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Carlo Troya: differenze tra le versioni

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==Biografia==
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Era figlio di [[Michele Troja]], [[Urologia|urologo]], inventore del [[catetere]]. Dopo essersi laureato in legge, si compromise agli occhi delle autorità durante la [[Moti del 1820-1821|rivoluzione napoletana del 1820-21]], nel corso della quale collaborò alla [[periodico|rivista]] liberale ''Minerva napolitana'' e fu [[intendente]] in [[Basilicata]], tanto da essere condannato all'[[esilio]] dal [[1824]] al [[1826]].
Era figlio di [[Michele Troja]] e di Anna Maria Marpacher, di origine tedesca.<ref>{{Treccani|carlo-troya_(Dizionario-Biografico)}}</ref> Dopo essersi laureato in legge, gli fu offerto di lavorare nell'amministrazione del [[Regno di Napoli (1806-1815)|Regno di Napoli]] di [[Gioacchino Murat]], ma rifiutò. Si compromise agli occhi delle autorità durante la [[Moti del 1820-1821|rivoluzione napoletana del 1820-21]], nel corso della quale collaborò alla [[periodico|rivista]] liberale ''Minerva napolitana'', mantenendosi però indipendente dai [[murattiani]] e dai [[Carboneria|carbonari]]. Fu anche [[intendente]] in [[Basilicata]], tanto da essere condannato all'[[esilio]] dal [[1824]] al [[1826]].


Tornato successivamente a Napoli, pur senza abbandonare completamente l'attività politica si dedicò prevalentemente alla ricerca storica, soprattutto sul [[Medioevo]], e agli studi biografici su [[Dante Alighieri|Dante]];in questo periodo strinse rapporti di amicizia con Giacomo Leopardi. Nel [[1844]] fu uno dei fondatori della Società storica napoletana, della quale fu anche presidente fino al [[1847]]. Fu inoltre collaboratore del giornale liberale ''Il Tempo'' fondato con [[Saverio Baldacchini]].
Tornato successivamente a Napoli, pur senza abbandonare completamente l'attività politica si dedicò prevalentemente alla ricerca storica, soprattutto sul [[Medioevo]], e agli studi biografici su [[Dante Alighieri|Dante]]<ref>{{Treccani|carlo-troya_%28Enciclopedia-Dantesca%29}}</ref> ; in questo periodo strinse rapporti di amicizia con [[Giacomo Leopardi]]. Nel [[1844]] fu uno dei fondatori della Società storica napoletana, della quale fu anche presidente fino al [[1847]]. Fu inoltre collaboratore del giornale liberale ''Il Tempo'', fondato con [[Saverio Baldacchini]].


Esponente del "[[neoguelfismo]]" (il movimento che aspirava a una [[Confederazione di Stati|confederazione di stati]] italiani sotto la presidenza del [[papa]], secondo quando teorizzato nel [[1843]] da [[Vincenzo Gioberti|Gioberti]] nel ''Del primato morale e civile degli italiani'') il 3 aprile [[1848]] ottenne da [[Ferdinando II delle Due Sicilie|Ferdinando II]] la nomina a primo ministro del [[regno delle Due Sicilie]], secondo la costituzione emanata dallo stesso Ferdinando II l'11 febbraio [[1848]]. Il [[Governo Carlo Troya|governo Troya]] inviò un corpo di spedizione di 15 mila uomini in Lombardia, al comando di [[Guglielmo Pepe]] (''vedi'' [[Prima guerra di indipendenza italiana|Prima guerra di indipendenza]]). Il governo costituzionale non ebbe vita lunga: il 15 maggio [[1848]], in seguito al tradimento del giuramento da parte dei parlamentari che operarono immediatamente per abolire la monarchia e instaurare la repubblica, Ferdinando II sciolse il parlamento democratico, licenziò Carlo Troya, sostituendo il suo ministero con uno, guidato da [[Gennaro Spinelli di Cariati]], composto esclusivamente da elementi conservatori.
Esponente del "[[neoguelfismo]]" (il movimento che aspirava a una [[Confederazione di Stati|confederazione di stati]] italiani sotto la presidenza del [[papa]], secondo quando teorizzato nel [[1843]] da [[Vincenzo Gioberti|Gioberti]] nel ''Del primato morale e civile degli italiani''), il 3 aprile [[1848]] ottenne da [[Ferdinando II delle Due Sicilie|Ferdinando II]] la nomina a primo ministro del [[Regno delle Due Sicilie]], secondo la costituzione emanata dallo stesso Ferdinando II l'11 febbraio [[1848]].


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Anche suo fratello [[Ferdinando Troya|Ferdinando]] fu primo ministro di Ferdinando II dal [[1852]] al [[1859]]. Il 29 agosto [[1854]] fu eletto socio corrispondente dell'[[Accademia della Crusca]].<ref>{{Accademici della Crusca}}</ref> In sua memoria la moglie Giovanna D'Urso fece allestire un monumento funebre presso la [[chiesa dei Santi Severino e Sossio]] a [[Napoli]].<ref>{{Cita web|url= http://www.nobili-napoletani.it/Troya.htm|titolo=Famiglia Troya, alla voce Carlo Troya}}</ref>

In sua memoria la moglie Giovanna D'Urso fece allestire in suo onore un monumento funebre presso la [[chiesa dei Santi Severino e Sossio]] a [[Napoli]].<ref>{{Cita web|url= http://www.nobili-napoletani.it/Troya.htm|titolo=Famiglia Troya, alla voce Carlo Troya}}</ref>


==Riconoscimenti==
==Riconoscimenti==
* Carlo Troja (o Troia) è eponimo di una via esistente a [[Torre del Greco]], in provincia di [[Napoli]], dove il politico possedeva una residenza estiva.
* Via Carlo Troja (o Troia) è odonimo di una strada esistente a [[Torre del Greco]], nella [[città metropolitana di Napoli]], dove il politico possedeva una residenza estiva.
* Sono intitolate a lui una strada a [[Napoli]] e una a [[Milano]].
* Sono intitolate a lui una strada ad [[Andria]], una a [[Napoli]] e una a [[Milano]].
* Ad [[Andria]], capoluogo pugliese e città originaria della famiglia Troja, è stato intitolato a Carlo Troia il liceo classico.
* Ad [[Andria]], co-capoluogo della [[provincia di Barletta-Andria-Trani]] e città originaria della famiglia Troja, è stato intitolato a Carlo Troya il [[liceo classico]].
* Un busto in marmo raffigurante Carlo Troja è stato scolpito nel cortile delle statue all'interno della sede storica dell'[[Università degli Studi di Napoli Federico II|Università degli studi Federico II]] di Napoli.
* Un busto in marmo raffigurante Carlo Troya è stato posto nel cortile delle statue all'interno della sede storica dell'[[Università degli Studi di Napoli Federico II|Università Federico II]] di Napoli.


==Opere==
==Opere==
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* Gaetano Trevisani, ''Brevi notizie della vita e delle opere di Carlo Troya'', Napoli 1858;
* Gaetano Trevisani, ''Brevi notizie della vita e delle opere di Carlo Troya'', Napoli 1858;
* [[Giuseppe Del Giudice]], ''Carlo Troya, vita pubblica e privata, studi, opere, con appendice di lettere inedite e altri documenti'', Napoli 1899;
* [[Giuseppe Del Giudice]], ''Carlo Troya, vita pubblica e privata, studi, opere, con appendice di lettere inedite e altri documenti'', Napoli 1899;
* [[Benedetto Croce]], ''Storia della storiografia italiana nel secolo XIX'', I, Bari 1921, p. 125 segg.
* [[Benedetto Croce]], ''Storia della storiografia italiana nel secolo XIX'', I, Bari 1921, p.&nbsp;125 segg.
* Enrico Mandarini, ''Lettere inedite di Carlo Troya a Cesare Balbo'', Napoli 1869;
* Enrico Mandarini, ''Lettere inedite di Carlo Troya a Cesare Balbo'', Napoli 1869;
* Carlo Troya, ''Del Veltro allegorico di Dante e altri saggi storici'', a cura di Costantino Panigada, Bari 1932.
* Carlo Troya, ''Del Veltro allegorico di Dante e altri saggi storici'', a cura di Costantino Panigada, Bari 1932.
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Carlo Troya

Presidente del Consiglio dei ministri del Regno delle Due Sicilie
Durata mandato3 aprile 1848 –
15 maggio 1848
MonarcaFerdinando II delle Due Sicilie
PredecessoreNicola Maresca Donnorso
SuccessoreGennaro Spinelli

Dati generali
Partito politicoPartito Moderato

Carlo Troya noto anche come Carlo Troja o Carlo Troia (Napoli, 7 giugno 1784Napoli, 28 luglio 1858) è stato uno storico e politico italiano, primo ministro costituzionale del Regno delle Due Sicilie.

Era figlio di Michele Troja e di Anna Maria Marpacher, di origine tedesca.[1] Dopo essersi laureato in legge, gli fu offerto di lavorare nell'amministrazione del Regno di Napoli di Gioacchino Murat, ma rifiutò. Si compromise agli occhi delle autorità durante la rivoluzione napoletana del 1820-21, nel corso della quale collaborò alla rivista liberale Minerva napolitana, mantenendosi però indipendente dai murattiani e dai carbonari. Fu anche intendente in Basilicata, tanto da essere condannato all'esilio dal 1824 al 1826.

Tornato successivamente a Napoli, pur senza abbandonare completamente l'attività politica si dedicò prevalentemente alla ricerca storica, soprattutto sul Medioevo, e agli studi biografici su Dante[2] ; in questo periodo strinse rapporti di amicizia con Giacomo Leopardi. Nel 1844 fu uno dei fondatori della Società storica napoletana, della quale fu anche presidente fino al 1847. Fu inoltre collaboratore del giornale liberale Il Tempo, fondato con Saverio Baldacchini.

Esponente del "neoguelfismo" (il movimento che aspirava a una confederazione di stati italiani sotto la presidenza del papa, secondo quando teorizzato nel 1843 da Gioberti nel Del primato morale e civile degli italiani), il 3 aprile 1848 ottenne da Ferdinando II la nomina a primo ministro del Regno delle Due Sicilie, secondo la costituzione emanata dallo stesso Ferdinando II l'11 febbraio 1848.

Il governo Troya inviò un corpo di spedizione di 15 000 uomini in Lombardia, al comando di Guglielmo Pepe a sostegno di Carlo Alberto di Savoia contro gli austriaci, nell'ambito della prima guerra d'indipendenza italiana. Il governo costituzionale non ebbe tuttavia vita lunga: il 15 maggio 1848, in seguito ai contrasti sviluppatisi a ridosso della sua inaugurazione, Ferdinando II sciolse il parlamento democratico e licenziò Carlo Troya, sostituendo il suo ministero con uno composto esclusivamente da elementi conservatori e guidato da Gennaro Spinelli di Cariati.

Anche suo fratello Ferdinando fu primo ministro di Ferdinando II dal 1852 al 1859. Il 29 agosto 1854 fu eletto socio corrispondente dell'Accademia della Crusca.[3] In sua memoria la moglie Giovanna D'Urso fece allestire un monumento funebre presso la chiesa dei Santi Severino e Sossio a Napoli.[4]

Riconoscimenti

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  • Memoria sulla divisione fisica e politica delle Calabrie - Napoli - Tip. A.Trani - 1816
  • Gondebaldo re de' Borgognoni e santo avito vescovo di Vienna sul Rodano - Napoli - editore non indicato - dopo il 1826
  • Delle donne fiorentine di Dante Alighieri e del suo lungo soggiorno in Pisa ed in Lucca - editore non indicato - dopo il 1830
  • Storia d'Italia del medio-Evo - Napoli - Stamperia reale - 1830 Storia d'Italia del medio-evo - Carlo Troya - Google Libri
  • Della condizione de' romani vinti da' longobardi e della vera lezione d'alcune parole di Paolo Diacono, Napoli, Stamperia reale, 1841. URL consultato il 14 novembre 2019.
  • Discorso intorno ad Everardo figliuolo del re Desiderio ed al vescovo Attone di Vercelli - Napoli - editore mancante - 1845
  • De' viaggi di Dante in Parigi e dell'anno in cui fu pubblicata la cantica dell'Inferno - editore mancante - forse 1845
  • Codice diplomatico longobardo dal 568 al 774 - Napoli - Stamperia reale - 1852-1855
  • Leggi sui maestri comacini promulgate dal re Liutprando, con altri documenti tratti dal quarto volume del Codice Diplomatico Longobardo - Napoli - Stamperia Reale - 1854
  • Appendice di dissertazioni al codice diplomatico longobardo: ovvero al quarto volume della storia d'Italia del medio evo - Napoli - Stamperia Reale - 1855
  • Del veltro allegorico de' Ghibellini: con altre scritture intorno alla Divina Commedia di Dante - Napoli - Stamperia del Vaglio - 1856
  • Della architettura gotica, discorso di Carlo Troya estratto da Il Giambattista Vico - Napoli - Stab. tipografico del cav. G. Nobile - 1857
  • Della civile condizione dei romani vinti dai Longobardi e di altre quistioni storiche: lettere inedite, di Carlo Troya e Cesare Balbo - Napoli - Tip. degli Accattoncelli - 1869
  • Studii di Carlo Troya intorno agli Annali d'Italia del Muratori - Napoli - Tip. degli Accattoncelli - 1869-1877
  • Tre lettere inedite di Carlo Troya, intendente di Basilicata nel 1821 - Napoli - Tip. di A. Lanciano & C. - 1879
  • A Giacomo Maria Milano principe d'Ardore - editore ed anno mancanti
  • Del veltro allegorico di Dante e altri Saggi storici, a cura di Costantino Panigada - Bari - G. Laterza e Figli Edit. Tip. - 1932
  • Una lettera di S. Gregorio Magno relativa ad un oratorio di S. Pietro nel territorio di Fermo, ripubblicata col commento di Carlo Troya e con note aggiunte del Sac. G. Marziali - Roma - Forzani e C. - 1892.
  1. ^ Carlo Troya, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  2. ^ Carlo Troya, in Enciclopedia dantesca, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1970.
  3. ^ Carlo Troya, in Catalogo degli Accademici, Accademia della Crusca. Modifica su Wikidata
  4. ^ Famiglia Troya, alla voce Carlo Troya, su nobili-napoletani.it.
  • Raffaele de Cesare, La fine di un Regno, Città di Castello: S. Lapi, 1909, Capitolo quattordicesimo.
  • Gaetano Trevisani, Brevi notizie della vita e delle opere di Carlo Troya, Napoli 1858;
  • Giuseppe Del Giudice, Carlo Troya, vita pubblica e privata, studi, opere, con appendice di lettere inedite e altri documenti, Napoli 1899;
  • Benedetto Croce, Storia della storiografia italiana nel secolo XIX, I, Bari 1921, p. 125 segg.
  • Enrico Mandarini, Lettere inedite di Carlo Troya a Cesare Balbo, Napoli 1869;
  • Carlo Troya, Del Veltro allegorico di Dante e altri saggi storici, a cura di Costantino Panigada, Bari 1932.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Predecessore Presidente del Consiglio delle Due Sicilie Successore
Nicola Maresca Donnorso di Serracapriola 3 aprile 1848 - 15 maggio 1848 Gennaro Spinelli di Cariati
Controllo di autoritàVIAF (EN210804642 · ISNI (EN0000 0003 5854 4273 · SBN RAVV074809 · BAV 495/70234 · CERL cnp00147291 · GND (DE17242707X · BNF (FRcb102574428 (data)