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Kumite: differenze tra le versioni

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Il termine giapponese '''kumite''' viene tradotto con la parola ''combattimento'',
[[File:Kumite of Motobu Choki.jpg|thumb|''Kumite'' di Motobu Choki, [[1926]].]]
però tale termine è incompleto, cioè privo degli elementi compresi nel concetto di kumite.
Kumite si compone della parola '''''kumi''''', che significa "mettere insieme",
e della sillaba '''''te''''', che significa "mano".<br/>
Per kumite si intende quindi l'incontrarsi con le mani: nel confronto
reale come in quello di palestra è necessario un avversario.
Lo scopo del vero combattimento è quello di abbattere l'avversario,
quello del kumite è la crescita reciproca dei praticanti.<br/>
Il kumite presuppone due fasi
ben distinte: l'apprendimento delle tecniche dal punto di vista formale
e la loro applicazione. L'importanza che riveste la forma ([[Karate Kata|kata]])
in funzione del combattimento è quindi fondamentale, perché racchiude le basi del karate.
La filosofia del [[karate-do]] impone di migliorarsi continuamente per ricercare la
massima padronanza tecnica e mentale, così da raggiungere equilibrio interiore, stabilità,
consapevolezza.
Per allenare il combattimento, nel senso del karate-do, vengono studiati alcuni tipi di
kumite fondamentale:
combattimento a cinque passi, a tre passi, a un passo, semilibero e libero.


Il '''''kumite''''' ({{lang-ja|組手}}) è una delle tre componenti fondamentali dell'allenamento nel [[karate]], assieme a ''[[kata]]'' e ''[[kihon]]'', e consiste nell'allenamento con un avversario.
== Gohon kumite e Sanbon kumite ==


Il termine [[giappone]]se ''kumite'' viene tradotto con la parola "combattimento", però tale termine è incompleto, cioè privo degli elementi compresi nel concetto di kumite. ''Kumite'' si compone della parola ''kumi'', che significa "mettere insieme", e della sillaba ''te'', che significa [[mano]]. Per ''kumite'' si intende quindi l'incontrarsi con le mani: nel confronto reale come in quello di palestra è necessario un avversario.
Il combattimento a cinque passi '''Gohon kumite''' e il combattimento a tre
passi, '''Sanbon kumite''' sono le prime forme di combattimento cui viene avvicinato
l'atleta. Esse hanno lo scopo di fare assimilare l'aspetto pratico
e formale delle tecniche, di perfezionare [[Tecniche (Karate)|calci]],
[[Tecniche (Karate)|pugni]] e [[Tecniche (Karate)|parate]] che vanno
poi collegati agli spostamenti propri e a quelli dell'avversario.
Distanza, ([[maai]]), e precisione sono gli aspetti che maggiormente vanno evidenziati ed appresi in tale fase. "Maai" nelle arti marziali giapponesi è la distanza da mantenere nei confronti dell'avversario, esprime non solo la distanza e l'intervallo nello spazio, ma anche nel tempo. Esprime un ritmo, ad esempio l’intervallo tra le colonne di un tempio, un movimento di avvicinamento ed allontanamento; è la corretta distanza, ma variabile, ai fini dell’attacco o della difesa. Non va misurata, ma sentita con l’intuizione e l’atteggiamento mentale, con la percezione istintiva della spazialità delle tecniche, un errore di maai nel combattimento causa l’immediato attacco da parte dell’avversario e quindi la perdita dell’incontro.


Lo scopo del vero combattimento è quello di abbattere l'avversario, quello del ''kumite'' è la crescita reciproca dei praticanti.
== Kihon ippon kumite ==


Il kumite presuppone due fasi ben distinte: l'apprendimento delle tecniche dal punto di vista formale e la loro applicazione. L'importanza che riveste la forma (''kata'') in funzione del combattimento è quindi fondamentale, perché racchiude le basi del karate. La filosofia del ''karate-dō'' impone di migliorarsi continuamente per ricercare la massima padronanza tecnica e mentale, così da raggiungere equilibrio interiore, stabilità, consapevolezza.
Il combattimento a un solo passo '''Kihon ippon kumite''' è la forma più essenziale
di combattimento. I due atleti, posti ad una distanza corrispondente all'estensione
del loro braccio, prestabiliscono l'area verso la quale indirizzeranno
l'attacco: viso, tronco o bacino. Quindi alternativamente e senza finte,
attaccano e parano. La relativa
facilità strategica e coordinativa del combattimento a un solo passo
ha lo scopo di fare emergere la massima intezione durante l'attacco
e di annullare il tempo intercorrente tra la parata ed il contrattacco.


Per allenare il combattimento, nel senso del ''karate-do'', vengono studiati alcuni tipi di ''kumite'' fondamentale: combattimento a cinque passi, a tre passi, a un passo, semilibero e libero.
== Jiyu ippon kumite ==


== ''Gohon kumite'' e ''sanbon kumite'' ==
Il combattimento semilibero '''Jiyu ippon kumite''' è lo stadio preliminare
al combattimento libero. I contendenti si pongono in guardia a distanza libera (normalmente però
viene stabilita a tre metri),
l'attaccante dichiara l'area su cui porterà la tecnica, il difensore esegue una parate
libera e contrattacca.
Questo tipo di allenamento è finalizzato allo studio dell'applicazione reale delle tecniche.
Chi attacca deve sapere sfruttare qualsiasi apertura gli si offra, utilizzando finte
e spostamenti liberi, ed entrambi i praticanti devono acquisire
abilità nella [[Respirazione esterna|respirazione]] e nella distanza.


Il combattimento a cinque passi, ''gohon kumite'', e il combattimento a tre passi, ''sanbon kumite'', sono le prime forme di combattimento cui viene avvicinato l'atleta. Esse hanno lo scopo di fare assimilare l'aspetto pratico e formale delle [[Tecniche del karate|tecniche]], di perfezionare calci, pugni e parate che vanno poi collegati agli spostamenti propri e a quelli dell'avversario. Distanza (''maai'') e precisione sono gli aspetti che maggiormente vanno evidenziati ed appresi in tale fase. ''Maai'' nelle arti marziali giapponesi è la distanza da mantenere nei confronti dell'avversario, esprime non solo la distanza e l'intervallo nello spazio, ma anche nel tempo. Esprime un ritmo, ad esempio l'intervallo tra le colonne di un tempio, un movimento di avvicinamento ed allontanamento; è la corretta distanza, ma variabile, ai fini dell'attacco o della difesa. Non va misurata, ma sentita con l'intuizione e l'atteggiamento mentale, con la percezione istintiva della spazialità delle tecniche, un errore di maai nel combattimento causa l'immediato attacco da parte dell'avversario e quindi la perdita dell'incontro.
== Jiyu kumite ==


== ''Kihon ippon kumite'' ==
Il combattimento libero '''Jiyu kumite''' è il combattimento in cui sfociano i precedenti.
In esso nulla è prestabilito, i due atleti si affrontano, esprimendo le proprie
capacità tecniche e psicologiche. Elemento fondamentale rimane, però,
il controllo, cioè la capacità di portare la tecnica con potenza e precisione a pochi
millimetri dal bersaglio. Per poter praticare il combattimento libero questi elementi dovranno
essere già stati interiorizzati perché su di essi si imperniano le scelte strategiche: parata
e contrattacco (''go no sen''), attacco al momento della partenza dell'avversario
(''tai no sen''), attacco sul primo movimento dell'avversario (''sen no sen'') e, infine,
il "prima del prima" (''sen sen no sen''), cioè la tecnica di anticipo con intuizione.


Il combattimento a un solo passo ''kihon ippon kumite'' è la forma più essenziale di combattimento. I due atleti, posti ad una distanza corrispondente all'estensione del loro braccio, prestabiliscono l'area verso la quale indirizzeranno l'attacco: viso, tronco o bacino. Quindi alternativamente e senza finte, attaccano e parano. La relativa facilità strategica e coordinativa del combattimento a un solo passo ha lo scopo di fare emergere la massima intenzione durante l'attacco e di annullare il tempo intercorrente tra la parata ed il contrattacco.
Ad [[Okinawa]], anticamente, il karate veniva allenato attraverso esercizi individuali.
Lo studio del combattimento fondamentale si sviluppò dopo l'introduzione del karate in
[[Giappone]] negli [[1920|anni venti]]. Il combattimento libero apparve ufficialmente
nel [[1936]], durante una manifestazione organizzata per la fondazione della
[[Federazione Studentesca Giapponese di karate-do]].


== ''Jiyu ippon kumite'' ==
Il regolamento delle gare, e i punti assegnati per la qualità delle

tecniche - ''wazaari'', tecnica buona e ''ippon'' tecnica eccezionale -
Il combattimento semilibero, ''jiyu ippon kumite'', è lo stadio preliminare al combattimento libero. I contendenti si pongono in guardia a distanza libera (normalmente però viene stabilita a tre metri), l'attaccante dichiara l'area su cui porterà la tecnica, il difensore esegue una parate libera e contrattacca. Questo tipo di allenamento è finalizzato allo studio dell'applicazione reale delle tecniche. Chi attacca deve sapere sfruttare qualsiasi apertura gli si offra, utilizzando finte e spostamenti liberi, ed entrambi i praticanti devono acquisire abilità nella [[Respirazione esterna|respirazione]] e nella distanza.
prevede l'irrogazione di diverse penalità a seconda della gravità delle scorrettezze commesse.Recentemente il sistema di punteggio è variato, il nuovo regolamento assegna ora punti in base alla parte del corpo colpita e la tecnica: ''Sanbon'' 3 punti: tecniche di calci al viso o spazzate; ''nihon'' 2 punti:calci al tronco, pugni alla schiena o combinati e tecniche eseguite dopo un'azione di squilibrio; ''ippon'' 1 punto:pugni o percussioni<br/>

Nel kumite la perfetta conoscenza delle proprie qualità tecniche è essenziale,
== ''Jiyu kumite'' ==
ed altrettanto lo sono la pradonanza mentale

e la convinzione di combattere usando tutte le proprie risorse, come si trattasse di un
Il combattimento libero, ''jiyu kumite'', è il combattimento in cui sfociano i precedenti. In esso nulla è prestabilito, i due atleti si affrontano, esprimendo le proprie capacità tecniche e psicologiche. Nella maggior parte degli stili rimane però come elemento fondamentale il controllo, cioè la capacità di portare la tecnica con potenza e precisione ma senza recare danno all'avversario. Nel ''kyokushinkai'' e negli altri stili di karate a contatto oggi esistenti, invece, i colpi si possono affondare per ricercare il [[Knock-out|KO]].
combattimento per la vita o per la morte.

Non è importante il numero di colpi ma la loro efficacia e la dimostrazione di dominio
Per poter praticare il combattimento libero questi elementi dovranno essere già stati interiorizzati perché su di essi si imperniano le scelte strategiche: parata e contrattacco (''go no sen''), attacco al momento della partenza dell'avversario (''tai no sen''), attacco sul primo movimento dell'avversario (''sen no sen'') e, infine, il "prima del prima" (''sen sen no sen''), cioè la tecnica di anticipo con intuizione.
di sé e dell'avversario.<br/>Il senso della distanza e la capacità di comprendere come e quando

entrare o uscire dallo spazio dell'avversario
Ad [[Okinawa]], anticamente, il karate veniva allenato attraverso esercizi individuali. Lo studio del combattimento fondamentale si sviluppò dopo l'introduzione del karate in [[Giappone]] negli [[anni 1920|anni venti]]. Il combattimento libero apparve ufficialmente nel [[1936]], durante una manifestazione organizzata per la fondazione della Federazione Studentesca Giapponese di Karate-do.
introducono nel combattimento un aspetto non puramente razionale:

il presentimento dell'attacco, chiamato anche "Cadenza del niente".
Il regolamento delle gare prevede l'assegnazione di punti per la qualità delle tecniche: "''wazaari''" (tecnica buona) e "''ippon''" (tecnica eccezionale), e l'irrogazione di penalità per le scorrettezze commesse.

Recentemente il sistema di punteggio è variato. Il nuovo regolamento assegna punti in base alla parte del corpo colpita e alla tecnica utilizzata.

* ''Sanbon'', 3 punti: tecniche di calci al viso o spazzate;
* ''Nihon'', 2 punti: calci al tronco, pugni alla schiena o combinati e tecniche eseguite dopo un'azione di squilibrio;
* ''Ippon'', 1 punto: pugni o percussioni.

Nel kumite la perfetta conoscenza delle proprie qualità tecniche è essenziale, ed altrettanto lo sono la padronanza mentale e la convinzione di combattere usando tutte le proprie risorse, come si trattasse di un combattimento per la vita o per la morte. Non è importante il numero di colpi ma la loro efficacia e la dimostrazione di dominio di sé e dell'avversario. Il senso della distanza e la capacità di comprendere come e quando entrare o uscire dallo spazio dell'avversario introducono nel combattimento un aspetto non puramente razionale: il presentimento dell'attacco, chiamato anche "Cadenza del niente".


== Voci correlate ==
== Voci correlate ==


* [[Karate]]
* [[Karate]]
* [[Kata]]
* [[Kihon]]


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== Collegamenti esterni ==
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Disambiguazione – Se stai cercando il singolo di Salmo, vedi Kumite (singolo).
Kumite di Motobu Choki, 1926.

Il kumite (in giapponese 組手?) è una delle tre componenti fondamentali dell'allenamento nel karate, assieme a kata e kihon, e consiste nell'allenamento con un avversario.

Il termine giapponese kumite viene tradotto con la parola "combattimento", però tale termine è incompleto, cioè privo degli elementi compresi nel concetto di kumite. Kumite si compone della parola kumi, che significa "mettere insieme", e della sillaba te, che significa mano. Per kumite si intende quindi l'incontrarsi con le mani: nel confronto reale come in quello di palestra è necessario un avversario.

Lo scopo del vero combattimento è quello di abbattere l'avversario, quello del kumite è la crescita reciproca dei praticanti.

Il kumite presuppone due fasi ben distinte: l'apprendimento delle tecniche dal punto di vista formale e la loro applicazione. L'importanza che riveste la forma (kata) in funzione del combattimento è quindi fondamentale, perché racchiude le basi del karate. La filosofia del karate-dō impone di migliorarsi continuamente per ricercare la massima padronanza tecnica e mentale, così da raggiungere equilibrio interiore, stabilità, consapevolezza.

Per allenare il combattimento, nel senso del karate-do, vengono studiati alcuni tipi di kumite fondamentale: combattimento a cinque passi, a tre passi, a un passo, semilibero e libero.

Gohon kumite e sanbon kumite

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Il combattimento a cinque passi, gohon kumite, e il combattimento a tre passi, sanbon kumite, sono le prime forme di combattimento cui viene avvicinato l'atleta. Esse hanno lo scopo di fare assimilare l'aspetto pratico e formale delle tecniche, di perfezionare calci, pugni e parate che vanno poi collegati agli spostamenti propri e a quelli dell'avversario. Distanza (maai) e precisione sono gli aspetti che maggiormente vanno evidenziati ed appresi in tale fase. Maai nelle arti marziali giapponesi è la distanza da mantenere nei confronti dell'avversario, esprime non solo la distanza e l'intervallo nello spazio, ma anche nel tempo. Esprime un ritmo, ad esempio l'intervallo tra le colonne di un tempio, un movimento di avvicinamento ed allontanamento; è la corretta distanza, ma variabile, ai fini dell'attacco o della difesa. Non va misurata, ma sentita con l'intuizione e l'atteggiamento mentale, con la percezione istintiva della spazialità delle tecniche, un errore di maai nel combattimento causa l'immediato attacco da parte dell'avversario e quindi la perdita dell'incontro.

Kihon ippon kumite

[modifica | modifica wikitesto]

Il combattimento a un solo passo kihon ippon kumite è la forma più essenziale di combattimento. I due atleti, posti ad una distanza corrispondente all'estensione del loro braccio, prestabiliscono l'area verso la quale indirizzeranno l'attacco: viso, tronco o bacino. Quindi alternativamente e senza finte, attaccano e parano. La relativa facilità strategica e coordinativa del combattimento a un solo passo ha lo scopo di fare emergere la massima intenzione durante l'attacco e di annullare il tempo intercorrente tra la parata ed il contrattacco.

Jiyu ippon kumite

[modifica | modifica wikitesto]

Il combattimento semilibero, jiyu ippon kumite, è lo stadio preliminare al combattimento libero. I contendenti si pongono in guardia a distanza libera (normalmente però viene stabilita a tre metri), l'attaccante dichiara l'area su cui porterà la tecnica, il difensore esegue una parate libera e contrattacca. Questo tipo di allenamento è finalizzato allo studio dell'applicazione reale delle tecniche. Chi attacca deve sapere sfruttare qualsiasi apertura gli si offra, utilizzando finte e spostamenti liberi, ed entrambi i praticanti devono acquisire abilità nella respirazione e nella distanza.

Il combattimento libero, jiyu kumite, è il combattimento in cui sfociano i precedenti. In esso nulla è prestabilito, i due atleti si affrontano, esprimendo le proprie capacità tecniche e psicologiche. Nella maggior parte degli stili rimane però come elemento fondamentale il controllo, cioè la capacità di portare la tecnica con potenza e precisione ma senza recare danno all'avversario. Nel kyokushinkai e negli altri stili di karate a contatto oggi esistenti, invece, i colpi si possono affondare per ricercare il KO.

Per poter praticare il combattimento libero questi elementi dovranno essere già stati interiorizzati perché su di essi si imperniano le scelte strategiche: parata e contrattacco (go no sen), attacco al momento della partenza dell'avversario (tai no sen), attacco sul primo movimento dell'avversario (sen no sen) e, infine, il "prima del prima" (sen sen no sen), cioè la tecnica di anticipo con intuizione.

Ad Okinawa, anticamente, il karate veniva allenato attraverso esercizi individuali. Lo studio del combattimento fondamentale si sviluppò dopo l'introduzione del karate in Giappone negli anni venti. Il combattimento libero apparve ufficialmente nel 1936, durante una manifestazione organizzata per la fondazione della Federazione Studentesca Giapponese di Karate-do.

Il regolamento delle gare prevede l'assegnazione di punti per la qualità delle tecniche: "wazaari" (tecnica buona) e "ippon" (tecnica eccezionale), e l'irrogazione di penalità per le scorrettezze commesse.

Recentemente il sistema di punteggio è variato. Il nuovo regolamento assegna punti in base alla parte del corpo colpita e alla tecnica utilizzata.

  • Sanbon, 3 punti: tecniche di calci al viso o spazzate;
  • Nihon, 2 punti: calci al tronco, pugni alla schiena o combinati e tecniche eseguite dopo un'azione di squilibrio;
  • Ippon, 1 punto: pugni o percussioni.

Nel kumite la perfetta conoscenza delle proprie qualità tecniche è essenziale, ed altrettanto lo sono la padronanza mentale e la convinzione di combattere usando tutte le proprie risorse, come si trattasse di un combattimento per la vita o per la morte. Non è importante il numero di colpi ma la loro efficacia e la dimostrazione di dominio di sé e dell'avversario. Il senso della distanza e la capacità di comprendere come e quando entrare o uscire dallo spazio dell'avversario introducono nel combattimento un aspetto non puramente razionale: il presentimento dell'attacco, chiamato anche "Cadenza del niente".

Voci correlate

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