Luigi Mercantini: differenze tra le versioni
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[[Immagine:Famiglia Mercantini.jpg|miniatura|Il poeta Luigi Mercantini con la famiglia]] |
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E sono morti!|[[La spigolatrice di Sapri]]}}{{Colonne spezza}}{{Citazione|Si scopron le tombe, si levano i morti,<br />I martiri nostri son tutti risorti|[[Inno di Garibaldi]]}}{{Colonne fine}} |
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|Nome = Luigi |
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|Epoca = 1800 |
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Fu uno dei cantori più popolari del Risorgimento italiano; in particolare, la poesia ''[[Spigolatrice di Sapri]]'' e il testo dell'''[[Inno di Garibaldi]]'' sono tra le più note composizioni del periodo<ref name=cantore> |
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*{{Cita web|url=https://www.quodlibet.it/recensione/4243|autore=Andrea Giardina|titolo=I sommi Poeti? In stato confusionale|accesso=10 dicembre 2024}} |
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*{{Cita web|url=https://www.poesiedautore.it/luigi-mercantini|titolo=Luigi Mercantini|accesso=10 dicembre 2024}} |
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*{{Cita libro|autore=Stefano Pivato|titolo=La storia leggera|editore=Il mulino|anno=2002|p=121|isbn=9788815090041}} |
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*{{Cita libro|autore=Giovanni Liccardo|titolo=Storia irriverente di eroi, santi e tiranni di Napoli|editore=Newton Compton editori|anno=2017|isbn=9788822715333}}</ref>. |
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== Biografia == |
== Biografia == |
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Figlio del [[cagli]]ese Domenico Mercantini, segretario del vescovo vicario di Ripatransone mons. Luigi Ugolini, e della [[Ripatransone|ripana]] Barbara Morelli<ref> |
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*{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/luigi-mercantini_(Dizionario-Biografico)/|titolo=Luigi Mercantini (Dizionario biografico)|accesso=10 dicembre 2024}} |
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⚫ | *{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/luigi-mercantini_(L'Unificazione)/|titolo=Luigi Mercantini (L'Unificazione)|accesso=10 dicembre 2024}}</ref>, il poeta nasce a Ripatransone (in provincia di Ascoli Piceno) nel [[1821]]. Accondiscendendo ai desideri di Ugolini il padre gli aveva imposto al battesimo, in onore del vescovo, il nome Luigi.<ref>Giorgio Settimo, ''I congiunti e gli amici ripani di Luigi Mercantini'', in: ''I centenario della morte di Luigi Mercantini'', numero unico a cura di Enrico Liburdi. Grafiche Corsi, Civitanova Marche, 1972.</ref> |
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Nel [[1824]] si trasferisce con la famiglia a [[Fossombrone]] al seguito del vescovo. Ebbe un fratello minore, [[Stanislao Mercantini|Stanislao]], anche lui poeta. |
Nel [[1824]] si trasferisce con la famiglia a [[Fossombrone]] al seguito del vescovo. Ebbe un fratello minore, [[Stanislao Mercantini|Stanislao]], anche lui poeta. |
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Si sposa nel [[1845]] con Anna Bruni che muore però dopo soli otto mesi per una malattia incurabile. |
Si sposa nel [[1845]] con Anna Bruni che muore però dopo soli otto mesi per una malattia incurabile. |
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Segnato da questa disgrazia, Mercantini nondimeno si accende di entusiasmo per le riforme di [[papa Pio IX]], salito al soglio pontificio nel [[1846]]. Nel [[1849]] partecipa alla difesa di [[Ancona]] che, avendo aderito alla [[Repubblica Romana (1849)|Repubblica Romana]], era assediata dagli Austriaci. Dopo la presa della città va in esilio nelle isole ioniche di [[Corfù]] e [[Zante]] dove conosce altri noti esuli come [[Daniele Manin]], [[Niccolò Tommaseo]] e [[Gabriele Pepe]]. |
Segnato da questa disgrazia, Mercantini nondimeno si accende di entusiasmo per le riforme di [[papa Pio IX]], salito al soglio pontificio nel [[1846]]. Nel [[1849]] partecipa alla difesa di [[Ancona]] che, avendo aderito alla [[Repubblica Romana (1849)|Repubblica Romana]], era [[Assedio di Ancona (1849)|assediata dagli Austriaci]]. Dopo la presa della città va in esilio nelle isole ioniche di [[Corfù]] e [[Zante]] dove conosce altri noti esuli come [[Daniele Manin]], [[Niccolò Tommaseo]] e [[Gabriele Pepe]]. |
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Rientra in Italia nel [[1852]]. Si stabilisce a [[Torino]] dove fa parte degli ambienti patriottici piemontesi. Nel [[1854]] diviene docente di [[letteratura italiana]] nel Collegio femminile delle Peschiere; si risposa con Giuseppa De Filippi, giovane pianista di appena vent'anni. Dal matrimonio avrà cinque figli: Adele, Corinna, Mario, Costanza e Guido. Nel [[1856]] diviene direttore di quello che potrebbe considerarsi come antesignano dei periodici femminili, ''La Donna''; vi collaborano, tra gli altri, [[Niccolò Tommaseo]] e [[Francesco Dell'Ongaro]]. |
Rientra in Italia nel [[1852]]. Si stabilisce a [[Torino]] dove fa parte degli ambienti patriottici piemontesi. Nel [[1854]] diviene docente di [[letteratura italiana]] nel Collegio femminile delle Peschiere; si risposa con Giuseppa De Filippi, giovane pianista di appena vent'anni. Dal matrimonio avrà cinque figli: Adele, Corinna, Mario, Costanza e Guido. Nel [[1856]] diviene direttore di quello che potrebbe considerarsi come antesignano dei periodici femminili, ''La Donna''; vi collaborano, tra gli altri, [[Niccolò Tommaseo]] e [[Francesco Dell'Ongaro]]. |
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Nel [[1858]] fa la conoscenza di [[Giuseppe Garibaldi]], ed è Garibaldi stesso che lo invita a comporre un inno. Nasce così la ''Canzone Italiana'', musicata da [[Alessio Olivieri]], assai più nota come [[Inno di Garibaldi]] |
Nel [[1858]] fa la conoscenza di [[Giuseppe Garibaldi]], ed è Garibaldi stesso che lo invita a comporre un inno. Nasce così la ''Canzone Italiana'', musicata da [[Alessio Olivieri]], assai più nota come ''[[Inno di Garibaldi]]''. |
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{{Citazione|Si scopron le tombe, si levano i morti,<br /> |
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i martiri nostri son tutti risorti!|[[Inno di Garibaldi]]}} |
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Altro inno patriottico scritto da Mercantini è ''Patrioti all'Alpe andiamo'', musicato da Giovanni Zampettini. |
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Nel [[1860]] fonda |
Nel [[1860]], il 5 ottobre 1860, fonda ad Ancona il quotidiano regionale, il ''Corriere delle Marche'' (l'odierno [[Corriere Adriatico]])<ref>{{cita web|url=http://boldrini.xoom.it/virgiliowizard/sites/default/files/sp_wizard//usr/AArticoliDX/Il%20derby%20dei%20direttori%20dorici.htm?SESSaaafd2192f62e92ca7c5cc3b79e7e914=06da5774f52b0807721948140793a38e|autore=Paolo Boldrini|titolo=Il derby dei direttori dorici|accesso=19/09/2014|dataarchivio=4 marzo 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304222907/http://boldrini.xoom.it/virgiliowizard/sites/default/files/sp_wizard//usr/AArticoliDX/Il%20derby%20dei%20direttori%20dorici.htm?SESSaaafd2192f62e92ca7c5cc3b79e7e914=06da5774f52b0807721948140793a38e|urlmorto=sì}}</ref>; nello stesso anno viene nominato docente di storia e di [[estetica]] all'Accademia delle Belle Arti di [[Bologna]]. |
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Il 3 febbraio [[1861]] viene eletto [[deputato]] alla [[Camera dei deputati del Regno d'Italia]] nel collegio di [[Fabriano]] (Ancona), con voti 157 su 195 votanti, ma la sua elezione viene annullata. |
Il 3 febbraio [[1861]] viene eletto [[deputato]] alla [[Camera dei deputati del Regno d'Italia]] nel collegio di [[Fabriano]] (Ancona), con voti 157 su 195 votanti, ma la sua elezione viene annullata. |
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Nel [[1865]] è nominato docente di Letteratura italiana presso l'[[Università di Palermo]]. A Palermo fonda il giornale ''La Luce'' e continua a scrivere versi; nel capoluogo siciliano muore il 17 novembre 1872 ed è stato sepolto nel [[Cimitero di Santa Maria di Gesù (Palermo)|Cimitero di Santa Maria di Gesù]]. |
Nel [[1865]] è nominato docente di Letteratura italiana presso l'[[Università di Palermo]]. A Palermo fonda il giornale ''La Luce'' e continua a scrivere versi; nel capoluogo siciliano muore il 17 novembre 1872 ed è stato sepolto nel [[Cimitero di Santa Maria di Gesù (Palermo)|Cimitero di Santa Maria di Gesù]]. |
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== Fortuna critica == |
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Sebbene considerato un poeta minore nella letteratura italiana, Mercantini è da annoverare tra i più conosciuti rappresentanti della [[poesia lirica]] di ispirazione patriottica. L'''[[Inno di Garibaldi]]'' e ''[[La spigolatrice di Sapri]]'' sono tra le composizioni più note di tutto il [[Risorgimento italiano]] |
Amatissimo per i suoi componimenti al tempo stesso delicati e popolareschi, è classificabile come un tardoromantico. Sebbene considerato un poeta minore nella letteratura italiana, Mercantini è da annoverare tra i più conosciuti rappresentanti della [[poesia lirica]] di ispirazione patriottica. L'''[[Inno di Garibaldi]]'' e ''[[La spigolatrice di Sapri]]'' sono tra le composizioni più note ed amate di tutto il [[Risorgimento italiano]]<ref name=cantore/>, apprezzate anche da [[Giovanni Pascoli]], che ebbe a pronunciare per lui parole di affetto e considerazione<ref name=pellegrini/>. |
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{{citazione|Oh, Mercantini è il poeta a me più ammirabile. Egli, se non proprio i morti dai sepolcri, risuscita ciò che è sepolto nei nostri cuori… ciò che più non morrà. Viva l’Italia!”|Giovanni Pascoli}} |
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<br>Amatissimo per i suoi componimenti al tempo stesso delicati e popolareschi, è classificabile come un tardoromantico. Godette della grande stima di [[Giovanni Pascoli]], che ebbe a pronunciare per lui parole di affetto e considerazione. |
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[[Giosuè Carducci]] affermò che avrebbe volentieri ceduto la sua migliore poesia in cambio dell'onore di aver scritto l'''Inno di Garibaldi''; similmente, [[Giuseppe Verdi]] disse che avrebbe dato una sua opera in cambio di quell'onore<ref name=pellegrini>{{Cita libro|autore=Ivana Pellegrini|url=https://www.consiglio.marche.it/informazione_e_comunicazione/pubblicazioni/quaderni/pdf/353.pdf|titolo=Il manoscritto "inni e canzoni del Risorgimento" di Palermo Giangiacomi in un decennio di studi e attività di valorizzazione|p=83}}</ref>. |
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[[Immagine:View from Scialandro cliff-rock and "Spigolatrice di Sapri" statue.JPG|miniatura|upright=1.2|Sapri - monumento alla spigolatrice, dello scultore Gennaro Ricco]] |
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== Memoria == |
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A [[Genova]], sulle pareti della casa del patriota bergamasco [[Gabriele Camozzi]], è affissa una targa che ricorda che in questa dimora avvenero due episodi notevoli: Garibaldi chiese qui a Luigi Mercantini di comporre un inno per i suoi volontari e poi, sempre qui, il poeta fece ascoltare ai patrioti l'inno da lui composto, accompagnato al pianoforte dalla moglie; nell'epigrafe, Mercantini è detto "''compagno d’esilio a [[Daniele Manin]], cantore di [[Tito Speri]] di [[Carlo Pisacane]]''"<ref>{{Cita libro|url=https://books.google.it/books?id=XbWlu37WFnAC&q=QUI+IN+CASA+DI+GABRIELE+CAMOZZI+natura+ed+arte&dq=QUI+IN+CASA+DI+GABRIELE+CAMOZZI+natura+ed+arte&hl=it&newbks=1&newbks_redir=0&sa=X&ved=2ahUKEwiP9bbbwZ2KAxUPy7sIHS-PFIMQ6AF6BAgGEAI|autore=|titolo=Natura ed arte|editore=Vallardi|anno=1910|p=55|accesso=10 dicembre 2024}}</ref>. |
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Alla memoria del poeta sono dedicati anche: una targa e un busto di [[Vito Pardo]] a Ripatransone, sua città natale, dove è stato dedicato al poeta anche il [[Teatro Luigi Mercantini]]<ref>{{cita libro|autore=|url=https://books.google.it/books?id=ARguAAAAYAAJ&pg=PA7&dq=Ricordo+dell%27inaugurazione+della+lapide+a+Luigi+Mercantini&hl=it&newbks=1&newbks_redir=0&sa=X&ved=2ahUKEwi20ObMxp2KAxV0gv0HHQKvJI8Q6AF6BAgJEAI#v=onepage&q=Ricordo%20dell'inaugurazione%20della%20lapide%20a%20Luigi%20Mercantini&f=false|titolo=Ricordo dell'inaugurazione della lapide a Luigi Mercantini|editore=Cesari|città=Ripatransone|anno=1895}}</ref>, un monumento funebre al [[Cimitero di Santa Maria di Gesù]] di Palermo, città un cui morì<ref>{{Cita web|url=https://cimiteripalermo.com/2021/05/02/monumento-a-luigi-mercantini/|titolo=Monumento a Luigi Mercantini\accesso=10 dicembre 2024}}</ref>, un busto al [[Gianicolo]], una lapide con bassorilevo ad [[Arcevia]], in cui il poeta insegnò per venti anni, e due monumenti a [[Sapri]], entrambi dedicati alla spigolatrice della sua nota poesia<ref>{{Cita web|url=https://www.ilcilentano.it/la-spigolatrice-di-sapri/|titolo=La spigolatrice di Sapri|accesso=10 dicembre 2024}}</ref>. |
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[[Immagine:La Spigolatrice.jpg|miniatura|upright=0.8|Sapri - monumento alla spigolatrice, dello scultore Emanuele Stifano]] |
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== Voci correlate == |
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* [[Inno di Garibaldi]] |
* [[Inno di Garibaldi]] |
Versione attuale delle 19:45, 10 dic 2024
«Eran trecento, eran giovani e forti,
E sono morti!»
Luigi Mercantini (Ripatransone, 19 settembre 1821 – Palermo, 17 novembre 1872) è stato un poeta e patriota italiano. Fu uno dei cantori più popolari del Risorgimento italiano; in particolare, la poesia Spigolatrice di Sapri e il testo dell'Inno di Garibaldi sono tra le più note composizioni del periodo[1].
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Figlio del cagliese Domenico Mercantini, segretario del vescovo vicario di Ripatransone mons. Luigi Ugolini, e della ripana Barbara Morelli[2], il poeta nasce a Ripatransone (in provincia di Ascoli Piceno) nel 1821. Accondiscendendo ai desideri di Ugolini il padre gli aveva imposto al battesimo, in onore del vescovo, il nome Luigi.[3] Nel 1824 si trasferisce con la famiglia a Fossombrone al seguito del vescovo. Ebbe un fratello minore, Stanislao, anche lui poeta.
Studia nel seminario forsempronese; nel 1841 diviene bibliotecario della Biblioteca comunale, per assumere poi l'insegnamento di retorica ad Arcevia. Si sposa nel 1845 con Anna Bruni che muore però dopo soli otto mesi per una malattia incurabile.
Segnato da questa disgrazia, Mercantini nondimeno si accende di entusiasmo per le riforme di papa Pio IX, salito al soglio pontificio nel 1846. Nel 1849 partecipa alla difesa di Ancona che, avendo aderito alla Repubblica Romana, era assediata dagli Austriaci. Dopo la presa della città va in esilio nelle isole ioniche di Corfù e Zante dove conosce altri noti esuli come Daniele Manin, Niccolò Tommaseo e Gabriele Pepe.
Rientra in Italia nel 1852. Si stabilisce a Torino dove fa parte degli ambienti patriottici piemontesi. Nel 1854 diviene docente di letteratura italiana nel Collegio femminile delle Peschiere; si risposa con Giuseppa De Filippi, giovane pianista di appena vent'anni. Dal matrimonio avrà cinque figli: Adele, Corinna, Mario, Costanza e Guido. Nel 1856 diviene direttore di quello che potrebbe considerarsi come antesignano dei periodici femminili, La Donna; vi collaborano, tra gli altri, Niccolò Tommaseo e Francesco Dell'Ongaro.
Nel 1858 fa la conoscenza di Giuseppe Garibaldi, ed è Garibaldi stesso che lo invita a comporre un inno. Nasce così la Canzone Italiana, musicata da Alessio Olivieri, assai più nota come Inno di Garibaldi.
«Si scopron le tombe, si levano i morti,
i martiri nostri son tutti risorti!»
Altro inno patriottico scritto da Mercantini è Patrioti all'Alpe andiamo, musicato da Giovanni Zampettini.
Nel 1860, il 5 ottobre 1860, fonda ad Ancona il quotidiano regionale, il Corriere delle Marche (l'odierno Corriere Adriatico)[4]; nello stesso anno viene nominato docente di storia e di estetica all'Accademia delle Belle Arti di Bologna.
Il 3 febbraio 1861 viene eletto deputato alla Camera dei deputati del Regno d'Italia nel collegio di Fabriano (Ancona), con voti 157 su 195 votanti, ma la sua elezione viene annullata.
Fu membro della loggia massonica Galvani di Bologna, fondata nel 1863[5].
Nel 1865 è nominato docente di Letteratura italiana presso l'Università di Palermo. A Palermo fonda il giornale La Luce e continua a scrivere versi; nel capoluogo siciliano muore il 17 novembre 1872 ed è stato sepolto nel Cimitero di Santa Maria di Gesù.
Fortuna critica
[modifica | modifica wikitesto]Amatissimo per i suoi componimenti al tempo stesso delicati e popolareschi, è classificabile come un tardoromantico. Sebbene considerato un poeta minore nella letteratura italiana, Mercantini è da annoverare tra i più conosciuti rappresentanti della poesia lirica di ispirazione patriottica. L'Inno di Garibaldi e La spigolatrice di Sapri sono tra le composizioni più note ed amate di tutto il Risorgimento italiano[1], apprezzate anche da Giovanni Pascoli, che ebbe a pronunciare per lui parole di affetto e considerazione[6].
«Oh, Mercantini è il poeta a me più ammirabile. Egli, se non proprio i morti dai sepolcri, risuscita ciò che è sepolto nei nostri cuori… ciò che più non morrà. Viva l’Italia!”»
Giosuè Carducci affermò che avrebbe volentieri ceduto la sua migliore poesia in cambio dell'onore di aver scritto l'Inno di Garibaldi; similmente, Giuseppe Verdi disse che avrebbe dato una sua opera in cambio di quell'onore[6].
Memoria
[modifica | modifica wikitesto]A Genova, sulle pareti della casa del patriota bergamasco Gabriele Camozzi, è affissa una targa che ricorda che in questa dimora avvenero due episodi notevoli: Garibaldi chiese qui a Luigi Mercantini di comporre un inno per i suoi volontari e poi, sempre qui, il poeta fece ascoltare ai patrioti l'inno da lui composto, accompagnato al pianoforte dalla moglie; nell'epigrafe, Mercantini è detto "compagno d’esilio a Daniele Manin, cantore di Tito Speri di Carlo Pisacane"[7].
Alla memoria del poeta sono dedicati anche: una targa e un busto di Vito Pardo a Ripatransone, sua città natale, dove è stato dedicato al poeta anche il Teatro Luigi Mercantini[8], un monumento funebre al Cimitero di Santa Maria di Gesù di Palermo, città un cui morì[9], un busto al Gianicolo, una lapide con bassorilevo ad Arcevia, in cui il poeta insegnò per venti anni, e due monumenti a Sapri, entrambi dedicati alla spigolatrice della sua nota poesia[10].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b
- Andrea Giardina, I sommi Poeti? In stato confusionale, su quodlibet.it. URL consultato il 10 dicembre 2024.
- Luigi Mercantini, su poesiedautore.it. URL consultato il 10 dicembre 2024.
- Poesie del Risorgimento, su dizionaripiu.zanichelli.it. URL consultato il 10 dicembre 2024.
- Stefano Pivato, La storia leggera, Il mulino, 2002, p. 121, ISBN 9788815090041.
- Giovanni Liccardo, Storia irriverente di eroi, santi e tiranni di Napoli, Newton Compton editori, 2017, ISBN 9788822715333.
- ^
- Luigi Mercantini (Dizionario biografico), su treccani.it. URL consultato il 10 dicembre 2024.
- Luigi Mercantini (L'Unificazione), su treccani.it. URL consultato il 10 dicembre 2024.
- ^ Giorgio Settimo, I congiunti e gli amici ripani di Luigi Mercantini, in: I centenario della morte di Luigi Mercantini, numero unico a cura di Enrico Liburdi. Grafiche Corsi, Civitanova Marche, 1972.
- ^ Paolo Boldrini, Il derby dei direttori dorici, su boldrini.xoom.it. URL consultato il 19/09/2014 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- ^ Fulvio Conti, I Fratelli e i Profani. La Massoneria nello spazio pubblico, Pacini ed. Pisa, 2020, p. 224.
- ^ a b Ivana Pellegrini, Il manoscritto "inni e canzoni del Risorgimento" di Palermo Giangiacomi in un decennio di studi e attività di valorizzazione (PDF), p. 83.
- ^ Natura ed arte, Vallardi, 1910, p. 55. URL consultato il 10 dicembre 2024.
- ^ Ricordo dell'inaugurazione della lapide a Luigi Mercantini, Ripatransone, Cesari, 1895.
- ^ Monumento a Luigi Mercantini\accesso=10 dicembre 2024, su cimiteripalermo.com.
- ^ La spigolatrice di Sapri, su ilcilentano.it. URL consultato il 10 dicembre 2024.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikisource contiene una pagina dedicata a Luigi Mercantini
- Wikiquote contiene citazioni di o su Luigi Mercantini
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Luigi Mercantini
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Mercantini, Luigi, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Mercantini, Luigi, su sapere.it, De Agostini.
- Mercantini, Luigi, in L'Unificazione, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2011.
- Francesca Brancaleoni, MERCANTINI, Luigi, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 73, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2009.
- Opere di Luigi Mercantini, su MLOL, Horizons Unlimited.
- (EN) Opere di Luigi Mercantini, su Open Library, Internet Archive.
- Luigi Mercantini, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
- Luigi Mercantini, in Archivio storico Ricordi, Ricordi & C.
- (EN) Spartiti o libretti di Luigi Mercantini, su International Music Score Library Project, Project Petrucci LLC.
- Le parole dell'Inno di Garibaldi, su ingeb.org.
- L'Inno di Garibaldi cantato da Edoardo Ferrari Fontana (MP3), su collectionscanada.ca.
- La spigolatrice di Sapri, su miglioramento.com. URL consultato il 27 giugno 2007 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2007).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 24730805 · ISNI (EN) 0000 0001 1751 3329 · SBN LO1V072256 · BAV 495/108604 · Europeana agent/base/134704 · LCCN (EN) no00065345 · GND (DE) 1123834628 · BNE (ES) XX4807058 (data) · BNF (FR) cb128670671 (data) |
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