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Tulayha: differenze tra le versioni

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'''Ṭulayḥa''' b. Khuwaylid b. Nawfal al-Asadī<ref name="books.google.com.au">[http://books.google.com.au/books?id=zHxsWspxGIIC&pg=PA458&dq=tulayha&lr= Islamic desk reference, by E. J. van Donzel, p. 458]</ref> era un [[arabi|arabo]] appartenente ai Banū Faqʿas, branca della [[tribù]] dei [[Banu Asad|B. Asad]]. Era un capo benvoluto e un valoroso guerriero.<ref name="books.google.com.au">[http://books.google.com.au/books?id=OZ4wLtYVIYQC&pg=PA200&dq=tulayha Encyclopaedia of Islam, by Mufti M. Mukarram Ahmed, Muzaffar Husain Syed, p. 200]</ref> Nel 625-6 fu sconfitto dai [[musulmani]] nella [[battaglia di Qatan|Battaglia di Qaṭan]] ma partecipò poi alla [[Battaglia del Fossato]] del 627, quasi certamente essendo rimasto pagano ma bramoso di un bottino che si annunciava cospicuo.<ref>Ella Landau-Tasseron, "Asad from Jāhiliyya to Islam", in ''Jerusalem Studies in Arabic and Islam'', VI (1985), pp. 1-28.</ref>
'''Ṭulayḥa''' b. Khuwaylid b. Nawfal al-Asadī<ref name="books.google.com.au">[http://books.google.com.au/books?id=zHxsWspxGIIC&pg=PA458&dq=tulayha&lr= Islamic desk reference, by E. J. van Donzel, p. 458]</ref> era un [[arabi|arabo]] appartenente ai Banū Faqʿas, branca della [[tribù]] dei [[Banu Asad|B. Asad]]. Era un capo benvoluto e un valoroso guerriero.<ref name="encyclopaedia">[http://books.google.com.au/books?id=OZ4wLtYVIYQC&pg=PA200&dq=tulayha Encyclopaedia of Islam, by Mufti M. Mukarram Ahmed, Muzaffar Husain Syed, p. 200]</ref> Nel 625-6 fu sconfitto dai [[musulmani]] nella [[battaglia di Qatan|Battaglia di Qaṭan]] ma partecipò poi alla [[Battaglia del Fossato]] del 627, quasi certamente essendo rimasto pagano ma bramoso di un bottino che si annunciava cospicuo.<ref>Ella Landau-Tasseron, "Asad from Jāhiliyya to Islam", in ''Jerusalem Studies in Arabic and Islam'', VI (1985), pp. 1-28.</ref>


==Storia==
==Storia==
Nel 630 si sottomise a [[Medina]] e a Maometto ma l'anno dopo tornò a ribellarsi, proclamandosi profeta e beneficato dalla rivelazione divina.<ref name="books.google.com.au"/> Così Ṭulayḥa divenne la terza persona - dopo [[Musaylima ibn Habib|Musaylima]] e [[Sajāḥ]] - a proclamarsi profeta tra gli [[Arabi]] in contrapposizione a Maometto.<ref>[http://books.google.com.au/books?id=31tscfPF4tkC&pg=PA551&dq=tulayha&lr= Muhammad, the messenger of Islam By Hajjah Amina Adil, Shaykh Muhammad Nazim Adil Al-Haqqani, Shaykh Muhammad Hisham Kabbani, p. 551]</ref> Per questo fatto i [[musulmani]] lo sbeffeggiarono, chiamandolo per disprezzo con il suo diminutivo.<ref>Ṭulayḥa è il diminutivo del suo vero nome Ṭalḥa, così come Musaylima era il diminutivo-spregiativo del nome proprio arabo Muslim.</ref>
Nel 630 si sottomise a [[Medina]] e a [[Maometto]] ma l'anno dopo tornò a ribellarsi, proclamandosi profeta e beneficato dalla rivelazione divina.<ref name="books.google.com.au"/> Così Ṭulayḥa divenne la terza persona - dopo [[Musaylima ibn Habib|Musaylima]] e [[Sajāḥ]] - a proclamarsi profeta tra gli [[Arabi]] in contrapposizione a Maometto.<ref>[http://books.google.com.au/books?id=31tscfPF4tkC&pg=PA551&dq=tulayha&lr= Muhammad, the messenger of Islam By Hajjah Amina Adil, Shaykh Muhammad Nazim Adil Al-Haqqani, Shaykh Muhammad Hisham Kabbani, p. 551]</ref> Per questo fatto i [[musulmani]] lo sbeffeggiarono, chiamandolo per disprezzo con il suo diminutivo.<ref>Ṭulayḥa è il diminutivo del suo vero nome Ṭalḥa, così come Musaylima era il diminutivo-spregiativo del nome proprio arabo Muslim.</ref>
Diverse tribù lo riconobbero come profeta (si dice che vaticinasse in prosa rimata, com'era uso dei ''kuhhān'',<ref>Pl. di ''kāhin'' (indovino).</ref> e ciò lo rese sufficientemente potente da costituire una minaccia per Medina.<ref name="books.google.com.au"/>
Diverse tribù lo riconobbero come profeta (si dice che vaticinasse in prosa rimata, come nel [[Corano]] e com'era uso dei ''kuhhān'',<ref>Pl. di ''kāhin'' (indovino).</ref> e ciò lo rese sufficientemente potente da costituire una minaccia per Medina.<ref name="books.google.com.au"/>
Fu [[Khalid ibn al-Walid|Khālid b. al-Walīd]] ad affrontarlo e lo scontro - che lo vide soccombente - ebbe luogo a Buzākha (nel [[Najd]]) nel 632, subito dopo che [[Abū Bakr]] era diventato primo [[califfo]] della storia [[islam]]ica. In seguito a ciò molte tribù si sottomisero alle armate califfali e si convertirono all'Islam, anche se Ṭulayḥa riuscì a fuggire dal campo di battaglia e a mettersi in salvo in [[Siria]]. Ma, quando la Siria fu conquistata dagli eserciti del secondo califfo, [[Umar ibn al-Khattab|ʿUmar b. al-Khaṭṭāb]], Ṭulayḥa accettò infine di convertirsi.<ref name="books.google.com.au"/>
Fu [[Khalid ibn al-Walid|Khālid b. al-Walīd]] ad affrontarlo e lo scontro - che lo vide soccombente - ebbe luogo a Buzākha (nel [[Najd]]) nel 632, subito dopo che [[Abū Bakr]] era diventato primo [[califfo]] della storia [[islam]]ica. In seguito a ciò molte tribù si sottomisero alle armate califfali e si convertirono all'Islam, anche se Ṭulayḥa riuscì a fuggire dal campo di battaglia e a mettersi in salvo in [[Siria]]. Ma, quando la Siria fu conquistata dagli eserciti del secondo califfo, [[Umar ibn al-Khattab|ʿUmar b. al-Khaṭṭāb]], Ṭulayḥa accettò infine di convertirsi.<ref name="books.google.com.au"/>


Prese così parte con entusiasmo, tra le schiere musulmane, nel [[637]] alla campagna contro i [[Sasanidi]]: sia a [[Battaglia di Jalula|Jalūlāʾ]]<ref>[http://books.google.com.au/books?id=zHxsWspxGIIC&pg=PA458&dq=tulayha&lr= Islamic desk reference, by E. J. van Donzel, p. 458].</ref> ([[Iraq]]), sia ad [[Battaglia di al-Qadisiyya|al-Qādisiyya]] (Iraq), sia a [[Battaglia di Nihavand|Nihāvand]] (Persia), cadendo da prode in quest'ultimo scontro,<ref name="books.google.com.au"/> da [[shahīd]] nel 642.<ref>''S.v.'' «Ṭulayḥa» (E. Landau-Tasseron), in ''The [[Encyclopaedia of Islam]]''.</ref>
Prese così parte con entusiasmo, tra le schiere musulmane, nel [[637]], alla campagna contro i [[Sasanidi]]: sia a [[Battaglia di Jalula|Jalūlāʾ]]<ref>[http://books.google.com.au/books?id=zHxsWspxGIIC&pg=PA458&dq=tulayha&lr= Islamic desk reference, by E. J. van Donzel, p. 458].</ref> ([[Iraq]]), sia ad [[Battaglia di al-Qadisiyya|al-Qādisiyya]] (Iraq), sia a [[Battaglia di Nihavand|Nihāvand]] (Persia), cadendo da prode in quest'ultimo scontro,<ref name="books.google.com.au"/> da [[shahīd]] nel 642.<ref>''S.v.'' «Ṭulayḥa» (E. Landau-Tasseron), in ''The [[Encyclopaedia of Islam]]''.</ref>

==Note==
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==Voci correlate==
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*[[Saf ibn Sayyad]]
*[[Saf ibn Sayyad]]
*[[Guerra della ridda]]
*[[Guerra della ridda]]

==Note==
<references/>


==Collegamenti esterni==
==Collegamenti esterni==
*[http://books.google.com.au/books?id=ro--tXw_hxMC&pg=PA831&dq=tulaiha&lr=&as_brr=3 E.J. Brill's First Encyclopaedia of Islam, 1913-1936, By Martijn Theodoor Houtsma, T W Arnold, A J Wensinck, pg.831], Tulayha’s characteristics described.
*[http://books.google.com.au/books?id=ro--tXw_hxMC&pg=PA831&dq=tulaiha&lr=&as_brr=3 E.J. Brill's First Encyclopaedia of Islam, 1913-1936, By Martijn Theodoor Houtsma, T W Arnold, A J Wensinck, pg.831], Tulayha's characteristics described.
*[http://books.google.com.au/books?id=7U0hY3wtXe4C&pg=PA17&dq=tulaiha&lr=&as_brr=3 Islam at war, By George F. Nafziger, Mark W. Walton, pg.17], TulayDha’s humour.
*[http://books.google.com.au/books?id=7U0hY3wtXe4C&pg=PA17&dq=tulaiha&lr=&as_brr=3 Islam at war, By George F. Nafziger, Mark W. Walton, pg.17], TulayDha's humour.
*[http://books.google.com.au/books?id=gJv8Zx2efjkC&pg=PA20&dq=tulayha&lr= Islamic History, By M. A. Shaban, pg.30], Tulayha joins the Muslim army to fight the Sassanid Empire.
*[http://books.google.com.au/books?id=gJv8Zx2efjkC&pg=PA20&dq=tulayha&lr= Islamic History, By M. A. Shaban, pg.30], Tulayha joins the Muslim army to fight the Sassanid Empire.


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Ṭulayḥa ibn Khuwaylid ibn Nawfal al-Asadī (in arabo ﻃﻠﻴﺤـة ﺑﻦ ﺧﻮﻳﻠﺪ ﺑﻦ ﻧﻮﻓﻞ ﺍلاﺳﺪﻱ?); ... – 642) è stato un profeta arabo, poi convertitosi all'Islam. Ṭulayḥa b. Khuwaylid b. Nawfal al-Asadī[1] era un arabo appartenente ai Banū Faqʿas, branca della tribù dei B. Asad. Era un capo benvoluto e un valoroso guerriero.[2] Nel 625-6 fu sconfitto dai musulmani nella Battaglia di Qaṭan ma partecipò poi alla Battaglia del Fossato del 627, quasi certamente essendo rimasto pagano ma bramoso di un bottino che si annunciava cospicuo.[3]

Nel 630 si sottomise a Medina e a Maometto ma l'anno dopo tornò a ribellarsi, proclamandosi profeta e beneficato dalla rivelazione divina.[1] Così Ṭulayḥa divenne la terza persona - dopo Musaylima e Sajāḥ - a proclamarsi profeta tra gli Arabi in contrapposizione a Maometto.[4] Per questo fatto i musulmani lo sbeffeggiarono, chiamandolo per disprezzo con il suo diminutivo.[5] Diverse tribù lo riconobbero come profeta (si dice che vaticinasse in prosa rimata, come nel Corano e com'era uso dei kuhhān,[6] e ciò lo rese sufficientemente potente da costituire una minaccia per Medina.[1] Fu Khālid b. al-Walīd ad affrontarlo e lo scontro - che lo vide soccombente - ebbe luogo a Buzākha (nel Najd) nel 632, subito dopo che Abū Bakr era diventato primo califfo della storia islamica. In seguito a ciò molte tribù si sottomisero alle armate califfali e si convertirono all'Islam, anche se Ṭulayḥa riuscì a fuggire dal campo di battaglia e a mettersi in salvo in Siria. Ma, quando la Siria fu conquistata dagli eserciti del secondo califfo, ʿUmar b. al-Khaṭṭāb, Ṭulayḥa accettò infine di convertirsi.[1]

Prese così parte con entusiasmo, tra le schiere musulmane, nel 637, alla campagna contro i Sasanidi: sia a Jalūlāʾ[7] (Iraq), sia ad al-Qādisiyya (Iraq), sia a Nihāvand (Persia), cadendo da prode in quest'ultimo scontro,[1] da shahīd nel 642.[8]

  1. ^ a b c d e Islamic desk reference, by E. J. van Donzel, p. 458
  2. ^ Encyclopaedia of Islam, by Mufti M. Mukarram Ahmed, Muzaffar Husain Syed, p. 200
  3. ^ Ella Landau-Tasseron, "Asad from Jāhiliyya to Islam", in Jerusalem Studies in Arabic and Islam, VI (1985), pp. 1-28.
  4. ^ Muhammad, the messenger of Islam By Hajjah Amina Adil, Shaykh Muhammad Nazim Adil Al-Haqqani, Shaykh Muhammad Hisham Kabbani, p. 551
  5. ^ Ṭulayḥa è il diminutivo del suo vero nome Ṭalḥa, così come Musaylima era il diminutivo-spregiativo del nome proprio arabo Muslim.
  6. ^ Pl. di kāhin (indovino).
  7. ^ Islamic desk reference, by E. J. van Donzel, p. 458.
  8. ^ S.v. «Ṭulayḥa» (E. Landau-Tasseron), in The Encyclopaedia of Islam.

Voci correlate

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