Della certezza: differenze tra le versioni

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'''''Della certezza''''' (titolo originale [[Lingua tedesca|tedesco]]: ''Über Gewißheit'') è un testo di [[filosofia]] di [[Ludwig Wittgenstein]]. Vi sono raccolti, in forma di brevi osservazioni numerate, pensieri che Wittgenstein elaborò nell'ultima parte della sua vita, tra la seconda metà del 1949 e il 27 aprile 1951 (egli morì il 29 aprile 1951).<ref>{{cita libro|nome=Ludwig |cognome=Wittgenstein |wkautore=Ludwig Wittgenstein |altri=traduzione di Mario Trinchero |titolo=Della Certezza |editore=Einaudi |città=Torino |anno=1999 |isbn=978-8806152369 |p=xxx}}</ref>
'''''Della certezza''''' (titolo originale [[Lingua tedesca|tedesco]]: ''Über Gewißheit'') è un testo di [[filosofia]] di [[Ludwig Wittgenstein]]. Vi sono raccolti, in forma di brevi osservazioni numerate, pensieri che Wittgenstein elaborò nell'ultima parte della sua vita, tra la seconda metà del 1949 e il 27 aprile 1951 (egli morì il 29 aprile 1951).<ref>{{cita libro|nome=Ludwig |cognome=Wittgenstein |wkautore=Ludwig Wittgenstein |traduttore=Mario Trinchero |titolo=Della Certezza |editore=Einaudi |città=Torino |anno=1999 |isbn=978-88-06-15236-9 |p=xxx}}</ref>


Il testo tratta la questione dei fondamenti della certezza e della conoscenza in generale, e costituisce anche una discussione del problema dello [[Scetticismo filosofico|scetticismo]] con riferimento al [[dubbio]] e ai limiti della sua sensatezza. In contrapposizione alle teorie di [[George Edward Moore|G.E. Moore]] sul [[senso comune]], Wittgenstein afferma che quelle proposizioni che non siamo disposti a mettere in discussione (e che consideriamo appunto proposizioni del senso comune) non sono oggetto di conoscenza da parte nostra, ma sono «istruzioni»<ref>{{cita|''Della Certezza''|§ 36.}}</ref> che determinano il nostro modo di utilizzare le parole: esse sono certe e impossibili da mettere in dubbio nello stesso modo in cui lo sono le regole di una grammatica. Quelle che Moore considerava cose che sappiamo con certezza e siamo giustificati a credere al di là di ogni obiezione (per esempio, «qui c'è una mano»)<ref>{{cita|''Della Certezza''|§ 1.}}</ref> Wittgenstein le considera cose per cui non abbiamo alcuna giustificazione, e che tuttavia non possiamo mettere in dubbio per l'unica ragione che, altrimenti, nessuna operazione filosofica o linguistica, inclusa quella di dubitare, sarebbe più sensata.<ref>{{cita|''Della Certezza''|§§ 341-343.}}</ref>
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== Bibliografia ==
== Bibliografia ==
*{{cita libro|nome=Ray |cognome=Monk |wkautore=Ray Monk |titolo=Ludwig Wittgenstein: Il dovere del genio |editore=Bompiani |città=Milano |anno=1991 |isbn=88-452-1788-4 |cid=Monk 1991}}
*{{cita libro|nome=Ray |cognome=Monk |wkautore=Ray Monk |titolo=Ludwig Wittgenstein: Il dovere del genio |editore=Bompiani |città=Milano |anno=1991 |isbn=88-452-1788-4 |cid=Monk 1991}}
*{{cita libro|nome=Ludwig |cognome=Wittgenstein |wkautore=Ludwig Wittgenstein |altri=traduzione di Mario Trinchero |titolo=Della Certezza |editore=Einaudi |anno=1999 |isbn=978-8806152369 |cid=''Della Certezza''}}
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== Altri progetti ==
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* [https://www.wittgensteinproject.org/w/index.php/%C3%9Cber_Gewi%C3%9Fheit Testo integrale di ''Della certezza'' in lingua originale]


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Della certezza
Titolo originaleÜber Gewißheit
AutoreLudwig Wittgenstein
1ª ed. originale1969[1]
1ª ed. italiana1978[2]
Generesaggio
Sottogenerefilosofia
Lingua originaletedesco

Della certezza (titolo originale tedesco: Über Gewißheit) è un testo di filosofia di Ludwig Wittgenstein. Vi sono raccolti, in forma di brevi osservazioni numerate, pensieri che Wittgenstein elaborò nell'ultima parte della sua vita, tra la seconda metà del 1949 e il 27 aprile 1951 (egli morì il 29 aprile 1951).[3]

Il testo tratta la questione dei fondamenti della certezza e della conoscenza in generale, e costituisce anche una discussione del problema dello scetticismo con riferimento al dubbio e ai limiti della sua sensatezza. In contrapposizione alle teorie di G.E. Moore sul senso comune, Wittgenstein afferma che quelle proposizioni che non siamo disposti a mettere in discussione (e che consideriamo appunto proposizioni del senso comune) non sono oggetto di conoscenza da parte nostra, ma sono «istruzioni»[4] che determinano il nostro modo di utilizzare le parole: esse sono certe e impossibili da mettere in dubbio nello stesso modo in cui lo sono le regole di una grammatica. Quelle che Moore considerava cose che sappiamo con certezza e siamo giustificati a credere al di là di ogni obiezione (per esempio, «qui c'è una mano»)[5] Wittgenstein le considera cose per cui non abbiamo alcuna giustificazione, e che tuttavia non possiamo mettere in dubbio per l'unica ragione che, altrimenti, nessuna operazione filosofica o linguistica, inclusa quella di dubitare, sarebbe più sensata.[6]

  1. ^ (DE) Ludwig Wittgenstein, Über Gewißheit, a cura di G.E.M. Anscombe e G.H. von Wright, Francoforte sul Meno, Suhrkamp, 1969. (ENDE) Ludwig Wittgenstein, On Certainty. Über Gewißheit, a cura di G.E.M. Anscombe e G.H. von Wright, Oxford, Blackwell, 1969.
  2. ^ Ludwig Wittgenstein, Della Certezza, traduzione di Mario Trinchero, Torino, Einaudi, 1978.
  3. ^ Ludwig Wittgenstein, Della Certezza, traduzione di Mario Trinchero, Torino, Einaudi, 1999, p. xxx, ISBN 978-88-06-15236-9.
  4. ^ Della Certezza, § 36.
  5. ^ Della Certezza, § 1.
  6. ^ Della Certezza, §§ 341-343.

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