drea, o in forma wo[ìo:Pjiam-
di essa, col
manni, lo rivolse sotto ilcomandodel car- si oportuerit nos mori (ecum, nos (e. non
tipapa stava fortificato in Sutri, lusingan- trove. Dice inoltre, che afierma Panvinio
dosi indarno dell'aiuto diEnrico V, che d'aver veduto dipinta in una camera del
parente del Papa inclinava alla pace. Su- palazzo di Laterano, l'espugnazione di Su-
tri era forte pel sito, vi si dierono vari as- con questo distico: Ecce Calixtus, ho-
tri,
a Roma, segno all'obbrobrio di tutti, e do- soggiogali nemici sopra un asino colla (àc-
po di lui maestosamente incedeva Calisto cia rivolta indietro, e con fìu- loro tenere
II, che dal popolo fu ricevuto con vivi ap- nelle mani [ter briglia la coda, che Fabrcl-
plaudi e archi trionfali. I romani avreb- ti crede introdoUo da'greci, da cui passò
^
no SUT SUT
traf^ritaliniii.Ef^lifia \e me Tscnzr'oni ci\p. mento i principi dell'impero persuasero
2, ri. "275, p. I I r,ne lipoila una di Ncpi r^dcrico a lendere in Sutri tale omag-
I
(lei I i3r, in cui si presciive la pena, iti Dopo di che ambedue si recarono in
gio.
in ascila relroraum sedeat, et caudarn Roma, ove a' 18 giugno segui la corona-
in niann /f'?f^/, a'conlravvenlori tl'una zione. Il Ferlone, D e' viaggi de' Pontefici
legge tra popolo e la città, sotto l'an-
il p. I 3f), narra diversamente l'accaduto,
tipapa Anacleto II, di cui segui lo scisma poiché secondo il suo asserto Adriano IV
contro Innocenzo II. Nel i4o Giovanni 1 passò a Nepi per aspettare Federico I, il
conte (leirArignillara, nemico giurato del quale giunto nel territorio di Sutri,il Pa-
Papa Irniocenzo ll,soggiogòdopo la mor- pa si portò al suo campo, ma ricusando
te dell'antipapa Sutri e Nepi, e colle sue l'imperatore di tenergli la stalfa secondo
tirannie le aggravò. Neh 146 insorti mol- il costume, il Papa retrocedette a Nepi.
ti romani arnaldisti, Eugenio II I pai ti da Infine convinto Federico I delle antiche
Roma, ed a'^li maizo si trasferì in Sutri, pratiche, passò a Nepi ad usarle al Papa,
ovesi tralfennesino a'24 luglio che parli che venne incontro per tale ossequio,e
gli
per Viterbo e poi per Francia: fu questo Insieme partirono per Roma. Nibby pure
Papa che creò cardinale Giovanni Conti racconta che nel territorio di Sutri avven-
da Sutri, cos'i detto o perchè suo vescovo ne l'incontro di Federico I con Adriano
o per esservi nato, forse quando un ramo 1 V, l'imperatore veniva per la viaCassia,
di sua famiglia vi si rifugiò dal Tusculo e il Papa da Nepi; e siccome Federico I
in tempi di fazioni; e forse puie.dice Don- non fece il solito allodi tener la staffa al
di, furono suoi discendenti que' conti di Papa mentre scendeva da cavallo, ne *e-
Sutri che riebbero gli stati loro, di cui e- gnì una discussione, dopo la quale l'im-
rano da Ladislao re di Si-
stati spogliati peratore cede, e il terzo di s'accampò pres-
cilia;non però nelle guei re con Martino so il lago di Monte Rosi, che allora chia-
V, perchè il re era morto (piando fu e- mavasi Jamda col suo lago, e situalo al
letto Papa, come erroneamente riporta. biforcamento delle vie di Viterbo e Ci-
Nella biogralin di Jdriano //', e articoli vita Castellana in punto moltoimportan-
relativi, narrai come il Papa avendo in- te. E" certo che il Papa fu in Nepi e in
teso che Federico I dirigevasi nel 55 a i i Sutri, e in questa 1.^ città anche coll'im-
Roma perla Coronrizioncimpcrinle^^f.), peratore pel colloquio, su tale abbocca-
con apparalo militare più come nemico mento convenendo eziandio Calindri in
die riverente alla s. Sede, da Viterbo gli Sutri; ma quanto a Nepi non a' 2 luglio, i
spedi 3 cardinali per conoscerne le inten- come dissi col p. Ranghiasci a quell'ar-
zioni, intanto rifugiandosi in Cn'ila Ca- ticolo, ma ne'primi di giugno vi fu il Pa-
stellana. Federico I in s. Quirico prestò pa e fors'unche l'imperatore, perchè no-
a'cardinali il consueto ^mrr/mcMfo e pro- tai essere seguita a' 18 la coronazione in
prio (\q\V imperatore, di difendere e con- Roma. Il Bondi ritiene che ancora Sutri
servare i diritti de'Papi e della chiesa ro- fosse magnifica ne'fibbricati,per riceve-
mana. Giuntoin Sutri, Adriano IV si con- re ancora una volta ospiti si ragguarde-
dusse a incontrarlo nella negò
città, ma voli ed i loro numerosi corteggi. Il mede-
di dargli il bacio di pace, finché non gli si mop. Ranghiasci vuole, che nel I 160 ad
avesse prestato il consueto ulliziodi Pa- esempio de'lusculani, nepesini esutrini i
di (del quale ossequio riparlo a Scarpa). te a'romani, che ruppero co'ledeschi co-
Ricusava l'altiero principe tali alti, che mandali dal normanno Ruggiero. Dissi a
lutti Sovrani (/^.) praticavano col capo
i
lloMA come la comune di Sutri con altre
della Chiesa; ma dopo animato ilibalti era tenuta mandarvi de' giostratori pei
S li T S U T III
famosi Giuochi d'Agone e Teslacclo. Ui- slellana come luogo sicuro, secondo De-
nortano UugaeNibby, che Federico I ne- gli ElFetli eFerlone, e non a Città di Ca-
mico della s. Sede, in odio ad Alessandio stello come dissi alti'ovecon Novaes, a mo-
J II assediò Sutri, perchè eragli fedele nel- tivo dell'equivoco già rimarcato che pro-
losciscua degli antipapi che gli avea susci- dusse tra le due città il nome di Castrum
tati 171 aveano viterbesi
contro. Nel i i Felicita tis, abbaglio in cui cadde pure il
stabilito con que'di Feiento di saccheg- Bondi. Ma il Papa conosciuto che Fede-
giar Sutri eNepi, ma primi non aven- i rico II, col quale dovea abboccarsi da Ter-
do atteso i ferentini marciarono su Sutri; ni gli tendeva insidie, verso iaSdi detto
di che indispettiti i confederati ferentini mese passò in Sutri, donde spedì a'geno-
dierono il sacco a Viteibo. Allora i viter- vesi perchè mandassero le galere a Ci-
gli
tri restarono libere dal minacciato disa- rocco, dice che si trattenne in Sutri 21
stro. Aggi unge il Nibby che Muratori pub- giorni, diligendosi a detto porto con buo-
blicò l'im portante documento: Cc"^5</e^^^- na scorta di truppe edi sutrini bene istrui-
diiies et jura, quae hahel dominus Papa ti delle vie disastrose delle montagne, ed
in Burgo SutrinOyW quale appartiene al a'6 luglio s'imbarcò. IMeglio lo racconta
1200 circa. Da esso rilevasi l'esistenza Ferlone:informato Innocenzo IVcheSoo
d'un borgo presso Sutri, e gli abusi gra- cavalli toscani doveano nella notte dopo
vissimi introdotti in esso e nella città, sui il suo arrivo in Sutri airestarlo d'ordine
testamenti de'forestieri che vi morivano. dell'imperatore, sbigottitosi a tale avviso,
Questo borgo esser deve quello di cui par- vestito leggermente nell'ora del i. "sonno
la InnocenzoIII nella bolla del 2o3: Do- 1
sah sopra un egregio cavallo corridore, e
namusecclesìam s.Slephoni curii Castel- per vie disastrose e per boschi tanto si af^
lo el Burgo suo jiixla civitntem Stitrinarn. frettò, mattino giunse a Civitavec-
che al
Rilevai nella biografìa à' Innocenzo III, chia. AncheNovaes dichiara che Innocen-
the nell'autunno del 207, essendosi re- i zo IV partì da Sutii la notte seguente al
cato in Viterbo, passò in Sutri a consa- suo arrivo. IlSemeria poi nella Storia ec-
grarvi la cattedrale, e ritornò in lloma clesiastica di Genova, p. 344) senza dire
nella metà di novembre. Giegorio IXnel dell'arrivo del Papa in Sutri, dopo aver
1237, reduce da Perugia e Viterbo, si re# narrato l'arrivo nel porto dell'aiuto in-
eòa Sutri, donde partendone nel selleui- vocalo da'suoi concittadini genovesi, di-
bre per Rouja, vi fu ricevuto con tanto chiara:-' Pervenuto a Innocenzo IV l'av-
plauso conie fosse stalo un nuovoPapa, viso a'27 giugno, sulla [.''ora di notte, si
che descrive il citato Cancellieri, e coll'ui- spoglia degli abili pontificali, e messosi il
contro del clero, del popolo, de'greci e de- giubbone, come un soldato di cavalleria
gli ebrei. Dichiarai nella sua biografia,che con armi leggere, e con una borsa colma
nel 1 240 guerreggiandoFederico II impe- d oro in lasca, monta un velocissimo ron-
ratore la Chiesa e Gregorio IX, smarriti zino e sprona via, incognito a tutti, salvo
gli abitanti di Sutri, di Civita Castellana, a'suoi camerieri. Alla mezza notte sollan
d'Orte e di altre cillà, Toscanella e Mon- tosi accorselo in Sutiidisua fuga, e molti
te Fiascone, gli aprirono le portcsicconie la biasimarono; ma (piando ivi dopo uu'o-
impotenti di fargli resistenza. Nel 1244I" ra videro aprirsi le porte, ed entrare 3oo
noceuzo IV affinedi trattare una pace sta- cavalli imperiali con manifesta intenzione
bile coll'imperatore Federico II, sempre di far violenza al Papa, nessuno fu che
fiero nemico della s. Sede, con tutti car- i non esaltasse la sua vigilanza e attività".
dinali a'7 giugno si trasferì a Civita Ca Segue a due che al ."luglio approdò nel-
i
112 SUT SUT
l'isola delI'EIIin, si ricovrò 3 giorni a Por- lo XVI i sutrini si esacerbarono alquan-
lo Venere, ed a'7 sliarcò in Genova. Nel to co'nepesini, e nel 1 Ty i recatisi in Nepi
1264,6 non nel 1244 come scrive Nibby, pel divertimento della bufulata medita-
Sulri fuespugnatotla Pietro de Vico par- rono di farvi insorgere tumulto. Penetra-
tigiano di Manfredi naturale di P'ederico tosi il loro disegno, inutilmente si procu-
li, e perciò pretendente della Sicilia; ma rò sventarlo, poiché i sutrini si slancia-
tosto Pandolfo conte dell'Anguillara se- rono sulla forza armata, che sostenuta dal
guace di Carlo I d'Angiòredi Sicilia la popolo,diè luogo a un conflitto con mor-
ricuperò alla Chiesa. Urbano F(F.)non ti e feriti d'ambo le parti. Però i primari
nel 367, come ritiene Bondi,nia dopoa-
I
delle due città s' interposero, riconcilia-
Tere da Avignone restituita la residenza rono gli animi, ed a'3 maggio sul confi-
papale inPioma, volendo evitare caldi di i ne de'due territorii fu stipulato islroraen-
questa, parti per Sutri a',12 maggio 368, i lo di pacificazione e di buoni vicini. Tan-
vi si trattenne a pranzo, indi si avviò per to prima quanto in seguito, Sutri segui
Viterbo a Dlonte Fiascone [V .). Piaccon- le vicende politiche di P^ilerbo, di Nepi
tai a RoMAe ad Innocenzo VII (e non Vili edi Roma. Nel 722 i una i sutrini eressero
comealtri che ne'capitoli di pa-
scrissero), lapide di riconoscenza a Innocenzo XI li
ceslipulati da' romani col predecessore, e e al cardinal Imperiali prefetto del buon
rinnovati nel i 4o4 colla concordia nego- governo, riportata da Marocco: Orcio po-
ziata tra essi e Papa dall'ambizioso La-
il pulusque Sntriims ^AquaeducLus reslilu-
dislao re di Sicilia, romani si obbliga-
i
(o,fonlcni exLruxit.
rono a tenere sicura la strada che condu- La fedecrisliana fu promulgata inSu-
ce a Narni; ma nuovamente tumultuan- tricome inNepi da s.Romolo, in viale nel-
do romani neli4o5, e per gli agnati di
i
lai. "città da s. Pietro; e poscia anche da
Ladislao che aspirava al dominio tli Ro- s. Tolomeo martire, protettore principa-
ma, circa il y agosto Innocenzo Vii fug- le d'ambedue le città, che il p. Kanghia-
gi precipitosamente da iioma nel maggior sci nelle Memorie isloriche di Nepi, di-
caldo del giorno a Sutri, morendo di se- ce discepolo di s. Pietro e da questi nel-
te alcuni della comitiva nel viaggio; ivi l'anno 46 destinato vescovo della Penta-
pernottòe poi paitì per Viterbo. Più lar- poli Toscana, insiemea Piomano vescovo
di vi fu pureLadislao.il quale rotti i trat- di Nepi, ove ambedue doveano risiedere,
tati con Giovanni XXII (e non XXII co-
I
e poi nel ricordato Supplemento si cor-
me dicono altri), l'8 giugno i4i 3 (non pa- resse; mache l'avea già seguito all'ar-
io
jeai 7 maggio come riferisce Ferlone) ar- ticolo Nepi, pubblicato nel 1847, cioè pri-
mata mano s'impadronì di Roma, e co- ma che nel 85 1 I stampasse l'autore ììSup-
strinse il Papa e i cardinali a cavallo fug- /7/e///e/2/o,neirarticoloPoLiM Anzio che Iti-
S U T sur ii3
nutn Nepesiiium philosophiim conveiiit ro esame sulla serie de' vescovi di Nepi,
ni\ Christiim sacioque abluil fonte.cum- a vieppiù illustrare la sede vescovile, ri-
(j(ie anno 46. Ptolomaeum Pantheopo- furoiò il catalogo de'suoi pastori con mag-
lisiVepeti vicinae civitaliSjRomanum ve- gior esaltezza e cronologica verità. Quin-
roJVepetisipsiusepiscoposoidinasset, Dia- di dichiarò che il martirio de' ss. Tolo-
gno (Idei incremento visus est fnudamen- meo e Romano avvenne nel secolo III, re-
la jecisse".QuindiLIghelli dichiara 1.° ve- gnando Claudio II il Gotico, assunto al-
scovo di Nepi s. Pioraano nel 4^5, e a' 1 l' impero nel 268, non già a tempo di
nerli qiiella chiesa sotterranea di s. Gio- monianze, e le ragioni che espone. L er-
venale, per cui la crede edificata al co- rore contrario lo dice avvenuto per una
miriciamento del secolo II. Aggiunge,che parola cambiata negli alti de'marliri,cioè
poi per varie incidenze della chiesa, fosse Aiisustiis\xì\QCQA\ Caesari\e\ nominar-
fatto vescovo di Nepi eSutri, dietro il pon- SI l'imperatore Claudio, che ne alterò l'e-
della iti\e cattolica e per vie[)più confer- Pietro, per cui Paolo III per tale nomi-
mare nella medesima quelli che già la nò il I ."nella sua bolla, dopo la quale cad-
professavano. Qui mi sembra in contrad- de in inganno anco il Baronio e con lui
dizione e in anacronismo, essendo comu- non pochi altri. Prolesta inoltre il p. Ran-
ne sentenza, che s. Pietro (/'.) nel 69 ri- non intendere opporsi alle de-
ghiasci, di
portò il glorioso martirio nella i.^/jer^e- cisioni della Chiesa,avendo la s. congre-
dizione della Chiesa dì Nerone; laonde gazione de'riti approvalo uelióya le le-
dal contesto di Bondi rilevandosi che s. zioni e il martirologio, ove si legge: P/o-
Romolo fu da lui inviato dopo s. Tolo- loniaeus episcopus anliochenns s. Petri di-
meo a Sutri a completare la conversio- scipiilus. Dice indi con Baronio, co'Bol-
ne de'nepesini, e siccome assegnò l'anno landisli, con Benedetto XIV e con altri
98 a s. Tolomeo, in questo più non vi- gravi aulorijche sebbene nella storia dei
•vea s. Pietro. Nel Supplemento il p.Ran- santi si trovi qualche errore, non per que-
ghiasci,proteslando d'aver ac([uislalo più sto debbesi in tutto il restoabbandonare
cliiaie nozioni, fatto più crilìco e malu- come mancante di lede. Dovendosi pe-
VOL. LXXt. 8
ii4 SUT SU T
lo rilenere per martiri canonizzali i ss. ed altri, riporterò in breve i pili interes-
1 Celare. Ne deduce quindi laconseguen- ieltizio, ec. Dopo Giovanni l, morto pri-
7.8, che due santi furono
i inviali in Thu- ma del 770, si aggiunge Fotone interve-
scia suburbicaria da Papa s. Dionisio do- nuto nel 769 al concilio di Laterauo. Dei
.°
po il 268; ed in lai caso il i vescovo di dueGiovanni del 963 e del 989 se ne for-
^'epi sarebbe s. Milione, di cui ignorasi ma uno, Giovanni 1° (T-^.) cùióiiiaìe del
neh 19 Eulalio (ma
l'epoca, cui successe 963,il quale con Cardella nella biografia
queslo è indubitato die fu l'antipapa del dissi che nel 998 sottoscrisse la bolla del-
418; per tale lo dice Ughelli, per tale lo la canonizzazione di s, Uldarico, e forse
qualifica il p. Rangbiasci nelle Memorie, bibliotecario di s. Chiesa. Nel ro27 Ra-
ed ora non rende ragione del salto dell'e- niero, secondo le addizioni all' Ughelli.
poca e della persona se diversa dall'anti- Oilone (/''.) del 1
099 o prima, era cardi-
papa), e nel aGgciica furono mandati ve- nale. Qui il p. Rangbiasci si corregge pu-
scoviS.Tolomeo di tutta laPenlapoli, s. re d' avere asserito con Panvinio, ed io
Promano di Nepi,ove ambedue risiedeva- con lui riportai, che la giurisdizione dio-
no. Confessa il p. Rangbiasci, con Nicola cesana arrivava sino alla chiesa di s. Bar-
Nardinì, La Tolomeo in
caitcdra di s. tolomeo all'Isola diRoraa. Quella del ve-
Nepi, e la Penlapoli Ncpesina, che s. Ro- scovo di Selva Candida, e poi di Porlo,
molo mandato a Sutri da s. Pietro assie- come dissi in quell' articolo, veraoiente
me con Giustino era fin d'allora vescovo, un tempo godeva tale prerogativa. Altro
perciò non trovare ostacolo nel credere, vc'scovoanonimo del 2 1 1 8, secondo le ad-
che s. Romolo convertisse alla fede anco dizioni a irUghclli,fuPietro;e di quello che
i nepesini con que' di Falari romano, e l'avea preceduto nell'istesso anno s'igno-
delle altre convicine città e borgale.Cre- ra tuttora il nome, sebbene consagralo da
decbeNepi non nel HI secolo.bensì a'tem- Onorio III, come fu riportalo a Nepi. Nel
pi apostolici venne alla fede, onde ren- 12,59 Guglielmo già di Camerino. Ora
devi consentaneo al vero, clie s. Romolo principio la serie de' vescovi di Sulri. Il
nime non vescovo, lo potea del pari anco s. Eusebio che intervenne al sinodo ro-
a Nepi. Essendo poi stalo s. Romolo cac- mano del 465 di Papa s. Ilaro, la cui fe-
cialo da Sutri, dimostra che ivi operava sta si celebra a'20 dicembre.lndiCostan-
e si tratteneva, non meno che altrove, a zo o Costantino che fu presente al con-
vantaggio spirituale delle popolazioni, e cilio romano del 487. Mercurio sottoscris-
segnatamente di Nepi come più vicino. se a'sinodi romani di Papa s. Simmaco
Quanto poi alla Penlapoli, conviene che nel 499 e nel 5o2. Agnello che riportano
si formò verso il due cronologisti, dicendo che nel 598
244? P'''"^ tl^' martirio i
ili
SUT SUT ii5
cilio romano del 679 di Papa s. Agato- Papa una lapide monumentale. Pietro
ne, ed a quello diCostantinopoli del 680. sottoscrisse una bolla del 977 di Benedet-
Agnello trovasi intervenuto nel 721 al to VII, a favore della chiesa Bisuldunen-
concilio adunato in Pioraa da s. Gregorio se. Di Domenico se ne ha memoria in un
II, il quale avendo concesso il suddetto decreto di Benedetto Vili del io i5 per
privilegio, questo vescovo lo sottoscrisse. l'abbate di Fruttuaria.Kilino,al cui tem-
Grazioso o Hirsiosus fiorì nel 763.DiVa- po si tenne in Sutri nel i o46 il sinodo o-
Jeriano è fatta menzione nel concilio ro- ve rinunziò Gregorio VI. »Hic ille Kili-
mano deirSaG d'Eugenio II. Giovanni nus est, qui cum in Romano concilio si-
si recò a'sinodi di Roma dell'SSB e del- moniacae labis fuisset expostulatus anno
r86i. Bonifacio Conti romano cardinale 1 049 falsosque, atque venales testes sub-
del 943, de'conti Tusculani: nella bio- ornasset, qui suam emenlireutur inno-
grafia va soppressa la parola era e la vir- centiam, ipse interim, a patribus concilii
gola che la precede, non di mio errore e in juramenlo adactus, vixconcepta ver-
toscrinario della s. Sede, prò insliiuen- difendere le ragioni della chiesa romana,
do que veliti romano Ponti/ice. Fecero intempo ch'era agitata dall'antipapa Cle-
dunque istanza per riavere il legittimo mente III e dalle persecuzioni d' Enrico
Benedetto V, ma non l'ottennero: il ve- IV, fu indegnamente espulso dalla sede.
scovo IMartino fu poi al concilio di Ra- Dopo varie vicende dell'esilio tra'catto-
venna del 968, ed al sinodo romano del lici dell'Insubria divenne vescovo diP'Vz-
969.11 vescovo di Sutri Benedetto Conti cenza. Ivi per difendere il Papa Urbano
cardinale, de'conti Tusculani e nipote di II dagli eretici e scismatici fazionari,que-
Alberico già principe o tiranno diRomay sti glicavaronogliocchi.ac caetera mem-
merilòa'25 marzo 975 d'essere sublima- bra per ex.quisita tormenta Iruncatus, li-
lo al pontificato col nome di Benedetto ce ve la nobile palma del martirio nel 1089.
/'//(f^.). Nella cattedrale restaurata nel Januario de Januarii e Castro Radigun-
1673, il clero sutiiDo vi eresse a questo duli di Siena del i oSg.Olloue soltoscris-
n6 SUT SUT
se il privilegio accordato neh 126 da O- spellante alla chiesa di Sutri. Essa con-
norio II a Pisa, divenne fautore dell'an- tiene l'atto rogalo nel i 277 in Sutri in
di Salerno, mandato per legato all'im- l'Ughelli ponendolo al 253, Galletti pro-
i
do inlervenuto contro il volere del Papa, manchi Pietro arbitro in discorso, forse
fu posto a Colonia in tetro carcere, pu- morto poco prinia della stipulazione di
nito colle censure ecclesiaslichee spoglia- questo contratto), eletto arbitro da essi
to d'ogni onore. Pietro Ismael! dottore ce- canonici, et a domino Moricoolim epi-
Jeberiimo e famigliare d'Innocenzo III, scopo Sutrino.Ildibrandino ricevè 20 lib-
che lo nominò verso il 1202, consagrò bre di denari sanesi in denari grossi ve-
l'altare della chiesa di s.Gio. Battista pres- neti e in altre monete, una vigna posta ia
so Orle. Narra Bondi, che Ranieri vesco- Romagnano, un terreno al rivo Molino,
vo diViterbo volendo consagrare la chie- e gli orti situati postmoiitem et juxta li-
spiega quasi primate, perchè la sede ve- nale dall'antipapa Nicolo V: fia'7 anti-
scovile di Sutri primeggiava anche allora cardinali che leggo nel più volte citato
sopra le altre, viceversa Mariani l'avreb- Lodovico Agnello, non lo trovo, seppure
be notato per non ledere diritti del suo i non sia quell'anonimo N. vescovo. Gio-
Viterbo.Menco di Spello segretario d'In- vanni XXII neh 333 elesse fr. Uguccio-
nocenzo IV del 253;Marucio morto nel
I ne francescano perugino, dopo la cessio-
1 275,cui successe subitoFrancesco prio- ne di Berengario di s. Africano di Vabies.
re di s. Stefano di Viterbo eletto dal capi- Nel 34oGiovanni già arciprete della cat-
1
dalPapa confermato.Qui il
tolo sulrino e tedrale,creatodaBenedettoXII.Neh342
ijnWeiù, Del primicerio p. 355,aggiunge Clemente VI fece vescovo fr. Giovanni
due vescovi ignorati da Ughelli e da altri, Vergoni agostiniano, morto in Avignone;
poiché ailernia esistere nell'archivio se- e nel 348 gli surrogò fr. Ugolino di Pie-
1
successe Andrea nobile sanese, e morto nedettino di Subiaco; indi per sua mor-
neli4io,Giovanni XXI li gli surrogòDo- te, non avendo voluto, secondo Cardella,
menico di Anglona monaco cislerciense accettar le sedi Giambattista Millini poi
delle Tre Fontane e abbate di s. Seba- cardinale, nominò nel 1 4^3 il proprio te-
pubblicala da Ughelli nel l.r, p. io3o: se, avendo contro l'uso nel dì seguente
»> A uctori tate apostolica decernentes,quod celebrato il concistoro, probabilmente vi
hujusmodi unius Episcopus, qui eisdem dichiarò soltanto il vescovo di Nepi e Su-
Ecclesiis prò tempore residebit, uno an- tri nella persona di Antonio de Alberici
co in altera, et alio anno in reliqua ipsa- nobile orvietano, suo intimo e carissimo
rum Ecclesiarum,alternalis vicibuschri- famigliare, ma l'Ughelli dice agli r i ot-
SQia coolìceie leueatur, ordinaliouuai tobre; ed essendo morto il i'apa a' 1 S^do-
ii8 SUT SUT
no 26 giorni di ponlificato,neI d'i seguen- peraverloseguitoa NEPi,ed anco perchè,
te pieno di dolore e confusione scrisse al come notai in tale articolo, non si pre-
di lui nipote arcivescovo di Siena l'acer- tenda da mela biografia di
PomponioCe-
bo caso, e rimarcando essere egli il solo 5/, col quale nome e cognome non si co-
vescovo d'un papato: la lettera pubbli- nosce alcun cardinale. La s usata pel e
cala daUghelli ha nella sottoscrizione: E- fu cagione dell'alterato cognome, e indi-
piscopiis Sutrin. tlNepes'mus. Morto nel cante due personaggi diversi. Nel i542
1 5o6,Giulioll elesseGio. Giacomo Bru- Pietro Antonio de Angelis nobile di Ce-
ni di Asti protoiiotiuio apostolico parte- sena, vice-camerlengo e governatore di
cipante, clie nel i5o7 cede vescovati al i Roma; nel 553 Antonio Simeonede IMi-
i
fratello l*aolo Emilio già abbate regola- nicucci di Monte s. Savino, monaco ca-
re, econ esso intervenne poi al concilio maldolese del monastero de'ss. Angeli di
di Laterano V. Sembrami che il Bondi Firenze, e affine di Giulio III che quivi
abbia fallalo nel dire che Gio. Giacomo lo trasferì da Minori. Paolo IV a'4 set-
cede al fratello la sede neli5i 7, mentre tembre 5561 e 2 giorni dopo la morte del
questo morì a'5 novembre 5 6 vivente 1 1 precedente, dichiarò vescovo di Sutri e
l'altro, per non fare altri rimarchi. Bensì Nepi fr.MicheleGhislieri domenicano, nel
pel riportalo dal p. Ranghiasci, [)are che i557 lo promosse al cardinalato, e Pio
la sua consagrazione si protraesse sino al IV a'27 n)arzoi56o lotrasfeiìal vesco-
1 5Leone X nel 5 6 vi trasferì da A-
1 5. 1 1 vato di fllondovi, indi nel 1 566 P/jpa s.
nagni il suo amico e famigliare Giacomo Pio F (^''.). Nel governo delle due chie-
Bongalli di Filacciano, il quale l'avea a- se unite di Sutri eNepi sapientemente e
iutato a fuggire quando era legato, dopo santamente le governò. Dipoi il vescovo
Ravenna. Nel pontificato
la battaglia di Vannini per gloria imperitura di questa
diClemente VII le due chiese furono di sede, nel 65 eresse una lapide celebran-
i 1
strazione delle 2 chiese,e l'ebbe Giacomo rio generale, come fecero i suoi succes-
neh 532 nel decesso del cardinale. Tro- sori oltre il 170 r, tranne qualche contra-
vandosiGiacomo avanzato in età, nel i538 rio caso; finché a rimuovere definitiva-
rinunziò le due chiese, e Paolo III a' 6 n)enle qualunque questione, per le rimo-
febbraio ne afhdò l' amministrazione al stranze del capitolo di Sutri, dalla con-
cardinal Giacomo Simonetta (/^) e morì gregazione del concilio fu decisa l'inlera
nel i53c).In questodivennevescovoPom- indipendenza d'una diocesi dall'altra, per
ponioC'<'f/(^.)e non Cesi romano, trasla- cui da quell'epoca i vescovi hanno tenuto
to da Otte e Civita Castellana e poi car- due vicari generali, uno residente in Su-
dinale l'Ughelli lo chiamò Cacsius e ri-
: tri, l'altro in Nepi: quanto alla preminen-
producendo la lapide sepolcrale col co- za del titolo delle due sedi vescovili, ven-
gnome Caecius, cognome ripetuto 8 vol- ne determinato che i nuovi vescovi do-
te nella medesima, eppure non si accorse vessero spedire le bolle [ler l'insti luzione
della contraddizione, né la rimarcarono canonica, una volta nominando prima Ne-
i suoi accurati annotatori Coleti e Lucen- pi e poi Sutri, un'altra Sutri e Nepi, il
zi. II p. Ranghiasci cadde nello stesso ab- che tuttora viene eseguito. Pio IV sosti-
baglio, ed a me importa il rimarcarlo, sì tuì nel irescovalo delle due chiese al car-
S UT SUT 119
tlinal Ghislieri a'27 maggioi 56o,8econ- ve>covato a! proprio Sagrista fr. Egi-
do Ughelli, Bondi e il can. Biiua, iVer/> dio Valentiagostiniano, che celebrai nel-
cronologica de vescovi di Sardegna ,0 nel la serie di tali prelati, di cui l' Ughelli ri-
I 56i pel dicliiaratodal p. Raiigliiasoi nel porta la lapide sepolcrale posta in s. A-
Supplemento, il proprio coiiciltadinoGi- gostino di Roma iunauzi maggiore al-
il
rolamo Gallerai! milanese: osservò Bon- tare, colla data di sua morte q maggio
di, che intervenuto al concilio di Trento i568. A't4 tli tal mese si legge neh' /-
SI sottoscrisse assolutamente Episcopns talia sacra, ches. Pio V gli sostituì il cor-
Sulrinus.liu\iP\o I Va'i4'^elteral)rei 064 religioso, e proprio famigliare e teolo-
al dire del can. Dima nella Serie de' ve- go fr. Camillo Campeggi domenicano di
scovi d' yé lessandria fi non 56 5, lo trasfe- I Pavia, o bolognese come lo vuole nfA Sup-
rì ad Alessandria, assegnando le reudi- plemento il p. R.anghiasci, e che si trovò
te della mensa nella sede vacante al pro- presente a'26 dicembre 1 569 all'apertu-
prio nipote s. Carlo Borroiueo, il quale ra della cassa ov'era il corpo di s. Tolo-
a supplica del capitolo diNepi l'erogò per Hìeo a iNepi, alla presenza de'suoi due vi-
risarcire pavimento della loro basilica
il cari generali di rs'epi e Sutri: mor) in Su-
cattedrale. Poscia il Papa dichiarò a'ig triprobabilmente nel declinar di detto
gennaio 565 amministratore il cardinal
1 mese, e dice il p. Ranghiasci che nel gen-
Tiberio Crispi {f'-), che morto in Sutri naio ilei I 570 s. Pio V lo fece succedere
a'6 ottobre I 566 fu sepolto nella catte- da Donato Stampa milauese,già commis-
drale, e l'alFerma Ughelli; altri scrissero sario del s. offizio. Vedendo riportato dal-
in Nepi, altri lo dissero decesso inCapra- rUghelli questo vescovo 14 dicembre a'
nica di Sutri o almeno ivi trasferito il ca- I 56q e commissario del s. ofEzio
qual ex.
a' r4 ottobre in Sutii, e sepolto nella cat- tembre 564 fu eletto assessore del s. of
1
tedrale, ovvero morì inCapranica inpa- fi zio, e non cummissario; fitto poi vesco-
laiio praefectonini prò tempore, e fu tu- vo di Sutri e Nepi nel dicembre j56g, con-
mulato senza iscrizione nella chiesa prin- tinuò ad esercitare la carica sino a' 9 di- 1
cipale. Cardella nelle Memorie islorichc cembre 572. Questo prelato morì in Xe-
1
a'6 ottobiei 566 e fu sepolto nella cat- distico posto sulla di lui tomba presso i
tedrale. Importava ([uesto punto a dilu- suoi, ove morì recandosi inviato del Pa-
cidarsi, perchècoiivenendo Bondi e il p. pa a Carlo arciduca d'Austria. Neli58o
Ranghiasci nell'ultima «entenza, il ^."nel Orazio fioroni nobile milanese e nipote
Supplemento iferisceche per pochi i gior- del celebre cardinal Moroni, nato dal con-
ni assunse l'amiiìinistrazione delle due te Slòrza e da Camilla Doria canonico ,
120 SUT S U T
vole cpitafTio. Nel 1 6o4Tac1Jeo Sarti giu- Cesco Giusti di Foligno, già uditore delle
reconsulto bolognese e governatore di Ci- nunziature di Napoli e Lisbona, poi tra-
vita Castellana, consagralo dal cardi-
fij Camerino. Nel iG94lnnocenzoXlI
slato a
gbelli, in cui si celebra la prudenza, l'in- in Marocco. Neh 701 gli successe Giusep-
per ossequioe gratitudine dopo mortogli solabili per sì grave perdita, ob magnum
eresse una la|)ide cbe si legge in Maroc- erga tantum pastorem.amorem clam no-
co. NeliG43 Bartolomeo Vannini di Pi- Sutrium translatus
clurnìs boris creptus
stoiac romano, referendario delle due se- tantum
eslin catbedralis$epultus,non ob
gnature, dotto giureconsulto. Nel i654 erga pastorem amoreoi sed propter ejus
Marcello Anania nobile della diocesi di bonitatem. L'arciprete e i canonici sulla
Catanzaro, insigne teologo, canonico Li- tomba collocarono un epitailio scolpilo in
];eriano, cappellano segreto, indi vicege- marmo, esprimendovi con l'elogio di sue
rente in Roma del caidinal vicario: fu se- virtù, il proprio dolore e quello di tutto
polto nella cattedrale di Sulri al dire di il popolo: Marocco lo riprodusse. Con que-
Bondi, mentre il p. Rangbiasci liporta l'o- sti nell'Ila li a sacra si termina la serie dei
norevole iscrizione die in quella di Nepi vescovi, e insieme con esso incominciaro-
gli collocò il fialcllo etl erede Mario. Nel no le Notìzie di Roma a pubblicarla con
I G70 il cardinal Giulio Spinola^ alla cui alternativa ora sotto Nepi e Su-il titolo di
biografìa notai il monte di pietà da lui tri, come il Veccbiarelli; ora di Sturi e
fondato in Nepi, e il sinodo cbe celebrò. 7V<"/7/, come FrancescoVi vieni nobile d'O-
Vero pastore, fu assai amato, istituì il so- simo, eletto da Benedetto XIV a succe-
dalizio del Sulfragio nella basilica cai tedia- derlo nel 1740, e poi lo trasferì a Came-
le di Kepi, nel luogo ove esisteva l'anti- rino.Nel I 74GGiacinto Silvestri nobileili
co cimiterio e congiunto a tale tenipio, o- Cingoli, sotto il quale la cattedrale di Su-
ve fu poi eretto il coro per l'inverno; e tria spese pubblicbe fu restaurata in mi-
i)cllecatacondjeritro\òi corpi de'ss. Mar- gliore forma, e solennemente la consagrò
tiri. Con dispiacere de'diocesani trasiato a'5n)aggioi 573, slabdendo l'anniversa-
a Lucca, neliG78 gli successe Giacomo rio di sua dedicazione a'2a ottobre; Be-
!|3ona o Buoni di Castel Tebaldo, non di nedetto XIV lo fece indi vescovo d'Or-
Borgo s. Sepolcro, già vescovo di Monte vieto. Neh 754 Filippo Mornali nobile di
^"eltre; indi nel 1 68 SledmoRiccardi
i no- Macerala, cbe adunò il sinodo diocesa-
bile di l'^ermoe canonico della metropo- no e vi compilò molte savissime costitu-
litana, 2." collaterale di Campidoglio, tu- zioni, onde abbiamo Fdippo Mornalo, :
Roniae 1763. A suo tempo Clemenle sua pianta perdita ivi accaduta, con ar-
XlVjCon breve de'3 giugno 7 y^jclepulò i ticolo necrologico, rimarca oltre tulle le
il cardinal Pietro Colonna Pampliilj ab- virtù pastorali di cui era adorno, che a-
bate /«'<//"« delle Tre Fontane visitato- y niinò in modo particolare gli studi spe-
re apostolico della città e diocesi di Sulri. cialmente ecclesiastici, e che fu vero pa-
Girolamo Crivelli di Creizberg patrizio dre degl'indigenti d'ogni classe. Fu tumu-
dellaJMoravia e della Boemia, nato inTren- lato nella chiesa di s. Andrea delle Barat-
to, fatto vescovo 11611778, governò con te de' minimi. Gregorio XVI nel conci-
molta lode; colpito da grave morbo nel slorode' 4 dicembre i84o promulgò ve-
1
monastero di Monte Vergine, ivi mori e scovo Francesco Spallelli di Monte Bufo
furono deposti suoi precordi, mentre il
i diocesi di Norcia, patrizio di sua patria e
corpo pomposamente venne trasferito dal viterbese, conte palatino e cavaliere del-
clero di Sutri nella cattedrale. Pio VI nel lo speron d'oro già vicario generale di
,
XV, p. 222, preconizzò vescovo Camillo pieno di esperienza, d'animo fermo. Lo-
de'marchesi óV7/jo/2/(^.)oSimeoni di Be- dato pastore, suo zelo aprì il semina-
col
nevento, che celebrai nella biografia per rio in Nepi eprocurò un governatore
gli
dottrina, per zelo indefesso, per pietà e particolare; oioato inoltre diquelle be-
candore d' animo, pel sinodo celebrato, nemerenze che ben lumeggiò il p. Ran-
per quanto pali nelle vicende politiche, ghiasci nel compiangere la sua perdita in
onde Pio VII premiò suoi grandi meri- i patria.Per sua morte, il regnante Papa
ti col cardinalato. Lasciò la sua memo- Pio IX nel concistoro de'20 maggio 8 5o 1
ria in benedizione, altamente encomiato fece vescovo di Sutri e Nepi l'odiei no mg.'
dal Bondi. Tumulato nella cattedrale di GasparePetochi della diocesi d'Alalri (di-
cora il suo sepolcro. Il n,°46 del Giorna- Terracina lo \o§\\ouo ìe Notizie di Ro-
le ecclesiastico di Roma del 1
796 rende ma), già professore di teologia del semi-
ragione con encomio degli Ada et con- nario di Frascati e canonico di quella cat-
stittUiones synodi SuCrinae habitae a Ca- tedrale, vicario generale di Porlo e poi di
millo de Simeonibiix episcopo Sulrino et Viterbo, e canonico della caltedrale, do-
Nepesino anno\'j<^^, diebiis 18, ic), 20 po avere rinunziato la precedente preben-
rnensis oclobris, Pv.omae 7 96. Pio 1 V (ai1 1 da, dotto, prudente e fornito di singola-
25 maggio, dicono le Notizie di Roma) re esperienza. Nel voi. LIV, p. 23i no-
a'3 giugnoi8 I 8 vi trasferì tla Lidda in tai, che nel 85o 1 stesso l'encomiato Pon-
partibus, qual sulIVaganeo di Sabina sino tefice distaccò dalla diocesi di Sutri le po-
dal 18 14, Anselmo Basilici patrizio sabi- polazioni di Tolfi e dell'Allumiere (del-
no dottissimo nella teologia e ne'sagri ca- le quali parlai nel voi. LVIII, p. i3o e
noni; resse con bontà e dolcezza le due i32), e le unì alla più vicina sede di Ci-
chiese alla sua cura aflidate. Grandi elogi vitavecchia. Qui poi aggiungerò, che il
si meritò dal Bondi e dal p. Ranghiasci, medesimo Papa colla bolla Ex (piod ad
che ricordò co'suoi singolari pregi la de- Apostolicam s. Petrì Sedtm, de'i4 giu-
portazione che patì come il suo predeces- gno 1854, separò Civitavecchia dal ve-
sore, nelle vicende deplorale de'primor- scovato di Porto, ed inoltre unì al vesco-
dono a circa scudi 2000 senza aggravi. grafia universale francese, nelle quali e-
Le dna diocesi unite si estendono a quasi spone il risultatode'suoi colloqui cogli spi-
70 miglia di territorio, e contengono 36 riti celesti, ((ual testimonio oculare, di sue
luoghi. conversazioni conDio e gli angeli: chiude
SVEDENBORGISTI o SWEDEN- i capitoli di tutti i suoi trattati con una
BORGl ANI. Settari seguaci di Emanue- visione celeste,col titolo di MemorabiUa.
le Svedenborg o Swedeuborg, visionario In tal modo sono scritte tutte lesue ope-
famoso per l'erronea sua dottrina misti- re mistiche, dal trattato dell'amor di Dio
ca e teosofica. Egli nacque aSlockholm nel a quello della vera religione cristiana o
1 688 o 689 da Jesper Svedberg vescovo
1 teologia universale. Questa nuova fanta-
luterano di Scara oSkara,la cui educazio- stica esupersliziosa dottrina si sparse tan-
ne alquanto mistica esercitò una grande to, che il clero svedese sbigottito l'assog-
iniluenzasulgiovanilesuospirito.P'atti gli gettò a una inquisizione, che luparie riu-
studi nell'università d'Upsala, visitò poi scì favorevole all'autore, giudicando che
quelle di Germania, Olanda e Inghilter- nonollendeva la Confessione Augustana
ra, studiando particolarmente le matema- (A^.), e confermava
morale evangelica, la
tiche. Indi pubblicò in isvedese // Deda- onde poteva tollerarsi. Fero secondo Cat-
lo J/jerbo reo, opevn pci\oL\\ca di osserva- leau, nel Quadro generale della Svezia,
zioni sullamatematica e sulla fisica, che questa dottrina fu dichiarata pericolosa
gli procacciò gran riputazione, onde fu ed eterodossa, nel senso de' protestanti.
nominato consigliere di commercio e poi Nel compendio della dottrina di Sveden-
assessore del consiglio delle miniere.Car- borg leggesi,che le sue prime rivelazioni
lo Xll si prevalse de' suoi talenti, massi- avendolo implicato in alcune conferenze
me nell'assedio dit'i idei ikshall nel 1718; con ec^^lesiaslici, che rigettarono le sue o-
indi la legina Lirica volle distinguerne pinioni, egli si tacrpie, e d'allora in [>()i
i talenti, e nel 1719 gli conferì la nobiltà, non cercò piìi di far proseliti, né si confi-
per cui caadiìò il cognome in (|uello di dò più che con riserva n' pochi eli' egli
divide in due parti: la i / è una specie di Spirito santo. Non ammettono tutti i li-
Genesi, in cui si rende conto della divi- bri della Bibbia, e fia quelli che ammet-
nità e della creazione; la 2.' è la dottrina tono vi sono i Profeti, gli Evangeli e gli
chesviluppai principii della credenza re- Atti apostolici; gli altri dicono che solo
ligiosa della settH. Non vi è che un Dio, hanno un'autorità sussidiaria. Gli uomini
dice Svedenborg; è increato, infinito, so- nell'altra vita hanno corpi e fuima uma-
lo: Iddio è uomo; gli angeli non lo vedo- na, e abiti, ec; conservano le loro aftezio-
no che sotto forma umana; è la vita per- ni, mangiano, bevono, ec. vSvedenborg
che è araore; l'amore è l'essere suo, ec. però non ammette la risurrezione de'cor-
Mediante il sole spirituale, Dio ha creato pi, e solo che dopo la morte ciascuno sa-
lescritture, la vita ch'eia carità. Ammet- e da uno spirituale connnercio colle cele-
tono ereticamente una specie di Trinità sti intelligenze. Questi farneticanti profeti
perazione che ne procede. La Trinità for- Quest'ultimo sortii natali nella Lusazia
ma un sol uomo, del pari che la Trinità nel secolo XVII, ed esercitava l'umile me-
divinanonècheun Jehovah.Cristoèque- stiere di calzolaio, prima che si ci ede^se
stoJehovah,ilquaIenon diffei ibce da (|uel- visitato dalla celeste visione, che dispiegò
lode'giudei che come Dio non manitesla- innanzi agli occhi suoi gì' intimi recessi
to. In tale guisa tutta la Trinità è nel P«.e- dell'cmpireo.Indi gettala via la lesina, die
dculorc; quindi amaiiniatrano il baltesi- di piglio alla peuua, e le opere e i libri
124 s V E S V E
pe'quali rendeta conto delle ricevute ri- do a base della loro religione la s. Scrii-
velazioni, fluivano dalla sua mano con tura, ma interpretata da ciascuno secon-
mirabile facilità. Egli credevasi ispirato do il lume interiore che credono riceve-
per isvelare le opere di Dio occultate sot- re dallo Spirito santo, e meditata con tut-
to il velo materiale de'corpi mondiali, e ta l'espansione de'piu religiosi affetti del-
razione, destò invece ammirazione e stu- parte orientale della grande penisola di
pore in Inghilterra, e assai più in Ger- Scandinavia, la cui parte occidentale è la
mania. Ciò devesi in parte riferire alla Norvegia, e che soggetta tutta intera al
pensierosa e meditativa indole di que'po- re di Svezia, viene denominata monar-
poli alemanni, tanto passionati per le co- chia svedese e regno di Svezia. Sotto il
se che abbiano 1' aria misteriosa e cupa. nome Scandinavia [tei- lo più erronea-
di
Ma pili che questa naturale disposizione mente si compresero le 3 corone reali del
esercita presso loro una possente eflìcacia Nord, che occupano la grande penisola
il principio fondamentale del protestan- formata dall'Oceano, dal mar Baltico e
tesimo, che concede a ciascuno il diritto dal golfo di Bolnia, e la piccola penisola
di farsi guida a se slesso in fatto di reli- colle ailiaceiiti isole,che trovasi all'ingres-
gione, edi all'rancarsidaqualsivoglia ub- so del Baltico medesimo. I tre regni si ap-
bidienza a im' autorità esteriore e inse- pellano attualmente Svezia, Norvegia, e
gnante. Questo presuntuoso orgoglio in- Daniniarca(/\)cWè più antico, quali il i
duce l'uomo a confidare troppo nelle pro- danno luogo ad una tripartita descrizio-
prie cognizioni, e a reputarsi eziandio co- ne. E' però comun consenso de'geografi,
me graziato da ispirazioni immediate. che nell'antica Scandinavia non si rac-
]Non è quindi a meravigliarsi, se una ta- chiudessero all'atto i possedimenti dane-
le disposizione dell' anima produca una si, ma in seguito della fusione politica di
teomania,ovvero una superstiziosa mania queste nordiche nazioni rimase confer-
da cui sono invasi e alla quale
religiosa, mato l'uso di classificarle insieme. Adun-
conducono le ridicole dottrine de'sveden- que la Scandmavia è propriamente il no-
Lorgiani , boehmiani, visionisli, pietisti, me antico della vasta penisola che com-
ed i deliri de'sonnamboli e de'mngnetiz- prende la Svezia e la Norvegia. La chia-
zatori mesmeristi, molti de'quali fitùsco- marono gli antichi anche Scandia, Bai-
no con perdere l'intelletto. Il pietismo è tia o Scanzia, ma la conobbero poco s"!
il rifugio a'nostri giorni de'piùdivoti fra che la presero per un'isola. Era abitata
i Protestanti {f.), i quali da un lato mai dagl'illevionijC5oo borghi dierono nasci-
sollrendo il ffio^o ferreo dell'antica e van- ta a Normanni {f'.), che si mischiarono
tata ortodossia luterana, e spaventati dal- cogli abitanti dell'auticoChersonesoCim-
sempre crescenti del mo-
l'altro pe'guasti bricoo Jutland: tanta n'era la popolazio-
derno Razionalismo (f^.), che atterra o- ne, che fu soprannominata la Madre dei
gni verità cristiana e riduce il protestan- popoli. La Svezia compresa tra 55° 20'
tesimo a quella mera negazione di cui f.m- e 6c)° 5' di latitudine nord, e tra 8" 5o'
uo spesso parola certi filosofi uìoderni, si e 2 \°i.\5' di longitudine est, trovasi limi-
arrestano in una lai vìa di mezzo, tu^lieu- tala al uord-est e airoveì>l dalla Nurve-
S VE SVE 125
già, (la cui In separano monti Dofrini;
i innumerevoli piccoli bracci di mare, e
al sud-ovest dallo Skagei-Kack, dal Cal- sparsed'infinilà d'isolotlijquella che sten-
tegat edalSund,dal Into della Danimar- desi lungo il golfo di Botnia e il Baltico,
ca; al sud e all'est dal Baltico, che la di- corre generalmente al sud-sud-ovest, se-
vide dagli stali dellaPrussia e dallaR.ussia gnando due curve considerabi-
tuttavia
euiopea, e la cui parte più settentriona- li, l'una marcata dauno spoito della ter-
le, chiusa tra la Svezia e la Finlandia, ra verso il canale d' A land, che mette nel
prende nomedi golfo diDotnia; al nord-
il golfo di Botnia, e formando l'altra al sud
est la Toinea segna il limite svedese ver- della Svezia il golfo sul quale sono si-
so la Russia. La Svezia si estende 356 le- tuate le città di Carlscrona, Carlshania
ghe per lunghezza dal nord-nord-est al e Cimbiisharon; la costa del Sund, del
sud-sud-ovest, dalla sorgente del Muo- Cattegat e delloSkager-Rack dirigasi ge-
nio promontorio di Falsterbo; 90 le-
al neralmente al nord-nord ovest, ed olFre
ghe nella sua massima larghezza, dall'est i golfi poco estesi d'Engelholm e di La-
all'ovest verso il parallelo 5q° 45 ? e per holm. Dipendono dalla Svezia due tra le
circa 2 ,600 leghe quadrate di superfi-
1 più importanti isole del mar Baltico: la
cie: monarchia sve-
l'estensiqnedi tutta la maggiore éGothland, in mezzo a questo
dese essendo quasi 37,3oo leghe quadra- mare; Oeland lunga e strettissima, tro-
te. Catteau che descrisse la Svezia nel de- vasi separata dal continente per lo stret-
corso secolo, non dubitò di qualificarla to di Calmar. Vicinissimo e al nord-est
il piìi vasto stato d'Europa dopo la Pins- di Golhland giace l'isola di Faroen; al-
sia poiché a quell'epoca, secondo Bu-
,
quanto al nord incontrasi quella diGotl-
sching,comprendeva circa i 3,5oo miglia ska-Sandoen. Presso ed al sud del canale
quadrate di Germania, e si estendeva dal d'Aland e verso lo stretto che congiunge
28" al 48° di lougitudine,edal SS^al 70° al Baltico il lagoMaelar,simile ad un gol-
di latitudine. La Lapponia svedese, più fo, presentasi un ammasso prodigioso d'i-
grandedi qualche regno d'Europa,a tem- solelle che talora si chiamano arcipelago
5ooo abitanti, nella 3.^ quasi 9000. Ol- il nord-ovest, sui linìiti e nelle vicinanze,
tre agl'indigeni vi sono pure molte co- trovansi montagne assai elevate, che pe-
lonie di svedesi, norvegiani e finlandesi. rò non sono le più elevate della Scandi-
Sebbene la Svezia la conquistò nel 276, 1 navia, quantunque molle sieno coperte
né essa, né i norvegi e russi che nel se- di nevi continue; le quali montagne ap-
coloXVl già ne possedevanoallre paiti,a pailengono alla catena delle Dufi ine, la
Le codle della Svezia sono ritagliale da Icn recansi sole nello Skagci-Uack, nel
1 26 S VE S VE
Cattegnt e nel Sund. La maggior pn ite nopiH'e qualche immagine dì vita. Di ra-
de'coisi d'acqua, die discesi dal clivo o- do vi si fa sentire il tuono, non vi si te-
rienJale de'Dofiini, vanno a perdersi nel mono animali velenosi, né i terremoti vi
golfo ili Bclnia^dirigonsi dal nord-ovest spargono il terrore e la desolazione. Al-
a sud-est, e spesso ingrossando molto in cuni pretendono avervi scoperti vestigi
estate per lo sf-iciniento delle nevijinon- di spenti vulcani, ma non si prova conclu-
dano le campagne vicine: principali so- i dentemente. Quanto alla Lapponia, essa
no il Tornea, il Ralix, il Lulea, ec. Il flu- è coperta di laghi e paludi, boschi e mon-
iTie più rimarcabile che scaiicasi propria- tagne. Questo paese é poco coltivato,ab-
mente nel Baltico è la Molala. Sono po- bonda di pesce eccellente, d'uccelli e di
che le contrade nelle quali Irovinsi tan- animali selvaggi. 11 freddo in questa con-
to grande quantità di lt\ghi per cui si ,
trada è in generale sì intenso, che lo spi-
calcola che occupino la i S/ parte del ter- ritodi vino vi gela sovenle,e le riviere so-
ritorio svedese: dopo il Wener, che ha no gelate a molli piedi di profondità, Tut-
pili di 3o leghe di lunghezza, con 5 di r lavolta l'inverno è il tempo dell'abbon-
larghezza, de volisi citare il Wctler.dello danza, l'estate quello della frugalità e del-
anche lagodelie Tempeste, il Hiemar che le privazioni: il latte delle renni conge-
si unisce ailMael;ir,comunicando col ma- lato acquista maggior pregio pe' norve-
re di Stockholm, ec. Molli di questi la- giaui. Nelle parti più meridionali della
ghi olirono deliziosi paesi,e sono per la na- Lapponia, i più lunghi giorni e le notti
vigazione importantissimi. Il canale più pivj lunghe dell'anno sono di 20 ore 172,
notabile è quello di Gotha, che contri- enelleparti piùsettentrionali sonodi due
buisce a congiungere il Cattegat al Bal- mesi e 172; ma durante le lunghe notti in-
tico; e devesi ricordare eziandio il canale vernali l'oscurità è diminuita dalla chia-
d Arboga o di Hielmar, che unisce il la- rezza della luna, dal vivido splendore del-
go di questo nome al Maelar. grandiosi I l'aurora boreale e dalla lunga durata dei
canali di comunicazione tra'iaghi e fiu- i crepuscoli. Il suolo nella Svezia è ovun-
svedesi passano come a un tratto dall'u- rina la corteccia macinata del pino sil-
appena vi si scorge la notte fca'due cre- ne della Svezia mediana o propria la se- ;
geli. Le foreste sempre verdeggianti ali- ro culla,allii però fanno discendere dai
li
delle selve, lequali dicesi occupare 6,000 i marcano le lepri, sola cacciagione alquan-
leghe quadrate. Dopo il pino e l'abete, to comune, cervi, i caprioli, gli orsi, ii
tra le altre piante la belula riesce più u- lupi, le volpi, i linci, le anilie, le marto-
tile al contadino: colla sua scorza oleo- re, le lontre, gli scoiattoli, gli ermellini.
sa, che resiste all'umidità, forma egli il Le specie d'uccelli si valutano a 3oo cir-
tetto di sua capanna, e sruole interne per ca. Allevansi molte api nel ^LTlmoehus.
le proprie scarpe, e della scorza si serve La pesca somministra una delle ricchez-
ancoro per conciare il cuoio, tingere le ze più importanti, e4i'orta di pesci ab-
reti e le vele d' un colore rosso scuro, e Inondano sopra tutti gli altri; l'aringa, lo
in pari tempo per renderle più durevo- stioemmliog specie d'aringa del Daltico,
li; col suo legno fabbrica la maggior par- il salmone, il luccio di cui si fa conside-
te di sue masserizie, gli utensili, e se ne revole esportazione,eccellenti 05triche,ec-
serve pel fuoco; persino dal sugo dell'al- Poche contrade sono si ricche di mine-
l)ero ci ricava il vino di belula. Ne'can- rali preziosi; trovasi dell'oro, ma in poca
toni sterili del Norrland si trovano pa- quantità, a Aedelforsed aFalun;rargento
recchi muschi preziosi, come il lichene scavatoaSala edaFalun giunge a 16,000
tartareo, adoperato nella tintura, ed il marchi l' anno; il rame, del quale sono
musco de'rangiferi che si fa entrare nella le miniere più importanti nellaDalecar-
composizione del pane. Le piante anti- lia,oirreun escavo di 24,800 quintali; il
lo, creta nera, ametisti, buona terra per ihland o Gottland, e vi si annoveravano
le stoviglie, torba e molle sorgenti mine- le Provincie di Bohusland, Halland,We-
rali fredde in ogni provincia, che si fani>o strogozia, Ostrogozia, Smaland, Blekin-
ascendere a più di 36o. L'industria ma- gia, Dalsland e Scania. Una recente cir-
nifattrice di Svezia riraansi in istato di coscrizione della Svezia ha conservato le
mente il ferro, ne sono stati i soli impor- ture o governi o laen al Norrland, 8 allo
tanti oggetti. Le fabbriche di pentolame, Svealand, 3 1 al Gottland. Inoltre la Sve-
\'etro,oggetti di lana, tele, candele, tabac- zia trovasi divisa in laen o prefetture o
co, le raffinerie di zuccaro e altro sono le governi, che suddividonsi in haerad o di-
principali ricchezze manifatle della re- stretti. Eccone il novero. Norrland. Bot-
gione; ma bastano appena al consumo del- nia settentrionale o Norr Dotlen, con Lu-
la popolazione. Come in altri paesi, f.di- lea percapoluogo. Botnia occidentale o
bricaiio contadini
i da per loro le stolfe e Wester-Bolten.conUmea.Wesler- Norr-
gli utensili di cui bisognano. Nel giugno land, conliernoesand. laemtlandjcon Oe-
1854 a Upsala si fece un'esposizione in- stersund. Svealand o Svezia. Slockholui
dustriale de'prodotli naturali e agricoli o Stoccolma, con la città di Stockholm
Il commercio esler-
di tutta la provincia. (f.) per capoluogo, e capitale del regno,
no,quantunque soggetto a restrizioni, è ordinaria residenza del re, della corte e
peròconsiderevolissimo,anche colla ma- non che del cor-
delle principali autori là,
rina mercantile. Consistono l' esporta- po diplomatico. Upsal, con Upsal (/'.)
zioni principali in ferro, rame, tavole e per capoluogo, aulica residenza de'sovra-
catrame : importansi grani di Polonia e ni che s'intitolavano re d' Upsal, ed an-
meridionale, del cotone d' America, del vasta cattedrale, il più magnifico tempio
sale,thè,zuccaro, caifè e altre derrate co- del reame. Vesteras, con Vesteras per ca-
loniali. Le primarie piazze commercian- poluogo. Nykoeping, con Nykoepirìg per
ti sono Stockholm sul Haltico, eGolhem- capoluogo. Oerebro, con Oerebro. Carl-
burg sul Cattegal; quella facendo quasi stad,conC;irlstad.Stora-Kopparberg,con
la metà del traffico di tutto il paese, (pie- Falini. Gelleborg, con Gefie. Gozia o
sta quasi il 1 o.°Fatì laS vezia troppo gran- Gotldand.Lynkoe[>'\tì^, con Lynkoeping.
de emissione di carta; il banco di Stock- Calmar, con Calmar. loenkoeping, con
holm fu istituito nel 1657. I privilegi e- loenkoeping.Kronoberg.conVexioe. Ble-
sclusivi concessi alla compagnia dell'In- king, con Carlscrona. Skaraborg.conMa-
die orientali e ad alcune associazioni in- rieslad.Elfsborg,con Venersborg. Goele-
feriori, sono stati altre sorgenti di pub- borg o Gothenborg e Bohns, con Got-
blico detrimento. Tre sono le grandi e na- temburgo grande città, che può dirsi la
turali divisioni del regno, la cui origine 2.' di tutto il regno per la sua raflìuala
S V E SVE ìic)
industria e ricco traffico, sulla foce del fiii- del golfo smisuralo di Bolnia e vicino <i
suolo e ne'coslumi del popolo. La Fin- origine ha comune co'Iaponi, estonii e li-
landia.l'antica Finningia oFìnnoiìia,a,e- vonii. Il linguaggio de'finlandesi dilferi-
neralmente poco fertile e in clima cru- sce dallo svedese e dal russo,e quasi tutti
dissimo e sanissimo, tranne i luoghi pa- professano il luteranismo: quando pas-
ludosi, oragranducato della Russia, che sarono sotto il dominio della Svezia avea-
sempre vagheggiandola per la sua pros- no i loro re. La Finlandia non è popola-
simità a Pietroburgo, quale istmo che u- ta proporzionatamente alla sua estensio-
nisce la Piussia alla Svezia, e pe'vantaggi ne: Abo n'era l'antica capitale, l'odierna
che presenta neJle spedizioni marittime, è lielsingfors, che possiede il migliore suo
pervenne ad acquistarne una parte, di porto, ma è troppo angusto; le altre prin-
cui godè in virtù de' trattati d' A ho del cipalisonoNystad, Vasa e Uleaborg. Se-
1743, e successivi di Nystadt e Verela; condo il G/or/j^/c di Pietroburgo óti\ i853,
nel 1808 poi fece la conquista della por- la popolazione della Finlandia è al pre-
zione che rimaneva alla Svezia, e che le sente 1,675,000 anime circa, calcolan-
fu poi definitivamente ceduta da questa dosi il suo accrescimento dal i84' a det-
potenza, col resto della Botnia orientale, to anno di 208,8?.) abitanti. Ailunque
mediante il trattato di Frederik<.hanm la Svezia dopo le dette peidite della Fin-
de'5selleinbrei 8oc),in uno all'isole d'A- landia, o della Botnia orientale o Ostro
land arcipelago del liallico all' ingresso Bolnia, e d'una parte considerabile della
VOL. l.XXI.
9
,3o SVE SVE
LapponiOjpure la sun popolazione èdi più landò: dalla Norvegia soltanto neh 853
che 3 niiliouì emezzora classe nobile pe- arrivarono nel Canada più che 5ooo e-
rò vi è mollo numerosa, e vi si (.ontano migrati. Gli svedesi sono d'alta statura e
oltre 2^00 famiglie magnatizie. A que- di costituzione robusta, avvezzi a v"ta fru-
sta popolazionedevesi aggiungere quella gale e semplice, alle privazioni e alle fa-
della ricordala isoletta di Bartolomeo, s. tiche, soprattutto nelle
campagne, dove i
e quella di Non>egia (/^) di più che costumi risultano onesti e ospitali: for-
1,800,000 abitanti, parte occidentale mano essi un popolo essenzialmente guer-
dellamonarchia svedese o della penisola riero; sono dolali al supremo grado di
della Scandinavia, regno particolare, in- quella pazienza inalterabile, di quella ras-
di visibile,ereditario,8cggetto al redi Sve- segnazione al patimento, di quella abne-
zia, avente per capitale Cristiania (^'), gazione de'godimenti della vita, di quel
ove risiede il governatore generale del re- coraggio di calma e perseverante, che so-
gno e luogotenente del re, che d'ordina- no mai sempreslati l'appannaggio de'po-
rio dimora in Isvezia. Siccome in questo poli del nord. Sono anche probi, e quelli
articolo dovrò riparlare della Danimar- delle classi agiate sono pure valorosi e col-
ca, altro regno scandinavo del Nord, tro- ti, hanno idee elevale dell'onci e,e sono as-
vo relativo e conveniente pe' confronti, sai gelosi degl'interessi nazionali: seguo-
non che per rimarcare il sensibile incre- no nel vestiario e nelle conversazioni la
mento fatto dalla sur. monarchia nel nu- moda francese, onde furono detti i fran-
mero degli abitanti, dopo l'epoca in cui cesi del nord. La popolazione d'inferiore
pubblicai il suo articolo, di qui riportare condizione usa le vesti uniformi a quel-
le seguenti brevi nozioni. Fertanto lessi le de'danesi:i divertimenti popolari con-
in una statistica notificala neh 853: che sistono pure nello sdrucciolare sul ghiac-
la popolazione del regno danese propria- cio, e nelle corse sulla slitta, perciò es-
mente detto, comprese l'isole e le pro\ in- sendovi bravi patinatori. Oh svedesi han-
de del Jutlanil,eia il i."di febbraio 1 8 7o no molta airinilìi cogli abitanti della Ger-
di 1,406,747 abitanti. La popolazione di mania settentrionale. La carnagione e la
tutto il regno, compresi i ducati d'Hol- forma varia secondo le provincie. Nel-
steinediSchles-\vig,ed il ducalo diLauen- la Gozia li distingue il capello biondo ,
ove riparlai dell' Holstein e del Lauen- vacità e una espressiva ferocia. I lappo-
bnrgo), era neIi85o di 2,348,100. Se a ni sono in generale piccoli e meno robu-
questa cifra si aggiungonoquella delle co- sti delle proprie donne, le quali sono pu-
lonie del nord, 78,800; e quella delle re meglio di essi formale, ed hanno il vi-
colonie delle Antille, 3c),6oo, il totale so largo, le pouiellc (Ielle gote sporgen-
della popolazione della monarchia dane- ti, la pelle bruna e oleosa gli occhi di ,
La popolazione marittima vi è poco im- naso schiacciato e coi lo, le labbra gros-
portante, malgrado che le coste tIellaDa- se, le orecchie piccole, i capelli corti, ispi-
nimarca sieno mollo estese. Anche nella di e neri, la b.uba rara, la lesta grossa
Svezia l'emigrazione in America si fa di erotonda, il petto largo, il ventre conca-
anno in anno più forte, ed assume un ca- vo e stretto, le coscie e piedi assai sottili,
i
rattere iMiito più minaccioso che in mol- la voce spiacevole e stridula. Sono cor-
tissimi sili In popolazione sul continente diali. Ospitali; talvolta montanari ostili
i
li, ngilissimi e forti, inclinali alla pigri- na, provato che all'arrivo de'goti e lon-
zia, e longevi senza che imbianchiscano i gobardi in Italia era già introdotta la cor-
molte parti, che in modo rimarcabile vi dotta al suo vero stato la lingua volsja-
si conservano le usanze antiche: la Da- ci serviamo. Fu
re italiana, di cui ora
lecarlia è soprattutto famosa per la fedel- questo cambiamento opera di molli seco-
tà de' suoi abitanti agli usi degli avi. Il li, dopo gli antichi romani. IMuiatori cre-
contadino svedese è sommamente super- de verosimile, che in tempo de'longobar-
stizioso. La lingua svedese somiglia mollo di e franchi non poco crescesse la corruzio-
alla danese e alla norvegia, e deriva evi- ne della lingua latina, allorquando gran
dentementedalla slessa sorgente della te- moltitudine allevata nella lingua germa-
desca: altri la dicono dialettogotico. Cat- nica si scaricò sopra 1' Italia, imparò il
fpau dopo aver detto qualche cosa delle linguaggio de' popoli vinti, siccome più
3 lingue che si parlano ne'dominii sve- dolce,e parlandolo introdussero nella no
desi, cioè lo svedese propriamente detto, stra lingua vari loro vocaboli, e serviro-
i! fìnlandeseell lapponese, accenna le dot no a mutar piìi di prima la pronunzia e
te fatiche del celebre Ihre, colle quali egli desinienza delle parole latine, al che mol-
intese provare che le due ultime di quel- io cooperò l'ignoranza d' allora. Per le
le lingue sieno in origine poco diverse, e slesse ragionisembra potersi ammette-
dominassero nella Scandinavia avanti re, che qualche vocabolo già vi avessero
de che i lapponi sieno un ramo de'fin- I' amalgama degl' idiomi e il principio
nesi, cacciati dal loro paese, e la parola dell'italiano, come scrisse Orsato. Della
lappes sìon'ifìca esiliati: i lapponi si chia- lingua italiana parlai a Italia, Lingua,
mano eglino stessi Sani oSorns, ma diffe- e iu tanti luoghi, come nel voi. LXV, p.
riscono da'finnesi in quanto al fisico e al- 120. Nella Svezia sono comuni le lingue
le morali qualità. E" certo almeno che le francese etedesca,efra'dolti anche la Ia-
lingue di questi due popoli hanno fra lo- lina. Siccome la lingua svedese è poco
ro molla affinità, quantunque fra'Iappo- nota fuori de'limiti della Svezia e degli
ni la lingua naturalesia alterata da molli altri legni del nord,i letterali svedesi di
particolari dialetti derivanti dal gotico. sovente pubblicarono le loro opere in la-
Leggo neirOrsato, Historia di Padoi'a, tino, e poi anche in tedesco e francese.
V. K. Auccer, Lcx cinibrica antiqua lin- antichi storici monumenti. Abbiamo sul-
gua clanica variis lectioni, versione lai. l'idioma islandese di J. WolfT, /?/<// ^ArZ-
animadvtrs. et interpretamcnds illuslr., fì. lellunic Rim-Stok, ou Calendrier rn-
Ilaf'niaei 783.MaUli. i\a^tv\ì\),Principes nicjue et un line de l'Edda Soemundar
généraux de in langue danoise, Copen- appelé Thryms- Quida, Pa is 8 2 o. 1 1
interamente compresa neir Atlantico set- la Tracia e nella IVIesia, chiamato Lltìla,
tentrionale, qualche geografo la conside- tradusse la Bibbia in lingua gotica e la
jò come un'isola americana, ma l'uso è scrisse in caratteri runici, per cui di que-
d'assegnarla all'Europa e alla monarchia sti alcuiu lo crederono inventore, oalme-
danese. Fu scoperta nell'SGi dal pirata no aggiunse alcuni nuovi caratteri aH'.d-
norvegio Nadoco, nell' 864 lo svedese fabelo runico, già conosciuto da'goli. Al-
Goerdars conobbe più esattamente,ed
la l'arlicoloGoTi notai pure che si disse gotico
il norvegio Floke le die l'attuale nome. Il quclloche loro appartenne, come i carat-
norvegio Ingolf neir87G vi tradusse una teri denominali o romani alterali
gotici
colonia di compatriotti. Vi fu introdot- lisciti nelle bolle pontificie , dichiarando
to il cristianesimo verso il secolo XI. ÌNel però nel voi. LXVJ, p. gS, non doversi
1261 venne in potere della Norvegia, essi reputare gotici. Impropriamente fu-
neh 3c)7 anche dellaDauimarca pel trat- rono dell ica rat t eri gotici, longobardi, sas-
talo di Calmar, e Ciisliano 111 vi eslinse sonici, e franco-gallici gli antichi caratte-
il cattolicisuiopcr introdurvi il fatale iu- ri romani, per qualche modificaziooe che
S VE SVE i33
ciascuna di tali nazioni loro nirecò, come tore Sergel, il matematico Rlingenstier-
dimostròMaffei nell'/?/o;. diploni.^.i i3, na, il poeta Beranger, l'altro poeta Wal-
contro le asserzioni de'dolti pp. Papebro- lerius morto nell'anno 1832, ultimo del
cliio e Mabillon.La scriltnia denomina- così detto periodo Gu^taviano, e più di
ta impiopriameiite gotica l'introdusse A- ogni altro rinomato pe' canti popolari.
driano VI nella Dataria apostolica', de- In Roma e nello stato pontificio fioriro-
turpamento di forme piuttosto olandesi, no Nicolò Bielke Senatore di Roma, e lo
perchè gli scrittori erano d'Utrecht. Nello scrittoreab. Lorenzo IgnazioThjulen, au-
stesso orticolo Goti e in tanti luoghi im- tore de' Dlaloglù nel regno de morti. Tra
pugnai la sedicente architettura gotica,os- gli svedesi, prima della pretesa riforma re-
sia di stile o gusto impropriamente deno- ligiosa, fiorirono in santità di vita un bel
minato gotico: altri lo chiamano ogivuk-, numero di persone d'ambo i sessi, e di
altri genere d'architettura di archiacuti alcimi ne parlerò in seguito, così di altri
ed anche composto, altri stile arabo te- illustri storici, scrittori, e valorosi guer-
desco detto gotico per eccellenza, e ripe- rieri, e fra i sovrani emiuentemenle si di-
to impropriamente. Tra' svedesi le scien- stinsero i fulmini di guerra Gustavo
X- li
turale nel secolo passato i loro studi pre- ta la famigerata regina Cristina dottissi-
furono con grande successo col-
diletti, e ma e fautrice onde circondò
de'scienziati,
tivale specialmente da Carlo Linneo na- il suo trono da Grozio, da Descartes e da
e autore di vari buoni libri. Carlo Gugliel- ducazione vi è molta ratfiuata, e sparsa in
mo Scheele. uno de'creatori della chimi- tutte le classi della società. Le scienze e
ca moderna, ma veramente altri lo dico- la letteratura sono da 4 e più secoli col-
no nato a Stralsunda, autore del Trattalo ti vale con successo. Numerose sono le so-
dell'aria e del fuoco. Torbern Dergman cietà scientifiche e letterarie, ed insieme
professore di chimica ad Upsal, nato a Ca- anche interessanti: la società degli anti-
tharineberg , autore di molte scoperte e quari fu stiibilila neh 668, la medica si-
Svezia ne vanta un bel numero, ed assai essosi componedi3 j6 membri, cioè3'- da-
maggiori compresi quelli de' precedenti nesi, I I norvegi, i 1 finlandesi e de'Iuoghi
.«ecolijedel corrente come il Berzelius ce- vicini, gli altri della Svezia.Il congresso
lebrato principe della chimica, scienza di tenne 3 sedute pubbliche generali, e la i.*
cui parlai a Speziale: ricorderò l'astro- alla presenza del re. Calteau descrisse le 3
nomo Andrea Celsius, nipote del dotto na- univeisità che a suo tempo erano floride
turalista Magno Nicolò Celsius, Federico nellaS vezia,cioè d'Upsal non molto lonta-
HasseKjuist naturalista e unode'più rag- na dalla capitale, d' .Abo nella Finlandia,
guardevoli allievi dell'illustre Linneo, il edi Lunden nella Scania; parlò de'più ce-
vescovo Tcgner poeta famoso, lo scul- lebri professori che vi aveano insegnato,
i34 SVE S V E
(Ielle piiiicipali rarità clie contenevano, sogna essere proprietario di terra, ed ap-
dc'collegi, ginnasi ealui stabilimenti per [)artenere ad una famiglia in modo per-
l'educazione de'due sessi. Al presente non manente addetta all'agricoltura: i depu-
\i sono elle le due rinomate università tati della citladinanza sono nominati da-
le più celebri d'Europa, olirei i ginnasi: suo oratore e vice-oratore. I deputali del
in generale l'educazione pubblica viene clero, della cittadinanza e del contado ven-
accuratamente diretta e con buon succes- gono spesati in tull'i conti da'Ioro commit-
so, e l'istruzione primaria è molto disu- tenti.Ciascun ordine delibera separata-
sa. Negli ultimi anni il numero de'Ioro stu- mente, se le decisioni per essere adottate
denti notabilmente si aumentò. Nel S^G i haimo d'uopo d'ima semplice maggioran-
l'università d'Upsal ne contò 800, quel- '/a;perchè una pioposizione di legge sia
la di Lund appena 326. Neil 852 trovo in grado di ricevere la sanzione regia, ba-
nella i.^i 559 studenti, nella 2/ 526, in sta che sia accettata da 3 ordini. Il re ù
lutti 2o85,de'quali 481 studiavano teo- il capo dei potere esecutivo: non può la-
logia, 5o3 legge, 248 medicina, e 827 col- re né abrogar leggi, imporre tasse, dichia-
tivavano diverse altre scienze. Di questi rar guerra, senza il consenso della dieta,
2o85 studenti,663,cioè più di un3.°,era- che adunasi per diritto ogni 5 anni, e più
no figli di cittadini, 19 appartenevano
i al- spesso ove il le lo giudichi conveniente,
la nobiltà e 729 alla borghesia. In tutta la diuando lesessioni3 mesi. L'apertura rlei-
tichi regni d'Europa, è una monarchia menti, quello dell'interno e quello degli
con governo temperato e rappresentati- alfari esteti. Vi è pine il dipartimento o
vo. Il trono è ereditario nella linea ma- segreteria pel culto, e(jueI!o[)er la guerra.
scolina del re, il quale deve professare la Una camera delle finanze è incaricata ilei
i ministri ei grandi uHìzìali della corona. minali, delle quali ponno a ragione an-
Una dieta generale o stortingh limita il dargloriosi. Mia testa dell'amminislrazio-
potere del re, e si compone de'4 ordini, ne della giustizia trovasi il tribunale re-
cioè della nobiltà, del clero, de'rittadini, gio supremo, al quale sono subordinate
e dc'proprietari rurali. Il capo d'ogni fa- le corti regie di Stockholm per la Svezia
n)iglia ha il diritto di sedere in delta as- propria, e di loenkoeping perlaGozia che
semblea; il clero vi è rappresentato dal- forma un 4-° della Svezia. Fino dal IX
l'arcivescovo d'Upsal, dngli i I vescovi del secolo la Svezia abbracciò con entusiasmo
regno, e da'deputali del clero interiore. ipuri dogmi della religione cattolica, e pei
Questa rappresentanza nazionale ultima- successivi zelanti banditori dell'evangelo
mente si costituiva di 1 1 00 capi di fami- fucompita la sua conversione dal paga-
70
glie nobili, di ecclesiastici o letterali, nesimo al cristianesimo. Per VII secoli
diioo deputati di città, e di 260 proprie- uiniitenne intemerata la sua credenza re-
tari riuidi. l'or essereeleggiblle nt;lla rap- ligiosa, anzi notai a Stati l Regm TRir.u-
presentazione dell'ordine de'cilladuii bi- T.\r.i ALLA s. SedEjcIic per tale si dichùrò,
S V E S VE i3
oltre la Svezia, anche la Norvegia e !;• Da- luroco piantatele prime basi,guareutisce
nimarca (e {|uesta fino da Canuto II nel a tutti la libertà di coscienza, e la sicurez-
Io i4)Come lo erano la Russia e la Prus- za delle persone e de'beni, ninno poten-
sia)j ma ne'primi anni del secolo XVI vj do essere processato, se non in conformi-
penetrarono i pestiferi errori di Lutero tà della legge. La tolleranza de'culti si e-
(/^), e ijueirillustre chiesa rimase sepa- stende alle diverse sette formatesi nel re-
rata dalla cattolica unita e dalla s. Sede. gno, introdottevi in processo di tempo, es-
Nel secolo XVII Adolfa il re Gustavo II sendovi il centro di quella iS^'S^edenbor-
non solo fece abbracciare da tutta la Sve- gisti [T''.). A'nostri giorni colla legge dei
zia il luteranismo e abbandonare deHni- 5 luglio 8 |.5 fu permesso a tutti quelli
I I
livameiile la vera chiesa cattolica, rite- che professano la religione cristi. /na, sen-
nendo però l'antica gerarchia ecclesiasti- za eccezione, di celebrare pubblicamente
ca; ma fu il principale e formidabile fau- il loro culto. Perciò essi furono dichiara-
tore, che sostenne colle armi il protestan- ti esenti da tutte le tasse personali; e le
tismo di Germania. Quanto allaLappo- disposizioni deila legge che faceva dipen-
nia , le parli svedese e norvegiana sono ge- dere l'abilitazione delle successioni, e del
neralmente di religione luterana, la parte battesimo edegli altri sagramenti, furono
russa delia religionegreci«scismatica:ncn- abrogate. In ricambio, gli ecclesiastici dis
dimeno tra' lapponi esistono ancora mol- sidenti furono sottomessi alle medesime
li costumi pagani nelle loro religiose ce- prescrizioni,che il clero dello stato. INIa ol-
remonie. In materia di religione furono ire quanto deplorerò verso il fine di que-
questi popoli trascurati sino al i 660, al- st'ai licolo,leggo nella Civillà cattolica, 1."
lorché Enrico Bredal vescovo di Dron- serie, t.G, p. 1 1 3, le vessazioni che ancora si
theimo Nidrosia luterano vi fece qualche fanno nella Svezia contro i cattolici. «E' la
i36 SVE S VE
Itala la religione di slato per abbraccia- roacons, presidces par le fondaleur), a-
re il cattolicismo. Sei di esse sono madri detnpiendo non meno i loro doveri ver-
di famiglia,che rapite a' figliuoli ed agli so il principe, che soddisfacendo altresì a
sposi saranno costrette di ramingare in e- tutti gli obblighi che impongono la reli-
slere contrade, (ino a morirvi di fame e gione, le leggi e la benevolenza verso i si-
di uiiseria. Nello scorso settembre ( i 853) mili e l'umanità. Ordinò Carlo XIII ne-
di altre simili vessazioni furono vittime gli statuti, che olire il re, l'erede presun-
due innocentis><ime donzelle. Insomma il tivo e i principi reali della Svezia, ì qua-
governo laicale Iia stabilita la sua religio- li dallo stesso re sono nominati, non pon-
ne che debbesi od osservare o cambiare, no conseguire la dignità di cavalieri se
se meglio piace, con qualunque altra, non (jue'cìttadini svedesi che siansi distin-
i'uorcliècon quella che si professa da due- ti nell'esercizio delle ricordate virtù. Con-
cento milioni di fedeli". La s. Sede, co- siste la decorazione equestre ìd una ero-
me poi narrerò, inviò nella Svezia, pri- ce smallata di colorerubino, e sormonta-
ma della sua separazione, legati e nunzi, la dalla corona reale. Il centro della cro-
e viceversa la Svezia mandò a'Papi ora- ce è bianco, e contiene un triangcilo che
tori e ambasciatori, anche con residen- racchiude la lettera G (che nel citato AL-
za in Roma, ed eziandio sino agli ulti- ììianach si spiega : est un signe de l'ani-
oltre laSvezia e laNorvegia negli stati pon- istituì anche una medaglia, in premio del-
tificii ha il console in Ancona, e vice-con- la bravura e [)el coraggio mostrato nelle
soli a Civitavecchia, Pesa ro,Uavenna, Ili- guerre clamorose del suo tem[)o dalle sue
mini, Sinigagliai e Danimarca consoli
la milizie: questa medaglia è d'oro per gli
di beni fondi, ed egli decise d' usarne a dell'anno truppe rimangono a'propri
le
getto di provvedere alla leva delle trup- gimenti delle guardie a piedi ed a caval-
pe in generale ed al mantenimento de'sol- lo, che formano la guarnigione della ca-
dali d'infanteria, Carlo XI concluse colle pitale, un reggimento di cavalleria leg-
Provincie de'conlratti, secondo i (juali i gera del principe reale, ed il corpo d'ar-
proprietari de'beni Ibndi, altri da «juelli tiglieria diviso in 3reggimenti, compongo-
delle terre nobdi, furono scompartiti in no (piclla parte deircsercilo, della V'/tv/-
pò \H giorni
i d'esercizio sono prosciolti ria fu pureda Carlo XI modellala su quel-
ch'è una speciedi riserva, la quale può es- vori che meglio loro convengono. Ince-
sere portata al numero di 3o,ooo uomi-
i so di guerra può !a coscrizione maritti-
ni. L'esercito della Norvegia è diviso in ma essere chiamata tutta intera: essa si
due parti, cioè le truppe nelle varie sta- compone digiovani da 20 a 25 anni che
zioni composte di 14,324 uomini, e la ri- abitano il litorale. Devesi notare, che nel-
serva landwchr con gì 80 uomini: oltre le vaste selve della Svezia trovasi molto
aciòhavvi la milizia civica della città. Nel- poco legname da costruzione per la ma-
la 2." che l'eireltivo dell'esercito svedese rineria, ed è forza al governo di fune ve-
in tempo di pace consiste: fanteria, divi- nire dagli altri paesi costigiani del Balli-
sa in 46 battaglioni di linea, 27 di riser- co. La carica di grande ammiraglio èaf-
va, ei 2 di deposito, 85,000 uomini; ca- fìdala al principe reale: l'amministrazio-
composta di 4o squadroni di li-
valleria, ne della marina, a capo della quale è c-
neaci odi riserva, 5564 uomini; artiglie- gli collocato, è inoltre afTidataa un con-
ria, cioè 20 batterie di linea e 5 di riser- siglio speciale, presieilufoda un ammira-
va, 44' ^^j ossia in lutto 94,980 uomini. glio. Tutti gli alfari amministrativi della
A ciò si aggiungano la milizia nazionale marina di guerra passano fra le mani di
del Gothland, di circa 8000 uomini, e le questo consiglio, composto de'persouag-
altre milizie ascendenti ai 3, 000 uomini; gi più slimali. La flotta militare di Sve-
dimodoché l'elFettivo di tutta la forza di zia è divisa in 3 squadre formanti due par-
terra, compresi i soldati del treno, stal- ti, che sono:i.° la flotta reale, di stazio-
lieri, ec. ammonta a pressoché 1 16,000 ne nel porlo militare di Carlscrona sul
nomini. A Carlscrona vi è una scuola mi- Baltico, nella costa meridionale, capoluo-
litare che contienecircai3ocadelti:Ia sola go e principalccantiere di costruzione del-
fortezza importante del paese è quella di la marina; 2." h floUiglìu destinala a di-
1
S V E SVE 139
fendere l'ingresso degli skaeren o scogli pre imbarcale, e sono divise in 49 com-
delle cosle, ripartila in due squadre fra i pagnie, di cui 34 fanno il servizio a bor-
porti di Stockholm e Gotliemhurg, ili." do della flotta reale, ei5 sulla flottiglia.
nella costa meridionale, il 2. "nell'occiden- Il governo ha inoltre a sua disposizione
tale, ambedue lunghi peiò di minore im- la marina mercantile, composta di oltre
portanza marittima di Carlscrona. Ognu- a 1000 legni, di cui 3o circa sono battelli
na di esse, perfettamente armate, hanno a vapore. I principali arsenali o cantieri
i loro stati maggiori, e da più anni si van- da costruzione sono a Stockholm, a Carl-
no aumentando. Le navi delle flottiglie scrona ed a Gothembuig. Uno stato no-
sonoin generale più leggiere, il che le ren- minativo de'legni della flotta svedese si
de più atte a difendere le cosle. Da ul- legge a 200 del Giornale di Roma del
p.
timo gl'ingegneri idrografi inglesi, esami- 1854. Quanto poi alla flotta reale di Nor-
nati nell'ardenteesanguinosaguerra d'o- vegia, non ha vascelli di linea, ma solo i 5
riente della Piussia contro la Turchia [f^.) legni leggieri, fregate, corvette, bricks o
e suoi alleati Inghiltei ra e Francia, i pa- scooner. La
flottiglia norvegiana è com-
raggi de'3 regni scandinavi, dimostraro- posta di 00 scialuppe e bombarde. Il per-
1
nale di queste due parti della flotta mi- Dronlheira ed a Bergen: lo stabilimento
litare conta un ammiraglio, dueviceam- principale è ad Horten sulla costa occi-
miragli, 4 contrammiragli, 7. 6 capitani dentale del golfo di Cristiania. Laonde la
e luogotenenti, 78 ufìiziali esolto-uffizia- Svezia dev'essere riguardala come stato
li marina, qoo cannonie-
d'artiglieria di importante in una guerra maiitlima,noa
ri,3qo novizi, 35o timonieri e marinai, menochein tjuerracootinenlale.Airsiuu-
I 85 piloti e altri impiegali, 6000 mari-
1 gerò un cenno statistico sulla flotta del-
nai dell'indelta, 2000 dell'ordinaria co- la Danimarca. Si cou)pone di 5 vascelli,
scrizione,e i2,000 della bevoering,in tut- 8 fregate, 9 corvette e bricks, 3 scooner,
to circa 26,000 n>arinai (dovendosi pu- 2 cutter, 63 scialuppe cannoniere, i
7 bat-
re aggiungere a schiarimento, formarsi i telli da bon)be, 6 piroscafi a rota e imo
due contingenti marittimi,da quellosom- ad elice. Anche la Svezia e la Norvegia
ministratodallecittà ma ri Ili me,e da quel- costruì strade ferrate e telegrafi. Nel 1 8j i
a (joello di Yageii. La Norvegia nel i 8 >3 che miracolosacnente si rivolse alle sue
leraiinò la sua strada ferrata centrale e preghiere verso quel luogo ove lei stava
l'apri al commercio. La costruzione delle orando. Dipoi la sanla fece edificare inR.o-
ferrovieèin incremento ne'dueregnijdan- ma un ospedale presso Piazza di Campo
dosi opera pure a'telegrafl. Neil 853 pe- di Fio re,' ììfìWa piazza del Duca poi detta
rò la Svezia possedeva la sola linea di te- Farnese,ove vollechefossero ricevuti i po-
legrafo elettrico in attivilàjdaSlocklioltn veri pellegrini che di nazione gota ossia
ad Upsal. svedese venissero a visitare le sagre chie-
Chiesa di Brigida in Zioma.E'posta
s. se di Roma. Seguita la sua morte e cano-
nella ma<T^mfiCA Piazza Farnese, nel rione nizzazione, contigua allo spedale da Boni-
VII riegola,ed un tempo ebbe propinquo ficio IXprimadel i3r)i fuerettala chie-
l'ospedale nazior»ale pe'svezzesi.llFauuc sa sotto l'invocazione di s. Brigida, e nel
ei cUe pel i ."pubblicò inlloina il IValtalo 1 5 3fu restaurala,oude sulla porta fu po-
I
di luUeL^ opere pie dell'alma ciuàya p.8 7, sta l'iscrizione: Oo'aH-y s.Brigidae Piaste-
co le debite avvertenze fra parentesi pre- zese abbandonò li santa e vera religione
cipuaujente. La donna nobilissima s. Bri- e la s. Sede, per abbracciare gli abbomi-
gida vedova,discesa dal sangue reale de're nevoli errori dell'eresiarcaLulero, lo spe-
V. redine della Srozla e della Svezia, die dale restò abbandonato, fi nelle sottol* ao-
principio a ini ordine religiosOjCioù del ss. lo Ili, il celebre storico e poi arcivescovo
Sah'alore (e al cui articolo meglio tratto d'Upsal Oluo Magno svedese (più proba-
(ti sue gesta e altro che la riguarda, oltre bilmente e per ([uanto narrerò il suo fra-
quanto di lei e della degna e non men glo- telloGiovanniMagno celebre nunzio pon-
riosa llglia s. Ca/tT/'/ia dirò in più luoghi tifìcio e arcivescovo d'LJpsal) in nome di
«li questo stesso articolo), ([uale già da s. sua nazione lo prese e possedè gran tem-
Basilio Magno in Grecia era stata istilui- po. Dopo la sua morie (cioèdi Giovanni,
lo, vale a due che un medesimo mona- perchè morì sollo Paolo 1 1 1, morendo O-
siero abitassero uomini e donne, ma in laoneli jjGsottol'aolo IV), Giulio III ve-
tal maniera separali e divisi che tra loro dendo non più concorrervi i goti e svede-
non si potessero ueppur vedere; l'abba- si, l'applicò per cerio tempo al monaste-
dessa però tenesse il governo di tulli nel ro di/^^'0.y///i/a/iechiaiuatodelleConver-
lemporale,avendo religiosi sacerdoti cu-
i tile, comechè già Meretrici e pentite di
ra dello spirituale. Andavano questi ve- loro oscena vita vestivano l'abito religio-
stiti di bigiocon una croce rossa nella spai- so per fare penitenza. Il monastero fu go-
la, e si propagò l'ordine con diversi mo- verna to d a 1 1
'
.<^ rciconfra tern ita della Ca -
nasteri in parecchie parti. La santa si re- /v/àile'cortigiaui di Roma, e dopo trasfe-
cò in Roma verso il 1 3 \Cì (meglio più tar- rito altrove (e per ultimo in s. Giacomo
di, e certamenle colla (iglia vi era nel- allaLungara, vale a dire alcune mo-
y Alino santo ùlio celebrare nel i35oda nache del monastero di s. Maria Mad-
CleLiiente VI) nel pontilìcato d'Urbano V dalena al Corso, in esso passarono a in>
(ma fu eletto nel 3G'2),did quale ottenne
I segnarvi le regole religiose: il monaste-
la conlermadel suo ordine, indi visse nel- ro alCorso.poi distrulto.servì pure perla
la città molti anni esemplarmente e peni- fabbrica del Tabacco, oniXe. in quell'arti-
tente. Testimonio di sua santità è quel ss. colo ne riparlo) giunse ad a vere piùdii5o
Crocefisso che si vede nella cappella o- religiose. ]\Li da certo tempo (ricordo che
luuuiuiu nella patriarcale basilica e Ciiie- Fanucci pubblicò l'opera ucl 1G02), la
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nazione svedese, ovvero alcuni di essa, ri- et TVandalonim. II Panciroli che giàa-
prese la cura deirospedale, facendo ufE- veva stampato nel 600 I tesori nascosti, 1
ziare la chiesa, supplendo ai suo mante- o desciizione delle chiese di Roma, nel
nimento colle jendilee limosine.NelC©/- parlare di questa di s.Brigida,atrerma che
legio Gernianico-Ungarico (ne riparlai a l'unito ospedale era perla nazione diSve-
si tenevano 4 a'unui svedesi (e poi mol- blicato nel 1625,3 p. 35 palla dell'ospe-
tissimi e io diversi tempi furono e stjuo dale, /20.';p/;/Z'»5 ivu^mf ^fondalo da s.Bri-
accolti dal Collegio Urbano di propagan- gida Brigitla di regio sangue. riportan-
pellegrini svedesi, giunti in Roma, erano zesi. Nel 1 653 Martinelli ci diede Eomci
ospilati,nudriti,e se infermi curati. Qual- ex ethnica sacra,o\ea p.82 discorre del-
che anno prima del 1602, alcuni fiali con- la chiesa e dell'ospedale di s. Biigidao
versi del monastero del Paradiso, subur- Biigitta, nella piazza del duca di Pairoa
bano di Firenze, e forse svedesi, si reca- e Piacenza, dalla santa abitato e pe'^tel-
rono in Roma chiedendo l'ospedale come legrini goti del regno di Svezia che per
appartenente a loro, e la causa in detto causa di divozioneiecansi inRoma.Oew-
anno ancora pendeva indecisa, non tro- de a Pio I F cimi nulli aniplius golhi ad
vandosi chi volesse far loro ragione. Inol- Li bevi venirenl, uniluni ecclesiae ino-
tre S.Brigida fece edificare due monaste- nialimi Convertilarunif ut vocant : de-
ri del suo ordine in Italia, quello di Fi- ntimi a Pio F ab illa separatimi, elcom-
renze, e l'altro di Genova: incominciò a missimi card, l'icario, ^elle pareli la-
ricevere le divine rivelazioni e visioni di terali eranvidue iscrizioni in versi che ri-
Gesù Cristo e anche della B. Veigine, e produsse. Il Piazza che nel 679 pubbli-
1
moiì in Roma nel monastero della Chie- cò ìeOperepiedi i?0f7;rt,e nel 698 VEit'
1
quale era abbadessa s. Caterina vergine zesi e i'andali a piazza P^irnese. Ripe-
sua figlia, principessa di JNericia, di cui è te il rifeiito da Fanucci, insieme all'er-
capitale Oerebro, efu canonizzata da Bo- lore della rimarcata data, ed aggiunge
nifacio IX, come fu scolpito sulla porla che non solo il ss. Crocefisso in s. Paolo
della medesima per la quale si entradalla parlò a s. Brigida del regiosangue diSve-
chiesa nella sagrestia,dielro l'altare mag- zia e di Scozia, e le fece rivelazioni, ma
giore, con quesl' iscrizione : Sancta Bir- ancora quello che si venera nella Chiesa
gitta hic obliti o'jZ die10 tnensis tnaii, di s. Lorenzo in Daniaso. Inoltre vuole
et canonizalur per Bonifaciimi IX an- che l'ospedale da lei fondalo fosse comu-
noi 3qi diej od. Il processo per la cano- ne, a motivo de'suoi antenati, pegli sve-
nizzazione di s. Caterina si conservava in desi e scozzesi (lo ricoi dai a Scozia), che
una delle due camerette giàabilaleda es- sollo il nome di goti si recano a visitare
sa e dalla madre nell'edinziodell'ospeda- lechiese diRoma. Che ivi ebbe la sua casa,
le,i; pili volte lo vide Fnnucci. Aggiunge per lungo tenipo abitò, visitando! luoghi
che nella chiesa sonovi molte iscrizioni santi, e servendo agl'infermi e pellegri-
morte di s. Brigida,
della vita, miracoli e ni con gran carità eumdlà; andando con
eche ultimamente eia stata accomodata abito abbietto sulle porle delle chiese di
la facciata e sulla porla si pose quesl' iscri- maggior concorsoo di j)assaggio de'fede-
di Svezia, dimorata e morta nella casa vicino spedale pe'pellegrini della Svezia;
di s. Damalo I Papa, la dice figlia di 2." per condurre la strada all'ospizio e
Tiirger piiucipe di ^^ericia, discendente chiesa della ss. Trinità de'Pellegriiii; 3."
dal rcal sangue di Svezia, e di Sigride e- perchè nella via stabilendovisi gli argen-
gualnientedel regio sangue di Scozia. Ra- tieri e orefii'.i.vi concorrevano i pellegri-
giona delle sue splendide virtù, delle mi ni all' acquisto di croci, medaglie, coro-
rabili rivelazioni divine di cui fu degna, ne, ieli<pjiari, vasi sagri. Nella metà del
della coronazione che ne feccia B. Vergi- secolo passalo Venuti pubblico la sua
il
ne, e che venuta in Boma nel 1 35o aiulò Ixoma moderna, ove a p. 570 dichiara
!id abitare nella casa di s.Damaso l,ospi- che s. Brigida
o abitò ed ebbe alcune visio-
7Ìo de'pellegrini ragguardevoli stabilito ni da Gesù Cristo, nella casa contigua al-
«la quei Papa, continguo alla basilica, con la chiesa che descrive; e perciò alTerma
finestrella corrispondente ad essa, da do- con Piazza che ivi si conservavano un suo
•xe soleva venerare il ss. Sagramento e Crocefisso, l'uflizio, il manto nero, e un
il ss. Crocefisso esistente. Riunitasi ivi a braccio del suo corpo. Tuttora si conser-
lei la figlia s. Caterina, le fece scuola di vano le 3 stanze abitate dalla santa, una
celeste dottrina e coll'esenipio edifican- delle (]uali essendo stata il suo oratorio,
te. Perciò la casa fu doppiamente santifi- per la festa vi si celebra la messa. La chie-
cata, ricevendovi s. Brigida altre divine sa di s. Brigida e l'ospedale ebbe de'ret-
rivelazioni, esercitandosi nella penitenza tori svedesi, monaci dell'ordine del ss. Sal-
e nelle più belle virtù, ed ivi scrisse le te- vatore, e ne fu governalrice la stessa re-
gole pel suo ordine, di cui fu fondatrice. gina Cristina quando si Roma,
stabilì in
Sostiene il Bovio che s. Brigida abitò sem- avendoli visitati nel 1784 Gustavo HI
pre in detta ca'^a di s. Damaso 1, vi nio- benché acattolico. Nel declinar di quel se-
rl santamente, fu trasportato il corpo a colo eravi a custode e rettore un religio-
s. Lorenzo in Pance Perna, e nel 1374 so svedese di detto ordine; ma neliepoca
da s. Caterina a Vaslena: perciò dice dub- ilellai. '^repubblica del 1798 cessò del tut-
bioso l'asserto che la «aula abitasse anco to l'ospizio ospedale; e siccouic la chic-
S V E S V E 143
sa è filinle della basilica di s. ÌNIarla in lerali, con cassettoni di legno intngliali e
Trastevere, e per cui sulla fiicciala ester- dorati, quello a sinistra ha un ss. Croce-
na vi è l'arme del cardinal arciprete, ol- fisso, l'altro a destra ilfjuadioa oliodel-
tre quella del Papa, da tal tempo in poi laB. Vergine col s. Bambino e s.Gio. Bat-
l'ha in cura un rettore beneficiato delti tista , d'Annibale Caracci meglio sua co-
medesima, clif^ abita presso le stanze di pia. Dalla parte dell'epistola del suo al-
indulgenza. Il Piazza neW Emerologio di sepolcrali, fra le quali una del veo. De-
Roma, narra in quali sue chiese vi so- siderio Vassoni Clicimilen, l'altra di Lo-
no leliquie e si celebra la festa di s. Bri- renzo Benedetto monaco di Vasteoa, ret-
gida e di s. Caterina, con et udite nozio- tore dell'ospedale e morto nel 1323.
ni su ambedue. Ivi aggiunge, che l'o- primi abitanti della Scandinavia, se-
I
spedale lo fondò in una casa donatale da condo alcuni, erano di razza finnica olap-
Francesca Papazzurri matrona romana, [)0na; furono essi soggettati da'goli e da-
che vi contribuì pure con limosine, Io do gli sciti, i quali più tardi invaselo il pae-
nò al suo ordine, e s. Brigida vi riposò se. che il po[)olo di Svezia
Altri vogliono
nel Signore. Conviene però che alla sua e diNorvegia discenda da un popolo, che
venuta in Roma per prima abitazione fu abitava le S|>iaggie del .Mar Nero, all'im-
alloggiala nel palazzo di s. Lorenzo in Da- boccatura del Don. Altri pretendono che
maso, ove si ricevevano i personaggi Co- i primi abitatori della Svezia fossero cim- i
rastieri pellegrini; e vi venerava il ss. Cro- bri, colonia de'cimmerii, ch'era antica-
cefisso, quando non poteva andare a s. mentecompostadi due parti,ciascuna del-
i^aolo. Che s. Caterina dopo la morìe le quali avea il suo re particolare, ed ora
della madre continuò ad abitarenella ca- riunivansi insieme sotto lo slesso sovra-
sa dell'ospedale degli svedesi, sino al suo no. Il comune de'geografi crede, che sog-
ritorno in Isvezia. Il cardinal Albani, poi getto questo paese a frequenti e varie in-
Clemente XI, per le sue relazioni culla cursioni di popoli nomadi, nell'oscura e
regina Cristina, fece ingrandire, reslau vetusta sua origine, abbia ti alto il moder-
rare e ornare la chiesa di s. Brigida con no nome da'^i'/o//7,ricordati daTacito,aii-
pitture a fiesco nella volta, e ad olio nei lichi suoi abitatori, onde la Svezia si chia-
() quadri laterali di Biagio Puccini, buon mò Si'ilhiodj col qual vocabolo s'indica
pratico di sua epoca; inoltre vi aggiuirse una contrada, di cui .»iiano .«itale abbru-
la balaustra di marmo all'altare maggio- molte
ciate le foreste, forse per renderla
re co'suoi stemmi, ripetuti nella volta e propria all'abitazione. Tutti convengono
altrove; vi fece pure la facciata esterna di che la Svezia è uno de'piìi antichi regni
travertini, sormontata dalle simili statue d'Europa, ma ch'è poco nota la sua [ìii-
di s. Brigida e di s. Caterina, con iscrizio- mitiva storia. Si ritiene pure che sembra
ne in onore della prima. L'interno delia primìlivamente popolata da'diinesi o fin-
chiesa è sufficientemente grande,consua landesi, da'lap[ioiii, da'goli i quali stabi-
cantoria, ed lia 3 altari : il maggiore di litisi nel lato meridionale, dicesi ch'ebbe-
marmo,e con colonne e ornali di stucco, ro la culla nella Gozia o isola Goellaiul,
ha per quadro le ss. Brigida e Caterina, sebbene eziandio l'origine di questo va-
pittura antica di buona maniera: iduela loroso e celebre popolo sia oscurissima. Si
i44 s'VE S V E
noverano 3 principi scandinavi col nome vrebbe ammesso colà lutti guerrieri i
tli Frontone prima dell'era cristiana, e si morti onorevolmente colle armi in mano,
•vuole che 70 anni prima di essa il famo- e prima di morire si fece colla punta d'u-
soOdino duce degli scili v'iiionipesse:lut- na lancia g tagli sulla pelle a guisa di cir-
lo però trovasi sparso di dubbi. Sappiamo colo, e colla propria spada altre ferite. Ec-
dalla storia, che Odino fu capo d'un po- co la fonte della superstiziosa credenza di
polo scita, probabilmente stanziato fra il que'popoli,edella loroammissionene! pa-
l'onto Eusino e il mar Caspio, il quale lazzo Walhalla d'Odino, ed a'suoi ban*
nella gueira di INIilridateredel Ponto Po- chetti. Questa idea di sua divinila fu la sor*
Icinoniaco contro Roniti, essendo suo al- gente di tutte le favole, del cullo e de'ri-
lealo, volle piuttosto che sottomettersi ai li scandinavi. Odino dopo la sua morie
lomani, vedendoli penetrati sinoalTanai ottenne dalle nordiche nazioni i più ma-
e alla Palude Meolide, riparare in regio- gnifici funerali, non che gli onori divini.
ni più settentrionali e ignote a tali con- Laonde la mitologia scandinava fece di
loroso, ropidamenle soggiogò paesi tra i desta il coraggio nelle battaglie, nomina
il Pieno, l'Elba e l'Oder, con alcuni popoli quelli che devono essere uccisi: vive e go-
russi e sassoni, e ne divise le provincie ai verna per secoIi,e dirige tutto: egli ha crea-
suoi figli; poi mosse verso la Scandinavia, to il cielo, la terra e l'uomo, e stelle un
passando per l' Ilolstein e pel Jutland : tempo co'giganti. Fu da principio adora-
quelle provincie cpiasi vuote d'abitanti, to in aperta campagna e senza templi, so-
gli fecero poca resistenza. Comparvee con- pra semplici are; in seguitogli ersero tem-
quistò la Fionia, e fondò Oilensec [f'.), pli, e il più famoso fu (|uellod'Upsal. An-
cilUi della Danimarca nell'isola di Fionia clie a Dronlheim o Nidrosia, e nell'lslao-
in amena situazione; cerio è che dessa si da, Odino ebbe splendidi leinpli. ivi era
ritiene per la più antica di quel reame, e rappresentato con utia spada in mano;
secondo altri le fu dato tal nome io ono- Thor e Frigga stavangli alla sinistra. Da
re dell'imperatore Ottone I dal re Aral- lui era chiamato da'popoli del Nord il 4-^
do che la fece fabbricare. Odino indi sot- giorno della settimana Oileasdag, On^-
tomise la Danitnarca, la vSvezia e la Nor- d(7f;, J Todeusdage fFoderìsday: egli fa
\egia;e sostenendo lo splendoredi tali ge- creduto come l' inventore della magia e
sta con molta impostura eeloquenza, giun- l'autore di tulle le arti, e perciÀ) con ispou-
se a farsi credere una divinità. I popoli denlealìNIercuriode'greciede'romaui.La
smarriti dalla celerilà ed estensione delle festa solenne in onore di lui celebra vasi al
sue conquiste, creilevano ili ravvisare in principio della pritnavera, onde olleuere
esso una terribile divinità pronta a ful- da questo dio delle battaglie prosperi suc-
minarli, ove avessero opposto la più pic- cessi nellespcdizioni che intraprendevan-
cola resistenza. Per avvalorare tale pre- si. Da principio se gli olTersero le primi-
sligio fece uso di astuzie, di ftirsi repula- ziedellateira, poi cavalli, cani, fdlclii, gal-
re ispirato,col suo parlare impetuoso, per- li e grossi tori, e finalmente in Upsid vit-
banchetto eterno cogli altri dei, e che a- tempo di guerra, schiavi se in tempo di
S VE SVE 141;
pace, talvolta però nelle grandi calamità i caratteri runici da lui portati dalla Sci-
CKJeva la scelta anche su leste nobili e per- zia, se pure non fossero romani e mal si-
sino sul re, ch'era obbligato assistervi col tuati.Que'rozzi popoli si persuasero fa-
senato e i più distinti cittadini con offer- cilmente che in essi eravi qualche cosa di
te; non è poi raro l'esempio che i re stes- soprannaturale o di magico, e forse Odi-
si gli sagrifìcassero i propri figli. Aquino no stesso fece loro intendere che opera-
re di Norvegia oli'rì i propri figli in sa- va de'prodigi col soccorso di que'caratte-
grifizio, affine d'ottenere da Odino la vit- ri,per cui se ne classificò la specie con una
toria contro di Araldo suo acerrimo nemi- infinità di superstizioni, in benefici, no-
co. A uno re di Svezia sagrificò gsuoi fi- i cevoli, vittoriosi, medicinali, e quali pre-
gli a Odino, affmchè il nume gli prolun- servativi da disgrazie. Furono anche im-
gasse i suoi giorni. L'antica storia del Nord piegali per usi più ragionevoli e meno su-
è feconda di abbominevoli sagrifìzi, ch'e-
sì perstiziosi, per lettere, per iscrizioni, per
rano accompagnati da diverse ceremonie. epitaffi. Rari a trovarsi sono quelli scrit-
Oh inumana e barbara cecità! Frigga o ti dalla dritta alla sinistra, essendo più co-
Frea, che in tedesco significa donna, era muni quelli scritti dall' alto in basso sur
lu moglie di Odino, e la 2.^ divinità dei una stessa linea, alla maniera de' cinesi.
danesi e la dea per eccellenza: presso nor- i Quelli d'Elsingia, provincia del nord di
vegi e irlandesi, Thor 3. principale divi-
''
Svezia, li decifrò l'astronomo Magno Cel-
nità de'scandinavi era preferito aOdino sius. Il valore essendo una virtù indispen-
suo padre; e presso gli svedesi Freya fi- sabile per giungere al Walhalla, credu-
glia di Niord dea dell'amore, la Venere to la residenza de'morli sul campo di glo-
de' scandinavi, sovente confusa con Frig- ria, gli scandinavisidedicaronoparticolar-
ga, sebbene ad essa inferiore.Niord, il Net- mente alla guerra e alla pirateria. I Goti
tuno del Nord, era un altro figlio d'Odi- stabiliti nella Svezia, colle loro numero-
no, ed anche l'eloquente Bor,l'Apollo dei se emigrazioni si resero formidabili e fa
greci. Bor era il padre d'Odino e di tutti mosi, ed invasero ['Italia e Roma al ca-
gli dei. L'iconologia rappresenta Odino, der del romano impero, cogli Eruli [F.)
il gran principio di tutte le cose, avente e altri popoli scandinavi. Con orribilistra-
sempre sugli omeri due corvi, quali gli i gi ne invasero le altre contrade, come
dicono all' orecchio tuttociò che hanno Francia e Spagna^ e contribuirono alla
sentito e veduto di nuovo: uno chiamasi sua totale rovina;col nome di Goti, Ostro-
Ilugin, initlltUo, l'altro Wumin, memo- goti e T'isigoti fondando regni e monar-
ria. Ogni giorno Odino li pone in liber- chie, che descrissi a'Ioro ai ticoli, in uno
tà, ed eglino dopo aver percorso il mon- alle principali loro battaglie, conquiste e
do, ritornano la sera verso l'ora del pran- gesta. Le tribù che i goti aveano lascialo
zo. Tali e altri numi secondari, dipenden- nella Scandinavia, dopo essere state per
ti da Odino come più antico, erano gli dei lungo tempo divise, finirono col riunirsi
degli antichi popoli del Nord. Nella Sve- onde formare il regno di Gozia o Gothia:
7Ìa, nella Norvegia e nella Danimarca tro- i sovrani di questo paese lo divennero au-
vansi ancora qua e là, o in mezzo d'una chedella Svezia, esinod'allora ledue mo-
pianura, osopra qualche collina, degli al- narchie più non ne formarono che una
tari e intorno a'qua'i quasi sempre incon- sola sotto il nome
di regno di Svezia, in-
imperocché ogni
transi delle pietre focaie, titolandosi sovrano anche re de' Go/£ e
il
altro fuoco, tranne quello che traevasi da de fandali (^.), popoli antichi lungo il
quelle pietre, non era pe'sagrifizi basta n- mar Baltico ed in altre contrade, «juali i
1 goti e i vandali, ed altri scandinavi con- Calli. 1 4o, e s. Epifanio, Tlaer. 4o,
3, n."
(juistalori, in parte abbracciarono la nuo- n. i4,che la Gozia avea già avuti ne'tem-
va religione cristiana de'vinli, ma presto pi andati martiri illustri, e che allora vi
soggiacquero nella maggior porzione alle avea nella Gozia vescovi e preti, diaco-
pestilenti eresie degli Ariani, de' Dona- ni e monaci, vergini sagre, e laici d'ogni
tisll [F.) e di altri eretici, professandone ordine, com'erano tutte le provincie più
gli errori e sostenendone a danno del cat- colte del romano impero. Oltre le anti-
lolicismo i fanatici fautori. che persecuzioni, una berissima ne pati-
Forse a'terapi apostolici a questi po- rono cristiani in tempo di Costantino I
i
poli sommamente barbari fu annunziata il Grande. Oltre quelli che aveano data
la fede di Gesù Cristo, e v'hanno monu- allora la vita per Gesù Cristo nelle pa-
menti non ispregevoli, onde poter crede- trieloro,moltissimifurono costietti a pi
re che s. Andrea apostolo (il che si ran- gliarsi un volontario esilio e a ricoverar-
noda al narialo ne'vol.LlX,p. 27C),LXl, si nelle provincie del romano impeio. Co-
p. 64) portasse e stabilisse ili.°la reli- stantino I ve li accolse molto amorosa
gione cristiana in quelle parli. Nella Go- niente, assegnò loro comoda abitazione
7Ìa molto si estese e propagò il cristia- nella INIesia, soccorrendo con cristiana
nesimo dopo la metà del secolo HI, quan- carità, come par certo, alle loro somme
do regnando Valeriano e Gallieno, goti i iniligenze,secondoFiloslorgio, Hisl. evci
invasero le provincie romane loro vici- lib. 2,cap. 5. Regnando Valente e Grazia-
ne, ledepredarono delle loro ricchezze, no, i cristiani della Gozia patirono un' al
mi, che la professavano, come ncavo dal stiani fu crudelissimo, ma la virtù de'cri-
p. Kninart, Aili siìicen dtpiinìi marti- stiani fu superiore alla crudeltà del ti-
ri della chiesa cattolica I. 3, nella rela- ranno, e fecero vedere nella Gozia quei
zione del martirio di s. Saba martire del- miracoli di fortezza, che tanno a tutti cre-
la Gozia. Attesa la barbarie dc'goli, e la dibile, come dice la s. Scrittura, che il le-
S V E SVE i47
slimonio reso da'martiri all'evnngelo, è monianze dimostrano il grave abbaglio
testimonio divino e infallibile. De'iuai- di Socrate. Aggiunge i! p. Ruinart, che
tiri ilellaGozia coronati in questo tem- nel concilio di Nicea del 325, fra gU al-
po, fuorché una lettela enciclica sul mar- tri padri che condarmarono Ario e i suoi
tirio del ricordalo s.Saba, niuu'alfra me- errori, è sottoscritto Teofilo vescovo dei
moria particolare non abbiamo, e sola- goti. Yerosimilmeule il primate di tutta
mente dalla storia di Socrate, loco cita- la Gozia si chiamava ilvescoi'o degotij
to, e di Sozomeno, si sa in generale, che e questi avea sotto di se più altri vescovi,
la persecuzione in quelle contrade fu fìe- ch'erano a lui subordinali e da lui dipen-
rissima a questo tempo, e che il Signore denti. Poiché la lettera enciclica della chie-
coronò moltissimi suoi servi del mar- sa di Gozia fu scritta a nome del prima-
tirio. La lettera enciclica della chiesa di te de'golie di tutte leohiese di quelle con-
Gozia del 872, è riportala dallo slesso trade. Osserva il p. Ruinart, ch'è distesa
p. Piuinart, ed è commovente e edifican- eccellentemente, ed è lavoro troppo su-
te.Dolendosi Alanarico, che altri chia- periore alla capacità de'goti, ch'erano as
mano Atarido, che molti de'suoi sudditi sai incolti e barbari : e per quanto la fe-
slo, fece punire con vaii supplizi molti che la professavano istruiti della loro cre-
cristiani, facendoli rei di aver profanala denza, e a paragone de'loro coinpalriot-
e abbandonata la religione de'loro mag- ti gentili, assai colli e civili, pure questa
giori, con quelle particolarità che riporta coltura non pare bastante a dettare una
il p.Ruinart. Tra le enormi empietà com- lettera ottimamente scritta, com'è quel-
messe, si narra che i gentili attaccarono la del martirio di s. Saba. Abbiamo dal
il fuoco ad una chiesa ov'eransi rifugiati le lettere di s. Dasilio, che Ascolio nati-
uomini e donne, co'Ioro figli e bambini, vo della Cappadocia e vescovo di Tessa-
e con loro tutti la fecero ardere. Prelese lonica, mandò Cappadocia il corpo
nella
Socrate che questi mai tiri fossero aria- di un martire ch'era morto poco prima
ni, e ne seguissero gli errori. Avverte il p. in un paese de' barbari non molto lon-
Ruinart, che ne'tempi posteriori a quello, tano dalla Cappadocia. 1 motivi di man-
in cui dal Signore furono coronali i mar- dare nella delta provincia un donativo
tiri de'quali si è sinora parlalo, i goti cri- cos'i prezioso, furono perchè dalla Cap-
stiani fossero sedotti all'eresia ariana, è padocia erano passati alle contrade ov'e-
vero pur troppo; ma è altresì verissimo ra morto il dello martire, primi ban- i
e certissimo, che i martiri morti nellaGo- ditori della fede di Gesù Cristo; ed era
i\a nella persecuzione d'Atanarico furo- della Cappadocia lo stesso Ascolio, che
no tulli sinceri cattolici. Lo attestano s. colle sue eso> tazioni avea contribuito al
Girolamo, s. Ambrogio, che loda som- valore di detto martire e de'suoi compa-
mamente i meriti d'Acolio o Ascolio ve- gni. Si crede che parli s. Basilio del cor-
scovo di Tessalonica, e s. Agostino che po di s. Saba, e che Giunio Sorano ch'e-
parlando di questi martiri li chiama cat- ra a'confini dell'impero romano, per as-
tolici della Gozia. Altrettanto afferma s. sicurarli col suo esercito dalle scorrerie
Isidoro di Siviglia, dichiarando inoltre, de' barbari, ricevesse da' cristiani della
che atterrilo Atanarico dopo lunghissi- Gozia il corpo di s. Saba, e di loro com-
ma persecuzione dal numero de'professo- missione lo mandasse ad Ascolto, perchè
tirarsi da' suoi stali, e fissare altrove la il sommo furore, onde in quelle barbare
loro abitazione. Queste autorevoli tesli- contrade erano perseguitali i cristiani,
i48 SVE S V E
probalVilmenle vollero mandare nelle ter- cessero nel Sog Tordo f, nel 5i o Piodol-
re tle'romani tutte le rrlifjuie che pote- fo, nel .Ita 7 Arino, nel 'j/^^ Attila (s'in-
rono ile'loro martiri, por assicurarle dal- tende diverso dal re degli Unni), nel 564
le sacrileghe profanazioni e ingiurie dei Tordo li, nel 582 Algolo lignei 6o6God-
gentili, e perchè avessero le debite reli- 63o Arto, nel 649 Acone II,
stago, nel
giose onoranze della Chiesa. Ascolio era nelG70 Carlo IV, nel 676 Carlo V, nel
sialo esortalorea S.Saba e agli altri mar- 685 Birgero, nel 700 Erico I, nel 717
tiri: forseavea mandali nella Gozia al- Tordo 111, nel 764Biorno III, indi Ala-
cuni ecclesiastici che potevano essere o- rico, neirS I 3 BiornolV, neir824 Bra-
riundi goti, e di quelli che sotto Costan- temundero.Asuo tempo sembra che inco-
tino I si erano riparali nell'impero ro- minciasse a penetrare la benefica Incedei
mano; i quali ecclesiastici sapendo bene vangelo in altre par li di Svezia, per quanto
il linguaggio barbaro della Gozia, avea- accennai a Danimarca, nel riccNcre il pre-
no meravigliosamente giovato a tulla zioso dono della vera fède. Quindi regna-
quella cristianità nella persecuzione di rono Simasto dell' 827, Eroi dell' 842,
Atanarico. Questi ecclesiastici poterono Carlo VI deir853: sotto questi 3 ultimi
avere reso nolo e rinomalo alla chiesa re si ellelluò la conversione di gran par-
Gotica il nome d'Ascolio di Tessalonica, te de'svedesi al cristianesimo. Frattanto
e poterono determinarla a spedire a lui gli svedesi eallri scandinavi pagani, essen-
il corpo di s. Saba, acciocché lo mandas- dosi associali a quelle terribdi spedizioni
se nella Cappadocia. Ascolio scrisse a s. che soggiogarono popoli e fondarono tro-
Easilio la descrizione dell' eroismo dei ni, le loroainù portarono il terrore nel-
martiri goti, ed il santola rilesse più vol- le piì» lontane spiaggie. Fra're conquista-
tecon infinita sua consolazione, ammi- tori, le tradizioni di Saga ricordano Ivar
rando in essi lo spirilo de' primi tempi il TViclfndrnc o TVidfarne ossia il Con'
beatissimi del cristianesimo. Da lullo que- (7fn'5/rttore,chc regnò pure sullaDanimar-
sto si congettura dal p.Kuinart con mol- ca, e fece eonquiste nella Geiniania, nel-
to fondamento, che i cristiani della Go- la Russia, nell'Inghilterra, ma ne sono in-
zia col corpo di s. Saba mandassero ad certe le memorie storiche: i discendenti
Ascolio tulla la storia del martirio di lui, ch'ebbe dal matrimonio di sua figlia A n-
pregandolo che a Go-nome della chiesa dur con Roerik principe danese, regna-
tica in una lettera in lingua greca com- rono lungamente nella Svezia e nella Da-
prendessetulta quella storia, onde a lut- nimarca. Inolile fra're guerrieri Ilarald
ti fòsse nota la fine gloriosa di quel ser- Hildeland che die la battaglia di Braval-
vo fedele di Gesù Cristo. Sia (|ualunque la, la più celebre di que'tempi eroici; Ra-
l'autore della lettera, è certo d'essere un gnar Lodbrok.che peri in Inghilterra, e
monumento di somma autorità, e scrii- altri. La Svezia, la Norvegia e la Dani-
losubito dopo il martirio di s. Saba, av- marca erano considerate nel IX secolo co-
venuto a' 12 aprile del Sy?., e si crede mela culla di quelle guerrieie bande che
«he nell'anno stesso le sue sagre reliquie inondarono piìuegioni,noD conoscendo-
fossero trasportale nella Cappadocia. si a quell'epoche nel settentrione che uq
Nel buio della storia di Svezia, dei cieco e feroce valore: ed i principi cristia-
primi secoli di nostra era il Lenglet , ni, per opporre un'azione a'Ioro attacchi
nelle Tavolette cronologiche della sto- e alle loro tremende depi edazioni, crede-
ria unh'trsaley ricavò dai suoi storici rono bene di cattivarseli per mezzo della
il nome de' primi re svedesi che si co- religione cristiana ch'essi professavano, e
noscono, non senza molte incertezze. Ta- la quale era fondata su reali vii lìi emi-
li sono nel 4^» Svvarlmanno, cui suc- neutemenle più umaue della superstizio-
-
S V E S V E 149
sa e baibara cl'Oùiuo: questa fu la mis- tonuovamente a ricoverarsi da Lodovi-
sione di s. Anscario apostolo del setten- co I, il (juale gli donò l'isola di VValche-
trione, che vi si recò verso 1' 83o dalla ren nella Seelandia ove morì, ed una fi-
Germania, per destinazione di Papa Gre- glia sposò un piccolo re di Norvegia. Nel
gorio IV; e cos'i anche il settentrione e la partire s. Anscario dalla Svezia e Dani-
Svezia, siccome gli altri popoli, sono de- marca, vi lasciò per vescovo Simone nella
Litori della verità e civiltà del cristiane- sededi Byrke da lui fondata neir836,coa
simo allo zelo de'romaui Pontefici. Che alcuni missionari fatti venire dalla nuo-
se dalla Germania provenne alla Svezia va Corbeia, abbazia già florida e la «[ua-
lapura religione cattolica, ad essa pur de- le per l'attaccamento alias. Sede e pe'pri-
ve il veleno del fatale luteranismo e la sua monaste-
vilegi cui a preferenza di altri
apostasia. Il monaco benedettino s, An- ri germanici ottenne, fu delta sposa di s.
scario, dell'antico monastero di Corbeia Pietro, siccome primo e grande semen-
nella Picardia, passalo nel nuovo istitui- zaio di lutti gli apostoli del settentrione,
to da s. Adelardo in Sassonia o Wtstfa- ove dopo diverse vicende del cristiane-
lia, predicò la fede prima a'dauesi,poi agli simo lo propagò e rese florido e vigoro-
svedesi, e per ultimo a'popoli che abita- so. Ma per allora tutte lesullecitudini del
vano il settentrione di Germania. Egli fu vescovo Simone e de'benedettini di Cor-
accordato ad Harold o Harald o Heriold beia non poterono impedire a'popoli di
principe di Danimarca o re del Jutland Svezia e Danimarca di ricadere nell'ab-
meridionale, chebattezzato alla corteira- biezione dell'idolatria, e furono il vesco-
periale di Lodovico 1 il Pio nella chiesa vo e i monaci cacciati dagl'idulatri. In si
di I\l agonza, presso il quale erasi rifugia- deplorabile stato, reclamante la nascente
to, bramava la conversione de'scandiua- chiesa scandinava ilsuofondatore,s. An-
vi dalle false e superstiziose pagane cre- scario ricomparve in Danimarca, ove sot-
denze in cui erano miseramente ravvol- to la prolezione del re Erico II, gli riuscì
ti. Il santo monaco si portò in queste con- di fare rifiorire la religione cristiana; ma
ti ade in compagnia d'alcuni mercanti del il suo mirabile zelo trovò molti ostacoli
paese, ed arrivò a Birka o Byrke, città di in Isvezia, Dappoiché avendo voluto O-
cui si sono perdute tutte le traccie, e vi las, principe superstizioso, che la sortede
ottenne la libertà di predicarvi la religio- cide«se se fosse da permettersi ne'suoi sta-
ne cristiana. Il Signore benedì le fatiche ti il libero esercizio del cristianesimo, s.
apostoliche di s. Anscario,ed un gran nu- Anscario che con pena vedea la causa di
mero d'idolatri confessarono Gesù Cristo Dio assoggettata all' eventuale capriccio
e la sua celeste dottrina. Gregorio IV uel- della fortuna, raccomandò fervorosa mea-
r832 lo dichiarò legato della s. Sede, ed te a lui l'esito d'una decisione tanto stra-
arcivescovo à' Amburgo, città che messa Viiganle. Dio
danno del pa-
lo esaudì a
a sacco e fuoco neir845 da'normanni o ganesimo, perocché appena la luce evan-
norvegi , lo zelo indefesso di s. Anscario gelica sfolgoreggiò, che il monarca, capi i
consolò e mantenne nella fede il suo greg- della nazione e una prodigiosa moltitudi-
ge da'barbari sbandato. Vacata ueir849 ue di popolosi convertirono: s. Anscario
la sede di Brema, Papa s. Nicolò I l'uni fece edificare diverse chiese consagrate al
a quella d'Amburgo, e commise al santo bianco Cristo, come in que'tempi remo-
reggimento delle due chiese, onde Cre-
il ti gli scandinavi chiamavano ilSalvalore,
ma divenne la metropoli di tutta la Ger- a motivo del color bianco delle pareti e-
mania settentrionale. Harold che a vea ac- sterncilelie medesime, e le provvide d'ec-
compagnato il santo non potè farvi rico- cellenti pastori, prima di ritornare a Bre-
noscere la propria autorità, e fu obbliga- ma, ove sautamcute morì ncir8G5. Pare
1 lo S V E S V E
che alla gloria della conversione a Dio dei abitatori di questa ma non egual-
grande
popoli settentrionali, abbiano pure con- mente popolata regionedellaSvezia,i qua-
tribuito l'imperatoie Lodovico i, ed JLh- li sino dal bel principio si fecero ammi-
bone arcivescovo di Reims, che vi man- rare per tanta pietà, lealtà ed una vera-
dò Goherlo suo parente, olire diversi mis- mente singolare rettitudine e semplicità
sionari inglesi. Per avere Gregorio IV af- d'irreprensibili costumi, gareggiaronoad
fidato a s. Anscariola legazione scandina- apprestare un'accoglienza ospitale a'de-
va e la predicazione della fede, moren- gui e benemeriti figli di s. Benedetto, di
do egli arcivescovo di Brema i suoi suc- S.Bernardo, di s. Domenico e di s. Fra»i-
cessori esercitarono quindi la giurisdizio- cesco d'Assisi. Ben presto s'innalzarono 60
ne ecclesiastica e metropolitica sui vesco- tra monasteri e conventi a questi diversi
vi del Nord, finché ne'secoli X e XI eret- istituti di benedettini, cisterciensi, dome-
te le sedi vescovili e arcivescovili, a queste nicani e francescani, i cui membri diffu-
fu devoluta; cioè ad Up'>nl[/^.) [)er la Sve- sero, come altrove, nel popolo docile e in-
zia, a Nidrosiao Dronlheim per la Nor- telligente le miti arti di pace, l'agricoltu-
vegia, a Lnndeii [V.) per la Danimarca, ra, la civiltà e la dottrina. Notai a Riga,
a Bign {y) per la Livonia quando piìi che Papa Innocenzo 111 die alcuni abbati
tardi passò quella regione in potere della di Svezia a protettori dell'orduie de'ca-
Svezia, ed ora della Russia insieme all'E- valieri Porta Spade di Livonia. Né alla
stonia, altra provincia un tempo con(|ui- chiesa di Svezia mancarono i suoi santi
sta della Svezia; e siccome s. Rlenardo o d'ambo i sessi, e ne vanta circa 2 3, oltre
Mainardo fu ih. "vescovo della Livonia e IO vescovi. Fra questi ultimi si trovano
dell'Estonia, da lui furono pure al suo molti inglesi e alemarmi che vi recarono
tempo convertiti i superstiti svedesi ch'e- l'evangelodopo s. Anscario, e s. Rember-
ranoancora nelle tenebre del gentilesimo. lo compagno di lui e successore nella se-
Impadronitisi gli svedesi di Lund,ridus- de di Brema, perciò ebbe la generale so-
seio la sede arcivescovile in vescovile, eil printendenza dellechiese di Svezia, di Da-
\\ re di Danimarca grado me-
trasferì il ninìarca e della bassa Germania, per pro-
tropolitico di Lunden a Copenaghen. A. seguire l'opera cominciata così felicemen-
tali artìcoli citati riportai il novero dei te dal suo predecessore. Fiorirono poi s.
zia, fra gli orrori del sangue, sono uno dei Westro-Gothland ed altre provincie, e
punii più interessanti tiattati dal cIj. au- tutte le ridusse a confessare Gesù Cristo.
tore, ed i più alti a convincere per via di II re Olao ricevè dalle sue mani il bat-
fallogrinfelici seguaci dell'errore. Dichia- tesimo, insieme a tutta la di lui famiglia,
ra inoltre, che niuna nazione per avven ed a parecchi grandi del regno a suo e-
tura al paii della Svezia, liconoscela sua sempio. I\Ia avendo s. Sigifrido lascialoa
conversione al cristianesimo dal santo e Wexsio tre nipoti Sunamano, Unama-
i
ce propriamente il [."re cristiano di Sve- -sull'epoca della morte d' Olao, Lenglet
zia,nato nel 984 e soprannominato il l.< riporta ali o 18, Cautù al 1026. Olao
sciva dalla culla quando Erico Vili suo ro partito dalle loro vittorie per dilata-
padre il foce riconoscere successore al tro re le proprie frontiere. Egli (u ili. "mo-
uo.Volendo fare rifiorire ne'suoi stali la narca degli svedesi che assunse il titolo di
religione cristiana, ricorse all'Inghilter- re di S^'ezia, essendo i suoi predecessori
ra per aver de' missionari, e pregò il re stati semplicemente chiamati re ^rZ^^v^?/,
Eteiredo II che gliene procacciasse. Que- città in cui per solito risiedevano, e ch'e-
sto principe scelse s. Sigi/rido esemplare ra il centro dell'amministrazione del cul-
pretedi York (come lo chiama il Butler, to religioso. Nella biografìa di s. EschU-
però nella vita di s. Eschillo appella s. /o col citato Buller dissi ch'egli seguì nel-
Sigifrido arcivescovo di York), il (juale la Svezia il pareutes. Sigifrido, e che que-
arrivato nella Svezia si die a combalte- sti nel ripartire per l'Inghilterra prega-
le paganesimo con tantosuccessoe me-
il to d.igli svedesi di consagrarlo vescovo
raviglioso zelo, che
si meritò il titolo di e darlo loro in potere, il santo gli esaudì,
Aposiolo della Svezia. Bezelio che ne anzi al dire del d.'" Theiner fi vescovo di
scrisse la vita,riferiscechealsuo arrivo in Scar I e di Stregnes. Lo zelo apostolico di
Isvezia si servì d'interpreti per predica- s. Eschillo ebbe un successo meraviglio-
re. PrJQia ciò fece iu \Vc\.5Ìo uella Go- so,ed il re Ingou, grandissimo propugna
i52 SVE SVE
loie del CI istiancsimo, contribuì a mol- regnare sino alio56,mentreLenglelneI-
tiplicai- le conversioni e ne restò vittima. l'istesso anno gli dà per successore Aco-
Trucidalo dagl'i nfedeli,questi posero sul ne II, io54 pone il re Stenchilo
e nel ,
stissimi danni alla novella chiesa di Sve- dolalra si fece cristiano, nel o64AUte- i
zia, poiché si ripristinarono l'empiee no, nel 1080 Filippo, nel 1 io Ingeldo 1
continua a quest'epoca ad essere oscura, tìi poi, dopo EmundooAnuodo III scri-
partenenti piuttosto agli altri due del stampa, Aquino I nel 1067, Ingo I nel
Nord, ed alcuno de'3 regni sovente eb- 1080 con Alitano sino al 1090, Filippo
be a un tempo due re che dominavano neh I 12, Ingo lloeli i 2solo,Suerche- i
in diverse provincie; i nomi poi per le di- ro nel i33,Erico IV il Sanlo neh 55,
I i i
verse nomenclature degli scrittori pre- altro fallo tipografico dovendo dire IX
sentano continui imbarazzi, peggio le di- e neh j5o, ma di lui meglio dipoi. Da
screpanli date dell'epoche. Ingoi» e Sve- questore potrò descrivere in breve le no-
none, che ho ricordati col Uuller, Len- tizie e la serie de're di Svezia, prima del
glet e Canta non li nominano aft'ullo. Il quale, come osservò Vertol, citalo dal-
j ."dà per successore ad Olao 11 nel i o 8
i VArle di verificare le date, che nel l. 8,
A miuido II; Cali tu in vece nel 1026 ripor- par. 2, ne riporta la cronologia storica,
ta che successe a Olao III, re Annodo il non si può avere un'esatta e successiva
Giacomo. Pare che debbasi chiamare A- serie. Prima però narrerò altre notizie,
liund 11 Giacobbe il re che portò il no-: liiporla il Piazza x\c\V Einerologio diRo-
me d'Auund 1 il Broul o dislnUtore Je/- ma p. 433, che già neh 079 nel pontifi-
/t'yò/e5/e,per quelle immense da lui bru- cato di s. Gregorio VII, la Svezia e la Nor-
ciale per accjuistar terreni che distribuì vegia eransi dichiarate tributarie alias.
agli abitanti più industriosi, avea nel se- Sede, d'un denaro per casa a s. Pietro.
colo VII ereditato le corone di Gozia e Il Papa scrisse tanto aire di Norvegia, che
Anundo Giacobbe perciò s'intitola II, e ecclesiastiche, acciò a vesserò sempre c]uei
montò sul trono dopo Olao II suo geni- regni nazionali idonei per le loro chiese
tore: fucognominalo Kollnener o Car- e pel governo spirituale dell'anime. Ingo
bonaio, perchè fece uua legge penale,col- ] o Ingone il Buono figlio di Stenchil salì
la quale statuì, che colui che recasse dan- sul trono verso l'anno 080, ed associò al i
principedopoaver infuso vigore alle leg- padronitosi del potere lo conservò per più
gi, favorii progressi del cristianesimo nei anni. Liberato da taleavversarioche par-
una guerra con-
suoi stati. Strascinato in tigiano era dell'antico falso cullo d'Odi-
tro Canuto II ilDanimar-
GrrtH<7e re di no, il re Ingo I alfezionato al cristianesi-
ca e d'Inghilterra, nel io3o perde una mo, propagò successivamente la sua re-
parte della Svezia, e poi la vita io una Fino dal principio del suo regno
ligione.
battaglia uelio35. Anundo 111 il /'ec- si pose in relazione col Papa s. Gregorio
cìiio suo fratello gli successe, nel 1087 VII, che gl'indirizzo una bolla per l'or-
tliccLenglcl, euelioSi Canlù,che lo fa canizzazioue del clero e l' introduzione
S V E SVE i53
della decima. INel pontificalo di Url)ano con Buller la dissi canonizzata da Ales-
IJ come furoDO di suo ordine predicate sandro 111 neh iGo; all'articolo Canomz-
le Crociate per la Sirin,or\(.\e liberare dai ZAZioNE con Lambertini nel 164, equi i
saraceni i iiioglii santificati dal Salvato- aggiungo ad istanza di Carlo VII redi
lo, il re fece rijolveie parecchi svedesi a Svezia. Riferisce il d.*" Theiner, che Ste-
prendervi parte, e Ragnilde sua moglie fano i. vescovo (meglio arcivescovo) di
andò nel medesimo tempo in pellegriudg- Upsal, per comando d'Alessandro IH la
gio a Gerusalemme. Rilevai aDAMMARCA, scrisse nel numero de' santi; vale a dire
che per le delle Crociale più volte dai dopo la pontificia canonizzazione.il re In-
porti scandinavi di essa, di Svezia e iVor- go I impegnatosi in una guerra con Ma-
vegia salparono legni armali per la sagra gno 111 da' piedi scalzi re di Norvegia,
guerra, nella quale si distinsero i croce- riportò parecchi vantaggi e concluse la
segnali svedesi, norvegesi e danesi. iVotai pace colla mediazione d'Erico III il Btio-
ancora, cheUrbano 11 sottrasse i 3 regni no re di Danimarca: uno desìi articoli
del iVord dalla giurisdizione spirituale del trattato fu che Magno avrebbe spo-
dell'arcivescovo d'Amburgo eBrema,e li sato Margherita figlia d'Ingoi, la (juale
sottopose alla metropoli di Lunden, se- ricevè perciò il soprannome di moglie di
condo il concertato di s. Gregorio VII, pace. Dopo avere re>o illustre il suo re-
e le pratiche fatte col predecessoie Ales- gno mediante parecchi utili istituti, In-
sandro !l, anche peressere divenuto l'ar- go mori nel
I 12. Gli furono succes-
i i
del perfido Enrico IV imperatore e ca- il PiOjda altri chiamato Ingone IV, am-
porale di tutti i scismatici. Narra Rinal- bedue figli di suo fratello Alstano, per-
di, che molestato Erico III re diDani- chè Filippo morì senza prole. Siccome
marca dall'arcivescovo d'Amburgo, che la Svezia comprende una parte della Po-
lo voleva scomunicare per falsi sospetti, roerania, che il chiama paese del-
R.inaldi
sì appellò alla s. Sede, e recatosi in Ro- la Schiavonia, e nominala per sta-
cosi
ma da Urbano 11, dopo esaminata dili- re allato al mare,edessendoitata la con-
gentemente la sua causa, fu riconosciuta trada in origine abitata da'goti e da'van-
la sua innocenza. lodi il re ottenne che la daii, non che dagli slavi, così conviene
Danimarca non fosse più soggetta all'ar- che col medesimo annalista Rinaldi fac-
civescovo d'Amburgo e di Crema, ed a- cia qui parola dell'introduzione del cri-
vesse il proprio arcivescovo. Urbano li stianesimo tra'pomerani. Papa Calisto li
spedi un legalo in Danimarca, e conside- neh i24allidòla predicazione dellevan-
rate tutte le sue città scelse Luiid o Lun- gelo nella Fomerania a s. Ottone (nella cui
dea, lauto per gli eccellenti costumi del biografia parlandosi del luogo di nasci-
suo vescovo Ascanio, che per essere age- ta essendosi usata la ri in vece del l'j è det-
vole il recarvisi dalle altre cillà per ma- to Svezia, mentre egli è di Svevia) ve-
reo per terra; e gli sottopose ancora nello scovo di Bamberga, il quale con felice suc-
spirituale laSvezia e laNorvegia. In que- cesso convertì buona parte de' pomera-
sto secolo si disliuse in santità di vita s. nì. Il perchè Boleslao 111 duca ili Polo-
I 54 S V E S VE
dal Papa Calisto 11, la quale gli lu cori- goti innalzarono alla dignità dire Suer-
ferinata dal successore Onorio Il,eme- chero I, così gli abitanti della Svezia su-
rilossi col suo zelo il titolo di apostolo periore collocarono ad Upsal neli 1 5o sul
della Pomtranìa; la quale verso il i i4o trono s. Erico IX d' una delle più illu-
ebbe il suo vescovodal nnocenzo II, men- stri famiglie di Svezia, istruito e ornato di
tre più tardi Gregorio IX neh 281 per tutte le cristiane virtù, sposo di Cristi-
la conversione al cristianesimo di altri pu- !ia figlia o nipote del re Ingo II. Ucciso
merani, se ne rallegrò con loro e li ri- poi per mano de'suoi vassalli Suerchero
cevè sotto la speciale protezione di s. Pie- I ucli i55, anche gli ostrogoti colla Go-
tro e sua. Intanto il buon re Ingo II re- zia si posero sotto la signoria di s. Erico
gnò solo, e mentre il cristianesimo con- IX, ma nel tempo stesso i goti innalza-
tinuava a far progressi, si fabbricarono rono al trono Carlo VII figlio di Suer-
parecchie chiese, la schiaviti! fu a poco' chero I: questa doppia elezione produsse
a poco abolita, e furono regolate le cere- forti dibattimenti, finché convennero i
luonie del matrimonio. Ingone II mor\ due ch'EricoIX regnasse solo sui
partiti,
nel I I 3o avvelenalo, secondo alcuni sto- goti e gli svedesi,! quali non formereb-
rici. In tempo di Suerchero I suo succes- bero più che una sola e stessa nazione ;
sore, il Papa Eugenio III ncli 146 creò che dopo la morte d'Erico IX succedesse
cardinale l'inglese Nicolò Brekspear e nel CarloVlI,eche poscia il trono fosseaUer-
1 i4^ lospedì legato apostolico nellaSve- na ti va meo te occu pato da'Ioro discenden-
zia, Danicnarca e Norvegia per esamina- ti Bondi e Sucri. .Ad Erico IX della stirpe
re lo stato di queste chiese, e stabilirvi de'Bondi e figlio di Jeswar o war,gli sto-
I
ma apostolo della Norvegia, nello stesso cipalmente pel riportato glorioso mar-
\ i4<^ celebrò il concilio d\ Lincoping (o- tirio. I popoli trovarono in lui un padre
ve per equivoco è detto Lundeu in vece o piuttosto un servo di tutti i suoi sud-
diNidrosia),eresse in metropolitanaDroo- diti; con ardore amministrò la giustizia,
iheim o Nidrosia capitale della Norve- protesse gl'infelici e U sua casa fu sem-
gia, la quale perciò fu sottratta alla giu- pre aperta agli oppressi. Visitava spesso
risdizione metropolitica di Lnndeii. In- gl'infermi e li soccorreva; contento del
oltre consagiò in arcivescovo d'Upsals. suo patrimonio, non impose tasse; fece
Enrico suoconcittadino e compagno nel- fabbricare delle chiese, e raccolse in un
la predicazione. Dopo essersi il cardinale volume le antiche leggi e costituzioni di
adalicato con grandissimo zelo per l'in- Svezia, che porta il titolo di Leggi del re
tera conversione della Norvegia,e di mol- Erico.Taìe codice d'Uplandia fu in tanta
questo tempojdebbo notare, che spenta in codice intitolato Gardstroettey che altri
Isvezia la regia progenie degli Stenchili, i vogliono attribuire allo slesso s. Erico.
Bondied iSuercheri oSueri occuparono Benché d'indole soave e pacifica, talvol-
a vicenda per quasi mezzo secolo il tro- ta fu costretto a prendere le armi. Egli
no. Nel modo col quale uel ii 3 3 gli ostro- regnava iu un'epoca, iu cui l'enlusia-
8 1
S V E SVE 1*71;
smo religioso conti uceva eserciti di fran- nolatore avvertiva che gli autori dcW Ar-
cesi, inglesi e tedeschi in Siria,oade com- ia di verificare le date assegnavano l'an-
battere gl'infedeli. 11 re di Svezia trop- noi i6o per questo martirio (e come as-
po lontano dal centro dell' Europa per segnano iSy, per quello dell'arcivesco-
i
mato dal più gran zelo per la propaga- riscontrati ora medesimi trovo invece
i
zione della fede, risolse d'intraprendere a'iy maggioii62; vogliono altri l'anno
una crociata contro le nazioni settentrio- 1 6i più iraprobabilmenle.il popolo pro-
nali ancora pagane, e in braccio delle su- ruppe in lamenti, ripose divcjtamenle il
perstizioni idolatriche.Mosse contro fin- i suo corpo nella stessa metropoli d'Upsal,
landesi che spesso cagionavano de' gua- lo venerò teneramente e lo prese per suo
sti nelle terre del suo dominio, in com- principale celeste patrono, e la Chiesa io
pagnia di Enrico arcivescovo d'Upsal,
s. canonizzò per martire. Al suo tempo Pa-
tra'golfi dlFinlanilia e di Botuia. Ottenne pa Alessandro III neh i6o confermò l'e-
\itloria, ma non potè trattenere il pianto rezione fatta dal cardinal Brekspear cou
in vedere il campo di battaglia pieno di autorità d'Eugenio III, della provincia
morti. Dopo aver soggettata la Finlandia, ecclesiastica d' Upsal e del metropolita-
incaricò l'arcivescovo S.Enrico con missio- no di questa, ed ecco perchè altri ripor-
nari a predicarvi il vangelo,e vi fece innal- tano ali 164 la consagrazione dell." ar-
zare un gran numero di chiese. Alcuni sto- civescovo di Svezia. Così la Svezia ebbe
rici pretendono che i fìnui o finlandesi re- il suo metropolita indipendente, e secon-
vea ambiziose mire sulla corona diSve- Erico IX, giusta le precedenti enarrate
zia, vi marciò con un corpo di truppe, si convenzioni. Debbo notare,che veramen-
mise alla testa de'malcontenti e li stimo- te Carlo VII dovrebbesi piuttosto chia-
lò a cospirare contro il re. Appressandosi marlo Carlo I, poiché sostengono cri- i
tre ascoltava la messa ia uua chiesa, e pa- nome avea regnato nella Svezia. Giovan-
re la metropoli d' Upsal, né volle inter- ni Magno nella storia di essa, pel «."par-
romperla. Intanto Magno ci congiurati, lò de'suoi re del nome Carlo, anteriori
non ostante l'amore che il popolo avea a questo. Benché tutti i dotti convengano
pel re, potè circondare co'ribelli congiu- esser dessi principi immaginari, per evi-
rati il tempio. 11 re per risparmiare il san- tare confusione con altre cronologie, pre-
gue de'suoi sudditi che volevano difeu- ferii di seguire la cronologia di Magno tUi
tlerlo, fattosi il segno della croce si pre- gran tempo adottata. Carlo VII subito
sentò non lungi dalla chiesa a' suoi ne- perseguitò Magno Ericsou, creduto «la
mici, i ({uali gli mozzarono il capo a' 1 lui complice dell'assassinio del suo geni-
maggio I 1 5 r, secondo Ijiitler, che seguii tore Suerchero I; lo di>fece presso (>e-
nella biografia, senza avvedermi che l'aii- rcbro e gli tolse la vita, vendicando a un
i56 SVE SVE
tempo l'uccisione di suo padre e quella nosciuto per sovrano. Vatdenaaro I fece
del predecessore. Silfatta azione couva- •vani «forzi per detronizzarlo, e Canuto ri-
lidò le sue ragioni al trono, onde gli sve- portò su di lui compiuta vittoria ohe lo
ma vasi semplicemente col suo nome bat- del suo regno non fu poi turbata che dal-
tesimale, e con quello dei padre aggiun- le incursioni de'popoli pagani all'est,! qua-
gendovi quello di Sou o Sen), cioè figlio di lidevastarono parte dell' Upland. Canuto
6. Erico IX. Gli stati di Gozia e di Svezia non s'ingerì nelle turbolenze della Nor-
convennero altresì che l'arcivescovo loro vegia e della Danimarca, nella i .^avendo
nuovamente creato, intorno alla residen- dovuto Papa Celestino IH spedire un car-
za del quale ancora non aveano potuto dinal legato, a istanza degli arcivescovi di
accordarsi, avrebbe sede in Upsal e noti Nidrosia edi Lunden. Nondimeno mio dei
riceverebbe piìi il pallio dall'arcivescovo suoi grandi vassalli inviò truppe nella Sca-
mente dalle famiglie de'Bondi ede'Sueri, che Sueriero tirannicatneute avea usur-
come aveano giù deciso i vescovi ei gran- pata la corona di Norvegia, quindi incru-
di del regno. Il potere del clero aumen- deh contro ([ue'che gli si erano opposti,
nodiventarepericolose per l'autorità rea- giusta permissione di Dio, per averlo pro-
le, volle porre un termine alla sua esten- mosso agli ordini contro canoni, essen- i
sione. Una mano di faziosi chiamalo dal- do egli illegittimo e figlio d' un fabbro.
la Norvegia Canuto,che ivi avea riparato, Suerrero si ribellò quindi contro ilPapa,
eglisirecòaVisingsoeisoladellagodiWet- e rigettò gli ambasciatori a lui mandati
ter ove risiedeva il re: sospettando Canu- dallas.Sede.il perchè Papa Innocenzo IH
to ch'egli fosse partecipe della sedizione comandò all'arcivescovo di Nidrosia e a-
che cagionò morte del padre suo, lo fe-
la gli altri prelati diNorvegia,che dovessero
ce ammazzare a Iraduueulo a' i8 aprile porre l'interdetto nelle terre che gli ub-
I iGB. Cristina moglie di Carlo VII fug- bidivano, e scomunicassero isuoi aderen-
gì dallo zio Valdemaro l re di Daiiimar- ti; oltre aciò con sue lettere gl'iucilòcon-
sero neh 19'ì^, altri neh 199 a Friesberg sapendo d'essere sotto il patrocinio di s.
in Vestrogozia o Gozia occidentale. Siier- Pietro, comechèla Svezia era regno Cita-
chero li ascese al soglio, che Erico X fi- to tributario alla s. Sede, si dolse di es-
glio del defunto' voleva contendergli, e poi sere ingiustamente cacciato dal regno, con
si limitò ad essere designato per succes- danno anche delle chiese, le quali, come
sore. Suerchero II era sospettoso e timi- suole avvenire nelle guerre civili, non fu-
do, e ben presto di venne crudele e tiran- rono rispellale.Laonde il Papa, che eser-
no. Narra Hurter nella Storiadi Papa In- citava l'autorità suprema d'un eforo (fra-
nocenzo III, che Suerchero o Suero li se usata da Hurter dissi altrove, che a
:
da principio prese ad allevare con pater- Sparla gli efori erano antichi magistrati,
na cura figli orfani e pupilli del prede-
i istituiti per bilanciare e reprimere il pcf-
cessore, e si affezionò tanto a loro che non tere e l'autorità del re e del senato) sui
sapeva nn solo istante da se dipartirli; ma regni della cristianità, e faceva professio-
non andò guari, e forse per semplici so- ne d'acconciare le liti de're e di proteg-
spetti, che la discordia insorse fia loro, gere le ragioni de'popoli, scrisse a'vesco-
\olendo il re vendicarla morte del padre vi di Lincoping e di Scara, ed all'abba-
suo, ed i figli di Canuto avendo tramalo te di Vadsten. » Egli non vi sta bene di
nel 200 una macchinazione contro la vi-
1 chiiider gli occhi sopra simili dissensioni;
ta del re, 3 di e«si lasciarono la vita com- voi dovete anzi riconciliare Erico col re
battendo: il 4-° Erico X potè salvarsi in legittimo, e far in modo che lo lasci go-
]Vorvpgia,donde3 anni dopo passò nell'U- dere in pace del regno, ch'è suo per di-
plandiadove la famiglia sua godeva l'af- ritto. Se le buone parole non valgono, voi
fetto del popolo, finoda s. Erico IX suo dovete minacciarlo delle censure ecclesia-
avo. Quivi lacrudeltàdi Suerchero II ra- stiche, ed insistere soprattutto perchè e-
dunò ben tosto intorno a lui un gran nu- gli si scusi coll'arci vescovo d'Upsala del
mero di partigiani, in fronte a'quali egli sopruso fatto alla sua chiesa". Raro es-
mosse contro di quello. Il re come paren- sendo tuttavia che un re cacciato veda in-
te percanto materno di Valdemaro II re grossare il numero de'suoi partigiani, e
di Danimarca, gli chiese soccorso e n'eb- dando il possesso di fatto d'un tronoassai
be 8000 uomini condotti dal vescovo di vi vuole a mantenervisi : Erico X seppe
Pioschild: ma nulla valsero a difenderlo s'iben provvedersi contro il suo awersa-
contro al suo suddito ribelle, poiché nel riOjSOSlenutodal re diDanimarca,che nel-
I ."febbraio 1 208
una sanguinosa bat- in la nuova invasione da Suerchero li ten-
taglia presso Kongslave furono sconfìtti tata nel 2 io, perdèquesli in una 3.' bat-
1
erasi acquistato con presenti, franchigie vittoria sposando Richenza sorella del re
ed esenzioni da gravezze, e per la sua pa- danese, acquistandocon varieconcessioni
rentela col primate di Scandinavia, l'ar- il clero, che da principio erasi mostralo
civescovo Andrea di Limden, frce s'i che poco a lui propizio, e fece benedir I.1 sua
u Roma i suoi diritti fossero tenuti per memoria per aver procuralo la pace e la
1 58 S V E S V E
prosperità (1i;l regno. Rinnovò 1' aulico della legazione di Svezia, ordinò a'pre-
tialtato co'figli di Sueicliero li, e disegnò lati e a'baroni del regno die lo dovesse-
a successore il che
di lui figlio Giovanni I, ro ubbidire. Aquino V fu anche legitti-
fu l'ultimo re della casa de'Sueri. Erico mato dal legato, e per riconoscenza alla
X dopo aver pacificamente regnato, mo- romana chiesa di tanti benefizi, prese la
rì neh 2 19, epoca che altri anticipano e croce contro i saraceni; ed Innocenzo IV
altri ritardano, lasciando un figlio dipoi pose la di lui moglie, figli e tutte le cose
re. Nel 220 Giovanni I montò assai gio-
1 sue sotto la protezione della s. Sede, e gli
vanesul trono, ed ebbe a tutore Olao ar- concesse per la guerra crociata e pel sol-
civescovo d'Upsal. Col consiglio di questo do da darsi a'combaltenli,la 3.^ parledel-
prelato egli inviò missionari nell'Estonia, le rendite ecclesiastiche. Il re di Francia
ma furono cacciati dagli estonii. Unitisi s. Luigi IX inlesa la pia risoluzione d'A-
poi questi popoli co' carelii, i vandali, i quino V, per ambasciatori l'invitò a con-
prussiani, inondarono la Gotliia e truci- giungere il suo esercito a quello proprio
darono presso Lincoping il ducaCarlo con di altri crocesegnati per liberare la Terra
gran numero di signori e il vescovo del santa da' saraceni, siccome lo ravvisava
luogo. 11 re fu ammonito da Papa Ono- possente in mare. Ma Aquino V temendo
rio 111, acciò non pili occupasse le cose che i suoi norvegi, diversi ne'costumi e
della chiesa, né vi ponesse vescovi non e- nel linguaggio da'francesi, non potessero
lelti secondo i canoni. Giovanni Ipoco andare d'accordo, cortesissimamente ri-
dopo morì neh 223: i raggi di saggezza spose a s. Luigi IX ch'era meglio che cia-
fatti brillare nella breve ilurata del suo scuno conducesse il proprio esercito se-
regno, gli meritarono il soprannome di paratamente. Indi per lasciare più tran-
Buono. Rimarcai nel LXlX,p. 278, voi. quilla la Norvegia in sua assenza, doman-
che Papa Onorio suo tempo inviò
111 a dò licenza al Papa di domare circonvicini i
per legalo in Danimarca, perchè il regno pagani e di ridurli alla fede, il che felice-
era tributario e censuario della Sede, .s. mente gli riuscì. CanulodeHillustre ca-
il cardinal Gregorio Cre^^f/j::/, onde di- sa de' Falkunger e cognato d'Erico XI,
fenderla dagli assalitori, come particolar- osò contendergli il Irono, e vincitore io
mente appartenentealla chiesa romana,e una I. '^battaglia, l'obbligò a fuggire inDa-
commettendogli puregli affari di Svezia. niraurca. Erico XI ritornato io Isvezia
Divenuto re Erico XI il Balbo o lo indi a poco, die una 2."bciltaglia al suo
Scilinqualo, figlio d'Erico X, il Papa Erico XI ben-
rivale che perì nell'azione.
Gregorio IX spech legato apostolico nel ché balbuziente e paralitico, mostrò nel
settentrione il cardinal Guglielmo, che suo governo molla saggezza e prudenza:
già lo era stalo di Livonia e della Prus- l'università d'Upsal lo riguarda per suo
sia, a predicarvi la fede.. Il cardinale fece fondatore. Morì senza figli a' 2 febbraio
«juelbene che celebrai nella biogralìn, a- I25o, ed il trono di Svezia passò poi nel-
(lunò un concilio coli' intervento del re la casa de'Falkunger che da gran tempo
miglia la più potente del regno era clive- 1ra'4 suoi figli, in guisa che il maggiore
mita ereditaria, presele redini del gover- Valdemaro I dovea regnare sotto il tito-
no con titolo di reggente come uno dei lo di re,e gli altri ottenere alcuni ducati.
nesimo degl'infedeli. Malcontento d'es- zia era slata teatro nei precedenti seco-
sere stato posposto al figlio nel titolo di li. Birger I nel 266 si jitirò in un mona-
i
re, fu obbligato contentarsi di quello di sfero e poco dopo morì: il suo elogio di
reggente, quindi a lottare contro una fa- Lehnberg è tenuto capolavoro dell'elo-
zione formatasi nel seno della sua stessa quenza svedese, ^'aldenlarol uscito di tu-
famiglia per cacciare dal trono il figlio. tela, ebbe ben presto a competitori fra- i
altri Faikunger, invidiosi di veder la co- cipe di Golhia, Erico duca di Smolland,
rona fuori di loro famiglia pe'diritti che e Benedetto duca di Finlandia. Valde-
vantavano. Si venne alle armi, ma sul maro I contribuì a fare riuscire le trame
punto di dar la battaglia, Birger 1 fatti orditegli, per l'imprudente suo pellegri-
entrare i capi de'Falkunger in una con- .naggio,in tra preso ad espi azione d'aver se-
ferenza, sotto pretesto di voler trattare dotta la sorella uterina della moglie. Nel
all'amichevole, li fece arrestare e troncar I272partì pei Gerusalemme, lasciando la
ammette le donne a succedere a'Ioro pa- e narrano che presto la discordia scoppiò
renti, da cui sino allora erano slate sem- tra'due fratelli; il re accusò pubblicamen-
pre escluse, e fu presciitto ch'esse per te di aspirare IMagno alla sovranità e gli
l'avvenire godessero la 3.'^ parte de'beni dichiarò guerra. Ma"no soccorsoda Eri-
nella linea retta, e la metà nella linea col- CO VII re di Danimaica si difesee in più
laterale. I travagli di Birger I pel perfe- scontri sconfisse il re, che vedendosi poi
zionamento dell'ordine sociale nel suo disprezzalo da'sudditi edagli stranieri ce-
paese prodotto avrebbero più pronti e de a IMagno la corona, indi facendo pra-
più sensibili eflelli, se poco tempo pri- tiche per risalire il tiono, venne rinchiu-
ma di morire non avesse diviso il regao so nel castello di ISicopingj ivi morendo
,
i6o SVE S V E
iiclici88enonpnrenel i3o2.AIlri voglio- ne delle terre in esenti e tassale. Median-
no che Magno lo facesse prigioniero in li- te destre negoziazioni cogli stali, gli riu-
na battaglia, quindi lo rilasciò e gli cecie scì a farsi accordare vaste terre in domi-
alcune provincie,ma poi lo fece arrestale nio, e la proprietà di 4 gi'andi laghi. Lo
e condannare a perpetua prigionia. L'as- antiche rendite della corona non potè va-
sunzione al trono di Magno I o Magnus ilo bastare ad un re, il (juale cercava di
detto Ladulos o £a<ie/rt.? (per a ver decre- crescere splendore alla dignità sovrana,
tato gravi pene contro ladri e contro i mediante imponente pompa, che faceva
chiunque togliesse alcuna cosa dall'abitu- de'tornei, riceveva ambascerie, e costrui-
ro d' un contadino senza pagai la), si ri- va considerabili edifizi per la fiinigiui
porta al iCiyS o al
279: prese il titolo di r reale. Naturalmente generoso e magnifi-
He di Svezia e de GoLi, conservalo poi co, pieno di dolcezza ed equità, saggio e
sempre da'successori.i rjuali vi aggiunse- prode, si fece amare La sua
e rispellare.
ro pur quello di re de Fondali. La pre(Ì3- memoria sarebbe immune da rimprove-
renzada lui data agli stranieri in confron- ri, se fosse giunto ol trono per vie legit-
to degli svedesi, destò la gelosia de' po- time. Dopo aver assicurato la successio-
tenti Faikunger e di parecchi altri signo- ne al lìglio Birger il, mori nel 1590,0 se-
ri, che perseguitarono loro rivali e tru- i condoaltrinel agH.neH'isolaWisingsoe:
i
contro la persona del l'e dalla Chiesa ri- il d.' Theiner, che nel secolo Xlll ono-
conosciuta per sagra. Il popolo che pei rarono la Sve7Ìa colle loro virtù s. Ingri-
provvedimenti del re giunse a goder cal- da morta nel T.'ò'ò, fondatricedel celebre
i
te le sue parli e si mostrò pronto a di- INbitilde figlia delpioAdolfo conte d'Hol-
fenderlo. Magno I fu il I ."redi Svezia che Stein, lattosi religioso quando restò ve-
mantenne continue relazioni colle poten- dovo. Seguendo l'esempio del magnani-
ze straniere,e che organizzò lemilizic.l'er mo genitore, volle anche IMatilde dopo
incoraggiare i sudditi a militare sotto le la morte del marito Abele re «li Dani-
.sue bandiere, accordò immunità territo- marca, prendere il sagro velo; ma spin-
riali a quelli che si presentavano con ar- ta dalle rimostranze del degno e illumi-
mi e cavalli: ciò fece nascere ludislinzio- ualoarcivescovo di Lundcn, si ricongiuu-
S VE SVE i6i
se in matrimonio col vedovo Birgei' I am- ma le loro milizie ottennero pochi suc-
iiiinislralore del regno svedese. Morto cessi contro i duchi fratelli ch'erano in
questi, ella si unì con s. Ingrida, e com- possesso delle migliori piazze. Per l'ac-
pagna a lei indivisibile, visitò insieme i cordo del 1 3 1 o duchi convennero di ren-
i
luoghi santi di Palestina, donde ritorna- dergli omaggio delle loro terre iu qualità
ta nella Gothlaudia, si racchiusecon es- di vassalli del regno; condiscendenza che
sa nel detto monastero di Schòningajdo- nel re non ispense il desiderio di vendet-
ve morì nel 1288 in fama di serva insi- ta. NeliSiy avendo due tratti a corte i
gne del Signore. Nel 1290 o nel 1298 principi sotto pretesto di loro dare una
Birger li primogenito di Magno I fu ri- gran festa, fece prigioni e li lasciò mo-
li
conosciuto per suo successore in età di rire di fame. La loro barbara morte non
I lanui.Torckel Canuto-8on marescial- restò impunita,avendo gli svedesi preso le
lo del regno, incaricato della reggenza du- armi per vendicarli. Nel i3i9 Birger II
rante la sua minorità, coprì tal posto e- sconfitto in parecchie battaglie, si salvò
minente per lo spazio di 1 3 anni con tan- nell'isola Gothland e di là inDanimarca,
ta asprezza, che sollevò i popoli e i fratelli ove il re suo cognato gli die per asilo il
stessi del re; non risparmiò il clero e lo castello di Spicaburgo, in cui morì di cre-
dichiarò soggetto alle pubbliche gravez- pacuore nel 1 32 I o neh 326, dopo aver
ze, come rimanente della nazione. Fe-
il inteso che il nipote Magno II figlio del
ce bensì molte vantaggiose riforme nelle ducaErico e d'Ingeburge di Novergia nel
leggi civili, iucoraggiò il commercio e re- i32o era stato innalzato sul suo trono,
presse le sedizioni di Finlandia. I suoi po- e che il proprio figlio Magno innocente,
tenti nemici, unitisi a Erico e Valdema- crudelmente sulla pubblica piazza avea
ro fratelli del re, essendo insorti, s'impa- perduta la testa per mano del carnefice.
dronirono di diverse Provincie, onde Bir- Biiger II fu irresoluto e deboIe,e per l'am-
ger II spaventatos'avvicinòa'suoi fratel- bizione de'grandi e il furore de' parlili
li, e nel I 3o4 fece morireTorkel qual tra- il suo regno fu uno de'più infelici: il suc-
ditore della patria e della Chiesa: questa cessore fu poi la i.'^
vittima delle passioni
morte generò una serie di discordie, di che l'aveano elevato alla corona. Magno
combattitnenti e di calamità. 1 fratelli del 1 1 Smek o V Accalappialom età di 4 anni
re, orgogliosi per tal successo, mostraro- nel 9 divenne re di Norvegia col nome
1 3 1
no nuove pretensioni,che ricusate daBir- di Magno Vili, per la morte d' Aquino
ger II, egli nei settembre fu arrestato col- V suo parente restalo senza prole, e nel
la regina Marta o Margherita di Dani- I 320 re di Svezia, il cui senato ne prese
marca: posti in piigione nel castello di la tutela, e profittò di tale circostanza per
Nykoeping, un fedele servo riuscì a sal- ottenere un potere al quale aspirava da
\areil loro figlio Magno e lo condusse in lungo tempo. 11 senatore Mattia Kelhil-
Danimarca. Scoppiò la guerra civile, e mundson fu incaricato dell'amministra-
l'anarchia invase la più parte del regno. zione del regno. Questi intraprese la guer-
Neil 307 dopo 3 anni e per le rimostran- ra contro russi, e contro il gran vassallo
i
nella enei ra contro i russi , ridotto per di spada: il re di Danimarca desolò pure
soppciiic alle pMhblicIie spose a profitta- l'isola Oeland. liidolli gli svedesi agli e-
come tributaria della s.Sede ad essa som- VII Norvegia ad assumere 1' am-
re di
veceMagnoll jion avendo Icmulo tal gra- per la Svezia cadde in potere del re di
ve censura, irritò la moltitudine con di- Danimarca, che la tenne prigione, e poi
scoisi che lo qualificarono poco docile al- si monastero di We-
fece religiosa nei
la Chiesa; perde la fiducia del clero e del- sleinoVaslena inlsvezia. Indi persuase A-
la nobiIlà,e degli stati generali, i quali nel quiiio II a sposar la figlia sua Margheri-
1348 decretarono che avrebbe diviso il ta, secondo la promessa, il che sielletluò
potere con Erico XII V Adescato ^ììo fi- in Copenaghennel 363 Marghei ila fu 1 :
glie Beatrice di Brandeburgo, e ne morì solsero d'olFrire la corona al conte d'I lol-
esclamando: Colei che mi die la vita, me slein. Questi essendosi ricusalo, per suo
l'ha tolta. Alcuni difendono Bianca di tal consiglio nel i 363 ovvero nel i 36'7 scel-
delitto, e ne incolpano qualche suddito sero A licerlo figlio secondogenito ti' Al ber-
ribellatosi [)el carattere crudele e violen- lo duca ili INlecklenburgo (del quale du-
to del principe. Anche la regina Beatrice calo parlai a ScnvERiNsua capitale), che
morì con lui. Nel 3 o Magno llavea crea-
i li tosto "iunse in Isvezia. Allora si fece fnr-
to il suo figlio Aquino VII re diNorvegia, male processo al re Magno II, csu-jli ar-
Scania, Hai land e Blekingen, INIagno 11 deposti suo zio e cugino. Rimaneva non-
gliele cede: quest'atto di del)olczza irritò dimeno a que'due principi un considere-
gli svedesi contro di lui Indi per vendicar- vole partilo nella Svezia, il quale raffor-
si degli abitanti dell'isola Golhland che zalo dalle truppe norvegie e danesi si tro-
ricusavano imposte da lui stabilite, in-
le vò in istalo di far fi onte al novello re. Se-
dusse il re danese a farvi arnìala mano guì quindi battaglia tra Alberto e i due
neh 36 uno sbarco. AVisby,celcbree an-
1 principi deposti, e la vittoria si dichiarò
tica città che n'c la capitale, e una delie a favore del primo. Aquino II feri lo «eli a-
S V il S V E 1 63
7,ione,si salvò colla fuga, e Mngno II fallo olire i due vescovi già ramroenlall. Bero
prigione fu contlotto a Sfockholm ed ivi di K!ockerike,morlo sul principio del me-
carcerato. Alberto dopo aver dato l'at- desimo, si meritò l'ammirazione e la gra-
tacco a diverse piazze che opposero vigo- titudine della chiesa e del popolo svedese
rosa resistenza, pe'soccorsi ricevuti dalli» per la sua grande carità,alla quale deve il
dal quale ottenne pace col cedergli diver menicano di Wesleriis e l'altro cistcrcien-
se provinole di Svezia. Ma non perciò il se di HìM)y. Ornamento più bello della
redi Norvegia Aquino VII fu meno riso corona de'sanfi di questo secolo òs. Brigi-
luto di fiir nuovi sforzi contro il cuginoj da, che già celebrai siiperiornjente, mor-
per almeno riacquistare al padre la tol- ta 911 028 luglioi873 nel monastero
ta corona. Nel 1871 egli rientrò in Isvezia della Chiesa dia. Lorenzo in PnneePer-
e pose l'assedio a Stockholm. Alberto ri ita di Roma, la quale può riguardarsi
coisealie trattati ve,e fu stipulato cheMa- come l'educatrice delle virtù eroicamen-
giio II uscirebbe di prigione, e in avve- te cristiane nella Svezia; tanto fu potente
nire vivrebbe da semplice privato colli- l'esempio di lei, e le parole piene dello
rendite d'alcune provincia che gli furo spirito di Dio. Tra questi santi soprasta-
no assegnate per suo trattamento. Magno rono per la virtù e per la scienza Mattia
Il acceltò le condizioni, rinunziò al trono domenicano e canonico diLincoping mor-
e si ritirò in Norvegia colla sposa Bianca: to nel I 8c)'2, e Pietro priore del monaste-
egli visse nel suo ritiro sinoa circa il 1378, ro de'cislerciensi d'Ai vastra neirOstrogo-
in cui per disgrazia si annegò nel guado zia: l'uno era all'altro consigliere e di-
presso Liiigholm. Alberto dopo aver ri- rettore di coscienza. Mattia pe' conforti
stabilito l'ordine, godè molti anni di pa- di s. Brigida tradusse nella lingua ver-
ce. Nel 1876 morì Valdemaro IV re di nacola o dialetto svedese i libri dell'anti-
sua madre, che si amicò tutti vicini, re- i d'una madre cotanto illustre quale fu s.
stò in possesso del regno. Margherita re- Brigida. Confessore e depositario di tut-
stala vedova d' Aquino VII nel i38o ,
ti t segreti di quella santa donna, egli l'au-
XIV, non meno fecondo de' precedenti, cura del 874riportala 1 di sopra eoo l'aii-
i64 S V E S VE
torilà del Bovio, che pure raccolse le barone di Nellelbiat, Notizia <V alcuni
notizie (Iella santa) ne ritornò le sagre monasteri di s. Brigida fuori di Svtzia,
leliquie nella Svezia, e solennemenle particolarmente in Germania, con os-
le depose nel monastero da essa innalza- H'n'azioni e figure ^ Francforte e Lima
to di Vaslena o Waslena o Westein nel- 1769. Vastena, monastero parimenti e-
la diocesi di Lincoping sino dal i334> in- letlo dalla santa sotto l'mvocazione del-
di rifuhLricato neh 384 '" "" luogo più la B. Vergine, e culla ilei suo ordine, ha
comodo, ove il vescovo diocesano in luo- mantenuto sino agli ultimi tempi la pu-
ghi separali introdusse le monache e mo- i rezza dell'antico spirito e della discipli-
naci. Esaurito questo pietoso ufilcio, e- na, ad onta delle persecuzioni piìi crude-
glipure beato si riposò nel Signore, po- li de'novatoii, e per lungo tratto è sialo
tendo dire con Simeone: Ora accommia- l'unico asilo della cattolica fede e de'con-
ta pure o Signore il tuo servo, secondo l'essori generosi di essa nella Svezia. Inol-
la tua parola, nella pace. La celebre s. Ca- tre qui ancora debbo fare menzione del
terina figlia di s. Brigida, morta abbades- pernicioso e desolante gran Scisma[f .)
sa nel claustro diVastena nel 1 383, vive d'occidente, conseguenza dello strano e
ancora al presente nel cuore delle divote sempre deplorabile trasferimento della
dame romane, molte delle quali si dierO' residenza papale da Roma ad Avignone.
no a imitarne particolarmente le ammi- Dacché il francese Papa Clemente V nel
rabili virlij; e quando nel iSyg il Tevere 3o5 preso alle trame del nefando Fdip-
I
di pietà; essa vi si paragona all'ape che vile Sovranità de' romani Pontefici [f'-)-
forma il suo miele dal succo de' diversi Alcuni de'7 Papi volendo riparare allo
fiori. Inoltre s. Brigida fu fondatrice del- stravagante trasporto, non ebbero corag-
l'ordine del ss. iS\zA'rt/o/r(nel quale artico- gio di elfettuare il ritorno in Roma. L'al-
lo riparlai dell'ordine equestre di^ncc/Vz- tro franceseUrbano f [F.), che nella
720,seda lei oda altri istituito) per ambo coronazione non volle la pompa della
i sessi, pel (piale ben meritò non solo della cavalcala, riguardando la dignità pon-
sua patria, ma ancora di tutta la cristiani- tilìcia come esiliata al di là de' monti,
tà. Questo s'introdusse ben presto nella nel 1367 partì d'Avignone e tempora-
Germania,neiri Ughi 1 terra, nel laSpagna,e neamente reintegrò Roma del soggior-
ncllealtre parti del settentrione: manten- no papale come sua sede; indi vedendo
ne sempre nel suo seno il sagro luocodel- oppressiva alla Scandinavia la primazia
la pietà e della scienza, ed in Baviera ha che l'arcivescovo di Lunden voleva con-
sopravvissuto eziandio al turbine distrut- tinuare sulla Svezia, consagrò arcivesco-
tore della lifuima. Si può vedere C. Fr. vo d' Upsal Birgero, e gli die il pai-
i
dato l'ordine, gli riferì la rivelazione del- gnone continuarono le successioni dei
la B. Vergine: che se tornava in Avigno- FapiedeoU Antipapi. Ma oltre al tre mo-
ne morrebbe subito, e darebbe occasio- narchie e popoli, la Germania col Set-
liche leggi, stabilirono che do|)0 la sua senato svedesi* a'20 maggio per una par-
morte passerebbe nel giovine Erico suo te del reguo.Margherita prouiise di man-
pronipote di 5 anni, come figlio di Wra- tenere i privilegi del regno.edi difender-
lislao principe di Poinerauia e di Maria lo contro le pretensioni d'Alberto, e le
figlia d'Ingeburge sorella primogenita furono consegnate le piazze furti. Tutta-
della slessa Margherita. Questa clausola volla Alberto volle mantenersi nel pote-
conferì sin d'allora al giovine principe il re, lusingato de'soccorsi ricevuti da'prin-
lilolod'Erico re diNorvegia. InollreMar- cipi d'Holstein eMecklenburgo.Anzi gon-
gherila couie vedova d' Ac|UÌno o Hakone fio d' orgoglio, credendosi ormai invin-
11 redi Sveziae VII o Vlllcpial re di Nor- cibile, giurò di non levarsi il berretto pri-
vegia, assunse pure il titolo di regina di ma d'aver vinto Margherita: l'esito della
Svezia, perciò acremente nioUeggiata dal guerra lo fece pentire di tal ridicolo giu-
re Alberto, ma essa non tardò a fargli sen- ramento, e del disprezzo satirico col (|ua-
tire che non lo avea preso invano. Mar- leavea irouicacnentc provocato lo sdegno
gherita, nata in Copenaghen, bella, gran- della regina. Nel 1389 seguì la battaglia
de, forte e dotata di mollo spirilo e ca- ili Falcoping nella Weslrogolliia a^ 24
avea dentato sino dall'infànzia la
l'atlere, febbraio, che perde Alberto, e filto pri-
più viva ammirazione. Il padre suo Val- gioniero, o in quella de'2 I sellembre, col
demaro III o IV diceva che la natura e- figlio Erico, fu tratto a Bahus alla presen-
ne del Nord, formando una sola monar- restarono agitati sulla legittimità del ve-
chia, vasta, Uorida, ricca e possente sot- ro, per cui la cristianità fu divisa in 3 uh-
to un solo sovrano. L'atto di ([uesto fa- biihenzc. La Romagna, parte del regno
moso trattato fu scritto il suo giorno o- di Napoli, la Baviera, il Pai ilinalo del Re-
uomaslicOjfcsla dis. Margherita, a'20 lu- uo, i ducati di Brunswick e Luucbour^,
i68 SVE SVE
il landgraviatod' Assia, l'elelloralocliTie- drale di Roschild, Erico XIII fece scolpi-
veri, altre cillà e vescovi di Germania, i re sulla sua tondja da lui creila , che la
legni del Nord restarono fedeli a Grego- memoria di Margherita, la posterità non
rio XII. La Francia, l'Inghilterra e l'ir- onorerà mai tanto quantoella merita. Le
iHnda, la Polonia, l'Ungheria, il Porlo- sue qualità eroiche e le grandi cose ope-
gidlo, e la maggior parte di Germania e rate in 37 anni, in cui esercitò l'autorità
d'Italia, con Iioma, Ijologna eallre pro- regia, le meiilarono un posto eminente
\inciedello stalo papale si sottomisero ad tra le donne celebri: nelle sue gesta v'han-
Alessandro V. La Spagna, la Scozia, l'i- no delle cii costanze in cui seppe innalzar-
sole diCorsica eSardegna, leconteediFoix si ad una grandezza e potenza, di cui do-
munica qnal devialo dalla tede, ludi col passò in Danimarca lasciando per via ,
suffragio de'3 collegi cardinalizi, e degli Iracciedi risentimenti contro gli svedesi,
elettori delle nazioni, ammessi perquesla eia risoluzione di non osservare gli assun-
slraordinariacircoslau7a,neli4i 7fii crea- ti impegni. Ricominciale le turbolenze di
lo tarlino V, riconosciuto da tulli [)er Svezia, Eng(ilbrecbt fu assassinalo pare
somnioPontefìce,ed ebbe la gloria d'estin- d'ordine diCarloCanuto-Son, discenden-
guere l'infelicissimo e lungo scisma. 11 Pa- te dal re Canuto, o secondo allri dal re s.
pa dipoi neli4'25 s'interpose nella guer- Erico I X, geloso della sua influenza, per-
ra cbe ardeva Ira Erico Xlll,e i duchi chè come credono alcuni uscito dalla clas-
Adolfoe Gerardo fratelli per loScbleswig, se del popolo; indi s'impadronì del pote-
acciò cessassero di spargere il sangue dei re, ma la sua condotta tirannica avendo
caltolici, e piuttosto rivolgessero le loro sollevalo gli svedesi, questi tornarono al
armi contro gl'infesti eretici circonvicini; loro legittimo sovrano. A'27 luglio 1 43(3
onde ingiunse a Nicolò vescovo di Brema nella dieta di Calmar il re confeiì co'ile-
di cercare in ogni modo a suo nome di putali de'3 regni, e fu rinnovala la famo-
pacificarli. Ma Erico Xlll tornalo dalla sa unione con qualche cambi a mento e ad-
visita de'sanli luoghi di Gerusalemme, e dizione. Quindi passato Erico Xlll nell'i-
radunato un esercito, marciando contro sola di Golhland, ove limase 1' inverno
j)ervenirvi; e lauto fece colla sua potenza, rivolgere piuttosto le armi contro il for-
che negli stati da lui adunati aStockholoi njidabile Maometto II iuiperatorede'lur-
In acclamalo re di Svezia a'20 giugno e chi, che stava per irrompere contro il re
i449> dopo aver fatto annullare l'elezio- giunse a Slockholm, di cui tosto gli furo-
ne diCrislierno 1 eseguila in Cristiania, no consegnale le chiavi, e passalo ad Up-
ed a'20 novembre fu coronalo dall'arci- sal fu eletto re di Svezia a' 24 ghigno e
vescovo di Nidrosia. Ma nel Kpo passa- ivi coronalo, ricolmando di benefizi far
- •
S VE S V E 17,
civescovo, il clero e le chiese. Dipoi Cri* r^/i//c-o,edil suo figlio di tenera età poco
slieino I neh 463 entralo in contesa col gli sopravvisse.
l'arcivescovo d'Upsal Benedellu, in occa- Gli stali di Svezia, non curando le ri'
sione d'una rivolta che sos[)ellò da lui mostranze de'danesi perchè fosse rinno-
fomentata, si assiemò di sua persona e Io V ila l'unione di Calmar, confermarono
holm: ivi assediato dal prelato,e veden- unione di Calmar, concluso per congiun-
dosi impotente di respingerlo,si restituì in gere in una lega ollensiva e difensiva i 3
Danimarca. Allora i malcontenti richia- vicini regni di Svezia, di Danimarca e di
marono dalsuo usilo Carlo Vili, il quale Norvegia, contrastauli tra loro in perpe-
giunse a Stockholm nell'agoslo con mol- tue ostilità; i quali regni inforza di que-
ti soldati e vascelli A. tal nuova Cristierno sto trattalo doveano essere retti da un so-
1 si riconciliò con Benedetto arcivescovo lo sovrano, alla cui scelta lutti e 3 concor-
d'Upsal, e lo rimandò in Isvezia: al suo jerebbero.Per quanto quest'alleanza fos-
arrivo subilo le cose mutarono di aspet- sesaviamente immaginata, e paresse do-
to. Egli insegu"i Carlo Vili, e nel 1
465 versene aspettare migliori elfetti, pure
i
lo costrinse a far la sua rinunzia al trono, la natura slessa delle sue condizioni ren-
essendogli accordato a vita il governo di devano impossibile un felice riuscimen-
Finlandia. Ma questa rinunzia non resli- to; dappoiché gl'interessi delle 3 nazioni
calma alla Svezia; essendo essa do-
lu'i la che in processo di tempo si aumentava-
minata allora dal clero, l'arcivescovo Ce- no, doveano alimentare le reciproche ge-
detto, ed Enrico Axclson dell'illustre ca- losie e quindi generare un odio implaca-
sa di Tott,si contesero il titolo d'animi- bile che non sarebbe trattenuto per al-
2. "Mor-
nislratore del regno, eia vinse il cun vincolo. Infatti, come si è veduto, i
to il prelato nel 1 467, Enrico ofliì di nuo- 3 regni insorsero l'uno contro l'altro in
vo la corona a Carlo Vili, che giunse a feroci dissensioni, onde il nome e la diiiui-
divisioni eziandio de'sudd ili. Ognuna del- vantaggi dello stato: gH svedesi pongono
le 3 nazioni voleva provvedere a'propri l'etàdell'oro nel lungosuo governo. Sag-
vantaggi , e pertinacemente ricusava di gia pietà, caldo afletto di religione, fer-
concorrere agli altrui; ed un solo re do- mezza invilta nel mantenere i duitti ina-
\ea con egnal giustizia promuovere così lienabili dellaChie$a,fiu-ono legrandi pre-
diversi e bene spesso inconciliabili inte- un polen-
rogative,difficili a rinvenirsi in
ressi.Di che non è a dire quanti arbitrii te, le guadagnarono popolarità,
quali gli
e prepotenze ancora derivassero, ogni- deferenza e acnore. Già sin ilal tenkpo suo
qualvolta le corte viste de'regnanli non molti nobili agognavano all'ecclesiastiche
c(jn)prendevano la posizione ardua e ve- ricchezze: Stenon I per mostrar loro in
race, ed i bisogni delle 3 grandi nazioni. un modo solenne tutta la reità di quella
A Danimarca rammentai l'andata in Ro- cupidigia, convocò la dieta e si n)oslrò in
ma di Cristiano I in abito da [)ellegrinu parole e atti quasi intendesse restringer
[)ersoddisfaree per essi re dispensato d'un l'ormai soverchia [xitcnza de' vescovi e
suo voto di portarsi a (ierusalemme, ma della chiesa; tulli i senatori gli dierono a
con gran corteggio, magnificamente ospi- divedere la loro approvnzione. Allora e-
tato ne'primi d'aprile I 474"'^'' palazzodi gli si alzò, e con acri parole li ripiese di
«.Spirito inSassia da Sisto IV. Oitenne silfatla temerità, dichiarando non mera-
da lui, oltre molti doni, bramata gra-
la vigliarsi se alla con)une patria fusserocol-
zia, coH'ohbligo di fondare un ospedale, le tante sventure, essendo impossibile che
e come amico delle lettere rilurnato nei cada la dignità della chiesa, senzachè non
suoi slati neli47B eresse a Copenaghen tragga seco lutto lo stato nella rovina.
l'università pelpermesso ottenuto nel suo Che se taluno voleva precipitar la cosa
soggiorno in Roma
da Sisto IV. Questo pubblica, incominciasse pure dal muove-
Papa a'28 febbraio i47^> ^d istanza di re assalto contro la spirituale gerarchia,
Stenon I, fondò pure rmiiversilàd'Upsal, a cuinon sarebbero mancali ilifensori.
la quale si aprì neiroltobrei477- L'am- Ilemming Gadd vescovo di Lincoping, il
ministratore nel 1 482 introdusse in Isve- più dotto ed eloquente del suo secolo,isli«
zia l'arte tipografica, la quale per suo t." luito nelle scuole italiane più famose, e
saggio stampò l'anno dopo il libro ìaù- già maestro di matematica al Borgia poi
U)\i\\o:DialoQus crealurantin ojHimeìno- Alessandro VI Papa, era l'anima di quel-
raliznlnx oiniii maleriae inorali jocuìulo la generosa lolla di libertà patria contro
et aedificalivo modo applicahiUs, incipit idanesi. Egliabbominava ildispoticogio-
felicilcr. Quando Crislierno I nel 47 si 1 i go di quegli oppressori, ed alfrellava coi
presentò aSlockholm alla lesta d'un'ar- più fervidi voli la liberazioue de'suoi lì a-
s ^ E SVE 173
telli. Ma per condurre a fine la mngna* gran zelo. Nel i SocsStenonl sdegnalo per-
«icua impresa sembrò talvolta dimenti- chè il re gli avea ritirato una parie del-
care i sagri doveri del suo ministero, col- le gratificazioni accordategli , formò un
pa più de'miseri tempi che sua, e non di- partilo per liberare la patria dalla domi-
sdegnò d'accoppiare al pacifico pastorale nazioneslraniera ecacciarlo dallaSvezia,
la spada. I danesi lo temerono più di Ste- e potè riprendere il titolo e le funzioni di
non 1, come quello che prestò l'opera sua amministratore. Giovanni II per ricupe-
anche col suo successore. Ad onta di sue rare il regno fece inutili sforzi colle armi,
eminenti benemerenze,a danno di Stenon colia mediazione dell'imperatore e l'au-
J si formò un partilo contro di lui, il se- torità della slessa s. S^de, e lo perde per
nato lo spogliò di sua dignità, lo dichia- sempre. a'i3 dicembre! 5o3 la morie lo
rò nemico della patria, di cui era profon- liberò da Stenon 1 suo possente rivale, che
damente divoto, efecescomunicarlo dal- fu tumulato in Stregnes; trionfo che si
l' arcivescovo d'Upsal. IVel tempo stesso dileguò rapidamente, perchè l'ammini-
Giovanni re di Danimarca e ÌNorvegia, stratore avea comunicato il suo spiiito ai
ch'era succeduto padre Cristierno I, il
al capi delpropriopartito. Questo subito gli
quale era stato sepolto nella sua cappel- sostituì per amministiatore del regno
la di Roschild, passò in Isvezia con l'e- Swante Nilson Sture d'una famiglia di-
sercito, ruppe le genti di Stenon I e que- versa da quella del predecessore, che ma-
sti si ritirò in Finlandia: col nome di Gio- resciallo del regno, le sue tendenze ea-
vanni li a'i4 agostoi483 il sovrano da- bilità giàerano conosciute, ed avea ere-
nese fu riconosciuto re di Svezia, ma Ste- ditato da Stenon I l'amor patrio, l'eroi-
non non rinunziò 1' amministrazione
I smo e la fervente pietà. Egli terminò di
che nel i497> allorquando Giovanni li francare la Svezia dal giogo straniero, e
ritornò armato in Isvezia assediando , colla sua destrezza e valore rese inutili
Stockholm,eda paltodi ricevere da Gio- tulle le misure prese da'danesi per im-
vaimi II la Finlandia, le due Bolnie e al- porglielo di nuovo. Egli seppe pure con
cune castella, col grado di maresciallo di vigilante fermezza fissare a suo favore
Svezia. Quindi Giovanni 11 a'26 novem- l'incostani-a degli svedesi e tenerli ubbi-
bre fu coronato in Slockholm dall'arci- dienti , malgrado le diverse perdite che
vescovo d'Upsal, e il suo primogenitoCri- gli fece provare il suo rivale. A'2 genna-
stierno II venne riconosciuto per succes- ioi5i2 terminò suoi giorni, portando
i
sore al trono, come già lo era stato per alla tomba il compianto della nazione,
que'di Danimarca e Norvegia. Nel 1499 che gli surrogònell'amministrazioneil fi-
ritornò in Isvezia e fece coronarein Upsal glio Stenon Sture Mentre Giovanni I(
11.
dinal Pc'iauld in hvezia,Danimarca, Nor- poi famoso arci vescovo d'UpsaI,emulo del
vegia e Prussia per promulgarvi l'indul- genitore, la morte lo colse a'21 febbraio,
genza del giubileo. Dipoi altro legato fu il vivamenledeploraloda'danesi,come mo-
cardinal Bahacz per predicar la crociata derato, pio, giusto, pacifico e buon eco-
contro i turchi, e perciò oltre l'Ungheria nomo. Stenon II fu glorioso quanto il pa-
sua patria, di cui era pure primate e arci- dre perspianar la via all'intera liberazio-
vescovo di ly/r/^'o/j/VZjCsercitò la legazione ne della patria, e se trascorse in qualche
inlìoemia.Polonia, Danimarca, Norvegia, cosa, più sono da incolparne i consiglieri
Svezia, Prussia, Moscovia e Baviera , in suoi. D()tato di spiritiardcnti, e chiama-
uua parola pei lutto il Selleutrione eoa to al timone del regno nel primo fiore
I
74 S V E S V E
«lell'ctà, non è nieraTlf»lla s'egli non nq- fezionarsi neiresperienza,8cqnislando de-
giiin<;e alle sue virlù quella somma pru- strezza somma nelle cose spirituali e tem-
denza e moderazione, perlaquale i due comechèdi continuo usando cogli
porali,
predecessori rotantosi segnalarono. Trat- uomini più famosi d'Europa per ingegno
to in errore da'suoi ministri, egli die trop- e dottrina. Intanto la religione tra gli ec-
po facile orecchio alle calunnie d'un no- clesiastici, i il popolo in un mo-
magnali e
bile d'infima classe contro l'alto clero e do mirabile fiorivajinleramente e coscien-
la nobillà con esso collegntn. Ver tale de- ziosamente se ne osservavano le leggi, la
bolezza d'animosi disgustò i piii ragguar- s. vSede vi era in onore e riverenza, e l'a-
devoli personaggi del regno: questa fu la more e la fedeltà al Papa era profonda-
causa per la quale l'illustreebenemeren- mente impressa neiranimodi tutti gli sve-
tissimoGiacomoUIfion arcivescovo d'U- desi. Il popolo venerava e commendava
psnl si ritirò, e più tardi mori nella cer- la puritàeseveiità grandede'costumi dei
tosa di Griipsliolm; onde gli fu dato nel suoi preti ; si avea rispetto al celibato e
i5i6 da Stenon li a successore il nomi- scrupolosamente si osservava. Il popolo
rato Gustavo Troll, i contrasti col quale nel I 5 3 avea celebrato nella vasta cat-
1
ebbero origine dagli accennati inconve- tedrale d*y^/;o, antica capitale della Fin-
nienti, e per essere Gustavo della prima- landiacon sicuro ecomodoporto, con in-
ria nobiltà, la quale avea veduto di mal credibile solennità la canonizzazione fit-
animo che l'amministrazione del regno ta in Roma (U Leone Xdi s. Heraming,
dopo la morte di SAvante non fo^se stala con gran concorso dalle parti più lonta-
anidala a Erico Tioll padre dell'arcive- ne del regno, e con lietissime feste nazio-
scovo, discendente da una delle più an- nali; e tulio si rinnovò poi in Lincoping
tiche stirpi di Svezia,proveltoe sperimen- quando lo stesso Papa nel i 59,o canoniz-
tato, che godeva i voti de'prehili edelKi zò*. Nicolao. I divoti svedesi facevano sa-
[)iù elevata nobiltà, sopraltalli da'giova- gri pellegrinaggi ove riposavano! sagri a-
«li senatori e dal resto della nobillà. Ciò vauzi di s. Erico IX in Upsal, e delle ss.
fu causa elici nobili col ceto ecclesiasti- Ingrida, Matilde , Brigida e Caterina in
co si posero sulle difese, contro la grande Vastena,ed ivi porgevano fervorose preci
del re danese Cristierno li (il quale era gli stndichi contro la buona fede. Ed inol-
stato co! padre Giovanni II acclamato re tre clie Leone X inviò tanto al re die al-
di Svezia fino dali497, epoi gli stali di 1' amininistiatore il celebre cardinal de
Danimarca, Svezia e Norvegia assicura- P/o per legalo, per invitarli a impugna-
rono Giovanni Il tbe Cristierno II gli sue re le armi contro turchi nemici f)rnii- i
cederebbe, e quando questi fu coronato (labili del nome cristiano. Qui debbo di-
gliconlendeva Stenon 11, il (piale persua- mentecon tanta autorità rettifico le celi-
be gli svedesi nella dieta d'Arboga d'op- sure pontificie di Leone X. Questo Papa
porgli la forza), e come liianno del clero. scomunicòStenonlIa' Tmaggioi j i4>per-
Questi però nofi sospese l'assedio, duran- chèavea ingiustamente tolto alla legina
l«; ilqualee C(j||a mira di deluderlo, Troll Cristina madre di Ciistierno II la sua do-
cile a vea intelligenze con Cristierno 11 ,
le; indi neh j 16 Leone X inviò in Isve-
eiiliì) conSlenon II in negoziazioni, enei zia il nunzio Gio. Angelo Arcindxildi per
cotso delle coniérenze una fiotta danese far la pace Ira Stenon II, lallocleroe i
ca di Griipsholm, poi vendicatore della non che non farebbero caso di tulle
II,
mala fede e della libertà degli svedesi le sentenze di scomunica che il Papa po-
(juando lo elessero re. Trovo nell'anna- lesse lanciare contro la Svezia; e re Cri-
lisla Rinaldi, a dello ann(»i 5 18, che inol- sliei no II accusòStenon II: ."d'averasse- 1
lie Stenon II al debellato Cristierno II, dialoTarcivescovo Troll; 2.' d'aver f.ilfo
vendo Cristierno 11 esposto a Leone Xla procurò di scolparsi con Cristierno II eoa
condotta del nunzio e la sua collisione lettera de' 18 aprile iSig. Continuando
cogli svedesi, il Papa poscia richiamò il Cristina a sostenersi in Stockholm nel ,
s.Sede,come lo chiama licitato mg/ Wa- messe capitolò. Il re fece il suo solenne
rimont, di sentire i testimoni a carico e Stockholm a'7 settembre, ed
ingresso in
difesa s'idiH'ArcimboldijSÌ di Slenon II, a'4 novembre fu coronatodall'arcivesco-
ed'inviarne processo verbale a lloma, co- vo d'Upsal Troll, riunendo cos\ di nuo-
me il Papa scrisse a Cristierno II a' i6 vo sulla sua testa le 3 coione delNord. Pe-
agosto 1 5 9. L'arci vescovoGustavoTroll
1 rò la gioia di tal ceremoniasi cambiò to-
nella dieta d'Arhoga del iSip, coH'an- sto in lutto. Niun tiranno commise giam-
iiuenza del ntuizio pontifìcio Gio. Ange- mai tante atrocità (|uanto il re nella ca-
lo Arcindjoldi, fu dalla nazione dichiara- pitale della Svezia 18, il gè il io novem-
lo decaduto; ma egli invece islitiù uu ec- bre. Cristina fu cacciata in prigione, il cor-
clesiastico giudizio, nel quale giustilicò la po del marito Stenon 11 disotterrato, fu
scomunica che avea sollecitata contro strascinato su'graticci e arso in una pub-
l'amministratoreStenon li e suoi fautori, blica piazza, dopo averlo il re insieme al
enestabih il reCristierno II legittimo ese- cadavere del figlio con rabbia ferina e
cutore. NeliSig Cristierno II Irruppe di inaudita lacerato co'propri denti; indi ne
nuovo sulla Svezia, e dopo aver conqui- fece per terrore portare in giro gli avan-
.stato sulla costa orientale l'isola Oeland, zi per tutto il regno. Ad esterminio poi
nella prefettura di Calmar, fu sconfitto delle principali famiglie che ritrovavan-
<linnnzi a questa città. Nel seguente an- si riunite in Stockholm e già da lui splen-
noi 520 ricevuti vari rinforzi dal cogna- didamente banchettate, sotto il pretesto
to imperatore Carlo V, da Francia e da che siccome colpite dalla scomunica del-
Scozia, nel gennaio fece un nuovo sbar- l'arcivescovo di Lunden, quali aderenti
co in Isvezia. Rrumpen suo generale si dell'amministralore fossero eretiche, fu-
scontrò 11193 Bogesund nella Westrogo- rono arrestate, e negando loro gli estje-
7Ìa con Stenon 11, che mentre stava per mi conforti della religione, vennero de-
riportare vittoria restò ferito, e spirò sul capitate sul patibolo, inclusivainente ai
ghiaccio del lago Maelar quando era por- santissimi vescovi Mattia di Slregnes e
lato a Stockholm. Questa città fu difesa Vincenzo di Scara, onde il popolo gemen-
dalla sua vedova Cristina, mentre dane- i do inorridito si sciolse in lagrime. Per 3
si senza inciampi percorsero vittoriosi giorni tra la generale costernazione resta-
la Svezia, la quale caduta in confusione, rono insepolte 94 vittienedi tanta infan)e
in sì diOicili circostanze essendogli stati crudeltà, che immolò al suo furore il fio-
senza capo adunati in Upsal, comparso re della nobiltà svedese, e dipoi strasci-
l'arcivescovo d'Upsal Troll, come quello nate da'carnefici fuori della città furono
che non avea perduto diritti i alla sua se- bruciate. A sì tremenda vendetta, aggiun-
<le per la forzata abdicazione, persuase se Cristierno II per giustificazione, eoa
l'assemblea a sottomettersi a'6 marzo a infernale astuzia, h dichiarazione d'es-
Cristierno II. Questi a'7 aprile ratificò le sere esecutore d'uu breve pontificio, che
S V E SVE 177
con false rappresentanze avea nel i5f9 le fece mozzare il capo, insieme con al-
carpito ila Leone X, di scomunica contro ili io campioni della patria indipenden-
Slenon II e suoi addenti, colla minaccia za, all'illustreGadd vescovo diLincopini,',
d'interdetto a tutta la Svezia, in ciò a- al quale dovea pei* la massima parte d
iutato dagli arcivescovi d'Upsal e di Lun- suo innalzamento al trono. Nel giorno del-
den, al dire del d/ Theiner. Il traditore l'Epifania del i52 I fece squartare in Va-
Cristierno II, che la posterità ben a ra- slena due cittadini, e gettarne i brani ai
gione cliiama il Nerone del Nord, e lo corvi. In quello della Purificazione, giun-
rassomigliò ancora a Caligola (certo è che to nel monastero diNydala, in ricambio
come ha di gran lunga ol-
cristiano gli della riverente accoglienza, fece annegar
trepassali), ingannò con lettera il Papa, nel (lume, colle mani legate al dorso,il pio
tenendo il linguaggio d'un difensore del- abbate e 7 monaci, Così il barbaro pu-
la Chiesa, couìe e megiio riferisce lo sles- niva la fede serbala dagli svedesi alla lo-
so d.^ Theiner, col quale principalmente, ro patria, nell'ultima guerra contro i da-
e tenendo presente per le modifica/.ioni nesi. 11 numero degli uccisi in questa ma-
mg.rWarimont,procederòin narrare l'in- niera nella Svezia arrivò a 5oo, altri di-
fausta introduzione del luteranismo in cono 600, e che dappertutto ove passava
Isvezia per opera di Gustavo I, il cui pa- d'immen-
ficeva innalzar le forche. Carico
dre fu compreso nel massacro di Stock- sa preda de'beni confiscati a lauti infeli-
holm. Egli dice pure che l'interdetto fu ci, e dell'universale indegnazione, tornò iu
inulilaiente lanciato nel i 5r9, senza che Danimarca. Unode'miiiistri principali dei
il Papa Anche il Rinal-
l'avesse decretato. suoi eccessi fu Teodorico SclachekoSgla-
di confuta la calunnia e menzogna con- ghoeck, che creò vescovo di Scara e poi
tro LeoneX divulgata da GiovanniMeur- arcivescovo di Lunden,e gli alììdò il go-
sen e disavvedutamente scritta da Olao verno di Svezia. Poi per le sue estorsioni
Magno, storici di Danimarca eSvezia. Do- e tirannie avendolo richiamato, quando
po la morte di Slenon II il suo oratore giunto in Danimarca illrancescano Gio.
presso la s. Sede Giovanni Magno Goto, Francesco da Potenza nunzio del Papa,
per quiete si ritirò a Perugia, ove per la insuo nome altamente si querelò della
reputazione che godeva fu eletto profes- mortedegli ecclesiastici avvolta nella stra-
sore di teologia. Tosto che seppe la ca- ge di Stockholm, il eoa
re per iscusarsi
tastrofe di Stockholm rinunziò la catte- Leone X e calmarne il risentimento, ne
dra e volò a Roma per difendervi le ragio- incolpò i consigli di Teodorico, e dopo a-
ni della patria a lui cara, contro le ini- verlo caccialo in orribile carcere, lo fece
que arti di Cristierno lì. Ne'privati ra- bruciare a'22 gennaio 1 52 2 sul mercato
gionamenti con Leone X, e ne'pubblici di Copenaghen , sicuro di non riviolare
in concistoio alla presenza del sagro col- l'immunità ecclesiastiche perchè esso non
legio , reclamò eoeigicamente contro le avea ricevuto da Roma le bolle dell'isti-
crudeltà commesse in Isvezia, ed in no- tuzione canonica. L'estremo supplizio era
me de'suoi concittadini domandò solen- pure pieparato,se non fuggivano, a'due
ne soddisfazione.il Papa e cardinali all'u- i virtuosi prelati, Enrico Valchendorp ar-
dire il racconto lamentevole de'casi del- civescovo di Nidrosia e primate di iVor-
l'infelice nazione oppressa, non poterono vegia, ed a Giorgio Scorborg arcivesco-
ri'^parmiare le lagrime. Altrettante cru- vo diLunden di Danimarca; l'u-
e primate
deltà commise Cristierno II in ogni par- no perchè confortalo dal cognato del re
te del regno che percorse, dovunque la- l'inìperalore Carlo V, l'avea ripreso nel-
sciando vestigi di morte, di sangue e di le scandalose sue tresche, l'altro per di-
tirannia. In Raspurg nel giorno di Mata- sapprovare lecarnificine commesse iu I-
VOI- LXXI. 13
178 SVE SVE
Svezia. S'impossessò delle loro sostanze e aver Leone X esaminalo i documenti del-
tielle proprielà di loro sedi. Più lardi e- la questione (iraCristierno II, gli svede-
stese le sue vendette a'capiloli metropo- si Steoon Il,e prima che sapesse di sua
e
litani, con mille strazi maltrattando quei morte), scomunicò di nuovo Stenon li, e
pacifici ecclesiastici. Voleva eziandioche mise in interdetto la Svezia coti una bol-
fosseannegato il rispettabile vescovo di la de'i3 maggio 520, diretta all'arcive-
I
regina Isabella d'Austria che s'interpose; gere a'colpevoli di maestà edi ribel-lesa
e di più tolse al nunzio un milione di tal- lioneaperta contro decreti del Papa: ma i
leri delle oblazioni che da tutte le chiese distianoli non ascollò il saggio consiglio
di Scandinavia avea raccolte, forse perle dell'arcivescovo Troll e passò oltre. Il le-
indulgenze concesse a chi contribuiva alla giito del Papa Gio. Fiancesco da Poten-
sontuosa riedificazione della basilica Va- za esaminò neh 621 l'affare della strage
ticana, e per la quale il re avea ricevuto di Stockholm, e non trovò colpevoli che
il cardinal legato del Settentrione (forse Belnedake e Sclachek,che soli aveano so-
ilrammentato cardinal Vh), sperando II a commetterla. E il ve-
s[)intoCristiano
che lo avrebbe giovato quando ambiva la scovo di Lincoping Giovanni Braskscri-
corona di Svezia, che gli spettava pe'pre- vea a'9 dicembre! 526, che gli era stato
cedenti riconoscimenti degli svedesi. L'an- impossibile di sapere la decisione del le-
nalista Rinaldi dice che il re imprigionò gato: né v'ha bisogno dire che Gustavo
e spogliò il nunzio della s. Sede. Se pron- I non lasciò che questa decisione passasse
tamente non ritornava in Roma, chi sa la frontiera di Svezia (forse perchè con-
chesarebbc avvenuto al ricoidato nunzio teneva la riprislinazione di Troll), giac-
francescano Gio. Francesco da Potenza, chèavrebhe potuto aprire gli occhi degli
inviato dal Papa a Copenaghen, dopo le svedesi in suo disfavore". Dopo aver Cri-
informazioni di Giovanni Magno, per i- sticrno II tradito la chiesa di Svezia, vol-
slituire un ecclesiastico regolare processo se anco l'inique sue arti contro quella di
e di tultoprendere cognizione, quindi do- Danimarca e contro i doviziosi beni che
mandar conto al tiranno della strage dei possedeva: a tal uopo chiamò a Copena-
vescovi e altri ecclesiastici. Bensì il re eb- ghen un discepolo dell'eiesiarca Lutero,
be ardire di difender la sua innocenza in e gli concesse piena facoltà di sporgere la
faccia all'inviato pontifìcio,e ne scrisse let- nuova rea dottrina, tanto cara e preziosa
tera piena di menzogne a Carlo V. Sulle a tulli principi cui premeva impiuiemen-
i
diverse narrative fin qui riportate, per i- te la sete di lussuria e degli altrui averi.
storica imparzialità non debbo occultare Tutto il popolo e gli stali del regno e il
lommiione de'fedeli. Sembra al d/ Tliei- consenso de' veri vescovi, e due giorni do-
ner che la misericordia del Signore non po, per autorità conferitagli da Lutero,
permise di raccoglieie tra le sue braccia, consagrò 7 vescovi della Duova chiesa lu-
(jual figlio pentito della Chiesa, un uomo terana, che altri chiamano intendenti o
reo di tante empietà. Pure Cristierno II soprintendenti, perchè dovessero in av-
appartiene a' re santi della sedicente li- venire supplire alle funzioni de'vescovi, e
forma! Indi soggiunge queste gravi paro- fare eseguire i regolamenti spettanti al-
le e comparazione. "Cristiano li divide la l' ordine ecclesiastico. Altrettanto fu fat-
gloria di fondatore d'una chiesa novella to nel regno di Norvegia, per lo stabili-
insieme con Enrico Vili re ò' Inghilter- mento del luteranismo. In tale occasione
ra C^.), rassomigliando nelle crudeltà e della coronazione, Bugenhagen pubblicò
ne'tìisonesli costumi, col libidinoso land- questo ceremouiale: Ordinatio eccLsia-
gravio à' Assia, coll'incrednlo e ingordo stica regnoruni Daniae etNorvegiae,ac
delle sostanzedellaChiesa Alberto di FrH5- duca tu ni Slesvicii et Hohatiaejussii Cìiri
sia {f.), e con altri principi di tal manie- stiani III regis Daniae cii/us diploma est
ra. Di siffatta progenie di nomini avea- praefìxunijal. aBugenhagio conscripla.
no mestieri i Pro/e^/^/zf; (/"'.) per islabi- Siccome quest'apostata avea ingrassato i
lire il loro regno di sovversione, d'impu- re,dando loro illimitata autoritàd'impos-
dicizia e d'incredulità". Per seguire la nar- sessarsi di tutti i benide've>>covati,de'capi-
rativa che ilpremette al-
eh. scrittore loli, de'conventi e monasteri,e d'ogni ma-
le azioni di Gustavo I, ho prima di que- niera di pie istituzioni, così nemmeno e-
sto tracciato in breve alcune delle tante gli dimenticò di prendersi la sua parte,
iniquità di Cristierno II, quanloallaSve- e ricco a dovizia delle rapine delle chiese
zia, altrimenti del non men ol^brobrioso se ne ritornava a Wiltemberga nella pa-
operato in Danimarca, Norvegia e altri tria Geimania, dove appena pose il pie-
suoi dominii da cui fu deposto, avrei do- de esclamò: Addio, o Danimarca, tu tien-
vuto essere molto prolisso, il che mi vie- li il mio vangelo, ed io m'avrò i tuoi de-
ta molto che mi resta a- dire; e sebbe-
il nari! Commiato veramente degno di sa-
ne vado qua e là spargendo qualche no- telliti e di sacrileghi di tal fitta. .A sem-
zione su'dueregni,a compensare lo stretto plice schiarimento de' 3 nominati re di
compendio tenuto in quegli articoli, nel- Danimarca e Norvegia trovo opportuno
l'intendimento che il più importante l'a- riuninentare ciò che narra il Berninonel-
vrei in questo accennalo. Ed è perciò che \' [Ustoria dell' eresie, t. 4,p- 3G3, che ri-
a compimento dell'indicazione sull'intro- .soluto Cristierno II il'cnlrare anch'esso
iluzioue del luteranismo nelle infelici Da- nella setta luterana, per torsi davanti o-
nimarca cNorvegia, aggiungerò precipua- gni opposizione de'vescovi nel suo regno.
3
f|ueila stanza, professando poi egli pub- avea esortato caldamente Federico 1, ed
blicamente, come di trionfato nemico,con il suo figlio Cristierno o Cristiano duca
ci, per tanto eccesso di crudeltà. Dubito luterani. I\Ia eg^lino invece di compiacer-
dell'eccidio di questi altri vescovi,non leg- lo, introdussero l'eiesia nella Danimar-
gendolo confermato in altri sci itlori,e non ca, nella Norvegia e ne'detti due ducati,
facendone parola ild.rTlieiner. Neh 52 abolendo la religione caUolica,ed il .°per i
la Svezia, la Danimarca e la Norvegia ri- meglio stabilirsi nel regno tolto a Cristier-
bellate contro Cristierno li Io deposero no II. Scrive Olao Magno, poi arcivesco-
del regno, la Svezia scelse per suo re Gu- vo d'UpsaljChe tanto nella Svezia, quan-
stavo 1; la Danimarca Norvegia il du-
e to nella Danimarca, nella Norvegia e nel-
Callandburgo, ove morì neh 559 misera- diale di SchlesAvig. Seguì un inlerregno,
mente, e secondo alcuni di veleno, sebbe- perchè l'interesse della religione divise i
ne sembra che Cristierno 111 avesse mi- danesi in due parliti intorno al successo-
gliorata la sua condizione. Di Gustavo I re da eleggersi. Cristierno primogenito
edellaSveziadovrò molto parlare. Quan- del defunto avea per se i luterani, di cui
to a Federico 1, per lui neh5c>.5 la re- ne avea abbracciato la sella, come notai.
ligione cattolica provò gran rovescio in 1 cattolici tenevano per Giovanni secon-
Danimarca e Norvegia, per aver egli pro- dosenito d'Sanni.attaccato alla santa re-
o . . • •
credenza come debitore di renderne con- versi ordini dello stalo, ebbero vescovi
i
toa Dio. Raccolti in Odensee gli stali nel la superiorità e fecero emanare a' 3 lu-
\5i'7, fece ad essi ratificare il suo editto glio un decreto favorevole alla religione
o malgrado i reclami de' vescovi, e per- cattolica. Ma que' prelati e loro seguaci
mise a'monaci, frati e religiose di lascia- insistendo perchè si chiamassero depu- i
re i loro chiostri e secolarizzarsi, e ad es- tati di Norvegia a far la scella d'im so-
si e a'preti di maritarsi, con proibizione vrano che dovea essere loro comune, fu
a'prelati di rivolgersi averun altro tri- dal senato, che durante l'inlerregno ri-
bunale tranne quello del re perciò che ri- mase padrone del governo, rimesso l'af-
guardasse affari ecclesiastici. La città di fare alla festa di s. Giovanni dell' auno
Malmoe fu lai." a rinunziare pubblica- dopo. I temendo che il figlio di
vescovi
mente all'ubbidienza che avea sino allo- Federico non terminasse a danno della
I
i82 S V E S V E
tiano o Cristierno II, questi come raccon- cìpitòalsuo tramonto e rovina. Neil 5^3
tai, di prepotenza lo ritenne in prigione, essendosi a'20 gennaio sollratta la Dani-
<londe per gran ventura essendo scappa- marca e la Norvegia da Cristierno II, so-
tOjSi trasferì a Lubecca, ove seppe il ma- stituendogli Federico I, indi portato Gu-
cello di Stockholm e tra le vittime il pa- stavo dal popolo svedese in trionfo, nella
dre suo; e che la madre, due sorelle e al- dieta di Stregnes fu dichiaralo Cristierno
tre svedesi erano slate gettate spietata- Il decaduto dal trono, ed egli venne so-
mente nelle carceri di Copenaghen, nelle lennemente a' 6 giugno dagli siali pro-
quali prohabiltnente perirono di veleno. clamalo re, col nome di Gustavo I. A ven-
Acceso d'ira e di vendetta, fin d' allora do co'soccorsi de'IubeCchesi assedialaSto-
viemmeglio maturò i grandi disegni che ckholm, questa pervenne in suo potere,
concepiti nella cattività gli riuscì elTel- e così le altre piazze e fortezze del learae.
tuare. Lithecca trovandosi alla testa del- Per finire la sanguinosa contesa colane
la lega delie città anseatiche, era gelosa si e norvegi. Gustavo I vedendo lo stalo
dell'ascendente che Cristierno li pretide- da lunghe sciagure.e che Cristier-
rifini lo
rono un vascello per tragitiare nella Sve- Malmoe si fermò perpetua pace e assicu-
zia, Travestito da paesano, tra mille pe rò la sua corona e l'indipendenza di Sve-
ricoli, pervenne nella Dalecarlia.i cui pro- zia. Ivi fu soppressa del lutto 1' unione
gli sguardi, la sua voce eloquente per- suo Irono.didldenle degli eventi della for-
suase lult'i cuori a vendicar i patiti mas- tuna, dilTerì saviamente la sua coronazio-
sacri, e ridonar 1' antica libertà e indi- ne. Volendo poi tramandarlo per l'av-
pendenza all' amata patria. Tra gli ap- venire olla famiglia, e considerando colla
plausi de'montani dalecarli e degli altri, storia patria a iptanle incertezze andasse
giurarono tulli di seguirlo armali sotto soggetto un regno elettivo da lui conse-
la sua bandiera. Con sì audaci e ardenti guilo pe'soli personali meriti, si propose
guerrieri, Gustavo mosse all'ardua im- di cambiare l'antica costituzione della
presa marciandosu d'Upsal eStockholm, Svezia in una monarchia ereditaria da
e lungo la via s'impadronì de' castelli. passare a'suoi futuri discendenti. A tal fi-
Battè nel I. "scontro danesi a Brunbàck
i ne ricorse nl!a nuova dottrina di Lutero,
e presso Wesleras, e penetrò fino adUp- a quell'ancora salutare di tutti i principi
sai chiave del regno e i ."centro della po- poveri, avidi, orgogliosi e scostumati: e-
tenza del clero e della nobiltà insieme riu- gli fatalmente seppe usarne da maestro
nita, dopoaversuperatole truppe chegli per abbattere l'antica chiesa, e come per
avea opposto l'arcivescovo d'UpsalTrolI. l'innanzi a' danesi, così dichiarò guerra
Sorpreso e meravigliato il popolo dell'e- d'eslerminioal venerando episcopato cat-
roismo e bravura del giovane vincitore, tolico e alla più antica nobiltà. Creò un no-
nella dieta di Vastena a' 4 agosto i Sa i 1
velloenon meno potente episcopatOjcheo-
Io elesse amministiatore del regno e du- sa ancora pretendere di conservare la suc-
ce dell'esercito. Una vittoria successe al- cessione apostolica, ed una novella nobiltà
1 altra, e la potenza danese in Isveziapre- estralla dalla feccia del popolo, e 1' uno
S V E SVE i83
e l'altra secondarono efficacennente le sue della nuova perniciosa dottrina. Egli die
mire e capricci. Questa maniera iniqua al luteranismo tutto 1' appoggio e l'au-
eli stabilire la propria dominazione, è il torità che volle,e l'assicurò per l'avvenire
gatrice severa delle cause che mossero i matori della Svezia, caldi e fidi discepoli
re e le nazioni ad agire in uno o 1' altro di Lutero, ed usciti dalla medesima scuo-
modo. Egli volle innalzare que>ta terre- adoperarono e tennero lo stesso
la di lui,
gendo:»» E
Gustavo Wasa e tutti gli al- pugnare r armi pel suo mantenimento,
tri principi, che hanno preteso di conso- uon vi volle che una trama finissimamen-
lidare e circondar di splendore il loro tro- te ordita dal re ch'egli adorava, per trar-
no culla dottrina di Lutero ede'riforma- lo proditoriamente nella rete della rifor-
quando disse: Che gioverà all' uomo l'ac- a fare, unicamente doverono coordinar
quislar lutto il mondo quando debba sof- ,
l'opera loro di frode e dimenzogna alla
frirne delrimenlo l'anima sua? Compri- macchina da Gustavo I ponderatamente
mano pure al presente i latrati della co- combinata, il cheeseguirouocon tanta ser-
scienza alla vista de'ricchi possedimenti, vilità da meravigliare e arrossire.Gustavo
frutto di loro apostasia, verrà tempo nel 1 solo colla sua astuzia e persistenza intro-
quale non potranno giustificarsi, Peroc- dusse il luteranismo nella Svezia. Qui di-
ché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria chiara il d.' Theiner,che per non inlerte-
del Padre suo insieme co' suoi angeli, ed nersi nel corso della narrazione a dilucida-
allora renderà a ciascuno secondo le o re l'inverecondo e strano linguaggio tenu-
pere diluì Matteo xiv,26e27)."Que-
(s. to dagli svedesi riformatori, inteoileva e-
sti gravi riflessi hanno tanto maggior pe- sporre sommariamente la maniera con che
£"-
so e valore, come tutto il resto dell' Lutero intraprese e compì la sua missione,
sposizione storica stilla Svezia, lu quan- per considerare il vero punto dell'introdu-
to che il eh. autore è quegli che professan- zione dello scisma nella Svezia. Quantoal-
do gli errori di Lutero, rallegrò la Chiesa la procedura diLutero e de'suoi numerosi
con felicemente ritornare al suo seno do- errori, che pur sarebbe importantissimo
po averli detestati, il che ad onorsuo no- il riportare, per la natura compeniliosa
tai nel voi. LXllI, p. 323. In niun paese di questa mia opera tralascio e mi dispen-
per avventura la pretesa riforma di Lute- so di ripetere, ed anche per quanto già
ro sì bene sviluppò e si stabilì, quanto in dell'una e degli altri trattai colle mie de-
Isvezia; allato ad essa nulla potè soprav- boli forze ne' numerosi articoli che gli so-
vivere, e ciò devesi all'astuta politica e no relativi e lo riguardano; soltanto tra di
alla penetrazione di Gustavo I, meglio essi ricorderò Protestanti,Sassoma, Set-
che al cieco impeto de' sedicenti apostoli ta, e (jnel che più moutaLuTiìu v.m e Lute-
e i
i84 SVE S VE
no, siccome articolo che sottomisi dopo nanwader slato lungamente segretario e
scritto alla sagace e dotta revisione dello cancelliere di Stenon II. Per la primazia-
slesso d/ Theiiier. Non lacerò che questi le d' Upsal avea designalo il suo antico
iDogislralraenle lumeggiò Lutero man- maestroG io vanni Brask,sucessorediGadd
cante di tutte le doti necessarie a un vero nella sede di Lincoping, ma perchè caldo
riformatore, nella sua impresa vasta, in- amico e difensore dell'arcivescovo d'Op-
concepibile e strana,derivata da un furio- sal Gustavo Troll, lo dimise dalla dignità
le contraddizioni enormi in cui cadde nei perchè Arvido virtuoso vescovo,con mol-
suoi deliri che lo resero abbominevole,con ti sacerdoti e nobili temendo la sua ira a-
iTioslrarsi con vinto dell'unitàjSantità e in- vea preso la fuga. L'antico odio diCristier-
fallibili tàdellaChiesa unita alPapa suo ca- no II verso il degno e benemerito clero
po, pel quale la chiesa romana è la sola passò nel cuore diGustavo |, che fece di-
tulle strappate dallaforza della verità, re i suoi avversi sentimenti alla chiesa cat-
insieme volle disconoscerle perchè laChie- tolica, a difenderla dall'invasione della
sa ricusò condiscendere alle sue passioni nuova dottrina si strinsero insieme gli sles-
e orgoglio, pel quale con sacrilego allen- si vescovi da lui eletti; poiché già ne ve-
tato e orrende bestemmie si pose nel luo- devano minacciate le principali città per
go medesimo di Dio: ma quanto piìi alto la clandestina ditl'usione degli scrini diLu-
si letò col suo depravalo cuore, tanto più tero, perla ujescolanza de'soldali stranici
profondane fu la caduta; e per non dir al- nell'esercito, e soprattutto pel veleno be-
tro prelese soggettare al proprio arbitrio vuto da' giovani studenti nell'università
l'interpretazione della s. Scrittura e de'ss, diWiltembergn che spargevano l'iniezio-
Padii,per nulla ricordare delle sue turpi- ne in patria. Primo fra questi fu Olufo
tudini. Ritorna ndoaGusta vo I,seml)ra che Olao Pelli o Peterson di iVeiida, nato in
sino dalla sua dicnora in Lubecca ponesse Oerebro, ecclesiastico figlio d'un fabbro,
attenzione a'progressi dell'eretica dottri- poi divenuto fondatore della riforma, che
na e si proponesse introdurla alla sua vol- pel suo ingegno il suo vescovo Mattia di
per cogliere interamente il frutto di stia va trapelare, finché perito il suo bene-
vittoria, volse il pensiero airordinamento fattore net san^iuinoso eccidio di Stock-
delle cose ecclesiastiche; perciò dopo la holin, e fuggito per le persecuzioni il suc-
sommissione della Finlandia, al principio cessore Beldenach , alto alzò la fronte e
dell 5-22 provvide di pastori le vacanti senza timore cominciò a spargere la dot-
chiese di ijlregnes, di Scara e di Wesleras Lutero, anche co' suoi scritti, e
trina di
nelle persone di Rlagno Sommcr, di Ma- guadagnò il proprio preposto earcidiaco •
re contro la Chiesa cattoliia e i suoi pa- Questi nel dibattimento qual corifeodella
stori, alterando l'antico insegnamento, in lifoima ricorse alla satira mordace e al-
nulla cedendo al grande antesignano Lu- l'insulto, per cui il campione delia verità
tero, e colla stessa malafede, scostumatez- rimase oppresso, ed Olof inorgoglito pre-
za e inverecondia. Olof propose a'suoi se- se il soprannome di ìMosè 2.°,per credere
guaci 7 erronei articoli, che prese a com- di aver sottratto la Svezia dalla schiavitù.
battere iNicoIao dottore di teologia e de- Appena Gustavo I fu proclamalo re, co-
cano della cattedrale, di esemplare pielàe niinciò ad ingerirsi assolutamente negli
vasta scienza. Quindi levossi un clamoro- affari della Chiesa, deponendo quella ma-
so contrasto di dispute e di questioni, che schera che sinoallora avea portata,annun-
Gustavo l,alIora amministratore ed a cui ziando chiaramente nella dieta di Sire-
stava a cuore che la nuova dottrina pre- gncs le sue tendenze. ÌS'on mandò ad effet-
valesse, ne commise l'esame all'Anderson to quanto avea disposto per insaputo ar- I
già da lui elevato a cancelliere del regno rivo del celebre Giovanni Magno nunzio
l'appoggio dato a Olof e suoi seguaci.
pei- pontificio di Adriano VI, che avea avu-
L'Anderson che nulla di più desiderava to a maestro in Lovanio; imperocché il
per Far trionfare la causa che avea abl>rac- Papa, a cui nulla piùstava a cuore quanto
ciato, die al residente una favorevole idea d'alleviare i mali che affliggevano laChie-
della dottrina di Lutero, rappresentando- sa, compreso da dolore perla misera con-
gli i vantaggi che gliene verrebbero, e co- dizione de'cattolici svedesi, travagliati dal
me i principi tedeschi che l'aveano adot- doppio flagello della persecuzione di Cri-
tata eransi arricchiti co' pingui possedi- slierno 11 (ignorandosi in Roma la sua de-
menti del clero e dellaChiesa. Gustavo u- I posizione) e dell'eresia, udito il voto dei
sato a ponderare qualunque impresa, pre- cardinali, impose nel marzo 523 all'espe- i
Polonia e Prussia, giunse nella Svezia nembo della persecuzione e dell' eresia
nìentre Gustavo I assisteva alla dieta di che stava per iscoppiare; ma ne fu distol-
Westeras. Non Io sorprese la novità del- to dal capitolo d'Upsal pe'danni che ne
l'avvenimento, perchè nel suo pritno in- verrebbero alla sede primaziale,alla chie-
gresso nel regno avea saputo l'innalza- sa svedese e alla patria. La nobiltà del re-
inentodel leggeuteal trono: si diresse per- gno co'senatori ecclesiastici e secolari,an-
ciò immediatamente da lui per prestar- cora adunati negli stati generali,a'i2 giu-
gli i suoi omaggi, e perdergli parte delia gno inviarono ad Adriano VI una rispet-
missione che veniva recando. Frattanto tosa lettera, ringraziandolo dell'avere in-
il re avea fatto alla dieta un pieno uso del viato per nunzio un personaggio tanto
suo esorbitante potere riguardo allaCliie- ragguardevole, essere nella speranza che
sa, sotto prelesto dell'esausto erario. Lu- prendeiebbea cuore l'infelice condizione
becca pretendeva 70,000 marche d'ar- della chiesa di Svezia, e le darebbe» pa-
gento pe'prestali servigi nella guerra, e le stori uomini del paese atti a mantener la
paghede'soldati erano arretrate; per cui pace; deplorare la condotta del Tioll ri-
estorse da'vescovi, ad onta della loro re- fuggilo presso Cristierno pregandolo
II,
zione de'heni di chiesa la forzata impre- vescovi le vedove sedi. Questo desiderio
stanza, l'inalleso arrivo infuse loro nuovo espose pure nella risposta il vescovo di Liti-
sjiirito e fermezza per sostenere i loro di- coping Drask, massime di riempire sol-
ritti e l'ecclesiastica libertà. Gustavo I con lecita niente la sede di Abo, in pericolo <li
dissimulazione fece onoratamente incon- cadere nelle mani de'russi scismatici; si la-
trareil nimzio da 3 vescovi primari e dai mentò dell'eretiche trame, e perchè i suoi
notabili del regno,perch<j l'accompagnns- sforzi ad impedir il progresso dell' errore
seroinStregnes. Gli assegnò un luogo di- e la rapina de'beni di chiesa avessero ef-
stinto nel senato, e Giovanni Turessun lo lìcacia maggiore,invocò d'essere dal iniii-
lo di vedere quanta breccia avessero fat- valorosi diocesani e svedesi di altre par-
to nel suo animo nuove dottrine, e co-
le li, presi da santosdegno per l'occulte mac-
me fosse circondato da uomini che pro- chinazioni a danno della fede de'padri lo-
fessavano le massime d'Olof e di Lutero. ro, corsero alle armi e giurarono di di-
Questi nidla lasciarono intentato per at- fendere e vendicar la Chiesa. Il re scosso
traversare le rimostranze del nunzio,con- dal pericolo che gli sovrastava, recossi a
sigliandoii re alla convocazione d'un con- Westeras, e dichiarato il vescovo reo di
cilio nazionale, che il nunzio rigettò per ribellione, Io privò della dignità e delle
aver conosciuto il laccio che gli si lende- rendile. Altri e più imponenti movimen-
\a. Alllilto per lauti mali iu cui gemeva ti iudiversc parli del regno resero il prin-
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cipe più circospetto nella persecuzione del purché la s. Sede condiscendesse in qual-
clero e della Chiesa. Il nunzio osservando che cosa delle contribuzioni dovutele per
i passi de'novalori, si presentò al re,ef(jr- la povera chiesa di Svezia, suoi sudditi i
prelato non facendone conto, senza il rea- dere i diritti della corona: tali poter es-
le assensochiamò in giudizio Olof e suoi i sere già da lui nominati di sopra, per
i
aderenti, domandò conto di quanto in- Scara e Stregnes; quanto però a Weste-
segnavano, proibì loro di non più spar- ras, Pietro Magno o IMagiiusson monaco
gere dottrine e libelli contro la fede cat- di Vaslena, già rettore del monastero o
toiica,e gl'invito a rientrare nel seno del- provveditore dell' ordine e spedale [do-
la cattolica chiesa. Il re e i proseliti diLu- r/ius) di s. Brigida in Roma (ov'erasi re-
tero sorpresi della libertà e risolutezza del cato per scausare la tirannia di Cristier-
nunzio, giudicarono bene di dissim.ulare no II, e pare che servisse il Papa Leone
e acquistar tempo. A
uopo Gustavo I tal X in più occasioni come segretario alla
pel nunzio diresse ad Adriano VI 3 let- cancelleria, giacché era uo(no istruito,al
tere scritte a' IO, 12 e i4 settembre 02 3, 1 dire di Swart; ma mg. r Wariinont nelle
piene di belle parole, tutte spiranti sen- sue Mcmovie prova che Pietro vi godeva
timenti conformi a quelli della lettera de- cattiva riputazione, e il Papa Giulio 11 lo
gli stali generali,assicurandolo che in tut- considerava un apostala, com'egli stesso
to cederebbe a'desiderii dell'inviato del- scrisse a'6 marzoi5i2,ed in quest'epo-
la s. Sede; rincrescergli che non si fosse ca Cristierno II non dominava nella .Sve-
ancor dato sesto alle cose della Chiesa, a zia; di questo Pietro Magno, comechè su
motivo della vacanza delle sedi vescovili, di esso pielenilesi sussistere la successio-
alle quali quando in Roma fosse provve- ne apostolica in Isvezia, ripetutamente do-
duto, e di là il nunzio con piùpieikzza di vrò tenerne proposito); e quanto a Upsal
poteri fosse ritornato, egli non avrebbe bramare che sia destinata al nunzio iMa-
mancato di concorrere con tutte lesue for- gno, che ottimamente avea meritato del-
ze a'vanta""i e all'onore della religione: la Chiesa e della patria, ed era altissima
coopererebbe pulenleiuente co'vescovi a a mantenere la cattolica religione e la de-
porre un argine alla crescente eresia che bita riverenza alla cattedra di s. Pietro iu
desolava laChiesadiGesùCristo,a ridurre tutta la Scandinavia. ^Nla ben presto Gu-
alla cattolica unitili vicini scismatici mo- stavo dimostrò con quanta poca lealtà
I
no 11, credule apocrife e invenzione dei cendo Theiner che confermò il giu-
il d.""
s. Sede l'animo del re, che ne restò irri- Potenza nunzio di Leone fino dali 52 i. X
talissimo. Inutilmente il nunzio fece ogni Quanto alla complicità di Troll, siccome
sforzo per convincerlo di loro manifesta istigatore della strage diStockholm, ciò
falsità, ma Gustavo 1 cui tornava bene di ripugna a mg.' Warimonl, provandolo
crederne la realtà, uè mosse amare la- col confessato da Gustavo 1 stesso lontano
gnanze in due lettere del i.° e 4 ottobre dal crederlo reo di ciò» ben altrimenti di
15x3, una a Adriano VI (era moi toa'14. quanto fmno gli storici moderni che ne
settembre e a' 18 novembre gli successe vogliono sapere più de' contemporanei".
Clemente VII), l'altra al sagro collegio Il re dovette riconoscere l' incolpabilità
ne fu aspro e acerbo, non senza rinnovar più chiamò il capitolo d'Upsalegli pro-
a un tempo le piolesle di sommissione e pose il nunzio Magno per la sede, con gra-
fedeli;! alla cattolica religione cai Papa dimento del capitolo che gliela avea of-
suo supremo capo, mostrandosi pronto a ferta due volte, e non accettata perchè.M.i-
qualimquesagrilizio, per l'onore e pel be- gno prevedeva che essa l'esponeva al mar-
ne della chiesa di Svezia. Scagliandosi con- tirio. L'accettò colle condizioni, che la s.
tro il perfido traditore Tròll, minacciò che Sede ne confermasse la nomina, e che il
se la s. Sede non si ricredeva, di propria re mantenesse tulli privilegi, franchigie i
autorità avrebbe ordinalo la chiesa diSve- e rendite che da lungo tempo godeva la
zia. Trattenne il nunzio, e in luogo di es- sede. 11 re acconsentì alle condizioni con
so spedi a Roma il suo fratello Olot'o Olao pubblico istromento che munì del proprio
Magno pieposto di Stregnes (della qual sigillo. Inoltre per compiacerlo, dopo la
sede lo a vea eletto vescovo e ne dovea do- partenza del fratello per Roma, pubbli-
mandar la conferma all^apa secondo mg.^ cò il suo celebre edillo, col quale risla-
Warimonl), per indagare le vere deter- bih nel regno la religione cattolica e ne
minazioni del Papa, e dove fjssero cor- escluse solennemente l'eresia di Lutero,
rispondenti alle lettere, dichiarò che a- ordinandone l'eslirpazione come l'intro-
vrebbe rotto con esso ogni relazione, di duzione e dilfusióne de'suoi scritti, qual
cacciar 11 nunzio dalla Svezia, e di prov- pestifera dottrina degli Ussiti , la quale
veder altrimenti laseded'lJpsal,e sopra con danno della pubblica quiete andava-
tulio d'assoggettare gli alfari ecclesiastici si disseminando, e ciò sotto la perdila dei
olla podestà reale, come si adoperava ne- beni e della vita. Gravi rilievi mg.' Wa-
che aveano adottato la riforma
gli stali ri(nont fa sulle lettere pontificie riputa-
luterana. Dove poi f »ssero conformi alle te surrettizieda Giovanni Magno. Inco-
assicurazioni del nunzio, allora Olof Ma- mincia dal rammentare, che Leone X col-
gno rimarrebbe presso il P.ipa come suo la bolla deli520 avea ordmato la ripri-
il nunzio IMagno, che non erasi portato onde di giorno in giorno mostravasi più
in Isvezia se non per riconoscere il ter- sdegnoso verso il clero, e se ne antivede-
reno, sostenesse ch'era fabbrica di male- va l'imminente e inevitabile rovina. Il
per cui deduce ch'egli non gli avea al suo diveniva più minacciosa: confortò calda-
arrivo in Isvezia. Aggiunge mg.' Wari- mente il nunzio a pone in opera tutta
mont in conferma, l'aspirare che il ÌMa- l'itilluenza di primate della Svezia e le-
gno fece alla sede episcopale d'Upsal,e che gato pontificio, per distornar dalla comu-
la sua debole condotta 1 isvegliarono già ne patria tanto flagello. Lettere vigoro-
sospetti nel vescovo di Lincoping Bra^k, sissime inviò pure al noniinatoPielroMa-
come risulla dagli Alti relativi alla sto- gnusson rettore del monastero o ordine
ria della Scandinavia. Nel riferire tut- e spedale di s. Brigida in Roma, dipoi ve-
to ciò mg.*^ Warimont si mostra piena- scovo di Westeras (convien credere che i-
mente istruito di quanto il d."^ Theiner gnorasse le sue vere qualità, che poi de-
disse del Magno e della lettela apocrifa, scriverò, oltre l'accennato, essendo falso
che io sono andato riferendo. Indi mg.' l'asserito di sopra del luteranoSwart, ov-
W arimont aggiunge altre considerazioni vero il d/ Theiner ciò riporta sopra au-
a favore di Troll, che già innestai di so- torità the ripugnano a mg.^Warimont),
pra per modificare la narrativa del d.' supplicandolo di rappresentare alla s.Se-
Theiner, essendo di rimarco ([uesta. «O- de lo stato deplorabile della chiesa sve-
lao Magno inviato plenipotenziario a Pio- dese,d'appoggiare con tutto zeloOlofMa-
ina da Gustavo Wasa, colle lettere al Pa- gno che come reale incaricato dovea or-
pa e a' cardinali, non potè mai ottenere mai esservi giunto, e di persuadere con
ima mentita deirauteuticità dell'ordine esso il Papa a scrivere fortemente al re,
dal Papa inviato a Gustavo Wasa, di rein- onde desistesse dalle misureostili contro
tegrare l'arcivescovo Troll a Upsai sotto la Chiesa, e di stabilir in ogni vescovato
pena scomunica e d'interdetto".
di un tribunale contro l'eretica pravità per
Gustavo I con tale atto, cioè editto e la conservazione della lede nella Svezia.
islromento, sembra che volesse rendeisi A' monaci del monastero di Vastena,
benevolo anche Adriano VI, credendolo fondato da S.Brigida e baluardo della fe-
Vivente, per le intime relazioni che avea de come il più ragguardevole del regno,
1
90 S V E S VE
Brask avvisò trame per sodar-
delle reali ti<;ù di prepotenza s'unpossessarono della
li e trarli a seguir Lutero colle opere lo- principal chiesa di Stockholm, da dove
ro inviate da Anderson, esortandoli d'es- con focosi ragionamenti esaltando il bas-
sere costanti nell'antica purità della fe- so popolo, sempre disposto alle novità, un
de. Anche al re il campione del cottoli- giorno irrup[)e nelle chiese profanando-
cismo indirizzò paterne lettere di rimo- ne vasi sagri, rubando le cose di pregio, e
i
S V E S\ E I ( I
Peterson sosteneva che il celibato era con- tenebrosi dogmi , tiaboccando in insulti
trario alla s. Scrittura, slare a lui dimo- e calunnie contro il Papa, i vescovi e sa-
strar la falsità dell'asserzione; ed il ma- cerdoti cattolici, insinuando ancora l'ab-
trimonio de'preli esser introdotto in tut- borrimenlo pel re, il quale a frenarli pre-
ta la Germania, che ben presto si fa-
il scrisse loro il modo per l'introduzionedel-
rebbe pure in Isvezia, Il zelante vescovo Per ingannare cattolici, il re in-
l'eresia. i
con pastorale vietò a'diocesani il dispu- limò una generale conferenza sulla reli-
tare sulla dottrina di Lutero, come ve- gione pe'26 dicembre in Upsal, onde di-
leno e morte dell'animajeperoonfermare scutervi le principali questioni, e con puti-
nella vera religione i fedeli intraprese la ti di tal natura per rendere odiosa l'auli-
\isila della diocesi, e contro l'apologia a ca Chiesa e prevenir l'animo degli astan-
lui rimessa daPeterson,con vittoriosa let- ti contro di lei, i quali con arte furono
tera al re la confutò. Gustavo I continuò composti di magnati e altri che propen-
la sua lotta contro la Chiesa, e per diffon- devano per le novità, oltre quelli the già
dere meglio tra il popolo nuovi dogmi, i leprofes-^avano. Per la disputa furono de-
ad esempiodi Lutero fece volgarizzare la putali da' cattolici Pietro Gali professo-
Kibbia,edestinò che la versione del nuo- re di teologia, da'Iuferani Olof l'eterson,
vo Testamento si eseguisse da'cattolici e con l'intervento del re, dell'am vescovo e
da* luterani, e la miglior versione volle nunzio INLigno, e molli capitolari ed altri
che si adottasse dalle chiese e dalle scuo- ecclesiastici. Olof ignorante della storia
le. Peterson pe'protestanti,e il nunzio pei ecclesiastica, prelese d'appr-ggiarsi unica-
cattolici assunsero l'incarico di f u' volta- mente alla s. Scrittura inlerprelalada Lu-
re in isvedese il nuovo Testamento, ed il tero suo maestro. Non potè confutare le
2." invitò a coadiuvarvi i piìi distinti uo- opposizioni di Gali se non colle solite vili
mini di lult'i capitoli e monasteri, a cia- ingiurie, e colla denominazione di sagrifi-
scuno assegnandone una parle,ed il tutto calore papista. H re ben conobbe la de-
si sarebbe esaminato da dotti teologi per- liolezza del suo favorito, avendo interrot-
rhè riuscisse uniforme allo spirito della ta la conferenza, e invitalo due dispu- i
• hiesa cattolica romana. Il nunzio dopo lanli a presentargli in iscritto gli argo-
aver pacificalo col re gli uplandesi insorti menti favorevoli o contrari alle proposi-
per gli ultimi suoi decreti, per di Itii com- zioni controverse. Aggiudicò la vittoria a
missione parli per Lubrcca col regio co- Peterson, sotto prelesto d' essersi lennlo
gnato conte Iloya, onde assestare le gravi più attaccato alla Scrittura, e adulato le
differenze della Svezia con essa, le altre sue ma.ssime e insultato i manteniloridcl-
città anseatiche e la Danimarca, ed egre- Innlica fede: ne fece slampare eli arqo-
giamente vi riuscì con gran soddisfazione menli e diffonderli pel regno, per prepa-
tielle parti, salvando la patria da perico- rare meglio popoli ad accogliere la ri-
i
nefìzio, con felice successo anche tem[)0- preti ei frati perfida razza divoralricedel-
rale, poiché il caritatevole arcivescovo le sostanze della nazione, e minacciò a Ma-
com miserando gl'indigenti privi di mezzi gno la morte se avesse continuato a re-
percompraie il sale, non conoscendosi an- sistere a'suoi voleri. Un profondo e tetro
cora l'arie di fabbricarlo in Isvezia, spe- silenzio lasciò inonoralo il re, e con ac-
se del proprio più di i 000 marche e sta- clamazioni il popolo ricondusse in citlà
bilì sulle spiaggie marittime delle saline, l'arcivescovo.GuslavoI seppe pel momen-
e così introdusse il modo di farcii saletra to dissimulare il suo furore, e quando vol-
gli svedesi con pubblico benefizio. Si gua- le assistere il giorno di Pentecoste col suo
dagnò collesue virtìi l'amore de'suoi dio- numeroso seguito al convito di maggio,
cesanijche lo pregarono di richiamare sul- cioè al sontuoso tratlamento che gl'ini-
la retta via il travialo principe, al qua- bandì l'arci vescovo, lo molleggiò maligno-
le nel suo ritorno dimostrò essere ciò vo- samente di profusione, e in quellochediè
to ardentissirao di tulli; ma il re ingelo- lui nel dì seguente per contrapposto fu
silo delle favorevoli impressioni lasciate frugalissimo,con detrazioni su'beni e fran-
dal prelalo,interpretò sinistramente lesue chigie degli ecclesiastici. Queste ripeten-
l)elle azioni, e il suo li vore giunse al colmo, dosi da'novatori,Gall eTuressonsi leva-
quando seppe che l'arcivescovo ricevè dai rono per rispondere alle provocazioni di
ministri imperiali diLubeoca molle lette- Olof, e si meritarono plausi degli astan- i
Lo citò a Slockholm a rendere conio del l'idlimo, per aver cavato i suoi argomen-
supposto tradimento, restando confuso e ti dalla soia Scrittura. I fatti tosto suc-
dolente di non potersfogare l'occulto odio cessero alle parole, si retjuisirono le cam-
suo,quando in esse soltanto lesse le gratu- pane, parte si convertirono in cannoni e
lazionidellaziae de'ministri dell'impera- parte si destinarono a pagar il debito di
tore per la bella convenzione stipulata a Lubecca, e ili nuove forti imposte si ag-
Lubeccajdi chea menomargliene col po- gravarono le mense vescovili d' Upsal e
polo il merito, ne attribuì tulio l'onore suesulfraganee.L'umiliazionesolferta dal-
al giovane cognato conte Iloya, che sem- l'arcivescovo nel banchetto non bastò a
plicemente l'avea accompagnalo nell'am- placar benché infermo lo vol-
l'ira del re;
basceria, mediante circolari alle provin- le inSlockhohn, rimproverandolo per per-
cie: vessazioni tulle che aveano per isco- seguitare i luterani meritevoli d'ogm sti-
pol'efiettuazione de'suoi disegni. Perchè i ma, e in ispecie il degno Anderson, e di
Tescovi ricusarono una grossa sovvenzio- piaggiare il popolo, la nobiltà e i princi-
ne, il re fece piopagar la recente opera di pi stranieri per averli favorevoli nella ri-
Lutero, De bonis cleri confìscandis,\occ\\è volta che tramava contro di lui. Il nun-
e le violenze usate contro jMagiio renden ziocon pari forza e modestia si discolpò,
do malcontento l'oneslo popolo nplande non pertanto il re lo fece chiudere nel con-
se e norlandese, prese l'armi e stava per vento de'francescani, ed ove al solo An-
impadronirsi d'Upsal, quando ilreaccor derson fu permesso l'adito per minacciar-
se cogli artificii a impedirlo. Recatosi poi lo' di morte o esilio, se non dava libeio
coll'esercito nella città, raccolse il popolo accesso alla dottrina lulerana.da lui detta
nella pianura, e alla presenza dell'arcive- evangelica, e per questa promettendogli
scovo espose la sua indegnazione per l'o- onori e ricchezze. L'arcivescovo rispose
peralo, e proruppe in invettive contro i sempre con orrore a tali suggestioni, di-
cliierici, il Papa, i cardinali e tutta la ge- chiarandosi pronto a subir la morie o l'esi-
consiglio d'allontanarlo con rpialclie am- del battesimo e quelli della niessa, intro-
basceria e poi invaderne la sede. Il re per- dotta ìa comunione ne' laici sotto ambo
tanto lo chiamò a se accogliendolo con le specie, abolita la confessione e l'estre-
on(jre,e l'incaricò d'una splendida amba- ma unzione. Esortò i vescovi a cacciare
sceria aSigismondo I re di l^olonia per dal santuario gl'indegni ministri, valen-
domandargli la figlia Edwige in isposa. dosi dell'autorità secolare se bisognasse.
Benché il prelato non fosse di ciò persua- I n vi tò il ree grandi a coadiuvarli. Ma que-
i
so, lietamente vi si sottopose per aver mo- sti non dierono ascolto alle rimostranze
do d'isli'uir la s. Sede dello stalo uiisere- del supremo capo della Chiesa, che anzi
vole della chiesa svedese. Dopo partilo, profittando della lontananza del nunzio,
l>rnscamen(e da Danzica lo fece ritornare procedevano sollecitamente ne'Ioro ini-
per sospetti, e poi che riprendes^e
lasciò qui disegni. Frattanto il popolo levava uu
la via per Polonia, deputando il Brask per fremito sempre crescentCje s'apparecchia-
amministratoredi sua sede. Appena si ri- va una sollevazione generale; una sangui-
seppe dal re esser di nuovo approdato a nosa guerra di religione minacciava la
Danzica, confiscò lutti i beni dell'arcive- Svezia, e ben presto scoppiava se l'astuzia
scovato: questo fu il seguale delle rapine e l'attività singolare di Gustavo I non l'a-
e dell'oppressione, chedoveanoalfattodi- vesse compressa, volando rapidamente o-
struggere la chiesa cattolica. La voce dei vutjque a farne vendetta, o usando arti
più si era ammutita per l'esca de'terreni per ristabilirla calma. Indi ricorse al so-
vanlaggi,con che il re a vea saputo allettar- lito spediente de'novatori colle pubbliche
li: solo l'episcopato si tenne inflessibile nel dispute, con argomenti atti a destarla po-
raanteneri suoi diritti e nel difenderla fe- polaresimpatia, inulihnenlcopponendo-
de. II basso clero e alcuni claustrali, co- siasì nocevoli conferenze i vescovi. Brask
me in altri luoghi, scorsero nella nuova campione di tutti, chiarì le macchinazio-
dottrina un facile mezzo di scuotere il gio- ni del re in ([ue'religiosi e solenni dibat-
go episcopale, e di sfogar le loro passioni, timenti, sì colla voce che cogli scritti, impe-
vedendo in essa una via sicura di giun- gnanilo una grande e nobile lotta al co-
gereagli onori, dignità e ricchezze,e vio- spetto di tutta la Svezia. lAIa il re per to-
lare il celibato, terminando così in una gliere al prelato un potente mezzo di co-
perfetta apostasia.Solamenle le sagre ver- municare co' suoi aderenti, interdisse in
gini ebbero coraggio di ricusare la mano tutto il regno l'uso della stampa; onde il
a'forli e sacrileghi pretendenti, e lascia- Brask si servì de'tipi di Copenaghen e dif-
rono un bell'esempio di fede inviolabile fuse in maggior copia suoi scritti, ecci- i
al lorosposo celeste, non così facendo quel- tando gli altri piìi abdi propugnatori a
le di Germania, tranne rare eccezioni. cond)attere vigorosamente nemici diGe- i
Furono singolarmente costanti nel serba- sìi Cristo; ma tutti spiranti moderazione e
re illibata la loro castità le monache di senza una parola contro il re,anzi gli scris-
s. Brigida di Vastena; non temerono nò se, scongiurandolo a riparare a tante 10 vi-
l'ira del re, né le minacele de'grandi e po- ne e serbare intatta la religione de'padri
tenti. Tali erano i primi frutti che in I- suoi.Gustavo! non ci fece caso, e conti-
Svezia si producevano dalla riforma. Di nuò a promuovere le conferenze religio-
tanti disordini cagionati dalle innovazioni se, e poi dichiarò la sua iudegnazione a
luterane, mosse gravi lamenti Papa Cle- Brask e gli vietò di stampare ovunque
uienle Vi! con lettera a'vescovi di Sve- benza il »uo permesso. Il vescovo nondi-
VCL. LXXI. i3
,94 '^VE S VE
nienoconlinuò nel tlifforKÌereesorln/ioni e regie; essi però confortati e infinmmali di
conforli Ira'ledeli. Inasprirò il ree medi zelo dalle precedenti eloquenti esorta-
f|uanli altraversavanoii suo divisamente te alla Sede, aveano giurato una pro-
s.
sal, e vi fece decapitare e squartare Pietro della Chiesa, di non cedere un obolo ec-
toarcivescovo d'Upsal, che avea fatto im- benefizi del governo di Gustavo I, espose
prigionare e nel modo più vituperevole l'enormi spese a cui non potea sopperi-
come l'alfio, per aver ambedue eroica- re l'erario, che esortò a sovvenire ; indi
mente difeso la religione cattolica, ciòclie propose i punti da deliberare, cioè come
produsse un generale fremito ne'popoli, si potessero comprimere le frequenti som-
e gli onorarono quali santi e martiri. Al- mosse del popolo, fatte sotto pretesto di
natali si spacciò per Nilo Sturio figlio di tenza. Il redopo aver inveito contro i pos-
dieta di Vesteras, promettendo che hbe- mi eredi tutti i beni acquistati dopo il
ramente vi si tratterebbero gì' interessi censo del 1454)6 permise a' contadini di
della'religione edello stato; ma usò della non pagar più i filli de'Ioro terreni, do-
piligran destrezza nell'eleggere le, perso- vuti alle panocchie oa'conventi e mona-
ne che doveano farne parte,e di compari- steri. Alle imputazioni del re rispose Brask
re tutte con seguito armato per impor- in nome dell'episcopato svedese, ne mo-
re alla moltitudine.Imperocché colla sua provò che le sante
sliò tutta l'ingiustizia,
avvedutezza ne conobbe tutta l'impor- istituzioni de'maggiori non potevano es-
p.49- Con un lauto banchetto si aprì la nobiltà si dichiararono per la difesa della
memorabile dieta degli slati a'aG giugno Chiesa. Il re ne scoppiò di sdegno e mi-
nel convento de'domenicani, in cui il re nacciò di partire, dove non si fossero a-
per lusingare e impegnare vieppiù i no- scoltale le sue proposizioni, artificio co-
bili insuo favore, li fece sedere presso di me in questa usato altre volte con suc-
se nel posto d' onore che sempre avea- cesso, e disse: Io non posso più essere vo-
no goduto prelati e altri ecclesiastici, in-
i stro signore, poiché mi anteponete i pre-
versione che non poco sturbò vescovi, i ti e i frati; vi rinunzio il regno, datelo a
confermandosi nelle perverse iutenzioni chi volete; ma dovete almeno farmi giù
S V E SVE .9^
slizia, mi siete debitori cV un compenso vano non abbandonar la dieta, se pri-
di
per qiinnto del mio profusi per lo stato; ma non vedessero il re. Olofe Anderson
e fra le lagrime e i sospiri andò a chiu- andarono a invitarlo a nome del popolo
dersi in un castello, lasciando lutti sbi- di 1 ipiender le redini del governo. Gu-
gottiti. Surse a rincorar gli abbattuti a- stavo I affettò ripugnanza, e la dieta ne
nimi della moltitudine, Thure Johnson fu addolorala, e solo cede a una 1.' am-
nd essa carissimo, inlimo di Brask e stret- basceria,venendo accolto con plauso uni-
to parente del re. Disvelò le mire di ro- versale, trovandosi così il re nel colmo
vesciar l'antica chiesa, e poi peicorse le vie di sua potenza. Il consesso soddisfece sen-
inviiando i cittadini a una generale sol- za limiti alle sue richieste, che ovunque
levazione contro il re e gli odiati lutera- sisbandirebbero perturbatori della pub- i
trono. Lieti di questo vantaggio i regi par- soverchie parrocchie,e due si riunirebbe-
tigiani, passarono agli affari religiosi, nei ro in una; che niun laico sarebbe più sog-
quali erano certi d'aver eftìcaci declama- getto alla scomunica per aver percosso
tori contro il clero, e da ciò dipendere la un chierico, ma sarebbe giudicalo colle
vittoria del re. Gali ed Olof presero alla leggi del paese;che i vescovi non pretendes-
loro volta la parola : disputarono acre- sero più gli spogli o eredi là de'preti mor-
tnenle,e il 2.° colle solile sue armi di tur- ti ab inlesialo, ma la rilanciassero a'pa-
pitudini e buifonerie.per spargere il ri- renti;che se uno sposo prima del matri-
dicolo sulle dottrine e riti della Chiesa: monio avesse abusato di sua promessa,
di esecrazione sulle pretese ricchezze e po- dovesse condannarsi dalle leggi canoni-
tenza de' vescovi e del clero, parlando in che se ricusasse di sposare; che tutti gli
lingua svedese con meravigliosa compia- ecclesiastici secolari e regolari sarcbbe-
le che tutti parlassero nell'idioma del pae- mane; finalmente che in tutta la Svezia
se. 11 3.° gioino della dieta cotìiinciò con si predicherà il semplice e puro evange-
ouspicii migliori pel re; i nemici del cle- lo. Il re incominciò nella dieta a por ma-
ro eransi aumentati,gli amici spaventati no su'beni ecclesiastici, ottenendo da've-
andavano considerevolmente diminuen- scovi di Stregnes e Scara la cessione dei
do, gran parte de'nobili si die al parti- loro castelli; ricusando Brask il suo feu-
lo regio, i borghesi e contadini minaccia- do, lo fece occupare: nel dì segueule or-
U)G SVE SVE
«lino «'vescovi, prelati, capitoli, chiese e d'ambo le parti, indi col perdono e alcu-
monasteri di rinunziare a beneficio della ne convenzioni terminò rinsurrezione,la-
corona le loro terre, feudi, possessioni, sciandosi evadere Nilo in Danimarca, ma
lascife, ed a tutte le rendite provenienti il suo amico Siegfiid-
re fece decapitare il
da prebende, benefizi e legali pii, coin- son degno ecclesiastico. S'impadronì del
pensando gli spogliati con pensioni, e fa- convento de' domenicani di Stockholm,
cendo sottoscrivere a'vescovi il decreto. che i frali dovettero abbandonare, poi
do l'esempio del piìi assoluto dispotismo. Avendo Gustavo I protestato che non
Le scarse rendite assegnale a' monaci e si sarebbe coronato se prima non atter-
frati, produssero l'effetto che si voleva, rava l'autorità episcopale, ora cheavea
prima diminuirono e poi sparirono del conseguito l'intento, a' 12 gennaio i^JiS
tutto. Ma sul dividere della preda nac- fu solenuemenle coronato ad Upsal dal
que irreconciliabile discordia, indi san- sunnominato Pietro Magno o Magmis-
guinosa guerra Ir a'nobili e il re: il popolo son vescovo di Vesteras, slato già in Ro-
prima spettatore, indi prese in ira l'uno ma e fors'anche colà consngralo, secon-
e gli altri. La massima parte de'beni ec- do ild.'Theiner (ma noi fu alFatlo, come
clesiastici se li prese il re, e fu la sorgen- poi proverò con mg."" Warimonl),ed un
te delle immense ricchezze che lasciò ai concionatore fece una fierissima diatri-
suoi discendenti; la minor porzione l'at- ba contro la chiesa cattolica. Tra le feste
la maestosa e di puro gotico stile unita sortando questi a prender moglie; in par-
vicina isola. Gustavo I chiamava le chie- nale d'inquisizione contro chiunque av-
se cattoliche, covigli de'nemici del trono versasse le loro dottrine, per cui la Sve-
e dello statoli montanari sdegnali da tan- zia a manoa mano reslòpriva de'più no-
ta enormità, ripresero le armi, e il cre- bili suoi difensori della religione,fra'quali
duto Sturio o Nilo ricomparve colle nu- il Brask per uvilare il patibolo evase a
merose bande: si combattè ferocemente Dauzica,ove s'iucoulrò col nunzio Magno
S VE SVE 197
di ritorno da Polonia, ed iniieme pian- lo nunzio in Isvezia, de! cui stato subito
sero le sventure di loro patria. Coraggio- gli fece deplorabile relazione, e quanto a-
samente per lettere avvi>aioiio il re, ma- i vea fatto pel sostenimento della fede cat-
gnati, i più ragguardevoli del clero e del tolica; che se gli avesse comparlila la con-
popolo dell' abisso nel quale erano per sagrazione d'arcivescovo d' Upsal, a cui
precipitare, e dell'insidie teseda'novato- era stalo nominato dal re, e confermato
ri per trarli ne'Ioro lacci, ma inutilmen- i poteri di nunzio concessi dal predeces-
te. Magno inoltre scrisse al re che Sigi- sore, avrebbe potuto nominare e ordina-
smondo era pronto dargli la figlia in i-
i re i vescovi, con meglio prestarsi a van-
sposa con 200,000 ducati di dote, ma la taggio e per l'onore della s. Seòe. in pa-
virtuosissima EdAvige voleva conservar ri tempo provocò la pietà de'piìi potenti
pura la religione in cui era nata; e che prelati di Germania e Polonia per la tra-
coll'alleanza della Polonia avrebbe potii- vagliata chiesa svedese, e di diversi sovra-
toabbatterenelsuoincremento la minac- ni, fra'ffuali Sigismondo 1; e lutti ne scris-
ciosa potenza della Prussia. Però rifor- i sero premurose lettere al Papa per arre-
matori temendo per questo matrimonio stare i progressi dell'eresia, altameoteco-
ostacoli alle loro macchinazioni, mancan- mendando il Ma^no, massime Sigismon-
do alla sua richiesta si persuase a sposa- do I che invocò su di lui la coosagrazio-
re Caterina figlia del principe di Sasso- ne e le richieste facoltà. Ma le fiere per-
nia Lauenbuigo, povero ma ardentissi- secuzioni in cui allora trova vasi espostala
mo promotore del luteranismo. Il re in- s. Sede, e le politiche agitazioni e inva-
timò a Magno di tosto tornare in Stock- sioni dello stato pontificio, impedirono a
holm, sotto pena di perder la sua grazia Clemente VII di rivolgere le sue cure al
e le rendite arcivescovili; ma egli franca- settentrione, temendo pure d' inasprire
mente rispose, che non rivedrebbe più il Gustavo I, dove si prendessero forti ri-
paese nativo, se la vera religione e la ve- soluzioni. Gustavo avea scosso dallefon-
i
ra chiesa non fosse rimessa in onore. Gu- damenta la chiesa di Svezia, non gli re-
stavo I andò sulle furie, e scrisse un'amo- stava che al tutto d'abbatterla ne'dogmi.
revole lettera ad Olof Miisrno suo fratel- ne'i iti e nella disciplina, e ciò fece nel con-
lo che l'accompagnava, e già destinato cilio nazionale d' Oerebro capitale della
suo rappresentante in Roma, d'abbando- Nericia del i. "febbraio 1029, con l'inter-
nar Magno e di venir in Isvezia, promet- vento de' vescovi di Scara, Slregnes e Ve-
tendo di farlo cancelliere del regno; ma stera«,per concessione del re,edegli uomi-
egli rispose che volev,\ seguir la soite e i ni pili dediti alle nuove dottrine d'ogni
patimenti del perseguitato fratello, onde vescovato, il re alFidandone la presiden-
sdegnato il re fece confiscare i beni de'due za e direzione al cancelliere Anderson.
fratelli, e miuacciò pena di morte a chi I riformatori astuti seppero innestare i
S Y E
gre: si iijicgheiebbero principalmente il chiò del sangue de'suoi popoli, insensibi-
Pater nosler, il Simbolo e la Salulazio» le alle loro lagrime e clamori, a'poi)olari
ne angelica. Il nuuieru delle feste fu as- tumulti e rivolgimenti che senza posa tra-
sai listietto, e per allora lasciale quelle vagliarono il regno. Non coiisenlendomi
tlella Concezione di Maria, Natale, Epi- la brevilà neppur accennarli, per ciò che
fania, Pasqua, Pentecoste,! giorni festivi spetta alla loro origine e circostanze che
degli A postoli e de'protetloii locali. Si de- gliaccompagnaron<;,si [)uò leggerne la d<)-
clamò mollo conti oieceienjonie,i sagra- lorosa iliade nel d.rTlieiner, le atroci per-
mcnlali ei santi usi della Chiesa, i quali secuzioni, le confische e altre gravezze, i
tutto abolire la religione cattolica e adot- tutori luterani. Gustavo I tra le turbolen-
tare la Confessione A ugusCana ( F.). Que- ze e i generali lamenti, celebrò solenue-
ste determinazioni le approvarono gli ec- mente le sue nozze alla presenza de'nuo-
clesiastici astanti, ed il re diede loro forza vi vescovi da lui notninati:essi furono l'ar-
di leggi*,edecrelòcbeinogni catledraleuu civescovo d'Upsal Lorenzo Petersun, pei
teologo della nuova dottrina dovesse spie- meriti del fratello Olof fanatico e famoso
gore al popolo la s. Scrittura. Co'decreti luterano; il vescovo d'Abo, in luogo del
del conciliOjOlofstaiupò il Manuale Sve- cacciato e virtuoso Erico, Martino Skytte
ticum,e V Orcio Missae S%>eticae, libri li- detto l'apostolo luterano della Fiidamiia;
turgici e fondamento delle nuove dottri- ilvescovo di Liucopiiig già preposto Gio-
ne. Tutti i riti si doveanocelebrarein lin- vanni MagnussoUjin luogo di Brask;il ve-
gua vernacola o dialetto svedese. Iliedun- scovo di Scara Sveuone uìaestro di scuo-
«(ue ormai ottenne il proprio intento nel- la; il vescovo di Wexsiogià canonico Gio-
l'aver abbattuta l'antica chiesa, e solo ri- na: ilprimate fu consagrato in un mona-
tenne alcune insignificanti costunianze stero vicinoaStockliolui.ed i vescovi per
per non offendere il popolo con un tota- un diploma regio. Le spunsalizie ebbero
le cambiamento. E se i regi udiziali aves- luogoa'23settembrei533;il primate giu-
sero adoperato prudente moderazione e sta l'antico uso impose la corona alla re-
l'accorgimento prescritto loro, compiuta gina e la consagrò, ma con olio non bene-
era l'opera; avendo con fanatismo atter- detto, come Bugenhagen avea fatto in Da-
rato le cattoliche islituzionì,e da'liabau- nimarca con Crislierno III aifermaiido ,
timesso a ruba, ferro e fuoco quanto a- che qualutique unto di cucina era santo
vanzò alle devastazioni de' riformatori e idoneo a consagrare re! Gustavo I a- i
oppresso il clero, maltrattati gli aderen- vendo sollevato aliai. "sede di Svezia l'o-
ti nobili e cittadini, l'esecrazione per la scuro Lorenzo, volle supplire alla nobil-
nuova dottrina e l'inasprimento del po- tà che gli mancava, con destinargli cospi-
polo giunse al colmo, e segui la guerra cue rendite, una guardia di 5o soldati e
di religione e poi la civile per tutto il re- una sua parente per moglie, le cui due
gno con lotta santa. Non potè mai il re figlie poi si maritarono a due ministri del
conizzò arcivescovo d' Upsal e primate no III alleato di Gustavo 1 avea da que-
della chiesa svedese, indi a'28 luglio oon- sti appreso nel principio del 53 5, che non 1
sagrato dal cardinal Alessandro Cesari- sarebbe sicuro sul trono, se nel re^no do-
ni in s. Angelo in Borgo. Onorato del pal- minasse il cattolicismo. Ben alzarono la
lio e avuta la conferma di tutti i poteri voce a disinganno di Cristierno IH, l'ar-
jicevuli da Ailriano VI, fu da Clemente civescovo di Lunden e il pio vescovo di
VII rinvialo per suo legalo apostolico in Pioschild Gioacchino Rennon, ina non fu-
Isvezia:dopo un travaglioso viaggio, per- rono intesi,e l'episcopato cattolico fu ab-
venne in Danzica alla metà di giugno battuto, la libertà ecclesiastica interamen-
1 534. Quivi risaputa dal vescovo Crask te oppressa, come già narrai. INIngno di
la sua ordinazione, fin da'ig settembre lutto rese conto alla s. Sede, e scrisse al
I 533avea spedita in Isvezia fervorosa pa- re Sigismondo I che a lui e suoi concit-
storale, esorlando tutti fedeli per quan- i tadini dava generoso ospizio; a Carlo V,
to slasse loro a cuore l'eterna salute, a alla sorella di lui Maria governatrice dei
inautenersi coslanli nell'antica fede, ed a Paesi Bassi, a Federico palatino del Re-
rigettar con isdegno l'empie dottrine di no e duca di Baviera parente di Cristier-
Lutero, e che combalterebbe con loro no III, perchè questi persuadessero a ces-
sino all'ultimo respiro. In egual senten- sare dalle crudeli persecuzioni contro la
za scrisse al re, jìivgandolo a ritirarsi dai chiesa cattolica. Ma tardi giunsero le me-
suoi atlenlati contro la religione , dalle diazioni,ela religionecaddeancora inNor-
crudeltà contro i fedeli, d.dle rnpine del- vegia, colpa pili dell'inique arti di Gu-
le chiese: ricordasse i castighi che in que- stavo Ijche de'riformatori i quali, tranne
sta vita piombarono su IJaldassar, Nabuc- l'impinguarsi insieme co'principi de'beni
co, Giuliano, Enrico IV e Federico II, e ili chiesa e lasciar libero il freno a o^rni
o
certamente aspettarlo il divino terribile genere di lussuria, poco altro si cura-
di
giudizio. 11 nunzio stesso dopo il suo ritor- vano. Più si mostrava Gustavo I ingrato
no in Danzica non cessava d'iiininonire e avverso al nunzio e arcivescovo callo-
Gustavo I per lettere e messaggi del pe- lieo d'Upsal, più questi ardeva di sovve-
ricolo calrcnio che poneva l'anima sua, se nire la patria in ugni occasione, e lo prò-
200 S V E S V E
vò ancora quando una tempesta sulla fi- lava dagli svedesi. Per conlenerei popoli
ne del /ìS/j spinse parte della flotta sve-
I sotto il giogo della riforma, nel i 54o il
dese contro Lubecca, nel porto di Dan- re istituì t)ella ditta di Lodose,e per tut-
zio col fratello tanto fecero che liberaro- tremendo die sommariamente e senza ap-
no prigionieri. L' inaudite crudeltà di
i pello giudicasse su tulli gli affari di reli-
derle armi e combattere, finché nel 537 i esterminio del cattolicismo: in tal modo
alleatisi co'vicini scossero alTallo il giogo, Gustavo 1 divenne l'arbitro e l'assoluto
ed or vincitori or vinti, videro loro ca- i dominatore della Chiesa, e lo stesso clero
pi massacrare esoggiacqueroad una guer- luterano più che altrove, [)endevadal suo
ra di eslerminio. Fra tante sventure nuo- dispotisnìo e capricci, e perciò detestava
ve perdite afllisse la chiesa cattolica, per il re. Quando egli chiese a Bolhwido ve-
la morte in esilio dell'intrepido difensore scovo luterano di Slregnes il bell'episco-
della religione Pietro Magno o Wagnus- pio, e questi glielo negò, domandò il re:
son vescovo di Vesleras (come lo quali- In (piai capitolo dell'evangelo erano as-
fica il'd.iTheiner, ma conviene attende- segnate a'vescovi sì splendide abitazioniV
ic quanto di Pietro dovrò dire con mg.r Rispose il vescovo: Nel capitolo in cui si
rico furibondo contro la chiesa cattolica co conto ne facesse, e gli stessi Anderson
e ignobile strumento di Gustavo I. IVel e Olof incorsero nella sua disgrazia, so-
i^Sy il ntmzio IMagnosi recò al concilio stituendo loro il fiunoso satellite Giorgio
generale di IManlova, convocalo da Papa Normann, già scolare diletto di Lutero e
Paolo III e per suo invito, afCinedi por- promoloreilel suddetto terribile tribuna-
re un argine a'mali che provenivano ilid le, grande iiupiisitore luterano della Sve-
i)un)ero stei minato d'eretici che alìlig- zia. Condannati ambedue a morte qunli
gevano la Chiesa. Inoltre nel 538 fini tli 1 rei di lesa maestà, ricomprarono la vita
vivere il venerando Brask, ospitato pie- ciascuno con 5oo pezzi d'oro. Così la giu-
tosamente da'monaci di Lundcn o di Lan- stizia di Dio raggiungeva tulli gliaposta-
atleta di Gesù Cristo, e ne depose la sal- nifesta la vendetta divina. Commossi al-
ina indecorososepolcro. lire intesa la sua tamente gli animi de' vacillanti e de'ca-
morie non più contenne il suo fiu'ore con- diili, Giovanni IMagnusson fallo vescovo
ciò Ira i geli dell'estrema Lapponia, sot- l'apostata religioso Klaus Huit inlimo di
to pretesto che vi dovessero preilicar la Lutero, ecome luiamuioglialoa una mo-
fede, ed il restosi salvò col tributo di 3oo naca. Fortunatamente la Svezia non eb-
marihc e de'supersliti eliciti preziosi, 1- be a lamentare multi di questi scandalosi
(jlùllcvii'jchc eretto da'rc di Svezia si abi- gallolica fede e della propria professioue.
S VE SVE 20.
Fin da* IO settembre 53(3 il re era sta- i Theiner. Cadde dopo Magno la chies i di
to invitalo da Paolo 111 nel inviare suoi i Scandinavia, ma il sagro fuoco della re-
prelati e oratori al concilio generale di ligione si trasfuse collo spirito apostolico
I\Iantova. Ma egli non solo non vi man- <lel fratello in ()I;io, che gli successe nel-
dò alcuno, ma procurò che l'imitasse il la carica e nell'fu-civescovalo (mg.r Wa-
re di Danimarca. Anzi accolse cou onore limont diceche fu consagiato arcivesco-
e benevolenza i messaggi de'principi pro- vo d'Upsal in partibus ?i 6 ottobre 544; \ i
testanti, e a loro istigazione entrò nella in altro luogo scrive che Paolo HI die il
famosa lega di Smalkald, obbligandosi a permesso per la consagrazione a'28 giu-
difendere e promuoverei! protestantismo gno 547: questa
i svista, o menda tipogra-
con giuramenti: e consiglialo da iMauri- fica , dell' eruditissimo e diligentissimo
zio di Sassonia ad accomodarsi aWInle- scrittore, credo che debba spiegarsi, che
teriin [F.) di Carlo V, lo ricusò come l'o- a'28 giugno i544 1^47 <^'^ '' t^'T''' '1
pera più esecrabile del pa[)ismo. Perciò mandato per l'ordinazione, la quale ebbe
iiiun minislrodella chiesa Scandinava, ad luogo a' 6 ottobre?, trovando più proba-
1
eccezione di Giovanni INIagno, si presen- bile il 544> ^"no ^^l'^'la niorte del fratel-
i
tò al concilio generale trasferito poi in lo, e lo stesso anno ripete mg.r Varimoiit
Trento, poiché gli altri vescovi erano o in un 3.° luogo), nel zelo e nell'amore di
traviati, o impediti, o languivano in cate- (juanto ancora vi restava di cattolico nel-
ne. Il Magno ne'due anni precedenti al- la sua patria, e morì inPioma ricco di me-
l'apcrtiu'a del concilio, fu tlecoiosamen- riti e di virtù ili.°agosloi55(), e Paolo
te ospitato in Venezia dal patriarca Qui- IV Io fece deporre presso il fratello per
lini, suo magnanimo amico e protettore onorevole dimostrazione. Olaoscrissesul-
delle lettere, ed ebbe agio di comporre la le costumanze e sulle guerre de' popoli
sua bella storia della Svezia: l'intitolò ai del settentrione: alcuni pretesero che in-
Gustavo I, Erico, Giovanni eCar-
figli di tervenisse al concilio di Trento, comeSoa-
loche poi gli successero sul trono, per- vecheper censuia lo chiama titolare che
suaso che contemplando essi la pielù di non vide mai la sua chiesa, ma lo trovo
tanti incliti personaggi svedesi, non po- confutato dal Pallavicino weW Istoria dd
trebbero non inorridirsi della deformità concilio eli Trerdo,'\ì quale lodandone l'ec-
in cui era caduta la Svezia. Dopo finita cellenti lelteree l'apostoliche fatiche, ben-
l'opeia, invitato da Paolo III in Uoma, a sì afferma che non si mosse da Roma.Gu-
Iraltenervisi finché incominciasse il con- stavoi travagliava incessantementeall'in-
cilio, alhanto da'continui patimenti, dal- grandimento della propiia famiglia, e a
le lunghe peregrinazioni, vi morì di 5? sopra solide basi la nuova dottri-
stabilir
anni a'aa marzo i544> nienlre l'infelice na, indie non poco gli giovò la morte e
Svezia consumava la sua prevaricazione. l'allontanamento degli ultimi vescovi cat-
Roma ammirò in Magno le più eroiche La sua mano di ferro avea compres-
tolici.
"virtù, amore e riverenza illimitata alla s. so ormai il pubblico risentimento. Gli sta-
Sede, il primate illustre di tutta la Scan- ti generali si convocarono a Vestcrasai
Paolo IV, ed il fratello Olao Magno gli rappresentò che ilculto di Dio consiste
pose 1q bella isuizionc che riporta il d."' meglio ucila carità, nella soggezione, ucl
20-2 S V E S V E
cvetlere alla mediazione di Cristo verso il zione de'monasleri; (piello di R.ieserl)urg
Pndie, e iieiramor verso il prossimo, che fu dato alle fiamme, così furono demoli-
nelle ceremonie, ne'sagramentali e altri ti i celebri di Wahrnhem e di Gulhem,
argomenti, alti più a fomentar la super- sepolcro de' re e delle regine di Svezia,
stizione che la soda pietà. Dichiarò aver a'quali si rannodavano le più antiche me-
abolitole umane lessi che derosavano a morie storiche. Neli54i Gustavo I get-
quelle di Cristo, e ristabilita la vera re- tò le fondamenta del suo nobile castello
ligione; dipinse i vescovi cattolici come di Vastena, co' materiali de' s;igri edifi-
Altrettanti Caldina, e con sifTatte e altre zi; però risparmiò il gran mooastero di
cabale e parole ottenne il suo scopo. La s. Brigida, per la sua imponente archi-
corona svedese fu dichiarata ereditaria tettura gotica e vaghissime vetrate dipin-
nella stirpe de'Vasa, e il primogenito E- te. Ivi nel santuario della miracolosa im-
rico venne nominato principe ereditario magine della B. Vergine accorrevano i
e proclamalo re; si assegnarono provin- popoli d'ogni parte in sagri pellegrinaggi,
cie per appannaggio degli altri f]gli,edoti a piangere l'ultima rovina della religio-
convenevoli alle figlie. Dopo aver Gusta- ne, onde il re per troncarli tentò di sov-
vo I regolata la costituzione del regno, vertire i religiosi, e in qualche cosa fin-
passò all'ordinamento delle cose leligio- sero accedere alle nuove dottrine; ma il
se. Proscrisse per sempre le sagre ceremo- generoso Turesson che vi si era ritirato,
nie, fece infrangere le ss. Immagini, e gli intrepidamente si oppose alla perversio-
ornamenti preziosi die all' erario; e per ne a cui il re con tanto impegno voleva
compiere l'apostasia di tolti cattolici, de- i indurlo. Nella Finlandia, oltre la sede di
cielòseveri castighi contro chi non man- A ho, vi eresse quella di TViburgo, su cui
dava figli alle scuole luterane, ed a'nuo-
i collocò Paolo Justen, col quale ottenne
vi riti non assistessero dal principio al più facilmente d' introdurvi il luterani-
fine. Operò il Signore non pochi strepi- smo. Non essendo Agricola vescovo d'A-
tosi prodigi in ogni parte coutio que- bo consngralo, il re fece ambedue con-
sto nuovo iconoclasta, per render palese sagrare daBothwidodiSlregnes nel i5 54.
la santità della cattolica chiesa, e la rei- Il I
.° non volendo dismettere l'uso della
tà della nuova setta elicsi stabiliva, ma mitra, del pastorale e dell'altre insegue
lullo fu inutile. Lo sdegno di Dio si fece episcopalijCadde dal regio fivore,e Io stes-
sentire nella Svezia, con orribile tempe- so avvenne a Bothwido. A fronte dell'op-
sta che porlo l'estrema desolazione in tut- posizione dell'episcopato, di 6?, anni il re
te le campagne,e Gustavo I stesso ne fu in terze nozze sposò la Caldi-
trilustre
riscosso e spaventalo. Invitò tutti i po|)oli na Slenbock, nipote di sua 2. "moglie Mar-
alla preghiera calla peniten7.a,equal ca- gherita di Laholm che gli die molli figli,
po della nuova chiesa prescrisse un di- dalla I .'avendo avuto Erico, e ninno dalla
giuno di 8 giorni, da rinnovarsi per4o- Noterò chemg.r Wariiiìont,di cui va-
3.''
gni anno. L'ordinanza con aperta contrad- do ormaia parlare, nella sua opera chia-
dizioneèun'eccellenteapologia della cat- ma come altri Gustavo I cognato di Cri-
tolica religione, e insieme grave accusa slierno Ili, per aver sposato la sorella Ca-
della nuova setta e de'suoi vizi. Per gli terina, e di più che il i.° voleva assassi-
eccessi della lussuria, il re fu costretto pu- nare il 2.° allorché fu a Stockholm, per
nirla negli stessi suoi diletti preti della impadronirsi della Daniinaica, come gli
nuova dottrina, con battiture e multe; notificò la sorella, che morta poco dopo
l'immoralità e la rilassatezza divenne ge- corse grave sospetto su Gustavo 1 per pu-
nerale. Successivamente si continuò l'ul- nirla della manifestazione. Nell'atterrarsi
teriore spoglio delle chiese, e la dislru- la maestosa cattedrale di Stockholm per
S V E S V E 2o3
foiiiire spazio e materiale alla nuova cil- ministrava il sagramento del battesimo
tailella, successero i castighi celesti, on- con preci ed esorcismi, come nella chiesa
de il re ne ordinò la sospensione. Gusta- cattolica; si seppellivano morti colle stes- i
zione di nuove riforme d'altri erelici,per Dio il sollievo delle anime de'lrapassati,
cui pochi sono i regni come la Svezia, e nonostante che la dottrina del piirgalo-
anche la Danimarca per Cristierno 111, I io fosse condannata da'Iulerani. Che nel-
nel quale il luteranisnto tiene l'esclusiva l'assemblea generale del clero di Svezia
dominazione. Inoltre Gustavo I vietò le in f()rma di concilio, e composta de' ve-
s. Sede, e con arrogarsi
a[)pellazioni alla scovi, dottori e pastori luterani, vi si a-
la conferma de' vescovi, si sottrasse del dottò per regola di fede la confessione di
tutto dall'ubbidienza del Pa|)a. Leggo nel Augusta, ri nunziandosi solennemente con
p. Contiti, Dizionario dell'eresie^ all'ar- scisma alla dovuta ubbidienza del capo
ticolo Lutero, 5 II luleranisiiio in Sve- della Chiesa: abolitoli cullo della roma-
zia, che Gustavo
avendo cacciato da 1 na chiesa, proibite le orazioni pe'morti,
questo trono il cognato di Carlo V, conob- dallechiese luterane di Germania si pre-
be di dover temere l'autorità del Papa se metndod'amministrare il battesimo,
il
dito del clero inclinato jiel deposto Cri- buso di nome per indicare il sagramen-
stierno II ad onta di sua tirannisi; qiiintli to de\\'Eucarislia,e creduta da essi una
\olendo mutar il governo della Svezia, cena religiosa.Finalmentesi dichiarò ban-
sopprimere la grande autorità del clero dito il celibato e i voti religiosi, appro-
e regnar da monarca assoluto, risolse di vato lo spoglio de'beni ecclesiastici. Si du-
annullare la potenza del Papa e il potere rò tuttavia molta fatica nel sopprimere
de'chierici; e questa essere la vera causa interamente la pratica e la disciplina del-
dellamutazione religiosa inlsvezia,e sa- la chiesa romana nell'amministrazione
rebbe un mancar d'equità e disceinimen- de'sagramenti, [)ergli universali lamen-
to l'attribuirla alle indulgenze pubblica- ti, onde Gustavo I per timore di esfrema
te nel Leone X, co-
regno da'minislri di esasperazione, ordinò a'cninisiri luterani
me prelese alcuno. Ossei va che la mag- condiscendenza a chi voleva le antiche ce-
gior parte de' nuovi dottori ebbe sopra remonie, e che le nuove si stabilissero a
il clero il vantaggio della scienza e del- misura che trovassero popoli disposti, i
l'eloquenza audace, ascoltali dal popolo siccome avvenne a grado a grado. Dice
sempre avido di novità, principalmente però il continuatore di Fleury."Nuiro-
se tendono ad abbassare i superiori. Gu- sfanfe, gli svedesi hanno meno degli al-
stavo 1 accortissimo per rovinare la po- tri luterani mutato in quanto riguarda a
tenza letnporale de' vescovi e del clero, religione, poiché essi hanno vescovi, sa-
attaccò prima gli ecclesiastici di 2. "ordi- cerdoti e diaconi maritati. Le loro chiese
ne e dopo vescovi, il che eseguì con iscal -
i sono poco differenti dalle cattoliche; han-
trezzae violenza, protestando sempre con no una liturgia molto simile a quella del-
ipocrisia d' essere attaccatissimo alla re- la chiesa romana; nelle festività solenni
ligione cattolica, e la Svezia divenne quasi si confessano e talvolta si pongono aio
tutta luterana. Tuttavolta in molte chie- ein a'piedi de'Ioro ministri per ricever-
se del regno si vide un bizzarro miscu- vi la penitenza". La Svezia protestante
glio di ceremonie cattoliche e di preci lu- pretende di avere la successione episco-
terane; de'preli e de'curati ammogliati pale apostolica, non altrimenti della chie-
dicevano la messa ancora in molti luo- si protestante iV fn^hiltcrrd per legge sta-
ghi, secondo la romana liturgia; si ani- bilita. Quindi di grauilissimo pregio per
a«>4 S V E S VE
In storia della pretesa rif jima svedese e o un vescovo non abbia il minimo pole-
(Ielle vere origini del malaugurato pro- redi amministrarci ss. sagramenli,se
non
lestantisino ne'diversi paesi, come della sia slato ordinato prete
o consagrato ve-
f^rniide analogia tra Svezia e Inghilterra scovo da un vescovo, che facendo l'albe-
delle lirannicheusnrpazioni e inganni con ro genealogico delle successioni de'voco-
che le due nazioni furono strappate dal- vi non risalga fino agli ApoNloli
per la
l'antica fede e dalla cattolica unità, sono comunicazione della podestà spii iiuale.
le Memorie storiche sulla pretesa succes-
Tale fu la dottrina invariabile de'ss.Pa-
sione apostolica in Svezia, compilate in dn, e tutte le antiche sette separate dal-
Isvezia stessa sopra autentiche fonti e ra-
la Chiesa furono perfettamente d'accor-
ri documenti, dal belga mg.'' Costantino
do su questo dogma in tutti i paesi e in
de Warimont, il quale ivi fu missiona-
tulli i tempi '•
i teologi più notabili fra i
rio sei anni, e venuto in Roma fu amore-
protestami di Germania, che si vantano
volmente accolto da Gregorio XVI e no-
di ortodossia con abuso di vocabolo, sono
minato suo cameriere d'onore. Avendo-
oggimai d'unanime consenso, che la chie-
ne fallo dono agli Annali delle scienze
sa cristiana non può trovarsi se non ivi,
religiose, questi co' più giusti encomi e dove trovasi la gerarchia de' vescovi, preti
\oItate dal francese in italiano, nonché
e diaconi istituita da Gesù Cristo, la qual
tradotti titoli delle opere svedesi e a"-
i
bilir l'ordinazione, come un simbolo po- al gran maresciallo di Svezia Larz e agli
se. I\Iaa'24 ottobieiGi 7 il cancelliere di gnel j Esame delle principali dottrine del-
stato Axel Osenstiern creò il i.° dottore la confessione di fede evangelico-Infera-
in teologia in Isvezia,e questo cancelliere na, Orebroi 843. Spegel-Skriftelige,Do-
avrebbe dovuto essere prete e dottore in cunienli scritti pertinenti alla storia della
teologia, perchè grado di dottore in teo-
il chiusa svedese cronica episcopale, Up-
logia presso gli svedesi posNasignificareog- sal 1716. Handlinger, Alti riguardanti le
gidi qualche cosa,soggiuiigeGiorAveli sup- interne relazioni della Svezia sotto lire
ponendo che l'ordinazioni danesi sieno va- Gustavo /, Stockholm 1841. Per que-
lide, e che in q-.esto paese si trovino veri sta perfida politica di Gustavo I, che ci-
vea gustate le dottrine di Lutero nel suo nelle loro chiese, che le vesti elecertino-
soggiorno in Germania, e avea riunito in- iiie religiose sono rimaste quasi ciò ch'e-
torno a se i ricordati discepoli del rifor- rano nel ten)po dell'antica fede. Il popolo
matore. Ma egli come andai narrando non di Svezia metteva molta importanza nel-
volle introdurre la riforma bruscamente, la consagrazionede'vescovi,e si concitò a
uè subito cambiar fede, protestando m rivolta per aver de'vescovi ede'preli ordi-
vece con restrizioni mentali di mantener nati. Gustavo I nel 1527 dichiarò essere
l'antica, e solennemente lo avea giurato diflicifecontenere più a lungo il furore del
nell'accettare d regno, e persino chiaman- popolo, per non aver piìi vescovi unti, on-
do il luteranismo amalgama di eresie con- de allora fu costretto a'5 gennaio SiS di i
dannate già da lungo tempo, come peri- farordinare 3 vescovi per calmare la col-
colose all'ordme pubblico e alla sicurezza lera del popolo, le cui grida ogni giorno
dello stato. Se l'avesse detto sinceramen- divenivano più minacciose. ISella dieta di
vo I dunque cedendo a'clamori fece con- avendo più bisogno di quella parte di eie-
.sagrar alcuni vescovi da Pietro Magno o ro che eragli servito di mezzo polentis-
Magnusson vescovo di Vesteras sunnonii- simo per una specie di
stabilire in Isvezia
nato, il quale credevasi generalmente in luteranismo, se ne disfece e gellò a lena
Isvezia avere ricevuto la consagrazione come si fa del palco servito ad elevare un
nella suadimora in Roma nel i527,edon- cdifizio, ed eresse quel memorato tribu-
de invece era già ritornalo nellaSvezia nel naie criminale e d'inquisizione, per giu-
1 524»' 6 luglioe vi era ancora nel 1 5^5,
1 dicare gli alFari ecclesiastici e castigare i
la polvere negli occhi del popolo, come voi noneranvi nella Svezia che una spe-
scrissepoi a Sommar oSamnar eletto ve- eie di preposti, che A re fece chiamare or-
scovo di Stregnes e uno de'suddetli 3 ve- dinari, cioè ad Upsal, Stockholm, Gcflfe,
scovi consagrali neliSaS.Mg.'Wariraont Lincoping,Joiikoping, Calmar, Stregnes,
pure rimarca la sordida avarizia di Gusla- Orebro, Vesteras, Tuna, Abo e Wiburg,
\ol,ed esercitala co'suoistessifigli,avendo lo questa occasione l'insaziabile Gustavo
sostenuto con tulli parenti perle ere-
liti i I dimise i pastori dalle loro funzioni nel-
dità. Si riguardava come erede univer- leparrocchie riccamente dolale, couser-
sale dell'argenterie e mobili delle chiese, vò per se le rendite, e fece fare il servi-
de'convenli e luoghi pii, senza dimenìi- 7Ìo divino da'vice-paslori a buon merca-
car le caldaie di rame e vasi di slagno, i to. INon è qui fuor di proposito riconla-
Egli possedeva del proprio 2 5oo terre con re l' invio fatto da Lutero d'alcuni visi-.
s V f: S V E 207
latori in Sassonia per cosliingere ciascu- va alla politica di Gustavo T. Invece Da-
no a intendere la Bibbia al modo ch'e- liii, Geyer la danno per fatto sto-
Flint e
gli riformatore volevo; laonde mediante rico, però senza darsi la pena di provar-
questa inquisizione tolse di fattoqiiella li- lo con qualche memoria autentica. Gior-
bertà di coscienza, la quale egli stesso a- ^vel rifeiisce che Gustavo I fece consagra-
perchè Thyselius lo proverbiò sovrano ancora nel 02 5, similmente nel 1026 co-
i
pontefice eredi Svezia. I successori di Gu- me lo narra il vescovo Rraskin una let-
stavo I ebbero cura in tutti i tempi d'e- tera de' I o marzo presso i citati /étti, e nel
sercitare il diritto di tenere gli svedesi in febbraio i 527 fu presente a Upsal e con-
una schiavitù tempor;ilecompleta. Quin- dannò a morte il suo predecessore Pietro
di Carlo XI nella sua legge di chiesa di- Jacobson Sunnamvadher, vescovo eletto
chiarò, ch'egli era il sovrano giudice del- di Vesteras; azione odiosa che lo tende-
le cosr.ienre tanto pel clero che pe'Iaici. va irregolare o inabile a essere consagiato
La reginaEdAvigeEleonoia, nella reggen- vescovo, secondo il diritto canonico. Dun-
za pel suo figlio Carlo Xi, condannò i li- que Pietro IMagno non lasciò piìi la Sve-
bri del vescovo di Slregnes, e rai'^e all'in- zia, dopo il suo rilorno nel Ti24,e non po- i
dice de'libri proibiti il catechismo pub- teva andare nel 1327 a Roma per f.irsi
blicato dal vescovo d'Abo. Queste leggi consagiare, poiché a'Sgennaio 528 cou-
i
sono ancora in vigore nella Svezia, e nel sagiò in Isvezia 3 vescovi, come raccon-
I 843 il concistoro d'Hernosand proibì ai ta R.hyzeIio, e«.l inque'leinpi non vi era-
laici di spiegare la bibbia, cui non pon- no né battelli a vapore, né strade ferrate
ilo leggere per intero: ecco la libertà reli- per viaggiare. Prima di questo teropoPie-
giosa di che i teocrati di Svezia largheg- tro Ingemari non arrivò da R.oma in Isve-
giano verso i poveri svedesi loro schiavi zia colla lettela di Pietro Magno de' 3o
spirituali;eppure Lutero avea detto che settembre ? i8,chea'2 3 giugno 52o,se-
I i
ciascuno deve leggere la Hi bbia mi Ile e mil- condoil ricordato Diariiun f'adsleiiei:sc,
le volte, e che non si deve ubbidire a un per cui è impossibile ch'egli sia stato con-
governo il quale ne impedisca la lettura. sagrato vescovo in Roma nel 1527, e in
La consagrazione dei vescovi in Isvezia conseguenza l'asseizione contraria e men-
non fu dunque che un mc7Z0 politico, per zocrna. JM".''^Varimonteziandiocon eru-
introdurre insensibilmente il luteranisuìO dita critica e disamina ragiouatajConfuta
nella Svezia stessa sotto la corteccia del- pe' manifesti anacronismi il riferito da
l'antica religione e contro la volontà na- Andrea Nigero Swart 2.° vescovo di Ve-
zionale. Rhyzelio confessa neir/Y^/.?ro/JO- sleras dopo la morte dtl JMagno, quan-
scopia i^i'cogo/Zt/r^?, Lincoj)ingi 'j^^i^ che to alla confern)a pontificia di sua ele-
la consagrazione di Pietro IMagno vesco- zione alla sede di Vesteras e consagrazio-
vo di Vesleras in Roma non è cheun si ne in Roma, e conclude: che le persone
dice, ma in Isvezia si crede di buona fe- ch'erano meglio in istato di sapere sce-
de ch'egli fosse consagratOjC questo baslu- rà stalo rtulmenlecoDsagralo vescovo, e
2o8 SVE SVE
tla lui pur citate, non ne dicono niente: niente affatto; che bisogna consultare gli
e quando Giovanni llerbst elemosiniere scritti d'im certo dottore agostinianodel-
cattolico delia regina Caterina, moglie del l'universilà di Wittemberga, cioè a dire
re Giovanni III, scrisse più commentari, Lutero. Pertanto, a torto Sv. art, Messe-
in essi sostenne, die moderni ministri
i nio, Itliy/elio scrissero che il Magno ve-
della parola di Dio nella chiesa di Sve- scovo di Vesleras fu un fervente cattoli-
zia non sono veri preti, non essendo sta- co lotnano (ino alla morte; mentre pre-
li legalmente eletti né ordinati, che in con- cisamente egli fu il i.°tra'suoicompatriol-
seguenza non possedeva veri sagramen- li a raccomandarla nuova dottrina di Lu-
ti. Al tempo di Giovanni III e del suo fi- tero agli svedesi, e fu questo fatto che co-
glioSigisniondo vi furono troppe relazio- stituì agli occhi di Gustavo I i meriti di
ni tra la Svezia e Uoma, perchè si doves- Pietro Magno, d'altronde di spirito limi-
se lasciar in oblio la prelesa consagrazio- tato, per cui lo propose al capitolo di Ve-
ne di Pieti Magno, alla quale i suoi con- steras nella sede episcopale vacala per la
temporanei un poco ihiaroveggenti sem- deposizione di Sunnainvadher già ricor-
bra non prestassero Cede, perchè lo tra- dato. Essendo astuto, si dava egli in Isve-
passano sotto silenzio nelle loro cronache. zia l'aria di vescovo cattolico, benché par-
E siccome il Messenio rifrisse l'aneddoto tecipasse ne'senlimenti di Lutero sull'in-
della consagiazione di Pietro Magno in dulgenze; tutta volta esso ne andò dispen-
Pioma e nel i')24)ttig-' Warimonl con giu- sando nella Svezia per ingannare il buon
ste considerazioni e testimonianze riget- popolo alTezionato all'antiche abitudini.
ta ancora silfalto asserto, non avendolo Non si oppose alla predicazione del van-
trovato constatato nelle sue diligenti ri- gelo di Lutero nella sua diocesi, e quau-
cerche, neppure nella voluminosa corri- do diocesani gridavano
i sul cambiamen-
spondenza del celebre e infaticabileCiask to di religione , con circolari li esortò a
\escovodi Lincoping, ch'era in relazione tranquillarsi esotlomellere la cosa a più
collas. Sede; mentre da essa invece si ap- maturo esame. Quando neh 52 3 Gusta-
prende ch'era afflitto di non vedete in- vo I domandava ad Adriano VI (ed era
torno a se che vescovi eletti e non con- già morto, come rilevai) la conferma del
fermati dal Papa, né consagrati vescovi, designato INIagno perla sede di Vesleras,
come fra le altre scrisse in una lettera de' Theiner (tenuto presente anche
già col d.'
1o maizo 57.5 al vescovo eletto d'Abo,
I da mg.*" WarinKjnt) narrai, che soprag-
presso Handinglar, E nelle sue lagnanze giunsero le credute fdse lettere ponlitìcie
nmaresulla vedovanza della chiesadiSve* che esacerbarono il re,percui rispose colla
7Ìn non dice mai, ch'è almeno una con- riferita amarezza, il che avrà imbarazza-
solazione per lui di vedere la sede di Ve- to in Pioma la richiesta pel Magno e gli
steras occupata da un vescovo consagra- alfari di Svezia, onde certamente non si
lo. Dichiarai già che Giulio II teneva Pie- potè trattare la conferma di esso, anche
tro Magno per apostala, e perciò godeva per attendere l'informazione o l'arrivo del
cattiva riputazione in Uoma, quindi fal- degno nunzio Giovanni Magno (preferi-
nominalo suo successo-
lace l'asserito dal to a Pietro in tal dignità), che il re avea
i.
re Swart. Una prova che ivi era egli ap- denunziata al Papa nella ''lettera; ed è
prezzalo pel suo giusto valore, è la di lui plausibile che l'invialo regio Olao Magno
lettera de'3o seltembrei5i8con alcune eletto vescovo di Slregnes, venuto in co-
bolle di Leone X, all'abbadessa, al con- gnizione del suo discredilo, uoa si occu-
ftissore generale e a tutta la comunità di passe di Pietro Magno, anzi per la caute-
Vadstena o Vastena, scrivendo che tul- la colla quale procedeva la s.Sede non ot-
le le indulgenze papali non significauo tenne la conferma dell'oltimo fralelloGio-
3
S V E S VE 209
vnnni Magno per la metropoli d'Up<:aI. i cattolici in generale, e così pieno di ca-
Clemente VII nel breve de' ig setteml)rc lunnie, ch'egli stessole ripudiò prima del-
1526 al vescovo Brask, si lan)enlò alta- la sua morte),quando poi nella prigionea
mente del progresso che il liiteraoismo fa- vita di Caianeborg, ove nulla più avea da
ceva in Isvezia, senza ùv\\ paiola di Pie- sperare e da temere, ivi scrivendo con do-
tro Magno, il quale solamente ritenne di cumenti autentici, che prima non conob-
avere idonearuente come ricevuta 1 isti- be, lai5co/i(^ia illustrala jSlockho\m 1701,
tuzione canonica o la conferma di sua e- si corresse in molti punti, e con piena co-
lezione in dello anno, nella pretesa rispo- gnizione dicausa dice solamente, cheGu-
sta che Clemente VII fece al re, accet- stavoI fece il 5 gennaio iSiS a Stregnes
pure sulla fededi tale apocrifo breve, Gu- sue I\IeniorÌ€, per diffidare un poco più
stavo I si fece coronare dal vescovo di Sca- delle asserzioni contenute negli scritti di
ra, uno di quelli in esso confermati, ben- Giovanni Messenio, quali certamente sa-
i
Magno, la cui ipocrisia pare che fosse no- sificati; dappoichèsinodal 1637 il cancel-
ta al virtuoso vescovo Brask. Anzi se Mes- liere della corte Salvins avea dichiaralo,
senio nel Chronicon Episcoporum , Hol- non potersi lasciare stampare e pubblica-
miaeiGi i, testimoniò la consagrazione di le gli scritti di Messenio com'erano, ma
Pietro, contro tanti fatti storici provati, doveansi rifondere per non compromet-
per acquistarsi il favore del governo sve- tere l'onore della nazione. Ella è cosa poi
dese e de'suoi compatriotti, per togliere inconcepibile, che il dotto vescovo lute-
da loro il malumore d'essere stato mvia- rano svedese Enrico Benzelio citi il Chro-
lo da Giovanni Illa fare gli studi dai ge- nicon Episcoporum di Giovanni Messe-
suiti e d'essersi fatto cattolico (ma nel i G 1 nio come unica autorità, in una disserta-
riceveva ancora la Cena pres<iO i lutera- zione in cui si propose dimostrare che il
ni, e già neh 610 avea pubblicatoli suo clero svedese ha la successione apostoli-
scritto virulento contro i gesuiti e contro ca, e ripetendo le parole di Messenio cad-
VOI.. LXXI.
5
2,o SVE S V E
ticancor lui in grave anacronismo, dicen- laborioso cancelliere e isloriografo del re-
do che Gregorio XIII confermò l'elezio- gno di Svezia potè trovare. Fredenheim,
ni falle da Gustavo I nel ')22 e notifica-
i che per benignità Pio VI e dell'orchi-
di
sagrato o meglio posto in possesso de've- sino a noi. Mg. r Warimont riporta allri
scovi, che portarono troppo lungi la ri- fatti per vieppiù provare ad evidenza l'im-
forma,come]Messenioconun giuoco d'im- possibililà della conferma dell'elezione e
maginazione lo fi parlare; il quale lin- consagrazione di Pietro Magno. La con-
guaggioda niuti documentfjautenlico può sagrazione che di queUi vuoisi fjtta inRo-
giustificarsi, se non per riguardo al nar- mn, è il palladiuni della chiesa svedese,
rato. Avverte inoltre, che quanto sulla sul quale solo la successione apostolica del
prelesa consagrazione è riferito nel Dia- vescovato svedese può essere fondata : e
liiitn Vadsitncnse, monaci compilatori
i se questa consagrazione di Pietro non a-
non ne sapevano di più, perchè GunIb- ve*se avuto luogo, allora i cattolici po-
\ol intercettava tutte le ltttere,e impediva tiebberocon ragione opporre agli svede-
ogni coniunicazioneconl'e.Ntcro, e non la- si, che nella chiesa di Svezia non trovasi
sciò scrivere che quanto gli tornava grade un solo vero prete, e in conseguenza ne
Tole. Nell'edizione dellaScovdia illustra- remissione di peccati, né vera Cena, co
ta o Epitome Scondiae illuslrafae,Uo\- me dicono gli slessi piotestanti Rhyzelio,
miae i7o5, si dice che cattolici roma- i Baeller e Gt-yer. A Pietro Magno alcu-
ni hanno in ogni tempo sostenuto clie i ni attribuiscono di aver consagrato a'
vescovi luterani di Svezia non sono veri gennaioi528 Magno Harald vescovo di
fallo de' veri storici monumenti. Anche Svezia imperocché dagli 8 no\embie
;
Magno Celsio nella i.' parte del suo y^p- I 520, giorno della morie di Mattia Gre-
Ja sostanza di tutte le bolle e brevi che primi vescovi luterani della Svezia rice-
la s. àSede inviò in Isvezia, dice che Pie- \ erono la consagrazione dalle mani di ta-
lioRlagno non ha potuto ricevere la con- le che prima non era stato canonicamen-
ferutadisua elezione da AdrianoVI(come te consagrato vescovo,e che in conseguen
mortoa' i4settembre i523enon neli52i, ra non avendo la successione aposlolira
cioènellostessogiorno incoi Gustavnl gli per se, non potè esserne propagatore pres-
scrisse la lettera conferma
per ottener la so i vescovi e preti svedesi luterani, ^on
di Pietro): e questo è tulio quello die il tiovandcsi Pici ro Magno notato ne'regi-
S V E S V E 2 (
.
stri Jella s. Sede de'peimessi della con- vescovo d'Upsal, purei potentati stranie»
sagrazione de'vescovi caltoliii di tutto il ri gli lifuitarouo il titolo di re o di mae-
nioodo, è chiaiissimo ch'egli non fu mai slìi, perchè falsi vescovi non potevano da-
consagrato vescovo da un vescovo catto- re legiitimaconsagrazione secondo le idee
lieo. Gli anni 1 523 e 15^4 erano troppo giuste di que'lempi: nel 1629 gli elettori
torbidi per Roma e pel Nord, perchè il impero negarono lo stesso titolo a
dell'
Papa avesse potuto pensare di far ordi- Gustavo 11 Adolfo. Gustavo l confuso e
nare de'vescovi, e l'eletto arcivescovo di turbato dalla lettera di Olao, scrisse a' to
Lunden Giovanni VVeze partì da Roma dicembre 1 554 a'figli Erico e Giovanni,
a'12 gennaio 524j senza avere ricevuto
r che poi gli successero, inviando ad essi le
uè conferma, né consagrazione, com'egli lettere d'Olao, e disse loro: vCi sembra
dichiara nella sua rinunzia de'21 aprile, ch'egli ci calunnii scrivendo chela coro-
Quando nel 1 554 Olao IMagno SAvincfot nazione de'signori, principi e re fitta da
inviato plenipotenziario diGustavo I per vescovi lutei'ani non valga nulla. Ma noi
negoziare a Roma la conferma de'vesco- crediamo e speriamo, che noi e tutti i si-
vi eletti in Isvezia, gli scrisse che la con- gnori e potentati cristiani che confessa-
sagrazione de'vescovi nella Svezia, e in no, adorano e onorano d'un culto vero
conseguenza pure la consagrazione del re Gesti Cristo, siamo veramente coronati e
/ìitta da loro, erano invalide e nulle, Gu- cristianamente, e a cagione di questo noi
stavo I sarebbe stalo senza dubbio ben non facciamo alcun caso delle sue ragio-
contento di poter subito far menzionedel ni e opinioni papistiche". Adunque Gu-
inandato pontificio per consagrar vesco- stavo dovè confessareche vescovi del-
I i
VQ Pietro Magno e dell'atto notarile del- la nuova chiesa luterana di Svezia non
la costui consagrazione, per chiudere cosi hann«i più diritto alla successione apo-
la bocca all'inviato, dimostrando chePie- stolica, di quel che s'abbiano vescovi i
Irò avea podestà di consagiare vescovi e degli altri paesi luterani, e segnatamen-
di conseguenza la consagrazione essere va- te quelli di Danimarca. Già dissi col d.*"
lida. Olao nella sua lettera dice die non Theiner e con mg.r Warimont, che Gu-
eravi differenza tra'vescovi consagrati in stavo I,dopo aver avuto le mani libere,
Dunque Olao afferma che Rugenhagen, stro ordinatore Normann, inviato da Lu-
che mai pretese d' essere consagrato da tero per terminar la riforma in Isvezia,
me di preti e di pastori, non sono né veri giurie e calunnie proprie de' loro settari,
preti,nè legittimi ministri di Dio. Quan- e dichiarando: " Il Papa non è il succes-
do i veri preti amministreranno ne' vo- sore dell'apostolo s. Pietro, e noi ci glo-
stri stati i sagramenti, allora il vostro po- riamo non avere ricevuta la pretesa
di
polo non sarà nudrito solamente di pa- successione apostolica da questo anticristo
ne, il quale miserabili ministri gli dan-
i per essere preti dell'anticristo; n)a ci glo-
dente risposta data nel 5'j& dal patriar- 1 Brask morì nel convento di Landa in Po-
ca scismatico greco di Costantinopoli ai lonia a'3 luglio i53c)), il clero svedese lu-
teologi di Tubinga, che si erano diretti terano di Svezia confessò ch'era luterano
alla chiesa greca per entrare nella sua co- e niente più che luterano; nella qnal co-
munione, e mantellare così la loro suc- sa gli storici svedesi moderni e soprattui-
cessione apostolica, di cui i riformatori a- ti il non vorreb-
clero odierno di Svezia
veano bruscamente rotto il filo, e rimpa- bero oggi convenire. Giovanni III soleva
starsi in questa chiesa apostolica per po- dire a'suoi consiglieri di stalo, ch'egli a-
ter quindi mostrar la loroorigine da qual- •vea nella Svezia due specie di preti, gli
che altra chiesa e non da se stessi. Questa uni che sonoordiqati legalmente dagli an-
risposta del patriarca dice la stessa cosa di tichi vescovi cattolici, e che sono i soli ve-
Gregorio XI li. Essa fa ancora notare,che ri preti; gli altri ordinali da'vescovi lu-
presso i luterani non v' è né remissione terani svedesijchenonsono veri preti, co-
de'peccati, ne vero sagramento dell'alta- me ordinati da quelli che non ponno es-
re, perchè le ordinazioni fatte da'lutera- sere veri preti essi medesimi. Or se la co-
ni sono nulle e di niun valore^ e in con- sa non fosse stata di pubblica notorietà,
seguenza i ministri o i predicatori lute- il re si sarebbe ben guardato di fare si-
rani non hanno que'poteri che Gesù Cri> mile esplicita confessione, la qualeera dia-
sto die a' suoi apostoli per trasmetterli metralmente opposta alle sue vedute po-
a'Ioro legittimi successori.Laonde la chie- litiche d'introdurre insensibilmente il cat-
sa cattolica latina, e la chiesa greca ben- tolicismo nel regno; giacché eragli iutìni-
ché scismatica sonoconcordi nel loro giu- tamentepiù facile di far adottare i dogmi
dizio sul clero luterano, e dicono tutte e eie ceremonie caltoliihe da'vescovi e dai
due che la chiesa cristiana non si trova preti svedesi, che dichiaiaie l'ordmazia-
S V E SVE 2i3
ne ili questo clero nulla, e farne venire la di Svezia, che l'arcivescovo nel iSS^
dallo straniero un altro die dovesse ne- nell'orazione funebre della regina Cate-
cessariamente mettere in sommossa con- rina, non dubitò di dire ch'ella era for-
tro il re tutto il clero svedese, che si ve- tunata d' essere morta nella comunione
dea minacciato di perdere il suo posto e deWaclùesaciìllohca, fuor delta quale non
lesile rendite. Giovanni III fu un re dot- vi (• Senza le macchinazioni del
salute.
to, che oltre le lingue latina e greca par- fratello duca di Sudermania Carlo, il re
lava le principali lingue viventi, e ave.i sarebbe pervenuto a riunire due po[)o- i
fatto durante la sua cattività uno studio li sotto il suo dominio, e ad evitare tut-
profondo della teologia e della storia del- te ledisgrazie che piombarono dipoi sul-
la Chiesa. Era egli duncjue ben idoneo a la Polonia e sulla Svezia. Imperocché Si-
giudicare della legalità de'suoi vescovi, e gismondo figlio di Giovanni III fi catto-
sapeva d'altronde benissimo ciò ch'erasi lico e re di que' due regni, e V Ordina-
praticalo a tempo di suo padre Gustavo mento ecclesiastico pvepavava. la via in I-
I rispetto all'ordinazione de' vescovi. Il ce- Svezia alla restaurata liturgia, sulla qua-
lebre nunzio Possevino gesuita scriveva le abbiamo : Liturgia Svecanae cecie-
francamente a questo Giovanni III, che orthodoxae conforniis,
siae catholicae et
egli avea nella Svezia, in luogo del cor- Stockholmiae SyS. Prima di tale regola-
i
po e del sangue di Gesù Cristo nel santo mento nella Svezia non eravi altro ritua-
sagramento, d pane e il vino luterano; in le che il buon grado di ciascun vescovo
luogo del santo evangelo, le grida insen- o predicante. La consagraziooe de' vesco-
sate degli apostali; in luogo di preti lai- vi nel 15^8 e dell'arcivescovo nel i53i
ci, de' servi; in luogo de' vescovi, uomi- non si fece da Pietro Magno colle cere-
ni più capaci di di bo-
condurre artnenti monie cattoliche, ma colla parola di Dio,
vi che uomini, e piuttosto acconci a sta- con'preghiere e coll'imposizione delle ma-
re nella stalla che sulla cattedra. Infat- ni, secondo Rhyzelio; né egli avrebbe o-
ti Giovanni III trovò il clero svedese ri- sato usare altri riti da quelli che piace-
dotto a un gran vilipendio dall'avarizia vano a Gustavo I. Quando l'arcivescovo
E-
del padre e dal calvinismo del fratello Troll minacciò d'entrare con un eserci-
ricoXIV, ignorante, disonesto, avido di to in Isvezia, i vescovi Magno di Stregnes
guadagno e sucido, a non dir altro. Per e Pietro Magno di Vesteras, presi da ti-
uscire da questo caos, Giovanni III co- mor panico, emisero in iscritto la prote-
liiinciò a far pubblicare l' Ordinamento sta, di non aver contribuito a introdurre
ecclesiastico svedese, comi^os\.o dall'arci- in Isvezia il luteranismo, che costretti da
vescovo d'Upsal Lorenzo Peterson, e ri- forza maggiore, e cos'i ancora essi avea-
cevuto dal concilio d'Upsal del 1572, il no consagrati i vescovi. La validità per-
quale avea consigliato il crudele e abbo* tanto di queste consagrazioni è del tutto
minevole Erico XIV a vendere la mo- incerta, fattaanche astrazione se Pietro
glie di suo fratelloGiovanni III, Cateri- non mai consagrato esso stesso. Erico
fu
na Jagellona, figlia di Sigismondo li re XIV fece venir da Germania molti pre-
di Polonia, a Ivan IV czar di Moscovia. ti che non tenessero tanto alle cereraonie
\ea saputo talmente guadagnar l'altocle- si dà ivi una (òrma d'ordinazione per
ro svedese, per le sue viste di riunire sul- (|uelli che vorranno servir^eiif, giacché i
la sua lesta la coroua di Polouia a quel- ciikliaui uou souu obbligali m coscienza a
I
2i4 '^ V E
^
SVE
servirsi di cciemoiiie; ouJe alili polè u- ,v*en<0 rfe//at7ueiflf. Secondo questa il ve-
to a quest'effetto da parte di Dio, dalla zione, agendo in virtù del pieno potere
comunità de'fedeli, io ti conferisco l'im- a lui tacitamente dato dalla comunità dei
piego di vescovo in nome del Padre, del fedeli luterani o piuttosto da parte del re.
Figlio e dello Spirilo santo. Questa è as- 11 vescovo ordina i preti dando loro l'in-
o OrcUiiamenlo ecclesiastico della cliiesa rono preti, perchè Carlo XI l fece fare
i
messe, Carlo duca di Sudermania non fé- consagrarono gli altri. Mattia Steuchius
ce ordinare alcun prete, né consagrare al- vescovo di Lundeu ricevè la successione
cun vescovo; né ricevè V Ordinaviento o dell'apostolo danese Bugenhageii, e tra-
riluale dato alla Svezia dal fratello Gio sialo ad Upsal consagrò tulli vescovi i
vannini, e avendo cacciato nel 1600 dal di Svezia; così questo regno come la Da-
al tra successione aposlolica,che quella che rotta daSteuchius. Per l'ordinanza daCar-
gli è coniune col clero luterano in gene- lo XIII imposta nel 181 i, i preti luterani
consagrazione dei vescovi e ordinazione desta. Nel Manuale del 1809 perla con-
dc'preli. Gustavo II Adolfo voleva farlo sagrazione fu messa questa forinola: In
rivedere e ristampare, ma per la strepi- viiiìidel pieno potere che mi è stato da-
mondo; e non diede le chiavi del regno Francia e Svezia. Non gli si può negare
de'cielinèal governatore Pilato, né a Ce- fermezza, costanza, ingegno penetrante,
sare slesso, ma sìa s. Pietro innanzi a tut- visleelevate,una maestà imperiosa |aceom-
ti e in ispecial maniera, e quindi agli al- pagnata dal personale. Sapeva vincere gli
tri Apostoli. Dunque la podestà spiritua- ostacoli, ma combattendoli talvolta tra-
le non può risiedere che nelle mani di scorreva in durezza e oegli impeti della
quelli che sono edificali sul fondamento collera. Indebolito dall'età e dall'inquie-
degli A postolij della qual cosa gli svede- liliulini che avea provocato nel disporre
si sono convinti, perchè hanno l'ilsalo la della religione a suo capriccio, come fo-
storia per provare che il clero svedese non ce dei beili de'sudditi, sentendo vicina la
iia perduto la successione apostolica. O- sua fine adunò gli stali in mefto a'suoi
ra riprendo il fdo de'cenni storici e poli- 4 che loro raccomandò, lasciando la
figli
re si trasferì in persona nella Finlandia alla religione degli avi suoi e resa lutera-
e l'eresse in ducato, e provvide alla difesa na la Svezia, se non fosse stato domina-
delle fionliere.Fece porre l'assedio a Or- to dall'avarizia, che i suoi panegiristi chia-
chez,chefu poi costretto ili levare. Gittali- mano pe'suoi tesori frutto d'una saggia e-
si poscia russisullaLivonia,marciòilre a
i conomia, tirando un denso velo sul mo-
tlifesa della provincia, che secondo gli sve- do col quale se li procacciò, e qualificando
ilesi liberò, ciò che negano gli storici rus- l'apostasia della Svezia rigenerazione del-
si. Sentendosi indebolire le forze, mostrò la medesima,sarebbe slato unode'monar-
j)oco ardore di proseguire la guerra, e pro- chi più considerevoli del suo secolo. La-
lìltato delle prime circostanze favorevo- sciò il regno in pace co'vicini, e morì di
li, 557 o nel 55c) concluse una tre-
nel I 1 70 anni a'29 settembre i65o in Stock-
gua di 4o anni. Tante cure religio'^e, per holm. Mg.'Warimont osserva ancora una
guarentire il suo trono, per comprimere volta, che fu l'avarizia quella che generò
le fazioni e per farsi rispettare dalle po- il luteranismo in Isvezia,enon il convin-
tenze vicine, non gl'impedirono di fu' pro- cimento religioso di Gustavo I, che non
sperare l'dgricollura, incoraggiare il com- avea realmente alcuna religione e mor\
mercio e fir rispettare la bandiera svedese della morte degli empi. Essendo all'estre-
nell'Oceano e nel Mediterraneo,con nume- mo punto, cacciò e riprese il predicante,
rosa flotta e miglioramento de'porti, non che tentava ricondurlo a sentimenti cri-
che di forlilìcare le fiontiere.Cuiò il rior- stiani, e non volle mai confessarsi de'suoi
dinamento della pubblica amministrazio- peccati o pur solo ascoltare esortazioni.
ne e dell'insegnamento, ed elevò la poten- Disse pertanto al predicante: Cessa collo
za della Svezia Ira le principali d'Euro- tuo landouiCjho bisogno piuttosto di qual-
pa nel teatro politico. La sua alleanza fu che cosa per lo stomaco che per l'anima;
ricci'cnUi, e Franccsou 1 cuuclusc cuu cs- e morì da vcio miscredente. iMontò sul
2i6 SVE SVE
Irono Erico XIV educato da principio da di Swastera di pienamente trionfare, se
Kormann discepolo di Lutero, poi da Bu- la prese con Nilson-Slure della fami-
rio Beurreus francese calvinista venuto glia dell' ultimo amministratore di Sve-
da Francia,e da Joeran PehrsoQ altro set- zia, accusandolo di codardia, sotto il qual
tario di Calvino e figlio d'un monaco a- pretesto lo mandò per le vie di Stock-
postata di Weslmauia, e d'ambedue ne holm con una corona di paglia in testa
contrasse gli errori. Le prerogative dal tra gli urli della plebe. Ne restarono of-
padre accordate a' fratelli, gì' ispirarono fesi i nobili, ed Erico XIV a risarcire il
miglia reale. Nel i56i si fece coronare fratello Giovanni. Sotto il regime d'Erico
con molta pompa ad Upsal, e nel mede- XIV chiesa cattolica si mantenne nello
la
simo tempo creò le dignità di conte e ba- slato medesimo in cui l'avea lasciata Gu-
ione,fino allora ignote nella Svezia, ed i stavo I, ed appena ne rimaneva vestigio:
marchesi furono istituiti dipoi. Il suo ca- solo in alcuni avea lasciato un senso di do-
rattere fu un misto di follia e di crudeltà, lore per la sua caduta, e un desiderio oc-
die pose il regno in tranibusto. Sino dal culto del suo ritorno. Il re sembrava men
1 56 1 la sua condotta ribellòrEstonia (an- severo, ed eravi speranza cliel'inquisizio-
tico ducalo posseduto daWaRussia in par- ne luterana volesse cedere a un procedere
te, e in parte dalla Svezia e dallaPo/o/JW, più mite. Né fanatici, né insolferenti come
perciò motivo di loro frequenti contesta- quelli del padre erano i sentimenti d'E-
zioni, finché fu interamente ceduto alla rico XIV, ma voleva ubbidire a' ricordi
1.'), la quale scosse il giogo della Svezia del genitore morente, lasciando sussistere
per darsi alla Russia; mentre altri aHer- il luteranismo. Però avea una personale
mano che Erico XIV allargando i liniiti tendenza aìCahinisrno {^^•), fomentatagli
del regno a occidente, s'impadronì di par- dal suo maestro di filosofia e matematica
te dell'Estonia. Il fratello Giovanni duca Beurreus amico di Beza e dello stesso e-
di Finlandia, avendo sposato Caterina fi- resiarca Calvino, già caldo diffonditore
glia del re di Polonia nemico della Svezia, delle sue false dottrine in Inghilterra
fu assediato dal re avverso a tali nozze nel quandofu inviato francesealla regina An-
1 563 in Abo, e costretto ad arrendersi fu na. Se le sue efficaci pratiche pel matri-
mandato colla moglie nel castello dlGiilp- monio del re con Elisabetta avessero a-
sholm dopo aver fatto morire molli del vuto efletto, lo stabilimento del calvini-
suoseguito,etalunocolIesue mani. Rifiu- smo in Isvezia era sicuro. Erico XIV lui-
tato il re dalle regineElisabetta d'Inghil- tavolta volle che fosse libero ad ognuno
terra e Maria di Scozia, e da Cristina d'As- di qualunquesetta l'avere un asilo nelsuo
sia,sposò dipoi Caterina Maus o Mans- regno, per cui lutti i luterani e calvinisti
doter figlia d'un caporale, da cui nacque perseguitati per divergenti opinioni, si ri-
Gustavo, che poscia spoglialo de'suoi di- fugiarono nella Svezia. Così cattolici su- i
quel tempo. Protestava che tra la confes- un pugnale nel seno. Nilson se lo trasse
sione d'Augusta e la dottrina di Calvino dal petto, lo baciò eil presentò al re, il
mancanza del vino. L'arcivescovo pub- a'suoi fratelli, e per spogliarli studiò di
blicò uno scritto firmato da'vescovi suf- perderli nel giorno che dovea sposare la
fragane! e da'piìi ragguardevoli pastori, Mansdoter sua favorita. Se non che fatti
nel quale con amare invettive coufutògli essi a tempo consapevoli, lo preveniroMo
lo Io pretjipilò dalla jjruiia del popolo, ^'cl uvea prulello le scienze e i dulli, nella cai-
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2 1 S \' E S V E
livitù si die allo sludio e Inscio alcune o- al cattolicismo, pe'molli ragionamenti a-
pere. Sotto di lui si accrebbe la marine- vuti sopra di ciò co'suoi ambasciatori re-
\ennero uno de'primi oggetti del gover- biografia che Laureo guadagnò alla
dissi
no. Dopo la forzata rinunzia del fratello, fede cattolica l'ambasciatore svedese An-
Giovanni III giunse alla corona di Sve- drea Lorichio, e persuase Giovanni III a
zia. Già di sopra notai com'egli fosse dot- ricevere il celebre p. Antonio Possevino
to, onde protesse le scienze e le arti; la gesuita e nunzio apostolico), e ne die su-
sua disposizione al catlolicismo che nuo- bito avviso al Papa; il quale tanto più vo-
vamente voleva rislabilire nel regno; il di- lentieri abbracciò quanto che
la pratica, in
sprezzo in cui teneva la setta luterana e con talmezzo sperava d'unire Giovanni
principalmente i suoi minisUi, e per sop- II! col re diSpagna a beneficio delle cose di
perire alla loro ignoranza fece pubblicare Fiandra manomesse dagli eretici e ribel-
V Ordinamento ecc/e6/a?//co, rituale di cui li, mediante il concorso d'un'armata sve-
manca vano. Con questo permise a' vescovi dese. Con questo intendimento Gregorio
e preti maritali di vivere colle loro mogli, XIII destinò d'inviare in Isvezia il p. Sta-
accordò a'Iaici la comunione sotto le due nislao Varzovizchi gesuita, nobile polacco
specie, e autorizzò la celebrazione della e buon teologo, a cui per diverse vie era
messa nel volgare svedese, la quale ven- agevole introdursi dalla regina, e col fa-
ne rigettata da Gregorio XIII concui era vore di lei al re suo marito. Nel 1576
entrato in trattative, oltreché riprovò il sembrando a Gregorio XIII che la mis-
di sopra narrato, né meglio la trovarono sione del p. Stanislao in Isvezia pigliasse
iluterani rimarcandola troppo favorevo- buona piega, vi spedi un altro religioso
le a'dogoìi cattolici; ma Giovanni III in- gesuita, il quale col favore della regina
uamoratodel suo impiegò
0/Y//>t(7///e/i/o, Caterina cominciò a predicarvi libera-
la violenza e la pers^'cuzione perchè fosse mente l'eterne verità della religione cat-
adoltato,e riuscì poi di far passare in legge tolica. Affermava Giovanni III di volere
quella liturgia negli 582, stati tenuti nel i ad ogni modo essere cattolicQ., e perciò
minacciandu pena capitale a chiunque vi manderebbe in breve a Roma un amba-
contravvenisse. Mancò poco che con ciò sciatore con 3 sole domande: i .°di accor-
non occasionasse nel regno una solleva- dare la comunione sub utraque speciej
^ione, alla testa della quale era in procinto 2. "di permettere il matrimonio de'sacer-
di porsiil suo fratello Carlo duca di Su- doti;3.°di potersi celebrar la messa in lin-
dermania; ma due principi conclusero
i gua volgare. Alle quali istanze, sebbene
un componimento, che lasciò libero ad o- Gregorio XIII non era per consentire
gni partito di seguir la propria religione. giammai, pure si rallegrò della buona vo-
Ne'pri mordi del suo regno, cedendo Gio- lontà del re, avendo ragione di sperare,
vanni III alle sollecitazioni della reginaCa- che avesse colla grazia celeste a restar piau
lerina calto!ica,come figlia di Sigismondo piano persuaso dell'inconvenieuza di tali
1^77 Gregorio XllI per fumeulare e ac- d'ingrandimento della Piussia, e Gregorio
ceotlere quelle poche faville di pura fe- Xlllpe'suoi nunzi aiutò gagliardemenle
de che nella Svezia nuovamente appaii- le pratiche,stimandola di gran giovaiuen-
vano, ammise con molta beiiignitìi Poiitu [{) alla riparazione della fede cattolica nel
alFermando con larghissime parole in vo- guaglio del da lui operalo, e seco condus-
ce ed in iscritto voler esseie Giovanni III se a Roma alquanti giovani svedesi per
buon re cattolico, ed ubbidienlissimoalla. essere educati nel collegio Germanico nel-
s. romana Sede. Indi in privato l'amba- la fede cattolica. Filippo II per consiglio
sciatore propose le petizioni del re surri- del Papa non lasciò di stringere amicizia
cordate, facendo insieme istanza, che si conGiovanni 111, per lettere e a mezzo del-
mandasse nella Svezia persona idonea [)cr l'ambascialore Francesco Erasso, procu-
trattare in segreto le cose della religione ran doGregorioXI di sollecitare tal buo-
1 1
fermità, fu costretto fermarsijCon Venendo tolica religione. Pare che il nunzio p. Pos-
che il p. Possevino lo proseguisse. Giunto sevino impegnasse Sigismondo figlio del
(juesti nella corte diSvezia non trovò quel- re, dalla madre educato nel caltolicismo,
l'aiuto della pia regina procurò di alFe- dito nunzio apostolico nella Russia, nel
zionare Giovanni apo-
III alle tradizioni (|uale articolo celebrai il suo zelo e sape-
stoliche e a'rili della chiesa romana. Ed re. Anche in altri storici trovo affermala
oltre a ciò, cercò di frastornare il re dalle l'abiura del luteranismo fatta da Giovan-
corrispondenze d'Elisabetta regina d'In- ni III, con promessa di conformarsi al de-
gtùlterra e del principe d'Orange, ambe- siderio del Papa, ma che il popolo espres-
due eretici, e di poi lo nell'amicizia di Fi- se il suo disgusto di ritornare al culto cat-
li[)po II re di Spagna sovrano delle Fian- lolico; i vescovi luterani che il re si era
dre. Neh 578 si trattò la lega tra la Po guadagnato, vedendo che la loro condi-
linia e l.i Svezia, per frenare la rapacità >ccMdeuza gli uMcbbc assai esposti, mu-
.
ke d'una fiìmiglia ligia alla falsa creden- tenne l'intento, rinunziando l'arciduca al-
za luterana, il suo zelo [)er la chiesa ro- le sue pretensioni, con grande onore del
mana si ralFreddò interamente e ritornò suo nome. Frattanto Giovanni III aven-
del tutto al luteranismo. Neil 586 mor- do terminala la guerra di Danimarca, fa
to Stefano Batteri re di Polonia, Giovan- costretto disostenernealtra contro lo czar
ni III negoziò che il suo figlio Sigismon- Ivan IV che devastava l'Estonia e la Li-
do come nipote Sigismondo li re di Po-
di vonia; i generali svedesi sotto il supremo
lonia gli succedesse, anche per professa- comando del suddetto Ponto de la Gar-
re la religione cattolica, senza la quale i die, ottenuti alcuni vantaggi,convennero
polacchi non l'avrebbero eletto; altri in ad una tregua. I senatori svedesi indus-
vece dicono che fu contrario a tale elezio- sero Giovanni Illinsospettocontroii fra-
ne, prevedendo le conseguenze che avreb- tello Carlo duca diSudermania,di cui te-
be prodotto in Isvezia, e infatti in segui- mevano l'influenza: il re avendo scoper-
to fu causa che ne perdesse la corona. Gli ta la loro trama, gli accasò agli stati ge-
elettori si divisero in due partiti, uno fa- nerali efuronocondannati in prigione, in-
vorendo l'arciduca d' Austria, l'altro il di rilegati nelle loro terre. Ciò con tolse
principe di Svezia: sia per timore che il che sinistri dubbi amareggiassero il re-
i.^divenendo imperatore non facesse il re- stante de'suoi giorni. Atterrito da visio-
gnoereditario di sua casa,conie suoi mag- i ni e da sogni, cadde in malattia di lan-
giori aveano fatto dell'Ungheria e della guore.e terminò di vivere a' 17 novem-
Boemia; sia per le pretensioni ohe avea bre 592. Sigismondo suo figlio re di Po-
[
Giovanni IH sulla Lituania come statoe- lonia gli successe, e mentre attendevasi il
reditario della madre, e la quale era sla- suo arrivo, lo zio Carlo presele redini del
ta riunita alla Polonia; sia fiiialmeiite che governo coll'assenso del senato. suo 1 1 i
con preferire il principe svedese la Polo- passoannunziòi suoi disegni: convocò gli
nia sarebbe potente per mare e per terra, stati del regno ad Upsal, e siccome il ni-
e così agevoitnente superare lo czar già pote avea sempredimoslrato grande av-
chiamato il gran drago settentrionale e col versione per la credenza luterana e pro-
quale aveano innata inimicizia. Nel SSy i fessava il cattolicismo, fece decretare so-
il partito più numeroso elesse per so- lennemente nel 1 593 che la religione lu-
vrano Sigismondo III re di Polonia (/^.), terana sarebbe la sola tollerata in Isve-
mentre Papa Sisto Vavea incaricato An- zia, eche Sigismondo non sarebbe rico-
nibale di Capua arcivescovo di Napoli, nosciuto re se non dopo che avesse ap-
suo nunzio in Polonia, di favorire possi- provato taldecreto.NondiinenoPapaCle-
bilmente l'elezione di Massimiliano, onde mente VI li, che da cardinale era stalo le-
il suo partito restò fermo nell'elezione di gato a Sigismondo, per mezzo del nun-
lui fatta, e si vuole che il Papa gli som- zio di Polonia Germano Malaspina vesco-
ministrasse pure 22,000 ducati d'oro, vo di s. Severo, e non di s. Severino co-
Massimiliano marciò nella Polonia con me con Novaes dissi a Polonia, invitò il
16,000 uomini, che decimati dalle nia- re a ristabilire nella Svezia la fede cat-
latliej fu viuto da ^igismoado Ili e fallo tohcaddluiproftìssala^ ed a coiooarbi eoa
S V E SVE 221
rito callolico. Ma opponendosi vlgorosa- Ionia. Non pertanto i membri del senato
niente magnatisvedesìeprotestandoche
i divoli aSigismondo, adoperarono a gua-
nel regno volevano la sola religione lu- dagnargli partigiani e tennero molle pra-
terana, e che si dovesse coronare dal pri- tiche in suo favore; ma a Carlo riuscì di
male, Sigismondo dovè adattarsi, aspet- sovvertire i loro disegni, e approfittò del-
tando opportuna occasione per ristabili- le circostanze per rassodare il suo jjotere.
trovò il regno diviso in due partiti: l'u- va; ma prima di lasciarsi cadere dalle ma-
no sostenuto da molle famiglie potenti, ni le redini, convocò i rappresentanti del-
avea per iscopo conservargli le duecoro- la nazione. I senatori ligi a Sigismondo
ne per diminuire il suo potere in Isve- piotestaiono contro tale allo d'autorità,
zia; l'altro composto degli uomini più atti- ed più zelanti passf^rono in Polonia. Car-
i
vi degliordini inferiori, disapprova va l'u- lo che avea in suo favore 3 ordini e pae- i i
nione de'due scettri, per timore che gl'in- sani soprattutto, pervenne al suo scopo :
teressi dellaSvezia sarebbero stati trascu- fu pregato di conservare l'amministrazio-
rati, e la religione del paese esposta a pe- ne, esi minacciarono anzi di severo casti-
febbraio, dovendo promettere di conser- corsero alle armi per terminare la loro
vare la confessione auguslana : tuttociò contesa. Le truppe del duca furono disfat-
che potè ottenere a favoie della religio- te nel combattimento di Slogeboig,e se
ne cattolica, fu di poterla fare esercitare il re avesse profittato di tal vantaggio, a-
nella cappella del castello che avrebbe oc- vrebbe abbattuto il parlilo del suo nemi-
cupato in Isvezia. Sin d'allora incomin- co; ma egli negoziò e lasciò tempo a Carlo
ciarono le malinlelligenze tra il re e lo di rimettere le sue forze. Sigismondo fu
zio Cai lo duca di Sudermania zelante lu- battuto a Slongebro presso Lincoping, e
terano, e queste crebbero sempre più per nel 1 598 fu ridotto a sottoscrivere una ca-
la sua ambizione al trono, sebbene l'ul- pitolazione. Promise di consegnare al vin-
timo de'fìgli di Gustavo I. Manifestando citore i senatori che si erano trasferiti ia
il re la sua predilezione per la religione Polonia, e di convocare gli stali; ma te-
cattolica, si ad impru-
lasciò strascinare mendo conseguenze della sua debolez-
le
denti provvedimenti, da'grandi opposti za e del sinistro che avea provalo, non osò
al duca di Sudermania. l'ressato da'[)0- di rimanere in Isvezia e partì di nuovo per
lacchi di ritornare a Varsavia, abbaiido- la Polonio. Egli così assicurò il trionfo del
nòSlockholm, lasciando un ordined'am- duca, che non incontrò più niun ostacolo.
minislrazioiie the dovea es<.eie osserva- Gli stali dichiararono nel 1599 Sigismon-
to,durante la sua assenza. Tale ordina- do decadulo,proponendo tuttavia di dar la
mento fu disapprovato dal duca Carlo e corona a suo flglioVladislao, «e questo gio-
dal suo partilo, e gli stati tlnisero che il vine principe entro un anno fòsse manda-
duca amminislreicbbc il regno d'accor- lo in Isvezia per esservi allevato sotto la
do cól senato, e
che lutti gli all'ari sareb- cura di Carlo, nella religione del pae.^e.
bero dennilivarornle regolati nella vSve- Frattanto Carlo fu eletto reggente, e on-
zia, seuzachè potesse esservi appello io l'o- de meglio assicurarsi del potere, fece una
222 S V E S VE
spedizione in Finlandia, dove Flemming chesotto Giovanni III e Sigismondo a vea-
governatore fallo da Sigismondo gli eia Tio avuto delle relazioni con Pioma o col
1 iroaslo fedele. Avendo terminala crudel- clero cattolico, li fece passare alla ruota
mente questa spedizione, il reggente an- o impiccare furiosamente. Ebbe due mo-
dò a LincopingjOve gli stati erano raccol- gli, Maria figlia dell'elellore Palatino Lui-
ti, vi'condannò i senatori consegnali da gi, che gli partorì Caterina, sposala a Gio.
Sigismondo, e 4 ne fece decapitare.La co- Casimiro Palaliuode'Due Ponti padre di
rona fu offerta a Carlo, ma egli non l'ac- Carlo X;e Cristina d'Holstein che gli die
cettò facendo nuove pioposizioni a Sigi- Gustavo II Adolfo di lui successore, Car-
smondo, che le rigettò e gli dichiarò la lo Filippo morto neli62?, edue femmi-
guerra. Il reggente nulla andava trascu- ne. La sua memoria non è cara agli svede-
rando per stabilirla sua autorità su so- si, per le vendette cui si abbandonò e per
lide basi e per compiere il suo trionfo, e la durezza del suo animo; sebbene il suo
ne giunse il momento in cui credè accet- regno fu utile per diversi rapporti, aven-
tare il titolo e gli onori che gli mancava- do incatenato i parliti che tendevano al-
no. Gli siali congregali neli6o4a Nico- l'anarchia. Allargò all'est i confini del re-
ping a'ig marzo confermarono la depo- gno, fece costruire diverse città, e pose i
l'impero moscovita. Tale e vento sgomen- famosa guerra tra l'Olanda e la Spagna,
tò Crislierno IV re di Danimarca, prin- molti ufìiziali tedeschi, inglesi e francesi,
cipe attivo e intraprendente, il cpiale per che aveano militato agli stipendi degli o-
prevenir l'ambizione di Carlo IX, gli rup- landesi, passarono nel Nord in cerca d'oc-
pe guerra e s'impadronì di molli luoghi casioni per esercitare il loro valore. Gusta-
forti nella Svezia. Carlo IX si accese di vo Adolfo ricevè le prime lezioni di tattica
furore, e obliando la sua età e cagione- da quegli allievi del celebre IMauriziosta-
vole salute, inviò al re danese una disfi- tolder, riguardatocomeuno de'primi ca-
da veemente e grossolana: Crislierno IV pitani del suotempo, e ben presto il gio-
ricusò il duello, colle più amare ironie. vine principe aimunziò le brillanti doti
Agitato dalle guerre collaPolonia e laPius- bellicose che lo segnalarono; per i.° sag-
sia, neliGoggli stati avendogli ricusato gio e con valore superiore all'età sua, tolse
i richiesti soccorsi, ne concepì tale ram- a' danesi la città di Crisliansladl con i-
marico che ne sconcertò lo spirilo, e mo- slrallagemma che fece concepire gran o-
rì a Nicoping l'8 novembre i6i i, fana- pinione di sua abilità.padre neliGi r 11
anni per comandare, e designato un con- leò con Gio.Sigismondo elettore di Braii-
siglio di reggenza, i talenti di Gustavo li deburgo,sposandone la figlia M.^EIeono-
Adolfo e la maturità cLe già dimostrava ra,da cui nacque la celebre Cristina. La
indussero gli slati ad afiulargli le redini guerra collaPolonia ricominciò nel 16?. i,
del governo. Egli l'i 1 dicembre piomise e fu alloia cbe concepì il progello della
con a Ito solenne, di regnare secondo leleg- nuova disciplina e tattica mi li lave, cui per-
ei e la costituzione del regno. Subito ri- feyionò poi inGermania e cbe produsse
volse i uomini dime-
suoi sguardi sugli una rivoluzione nell'arie della guerra,
rito per profittare de' loro lumi e ne for- Pubblicò im codice co'doveri de'cnpi e dei
mò il suo consiglio. Gli prepose Axel-O- soldati, l'ordine delle marcie e degli ac-
xenstiern col titolo di cancelliere, e que- campamenti, e la maniera d'esercitare il
sto ministro distinto per le profonde sue cullo religioso. Distribuì la cavalleria per
cognizioni in tutte le parli amministrati- isquadioni, die alla fanteria l'importanza
ve, ne divenne il confidente e l'amico. 11 le che dovea avere nelle baltaglie,prescrisse
tro\ò la Svezia in guerra colla Danimar- allineamenti più favorevoli alle mosse,
ca, Polonia e Russia. I danesi padroni del- perfezionò le armi e soprattutto canno- i
le fortezze di Calmar e d'Elf^borg, face- ni, e fece regnare la piti severa subordi-
Gustavo II Adolfo si fece coronare a Up- Gustavo II intraprese ima nuova spedizio-
sai a' 1 2 ottobre, e volse tutta la sua al- ne. Avendo espugnatetutle le piazzeforti
tenzione dal lato della Polonia, ove il cu- della Livonia, entrò in Lituania e in Cur-
gino Sigismondo III non avea rinunzia- landia,e s'impadronì di Biraen. Mosse ad
to alla speranza di risalire sul trono di incontrarlo Sapicha generalede'polncclii,
Svezia; Io spossamento delle forzesolol'a- e i due eserciti si azzuffarono neh 626pres-
\ea costretto a tregua cheslava per spi- so Wallhcif nella Scmiqallc. Fu questa la
lare, durante la quale erasi formato un prima battaglia ordinata in cui si trovò d
partito tra gli svedesi, ed eragli riuscito re, e riportò compiuta vittoria. Ritornalo
d'interessarci polacchi nella suacausa,cal- in lsve7Ìa,poco dopo ricomparve nell'ar-
colandosid soccorso dell'imperatore Mal- mata con un rinfoizo considerabile, ve-
lia suo cognato. 11 re di Svezia risolse di ncndo secondalo ne'suoi progetti dall'e-
27.4 S VE S VE
lettore di Brandebuigo, dal duca diRns» manico contro i quando Tilly
cattolici,
sia, e dal principe di Tiansilvania mari- lo vinse a Lutler, Papa UrbanoVI II scris-
to d'una sorella dell'elettore. Le princi- se al comandante ha varese,per significar-
pali piazze della Prussia polacca caddero gli la gioia della Chiesa per vittoria sì van-
in potere degli svedesi, ed il re vittorioso taggiosa a'caltolici.Cosìla casa d'Austria
si recò a Stockholm per deliberare cogli assodava il suo potere, ed protestanti i
stati sulla continuazione della guerra. Ra- slavano per soccombere nella lotta con-
dunati nuovi rinforzi, nel 1627 assediò tro l'alleanza cattolica, dappoiché aito ri-
Danzica, ma ferito nel riconoscere il for- suona nella storia moderna la strepitosa
rato ad Arschau. Fu di nuovo ferito fa- Due opposti personaggi visi segnalarono,
cendo un riconoscimento, e si trovò per il re di Svezia, e Tdly di Brusselles gene-
3 mesi obbligato all'inoperosità. In que- rale bavarese di Massimiliano duca ed e-
sto tempo arrivarono negoziatori di va- lettoredi Baviera, comandante degli slati
rie potenze: Sigismondo III pareva in- cattolici confederali, uomo di salda fede
clinato alla pace, ma cambiò d' avviso, cattolica, disinteressalo , sobrio, dì gran
quando seppe il buon successo dell'armi perìzia nelle armi e vincitore di 36 bat-
imperiali in Germania, e disfatto Cristier- taglie. Ad istigazione della Francia e sul-
no IV re di Danimarca come capo della le lagnanze de'protestanti Gustavo II A-
lega pel ristabilimento dell'elettore Pa- dolfo intraprese d'oppoisi a'progelti del-
latino,\\e\\a sanguinosa battaglia dì Lut- l'imperatore, poiché soccorse Stralsunda
ter presso Wolfenbultel. Intanto che l'e- che si difendeva ancora, entrò in nego-
sercito svedese stringeva i polacchi, il fa- ziazioni co'principi protestanti, e con Lui-
moso boemoWallenstei nsu premo conian- gi XI II redi Francia,il quale era nell'in-
dante dell'imperatore Ferdinando li, i- tendimento di deprimere la possanza di
nondò colle sue truppe l'Holstein e il Me- casa d'Austria. Avendo ottenuto un sus-
klenburgo, s'impadronì di Rostock e di sidio considerevole dagli stati del regno,
Wismar.ed assediò Stralsunda. L'impe- e fatti d'accordo col senato lutti i prov-
ratore inviò nello stesso tempo 5ooo fan- vedimenti per l'amministrazione interna,
ti e 2000 cavalli in Polonia. Gli svedesi s'imbarcò vicino a Stockholm con 5:000 1
anni, accordando che il re di Svezia re- cipi protestanti minacciali dalle truppe
slasse in possesso di tutte le piazze che a- imperiali, si mostrarono incerti e irreso-
vea occupate in Livoniaein Prussia. Ta- luti; ma Gustavo II non si lasciò preve-
li conquiste furono afiìdate alle cure d'O- nire, occupò le piazze più importanti del-
xenstiern, ed il re si dedicò a nuovi pro- laPomeraniaecostrinse l'elettore diBran-
getti. Learmì del bavareseTilly e diVVal- deburgo educa di Prussia Giorgio Gu-
lenstein avendo soggettato la Gennania glielmo suo cognato a far causa comune
fino alle sponde del Baltico, poiché Fer- con lui. In pari tempo sottoscrisse un trat-
dinando Il ambiva l'impero di quel ma- tato coWa Francia , e sollecitò Gio. Gior-
re, o per gli abili maneggi diplomatici del gio I elettore di Sassonia a dichiararsi; e
prode Tilly,Crislieino IV nel 1629 si pa- questi pentito d'aver dato mano all'op-
cifìcòa Lubeccacoll'imperatore. Siccome pressionedell'eletlorePalatmo, di concer-
il re danese considera vasi capo della lega to con altri principi protestanti, indusse
de'priucipi protestanti dell' impero gcr- segretamente Gustavo II Adolfo a venire
S VE S V E 22 j
ntile. Siccome rimpetalore Ferdinando caruno invano scampo nelle cantine; so-
Il col suo celebie editto dei i(ì^.(j, avea prnggiunse il vento a crescere la violeiiz<T
foizato i protestanti a restituire tutti i be- delia conflagrazione,e la sera stessa di (|uel
ni ecclesiastici, ch'essi aveano acquistato memorando giorno, quella potente città
all'ombra del famoso trattato ili Passa- si ridusse a un miicchiodicenere,e 1 5,000
via, così formossi tra loro una foriuida- cadaveri di cittadini giacquero solfocati e
bile lega per sostenersi nel possesso di ta- arsi, oltre 5ooo periti nell'azzuiriinento:
qualunque altro principe. L'esercito poi ta persuasione nel suo libro, e come cal-
di Massimiliano duca ed elettore di Bavie- do protestante, tutto intento a denigrare
ra, non solo sichiamava l'esercito di ese- i cattolici e le cose loro. Ma a restaurare
cuzione, ma veramente era pure la sola la verità storica in prò del bravo e bene-
forza militare che proteggesse gli stati cat- merito Tiliy, di recente entrò in campo
tolici, per cui Massiuiiliano di fatto era il da valoroso i! veslfalioAlberto Ileisingcou
vero capo della lega: avea a comandante due dissertaz.oni storiche: Ma^dtburgo
delle sue truppe Tilly,uno de'più grandi non disirutia da Tilly, e Gusta^-o Adol-
capitani del suo tempo, e pel suo valore foin Germania, Berlino 345. Colla for- 1
d'HolsIein e il colonnello W'i angel tenta- Svezia d'avanzarsi: scrisse alla Sassonia e
rono di molestare Tilly, il quale raddop- agli stati protestanti , eh' essi dovessero
piando suoi sfjrzi a'i o o 20 maggio 63 l
i 1 hancaraente sottomettersi all'imperato-
prese d'assalto la città. Mentre vincito-
i re, e licenziar le loro truppe. Avendo la
Lipsia per capitolazione. Fratlnnto l'elet- mettendo tutto il paese dall'Elba al Reno:
tore di Sassonia avea dato a Gustavo li da un altro canto provvide per conservar
le proprie truppe da comandare, e il re le sue conquiste nel noid di Germania,
s'avanzò contro Lipsia, ricevendo rinfor- dalla Sassonia fino al Baltico. L'impera-
fi esco, non fecero resistenza, furono poste non lasciandoaTilly altroché poche trup-
in rotta e l'elettore si salvò colla fuga cre- pe per tenersi nella difensiva. Il re essen-
vo II, senza scom[)oi si, fece nuove dispo- Baviera , arrivò sulle rive del Ledi nel
sizioni: respinta cli'ebbe la cavalleria au- i632. Tilly eh 'erasi trincerato in Rain,
cannoni e le bagaglie, abbandonandosi al- me, e si appostò nel bosco; ma a'5 apri-
la fugargli svedesi l'inseguirono sino a not- le 70 pezzi di cannone piantati contro gli
di fucile, e da parecchi di picca nella testa /giorni dopo morì a'Soaprile inlngolstadt,
e nel braccio destro, fuggi nella Westfilia dopo aver perdutf) quasi 2,000 uomini. i
forzato dalle truppe che gli condusse il du- to, ne ordinò la ritirala. Il re di Svezia
ca di Lorena, non si oppose a' progressi enti ò in Monaco a' i 7 maggio, e progre-
del re.Tilly che fino allora ei'a stalo cont;i- dendo nelle conquiste fece mettere pre-
tlerato come il migliore generale d'Euro sidio nelle principali piazze della Bavie-
noso di Lipsia sparse in tutta la Germa- lo per lui, ma per la corona di Svezia. Par-
viarsi poi alla volta della Prussia per ter- tore concepì i più fjrti timori. Intanto
minar le sue conquiste verso il Baltico, ma Wallenstein magia del suo nome colla
che l'elettore di Sassonia e il duca di Sas- rinnovò il prodigio della f()i mazione d'un
sonia-Weimar Bernardo lo incoraggisse- esercito, e si rinforzò coll'armata di Ba-
done di sue fatiche. Senza manifestare al- dusse in Franconia, e per attirarvi il re
tri disegni che quelli di soccorrere i pro- s'avviò verso Norimberga, e così preser-
S V E S V E -ìi^
vaie gli stati ereditari d'Austrin. Norim vembre i632 incominciò una batlaglin
heif^a avendo dato a Gustavo 11 i mag- sanguinosa nella v.tsta pianura che si sten-
giori contrassegni di divozione, qnesli ac- de Ira ^^ eissenfels e Lut/en. La fmleria
corse a salvarla, potenilone ricevei e soc- svedese ruppe le linee degl'imperiali, le
corsi; ma Wallenstein avea il vantaggio mise in disordine e s'impadronì de'Ioro
del niimeio, nondimeno temeva espone cannoni: il re volendo accelerare l'arrivo
il suo pai lito e riputazione ad una gior della sua cavalleria, si avanzò nella mi-
inFranconia, marciò verso il Danubio e vità, ad onta che una pal!a l'avesse feri-
dn Pnppenheim per inviarlo nella Bassa corpo del re coperto di sangue e di feri
Sn-isomajC prolìllando di tal circostanza te, lu trasportato aW eissentels per esser-
ordinò di assalire senza indugio. A' G no- i \ I imbaUamalo,e di là in l'omerania,doii-
228 SVE SVE
de una nave svedese lo condusse a Stock- rani, le crudeltà che commettevano, le
holm. Gli austriaci portarono via una depredazioni delle chiese e monasteri, il
parte del vestilo semplice e tuodesto di ludibrio de'sagri ministri e del Papa stes-
questo re guerriero, che gli avea conjbat- so.L'encomialo Heising, non contento di
luti con tanta gloria, e di cui rispettava- aver vendicaloil nome del gran Tilly, non
no anch'essi le grandi qualità; indi depo- paventò di sfrondare alquanto quel serto
sero nell'arsenaledi Vienna la sua soprav- di gloria onde si cinge Gustavo II Adol-
•veste di pelle di buffalo forata da parte fo precipuamente dagli scrittori prole-
,
a parte, e il suo cappello co'segni d' un stanti, il che è come un ferire loro cor- i
colpo d'arme da fuoco che avea leso il cra- religionari nella pupilla degli occhi loro.
nio. Ove il re perde la vita, fu poi eret- Sono più di 200 anni che costoro lo [)re-
toun monumento in pietra. La morte di dicano per un eroe, che scevro da ogni in-
Gustavo II Adolfo rassicurò la corte di tenzione terrena e interessala, per puro ze-
Vienna , ma sparse la costernuzioue nel lo della fede evangelica e in coscienzioso
niss. massime slavi e in gran numero, tol- salvatore di sua fede evangelica. Ma l'Hei-
na, iucaricfilo dal suo governo di ricer- ma podestà, eseguita in gran parte ila or-
cale lultociò che ha lapjiorto con l'isto- de con incendi, saccheggi, guasta-
di ladri
ria antica di Boemia e Moravia. 1 libri tol- nienlid'ogni maniera,sottoil meiitilo no-
ti dalle biblioteche d' Erbipoli, Olmiilz, me di religione e libertà germanica: che
Praga, Brema e altre, pervennero io po- quando dopo 12 anni di silfalti guai, l'ar-
tere della dotta figlia Cristina denomina- mi imperiali aveano restituito l'ordine, il
la la Palladc. di Si'czia. La religione cal- diritto, la quiete pubblica, nel comprime-
loli-^a molto soffrì per l'armi vittoriose re l'ambizioso eletlorePalatino, trasse fuo-
dell'eretico monarca, divenuto il terrore ridalla sua Svezia Gustavo II Adolfo, e
di Germania e della fede; anzi correva vo- venne in Germania comechiamato da al-
ce ch'egli meditasse passare in Italia a ter- cuno di quei principi, per cui diceva di
minare i suoi trionfi con l'acquisto di Ro- combattere, e vi riaccese sanguinolenta
ma: per cui e come notai nella biografia guerra per altri 18 anni, tutta a diserta-
d'Urbano FUI, questo Papa fu critica- mento di Germania, da lui percorsa da
to percliènel minaccialo eccidio della re- conquistatore: che Gustavo II AdoUb vi
ligione, nou die all'imperatore lutti quei fu mosso dal natio indomabile suo genio
socccisiches'aspeltava,e mirasse con iu- di conquistare, dalla sicurezza e ingian-
dilferenza l'abbassamento di casa d'Au- dimenlo del suo regno , da gelosia della
stria, disgustato per la guerra di Manto- potenza imperiale : che il manifesto di
va, come riporta Novaes. A Germania pe- guerra con cui pigliò le armi, al dire di
furono gli stromenti principali di sue vit- e n'esaltava i meriti di frequente co'suoi
torie. Vietò il ducilo sotto pcn.i di mor- grandi. Il cardiiialSfuizaI*allavicinochi<i-
te, fu rigoroso noi farne 0'>servar la Icg- mò (pasto re di Svezia, esterminio della
ge.e dopo aver minaccialo la decapitazio- Germania e spavento del crisliaucbimo.
a3o S V K >» VE
Cristina nula nel 1626 successe a suo tempo pei l'energia e la maturità de'suoi
padre Gustavo 11 Adolfo, il quale veden- consigli, onde ottenne la direzioiìC degli
do in essa il solo appoggio del suo Irono, allàri iu Germania, e d'accordo co'geue-
la fece educare colia massima diligenza. laii sostenne 'a gloria e l'influenza delia
Volle che fosse allevata iu modo forte e Svezia. Proclamata regina Cristina per
oiaschio, e che venisse istrutta in tutte le l'airezione de'popoii, le grazio della natu-
scienze che pollavano ornare il suo spirito ra supplirono al difetto dei sesio : la Mia
e dar enei già ai suo carattere.Avendola educazione fu continuata secondo le pre-
condotta nella fortezza di Calmar, quan- scrizioni paterne. Fino dalla puerizia si
do non avea più di due anni, e il coman- vide eh' ella niente avea di fanciullesco,
dante di essa temendo di far sparare il fuorché i'elà;niente di donnesco, fuori che
cuiiiione in presenza delia fanciulla, il re gli il sesso, disdegnando i sollazzi non amava
disse: Tirate, ella è llgiia d'un soldato; bi- vestireda femmiua,madauomo. Ingegno
sogna che {.'avvezzi a questo strepito. La sublime e maturo, senno più che senile,
bambina udito ilfi'agore,battè le mani cou disprezzo d'ogni culto e d'ogni deliiia,
gioia e fesla! Poco dopo il re parli per Ger- niun altro piaceredi corpo provava, salvo
mania, e raccomandò caldamente sua fi- il fiticoso della caccia, né di niente tran-
glia aisuoamicoeconsiglieie Oxenstiern, ne l'operant'i amore-
de'libri: altreltanlo
ul retaggio delia corona, poiché il suo bi- Dotata di viva immaginazione, di memo-
savolo Gustavo 1 fondatore della monar- ria felicissima e d'un'intelligenza poco co-
cliia ereditaria, convenne cogli slati nella mune, fece in poclii anni gran proijlto
legge d'/<«/o«e, la quide chiama va allo scet- nella storia, nella geografia, nella [)olitìca,
tro la sua discendenza maschile, negando ed arrivò ad intender bene i 1 lingue, tra
m qualunque evento alle femmine ogni le quali la ialina, greca, ebrea, araba, e
altra ragione,che d'una dote competente, non meno a penetrarci sensi quantunque
t; risei vando in difetto di progenie masco- profondi de'più famosi sci illori,ciic iu cia-
lina l'elezione dei principe alla disposizio- scuna di esse fiorivano, né mancò di stu-
ne degli slessi stati. Nondimeno l'alTelto na- diare i classici poeti, svolgendo gli autori
zionale verso la memoria di Gustavo li greci e Ialini. Onde apprese le scienze, così
Adolfo, che con l'arti della pace e della le profane di matematica e di filosofia, co-
«opra tulli si era fiUto ammirare da grau sua educazione delle naturali sue dispo-
S VE S V E 23(
sizioni. Si durava molla pena nelle occa- giitoacconsenlire a tali condizioni! Ma O-
sioni solenni a farle osservare gli usi e le ienstiei n non si mostrò più disposto del
convenienze, che prescriveva 1' etichetta le defunto, a fidare in uomo di cui l'in-
della corte; abhandonaudosi talvolta alla tcra condotta era misteriosa, non si fidava
piùgrande famigliarità con que'che la cir- mai di rispondere per iscritto o in mo-
condavauo, dispiegando in altreoccasioni do categorico a Wallenstein, il quale ai-
un'alterezza disdegnosa o una dignilìiim- lorcliè sembrava prossimo a concludere
ponente. La gloria militare che gli sve- sconcertava tutti negoziatori con nuove
i
desi eran>i procacciata sotto il regno del bizzarrie inesplicabili. Laonde tali uco
padre, non si ecciissò sotto quello di sua ziazioui riuscirono infruttuose quanto le
figlia. Appoggiati dalla Francia, e dalla precedenti. L'inazione sua nella Slesia,
più parte dc'principi protestanti deli'im- malgrado soaimamente superiori,
forze
pero, continuarono la guerra sotto la con- era del pari un mistero. Tutto fu scoper-
dotla de' generali Banier, Torstenson, lo colla sua defezione nel i634, d'e co-
Weimar, Wrangel,Horn,esostennerora- inunicata al general Piccolomiui, come
scendente dell'armi svedesijed il cancellie- quello su cui aveva più fiducia in ra"ione
re Oxenstiern appoggiò loro sforzi colle i de'suoi talenti, non essendo riuscito a far-
sue negoziazioni in Francia, 01anda,Ger- gli cambiare risoluzione, questi destra-
mania. Dopo la battaglia di Lutzen,Wal- mente corse a Vienna ad avvertirne l'im
lenstein generalissimo della lega cattolica, peratore. Wallenstein che poco prima era
sottopose a severo esame la condotta dei i'uotno il più potente d'Europa, messoal
suoi ulHziali in tale combatti(nento,peres- bando dell'impero, fu abbandonato dal
sere o punito o ricompensato: 8 soggiac-
1 suo esercito, respinto da'nemici cui si vo-
quero alla pena di morte. Tutta Germa- leva unire, ed ucciso dall'irlandese Deve-
nia impaziente aspettava di vederlo prò- loux in pena del suo tradimento. Fiul-
fittare delta costernazioiiecheavea cagio- tanto agli svedesi, ch'eransi avanzati in
nato a'pioteslantila perdita dell'eioesve- Frauconia e nel Palatinalo, la sorte del-
dese; fu sommo lo stupore quando coll'e- l'anni non fu sempre favorevole, e il «e-
mosse per la
sercito che avea reintegrato neral Ilurn a'6 settembre 1634 fu scou-
Slesia. Bernardo di Weimar e Horn, tra- fitto a ^'ordlinghen dal re d'Ungheria
scorrevano le sponde del Reno e la Sve- figlio dell' in)peratore e poi Ferdinando
via.Massimiliano di Baviera nuovamente III. Questo disastro non lo abbattè pim
minacciato, implorava il soccorsodegl'im- to, e nel 1 636 il general Bannier a'4 ol
periali; l'imperatore Ferdinando II insta- tobredi>fece gl'imperiali presso Wistock,
va presso al suo generale perchè soccor- e nel seguente anno penetrò in Sassonia,
resse i punti più esposti. Wallenstein ab la pose a guasto, die la legge al Brande-
l'opposto, inquelmentre proseguiva tran- borghese, e stese suoi conquisti sinonel-
i
soma e Brandebuigo, convenendo sul ri- avea passato molti anni in Germauia, toi
stabilimento de'privilegi e restituzione dei nò in Isvezia, e prese sede nel consiglio di
beni confiscali, a' principi luterani della reggenza. Cristina come un pa-
lo accolse
lega; promettendo, se avesse conseguito die.loammiseairintera sua confidenzii,o
la corona di Boemia, il richiamo degli e- >i forinò.pe'frequenti trattenimenti ch'eb-
siliali, di restituir loro i beni, stabilir la becon lui, all'artedi regnare. In brevemo-
liberlà de'culli, e di reintegrare 1 I conie btiò, assistendo al consiglio, una matuiilà
Palatino ne'suoi stati; proponendoagli al- di criterio che fece stupire i suoi tutori,
leati di marciar con essi contro Vienna Neli6|0 essendo stata dall' imperatore
percoslringcrvi l'unperalorCjSeavcsseuc- Ferdinando 111 convocala la dieta ili Ra-
232 S V E S VE
lisbona, Baimi er che a vea desolalo la Boe- essa; egli desiderava la continuazione del-
mia tentò (I'ii)ipedirla,n[ia f^li falPi il colpo, la guerra, per assicurare alla Svezia vit-
e mon a'9.0 maggio del seguente artno, toriosa maggiori vantaggi, e la gioì lidi
dopoaverdicliiaraloche nelcomandodel- dettar sola le condizioni della pace. La re-
l'aim;Mti gli succedesse Torslenson: que- gina voleva godei e del riposo e della tran-
sto generale marciò sulle sue [jedate, ri- quillila; desiderava di far fiorire le aiti
portò piirecclii vantaggi contro gl'irape- pacifiche, e di dedicarsi al suo amore per
1 ialijdislece l'arciduca Leopoldo e il gene- le lettere. Il figlio del cancelliere fu in-
ral Piccolomini a' j 3 oUobrei642,e pre- viato a Osnabruckj ove si teneva il con-
se Lipsia. Fino allora il paese dell'Austria gresso per la pace generale, ma Cristina
era stato preservato da'furori della guer- lo f(;ce accompagnare da Alder Salvius,
ra, ma essendo in apprensioni d'un'invasio- cortigiano accorto e valente politico, e sul-
ne, le cui conseguenze erano incalculabdi, la cui divozione poteva contare. 1 grandi
riuscì a Piccolomini di trasferire il teatro interessi dell'Europa furono discussi dai
generale della guerra a ponente, facendo plenipotenziari della maggior parie del-
in pari tempo prigioniero il colonnello le potenze, inOsnabrnckey)/f/'ii/e;',e i*a-
èlcLlang, con un corpo svedese non poco pa Innocenzo X v'inviò il nunzio Chigi
numeroso, pressoKeuburgo nell'alto iMla- poi Alessandro VII , dal predecessore a
tinalo; molestò mollo movimenti de'ne- i ciò destinato. A' 17 aprile 1G48 Wrangel
mici, e cagionò loro perdite considerabili. sconfisse gl'imperiali presso Augusta, u-
Gli slati di Svezia adunali nel iG/p, sol- nilo al celebre visconte di Turenna co-
lecitarono Cristina a stringere le redini mandante dell'esercito di Luigi XIV re
del governo; ma ella ricusò,allegando l'e- «li Francia. Questo re e Cristina ftu'ono i
tà sua di circa 1 7 anni e la sua poca espe- principali promolori della pace di TVesi-
rienza. Costretta poi ad assumerle, si di- falia a 'j.^ ottobre, la quale restituì la
stinse subito nella gran facilità per appli- tranquillità alla Germania e die fine ni
care agli allari, e nella fermissima saldez- conquisti degli svedesi, i quali con que-
za. Intanto Torslenson nel i643 saccbeg- sto famoso Irallato rimasero in possesso
giò la Slesia e la Moravia, ed entralo in degli siali dell'arcivescovato di Brema e
Boemia nel G^5, i riporlo a'6 mai zo com- del vescovato di V^erden, della Pomera-
piuta vittoria sugl'imperiali a Jankau. Rugen,e di\yis-
nia cilei iore, dell'isola di
L'assedio di Brunn in Moravia da lui in- mar. Siccome nel iGSy crasi estinta la fi-
tiapreso, gettò la costernazione in Vien- miglìa ducale di Pomerania, la casa elet-
na, da cui l'imperatore fu sul punto di torale di Brandeburgo avendone recla-
allontanarsi. MaToislensou fu l'annosles- mato il possedimento, la Svezia che se
so obbligato dalla golia ad abljandonare n'era impadronita, e che suoi successi i
avea lei minato la guerra colla Danimar- nella dieta dell'impero, e una somma di
ca, cominciata nel precedente anno, e pel molti milioni di scudi germanici. La libertà
trattalo che fece concludere ottenne la di coscienza fu stabilita in tutta l'Alema-
cessione di diverse provincie. Intraprese gna, ed i suoi beni ecclesiastici in gran-
poi a pacificare la Germania e ad aifret- dissima parte furono concessi a'principi
tare il lisidlato definitivo delle negozia- protestanti per risarcirli delle spese della
zioni incominciale per talegravissimo og- guerra. Siccome pregiudizievole allaChie-
getto. Oxenslieru no,o era d'aqcordo coq su, li nunzio Chigi emise soleoue piulesta
S VE S V E 233
contro il Iratlato, ed Innocenzo X Io ri- slavo suocuginOjinsigne percarattere no-
provò come ingiuiioso all'impero e alla bile, per cognizioni eslese e per grande
repubblica cristiana. Di questa f.iniosa pa- prudenza. Essa rigettò la domanda che le
ce e della disastrosa guerra de'3o anni, fece di sposarla, ma nel 1 64r),o a' 1 8 ot-
parlai in tutti gli articoli suindicati e negli tobre i6jo, o più lardi, indusse gli s'ali
altri die vi lianno relazione. Salvius, il 2." ad eleggerlo per successore, per provai e
plenipotenziario di Cristina al gian con- cli'ellaavea [)reso irrevocabilmenteil suo
gresso, non poco contribuì alla conclusio- partito di restare nubile. Ma come poi di-
ne importante adare. La regina per
di sì rò, la regina avea un altrostipremo mo-
ricompensarlo l'innalzò al grado di sena- tivo,che celava gelosamente, non solo per
tore,benché non vantasse nobdià di na- abdicare la corona, ma insieme per eva-
che si mormorò, non essendo l'in-
tali; di dere dalla Svezia. Indi Carlo Gustavo, col
gresso del senato aperto se non alle per- nome di Carlo X,do|)0 breve tempo si fe-
sone tieila primaria nobiltà. Rispose Cri- ce coronare in P|)sal, ciò che altri ritar-
stina che un merito eminente dovea vin- dano con più probabililà non prima dei
cerla in confronto di 6 quarti di nobiltà,
1
17 giugno 1654. Verso lo slesso tempo
e vi dovea tener luogo. Cristina era chia- la regina cambiò in sorprendente modo
critica per menomare questo bel trion- re acquistò un notabile avanzo della fa-
fo della chiesa cattolica, e adombrare l'e- mosa biblioteca già esistente nel mona-
roismo della regina. Si giunse fino ad af- stero benedettino sulla Loira, chiamato
fermare, che gl'imbarazzi dell'ammini- l'anima de'codici di Francia. Egualmente
strazione, e la cospirazione di Messenius pel Vossio la regina acquistò per 3o,ooo
avendo minacciato non solo i favoriti del- scudi la biblioteca di libri orientali di Gi-
la regina, ma essa stessa ; laonde e per berto Gaultuin.Con altri acquisti e la spe-
l'ambizione del suo carattere di dare al sa d'ingenti somme, formò una rara e co-
mondo uno spettacolo straordinario,risol- piosa libreria, i cui soli mss. e codici ar-
se rinunziare al trono, senza punto attri- rivarono a Sodo. Ambiziosa sempre di
buirlo alla causa principale, perchè reli- trarre nella sua corte di Stockhohn più i
giosa e cattolica! Gli antichi ministri af sapienti,e di giovarsi della loro dottrina,
Sezionati alla memoria di Gustavo 11 A- v'invitò Freinsemio, Salmasio, Bochart,
dolfo, e che speravano avrebbero gli an- Vezio, Chevrau, Conrigio, Meiboraio e
ni prodotto un cambiamento favorevole, Naude, il quale diceva di Cristina: Ella
fecero le piìi forti rimostranze, ed Oxen- sa lutto, ha veduto tutto, e lutto ha let-
stiern sopra lutti li espresse con tanta e- to. Tra'diverlimenti lellerari, che accop-
nergia, che la regina desistè dalla sua ri- piò agli studi scrii d'ogni letteratura gre-
soluzione. Ripigliò il governo con più fer- ca e latina, ed alle dotte conversazioni di
mezza, per alcun tempo le nu-
e dissipò ed erudi7Ìone,
filosofia, storia, antichità
ronverlila alla religione cai lotica ^ e dtl- cipio da! più agevole, cioè dal conosci-
It accoglienze fjuivi avute sino alla sua cnento del falso. Scorse la vanità della
pai lenza. Opera inedita del p. Sforza setta luterana, che si professava nel suo
Pallavicino della compagnia di Gesìi, regno, non autorevole per antichità, non
accademico della Crusca e poi cardina- confermata da miracoli, non ingegnala e
le di s. Chiesa, traila da un mss. della seguita da uomini santi, non conforme al
biblioteca Albani (pubblicala dal biblio- lume della natura, non cor.cordea se sles-
tecarioTito Cicconi gesuila),Uoiiia 838. 1 sa, varia, instabile, finta a capriccio. Per-
Quanto compendiosa uieule su questo ar- tanto si pose a investigare con operosa
pomeulo lifeiisce Novaes, nella Storia diligenza ì fondamenti delle altre selle
d Alessandro F II, coQCOvà.x col luss. del- così de' cristiani, come degl' infedeli; ed
ia Fila d' Alessandro /'//dello ste>so in tutte rinvenne difetti eguali o maggio-
caidinale con alcune postille di mano del ri, eccello nella cattolica. Verso la quale,
J^apa in margine, dal Novaes Iella nella ancorché le tenere sue orecchie fossero
biblioteca del Gesù di Roma (della qua- imbevute d'iniraicissimi concetti dalle sa-
le, ora non più esistente, palla il Cicconi tire de'suoi predicanti, nondimeno cre-
ap. 6e
7 delli Descrizione del conlag:o dendo ella più all'esperienza propria, che
di Roma del i656, scritta dallo aIcS'ìo alle lelazioui d'uomini passionali, s'era
cardinal Pallavicino, avvertendo che lai ilapurgando da quella prelibata opinio-
perdita vienesupplita ÒAWaf'itamss.d^ A- ne, menile erale occorso di trattare cou
lessandro F//jtullora esisleule aeWuBi- molli seguaci della cattolica fede andati
llioteca Ch'giana cfj /?o//jrtj ch'egli giu- alla sua corie o per alfari pubblici o per
dica di porporato, e precisamente l'e-
lai vaghezza privata; ed uvea trovato in lo-
secn piare che ofùì al cardinal Flavio Chi- ro lutt'ullro, che quella malvagità. oud«
gi nipote del Papa, ed in essa vi è ripe- da'minislri eretici vengono calunniati. E
tuta pure la Descrizione del viaggio di così passando ella con puro e imparziale
Ciislina),cWeg{\ profittò per compilare la animo ad esaminarla, aveala conosciu-
detta Storia, e di questa io me ne giovai ta aulica, stabile, uniforme, auleolica-
ne'luoghi che dipoi audrò icordando,per i la da cultori doUissimi, feconda di san-
non ripetere io tutto già detto. il tissimi allievi, e benché superiore, in nul-
Le nozze diCrisliua erano tuttora ambi- la però ripugnante al lume della ualu-
te da'primi re della terra; che ab- ma ella ra. Quindi raccolse, die se alcuna fos-
borriva d'esser donna, mollo più abborrì te verace, questa era dessa. Ma leggendo
bempre di soltopoisi ad lui uomo. Sorli in Cicerone sopra la natura degli dei, co-
un animo osser\anlissimo dell' onesto, e me non poteva già sospellaisi più d'una
lo intesa dire che giammai avrebbe ope- leligione esser vera, ma bensì non aver-
ralo ciò che scorgesse gravemente discon- vene alcuna vera; anche intorno a que-
venire alle regole della ragione, e che le .Nl'ultimo punto spese lungo studio e lun-
cagionasse rossore. Perciò la divina luce, ga meditazione. E fu tentata di slare in
the non mai d'eiitiaie ove la per-
lascia lòise,ora sopra la ditferenza dell'opere li-
tinacia o il viziu non le chiudono il pas- bere,buone o ree, se non in quanto al-
su, cominciò a spuntare nel suo intellet- cune non profittevoli, ed alti e dannose al
to (ella presto conobbe ch'erano incre- mondo, come appunto le naturali ora :
duli molli de'dotti chela circondavano, sopra piovvidenza divina rispeltoal cu-
la
e per materialista tenne il suo medico la- rare o no le umane operazioni morali: ora
vorilo Bourdelot di luiiitalo sapere, che sopra la volontà divina, la (piale liclncg-
poi espulse dulia Svezia), hinauzi di per- ga o non t'ichiegga uu delermiiiato cul-
\enire al ritiovaineulo del vero die prin- to ed uua dclcruiinula fede. Non rim.i
, e
236 S V E S V E
se autore celebre, che di ciò avesse tratta- li niente avendo l'industria umana, tutto
to, il quale da lei non fìjsse veduto; non l'artificio è di Dio, le apri di ciò la stra-
lelteralodi nome in queste dottrine per le da nel luglio iG5o. Era venuto nella Sve-
Provincie seLtenlrionali,con cui non pi"o zia Giuseppe Finto Parer (nota Cicconi
cacciasse di ragionare. E talora fu spinta che Parer lo trovò pure nel suddetto mss.
a credere, che bitstasse osservar iioH'esler- Chigiano, e che da altri storici è detto Pe-
iio la religione del suo paese, e nel rima- reira: però leggo nel portoghese Novaes
nente operare secondo gì' insegna ujenli soltanto il cognome di Pinlo) come am-
della natura. Ma infine, le parve che Id- basciatore di Giovanni IV redi Portogal-
dio, cioè l'ollimo, sarebbe peggiore d'o- lo per cagione di commerci marittimi;
gni tiranno, se tormentasse tutto il ge- stava con lui per confessore il gesuita por-
nere umano con fieri rimorsi, ma falsi del- toghese p. Antonio Macedo, ma senza l'a-
ia coscienza; e se avendo egli innestrlu bito odioso tra' luterani di quella zelan-
alle sue creature universale persuasione, te ebenemerita religione,persona di buon
che a lui sieno in grado loro sagrifìoi i giudizio e di suflìciente letteratura. Non
che ascolti ed esaudisca loro voli, gli a- i intendendo l'ambasciatore linguaggi fa- i
vesse tutti in non cale e non meno, se : migliari alla regina, né questa perfetta-
dando egli a tutte le nazioni un sollecito mente il poitoghese, valevasi quegli per
zelo di sostenerla vera religione siccome inteiprete or io presenza, or con amba-
itanta, e di perseguitar la falsa coni'em- sciate, d'un suo segretario, il quale espo-
pia, tutte fossero vere, o piuttosto vane neva alla regina i concelti del suo signo-
ad un modo. Oltre a ciò, insegnando la re, ed a lui rendeva nel portoghese ciò
chiesa cattolica, ch'ella soiaègiala al cie- che la resina diceva latinamente. Essen-
lo, e che raitce sette gli sono in odio, e dosi malato il segretario, l'ambasciatore
ze di verità con operazioni ammirande, gnizione non era ignota a Cristina, la qua-
e possibili solo a Dio; se questa sua dot- le preso ildestro dall'occasione, introduS'
trina fosse menzogna, ne seguirebbe, di- se con lui discorsi di lettere in prima ge-
scorreva Cristina, che Dio avesse inter- neralmente, e poi anche di religione. E
posta la sua onnipotenza a testimoniar la come scaltra a meraviglia nellaconoscen-
menzogna. Questi e altri gravi argonìen- za degli uomini, apprese che col p. Ma-
ti convincevano il suo intelletto. [N'ontli- cedo potevaallargarsi. A vanti al resto vol-
nieno sentendosi ella inquietare da vari le con varie interrogazionichiarirsi, sees-
did)bi, che in lei muoveva o l'acutezza so e gli altri di sua scuola credevano in
del proprio spirito, o la suggestione del- verità ciò che professavano, ovvero era-
lo spi rito nemico, desi <ler a va conferi re con no simulatori di tal credenza per servi-
nomini riputati , e massimamente con re alla politica umana. Ma si convinse che
quelli dell'esemplare compagnia di Gesù, eglie i suoi religiosi aveano tanto per ve-
no i pivi sottili arllficii quelli, che all'uo- Macedo, egli senza mentire ne assegnò per
1110 sendjranu casi, come opere, nelle qua- cjgione varie domande letterarie frappo-
S V E S V E 237
sfe dalla regina, il che aU'nnihnsciafore lui, Il p. Nickel nonosòd'imprcndere ne-
non (lispiacqtie, credendo così di guada- gozio sì grave col so'o proprio consiglio,
gnar più grazia e ngevu'rzza ne'suoi af- e reputò che gli fosse lecito confidarlo al
fari. Quando ictò abbastanza
Cristina cardinal Chigi segretario di slato, prati-
peisuasa,vedeadochela pratica col p.Ma- cissimo del settentrione, come quello che
cedo non poteva esser né libera, né du- da nunzio avea soltoscrillo il suddetto
revole, lo pregò n portare al p. genera- trattato di pace di Weslfalia previa pro-
ledella couìpagnia una sua lettera di cie- testa. Da lui coi.fortato, abbracciò la pia
deuza,e gli esponesse a voce l'inclinazio- domanda, e scelse occultissimamente [)er
ne che sentiva ad abbracciare la [ade cat- tanta missione il p. Alessandro .Malines
tolica; ma che prima desiderava comuni- piemontese e il p. Paolo Casati piacen-
car in materie di religione con due teo- tino, ambo gesuiti nati nobiini"nte, pe-
logi di quell'ordine, i quali si lecassero riti dell'idioma francese, ch'era il piìi co-
in Isvezia travestiti e sconosciuti: voler- mune alla regina, e di complessione tol-
li italiani, come di nazione a lei men so- lerante d' ogni fatica, sperimentali nel-
spetta, e che li rendeva |)iù esenti da ri- la virtù, vivaci d'ingegno, facondi di lin-
scliiodi scoprimento. Non si ricusò il p. gua, accorti nel trattare, e dolati di va-
Macedo, quantunque per non partecipar rie lettere così sagre, come profane e mas-
l'arcano all'ambasciatore, eli convenne simamente nelle georaclriche, le quali es-
partire in sembianza di fuga; onde sospet- sendo gradite singolainiente a Cristina,
tò che l'avesse tradito o con sottrargli potevano dar loro titolo di ragionare fre-
qualche scrittura, o con volerne rivelare quentemente con lei, e condire con dilet-
i segreti, onde ricorse alla regina di farlo to di essa i più severi discorsi. Dopo vari
inseguire e ricondiu re. Ella Irovossi in an- stenti e peritoli pervennero a Stocklioloi
gustie, non potendo aprirsi con veruno, nel fine di febbraio i 65 1, e per conget-
tuttavia ordinò le cose in modo per pla- tura potè la regina riconoscerli, e col la sua
car l'ambasciatore, che l'incaricato ad ar- scaltrezza e animo franco le riuscì d' in-
restarlo fìngesse dinon averlo potuto ar- trodur pratica con loro. Finalmente dopo
rivare, protestando con tutti che mai più spessi e lunghi discorsi, appagala ell;i in-
avrebbe ricettato gesuiti. Il ministro tro- torno alla verità della nostra sola fede, in-
vò nel porto di Lubecca il p. Macedo, a terrogò religiosi, se il Papa Innocenzo
i
cui la contrarietà del \ento avea negato X avrebbe potuto dispensarla di vivere
di far vela, ma non potè[)ersuaderlo a re- cattolica di nascosto, prendendo in palese
trocedere, onde l'ambo jcialore scrisse per una volta l'anno la comunione luterana.
ogni parte focose lettere contro l'innocen- Ed udito di no, perchè la simulazione è
te credulo reo. Giunto in Roma nel finir atto intrinsecamente ingiurioso aDio,sog-
dell'autunno iG5r, trovò morti il sanese giunse:Adunque bisogna depoi le il regno.
p. Francesco Piccolooiini generale fin flai Avta essa tentato d'addomesticar in Sto-
1
7 gennaio, e l'altro cui erano indirizzate ckliolm la religione cattolica per mezzo
le regie lettere, per cui consegnò al siu-
le dell'utilità, del diletto e dell'onore, facen-
rogato vicario p. Gosvino iNickel ungaro dovi concorrere dalle provincie, artefici,
poi eletto gener:de. I^er buona ventura tal letterali e cavalieri, che accetti al paese
mutamento fu ignoralo da Cristina quan- ne togliessero pian piano l'odio e l'orrore:
do scrisse, altrimenti poteva cagionarle ma il tutto era stato nulla, ostando a ciò
perditadicoronaedi vita per le leggi sve- l'interesse dc'nobili e la licenza del volgo,
desi, per aver scritto a un tedesco, nazio- sicché ivi erano tulli gelosi che non v'al-
ne sì atroc( mente offesa dalle itrnii sve- lignasse una religione tanto facile a insi-
desi, e uou sarebb«si faciliueule fidula di gnoiirsi ovunque s'appieude, echeiusi-
238 6 V E S V E
gnoriln avrebbe spogliali i primi dalle ra- linps con allre indirizzale al cardinal Ca-
pine ecclesiastiche, e legato ciascuno colle niillo Pamphilj nipote del Papa, al car-
sue leggi. Pertanto caduta di siffatta spe- dinal Chigi, ed ai p. generale de'gesuiti,
ranza, deleiminò Cristina di lasciar la co- edivisavasicheil p. Malines portasse tutto
Iona e la Svezia, e di ritirarsi a vivere pri- a Roma, dopo che fosse arrivalo in Ma-
valamente in tal terra, donde non le fosse drid il Pimenlel, il quale avesse l'onore di
chiuso in morte l'accesso ol cielo. Con cjtie- darcon l'aulorilà sua l'ultimo compimcn-
sto fernìo proponimento sul principio di lo al trattalo in quella corte. Ma giunto
maggio 6^2 rimandò a Roma il p. Co-
1 nella Spagna ilp. Malines, ed abbozzato
sali, come il più giovane, con lettera di ere- il negozio, essendosi poscia il Pimenlel im-
denza alsiio p.generale,econdisegnod'in- Inarcalo, la perversità de' venti gli vietò di
viarealire IcUereaPapa InnocenzoX,pei' proseguir la navigazione, e lo risospinse
mezzo quando il negozio
del p. Malines, a'porli di Svezia ; onde T altro, dopo a-
fosse maturo. Ma poi ripensò, che un tan- verlo lungamente atteso invano, eljbe ne-
to affare, il quale poteva essere implicalo cessila di lasciar il lavoro imperfetto, ve-
in mille nodi, e bisognoso di mille aiuti, nendo richiamalo in Italia da'suoi supe-
dovesse appoggiarsi alla mano di qualche ove poi tenne sempre corrispon-
riori,
gran potentato. Dopo aver messo l'ar.imo denza di lettere colla regina, la quale ad
per qualche tempo in Luigi XIV re di esso e al p. generale andò snccessivanien-
rrancia,come principe alleato, mutò pen- tes'gnifìcando infino all'ultimo i suoi pen-
siero e s'avvisò di non potersi volgere in sieri, e valendosi dell'opera loro. Il ri-
meglio che nell'austriaco re di Spagna Fi- torno del Pimenlel fu cnro a Cristina, per
lippo IV, nel quale non avrebbero luogo aver seco alcuno di cui fidarsi; onde vol-
alcuniriguardipolilici validi per avventu- le che rimanesse, fingendo nuovi ordini
la a trattenere i' re di Francia, e l'impe- del suo principe, e in luogo di lui fu di-
laloreFerdinandoIII. Fissa inquesto,lro- sposto che andasse fr. Gio. CattistaGue-
\ò maniera di persuadere al suo senato mcs o Gomez domenicano,(lotato di pro-
che si spedisse un ambasciatore in Ispagna bità e di prudenza, il quale avendo ser-
per Irallato gradevole agli svedesi di trai- vitocon dissimulazione di vestimento.ne-
ficoenavigazionejprevedendoclieciòmo- cessaria in tali paesi, al conte di Raboglie-
verebbe scamliievolmente gli spagnuoli, do ambasciatore di Spagna in Duiimar-
desiderosi di buona corrispondenza con ca, era stato invialoda esso per suoi af-
quella regina potenleeconfcderataa'fran- fari a Madrid, ed accidentalmente avea
cesi, d'inviarne un simile a lei. Così ben presa la compagnia del Pimenlel nel viag-
preslo avvenne; e l'oratore giunto a Sto- gio , ed era soggiaciuto allo stesso infor-
rl.holm fu il cav. Antonio Pimenlel, che tunio marittimo, e alla stessa necessità di
<!a!la regina in breve conosciuto per savio ricoverarsi a'iidi di Svezia; sicché la sua
e pio, gli scoprì il suo interno. E delibe- gita in ispagna era libera da tutte leom-
larono, che l'ambasciatore facesse richia- bre. l ministri della corte spagnuola sulle
marsi dal re, e iti Ispagna stabilisse Taf- prime proposizioni dello faccenda recate
fare; ma che fraltanlo si premettesse l'in- loro dal p. IMalines, avrebbero voluto ad
y'w colà del p. IMalines con lettere al re, ogni patto che la regina continuasse nel
ed al favorito ministro d. Luigi de Haro regno per que'vantaggi che ne sarebbero
per dirigere il delicato negozio, e disporre ridondati, e alla fede cattolica e al re di
nncoraquel principe ad accompagnare ed Spagna. Ma sentita Timpossibilità di far
autenticare un sì fatto annunzio con prò- ciò, senza violare la medesima fede.il re
pria lettera a Innocenzo X; per cui altiesì t.cceUò generosan>ente d'e>ser padrino di
consegnò la regina sue lettere al p. Ma- un sì bel allo. Or mentre k deliberazioni
S V K S \ E 23f)
dinal Cliigi qualche incerto barlumejcon- tezza del successore,adunògli stati e gl'in-
tenendosi egli fi a questi segni, sì per l'in- vito a destinarlo. Con l'autorità e la per-
certezza che avea il suo animo poco cre- suasione, li dispose a sostituirgli Carlo
dulo di natura alla costanza d' un cuor Gtistavo di Baviera duca di Due Ponti,
femminile, in propouiiuento più che vi- figlio della sorella del padre, di cui già par-
rile; sì perchè scorgeva che aire<!ecuzio- lai e riparlerò. Quindi dichiarò Cristina,
iie nulla poteva nuocere più che l'antici- che a togliere le gelosie e le sedizioni, le
pato dilatamento della notizia. Ebbe in quali sorgono talora menile l'uno ha il
(/.), esercitala da lei con deforme avidi- chino, la regina fece leggere ad alta vo-
tà e anjbizione; onde sarebbe piaciuto al ce il solenne atto di sua donazione in f i-
cardinale che l'avvenimento della regina vore di Carlo Gustavo ivi presente, ce-
si riservasse a tempi migliori, o che alme- dendogli tutti i suoi dominii e regno; in-
no prima la d^ùtt ponesse nel suo cuore di lu letta una patente del nuo\ore, in
più ferme radici. Questo desiderio del car- cui egli obbligava 3 isole e alcune entra-
dinal Chigi fu secondalo dal corso degli te nella Pomerania, corrispondenti nelle
avvenimenti, poiché quantunque riceves- rendile allo statuito annuo assegno, e gli
se dopo la regina le rispostediFilippo IV, slati concorsero a fii marcii contrailo con-
ella ritardò di dar conto al Papa ilell'af- venuto fra le due parli. Quindi Cristiiva
fare col mezzo del re deslinalonc il i ."ad alzatasi inpiei.li,si andò a spogliare di tut-
annunziarlo, riserbaiidolo per quando fos- te le regie insegne, e con allegra franchez-
se uscita di Svezia e avesse preso asilo nel- za in un tratto si sciolse la veste di por-
le sue Provincie di Fiandia. pora, e comparve in abito privato. Note-
A pervenire Cristina aHelIelluRzione rò che ìi Cancellieri nelle sue opere riu*
24o S V E S VE
ni eruilile e anclie ciiiiosenotizie sulla re- l'arciduca Leopoldo fratello dell'imperfi-
gina Cristina, le quali andrò collocamlo tore e governatore di quelle piovincie si
a'Iuoghi loro; massime nel Mercato, ove trovava con alcuni principi, e co! fiore del-
lilerisce che nell'archivio di Castel s. An- la nobiltà all'assedio d'Arras, il quale poi
gelo di Roma fu custodito ristromenloo- fu sciolto dall'esercito nemico francese co-
liginale di sua liniuizia scritto in isvede» mandato dal giovine re Luigi XIV, di
se, sottoscritto dai consiglio regio e dagli cui fu lai. 'impresa. Indi tornato l'arciduca
stati con 3 in 4oo sigilli pendenti. Di que- in Brusselles, colà si portò la regina, in-
st'atto d'abdicazione Benedetto XIV ne C(jntrata e accolta col massimo onore ai
fece fare la traduzione in italiano e in fran- 26 dicembre 16 54, e la stessa notte abiu-
cese, dallo svedese Lielke senatore di Ro- rò segreta mente l'eresia nella cappella del-
ma. A p.2i6 icorda gli scrittori
1 dell'esegui- l'arciduca, alla sua presenza e di pochis-
ta rinunzia e i iserve fatte dalla regina pel simi principali ministri che ne furono te-
suo decoroso aianlenimento,ollreSamue- stin)oni, e s[)ecialmente del Pimentel(gli
le Puffend(jrf, Conunenlarioritm de rebus altri si ponno leggere \\^ Cancellieri, nel-
svecicis, ahcxpcdilione Gu.stni'i Adulphi r opera citata a p. 2 i 5, ma egli dice che
rcgis ìnGcrnìaniani^adabdicaiioneiii us- l'abiura seguì nella notte di Natale), che
qiie Christiìiae, Ultiajcctuin 168G. Dipoi dopo la rinunzia della regina era ito in
la reginasimulando malattie femminili, Ispagna, e indi per lei ritornato in Fian-
mostrò convenirle andare a'bagni di Spà dra col titolod'ambasciatore,riconducen-
ne'Paesi -Bassi s[)agnuoli. Ma gii svedesi, a ilo seco qual segretario d'ambasci;it.i fr.
cui traspariva non so che di confuso ar- Giambattista Gomez in abito d'ecclesia-
cano in queste azioni della regina, sotto stico secolare. In mano di questo, ch'era
specie di volerla colà accompagnare col- l'unico sacerdote ivi consapevole dell'af-
Tarmata, la rimoveanodal viaggio terre- fare, si fece l'alto, e parimente da lui ri-
stie, ed allegando l'intrattabilità del ma- cevè la regina sagramenti dell'assoluzio-
i
e argenti, prese occulta fuga su velocissi- lebri determinazioni. Ora pel resto delle
mi cavalli; troncatasi la chioma e in ar- principali notizie sull'eroina di Svezia sa-
nese maschile, con pochi fidati servi, sen- rò pi ìi breve in proporzione del molto che
za dichiarar mutamento di religione, ma occorrerebbe descrivere, anco per averne
.solo vaghezza di libertà, ondeeleggere una trattato ne'Iuoghi che indicherò in corsi-
dimora suo piacere. Dicesi che in par-
a vo. La regina Cristina dopo l'abiura del
tire prendesse per impresa queste parole: luteranismo usava di assistere occulta-
Pala viani iiweiìient , quasiché destini i menle alla messa del p. Gòmjz e di rice-
le dovessero additare la via. Dopo infi- vere da lui il Corpo del Signore, ma in
niti disagi, rischi e strattagemmi, traver- palese con istudio celava d'essere cattoli-
sata la Danimarca e parte di Germania ca, non però si dimostrava eretica in al-
\eslita da uomo, si condusse nc'domiuii cun atto. 11 perchè nella moltitudine cor-
del le di Spagna. Si fermò prima in An- se di lei dubbia e sinistra fama, quasi in
versa e vi dimorò qualche mese, quando verità non teaesse veruna leligiuuc, e da
1
S V E S V E 24
lulernna ch'era prima tenuta, si flesse sco- coni* erano tra loro convenuti. Quando
pc-rta per atea, vedendosi che non osser- poi reputò che il re l'avesse eseguito, vol-
viiva l'antica setta e non ne abbracciava le anch'essa scrivere breve lettera ad A-
altra nnova, mentre dimorava in paese lessandio\II,epelp. Malines la fece[)re-
catlohco. llqual concettosi l'ondava sopra sentare ili.°luglio, mentre quella del re
una certa sua hbertìi d'operare e parla- giunse più tardi nel settembre. Il Papa
re, non già empio o disonesto, ma nien- non rispose direttamente alla regina, per-
te religiosa e guardinga, ed usata da lei chè ancora non avea riconosciuta este-
in Brussellesper arte d'ascondere la sua riormente per madre la Chiesa, onde nou
vera credenza, e per natura del suo spiri- poteva riconoscerla autenticamente per
to maschile intollerante di conlegni don- figlia di essa, e perchè la sua lettera non
neschi , ed ancora per la sua condizione era del tutto chiara; ma die al p. genera-
abituata ad esser legge a se slessa e non le de'gesuiti uno scritto di propria mano
apprenderla dagl'inferiori. INIa è temera- da mandarsi alla regina,ove mostrava pa-
rio il giudizio umano, quando si limita terna allegrezza di sua conversione, di-
a giudicare del puro esteriore e ne igno- chiarava di volere che innanzi di penetra-
la la cagione. Conviene sapere, che allo- re nello stato pontificio ne facesse atto so-
ra la regina per non riuscir gravosa a ve- lenne, acciò se le potessero usare le do-
runo pel suo onorevole mantenimento, vute accoglienze, intorno alle quali l'in-
trattava col re di Svezia per comporsi in vilò a fidarsi di lui, e la tratterebbe co-
qualche gran somma di denaro, onde as- me a gran regina si conveniva. La lette-
ella consapevole il redi Spagna. Appena ria. Intanto Cristina rispose al Papa, che
pervenuta in Fiandra, la regina udì la di- ubbidirebbeciecamente.ed essendosi pro-
sperata salute e successivamente la mor- posta d'incamminarsi a Roma sul prin-
stanza in Roma. Indi risaputa sul fin d'a- Roma. Per (juanto ella sfuggisse gli ono-
prile la creazione del cardinal Chigi in Pa- ri, che rendono più pomposo e in uno ri-
pa col nome ò' Alessandro f^' II, già noto tardano il cammino lii per ogni luogo
,
a lei per unico direttore di questa prati- da'principi e dalle città ricevuta con ma-
ca, e per uomod'incomparabdezelo e be- gnificenza pari alla grandezza del suo na-
nignità, meravigliosamente si rallegrò, pa- scimento e fama. Il Papa sentita la sua
rendole che in quell'inaspettata elezione mossa e suoi pensici
i giudicò dignità i
,
Iddio avesseancora voluto rimunerar lei della s. Sede, che la solenne abiura si fa-
del gran sagrifizio olleitogli per abbrac- cesse con autorità d'un suo delegalo,escel-
ciar la sua fede; peroni pregò Filippo IV se mg.' Luca Olstcnio canonico Valica-
che partecipasse al Pupa tutto 1' aliare, no e I ."custode della Biblioteca f'atial-
VOL. ixxi. 16
2^7. S V E S V E
na, già luterano <1' Aml)urgo convertilo più facile, destinò ad assisterli tug.*^ Car-
colla lettura tle'ss. Padri, per reputarlo lo Carcarasio altro maeslrodelle ceremo-
a lei gj^^adito a motivo dell'anteriore car- nie pontificie. Tutto ricordò mg.'^Servan-
teggio letterario tra loro passalo, facoU zi ne'cifati Diaria, <:\\&(\\x'\ rammento per
lizzandolo ad assolverla da ogni scomu- aver egli notato diverse cose riguardanti
nica, dopodi averla ulteriormente istrui- la regina nella sua venula e soggiorno in
ta nelle massime ca lloliclie,della sana dot- Roma, e dell'assistenza personale ila lui
trina della chiesa romana, il che registrò prestatale. Giunta sul fine d' ottobre la
pure ne'suoiiD/V7r/rt il celebre m^ie5//o<7eZ- regina in Innspruck, vi trovò il p.lNIalines
leceremonie pontifìcie mg.*" Fulvio Ser- che le significò a nome del Papa, in ma-
vanzi di s. Severino. Il breve Cum sicut, no pubblicamente abiura-
diclii dovesse
de' IO ottobre i655,per la facoltà dell'as- re, al che si rimise con ogni ossequio; e
soluzione, si legge nel Bull. Rem. t. 6, sopravvenuto mg."* Olsleuio, si fece a' 3
par. 4, p. 5o, L'inviò a Innspruck per ri- novembre nella chiesa arciducale di s.
per Roma la volontà della regina, ormai riformati p. Reroardino da Venezia iixli
sempi, e trovato che si dovea mandare a gina preferì al privato corridoio del pa-
riceverla sui confini dello slato 4p''ela- lazzo adiacente alla chiesa e perciò ma-
ti, o vescovi assistenti al soglio, o udito- gnificamente addobbalo, di recarvisi per
ri di rota, o chierici di camera, deputò per la pubblica piazza, ma con semplice veste
nunzi mg." Centivoglio e Torrigiani ar-
i nera, con in petto una croce di 5 grossi
civescovi di Tebe e di liavenna,ed mg." i diamanti. Pervenuta in chiesa, e condot-
Ciuacciolo e Cesarini chierici di camera, ta processionalmenle all'altare in mezzo
col grado di nunzi per vieppiù onorare de'due fratelli arciduchi, fece la profes-
la regina e per precedere all' ambascia- sione di fede romana (ove conliensi vir-
tore spagnuolo Pimen'lel che l'accompa- tualmente l'abiura) con voce alta, e in
gnava, dovendo assisterla nel viaggio, de- ginocchioni avanti mg.*^ Olstenio, che se-
stinazione che attribuì loro col breve Spe- deva con berretta in testa, rogandosi l'at-
te il breve Cum charissima, de' 29 no- salve d'artiglierie e suoni militari. Gì in-
vembre, ì5m//. cit., p. a^. A'nunzi die per numerabili astanti ne furono tanto com-
ceremoniere mg/ Servanzi, perchè l'in- mossi, che si sciolsero in lagrime, in ve-
carico era più difficile, ed acciocché poi der umiliata alla fede cattolica colei che
colla sua ben fondata e discreta esperien- poc'anzi le minacciava poderosamente l'è-
za servisse alla regina a quanto nelle fun- sterminio, e ciò col sogi illzio di 3 regni
zioni le occorresse; a'legali,come missione (cioè come regina di Svezia, de'goti e dei
S V E S VE 243
vandali) e con dubbio d'avera mendica- re di conservare nella Santità Vostra quei
le il sosleulamento: opera nella (|ualc chi gran doni, che le ha dati, e di far me co-
non vi ravvisa la mano onnipotente diDio, sì fortunata, ch'io possa arrivale a quel
non ha lume più che brutale. La regina desiderato giorno, nel quale mi sia per-
per dimostrazione di riverenza al Papa, messo d'inchinarmi a'&antissimi piedi di
per la posta voleva spedire il suo mag- Vostra Santità, li quali umilmente le ba-
giordomo Antonio della Queva e luogo- cio,pregandoladi parteciparmi la sua san-
tenente generale di cavalleria in Fiandra, ta e paterna benedizione. D'Innspruck li
colla seguente lettera, lai. ^che scrisse in 5 di novembre 1 655. Di V. Santità ob-
italiano , ma essendosi malato supplì il bedientissima Figlia Cristina". Ricevuta
conte Monlecuccoli. » Santissimo Padre. questa generosissima e religiosissima let-
Ho manifestato al mondo, per obbedire a nendo in Roma tal principessa ogni cosa
Vostra Santità, aver lasciato con somma trovasse piena di santità, acciò scorgesse
allegrezza quel regno, dove il riverirla è la f iKità di quanto si dice di là da'mou-
posto fra peccati irremissibili, ed ho mes-
i ti della santa città e della romana corte.
so da parte ogni rispetto umano per far Indi fece leggere dal segretario de'brevi
conoscere, ch'io stimo assai più la gloria mg.*" Rondinini, le lettere di Filippo IV
d'obbedire a Vostra Santità, che quella e di Cristina. Leggo in più scrittori, che
del piùdegno trono. Supplico Vostra San- l'Europa rimase attonita in veder la fi-
tità diricevermi così spogliata come so- gliadiGustavoII Adolfo, di quel monar-
no d'ogni grandezza con quella sua pa- ca ch'erasi sagrificato perla causa de'pro-
terna ed usata benignità, che s'è degna- testanti ,
passare nel seno della romana
to di mostrarmi sinora. Io qui non ho al- chiesa. Pochi tennero sincera la sua con-
tro da sacrificare ai santi piedi di Vostra versione, ed più pretesero d'indagarne
i
Santità, che la mia persona. Insieme col lecause ne'principii di tolleranza ormai
sangue e con la vita l'olTerisco tutta a Vo- universale , che le avea insinuati il suo
stra Santità con quella cieca obbedienza dotto precettore Giovanni Matthiae ve-
che le è dovuta supplicandola a voler
, scovo luterano diStiegnes per sua nomina,
disporre di me conforme giudicherà più e pel quale ella ebbe la più alta conside-
convenirsi al pubblico bene della nostra razione, anche per essere stato cappella-
s. Chiesa: alla quale, ed alla Santità Vo- no del padre. Quando lo scozzese Dureo
stra come a suo unico e vero capo, ho de- si recò in Isvezia per predicarvi l'unione
dicato tutto quello che mi resta di vita, de'luteranico'calvinisti,truvòin!Mattliiatì
con ardentissimo desiderio d'impiegarla un parligianozelante, che sostenne a tut-
e spenderla tutta alla maggior gloria di tapossa un sistema pacifico analogo ai
Dio; dal (piale auguro a V^ostra Santità suoi principii: nata forte opposizione tra
(juc'Iunghi e felicissimi anni che sono tan- il clero svedese, il vescovo si vide esposto
to necessari al bene ed al riposo comune a pericolose [»ersecuzioni,e ne scampò pi-r
della ciistiauitù. Pregaudo Nostro Signo- la protezione del governo. Stanco d'uni
244 s VE S V E
lotta contraria al propriogenio, rinunziò perritalia,edal principe vescovo diTren-
il vescovato nel 1664 e si ritirò. Altri con- to, come dal duca di Mantova, ricevè ri-
p.223. Alcuni della fazione francese in sentarono un breve del Papa, ed insieme
Roma, argomenlavansi di scemar pregio una carrozza, una lettiga, ed una sedia del
all'opera per iscemarlo agli spagnuoli, e medesimo pel suo viaggio. All'apparire
da'quali falsamente credevano che la re- e allo smontar de'nunzi, ella non curan-
gina volesse vivere dipendente, e ch'ella do la pioggia volle parimenti smontare;
avesse operato o per bizzarria, o per leg- indi salì nella pontificia carrozza. A'due
gerezza, o per tedio delle cure. Ma il Pal- cardinali Gio.Battistai9/?rtrf(7 legato e Car-
lavicino con robusta difesa distrugge que- lo Alberto Pio vescovo della città (che la
cavar aiuti dal Papa per la guerra di Can- mente, die il titolo d! Eminenza jeà in tut-
dia, mirarono con tristo sguardo le spe- to il resto usò una gran cortesia, la qua-
se di questo accoglimento, quasi uscissero le era più apprezzata, perchè ella niente
ad essi di mano, sebbene poi il Papa offrì però calava dal posto regio, e così que-
loro grossissimi sovveniraenti. Né mancò glionori vedevansi fatti non da privata,
il minuto volgo, fomentato da' contrari, ma da regina. Si ha da Carlo Festini fer-
di mormorare pe' dispendi cui andavasl rarese: I trionfi della magnificenza pon-
inconlrOjSenza considerare il generale mo- tifìcia celebrali per lo passaggio nelle
vimento che recava tanti vantaggi mag- città e luoghi dello sialo ecclesiastico e in
giori, mentre il solo cardinal De Medici Boma per lo ricevimento della maestà
per delta legazione sborsò 80,000 scudi della regina di Svezia, descritti con tulle
pel suo magnifico corteggio e altro. Ma le azioni seguite alla Santilàdi N. S. A-
gli uomini di maggior intelletto,inualzan- lessandro /^//,Roma i656.AvverteCan-
do più su il pensiero, udivano con vergo- che nel passaggio della regina a
cellieri,
gna , che nella città, la quale è la sede Ferrara, per commissione del Papa fu
della religione e del pontificato, si que- destinata a servirla sino a Roma d. Co^
stionasse intorno alla convenevolezza di stanza duca Sforza e moglie di
figlia del
l'amabilità della regina, che sgombrò in presidi, per lo più cardinali (e l'andai no-
gran parte le calunnie colla presenza, e tando nelle loro biografie, e in diversi ar-
atquislossi gli animi colle maniere. Tiat- ticoli delle città e luoghi per ove transi-
tenutasi Cristina 8 giorni in Innspruck tra tò), in darle nel suo passaggio artificiosi
immense e magnifiche onoranze, mosse e pomposi Iralleuimeuli a pubbliche spe-
S V E S V E 24i
se di spontanee contribuzioni, alcuni (ìei del Popolo, alla basilica Vaticana e nel
quali meo gravi non approvò il l'apa e Concistoro dal Papa, la narrai nel voi.
non permise in Ronoa. In ogni luogo ve- X, p. 3o2 uno a'magnilìci doni
e scg., in
niva prima conilotla al diiomo.ed ivi con presentali in Momedel Papa,ollrechè nei
sagra solennità riceviila. Visitò per lut- qui indicali articoli, nel ^..''avendo ricor-
to le piìi segnalate reliquie divotaiuente; dato la Descrizione del Pallavicino. Ivi
e volle deviare ad Asisi per venerarvi il notai che due furono gl'ingressi, uno pri-
corpo di s. Francesco. Ma più insigni atti vato e l'altro solenne, nel quale fu por-
di religione esercitò in riverire la s. Casa lata in concistoro. Neil.' ingresso essen-
di Loreto. Venendo colà d'Ancona, tosto do giunta alle ore 3 di notte alla porta del
che si scoprì con la vista la cupola della giardino del Palazzo apostolico f'alica-
chiesa, smontò di carrozza, e colle ginoc- iiOy vi fu ricevuta da mg."" Farnese Mag-
chie a terra adorò (jiiel divino albergo; giordomo con tutta \a famiglia pontifi-
indi volle fare a pie'ili, e colla testa sco- da domestica e onoraria, e condotta nel-
perta, non ostante il rigore della stagio- le camere destinate e superbamente ad-
ne e la delicatezza del suo corpo intolle- dobbate,già abitazione d'I iinocenzoVIIF,
rnnle il freddo, tutta quella lunga pen- poiché essendo l'ora tarda non si credè
dice per cui si sale alla città. Nell'entra- conveniente farla andarealgrandiosoP<2-
re in chiesa ricusò l'onore del baldacchi- lazzo Farnese, che il duca di Parma no-
no; orò nella s. Cappella con tal divozio- bilissimamente le avea fatto preparare,
ne, che ad un' immensa turba di circo- con preziosissime suppellettili e superbi
stanti trasse le lagrime. Comunicossi qui- addobbi, venendo ornata la facciata eia
vi la mattina seguente, ma in occulto, poi- porta con istucchi dorati, pitture e iscri-
del suo Vicario; fece l'oblazione alla B. galleria,chedividee insieme unisce ledue
Vergine di quella Corona e scettro che gran fabbriche del Vaticano, e sulla so-
descrissi in quell'articolo, ove con Novaes glia di essa trovò mg.^ maestro di came-
dissi polita yvnenive Pallavicino dice/70- ra, dal quale venne introdotta ì]ì\ Papa,
sitatn. A'diamanti di cui la notai arric- essendo |)iene le stanze di tutto il fiore di
chita, pare che collo Sprengero, Roma Roma. Quando fu al cospetto del Pon-
nova, si possa aggiungere, rubinis splen- tefice, la regina s'inginocchiò 3 volte, gli
didani. Prosequendo il cammino alloc- baciò il piede e la mano, ed egli imman-
giù sontuosamente, per tutto ricevuta o tinente la sollevò e la fece seilere, non di-
in palazzi della camera apostolica o dei rimpetto a se come gli altri minori prin-
vescovi, e d' altri signori come in Asisi, cipi, ma piìi onorevolmente a destra del-
in Cnprarola e in Ijracciano, ma sempre la predella partecipando del baldacchino,
a spese del Papa, le quali non ascesero a sopra seggio reale di velluto cremisi, ma
100,000 scudi, perchè egli viavea man- senza bracciali, nel resto tutto ricco e a-
dalo un esperto e fedele ministro came- dorno d'oio e d'intagli. Racconta Cancel-
rale, che riunì al decoro una discreta eco- lieri, che il Bernini iileò unseddc per ac-
nomia. Finalmente a'20 dicembre giunse comodare le dilFerenze insorte nel tratta-
alla villa suburbana, già degli Olgiati, mento della regina, a cui pel cereuìonia-
ove recaronsi cardinali legali, non pre-
i le non
si poteva dure una seilia con brac-
ceduti dallaCroce, perchè nel distretto di ciuoli,non essendo più regina, per aver
llomn. La pompa e Cavalcata colla qua- rinunziato alla corona, né un semplice sga-
le la regina fu condotta neir///^/T.v.^o jo- bello come u'cardinali, dovendo ricevere
Iciiiic ili lionia, per la restaurala /'u/^i una maggior ilislinzione. Onde (ormò un
246 S V E S VE
sedile,che non fosse né uno sgabello, ne gre ceremonie e ne'trattamenti di corte,
una sedia, il quale si conservò sino agli oltre l'incombenza di altri negozi delica-
ultimi tempi nella galleria geografica del tissimi; di che il prejalo fece ripetuta me-
Valicano. La piacevolezza d'Alessandro moria ne'suoi pregievoli e citati Diaria.
VII nel volto non bastò siCfattaniente a ludi il conte dimostra gravi studi falli
i
quivi ella per una mezz'ora, ma colle por- eoo onorifico breve che ricorda le due
tiere alzate, cautela usala dal Papa ogni distinte legazioni sulla venuta di Cristina
volta che furono insieme. in Roma, e l'accompagno in Francia di
posizione di diversi eruditi opuscoli che gli altri di sua dimora nel palazzo Vati-
ivi ricordai, in quello intitolato. Ragioni cano, Cristina vide i suoi giardini, le pit-
addoUe ec, Sanseverino 1847, descrive ture, le statue, i libri, cose tutte singola-
e illustra il quadro e sua rappresentazio- ri in lor condizione; e di ciascuna e degli
ne, che di recente egli fece eseguire dal autori dando squisito giudizio, che facea
valoroso, fecondo e insigne pittore suo restar attonito ogni intelligente. Ma seb-
concittadino, cav, Filippo Bigioli, e nel bene abi tasse col nome d'incognita le stan-
njedesimo ne pubblicò il disegno con e- ze. Valicane, non meno fu oggetto di stu-
leganle incisione per darne un'idea; o- pore la scienza da lei dissimulata, che la
pera lodata assai dagl'intendenti dell'ar- dimostrata, mentre ne'famigliari discorsi
ie con belle composizioni e descrizioni eziandiocon uomini letterali, che tra per
stampate. Esso esprime la riferita i." u- curiosità e per ossequio furono a riverirla,
dienza che Cristina ebbe da Alessandro non le uscì giammai una parola latina,
VII, e l'inchiesta che gli fece perchè le né un concetto di erudizione; ammirabile
conferisse la cresima, e l'adesione del Pa- continenza in un personaggiodi tal sape-
pa, quale nell'istante commise a mg.*'
il re,di tal grandezza, di tal sesso: e tanto più
Olstenio e a nig.^'Servanzi (antenate a- mirabile perchè si sperimentò non arli-
scendenle del conte) ivi presenti, di pre- fiziosa ed a tempo, ma abituale e perpe-
pararla al ricevimento di lai sagramen- tua. La mattina del 23 dicembre car- i
to, che le avrebbe somministrato insie- dinali legali colla precedente loro splen-
me a quello dell'Eucaristia, in questo in- dida comitiva veunero a pigliarla per la
teressante opuscolo raccolse il eh. conte slessa porla segreta in arnese di campa-
Severino molte importanti notizie della gna, ed ellacon una veste bigia tutta se-
conversione, venuta e soggiorno in R.0- minata di canutiglia (la cui etimologia e-
ma di Cristina, ragionando e provando ruditamente spiegò il Cicconi, per dimi-
ancora la narrata destinazione di mg.r nulivodi canna o cannello d'argento, oro
Servanzi a incontrarla, e quindi l'incari- e vetro, ridotti a mano per ricami, '\o-
liala aocoia colle insegne della icgin;i. riiCreator Spirilus. Fu menata a far o-
JN'ella nurneiosissimaeinagnilìceiitissiina razione al ss, Sagramenlo, e poi all'alta-
cavalcala, nolo il contemporaneo diari- re de'ss. Pietro e Paolo, e tanto in (piel
staGigli,che la regina entiandoa 21 ore in luogo che nell'altro fu portalo un Croce-
Roma, cavalcava una cliinea a modo di fisso, ed ella lo baciò; (iuite le ceremo-
nomo secondo il sno costume, vestita al- nie fu cantato da'musici il Te Deuni, e
la francese (non d'amazzone come scris- poscia fu condotta dal Papa, il quale la
sero alcuni) di color bei rellino, ricama- ritenne a cena nella stessa stanza ove lui
to d'oro, col cappello in lesta con cordo- cenava, e poi ritornò nelle sue camere.
ne d'oro. Erasi ordinato per pubblico e- IMa della cena il Pallavicino non fi men-
dilto in quel giorno che si osservasse fe- zione, dicendo soltanto, che accolta nel
sta solenne e universale, e che per le vie palazzo nuovamente dal maggiordomo,
ove dovea passare, ciascuno il meglio pos- da 8 vescovi assistenti, dal maestro del
sibile parasse le mura e finestre di sua ca- sagro ospizio, e dai cardinali Orsini eCo-
sa : tranne le monache e gl'infermi, tutti staguti, più antichi diaconi, e in mezzo
accorsero allo spettacolo. Risuonava Ro a' quali nvea cavalcato, ascesa in conci-
ma di tamburi e di trombe, e come la storo nell'andar avanti ol Pontefice, se-
rcgina(ricevuta con applausi da quasi tut- condo il rito inginocchiossi tre volte, ed
ta la nobillà romana) fu presso Castel s. allo stesso tempo i due cardinali che le
Angelo ribombarono le artiglierie (a pon- stavano a lato s'inchinarono giusta il co-
te Molle erano stati schierali 1000 fanti slurae.L'ullima delle 3 volle essendo per-
scelti di milizia pontificia, e 2000 sulla venuta al soglio sopra cui sedeva Alessan-
piazza di s. Pietro, oltre due squadroni dro VII, gli baciò il piede e la mano; e
di corazze, e tutti ripetutamente esplose- con brevissime parole scambievoli finì la
ro le artiglierie con 8 pezzi
i di cannoni): ceremonia, fiattanto scaricandosi nella
nella notte e in quella del di seguente si piazza di s. Pietro innumerabili colpi di
fecero splendide allegrezze di fuochi ar- maggiori e minori bombarde. Furono
lilìciali e di luminarie. Arrivata alla ba- pubblicati colle stam[)e: Benetlelto Mei
silicaValicann(il principe d.Cami IloPan)- lini, r^a Chiesa trionfante nella ^'entità
philj nipote il'lnnocenzo X, che avea ri- della regina di Svezia. Giuseppe Elmi,
nunziato il cardinalato, le die la mano Uelazione del viaggio fatto da Svezia in
nello scendere da cavallo: egli e il prin- Roma della serenissima regina di Sve-
cipe di Galestrina Barberini si distinsero zia, con i ricevimenti fattile nello stato
pel magnifico corteggio nella cavalcata), ecclesiastico, per ordine della S. di N.
fu ricevuta in processione dal capitolo e S.Alessandro f'II, RomaiGG3. Barto-
dal clero, e ccjndoUa all'altare maggiore lomeo Lupardi, Relazione dellacavalca-
ov 'era esposto il ss. Sagra mento. Appren- la falla in Roma nell'ingres^io di Cristina
do dal diarista Gigli leslimonio oculare, regina di Svezia, Roma 6 76. Applausi 1
che la basilica di s. l*ielro era stata ap- di Felsina nel felicissimo passaggio del-
parata co'piìi ricchi e superbi drappi d'o- la serenissima Christina regina di ò^rf-
ro, con imprese ed emblemi proporzio- zia,iG'ì'ì. Antonio de IMelangoncllis de
nati alla regina, e di bellissime tappezze- Amadoris, Ad Cliristinani Flaminiae fi-
rie e paramenti, che aveano i piìi opuien nes ingtvssanà, Oratio sul' p'-rwna lega-
li signori diRoma, ed in chiesa «vanti tul toriini reip. s. fl/artni, iNeapoli. I-'ranci-
ti i pilastri tra le cappelle erano lauti co- sciisRapaccioliCard.,C<in«i>irt ad Cliri-
ri di musici (pianti n'csislcvano iu Uo- stiiiani svccorum leginam in acdem e-
248 S V E S VE
pisropall, Interamnae liospilìo recepta, rie,ovecome un trono assi devasi la re-
in
diversi idiomi. Ricorderò solo quelli del dò in lettiga a s. Maria Maggiore), rima-
Collegio Urbano, e riportati nel voi. nendo presente alla solenne messa canta-
XIV, p. 23o. A' 24 dicemhie il Papa ta dal Papa, e ricevè di sua mano il Cor-
to e monastero di religiosi in Roma di sperimentato mai pili dui suo animo. In-
clausura, anche accompagnala da onesto di fu invitala dal Papa a lautissimo Pran-
e moderato corteggio di uomini e donne; zo, che seguì come dissi in queirart,icolo:
di poter visitare i monasteri delle mona- però illjagatla storico contemporaneo di-
che con discreto seguilo di donne in mo- ce che seguì tale convito nella seguente
desto abito; e d'incedere a piacere nelle domenica;ma io trovai che in questo gior-
sagre Grotte Vaticane, nella cappella di no cadde la festa di ìNotale, e che dopo il
SaiìctaSnncloriini,ed in quella sollerra- pranzo fu divertila da un dramma eccel-
iiea di s. Elena as. Croce in Gerusalem- lentemente eseguito. La medesima sera
me. Nella seguente domenica mattino, fe- poi (o nella seguente secondo il Bagatta)
sta di Natale, due cardinali legali insie-
i la regina uscì dal palazzo Vaticano, e vi-
me a 4 de' vescovi assistenti condussero sitata la contigua basilica, andò con in>
Cristina dalle sue stanze nell' adi;icente finito corteggio di principi e titolati a ca-
basilica di s. Pietro, ove ricevè dal Papa vallo,^ dimorare nelFarnesiano,ove a'28
la Coiìfeniiazione, facendo rulìizio di pa- fu visitata da tutto il sagro collegio. Le
drino pel re di Spagna Filippo IV il car- vie da lei percorse tra la moltitudine ri-
dinal de Medici, ed essa al suo nome ag- splendevano per la copia de'lumi, onora-
giunse quelli di ]Maria,e di Alessandra per ta nel passaggio dal collegio inglese col
ilivoto aflelto verso il suo nuovo padre il suono delle sue campane, e col plauso di
Papa e con suo permesso, sebbene poi co- tutti gli alunni schierati e con torcie ia
stumò sottoscri versi Cristina Alessandra. mano accese.Trovòil palazzo Farnese il-
degl'ml'ermi. Dipoi, oltre all'assiduità del liers Cristiano Augusto d» Sulzback dei
coi leggio prestalo a lei da'primi baroni, Palatini del Reno. Vide ancora il Papa
volleio alcuni di loro e specialmente i nella regina un animo generoso, candi-
Barberini onorarla e ricrearla nel carne- do, forte, nemicodelia vanità edeli'osten-
vale, dandole soninosi trattenimenti di tazione, amalor dell'onesto per la pura
tornei e caroselli, e di poetiche azioni rap- onestà. L'inlellello lo sperimentò mera-
presentate sulla scena con la melodia di viglioso per verità, poiché già in breve a-
eccellenti cantori.econ la vaghezza di me- vea conosciuto le condizioni di rioma,e
ravigliose apparenze.il principe l'amphi- con animo tanto cattolico che ilPapa eoa
Ij le donò un bellissimo carrozzino, e lu sperava quale istromento elhca-
letizia lo
servita daini per 10 giorni continui nel ce per operare santamente cose grandi. Al
carnevale nei suo palazzo al Corso, dov'è contrario lo tenevano in ansietà que'gra-
in una notte si eresse con ben inlesa ar- vi ritiessi che magislralmenle , come ia
chitettura una superbissima loggia tutta tutto, lasciòsciillo il Pallavicino, ed i qua-
di cristallo posta a oro, che prendeva nel- li non senza dispiacere mi è forza evitare
la strada tutta la lunghezza dei palazzo per la dura legge della carta misurata. In
earrivava olla sommila de'lelli: ivi si re- poco solo accennerò, omettendo più u- i
citarono o"ni "iorno vari drammi in mu- lili e morali ritiessi: che il Papa era in ap-
sica, facendo la regina stima singolare di prensione, trovandosi al buio intorno al-
quel principe con nubilissime dimostra- le certe entrate della regina, lullavolta
zioni, come riporla il Bagalla. Le quali era fermo di mai abbandonar quella dia
feste il l'apa le pcriuijc, ma non cuusi- tutto uvea abLaudoualo per Iddio: elio
2JO S V E S VE
conosceva di non [)otersi fidare nell'aiu- propinque e pe'sospetti delle pretensioni
to degli spagnuoli, conoscitore com'era del duca di Modena per Ferrara che do-
dell'animo nobile della regina, incapace vea tener munita, di sovvenir poveri nel- i
«l'abbassarsi a villa, Unito [mìj che sape- la penuria di frumento, di mandar soc-
va esser maggiori i servigi a loro da lei corsi a'cattolici di Svizzera assaltati da-
accoidali sul trono, tIelLe ricevute acco- gli eretici, e minacciato da terribile pe-
glienze e accompagnamento, anzi d' es- ste. Dava ancora pensiere ad Alessandro
sersi essa guardata d'intrinsicarsi co'car- VII in iscorgere nella regina que' difet-
dlnaliadeienti aSpagna,irritata coU'am- ti che fama avea divulgati per zelo di
la
bascialore che tendeva alienarla dai Pa- detrazione, e piìi che in Fiandra le dis-
pa, affine di toglierle ogni rifugio che nelle dicevano in una Roma, si per la minor
l)raccia spagnuole; anco per le preten- libertà ivi conceduta alle donne, si per-
sioni de'grandi di Spagna che in Roma chè la dichiarazione di cattolica ricerca-
cuoprivansi il capo alla sua presenza, il va in lei più modestia e pietà, e di noa
che negando agli altri le avrebbe tolto trattar liberamente co'giovani, essa non
il corteggio che ne ricevea, e accordan- mostrando quella divozione che va con-
dolo disgustava i primi. Con5Ìderava,che giunta con una fede viva, pel suo fallace
se le leggi di Svezia privavano il re di- principio che la virtìx dovesse star lungi
venuto cattolico, della corona, nonde'be- dall'apparenza. 11 Papa nel suo zelo bra-
iii, (piali la sagace regina espressamen-
i mava l'emendazione di questi mancamen-
te erasi riservali nella memorata somma ti, e nondimeno senza toccar il passato,
in uno alla condizione sovrana, onde non per istillarle concelti pii andava dandole
potevasi considerare suddita. Ma d' al- piccoli libri spirituali pieni di sugo, e fa-
tronde avendo la regina ad lunspruck cendole conoscere delicatamente in lutti
scritto al re Carlo X della cambiala reli- i che ninni gratitudine gli sa-
discorsi,
gione, ancora allendeva risposta, [)reva- rebbe più cara di quella che giustificasse
lendo la cupidigia alla gratitudine, an- il da lui fallo e da fusi. Perciò era parco
che per la generale pro[)rietà dell'eresie, d'udienze, e in vece s'ingegnava che con
tutte originale e nudrite dalla rapacità, e più d'efficacia altri l'auimonissero, non
dubita vasi che il re col favore del [»opolo per gloria sua, ma per quella di Dio, col
troverebbe pretesti per dispogliarla del quale avrebbe più merito dire unVveMa-
convenuto, i quali non mancano mai a ria ili palese, che un Rosario in segreto.
chi può salariare molle penne per colo- La regina che nell'altura del suo cervel -
rarli (per mala ventura tuttora vi sono lo sempre mostrò la più grande deferen-
gli scrittori o autori di professione, che si za verso il degno Papa, incominciò a vi-
pongono a stipendio di certi governi, dei sitar più spesso le chiese, gli sottomise le
librai, degli editori, de' gazzellieri, e di regole dell'accademia da lei formata (si-
chiunque voglia compr.ne i loro servigi; no da'24 gennaio, come notai nell'arti-
classe [)oco rilevala di letterati, Che del- colo Accademie di Rom\, insieme al suo
la penna fanno inercalo: dissi a 1:^-
lor scopo e da chi composta, derivando poi
oiiiLTERRA, che Gobbet per denaro scris- da essa la tuttora florida e celebratissima
se contro e in favore della prelesa rifor- accademia d' Jrcadi a, i}e\ìa quale ripar-
ma), ed assoldar molte spade per soste- lai pure a Poesia) per suo diporto, e nel-
profusione, a ipiesla non poteva sopperi- spirituali, con musiche sagre, mescolan-
re il Papa con limitati moiii, e con cre- dovi qualchesermonede'più reputali pre-
scenti e imprevisti bisogni, ed allura co- dicalori. Però nella libertà del tratto l'e-
slrcUo a guardare i coullni per le guerre mendazione era troppo lenta, perchè uou
S V E S V E 2^1
si osaYaapertameiileavvertirla,anco per toa lei per vaghezza di lettere,© dal cele-
1.1 naturale sua focosa vivacità. Tuttavia bre cardinal Decio Azzolini il giuniore
il l'apa veduto che il fruito era di buo- di Fermo, il cui spiiilo vivace, il prodi-
na condizione, quautinique acerbo, con- gioso ingegno, l'eccellenza nella giurispru-
fidava che il lenjpo colla maturità gli da- denza, nel l'eloquenza, nel l'erudizione, nel-
rebbe peifezione. Intanto, contro ogni e- la poesia, [)ercui era denominalo Vnnnila
spet ta zi one della regina,ma secondo quel- ( I ciò allude il rovescio d'una medaglia
la di tulli gli altri, dagli svedesi erasi a coniata colla sua efllgie, e il molto /tJC-
lei confiscalo ogni suo avere. Imperocché pcriits ndeleni), non che il venusto ed e-
quantunque essa nella rinunzia e nella li- legante aspetto, il suo nobile disinteresse,
srrva avesse usato le cautele più oppor- l'amenità gentilissima di tratto, erasi me-
tune, luttavolta non essendosi potuto e- ntalo la sua intimastima, considerandola
sprimere da lei il caso di farsi cattolica, magnanimo mecenate de'Ietterati; la re-
rimase appicco agli eretici che per la se- gina con baldanza come di chi fosse ve-
verità delle leggi ciò avrebbe richiesto nuta a regnare in casa altrui, avea rispo-
special menzione; e poi qualunque lagio- sto ch'ella era tale quale la provavano, e
ne bastava a fjrla rimaner perditrice a- elùdi lei non rimanesse contento si stesse,
vantia giudici tanto sdegnati per lo scor- mentre poi protestava ossequio infinito ai
no del suo generoso ripudio, ardendo essi pontificii cenni. Questo
conlegno ilissimu-
di vergogna e di rabbia che una fanciulla prudenza d'Alessandro VII, gli
lato dalla
da loro eletta a regina, e celebrata quin- pungeva il cuore, perchè gli troncavano
di come una Fallade di sapienza, avesse la speranza di migliorarla, edi recar nella
condannato la loro religione per cosi ma- vita esem|)Iare di lei unsi gran lustroalla
nifestamente saciilega, che a fine di la- Chiesa. Ella dunque benché si staccasse
sciarla s'indusse eziandio a ripudiarla co- con pena da Pioma, grato albergo d'animi
rona; onde la dichiararono decaduta d'o- grandi, e di più vedesse quanto poco le
gni ragione, e privarono d'ogni entrata. rimaneva da confidar ne* suoi svezzesi,
Cristina rimase stordita da questo col- nondimeno si propose di far l'ultime pro-
po, come (|uella che abborrendu qualun- ve, con recarsi in .\trburgo città vicina
(pie ombra di servitù o soggezione, non alla Svezia e conforme di setta, e quivi o
sapeva abbassarsi a vivere dell'altrui. IVon per via di lettere odi parlamenti ingegnar-
sarebbe stato inflessibile conlultociò l'al- si qualche compenso de'suoi
di venire a
tierosuo animo a pigliar f|ualche sovve- alfari, bramosa di ricondursi poi in R.oma,
nimenlo dal Papa come da principe dif- ma come a stanza d'elezione, non (|ual ri-
ferente dagli altri, ed a cui tutti s'inchi- covero di bisogno. l'ei tanto signi fico al Pa-
nanoqual padre cumune;nondimeno pro- pa la sua deliberata partenza, tacendogli
vara due ritegni dal chiederlo, come
s'i per vergogna la sua sopravvenuta po-
d'acceltarloseoiferto spontaneamente, co- vertà per le mal consigliate spese. Ales-
noscendo la deficienza dell'erario puiili- sandro \ II preso ila meraviglia da im- s'i
fìcio e le suddette condizioni in cui tro- provvisa risoluzione, dubitando che ciò
va vasi il governo, e neppure ignorandole fosse occasione di variamento nella fede,
mormorazioni fitte per lo speso nel suo procurò di deviarla da tal pensiero; ina cl-
ricevimento. Altro ritegno derivava dal 1 fissa nel suo proponimento l'assicurava
1
sapere, che dalla circospetta equità e pro- che solo urgente e onesto rispetto la muo-
bilùd'Alessandro VII, non venivano pun- \ea a qucldisagio,onde il Papa per schivar
to approvati suoi leggeri costumi; anzi
i ogni on)bra di violenza non insistette. La
quando il Papa glien'avea fitto gettare regina quindi gli chiese qualche galera
alcun mnttu da «jinilche religioso accel- per navigar u Marsiglia, giacche i passi
25a S VE S VE
terrestri erano chiusi per sospetto di con- clesiastici e fatto legato nel di lei ingresso
tagio. Rispose il Papa, che siccome non in Roma, sebbene allora i suoi giovanili
poteva ritenerla, COSI non doveva coope- costumi fossero più reprensibili della re-
rare alla sua andata in paese luterano. Il giua,sperandosi ch'essa per la provata de-
che costrinse la regina a recarsi da lui, e ficienza dimettesse il fasto e il capriccio.
manifestargli la necessita di partire, senza PSoii avendo bisogno il bell'animo d'Ales-
spiegargli cosa intendeva opei are, bensì as- sandro VII d'altri molti stimoli per eser-
sicurando lo eh e risulterebbe a servi o
"io del- citare la beneficenza, nel convenirvi per
Ja fede cattolica, .'
ralfermandogli il certo diversi riflessi richiese 3 condizioni: lai
suo ritorno. Allora il Papa per non irri- che la regina in obliqua maniera lo ri-
tarla con aperta diflldenza, mostrò con- cercasse; la 2. ^per assicurare permanen-
fidare nella sua fermezza eie consentì l'u- temente il sussidio, che si accordasse col
dandone parte a cardinali
so delle galere, consenso del sagro collegio; la 3. ' che Cri-
Per la sua prodigalità avea
in concistoro. stina si disponesse a vivere in modo più
impegnato tutte le gioie, e non le restava lodevole a se, e più onorevole alla s. Se-
uno scudo per intraprendere il viaggio; de. Portate queste a cognizione della re-
perciò la necessità vincendo la vergogna, si gina, e laS/" con soavissime forme, con farle
fece violenza in domandar soccorsosi Pa- riflettere che tutti gli occhi del mondo era-
pa, impegnandolo a far siche alcun noer- no fissati in lei, come uno de'più ragguar-
cante le prestassedenaro con promessa di devoli oggetti che fosse in terra: questa
restituzione. Tutto ritleltulo, Alessandro dolce ammonizione riuscì cruda alle sue
"N li pieferi di rimetterle segretamente in orecchie, sdegnando d'essere ripresa e pre-
dono per un religioso di comune conli- cipLiamente dal maggiore, onde scoppiò
denza, una borsetta eoa alcune medaglie in impeti d'iracondia. Deposta poi la col-
d'oro e argento, esprimenti la sua entra- lera, e con maniera digran riverenza e
ta in Roma in mezzo a due cardinali, colla andò a licenziarsi dal Papa. Lagii-
affetto
porta Flaminia adorna della nuova allusi- mòquivi di tenerezza, né recossi a vergo-
va iscrizione, oltre una polizza di 10,000 gna esser veduta piangere dall'anticame-
scudi, invocando scusa per la pochezza ra; uscendo usò più affettuosi ringrazia-
i
del dono, a motivo della nota angustia menti, chiese supplichevole al Papa la be-
dell'erario. E' indicibile quanto la regina nedizione per l'articolo di morte, il pregò
si mostrasse compresa e del benefizio, e di perdono de'commessi errori, e gli ob-
della maniera per cui cerca vasi d'occultar- bligò la sua fede al ritorno. Alessandro
lo, onde nel ringraziare pianse due volte. VII corrispose con iuesplicabilegentilez-
jNon mancavano frattanto alcuni d'opina- za, si mostrò desiderosissimo del suo ri-
re,che per dignità della s. Sede si convenis- torno, e le offrì 4 galere per Marsiglia o
sedarle un annuo assegno\^di scudi24,ooo altro luogo, corredate splendidamente e
secondo alcuni) per vivere in Ptoma.enoa lautamente di vettovaglie. L'ultima fun-
esporla alle tentazioni dell'indigenza, 0- zione della regina in Roma, fu pigliar con-
scurando quello splendore che l'eroica sua gedo da'principi degli Apostoli nella ba-
conversione avea recato alla nostra fede; silica Vaticana, ove la ricevè l'arciprete
tanto più che il cardinal Barberini, vi ven- cardinal Barberini, che nella messa la co-
ie lo zio Urbano Vili, avea dato grosso municò colla sua gente. ìVel dì seguente
e diuturno sowenimentoaFeLlerico land- 18 luglio 16 56 mosse per Palo (di cui
si
gravio d'y^ii;(2j il quale nella conversione parlai nel voi. XLVlII,p. 264), allora de-
non avea lasciato nidla in confronto di Cri- gli Orsini, ove l'attendevano le galere e
stina sua cugina, e in cui colla [)orpora un sontuoso ricevimento a nome del Papa.
gì; erauo stati cumulati pingui bcueilzi ec- Quindi ella gli scrisse una lettera amore-
,
S VE S V E 253
Tolissima e d'ossequio, e sciolse versoMnr- busto da p?sa cagionalo, e nella quale A-
sigiia. Alessandro VII poi a' 24 luglio in Icssandro \'II ree eminentemente be-
si
y.'iX S V E S VE
terminò ad alhnitanaiia in modo civile consolabile e trafitto di dolore. Passaro-
e accelerare la sua partenza per Ambur- no due mesi primachè Cristina si facesse
go. Dell'onoranze ricevute in Francia se rivedere a Parigi: vi fu minor premura
neleggeun saggio in questi due opuscoli. di vederla, e le vennero prodigali meno
De i'Escalopier, Relalioii de ce qui s'est incensi; ella n' ebbe però da una donna
passe à l'arrivce de la reine Christine à di spirito, dalla De la Suze, che avea ab-
Essoivie, Parisi 656. Enlrce de Christi- bandonalo la credenza protestante pres-
ne reine de Suede, Parisi j6. Nel 1637 soché in pari tempo ch'erasi separata da
ritornò in Francia e le fu assegnato il pa- suo marito, per evitare di vederlo, diceva
lazzo di Fonlainebleau, che fu testimonio Cristina, in questo mondo e nell'altro! Ap-
One del marchese Gio. Rinal-
della tragica pena Cristina otteunc il permesso di re-
do Monaldesclii orvietano suo gianscu- carsi a Compiegiie, in cui dimorava la cor-
diere,cheavea goduto dell'intera sua con- te, parli di Francia ne'primi giorni della
fidenza, e cui a vea rivelato i suoi piìi inti- quaresimai658 per tornare in Pioma. Il
mi pensieri, anzi secondo alcuni suo aman- Papa tipo di prudenza si regolò con sag-
te. L'accusò la regina di perfìdia e tiadi- gezza , zelo e generosità. Dimorando iti
mento, e ris(}lse di farlo morire. Ordinò Piouia, Cristina ebbe nuove poco soddi-
a Lodovico Santinelli pesarese capitano sfacenti della Svezia, donde non poteva
delle sue guardie di f irlo uccidere, e peri ricevere le sue rendite, anche per soste-
quasi alla sua presenza nella galleria dei ner Carlo X la guerra con Danimarca e
Cervi1*8 o IO novembre, segnando una Polonia, come poi dirò. Morto nel 1660
macchia indelebile alla memoria di Cri- Carlo X, la regina intraprese un nuovo
ha la Relation de la niortdu niar-
slina. Si viafTiiioin Isvezia sotlo colore di voler re-
no
(juis de lìlonaldeschi grand écuyer de golare le sue faccende economiche; ma si
Christine de Suède, par le p. Le Bel Ma- scorse in breve ch'ella nutriva altri pro-
thurin, dans le Recueil de diverses Pic- getti e che piangeva quel trono, dond'e-
ces curieuses pour servir à l'histoire, Co- ra discesa pochi anni prima con fastosa
Iognei664. Quantunque la regina cer- indifferenza: in tal modo si verificò la pre-
casse di palliare la sua crudeltà, con dar dizione fattale dal cancelliere Oxenstiern,
parte al cardinal Mazzarini della morte ch'ella si pentirebbe del passo falto.II prin-
di Monaldeschi, come seguita in rissa col cipe reale Carlo XI essendo fanciullo, el-
Santinelli, pure essendosi saputo il fatto, la fece intendere che se venisse a morte,
fu detestalo da lutti e le conciliò la pub- aspirerebbe alla corona; ma silfatla idea
blica odiosità, per cui rimase esposta a mil- fu male accolta, e le si fece anzi sottoscri-
le censure. Onde fu detto argutamente, vere un alto formale di rinunzia, pare con
ch'era una regina senza regno, una prin- decorosa pensione. Altre contrarietà re-
cipessa senza sudditi, una generosa sen- sero il suo soggiorno a Slockholm poco
za soldi, una politica senza ragione ili sta- soddisfacente e l'indussero a partire. In-
to, una formidabile senza forze, una no- tanto aspirando di farvi ritorno, reffelluò
vella cristiana senza fede, una fabbra del- nel 1666; ma avendo risaputo che non
la propria rovina, che faceva conoscere al le sarebbe accordato il pubblico esercizio
mondo che vi vuole ma^^ior viilùetaien- della sua religione, partì avanti d'arriva-
toa viver beneda privata nell'Europa me- re alla capitale, e soggiornò alquanto iu
ridionale, che 9 fare da regina nelle geli- Amburgo. Nel 1 668 avendo Giovanni II
limanenle de'suoi giorni, riassmnemlo In scrisse alla sua celebre accademia, nella
ciilluia delle leUeie e delle arti, che di- quale soltanto ammetteva il fiore de' let-
nuì il dispiacere della perdita del suo ma- gli del bel numero uno. Crescimbeni an-
gnanimo benefattore. Però Clemente IX cora co'piìi splendidi epiteti celebra la
Altieri. Celebrando questi V/fnno santo romana per formare l'accademia, tra i
1675, a quell'articolo notai chele regina quidi diversi gesuiti, e il suo regio segre-
si trovò presente all'apertura della porta tario barone Michele Cappellari di Bel-
santa, e più volte fu veduta in abito di- luno, antenate di Gregorio XVI, di cui
messo salire ginocchioni la scala santa bene scrisse il conte Florio Miari bellu-
piangendo di compunzione, il che riuscì nese, nel Dizionario storico-arti &tìco-let-
di molta edificazione al popolo, avendo terario Bellunese, rimarcandone la dot-
pure somministrato ragguardevole som- trina, i pregi e le opere; fra queste (pia-
ma pe'pellegrini. Rilevo dal contempora- lifìca di famoso il poema eroico la Crì-
neo Ricci, De giubilei universali p.3i8, stianiade,\nhto\nlo Christinas,si\'e Chri-
l'atto di Crislina di gran venerazione per stina lustrata , in XII libri, Veuetiaei 700,
Clemente X. Avea la reqina onorato nel e nel quale descrisse le di lei gesta, repu-
suopalcoalc(uii signori d'ollremunte, tra* talo degno d'essere dedicato a Innocenzo
quali un cavaliere acattolico, che n«i vo- XII rimunerato dal successore Clemen-
e
lendosi inginocchiare all'arrivo del Papa, te XI. Crescimbeni magnificando pure la
.'
la regina glielo comandò; epercliè alla i nobilissima sua corte, racconta come in
\olta non ubbidì, reiterando l'ingiutizio- questa con generose e mensili provvisioni
ne, lo minacciò che se non ubbidiva a- teneva Cristina molti tra'primaii scien-
vrebbe ricevuti disgusti e si sottomise. , ziati e artisti, siccome gran protettrice e
Clemente X col breve Circitmspecta, dei maesira di essi, istruita in tutte le scienze
25 giugno 1673, la dichiaiò amministra- e nelle bel!e aiti, ilonna the colla sua ec-
trice della chiesa nazionale e annesso o- celsa mente fu al di sopra del suo sesso,
spedale di s. Lova-
Brigida. IVel passar di avendo illustrato legni, la i scienza, la re-
niOji gesuiti tentarono d'invogliarla a me- licione. Così il suo vasto inqeqno valse ad
ritarsi un posto eguale a quello della san- esercitare non lieve influenza sull'italia-
gradiva d'averlo piuttosto nel coro de'Iet- vere gonfio e lezioso, che a quei dì era
terali.AClementeX a*2 1 settembre 1676 tanto in voga, come leggiamo nell'ofiere
successe Innocenzo XI Odescalchi, il qua- e composizioni poetiche di quell'epoca. Di
leavendo nominato mg.rAlbani, poi Cle- Sovente correggeva componimenti
i vari
mente A'/, segretario (ìe'Bm'i, la regina che le presentavano, onde valse a ricon-
gli scrisse quella gratulatoria che accen- durre la poesia e la pro*a sulla via del buon
nai in quegli articoli. Dipoi nel i G88 l'a- gusto, ^iulladimeno in mezzo a tante pa-
256 S VE S VE
cificee geniali occupazioni, brillando qual l'avesse fatta nascer donna, e radendosi
stella nel (ìrmanienlo di que'che sanno, perfinola barba, poco meno degli uomini
pel singoiar conlraslo di sua natura, l'in- che invidiava; volava a cavallo come un
qiiietitndine e l'affanno non cessavano di uomo, e si giunse a crederla ermafrodito.
perlurbarla.VoIeva prender parte a'gran- Un giorno il medico Arligur le doman-
di avvenimenti, e far mostra d'influire sui dò perchè le f jssero talvolta moleste tut-
destini del mondo. La disputa insorta nel te le lodi chea lei si facevano. Rispose: Che
pontificato di Clemente X, per la fermez- l'aniiggevano perchè le destavano il disgu-
za del cardinal Palazzi Altieri, in propo- stoso pensiere del suo stato femminile,
silo delle abusive franchigie immunitarie sentendosi chiamare la decima Musa, la
sui p^/«zzij che descrissi a Immunità^, la Saffo novella, la gloria dei sesso; quindi
tenne con ansia lungamente occupala; e amava di travestirsi spesso da uomo. Cri-
in difesa de'minislii di residenza del cor- stina sempre si dolsedi non essersi trova-
po diplomatico offrì la sua mediazione a ta in una battaglia, alla testa d'un'arma-
molle potenzeche pretendevano sostener- ta. Osserva Cancellieri, che non è da me-
le, ma trovarono un insuperabile propu- ravigliarsi che gli uonuni grandi del suo
gnatore nel venerabile Imiocenzo XI, il lempoambisserodi venireammessi al suo
quale nella sua mansuetudine e saviezza servigio, essendo essa la maggior prolet-
si contentava rispondere a coloro che gli trice di tutti letterati; perocché essendo
i
16S7, Ron)eiG88. Nel 685 quando da 1 minose del suo favore, soccorrendoli ge-
Luigi XIV fu rivocato il funigeralo edit- nerosamente ne'bisogni. Molto si adope-
to di Nantes, scrisse a Terlon acnbascia- rò con Clemente X e Innocenzo XI per-
tore di Francia in Isvezia una lettera, in chè fosse chiamato in Roma il doltisNÌmo
cui disapprovava l'energiche determina- iV^om, creato poi cardinale da Innocenzo
zioni prese contro i protestanti, per cui XII; onde non è meraviglia che -Io stesso
ironicamente fu motteggiata da liayele, porporato, grato alle di lei beneficenze, la
proverbiando la lettera, residuo di s[)iri- chiamasse Saeculi decus et niiraculnnt.
lo protcslanle, il che è calunnia. Già no- 11 Cancellieri dice aver veduto nella Bi-
tai che l'emporio di erudizioni contenule hlioleca Albani 8 gran volumi, ove n'e-
\
in Cancellieri comprendono ancora quel- sistevano molli altri de'suoi carteggi, e ri-
S V E S V E 257
venne un Liceo a'fìlosofi, un'Ar-
riei'a,e di nehtdae possimi. 11 p. Mabillon lodò le ra-
cadia a'poeti, ed ancoun'Accndeoìia agii re doti di questa insigne pi incipessa, e la
aitedci, sede delle muse, delle ai li e della sua biblioteca ricca di ?. i 4 > antichi mss.,
sapienza. Ancor essa dilellavasi di e-icrci- oltre i scelli e rari volumi, di cui l'Olste-
tarsi nel verse^'giaie in lingua italiana. nio fece il catalogo. Ve n'erano pure de-
Suo fu il disegno del poema pastorale Eii- gli acquistati dalla libreria del cardinal
dimione, dato ad Alessandro Guidi, vit- Mazzarini. La diminuzione loro dal mag-
tima d'un errore iWSlampa {/^., eppure gior numero che prima possedè va, deve at-
disse un poeta: Prato guininiai non fu tribuirsi alla confusione di sua partenza,
sleril ili fiori - Ne stampa fu giammai a'rapiligli da alcuni quanto dotti altret-
senza gli errori)j e volle inserirvi pa- tanto indegni letterali suoi amici, e prin-
reccliie ottave da lei composte, e distin- cipalmente dal Vossio, che mancante di
te di virgolette. Gli die ancora l'idea di onestà, come altri incaricati degli acqui-
una composizione in onore di Giacomo sti, non poco ignobilmente abu-
in questi
II re cattolico d' Inghilterra, ed in que- sò. Le furono rubati anche non poche me-
sta ancora vi aggiunse alcuni versi suoi. daglie e cammei. Ne'tasselli de'libri della
11 trasporto di Cristina per le auticlii- biblioteca di Cristina, essa vi fece impri-
tà, le fece intraprendere uno scavo nel- mere il motto: Ad uswn Reginae. Fece
la piazza di Termini o Terme Dioclezia- ancora la più doviziosa raccolta di qua-
ne, veduto dall'Escliinardi e dal Ficoro- dri, ed il p. Silos nella sua Pinacoiheca
ni. In mezzo però agli altri studi lodevoli pubblicò 39 epigrammi, che descrivono
delle scienze, delle belle lettere, dell'eru- altrettanti quadri della sua galleria. Rac-
dizione, si occupò ancora di quello vano colse pure medaglie, ed il Cavielli pub-
e inutile dell'alchimia, di cui la fece invo- blicò: Index, seu catalogns numisniaiuni
tarsi di scrivere de* motti arguti e delle jae I 'jf\.'i; N. Galeotti, /17<iV(ieM'/i Odescal-
sentenze ne'margini de'libri, che leggeva chiuni, sive tìu'.saurus anliqnaruni geni-
nelle lingue in cui erano scritti, cotue po- martini, Piomae 7 1 ì 1 (nel voi. XLIV, p.
liglotta e posseditrice della cognizione di «So e8 1 notai, che le collezioni di gemme
molte lingue, benché per l'ordinario se ne e medaglie di Cristina, acquistate da'Papi
creda di avanzo per ogni donna anche u- dagli Odescalchi e riposte nella Bibliote-
Ila sola. Quindi se[)pe leggere ne'loro o- ca-Vaticana per la repubblica francese
,
l'iginali greci Tucidide e Polibio, in un'e- andarono disperse, insieme alla collezio-
tà in cui appena se ne saprebbero logge- ne di medaglie d'oro e argento da Gusta-
re le traduzioni. Perdimoslrarela sua su- vo donala a Pio Vl.coll'efllgie di tut-
III
periorità d'animo ad ogni vicenda, scris- ti isovrani e uomini piìi celebri della Sve-
se in un L. Anneo Seneca degli Elzeviri: zia). Queste raccolte e (|ueste 0[»ere assai
A(U'e.rsus virtulem possunt ralanntatcs giovarono agli studi degli antiquari e de-
ilamna ti injariae, (juod advtrsus solein gli artisti, e sono ulteriori monumenti del
VOL. LXXl.
2)8 S V E S V E
fiivoie prestalo alle belle aiti dalla gran tanto conto della verità, non sempre gra-
tloniia.L'ovv. Zappi nell'ingegnosa Ora- dita alle persone del di lei grado! Rispo-
zione sulle belle arlì,c.(i%\ lo rilevò nel 70 i: i se ella: Lo credo; ciò proviene dal non
« Cliitli noi nonlia veduto Cristina Ales- essere tutte le verità di marmo
Tra le !
sandra, la gran reina degli svechi, allor- feste piìj solenni, datedal grandioso e ma-
( he portandosi a visitare il Bernini, e ri- gnifico genio della regina nel palazzo Ria-
gnanima donna un lembo di quel ruvido invialo a Innocenzo XI: chi ne ha vaghez-
gran rcina de' goti una generosa discolpa na a un trattamento regio, in ogni circo-
di fiueiringiuiie,che un tempo ferono a stanza esigeva le più gran distinzioni, co-
SI belle arili suoi anlithi vassalli". Quin- me rilevasi dalla slampa: Prospelto e ni)-
di assai prima di lui mg/ Agostino Fa- paralo del palco, nel quale si rica-e la
voriti, ne' 3.3 esametri che fece incidere regina Cristina (li>7vezia ne' giorni di car-
intorno allastatua di marino pario, posta nevale ^ per vedere il corso depalii, e la
da Giulio II al fondo del con idore di Bel- comparsa delle nia<ichcre disegnato e in • ,
parlai nMusEO Vaticano), l'introdusse a cipe Condè, che avea sempie amojiralo,
parlare colla regina Cristina dicendole ,
scrisse alla Scuderi ,
per indurla a c<'le-
mirare gli avanzi preziosi dell'opere grc- la. Alcuni anni dopo, a' 19 aprile iG8f),
elie, risparmiati dal furore della sua gen- dopo aver vissuto anni, e 4 bi-
piìi di (i3
ro bellezza. Quando nel 1680 Innocenzo mera nel palazzo Corsini, in cui terminò
XI nel dì seguente alla morte di Berni- la sua gloriosa carriera, spirò la grande
sole in una mano, e con un piede sopra tava, non tanto per veileila, sinché vivea,
un globo, che viene scoperta dal Tempo. quanto per esser veduto e l>eneficalo Quel
Il cardinale che l'accompagnava, disse : l'anima generosa rimunerò quanti ebl>c
Iddio sia lodato, che vostra Maestà facci.! presenti, ma ncn ebbe già piesenie AIcs •
S V E S V E 2%
s.inilio, clic in dispaile piegando il cielo pompa funebre del trasporlo da delta
per Io felice passaggio dulia sua insigne chiesa a s. Pietro in Vaticano, con nume-
benefalliice, non ebbe cuore s'i merce- rosa e magnifica cavalcata, con tutti i so-
nario e inferessato da prosliarsi alla mo- dalizi, il clero regolare, la famiglia del Pa-
ribonda, per iuipetrarne soccorso alla sua pa, tra un concorso immenso di popolo;
allora al)baiidoiiata , ed ancbe angust i venendo deposto il cor[»o nella navata di
fortuna". Quindi passa il Cresciinbeni a mezzo delle s. Giolle\ alicanedalla parte
nai rare,comeCrislina morì cristianamen- dell'epistola, ed i suoi precordi restano vi-
te con eroici e pii sentimenti, consolando- cini a quelli di Benedetto XIII. Nello sles-
si colla speranza che fosse passata a mi- so 16S9 furono Roma: 7«-
pubblicati in
glior corona sul paradiso, come quello che fermità, morie, funerale della R. M. di
ne aven meritato l'estimazione. Dopo il Cristina Alessandra regina di Svezia. In
sin qui detto, e senza asconderne difet- i Venezia : A. de Malangonelli de A mado-
ti, vanno Ietti con molta cautela que'bui- ri,In funere Christinae GotJiorum,P'an-
grafi che ne appaimarono la gloria, forse daloruin, ac Svecomni rrginae panegy-
anche per l'eroismo di sua coiiversioneal- ricus. Nella basilica Vaticana, dopo la cap-
la vera cbiesa, che indispose e mosse l'a- pella dellaPietàe vicinoa'quella di s. Se-
stio degli scrittori d'opposta religione. Es- bastiano, Innocenzo XII ordinò e Clemeu-
si e 1 loro copisti la dipinsero di bizzar- te XI compi un nobile cenotafio alla re-
ra e ineguale condotta, singolare nell'ab- gina, con disegno del cav. Carlo Fonta-
bigliamento, onde tanto più si mostrava na: i putti li scoI[)'i Lorenzo Ottone, e Gio-
donna quanto più aifeltava di non appa- vanni Teudon fiancese il bassorilievo e-
rirlo. Se la confessano protettrice delle sprimente la sua solenne abiura fatta iu
lettere, l'offendono indegnamente, come- Innspruck; ornali in bronzo dorato e
gli
chè avesse riunito l'estensione del genio il gran medaglione simile del peso di 5ooo
di Giuliano, e il carattere benefico di Me- libbre col suo ritratto, furonofusi da Gio-
cenate. Rimarcano un contrasloe un com- vanni Giardini. Per singoiar coincidenza
plesso di fierezza e grandezza d'animo, di di contro è il monumento sepolcrale di
franchezza e di dolcezza, d'orgoglio e di Leone XII, eretto da Gregorio XVI, il cui
vanità, di durezza e di vendetta. Che il ascendente fu intimo segretario di Cristi-
grande, straordinaria, e che eccitò stupo- monumento non ancora terminato, e dai
re. Cristina lasciò molle opere di poca critici fu trovato di cattivo gusto, onde il
mole, che nella più parie pubblicò Ar- Fontana pure acremente censuralo per
fu
chenhoIznellesue.l/ewJonVjnel lySi.Tra aver dichiaralo al committente Innocen-
esse vi sono le inflessioni sulla vita e a- zo XII chela spesa non avrebbe supera-
zioni d' /llessandro il Grande, ch'era il lo 3ooo scudi, mentre il solo medaglio-
suo eroe; e le fllemorie della sua i'ita, de- ne e gli ornati ne costarono jooo; osser-
dicate a Dio, e nelle quali se giudica con vandosi inoltre, che con minor sptsa si
imparzialità notabile. 11 suo coi pò con so- poteva fare più magnifico. Mg.r France-
lenne pompa fu trasportato pe' funerali sco Bianchini, nel t. 2, p. 23 1 de'suoi O-
alla chiesa di s. IMaria in Vallicella dejì- puscoli, Roma
754) illustrò il Deposito
I
quie e deporre nel tempio di s. Petronil- zione eroica, il di cui tempo viene indi-
la della basilica Viiticaua,conepitallloclie calo da un segno del zodiaco dipinto sul-
riporta. Poi ricorda il nobilissimo monu- la volta. La Gloria poi fibrata sulle sue
mento sepolcraleedifìcalodaUrbauoV III ali, impone un diadema sulla fronte del-
nella medesima alla gran contessa I\Ja- l'eroina. A Cristina furonoconiale 36 me-
//7^/ejaiagnanima e munifica eroina di s. daglie (descritte da C. R. Berchius, Se-
Chiesa; quello da Sisto IV eretto in s. Ma- rie Nuniisniatuin ineniorialiiini, regnan-
ria d'Araceli a Caterina regina di Bosnia te , vÌK'enleque Ckriuina cusoruni ; e da
(di cui anche nel voi. LXVll, p. 43, ri- Elia Brennero , Thesaurus nunimoruni
parlando della Bosnia), e quello che fu si'eco-gotkicoruni vetuslusj e nell'appen-
dallo slesso Papa ordinalo per Carlotta dicu alla Biblioteca Firmian, contenente
regina di Cipro e d'Armenia nella basi- la Haccolta delle medaglie d' uomini il-
lica (a Sovrani pallai de'venuti e morti lustri, MilanoiySS) onor suo con di-in
inIloma,e dellesplendide beneficenze ri- versi rovesci e iscrizioni. A indicar quan-
cevute in ogni tempo dalla magnanimità to fossero grandi le idee di questa donna,
de'Papi veri padri comuni). Per ultimo quella battuta dopo la sua rinunzia ha la
celebra Innocenzo XII pel vago e magni- leggenda: Parnaso vale più del Tronoj
fico deposilo decretalo a Cristina figlia altra col suo busto nel rovescio ha la sfe-
ubbidiente della chiesa romana, portan- ra terrestre col mollo intorno: Ne mi bi-
do alla religione e a Roma, e ricevendo sognarne mibaslaj altra quasi simile col-
da esse altrellanto di splendore, quanto le parole: Non sufjlcil. Nella sala de'Con-
di spavento e stragi le recarono le bar- servatori di Roma in Campidoglio esiste
Lare nazioni de'goti e vandali che piìi vol- il suo busto in marmo bianco con iscri-
le infelicemente saccheggiarono l'alma zione, descritto dal p. Silos con due epi-
città. Encomia i gran talenti e virtù sin- grammi. 11 Cancellieri riporta molti scrit-
golari di Cristina, la sua grandezza d'a- tori di sua vita, o che ne magnificarono
nimo culla (juale sì fece temere e amare; le gesta, o descrissero gli aneddoti eie no-
la sua applaudita conversione e venuta iu tizie. Nel suo testamcnlo rogalo il ."niar- i
Roma, Iriout'anle dell'umane grandezze, zo 1 68c) istituì la Regina suo erede uni ver-
SVE SVE 261
salissimo e fiiluciarìo il cardinal Azzolini lo ex regiis Chrisiinae thesaiu'ìs. Dal no-
(che in una lettera cliìacuò il mai^giorcar- raedel Fapa odal 2. "della regina, la stan-
cliiiale e il maggior uomo tlel mondo)"»! za ove fcuono disposti codici fu deno- i
quale per !e sue incomparabili qualità, per minata Alessandra, e poi ornata di pit-
i meriti propri, e per quelli che si è ac- ture da Pio VII, come si legge nell'iscri-
quistato con noi, nel corso di tanti anni, zione che vi fu posta. Come ognun ve-
dobbiamo questa dimostrazione di aifet- de, per compiere le cronologiche notizie
to, di stima e di gratitudine". Narra Can- della tanto celebrata Cristina, preferii di
cellieri, ch'egli seppe meritarsi la sua gra- non interrompere il filo di quelle della
zia, mentre stava nel collegio dementi- Svezia e de'suoi successori, che ora vado
no (.WSomaschi, con questo tratto di spi- a riprendere.
rito. Trovossi colla sua camerata tneutre Carlo X assunto al trono della cugina
la regina smontava a s. Luigi de'fiance- nel 654, avea appreso l'arte della guer-
1
si. Avendola veduta imbarazzata per non ra dal famoso generale,Torstenson che a-
sapere ove posare il piede, per esser la stra- vea il supremo comando degli eserciti sve-
da imbrattala di fango, egli prontamen- desi in Germania, e si educò a quell'atti-
te si tolse il suo mantellino nero e grazio- vità militare colla quale segnalò il suo re-
samente lo distese per terra, allinchè vi gno, essendo stato fatto generalissimo nel
passasse sopra, come fece, alTezionandosi 1648, quando poco dopo si seguo il trat-
fin da punto a sì obbligante e ama-
qu(-l tato di Westfalia. La prudente e mode-
bile giovinetto. Tanto riporta Cancellie- rata sua condotta, e il suo accorgimento
ri; nondimeno mi permetterò un riflesso, gli conciliarono la stima di Cristina e ac-
oltreché già dissi che Azzolini era cardi- celerarono il suo innalzamento. Strinse
nale quando venne in Roma la regina. A tosto le redini del governo con mano fer-
quest'e()ota essa avea compiti 29 anni, e ma e sicura, avenilo le qualità e i talenti
il cardinale ne contava 43! Nell'istesso an- necessari per seguir le orme di Gustavo
no iG8c) il cardinal Azzolini e Innocenzo 1.1 Adolfo suo zio, per sostenere la Svezia
XI seguirono la regina nel sepolcro, on- a quel grado di potenza e gloria cui era
de il nuovo Papa Alessandro Vili Olio- giunta. 11 suo regno fu una serie d'impre-
boni, come già rilevai anche a Bibliote- se ardite, di gesta notabili, d'avvenimenti
ca Vaticana, e riparlando di questa a straordinari. Giovanni II Casimiro re di
Stamperia Vaticana, a impedire che gli Polonia, uscito per SigismondoIII suo pa-
eredi del cardinale e il prelato Azzolino dre dal sangue de'Wasa, mosse preten-
suo nipote nell'alienarne le sostanze, si di- sioni alia corona di Svezia, e proteslòcou-
speidesse la preziosa libreria della regina, tro la sua elezioue qual successore di Cri-
l'accjuislò per la modicissima somma di stina,Le intraprese negoziazioni non po-
8000 scudi d'oro, e prelevali lutti i libri terono ristabilire l'armonia, e non fecero
stampati e 100 codici, che donò al proprio che inasprire gli animi. Carlo X alleatosi
pro-nipote cardinal Olloboni (dal quale col principe di Ti-ansilvania, nel 1 65 J in-
poi passarono alla Biblioteca Vaticana ,
vase la Polonia, e disfatti polacchi in mol-
i
a riconoscersi vassallo della Svezia. Es- potere de' goti, senza però distruggere i
sendosi parte de'polacchi sottratti dal suo monumenti delie scienze e delle arti. Di
giogo, con nuove vittorie lisottomise,coin- spirito illuminato, parlava molle lingue,
j)eusando l'elettore che l'a vea aiutato col proteggeva i dotti e s'mlerteneva fimi-
renderlo indipendente dalla Polonia. A- liarmente con quelli che sovente aduna-
vendo il czar Alessio fatte alcune scorrerie va intorno a se. Era fiero e nobde, e pre-
inlsvezia,gli furonocedutediverse fortezze tendeva di ristabilire in Isvezia il dispo-
l'd acconsenti nel 1 658 a una tregua. I suc- tismo. Gli successe di 5,o
il figlio Carlo XI
cessi di Carlo X avendo ingelosito la Da- megliodii5 anni, sotto la tutela della pro-
nimarca, e intimorito Francia e Inghil- pria madre Edwige Eleonora d'Holstein-
terra, lai. 'attaccò la Svezia, onde il re dal- Gottorp, e d'un consiglio secondo il pa-
la Polonia corse a respingere i danesi, in- terno testamento; ma a (|uesto gli stati so-
ciò CarloX non era soddisfatto, ed aspi- za con Inghilterra e Olanda per osteggiar
rando a unire la Danimarca alla Svezia, Luigi XIV; ed il re si dichiarò per Fran-
o almeno indebolirla per non più temer- cia, e fece occupar la Prussia per esser-
ne, con pretesti si presentò all'assedio di si dichiarata contro di essa. Ma l' elettore
Copenaghen, ma fu lespinto, mentre la Federico Guglielmo il Grande, àa\ Pieno
sua flotta era messa in disordine dalla da- portatosi contro gli svedesi, li sconfisse
no-olandese. Lasciata Copennghen bloc- compiutamente. Allora idanesi per ricu-
cata, si recò in Isvezia per soccorsi, ma la perare il perduto penetrarono in Isvezia,
morte d'un tratto lo sbalzò in Gotheni- venendo battuti dal re nel 1677 a Helm-
Lurg nella tomba a'aS febbraio 1660. E- stadt, nella famosa battaglia di Lund, a
gli ambiva l'impero del Nord, e voleva Landscrona, onde evacuai ono il paese in-
ampliar la monarchia svedese fino all' O- quietando lecoslccogliolandcsi,i quali poi
ò V K i> V E ^f,^
pel trdllato di Nimega cessarono le osli- iiaiize ridotte a più solida condizione, le
lifà, e Francia cosliiiise gli altri nemici di scienze, le lettere e l'arti ottennero gran-
senato che divenne il suo consigliere, D)sn- re f-inomeno del solstizio,e nel seguente
ii
tre prima era un magistrato interposto tra iir.no vi mandò due matematici svedesi
esso e i rappresentanti delia nazione. Rin- p.M- importanti osservazioni, di cui pub-
novata r alleanza con Fiancia, Carlo XI blicarono risultati. Carlo XI non era do-
i
risolse di restar neutro alle guerre che po- ta to del le bri Hauti
qualità chea vea no reso
tevano insorgere tra gli altri stati d'Eu- luminosi molti de'suoi predecessori, e seb
ropa, indi ridusse il senato a non essere bene la sua educazione era stala negletta,
che il consigliere del principe, e i senatori avea ricevuto dalla naluiagiuilizio retto,
a non aver cheli volo consultivo, ed in una ragione maschia e forte. L'esperienza e l'u-
dieta straordinaria il clero, i cittadini e more dell'applicazione svilupparono tali
gli agricoltori, per umiliar la nobiltà che disposizioni, e dieron» loro un'influenza
troppo ormai dominava, conferirono al energica sui destini della nazione: la se-
re l'autoritù assoluta e volle subordinate rietà dominava nel suo carattere, elagra
a lui le leggi, lasciandolo padrone d'usar vita nel suo contegno. Un giorno che la
i mezzi più convenienti nel governo del regina volea parlargli d'alfari, colpita dal-
regno. Ricuperata l'assoluta autorità so- le lagnanze del popolo oppresso da' tri-
vrana, fedele al suo sistema pacifico, in- buti e indispettito dal rialzato prezzo del-
tese principalmente a migliorare l'ammi- le monete per pagar debili dello slato,i
nistrazione interna, e per regolare l'im- duramente le disse: Signora, noi vi ab-
posizioni continuò a convocar gli sta ti. Nin- biamo scelta perchè ci deste de'figli e non
na parte di essa fu negletta, e tranne l'e- de' consigli. Nel 1692 avendo la Livonia
secuzione talvolta dura e ingiusta del de- fallo rimostranze per essere stata spoglia
creto sul reclamo de' beni della corona, la de'suoi privilegi, il re condannò a mor
the dopo Gustavo II erano passali in di- tePaikul che con eloquenza avea perora
verse guise nelle grandi famiglie, tutte le lo, e 5 landraths o consiglieri di slato che
provvisioni furono fa Ite con saggezza e con- aveano sottoscritta l'istanza: il [."fuggì in
dotte con moderazione. Le principali i- Polonia, agli altri commutò pena in 6la
polizia medica e quella delle pubbliche nati da Ulrica Eleonora: Carlo XII bel-
strade. Creò il porlo di Carlscrona, per- licoso e in cui trasfuse l'illimitato suo po-
fezionò le leggi marittime, e fece scavar tere, Edwige moglie del ihica d'Holstem,
i primi canali. Le manifatture >i svilup- Lirica Eleonora maritala col principe
parono molto sotto il suo regno, il com- ereditario d'.Vssia-Cassel e poi regina di
mercio crebbe considerevolmente; le lì- Svezia. Terminò di vivere ucl momento
264 S VE S V E
in cui raccoglieva il frutto de'suoi trava- lenze, che sempre aspiravano al momen-
gli, chiamato quasi da tutta Europa a me- to op[)orluno d'indebolire una suprema-
diatore delle negoziazioni die produsse- zia che le umiliava. La di lui giovane etk
ro la pace di Piyswick. Trasmise al figlio e inesperienza parve a' suoi vicini occa-
un regno fiorente, un esercito e una flot- sione favorevole per far de'conquisli sul-
ta del pari rispettabili , e un tesoro che la Svezia, e staccarne le porzioni ch'era-
maiavea posseduto alcun sovrano delset- no loro vantaggiose. Con questa vista lo
\ic t:ccilavu la gelosia delle limitrofe pò- z.a per ledouue,cd a uiuua riuscì d'otleue-
S V E SVE 20 7
distribuir denaro. In occasiotie di tal vit- più ardite. Il terrene si sparse pel ^Ol•d,
toria si comò
Stockholm una medaglia
a ma il re non volle far una pace che l'a-
su cui da una parte vedevnsi un russo, un vrebbe reso arbitro del setlenlrione, e for-
danese e un polacco incatenati, e dall'id- se dell'Europa intera. Nel i 708 si raccol-
Ira Ercole colla clava che calpestava Sullo se a Varsavia una dieta per privar della
ipiedi Cerbero, con quest'epigrafe: Tivs corona lo sfortunalo Augusto II, e fiat-
uni conudit ìctu. Il czar e il re di Pulo- tanto l'armi di Carlo XII fecero nuovi
nia,scnz'e8sere inaspriti per la luro disfat- avanzamenti. Il 1 .'maggio seguì la batta-
ta, strinsero vieppiii la loro alleanza, ed glia a Pultausk ove sconfisso sul INaren,
in una conferenza a Birsen concertarono 5ooo cavalieri sassoni che opposero lieve
un nuovo piano d'attacco contro Carlo resistenza; indi formò il blocco di Thoin,
XII. IMa l'altività di questi prevenne le e in capo a 3 mesi lormalmenle a^sedllJ
loro o[)erazioni: entiò in Livonia, passò la piazza, impadronendosene a'i4 otto-
la Divina e balte i sassoni; trascorse quin- bre. Avendo l'assemblea di Varsavia di-
di nella Cnrlandia, ed espugnò Abltau in chiarato nel I 704 Augusto li incapace al-
im alle città del ducato con incredibile im- la corona, Carlo Xll i'cce eleggere con-
petuosità. Voltosi poi alla Lituania, giun- tro la con)uue espellazione Stanislao [
se in Birsen, ove poco prima aveano con- Lesczyoski, signoie polacco che avea co-
giurato alia sua perdita: tutto piegò di- nosciuto a caso, ma il quale n'3 agosto fu 1
nanzi a lui. Allora egli concepì il disegno sloggialo dal suo rivale da Varsavia; bre-
di detromzzare il redi Polonia, e per e- ve però fu il liioiilò di .-Xaguslo II, e if re
se^uirlo unì le sue armi a' maneyi'i del di Sveziaa'aq ottobre ricondusse a \'ai-
cardinal lìadziewski primate di Gnesna, savia Stani>lao 1. Carlo XII sempre di
the avea avversata l'elezione d'Augusto trionlòìn trionfoobbligònel 1 7u()Auguslo
11, in uno al vescovo di Posnania, di che li a chieder la pace, elicgli fu accordata
fiì indignato Papa Clemente XI. Avendo a'?! settembre col trattilo d'.VIt-Uaen-
i pol.icchispeditoal cavallerescuCarloXl I •sladt, le cui conilizioni principali furono:
andjasciatori per trattar la pace, rispose I ."^Che .\u2ust0 1 1 nel cedere a Stanislao
che avrebbe negozialo a Varsavia, la qua- 1 il Irono, conserverebbe il titolo e gli o-
le al suo presentarsi gli aprì le porlo nel uoridi re; 2.° Iruneheiebbcogui alleanza
266 S V E SV E
col czar; 3.° lesliluirebbe in libertà i prin- l'anime e alla s. Sede, e scrivendo al car-
ti[)i Giacomo e CosUTnIino Sobieski fi- dinal Cristiano di Sassonia e ad Augusto
glici» Giovanni 111; ^."conses^iìevehhe lut- II, annullò e riprovò gli articoli del trat-
ti i disertori ch'erano passati a'suoi sol- tato lesivi e dannosi al catlolicismo e al-
di, insieme al suddetto livonese Patkul, l'ecclesiastica giurisdizione; onde Augu-
the fece arrostir vivo e squartare, coa- sto lì rivocò poscia il trattato e lo con-
tro il diritto delle genti, perchè era allo- dannò, per dimostrarsi ossequioso al su-
la andjasciatore dello czar ad Augusto li, premo capo della Chiesa. Dipoi il Papa
tratto di barbarie che la posterità non scrisse all'imperatore Carlo VI, esortan-
perdonò all' eroe della Svezia. Tornalo dolo a considerar nullo tale trattato, a
Augusto 11 in Sassonia, Carlo XII vi fece cui avea acceduto il predecessoreGiusep-
vui'uivasione, eneli 707 trovandosi pres- pe I, acciò non venisse mai ad elfettuar-
so Dresda coU'esercito, prese al re il ca- si. Nel 1708 rientralo Carlo XII in Po-
priccio di staccarsene per andare a con- lonia, e lasciati 6000 combattenti a Sta-
gedarsi con Augusto 11 che avea detro- nislao I per difendere il suo Irono, for-
compagnia di 4 uflizia-
nizzato, colla sola mò il disegno, dopo averne scacciato i
della pace. Essendo il re in Sassonia voi del Don, allora in guerra collo czar, si sa-
le veder la pianura di Lutzen,dove Gu- rebbero unili al suo esercito. Fu iu effel-
stavo lì riportò quella vittoria che gli cu to secondato da alcuni abitanti, ma IMaz-
sto la vita. Contemplandone il sito, escla- zeppa non potè o non volle somministra-
mò: Ho procurato di vivere coni' esso ; re i promessi aiuti. Il penoso viaggio, il
forse Iddio m'accorderà un giorno una rigore tlella stagione, la mancanza de'vi-
simile morte. Prima di lasciar la Germa- veri,gli attacchi continui de'russi trava-
nia, il re di Svezia chiese all'imperatore gliarono gli svedesi e ne fecero perire uu
Giuseppe I la libertà di coscienza pe'lu- gran numero: i rinforzi sopraggiunti fu-
lerani di Slesia, ed il capodell'imperonou rono deboli. Arrivato l'esercito presso
osò opporsi alla sua domanda, né ad al- Pollava, dall'una all'altra estremità del
tre pretensioni. Clemente XI si gravò a- la Russia, mentre stava per essere inve-
niaramente dell' iiiique condizioni della stita, si presentò Pietro I con 70,000 uo-
pace cP Alt-Piaenstadt, pel pregiudizio re- Uiiui : il re volle riconoscerli e fu peiico-
cato alla propagazione della lede, all'e- losamenle ferito in una gaudja. Il 27 lu-
sercizio del culto cattolico,ullu salute del- glio» 701) fu la famosa ijiuruala iucui veu-
S\ E S \ E 2G7
ne combnltiUa quella batlnglia, la quiile punto di veder vinto il suo rivale polen-
c.iiiiIjìò la sorte tlell'eioe svedese e i lie.^li- te; Pietro 1 nell'imbarazzo fu salvo dalla
iii del sellenli ione. Callo \ll v' iiilerven- .scaltrezza della moglie Caterina I, la qua-
ne pollato sopra una barella, ma non po- le con coraggio e fermezza lo indusse e
teva animar le sue truppe e accorrere in confortò a domandar la pace al visir, che
tulli i punii, non clie si aggiunse per l'in- guadagnato con ricchi presenti 1'
accor-
felice esito la mala inlelligi nza de'gene- dò, con immenso rammarico del re, che
lali.l russi vinsero sbaragliando i 2 1 ,000 vide salvati i russi e dislrulte le sue spe-
svedesi avvezzi a' Irioud, e ne rimasero ranze, essendo stali interamente trascu-
8ul campo c)Ooo; il conte Piper e diver- rati i suoi interessi. Colmò di rimproveri
si generali furono tra'6ooo prigionieri, il visir,c tuttavia restò in Bender, uutreu-
ed il re con debole scoria fuggi a cavallo dosi di progetti, e sollecit.uido presso la
malgrado i dolori della ferita, e valicalo Porta soccorsi contro i suoi nemici. Que-
il ]]ijrisleDe giunse a Bender sul Aiesler sti frattanto profittavano delle circo»tan-
nella T'essarabia, invocamlo asilo da'lur- ze per mandar ad elfetlo i loro disegni,
chi. Il suo nome dovunque famoso gli val- e gli sforzi di Stenbock per salvare le pio-
se un'accoglienza onorevole, e il sultano viucie di Germania non poterono avere
Acmel 111 ordinò che col suo seguilo fus- decisivo risultato, per la contrarietà deJIa
se mantenuto a spese della Porta ; ma leggenza. Da un altro canto la Porta fu
il suo gran progetto era fallito, la fama prevenuta contro Carlo XII da'russi, per-
non poteva più figurare come invinci- suadendola ch'egli tendeva a impadronir-
bile, ed i suoi mezzi di con(jui>la erano si di Polonia e poi d'altaccarla d'accordo
scomparsi. Appena la novella della dis- coH'imperatore. Pertanto Acmetlll or-
falla degli svedesi fu conosciuta, che lut- dinò al seraschiere di Bender che indu-
ti i nemici di Carlo Xil ripresero corag- cesse il re di Svezia a partire, e se ricusa-
gio. Augusto li protestò contro il tratta- va lo conducesse vivo o morto in Adria-
to d'Alt Raenstadt, Federico 1 V redi Da- nopoli. L'i I febbraioi 7 I 3, dopo il sog-
nimarca sbarcò un esercito nella Scania, giorno di 3 anni e mezzo, fu intimato al
e Pietro I entrò in Livonia, La reggen- re di partire entro 24 ore. iVon avvezzo
za diStockholm provvide in modo che .id altra volontà che la sua, e temendo che
almeno fosse dileso l'anlico territorio sve- fjssedato in potere de'suoi nemici, Carlo
dese. Il general Stenbock raccolse in fret- X II con circa 3oo uo-
risolse d'alfrontare
ta un corpo militare e di paesani, battè mini, che formavano tutta la sua gente,
due eserciti s'incontrarono sulle rive del li portavano le tracce del sangue che avea
J'rulh, il campo dello czar fu accerchia- sparso. Alcuni giorni dopo m strano coiu-
lo da'lurchi, i viveri mancando allo sue battimenlo, Stanislao 1 arrivò a Bender
liii[)[)e, fece vani sforzi per trarlo dalla per iiubirre il re di Svezia ad acconscn
pericolosa situaziouc. Carlo XII fu sul tue al trattato che si vedeva ridullu a cou-
268 S V E S VE
eludere con Augusto li rientralo in Po- stava per collegarsi con Pietro I, quando
lonia. Cario Xll ricusò aderire, e gli disse per compiere la conquista di quel regno
clie se ncu voleva essere re di Polonia ne coM'espugnazione della fortezza di Fre-
avrebbe fatto eleggere un altro. Da Ben- derikshall, l'ii dicembre 17 18 recatosi
der il reale prigioniere fu da'turchi con- a veder la breccia che avea aperta, men-
dotto in Adrianopoli, onorevolmente ac- tre stava appoggiato sul parapetto colla
colto dal sultano. Di là fu tratto a Demir- spadcA impugnata, una palla di fàlconetta
Tocca, e non essendo questa rilegaziooe lo percosse nel capo e l'uccise,dopo aver
di suo gusto, passò a letto tutto il tempo scampato tanti pericoli, in età di 87 anni.
che vi rimase sdraialo per io mesi, fin- La sua morte fece del tutto cambiare a-
gendo d'esser malato, occupandosi a scri- spetto alle condizioni di Svezia. iNelle ta-
vere e lessfere: cliiamòase molti dotti dal- sche del suo vestitosi trovò il ritratto di
la Svezia, e gl'invio ne'viaggi in Grecia e Gustavo II, e un libro di divozione. Si
Asia per ricerche scientifiche. Intanto i vuole che una qualche trama dirigesse il
suoi nemici continuarono a profittarceli fatai col po,e che venisse dal lato degli sve-
sua assenza per distruggere i suoi eserciti, desi, contro un genio e stravagante eroe
e togliergli i suoiconcjuisli e quelli de'suoi che avea abusato della sua buona fortu-
predecessori. Parfi finalmente travestilo na e de'felici eventi; onde seml)ia trop-
ili. "novembre 17 i4,con 3 soli compagni, po spinta r appellazione di Alessandro
correndo a cavallo notte e giorno per le (Iella Svezia o del Nord, e troppo inde-
tanti della città lo fornirono d'ogni soc- ge conoscendo che la propria volontà, fi-
corso. Convenne cedereal numero, Stral- gli ebbe tempodi riuscire un uomo stra-
il
sunda si arrese, ed il re passò nell'isola di ordinario; non gli si lasciò quello di cui a-
liugen e poi dimoiò a Luiid,non cedendo V re bbe a voto d'uopo per di venire un gran-
volgere learmi contro l'imperatore Carlo nel porlo di Carlscrona, e d'aprire un ca-
"VI e le altre potenze che a veano conclu- nale per la comunicazione del Cattegatcol
so Il quadruplice alleanza. Intese a met- Eallico. Nel suo soggiorno in Luiid, so-
tere le coste in salvo dalle invasioni, or- vente si trattenne co'professori dell'uni-
dinò leve di truppe e propose il con- si versità, e assistè alle dispute pubbliche.
quisto della Norvegia nel 7 i8,avendoos- i La fermezza, il valore, l'amore della giu-
servato il ralTreddamento insorto tra Pie- stizia dominavano il carattere di Carlo
tro I e gli alleati. La i .\>.pedizione non es- XII; ma egli portò all'eccesso sì bolle <|ua-
sendo nuscitu, nella 2.''ue occupò parie, e Illa, e le rese spesso funeste a se stesso ed
.
S VE S V E 2G9
a'snoi popoli. Ef;li ebbe grandi rpialità e grembo della vera, fuori della rpiale non
giMiulitlin^Uijsi lasciò tra viene dalla pro- trovasi l'eterna salute. IJIrica Eleonora sa-
spera, senza lasciarsi abballcie dall'av- li sul Irono, non per diritto di successione
versa fortuna: per un istante scosse il co- ereditaria, ma per libera elezione degli sta-
losso del jNord, e non seppe profittarne. ti ,
si prelese che avendo sposalo
poiché
Alla sua morte la vSvezia cessò di far par- un principe straniero avesse perduto il di-
te del numero delle grandi potenze. \ ol- ritto sull'eredità: la regina invece di con-
taire scrisse la Storia di Carlo XI f re di traddirvi , olfri da se stessa di ripoi li in
Svezia, \tuti\a i y5 1
, oltre il d."" ^orberg possesso delle loro antiche prerogative, se-
con opera voluminosa. L'inclinazione e condo le precedenti assicurazioni, per es-
l'amore spiegato da Carlo XII pel gio- sere preferita alla sorella e nipote. Accet-
vine nipote duca d' Holstein, figlio della tata un'ollerla cosi generosa, fu in con-
sua sorella maggiore,facevanocrederege- seguenza il 2J febbraio pubblicata dalla
iieralmenle che lo destinasse a succeder- regina una solenne dichiarazione nella
gli; ma egli dopo la sua morte fu trascu- dieta diSlockholm, nella rpialespontanea-
rato e anclie perseguitato, ed il suo pri- mente si spogliò del supremo potere as-
niaiio partigiano Goertz giustiziato sul soluto e sovrano. Allora gli stati istituiro-
patibolo. Questo contegno avvalorò i so- no una nuova forma di governo, che sen-
spetti che il colpo uccisore di Carlo XII za distruggerel'aulorilà regia, vi pose quel-
fossedirelto con intelligenza degli svede- le restrizioni che si giudicarono necessa-
si, e li confermarono il nioilo come fu re- rie, dividendo il potere fra il monarca, il
golata la successione al trono. A' nostri senato e gli stali. Clrica fu coronata a'9.8
giorni l'abito che portava alla battaglia marzo in Upsal,ed il nuovo governo, an-
di Pultava fu venduto per un'esorbitan- ziché confermare le negoziazioni colla Uus-
te somma; cos'i una sedia di Gustavo I, sia, preferì di trattare co'principi di (ier*
e lo notai nel voi. LVI 1, p. i 1 1 mania, parenti o amici della casa d'Assia-
Gli stati di Svezia dichiarato vacante il Cassel, e che ottennero per somme di de-
trono, prevalendo il partito contrario alla naro la cessione delle provincie tedesche
primogenitadi Carlo XI eal suofìgliodu- della Svezia. 11 1 ."febbraio 1720 fu segna-
ta d'ilolstein, a'3 i gennaio 17 ir) scelsero la la pace di Stockholm tra la Svezia e la
a regina la sorella cadetta di essa e del re Prussia, in forza del qnal trattalo la Prus-
defunto, Ulrica Eleonora, maritala a Fe- sia acquistò la l'omerania, ad eccezione
derico landgravio d'Assia-Casscl, già co- d' ima n.' parteall'ovest, the ricevette il
scrisse a tutte lecondi/ioni dell a le dal par- siche desolavano lefronlieie e minaccia-
tito de'graiidi pei liinilaii' la potenza rea- vano la capitale colla llolla, a' j a|>riled(-l-
le, quando il partito ch'erasi (ormalo ve l'aiino stesso la regina vedendoche sareb-
lo innalzò, dopo aver abbandonalo la re- be soggiaciuta sotto il peso delle dinicol-
ligione della ritòrmala,incui era nato, per là dell' amministrazione, col beneplacito
abbracciar la lulciana: cos'i po-^pose la pre- degli siali associò ai trono il principe e
lesa religione degli avi suoi [>el Irono, men- suo amatissimo «poso Federico I, il cjiiii
tre Ci ialina lo avea abdicato per abiura- le fu coronato a' 4 maggio a Stockholm, 1
le tjuclla da lui adollula, per rientrare nel d<i[)o avere ratificalo gl'impegni assunti
ira S V E S V !:
fl;ill,i iTginn vci'Jn gli slnfi. A' f/^ giiipnn obbligato allontanar la contessa dalla ca-
pgli «olloscrissclii pacediFicclons|)urgci;l pitale). Ella
pospose senza pena l'ambizio-
la Dnnimaica. Non rimaneva se non che ne di legnare all'affetto coniugale. Orna-
riconciliare la Svezia'colla Russia, e vi riu- ta di parecchie slimabili qualità, moi"i a'
scii Federico I a'3o agosloi^sr col frat- 5 dicembrei74i>o più lardi secondo al-
lato di IVystadt. La Svezia peidè la Livo- e fu una nuova sciagura per la Svezia
tri,
iiia, l'Estonia, l'Ingermania ed alcnn'al- che la pianse: con lei si estinse la dinastin
tre Provincie, isole e piazze da essa ce- di Due Ponti. Piìi ancora fatale pegli sve-
dole alla Puissia, ma le fu resliluilo il du- desi fu la campagna del 1742, poiché l'ar-
cato di Fitdandia, e f(i alla fine liberala mala inseguila da'russi prende- si lasciò
da lunga e infelice guerra che avea esau- re entrollelsingfoit senza munizioniesen-
rito ogni suo mezzo. Federico I impie- za speranza di soccorso: fu costretta ca-
gò incanni di tranquillità che siiccedel- pitolare, e per favore le fu permesso rien-
Icro, a ripaiare i mali prodotti da una trare in Isvezia, abbandonando a'nemici
guerra durata quasi 9,9, anni. Gli accade- la Finlandia. Finalmente si rinnovò tra le
mici francesi spediti al Nord nel 1^3^ per due corone la 7 agosto 74^, per
pace a' i 1
essi tutte le facilitazioni necessarie per lo Russia nella scelta del successore a Fede-
loro operazioni; e nel i 'j3^ il suo succes- rico 1, a contemplazione del principe im-
Torneo nella Rotnia occiden-
sore eresse a periale duca d'IIoIstein-Schles^vig-Gol-
tale una piramide in memoria di loro fa- torp poi Pietro 111; e fece decapitare due i
tiche. La Francia trovandosi da lungo generali pel cattivo esito della guerra. Nel
tempo in alleanza colla Sve7Ìa, la rinno- I748 Federico I esentò da ogni lassa per
vò nel 788, obbligandosi pagarle im sus-
I
24 anni le lene incolle, ond'essere lavo-
sidio di due milioni. Nel 1
74 ' sorse nuo- rale dal clero, dagli ufficiali della corona,
va rottura tra Svezia e Russia, e scoppiò e da tulle le persone che aveano signorie
i.olla dichiarazione di guerra fatta a' 2.4 annesse alle loro cariche: l'agricoltura sin
giugno da Federico I al czar Ivan VI, e allora trascurala in Isvezia, ricevè un in-
ili cui ebbe a pentirsi, quantunque non coraggiamento che si accrebbe sotto se- i
l'avea approvata ed era stato obbligalo guenti regni. Federico Idopo avergover-
ad acconsentirvi. A'3 sellenìbre venendo nalo pacificamente con abilità e con au-
sconfìtto un corpo svedese presso il fol- torità, ad onta dell'interne divisioni, mo-
te Wilmaiisti-andt, dopo essersi vigorosa- rì in Slockholm a'5 aprile 7? r,senzala- i
mente difeso, la piazza cadde in potere dei .sciar figli. Giiabbisognòlulla la sua pru-
russi che fecero man bassa sulla guarni- denza per contenere due partili che vide
gione. La regina ch'erasi ritirata dal go- sorgere iielIostato,i quali alternativamen-
verno, lo riprese quando il marito fece un tedominarono nel senato e nelle diete per
viaggio a Cassel. Dedicandosi alle lettere, un mezzo secolo, e cui sforzi appunto ten-
i
quenti sue infedeltà (vivente la regina a r(7//,e all'altro aristocratico quello di cnp-
vea sposalo colla mano sinistra la contes- ptlli: l'influenza delle corti straniere ser-
sa di Taube, da cui ebbe un figlio e una viper prolungare le discordie. primi e- I
figlia, che arricchì con eredità considera- lono fomentati da Russia, di cui favori-
bile: quando tal matrimonio fu risaptilo vano le mire; secondi da Francia. Sol-
i
guente alla morte di Federico I, a'7 di- guardo. ]Vè bastò agli slati d'attaccar le
cembre Adolfo Federico II fu coronalo, sue prerogative regie, persino obbligan-
giiu'ando agli stali di mantener le leggi e dolo che il senato usasse del sigdlo reale
ili governar la Svezia nella forma .stabi- allorché egli negasse di sottoscrivere, che
lita. Colla sua elevazione al trono la ca volle pure ingerirsi sulla sua autorità pa-
sa d'Holsteln-Scbles-\vig dominò il Nord, terna col rendersi disposilori dell'ediioa-
imperocchè sid Irono di Danimnrca e zionedel principe reale Gustavo III, i cui
IVorvegia sedeva la discendenza del duca i»-titutori furono cauibiali senza conoscer-
Crisllerno poi re CristiernoIJI,e stiquel- si il motivo. Tullavolla nulla trascinò il
Iodi Russia poi nel \'](\i vi montò Pie- re pe'bisogni e sicurezza dello stato. IN'el
rischio della vita. Infatti nel 1 ^^f) un ca- prussiano feld maiesciallo Lcinvald : il
cola di Stockholm, come più vicina alla ne da loro sostenuta. Indi il re ricevè dal
reggia, e colla maggior magnificenza; in- popolo giuramento di fedeltà, ed egli
il
tanto la carestia produsse sollevazioni. La giurò governare da buon re. A'2 fGu-
di
Scania istigala dal governatorediCristian- stavo HI radunali gli stati manifestò la
sand sjcosse alteramente il giogo del sena- forma del governo che avea compilalo,
to, e riconobbe a solo sovrano il re, e il circa come quella di Gustavo II Adolfo
fratello duca di Sudermania nella stessa e osservata sino aliGSo. DopoCarlo XII
provincia pubblicò un manifesto. Il sena- i successori nati in paesi stranieri non pos-
Io sdegnò con Gustavo III per laleam-
si sedevano l'idioma nazionale; Gustavo III
mnlinaraento, e decise assicurarsi di sua che lo parlava con rimarchevole purez-
persona. Questi avvertito che si doveaar- za, incantò il maggior numero de'suoi u-
reslarlo, prese le sue misure per isventa- ditori, allorché nella perorazione disse :
re il colpo. A'ig agosto recatosi nell'ar- -•-•Hoimparalo fin dall'età piti tenera ad
senale per vedere marciare il reggimento amare la mia patria e ad inorgoglirmi,
di sue guardie chedovea montare al ca- del nome svedese. Pteggere un popolo fe-
stello, vi andò circondato da molli ulll- lice e libero, trovarmi in mezzo a' miei
ziali, e avendoli ivi condoni radunò nel li sudditi ih. "cittadino dello stato, fu mai
corpo di guardia, ed espose loro patetica- sempre il più ardente de'tniei desiderii e
mente il pericolo cui era esposto, perle il colmo della gloria da me ambita". Que-
dogli che non gli sarebbe fallo alcun ma- creò uno nuovo, composto come l'altro
le. Il re scorse la città a cavallo, e per tut- di 17 senatori, la di cui autorità fu da lui
to ove passò, il popolo se gli lece incon- limitata. Al solo re In riservata la prero-
tro e lo bened'i : fu unanime e generale gativa di convocar gli stali, di conferir le
VOI,, ixxi. 18
y
274 S-V E S VE
cariche, compresi i senatori, di coraandnr tale tolleranza sarebbe mantenuta tanto
le armate, e di condurre le finanze. Tol- lungo tempo,quantoi cattolici si condur-
ta in (al guisa la Svezia da' furori delle rebbero da buoni cittadini e da sudditi
i,moì\\i\e berretti e cappelli, si occupò il fedeli. Quanto allro poi fece in loro favo-
re senza tregua delle cure di governo. Nel re,anche dopo il viaggio di Roma di cui
fine dell'anno temendosi una rivoluzione vado a parlare, lo dirò in fine descriven-
in Finlandia, bastò la presenza del re a do il T'^icariaio apostolico della Svezia
dileguar if.maliulenzìonati; indi concesse istituito da Pio VI, con allro riguardan-
la libertà della slampa, per sapere la ve- te le missioni apostoliche della Danimar-
rità ohe gli si teneva celata. Nel i
777 fe- ca Norvegia. Neirottobrei 788 avendo
e
ce un viaggio a Pietroburgo, e ristabilì la bisogno per la sua salute di fare un viag-
buona intelligenza tra le due corti. Uu al- gio, partì da Stockholm sotto il nome di
tro ne fece a Copenaghen a trovare il co- conte d'Haga pe'hagni di Pisa in Tosca-
gnato Crislierno VII, colla stessa mira di na, per quindi passare in Roma. Venu-
assodarla pace tra la Danimarca e la Sve- to ciò a cognizione di Pio VI, spedì a'cou-
zia, e vi riuscì egualmente. Gli stati si rac- fini il corriere di gabinetto Vincenzo Ca-
colsero a'ig ottobre, e tutto passò tran- tenacci per incontrarlo e accompagnarlo;
quillamente. La riforma delle leggi tan- il caso portò che invece essendo giunto
to civili che criminali, la tolleranzadi qua- a' confini e inatteso l'imperalore Giusep-
lunque religione, e la sanzione delle leg- pe Il in incognito e sotto il nome di con-
gi fondamentali, depositata in un nuovo te diFaIckenstein, il corriere poco accorto
atto di Unione e Sicurezza i renderanno lo prese pel re di Svezia e per tale l'an-
eternamente memorabile questa dieta. nunziò a'23 dicembre a Porta del Popo-
Sinché durò la guerra tra gl'inglesi, fran- i lo, e lo fece sapere ni Pnpa. Quindi gran-
cesi, gli spagnuoli, una squa-il re tenne defii lasorpresadi Pio V l,quai)doall'iin-
dra armata a sicurezza de'suoi legni mer- provviso si vide innanzi in luogo del re
cantili. Nel 1780 concluse colla Russia e l'imperatore. Bensì laser» del 24 arrivò
la Danimarca il famoso trattalo di neu- Gustavo III, il quale al riferire di Novaes
tralità armata, eh' ebbe tanta influenza nella Storia di Pio l'I, assistè alle fun-
sui progressi del commercio del Nord. A zioni della notte del s. Natale nella cap-
malgrado l'enormi spese che dovè soste- pellaSislina col l'impera lore,restando am-
nere il re, per la sua saggia economìa po- bedue senza alcuna distinzione e vestili d.i
se il regno in istato di difesa e gli restituì semplici iifEziali, genuflessi sullo scalino
il suo antico splendore, ponendo poi ri- destro a, pie dell'altare (allora non esiste-
gorose restrizioni alla stampa, quando ne vano le odierne Inbime, da dove i sovra-
conobbe lo sbrigliato abuso. Il libero e- ni e altri principi assistono alle sagre fun-
sercizio di tutti i culti in Isvezia, dopoii zioni, ma si elevavano talvolta de'coretti
consolidamento del luteranismo, si deve equivalenti ). Ora in breve accennerò il
allo spirito filosofico e tollerante di Gu- soggiorno in Roma di Gustavo III, rica-
stavo III. Conosciutosi da Papa Pio VI vandolo da'moltissimi Diari di Roma del
l'editto pubblicalo dal re e dagli stali per 1783 e del 1784 principalmente, che lo
la tolleranza del cattolicismo nel regno, descrìssero minuziosamenle, mentre nei
o per averglielo partecipato il monarca, w.°94o del 1784*16 l'elenco de'personag-
scrisse al re una lettera sommamente lu- gi del suo seguito. Incominciano es^i a nar-
.singhiera, per ringraziarlo dell'aver cat- i rare, che nella noltede'24'^'ce'"hrei 783
tolici finalmente ottenuto il tanto sospi- circa le ore 6, preceduto dal dello cor-
r-'to libeio esercizio della loro religione. riere, giunse in Roma il re di Svezia sot-
Gustavo III gli rispose, assicurandolo che to il nome di conte d'Unga, e andò ad al-
S V E S VE 275
loggiare nel palazzo Correa, ove sono gli do la sua residenza nel palazzo Gìraud
avanzi del Mausoleo d'Augusto (di cui nel ora Toìionia in Borgo. Indi intervenne
voi. LXi V, p. 1 4 > > ove indico il luogo in in s. Pietro all'esequie anniversarie per
cui parlai del palazzo). Ivi fu subito os- Clemente XI, e successivamente alla cap-
sequialo per parte del l^apa, indi dal car- pella della 4-' domenica di quaresima, a
^ dinal de Bernis ministro di Francia;enel- quella per la ss. Annunziata colla solen-
la seguente mattina il re si recò a visita- ne cavalcata del Papa, a tutte le sagre pon-
re l'imperatore, in casa del suo ministro tificie funzioni della settimanasanta, pon-
cardinal Herzan: poi l'imperatore più vol- tificale di Pasqua e solenne benedizione,
le si portò nel palazzo Correa, e il simile assistito per le spiegazioni da un maestro
fecero i cardinali, il corpo diplomatico, la delle ceremonie pontificie, cui regalò di
nobiltà romana. Nella stessa mattina del tabacchiera d'oro. In tulli i luoghi il Pa-
s. Natale, Giuseppe Gustavo 111 pas- li e pa fece erigete decorosi coretti per lui e
sarono nella basilica Vaticana, ad assiste- corteggio, e in cappella presso la cancella-
re al pontificale celebrato da Pio VI, che ta,oveora sono le dette tribune. Nell'ap-
dopo l'evangelo pronunziò un'eloquente partamento di mg."" Braschi, maggiordo-
omelia. Ma ne Diari non si fa parola che mo e nipote del Papa, ammirò triregni i
il re intervenisse nella precedente notte pontificii. Donò al Papa tre nobili casset-
alla cappella pontificia. Il re dopo il pon- te colle serie delle surricordate medaglie,
tificale si recò a visitare Pio VI, e fu ac- esprimenti precipuamente tulli i fatti più
colto con ogni onorevole distinzione, e co- memorabili de're una tut-
di Svezia, cioè
sì tutte le volle che vi ritornò nella sua ta d'oro, le altre d'argento, edi mollo va-
dimora in Roma. Il Papa egualmente ri- lore. Il Papa,lieti^silllo di questo presen-
cevè cortesemente signori del suo corteg-
i te, die al portatore 3 medaglie d'oro e 3
gio; e poi al maestro di casa,al cameriere, d'argento. Pio VI fece offrire al re pel con-
a'due aiutanti di camera del re, tulli cat- te Petrignani maestro di camera di mg.**
tolici francesi, colle proprie manicoiife- maggiordomo in bellissiuie casse, 4 pie*
lì la croce di cavalieri dello speron d' o- gievolissimi quaclri,due di musaico e due
ro e li bened'i paternamente. Il re fu pu- in arazzo, i primi rappresentanti la Sibil-
re colle diverse liturgie di tante nazioni galò il conte d'una scatola d'oro elegan-
le commemorazione
lodi del Signore, in te. Vide le due girandole o fuochi arlill-
della manifestazione del divin Verbo alle ziali del Castel s. Angelo, per l'annivcr-
genti nella persona de'Magi. Dopo la cap- sariodell'esaltazionediPio VI; e l'illumi-
pella pontificia passò nella chiesa d'Ara- nazione della piazza,colonnalo e cupol;« tli
celi ad osservare il presepio. Intervenne s. Pietro. Nel tempo delle sue due dimo-
piu'e alla cappella della cattedra di s. Pie- re iu Koma fu assai festeggiato con lau-
tro, e poi congedatosi dal l*apa ne'primi liscimi pranzi e cene, con isplendide di
tlituì iu Uoiua verso iio marzo, ferntun- busciutoridi Spagna, Portogallo, Malli,
276 S V E S V E
Veneziajasslsleodo ancora alla conferma- brare ciascuno nella propria favella il
zione. Aa Pio VI somministrata alle figlie Messia, e Magi che accorsero ad adorar-
i
dell'ambasciatore Memo. Magnidci con- lo; con poetici componimenti de'piìi di-
viti gli apprestarono i cardinali Herzan stinti idiomi delle nazioni, parte maesto-
e Pallavicino segretario di stalo, alcuni sie sonori, parte aspri e monotoni. Vi ri-
principi, le cui conversazioni equelle d'al- tornò per osservare lutto l'edifizio di Pro-
cuni cardinali multo frequemtava, essen- paganda, la biblioteca e la celebre Stam-
do andato ancoa'pranzi del senatore di peria poliglotta (la quale come notai al-
Roma Rezzonico, e del duca Braschi ni- l'articoloStamperia DI Propaganda, ora
pote del Papa. Con intelligenza osservò va a rendersi unica), provveduta copio-
tulle quante le magniiìcenze anticlie e samente di caratteri di lingue straniere,
moderne di Roma, ed i principali gran- per imprimerelibri utili alla propagazio-
diosi stabilimenti; ed intervenne anche a ne e mantenimento della fede cattolica.
diverse funzioni particolari, municipali e Il cardinal Anlonelli prefello gli offrì per
sagre, per la propensione che mostrava saggio un Tetrasùchon tradotto in 44
per lultociò che riguardava la religione idiomi iliversi, di suo ordine fallo com-
cattolica. Accuialameute ne visitò le prin- porre dal soprintendente Cancellieri e da
cipali basiliche e chiese, non mai sazian- lui scritto in latino, e ne parlai nel voi.
dosi diammirare spessissimo la basilica XI V,p. 240, unitamente al donativo del-
Vaticana, suoi sontuosi monumenti se-
i le opere piìi celebri e rare ivi stampale
sini, Altieri, Millini, Patrizi, Albani, Lu- condarla quanto può renderla augusta
di
e a tutti quelli che in ogni maniera era- re che lo venerava si mostrò soddisfattis-
no stali larghi di festeggiamenti, si licen- simo dell'accoglienza ricevuta, non me-
ziò dal Papa, e dopo affettuosi abbracci no dal Papa che da'romani. Leggo Del-
parti per Parma a' 19 aprile, preceduto l'/^ r/P di veri^car le date, e nelle biogra-
dal corriere pontificio Catenacci. Nel n." fie diGustavo IH, oh' esso nel giorno di
972 del Diario di /Jo/»^i 784» si legge Pasqua, trovandosi in Roma, il suo gran-
l'elenco de'regali e mancie lasciati in Ro- d'elemosiniere barone di l'aube (che nel
ma da Gustavo llljfra'quali donò al car- Diario di Roma si dice i. gentiluomo di
dinal de Bernis una scatola col suo ritrat- camera e cavaliere commendatore de'suoi
to e 3 giri di grossi brillanti, valutata 8000 ordini), coll'assistenza d' un cappellano,
scudi, altra a mg.*" Braschi di 3ooo scu- celebrò il servigio divino giusta il rito lu-
di, al conte Giraud un quadro col suo terano nel palazzo Giiaud : il re e tulli
ritratto da porsi nella camera iu cui dor- gli astanti ricevettero la comunione sotto
mi, al custode generale d'Arcadia ab. Piz- le due specie. Eransi raccolti «ella cap-
zi una ricca scatola d'oro, altra al corrie- pella regia tutti i protestanti che trova-
re Catenacci con 1 00 zecchini; quanto al- vansi in Roma, nella capitale del mondo
le mancie,200 zecchini alla famiglia pon- cattolico, e fu un avvenimento che non
tificia, 600 a quella del cardinal de Ber- aveaavutoesempi. Lo credo, almeno che
nis, oltre! 00 al cameriere, e una tabac- lo sapesse il pubblico. Aggiungerò che il
chiera d'oro al gentiluomo. Racconta No- re, dopo aver in Roma osservalo mo- i
tudine per la protezione che dava a'cat- glie, musaici: oggetti che trasportali a
tolici dc'suoi slati, onde n'era estrema- Slockholin , aumentarono il museo di
mente conlento, e calorosamente a lui li quella grandiosa capitale. Ne'primi di giu-
raccomandò. Che il cardinal de Bernis gno arrivò a Parigi per visitare nuova-
scherzosamente disse al re, che Roma a- mente quella gran metropoli eLuigiXVf,
vrebbe desideralo in lui meno modeslia, ove si trallenne sino verso la fine di lu-
nolo essendo che sotto il nome di conte glio. Si rinnovarono gli antichi trattali
d'Haga si ascondeva il re di Svezia. Im- tra Francia e Svezia, e furono pagali a
perocché nelle fun7Ìoni amava restar con- (instavo III, 1,200,000 lire di sussidiiar-
liiso tra'foreslieri, ma le avvertite guar- rctrali, indi minislii delle due potenze
i
zioni di denaro. Il re tornò ne'suoi stati la sua eloquenza produsse mirabile effet-
iu agosto: durante il viaggio die parec- to, e 2000 dalecarli si armarono tosto per
chi utili regolamenti, e dopo il suo arri- la sua causa. Avendo sapulo che la Dani-
vo in Isvezia si occupò de'miglioranjenfi marca, alleata avea fatto en-
di Russia,
in ogni ramo d'amministrazione.Di nuo- trare in Isvezia un corpo di truppe per
vo si fece sentire il flagello della fame, e assediarOotheraburgOjil re vi corse a ria-
il re nulla trascurò per alleviar la pub- nimare il coraggio del presidio e stornò
blica miseria. Dopo che gli Stati-Uniti po- il progetto del nemico : colla mediazione
terono far riconoscere la loro indipenden- d'Inghilterra, Olanda e Prussia, la Dani-
za, il re strinse con loro
un trattato d'al- marca fu obbligata alla neutralità. Com-
leanza e commercio. Ma non ebbe lunga parvero a Stockholm e nelle provincie al-
durata la pace colla Russia, mentre le di- cuni scritti anonimi, ne' quali molti ufPi-
visioni e turbolenze interne già soffoca- ziali erano accusati di tradimento, i cit-
te cominciavano a rinnovarsi, e nella die- tadini di Stockholm si armarono, e il re
ta del 1786 sorse aperta opposizione di- vi ritornò a' ig dicembre: il suo ingresso
retta da alcuni membri nobili partigiani fu un trionfo, la cittadinanza volle tirare
del precedente sistema di governo. Gu- la carrozza del re, e nella sera fece gene-
stavo III sdegnato degli sforzi che face- lale illuminazione. Nel gennaio 1789 la
vano gli emissari russi per riguadagnar dieta incominciate le sue deliberazioni, ed
V influenza esercitata sulla Svezia, e per i nobili fatte nascere difficoltà, insorse vi-
muovere a ribellione la Finlandia, fece vissima discussione, riprovata dal clero,
armare rapidamente a Carlscrona formi- dalla cittadinanza eda'paesnni. li re cal-
dabile squadra, trasse al suo partito la colando su questi ultimi 3 ordini, fece ar-
Prussia e ottenne sussidii da'turchi. La restare i nobili capi dell' opposizione, e
guerra colla Russia divampò nel 1788; propose nuova legge costituzionale o yil-
la flotta svedese combatteva con felice e- to d'unione e di sicurezza, nella quale si
vento la russa, presso Hogland l'eserci- : aumentò il potere regio con diritto di far
to di terra dovea marciare su Pietrobiu'- guerra e pace, concludere trattali, con-
go, (juando la flotta fu battuta a' 17 lu- ferire pubblici impieghi e amministrar la
glio da Creig, e la diserzione di parecchi giustizia, e siccome divenuto inutile, se-
ufììziali concorse a'successi della Russia, guì la soppressione del senato. Gli stali
sul pretesto che la Svezia non era stata ag- quindi accordarono al re un sussidio pel
gredita, e che il re non avea diritto di far proseguimento della guerra. Intantogiu-
guerra offensiva. Il colonnello liaestslvO, edaunati a mortei capi uilìziali del-
dicati
i^h'era alla testa degl'insorti, fece depor- la cospirazione di Finlàndia, fu giustizia-
re le armi al suo reggimento d'Abo, e il to il solo colonnello Haestsko. Nel marzo
suoeseaipio seguirono gli altri: indi su- I 790 il re passalo in Finlandia aprì la
S V E S V E 379
campagna contro i russi: seguirono vari zia, continuò a occuparsi di tale oggetto
coiiibattiiuenli Ira' due eserciti e le due e negoziò l'alleanza colla Russia, la Prus-
flotte, ed i successi furono i)ilanciati. Vo- sia, l'Austria, ei principi francesi, cui e-
lendo il re tentar un colpo decisivOjCon- ra riuscito fuggire a Coblentz, onde li-
diisse i suoi vascelli nel golfo di Wiborg, berare l'imprigionato Luigi XVI e porre
ne assediò la città, e avviò alcuni drap- un freno al tremendo partito democra-
pelli a Pielrubuigo. Essendo riuscito al- tico. Caterina II alleala del Nord contro
re di Svezia, le cui truppe aveano ope- sen)blea nazionale di Francia, vedeva eoa
rato alti ostili prin^a che si attendesse la compiacenza che la sua alleanza col più
guerra. Gustavo ili una me-
rispose con potente de' suoi vicini gli permetteva as-
moria sui pericoli che minacciavano l'è- sentarsi dal regno. L'imperatrice dal suo
(juilibrio politico dell'Europa, dal prin- cauto vedeva volentieri occupata altro-
cipio del regno di Caterina li; dichiara- ve l'operosità d'un re che avea osato ap-
zione die porta per epigrafe il passo di pressarsi da nemico così da vicino a'ba-
Vii gilio: Accipe nane Danauru iiisidias. 1 nardi di Pietroburgo. Prima d'impegnar-
A tale vittoria seguì la pace di Verelan si in così arilila impresa, giudicò il re di
a'i 4 agosto, e le due potenze rientraro- tutto provvedere, per assicurar la Iran-
no nell'antiche relazioni. Nell'estate 1791 (|(iillilà interna de'suoi stati, in un'epo-
Gu^tavulli si trasferì in Aquisgrana con ca in cui tutte le menti in Europa tro-
pretesto di prender l'acque, ma per pro- Vcivansi in fermento. Intanto le finanze
curarsi più particolare cognizione degli del regno non erano state regolate dopo
avvenimenti della terribile rivoluzione di la guerra di Finlandia, e il credito pub-
Francia, edegl'interessi de'diversi partili. blico notabilmente ne solfriva. Il re con-
Voleva avvicinarsi alle frontiere diFran- vocò per necessità gli stali nell' inverno
cia per dar opera ad una controrivolu- lyc)! in Gelle; vi osservò una forte op-
zione, e passando per Mecklenburgo si posizione ne'nobilijinala proposizione del
abboccò con mg.' Caprara nunzio di Pio principe fu vinta, e i deputati della na-
VI, che vi si era recato colle slesse mire; zione lo rassicurarono con illimitala ga-
andò poi a conferire col duca di Bruns- lanzia sul debito contratto dal governo
wick; ma l'arresto di Luigi XVI a Va- durante la guerra. Questa gli si era rim-
icnnes fece andare a vuoto i piani con- proverata dalla sempre avversa nobiltà,
certati tra il re, gli emigrati francesi rea- che non sapeva perdonargli il potere che
listi e le potenze u-ìtcrc. Uilornato iu Uve- le avea tulio; ma senza della guerra trai
-
28o S VE S VE
lavasi decidere chi regnerebbe a Stock occupalo de'suoì progetti contro la Fran-
holnti; se il re di Svezia o gli emissari rus- cie rivoluzionata. Idea che con arte pro-
si; per cui egli la cliiamò guerra difensi- palarono subilo i congiurati, per rimuo-
va. La nobiltà andava formando de'con- vere affatto i sospetti su di loro. All'an-
ciliaboli e trame contro la vita del re, che nunzio del regicidio, mostrò il popolo il
sarebbero già scoppiate se non partiva per più intenso dolore,e si dimenticarono tut-
la dieta. Però la borghesia e paesani, che i ti torti che gli erano stali rimprovera-
i
sino allora aveano mostrato tanto attac- ti. L' assassino confessò, che si doveauo
Slockholnijdove regnava in apparenza la con atroci dolori visse più giorni e spirò
maggior calma. A'i6 marzo 1792 vi fu a'i^ marzo, dopo aver inculcato di per-
nel teatro dell'Opera un ballo masche- donare a' complici dell'assassìnio, e con
rato, a cui il re pure mascherato u)ler- fermezza senza un lagno dettate le ulti-
venne; però una lettera anonima 1' avea me sue volontà per la reggenza e l'edu-
avverlitodelccrloed estremo rischio che cazione dell' unico suo figlio Gustavo IV
correva, ma suo coraggio credè
egli nel Adolfo, essendo morto l'altro Carlo Gu-<
uon calcolarla,preferendo l'abbandonar- stavo: dichiarò reggente il proprio fra-
si al suo destino, che tormentarsi con pre- tello Carlo duca di Sudermania, suo oc-
cauzioni. Nel mezzo della notte fu ferito culto nemico non meno che del nipote,
da un colpo di pistola con canfora a ven- e poi fu Carlo XI 11, dopo il decndunen-
to, carica di due palle e chiodi, e traspor- to di Gustavo IV pronunziato dagli sta-
talo in un vicino appartamento mostrò ti, 11 re Gustavo III dolalo di talenti po-
uccidere il re, e toccò al ca[)itano che lo titi, e il trionfo che riportò sui nemici fin-
assassinò, il quale eia stato graziato della ché fu immolato dal tradimento; l'esito
vita per latrama nella guerra di Russia, felice della guerra col piìi potente de'suoi
Questo mostro d'ingratitudine ebbe poi vicini, e l'impulso che die al commercio,
a' 22 aprile tronca la mano e la testa. alle lettere e alle arti, sono prove della
Quando il re si sentì colpito, sul momen- «uà attivila, coraggio e perseveranza. De'
to credette che fosse stata la mano d'un lieti suoi successi, nelle circostanze criti-
giacobino fraucese,comechc sempre pre- che del regno, andò iu molla parte de-
S V E S V E 381
bitore alla piacevolezzn del suo carattere, sconcei tare. Era colto, letterato;- il suosli-
sua corte era una delle piti hrillanli d'Eu- alle fpialità d'un gran re unì quelle del-
ropa: amò il fasto e si abbigliava con e- Tuomo il più amabile. Era padrone di se
leganza che partecipò della vanità. I suoi stesso, sobrio e fi"ugale, clemente, umano
ozi erano principalmente spesi nella let- e sensibile. Questo complesso di eminenti
tura, nel diseguo e nelio scrivere coinpo- qualità compensano i suoi difetti esage-
iiimenli teatrali, di cui attingeva gli ar- rali dallo spirito di parte. Abbiamo: Ili-
guinenli dalla storia del suo paese. Fin stoive dt l assassinai de Gustavo III voi
dal |)rincipiodelsuo regno eresse il bell'e- de Suède, Paris 797. Storia del regno e
1
senza farsi conoscere inviò l'elogio del leld- to la reggenza dello zio Carlo duca di Su-
maiesciallo Torslenson, die fu coroRato. dermauia,che pe'suoi principii massonici-
Le lettere da lui scritte, i suoi componi- liberali non seguì 1' Ostilità adottata dal
furono resi grandi e giusti elogi. IMallet reggente istituì a Stockholm il museo del-
Diipan dice che niun sovrano del secolo le belle arti, raccogliendovi gli spaiai cpia-
XV Ili, tranne Federico !l il Grande, lìon dri e quelli di valore, ciò die altri allatto
avrà un posto così considerabile nella sto- dicono l'opposto, ed impiegò gl'iminensi
ria. Vendicò neh 7721 diritti della nazio- materiali adunali a fjrmare sontuoso il
ne, riprese i propri, rislnbih le basi ildl'an- palazzo del castello d'IIaga, per compiere
tica costituzione, e ripristinò l'equilibrio l'accademia militare trasferita da Carl-
tra la libertà e la monarchia. Sotto la sua scrona aCarlberg. Imperocché immaginò
amministrazione operosa disjiarve la ve- ed eseguì il piano d'un' accademia milita-
nali tà,ni uno osò far Iranico del la patria. La re,facendo istruire 200 allievi nelle mate-
marina, l'armala, le fortezze, il commer- matiche, nella tattica militare, nella nau-
cio marilliiiio, la considerazione al di fuo- tica, nella geografia e storia. Gustavo IV
ri, le arti, rinduslria in (pieslo regno ca- giunto air età maggiore s[)0sn poi Feile-
lunniatosi rianimarono, >oii avendo po- ricaDorotea di Daden pailrone ilei go- :
tuto spegnere il germe delle fazioni, sep- verno, abbracciò un sistema di politica
pe infrenarle. Funi raris-.imamente, per- diverso da quello seguilo dallo zio, e volle
Francia e gli alleati suoi, siccome unico lo avea fatto grande ammiraglio di Sve-
mezzo di salvare il regno. Ma le propo- zia, di che folle renderlo degno con cor-
caduto de' suoi diritti. Narra 1' annalista dernianiaiu premio di sua condotta, indi
Coppi, all'unno 1809, che Gustavo IV non prese moglie. IMa la fama che diceva Gu-
avendo voluto cedere alle istanze che la stavo 111 incapace d'aver figli, quando gli
Hussia gli avea fatte, di chiudere il Bal- nacque l'erededel trono, in vece si rivolse
tico a'vascelli stranieri ed accedere al si- contro il duca che veramente non ebbe
stema continentale, a tenore de'patli se- mai prole, e restò interamente deluso
greti da essa convenuti con Napoleone I (piando supponeva che fosse per[nascergli.
imperatore de'francesi col trattalo di Til- Vedendo annichilite le sue speranze, tor-
sit, sul principio del 1808 gli avea mosso nò il duca ad esasperarsi col fratello, an-
guerra,ed avea seco trutta la Danimarca. dò spargendo dubbi sulla legittimità del
Gustavo IV co'soccorsi dell'lnghillerra si nipote poi Gustavo IV, molte persone ri-
difesecon molta energia, ma le forze e- tennero la nascita del principe misteriosa
rano troppo disuguali, e nel corso della e con (rode; ma 1' altra nascita a Gusta-
campagna perde la Fuilauilia. Questo di- vo III d'un 2." figlio fece tacere le ardite
sero molti malcoulenli fra la classe prima- il suo palazzo diventò una specie di cen-
ria,e in fine una congiura per deporlo dal tro d'opposizione, ove potevasi favellare
trono. Sul principiodi marzo 1809 il feld- di costituzione e di libertà. 11 duca solca
maresciallo Rlingspor, il generale Alde- far pompa d'un zelo per la massonerie!, e
rereux, e colonnelli Aldersparree Schiol-
i
s» fece insignire della i.^ dignità del rito
forte distaccamento dell' armata inviala slituì iu favore di tali settari l'ordine e-
contro Norvegia; quindi a'i 3 Io arrcsta- fj'icslre che descrissi iu principio. Nella
S V E S V E a83
guerra c(^la Russia non servì il fratello se miiure e dagli errori di Gustavo IV,
ji-aliiiente, e pare die segietamenle se la che non avea alcuna idea dell' Europa,
iiitttuiesse co' russi, gedoUo da Caleiiua aprirono al duca un adito facile per ri-
11 colla lusinga di fargli cedere la Fin- [ligliarsi un potere, il cui esercizio nelle
landia io sovranità: la successiva condot- sue mani era stato meno fatale alla Sve*
ta nel comaDdo della flotta conferma il zia. Però Gustavo IV non era il solo o-
narrato. Il tradimeutu che ioipedì l<i di- slacolo all'ambizione del zio, eiavi pure
sfatta della flotta russa essendu ignoto a quello del principe reale suo figlio; laon-
Gustavo III, fece il fratello governatore de il duca dal fondo del suo castello di R.o-
di Finlandia con onorifiche prerogative sersberg apparecchiò gli accennali avve-
principesche. Quando il resi coliegò con nimenti del 1809, senza che mai compa-
Caterina li, già sua implacabile nemica, il suo nome: volea apparire sulla sce-
risse
pelcomun odio che portavano a'principii na quasi costretto di viva forza, e compa-
anti-monarchici, duca pe'suoi vincoli
il rirvi come il salvatore della Svezia, o co-
e per le sue dottrine massoniche liberali, me se questa in lui non potendo conse-
si trovò gabbato e allontanato dalla re- guire il re peressa domandato.stessequasi
lazione russa per propendere in favore del- in procinto di cader in dissoluzione o di
la Francia rivoluzionaria. La stoiia regi- diventare provincia straniera. Molli e sva-
strò pure che il regicidio del fratello e vir- riati progetti furono l'uno dopo l'altro
tuoso Gustavo IH fu commesso col di lui proposticon tanto poca segretez'/a,chesot-
consenso e sotto gli auspiciì de'suoi amici. to un governo diverso da quello di Gu-
Il re ciò ignorando, lo dichiarò reggente, stavo IV^, membri di siffatti conciliaboli
i
scluderlo, e la tutela e custodia di Gusta- fluenza da cui erano proletti era forte.Fra
vo IV l'affidò ad Armfeli; ma il duca ac- questi piani, uno rannodavasi colf inva-
comunò la reggenza colla tutela, e mosti ò sione della Scania delle truppe danesi e
una scandalosa indulgenza co'complici del fiancesi.sottogli ordini del maresciallodel-
regicitlio. Die maggior latitudine alla l'impero Bernailotle.poi Carlo XIV, nella
stampa, alla libertà di parlare, e dichìa- primavera 808, dietro cui l'infelice Gu-
I
dia quindi fu invasa da Buxliowilen: A- ritto di fu" guerra senza il parere del con-
lopeus e Brown divennero l'anima delle siglio. Il duca dovè accettarla prima che
trattative che i congiurali iniziarono col- la corona gli fosse offerta. Per compiace-
la Russia e l'Inghilterra, coronate poi col- re poi a Napoleone I e non avendo figli,
r arresto del disgraziato Gustavo IV in adottò come suo erede presuntivo, e lo fe-
mezzo della stessa sua reggia, appena n'e- ce adottare a' 18 luglio o a'28 agosto da-
ra partito il duca zio. Erano 20 ore circa gli stati sebbene dissenzienti, il princi-
suo potere, e alla pacificazione della Sve- servate alla sola nobiltà; determinò la
zia. Cessa ronoipaindi le ostilità coliaFran- gran comunicazione del lago Wenern e
eia, Russia e Danimarca. Gustavo IV rin- delBaltico,per mezzo del canale diGothie;
chiuso nel castello di Drottningholm, al- la libertà della stampa fu riconosciuta con
tridicono di Griipsholm, elfettuò la sua legge, con alcune restrizioni che piìi tardi
abdicazione, schiettamente e semplice- s' aumentarono pel solito eccessivo abu-
menle.Si dimenticò senza dubbiocheque- so. Indi Carlo XIII rivolse i suoi pensieri
sla rinunzia, anche volendola supporre a ralfermare la pace del regno, ed in fatti
spontanea,investiva il di lui figlio Gusta- la concluse a' 1
7 settembre in Fredericks-
vo da cui egualmeute sarel)be convenuto hamm interamen-
colla Russia, cedendole
ripetere l'abdicazione. Tale allo letto agli te la importante provincia di Finlandia
stati il ioma°;"io,essi finsero credere baste- sia per popolazione che per posizione mi-
\o\e per dichiarareGuslavo principe reale litare, la Westro Botnia e l'isole d'Aland
popolarità si guadagnò 1' iìilelto del po- Molti candidali furono l'un dopo l'allri
gran parte di sue forze e fece sollevare il l'impeiatore di Russia inclinava pel duca
grido di malcontento nazionale. Divenu- suo cognato, ed ebbe qualche lieve defe-
le perciò risotene del Baltico asilo di con- renza pel diseredalo Gustavo,il quale a-
tello Federico Augusto II, morto d' im contegno. Non ostanle,la sua elezione eb-
calcio di cavallo nel capo, rovescialo dal- be luogo iì'-?. I agosto 1810, e Carlo Xlll
la carrozza tornando da Monaco a Dre- adottò per con atto legale il sik) nuo-
figlio
gere la voce non essere stata natiuale la re." l'er tali riflessioni elesse a' ?.8 agoslo
sua morte, ed sospetti del popolo cadde-
i in successore di Carlo Xlll il maresciallo
ro sopra diversi personagi;i ra^i^uarilevdli r.eiiiadolle, il quale avea fiuia di lell.),
della capitale, lu cui tu Iraspurlalo il suo ed era 'pecialuienle nolo colà per aver
2.86 S V E SVE
comballiilo nella Germania setlenlriona- ne d<;l paese, accettò il titolo di governa-
le. Porlossi questi aStockholm sulpiinci- tore deirAnnover,di maresciallo dell'im-
piodi novembre, ed apostatando dal cai- pero e principe di Ponte Corvo, quando
tolicismo,abbiacciò il protestantismo pro- Napoleone I di quel dominio ne spogliò
fessalo dal popolo svedese. In conferma di las. Sede con decreto de'5 giugno 806: 1
della repubblica francese, esultò sapendo gostoi 8 io,lo chiamò a successore diCarlo
i suoi trionfi; ma non tardò la gelosia a XIII, elezione che egli dovè solo al pro-
mettersi tra'due generali, dimodoché Na- prio valore: da quel momento fu il nemi-
poleone, tentendo di lui, gli tolse la me- co più dannoso di Napoleone I. Tanto ri-
la delle truppe che gli avea affidale. In ferisce Canlù. Leggo inoltre nel-
il cav.
appresso fu mandatoambasciatoreaVien- V Artedi verificar U date, (ili siali di Sve-
na; tornato a Parigi,il 6 agosto 798 spo- i i zia raccoltisi per dare un successore al de-
pe superare le antipatie personali pel be- ria delle loro armi : quindi alla politica
S V E S V E 287
univasi la riconoscenza nel fave una tal rono ne'porti occupati dalle sue truppe,
scelta. Napoleone I promise al principe e presi marinari li costrinse a servir sul-
i
gli svedesi come nemici. Così Napoleone si tendeva. Per troncai e il male dalla ra-
1 esercitava la sua influenza nel settentrio- dice, risolse d'aprire di fronte la questio-
ne, mentre estendeva la sua potenza nel- ne con Napoleone 1, a mezzo del suo in-
l'Europa meridionale. Daly maggiora i I caricato d'alfai i. »5 L'amicizia della Sve-
a' 6 gennaio 1812, Bernadotte governò zia perla Francia le costò varie provin-
solo,perchè una grave malattia del re lo cie. L'imperatore de'francesi promise so-
avea costretto di rimettere per qualche lennemente di f,irnele ricuperare,odi far-
tempo timone degli
il alTaii al principe nela indennizzare con altre provincie vi-
reale. Ne'primi del 8 1 1 1 Napoleone chie- I cine alla Svezia: se questa promessa non
se 2000 marinari per la flotta di Brest, viene eseguila, la Svezia diventa nemica
e poi truppe di linea. Poco dopo doman- della Francia". Una spiegazione così pre-
dò che s'introducesse in Isvezia la sua ta- cisa sconceilò il gabinello imperiale, e
riffa diTrianon sulle derrate coloniali,esi Napoleone ebbe un nemico di piìi. Dice-
I
burgo. Proposequindi una Confederazio- gua svezzese, sarebbe un bel col [>o di ma-
ne Settcnlrionale,criiiposta della Svezia, no quello di mandarlo a terminar suoi i
le ricusò aderire a queste prnposÌ7Ìoni, e dell'esazioni lìilte sulla marina svedese dai
allora l'imperatole cominciò a trattarlo cdisari francesi, e dell'occuparione della
(]uale amicod'lnghilteria. In fatti, permi- Pomerania. Gli rimproverò d'aver cau-
se che corsari francesi catturassero i ba- sato alla Svezia la perdita della Finlan-
stimenti svedesi sospetti di commercio co- dia, impegnandola in ima lotta disuguale,
gl'inglesi; fece arrestare que'che si trova- e d'aver jioscia ricusalo di darle la Norvc-
9.88 S V E S V E
già (In lui proinessn in compenso, oltre cipe reale alla lesta di3o,ooonomini sbar-
altre amare lagnanze. Quaiulo Carlo XI li còa'i8maggioa Stralsunda nella Pome-
riprese le redini del governo, le ostilità rania, e occupata da'francesi. Mai sangui-
colla Francia parevano inevitabili: l'inva- nosi combattimenti sostenuti , il crudo
sione della Pomerania già era stata ese- freddo e i furiosi turbini distruggitori di
guita da'fiancesi fino da' i ygennaio i 8 i 2. uomini e cavalli, la terribile fame e ^e^te-
Per tutto questo si succedettero rapida- uuazione avendo decimata l'immensa ar-
mente, la rinunzia delia Svezia al sisle- mata francese e quella degli alleati austria-
nia continentale, ed in conseguenza la ria- ci, sassoni, bavaresi, prussiani e italiani,
pertura de'porti alle navi di tutte le na- spaventoso fu il numero de'morti e pri-
zioni, i Pietroburgo de'5 apri-
trattati di gionieri, quindi disastrosissima la ritirata
le e d'Oerebro de' 18 luglio, che promet- precipitosa di Napoleone I. Ne fu conse-
tevano alla Svezia la Norvegia, che le sa- guenza la sua caduta, imperocché Ales-
rebbe unita co'negoziatio colle armi, pro- sandro! si alleò colla Prussia, e invitò nel-
ciuandoalla Danimarca un compenso in la lega principi tedeschi della Confede-
i
Germania; eli trattato d'Abo, col quale razione Pienana nel febbraio 18 3; ed eb- i
la Russia garantiva ad essa l'eventuali- bero un potente aiuto dalla Svezia, che
là di due terzi della Zelanda, allora pro- a'3 di marzo concluse un trattato coll'ln-
vincia francese nell'Olanda, ove ne fosse ghilterra, col (juale si obbligò di spedire
fatta la conquista. L'alleanza della Sve- 3o,ooo uomini in Germania sotto gli or-
zia colla Russia e coll'lnghilterra fu sot- dini del principe ereditario, e per compen-
toscritta, e quest'ultima promise ad am- so le fu assegnata la Norvegia, l'isola di
bedue i suoi soccorsi, e di garantire i no- Guadalupa e un milione di lire sterline.
minati trattati, come fece la Prussia. In- Dall'altro canto Napoleone I nel luglio
di la Svezia prese parte alle memorabili contrasse alleanza colla Danimarca, dal-
campagne del 8 3 ei8i4, che precipi-
i i la quale ebbe un aiuto dii2, 000 uomi-
tarono dal trono Napoleone I, e che de- ni; ma ritiratasi da lui l'Austria, entrò nel-
scrissi a Inghilterra, Francia, Sassonia, la contraria coalizione per guerreggiarlo,
e negl'indicati e altri analoghi articoli. In onde segui il trattato pel ristabilimento
tale occasione IaSvezia,oltrei francesi,eb- dell'equilibrio europeo e 1' unione della
i8i2 era penetrato con fnmidabile ar- principe reale a formar l'ala de^ra della
mata nell'interno della Russia, l'impera- grande armata, ebbe sotto i suoi ordini
tore Alessandro reduce da IMosca, ove
I parecchi corpi pru.ssiani e russi di circa
nel luglio pose in opera tutti mezzi per i 1 00,000 uomini, sotto la denominazioi>e
far diveniie la cuerra nazionale e relisio- di armala del Nord. La vittoria di Donne-
recossi in r''inlandia ad Abo, e quivi
.sa, ivitzda lui riportata a'6 setlembrei8 i 3,
incontrato lìernadotle concertò con esso, contro i maiesciaili Ney e Oudinot, sal-
che la maggior parte delle truppe russe vò la capitale della Prussia che Napoleo-
destinate precedentemente a marciare iu ne I voleva invadere. L'imperatore d'Au-
Norvegia, l'ossero dirette sulla Duna con- striaFrancesco 1 lo fece couiplimentare,
tro Napoleone I, che .sperava colla presa la grancroce dell'ordme di M.*
e gli spedi
di Mosca pacificarsi e per condizione il ri- Teresa. Rese pine importanti servigi a-
slabiliiucuto del regno di Polonia. Uprin- gli alleali nella ballagliu di Lipsia iliG,
S V E S V E 289
17 ei8 oltohie susseguente, liaccontai a la riunionedella Norvegia alla Svezia, col-
Norvegia, che per le accennale conven- la clausola che il re sarebbe mantenito-
zioni, nel 18 i4 Bernadoltc diresse un cor- re fedele della costituzione d'Eidswolddci
po numeroso contro l'Holstein, e forzò il 4 novembre, giurata dal re di Danimar-
re di Danimarca Federico VI a sottoscri- ca. In questa guisa fu terminalo l'acqui-
vere a'i4 gennaio il trattalo di Riel, pel sto per la Svezia di tjueslo 2." regno, che
quale promise di cedere la Norvegia al- pareva destinalo dalla natura a non for-
ia Svezia, in cambiodella Pomerauia sve- marne che UD solo colla slessa Svezia ,
dese e dell'isola di Rugeo, garantito da quantunque la politica ve lo avesse per
tutte le potenze alleate. Dissi dell'insur- lunga pezza tenuto disgiunto. E per tal
rezione de'norvegi, che elessero a reggen- modo dopo 5 anni s'ebbe per quella par-
te di Norvegia oello storthing o dieta di te un compenso per la perdita della Fin-
Eidswold, Cristiano Federico principe e- landia e della Bolnia orientale , oltre la
reditariodi Danimarca, laonde fu aggior- perdila della Pomerania svedese, cedu-
nata la cessione; mentre il senato di Pa- ta in prima alla Danimarca, la quale pel
rigi dichiarava decaduto Napoleone I dal suo contegno la perde in uno al prezzo
trono, per cui venne costretto alla rinun stipulato, andando a aumentare la por-
ria dell'impero, e furono ripristinati i Bor- zione che già ne possedeva laPrussia. Car-
boni e altri sovrani. Si adunò il celebre lo Giovanni nello .stesso agosto 18 t4, i>i
congresso di ficnna, per regolare delini* nome del re prese possesso della Norve-
tivamenle le cose fra le potenze, le qu<ili gia, ed a'9 novembre fece il suo ingresso
vi mandarono i plenipotenziari, inclusi- nella capitale Cristiania, la cui dieta de'
vamente alla Svezia, e a'g giugno 8 1 1 5fu 20 ottobre avea dichiarato; Che la Nor-
sottoscritto l'atto finale: in questo fu ac- vegia si univa alla Svezia, e con essa go-
cordata alla Prussia la Pomerauia svede- vernata in comune da un medesimo mo-
se, confermandosi la Norvegia per com- narca, e formeranno un solo regno indi-
penso alla Svezia, ed alla Danimarca in- visibile. La costituzione d' Eidswold fa
vece ducati d'Holstein e Lauenburgo, il
i modificala iu questo senso. Carlo XI I[
r."inpermuta della Norvegia, il 2.° della accedette alla santa alleanza delle gran-
Pomerania svedese. Ma sebbene nel con- di potenze, diminuì il debito pubblico,
gresso di Vienna fu statuito, che catto- i ricevè dall' Ingliillerra 20,000,000 in
hci de'ducati vi godessero i privilegi del- cambio della promessa Guadalupa, e dal-
le altre comunioni, di fdtlo la religione la Prussia 3,5oo,ooo risdalleri iu com-
cattolica non vi è tollerala, come rimar- penso occupata Pomerania. Sopra
dell'
*9
290 s V f: S V E
oinn Eiigfinia ùi coronata in Isvezìa n'9.8 ammiraglio e duca di Sudermania, can-
ngoslo 189.9. Questo principe clie seppe ccllieie dello uni versila d'Upsal, di Lund
nifiilarsi due regni, nnaiilerieivi»;i e lias- e di Cristiania. Gli successe nello stesso
nictteili alla sua discendenza, ebbe i se- giorno,ecol nome d'Oscar I ^u colonato
guenli elogi dagli storici conlemporanei. a'28 settembre 1844 in Stockliolm, redi
Come generale militare, una lunga car- Svezia, di Norvegia, de'goti e de'vnndali,
riera e brillanti successi clie da parecchi e tuttora regna. Nel 1823 avea sposato
anni liegiano le più belle pagine della sto- la regina regnante Giuseppina Massimi-
ria francese, assicurano a questo re un liana Eugenia cattolica, e figlia del prin-
posto distinto nella posterità: come mo- cipe Eugenio già viceré d' Italia e duca
narca di due corone, i suoi lumi, la sua di Leuclitenberg. Sono loro figli: i ."Car-
bontà, l'amore che nutrì per le lettere, lo Luigi Eugenio nato nel 1826, prii\ci-
le scienze, le arti, il comnjercio e l'agri- pe leale e duca di Scania, hiogotenenle
coltura, garantirono a'suoi sudditi un re- generale e gian maestro d'artiglieria, ma-
gno florido, pacifico, gloiioso e rigene- ritalo alla principessa Guglielmina d'O-
ratore. Il suo lungo regno fu uno de'più padre della principessa
raiige, clie lo fece
felici per la Svezia e per la Norvegia, sen Luisri, e del defunto a' i3 marzo i854
na e transitoria.Nel luglio 18 53 nella fon- zia fuvvi una dimostrazione civile e mi-
deria realediRIonaco venne fusa in bron- litare, per avere un'altra costituzione più
zo la statua colossale ed equestredi Cario popolare. Nel t. 8, p. 700 della Ci\'tUà
XIV, modellata a Roma dal celel)re scul- cattolica, 2.' serie, si leggono importanti
tore svedese Fogelberg.Ad eccezione del- nozioni sulla Danimarca, e i ducati di
la lesta e del braccio destro della figura Schleswig e Holstein;e si parla d'un par-
edella codadel cavallo, questa statua, al- tito esistente in Danimarca, che vagheg-
ta i
7 piedi, venne fusa in un sol getto : giò l'idea i]e\\'itruone scancfinai'ica, Cioè
ella posa interamente, ad onta d'un pe- d'una riunione della Svezia, della Nor-
sodi 148 quintali, sui due piedi posterio- vegia edellaDanimarca; idea che ha gran
ri del cavallo. Dovea inaugurarsi aSlock- rassomiglianza ed eguale origine co' so-
holm nell'ottobre 1854. Carlo XIV la- gni de'[)aititi ultranazionalidi molti al-
sciò il detto figlio principe reale, grande tri paesi. JVella Danimarca a Crislierno
S VE S VE 2c)i
Vin successe a' 20 gennaio 1R4S '' 'C trarre imprestiti, o di mutare lo statuto
Federico VII. Sino a quest'epoca la Da f )n(lamcnlale. Negli altri :if(ari, ed anche
nimarca non avea avuto altra rappresen- nell'esame ordinario de'bilanci, ha voce
tanza nazionale che un'assemblea di sta- meramente considtiva. Le sedutedelcon-
ti senza voce deliberativa. Ma in quel- siglio sono segrete, e il re rinunziò al di-
l'.inno sì fertile di statuti, Federico VII ritto di sciogliere il consiglio, stabilendo
lo piomise appena assunto al trono,e l'ef- che dovesse essere convocato almeno una
fettuò a'5 giugno 849, ma produsse tur-
1 volta ognibiennio. Ma se il ."statuto pia- i
SchlesAvig, Ilolsfein e Lauenburg, ribel- que all' una ed agli altri, domandando
latisi a nome dell'unità tedesca, essi ot- una libera costituzione. Pvispose il re:'-\oi
tennero per l'intercessione specialmente concedemmo la legge fondamentale della
della Prussia, già loro eccitatrice e soste- Danimarca in virtù del nostro pieno po-
nitrice,che nel tialtato di pace fosse ri- tere ; ma se è certo che noi Y abbiamo
conosciuto il loro diritto di conservare le conceduta per crescere la felicità del no-
proprie leggi tedesche, di avere una die- stro amalo popolo, non è meno certo che
ta speciale e di essere governatida auto- noi non vogliamo tollerare, che per l'a-
rità distinte da quelle di Danimarca. Di buso de'diiitti e della libertà da noi con-
che cominciarono tosto a querelarsi, a tor- cedutagli, n*iiscasi conducendo la nazio-
to o a diritto poco importa, che il parla- ne alla sua rovina". Indi il re sciolse la
mento d'un regno da essi chiamato stra- camera, e avvertì il popolo della perni-
niero si frammettesse troppo ne'loro af- ciosa influenza che si esercita per mezzo
fari, edisponesse di loro rendite. Pertan- della libertà della stampa e della libertà
to il re risolse di pubblicare tuia nuova d'associazione da lui concesse. Già nel pre-
costituzione, la quale aviebbe bensì re- cedentei8j3 il re Federico VII pubbli-
golato gli affari comuni della monarchia cò la nuova legge di successione, ripor-
danese, ma avrebbe insieme rispettali tala nel Giornale fti Roma a p. 762, nel-
tutti i dij'i tli, soddisfatto a tutte le lagnan- la q!»ale e come narrai a ScHiEswir,, sta-
ze, e lasciate intatte tutte le libertà con- bilì che se lo zio principe ereditario Fe-
cedute dal precedente statuto. La pro- derico Ferdinando continuasse a non a-
messa fu mantenuta neh 854 colla pub ver prole, la successione della monarchia
Llicazione d'imo statuto, che concentrò danese passasse nel cugino principe Cri-
nelle mani del re e d'un suo consiglio tut- stiano di Schleswig-Holstein Sonderbur-
ti gli affari generali concernenti l'intera go-Glucksburgo,cui die il nome di priii
monarchia esso è in 28 articoli. In que-
: cipe di Danimarca. Neh 85 le agitazio- r
slato, incaricato di decidere gli affari co- già richiamarono l'attenzione d'Europa,
muni a tutto il regno. 11 consiglio lo com- che ivi crede va stabilmente assicura ti l'or-
pose di 5o mend)ii, de'cpiali 7.0 sono no- dine e la tranquillila, per le sue istitu-
minali dal re, 3o dall'assemblee partico- zioni veramente costituzionali per rende-
lari, cioè 18 dalla dieta del i-egno, 5 da- re soddisfatti i popoli, e perciò impossi-
gli stati provinciali dello Schleswig, G da bile nelle pacifiche condizioni de'due re-
quello deirilolslein, ed uno dall'ordine gni qualunque agitazione rivoluzionaria.
cavalleresco di Lauenburg. Il consiglio ha Che il principiocoslituzionalc vi fosse tan-
voce deliberati va,quando si tratta di nuo- to stabilito, che ninna tempesta politica
ve imposte, di modificazione o soppres- pote.sse scuoterne l'edifizio: rpie' regni <-s-
sione di quelle che sono iu vigore, di cou- sere sfuggili alla serie ili quasi lutti gli
^
592 S VE S VE
stali continentali, per gotlerc sin da se- neutralità armata de're Oscar I e Fede-
coli istituzioni parlamentarie.Però la sce- rico VII, fu partecipata a tutte le poten-
na si cambiò, ed assembramenti tumul- ze marittime d'Europa ea'principali sta-
tuosi si ripeterono dal partito sovverti- ti dell'America, a favore e tutela dell'in-
tore e democratico, non contento dell'an- dustria, commercio e navigazione de' 3
tica forma, se non preponderante, certo regni del Nord; e ne riceverono nuove ga-
temperare il potere esecuti-
sufliciente a ranzie di sicura stabilità, the Oscar I fece
vo, quale è notabilmente circoscritto.
il comunicare a'4 stati della dieta di Stock-
Ciò destò gravi apprensioni, e più anco- holra convocata nel marzo 1854. ^"^i
ra per le false e demagogiche dottrine del pose l'isola di Golhland in istato di far
terribile e chimerico sfrenalo elemento fronte a tutte l'evenlualità d'una guerra
del Socialisnio, ' moho sparso nella clas- marittima, per la sua importante posi-
se degli artisti e ne'suoi molti fautori. An- zione in mezzo al Baltico, e abbondante
che nella Norvegia regna un significan- di buoni porti che offre in ogni lato alle
te fermento pel demone della ribellione, parli belligeranti, mas^me quello di Sti-
il partilo degli ultra-democratici, nemi- lac, uno de'miglioii di tutta la Scandina-
co della nuova democratica costituzione via, e il cui bacino può contenere una
e conforme a'coslumi de'norvegi, i quali gran flotta. Ne la Norvegia fu trascurata
non ebbero mai grandi proprietari, né di difesa, nelle contrade artiche special-
possente aristocrazia, cioè quasi su base mente esposte alle aggressioni russe. Lo
libera e naturale. Il potere reale è dalla stesso imperatore neu-
di Russia, sulla
costituzione ridotto ad una misura mini- tralità s vedo norvegese, fece esprimere a
sizione neutrale armata che loro conve- (iothland, che chiamò isola superba e la
niva nella sanguinosa guerra d'oriente perla della corona di Svezia, onde custo-
tra la Russia,e laTurchia aiutala podero- dirla e insieme sostenere la patria indi-
samente da Francia e Inghilterra; quindi pendenza. Ambedue i discorsi furono ac-
agli 8 febbraio 1854 il luogotenente rea- colticon grande entusiasmo. Oltre ri- i
le nella solenne apertura dello storthiug portati autori, scrissero sulla Svezia,Noi-
in Cristiania dichiarò aver pe'regni uniti vegia e Danimarca: Alberto Rrai)ts,C/jro-
concluso col re di Danimarca, di osserva- nica regnoruni Aquilonariiun Dan ine
una posizione
re in ogni caso avvenibile Sveciae, Norvegiae, Argenlorati 1 546.
nelle diflerenze insorte fra l'altre poten- satiae, et ducaluni Sleswicensis^ Bata-
ze, saprebbe conservare con forza e unità; viae 1629. Martino Zeilleri, Regnoruni
persuaso che norvegi farebbero ogni sa-
i Daniae^et Norvtgiae, ut et ducaluni Ste-
grifizio per porlo in istato di conservare ssici ^ et Holsaiiae, cum pratfatione de
e difendere la posizione indipendente.Nel- rebus gesiis Normannoriim, Amsteloda-
la massa del popolo svedese si suscitò un mii655. Lacombe, Abregé chronologi-
ardente entusiasmo per la guerra,tenen- nue de thisloirc de Dannemarc, Russie,
do per nemico nato la Russia. La stretta Suidcf Pologne, Frusse, Courland etc.
S VE S V E 293
Paris 1762. De .Meiinier, Histoire des tale pene severe a chi professasse la reli-
gouverneinens du Nord , oh de V origine, gione della chiesa rofnana, omle del tut-
et des progrcs du gouvernrnicnt des pro- to estinguerne le reliquie e la memoria.
vinces-itnics du Danncniarc, de la Sue- A'soli ambasciatori cattolici e con molte
de, de la Russie, et de la Pologne, Pa- restrizioni era permessa la cappella pri-
ris 1780. Svecia, sive de svecoruni regis vata iielleloroabilazioni, col piopriocap-
f/oMi/'HV.?f!M/7/ÌH5,LugtIuniElzeviri623. pellano e confessore. In vari tempi il ze-
Catteau, Prospetto generale della Sve- lo indefesso de'Papi inviò missionari non
zia, Dologria 1790. Graberg de Hemso, meno iu Isvezia, che in Norvegia e in Da-
La Scandinavie, Lyon 1822. V. Le Das, nimarca.o ve stabilendosi variarlisti,cotn-
Svezia e Norvegia, traduzione di F. Fai raeicianti e altri professanti la fede cat-
nonetti, Venezia 84 1 ' con incisioni. Pieu- tolica, si trovavano privi de'mezzi spiri-
terdahl, Istoria ecclesiastica della Sve- tuali. A provvedere di sagri ministri le
zia, Lund 838. Giovanni Magno, De o-
1 missioni de' 3 regni del Nord, l'imperato-
innibus Gothorum Svecorunique regibus re Giuseppe I eresse un collegio io Linlz,
hisloria, Pioinaei854- Olao Magno, Hi- capitale dtU'Auslria superiore, coll'auto-
storia de gentibus septentrionalibus , 13a- rità di Clemente XI, quel ctlcbre colle-
sileaeioGy. Hundlinger, Rorande Sknn- gio di cui pure parlai a Passavia, per le
dinaviens hisloria, Stockhoìm 843.Stier- 1 missioni ponlificiedella Germania setten-
man, Dello stalo delle scienze in Isvezia trionale e de'regni di Svezia, Danimarca
ne' tempi più. remoti. e Norvegia. L'imperatore Carlo VI pia-
Vicariato apostolico dellaSvezia. Do- mente dotò per 3o alunni, e Giuseppe
lo
po avere la religione cattolica tanto fio- 1 1 colle sue deplorabili riforme lo soppres-
rito nella Svezia, malgrado l'opposizione se , cessando così quel valido aiuto pel
del clero e di gran parte del popolo, Gu- mantenimento e possibile propagazione
stavo I oduscò la sua gloria e rovinò la dell'avversato cattolicismo, ad onta che
nazione col fatai colpo dell'introduzione dovea essere come gli altri culli tollerato,
del luteranismo con tutto il deplorabile io forza del convenuto nel trattato di
codazzo de'suoi errori, parto dell' aber- \Veslfalia,e pel quale altri beni ecclesiasti-
razione dell'eresiarca Lutero, proscriven- ci e mense vescovili furono ingoiati dal go-
do e abrogando la santa religione de'cat- verno svedese. Finalmente il giusto e l'ot-
che inutilmente tentarono
tolici avi suoi, timo Gustavo III avendo decretato nel-
di ristabilire Giovanni III e Sigismon-
i re la ceicbre dieta la tolleranza ed eserci-
do principalmente. Usurpati tutti quan- zio libero di qualunque culto, permellen-
ti beni ecclesiastici, la confessione augu-
i do a'catlolici di edificare a Stockholm u-
stana fu dichiarata la religione dello sta- na pubblica chiesa, ed alla congregazio-
to, e perseguitato que'pochi che rimasti ne di propaganda y?</d d'inviare in Isve-
fedeli volevano conservare la vera tede e zia missionari pel servizio S[>irituale de'
il suo cullo. Se gli attuali svedesi cono- cattolici suoi sudditi; indi perla stima con-
scessero le verità cattoliche, sarebbero ec- cepita di Papa Pio VI, per
le magnani-
tisuio i libri che uc Irallavano, e dccrc- luusu riugcaziuujculu che sci i»^c all'cccel-
294 S Y E S VE
lente monatca. Indi ad elTeltuare le sue lorchè egli Irovossi a Roma, domandò a
brame, il Papa incaricò rag/ Antonio Le Pio VI un prefetto apostolico (altrettan-
Cleicde Luigoé arcivescovo di Parigi, di to asserì Novaes, ma già era stato doman-
scegliere un degno ecclesiastico dalla ce- dato ed eseguilo), che avesse a dirigere
lebre università della Sorbona, per insi- il cullo e costumi di 3o,ooo cattolici sta-
i
gnirlo della dignità di vicario pontificio, biliti nelle dillerenti provincie del regno
L'arcivescovo propose il sacerdote seco- suo, e soprattutto nella Gozia e nella Su-
lared.'Oster della diocesi diMetz.ePio VI dermania. Fu dal Pontefice incaricalo di
col breve Pro cotnmissi Nobis, de'3o set- quest'affare l'arcivescovo di Parigi, dan-
letì)]ne 1^83, Bull. Poni, de prop.fìile,l.^, tloj^li autorità di scegliere un simile pre-
p. 1 1)2, istituì il vicariato apostolico della fèllo nel rispettabile corpo della Sorbo-
Svezia e nominò vicario apostolico loslcb- na. Ritornato quel monarca da'suoi ving- J
*
so d/ Oster, soggetto a delta s. congrega- gi d'Italia e di Francia, ritrovò già nella
zione di propaganda, e colle facoltà op- capitale non solo eretta una novella chie-
portune anche di assolvere gli eretici che sa pe'caltolici romani, ma solennemen-
avessero abiuralo alla loro eiionea dot- te coosagrata nel giorno diPasqua dall'ai).
Irina. Nel declinar del medesimo 788 re- 1 Oster in qualità di vicario della s. Sede.
candosi in Roma Gustavo 111, notificò al Così nel periodo di 3o anni, Berlino, Pie-
Papa, che il d/ Oster era giunto in Stock- troburgo e Slovhholni ebbero e chiese e
holm, e che avea gettata lai. 'pietra per pastori dipendenti dal romano Pontefice,
la chici^a cattolica da lui ordinata. Con- capo visibile della chiesa cattolica". Leg-
tinuando il re il suo soggiorno in Roma, go in mg."^ Baldassari, Relazione delle av-
Pio Vi seppe che l'edifizio non solo era vtrsilàdi Pio J'I, t. 3,p. 240, che la mis-
«tato co«npito,mache nella festa diPasqua sione cattolica di Svezia per la sua pover-
del 1784 erasi cominciato a celebrarvi tà stando per cessare \\ Papa inviò uu
,
ruliiziodivino secondo il rito romano, col- breve al re Gustavo IV, eccitandolo eoa
duca di Sudermania Car-
l'assistenza del amorevoli e obbliganti parole, e per l'a-
onde la conlentezza del
lo fratello del re, micizia avuta col padre, a spargere le sue
Papa fu indescrivibile. Nella dimora non reali beneficenze sulla missione, incomin-
breve di Gustavo III in Roma, grande fu ciata co'di lui auspicii, Il re accolse gra-
U disinganno delle sue prevenzioni sui cat- ziosamente le pontificie premure, dièsuf-
tolici, benché il suo ragionevole criterio ficienti sussidii, e la missione potè conti- J
avesse loro reso giustizia; vide meglio le nuare in utile de'cattolici. Neh 882 n'e- 1
cose religiose nel suo vero punto di vi- ra vicario apostolico d. Gio. Ballista Gri-
sta, riconobbe per imposture e calunnie le daine sacerdote francese, autorizzato ad
massime di Lutero, ed aggiunse qualche esercitare lesue funzioni anche con diplo-
fiici Illazione alle dure restrizioni ingiun- ma reale, I missionari soffrono per l'in-
ininistratore il medesimo vicario aposto- nue lire 4ooo pe' poveri cattolici della
lico. Questa dev'essere la pia casa fabbri- parrocchia diSlockholm. Riporta il Gior-
cata appositamente pel ujantenimenlo di nale eli Roma deh 854, P- 66, che nel
4poveri,e fondata dal conted'Engestrom. la festa del precedente s. Natale, nella cap-
Il rigoi'e contro i cattolici a cpiell'epoca pella cattolica alla presenza della regina
diminuiva per l'indilferentismo de'Iute- regnante e della regina madre, ambedue
rauijche hanno in Stockholm i4 chiese e costantemente cattoliche, fu eseguita la
4 oratorii. Le leggi però sono sempre se- messa posta in musica da Michele Ilay-
vere contro quegli svedesi che abbando- din, fialellodel celebre Giuseppe, scoper-
nano il culto luterano, ed oltre quanto ta nell'accademia realedi musica diStock-
dirò n'è un saggio infelice il narrato in hohii, e conlenente singolari bellezze, ti
principio di questo articolo. Nel i838 i regno Norvegia e la sua capitale Cri-
di
cattolici che adempiiono il precetto pa- stiania hanno pure de'cattolici, ma fore-
squale, sommarono a 799: devono esse- i stieri; e la congregazione di propaganda
re aumentati. Neh 84' il vicario aposto- y?/^/e sino dalla sua benefica istituzione, che
lico ebbe dal consiglio della propagazio- risaleah6?.2, vi mandò missionari. Tial-
ne della fede di Lione un sussidio di 5ooo tò di formarvi una missione di gesuiti ,
lianchi,a vantaggio ilella missione.I catto- e di spedirvi un vescovo, ma non ebbe ef-
lici svedesi sono di ammirazione, e riscuo- fetto, pe'rigori della proscrizione della re-
tono elogi dagli slessi protestanti. Vuol- ligione cattolica. I cattolici sono artisti,
.si che la popolazione cattolica di Stock- commercianti, i rappresentanti o consoli
liolm ora ascenda a circa 2200. La chie- delle potenze cattoMclie, e pochi altri. !\Ii
tavi da qualche prete o monaco mosco- bertà di religione all'infuoii della chie-
vita.Non può di certo asserirsi se vi sia sa dello slato, per un cambiamento aven-
mai penetrato alcun missionario cattoli- te per base:» Che niuna confessione di fe-
co, e nella congregazione di propaganda de cristiana, nel suo culto e nella sua dif-
non ve n'è notizia, sia per le leggi rigo- fusione sia soggetta, come tale, ad alcuna
rose contro il cattolicismo, sia per le sue pena tanto che si resti nei
civile, fino a
prodotti nostrali. Delle missioni cattoli- nare, seguendo la natura propria di cia-
che della Danimarca parlai a quell'arti- scuna setta". In Isvezia poi dalla dieta fu
colo, a CorENAGHEN, ed
Vicario apo- a proposta la legge, alla sanzionedel re: Che
stolico delle Missioni SETTENTRIONALI ni il prete cattolico sia costretto a denun-
Germania, da cui dipendono i cattolici, ciare, mediante lista distinta di tulle le
COSÌ quelli de'ducati d'IIolstein, Schles- sue pecorelle posta a disposizione del con-
wig, Lauenburg, e del granducato d'OI- cistoro lulerano, tutti coloro i quali nel
denburgo, ec. Dalle notizie che vado ad corso dell'anno si saranno resi cattolici!
figgiungere, potrà rilevarsi e prendere Indi si rideite, che lutto questo non vie-
un' idea dell'attuale condizione del cat- ta agli svedesi di stimarsi il popolo più
tolicismo in Isvezia e Norvegia. INellaa.' tollerante del mondo. Di che è ragione il
.serie degli annali delle scienze religiose, confondere ch'essi fanno la tolleranza re-
compilati dal eh. prof. Giacomo Arrighi ligiosa, dogmatica o teologica, colla tol-
te del pittore Nilsson, caduto vittima del chiesa cattolica in Isvezia, richiama al-
t'.uiatismo luterano de'suoi compatriotli la mente i primi secoli delle persecuzio-
ucH'ospcdale di Copenaghen in esilio, pel ni della medesima. Di recente furono trat-
semprevivo operoso spirito di ostilità nel- ti innanzi alla polizia una giovine signo-
la Svezia a danno de'fedeli seguaci della ra e il suo fratello, perchè erano divenuti
vera religione, poiché si ritiene: non v'ha cattolici, onde essere loro imposta la pena
nella Svezia altro delitto che quello di es- che le leggi svedesi impongono a chi ab-
sere , ma soprattutto di farsi cattolico. braccia il cattolicismo, di 1 2anni d'esilio. Il
Nilsson essendo nel f()rtunalo numero di curalo Bernard convertì al cattolicismo G
essi, fu .stiiippato dalla sua patria e cac- persone: fu tratto alla polizia co'G neofi-
cialo^ culla moglie e due piccoli figli, bi- ti, vietandogli il soccorso d'un avvocata
S VE S VE 297
Sembra però che questa persecuzione in- no essere lecito non solo di maltrattare»
contri grandi di/llcoltà nell'esecuzione. In- ma eziandio d'uccidere i non convertiti-
di si narra, che fu celebrata nella chiesa Quale sia lo spirito, lo zelo e la morale
cattolica di Stockholm una messa in suf- del clero luterano in Isvezia, in favore del-
fragio della duchessa di Leuchtenberg ve- le sue pecorelle e come adempia suoi
, i
in Isvezia, i nati cattolici si può dire che nistri protestanti sono stati primi a con-
i
di loro vila alla gagliardia del contagio; pa, e 200 per mantenerci lumi delle chie-
jna il posto di chi cadeva non restò vuo- se di s. Pietro e di s. Paolo alla vigilia di
to un sol momento, e tutto il clero seco- Pasqua. Estese eziandio a tutto il regno
Jare e regolare dappertutto gareggiò in d'Inghilterra il ramescot, ossia Denaro
abnegazione, si moltiplicò a seconda dei di s. Pietro (^.). Quest'ottimo principe
bisogni, né per fatiche diurne e notturne mancò nell'857. S. Svillino, chea veagli
venne meno la sua forza e valore, virtù dato mano in tulli i suoi pii imprendi'
che solo può infondere iicallolicismo.L'n» menti, gli sopravvisse qualche anno, e
no e l'altro clero furono esemplari emu- 862. Sepolto nel ci-
moi'i ui 2 di luglio
li di eroismo e di operosità, spargendo a mitero pubblico, come aveva ordinato,
tutti non meno conforti spirituali, che
i nel 964 s. Etelvoldo vescovo di Winche-
pronti soccorsi corporali, E questa è sto- ster lo fecedisotlerrare,e lo trasportò nel-
ria antica e contenìporanea. la chiesa, nella quale occasione furono
SVITTINO (s.), vescovo e patrono di operali molli miracoli. Nel1093 fu falla
Winchester. Uscito di nobile stirpe, mo- una seconda traslazione delle reliquie del
strò fino dalla sua giovinezza specchiata Santo nella chieda del nuovo monastero
virtù, e si dedicò agli studi ecclesiastici. di Winchester: un suo braccio era custo-
Iimalzato all' ordine sacerdotale, fu pel dito nella badia di Pelerboroug. S. Svft-
fiuomerito scelto ad occupare il posto di lino è nominato nel martirologio roma-
prevosto o d* decano dell' antico mona- no ai 2 di luglio, ma l'Inghilterra ne ce-
stero di Winchester. Il re Egberto, con- lebrava la festa ai i5 dello stesso mese,
scio della sua pietà, sapere e prudenza, che fu il giorno della traslazione delle sue
lo fece suo prete, e gli aHldò l'educazio- reliquie.
ne di suo figlio Elei volfo, che poi gli suc- SVIZZERA, //eAr/iVz. Repubblica fe-
cesse e regnò sull' Inghilterra con molla derativa dell'Europa centrale. Confede-
gloria, governandosi co' consigli di Svit- razione Svizzeray posta quasi in mezzo
liuo intorno alle materie ecclesiastiche; della zona temperata ilei nostro emisfè-
ed avendo avuto se(npre per esso som- ro, che si estende da 28'' 5o a 28° 5 di
un'asscndjlea generale, tenuta nell'bj.i, ili, dal quale lato il suo confine forma una
SVI S V I
2Q()
linea irregolarissiraa che segue in gran te Rosa in direzione orientale, e quindi
juirle la cresta delle Alpi, e taglia il sud- col nome di Alpi Lepontine dal monte
ovest del lago di Liigiiuo, il nord del la- l'iosa al monte Gries in direzione nord-
go Maggiore, percorre quasi tutta la lun- est. Etttra essa poi nella Svizzera, sotto
gliezza del lago di Ginevra, e termina al il 46^80' di latitudine, e colà manda ver-
Piodano; all' ovest finalmente è la Sviz- so l'ovest un gran ramo detto Alpi Berne-
zera limitala d.illa Francia, verso la qua- si, che fronteggia al nord la valle del Ro-
lometri quadrati, paii a i4,ooo miglia abbassano in colline nel nord. Il Jura, di-
geografiche italiane, inoltre avvertendo retto dal sud-ovest al nordovest, cuopre
the una considerevole porzione di questa assai gran parte della Svizzera occiden-
medesima estensione è poco suscettiva di tale; isuoi massi uniformi e regolarmen-
essere abitata dall'uomo. Negò natura a te allungati contrastano colle sommità
questa contrada un suolo generalmente acute, i fianchi dirupuiati e la distribu-
fertile, calcolando il terreno ca[)ace de'la- zione sregolata dell'Alpi. Egli è sulle sue
vori d'agricoltura a circa 3o,ooo kilo- frontiere meridionali che laSvizzera pre-
metri; ma adunò quanto havvi di più
vi senta la sua più alta vetta, il monte Ro-
pittoresco. La Svizzera, paese tra'più cen- sa, che sorge ai4,58o piedi sopra il li-
trali d'Europa, è la più elevata regione vello del mare, ed ivi ancora rimarcansi
di essa, essendo la più bassa parte il pia- il monte Cervino 18,872 piedi; il Gran
J'routiera ineridiooale,sotto il nome di Al- piedi, nelle Alpi Bernesi. 11 Jura presen-
pi, dal colle o stretto di Ferret sino al muu- ta in IbVizzerail monte L'cndre 5173 pie-
3oo SVI S V I
Dole 5o4o
di, hi piedi, ilChassel e il Clias* gersi! La più remota caduta di monta-
seron circa 4'>oo piedi. Nelle Alpi, epor- gne ricordata dalla storia dell'Alpi accad-
ii)i masse di ghiaccio, dette ghiacciaie eli de nel 363, cioè la seguente, che Mario
I
." 6 2." ordine, cuoprono le balze e col- vescovo di Losanna descrisse nella sua
mano le valli presentando mille
più alte, cronaca contemporanea. La gran mon-
forme svariate, mille colori; offrono an- tagna Tauretunum nel Vallese cadde si
cora questi enormi massi di ghiacci sta- precipitosamente, che seppelTi un castel-
zionarile più bizzarre figure di torri, pi- lo vicino e parecchi villaggi con tuttiji lo-,
tendono, malgrado le precauzioni gover- rono. I dotti del paese non s'accordano
native: il più tremendo è quello delle va- sul luogo della crollata montagna, bea»
langhe di polvereedi neve, le prime for- sì che i danni furono immensi; se per fa-
male dal cascar della neve recentemeu- tale disgrazia si rinnovasse simile disa-
le caduta sopra montagne scoscese, e che stro oggi, comechè divenuta la bella con-
un movimento dell'aria determina a im- trada tra le più popolose del mondo, ed
provvisosdrucciolare, ma non sono le più da ogni nazione,il dan-
assai fre({uentata
pericolose: le valanghe di neve estrema- no sarebbe infinitamente maggiore. A'3
mente compatta, la tninima scossa dell'a- marzo 1435 toccò alla città di Zug uno
ria basta per distaccarle dalla sommità scoscendimenlosignillcante. Dessa era al-
d'una rupe; ingrossano rotolandosi e con lora separata dall'omonimo lago per via
tanto impeto precipitano in fondo le val- d'un bastione fiancheggiato da torri mas-
li, che spesso si sono visti uomini e ani- sicce, a cui erano addossate case.SuH'im-
mali prostrati e-tratti di vita soltanto dal brunir del giorno le fabbriche contigue
vortice dell'aria per esse prodotto a qual- cominciarono a cedere sotto, e molte mu-
che distanza dal loro passaggio, se pron- raglie a fendersi. l^arte degli abitanti fug-
tamente fuggendo non si ricoverano ne- girono colle cose più care, altri meno pru-
gli antri appositamente incavati nelle ru- denti rimasero. Principiata la notte, che
pi. Questi gravi disastri si deplorano nel- fu tempestosa, i bastioni, le torri e 3o ca-
la piovosa stagione dell' inverno, e nel- se s'inabissaronocon fracasso e disparve-
la primavera principalmente. Fenomeno ro nel lago profondissimo in quel sito,
ancora più terribile, ma frequente meno, colla morte di 60 persone, o 4of> secon-
si è (piello de'sobbollimenti delle mon- do altri. Verso la metà di detto secolo, un
tagne in alcune regioni svizzere, che in lato del Brunig di Berna si staccò, e sep-
un istante cadendo o in tutto o in parte, pelh il castello e villaggio di Kienholta
mutano una contrada ridente in un caos non lungi dalla foce nel lago di Brientz.
di desolazione, in cui sepolti giacciouo al - Nel i5i 2 un'enorme quantità di materia
la rinfusa gli uomini, gli armenti e le a- staccossi dal monte, che nel cantone Ti-
bitazioni. Così anche le montagne, mo- cino dominava il fiorente borgo di Bia-
numenti della natura, che polrebbonsi sca, distretto di Riviera, e seppellì gran
chiamare eterni paragonandoli agli u- parte della terra con morte di molti, in-
mauijVanno soggetti a deperire e distrug- gombrò la valle Bregua, e chiuse il passo
S V I SVI 3oi
ni fiume Drenno. Per duo anni furono gcn, vicino al luogo dove l'Aar si getta
tniltcnute le acr|uc e costicitea lifluire nel Ingo di Bi ient?, presso la bella casca-
v»rso la sorgente e inondar il paese, for- ta di Giessbach. Del resto, [)erla sicurez-
mando un lago di 1 200 passi. Penalmente za della situazione la Svizzera può dirsi
ruppero l'ostacolo e uscirono in copia a uno de' più fortunati paesi del mondo,
devastare in gran parte lalun£;a eff tile poiché quasi non.si conoscono i tremen-
\allata clie si estende al lago Maggiore, di e sterminatori terremoti, e poche dis-
strascinando le capanne che gli abitanti grazie ricordi! la storia. Per la peiulen-
de'sommersi villaggi aveano formalo al za quasi generale del paese non ponno a-
fianco de'monti, insieme al bestiame, ai ver luogo quelle terribili alluvioni che o
vigneti e alle foreste. IlTicino perciò in- il mare oi laghi o i fiumi producono nel-
grossato portò via il ponte e parte delle le vaste pianure. Ivi non si conoscono che
mura di Beliinzona, e sconvolse il lago le parziali e poco estese invasioni de'tor-
Maggiore. Vi perirono più di Goo indi- renli,quando sono maggiormente gros-
*idui,ollreuna compagnia di soldati sviz- siper lunga pioggia, e rovinosi per ma-
zeri che recandosi in Italia si sommerse terie che trascinano giù pe' monti. La
rirecon molto bestiame •sy personcjper- za e altre circostanze fanno sì, che il ne-
chè le altre erano disperse per le campa- mico assalitore è esposto a grandi svan-
gne. Tuttavolta due villaggi furono ivi
i taggi. S'egli vi si reca con molte genti,que-
rifabbricati. Il Sempione, a
villaggio del ste non potranno acconciamente dispor-
pie della montagna del suo nome, è co- si e operare; se s'avanza con esercito non
struito sulle rovine d'altro che disparve grosso, egli avrà a fare con difensori egua-
nel 597, sotto un masso dello catena del
1 li in numero, ma superiori per più ragio-
Sempione slesso. Nel lOiH precipitò il particolarmente pel vantaggio del si-
ni, e
l'indigenza quasi 200. Ora si fende una gran lago di Costanza , e trascorre sulla
montagna parte de' contraiTorti dello li ontiern settentrionale, lasciato al nord il
?.()0 metri di circonlèrcn/a , ed i lian- to inleriormente alla ili. di questo no- « "i
tuaii precipitano nella valle di Meyriu- me una superba catei atta: riceve essola
3o2 SVI SVI
massima parlcfìelle acqup della Svizzera, ruscelli e infondo a qualche valle, inoon*
piiiicipnlmenleper l'intermezzo dell'Aar; fransi paludi o pozzanghere cagionale da
ri quale ultimo innaffia dal sud al nord la fieqoenti inondazioni e che spargano va-
Svizzera occidentale, prodncendo i laghi pori nocivi. dominanti rinfresca-
I venti
di Brienfz e di Thun, ed ha per affluenti, no i ma cambiamenti
giorni più caldi, i
d'alquante leghe. Il Ticino, affiuenle del gres e ie marne. In nessun luogo presen-
Po, è ih. "tributario dell'Adriatico; entra ta la natura un mescuglio cos'i diversifi-
esso sul territorio svizzero nel lago Mag- calo di pascoli, prati, laghi, lioschi, col-
giore, al quale la Tresa conduce le acque line e pianine. La principale ricchezza del-
del lago di Lugano, la massima parte del le alte valli sia nelle loro alpe o pascoli;
quale trovasi nella repubblica. L'lnn,che versoi! nord e l'ovest il terreno di miglior
percon grande valle dell'Engadina, va
e la rendita appartiene più all'agricoltura.
portare le sue acque al mar Nero per Dividonsi ie Alpi in varie regioni, per ri-
mezzo del Danubio. laghi maggiori so- I guardo alla vegetazione: la regione infe-
iio quelli di Ginevra o Lemano, Coslan- rioreoquella delle viti principia nelle val-
ya, Neuchàlel,Waldsteltes, Zurigo e il la- li, alla sponda de'fiumi e de'Iaghi; più su
goMaggioreodiVerbano;quellodiBrientz è la regione delle querele; al di sopra co-
nci centro della contrada, sta i
790 piedi mincia quella de'fdggi, la succede quella
mare; una parte di quello
sul livello del degli abeti, e colà gii alberi danno luogo
diCoslanza appartiene a'cantoni di s. Gal- a pingui pascoli.Le foreste occupano gran-
Io e di Turgovia. La temperatura della di spazi superiori al limitedella vegetazio-
tSvizzera è svariatissìma : mentre regna ne de'cereali, che viene da'faggi contras-
»m inverno perpetuo. sulla vetta dell'Ai segnato. I tassi, i pini, gli abeti crescono
pi, godesi nelle valli vicined'un clima dol- nelle altiu'e maggiori, e sono alberi rigo-
re e benefico; può il viaggiatore, in una gliosi che presei vanogli edifìci edi pasco-
strada d'alcuneore,sperimentare tutte le li dalle frequenti dislamazioni e cadute
differenze di caldo e di freddo che trovan- delle roccie e delle valanghe, e ne vanno
si nell'intera Europa. In generale però, il sovente menomando il danno. Ne'paesi e-
clima è rigido nel sud, mite e assai uni- levati, è l'orzo quasi il solo cereale che si
forme nel nord; quasi dappeitutlo l'aria possa coltivare; altrove il suolo èferacedi
e sana e pura; soltanto nelle vicinanze di grano e frutti, e presenta bei vigneti, pra-
alcuDÌ laghi, presso le sponde di diversi ti grassissimi e belle selve. La canapa, il
S V I S V I 3ol
lino, le pianle olenginose, i legumi, i po- n F(lsl)erg nel cantone de'Grigioni, e vi
mi di tei Tel, sono dilfuNÌ a granili pianl.-i- si conIÌIui tuia società per cercarlo nella
gioni. Gli alberi fruttiferi fissano special- Cnli-nda ove si pretende contenerne. Una
,
mente l'attenzione in diversi cantoni. Fio- miniera d'oro era aperta -20 anni addie-
renlissima è la coltiiia delle viti, rnas<;i- troad una lega e mezza al di sopra diFe's-
me nel cantone di Voud per la sua perfe- lieig, ma (u abbandonata perchè il cc^to
zione.Abbondanole pianle medicinali. ]Ma via niaggiore del prodotto. In forza del-
ilsuolodella Svizzera non produceabba- le scoperte della scienza è però probabi-
stanza pel consumo de'suoi id)itanIi,onde le che si possano effettuar decomposizioni
vi si fa grossa imporlnzione di grano e vi- a Uìiglior meicato. Un abitante di detto
no. Su per l'erta delle nionlogue souom comune 3u anni fd spaciò un sasso cadu-
superbe bestie cornute; le vacche, pasciu- to dalla montagna, e vi estrasse un va-
te d'erbe succulenti,souiministi ano in ab- lore di 5o fiorini d'oro. Alcuni credono
bondanza un latte S(juisilo, di cui fumo e sperano tiovarsi in Isvizzera una pic-
imontanari il ."lorociboecolqualecom
i cola California non conosciuta. Nel l'ret-
pongono forn)aggi rinoniali, essendo so- tegan si pralici.no scavi per la ricerca del
pra lutti noti quelli di Gruyeres e di Gla- ratne. Le miniere di ferro non sono suf-
Iis. I cavalli non sono dì razza fina, ina ficienti al consumo del paese, e si trova-
fjcilmenle sopportano la fatica; essi e le no solo neIJura. Il Reno, l'Aar e la Reuss
api formano la ricchezza d'alcuni canto- convogliano dell'oro. Chiudono le Al[)i
ni. I muli, cercati pel passo loro siciuo, nelle viscere del zolfo, vetiiolo, caibon
sono nelle montagne le principali bestie fossile, alabastro, marmo, gianito, porfi-
da soma. Allevansi per tutta la Svizzera do, ges.so, ec; vi si trovava gran quanti-
pecore, capre e poici. Quotidiunan)eute tà ed enormi ammassi di cristalli di roc-
più rare divengono le bestie feroci, non- cia, in mezzo a grandi banchi di quarzo,
dimeno si trovano ancora molli lupi, or- e molte petrificazioni. Non mancano pie-
si o bruni, nelle parti selvaggie dei
neri tre preziose, come diaspri, agate, serpen-
cantoni del Vallese, de'Grigioni e del Ti- tineeallre. iIJura somministra inabbon-
cino; vie pure il lince. Le camozze, le vol- danza uiarmo e conchiglie marine peti i-
|)ie lemarmotte Irovansi numerose nelle ficate. Parecchie sono doviziose per
valli
montagne, né mancano gli scoiattoli e le ligniti e torba. Pochi paesi riescono più
uìartore. Sono le lepri la selvaggina più ;ibbondanti di sorgenti minerali: le piìi
comune, e vi hanno alcuni caprioli: rari celebri sonoquelledi s. Maurizio, di Gur-
sono cinghiali. Le roccic dell'Alpi ser-
i nigel, di Baden nell'Argovia, di Pfelfcr-i
^ono ad avvoltoi e ad acjuile gran-
d'asilo e di Leuk. L' industria è atlivissiuin, il
di e formidabili; né rari sono nelle pia- nord e l'ovest pieni di fabbriche di stolle di
iiuregli sparvierie gli astori, I fighicicor- lana, di cotone e di seta, di D)crletti, te-
sid'acqua abbondano di pesci, piioiari le indinne, fettuccie, carta, orologi, bigiot-
tra'quali sono il luccio, la trotta, il sal- terie, chincaglierie, guanti, fazzoletti, gal-
mone, la bolalrice, il sermone oombii- loni, stoviglie, porcellana, tabacco; la con-
na-cavaliere. Tiovansi nell'Alpi piìj sor- fezione del burro e del cacio occupa gì nn
ta di metalli, ma geneialmente iu iiiolto parte degli abitatori delle campagne. E-
scarsa quaulilà, per farne oggetto di spe- sporta In Svizzera quantità granile di ta-
culazione. In altri tempi però vi si scavava li oggelti , in cambio ritirando da' paesi
«lell'oro, dell'argento, rame e piombo; la .«Iranici i pecore, grano, vini, sole, spezic-
mancanza di legna o la difTicoll.'i di tra- ne, droghe, tessuti, articoli di lusso. La
sportarne feceabbandonarque'lavori Nel navigazione de'corsi il'acqua e de'l.ighi,
i853 si ricominciò a fare ricerche d'uro le belle jlrade, alcune delle quali costi ni-
3o4 SVI S V I
le a grandi spese per mezzo le Alpi, fi- Basilea e Ginevra, e queste due città col-
cìlitano il coromeicio interno ed esterno. la frontiera sul lago di Costanza. Le stra-
Mentre l' Europa si cuopriva di strade de fc'ira te francesi e piemontesi, che de-
fcrrate,e dappertutto la rapidità delle co- vono riuscire a Ginevra, sarebbeio per
municazioni tende a mutare le condizio- talmodo ricongiunte da una parte alle
ni dell'esistenza de'popoli, anche la Sviz- strade ferrate tedesche che già arrivano
zera comprese ch'essa non poteva resta- al lago di Costanza, dall'altra a quelle del-
re più a lungo straniera al vasto movi- l' Alsazia e del granducato di Baden. Quin-
mento che si compiva intorno a lei; rico- di i cantoni di Lucerna, s. Gallo, Solet-
nobbe la necessità di associarvisi per non ta e di Vaud votarono la concessione del-
trovarsi nel centro d'Europa, in un iso- le porzioni di linea che attraversano lo- i
lamento funestoagl' interessi del suocom- ro territorii. Una linea partendo da Ro-
mercio e industria. Fino dal 844 '•'•S^" 1 schach sul lago di Costanza, arriverebbe
gnere incapodi VaudFraisse tracciò con su (juel di Ginevra a Morges; un'altra li-
analoga memoria una strada ferrata di 36 nea che si congiungerebbe alla i ."a Olten,
chilomelri,per unire il lago di Ginevra a si dirigerebbe di là sopra Basilea, passan-
({nello di INeuchàtel, e combinandosi col- do per il Il governo france-
liauenstein.
la loro navigazione e dell'Aar, aprire una se fece studiare una linea da Lione a Gi-
comunicazione diretta tra'bacini del R.0- nevra, e quello di Piemonte pose mano
dano e del lieno. Pertanto anche altro- all'opera. Si può sperare in pochi anni che
ve fu risoluto fabbricare stradeferrate,ed i porli di Marsiglia e di Genova saranno
il Vallesefece eseguire i lavori prelimina- messi in comunicazione diretta, per l'in-
ri per la linea da Domodossola a Meyrin- terno della Svizzera, con tutta la Ger-
gene Lucerna per la valle di Gombs, con mania mari del Nord e del Baltico. Nel-
e i
lunnels. Consideratosi poi che la Svizze- lo stesso iSTc! il cantone di Vaud propo-
ra conta per abitanti nelle leghe quadra- se il foro d'un tunnel a traverso il Gran
te maggior numero che non la Baviera, s. Bernardo, in vantaggio altresì della li-
gano una convenzione co'caotoni di s. Gal- i852. Questa rete telegrafica si riparte
lo, de'Grigioni e del Ticino, per aprire in in 4 circondari d'ispezione. III. "compren-
comune una strada ferrata che dal lago de le linee de'cantoni di Ginevra, Vaud,
Maggiore, ove giungerebbe la Sarda, pas- Vallese, Friburgo e Neuchnlel.il 2. "com-
sasse pel Luckmanier sino a'iaghi di Co- prende le linee de'cantoni di Soletta, Basi-
stanza e di Wallensladt,onde raettereGe- lea-Campagna, Argovia, Lucerna e Svit-
iiova in relazione coll'iuterno della Ger- to, eccettuata la linea Svitto-lVichtersch-
mania. Neil 852 il consiglio federale fe- vvyl. I13.°circondarioZurigo, Zug.Sciaf-
ce studiare un complesso di strade ferrate fusa, Turgovia, s. Gallo, Appenzell, Gla-
allo SlephcusoD pei' la comuuicuzioDc di ris, colla linea Richleràchwyl-Sviito. Il
S V I SVI 3oì
4" abbraccia le linee telegrafiche tìe'cnn- saccheggiato e guasto da genti straniere.
toiii del Ticino, d'Uri e de'Giigioni. Le Le successive invasioni degli alemanni,dci
^)iincipali piazze di commercio sono Gi- goti e de'borgognorii dispersero in Elve-
nevra, s. Gallo, Zurigo, Berna, Basilea e zia tutte le tracce dell'antichità, delle ar-
volleesercitareil diritto sovrano della co- montagne e valli elvetiche, slate lun-
delle
niazione. Ne nacque grande confusione e gamente sconosciute in Europa, formaro-
una farragine incredibiledi monete di ra- no in tempi assai remoti e molto oscuri
me e di bassa lega. Una repubblica non una lega olfensiva fra di loro, ricusarono
vuole accettare quelle dell'altra, e le ara- di portare giogo straniero di alcuna sor-
mette solo per un valoi e minore del no- te, e vollero essere liberi. Siffatta legt fu
minale. Il viandante ne soffie noioso di- poi riconosciuta e rinomata sotto il nomo
sturbo, e ben sovente danno considerabi- di Confede razione, e \ popoli ond'ella for-
le; altrfltanto avviene a'commercianli, e ma vasi denominaronsi Confederali. Que-
solo godono, come altrove, gli accorti spe- sti vocaboli già tiovavansi nel patto di fe-
culatori. Dal 798 al 8o3 il governo del-
I 1 derazione concluso nel 1 3o3, e con qiie'^ti
la repubblica Unitaria o Elvetica fece co- venne la Svizzera nominala nel 1648 nel
tutti i cantotii ancora l'hanno adottato. za; e forse continuò, come piìi scrittori af-
il nome di Elvezia. La porzione orientale seguito il nome dato per contumelia di-
e particolarmente il territorio de'Grigio- venne nome illustre presso gli ste>si discen-
ni, appellossi Ixeziaixao da tempi assai re- denti di que'primi che ne facevano uso ia
moti. Ginevra veniva ascriltaal paese de- via di disprezzo. Attualmente la Confede-
gli allobrogi. Anche il Vallese, ed i di- razione Svizzera componesi di 22 canto-
stretti formanti l'attuale cantone Ticino, ni, Pagoruni, che formano 24 stati o re-
Sciaffiisa e Basilea, ed altre parli della pre- pubbliche, poiché Untcrvald ed Àppen-
sente ConfedcraziontSvlzzcra non appar- zeli sono due repubbliche parti-
divisi in
tenevano al paese Elvczio. Il nome degli colari per ciascuno, come dirò parlando in
elvezi comparve dopo che cpiesli ebbero breve di ciascuno. Secondo il grado della
Jierdulo In libertà, e che il loro paese fu coDfederazione,eccone il novero gei archi-
VOL. ixxi. lo
3o6 SVI S V I
co. Zurìgo, Berna (il quale però dopo la no a 3 di F'rancia, o meglio 27 franclii
guerra del Sonderbund è l'unica sede del svizzerisono 4o franchi di Francia), Zu-
governo centrale), Lucerna, Uri, Si'itlo, rigo 74,000, Vaud 59,280, Arguvia
Unlervald, Glaris, Zug, Friburgo, So' 48, 200, s. Gallo 39, 45o, Lucei na26, 000,
Iella, Basilea, Sciajfusa, Appenzell, San Basilea 22,95o,Turgovia 22,800, Gine-
Gallo, Crìgioni, ArgoK'ia, Turgoi'ia, Ti- vra 22,000, Neuchatel 9,200, Fri burgo 1
cattolici (tranne Friburgo che conta più sa 9820, Appenzell esteriore 7720, Gla-
d'8ooo prelesi ri(orn)ati, e Soletta che di ris 3625, Svilio 3oio, Unlervald 1910,
essine novera quasi 45oo), cioè Lucer- Appenzell interiore i5oo, Zugi2 5o, Uri
na,Friburgo,Svitlo, Uri, Unlervald, Zug, 1 180. Nel 1837 la statistica della Svizze-
Soletta, Fallese, Ticino. Selle cantoni so- ra sommava abitantÌ2,i90,ooo;neli85o
no misti di cattolici e pretesi rìfurmati o 2,395,956. Il Franscini stima che il nu-
protestanlijcioè Grigioni, Glaris, s. Gal- mero degli emigranti dallaSsizzera ascen-
lo (sono più i callolici), Vaucl, Argovia, da a 3ooo per anno, cioè un 5.° della po-
Turgovia, Appenzell, vale a dire Appen- polazione annuale. Noncredeche la trop-
zell esteriore non ha si può dire cattoli- pa popolazione sia il vero motivo di que-
ci, ed Appenzell interiore non ha si può sto ardore di emigrazione, poiché soven-
dire protestanti, cioè ili. "è tutto cattoli- te i meno popolati forniscono mag-
cantoni
co, il 2.° lutto eretico. Sei cantoni sono gior numero di espalrianli. La maggior
deliu\.\.o protestanti o almeno proporzio- parte di coloro che partono, lo fumo nel-
natamente con pochi cattolici, cioè Ber- la speranza di arriccliirsi presto e senza
na (quasi 43,000), Zurigo (circa 100), 1 fatica in America. E()pure all'articolo Pa-
Basilea (più di 5ooo), Sciaffusa (circa tria notai il pericoloso male di tristezza
1000), Neuchdtel (da 2800), Ginevra cuivanno soggetti gli svizzeri per la lon-
(più di6,000). 11 più grande cantone in
1 tananza dalla patria, che tanto amano} ed
estensione di suolo è Ijerna, come il più altrettale alfetlo hanno gli abitanti del
possenle,avendo f)474^''o'"^^i'' di super- vol.XLV,p.
IMada£3;ascar,e lo rimarcai nel
lìciequadrala, e prima del 1798 ne go- 256. Tra vanno soggette
le nazioni che
deva 12,000; Grigioni ha yGyS kilome- alla nostalgia o noslomaniao (ìlopalrido-
tri, Vailese 52 o Vaud 3835 Ticino
1 , , mania onoslrassia o palopatrialgia, ossia
2820,Zurig02465, s. Gallo 2 196, Argo- a quell'insopportabile e irresistibile do-
\ia2o85, Lucerna 1974, Friburgo 260, I lorosa vol(jntà di rivedere la patria, i con-
Urii 184, Svino 173, Glaris i70,Tur-
I I giunti e i luoghi nativi, si devono anno-
govia 910, Neuchalel 880, Soletta 716, verare i turchi. Essi sono soggetti a sif-
Jjasilea G88, Unlervald 667, Appenzell fatta malattia e sofferente sensazione, più
55o, Sciaffusa 44o> ^'Jg 276 Ginevra , che ad altre infennità, e perciò patisco-
248. I cantoni che comprendono più di no quasi quanto gli svizzeri, ancorché mi-
lerrilorio poco suscettibile di produrre ed litino in guerra; per cui talvolta presi da
essere abitato, sono Berna, Grigioni, Yal- una specie di mania, per disertare e ri-
lese, Uri, Glaris, Vaud, Ticino, s. Gallo, patriare nel paese ov'erano abituati a vi-
cantoni pagano annurilmente alla conle- resto i turchi sono valorosi ne' combat-
derazione, pubblicalo nel 1 827 dal Fran- timenti, e di tanta pazienza nelle priva-
scini è il seguente. Berna franchi d'argen- zioni, che può dirsi stoicismo, assogget-
to io4,o8o (2 franchi svizzeri equivalgo- tandosi alle più assolute abnegazioni. Non-
SVI SVI 3o7
diineao gli svizzeri sono sparsi in niol- si molta divcisilà ne' cosliimi, negli usi,
te regioni, massime d'Europa e di Ame- nelle veslimenta e nella lingua degli sviz-
rica. Ciò fanno perchè sperano profìlta- zeri, che discenilono o d.i'iVancesi, o dai
re, e passare poi nell'amata patria gli ul- tedeschi, odagl'italiani. Hanno in genera-
timi anni tranquilli. Impazienti di rive- le quasi comune la cordialità e l'ospitali-
dcre il suolo natio, si commuovono for- tà, la moralità, la pietà, la fedeltà insupe-
temente e dolcemente, qualora lontani da rabile, la tenacità di carattere, la costanza,
es-io odono cantare patrie canzoni, e ce- la lealtà, il coraggio, il valore, la rohustez-
lebrare le bellezze del proprio paese e le za, l'amore all'mdipendenza, alla libertà,
prodezze de'maggiori. Rilevo dal rappor- ed in singoiar modo non che
alla patria,
to del consiglio federale che accompagnò un'industria attiva; rimprovera loro la
si
all'assemblea federale lo stato della pò- i5('//?e'r5//z,/o/ie che invade molli e piena di
polazione nel 1 8 jo, che i distretti o Tag- assmdilà incredibili, ed una brama trop-
wen ne'(juali dividonsi i vari cantonisono pò decisa d'arricchire. Lo svizzero snatu-
i77,icomuni3o59.Lefamiglie484i985, rato dalle malvagie passioni, dall'irreli-
la popolazione maschile i,i8 i,94o,quel- gione, dalle sette, non è lo svizzero quale
la di sesso femminino 1,210,800. 1 fo- lo fece il suo clima, la sua terra natale, la
restieri stabiliti in Isvizzera 3>,228, isog- sua tradizione, la sua educazione e la sua
giornanti 38,7 18 ; i quali forestieri so- indole. Lo svizzero perfetto ha vigoria di
prattutto dimorano nel cantone diGine- animo accoppiata a buona fede e mira-
"vra, e gradatamente in quello di Basilea bile semplicità, ha sentimenti nobili, ha
città, in quellodiNeuchàtel, nel Ticino. La fedeltà proverbiale, ha religione, ha amo-
popolazione cattolica èd'anime 97 ,82 r, 1 revolezza. Ed è per queste belle doti che
la protestante! ,4i 7,773, l'ebrea 8146- sino agli ultimi tempi quasi lutti sovrani i
no tedesche; ila quello del mezzod'i.di qua Appenzell , s. Gallo, Grigioni, Argovia,
«lalle Alpi sono italiane; per entro alla Turgovia, Ticino, Vaud, Vallese e Gine-
Svizzera, nella di lei parte più montuo- vra si costituirono con governo puramen-
sa, sono gli uomini pastori, per lo più al- te democratico: quelli di Zurigo, Berna,
ti di statura, di bel colorito, bianchi di Lucerna, Soletta Basilea e Friburgo si
,
za e il vino. E' tanto forte la generazione cipato, apparteneva al redi Prussia (/^.)
pastorale, che non sono rare le donne che ed oflriva un reggimento monarchico li-
più lodate per pregi di corpo sono forse svizzero è cittadino. Però cittadino patri-
quellcdiBasiIea,ma le fisionomie ches'in- zio d'un luogo è quello che per nascita
contrano nella Svizzera italiana e parli in esso o per contratto ha il diritto di com-
colarmcntedi qua dal Monte Ceneri, non proprietà ne'beni di quel comune svizze-
cedono punto né poco a quanto di meglio ro cui appartiene. Non tutti i cittadini o
può vantare ogni altra regione svizzera in patrizi di una terra hanno parte nell' e-
fatto di beltà femminili. Le abitazioni del- sercizio della sovranità. Conviene che ab-
la campagna non sono in generale né a biano adempiuto a certe formalità, le qua-
gruppi, né disposte in file, maspaipaglia- li non sono le stesse dappertutto. Gli af-
le nelle valli, sulIecolline,osu per le mon- fari relativi ad interesse generale vengo-
tagne; le poche capanne sono nette e de- no regolati da una dieta, composta di 22
centi, così moki rustici casolari, ove pu-
i
deputali, uno per ciascun cantone: adu-
re trovasi ospitalità e aperta conversazio- navasi ogni anno in uno de'3 cantoni di-
ne: questi casolari delti Chalet, sono tut- rettori o dirigenti, denominati P^ororls,
ti di legno, e neh. "piano contengono la cioè di Zurigo, Berna e Lucerna; il diret-
stalla, la cantina, il magazzino del forag- torio de'quali cantoni alternava didue in
gio e della legnadaaidere,mentrenel pia- due anni: ma dopo il 847 sede del gover-
1
vione dell'ordine e della tranquillità nel- cantoni che numerano più di 00,000 in- 1
dente,i;lie conserva la libertà della sua ain- ze estere; ma per queste decisioni impor-
ininisti a/ione interna. I c.nnloui di Uri, tanti sono necessari i 3 quarti de' voti. No-
Svillo, Untervald, Glaris, Zug, Sciull'usa, mina ella gl'inviati diplomatici, e Iraltn
S V I S V I 3o9
con quelli delle altre potenze; prende tut- sere presi a soldo dalle |)otenze stranie-
te le nnisure necessarie per la sicurezza in- re, smgolarmente quelle le quali distin-
terna ed esterna della Svizzera; regola il guono questa nazione con afUdarloronoQ
riparto delle contribuzioni, l'organizza- solo la custodia della leggla, ma quella di
zione delle truppe del conlingenlejechia' loro persona e famiglia, scelta che prefe-
ina in attività, ne determina l'uso, eleg- risconoa'lorostessi sudditi. Di più voglio-
ge il generale comandante supremo, ed no che anzi governo federale sia
tutto il
pitolazioni militari, anche per essere stali bero mercato delle derrate e prodotti del
i corpi svizzeri di preferenza talvolta e- suolo, Io stabilimento o conservazione dei
sposti al nemico, e per quanto avvenne pedaggi, i diritti di via e pontenatico ap-
agli arruolati sotto le bandiere di Fran- provali dalla dieta. Il potere esecutivo e-
cia, di Spagna, de'Paesi Bassi, di Sicilia mana da due consigli federali, eletti am-
e di altre corti. Perciò anticamente i can- bedue dal popolo, ma in condizioni diffe-
toni furono influenzati dagli esteri, e al- renti. Uno che si chiama consiglio degli sta-
la loro volta diventarono francesi, mila- li, rappresenta poco più poco meno l'antica
nesi, veneziani, spagnuoli, austriaci, sa- composto di44 uiera-
dieta elvetica. Esso è
voiardi, anche per le particolari alleanze bri.cioè due per cantone. Viene in segui-
ch'ebbero alcuni cantoni con quelle po- to il consiglio nazionale,eletlodirettamen«
tenze. Riprovano gl'inconvenienti, per cui te dal popolo, secondo la cifra della po-
in molte parli della Svizzera può un in- polazione. Ciascun cantone ba i suoi stem-
dividuo essere al soldo d'una potenza e- mi ed i suoi coloi'i, usali ne' loro sigilli e
stera, e pure far parte del consiglio legi- stendardi, ed i colori anche negli abili d'o-
slativo del suo paese , essere suddito di gni famiglio cantonale, cioè balivi de'con-
principe,e con tultociò legislatore d'uomi- sigli comunali. Tulli questi slemmi cir-
ni detti liberi. Chiamano abuso quelle condano quello della Confederazione El-
pensioni e decorazioni che ricevono gli vetica, il quale consiste in uno scudo in
svizzeri al soldo straniero; che più can- campo rosso con croce bianca. De'colori
toni fecero su di ciò regolamenti, ma per e stemmi di tulli cantoni parleròdescri- i
lo più non curati. Dall'altro cantogli scrit- vendo essi. Considerala la vSvizzera come
tori di'^intcrcssnli, pensano che onorevo- stnlo, non ha ne Icsoio.nè rendite, soltan-
Uvlccorosu e liducioso è pegli svizzeri l'cà- to iouuu la surriferita mus&a del couliu-
o
3io SVI S VI
gente denaro, che somministra ogni
in ne ad ogni militare Con-
al servizio della
cantone, per le spese di guerra e altre ge- federazione.Le rendite particolari di cia-
nerali della Confederazione, avendo cia- scun cantone compongonsi del prodotto
scun ca ntone l'obbligo di rnaolenere il per- de'beni dello slato,delledecime,delle con-
sonale e il materiale per propi ia difésa. O- tribuzioni prediali, delle dogane, delle po-
gni cittadino fa parte della mdizia; in ca- ste, de'pedaggijdel bollo, della pesca, del-
so di guerra ogni cantone deve dare il suo la caccia, de'diritti di successione e delle
contingente federale in artiglieria, treno, patenti; le decime e le rendite feudali fu-
cavalleria,carabinieri, fanteria,stati mag- rono soppresse. Certi cantoni hanno rac-
giori, zappatori, pontonieri, secondo il ri- colte le leggi loro io codici; gli altri giu-
parto proporzionato alla popolazione di dicano ancora secondo le antiche consue-
ciascuno cantone, in tutto 33,758 uomi- tudini ostatuti. Fioriscono le arti e lescien-
ni: vi è la landwehr o riserva federale di ze nella Svizzera, quantunque non vi sie-
circa 33,758 uomini e i4i cavalli, facen-
I no giunte a stadio tanto avauzatocome in
dovi parte tutti i cittadini validi, i quali alcuni altri paesi. Havvi un'università a
siradunano negl'imminenti pericoli; in- Basilea (prima l'aveano Losanna, l'erna
sieme a quelli che hanno compiuto il ser- e Zurigo), accademica Losanna, Berna,
vigio attivo cantonale ofederale^finalmen- Zurigo e Ginevra, e 8 ginnasi o
I licei. Mol-
te all'occorrenza vi è la leva in massa che te società e stabilimenti letterari, prezio-
si valuta non meno di 200,000 uomini,ol- se biblioteche, stamperie numerose e li-
tre i corpi anzidetti. Le truppe stanziali brerie propagano per ogni dove l'amore
mantenute da i5o iGcantonisoglionoes- delle scienze e dello studio. Zurigo, Ber-
sere di 1200 o 1 3oo uomini tra gendarmi na, Basilea e Ginevi-a posseggono scuole
e soldati. Vi sono scuole cantonali mili- esocietà [)er l'insegnamento dellearti.ed
tari, scuola teorico-pratica, e campi di e- hanno interessanti collezioni d'oggetti di
sercizi. Gli esercizi giimastici della corsa e arti e di storia naturale. Vi è una scuola
della caccia addestrano gli svizzeri a guer- d'agricoltura adHofwil; l'istituto di En-
resche imprese. Da principio nella Confe- rico Festalozzi rese Yverdun famoso; an-
derazione degli stati o Siralenbinid, ogni che FellcMiberg fu benemerito dell'istru-
cantone prendevasi la cura di tenere in zione. Vi sono parecchi stabilimenti be-
armi le genti alla propria difesa necessa- nefici, ospedali, ospizi pe'pazzi,pegli espo-
rie, ma conosciuto il bisogno di guaren- sti, per gli orfani, pe'poveri, e scuole pei
con una forza comune, segnaronsi
tirsi i sordo-muli. La Svizzera ha più di 1 3o tor-
primi patti relativi alla convenzione di chi, e visi stampano piìi di 3o gazzette
Sempach. Nel 6G8 invasa 1 da'fiancesi la fogli periodici, politici e letterari, fra'qua-
Franca-Conten, adoperarono gli svizzeri li Gazzetta Ecclesiastica della
l'egregia
di (Issare il contingente foderale, e fu com- Si'izzera, che si pubblica in Lucerna, e
posto di I 3,400 uomini, 9000 forniti dai l'eccellente Cattolico di Lugano jìsWixi-
1 3 cantoni d'allora, 1800 da' 3 cantoni presso,direltoad opporre uaargineal tor-
alleati, e 2600 da' sudditi (quando avea- rente delle ree massime che inonda pur
no de' vassalli), con 16 cannoni, l^oco ap- troppo un paese ove la stampa è fatalmen-
presso fu l'armata doppiamenteaccresciu- te sciolta ad ogni freno. Opere periodiche
ta e divisa in due eguali contingenti. Il ve- si statnpano specialmente a Ginevra, Ba-
stiario militare somiglia molto a quello dei silea, Zurigo ed Aarau. Ponno Ginevra
francesi; un tempo era forse di tante fog- e Zurigo chiamarsi V Atene della Si'izzC'
gie quanle erano le repubbliche o confe- ra; produsse la i.^G. Giacomo Rousseau,
derate o alleate. Una piccola fiscia ros- Carlo Bonnet, Saussure; la 2.^ Salomone
sa con cioce bianca, portata al braccio si- Gessner poeta celebre per gl'idillii, e gli
nistro, è il disliulivo di campagna, comu' altri che vado a uoiuiuare. Assai diilusa
S V I SVI 3m
trovasi rislruzione nellecampagne, e cia- Luigi Alberti e di AntonioGraf, tulli pit-
scun abitante conosce! suoi (Jìi'ìlli. Di lut- tori celebri, i primi di paeselli e il 3.° di
struzione superiore, i licei, le università, lustri, e quaiìto alle belle arti egli solo ne
le biblioteche, i Duisei, le collezioni , ed enumera più che tutta la Svizzera tede-
altri scientifici stabilimenti. La Svizzera sca, francese e rezia insieme; citerò i più
vanta parecchi illustri in santità di vita, illustri. Sono stati grandemente rinoma-
riportali dalTesli,/^l/e de ss. Si'izzeri ec, ti gli architelti e stuccatori Gio. Rallista
Milano SzG.Leabbazieei monasteri del-
I e Giuseppe Artaria d'Arogno;gli archi*
la Svizzeia, non che le sedi vescovili van- tetti Giacomo Albertolli di lìedano, Car-
tano un gran numero di santi. Fiorirono lo Beccaria di Coldierio, avuto in pregio
altresì per dignità ecclesiastiche abbazia- e adoperato dal celebre Remino. L'archi-
li e vescovili , ed cardinali Roberto di
i letto e meccanico Carlo Antonio Rei na-
Ginevrn[r.)j Matteo Schinner o Sckci- scone di Massagno; il cav. Francesco lìor-
ner[/'.), e Giacomo Du Ptrron[r.) che romini di Rissone, le cui opere descrissi
alcuni vogliono nativo di Orbe ; prodi parlando degli edifizi di Romaj come dei
guerrieri, saggi magistrali, letterali ed ar- celebratissimi architetti e meccanici cav.
tisti. Furono celeberrimi nelle scienze e Domenico e Giovanni Fontana di Melide;
nelle lettereGiovanni Gessner, Alberto Carlo Fontana di Riucialo o di Rtanca-
Haller anche poeta, Giacomo, Giovanni te; Carlo Madeino di Bissone, direttore
e Daniele Cernoulli, Zimmermann, Tis- della fabbrica di s. Pietro di Roma. I pit-
sot, Eulero. Illustri scriltoriGiosia Simler, loriGio. AntonioCaldelli diBrissago;Gio.
GiovanniSulzer,Giovanni MiHler, Oster- InnocenzoColom-
Rallista, Luc'Aiilonio e
"waldjDe INIonlmollin, Francesco Cicereo, bo d'Arogno; Lodovico Davide di Luga-
Francesco Soave, Carlo Vittorio IJonstet- no; Antonio Fossati di Morcò; Carpofo-
ten,Sismondode Sismondi. In medicina e roMazzetti Tencalla diBissone;PierFran-
chirurgia il d.' Agostino Quadri delTici- cesco Mola di Coldrerio; Felice Orelli di
no. Poeti Lavaler, Giovanni I5odtner e Locamo; Pietro Francesco Paiicahii d'A-
Salis Scevis. Celebralissimo pittore della scona; Giuseppe Bassini di Carona; Car-
Svizzera si Gine-
lu l'ilolbein di Dasili'a. lo Francesco di Lugano; Bartolomeo Bu-
vra oltre nominali vanta Giovanni Pe-
i sca di Rovio; RaltàeleSuà di Sagno; Gia-
lilol, Giovanni Dassier e suo figlio G. An- como Discepoli detto lo Zoppo di Liign-
tonio, Giacomo AntonioArIaud,Sanl'<)r- noj Giuseppe Reina di Lugano. Alili ar-
soeDe la Rive, illustri nella j)it tura enel- chitetti, Simone Cantoni di IMiiggio; Co-
Imcisione.Zurigoeguiilmeiileoltiei ram simo Morcellidi Toricclla; Pietro Moieii
Dicnlali si gloria paiticolarmentedi Mat- tini di Ceienlino;Gio. IM.MNossena di Lu-
teo Fuessli pittore, Corrado Meyer pil- gano; Gaetano Matteo e Paolo Antonio
loiee inci.^ore airncqun forte, Lui^i Hess Pisoni d'Ascona; Felice Soave di Lugano;
valcnlissimo pittore ili paeselli. Wmler- Andrea ISL" Pedovilla ili Sigirino; Donali
lUurfii patria di Felice Meyer, di Gio. d'Asiano; cav. Cauonica di Tesserele; cav.
^ODU I /
3i2 SVI S V I
Gilai cJi di Monlagnola;cav. Bianchi di Lu- sagra persona del Papa. Gli ultimi esem-
gano, di cui pallai a Napoli, descrivendo pi dierono nel 1809, neh 83 i, e mas-
li
il tempio di s. Francesco di Paola da lui simamente nel 1848 a' 16 novembre, af-
Taddeo e Giuseppe Car-
eretto. Scultori, frontando con poche armi da fuoco una
lone di Rovio; Giambonino di Gaiidria; moltitudine armata e ribelle. In Napoli e
Tommaso di Lugano; Stefano Maderuo nel medesimo anno contro la rivoluzione
di Bissone; Gaspare Mola di Coldrerio; de' i5 maggio si distinsero i reggimenti
Antonio Raggi il vecchio e il giovane di jvizzeri.come narrai nel voi. LXV,p. 3 1 j,
Morcò; Martino Rezzi di Lugano; Tom- comandati da Eugenio Stockalper nobile
maso Roderi di Maroggia; Graziano Bu- del Vallese, emorto ivi poi maresciallo di
sca diR.ancate;FrancescoCai'abeili di Ca- campo, assai compianto e lodato, essendo
stel S.Pietro; Francesco Silva di Morbio, anche comandante di piazza di Napoli e
e altri artisti; e Somaini di Bissone. Inci- sua provincia. In esso rifulsero in grado
sori, Giacomo e Michelangelo Mercoli di eminente il carattere di perfetto svizzero,
Mugena; Bettellini d'Astano.Gli stuccato- valoroso e fermo difensore della pubblica
ri Abbondio Stazio di Massagno, e Hrov. quiete dalle violenze de'partiti fu anco ,
Porta di Manno. Cav. Giocondo Albertol- pio cattolico. Di altri illustri svizzeri par-
li di Bedano, professore d'ornato. Ingegne- lerò in progresso di questo articolo, di al-
ri, Piotla di Vacallo, e l'architetto suo fi- tri ne feci onorevole menzione negli ar-
glio; Domenico Rossi e Giuseppe Sardi di ticoli delle città vescovili della Svizzera.
Morcò;DomenicoTrezzini d'Asta!io;Giu- Per supplire a' cenni cronologici, storici
seppe Fé di Viglio; Meschini d' Alabar- e generici sulle diverse e principali vicen-
de, e Pocobelli di Melide. Grande è poi de religiose e politiche della Svizzera, trat-
il numero di quelli che si segnalarono per terò prima in breve de'suoi cantoni, eoa
militari imprese a difesa dell' amata pa- l'ordine giadualorio della Confederazio-
tria, della libertà, dell'indipendenza. La ne già riportato, e farò parola de'Ioro ca-
pace che la Svizzera godè lungamente ne- poluoglii o Vororts, e di qualche altro più
gli ultimi tempi, le permise di oiVrire va- ragguardevole. Dirò pure de'suoi ve»co-
lenti e fedeli ausiliari alle potenze euro- vali, abbazie, monasteri e prefetture apo-
pee.Si ricorda con sommoonore iiellaRus- stoliche, non meno della nunziatura apo-
sia Ribeaupierre, nella Prussia Varnery, stolica di Lucerna presso cantoni svizze-
i
nell'Austria Holzc, nella Spagna Rediug, ri cattolici; mentre in Roma prima talvol-
1802-1883.
Dizionario di erudizione
storico-ecc lesiast ica
AFK-9455 (awsk)