Orto botanico: differenze tra le versioni

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Versione delle 14:01, 12 feb 2020

L'Orto botanico di Palermo in un dipinto di Francesco Lojacono.

Un orto botanico (in latino hortus botanicus) è un ambiente naturale ricreato artificialmente che raccoglie una grande varietà di piante categorizzate per scopi scientifici e per l'educazione dei visitatori.

Il giardino botanico ne viene considerato un sinonimo, anche se taluni considerano questo come un ambiente a scopo di ricreazione e di studio mentre l'orto avrebbe storicamente una funzione di produzione di sostanze medicamentose, in quantità sufficienti a rifornire un vicino ospedale.

Spesso associato ad esso vi sono una biblioteca ed un erbario per lo studio e la catalogazione delle specie.

Cenni storici

Giardino dei Semplici di Firenze.
Litografia del Giardino dei semplici di Padova.
Il giardino della Minerva di Salerno.

L'origine di complessi simili agli attuali Orti botanici è discussa da diversi autori ma generalmente si fa risalire a tempi antichi: dal “Giardino botanico di Karnak” del faraone egizio Tutmosi III, alle raccolte di piante medicinali di epoca ateniese (es. Teofrasto nel IV secolo a.C.)[1] o romana (Hortus conclusus).

Nel Medioevo prima e nel Rinascimento poi, si diffuse la coltivazione di piante medicinali negli Horti sanitatis situati presso i monasteri e presso le scuole di medicina e farmacia delle Università. Il primo orto botanico del mondo occidentale, sorse a Salerno ad opera di Matteo Silvatico, insigne medico della Scuola medica salernitana tra il XIII secolo ed il XIV secolo. Egli si distinse come profondo conoscitore di piante per la produzione di medicamenti. Nel suo giardino dei semplici, il Giardino della Minerva, vennero per la prima volta coltivate e classificate una grande quantità di piante ed erbe, per studiarne a scopo scientifico le proprietà terapeutiche e medicamentose.

L'Italia, che già nel Rinascimento, con la nascita e la diffusione del giardino all'italiana aveva avuto un ruolo centrale nella storia dell'arte dei giardini, fu, nel corso del XVI secolo, la culla di un rinnovato interesse per l'osservazione naturalistica e per la classificazione delle piante. Le istituzioni di questo tipo più antiche sono l'Orto Vaticano di Roma (1447) e l'Orto Echtiano di Colonia (1490). A questo si aggiunse un'esigenza di tipo didattico rivolta agli studenti delle Università, che portò alla nascita dei primi orti botanici. Nacquero così l'Orto botanico di Pisa, nel 1544; l'Orto botanico di Padova nel giugno del 1545, quello di Firenze nel dicembre 1545, quello di Bologna nel 1567.

Alcuni decenni dopo, videro la luce gli orti botanici delle università di Lipsia (1580), Jena (1586) e Heidelberg (1597) in Germania; l'Orto botanico di Leida nei Paesi Bassi (1590) e quello di Montpellier in Francia (1593). Nel secolo successivo sorsero orti botanici universitari anche in Danimarca (Copenaghen, 1600), Inghilterra (Oxford, 1621) e Svezia (Uppsala, 1655).

Nella stessa epoca nascevano i giardini botanici delle grandi capitali degli imperi coloniali: lo Jardin des Plantes di Parigi (1635) e l'Orto botanico di Amsterdam (1638). Nel 1759 vennero fondati i Royal Botanic Gardens di Kew e nel 1772 l'Orto botanico di Coimbra. Gli orti botanici divennero poi non solo luoghi di studio, di formazione scientifica, di sperimentazione e di didattica, ma anche luoghi di ricerca e di diffusione delle informazioni, nonché importanti centri di riferimento per attività economiche e commerciali.

Note

Bibliografia

  • Francesco Maria Raimondo Orti botanici, giardini alpini, arboreti italiani, Palermo, Ed. Grifo, 1992.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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