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Miguel Indurain: differenze tra le versioni

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Versione delle 15:47, 10 lug 2019

Miguel Indurain
Miguel Indurain alla Vuelta a Castilla y León 2009
NazionalitàSpagna (bandiera) Spagna
Altezza186 cm
Peso80[1] kg
Ciclismo
SpecialitàStrada
Termine carriera1996
Carriera
Squadre di club
1984-1989Reynolds
1990-1996Banesto
Nazionale
1984-1996Spagna (bandiera) Spagna
Palmarès
 Giochi olimpici
OroAtlanta 1996Cronometro
 Mondiali
BronzoStoccarda 1991In linea
ArgentoOslo 1993In linea
ArgentoDuitama 1995In linea
OroDuitama 1995Cronometro
 

Miguel Indurain Larraya (Villava, 16 luglio 1964) è un ex ciclista su strada spagnolo.

Professionista dal 1984 al 1996[2], fu campione del mondo a cronometro nel 1995 e medaglia d'oro olimpica, nella medesima specialità, ai Giochi di Atlanta nel 1996. Nel suo palmarès rientrano anche cinque Tour de France vinti consecutivamente – l'unico a riuscirvi, assieme a Lance Armstrong (titoli poi revocati) – e due Giri d'Italia in accoppiata al Tour.

Atleta dalle caratteristiche tipiche del passista-scalatore, oltre ad essere un abile discesista si distingueva come fortissimo cronoman[3]: per lo strapotere nelle prove contro il tempo e per la capacità di amministrare la corsa sulle montagne, venne spesso accostato al francese Jacques Anquetil[3][4].

Anche il fratello minore Prudencio Indurain, classe 1968, fu professionista dal 1991 al 1999, aiutandolo come gregario per sei anni, dal 1991 al 1996.

Carriera

I primi anni

Nato in una famiglia di agricoltori della Navarra, cominciò con l'atletica leggera (praticava mezzofondo) per poi passare, all'età di undici anni, alla bicicletta.[1] Divenne ciclista professionista all'età di vent'anni, nel settembre 1984, con la Reynolds, la squadra diretta da José Miguel Echavarri. Già nel 1985 prese parte ai suoi primi Grandi Giri, la Vuelta a España e il Tour de France, nemmeno ventunenne: nella corsa spagnola, che concluse all'ottantaquattresimo posto, si mise in mostra vestendo per quattro giorni la maglia oro di leader della generale,[5] mentre alla Grande Boucle si ritirò. Inizialmente all'ombra del capitano Pedro Delgado, riuscì a far intravedere il suo enorme potenziale in gare come il Tour de l'Avenir, che nel 1986 vinse. A spingerlo anche un eccezionale ritmo cardiaco che, a riposo, pulsava a soli 28/29 battiti al minuto, e una capacità polmonare di ben 8 litri.[1][6]

La sua crescita avvenne in modo graduale nella seconda parte degli anni ottanta: dopo essersi aggiudicato competizioni di secondo piano in territorio spagnolo e aver contribuito alla vittoria di Delgado al Tour 1988,[6] nel 1989 si impose nella classifica finale della Parigi-Nizza, interrompendo il dominio di Sean Kelly che durava da sette anni, e nella nona tappa del Tour de France, sui Pirenei. L'anno successivo riuscì a ripetere i risultati in entrambe le competizioni, aggiungendo al proprio palmarès anche la Clásica San Sebastián (unica vittoria in una classica, decisa da uno scatto sullo Jaizkibel a 35 chilometri dall'arrivo);[7] nel maggio 1991 chiuse invece al secondo posto la Vuelta a España – miglior piazzamento in carriera nella gara iberica – battuto dal solo Melchor Mauri.

Il dominio al Tour de France

Al Tour de France 1991 Indurain si presentò con un ruolo di outsider, sempre al servizio del capitano Pedro Delgado. Tuttavia nella tappa a cronometro da Argentan a Alençon batté tutti, vincendo davanti a Greg LeMond. Nella seconda parte della Grande Boucle arrivò la sua consacrazione: nella tredicesima tappa (Jaca-Val-Louron) rispose all'attacco di Claudio Chiappucci sul Col d'Aspin, lasciandosi alle spalle i favoriti LeMond, Fignon ed il proprio capitano Delgado, decretando definitivamente il ricambio generazionale. Al termine della frazione, conquistata dall'italiano, Indurain conquistò la sua prima maglia gialla, difesa in seguito dagli attacchi di Gianni Bugno e portata poi fino a Parigi. Al termine della stagione Bugno si prese però la rivincita ai campionati del mondo su strada di Stoccarda, lasciando ad Indurain la medaglia di bronzo.

Miguel Indurain al Tour de France 1993

La sua definitiva consacrazione lo portò a presentarsi ai nastri di partenza del Giro d'Italia e del Tour de France dell'anno successivo con tutti i favori dei pronostici. In entrambe le gare riuscì ad imporsi, evidenziando una notevole capacità di gestire la corsa: si dimostrò infatti imbattibile a cronometro (nella tappa di Lussemburgo al Tour staccò tutti di più di tre minuti completando i 65 chilometri alla media di 49,046 km/h)[6][8] e capace di marcare i propri avversari nelle tappe di montagna.[4] La stagione si concluse senza l'acuto nel campionato del mondo, disputato in Spagna a Benidorm: pur correndo con il ruolo di favorito, si piazzò solo sesto dovendo ancora una volta arrendersi a Gianni Bugno. Con 2 023 punti Indurain divenne comunque, in chiusura di annata, il numero uno del ranking mondiale della Federazione dei ciclisti professionisti.[9]

Nel 1993 realizzò un'altra accoppiata Giro-Tour. Nella gara italiana si limitò a controllare,[10] resistendo agli attacchi di Pëtr Ugrjumov,[6] battuto alla fine per meno di un minuto, e vincendo due delle tre cronometro in programma. Nella Grande Boucle, ove fu maglia gialla per quattordici tappe, nessun avversario mise invece realmente in discussione il suo primato: Indurain si aggiudicò il prologo e la cronometro di Lac de Madine (59 km), e in classifica finale precedette Tony Rominger di quasi cinque minuti e il polacco Zenon Jaskuła di quasi sei.

La stagione seguente tuttavia si aprì con un brusco risveglio: al Giro d'Italia Indurain, complice una condizione non ottimale, non andò oltre al terzo posto, battuto dai giovani Evgenij Berzin (che si impose nelle due cronometro della corsa rosa) e Marco Pantani, mattatore nelle tappe di montagna. Nel mese di luglio si presentò alla partenza del Tour de France con il ruolo di favorito, senza però quell'alone di invincibilità che lo aveva accompagnato fino ad allora. Tuttavia nella corsa francese non ci fu nessuno in grado di contrapporsi al suo strapotere; nella cronometro di 64 km da Périgueux a Bergerac distanziò il futuro primatista dell'ora Tony Rominger di 2 minuti ed il terzo, Armand de Las Cuevas – medaglia di bronzo mondiale dell'inseguimento su pista nel 1990 – di 4 minuti e 20 secondi. De Las Cuevas, partito 4 minuti prima, fu superato dallo spagnolo a dieci chilometri dal traguardo. Sconfitto da Ugrumov e Pantani nella cronoscalata di Avoriaz, Indurain giunse comunque a Parigi da vincitore. Qualche settimana più tardi un controllo – effettuato il 15 maggio precedente al Tour de l'Oise – riscontrò però una sua positività all'antidoping: il navarro, veniva evidenziato, aveva assunto salbutamolo, sostanza proibita dalla legislazione francese, ma non dall'Unione Ciclistica Internazionale.[11] Indurain venne comunque presto scagionato per aver dimostrato che l'utilizzo del farmaco era dovuto a scopi terapeutici, per la cura dell'asma.[12] Prima del termine della stagione, rinunciando anche ai mondiali su strada di Agrigento,[13] riuscì a battere il record dell'ora: nell'occasione, sulla pista del velodromo di Bordeaux, percorse ben 53,040 chilometri, superando di 327 metri il precedente primato detenuto da Graeme Obree. Solo 49 giorni dopo, va detto, questo nuovo record venne superato, sulla stessa pista francese, dallo svizzero Rominger.[14] Il record venne poi annullato nel 2000.[15].

Nel 1995 Indurain vinse il suo quinto Tour de France consecutivo, entrando nella leggenda della corsa francese. In quest'annata i suoi principali avversari furono Alex Zülle e Bjarne Riis, che tuttavia non riuscirono mai a lottare realmente per il primato; lo spagnolo dimostrò anzi il proprio strapotere con l'attacco nella frazione pianeggiante verso Liegi (quel giorno lo seguì a ruota il solo Johan Bruyneel, che poi lo batté all'arrivo).[6] La stagione del navarro terminò con i campionati del mondo in Colombia, durante i quali conquistò un oro nella gara a cronometro ed un argento nella prova in linea, dietro al connazionale Abraham Olano, e con il fallito tentativo di stabilire, in quel di Bogotà, un nuovo record dell'ora (abbandonò dopo aver percorso 25 chilometri).[16]

Il ritiro

Nel 1996 si presentò nuovamente alla Grande Boucle, puntando a battere il record di cinque vittorie nella corsa francese, condiviso con Jacques Anquetil, Eddy Merckx e Bernard Hinault. La corsa (che pure, in omaggio a Indurain, passava per Pamplona)[6] diede però indicazioni differenti: lo spagnolo accusò una pesante crisi ipoglicemica nella tappa di Chambéry-Les Arcs, non riuscì a riprendersi nemmeno nelle frazioni successive e concluse la corsa all'undicesimo posto, staccato di 14'14" dal vincitore Bjarne Riis. La stagione comunque venne resa meno amara dalla conquista della medaglia d'oro nella gara a cronometro alle Olimpiadi di Atlanta. In settembre prese il via alla Vuelta, cinque anni dopo l'ultima presenza, dovendo però ritirarsi, a causa di problemi respiratori, dal Mirador del Fito[17] durante la tappa di Lagos de Covadonga.[5][18] Non venne quindi selezionato per i mondiali di Lugano.[19]

Fu la Vuelta 1996 l'ultima gara di rilievo cui partecipò: nel gennaio del 1997 annunciò il suo ritiro dal ciclismo, dovuto anche ad un deterioramento dei rapporti con la propria squadra,[20] dopo aver vinto 111 gare ed aver vestito per 19 giorni la maglia rosa al Giro d'Italia e per 60 giorni la maglia gialla al Tour de France.

Palmarès

Classifica generale Vuelta a la Comunidad Aragonesa
10ª tappa Tour de l'Avenir
6ª tappa Tour de l'Avenir
10ª tappa Tour de l'Avenir
Prologo Vuelta a Murcia
Classifica generale Vuelta a Murcia
Prologo Tour de la Communauté Européenne
9ª tappa Tour de la Communauté Européenne (cronometro)
Classifica generale Tour de la Communauté Européenne
Prologo Vuelta a Murcia
4ª tappa, 2ª semitappa Settimana Catalana (cronometro)
5ª tappa Settimana Catalana
2ª tappa Vuelta a los Valles Mineros
3ª tappa Vuelta a los Valles Mineros
4ª tappa, 1ª semitappa Vuelta a los Valles Mineros
Classifica generale Vuelta a los Valles Mineros
Gran Premio Navarra
1ª tappa Vuelta a Galicia
Prologo Salita Txitxarro
Classifica generale Salita Txitxarro
Memorial Santi Andia
4ª tappa, 1ª semitappa Vuelta a Cantabria
2ª tappa Vuelta a Galicia
6ª tappa, 1ª semitappa Volta Ciclista a Catalunya (cronometro)
Classifica generale Volta Ciclista a Catalunya
2ª tappa, 2ª semitappa Critérium International (cronometro)
Classifica generale Critérium International
Classifica generale Paris-Nice
9ª tappa Tour de France (Pau > Cauterets)
5ª tappa Vuelta a la Comunidad Valenciana
6ª tappa Paris-Nice
Classifica generale Paris-Nice
5ª tappa, 1ª semitappa Vuelta al País Vasco
16ª tappa Tour de France (Blagnac > Luz Ardiden)
6ª tappa Vuelta a Burgos
Clásica San Sebastián
1ª tappa, 2ª semitappa Tour du Vaucluse
Classifica generale Tour du Vaucluse
2ª tappa Euskal Bizikleta
5ª tappa Euskal Bizikleta
8ª tappa Tour de France (Argentan > Alençon)
21ª tappa Tour de France (Lugny > Mâcon)
Classifica generale Tour de France
5ª tappa Volta Ciclista a Catalunya
Classifica generale Volta Ciclista a Catalunya
Classifica generale Volta Ciclista a Catalunya
4ª tappa, 2ª semitappa Tour de Romandie (cronometro)
4ª tappa Giro d'Italia (Arezzo > Sansepolcro)
22ª tappa Giro d'Italia (Vigevano > Milano)
Classifica generale Giro d'Italia
Campionato spagnolo, Prova in linea
Prologo Tour de France (San Sebastián, cronometro)
9ª tappa Tour de France (Lussemburgo, cronometro)
19ª tappa Tour de France (Tours > Blois, cronometro)
Classifica generale Tour de France
1ª tappa, 1ª semitappa Trofeo Castilla y Leon (cronometro)
6ª tappa Vuelta a Murcia
10ª tappa Giro d'Italia (Senigallia, cronometro)
19ª tappa Giro d'Italia (Pinerolo > Sestriere, cronometro)
Classifica generale Giro d'Italia
2ª tappa Vuelta a los Valles Mineros
4ª tappa Vuelta a los Valles Mineros
Prologo Tour de France (Puy du Fou, cronometro)
9ª tappa Tour de France (Lac de Madine, cronometro)
Classifica generale Tour de France
1ª tappa Vuelta a Castilla y León
Classifica generale Vuelta a Castilla y León
Clásica a los Puertos de Guadarrama
6ª tappa Vuelta a la Comunidad Valenciana
3ª tappa, 2ª semitappa Tour de l'Oise (cronometro)
Classifica generale Tour de l'Oise
9ª tappa Tour de France (Périgueux > Bergerac, cronometro)
Classifica generale Tour de France
3ª tappa Vuelta a Castilla y León
4ª tappa, 2ª semitappa Vuelta a Aragón (cronometro)
4ª tappa Vuelta a los Valles Mineros
1ª tappa, 1ª semitappa Vuelta a La Rioja
1ª tappa Vuelta a Asturias
5ª tappa Vuelta a Asturias
Classifica generale Grand Prix du Midi Libre
3ª tappa Critérium du Dauphiné Libéré (cronometro)
Classifica generale Critérium du Dauphiné Libéré
8ª tappa Tour de France (Huy > Seraing)
19ª tappa Tour de France (Lac de Vassivière, cronometro)
Classifica generale Tour de France
1ª tappa Vuelta a Galicia
Classifica generale Vuelta a Galicia
Campionati del mondo, Prova a cronometro
1ª tappa Volta ao Alentejo
5ª tappa Volta ao Alentejo
Classifica generale Volta ao Alentejo
1ª tappa Vuelta a Asturias (cronometro)
Classifica generale Vuelta a Asturias
5ª tappa Euskal Bizikleta
Classifica generale Euskal Bizikleta
5ª tappa Critérium du Dauphiné Libéré (cronometro)
6ª tappa Critérium du Dauphiné Libéré
Classifica generale Critérium du Dauphiné Libéré
Giochi olimpici, Prova a cronometro

Altri successi

Miguel Indurain
Classifica dei traguardi volanti Vuelta a Burgos
Classifica dei traguardi volanti Vuelta a Burgos
Classifica regolarità Vuelta a Burgos
Circuit de l'Aulne (Criterium)
Classifica intergiro Giro d'Italia
Trofeo Bonacossa Giro d'Italia
Classifica UCI Road World Rankings
Classifica UCI Road World Rankings
Record dell'ora

Piazzamenti

Grandi Giri

1992: vincitore
1993: vincitore
1994: 3º
1985: ritirato (4ª tappa)
1986: ritirato (12ª tappa)
1987: 97º
1988: 47º
1989: 17º
1990: 10º
1991: vincitore
1992: vincitore
1993: vincitore
1994: vincitore
1995: vincitore
1996: 11º
1985: 84º
1986: 92º
1987: ritirato (12ª tappa)
1988: ritirato (21ª tappa)
1989: ritirato (18ª tappa)
1990: 7º
1991: 2º
1996: ritirato (13ª tappa)

Classiche monumento

1989: 43º
1991: 124º
1992: 167º
1993: 123º
1994: 31º
1995: 132º
1996: 115º
1989: 10º
1990: 12º
1991: 4º
1993: 51º

Competizioni mondiali

Onorificenze

Cavaliere della Legion d'Onore - nastrino per uniforme ordinaria
«Meriti sportivi»
— Madrid, 21 novembre 1993[21]

Riconoscimenti

Note

  1. ^ a b c Leonardo Coen, LA FIESTA DI INDURAIN ' RESTO UN SEMPLICE', in ricerca.repubblica.it, 15 giugno 1993. URL consultato il 1º agosto 2011.
  2. ^ Copia archiviata, su revistadesdelacuneta.com. URL consultato il 13 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015). Storia di Miguel Indurain
  3. ^ a b Gianni Mura, ELOGIO DI INDURAIN IL SEMPLICE, in ricerca.repubblica.it, 28 luglio 1992. URL consultato il 1º agosto 2011.
  4. ^ a b Mario Fossati, SOLENNE INDURAIN, FIGLIO DI ANQUETIL, in ricerca.repubblica.it, 16 giugno 1992. URL consultato il 1º agosto 2011.
  5. ^ a b (EN) Vuelta a España A-Z, in autobus.cyclingnews.com, 7 settembre 2008. URL consultato l'8 maggio 2011.
  6. ^ a b c d e f (EN) 1991-1995: Big Mig's masterclass, in news.bbc.co.uk, 5 giugno 2001. URL consultato il 17 maggio 2011.
  7. ^ VINCE INDURAIN BUGNO IN RITARDO, in ricerca.repubblica.it, 12 agosto 1990. URL consultato il 1º agosto 2011.
  8. ^ (FR) 79ème Tour de France 1992 - 9ème étape, su memoire-du-cyclisme.net, www.memoire-du-cyclisme.net. URL consultato il 17 maggio 2011.
  9. ^ INDURAIN È IL NUMERO 1 MA CHIAPPUCCI È VICINO, in ricerca.repubblica.it, 8 novembre 1992. URL consultato il 2 agosto 2011.
  10. ^ Eugenio Capodacqua, BAFFI PIÙ DI TUTTI, INDURAIN ASPETTA, in ricerca.repubblica.it, 1º giugno 1993. URL consultato il 2 agosto 2011.
  11. ^ Jesús Uriarte, ' PIANO FRANCESE CONTRO INDURAIN', in ricerca.repubblica.it, 30 agosto 1994. URL consultato il 1º agosto 2011.
  12. ^ Bugno, ora il caffè è un po' più dolce, in archiviostorico.corriere.it, 12 ottobre 1994. URL consultato il 10 aprile 2011 (archiviato dall'url originale il 16 settembre 2014).
  13. ^ OGGI INDURAIN CONTRO L'ORA: IL SUO OBIETTIVO È FARE 53 KM, in ricerca.repubblica.it, 2 settembre 1994. URL consultato il 2 agosto 2011.
  14. ^ L'ALBA RECORD DI INDURAIN, in ricerca.repubblica.it, 15 ottobre 1995. URL consultato il 2 agosto 2011.
  15. ^ A Wiggins il nuovo record dell'ora, su repubblica.it. URL consultato il 17 giugno 2015.
  16. ^ INDURAIN STOP CONTRO L'ORA, in ricerca.repubblica.it, 16 ottobre 1995. URL consultato il 2 agosto 2011.
  17. ^ http://www.revistadesdelacuneta.com/tengopagina.php?page=archivo0562[collegamento interrotto] Indurain e il Mirador del Fito
  18. ^ Eugenio Capodacqua, MALINCONIA INDURAIN DAI TRIONFI ALLA RESA, in ricerca.repubblica.it, 21 settembre 1996. URL consultato il 2 agosto 2011.
  19. ^ MONDIALI DI CICLISMO INDURAIN RINUNCIA, in ricerca.repubblica.it, 27 settembre 1996. URL consultato il 1º agosto 2011.
  20. ^ Gianfranco Josti, Indurain in fuga dal ciclismo: "Mi ritiro", in archiviostorico.corriere.it, 3 gennaio 1997. URL consultato il 10 aprile 2011 (archiviato dall'url originale il 16 settembre 2014).
  21. ^ Legione a Indurain, in Corriere della Sera, 21 novembre 1997. URL consultato il 10 aprile 2011 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2014).
  22. ^ Bollettino Ufficiale di Stato (PDF), su boe.es.
  23. ^ Bollettino Ufficiale di Stato (PDF), su boe.es.
  24. ^ L'Unione europea premia lo sport spagnolo, in marenostrum.tv, 11 dicembre 2008. URL consultato il 10 aprile 2011.

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