Macchiagodena: differenze tra le versioni
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|Mappa = Map of comune of Macchiagodena (province of Isernia, region Molise, Italy).svg |
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'''Macchiagodena''' ({{IPA|/makkjaˈɡɔdena/}}<ref>{{dipi|Macchiagodena}}</ref>) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Formatnum: |
'''Macchiagodena''' ({{IPA|/makkjaˈɡɔdena/}}<ref>{{dipi|Macchiagodena}}</ref>) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Formatnum:1648}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti"/> della [[provincia di Isernia]] in [[Molise]]. |
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== Storia == |
== Storia == |
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=== Dal Medioevo a oggi === |
=== Dal Medioevo a oggi === |
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⚫ | Il castrum nuovo fu fondato nel 964, noto come Maccla de Godino, dai conti Pandolfo e Landolfo della vicina [[Isernia]]. Il feudo nel 1000 fu possesso della potente [[Abbazia di San Vincenzo al Volturno]], a cui fu venduto da Maria di Roffredo, all'abate Maraldo. Era inclusa anche la primitiva chiesa di Sant'Apollinare, oggi scomparsa. Nel XIII secolo furono i [[Cantelmo]] a dominare sul feudo, e nel secolo successivo subentrarono i [[Pandone (famiglia)|Pandone]], che avevano il loro quartier generale nel castello di [[Venafro]].<br />Macchiagodena tuttavia non ebbe mai dei padroni stabili, poiché nell'arco di mezzo secolo era sempre ceduta a nuove famiglie. Nel Quattrocento fu dei Caetani di [[Baranello]] e poi dei [[Mormile]] di Castelpagano. Tra Cinquecento e Seicento fu dei Piscicelli (1615) e poi dei Caracciolo. Nel 1781 il feudo fu acquistato dalla famiglia Centomani nella persona di Nicola Centomani (1720-1818) che ottenne il relativo titolo marchesale. Nel 1799 con la conquista francese del Molise, Macchiagodena entrò nel dipartimento del Sangro, poi al distretto di [[Isernia]]. Nel 1815 invece subentrò al circondario di [[Cantalupo nel Sannio]]. Il grave [[terremoto del Molise del 1805]] distrusse a Macchiagodena le chiese principali, che furono ricostruite in stile neoclassico.<br /> |
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[[File:Abbazia di san vincenzo al volturno, esterno 03.jpg|thumb|left|San Vincenzo al Volturno, uno dei primi monasteri molisani, che possedette Macchiagodena nel primo periodo di sviluppo]] |
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⚫ | Il castrum nuovo fu fondato nel 964, noto come Maccla de Godino, dai conti Pandolfo e Landolfo della vicina [[Isernia]]. Il feudo nel 1000 fu possesso della potente [[Abbazia di San Vincenzo al Volturno]], a cui fu venduto da Maria di Roffredo, all'abate Maraldo. Era inclusa anche la primitiva chiesa di Sant'Apollinare, oggi scomparsa. Nel XIII secolo furono i [[Cantelmo]] a dominare sul feudo, e nel secolo successivo subentrarono i Pandone, che avevano il loro quartier generale nel castello di [[Venafro]].<br />Macchiagodena tuttavia non ebbe mai dei padroni stabili, poiché nell'arco di mezzo secolo era sempre ceduta a nuove famiglie. Nel Quattrocento fu dei Caetani di [[Baranello]] e poi dei [[Mormile]] di Castelpagano. Tra Cinquecento e Seicento fu dei Piscicelli (1615) e poi dei Caracciolo. Nel 1781 il feudo fu acquistato dalla famiglia Centomani nella persona di Nicola Centomani (1720-1818) che ottenne il relativo titolo marchesale. Nel 1799 con la conquista francese del Molise, Macchiagodena entrò nel dipartimento del Sangro, poi al distretto di [[Isernia]]. Nel 1815 invece subentrò al circondario di [[Cantalupo nel Sannio]]. |
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Negli anni della [[seconda guerra mondiale]], tra il 1940 e il 1943, Macchiagodena fu uno dei comuni del Molise destinati dalle autorità fasciste ad accogliere [[ebrei internati in Italia|profughi ebrei in internamento civile]]. Con l'arrivo dell'esercito alleato nel settembre 1943, i 6 internati riuscirono tutti a raggiungere i territori liberati del Sud Italia.<ref>[http://www.annapizzuti.it/regioni/molise.php Ebrei stranieri internati in Molise].</ref> |
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Nel dopoguerra Macchiagodena, dopo esser stata per oltre un secolo nella provincia di Campobasso, nel 1970 è ripassata a Isernia. |
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⚫ | *Castello baronale: principale monumento del paese, fu fondato come torre di guardia dai Longobardi, e nel 1269 da [[Carlo I d'Angiò]] fu donato a Barrasio, che lo governasse per conto di Napoli. In questa epoca il castello fu ampliato a pianta quadrata allungata, con quattro torrioni angolari. Nel 1422 fu possesso di Giovanni Cantelmo, come registrato dalla regina [[Giovanna II di Napoli]]. Avente pianta irregolare rettangolare, si erge sulla roccia, dove compaiono le due torri maggiori a scarpa. Parte invece ha l'aspetto di un palazzo gentilizio, poiché il castello fu ristrutturato dopo il terremoto del 1805. Interessante è l'ingresso vano rotondo, all'estremità della seconda rampa di accesso. L'interno un tempo aveva tavole dipinte, successivamente scomparse, ed oggi presenta un classico aspetto ottocentesco dove è conservata la biblioteca. Un corridoio conduce ai sotterranei, dove un tempo erano torturati i prigionieri. |
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⚫ | *Chiese di San Nicola - San Lorenzo: la prima è la parrocchiale, la seconda si trova vicino al castello ed un tempo era convento, fino alla soppressione nel 1866. San Nicola si trova nel centro del paese, a pianta basilicale con navata unica. La facciata è divisa da paraste e mostra un elegante decorazione a salienti polistile, tra il tardo barocco e il neoclassico. Anche l'interno è piuttosto sobrio, tranne una cappella rinascimentale a sinistra, unica parte sopravvissuta della chiesa antica. La chiesa di San Lorenzo ha le sue fattezze attuali in merito al rifacimento del 1719, anche se le terminazioni trilobate e l'impianto fanno pensare a una sua fondazione nel XIII secolo. La facciata è molto semplice, in stile neoclassico, con paraste a colonna dorica, e architrave triangolare. L'interno a navata unica e conserva un pregevole organo settecento napoletano. All'ingresso si trova una croce stazionaria medievale di particolare interesse, che mostra Cristo trionfatore con la Madonna regina, insieme al diacono Lorenzo che regge la graticola del suo martirio. |
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Nel paese sono inoltre presenti due esemplari di [[Quercus pubescens|Quercia roverella]] nelle località Masseria Ciocchi e San Matteo dichiarati alberi monumentali con la legge regionale 48 del 6 dicembre 2005.<ref>{{Cita web|url=http://www3.regione.molise.it/flex/cm/pages/ServeAttachment.php/L/IT/D/D.fda44f90acb3a25bdcc3/P/BLOB%3AID%3D326/E/pdf|titolo=Legge Regionale N. 48 Del 06.12.2005. |
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Elenco definitivo degli alberi monumentali della regione Molise (provincia di Isernia)|data=6 dicembre 2015|formato=pdf}}</ref> |
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== Società == |
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===Evoluzione demografica=== |
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{{Demografia/Macchiagodena}} |
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== Cultura == |
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==Economia== |
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Il comune ospita |
Il comune ospita una centrale di produzione di [[energia eolica]] con 19 [[aerogeneratore|aerogeneratori]] di potenza installata totale pari a 16,15 [[Megawatt|MW]]. |
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Versione attuale delle 09:15, 12 giu 2024
Macchiagodena comune | |
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La Quercia Rovella monumentale in località Masseria Ciocchi. | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Molise |
Provincia | Isernia |
Amministrazione | |
Sindaco | Felice Ciccone (Custodire e Costruire) dal 26-5-2014 (3º mandato dal 10-6-2024) |
Territorio | |
Coordinate | 41°34′N 14°24′E |
Altitudine | 864 m s.l.m. |
Superficie | 34,35 km² |
Abitanti | 1 648[1] (31-12-2022) |
Densità | 47,98 ab./km² |
Frazioni | Incoronata, Caporio, Santa Maria in Pantano, Santa Iusta, Terriaca |
Comuni confinanti | Bojano (CB), Cantalupo nel Sannio, Carpinone, Frosolone, San Massimo (CB), Sant'Elena Sannita, Santa Maria del Molise |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 86096 |
Prefisso | 0865 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 094026 |
Cod. catastale | E779 |
Targa | IS |
Cl. sismica | zona 1 (sismicità alta)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 583 GG[3] |
Nome abitanti | macchiagodenesi |
Patrono | san Nicola di Bari |
Giorno festivo | terza domenica di maggio |
Cartografia | |
Posizione del comune di Macchiagodena nella provincia di Isernia | |
Sito istituzionale | |
Macchiagodena (/makkjaˈɡɔdena/[4]) è un comune italiano di 1 648 abitanti[1] della provincia di Isernia in Molise.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Origini italiche
[modifica | modifica wikitesto]Benché il paese sia un castrum longobardo medievale, notizie di un villaggio dei Sanniti si hanno dai reperti archeologici rinvenuti nei colli circostanti. Tra i reperti un oinochoe del VI secolo a. C. presso località Piana di Achille e Fosso Pampalone. Il villaggio italico sorgeva presso il tratturello che si sviluppava dal maggiore che da Aufidena (Pescasseroli) andava in Puglia, tale villaggio sorgeva in località Valle Fredda, i cui reperti sono conservati nel Museo Sannitico di Campobasso. Benché il villaggio non fosse un vero e proprio centro vitale con mura e templi di rilievo, fu conquistato certamente nel I secolo a. C. da Roma e subì la distruzione dei Vandali dopo la fine dell'impero.
Dal Medioevo a oggi
[modifica | modifica wikitesto]Il castrum nuovo fu fondato nel 964, noto come Maccla de Godino, dai conti Pandolfo e Landolfo della vicina Isernia. Il feudo nel 1000 fu possesso della potente Abbazia di San Vincenzo al Volturno, a cui fu venduto da Maria di Roffredo, all'abate Maraldo. Era inclusa anche la primitiva chiesa di Sant'Apollinare, oggi scomparsa. Nel XIII secolo furono i Cantelmo a dominare sul feudo, e nel secolo successivo subentrarono i Pandone, che avevano il loro quartier generale nel castello di Venafro.
Macchiagodena tuttavia non ebbe mai dei padroni stabili, poiché nell'arco di mezzo secolo era sempre ceduta a nuove famiglie. Nel Quattrocento fu dei Caetani di Baranello e poi dei Mormile di Castelpagano. Tra Cinquecento e Seicento fu dei Piscicelli (1615) e poi dei Caracciolo. Nel 1781 il feudo fu acquistato dalla famiglia Centomani nella persona di Nicola Centomani (1720-1818) che ottenne il relativo titolo marchesale. Nel 1799 con la conquista francese del Molise, Macchiagodena entrò nel dipartimento del Sangro, poi al distretto di Isernia. Nel 1815 invece subentrò al circondario di Cantalupo nel Sannio. Il grave terremoto del Molise del 1805 distrusse a Macchiagodena le chiese principali, che furono ricostruite in stile neoclassico.
Negli anni della seconda guerra mondiale, tra il 1940 e il 1943, Macchiagodena fu uno dei comuni del Molise destinati dalle autorità fasciste ad accogliere profughi ebrei in internamento civile. Con l'arrivo dell'esercito alleato nel settembre 1943, i 6 internati riuscirono tutti a raggiungere i territori liberati del Sud Italia.[5]
Nel dopoguerra Macchiagodena, dopo esser stata per oltre un secolo nella provincia di Campobasso, nel 1970 è ripassata a Isernia.
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]- Castello baronale: principale monumento del paese, fu fondato come torre di guardia dai Longobardi, e nel 1269 da Carlo I d'Angiò fu donato a Barrasio, che lo governasse per conto di Napoli. In questa epoca il castello fu ampliato a pianta quadrata allungata, con quattro torrioni angolari. Nel 1422 fu possesso di Giovanni Cantelmo, come registrato dalla regina Giovanna II di Napoli. Avente pianta irregolare rettangolare, si erge sulla roccia, dove compaiono le due torri maggiori a scarpa. Parte invece ha l'aspetto di un palazzo gentilizio, poiché il castello fu ristrutturato dopo il terremoto del 1805. Interessante è l'ingresso vano rotondo, all'estremità della seconda rampa di accesso. L'interno un tempo aveva tavole dipinte, successivamente scomparse, ed oggi presenta un classico aspetto ottocentesco dove è conservata la biblioteca. Un corridoio conduce ai sotterranei, dove un tempo erano torturati i prigionieri.
- Chiese di San Nicola - San Lorenzo: la prima è la parrocchiale, la seconda si trova vicino al castello ed un tempo era convento, fino alla soppressione nel 1866. San Nicola si trova nel centro del paese, a pianta basilicale con navata unica. La facciata è divisa da paraste e mostra un elegante decorazione a salienti polistile, tra il tardo barocco e il neoclassico. Anche l'interno è piuttosto sobrio, tranne una cappella rinascimentale a sinistra, unica parte sopravvissuta della chiesa antica. La chiesa di San Lorenzo ha le sue fattezze attuali in merito al rifacimento del 1719, anche se le terminazioni trilobate e l'impianto fanno pensare a una sua fondazione nel XIII secolo. La facciata è molto semplice, in stile neoclassico, con paraste a colonna dorica, e architrave triangolare. L'interno a navata unica e conserva un pregevole organo settecento napoletano. All'ingresso si trova una croce stazionaria medievale di particolare interesse, che mostra Cristo trionfatore con la Madonna regina, insieme al diacono Lorenzo che regge la graticola del suo martirio.
Nel paese sono inoltre presenti due esemplari di Quercia roverella nelle località Masseria Ciocchi e San Matteo dichiarati alberi monumentali con la legge regionale 48 del 6 dicembre 2005.[6]
Società
[modifica | modifica wikitesto]Evoluzione demografica
[modifica | modifica wikitesto]Abitanti censiti[7]
Cultura
[modifica | modifica wikitesto]Macchiagodena, con la sua Piazzetta della Letteratura, dove si possono leggere libri messi gratuitamente a disposizione di tutti, ha dato vita al progetto "Genius Loci. Portami un libro che ti regalo l'anima"[8] che consente di ricevere vacanze gratuite in cambio di un libro donato alla biblioteca del paese. È dal 2016 sede nazione dei Borghi della lettura[9], ed è inoltre parte dell'Associazione nazionale città del tartufo[10] e dell'associazione Borghi autentici d'Italia[11].
Economia
[modifica | modifica wikitesto]Il comune ospita una centrale di produzione di energia eolica con 19 aerogeneratori di potenza installata totale pari a 16,15 MW.
Amministrazione
[modifica | modifica wikitesto]Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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27 aprile 1997 | 13 maggio 2001 | Giuseppe Corrado Del Buono | lista civica | Sindaco | |
29 maggio 2006 | 27 dicembre 2013 | Angelo Iapaolo | lista civica | Sindaco | |
3 gennaio 2014 | 26 maggio 2014 | Antonio Incollingo | Comm. pref. | ||
26 maggio 2014 | in carica | Felice Ciccone | lista civica | Sindaco |
Altre informazioni amministrative
[modifica | modifica wikitesto]Macchiagodena fa parte della Comunità Montana del Sannio.
Sport
[modifica | modifica wikitesto]Per quanto riguarda lo sport c'è una squadra di calcio a 11, ASD Gioventù Macchiagodenese.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ Luciano Canepari, Macchiagodena, in Il DiPI: dizionario di pronuncia italiana, Bologna, Zanichelli, 1999, ISBN 88-08-09344-1.
- ^ Ebrei stranieri internati in Molise.
- ^ Legge Regionale N. 48 Del 06.12.2005. Elenco definitivo degli alberi monumentali della regione Molise (provincia di Isernia) (PDF), su www3.regione.molise.it, 6 dicembre 2015.
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
- ^ Dona un libro, ti ospitiamo gratis. Dal Molise l'idea che non ti aspetti per rilanciare il turismo della lentezza, su la Repubblica, 27 aprile 2021. URL consultato il 2 gennaio 2022.
- ^ Molise Affari via Roma 35 86100 Campobasso, Borghi della lettura - Home Page, su Borghi della lettura. URL consultato il 2 gennaio 2022.
- ^ Macchiagodena | Città del Tartufo, su cittadeltartufo.com, 26 agosto 2010. URL consultato il 2 gennaio 2022 (archiviato dall'url originale il 2 gennaio 2022).
- ^ Copia archiviata, su borghiautenticiditalia.org. URL consultato il 23 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2012).
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Macchiagodena
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su comune.macchiagodena.is.it.
- Macchiagòdena, su sapere.it, De Agostini.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 243256904 · GND (DE) 7731954-0 |
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