Eurito: differenze tra le versioni
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Nella [[mitologia greca]] '''Eurito''' è il nome di numerosi personaggi. |
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* Eurito, figlio di [[Melaneo]] e Stratonice, re di Ecalia. |
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* Eurito, figlio di Molione, oppure di [[Poseidone]], o ancora di [[Attore (mitologia)|Attore]]. Suo fratello si chiamava Cteato. Essi erano chiamati Molionidi. |
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* Eurito, figlio di [[Ermes]] e di Antianira. Partecipò alla spedizione degli [[Argonauti]] e alla caccia al [[cinghiale calidonio]]. |
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* Eurito, padre di [[Ippaso]], uno degli eroi che presero parte alla caccia del cinghiale di Calidone. Egli era anche uno dei seguaci di [[Pitagora]]. |
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* Eurito, figlio di [[Ippocoonte]], venne ucciso, insieme al padre e ai fratelli, da [[Eracle]]. |
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* Eurito, capitano acheo al comando dei Tafi durante la [[guerra di Troia]]. Venne ucciso da [[Euripilo (Telefo)|Euripilo]]. |
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* Eurito, abitante dell'[[Etiopia]], era uno dei seguaci del re [[Cefeo (Belo)|Cefeo]], e venne ucciso durante la battaglia tra [[Perseo (mitologia)|Perseo]] e [[Fineo (Agenore)|Fineo]]. Venne ucciso da Perseo. |
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* Eurito, un re di [[Caria]], padre della giovane Idotea. |
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* Eurito, un gigante, era figlio di [[Gea]]. Venne ucciso da [[Eracle]], durante la battaglia dei giganti contro gli dèi. |
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* Eurito, il Centauro presenta la matrimonio tra [[Piritoo]] e [[Ippodamia (Piritoo)|Ippodamia]]. Venne ucciso da [[Teseo]]. |
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| ⚫ | '''Eurito''', figlio di [[Melaneo]] e Stratonice, era il re di [[Ecalia]] in [[Tessaglia]]. Ebbe quattro figli - [[Ifito (figlio di Eurito)|Ifito]]<ref name=" ApolRod1.86 ">{{cita web|url= https://www.theoi.com/Text/ApolloniusRhodius1.html|titolo= Apollonio Rodio, Le argonautiche, I, 86 |lingua=en|accesso= 21 agosto 2019}}</ref>, [[Clizio (figlio di Eurito)|Clizio]]<ref name=" ApolRod1.86 "/>, Tosseo e [[Deioneo]] - e una figlia di eccezionale bellezza, [[Iole (mitologia)|Iole]]. Una leggenda attribuisce ad Eurito anche la paternità di una seconda figlia, [[Driope]]. |
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== Eurito, il re == |
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| ⚫ | Secondo quanto raccontato da [[Omero]], Eurito finì per diventare così orgoglioso della sua abilità di arciere che osò lanciare una sfida ad Apollo. Il dio allora uccise il presuntuoso Eurito e il suo arco passò nelle mani del figlio Ifito che, tempo dopo lo diede al suo amico [[Odisseo]]: si tratta dell'arco di cui infine Odisseo si servì per uccidere i [[Proci]] che avevano insidiato sua moglie [[Penelope]]. |
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| ⚫ | Una versione più nota della leggenda della morte di Eurito fa riferimento ad un suo scontro con Eracle. Eurito aveva promesso di concedere la mano di sua figlia Iole a chi fosse riuscito a battere lui e i suoi figli in una gara di tiro con l'arco. Eracle accettò la sfida e la vinse ma Eurito, temendo che l'eroe sarebbe potuto nuovamente impazzire ed uccidere i figli che avesse avuto da Iole così come era successo con quelli avuti da [[Megara (mitologia)|Megara]], si rifiutò di mantenere la promessa. |
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| ⚫ | Secondo quanto raccontato da [[Omero]], Eurito finì per diventare così orgoglioso della sua abilità di arciere che osò lanciare una sfida ad Apollo. Il dio allora uccise il presuntuoso Eurito e il suo arco passò nelle mani del figlio Ifito che, tempo dopo lo diede al suo amico [[Odisseo]]: si tratta dell'arco di cui infine Odisseo si servì per uccidere i [[Proci]] che avevano insidiato sua moglie [[ |
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| ⚫ | Una versione più nota della leggenda della morte di Eurito fa riferimento ad un suo scontro con Eracle. Eurito aveva promesso di concedere la mano di sua figlia Iole a chi fosse riuscito a battere lui e i suoi figli in una gara di tiro con l'arco. Eracle accettò la sfida e la vinse ma Eurito, temendo che l'eroe sarebbe potuto nuovamente impazzire ed uccidere i figli che avesse avuto da Iole |
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Eracle se ne andò via infuriato e, poco tempo dopo, dodici delle [[cavallo|cavalle]] di Eurito furono rubate. Secondo alcuni furono rubate da Eracle stesso, secondo altri l'autore del furto fu [[Autolico]] che poi le vendette ad Eracle. |
Eracle se ne andò via infuriato e, poco tempo dopo, dodici delle [[cavallo|cavalle]] di Eurito furono rubate. Secondo alcuni furono rubate da Eracle stesso, secondo altri l'autore del furto fu [[Autolico]] che poi le vendette ad Eracle. |
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Andato in cerca degli animali Ifito, che era convinto dell'innocenza di Eracle, andò a chiedergli di aiutarlo e si fermò a casa sua a [[Tirinto]]. Eracle invitò Ifito a seguirlo sulle mura del palazzo e lì, in un impeto d'ira, lo uccise lanciandolo giù. Per espiare il suo crimine Eracle fu condannato |
Andato in cerca degli animali Ifito, che era convinto dell'innocenza di Eracle, andò a chiedergli di aiutarlo e si fermò a casa sua a [[Tirinto]]. Eracle invitò Ifito a seguirlo sulle mura del palazzo e lì, in un impeto d'ira, lo uccise lanciandolo giù. Per espiare il suo crimine Eracle fu condannato a servire come uno schiavo la regina dei [[Lidia|Lidi]] [[Onfale]] per un periodo, a seconda delle leggende, di uno o tre anni. |
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| ⚫ | Dopo aver sposato [[Deianira]], Eracle tornò ad Ecalia alla testa di un esercito e, mosso dal desiderio di vendetta, saccheggiò la città, uccise Eurito e i suoi figli, e prese Iole per tenerla come [[Concubinato|concubina]]. Questo gesto condusse alla fine Eracle alla morte perché Deianira, temendo che il marito fosse innamorato di Iole più che di lei, gli diede un mantello intriso del sangue del [[centauro]] [[Nesso (mitologia)|Nesso]], credendo che fungesse come filtro d'amore. In realtà il sangue di Nesso era velenoso: Eracle, dopo aver ucciso l'Idra di Lerna, aveva intinto le proprie frecce nel sangue del mostro, che rendeva incurabili le ferite, e con una di queste aveva colpito il Centauro, il cui sangue fu pertanto contaminato da quello dell'Idra; così, quando Eracle indossò il mantello, questo gli aderì irreparabilmente alla pelle, e ogni tentativo di strapparlo via provocava ferite sempre più gravi; incapace di tollerare ancora questa sofferenza, Eracle si uccise salendo su una pira. |
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== Bibliografia == |
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* March, J., Cassell's Dictionary Of Classical Mythology (Dizionario della mitologia classica), London, 1999. ISBN 0-304-35161-X |
* March, J., Cassell's Dictionary Of Classical Mythology (Dizionario della mitologia classica), London, 1999. ISBN 0-304-35161-X |
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== Altri progetti == |
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[[Categoria:Personaggi tessali della mitologia greca]] |
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Versione attuale delle 11:30, 9 dic 2021
Eurito, figlio di Melaneo e Stratonice, era il re di Ecalia in Tessaglia. Ebbe quattro figli - Ifito[1], Clizio[1], Tosseo e Deioneo - e una figlia di eccezionale bellezza, Iole. Una leggenda attribuisce ad Eurito anche la paternità di una seconda figlia, Driope.
Eurito era il nipote di Apollo, il dio arciere, ed era a sua volta noto per la sua abilità nell'uso dell'arco: alcuni dicono che sia stato proprio Eurito ad insegnare ad Eracle ad utilizzare quell'arma.
Secondo quanto raccontato da Omero, Eurito finì per diventare così orgoglioso della sua abilità di arciere che osò lanciare una sfida ad Apollo. Il dio allora uccise il presuntuoso Eurito e il suo arco passò nelle mani del figlio Ifito che, tempo dopo lo diede al suo amico Odisseo: si tratta dell'arco di cui infine Odisseo si servì per uccidere i Proci che avevano insidiato sua moglie Penelope.
Una versione più nota della leggenda della morte di Eurito fa riferimento ad un suo scontro con Eracle. Eurito aveva promesso di concedere la mano di sua figlia Iole a chi fosse riuscito a battere lui e i suoi figli in una gara di tiro con l'arco. Eracle accettò la sfida e la vinse ma Eurito, temendo che l'eroe sarebbe potuto nuovamente impazzire ed uccidere i figli che avesse avuto da Iole così come era successo con quelli avuti da Megara, si rifiutò di mantenere la promessa.
Eracle se ne andò via infuriato e, poco tempo dopo, dodici delle cavalle di Eurito furono rubate. Secondo alcuni furono rubate da Eracle stesso, secondo altri l'autore del furto fu Autolico che poi le vendette ad Eracle.
Andato in cerca degli animali Ifito, che era convinto dell'innocenza di Eracle, andò a chiedergli di aiutarlo e si fermò a casa sua a Tirinto. Eracle invitò Ifito a seguirlo sulle mura del palazzo e lì, in un impeto d'ira, lo uccise lanciandolo giù. Per espiare il suo crimine Eracle fu condannato a servire come uno schiavo la regina dei Lidi Onfale per un periodo, a seconda delle leggende, di uno o tre anni.
Dopo aver sposato Deianira, Eracle tornò ad Ecalia alla testa di un esercito e, mosso dal desiderio di vendetta, saccheggiò la città, uccise Eurito e i suoi figli, e prese Iole per tenerla come concubina. Questo gesto condusse alla fine Eracle alla morte perché Deianira, temendo che il marito fosse innamorato di Iole più che di lei, gli diede un mantello intriso del sangue del centauro Nesso, credendo che fungesse come filtro d'amore. In realtà il sangue di Nesso era velenoso: Eracle, dopo aver ucciso l'Idra di Lerna, aveva intinto le proprie frecce nel sangue del mostro, che rendeva incurabili le ferite, e con una di queste aveva colpito il Centauro, il cui sangue fu pertanto contaminato da quello dell'Idra; così, quando Eracle indossò il mantello, questo gli aderì irreparabilmente alla pelle, e ogni tentativo di strapparlo via provocava ferite sempre più gravi; incapace di tollerare ancora questa sofferenza, Eracle si uccise salendo su una pira.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (EN) Apollonio Rodio, Le argonautiche, I, 86, su theoi.com. URL consultato il 21 agosto 2019.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- March, J., Cassell's Dictionary Of Classical Mythology (Dizionario della mitologia classica), London, 1999. ISBN 0-304-35161-X
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